RAPPORTO N°02/2017 - Cerved Know...Credito e rischio delle imprese La Lombardia a confronto con...
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Credito e rischio delle imprese La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte
Osservatorio III trimestre 2016 Febbraio 2017
RAPPORTO
N°02/2017 A cura di:
Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved
Credito e rischio delle imprese La Lombardia a confronto con Emilia Romagna,
Veneto e Piemonte
Osservatorio III trimestre 2016 Febbraio 2017 A cura di: Area Centro Studi Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza e Ufficio Studi Cerved
Hanno collaborato al Rapporto: Francesca Bartoli, Francesca Casiraghi e Valeria Negri per Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza Claudio Castelli e Guido Romano per Cerved
Rilasciato sulla base delle informazioni disponibili al 31 gennaio 2017
Indice Contenuti
EXECUTIVE SUMMARY 4
1. I PRESTITI ALLE IMPRESE 5
L’andamento del totale economia 5
L’andamento dei macro-settori 7
La variazione rispetto al pre-crisi 9
2. LE SOFFERENZE 10
Lo stock di sofferenze 10
Il tasso di ingresso in sofferenza 12
3. LE IMPRESE USCITE DAL MERCATO 14
I fallimenti 14
Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie 19
Le uscite totali nel periodo 2008-2016 21
4. LA RISCHIOSITÀ DELLE IMPRESE 23
GLOSSARIO 26
4
Executive summary
Nel terzo trimestre 2016 tornano a calare i prestiti alle imprese lombarde: 232,9 miliardi di euro,
dai 235,2 del secondo trimestre. La variazione rispetto allo stesso periodo del 2015 è del -0,4%, dal -0,1% registrato nel secondo trimestre 2016. Dall’inizio della crisi il calo complessivo dei
prestiti in Lombardia supera il -13%.
In Lombardia, il calo dello -0,4% dei prestiti del totale economia nel terzo trimestre 2016
nasconde dinamiche settoriali differenti: i prestiti ai servizi sono in ripresa (+4,2%) per il secondo
trimestre consecutivo, dopo oltre 4 anni di variazioni negative; quelli all’industria tornano a contrarsi (-3,1%) interrompendo il trend di recupero iniziato nel terzo trimestre 2015, mentre i
prestiti alle costruzioni presentano una consistente caduta (-7,5%).
I prestiti si riducono in tutte le regioni monitorate, con un calo particolarmente marcato in Veneto, -6,1%, massima contrazione dall’inizio della crisi, e del -3,5% in Emilia Romagna. In
leggera diminuzione anche i prestiti in Piemonte (-0,1%).
Il flusso di nuove sofferenze è in calo in Lombardia anche nel terzo trimestre 2016: 2,9% dei
finanziamenti, in costante riduzione dal picco del 3,7% del primo trimestre 2014. Solo il Piemonte
presenta un dato migliore in termini di flussi (2,2% dei finanziamenti). In termini assoluti, lo stock di sofferenze lorde continua invece a salire in Lombardia, arrivando a 32,2 miliardi (circa sei volte
il dato del 2008), e tocca nuovamente il punto di massimo del 13,8% degli impieghi. La
percentuale si conferma comunque la più bassa nel confronto regionale.
I fallimenti in Lombardia continuano a calare anche nei primi nove mesi del 2016: 2.116 le nuove
procedure avviate tra gennaio e settembre, in discesa del -5,4% rispetto ai primi nove mesi del
2015. Su un orizzonte di più lungo periodo, il numero di fallimenti rimane elevato, più del doppio rispetto ai primi nove mesi del 2008 (1.014).
La crisi economica ha generato un significativo processo di ristrutturazione dell’economia:
considerando i fallimenti, le altre procedure concorsuali e le liquidazioni, tra il 2008 e i primi
nove mesi del 2016 si sono perse in Lombardia circa 163 mila imprese, di cui l’84% costituito da liquidazioni volontarie.
Le imprese sopravvissute alla crisi continuano a rafforzarsi e ad evidenziare profili più robusti.
Secondo il Cerved Group Score, un indice che sintetizza la probabilità di default delle imprese, a dicembre 2016 il tessuto produttivo lombardo risulta più solido rispetto all’anno precedente, con
una quota di imprese in area di sicurezza o di solvibilità che sale al 55,9% (0,8 punti percentuali
in più rispetto a dicembre 2015). In parallelo, tuttavia, si accentua la polarizzazione nella distribuzione del rischio: la quota di imprese in area di sicurezza sale al 16,7% (1,8 p.p. in più
rispetto a dicembre 2015), quella di imprese in area di rischio al pari al 13,8% (1 p.p. in più su
base annua). Le imprese lombarde risultano più solide rispetto a Emilia Romagna e Piemonte, ma leggermente meno del Veneto.
5
1. I prestiti alle imprese L’andamento del totale economia
In Lombardia nel terzo trimestre 2016 i prestiti per il totale economia segnano un leggero calo, scendendo
a quota 232,9 miliardi di euro, 2,3 miliardi in meno di quanto registrato nel secondo trimestre. Il valore non rappresenta in ogni caso un nuovo minimo (230,7 miliardi il valore del primo trimestre 2016), sebbene il gap negativo rispetto al picco del terzo trimestre 2011 torni a superare i 40 miliardi di euro.
Grafico 1.1 - Impieghi lordi in Lombardia, totale economia: stock
(dati trimestrali, consistenze di fine periodo, miliardi di euro)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da
giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
Considerando le variazioni tendenziali, la contrazione in atto dal primo trimestre 2012 ha toccato un punto di massima flessione nel quarto trimestre 2013 (-7,2% rispetto al quarto trimestre 2012). Dal primo
trimestre 2015 il ritmo si fa via via più lento e nel terzo trimestre 2016 la diminuzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente è contenuta (-0,4%), ma maggiore di quanto registrato nel trimestre
precedente (-0,1%).
Nel confronto regionale, il Piemonte è l’unica regione che si caratterizza per un percorso di risalita analogo
e ancora più virtuoso: i prestiti sono sostanzialmente stabili al terzo trimestre 2016 (-0,1%), dopo essere tornati addirittura in positivo nel secondo (+0,7%). Veneto ed Emilia Romagna presentano al contrario una
situazione di consistente calo: nel terzo trimestre 2016 l’Emilia Romagna è ancora su tassi di variazione del -3,5%, mentre il Veneto fa registrare un -6,1%, massima contrazione dall’inizio della crisi.
232,9
220
230
240
250
260
270
280
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
6
Grafico 1.2 - Impieghi lordi, totale economia: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
-0,4%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Lombardia
-3,5%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Emilia Romagna
-6,1%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Veneto
-0,1%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Piemonte
7
L’andamento dei macro-settori
In Lombardia, il calo dello -0,4% dei prestiti nel totale economia del terzo trimestre 2016 nasconde dinamiche settoriali differenti: i prestiti ai servizi sono in ripresa (+4,2%), intensificando la crescita già
registrata nel secondo trimestre 2016, dopo oltre 4 anni di variazioni negative. Nell’industria i prestiti
continuano a diminuire, con una riduzione del -3,1% su base annua che arresta il trend di recupero iniziato nel terzo trimestre 2015. Sempre in forte calo i prestiti alle costruzioni: -7,5%, in ulteriore peggioramento dopo il -6,7% del secondo trimestre.
Nel confronto regionale, il Piemonte conferma complessivamente il miglior andamento già osservato sul totale economia. I servizi si mantengono in area positiva (+3,5%, dopo il +4,3% del secondo trimestre), mentre tornano a contrarsi i prestiti all’industria (-1,2%, dopo il balzo del +1,9% del primo trimestre e il +0,2% del secondo trimestre). Emilia Romagna e Veneto presentano un profilo molto simile per quanto
riguarda l’andamento dei prestiti ai servizi (ancora su tassi di contrazione superiori al -3%), mentre si
collocano ai due lati opposti per quanto riguarda l’industria: -0,3% l’Emilia Romagna, -7,6% il Veneto). Nelle costruzioni, gli impieghi lordi risultano in progressivo peggioramento in tutte le regioni analizzate,
con cali consistenti che toccano un massimo in Veneto (-12,5%).
Grafico 1.3 - Impieghi lordi, industria: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
-3,1%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Lombardia
-0,3%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Emilia Romagna
-7,6%-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Veneto
-1,2%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Piemonte
8
Grafico 1.4 - Impieghi lordi, servizi: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato
comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
Grafico 1.5 - Impieghi lordi, costruzioni: tasso di variazione tendenziale
(dati trimestrali, var. % sullo stesso trimestre anno precedente)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
4,2%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Lombardia
-3,6%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Emilia Romagna
-3,9%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Veneto
3,5%
-12%-10%
-8%-6%-4%-2%0%2%4%6%8%
10%12%14%16%18%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Piemonte
-7,5%-20%-15%-10%
-5%0%5%
10%15%20%25%30%35%40%45%50%55%60%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Lombardiadiscontinuità
statistica
-9,2%-20%-15%-10%
-5%0%5%
10%15%20%25%30%35%40%45%50%55%60%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Emilia Romagnadiscontinuità
statistica
-12,5%-20%-15%-10%
-5%0%5%
10%15%20%25%30%35%40%45%50%55%60%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Veneto
discontinuità
statistica
-7,0%-20%-15%-10%
-5%0%5%
10%15%20%25%30%35%40%45%50%55%60%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Piemonte
discontinuità
statistica
9
La variazione rispetto al pre-crisi
La Lombardia mostra il gap più elevato rispetto al pre-crisi in termini di impieghi lordi. Complessivamente, nel terzo trimestre 2016 i prestiti del totale economia risultano inferiori del -13,1% rispetto al terzo
trimestre 2008 (-10,4% in Veneto, -8,9% Emilia Romagna, e -3,6% Piemonte). A livello settoriale, in
Lombardia la contrazione nell’industria è del -18,3% (segue l’Emilia Romagna, con -16,6%), quella nei servizi del -20,4% (Veneto -14,6%)1.
Grafico 1.6 - Impieghi lordi: la variazione rispetto al pre-crisi
(dati trimestrali, var. % 3° trim 2016/3° trim 2008)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: finanziamenti erogati a società non finanziarie al lordo delle poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze; da giugno 2011 il dato
comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti. I dati settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a
quella ATECO (evidente in particolare nelle costruzioni) di giugno 2010
1 I dati relativi alle costruzioni risentono in maniera più marcata di alcune modifiche nella classificazione settoriale nelle statistiche Banca d’Italia, effettuate a giugno
2010, e pertanto il grafico non è riportato.
-13,1%
-8,9%
-10,4%
-3,6%
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Totale economia
-18,3%
-16,6%
-13,5%
-12,2%
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Industria
-20,4%
-8,7%
-14,6%
-4,1%
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Servizi
10
2. Le sofferenze Lo stock di sofferenze
A settembre 2016 le sofferenze lorde delle imprese in Lombardia raggiungono quota 32,2 miliardi di euro,
un valore quasi sei volte il dato del 2008 (5,6 miliardi di euro), e pari al 13,8% degli impieghi (2,1% a fine 2008). Nelle altre regioni lo stock di sofferenze lorde risulta minore (16,1 miliardi di euro in Veneto, 15,8 in Emilia Romagna e 9,1 in Piemonte), con una tendenza in leggero calo in Emilia Romagna. Le differenze nei
valori assoluti dipendono tuttavia dalle dimensioni complessive del mercato del credito nelle diverse regioni.
Grafico 2.1 - Sofferenze lorde delle imprese, totale economia
(consistenze di fine periodo, miliardi di euro)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza
Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
Considerando le sofferenze in rapporto al totale impieghi, la Lombardia risale leggermente, tornando al
punto di massimo del 13,8% già toccato nel terzo trimestre 2015 e nel primo trimestre 2016. Nelle altre regioni le percentuali sono più elevate: 15,8% in Piemonte (in risalita e su un nuovo massimo), 16,9% in Emilia Romagna (ancora stabile, dopo il calo al 16,3% del primo trimestre 2016) e 17,6% in Veneto (anch’esso su un nuovo massimo).
5,6
2,8
3,1
2,0
8,9
4,1 5,
0
3,0
12,0
5,8 6,3
3,8
15,4
7,7 8,2
4,9
18,4
9,3 9,8
5,7
24,0
12,1
12,1
7,1
29,5
14,6
14,6
8,6
31,7
16,0
16,0
9,0
32,2
15,8
16,1
9,1
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 settembre 2016
11
Grafico 2.2 - Sofferenze lorde delle imprese in rapporto al totale impieghi, totale economia
(sofferenze lorde in % degli impieghi lordi, dati trimestrali, consistenze di fine periodo)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni di Vigilanza Nota: sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici al lordo delle svalutazioni e dei passaggi di proprietà; da giugno 2011 il dato
comprende anche le sofferenze su finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti
13,8%
16,9%
17,6%
15,8%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
16%
18%
20%
3t2t1t4t3t2t1t4t3t2t1t4t3t2t1t4t3t2t1t4t3t2t1t4t3t2t1t4t3t2t1t
20162015201420132012201120102009
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
12
Il tasso di ingresso in sofferenza
Nel terzo trimestre 2016 diminuiscono le nuove sofferenze delle imprese in Lombardia: considerando i dati in valore, risultano in sofferenza il 2,9% dei finanziamenti (in progressiva riduzione dal 3,7% del primo
trimestre 2014). Solo il Piemonte presenta performance migliori: 2,2% nel terzo trimestre 2016, stabile
rispetto al secondo trimestre 2016 e in continuo e marcato calo dal picco del 5,2% del primo trimestre 2014. In Veneto sembra arrestarsi il calo in atto dal secondo trimestre 2015: 3,6% nel terzo trimestre 2016, dal 3,5% del trimestre precedente. I valori sono ancora particolarmente elevati nel terzo trimestre 2016 in Emilia Romagna (4,4%), anche se in leggerissima diminuzione rispetto al trimestre precedente (4,5%).
Grafico 2.3 - Le sofferenze delle imprese, totale economia: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato
(dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni Centrale Rischi Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in %
degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo
delle sofferenze rettificate si considera l’esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per
la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in “sofferenza rettificata” a livello di sistema (vedi Glossario)
Il dato sulle sofferenze del totale economia lombardo è il risultato di dinamiche settoriali differenti. Il miglior andamento congiunturale si osserva nei servizi, che dal 3,5% del primo trimestre 2016 scendono
al 2,7% nel terzo trimestre, segnando un’inversione di tendenza dal trend negativo che proseguiva dal primo trimestre del 2015. Il tasso di decadimento dei servizi è tuttavia ancora quasi un punto percentuale al di sopra di quello dell’industria, settore che mostra il maggior recupero in un’ottica di più lungo
periodo: stabile all’1,6% nel terzo trimestre 2016, dall’1,9% del primo trimestre dell’anno e in progressivo
calo dal picco del 3,1% del primo trimestre 2014. Nuovamente in aumento le costruzioni (6,5%, dal 6,2%
del secondo trimestre 2016), con valori significativamente più elevati rispetto agli altri settori ma decisamente più bassi rispetto a quelli di Emilia Romagna (13,6%) e Veneto (10,9%). In Piemonte, nel terzo trimestre 2016, industria e soprattutto costruzioni fanno registrare un leggero
peggioramento rispetto ai valori registrati nel secondo trimestre dell’anno. Ciò non toglie che la regione
si confermi anche su base settoriale quella con il maggior recupero: a partire dal primo trimestre 2014 i tassi di decadimento di tutti e tra i settori in esame sono in progressivo calo, con valori sistematicamente inferiori a quelli osservati nelle altre regioni.
2,9%
4,4%
3,6%
2,2%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
8%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Totale economia
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
13
Grafico 2.4 - Le sofferenze delle imprese, macro-settori: tasso di ingresso in sofferenza annualizzato
(dati trimestrali, flusso di nuove sofferenze rettificate in % degli impieghi vivi di inizio periodo, valori annualizzati)
Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia, Segnalazioni Centrale Rischi
Nota: dati in valore; somma mobile su 4 trimestri dei flussi di nuove sofferenze rettificate di società non finanziarie e famiglie produttrici in % degli impieghi vivi di inizio periodo; dati riferiti alle segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione. Nel calcolo
delle sofferenze rettificate si considera l’esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per
la prima volta una delle condizioni per essere qualificati in “sofferenza rettificata” a livello di sistema (vedi Glossario)
1,6%
2,1%
1,8%
1,2%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
8%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Industria
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2,7%
3,6%
3,0%
2,1%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
8%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Servizi
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
6,5%
13,6%
10,9%
4,9%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
16%
1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t 4t 1t 2t 3t
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Costruzioni
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
14
3. Le imprese uscite dal mercato
I fallimenti2
Prosegue anche nei primi nove mesi del 2016 in il calo dei fallimenti3, dopo la riduzione registrata nel 2015:
nel periodo gennaio-settembre si contano 2.116 nuove procedure, -5,4% rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2015. Su un orizzonte di più lungo periodo, il numero di fallimenti rimane elevato, oltre
il doppio rispetto ai primi nove mesi del 2008 (1.014).
Il calo delle nuove procedure fallimentari osservato sul totale economia è guidato in via principale
dall’industria. Il settore fa registrare una inversione di tendenza già nel 2014 (-5,3% rispetto al 2013); nel 2015 la diminuzione sfiora il -20%, assestandosi a 429 procedure aperte. I primi nove mesi del 2016
confermano questo andamento positivo: 303 nuove procedure, in calo del -6,2% rispetto al dato dei primi nove mesi del 2015. Nel 2015 sono diminuiti notevolmente anche i fallimenti nelle costruzioni, ma il trend non si conferma nel 2016 (+0,7% rispetto ai primi nove mesi del 2015). Viceversa, i servizi scendono solo
marginalmente nel 2015 (-1% sul 2014), ma nei primi nove mesi dell’anno fanno registrare un -8,6%
rispetto ai primi nove mesi del 2015.
Complessivamente, il Piemonte è la regione che presenta l’andamento migliore nel 2015, così come nei primi nove mesi del 2016, sia per quanto riguarda il totale economia (-13,5% rispetto al 2014; -8,5%
rispetto ai primi nove mesi del 2015), sia singolarmente su industria e servizi (nel 2015, -27,2% su industria
e -12,7% su servizi, mentre nel periodo gennaio-settembre 2016, -6,7% e -9%, rispettivamente). In Emilia
Romagna nei primi nove mesi del 2016 accelera la riduzione de fallimenti (-6,7%), dopo aver registrato un
calo contenuto nel 2015 (-1,6%). La riduzione del 2016 è legata soprattutto all’andamento delle costruzioni (-8,2%), con l’industria solo in leggero calo (-2%) e i servizi ancora in crescita (+1,5%). Nei primi nove mesi
del 2016 iniziano a calare i fallimenti anche in Veneto (-8,0%, mentre fino al 2015 risultava l’unica regione ancora in crescita), anche se l’industria fa nuovamente registrare un +7,8%, dopo diminuzioni di oltre il-10% nel 2014 e 2015.
2 Occorre sottolineare come, dopo oltre 50 anni dall’istituzione della disciplina fallimentare, dal 2005 sono state introdotte una serie di modifiche normative (volte a
velocizzare i tempi dei fallimenti, a favorire soluzioni concordate tra creditori e debitori, a far emergere più precocemente la situazione di crisi dell’impresa) che hanno
favorito o frenato il ricorso alle diverse procedure concorsuali. In particolare, il D.L. 5/2006 e il D.Lgs 169/2007 hanno innalzato le soglie di fallibilità, così escludendo
un numero rilevante di microimprese dall’ambito di applicazione delle norme. Il pacchetto di misure in materia di giustizia approvato con la legge 132 dello scorso
agosto ha introdotto termini più stringenti per i curatori fallimentari, individuando in due anni il tempo massimo per le liquidazioni della società. In Lombardia, l’effetto
della riforma ha portato ad un aumento del numero di pratiche chiuse nel periodo settembre 2015-marzo 2016 del 21,7% rispetto ai 12 mesi precedenti, con una durata
media in miglioramento già prima dell'introduzione di queste misure, passata da 6,1 anni nel 2014 a 5,7 nel 2015. 3 Le date considerate sono quelle di apertura delle procedure.
15
Grafico 3.1 - I fallimenti, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
Grafico 3.2 - I fallimenti, totale economia: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
Fonte: Cerved
1.08
9
430 53
8
372
1.51
2
577 74
1
475
1.99
6
776 88
7
651
2.42
3
859
1.19
4
816
2.67
0
917 1.
146
848
2.83
7
867 1.
085
956
3.21
0
1.08
9
1.26
4
975
3.37
4
1.12
8
1.32
0
1.17
3
3.08
8
1.11
0 1.36
3
1.01
5
2.11
6
752 88
2
677
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
-42,1%
38,8%32,0%
21,4%
10,2%6,3%
13,1%5,1%
-8,5% -5,4%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Lombardia
-25,9%
34,2% 34,5%
10,7%6,8%
-5,5%
25,6%
3,6%
-1,6%-6,7%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Emilia Romagna
-36,2%
37,7%
19,7%
34,6%
-4,0% -5,3%
16,5%
4,4% 3,3%
-8,0%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Veneto
-47,8%
27,7%
37,1%
25,3%
3,9%
12,7%
2,0%
20,3%
-13,5%-8,5%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Piemonte
16
Grafico 3.3 - I fallimenti, industria
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
Grafico 3.4 - I fallimenti, industria: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
Fonte: Cerved
247
94
142
103
328
157 19
7
113
409
202 24
7
164
508
230
319
174
463
213
268
197
497
164
227
181
562
225
317
201
532
228
276
213
429
204 24
4
155
303
146 18
0
111
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
-35,5%
32,8%24,7% 24,2%
-8,9%
7,3%13,1%
-5,3%
-19,4%
-6,2%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Lombardia
-30,4%
67,0%
28,7%
13,9%
-7,4%
-23,0%
37,2%
1,3%
-10,5%
-2,0%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Emilia Romagna
-30,4%
38,7%
25,4%29,1%
-16,0%-15,3%
39,6%
-12,9%-11,6%
7,8%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Veneto
-36,0%
9,7%
45,1%
6,1%13,2%
-8,1%
11,0%6,0%
-27,2%
-6,7%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Piemonte
17
Grafico 3.5 - I fallimenti, servizi
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
Grafico 3.6 - I fallimenti, servizi: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
Fonte: Cerved
489
195
216
172
647
254
273
217
877
361
311
258
1.05
8
388 47
6
375
1.16
4
405 47
2
370
1.19
9
411 46
8
458
1.42
1
532
530
454
1.56
6
541 60
1
590
1.55
0
559 64
0
515
1.01
0
401
423
333
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
-50,9%
32,3% 35,5%
20,6%
10,0%3,0%
18,5%10,2%
-1,0%-8,6%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Lombardia
-32,8%
30,3%
42,1%
7,5% 4,4% 1,5%
29,4%
1,7% 3,3% 1,5%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Emilia Romagna
-41,3%
26,4%
13,9%
53,1%
-0,8% -0,8%
13,2% 13,4%6,5%
-8,2%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Veneto
-52,5%
26,2%18,9%
45,3%
-1,3%
23,8%
-0,9%
30,0%
-12,7%-9,0%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Piemonte
18
Grafico 3.7 - I fallimenti, costruzioni
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
Grafico 3.8 - I fallimenti, costruzioni: tassi di variazione tendenziali
(var. % a/a; gen-set 2016: var % sullo stesso periodo anno precedente)
Fonte: Cerved
197
101
112
70
290
120
180
112
444
171
233
189
494
193
275
207
539
242 28
3
210
582
220 26
0
237
659
248
308
228
710
289
308
267
572
256 30
8
236
427
156
158
157
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
-38,6%
47,2%53,1%
11,3% 9,1% 8,0%13,2%
7,7%
-19,4%
0,7%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Lombardia
5,2%
18,8%
42,5%
12,9%
25,4%
-9,1%
12,7% 16,5%
-11,4%-18,3%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Emilia Romagna
-19,4%
60,7%
29,4%
18,0%
2,9%
-8,1%
18,5%
0,0% 0,0%
-25,8%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Veneto
-32,7%
60,0%68,8%
9,5%1,4%
12,9%
-3,8%
17,1%
-11,6% -8,2%
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Piemonte
19
Le procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie
Nei primi nove mesi del 2016 sono state aperte in Lombardia 213 procedure concorsuali non fallimentari4, mentre hanno liquidato volontariamente la propria impresa 8.900 imprenditori, dato che cala a 4.700 se
si considerano esclusivamente le “vere” società (definite come società che hanno depositato almeno un bilancio nei tre anni precedenti alla liquidazione). Prosegue il trend positivo, in atto dal 2014, per le procedure non fallimentari (-34,1%), mentre si interrompe per le chiusure volontarie, che tornano dopo due anni ad aumentare (+7,6%).
Il forte calo di procedure concorsuali non fallimentari riguarda tutte le regioni analizzate e non riflette
dinamiche economiche, ma è attribuibile alle modifiche legislative che hanno interessato il concordato preventivo 5 . Viceversa, l’andamento delle liquidazioni volontarie riflette un peggioramento delle aspettative degli imprenditori sui profitti.
Sommando ai fallimenti le altre procedure concorsuali non fallimentari e le liquidazioni volontarie, in Lombardia nei primi nove mesi del 2016 sono state avviate 11.229 pratiche.
Grafico 3.9 - Le altre procedure concorsuali non fallimentari, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
4 Sono considerate nell’analisi le procedure di amministrazione controllata e straordinaria, il concordato preventivo, gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art.182
LF, la liquidazione coatta amministrativa e lo stato di insolvenza. Sono escluse tutte le procedure di cancellazione e che or iginano da atti dell’Autorità. 5 In particolare, le modifiche al ‘concordato in bianco hanno comportato una netta riduzione nel ricorso a questa procedura e, di conseguenza, al concordato
preventivo.
148
59
76
50
185
81
154
69
330
132 18
4
76
341
131 18
4
116
336
161 18
6
143
384
180 20
2
161
636
356
319
297
601
264
235
225
434
264
263
165 21
3
116
131
78
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
20
Grafico 3.10 - Le liquidazioni volontarie, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
Grafico 3.11 - Le liquidazioni volontarie di vere società di capitali, totale economia
(numero di nuove procedure nel periodo)
Fonte: Cerved
Nota: per vere società di capitali si intendono le società di capitali che hanno depositato almeno un bilancio nei tre anni precedenti la data di avvio della procedura
17.1
14
7.81
9
8.29
9
7.49
9
15.7
59
7.05
3
7.50
3
6.92
0
15.1
62
7.41
0
7.35
7
6.73
2
16.1
16
6.89
1
7.03
3
6.54
3
16.4
67
6.84
8
7.81
3
7.22
1
16.6
14
7.51
1
7.36
5
6.90
2
17.7
61
7.23
8
7.65
4
6.71
7
15.0
51
6.84
9
7.21
6
6.38
3
14.2
65
6.57
0
6.48
9
5.87
9
8.90
0
3.89
9
3.44
6
3.03
4
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
7.78
9
2.85
6
3.17
8
1.93
8
7.44
7
2.77
1
2.89
0
1.98
1
7.52
0
3.07
0
3.08
1
2.03
0
8.36
1
2.98
7
3.00
8
1.88
2
7.91
1
2.86
0
3.20
7
2.08
1
9.11
8
3.49
8
3.50
7
2.23
0
9.15
7
3.40
4
3.55
8
2.20
2
8.06
2
3.12
8
3.20
6
1.99
5
7.36
4
2.95
9
2.93
6
1.83
9
4.71
3
1.67
4
1.48
9
995
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set 2016
21
Le uscite totali nel periodo 2008-2016
In Lombardia l’exit ratio (che misura il numero di nuove procedure avviate nel corso dell’anno in rapporto alle imprese presenti sul mercato a inizio periodo) è in progressivo calo rispetto al picco del 2013 ma
presenta valori più alti rispetto alle altre regioni analizzate. Nel periodo gennaio-settembre 2016 si
contano complessivamente in la Lombardia 129 nuove procedure ogni 10.000 imprese operative (erano 126 nei primi nove mesi del 2015), 109 per l’Emilia Romagna, 96 in Veneto e 90 in Piemonte.
Grafico 3.12 – Exit ratio
(numero di nuove procedure nel periodo ogni 10.000 imprese attive a inizio periodo)
Fonte: Cerved
208 205221 224
225
249
220206
129
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Lombardia
174188
178177
189 195 187 182
109
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Emilia Romagna
178 179 178192
180195 188
175
96
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Veneto
174 172 172187
181 183 181
167
90
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen-set
2016
Piemonte
22
La crisi economica ha generato un significativo processo di ristrutturazione dell’economia, con 162.781 imprese lombarde in procedura concorsuale o in liquidazione tra il 2008 e i primi nove mesi del 2016, di cui l’84% costituito da liquidazioni volontarie. Nei servizi si contano quasi 100.000 imprese in meno,
mentre industria e costruzioni registrano rispettivamente un calo di quasi 18.000 e 19.000 società.
Le altre regioni presentano valori molto inferiori in termini assoluti, date le diverse dimensioni del tessuto produttivo. In termini relativi, la Lombardia è in ogni caso l’area ad aver sofferto la maggiore perdita di base produttiva: le 162.781 imprese uscite dal mercato dal 2008 ad oggi corrispondono a una perdita del 19,4% rispetto al numero di imprese operative a inizio 2008 6 . Nelle altre regioni, la perdita è
rispettivamente del 15,8% in Emilia Romagna, del 15,6% in Veneto e del 15,2% in Piemonte.
Grafico 3.13 - Numero complessivo di imprese uscite dal mercato dal 2008 a oggi tramite procedura concorsuale o
liquidazione
(numero di nuove procedure nel periodo gennaio 2008 – settembre 2016)
Fonte: Cerved
6 Il dato è calcolato sul totale delle imprese operative a inizio 2008 e non tiene conto delle imprese nate successivamente.
17.639
8.190
9.558
6.341
98.673
40.225
40.860
37.054
18.761
9.322
9.141
7.159
162.781
70.029
73.616
65.247
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Lombardia
Emilia Romagna
Veneto
Piemonte
Ind
ust
ria
Ser
vizi
Co
stru
zio
ni
To
tale
eco
no
mia
23
4. La rischiosità delle imprese
Secondo il Cerved Group Score7 (CGS), a dicembre 2016 il 55,9% delle imprese8 lombarde presenta un
grado di rischio di default molto basso (area sicurezza) o comunque contenuto (area solvibilità). In particolare, le imprese in area di sicurezza sono il 16,7%, mentre quelle in area di rischio il 13,8%. Il confronto con i dati di dicembre 2015 evidenzia come sia ancora in atto un processo di polarizzazione che
tuttavia è in via di esaurimento, con un aumento delle imprese in area di sicurezza in Lombardia pari a circa il doppio di quello delle imprese in area di rischio (1,8 e 1 p.p. di differenza, rispettivamente).
Grafico 4.1 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre 2016, totale economia
(% sul totale)
Fonte: Cerved
In tutte le regioni monitorate, il numero di upgrade (imprese che hanno migliorato la propria classe CGS)
ha superato quello di downgrade, con la Lombardia che si contraddistingue per il migliore saldo positivo
(3,1 p.p. di differenza) e per la più bassa percentuale di downgrade (25,3%).
Grafico 4.2 - Upgrade e downgrade delle imprese secondo il Cerved Group Score tra dicembre 2015 e dicembre
2016, totale economia
(% sul totale)
Fonte: Cerved
7 Il Cerved Group Score offre una valutazione completa e aggiornata del rischio di insolvenza delle imprese, combinando la componente di bilancio e sistemica con
una comportamentale, che consente di cogliere tempestivamente i segnali provenienti dal mercato, come le abitudini di pagamento delle imprese (vedi Glossario). 8 In questa sezione si analizzano le società di capitale che hanno presentato gli ultimi due bilanci a ottobre 2016.
16,7
%
39,2
%
30,3
%
13,8
%
15,1
%
37,2
%
31,8
%
16,0
%
16,9
%
39,6
%
29,4
%
14,1
%
16,2
%
39,0
%
31,7
%
13,1
%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
25,3%
46,3%
28,4% 26,8%
44,6%
28,6%25,8%
46,4%
27,7% 26,2%
46,2%
27,6%
down
grade
stessa
classe
up
grade
down
grade
stessa
classe
up
grade
down
grade
stessa
classe
up
grade
down
grade
stessa
classe
up
grade
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
24
Complessivamente, è il Veneto la regione dove il tessuto imprenditoriale risulta più solido, con il 16,9% delle imprese in area di sicurezza e il 39,6% in area di solvibilità. Miglior risultato anche nelle aree vulnerabilità e rischio, con una quota complessiva di imprese pari al 43,5% (segue la Lombardia con il
44,1%). Il Piemonte risulta ancora indietro su sicurezza (16,2%) e solvibilità (39,0%), ma presenta la minor
quota di imprese in area di rischio (13,1%). Più critica la situazione in Emilia Romagna: a dicembre 2016 si
conferma la regione che presenta la più elevata quota di imprese rischiose (16%), e la minor quota di imprese sicure (15,1%).
Grafico 4.3 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score, totale economia: dicembre 2016 vs.
dicembre 2015
(% sul totale)
Fonte: Cerved
14,9%
40,2%
32,2%
12,8%16,7%
39,2%
30,3%
13,8%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Lombardia
dic-15 dic-16
13,8%
37,7%33,2%
15,2%15,1%
37,2%
31,8%
16,0%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Emilia Romagna
dic-15 dic-16
15,5%
40,5%
31,1%
12,9%16,9%
39,6%
29,4%
14,1%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Veneto
dic-15 dic-16
14,8%
40,2%
33,0%
12,0%16,2%
39,0%
31,7%
13,1%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Piemonte
dic-15 dic-16
25
Grafico 4.4 - Distribuzione delle imprese secondo il Cerved Group Score a dicembre 2016 per settore di attività
economica
(% sul totale)
Fonte: Cerved
21,6
%
37,7
%
29,1
%
11,6
%
16,8
%
37,4
%
32,3
%
13,5
%18,4
%
40,0
%
29,3
%
12,3
%
21,4
%
37,7
%
29,0
%
12,0
%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
Industria
17,8
%
40,9
%
28,3
%
13,0
%17,1
%
39,3
%
29,2
%
14,3
%19,3
%
40,9
%
26,8
%
13,0
%17,3
%
41,2
%
29,4
%
12,1
%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
Servizi
4,9%
32,2
%
42,0
%
20,8
%
3,2%
25,6
%
44,0
%
27,2
%
4,6%
32,2
%
41,4
%
21,8
%
5,3%
30,6
%
45,0
%
19,2
%
Sicurezza Solvibilità Vulnerabilità Rischio
Lombardia Emilia Romagna Veneto Piemonte
Costruzioni
26
Glossario
Cerved Group Score: valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane basata su una vasta gamma
di informazioni societarie (bilanci, abitudini di pagamento, eventi negativi, ecc.) e del mercato di operatività,
ottenuta attraverso modelli statistici che consentono di stimare per ciascuna impresa una probabilità di insolvenza.
Sulla base della probabilità di insolvenza stimata, le imprese sono classificate in dieci classi di merito, raggruppate
in quattro aree di rischio: 1) sicurezza: aziende caratterizzate da un eccellente profilo economico-finanziario e da un
rischio di credito molto basso; 2) solvibilità: aziende capaci di far fronte agli impegni finanziari, che potrebbero
risentire di improvvisi e gravi mutamenti del mercato, con un rischio di credito contenuto; 3) vulnerabilità: i
fondamentali dell’azienda sono complessivamente positivi nonostante elementi di fragilità che la rendono
vulnerabile a improvvisi cambiamenti del mercato; il rischio, inferiore alla media, può essere significativo; 4) rischio:
l’azienda presenta gravi problemi che ne possono pregiudicare la capacità di far fronte agli impegni, anche a breve
termine; il rischio di credito è elevato, molto elevato o massimo. Il dettaglio settoriale differisce parzialmente dalla
classificazione ATECO. Nell’industria rientrano: largo consumo, sistema moda, sistema casa, altri beni di consumo,
mezzi di trasporto, chimica e farmaceutica, metalli, meccanica, hi tech, prodotti intermedi; nei servizi: informazione,
comunicazione e intrattenimento, distribuzione, logistica e trasporti, servizi non finanziari, servizi, finanziari e
assicurativi, immobiliari. La stessa classificazione è seguita per le procedure concorsuali e le liquidazioni volontarie
a livello settoriale.
Impieghi lordi: finanziamenti erogati dalle banche a soggetti non bancari calcolati al valore nominale, al lordo delle
poste rettificative, dei rimborsi e delle sofferenze. Nel perimetro totale economia rientrano il totale settori Ateco al
netto della sezione U. Nell’industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive, energetiche e le utilities (sezioni
da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla sezione F. Per il totale economia, nel
perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Per i dati settoriali, nel perimetro
imprese rientrano esclusivamente le società non finanziarie. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti
erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non scorporabile). Le variazioni tendenziali risentono di questo aspetto fino
a giugno 2012 (le costruzioni in particolar modo), quando il perimetro rilevazioni torna a essere omogeneo. I dati
settoriali risentono inoltre del passaggio dalla classificazione RAE a quella ATECO (evidente in particolare sulle
costruzioni) di giugno 2010.
Sofferenze lorde: sofferenze al lordo delle svalutazioni e dei passaggi a perdita eventualmente effettuati. Dati
calcolati come differenza tra impieghi totali e impieghi vivi. Nel perimetro di attività economica rientrano il totale
settori Ateco al netto della sezione U. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie
produttrici. Da giugno 2011 il dato comprende anche i finanziamenti erogati da Cassa Depositi e Prestiti (dato non
scorporabile).
Sofferenze rettificate: concetto di vigilanza che estende la qualifica di credito in sofferenza a tutti i crediti di un
soggetto qualora questi abbia almeno una linea di credito in default, sulla base dei seguenti criteri: a) in sofferenza
dall'unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli sconfinamenti
dell'unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e l'importo della sofferenza sia almeno il
70% dell'esposizione dell'affidato nei confronti del sistema, ovvero vi siano sconfinamenti pari o superiori al 10% dei
finanziamenti per cassa; d) in sofferenza da almeno due intermediari per import pari o superiori al 10% del
complessivo fido per cassa utilizzato nei confronti del sistema. Per flusso di nuove sofferenze rettificate si intende
l’esposizione complessiva per cassa dei soggetti che, alla fine del trimestre di riferimento, presentano per la prima
volta una delle condizioni previste per essere qualificati in "sofferenza rettificata" a livello di sistema. Le posizioni
interessate da operazioni di fusione e di cessione tra intermediari, già classificate a sofferenza rettificata per il
sistema ad inizio trimestre, non concorrono alla determinazione del fenomeno a fine trimestre.
Tasso di ingresso in sofferenza: flussi di nuove sofferenze rettificate nel trimestre in % degli impieghi vivi di inizio
periodo. Il valore riportato corrisponde al tasso annualizzato, dato, per ogni periodo, dalla somma dei flussi di
sofferenze rettificate sui 4 trimestri precedenti in rapporto agli impieghi vivi del primo trimestre considerato (ad
esempio, il tasso di decadimento del 3° trimestre 2015 è dato dalla somma dei flussi di sofferenze rettificate dal 4°
trimestre 2014 al 3° trimestre 2015 in rapporto agli impieghi vivi al 3° trimestre 2015). Nel totale economia rientrano
il totale settori Ateco al netto della sezione U. Nell’industria rientrano le attività manifatturiere, estrattive,
energetiche e le utilities (sezioni da B a E). I servizi corrispondono alle sezioni da G a T, mentre le costruzioni alla
sezione F. Nel perimetro imprese rientrano le società non finanziarie e le famiglie produttrici. Dati riferiti alle
segnalazioni di banche, società finanziarie e società veicolo di cartolarizzazione.
Elenco rapporti pubblicati:
– “Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest 2014” N° 01/2015
– “3° Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza” N° 02/2015
– “1° Osservatorio Città Metropolitana investire sul territorio. Mercato degli immobili di impresa, cantieri infrastrutturali
e dinamiche del sistema produttivo nei territori della Città Metropolitana di Milano” N° 03/2015
– “Il lavoro nelle imprese dell'Area Milanese (Milano, Monza e Brianza e Lodi)” N° 04/2015
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim 2015” N° 05/2015
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim 2015” N° 06/2015
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2015” N° 01/2016
– “Quanto costa la burocrazia? Osservatorio sulla Semplificazione 2015” N° 02/2016
– “Osservatorio Territoriale Infrastrutture - Rapporto OTI Nordovest” N° 03/2016
– “4° Rapporto sulla fiscalità locale nei territori di Milano, Lodi e Monza e Brianza” N° 04/2016
– “Il lavoro a Milano 2015 - X Edizione” N° 05/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro I trim 2016” N° 06/2016
– “L’internazionalizzazione degli atenei di Milano e della Lombardia” N° 07/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro II trim 2016” N° 08/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro III trim 2016” N° 09/2016
– “Credito e rischio delle imprese” N° 10/2016
– “Osservatorio Assolombarda - Agenzie Per il Lavoro IV trim 2016” N° 01/2017
www.assolombarda.it
www.farvolaremilano.it
www.assolombardanews.it
www.cerved.com
know.cerved.com