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1 RAFFAELE MAZZEO INSIEME AD ALTRI AUTORI NEL NUOVO LIBRO SUL BILANCIO DELLE BANCHE Di MICHELE RUTIGLIANO - SDA BOCCONI PREFAZIONE DI FEDERICO GHIZZONI - UNICREDIT CAPITOLO DI RAFFAELE MAZZEO “LA RILEVANZA DELLA COMUNICAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI NEL MANAGEMENT COMMENTARY” MPS, Banco Popolare, IBL, BCC Don Rizzo: come sono diverse le anime e i valori delle quattro bancheAprile 2016

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RAFFAELE MAZZEO INSIEME AD ALTRI AUTORI NEL

NUOVO LIBRO SUL BILANCIO DELLE BANCHE

Di MICHELE RUTIGLIANO - SDA BOCCONI

PREFAZIONE DI FEDERICO GHIZZONI - UNICREDIT

CAPITOLO DI

RAFFAELE MAZZEO

“LA RILEVANZA DELLA COMUNICAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI NEL MANAGEMENT COMMENTARY”

“MPS, Banco Popolare, IBL, BCC Don Rizzo: come sono

diverse le anime e i valori delle quattro banche…”

Aprile 2016

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CAPITOLO 23

LA RELAZIONE SULLA GESTIONE NEL BILANCIO DELLE BANCHE

di Raffaele Mazzeo1

1. INTRODUZIONE

Il Management Commentary (o Relazione sulla gestione) delle banche ha subito una significativa

evoluzione negli ultimi anni, in ragione anche del forte cambiamento che ha interessato il settore

bancario. Il Management Commentary, come vedremo, ha anche aumentato il suo peso indirettamente

attraverso l’evoluzione parallela degli standard tecnico contabili che continuano ad arricchire di anno in

anno l’informativa della nota integrativa. Gli effetti sul bilancio si vedono nelle numerose pagine prodotte

composte prevalentemente da tabelle numeriche o descrittive di metodologie valutative. I fascicoli dei

bilanci 2014 delle due banche maggiori del campione esaminati in questo capitolo (Banca Monte dei

Paschi di Siena e Banco Popolare) sono infatti composti rispettivamente di 920 e 807 pagine. A titolo di

esempio, da un recente studio dell’autore del 2013 sulla mappatura dei derivati nel bilancio delle banche2,

è emerso che le informazioni obbligatorie ed esclusive sugli strumenti derivati che si ritrovano nell’attivo,

nel passivo, nel conto economico e nella nota integrativa sono oltre settanta. In tale contesto si deve

altresì considerare che l’ambito bancario si caratterizza per la complessità dell’attività finanziaria e la

specifica normativa di settore: si aggiungono al quadro le varie richieste di informazioni integrative che

con cadenza annuale, in vista della chiusura dei bilanci, le varie authority impongono per motivi di

trasparenza.

Il risultato finale è un’intrinseca complessità che rende illeggibili i bilanci delle banche ai non esperti

della materia. Il problema è avvertito soprattutto dai soci, dai consiglieri di amministrazione e dai

componenti dei collegi sindacali delle banche che non sempre riescono a tenere il passo sui continui

aggiornamenti. La diversa velocità con cui si evolve la normativa europea rispetto alla capacità di crescita

della cultura finanziaria è senza dubbio una delle principali cause di questa situazione.

Dato quanto sopra riportato, la Relazione sulla gestione, con la sua natura qualitativa, assume un ruolo di

comunicazione strategico. Ciò emergerà anche in seguito dall’analisi di alcune Relazioni sulla gestione

riferite ai bilanci dell’anno 2014; si rileva fin d’ora che, nel periodo in cui si sono tenute le assemblee di

approvazione dei bilanci in parola, erano in piena fase di recepimento i tre pilastri fondanti del

Meccanismo Unico di Vigilanza (c.d. Single Supervisory Mechanism), era stata appena approvata la

riforma concernente la trasformazione delle Banche Popolari in società per azioni e quella riguardante le

Fondazioni bancarie e, infine, il Governo sollecitava la conclusione del progetto di riforma del sistema

delle Banche di Credito Cooperativo (BCC). Di tali avvenimenti gli amministratori hanno dovuto

inevitabilmente tener conto nella redazione della Relazione sulla gestione.

1 Raffaele Mazzeo è componente della Commissione per lo studio dei Principi Contabili del Consiglio Nazionale dei Dottori

Commercialisti ed Esperti Contabili. È inoltre Responsabile Tecnico del progetto interbancario sulla Recovery & Resolution di

Assopopolari. L’autore ringrazia i dottori Andrea Mariniello e Sandra Gargano per la loro preziosa collaborazione. 2 Studio pubblicato su www.bankrecoveryresolution.com

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2. IL MANAGEMENT COMMENTARY NELL’ORDINAMENTO ITALIANO

In Italia la Relazione sulla gestione e assistita da uno specifico quadro normativo rappresentato dal

Codice civile. Anche gli organismi di vigilanza delle banche, delle assicurazioni e delle societa quotate,

rispettivamente Banca d’Italia, IVASS e Consob, sono intervenuti sull’argomento.

2.1 La Relazione sulla gestione nel Codice civile

Il legislatore definisce i contenuti da inserire all’interno della Relazione sulla gestione nell’art. 2428 del

codice civile. Questo articolo è stato modificato dal d.lgs. 18 agosto 2015, n. 139 di attuazione della

nuova direttiva sui bilanci 2013/34. Le modifiche non hanno modificato l’impianto complessivo della

Relazione sulla gestione. Viene eliminato il riferimento all'informativa sui fatti di rilievo avvenuti dopo la

chiusura dell'esercizio, contenuto nel comma 3 dell’articolo 2428, in attuazione delle modificazioni

apportate dalla direttiva ai sensi delle quali tale informazione e compresa nell'ambito della nota

integrativa (articolo 2427, comma 1, nuovo numero 22-quater).

Nelle poche righe dell’articolo si riportano con precisione alcuni elementi fondamentali dell’informativa

richiesta quali “l’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società e dell’andamento

e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso

imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una

descrizione dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta”.

L’aderenza del documento alla competenza annuale del bilancio e alla sua natura “numerica” viene

garantita da un ulteriore comma dell’art. 2428 del codice civile, nel quale si richiede la coerenza

nell’analisi rispetto all’entità ed alla complessità degli affari della società. Viene così introdotto

implicitamente un principio di proporzionalità.

Nel tempo il legislatore ha integrato la Relazione sulla gestione con ulteriori contenuti richiedendo di

riportare “nella misura necessaria alla comprensione della situazione della società e dell’andamento e

del risultato della gestione, gli indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari

pertinenti all’attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti all’ambiente e al

personale. L’analisi contiene, ove opportuno, riferimenti agli importi riportati nel bilancio e chiarimenti

aggiuntivi su di essi”.

Dalla Relazione sulla gestione devono in ogni caso risultare:

1. le attività di ricerca e di sviluppo;

2. i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste

ultime;

3. il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti

possedute dalla società, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con

l’indicazione della parte di capitale corrispondente;

4. il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti

acquistate o alienate dalla società, nel corso dell’esercizio, anche per tramite di società fiduciaria o per

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interposta persona, con l’indicazione della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi

degli acquisti e delle alienazioni;

5. l’evoluzione prevedibile della gestione;

5-bis) in relazione all’uso da parte della società di strumenti finanziari e se rilevanti per la valutazione

della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell’esercizio:

a. gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario, compresa la

politica di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni previste;

b. l’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al

rischio di variazione dei flussi finanziari.

Rispetto all’informativa da produrre in materia di esposizione al rischio, di cui all’ultimo punto sui rischi,

è richiesto al Management di fornire informazioni dettagliate utili all’analisi della tipologia di rischio

analizzato. Rispetto ai rischi di mercato è lasciata libertà all’impresa di riportare i dati interni che

normalmente utilizza per la loro gestione. È richiesto il ricorso ad una sensitivity analysis, alla data di

riferimento del Bilancio, solo nel caso in cui tale tipologia di rischi dovesse essere ritenuta significativa.

Oltre a quanto detto, come disciplinato dallo stesso art. 2428 c.c., la Relazione sulla gestione deve esporre

l’elenco delle sedi secondarie della società.

Fra le modifiche introdotte dal d.lgs. 139/2015 di recepimento della direttiva sui bilanci 2013/34 assume

rilevanza la modifica all’articolo 14 del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 sulla revisione

contabile, che amplia la nozione ed il contenuto del giudizio di coerenza espresso dal soggetto incaricato

di effettuare la revisione legale dei conti. In particolare il giudizio dovrà contenere una dichiarazione

rilasciata sulla base delle conoscenze e della comprensione dell'impresa e del relativo contesto acquisite

nel corso delle attività di revisione legale, circa l'eventuale identificazione di errori significativi nella

relazione sulla gestione, nel qual caso sono fornite indicazioni sulla natura di tali errori. Fino ad oggi

infatti la Relazione sulla gestione era esclusa dal perimetro delle procedure di revisione. E’ ragionevole

ritenere che tale modifica comporterà inevitabilmente effetti sulle modalità con cui gli Amministratori

predisporranno la loro relazione al bilancio a partire dal 2016.

2.2 La Relazione sulla gestione nella normativa di Banca d’Italia e Consob

Banca d’Italia e Consob, perseguendo i medesimi obiettivi di trasparenza e completezza di informativa, in

coerenza con le peculiarità settoriali delle imprese sottoposte alla loro supervisione, emanano differenti

direttive per la produzione dei bilanci alle entità sulle quali esercitano mandato di regolamentazione e

vigilanza.

2.2.1 La Relazione sulla gestione nella normativa di Banca d’Italia

La Relazione sulla gestione è oggetto di specifiche disposizioni nella Circolare n. 262 del 22 dicembre

2005 di Banca d’Italia “Il bilancio bancario”. Secondo tale Circolare, che è stata aggiornata il 15

dicembre 2015, dalla Relazione sulla gestione devono risultare:

a. l’evoluzione prevedibile della gestione;

b. le attività di ricerca e sviluppo;

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c. il numero e il valore nominale sia delle azioni o quote proprie detenute in portafoglio sia delle azioni

o quote dell’impresa controllante, di quelle acquistate e di quelle alienate nel corso dell’esercizio, le

corrispondenti quote di capitale, i motivi degli acquisti e delle alienazioni e i corrispettivi; la presente

disposizione si applica anche alle azioni o quote detenute, acquistate o alienate per il tramite di società

fiduciaria o per interposta persona;

d. i rapporti verso le imprese del gruppo, distinguendo fra imprese controllate, controllanti e sottoposte

al controllo di queste ultime, nonché i rapporti verso le imprese sottoposte a influenza notevole;

e. gli indicatori fondamentali dell’operatività dell’impresa nonché informazioni attinenti all’ambiente e

al personale;

f. eventuali ulteriori informazioni rispetto a quelle fornite nella nota integrativa sugli obiettivi e sulle

politiche dell’impresa in materia di assunzione, gestione e copertura dei rischi finanziari;

g. i principali fattori e le condizioni che incidono sulla redditività, inclusi i cambiamenti del contesto

ambientale nel quale l’impresa opera, le iniziative intraprese a fronte dei cambiamenti e i relativi

risultati nonché le politiche d’investimento adottate dall’impresa per mantenere e migliorare i risultati

economici, inclusa la politica di distribuzione degli utili.

Rispetto alla precedente versione, nell’ultimo aggiornamento della Circolare n. 262 è stato eliminato dalla

Relazione sulla gestione il precedente punto e) riguardante “il progetto di destinazione degli utili

d’esercizio o il piano di sistemazione delle perdite”

L’aggiornamento della Circolare n. 262 del 15 dicembre 2015 si è reso necessario principalmente per

adeguare in modo coerente le definizioni di attivita finanziarie deteriorate alle nozioni di Non-Performing

Exposures e Forbearance stabilite dall’European Banking Authority (EBA). Le integrazioni non hanno

dunque prodotto impatti significativi sulla Relazione sulla gestione.

Nella Relazione sulla gestione che accompagna il bilancio consolidato si adottano i punti precedenti con

le ulteriori modalità indicate di seguito:

a. la disposizione contenuta nella lettera c) si applica solo alle azioni o quote proprie delle imprese

incluse nel consolidamento e alle azioni o quote dell’impresa capogruppo detenute, acquistate o alienate

da altre imprese incluse nel consolidamento;

b. non si applicano le disposizioni contenute nella lettera d);

c. è incluso un prospetto di raccordo tra il patrimonio netto e il risultato d’esercizio dell’impresa

capogruppo e il patrimonio netto e il risultato d’esercizio consolidati.

2.2.2 La Relazione sulla gestione nella normativa Consob

La Consob, differentemente da Banca d’Italia, emana direttive mediante le quali disciplina le modalità di

esposizione dell’informativa economico-finanziaria e gestionale da parte delle legal entities e dei gruppi

sottoposti alla propria autorità, principalmente attraverso il sistema delle comunicazioni periodiche. Le

stesse sono redatte in conformità alle raccomandazioni del Committee of European Securities Regulators

(CESR), dell’European Securities and Markets Authority (ESMA) o sulla base delle esigenze che, di volta

in volta in accordo alle situazioni di mercato esistenti, si presentano. La tipologia di informazioni richieste

da Consob non differisce, nella forma e nella sostanza, da quanto richiesto da Banca d’Italia e dal Codice

Civile. In particolare, a tutte le legal entities con titoli negoziati su mercati regolamentati nonché alle

aziende con strumenti finanziari diffusi, inclusi gli istituti bancari, è fatto obbligo di integrare nella

Relazione sulla gestione o nel bilancio alcune specifiche informazioni riguardanti, tra l’altro, operazioni

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atipiche o inusuali, operazioni con parti correlate, indicatori alternativi di performance, commenti agli

schemi riclassificati, commenti ai cambiamenti di criteri contabili e prospetti di raccordo fra aggregati del

bilancio individuale e del bilancio consolidato.

È ormai prassi consolidata che, prima dell’approvazione dei bilanci, la Consob richieda specifiche

informative da riportare nelle relazioni finanziarie di fine esercizio. Ad esempio, nel mese di gennaio

2015, la Consob ha richiesto a fini di trasparenza di fornire informazioni sull’adozione dell’IFRS 10, che

sostituisce lo IAS 27 sul bilancio consolidato, e dell’IFRS 11 (joint venture). Ulteriori richieste hanno

riguardato il miglioramento dell’informativa sull’impairment test degli avviamenti e sull’iscrizione in

bilancio della fiscalità differita. Infine per quanto riguarda le banche che nel corso del 2014 sono state

sottoposte all’esercizio di Comprehensive Assessment, la Consob ha richiesto di fornire nelle loro

relazioni finanziarie informazioni sull’esito e sugli impatti contabili. In particolare l'importo delle

rettifiche di valore emerse dall’Asset Quality Review, l'importo delle rettifiche di valore contabilizzate da

ciascuna banca al 31 dicembre 2014 sulle posizioni di credito campionate e le motivazioni delle

differenze tra le rettifiche di valore emerse dall’Asset Quality Review e quelle contabilizzate da ciascuna

banca alla stessa data. La Consob aggiunge inoltre la richiesta di inserire una descrizione puntuale delle

attività poste in essere e di quelle eventualmente programmate ai fini del superamento delle "qualitative

issues" emerse dall' Asset Quality review (remedial actions), con particolare riguardo alle eventuali

revisioni delle politiche, delle procedure e delle prassi contabili ovvero dei parametri dei modelli utilizzati

nella valutazione degli asset di bilancio, indicando altresì gli effetti sui bilanci al 31 dicembre 2014 delle

predette remedial actions.

Le due banche maggiori esaminate nei paragrafi successivi, Banco Popolare e Monte dei Paschi di Siena,

rientrano fra quelle sottoposte all’esercizio di Comprehensive Assessment. La prima banca ha dedicato un

apposito paragrafo all’informativa richiesta all’interno della Relazione sulla gestione. La seconda, pur

riportando il paragrafo sui risultati dell’esercizio di Comprehensive Assessment nella nota integrativa, ha

ritenuto di darne un esaustivo commento anche nella Relazione sulla gestione.

2.2.3 I documenti congiunti Banca d’Italia, Consob e IVASS del 6 febbraio 2009 e del 4 marzo 2010

Il 6 febbraio 2009, in seguito a sollecitazioni derivanti dalle particolari condizioni economiche e di

mercato, prodotte dalla grave crisi finanziaria ed economica, Banca d’Italia, Consob e IVASS, attraverso

l’emanazione di un documento congiunto (Documento n. 2), hanno sottolineato la necessità di veicolare

attraverso i bilanci annuali e semestrali un set informativo chiaro e preciso finalizzato a garantire agli

stakeholders la trasparenza in merito ad alcune tematiche, quali la gestione dei rischi, le scelte strategiche

e gli eventuali meccanismi correttivi messi in atto per adattare le proprie strategie ad eventuali mutamenti

negli scenari ambientali. A tal riguardo le preoccupazioni dei tre organismi in questione riguardavano in

maniera particolare: l’applicazione del presupposto della continuità aziendale, la descrizione dei sistemi

di misurazione e gestione dei rischi finanziari nonché il grado di esposizione a tali rischi, la verifica delle

riduzioni per perdite durevoli di valore delle attività e le incertezze nell’utilizzo di stime. Per quanto

riguarda la Relazione sulla gestione, ciò che veniva posto all’attenzione riguardava la tematica della

continuità aziendale con la previsione di diversi scenari. Gli altri elementi menzionati fanno riferimento

prevalentemente a informazioni da fornire all’interno della nota integrativa. Nel documento in oggetto è

richiamato il fondamentale presupposto della continuità aziendale e gli indicatori correlati mediante

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riferimenti diretti allo IAS 1 par. 24 e al Principio di Revisione documento n. 570 sulla continuità

aziendale.

In quel periodo caratterizzato da forti incertezze sull’andamento dell’economia, il documento congiunto

di Banca d’Italia,Consob e IVASS del 6 febbraio 2009 indicava che, in presenza dello scenario migliore,

quello in cui sussisteva la ragionevole aspettativa che la società continuasse la sua esistenza in un futuro

prevedibile, eventuali incertezze si sarebbero dovute descrivere nella Relazione sulla gestione,

accompagnate da commenti esplicativi sulle circostanze che avrebbero fatto ritenere tali situazioni

superabili e considerare raggiunto il presupposto della continuità aziendale. Le descrizioni da riportare in

presenza di altri scenari peggiorativi rispetto al precedente andavano esplicitate, invece, nella nota

integrativa.

Nell’anno successivo emergeva che dalla lettura delle relazioni finanziarie pubblicate nel corso del 2009

da società quotate, imprese di assicurazione, banche e societa finanziarie sussistevano ancora carenze

nelle aree informative che risultavano piu sensibili all’impatto della crisi.

I tre organismi pubblicavano quindi il 4 marzo 2010 un documento congiunto (Documento n. 4) in cui si

richiedeva di assicurare un piu elevato grado di trasparenza su alcune aree informative. In particolare:

sulla valutazione (c.d. impairment test) dell’avviamento, delle altre attivita immateriali a vita utile

indefinita e delle partecipazioni; sulla valutazione dei titoli di capitale classificati come “disponibili per la

vendita”; sulla classificazione delle passivita finanziarie quando non fossero rispettate le clausole

contrattuali che determinano la perdita del beneficio del termine. Inoltre il Documento richiedeva di

fornire alcune precisazioni sulle informazioni da riportare in merito alle ristrutturazioni del debito e sui

nuovi obblighi informativi riguardanti la c.d. “Gerarchia del fair value”.

Fra le banche del campione esaminate nei paragrafi successivi, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banco

Popolare e BCC Don Rizzo citano espressamente nella Relazione sulla gestione del bilancio 2014 il

documento congiunto Banca d’Italia, Consob e IVASS del 4 marzo 2010. La quarta banca, IBL, pur non

citandolo espressamente fornisce una adeguata informativa in merito.

3 LA RELAZIONE SULLA GESTIONE NEL SISTEMA IAS/IFRS: IL MANAGEMENT

COMMENTARY

A livello internazionale, ci si confronta con uno scenario normativo completamente differente. Fino al

2010 infatti, nell’articolato corpus dei principi IAS/IFRS, la Relazione sulla gestione non aveva mai avuto

uno specifico inquadramento né una definizione, al punto che talvolta, seppur raramente, si riscontravano

riferimenti a generiche «additional information», «accompanying information», «director’s report»,

«Management discussion», «Management commentary» e altre. È soltanto nel mese di dicembre 2010 che

lo IASB pubblica l’IFRS Practice Statement Management Commentary, una guida che contiene

indicazioni pratiche per la predisposizione della Relazione degli amministratori al bilancio. Tale

Statement non fa parte del corpus degli IAS/IFRS; l’applicazione delle linee guida in esso contenute non

sono obbligatorie affinché un bilancio possa essere dichiarato «conforme» ai principi IAS/IFRS.

La mancanza di un principio che regolamenti le modalità di redazione della Relazione sulla gestione nei

bilanci IAS/IFRS rappresenta un elemento di elevata distonia rispetto alle motivazioni per cui i principi

IAS/IFRS nascono ed operano. L’applicazione dei principi IAS/IFRS nell’ambito delle società tenute al

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loro rispetto, infatti, ha prodotto come risultato l’utilizzo di un linguaggio comune fra bilanci prodotti in

nazioni diverse e ne ha resa in qualche modo possibile la comparabilità. Non essendoci uno standard

internazionale specifico che disciplina questo importante documento ed esistendo in ogni giurisdizione

una diversa regolamentazione, si determina una forte disomogeneità sia nella forma, sia nei contenuti

riportati in tale documento all’interno di tutti i bilanci IAS/IFRS.

Il programma di pubblicazione del Practice Statement Management Commentary nasce nel 2002, anno in

cui lo Standard Committee dello IASB, commissiona all’Institute of Chartered Accountant of New

Zealand, coadiuvato dallo UK Accounting Standard Board, dal Canadian Institute of Chartered

Accountant e dal Deutsche Rec, un progetto per esaminare la fattibilità di uno standard sulla Relazione

degli amministratori, il Management commentary. Nel 2005 viene delineato un primo Framework di

riferimento per la preparazione e la presentazione della Relazione sulla gestione con indicazione delle

aree informative da riportare, Discussion Paper Management Commentary.

Nel giugno 2009 lo IASB pubblica l’Exposure Draft Management Commentary. Tale Exposure Draft

proponeva un quadro di riferimento per la predisposizione della Relazione sulla gestione nei bilanci

conformi agli IAS/IFRS ben più articolato di quanto precedentemente proposto dai documenti del 2002 e

del 2005, seppur ancora non nei termini di un vero standard normativo al pari dei principi IAS/IFRS.

Lo IASB considera il Management Commentary un documento accessorio al bilancio IAS/IFRS, che ne

accompagna la reportistica, ma che non si inserisce a pieno titolo in essa. Nelle intenzioni dello IASB il

Management Commentary persegue tre principali obiettivi: completare e integrare le informazioni

riportate nel bilancio, fornire un’accurata analisi della gestione attraverso una «Management view» e

prospettare una possibile evoluzione futura.

Le informazioni di tipo qualitativo, fornite allo scopo di rispondere agli obiettivi sopra esposti, devono

essere comprensibili, pertinenti rispetto alle attività aziendali, affidabili e comparabili. Nel dicembre

2010, a seguito della raccolta dei risultati della consultazione promossa dall’Exposure Draft del 2009, lo

IASB pubblica il Practice Statement Management Commentary. Tale Statement ha permesso di

concentrare tutti gli approfondimenti svolti, relegati fino a quel momento in una dimensione di mero

dibattito, in una concreta guida pratica di riferimento, sebbene non obbligatoria, che potesse rappresentare

uno strumento valido per la preparazione di una Relazione sulla gestione che accompagnasse i bilanci

IAS/IFRS. Con il documento si ribadisce la non obbligatorietà di adesione per la conformità agli

IAS/IFRS e si raggiungono alcune evoluzioni sostanziali e tangibili. Si identificano i destinatari cui il

documento è rivolto: gli investitori attuali e potenziali, i finanziatori e le altre tipologie di creditori. Si

mette a fuoco il Framework di riferimento del documento, che è quello di fornire una spiegazione del

contesto entro il quale i «fatti aziendali» sono avvenuti e delle cause primarie di tali avvenimenti, nonché

delle evoluzioni prospettiche di determinati eventi. Nelle intenzioni dello IASB, il Management

Commentary dovrebbe riuscire a fornire una prospettiva interpretativa della gestione occorsa, fungendo

da elemento supplementare e complementare al bilancio. La presentazione del documento è focalizzata

sugli aspetti più importanti della gestione ed è allineata e non ridondante rispetto a quanto esposto in nota

integrativa. Lo IASB non inserisce alcuna check list informativa da rispettare, ma indica in cinque

elementi il contenuto minimo utile a soddisfare i requisiti per cui il documento nasce:

1. la natura del business con riferimento ai competitor e ai mercati direttamente coinvolti;

2. gli obiettivi del Management e le strategie adottate per il loro raggiungimento;

3. le più significative:

– risorse finanziarie di cui l’impresa dispone e gli eventuali piani di approvvigionamento;

– tipologie di rischio (finanziario, operativo, commerciale e strategico);

– relazioni, con particolare riferimento ai principali stakeholder;

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4. i risultati raggiunti, con illustrazione anche di quelle condizioni che potrebbero essere indicative di

risultati futuri;

5. gli indicatori di performance che il Management utilizza per la valutazione degli obiettivi prefissati.

Tali elementi sembrano definire il set informativo della Relazione sulla gestione da una prospettiva più

elevata rispetto a quanto abbiamo visto per la normativa italiana che, con maggiore dettaglio, fissa i

vincoli di produzione dell’informazione. Tale impostazione, considerando il già ricco apparato

informativo obbligatorio previsto dagli IAS/IFRS, può ritenersi assolutamente condivisibile. Rispetto al

passato, in cui si era ancora in una fase di analisi delle normative che riguardano la Relazione sulla

gestione di alcuni paesi, il documento redatto nel 2010 costituisce un framework chiaro riducendo lo

spazio interpretativo e restringendo il campo a riferimenti più precisi.

Gli sforzi realizzati dallo IASB a partire dal 2002 testimoniano l’importanza riservata a tale documento,

pur se va comunque sottolineato che lo stesso non è ancora oggi prioritario nei prossimi progetti di

implementazione e di evoluzione dell’intero Conceptual Framework normativo degli IAS/IFRS.

La normativa italiana, così come quelle degli altri paesi europei, sembrano porre maggiore attenzione alla

redazione del documento di Relazione sulla gestione. Sarebbe, però, profondamente riduttivo effettuare

un’analisi comparativa puntuale fra l’art. 2428 del Codice Civile e il Practice Statement Management

Commentary. La comparazione, fra quanto prescritto dagli IAS/IFRS e quanto prescritto dal Codice

Civile, va necessariamente fatta rispetto all’intero corpus normativo che regolamenta la redazione del

Bilancio. In tale ottica, di più ampio respiro, emerge chiaramente che, essendo il set informativo previsto

dagli IAS/IFRS molto più ricco rispetto a quello previsto dalle normative nazionali dei diversi paesi, la

funzione riservata allo Statement dallo IASB è di natura diversa. Come già detto, principalmente

interpretativa, finalizzata a garantire ai lettori del Bilancio una chiave di lettura dei fatti passati ed

ampiamente rappresentati nell’informativa al bilancio, e possibilmente prospettica rispetto alla evoluzione

prevedibile della gestione nella prospettiva del Management.

4 LA RELAZIONE SULLA GESTIONE DEI BILANCI 2014 DI ALCUNE BANCHE ITALIANE

La Relazione sulla gestione, che da sempre rappresenta uno dei più importanti documenti allegati al

bilancio d’esercizio, è stata oggetto di cambiamenti di rilievo che hanno impattato sul contenuto della

stessa non tanto sotto gli aspetti formali, quanto principalmente sotto quelli sostanziali. I cambiamenti che

si sono susseguiti sono stati realizzati con l’intento di conferire al documento una effettiva funzione di

potenziamento dell’informativa economico-finanziaria veicolata agli investitori tramite i prospetti allegati

ai Bilanci societari.

La finalità del documento, nel rispetto delle prescrizioni normative, è di illustrare in modo chiaro ed

esaustivo la realtà aziendale, calibrando l’informazione alle esigenze conoscitive degli stakeholders. In

ciò la Relazione sulla gestione non ha mai perso la sua connotazione di documento espressione della

vision del Management, che lo dota di gradi di discrezionalità e soggettività nella trattazione superiori agli

altri documenti allegati al Bilancio.

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Nella tabella seguente si riporta un’analisi della Relazione sulla gestione di quattro differenti realtà

bancarie. I documenti in esame sono stati estrapolati dai bilanci al 31 dicembre 2014 di tre gruppi bancari

e di una banca individuale. Il campione selezionato comprende: la maggiore banca popolare italiana, il

Banco Popolare, che dovrà, diciotto mesi dopo l’approvazione del bilancio, trasformarsi in Società per

azioni; la terza banca italiana per dimensione, il Monte dei Paschi di Siena, che sta superando una delicata

fase di ristrutturazione; IBL Banca, che opera in un mercato di nicchia; una banca di credito cooperativo

rappresentativa di un vasto territorio, la BCC della Sicilia Occidentale Don Rizzo, che a breve subirà gli

effetti del progetto di riforma del sistema delle BCC.

La BCC della Sicilia Occidentale Don Rizzo è l’unica banca individuale del campione. Il restante

campione è costituito da Gruppi bancari. Per questi ultimi, pertanto l’analisi sulla Relazione sulla gestione

è stata svolta sui bilanci consolidati.

Le quattro banche in esame si differenziano per assetti organizzativi, bacini di utenza e dotazioni

patrimoniali, da cui derivano risultati economico-finanziari differenti.

Le differenze riscontrabili nell’impostazione adottata dalle quattro banche analizzate, come mostra la

tabella che segue, riguardano soprattutto la lunghezza e l’articolazione dei documenti redatti. Il peso della

Relazione sulla gestione rispetto al bilancio pone in risalto quanto il tema dell’informativa sia sentito. In

particolare, come risulta dalla tabella, la Relazione sulla gestione pesa quantitativamente per il 20 % -

24% nei bilanci di BCC Don Rizzo e IBL Banca e per il 12% - 17% nei bilanci di Banco Popolare e

Monte dei Paschi di Siena.

Più strettamente legata alla discrezionalità e soggettività dei redattori è, invece, l’articolazione in capitoli

e sub-capitoli. Nei bilanci delle quattro banche, pur riscontrando differenti gradi di libertà narrativa, è

possibile rinvenire un unico Framework di riferimento, rispetto al quale la distanza è funzione della

volontà del Management di sottolineare con maggiore enfasi l’una o l’altra tipologia di informazione. Di

seguito si riportano ulteriori dettagli per ciascun gruppo indicato in tabella.

Tabella n. 1 - I contenuti delle Relazioni sulla gestione

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Un elemento di immediato interesse che emerge dalla tabella riguarda la dimensione dei bilanci del

Monte dei Paschi di Siena (920 pagine) e del Banco Popolare (807 pagine). In tali bilanci si concentrano,

oltre alla disclosure IAS-IFRS, le informazioni supplementari sui rischi e sul patrimonio richieste dalla

Banche/IndicatoriBanca Monte dei Paschi di

SienaBanco Popolare IBL Banca BCC Don Rizzo

Totale Attività ( € ml) 183.443 123.081 4.667 553

Risultato 2014 (€ ml.) - 5.342 -1.945 + 50,4 - 4,3

N°pagg. relaz. sulla

gestionepagg. 109 pagg. 138 pagg. 31 pagg. 57

Totale pagine bilancio pagg. 920 pagg. 807 pagg. 157 pagg. 240

% pagg. relazione / bilancio 12% 17% 20% 24%

Profilo del Gruppo e modello di

businessLettera ai Soci

Il mercato di riferimento: Macro, Credito al

consumo, Cessione del quinto

Il contesto globale e il credito

cooperativo

Capitoli e subcapitoli

Strategia Il contesto economico L'area di consolidamentoCriteri di gestione nel conseguimento

degli scopi statutari soc. coop.

Eventi, azioni e performance ** Fatti di rilievo dell'esercizioRisultati consolidati di esercizio: Dati di

sintesi, Economici e Patrimoniali

L’andamento della gestione

Analisi andamentale dei principali

parametri economico-finanziari

Risultati: : Dati di esercizio Economici

e Patrimoniali consolidati

Attività delle strutture operative: Risorse

umane e Ricerca e SviluppoLa struttura operativa

Risultati dell'esercizio di

Comprehensive Assessment: impatti

contabili

Politiche commerciali: Impieghi, Raccolta e

Intermediazione

Il presidio dei rischi e il sistema dei

controlli interni

Analisi andamentale dei principali

parametri extra-finanziari

Risultati per settore di attività : Rete

commerciale, Investment e Private Operazioni con parti correlate Informazioni sugli aspetti ambientali

Banking, Asset Manangement, Leasing e

Corporate Center

Informazioni sul titolo BMPS La gestione dei rischiPolitiche di assunzione, gestione e copertura dei

rischi finanziari

Eventi principali che hanno

caratterizzato la gestione

Attività di indirizzo,controllo e supporto - Rischio credito e tecniche attenuazione

(CRM)Analisi andamentale dei principali

parametri extra-finanziari

- Risorse Umane - Internal Audit -

Compliance,

- Internal Capital Adeguacy Assessment

Process e Informativa al pubbl ico

- Servizi tecnologici e amministrativi

Rapporto di sostenibilità - attività progettuali - Investimenti -

Comunicazione e Investor Relations

Altre informazioni

Andamento delle principali società del

Gruppo

Allegati: Prodotti strutturati sul credito

- Modello di gestione, Posizione in titoli

ABS-CDO, Derivati creditizi

Mutualità e iniziative di pubblico

interesse

Fatti di rilievo accaduti dopo la chusura

dell'esercizio

Fatti di rilievo verificatisi dopo la

chiusura dell’esercizio

- Raccordi di schemi conto economico

e stato patrimoniale riclassificati e

prospetti contabili

Evoluzione prevedibile della gestione Evoluzione prevedibile della gestione Evoluzione prevedibile della gestione e

conclusioni

Nota * BCC Don Rizzo: Informativa richiesta dalla Consob ai sensi dell'art. 114, comma 5, delD. Lgs n.58/98

Nota ** MPS : Il capitolo include Eventi di rilievo successivi, Evoluzione prevedibile della gestione e cenni sul'esercizio di Comprehensive Assessment

- Risultati per settore di attività: Retail

Banking, Corporate e Investment

banking, Promozione Finanziaria e

Digital Banking, Corporate center

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Banca d’Italia e le informazioni da fornire al mercato finanziario trattandosi di emittenti titoli quotati

presso la Borsa Italiana. I due Gruppi nel fascicolo del bilancio riportano informazioni dettagliate sulle

varie società del Gruppo. L’elevata produzione cartacea è dovuta anche al fatto che nel fascicolo viene

presentato, insieme al bilancio consolidato, il bilancio individuale della Capogruppo. Si aggiunge inoltre

che nel 2014, in base alla specifica informativa richiesta dalla Consob, i due Gruppi riportano i risultati

dell’esercizio di Comprehensive Assessment svolto nell’anno e i relativi impatti contabili. Quest’ultimo

tema per la sua rilevanza viene ripreso costantemente nelle varie sezioni del bilancio.

4.1 La Relazione sulla gestione del Gruppo Banco Popolare

La Relazione sulla gestione del Gruppo Banco Popolare è articolata nei seguenti capitoli:

il contesto economico;

fatti di rilievo dell'esercizio;

risultati;

risultati per settore di attività;

la gestione dei rischi;

attività di indirizzo, controllo e supporto;

altre informazioni;

andamento delle principali società del Gruppo;

mutualità e iniziative di pubblico interesse;

evoluzione prevedibile della gestione.

Prima della Relazione sulla gestione viene riportata una breve ma significativa lettera del Consiglio di

Amministrazione volta a comunicare ai Soci il nuovo scenario che la banca dovrà affrontare.

Nella Relazione sulla gestione, il primo capitolo del documento descrive l’andamento macroeconomico

ed il comportamento dei mercati finanziari a livello globale, nell’Euro zona ed in Italia. Il Management

fornisce anche una descrizione degli interventi, e dei relativi effetti sul sistema bancario italiano ed estero,

realizzati dalla Federal Reserve, dalla BCE, dall’European Banking Authority (EBA) e dagli altri

organismi ed authorities.

Nel secondo capitolo “Fatti di rilievo dell’esercizio” viene fornita evidenza dei principali eventi che

hanno caratterizzato la gestione, identificabili nell’entrata in vigore della nuova normativa di vigilanza

prudenziale e nell’entrata in funzione del Meccanismo Unico di Vigilanza, anticipato da un preventivo

esercizio di Comprehensive Assessment finalizzato alla verifica dell’adeguatezza dei livelli di

patrimonializzazione delle banche “significative”, secondo la lista pubblicata dalla BCE e nella quale

figura il Banco Popolare.

In tale contesto di discontinuità normativa, l’obiettivo prioritario del Banco è stato il perfezionamento

delle misure di rafforzamento patrimoniale già avviate nel corso del secondo semestre dell’esercizio

precedente. A tale misura si è accompagnato un complessivo intervento di razionalizzazione

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organizzativa promosso attraverso alcune importanti operazioni straordinarie che ha consentito di

realizzare un processo di semplificazione societaria e di Gruppo e l’accorciamento della catena di

controllo. Il Banco, fra i numerosi fatti di rilevo cha hanno caratterizzato il 2014, ha inoltre messo in piedi

altri interventi volti a favorire l’evoluzione del modello distributivo di rete che ha visto in particolare la

rivisitazione dell'intera organizzazione della rete assumendo a riferimento il nuovo modello "hub &

spoke” una soluzione che prevede accanto a filiali capofila (hub) con funzionalità di servizio complete

diverse agenzie leggere “spoke”.

Nel capitolo “Risultati” viene fornita un’analisi di dettaglio a livello consolidato dei risultati conseguiti

nell’esercizio con separata indicazione del trend registrato nei quattro trimestri. Nelle pagine introduttive

del capitolo, al fine di dare evidenza degli impatti economici derivanti dalle operazioni non direttamente

riconducibili alla gestione ordinaria (fusioni per incorporazione), ampia trattazione viene riservata agli

effetti sul Conto Economico legati all’applicazione dell’IFRS 3 e della “Purchase Price Allocation”.

Le lunghe note esplicative che seguono danno dettagliata evidenza dei fenomeni, principalmente la

maggiore svalutazione dei crediti ed i minori ricavi derivanti dalle attività “core”, che hanno concorso a

far registrare al Gruppo un risultato d’esercizio peggiorativo di circa il 220% rispetto al 2013.

Riguardo alla maggiore svalutazione crediti è opportuno rilevare come dalla Relazione sulla gestione si

possa riscontrare la misura del cambiamento in corso che sta interessando le banche italiane. A fronte

delle nuove indicazioni fornite dalla BCE a seguito della pubblicazione dei risultati dell'Asset Quality

Review è stato opportuno, dopo una attenta verifica di compatibilità, rendere coerenti i criteri prudenziali

applicati dall'organo di Vigilanza con i principi contabili. Tale attività ha comportato la modifica dei

processi di classificazione e valutazione del credito ordinariamente applicati, adottando, nell'ambito del

ventaglio di approcci relativi ai processi di stima consentiti dai principi contabili, parametri valutativi

diversi da quelli fino ad allora utilizzati e più in linea con quelli adottati dalla BCE. Le maggiori rettifiche

di valore addebitate al conto economico del quarto trimestre ed il conseguente impatto negativo sul

risultato economico dell'esercizio trovano origine proprio nell'esito della suddetta verifica condotta dagli

amministratori. Aderendo all'invito formulato dalla BCE gli amministratori hanno deciso prontamente di

modificare i processi di classificazione e valutazione del credito ordinariamente applicati adottando

parametri valutativi più allineati a quelli adottati a fini prudenziali dall'Organo di Vigilanza. In sintesi, il

sacrificio in termini di impatto negativo sul conto economico del quarto trimestre ha permesso di elevare i

livelli di coverage dei crediti deteriorati ai livelli ritenuti più adeguati dal nuovo Organo di Vigilanza in

ottica prudenziale, senza avere un equivalente impatto negativo sui propri ratio patrimoniali

Il capitolo “Risultati per settore di attività” fornisce indicazione dei risultati raggiunti attraverso i quattro

segmenti (Rete Commerciale, Investment & Private Banking Asset Management, Leasing e Corporate

Center e Altro) coerente a quanto richiesto dal principio IFRS 8 e a quanto riportato nelle apposite tabelle

di Nota integrativa – Parte L “Informativa di Settore”. Per ognuno di essi è riportata un’analisi molto

dettagliata sui diversi settori di business e sulle performance conseguite nell’anno, raffrontate con gli

esercizi precedenti e con evidenza delle prospettive di sviluppo future.

Il quinto capitolo, “La gestione dei rischi”, è dedicato alla descrizione delle principali operazioni di

rafforzamento poste in essere dal Gruppo per mantenere una solida posizione patrimoniale e all’analisi

delle principali componenti di rischio cui il Gruppo è esposto: rischio di credito, rischio di tasso e rischi

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operativi ed alla loro prevedibile evoluzione. In particolare viene sottolineata l’attenzione posta dal

Management al monitoraggio del rischio di credito.

Nel successivo capitolo “Attività di indirizzo, controllo e supporto” ampio spazio è dedicato alla

descrizione delle politiche di gestione delle risorse umane, alle attività di internal audit, al modello di

compliance del Gruppo, all’assetto tecnologico, alle politiche di investimento e sviluppo ed alle attività di

comunicazione con gli investitori.

Nei due capitoli che seguono vengono fornite brevi informazioni rispettivamente sull’azionariato e sul

rating del Gruppo e sull’andamento delle principali società rientranti nel perimetro di consolidamento.

Il documento, nel capitolo “Mutualità e iniziative di pubblico interesse”, descrive le attività poste in

essere ed in corso di realizzazione necessarie a garantire il perseguimento dello scopo mutualistico per cui

il Gruppo nasce ed opera. Così come contenuto nello Statuto sociale, infatti, il Banco Popolare “ha per

oggetto la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, nelle sue varie forme, tanto nel rispetto dei soci

quanto dei non soci, ispirandosi ai principi del Credito Popolare”. Coerentemente ai valori distintivi, il

capitolo si sviluppa in sub capitoli per singole banche di origine che, sebbene aggregandosi fra di loro

abbiano perso la propria entità giuridica, restano sempre fortemente legate ai propri territori e ai loro soci

con un proprio marchio.

Il documento si conclude con il capitolo “Evoluzione prevedibile della gestione” in cui il Management,

alla luce della gestione attuale, del rafforzamento patrimoniale e delle operazioni straordinarie realizzate,

prospetta agli investitori una crescita con ritorno a risultati economici positivi per il 2015.

Il Banco Popolare infine adempie all’obbligo di informativa richiesto dalla Consob ai sensi dell’art. 114,

comma 5, del D. Lgs. n. 58/98, sui risultati dell’esercizio di Comprehensive Assessment rappresentandone

i relativi impatti contabili nella Relazione sulla gestione all’interno del capitolo “Risultati di esercizio”.

4.2 La Relazione sulla gestione del Gruppo Monte dei Paschi di Siena

La Relazione sulla gestione del Gruppo Monte dei Paschi di Siena è articolata nei seguenti capitoli:

principi generali di redazione;

profilo del Gruppo e modello di business;

strategia;

eventi, azioni e performance;

analisi andamentale dei principali parametri economico-finanziari;

analisi andamentale dei principali capitali extra-finanziari;

informazioni sul titolo BMPS;

rapporto di sostenibilità;

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allegati.

La Relazione sulla gestione si apre con brevi cenni sui principi generali di redazione del documento.

Il secondo capitolo, “Profilo del Gruppo e modello di business”, dopo una breve panoramica dei

principali cambiamenti che il Gruppo sta attraversando, manifestati anche dalla mutata composizione del

proprio azionariato, introduce gli aspetti salienti dei sistemi di governo e controllo, già presenti e

promossi ex novo, strutturati al fine di garantire il rafforzamento del proprio assetto organizzativo. In

particolare, viene presentato il Risk Appetite Framework (RAF), ovvero il nuovo modello di gestione del

rischio adottato dal Gruppo, disegnato sulla base della volontà del board di garantire agli stakeholders

coerenza tra il profilo di rischio effettivo (risk profile) e la propensione al rischio definita dal CdA (risk

appetite), nel rispetto dei limiti massimi ammissibili (risk capacity) e dai vincoli imposti dalle Autorità di

Vigilanza.

Il terzo capitolo, “Strategia”, fornisce una sintesi sulle azioni strategiche intraprese dal Gruppo. Tali

azioni, riportate all’interno del Piano industriale 2013-2017, sono state declinate dal Piano di

Ristrutturazione 2013-2017, approvato dal CdA e dalla Commissione Europea alla fine del 2013. Nel

capitolo sono dettagliate le priorità d’azione (es. il raggiungimento di livelli sostenibili di redditività, il

rafforzamento quali-quantitativo del capitale e il riequilibrio strutturale di liquidità) ed elencati tutti gli

elementi costituenti la mission.

Segue il capitolo “Eventi azioni e performance” in cui viene stilato un elenco dettagliato e cronologico su

base mensile dei principali eventi che hanno caratterizzato l’esercizio oggetto di analisi, tra cui figurano

numerosi interventi progettuali, operazioni straordinarie e riassetti organizzativi volti a promuovere il

raggiungimento degli obiettivi definiti nel Piano Industriale e di Ristrutturazione. Il capitolo prosegue con

la presentazione dei risultati raggiunti nel corso dell’esercizio il cui confronto con le performance 2013 dà

evidenza di una situazione di tensione nel raggiungimento di performance soddisfacenti che il Gruppo

continua ad attraversare, ma da cui si evince l’impegno profuso nell’attuazione di un profondo processo

di innovazione e trasformazione.

In questo capitolo della Relazione sulla gestione la Banca inserisce i paragrafi relativi agli “Eventi

rilevanti successivi alla chiusura dell’esercizio 2014” e alla “Evoluzione prevedibile della gestione”. In

particolare in merito all’evoluzione prevedibile della gestione, nonostante il permanere di livelli di

incertezza a livello macroeconomico, il Management sottolinea la capacità di far fronte alle nuove sfide

anche a fronte della maggiore solidità patrimoniale del Gruppo raggiunta per effetto dell’aumento di

capitale sociale effettuato nel giugno 2014 che ha permesso, tra l’altro, di assorbire l’impatto dell’Asset

Quality Review.

Nel quarto capitolo “Analisi andamentale dei principali parametri economico-finanziari” viene fornita,

preceduta da rappresentazioni tabellari, un’analisi di dettaglio dei risultati conseguiti nell’esercizio con

separata indicazione dell’evoluzione registrata nei quattro trimestri. Nel capitolo viene data evidenza

degli effetti peggiorativi sul Conto Economico legati, fra le altre cose, agli effetti dell’Impairment Test

effettuato su Goodwill ed Intangibles che, causa maggiori svalutazioni, hanno concorso a far registrare al

Gruppo una perdita operativa peggiorativa di circa il 273% rispetto al 2013.

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Il capitolo prosegue con un’analisi molto dettagliata sui risultati raggiunti e raffrontati con gli esercizi

precedenti dei quattro segmenti operativi che rappresentano i settori di Business del Gruppo (Retail

Banking, Corporate e Investment Banking, Promozione Finanziaria e Digital Banking, Corporate Center)

identificati secondo quanto prescritto dall’IFRS 8.

Il quinto capitolo “Analisi andamentale dei principali capitali extra-finanziari” dedica ampio spazio alla

descrizione dei principali asset di natura non patrimoniale in dotazione a MPS quali il patrimonio clienti,

il capitale umano, il capitale relazionale, il capitale strutturale e il capitale reputazionale. Nelle pagine

successive vengono approfonditi temi in merito alle politiche di gestione ed evoluzione di tali capitali,

quali, ad esempio, l’impiego delle risorse umane a supporto dei cambiamenti organizzativi, la formazione

e valorizzazione del personale, il re-engineering della rete distributiva, riassetti tecnologici, politiche di

cost optimization della macchina operativa, innovazione in relazione a processi e qualità dei servizi

interni, le politiche di sostenibilità ambientale e le attività di comunicazione con gli investitori.

Nel capitolo successivo “Informazioni sul titolo BMPS” vengono fornite brevi informazioni descrittive su

prezzi e andamento del titolo in Borsa oltre che sulle principali valutazioni delle agenzie di rating

registrate al 31 dicembre 2014.

Il documento si conclude con il capitolo “Rapporto di sostenibilità” in cui il Management, in

considerazione delle aspettative degli stakeholder, illustra le policy e le attività intraprese dal Gruppo nel

corso dell’esercizio per migliorare qualità e sostenibilità delle performance soddisfacendo le aspettative.

Il Management infine, come precedentemente accennato, pur adempiendo all’obbligo di informativa

richiesto dalla Consob ai sensi dell’art. 114, comma 5, del D. Lgs. n.58/98, sui risultati dell’esercizio di

Comprehensive Assessment all’interno della Nota Integrativa, ha ritenuto darne un esaustivo commento

anche all’interno della Relazione sulla gestione.

La Relazione sulla gestione prevede due allegati. Nel primo allegato la Banca fornisce informazioni

sintetiche e tabellari relative alle posizioni in titoli strutturati sul credito e sui derivati creditizi mentre nel

secondo allegato si riportano prospetti di raccordo fra gli schemi del conto economico e dello stato

patrimoniale riclassificati con i prospetti contabili.

4.3 La Relazione sulla gestione del Gruppo IBL

La Relazione sulla gestione del Gruppo IBL Banca presenta la seguente articolazione in capitoli:

il mercato di riferimento;

l’area di consolidamento;

risultati consolidati di esercizio;

attività delle strutture operative;

politiche commerciali;

operazioni con parti correlate;

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politiche di assunzione, gestione e copertura dei rischi finanziari;

fatti di rilievo accaduti dopo la chiusura dell’esercizio;

evoluzione prevedibile della gestione.

Il documento si apre con una descrizione dell’andamento dello scenario macroeconomico internazionale e

dei mercati finanziari nell’area Euro; vengono poi forniti i principali indicatori relativi all’andamento

macroeconomico italiano. Il primo capitolo termina con un’analisi di dettaglio dei settori di mercato in

cui il Gruppo opera: il mercato del credito al consumo e della cessione del quinto.

Dopo aver illustrato, nel secondo capitolo, il perimetro di consolidamento del Gruppo, nel terzo capitolo

viene fornita evidenza dei risultati economico-finanziari e di performance raggiunti nell’esercizio. In

particolare il Management fornisce evidenza dei miglioramenti registrati sia in termini di maggiori

dotazioni patrimoniali, sia in termini di marginalità economica (cost/income sceso dal 49,4% al 37,5%,

net profit + 120,6%) intervenuti a seguito dell’approvazione del piano industriale in cui erano previste

modifiche strategiche del modello di profittabilità del Gruppo.

Il quarto capitolo “Attività delle strutture operative” sintetizza i principali cambiamenti intervenuti

nell’assetto organizzativo di Gruppo e nel dimensionamento dell’organico, accresciuto alla luce dei

maggiori volumi registrati.

Nel successivo capitolo “Politiche commerciali” viene sottolineato lo sforzo effettuato in termini di

miglioramento dei processi distributivi e di rafforzamento delle partnership che hanno consentito al

Gruppo di erodere quote di mercato nei propri settori di business. Il messaggio agli stakeholders,

veicolato in vari punti all’interno del capitolo, è di garanzia di continuità rispetto all’attuale trend di

crescita e di consolidamento della leadership di mercato acquisita nel settore della cessione del quinto,

core business del Gruppo. La rappresentazione tabellare guida agevolmente il lettore nella comprensione

dei risultati ottenuti e dei trend evolutivi.

Seguono, nel sesto capitolo, brevi cenni sulle operazioni poste in essere dalle società del Gruppo rientranti

nella propria normale operatività, attuate a condizioni di mercato e nel rispetto delle normative di

riferimento e delle procedure interne di Governance.

Il settimo capitolo “Politiche di assunzione, gestione e copertura dei rischi finanziari” è dedicato alla

descrizione delle principali componenti di rischio cui il Gruppo è esposto: rischio di credito, rischio di

tasso e di liquidità ed alle modalità poste in essere per garantire la corretta mitigazione degli stessi. La

seconda parte del capitolo in oggetto dà invece evidenza degli effetti derivanti dall’introduzione del

Regolamento 575/2013 (CRR) e della Direttiva 2013/36/EU (CRD IV) con le quali l’Unione Europea ha

introdotto le nuove regole definite dal Comitato di Basilea finalizzate a rafforzare il sistema bancario

rendendolo più resistente a shock finanziari.

Tale nuovo assetto normativo, che impone un rafforzamento del capitale a fronte di una minore leva

finanziaria e di minori profitti, è stato adottato dal Gruppo IBL in seguito ad approvazione da parte

dell’Organo di Vigilanza del proprio Piano di Conservazione redatto in coerenza con quanto richiesto

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dalla Circolare 285/2013 di Banca d’Italia. Il Management di Gruppo sottolinea, alla fine del capitolo, il

raggiungimento al 31 dicembre 2014 degli obiettivi industriali previsti all’interno del citato Piano di

Conservazione.

Nel successivo capitolo “Fatti di rilievo accaduti dopo la chiusura dell’esercizio” vengono descritte le

operazioni effettuate nel primo trimestre dell’esercizio 2015, poste in essere al fine di garantire la piena

aderenza al citato Regolamento 575/2013.

La Relazione sulla gestione si conclude con il capitolo “Evoluzione prevedibile della gestione”. Il

Management sottolinea il raggiungimento di tutti gli obiettivi definiti nel piano industriale ed il completo

consolidamento del processo di conversione del proprio modello di profittabilità, passato da “originate to

distribuite” a “originate to hold”. I fattori critici di successo associati a tale nuovo modello di Business

dovrebbero, nell’ottica del Management, garantire anche nel corso dell’esercizio 2015 il raggiungimento

dei risultati definiti in fase di Budget.

4.4 La Relazione sulla gestione di Banca BCC Don Rizzo

La Relazione sulla gestione di Banca BCC Don Rizzo è strutturata nei seguenti capitoli:

il contesto globale e il credito cooperativo;

i criteri seguiti nella gestione per il conseguimento degli scopi statutari della società cooperativa ai

sensi dell’art. 2 della L. 59/92;

l’andamento della gestione;

la struttura operativa;

il presidio dei rischi e il sistema dei controlli interni;

le informazioni sugli aspetti ambientali;

gli eventi principali che hanno caratterizzato la gestione;

i fatti di rilievo verificatisi dopo la chiusura dell’esercizio;

l’evoluzione prevedibile della gestione;

conclusioni.

Il primo capitolo “Il contesto globale e il credito cooperativo” descrive l’andamento dello scenario

macroeconomico globale e dei mercati finanziari nell’area Euro per poi dare evidenza dell’andamento dei

mercati finanziari in Italia; la descrizione è corredata da indicatori e trend sull’evoluzione dell’industria

bancaria nazionale ed internazionale.

Il documento redatto dagli amministratori dà ampio spazio alle nuove sfide dell’Unione Europea che

impongono al sistema del Credito Cooperativo un impegno su più fronti: responsabilizzazione,

razionalizzazione, rafforzamento e rinnovamento, tenendo al contempo in considerazione i connotati

distintivi tipici delle BCC, in primis il perseguimento dello scopo mutualistico ed il radicamento

territoriale.

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Prima di illustrare l’andamento della gestione aziendale vengono dettagliati i criteri seguiti per garantire il

conseguimento dello scopo mutualistico della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 della L. 59/92 e

dell’art. 2545 c.c.

Il terzo capitolo “L’andamento della gestione” è dedicato alla descrizione delle principali voci

patrimoniali e reddituali; nel prosieguo del documento, a fronte di un risultato d’esercizio molto

peggiorativo rispetto all’anno precedente, viene sottolineata la propria vocazione di “banca del territorio”,

che investe costantemente nell’economia reale locale.

Il capitolo successivo “La struttura operativa” descrive la ramificazione degli sportelli sulla rete

territoriale, i modelli organizzativi interni adottati, la politica di valorizzazione e tutela delle risorse

umane e gli investimenti effettuati nell’area Information Technology e nelle attività di ricerca e sviluppo.

Nel quinto capitolo “Il presidio dei rischi ed il sistema di controlli interni” sono descritti il modello di

Governance e gli organi societari preposti a garantire la mitigazione ed il presidio dei rischi e

l’assolvimento degli obblighi in materia di compliance. Ampio spazio è dedicato alla descrizione delle

principali attività poste in essere per la gestione dei rischi.

Il capitolo successivo fornisce indicazioni in merito alle tematiche di responsabilità in materia di

salvaguardia ambientale e delle misure adottate per attuarle.

Nei capitoli che susseguono vengono elencati i principali eventi che hanno caratterizzato l’esercizio e

l’assenza di fatti di rilievo verificatisi dopo la chiusura dello stesso. In particolare la descrizione

cronologica dei principali eventi dell’anno fornisce un quadro chiaro del forte dinamismo che caratterizza

la Banca.

Il documento si chiude con il paragrafo “Evoluzione prevedibile della gestione” nel quale il Management

societario sottolinea la “ragionevole aspettativa che la banca possa continuare la propria operatività in un

futuro prevedibile” sulla base di quanto deliberato dal Consiglio di Amministrazione all’atto

dell’approvazione del Bilancio ed esprime la volontà di mirare a raggiungere gli obiettivi definiti

all’interno del piano operativo. Soprattutto, però, come fatto in premessa, viene evidenziata l’esigenza e

l’importanza nell’attuale scenario economico di poter contare su un sistema di Credito Cooperativo;

nell’ottica del Management societario, infatti, tale sistema del Credito, seppur razionalizzato, dovrà essere

al contempo tutelato e valorizzato in quanto risorsa fondamentale per l’economia nazionale.

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5 LA RELAZIONE SULLA GESTIONE QUALE STRUMENTO STRATEGICO DI

COMUNICAZIONE

Con i bilanci dell’esercizio 2014 si chiude una fase storica del sistema bancario italiano che difficilmente

si ripresenterà. Nel periodo intercorso fra il novembre 2014 ed il dicembre 2015, infatti, si sono

concentrate diverse e profonde innovazioni destinate a cambiare in modo irreversibile l’industria bancaria

sia italiana che europea. Più precisamente si tratta dell’avvio del Single Supervisory Mechanism e del

recepimento contestuale della Direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) che

introducono un nuovo sistema e di gestione e risoluzione delle crisi con il meccanismo del Bail-In,

oltreché dell’emanazione della Direttiva DGSD (Deposit Guarantee Scheme Directive) riguardante il

rinnovato sistema di tutela dei risparmiatori.

A questo nuovo quadro europeo si devono aggiungere, nello stesso periodo, le ricadute sugli assetti

proprietari prodotte dalle riforme nazionali già approvate sulle Banche Popolari e sulle Fondazioni

bancarie e a breve sul sistema delle Banche di Credito Cooperativo.

Sebbene ogni normativa citata comporti un cambiamento epocale, la straordinarietà dello stesso consiste

nella velocità di recepimento che non ha precedenti e nella contestualità dei loro impatti che ricadranno

contemporaneamente nello stesso periodo sulle banche, sulle autorità e sulla clientela.

Nella Relazione sulla gestione al 31 dicembre 2014 del Banco Popolare ad esempio si percepisce la

contestualità di due scenari differenti: da un lato quelli derivanti dal Comprehensive Assessment,

dall’altro il nuovo percorso di trasformazione in società per azioni entro 18 mesi dalla data di

approvazione del bilancio.

Alla luce di quanto detto, si analizzano nelle pagine successive come gli amministratori nelle Assemblee

di approvazione del bilancio di un anno particolare come il 2014 hanno comunicato agli azionisti e al

mercato il processo di cambiamento in corso e le modalità attraverso le quali si intende affrontarlo.

5.1 Banco Popolare: attraverso la Relazione sulla gestione si trasmette il senso di responsabilità

degli amministratori e la capacità di affrontare il futuro scenario

La maggiore Banca popolare italiana si presenta all’assemblea di approvazione del bilancio 2014 con una

situazione particolare: la chiusura dell’esercizio con una perdita di oltre 1,9 miliardi di euro da

rappresentare e motivare; l’esito positivo, non scontato alla vigilia, dell’Asset Quality Review e dello

Stress Test; un decreto legge appena approvato che prevede la trasformazione in società per azioni delle

Banche Popolari con attivo superiore a 8 miliardi di euro, entro 18 mesi.

Il fascicolo di bilancio è composto da 807 pagine. Il Management decide di pubblicare quindi una breve

lettera di due pagine, posta prima della Relazione sulla gestione, in cui esprime sinteticamente, ma con

autorevolezza e senso di responsabilità, come intende rispondere alle richieste di cambiamento. Questo

esercizio viene svolto in modo chiaro focalizzando l’attenzione su due punti: il ritorno alla profittabilità

nel 2015 e accettando, con spirito costruttivo, la trasformazione in società per azioni, anche se viene

dichiarato rispetto al decreto di trasformazione un giudizio negativo sul merito e sulle modalità.

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La breve lettera del Management riassume esattamente il messaggio che verrà successivamente fornito

nella Relazione sulla gestione. La perdita dell’esercizio di oltre 1,9 miliardi di euro, di fronte al

cambiamento in corso, viene correttamente fatta percepire come un fatto di un passato ormai chiuso. La

nuova prospettiva è il tema su cui deve svilupparsi il dibattito. La volontà, espressa con chiarezza e

determinazione, di procedere ad una aggregazione “intelligente” e di accelerare decisamente la

realizzazione delle linee guida del piano industriale sintetizzano in maniera chiara la comunicazione del

Management.

Nella Relazione sulla gestione 2014 il messaggio di fondo esprime la capacità effettiva della Banca di

tracciare il proprio futuro nell’interesse dei soci, dei dipendenti e dei clienti, senza vincoli o

condizionamenti esterni.

È importante sottolineare che, prima della chiusura dell’esercizio 2014, precisamente nel mese di ottobre,

l’esito del rigoroso esercizio di Comprehensive Assessment era risultato positivo. Successivamente

all’approvazione del bilancio 2014, la Relazione semestrale al 30 giugno 2015 ha chiuso con un risultato

positivo di 293 milioni di euro.

5.2 Monte dei Paschi di Siena: nel momento più critico emerge la forza del capitale extra-

finanziario

L’assemblea del bilancio 2014 del Monte dei Paschi di Siena si celebra in un momento particolare della

sua sofferta storia di questi ultimi anni. Nel precedente triennio 2011-2013 il Gruppo ha chiuso con

risultati sempre negativi cumulando una perdita complessiva di 9,8 miliardi di euro.

Il bilancio 2014 presenta una perdita ulteriore di 5,3 miliardi di euro, una perdita che vanifica l’aumento

di capitale avvenuto a giugno 2014. La perdita si realizza in modo particolare nel quarto trimestre 2014,

come illustrano chiaramente gli amministratori nella Relazione sulla gestione in due tabelle che riportano

l’evoluzione trimestrale delle rettifiche nette di valore su crediti e del Risultato Operativo Netto.

L’esito del risultato di Comprehensive Assessment, reso pubblico nel mese di ottobre 2014, risulta

positivo sia per la capacità di assorbimento dell’impatto di Asset Quality Review sia per il superamento

dello stress test relativo allo “Scenario di Base”. Lo stress test “Scenario Avverso”, invece, non è stato

superato evidenziando una carenza (shortfall) di 2,1 miliardi di euro.

Nelle 39 pagine del capitolo “Analisi andamentale dei principali parametri economico-finanziari” della

Relazione sulla gestione emerge una situazione dinamica da cui si evidenzia che la Banca ha messo in

atto importanti iniziative di mercato sui diversi settori di Business del Gruppo (Retail Banking, Corporate

e Investment Banking, Promozione Finanziaria e Digital Banking, Corporate Center). In questo

importante capitolo della Relazione sulla gestione risulta come la banca, con i suoi 25.961 dipendenti e

oltre 5 milioni di clienti, appaia indirizzata nella corretta direzione.

La Relazione sulla gestione presenta un secondo e ulteriore elemento degno di sottolineatura. Si osserva

in particolare che, all’inizio del primo capitolo “Profilo del Gruppo e Modello di Business”, è riportata

una tabella che sintetizza il Modello di Business distinguendolo una sezione relativa al capitale

Finanziario ed un’altra, più ricca di informazioni, riguardante il Capitale extra-finanziario.

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Nelle parti successive della Relazione sulla gestione viene inoltre dedicato un apposito capitolo di 19

pagine (“Risultati andamentali dei principali parametri extra-finanziari”) al Patrimonio Clienti, al Capitale

umano e al Capitale Relazionale, Strutturale e Reputazionale. È di estremo interesse, all’interno di questo

capitolo, la tabella denominata “Stakeholder Engagement” che riporta le questioni affrontate nel corso

dell’anno con le Istituzioni e le Autorità di controllo, con le Istituzioni locali, le Associazioni

imprenditoriali, i Clienti, le Associazioni dei Consumatori, le Organizzazioni Sindacali, i Dipendenti, gli

Azionisti, gli Investitori e gli Analisti.

Escludendo il Rapporto di sostenibilità incluso nella Relazione sulla gestione, il numero di pagine della

Relazione sulla gestione dedicate al Capitale non finanziario pesa per oltre il 25%. Includendo il capitolo

sul Rapporto di Sostenibilità la percentuale sale al 42%. Dalla Relazione sulla gestione emerge

chiaramente lo sforzo profuso dal Management nel tentativo di massimizzare i risultati della gestione

cercando al contempo di curare attentamente le esigenze del territorio e dei suoi attori di riferimento.

Nella Relazione sulla gestione emerge inoltre un terzo importante e peculiare elemento. La capacità

acquisita dal Management di dialogare costruttivamente con la BCE anticipando rispetto alle altre banche

italiane ed europee le prassi del nuovo Meccanismo Unico di Vigilanza. In seguito alla predisposizione

del Capital Plan e alla sua presentazione a Francoforte da parte dei vertici della Banca avvenuto nel corso

del primo trimestre 2015 si è ottenuta una riduzione della soglia minima del CET 1 (Common Equity Tier

1) richiesta dalla BCE. Un risultato che come vedremo in seguito si rivelerà prezioso per il futuro della

Banca.

Successivamente all’Assemblea del bilancio avvengono alcuni fatti di rilevo che confermano il

raggiungimento di importanti risultati. Viene portato a termine con successo un nuovo aumento di

capitale di 3 miliardi di euro. La semestrale al 30 giugno 2015 chiude con un risultato positivo di 93

milioni di euro. Alla stessa data, il CET 1 della Banca supera la soglia minima richiesta dalla BCE.

In conclusione, nel corposo fascicolo di bilancio composto da 920 pagine, sono sufficienti poche pagine

dedicate al valore del capitale extra-finanziario poste all’interno della Relazione sulla gestione per

riassumere la base fondamentale di valori che ha consentito alla Banca di superare un momento

particolarmente difficile della sua storia. Anche quando il monitoraggio sulla ristrutturazione del Gruppo

si è trasferito definitivamente a Francoforte, dove il peso preponderante lo giocano i sintetici e oggettivi

indicatori di rischio, il Management è riuscito, valorizzando gli asset extra-finanziari della Banca che

originano in gran parte dal territorio locale, a progettare un nuovo percorso sostenibile.

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5.3 IBL: un player ad elevata redditività

All’interno del sistema bancario e finanziario provato da un lungo e sofferto periodo, IBL si sta

distinguendo come player di nicchia che evidenzia forti trend di crescita e di redditività. La Relazione

sulla gestione di IBL è estremamente tecnica e orientata a dare evidenza dei risultati raggiunti.

La banca presenta 3 caratteristiche peculiari che rappresentano allo stesso tempo dei punti di forza:

l’estrema specializzazione in un mercato di nicchia, la cessione del quinto, con un modello

organizzativo “lan” ed efficace;

l’utilizzo elevato, ma sottoposto ad attento controllo, di strumenti finanziari quali i derivati e le

autocartolarizzazioni, le emissioni di titoli subordinati e l’asset Management sul portafoglio

Available For Sale (AFS);

il ricorso a più canali di vendita flessibili che utilizzano in modo molto innovativo i contratti che

derivano dalla rete e che interagiscono fra di loro (rete diretta, rete indiretta attraverso accordi con

altre banche e partnership, raccolta on line).

Dalla Relazione sulla gestione si recepiscono i risultati estremamente soddisfacenti che sono stati

raggiunti, anche in virtù del business model evoluto che è stato predisposto.

È importante sottolineare che la gestione del rischio permette alla banca un significativo contenimento del

costo del credito. I crediti deteriorati infatti risultano del tutto irrilevanti rispetto agli impieghi con

clientela.

Il principale rischio, il rischio di tasso di interesse, viene tenuto sotto controllo attraverso il ricorso a

modelli di copertura sofisticati che utilizzano strumenti derivati e, più recentemente, mediante il ricorso a

coperture dirette con finanziamenti Long Term Refinancing Operations (LTRO) della BCE. La banca ha

costituito un modello di Macrohedge di portafoglio per gli impieghi ed un modello di Hedging specifico

per il passivo.

L’accesso al mercato delle cartolarizzazioni, sia in qualità di originator che di issuer di strumenti ABS

(Asset Backed Securities), e la capacità di strutturare e collocare in poco tempo prestiti subordinati di

“classe 2” sono valori intangibili ma in grado di generare rapida crescita e valore. In questo contesto il

programma che prevede la quotazione in borsa nei prossimi mesi è una naturale conseguenza del processo

di crescita ed evoluzione.

L’attivo del bilancio consolidato presenta una bassa percentuale di attività immateriali. A differenza della

generalità delle banche italiane, le attività per deferred taxes sono irrilevanti e l’avviamento tende a zero.

Non sono presenti fra le attività strumenti derivati. Questi sono iscritti solo nelle passività in quanto tutti

con fair value negativo (coperture rischio di tasso). Il TFR non appare in quanto IBL versa annualmente

la quota al fondo pensioni.

L’insieme di questi fattori ha prodotto nel 2014 una crescita rilevante dei ricavi (+ 70% del margine di

interesse). Come anticipato, l’attenta gestione ha evitato che venisse registrata una proporzionale crescita

dei costi (i costi del personale sono cresciuti del 19%).

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IBL presenta un cost/income ratio del 37% a fronte di un valore medio per le banche italiane del 50% e

per quelle europee del 60%.

In conclusione, il Management Commentary di IBL al 31 dicembre 2014 risulta estremamente tecnico e

focalizzato sugli indicatori finanziari e di rischio. Indirettamente comunica l’attenzione prioritaria del

Management alla performance.

5.4 BCC Don Rizzo: la difesa della “biodiversità”, ma anche attenzione alla gestione dei rischi e alle

performance

La BCC Don Rizzo che rientra fra le prime Banche di credito cooperativo siciliano si trova in un

momento particolare. I nuovi Amministratori, al loro primo anno, presentano un bilancio che si chiude

con un significativo risultato negativo. A breve, inoltre, si definirà un progetto di riforma riguardante un

nuovo assetto dell’intero sistema delle BCC di cui alla data dell’Assemblea non si hanno ancora notizie

definitive.

Nelle 57 pagine della Relazione sulla gestione colpisce l’aderenza ai profili tecnici che caratterizzano la

gestione bancaria. Nelle 15 pagine di cui è composto il capitolo sull’andamento della gestione si riportano

prevalentemente tabelle numeriche e commenti sugli andamenti delle grandezze riportate. Le 20 pagine

del capitolo successivo “Il presidio dei rischi ed il sistema dei controlli interni”, che rappresentano in

termini quantitativi il 35% della Relazione sulla gestione, sono interamente dedicate alle modalità di

gestione quantitativa dei rischi, ai controlli e alle conseguenti scelte organizzative gestionali.

L’aspetto peculiare che si riscontra nella comunicazione della BCC è quindi la forte attenzione agli aspetti

gestionali, di rischio e di performance rispetto a quelli di natura strategica.

Nell’analisi del bilancio si scorge tuttavia nella premessa alla Relazione sulla gestione un’informativa

degli amministratori sullo scenario prossimo. Nel momento in cui l’Assemblea approva il bilancio 2014,

il Sistema del credito cooperativo non aveva ancora individuato un percorso univoco. Nel periodo il

dibattito interno al Sistema è molto acceso. L’incertezza che caratterizza il momento non impedisce agli

amministratori della Banca di fornire nella Relazione sulla gestione un’adeguata informativa ai soci sul

cambiamento che li attende.

Nella premessa alla Relazione sulla gestione gli Amministratori infatti dichiarano che sussiste la

possibilità che mutamenti di scenario legati a progetti di riforma, attualmente al vaglio delle autorità di

vigilanza italiane ed europee, possano divenire agenti di discontinuità normativa per le Banche di Credito

Cooperativo.

Rispetto agli effetti di tali possibili scenari ed ai cambiamenti già intervenuti in seguito all’entrata in

vigore del Meccanismo di Vigilanza Unico viene sottolineata la necessità che l’intero sistema del credito

cooperativo, al pari degli altri istituti bancari, si doti di strumenti maggiormente efficaci nel garantire

resistenza a possibili shock finanziari.

In aggiunta a tale messaggio di “accettazione consapevole” dell’esigenza di riformare alcune normative

da parte delle BCC, viene sottolineata l’importanza di riconoscere il ruolo svolto dal sistema del credito

mutualistico all’interno del settore bancario nazionale ed europeo tenendo al contempo conto e

salvaguardando in parte la loro “biodiversità bancaria”.

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In conclusione, attraverso la Relazione sulla gestione, gli amministratori ribadiscono il concetto a loro più

caro ovvero che qualunque sarà la scelta di sistema sul nuovo assetto, la “biodiversità” che caratterizza le

banche di credito cooperativo e la reciprocità con le comunità locali rappresenteranno sempre una risorsa

per il nostro Paese.

6 CONCLUSIONI

Questo lavoro ha messo in luce che la Relazione sulla gestione delle banche si trasforma continuamente

seguendo coerentemente le vicende del settore. È interessante quindi comprendere quale potrebbe essere

la direttrice di sviluppo dell’informativa dei prossimi anni.

Si individua come fattore emergente la nuova prospettiva introdotta dalla recente Direttiva 59/2014, che

prevede un nuovo sistema e di gestione e risoluzione delle crisi con il meccanismo del c.d. “Bail-In”.

In primo luogo si assisterà alla nascita di una nuova e importante categoria di stakeholders rappresentata

dai risparmiatori e dagli investitori non protetti che, insieme agli azionisti e come avviene per tutti i

settori economici privati diversi dalle banche, potranno sostenere il costo del fallimento delle banche. In

secondo luogo cambierà il modo con cui le banche saranno amministrate affiancando al tradizionale risk

management anche una gestione rafforzata di prevenzione delle crisi.

Questi due macrofattori provocheranno a breve un cambiamento epocale nel modo con cui le banche

saranno valutate e analizzate dalle società di rating. Lo strumento del “Bail-In” darà un incentivo agli

investitori e alla clientela a vigilare sul buon funzionamento della banca. Le regole prudenziali che negli

ultimi venti anni hanno imposto alle banche un meccanismo di funzionamento fondato sulla “probability

of default” si stanno rapidamente adeguando per internalizzare presso le banche e somatizzare la “social

loss given default”. Nel nuovo contesto si modifica anche il modo con cui le Autorità Competenti e le

Autorità di Risoluzione interagiscono con le banche vigilate.

Il cambio di prospettiva del nuovo meccanismo di prevenzione, che silenziosamente sta già da qualche

tempo producendo impatti sull’organizzazione interna delle banche, si rifletterà senza dubbio sulla

Relazione di gestione delle banche nei prossimi anni ed in particolare nel modo in cui gli amministratori

comunicheranno le loro strategie per prevenire le crisi.