RAPPORTO D'INDAGINE

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CITTA’ DI GALATINA UFFICIO SERVIZIO CIVILE RAPPORTO D’INDAGINE SUL FABBISOGNO FORMATIVO Analisi dei fabbisogni degli studenti - Iniziativa orientamento in uscita A cura dei volontari del Servizio Civile Nazionale Progetto “Circuitazioni”

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Fabbisogno formativo - Azione SC

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CITTA’ DI GALATINA

UFFICIO SERVIZIO CIVILE

RAPPORTO D’INDAGINE SUL FABBISOGNO FORMATIVO Analisi d ei fabbisogni degli studenti - Iniziativa orientamento in uscita A cura dei volontari del Servizio Civile Nazionale Progetto “Circuitazioni”

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PPRREEMMEESSSSAA

Nel vasto mare della formazione emerge in modo significativo la necessità di assumere nuovi paradigmi teorici e metodologico-operativi a cui ancorarla, laddove la formazione è oggi intesa come processo intenzionale, organizzato al fine di promuovere e facilitare l’apprendimento nei diversi soggetti e non soltanto come percorso da far compiere per conseguire il “risultato” e cioè l’acquisizione di un titolo, di un attestato, di un credito, etc. In quest’ottica, il “risultato” è rappresentato dagli apprendimenti realmente conseguiti dagli studenti in termini di conoscenze, competenze e capacità e dall’attribuzione di un significato al proprio e all’altrui agire. È possibile affermare che nei prossimi anni vedremo, in Italia, una forte crescita della domanda di apprendimento permanente e ciò nell’ottica sempre di un qualificato sistema di lavoro che, non a caso, tenderà sempre più a premiare il “merito”. Questo è principalmente dovuto alle dinamiche del mercato del lavoro, divenuto più flessibile e globalizzato, che incentiva gli individui ad investire tempo e risorse personali nella formazione. Per poter soddisfare e incrementare la domanda è, però, necessaria un’offerta formativa adeguata, fatta con nuove metodologie e risorse (e-learning, riconoscimento degli apprendimenti acquisiti, organizzazioni didattiche adatte alle persone adulte, etc.), impegno questo per il quale gli organismi deputati già da tempo stanno operando. Pertanto, dovrà essere realizzata un’adeguata politica di sostegno, in particolare nelle regioni meridionali, per realizzare concretamente politiche di integrazione di sistema; un’opportuna finalizzazione dei finanziamenti del FSE, sia regionali che nazionali, potrà consentire di realizzare le infrastrutture per il sistema di apprendimento permanente a base regionale che potranno da subito rendersi disponibili per la crescita del mercato della formazione permanente, sostenuto da risorse private (investimenti individuali, Fondi Interprofessionali, etc). Già da diversi anni l’Unione Europea si è data da fare in tale direzione istituendo di fatto il Life Long Learning Programme che raggruppa un’ulteriore serie di sottoprogrammi, i quali hanno lo scopo di valorizzare e promuovere sempre più tenacemente l’azione di rafforzamento e consolidamento della “formazione lungo tutto l’arco della vita”. Gli obiettivi prioritari che tale azione si è voluta imporre, anche con riferimento alla Strategia di Lisbona e ad Europa 2020 possono essere così sintetizzati: a) contribuire allo sviluppo di un apprendimento permanente di qualità e promuovere risultati elevati (l'innovazione è una dimensione europea nei sistemi e nelle prassi del settore); b) sostenere la realizzazione di uno spazio europeo dell'apprendimento permanente ; c) contribuire a migliorare la qualità , l'attrattiva e l'accessibilità delle opportunità di apprendimento permanente disponibili negli Stati membri; d) rafforzare il contributo dell'apprendimento permanente alla coesione sociale , alla cittadinanza attiva , al dialogo interculturale , alla parità tra le donne e gli uomini e alla realizzazione personale ; e) contribuire a promuovere la creatività , la competitività , l'occupabilità e lo sviluppo di uno spirito imprenditoriale ;

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f) contribuire a una maggior coinvolgimento di persone di tutte le età , comprese le categorie svantaggiate e quelle con particolari esigenze, all'apprendimento permanente a prescindere dal background socioeconomico; g) promuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica ; h) promuovere lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti , servizi , soluzioni pedagogiche e prassi a carattere innovat ivo basati sulle TIC (Innovation Communication Tecnology) ; i) rafforzare il ruolo dell'apprendimento permanente per la consapevolezza di una cittadinanza europea basato sulla comprensione e sul rispetto dei diritti dell'uomo e della democrazia, e nella promozione della tolleranza e del rispetto degli altri popoli e della altre culture; j) promuovere la cooperazione in materia di garanzia della qualità in tutti i settori dell'istruzione e della formazione in Europa; k) incoraggiare il migliore utilizzo di risultati , di prodotti e di processi innovativi e scambiare le buone prassi nei settori disciplinati dal programma di apprendimento permanente, al fine di migliorare la qualità dell'istruzione e della formazione. Inoltre, i su richiamati obiettivi, sono parte integrante di specifici “piani settoriali” che fanno parte del programma Life Long Learning: � Comenius , riguarda tutto l'arco dell'istruzione scolastica dalla scuola dell'infanzia fino al

termine degli studi secondari superiori; questi risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le persone, gli istituti e le organizzazioni coinvolte in questo tipo di istruzione.

� Erasmus , vuole rispondere alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le persone coinvolte nell’istruzione superiore di tipo formale e nell’istruzione e formazione professionale di terzo livello, nonché degli istituti e delle organizzazioni preposte. Gli Istituti di istruzione superiore eleggibili, interessati a partecipare, devono essere in possesso della Carta Universitaria Erasmus (EUC) .

Nell’ambito del Programma per l’Apprendimento Permanente (2007–2013), istituito con Decisione del 15.11.2006 (n. 1720/2006/CE) si distinguono. � Leonardo da Vinci , risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le

persone coinvolte nell'istruzione e formazione professionale, nonché degli istituti e delle organizzazioni preposte o interessate allo sviluppo di questa tipologia.

� Grundtvig , risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento delle persone coinvolte in ogni forma di istruzione degli adulti, nonché degli istituti e delle organizzazioni che sono preposti a questo tipo di istruzione o lo agevolano. Gli Obiettivi specifici del programma , poi, sono così enunciati: 1) rispondere alla sfida educativa posta dall’invecchiamento della popolazione europea; 2) fornire agli adulti, percorsi nuovi volti al miglioramento delle loro conoscenze e competenze.

� L’architettura del Programma di apprendimento permanente 2007-2013 si completa con il Programma trasversale , incentrato su obiettivi non legati ad un singolo settore dell’istruzione e della formazione ma all’intero processo dell’apprendimento permanente. È, quindi, una sorta di ponte sui quattro “pilastri” (i piani settoriali Comenius , Erasmus , Leonardo e Grundtvig ) ed ha una funzione di connessione e

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complementarietà per sostenere le attività finalizzate a raggiungere gli obiettivi politici dell’LLP. Il Programma presenta nello specifico due obiettivi:

- promuovere la cooperazione europea in settori relativi a due o più programmi settoriali; - promuovere la qualità e la trasparenza dei sistemi di istruzione e formazione degli Stati membri.

Il programma trasversale si sviluppa in quattro attività chiave ed è gestito interamente dalla Commissione europea attraverso l’Agenzia esecutiva. Le attività in oggetto sono: Attività chiave 1 - Politiche di cooperazione e innovazione Attività chiave 2 - Lingue Attività chiave 3 - Nuove tecnologie Attività chiave 4 - Disseminazione e utilizzo dei risultati .

� Il programma Jean Monnet , sostiene l’insegnamento, la ricerca e lo studio di temi connessi all’integrazione europea ed è interamente gestito dalla Commissione europea attraverso l'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA). Oltre a stimolare le attività didattiche di ricerca e di riflessione nel settore degli studi, supporta l'esistenza di un'opportuna serie di istituzioni e associazioni europee che si concentrano su temi connessi all'integrazione e sull'insegnamento e formazione in una prospettiva europea.

Ora, proprio in virtù di tali specifiche indicazioni, appare quanto mai utile riflettere sui dati emersi dall’intervento realizzato negli Istituti di Istruzione Superiore della Città di Galatina per trarre alcune considerazioni di genere. Al raggiungimento della formazione prevista dal sistema formativo integrato concorrono tre fondamentali categorie di apprendimento diversamente orientate: • l’apprendimento formale , che si svolge negli istituti d’istruzione e di formazione e porta all’acquisizione di diplomi e di qualifiche riconosciute; • l’apprendimento non formale , che si svolge al di fuori delle principali strutture d’istruzione e di formazione e, di solito, non porta a certificati ufficiali. L’apprendimento non formale è dispensato sul luogo di lavoro o nel quadro di attività di organizzazioni o gruppi della società civile (associazioni giovanili, sindacati o partiti politici). Può essere fornito anche da organizzazioni o servizi istituiti a complemento dei sistemi formali (quali corsi d’istruzione artistica, musicale e sportiva o corsi privati per la preparazione degli esami); • l’apprendimento informale , che è il corollario naturale della vita quotidiana e contrariamente all’apprendimento formale e non formale, non è necessariamente intenzionale e può, pertanto, non essere riconosciuto dallo stesso interessato come apporto alle sue conoscenze e competenze. L’istruzione formale è stata per lunghissimo tempo riconosciuta come l’unica e legittima protagonista dei sistemi formativi e questo suo dominio ha portato a sottostimare l’apprendimento non formale, a cui non veniva riconosciuto carattere formativo, ed a trascurare completamente quello informale, nonostante esso rappresenti la forma di apprendimento primaria e il presupposto dello sviluppo della persona. Tuttavia si apprende, non soltanto attraverso i percorsi progettati e proposti dalle istituzioni educative, ma c’è anche un ambito dell’apprendimento che si potrebbe definire “invisibile”, che si attiva in ogni contesto della vita quotidiana nei luoghi e nelle situazioni più disparate come

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ad esempio nei mezzi pubblici o al supermercato, al cinema o in pizzeria, conversando, osservando il comportamento di altri, giocando, etc (Peer Education). Per valutare la portata di questo apprendimento basta riflettere sulle tecnologie informatiche che, entrate solo di recente e neppure in tutte le scuole, sono l’esempio eclatante di quanto l’ambiente informale rappresenti un’importantissima fonte di saperi. Con l’accoglimento del concetto di lifelong learning , che valorizza l’apprendimento lungo l’intero arco della vita , gli apprendimenti non formale e informale vengono riconosciuti facenti parte del processo di “istruzione e formazione permanente”, e con l’autonomia entrano a far parte a pieno titolo del processo di formazione scolastico integrandone di fatto i diversi settori nel complessivo sistema d’istruzione. La complementarietà degli apprendimenti, mette in luce quanto le attività legate all’insegnamento-apprendimento riguardino ogni aspetto della vita e possano ricoprire ruoli intercambiabili a seconda delle situazioni e dei luoghi. Si evidenzia, inoltre, come le conoscenze possano essere acquisite nei contesti più vari, nell’ambito della famiglia o nella società civile, in situazioni gradevoli o sgradevoli, nelle attività del tempo libero che comunque costituiscono fonti di preziose informazioni utili anche all’adozione di comportamenti corretti. L’apprendimento informale appartiene al naturale svolgersi delle attività quotidiane e, non essendo necessariamente intenzionale ma considerato casuale, non sempre viene riconosciuto. La quotidianità è, invece, fonte di continui spunti per nuovi saperi e dovrebbe rappresentare un’occasione di riflessione e d’innovazione delle prassi d’insegnamento. Tra le numerose aree dei saperi previsti dall’istruzione dell’obbligo è certamente quella tecnologica che può trarre maggior linfa vitale dai contesti informali e dall’interazione tra i diversi sistemi d’apprendimento, infatti, soltanto da una formazione integrata la disciplina Tecnologia può trarre i costrutti di base che concorrono alla creazione di quella autonomia cognitiva flessibile necessaria per relazionarsi con il complesso mondo tecnologico che caratterizza il nostro vivere a partire dalla quotidianità. Ma il sistema formativo integrato non ha ancora raggiunto la fruibilità che la realtà contemporanea richiederebbe e sussistono molte situazioni territoriali in cui questi sistemi coesistono isolati o dialogano a stento anziché procedere in sinergia come previsto e consigliato dagli orientamenti pedagogici e didattici più attuali. Gli studenti di oggi sono “ nativi digitali” : venuti al mondo insieme alle Nuove Tecnologie e cresciuti a base di dieta mediale. La scuola che li educa, cercando di amplificare le potenzialità insite in ognuno, lamenta invece un forte ritardo nell’utilizzo di tecnologie e supporti didattici multimediali . Il digital divide, il divario tra chi ha accesso effettivo alle nuove tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso, risulta purtroppo molto robusto anche in ambito scolastico, rivelando una preoccupante disparità tra le attuali modalità di insegnamento e quelle di apprendimento. L’effetto più evidente di questa situazione è che i tradizionali sistemi pedagogici risultano sempre più incapaci di attrarre giovani abituati a guardare ben oltre il libro di testo, affascinati da ciò che consente loro di entrare in comunicazione diretta con le tematiche e col mondo ad esse correlato.

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Il clima che si deve quindi instaurare, all’interno della scuola, e del quale si iniziano a vedere i primi virtuosi esempi, è quello di cambiamento e ripensamento dell’intera azione didattica. La didattica digitale si offre ai docenti come strategia di insegnamento attivo , capace di valorizzare la partecipazione del discente e di met terlo alla prova in un ambiente più “reale”, in un connubio di sapere e saper fare, da sempre poco sperimentato all’interno della scuola “cattedratica”. L’educazione che utilizza le nuove tecnologie , miscelandole con i metodi canonici, dota docenti e studenti di strumenti che possono portare a una vera innovazione , necessaria allo sviluppo sociale e tecnologico di questo secolo. Le ICT offrono strumenti di lavoro, di condivisione e cooperazione, consentendo ai docenti di “erogare educazione” in modo integrato e potenziando anche le competenze necessarie all’apprendimento indipendente. Il mondo sta cambiando e anche la scuola deve necessariamente adeguarsi, lasciarsi contagiare, raggiungendo un livello di e-maturity superiore a quello dei suoi fruitori. Da anni il MIUR sostiene progetti per l’introduzione delle tecnologie in cla sse e per la loro integrazione con le risorse tradizionali (il piano nazionale di diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali - LIM, il progetto Cl@ssi 2.0, il percorso iTEC…); gli obiettivi sono quelli di diffondere conoscenza sui nuovi modelli di apprendimento e formazione, di dotare la scuola di linee guida per l’inserimento di nuove tecnologie alla base della metodologia didattica, nonché di vincere la diffusa resistenza al loro uso , promuovendo l’interattività tra docenti e studenti e tra studenti stessi. Contenuti digitali , learning objetcs, serious game, alternate reality game, piattaforme digitali di condivisione , pratiche di edutainment devono diventare strumenti di un’esperienza sistematica e non episodica della didattica italiana, una sua condizione essenziale. Lungi dall’averne timore, l’educazione digitale continua rappresenta oggi, il sistema più efficace per rendere gli studenti cittadini attivi , critici e consapevoli , oltre che soggetti più competitivi, in una società che fa dell’informazione e della conoscenza i propri pilastri fondanti. Ma, a ciò, va ad aggiungersi anche quanto indicato dallo Youth Forum e dall’Eurofound. Infatti, in questi tempi di recessione globale, una delle principali preoccupazioni dei policy makers europei riguarda i giovani e, soprattutto, il successo della loro transizione dalla scuola al mercato del lavoro. Dati allarmanti di Eurostat e indagini svolte al livello europeo dallo Youth Forum e da Eurofond mettono in luce l’aumento preoccupante dei NEET, “not in employment, education or training”, ossia giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, inoccoputai e/o disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione. Gli ultimi dati Eurostat che abbiamo detto sono allarmanti mostrano i giovani come i più colpiti dall’attuale crisi economica. Si rileva inoltre, che sebbene vi siano differenze significative tra gli Stati membri dell’UE, in tutti la disoccupazione dei giovani ha risentito dei cambiamenti del PIL in misura maggiore rispetto alla disoccupazione generale; infatti, a fronte del rallentamento della crescita economica, si registra un aumento del tasso di disoccupazione dei giovani, i più vulnerabili nei periodi di recessione, in quanto, in un mercato che offre minori opportunità lavorative, essi devono competere con persone in cerca di lavoro che hanno acquisito molta più esperienza di loro.

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Proprio partendo da questa generale visione critica, i responsabili delle decisioni politiche dell’UE hanno iniziato a concentrare la loro attenzione sui NEET. L’acronimo NEET, nasce per la prima volta nel Regno Unito alla fine degli anni 80, per definire una modalità alternativa di classificazione dei giovani a seguito dei cambiamenti avvenuti nelle politiche in materia di indennità di disoccupazione. Da allora l’interesse per i NEET è cresciuto a livello politico europeo, e definizioni equivalenti a questa sono state coniate in quasi tutti gli Stati membri. L’importanza assegnata a questo tema è tale oggi da essere diventata una delle flagship delle politiche economiche e occupazionali proposte dalla Commissione europea. La dimensione del problema è notevole: nel 2010 la percentuale di giovani NEET era del 12,8% nei 27 Paesi dell’UE, percentuale che corrisponde circa a 7,5 milioni di giovani; questa percentuale varia in modo significativo tra gli Stati membri, spaziando dal 4,4% dei Paesi Bassi al 21,8% della Bulgaria. In tutti gli Stati membri, ad eccezione del Lussemburgo, è stato registrato un aumento rilevante dei NEET all’insorgere della crisi. Nel 2010 in Italia e nel Regno Unito le dimensioni del fenomeno NEET hanno raggiunto la cifra di 1,1 milioni tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, specificatamente in Italia circa ottocentomila giovani, pari al 18% del totale, hanno lasciato prematuramente gli studi. Nel mezzogiorno quasi la metà dei ragazzi che abbandonano la scuola lo fa senza aver trovato un’occupazione. Ma quali sono i giovani che rischiano di diventare NEET. Ci sono dei fattori sociali, economici e personali che possono aumentare le probabilità che una persona entri a far parte del gruppo NEET? L’indagine condotta su vasta scala a livello transnazionale da Eurofound, ha rilevato che sono a rischio i soggetti che presentano delle disabilità, i giovani con un background di immigrazione, i giovani con bassi livelli di istruzione e di reddito familiare, i cui genitori sono stati disoccupati o che a loro volta hanno un livello di istruzione di tipo elementare. Dai risultati dell’indagine si deduce che il gruppo NEET è alquanto eterogeneo e può suddividersi in tanti sottogruppi a seconda delle condizioni prese in considerazione: fisiche, economiche, sociali. Ognuno di essi presenta delle esigenze diverse, alcuni hanno il controllo della propria condizione (come ad esempio coloro che sono usciti dalla scuola e non cercano lavoro), altri invece si trovano in questa categoria indipendentemente dalla loro volontà, come chi presenta una disabilità. Pertanto, potremmo dire che con il termine NEET si andrebbe a designare “lo svantaggio” in tutta la sua multiforme accezione. L’appartenenza alla categoria NEET, oltre ad essere uno spreco del potenziale dei giovani, ha ripercussioni negative per l’economia e la società. Trascorrere dei periodi di tempo come NEET può condurre all’isolamento, all’insicurezza, alla criminalità, ad avere problemi di salute fisica e mentale. Ognuna di queste conseguenza implica un costo sociale: appartenere al gruppo NEET non costituisce solo un problema individuale ma anche un problema per le società e l’economia nel suo complesso, basti pensare ai costi per le finanze pubbliche (come l’indennità di disoccupazione, gli assegni familiari, etc.) oppure ai costi per le risorse. Negli ultimi anni gli Stati membri dell’UE hanno predisposto politiche nazionali ed europee destinate ad aumentare l’occupabilità giovanile e a promuovere maggiore partecipazione all’occupazione da parte dei giovani, sia attraverso misure relative all’istruzione, come il

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prevenire e ridurre l’abbandono scolastico e incrementare i corsi di istruzione e formazione professionali, sia attraverso misure che facilitano la transizione dalla scuola al lavoro. Una volta che gli studenti dispongono delle abilità e competenze necessarie sono disponibili iniziative politiche che possono favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro. Molti paesi hanno introdotto una serie di incentivi, agevolazioni fiscali, sovvenzioni, tagli dei costi non salariali del lavoro, al fine di incoraggiare le aziende ad assumere, formare i giovani e a creare occupazioni supplementari destinate a loro. In questo contesto si può dire che tutti gli Stati membri dell’UE hanno adottato o stanno adottando misure per affrontare le sfide poste dalla crisi economica e dalle sue conseguenze sulla gioventù, per reintegrare i giovani nel mondo del lavoro o dell’istruzione, ma i risultati di queste azioni potranno essere valutati e apprezzati solo in un prossimo futuro. Ora, passando alla comparazione dei report realizzati dai volontari del Servizio Civile Nazionale “CIRCUITAZIONI”, progetto in atto presso il Comune di Galatina sede del Centro Progetto Giovani, un’attenta analisi dei dati complessivi fa rilevare la situazione di incertezza degli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore che necessita di un maggior potenziamento delle attività di tipo orientativo con un’azione forte per quanto attiene all’orientamento professionale. La stessa indagine, rileva poi, che: - per gli studenti è importante approfondire la conoscenza delle politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di percorsi formativi che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici; - mentre, tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività formative (proprio ad integrazione di quanto specificato per i NEET). Da tali riflessioni una domanda nasce spontanea: ma le istituzioni scolastiche e le agenzie del territorio sono o no demandate anche a sopperire alla mancanza di ciò? Da qui una proposta operativa che, partendo da un progetto di Servizio Civile può porre le basi per un lavoro sinergico: “mettiamoci intorno a un tavolo anche con le rappresentanze studentesche e studiamo il da farsi”.

IL RESPONSABILE DEL CENTRO PROGETTO GIOVANI Raffaele Astore

I VOLONTARI DI SCN Chiara Chiriatti, Marta Patera, Alessio Prastano

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COS’È IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE 1

Il Servizio Civile Nazionale nasce nel 1972 in alternativa al servizio militare obbligatorio come obiezione di coscienza, ed è riconosciuto ufficialmente con la Legge n. 64 del 6 Marzo 2001. Esso concorre alla difesa della Patria,con mezzi ed attività non militari e dal 1° gennaio 2005 si svolge su base esclusivamente vo lontaria – è un modo di difendere la Patria, il cui "dovere" è sancito dall'articolo 52 della Costituzione ; una difesa che non deve essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni, quanto alla condivisione di valori comuni e fondanti l'ordinamento democratico. Per i giovani, il SCN è la possibilità di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per la collettività tutta . Destinatari del Servizio Civile sono i giovani dai 18 ai 28 anni che al momento della presentazione della domanda abbiano compiuto il diciottesimo e non abbiano superato il ventottesimo (28 anni e 364 giorni – riferito a specifica sentenza della Corte Costituzionale) anno di età, interessati a dedicare un anno della propria vita in favore della comunità, impegnandosi quotidianamente in attività e settori diversificati. L’esperienza del Servizio Civile garantisce ai partecipanti una forte crescita educa tiva, formativa e personale, in quanto contribuisce all’arricchimento di conoscenza e formazione civica .

COS’È L’ORIENTAMENTO

Orientare non significa solo trovare la risposta giusta ai propri bisogni, ma diventa un ulteriore possibilità per mettere il soggetto in orientamento in grado di conoscersi, scoprire e potenziare le proprie capacità, le proprie attitudini, capire meglio i propri interessi e costruire un’autonomia personale per affrontare in maniera consapevole i propri problemi. Quanto più il soggetto è portato ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità, tanto più diventerà soggetto attivo, capace di auto-orientarsi e di delineando, un personale progetto di vita formativo che, con il supporto di esperti, dovrà prevedere successivi momenti di verifica e di correzione in itinere. In un contesto di appartenenza europeista, non si può oggi non guardare a quanto l’Unione Europea nella sua complessità ci indica. Nelle linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita 2 (Life Long Learning) viene chiaramente enunciato che l’orientamento mira a mettere i soggetti nelle condizioni di gestire e pianificare il proprio apprendimento e le esperienze di lavoro in coerenza con i propri obiettivi di vita, con le proprie competenze ed interessi, contribuendo al personale soddisfacimento. L’ orientamento viene inteso come bene individuale , in quanto principio organizzatore della progettualità di una persona capace di agire attivamente con il proprio contesto sociale e come bene collettivo , in quanto strumento di promozione del successo formativo e di sviluppo economico del paese.

1(http:// www.serviziocivile.gov.it).

2 Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita (http://www.pubblica.istruzione.it/dgstudente) –

Tavolo per l’orientamento – Tione (Trento), 2007

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La dimensione orientativa dell’attività in questione è da intendersi dapprima come processo e poi come azione; capacità di capire cosa serve alla persona, in relazione con la realtà sociale ed il mondo del lavoro. Fondamentalmente, quindi, l’ipotesi è che l’orientamento debba essere l’esito di un processo di elaborazione di saperi ed esperienze variamente acquisite e realizzate. Questo processo è alla base dello studio delle competenze individuali (Bilancio delle competenze).

EDUCAZIONE FORMALE E NON FORMALE

Nell’incontro con le classi di riferimento, si è ritenuto importante far comprendere agli studenti la differenza tra educazione formale e non formale .3 L’educazione formale ha luogo nell’intero sistema scolastico, che va dalla scuola primaria fino, eventualmente, all’Università. L’educazione non formale, invece, è un’attività intrapresa al dì fuori del sistema formale e perciò al dì fuori della scuola e delle attività curriculari (giusto quanto indicato dal Consiglio d’Europa) e consiste essenzialmente nell’imparare facendo . Inoltre, questo tipo di educazione consente ai giovani di acquisire competenze essenziali e contribuisce al loro sviluppo personale, all’inserimento sociale e alla Cittadinanza Attiva, aumentandone così le prospettive occupazionali. Attraverso l’educazione formale e non formale, le persone possono essere padrone della propria vita, del proprio destino e garantire il proprio personale sviluppo. Attraverso l’espressione “Cittadinanza Attiva ” 4 si è soliti indicare la partecipazione consapevole di una persona alla vita politica e il suo pieno inserimento nella rete diritti e doveri che sono costitutivi dell’essere cittadino. Promuovere la cittadinanza attiva è diventato, anche secondo la Strategia Europa 2020 (proseguo della Strategia di Lisbona), uno degli obiettivi principali dei sistemi educativi in tutta Europa nell’istruzione e formazione. In un’ipotesi di lavoro come la nostra, fondamentale è stato far conoscere il ruolo importante delle competenze per ciascun individuo.

LE COMPETENZE CHIAVE

Nell’ambito della “Strategia di Lisbona” il Consiglio Europeo del marzo 20055 determinò l’importanza e lo sviluppo di competenze chiave 6 che diventarono uno dei cinque

3 E – learning di Filippo Dal Fiore e Guido Martinotti. Casa editrice McGraw-Hill

4 Progettazione e valutazione dell’intervento formativo. A cura di Salvatore Colazzo. Casa editrice McGraw-Hill

5 Consiglio Europeo marzo 2005 sugli obiettivi futuri concreti dei sistemi di istruzione e formazione europei.

6 I formatori: l’educatore. Competenze, tecniche e strumenti per la formazione. A cura di Franco Bochicchio per

CO.IN.FO. (consorzio interuniversitario sulla formazione). Casa Editrice Celid.

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obiettivi per rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi d’istruzione . Infatti, le competenze individuate dall’Unione Europea corrispondono alle abilità e capacità di cui tutti hanno bisogno per la propria realizzazione, lo sviluppo personale, l’occupazione. Tali competenze dovrebbero essere acquisite durante il percorso dell’istruzione e fare da base al proseguimento dell’apprendimento nel quadro dell’educazione e della formazione. Nel 2006 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno individuato Otto Competenze Chiave , così meglio esplicitate sulla base dello stesso documento europeo che le descriveva:

1. Capacità di comunicare nella lingua madre; 2. Capacità di comunicare in lingua straniera; 3. Competenza matematica e competenza di base in scienza e tecnologia; 4. Competenza digitale; 5. Imparare ad imparare; 6. Competenze sociali e civiche; 7. Competenza spirito d’iniziativa e di imprenditorialità; 8. Consapevolezza ed espressione culturale.

Durante l’esposizione con le classi coinvolte nell’azione si è ritenuto opportuno approfondire la conoscenza della competenza chiave “IMPARARE AD IMPARARE” in quanto questa rappresenta la base di partenza della formazione, soprattutto per i giovani, perché implica la capacità di proseguire nell’apprendimento, di organizzarlo in modo personalizzato anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni sia a livello individuale che di gruppo. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali affinché una persona possa acquisire tale competenza.

Le attività espletate, sono state realizzate alla presenza degli studenti delle ultime classi, e dei docenti referenti secondo un calendario strutturato nel modo seguente: - Presentazione dei volontari di Servizio Civile Nazionale progetto “Circuitazioni”; - Introduzione al Servizio Civile Nazionale (storia e aspetti fondamentali); - Cos’è l’orientamento; - Educazione Formale e non formale; - Cittadinanza Attiva; - Competenze Chiave; - Somministrazione test di auto-valutazione delle competenze.

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RAPPORTO D’INDAGINE ISTITUTO TECNICO-COMMERCIALE

“M. LAPORTA” 21/11/2012

RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente Scolastico e agli insegnanti dell’Istituto Tecnico-Commerciale “M. Laporta ” di Galatina per la cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un particolare ringraziamento poi agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali tra cui: � Aspirazioni personali � Conoscenza di strumenti multimediali e social network � Capacità e conoscenze acquisite.

Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple choice). Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

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Finanziere 6

Barista 1

Interprete 3

Carriera Militare 16

Professionista 10

Giornalista 1

Commercialista 7

Commerciante 1

Parrucchiera 2

Cantante 1

Universitario 2

Informatico 5

Amm. Pubblica 4

Agenzia Viaggi 1

Estetista 1

Professore 4

Manager 5

Banchiere 1

Moda 1

Avvocato 1

politico 1

Ambito Sanitario 6

Grafico 2

Meccanica 1

Non riconosciuto 11

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la scelta di orientarsi nel mondo del lavoro è preponderante rispetto a chi vuole proseguire gli studi universitari. Tra le professioni, la maggior parte degli studenti opta per la carriera militare; seguono le professioni di libero professionista, di commercialista, di interprete, quelle in ambito sanitario, di informatico e manager. Da rilevare, inoltre, che una minima parte degli studenti si è mostrata indecisa nell’effettuare scelte obiettive che avranno un peso notevole sul proprio futuro.

2) DOVE

Ovunque 49 Lecce 11 Italia 14 Locale 7

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che la maggior parte degli studenti è propensa a continuare gli studi e/o lavorare ovunque. Una buona parte ha intenzione di rimanere in Italia, con una buona percentuale di preferenza per il proprio territorio.

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3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTUR O?

Conoscenze linguistiche 10 Capacità generali 35 Conoscenze matematiche 4 Esperienza 7 Fiducia 3 Costanza 3 Diploma 2 Concentrazione 3

Come illustra il grafico, la maggioranza degli studenti vuole poter ampliare le capacità già possedute; una minima parte degli studenti vuole, invece, approfondire le proprie conoscenze linguistiche, altri le conoscenze matematiche. A seguire, infine, gli studenti che vogliono acquisire maggiore esperienza, fiducia in se stessi, costanza e concentrazione.

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI ST UDIO?

Dall’analisi dei dati più significativi dell’indagine, è emerso che l’aspetto più critico nello studio è la mancanza di applicazione (lo sostiene il 21%). Seguono poi, la distrazione con il 19%, la mancanza di volontà con il 17%, la fretta con il 13%, la mancanza di metodo con il 10%, la poca attenzione a ciò che si studia con l’8%. Il 6% degli studenti sostiene, infine, di adottare il metodo dell’imparare a memoria.

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5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZ ZO

P.C. 55% Laptop 3% Tablet 7% Netbook 3% Smartphone 32%

Facebook 74% Twitter 15% Linkedin 1% Netlog 3% Badoo 7%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 55% degli alunni utilizza il Personal Computer, il 32% lo Smartphone, il 3% il Laptop, il 7% il Tablet e solo il 3% il Netbook. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, è emerso che la maggior parte dei ragazzi conosce e usa Facebook (83%), mentre un buon 15% utilizza Twitter. Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale degli stessi. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittad ini , infatti, il Consiglio, la Commissione, il Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e dell'Unione medesima. Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per i giovani le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

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6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare una sola risposta tra quelle suggerite. Dall’analisi dei dati il 20% ritiene di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo; seguono la capacità di collaborare/partecipare con il 18%, quella di comunicare con il 17% ed imparare ad imparare con il 14%. L’8% delle risposte lo riscontriamo nelle seguenti capacità: progettare, acquisire ed interpretare, risolvere i problemi. Solo un 7% nella capacità di individuare i collegamenti.

7) HO CONOSCENZA/E:

Relativamente al grado di conoscenza/e appresa/e nel corso degli studi specifici dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina, si evince che il 23% degli studenti ha ottima conoscenza linguistica e di nozioni amministrative; mentre il 20% ha espresso di avere ottime conoscenze giuridico – economiche e di calcolo; segue il 14% con le conoscenze informatiche.

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CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN, i risultati ottenuti hanno evidenziato che gli scopi prefissati sono stati abbondantemente raggiunti. Da un’analisi dei dati complessivi, si rileva una situazione di incertezza che necessita di un maggior potenziamento nello sviluppo di attività orientative con uno sguardo, anche, al mondo del lavoro e della formazione. La stessa indagine, poi, rivela che: per gli studenti è importante approfondire la conoscenza delle politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di percorsi formativi che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici; mentre tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività formative.

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RAPPORTO D’INDAGINE LICEO DELLE SCIENZE UMANE

“P. COLONNA” 26/11/2012

RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente Scolastico e agli insegnanti del Liceo delle Scienze Umane “P. Colonna” di Galatina, per la cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un particolare ringraziamento, poi, alle studentesse delle classi quinte che hanno preso parte all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza sia delle stesse studentesse, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali tra cui:

� Aspirazioni personali � Conoscenza di strumenti multimediali e social network � Capacità e conoscenze acquisite.

Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple choice). Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

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1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

Ambito sanitario 9 Interprete 2 Psicologa 9 Logopedista 3 Odontoiatria 2 Insegnante 13 Studio 2 Carriera militare 2 Avvocato 1 Animalista 1

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la maggior parte delle studentesse intende proseguire gli studi con quelli universitari. L’evidenza delle risposte dimostra che il percorso scolastico, di questa Istituzione, mira a far approfondire e a sviluppare sia conoscenze che abilità attraverso il potenziamento delle competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei fenomeni, collegati alla costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali. Inoltre, dalla specificità dell’istituto consegue una propensione alla scelta di facoltà ad indirizzo psicopedagogico, psicosociale e sanitario.

2) DOVE

Italia 45% Estero 37% Locale 18%

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che la maggior parte delle studentesse è propensa a continuare gli studi e/o lavorare in Italia (45%). Il 37% è disposta a spostarsi all’estero per la propria realizzazione; solo il 18% tende a scegliere il territorio locale. Tali dati, evidenziano la difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro a livello nazionale (contingenza collegata al costante aumento della disoccupazione e dell’inoccupazione giovanile direttamente legata alla crisi economica internazionale), la scarsa conoscenza del sistema lavorativo in vigore, e in particolar modo, la necessità di integrare nelle attività formative scolastiche opportuni intrecci con il mondo del lavoro e le agenzie esistenti sul territorio.

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3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTUR O?

Autonomia 1 Sicurezza 1 Conoscenze linguistiche 4 Conoscenze generali 20 Determinazione 3 Valori 1 Studiare 2 Partecip. Attiva 1 Conoscenze mat. 1 Conoscenze info. 1 Maturità 2 Conoscenze scientif. 1 Fiducia 7

Il grafico evidenzia, esplicitamente che la maggior parte delle studentesse mira ad ampliare le conoscenze generali di cui è già in possesso. Una minima parte delle stesse, vuole poter accrescere le conoscenze linguistiche con eventuale possibilità di esperienze all’estero; in tal caso, si propone di stimolare l’informazione e la partecipazione ai programmi europei delle suddette, come ad esempio il programma Comenius - LLP (o il Servizio Volontario Europeo), che potrebbe dar loro la possibilità di un’esperienza all’estero in grado di potenziare le conoscenze concrete della diversità fra i sistemi scolastici europei e non. Per quanto riguarda gli aspetti personali, poche hanno espresso la volontà di voler sviluppare e/o acquisire maggiore fiducia e determinazione (3). Gli altri aspetti sono stati equamente presi in esame.

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI ST UDIO?

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Dall’analisi dei dati più significativi dell’indagine, emerge che l’aspetto più critico nel metodo di studio è il poco tempo che si dedica a quest’ultimo, infatti il 22% delle studentesse sostiene di applicarsi poco; seguono poi, la mancanza di volontà con il 18%, la mancanza di metodo con il 12%, la costanza con il 9%.

5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZZ O

P.C 63% Laptop 1% Tablet 6% Netbook 3% Smartphone 27%

Facebook 91% Twitter 6% Linkedin 0% Netlog 3% Badoo 0%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 63% delle studentesse utilizza il Personal Computer, il 27% lo Smartphone, il 6% il Tablet, il 3% il Netbook e solo l’1% il Laptot. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, emerge che la maggior parte delle studentesse conosce e usa Facebook (91%), mentre solo il 6% utilizza Twitter. Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale delle stesse. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittadini , infatti, il Consiglio, la Commissione, il Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e dell'Unione medesima. Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per i giovani le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

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6) HO LE CAPACITÀ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto alle studentesse di indicare una sola risposta tra quelle suggerite. Dall’analisi dei dati il 21% ritiene di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo; segue un ex aequo tra la capacità di collaborare-partecipare ed imparare ad imparare con il 16% delle risposte, comunicare con il 12%, saper progettare con l’11%. Il 10% ha risposto di saper acquisire ed interpretare, l’8% di risolvere i problemi.

7) HO CONOSCENZA/E:

Relativamente al grado di conoscenza/e appresa/e nel corso degli studi specifici del Liceo delle Scienze Umane, si evince chiaramente che il 34% delle studentesse ha ottima conoscenza di calcolo; il 26% ha conoscenze linguistiche e il 21% ha conoscenze relazionali – comunicative.

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Inoltre l’indagine evidenzia che solo l’11% ha buone conoscenze umanistiche e l’8% conoscenze socio – psico metodologiche.

CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato che gli scopi prefissati sono stati abbondantemente raggiunti. Da un’analisi dei dati complessivi, si rileva una situazione di incertezza che necessita il potenziamento nello sviluppo di attività orientative con uno sguardo, anche, al mondo del lavoro in particolare. La stessa indagine, poi, rivela che: per le studentesse, è importante approfondire la conoscenza delle politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di percorsi formativi che si distacchino dai tradizionali curricola scolastici; mentre tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività formative. Inoltre, va sottolineata la mancanza di obiettivi più ampi che facciano poi maturare le capacità di scelta per il proprio futuro.

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RAPPORTO D’INDAGINE LICEO “P. COLONNA” INDIRIZZO ARTISTICO

27.11.2012

RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente Scolastico e agli insegnanti del Liceo Artistico “P. Colonna” di Galatina, per la cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un particolare ringraziamento poi agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali tra cui: � Aspirazioni personali � Conoscenza di strumenti multimediali e social network � Capacità e conoscenze acquisite.

Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple choice). Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

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1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

Grafico 11 Restauratore 1 Progettista 1 Medico 1 Imprenditore 1 Fotografa 7 Infermiera 2 Ballerino 1 Beni Culturali 1 Illustratore 1 Polizia 1 Architetto 2 Operatore ecologico 2 Orafo 1 Ingegnere 1 Operaio 1

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la scelta di orientarsi nel mondo del lavoro è preponderante rispetto a quanti vogliono proseguire gli studi. Scelta conforme all’offerta formativa della scuola che, “dovrebbe” permettere secondo la metodica orientativa, se non nell’immediato, un precoce inserimento nel mondo del lavoro. Le scelte professionali degli studenti del Liceo Artistico sono in linea con gli indirizzi di studio, tra le professioni 11 studenti optano per il lavoro di grafico; seguono quella di fotografo (7), architetto (2), operatore ecologico (2), e ambito sanitario (2).

2) DOVE

Italia 35% Ovunque 38% Locale 27%

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che il 38% degli studenti è propenso a continuare gli studi e/o lavorare ovunque. Con uno scarto di soli tre punti, il 35% degli studenti, ha dichiarato di

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voler rimanere in Italia. Il 27% ha espresso, invece, la volontà di fermarsi sul territorio e preferibilmente nella provincia di appartenenza.

3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTUR O?

Responsabilità 2 Competenze tecniche 7 Sicurezza 8 Preparazione 2 Competenze medicina 2 Impegno 1 Autocritica 1 Conoscenze 3 Intraprendenza 1

Come si evince dal grafico, la maggioranza degli studenti vuole poter acquisire più sicurezza personale (8); seguono gli studenti (7) che dichiarano di voler accrescere le competenze tecniche di cui sono già in possesso; una minima parte vuole, invece, poter ampliare le conoscenze generali (3).

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI ST UDIO?

Scarsa memoria 5% Poca teoria 5% Strumenti tecnologici 19% Poco interesse 14% Mancanza di stimoli 9% Distrazione 29% Discontinuità 14% Fretta 5%

Dall’analisi del grafico, emerge che l’aspetto più critico nel metodo di studio è la distrazione (29%) la cui principale causa è riconducibile all’uso di strumenti tecnologici e/o informatici (19%). Seguono poi lo scarso interesse per lo studio e la discontinuità con il 14%, la mancanza di stimoli

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con il 9%. Scarsa memoria, fretta e poca teoria sono altrettanti aspetti critici nello studio segnalati dal 5% degli studenti sul campione complessivo. 5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZ ZO

P.C. 50% Laptop 2% tablet 14% Netbook 3% Smartphone 31%

Facebook 88% Twitter 12% Linkedin 0% Netlog 0% Badoo 0%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, il 55% degli studenti dichiara di utilizzare il Personal Computer, il 31% lo Smartphone, il 14% il Tablet, il 3% il Netbook e solo il 2% il Laptop. Per quanto riguarda l’utilizzo dei Social Network, invece, è emerso che la maggior parte dei ragazzi conosce e usa quotidianamente Facebook (88%), mentre uno scarso 12% utilizza Twitter. Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale degli stessi. L'Unione Europea, ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittadini , infatti, il Consiglio, la Commissione e il Parlamento Europeo, sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e dell'Unione medesima; ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per i giovani le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

Page 28: RAPPORTO D'INDAGINE

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6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare una sola risposta tra quelle suggerite. Dall’analisi dei dati, il 20% dei presenti ha ritenuto di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo; seguono le capacità di collaborare e partecipare e quella di comunicare con il 14% delle risposte, progettare con il 13%, imparare ad imparare con il 12%. Un 10% delle risposte fornite, lo riscontriamo nelle seguenti capacità: acquisire ed interpretare, risolvere i problemi; mentre solo il 7% nella capacità di individuare i collegamenti.

7) HO CONOSCENZA/E:

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza/e apprese nel corso degli studi specifici del Liceo Artistico “P. Colonna” di Galatina, si desume che il 27% degli alunni afferma di avere un’ottima conoscenza linguistica e di calcolo; il 23% ha espresso di avere buone conoscenze relazionali – comunicative, seguito dal 16% con le conoscenze tecnico – professionali ed il 7% con le conoscenze artistico – creative.

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CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato la necessità di azioni orientative integrative supportate da personale specializzato. Dalle scelte post-diploma ESPRESSE dagli studenti del Liceo Artistico “P. Colonna” di Galatina, è ben visibile la situazione di incertezza che caratterizza la necessità di uno sviluppo di modalità orientative incentrate in particolar modo sul mondo del lavoro e della formazione. La stessa indagine, ci pone nelle condizioni di formulare le seguenti conclusioni: - si evidenzia la necessità di una approfondita lettura dei dati, di realizzare specifici interventi di approfondimento in materia di politiche orientative anche attraverso la predisposizione di percorsi formativi paralleli che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici; - si segnala, inoltre, tra i punti di debolezza, la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività formative. È necessaria, quindi, una maggiore interazione con altri servizi esistenti sul territorio al fine di ampliare l’offerta formativa degli studenti preparandoli, così, oltre che da un punto di vista meramente “nozionistico”, anche sotto l’aspetto “sociale”. Preparare gli individui ad affrontare le difficoltà di ogni giorno, soprattutto con riferimento all’inserimento nel mondo del lavoro, attraverso skills ben definite, è il compito che ciascuno di noi deve porsi.

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RAPPORTO D’INDAGINE LICEO SCIENTIFICO “A. VALLONE” DI GALATINA 28.11.2012

RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente Scolastico e agli insegnanti del Liceo Scientifico “A. Vallone” di Galatina, per la cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un particolare ringraziamento, poi, agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future professionali. Il questionario redatto in forma anonima, comprendeva alcuni parametri fondamentali tra cui:

� Aspirazioni personali � Conoscenza di strumenti multimediali e social network � Capacità e conoscenze acquisite.

Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple choice). Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

Page 31: RAPPORTO D'INDAGINE

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1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

Medico 25 Idraulico 1 Pompiere 1 Ottico 1 Ingegnere 14 Giornalista 4 Parrucchiera 1 Architetto 3 Militare 8 Biologo 3 Sanità 6 Moda 2 Logopedista 1 Animatrice 1 Psichiatra 1 Fisioterapista 2 Insegnante 2 Psicologo 1 Commercialista 1 Informatico 1 Geologo 1 Commercialista 2 Finanziere 5 Notaio 2 Politico 2 Studente 2 Criminologia 1 Ricercatrice 1 Commerciante 1 Odontoiatria 1 Interprete 2 Oculista 1 Astronauta 1 Calciatore 1 Impiegato statale 1 Non riconosciuto 13

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la scelta di proseguire gli studi universitari è maggiore rispetto agli studenti propensi ad orientarsi nel mondo del lavoro. Tra le professioni 25 studenti hanno espresso il desiderio di voler fare il medico, segno tangibile che la facoltà cui questi studenti sono orientati è quella di Medicina; 14 studenti hanno sostenuto di voler proseguire gli studi presso la facoltà di Ingegneria. Seguono le professioni di giornalista, di finanziere, interprete e quelle di ambito sanitario; 8 studenti optano per la carriera militare. Da rilevare, inoltre, che una minima parte degli studenti (13) si è mostrata indecisa segno delle difficoltà da parte degli stessi ad effettuare scelte che avranno un peso notevole sul loro futuro.

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2) DOVE

Italia 49 Locale 21 Estero 36

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che la maggior parte degli studenti è propensa a continuare gli studi e/o lavorare in Italia (49). Una buona parte è disposta a spostarsi all’estero (36), mentre la restante parte di studenti (21) vuole rimanere nel territorio locale.

3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTUR O?

Competenze scientifiche 11 Competenze generali 25 Sicurezza 9 Esperienza 5 Volontà 2 Comp. Materiali 1 Metodo di studio 3 Comp. Comunicative 7 Comp. Creative 1 Responsabilità 3 Autonomia 2 Capacità di apprensione 1 Metodo di lavoro 1 Conoscenze informatiche 4 Capacità critiche 1 Capacità cognitive 1 Partecipazione attiva 1 Studio 6 Conoscenza linguistica 10 Comp. Matematica 1

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4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI ST UDIO?

Dall’analisi dei dati più significativi dell’indagine, è emerso che l’aspetto più critico nel metodo di studio è la mancanza di quest’ultimo (lo sostiene il 23%). Seguono poi, il poco tempo dedicato allo studio con il 17%, la mancanza di volontà con l’11%, la distrazione e la poca costanza con il 9%, la mancanza di concentrazione con il 6% delle risposte.

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5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZ ZO

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 42% degli studenti utilizza il Personal Computer, il 34% lo Smartphone, il 17% il Netbook, l’ 8% il Tablet e solo il 9% il Laptot. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, emerge che la maggior parte degli studenti conosce e usa Facebook (78%), mentre il 17% utilizza Twitter. Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale degli stessi. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittad ini , infatti, il Consiglio, la Commissione, il Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e dell'Unione medesima. Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per un giovane le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

P. C. 42% laptop 9% Tablet 8% Netbook 17% Smatphone 34%

Facebook 78% Twitter 17%

Linkedin 1% Netlog 3% Badoo 1%

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6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare una sola risposta tra quelle suggerite. Dall’analisi dei dati il 16% ritiene di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo; seguono le capacità di collaborare/partecipare ed imparare ad imparare con il 14% delle risposte crociate, comunicare con il 13%, risolvere i problemi ed acquisire ed interpretare con il 12%. Il restante 10% ha espresso di avere una buona capacità a saper individuare i collegamenti, mentre solo il 9% ha capacità di progettazione.

CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato che gli scopi prefissati sono stati abbondantemente raggiunti. Da un’analisi dei dati complessivi si rileva una situazione di incertezza che necessita di un maggior potenziamento nello sviluppo di attività orientative con uno sguardo, anche, al mondo del lavoro in particolare. La stessa indagine, poi, rivela che: per gli studenti è importante approfondire la conoscenza delle politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di percorsi formativi che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici, mentre tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione, l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività formative.

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RAPPORTO D’INDAGINE LICEO CLASSICO

“P. COLONNA” 29.11.2012

RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente Scolastico e agli insegnanti del Liceo Classico “P.Colonna” di Galatina per la cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un particolare ringraziamento poi agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministrazione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali tra cui:

� Aspirazioni personali � Conoscenza di strumenti multimediali e social network � Capacità e conoscenze acquisite.

Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple choice). Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

Page 37: RAPPORTO D'INDAGINE

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1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

Come si può osservare dal grafico, la maggioranza degli studenti indica l’intenzione di proseguire gli studi a livello scientifico con una preponderante scelta in “Medicina”; a questa seguono Giurisprudenza, Lingue e Letterature Straniere, Professioni Sanitarie, Ingegneria ed Economia. Da rilevare che solo una minima parte degli studenti è ancora indecisa.

2) DOVE

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che la maggior parte degli studenti è propensa a continuare gli studi e/o lavorare in Italia. Una buona parte è disposta a spostarsi ovunque pur di realizzare il proprio sogno, altri preferiscono rimanere nella provincia di appartenenza. Solo una minima percentuale è indecisa.

Carriera Militare 1 Economia 3 Ambito Sanitario 3 Medico 16 Ingegnere 3 Giurisprudenza 8 Interprete (Lett.Stran.) 4 Non lo so 7 Architetto 2 Psicologia 1 Biologia 1 Astronauta 1 Insegnante 1

Italia 18 Puglia 1 Lecce 8 Estero 6 Ovunque 12 Non lo so 5

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3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTUR O?

Come illustra il grafico, la maggioranza degli studenti vuole poter ampliare conoscenze e competenze di cui già in possesso. Una minima parte, vuole poter acquisire indipendenza, maggior fiducia in se stessi, conoscenze tecniche, capacità linguistiche, competenze matematiche, capacità di progettazione e collaborazione. La restante parte vuole sviluppare ulteriormente le proprie capacità comunicative e le competenze informatiche.

Conoscenze e competenze gen. 21 Indipendenza 4 Fiducia in me stesso 4 Conoscenze tecniche 3 Capacità linguistiche 2 Comp. Logico/Matematiche 2 Capacità di prgett. E coll. 2 Capacità comunicative 1 Conoscenze economiche 1 Comp. Informatiche 1

0

5

10

15

20

25

Sviluppo per il futuroConosc e compet. GeneraliMagg. Indipendenza

Fiducia in me stesso/a

Conosc. Tecniche

Capacità lingustiche

Compet. Logico-matematicheCapacità di progett. E collaboraz.

Capacità comunicative

Conosc. Economiche

Compet. Informatiche

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4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI ST UDIO?

Dall’analisi dei dati più significativi dell’indagine, è emerso che l’aspetto più critico nel metodo di studio è la mancanza di attenzione; seguono la gestione del tempo e la discontinuità, l’imparare a memoria, le difficoltà matematiche, la mancanza di metodo, la superficialità.

5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZ ZO

social network

Facebook 83%

Tw itter 14%

Linkedin 0%

Netlog 0%

Badoo 3%

Facebook

Tw itter

Linkedin

Netlog

Badoo

P.C 44% Laptop 12% Tablet 10% Netbook 5% Smartphone 29%

Facebook 83% Twitter 14% Linkedin 0% Netlog 0% Badoo 3%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 44% degli alunni utilizza il Personal Computer, il 29% lo Smartphone, il 12% il Laptop, il 10% il Tablet,

Superficialità 2 Gestione tempo 6 Mancanza d'attenzione 9 Mancanza metodo 3 Imparare a memoria 5 Discontinuità 6 Difficoltà matematiche 3 Nessuna difficoltà 2

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solo il 5% il Netbook. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, emerge che la maggior parte degli studenti conosce e usa Facebook (83%). Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale degli stessi. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittad ini , infatti, il Consiglio, la Commissione, il Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e dell'Unione medesima. Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per i giovani le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare sola una risposta tra quelle suggerite. Dall’analisi dei dati il 19% ritiene di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo; seguono le capacità di imparare ad imparare 16%, collaborare e partecipare 15%, acquisire ed interpretare 13%, comunicare 12%. Una bassa percentuale è stata riscontrata nella capacità di risolvere i problemi 10%, progettare 9% e infine individuare collegamenti con solo il 6%.

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7) HO CONOSCENZA/E:

G S Linguistica 29 21 Di Calcolo 42 8 Relazionali 31 18 Comunicative 34 16 Indisciplinari 35 14

Relativamente al grado di conoscenza/e appresa/e nel corso degli studi specifici del “Liceo Classico”, si evince chiaramente che il 25% degli studenti ha un’ottima conoscenza di calcolo; mentre il 20% ha espresso di avere buonissime conoscenze sia comunicative che interdisciplinari. Segue il 18% con le conoscenze relazionali ed il 17% con quelle di tipo linguistico.

CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato che gli scopi prefissati sono stati abbondantemente raggiunti. Da una analisi dei dati complessivi, si rileva una situazione d’incertezza che necessità di un maggior potenziamento nello sviluppo di attività orientative con uno sguardo, anche, al mondo lavorativo in particolare. La stessa indagine, rileva poi, che: - per gli studenti è importante approfondire la conoscenza delle politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di percorsi formativi che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici; - mentre tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività formative.

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RAPPORTO D’INDAGINE ISTITUTO I.I.S.S “FALCONE E BORSELLINO”

30.11.2012

RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente Scolastico e agli insegnanti dell’Istituto I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina per la cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un particolare ringraziamento poi, agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministrazione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali tra cui:

� Aspirazioni personali � Conoscenza di strumenti multimediali e social network � Capacità e conoscenze acquisite.

Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple choice). Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

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1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

Criminologa 1 Psicologo 1 Pizzeria 2 Ingegnere 3 meccanico 2 Attrice 1 Progettista 2 Ufficiale marina 1 ragioniere 1 Ristorante 1 Non pertinente 10 Informatico 1 Assistente sociale 4 Estetista 1 Elettricista 3 Forze Armate 1 Dottoressa 2 Calciatore 1

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la scelta di orientarsi nel mondo del lavoro è preponderante rispetto a chi vuole proseguire gli studi universitari. Tra le professioni indicate figurano quella di assistente sociale ed elettricista, a pari merito con gli ingegneri. Questo fa denotare quanto la scelta di un Istituto Tecnico Professionalizzante sia quella più consona a soggetti che da subito vogliono immettersi sul mercato del lavoro.

2) DOVE

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che il 54% degli studenti è propensa a continuare gli studi e/o lavorare all’estero. Il 20% degli studenti vuole rimanere in Italia, mentre solo il 17% degli studenti intende restare nel territorio locale. Pochi, invece, quelli che ambiscono ad un’esperienza lavorativa all’estero.

Territorio Locale 17% Estero 54% Ovunque 3% Roma 3% Italia 20% Brasile 3%

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Dall’analisi comparata dei due grafici si evince, purtroppo, la mancanza di correlazione e la completa assenza di conoscenze reali su quanto, oggi, il mondo del lavoro manifesta e su quanto la formazione sia fondamentale per gli individui, in particolare per i giovani che a tale mondo dovrebbero affacciarsi nell’immediato.

3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTUR O?

Niente 1 Conoscenze 2 Miglioramento comunicativo 5 Conoscenze Tecnico pratiche 1 Ascolto 1 Competenze specifiche 1 Studio 1

Tenendo presente che solo 12 studenti su 37 hanno fornito risposta a questa domanda, il grafico fa denotare una bassissima percentuale di studenti che vogliono poter migliorare le proprie capacità comunicative, così come altrettanti pochi intendono ampliare le conoscenze in genere. Purtroppo con riferimento alla quantità dei questionari compilati non è possibile per tale domanda qualificare un’adeguata risposta.

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI ST UDIO?

Memoria 1 Storia 1 Nessuno 1 Inglese 2 Svogliatezza 1 Volontà 3 Approfondimento 1

Anche a tale domanda risponde solo una minima parte di studenti. Pertanto, dall’analisi del grafico sopra illustrato viene rilevato che l’aspetto più critico nel metodo di studio è la mancanza di applicazione nello studio stesso inteso come momento base della formazione iniziale di ogni

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individuo. Anche la lingua inglese è stata indicata come ulteriore difficoltà nello studio e ciò a discapito di una possibile integrazione ed applicazione del metodo indicato nelle risoluzioni europee sul “diritto alla formazione e al lavoro”. Purtroppo con riferimento alla quantità dei questionari compilati non è possibile per tale domanda qualificare un’adeguata risposta.

5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZ ZO

P.C. 48% Tablet 8% Smartphone 28% Laptop 3% Netbook 13%

12%

4%

7%

17%

60%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 48% degli alunni utilizza il Personal Computer, il 28% lo Smartphone, il 13% il Netbook, l’ 8% il Tablet e solo il 3% il Laptot. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, è emerso che quello maggiormente utilizzato è Facebook. Ciò fa comprendere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale degli stessi studenti. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie informatiche e delle competenze di gitali dei cittadini , infatti, il Consiglio, la Commissione, il Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e dell'Unione medesima.

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Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per un giovane le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare una sola risposta tra quelle suggerite. Dall’analisi dei dati il 17% ritiene di avere un’alta capacità di saper comunicare. Seguono la capacità di collaborare e partecipare, agire in modo autonomo, acquisire ed interpretare, risolvere i problemi ed imparare ad imparare. Il restante 9% ha espresso di avere una buona capacità a saper individuare collegamenti, mentre solo l’8% ha capacità di progettazione.

7) HO CONOSCENZA/E:

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Dai dati analizzati e relativi all’offerta formativa specifica dell’I.I.S.S. “Falcone e Borsellino” di Galatina, si evince chiaramente che il 17% degli studenti ha ottima conoscenza di Welfare Sociale, il 16% dichiara di avere distinta conoscenza di calcolo, segue il 15% che indica buone conoscenze relazionali e comunicative. Infine, si rileva che solo il 14% manifesta conoscenze linguistiche, di calcolo e creative, mentre il restante 10% conoscenze tecnico – professionali.

CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato la necessità di azioni orientative integrative supportate da personale specializzato. Dalle scelte post-diploma espresse dagli studenti dell’ I.I.S.S. “Falcone e Borsellino ” di Galatina, è chiaramente emersa la necessità di un potenziamento delle attività di tipo orientativo da svilupparsi in stretta collaborazione con le agenzie territoriali competenti. Un’approfondita lettura dei dati, evidenzia poi, l’opportunità di realizzare specifici interventi di approfondimento in materia di politiche orientative anche attraverso la predisposizione di percorsi formativi paralleli che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici. Tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per attività auto informative.

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BIBLIOGRAFIA � Colazzo S. : Progettazione e valutazione dell’intervento formativo, McGraw-Hill 2008 � Bochicchio F. : I formatori: l’educatore. Competenze,tecniche e strumenti per la

Formazione. Celid 2004 � Dal Fiore F., Martinotti G. : E-learning, McGraw-Hill 2006 � Fraccaroli F., Vergani A. : Valutare gli interventi formativi, Carocci 2006