QUESTIONARIO - MATHESIS ROMANA...Mathesis Roma Seconda prova liceo scientifico Sessione suppletiva...

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Mathesis Roma Seconda prova liceo scientifico Sessione suppletiva 2019 QUESTIONARIO Soluzioni a cura di S,Iacino, A. Lanza, S. Savarino QUESITO 1 Fissati i numeri reali positivi a e b, con β‰₯, provare che lim β†’+∞ log ( + )= Soluzione Per calcolare il limite facciamo prima un cambio di base del logaritmo e lo portiamo in base e, per cui il limite diventa: lim β†’+∞ log ( + )= lim β†’+∞ ln( + ) ln = ∞ ∞ PoichΓ© sussistono le ipotesi, applichiamo il teorema di de l’Hopital per risolvere la forma indeterminata: lim β†’+∞ ln( + ) ln = ∞ ∞ = lim β†’+∞ ( + ) + 1 = lim β†’+∞ βˆ’1 + βˆ’1 + 1 = lim β†’+∞ ( + ) ( + ) = lim β†’+∞ ( + ) ( + ) Ora se > allora lim β†’+∞ ( + ) ( + ) = ∞ ∞ = in quanto il limite Γ¨ dato dal rapporto dei coefficienti delle x di grado massimo. Se = allora lim β†’+∞ ( + ) ( + ) = lim β†’+∞ ( + ) ( + ) = lim β†’+∞ 2 2 =

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Mathesis Roma Seconda prova liceo scientifico Sessione suppletiva 2019

QUESTIONARIO

Soluzioni a cura di S,Iacino, A. Lanza, S. Savarino

QUESITO 1

Fissati i numeri reali positivi a e b, con π‘Ž β‰₯ 𝑏, provare che

limπ‘₯β†’+∞

logπ‘₯(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏) = π‘Ž

Soluzione

Per calcolare il limite facciamo prima un cambio di base del logaritmo e lo portiamo in base e, per

cui il limite diventa:

limπ‘₯β†’+∞

logπ‘₯(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏) = lim

π‘₯β†’+∞

ln(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)

ln π‘₯=

∞

∞

PoichΓ© sussistono le ipotesi, applichiamo il teorema di de l’Hopital per risolvere la forma

indeterminata:

limπ‘₯β†’+∞

ln(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)

ln π‘₯=

∞

∞= lim

π‘₯β†’+∞

𝐷(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏

1π‘₯

= limπ‘₯β†’+∞

π‘Žπ‘₯π‘Žβˆ’1 + 𝑏π‘₯π‘βˆ’1

π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏

1π‘₯

= limπ‘₯β†’+∞

(π‘Žπ‘₯π‘Ž + 𝑏π‘₯𝑏)π‘₯

π‘₯(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)=

limπ‘₯β†’+∞

(π‘Žπ‘₯π‘Ž + 𝑏π‘₯𝑏)

(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)

Ora se π‘Ž > 𝑏 allora

limπ‘₯β†’+∞

(π‘Žπ‘₯π‘Ž + 𝑏π‘₯𝑏)

(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)=

∞

∞= π‘Ž

in quanto il limite Γ¨ dato dal rapporto dei coefficienti delle x di grado massimo.

Se π‘Ž = 𝑏 allora

limπ‘₯β†’+∞

(π‘Žπ‘₯π‘Ž + 𝑏π‘₯𝑏)

(π‘₯π‘Ž + π‘₯𝑏)= lim

π‘₯β†’+∞

(π‘Žπ‘₯π‘Ž + π‘Žπ‘₯π‘Ž)

(π‘₯π‘Ž + π‘₯π‘Ž)= lim

π‘₯β†’+∞

2π‘Žπ‘₯π‘Ž

2π‘₯π‘Ž= π‘Ž

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QUESITO 2

È assegnata la funzione 𝑓: 𝑅 β†’ 𝑅 cosΓ¬ definita:

𝑓(π‘₯) = ∫ 𝑒𝑑2π‘₯

1

𝑑𝑑

Studiare il segno della funzione 𝑓 e provare che essa Γ¨ crescente. Determinare il valore di

βˆ«π‘“β€²β€²(π‘₯)

𝑓′(π‘₯)𝑑π‘₯

1

0

Soluzione

Il dominio della funzione 𝑓(π‘₯) Γ¨ 𝑅. Inoltre, poichΓ© la funzione integranda 𝑔(𝑑) = 𝑒𝑑2 Γ¨ sempre

positiva nel suo dominio 𝑅 ne segue che la funzione integrale Γ¨ concorde con la funzione integranda,

a patto che l’estremo di integrazione inferiore sia minore dell’estremo superiore, discorde in caso

contrario; pertanto

𝑠𝑒 π‘₯ > 1 π‘Žπ‘™π‘™π‘œπ‘Ÿπ‘Ž 𝑓(π‘₯)Γ¨ π‘ π‘’π‘šπ‘π‘Ÿπ‘’ π‘π‘œπ‘ π‘–π‘‘π‘–π‘£π‘Ž

𝑠𝑒 π‘₯ < 1 π‘Žπ‘™π‘™π‘œπ‘Ÿπ‘Ž 𝑓(π‘₯)Γ¨ π‘ π‘’π‘šπ‘π‘Ÿπ‘’ π‘›π‘’π‘”π‘Žπ‘‘π‘–π‘£π‘Ž

𝑠𝑒 π‘₯ = 1 π‘Žπ‘™π‘™π‘œπ‘Ÿπ‘Ž 𝑓(π‘₯) = 0

Dimostriamo ora che 𝑓(π‘₯) Γ¨ crescente:

essendo la funzione integranda continua, per il Teorema fondamentale del calcolo integrale

𝑓′(π‘₯) = 𝑒π‘₯2 π‘β„Žπ‘’ Γ¨ π‘π‘œπ‘ π‘–π‘‘π‘–π‘£π‘Ž βˆ€ π‘₯ ∈ 𝑅

pertanto 𝑓(π‘₯) Γ¨ sempre crescente.

Calcoliamo ora l’integrale

βˆ«π‘“β€²β€²(π‘₯)

𝑓′(π‘₯)𝑑π‘₯

1

0= [ln (𝑓′(π‘₯))]0

1 = [ln 𝑒π‘₯2]0

1= [π‘₯2]0

1 =1

Ovvero, in modo diretto

∫2π‘₯𝑒π‘₯2

𝑒π‘₯2 𝑑π‘₯ = 2∫ π‘₯ 𝑑π‘₯ = [π‘₯2]01 = 1

1

0

1

0

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QUESITO 3

Dimostrare che il quadrilatero avente per vertici i punti medi dei lati di un rombo Γ¨ un rettangolo

Soluzione

Consideriamo il rombo (ABCD) in figura, dove M, N, P, R, sono punti medi dei lati del rombo:

Le ipotesi sono le seguenti:

β€’ 𝐴𝐡 = 𝐡𝐢 = 𝐢𝐷 = 𝐴𝐷

β€’ 𝐴𝐡//𝐢𝐷 𝑒 𝐴𝐷//𝐡𝐢

β€’ 𝐡�̂�𝐷 = 𝐡�̂�𝐷 𝑒 𝐴�̂�𝐢 = 𝐴�̂�𝐢

β€’ 𝐴𝑀 = 𝑀𝐡 = 𝐡𝑅 = 𝑅𝐢 = 𝐢𝑃 = 𝑃𝐷 = 𝐷𝑁 = 𝑁𝐴

Sapendo che un rettangolo Γ¨ un parallelogramma avente tutti e quattro gli angoli uguali e uguali a

90Β°, dobbiamo dimostrare che

β€’ 𝑀𝑁 = 𝑅𝑃 𝑒 𝑀𝑅 = 𝑁𝑃

β€’ 𝑅�̂�𝑁 = 𝑀�̂�𝑃 = 𝑁�̂�𝑅 = 𝑃�̂�𝑀 = 90Β°

Consideriamo i triangoli AMN e RPC che sono isosceli e uguali per il primo criterio di uguaglianza

in quanto hanno:

𝐴𝑀 = 𝐴𝑁 = 𝑅𝐢 = 𝑃𝐢

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𝐡�̂�𝐷 = 𝐡�̂�𝐷

Pertanto avranno uguali tutti gli altri elementi e in particolare

𝑀𝑁 = 𝑅𝑃

𝐴�̂�𝑁 = 𝐴�̂�𝑀 = 𝐢�̂�𝑃 = 𝐢�̂�𝑅 = 𝛼

Analogamente i triangoli BMR e NDP sono isosceli e uguali per il primo criterio di uguaglianza in

quanto hanno:

𝐡𝑀 = 𝐡𝑅 = 𝑁𝐷 = 𝐷𝑃

𝐴�̂�𝐢 = 𝐴�̂�𝐢

Pertanto avranno uguali tutti gli altri elementi e in particolare

𝑀𝑅 = 𝑁𝑃

𝐡�̂�𝑅 = 𝐡�̂�𝑀 = 𝑃�̂�𝐷 = 𝐷�̂�𝑁 = 𝛽

Inoltre

𝑅�̂�𝑁 = 𝑀�̂�𝑃 = 𝑁�̂�𝑅 = 𝑃�̂�𝑀 = 180Β° βˆ’ 𝛼 βˆ’ 𝛽

PoichΓ© la somma degli angoli interni in un quadrilatero Γ¨ uguale a tanti angoli piatti quanti sono i lati

meno due, ovvero 360Β°, ne segue che

𝑅�̂�𝑁 = 𝑀�̂�𝑃 = 𝑁�̂�𝑅 = 𝑃�̂�𝑀 = 90Β°

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QUESITO 4

Considerati i punti A(2,3,6), B(6,2,-3), C(3,-6,2) nello spazio tridimensionale, verificare che i

segmenti OA, OB, OC (dove il punto O indica l’origine degli assi) costituiscono tre spigoli di un

cubo.

Determinare il raggio e il centro della sfera S circoscritta a tale cubo.

Soluzione

Per verificare che i segmenti OA, OB e OC siano i tre spigoli di un cubo dobbiamo verificare

l’uguaglianza dei tre segmenti OA=OB=OC:

𝑂𝐴 = √(2 βˆ’ 0)2 + (3 βˆ’ 0)2 + (6 βˆ’ 0)2 = √49 = 7

𝑂𝐡 = √(6 βˆ’ 0)2 + (2 βˆ’ 0)2 + (βˆ’3 βˆ’ 0)2 = √49 = 7

𝑂𝐢 = √(3 βˆ’ 0)2 + (βˆ’6 βˆ’ 0)2 + (2 βˆ’ 0)2 = √49 = 7

e la mutua perpendicolaritΓ , e per far ciΓ² prendiamo in considerazione il vettore direzione della retta

OA che Γ¨ 𝑣 βƒ—βƒ—βƒ— (2,3,6), quello della retta OB che Γ¨ 𝑣 β€²(6,2, βˆ’3) e quello della retta OC che Γ¨ 𝑣 β€²β€²(3, βˆ’6,2).

AffinchΓ© OA sia perpendicolare a OB si deve avere:

𝑣 π‘₯ 𝑣′⃗⃗⃗ = 0 β†’ 𝑣π‘₯𝑣′π‘₯ + 𝑣𝑦𝑣′𝑦 + 𝑣𝑧𝑣′𝑧 = 0 β†’ 2 βˆ™ 6 + 3 βˆ™ 2 βˆ’ 6 βˆ™ 3 = 0 𝑐. 𝑣. 𝑑.

affinchΓ© OA sia perpendicolare a OC si deve avere:

𝑣 π‘₯ 𝑣′′⃗⃗⃗⃗ = 0 β†’ 𝑣π‘₯𝑣′′π‘₯ + 𝑣𝑦𝑣′′𝑦 + 𝑣𝑧𝑣′′𝑧 = 0 β†’ 2 βˆ™ 3 βˆ’ 3 βˆ™ 6 + 6 βˆ™ 2 = 0 𝑐. 𝑣. 𝑑.

affinchΓ© OB sia perpendicolare a OC si deve avere:

𝑣′⃗⃗⃗ π‘₯ 𝑣′′⃗⃗⃗⃗ = 0 β†’ 𝑣′π‘₯𝑣′′π‘₯ + 𝑣′𝑦𝑣′′𝑦 + 𝑣′𝑧𝑣′′𝑧 = 0 β†’ 6 βˆ™ 3 βˆ’ 2 βˆ™ 6 βˆ’ 3 βˆ™ 2 = 0 𝑐. 𝑣. 𝑑

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Il diametro della sfera circoscritta al cubo Γ¨ la diagonale CD del cubo, mentre il centro C’ Γ¨ il punto

medio di questa diagonale; pertanto determiniamo prima il punto medio M della diagonale AB del

quadrato di base del cubo e, con la formula inversa del punto medio, determiniamo il vertice D:

π‘₯𝑀 =π‘₯𝐴 + π‘₯𝐡

2=

2 + 6

2= 4

𝑦𝑀 =𝑦𝐴 + 𝑦𝐡

2=

3 + 2

2=

5

2

𝑧𝑀 =𝑧𝐴 + 𝑧𝐡

2=

6 βˆ’ 3

2=

3

2

π‘₯𝐷 = 2π‘₯𝑀 βˆ’ π‘₯𝑂 = 8

𝑦𝐷 = 2𝑦𝑀 βˆ’ 𝑦𝑂 = 5

𝑧𝐷 = 2𝑧𝑀 βˆ’ 𝑧𝑂 = 3

Quindi il diametro CD Γ¨

𝐢𝐷 = √(3 βˆ’ 8)2 + (βˆ’6 βˆ’ 5)2 + (2 βˆ’ 3)2 = 7√3

e quindi il raggio r Γ¨

π‘Ÿ =𝐢𝐷

2=

7√3

2

Mentre il centro C’ della sfera Γ¨ il punto medio M’ della diagonale CD:

π‘₯𝐢′ =π‘₯𝐢 + π‘₯𝐷

2=

3 + 8

2=

11

2

𝑦𝐢′ =𝑦𝐢 + 𝑦𝐷

2=

βˆ’6 + 5

2= βˆ’

1

2

𝑧𝐢′ =𝑧𝐢 + 𝑧𝐷

2=

2 + 3

2=

5

2

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In alternativa si puΓ² determinare l’equazione della sfera imponendo il passaggio per i quattro punti

𝑂(0; 0; 0) , A(2,3,6), B(6,2, βˆ’3), C(3,βˆ’6,2)

L’equazione di una sfera passante per l’origine ha la forma

π‘₯2 + 𝑦2 + 𝑧2 + π‘Žπ‘₯ + 𝑏𝑦 + 𝑐𝑧 = 0

Sostituendo le coordinate degli altri tre punti e risolvendo il sistema

{2π‘Ž + 6𝑏 + 6𝑐 + 49 = 06π‘Ž + 2𝑏 βˆ’ 3𝑐 + 49 = 03π‘Ž βˆ’ 6𝑏 + 2𝑐 + 49 = 0

si trova {π‘Ž = βˆ’11𝑏 = 1𝑐 = βˆ’5

Pertanto l’equazione della sfera Γ¨ π‘₯2 + 𝑦2 + 𝑧2 βˆ’ 11π‘₯ + 𝑦 βˆ’ 5𝑧 = 0 da cui si possono

determinare le coordinate del centro 𝐢′(11

2; βˆ’

1

2;

5

2)

La misura del raggio è √121

4+

1

4+

25

4 =√

147

4=

7√3

2

QUESITO 5

Una persona lancia due dadi da gioco, con facce numerate da 1 a 6, poi trascrive su un foglio il

massimo dei due numeri usciti. Ripetendo molte volte la procedura, quale ci si puΓ² attendere che

sarΓ  la media dei valori scritti?

Soluzione

I valori dei numeri scritti definiscono una variabile casuale X=” massimo dei due numeri usciti”

La media dei valori scritti, all’aumentare del numero di lanci, si avvicina al valor medio della

variabile casuale X, la cui distribuzione di probabilitΓ  Γ¨ la seguente

x 1 2 3 4 5 6

P(x)

1

36

3

36

5

36

7

36

9

36

11

36

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Infatti, se 𝒙 Γ¨ l’uscita del primo dado, l’uscita del secondo, dovendo essere ≀π‘₯ ,puΓ² assumere 𝒙

valori.

Il ragionamento Γ¨ analogo se 𝒙 Γ¨ l’uscita del secondo dado.

In totale si hanno πŸπ’™ βˆ’ 𝟏 coppie di numeri in cui 𝒙 Γ¨ il numero maggiore , in quanto la coppia (𝒙; 𝒙)

deve essere contata una volta sola

PoichΓ© le coppie possibili sono in tutto 36 si ha

𝑃(𝑋 = π‘₯) =2π‘₯ βˆ’ 1

36

Il valor medio ( o valore atteso ) Γ¨

𝐸(π‘₯) = βˆ‘ π‘₯𝑖 βˆ™6𝐼=1 𝑃(π‘₯𝑖) =

1

36+

6

36+

15

36+

28

36+

45

36 +

66

36 =

161

36β‰ˆ 4,47

QUESITO 6

Consideriamo un’astronave in moto che viaggia rispetto alla terra a velocitΓ  𝑣 = 0,90 𝑐.

Supponiamo che a bordo dell’astronave sia presente una scatola di dimensioni π‘Ž = 40 π‘π‘š , 𝑏 =

50 π‘π‘š, β„Ž = 20 π‘π‘š, con il lato b disposto parallelamente alla direzione del moto dell’astronave.

Per un osservatore posto sulla terra, che volume avrΓ  la scatola? Se l’astronave lancia la scatola con

una velocitΓ  𝑣2 = 0,50 𝑐 nella direzione del moto dell’astronave, quale velocitΓ  misura

l’osservatore sulla terra?

Soluzione

Le lunghezze si contraggono nella direzione del moto secondo la legge:

𝑙 = 𝑙0√1 βˆ’ (𝑣

𝑐)2

pertanto, solo per il lato b l’osservatore terrestre misura una lunghezza minore

pari a circa 22 π‘π‘š da cui : 𝑉17600 π‘π‘š3

La formula per la composizione delle velocitΓ :

𝑣 =𝑣1 + 𝑣2

1 +𝑣1 βˆ™ 𝑣2

𝑐2

Da notare che se l'astronauta "lanciasse" un raggio di luce nella direzione del moto dell'astronave si

avrebbe:

𝑣 =𝑣1 + 𝑐

1 +𝑣1 βˆ™ 𝑐𝑐2

= 𝑐

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cioè la velocità della luce è un invariante, il suo valore non si compone con quella del sistema in

movimento da cui parte.

Nel caso in questione:

𝑣 =0.90𝑐 + 0.50𝑐

1 + 0.90 βˆ™ 0.50β‰ˆ 0.97 𝑐

QUESITO 7

Una bobina Γ¨ costituita da N spire quadrate di lato 𝑙, ha una resistenza elettrica R ed Γ¨ montata su un

carrello che puΓ² muoversi con attrito trascurabile su un piano orizzontale. Il carrello viene tirato con

velocitΓ  costante 𝑣 ed entra in una zona in cui Γ¨ presente un campo magnetico οΏ½βƒ—οΏ½ uscente dalla pagina

come in figura. Spiegare perchΓ© la bobina si riscalda e determinare l’espressione della potenza

dissipata.Cosa accade se il carrello viene lanciato con velocitΓ  𝑣 verso la stessa regione?

Soluzione

Il carrello si muove verso destra, quando la spira quadrata viene attraversata dal campo magnetico,

il flusso del campo ΙΈ =βˆ™ οΏ½βƒ—οΏ½ βˆ™ 𝑆 = 𝐡 βˆ™ 𝑆 βˆ™ π‘π‘œπ‘ π›Ό aumenta man mano che il quadrato si sposta a

destra, dando luogo a una f.e.m. di pari alla variazione , cambiata di segno, del flusso rispetto al

tempo: 𝑓. 𝑒.π‘š. = βˆ’βˆ†ΙΈ

βˆ†π‘‘= βˆ’π΅ βˆ™ 𝑙 βˆ™

βˆ†π‘™

βˆ†π‘‘

L’angolo 𝛼 = 0 perchΓ© le linee di forza di 𝐡⃗⃗ βƒ— sono parallele alla normale alla superficie, il segno " -

" segnala che la f.e.m. indotta creerΓ  una corrente che a sua volta darΓ  luogo a un campo magnetico

tale da compensare l'aumento del flusso.

La corrente che attraversa un conduttore lo riscalda per effetto Joule (gli elettroni in moto

incontrano ostacoli, "attrito", e l'attrito causa una perdita di energia sotto forma di calore). La

potenza dissipata, energia persa rispetto al tempo, Γ¨ data da:

𝑃 =𝑉2

𝑅

In questo caso poichΓ© la bobina Γ¨ costituita da N avvolgimenti

𝑉 = βˆ’βˆ†ΙΈ

βˆ†π‘‘= βˆ’π‘ βˆ™ 𝐡 βˆ™ 𝑙 βˆ™

βˆ†π‘™

βˆ†π‘‘= βˆ’π‘π΅ βˆ™ 𝑙 βˆ™ 𝑣

Quindi la potenza Γ¨

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𝑃 =(𝑁 βˆ™ 𝐡 βˆ™ 𝑙 βˆ™ 𝑣)2

𝑅

Quando tutto il quadrato della spira sarΓ  all'interno del campo, il flusso sarΓ  costante:

ΙΈ = 𝑁�⃗� βˆ™ 𝑆 = 𝑁𝐡 βˆ™ 𝑙2 e quindi f.e.m.=0 .

Se il carrello Γ¨ lanciato verso la stessa regione con velocitΓ  iniziale 𝑣 , non appena il lato destro

della bobina penetra nella regione del campo magnetico, il conduttore sarΓ  attraversato da una

corrente indotta e quindi soggetto a un forza magnetica 𝐹 = 𝑁𝑖 𝑙 Γ— οΏ½βƒ—οΏ½ di intensitΓ  𝐹=𝑁2𝐡2𝐿2𝑣

𝑅

che ha la stessa direzione di 𝑣 ma verso opposto.

Il carrello si muove di moto decelerato e, a seconda del valore della velocitΓ  iniziale, si puΓ² fermare

all’interno della regione del campo magnetico o attraversare l’intera regione . In tal caso, nella fase

di uscita si inverte il verso della corrente; la forza magnetica diventa attrattiva ma sempre diretta in

verso opposto alla velocitΓ  .

Anche in questo caso la bobina si riscalda per effetto del passaggio di corrente,

APPROFONDIMENTO

Bilancio energetico

In entrambi i casi, non appena il lato destro della spira penetra nella regione del campo magnetico,

sul carrello agisce la forza magnetica di intensitΓ  𝐹=𝑁2 βˆ™π΅2𝐿2𝑣

𝑅 che ha la stessa direzione della

velocitΓ  ma verso opposto.

1. Se Γ¨ presente una forza che mantiene costante la velocitΓ , questa forza deve avere la stessa

intensitΓ  e la stessa direzione della forza magnetica che agisce sulla spira ma avrΓ  lo stesso

verso della velocitΓ  quindi fornirΓ  una potenza uguale a 𝐹𝑣 =𝑁2𝐡2βˆ™π‘™2βˆ™π‘£2

𝑅

Potenza meccanica = Potenza elettrica assorbita dal circuito= potenza dissipata per effetto Joule

2. Se non Γ¨ presente alcuna forza che si oppone alla forza magnetica , il carrello si muove di moto

decelerato e la velocitΓ  decresce esponenzialmente come si evince dalla soluzione della seguente

equazione differenziale che risolve il problema classico di una sbarretta di lunghezza 𝑙 e massa π‘š in

un campo magneticoοΏ½βƒ—οΏ½ ,, nelle stesse condizioni del quesito in esame

π‘šπ‘Ž = βˆ’π΅2𝑙2𝑣

𝑅→ π‘š

𝑑𝑣

𝑑𝑑= βˆ’

𝐡2𝑙2𝑣

𝑅

𝑣 = π‘£π‘œπ‘’βˆ’

π‘‘πœ π‘π‘œπ‘› 𝜏 =

π‘šπ‘…

𝐡2𝑙2

L’energia dissipata dalla resistenza in un tempo βˆ†π‘‘ sarΓ  ∫ 𝑖2π‘…π‘‘π‘‘βˆ†π‘‘

0 =∫

𝐡2𝑙2𝑣2

𝑅

βˆ†π‘‘

0𝑑𝑑=

𝐡2𝑙2𝑣02

π‘…βˆ« π‘’βˆ’2

βˆ†π‘‘πœ 𝑑𝑑 = βˆ’πœ

𝐡2𝑙2𝑣02

2π‘…βŒˆπ‘’βˆ’2

βˆ†π‘‘πœ βˆ’ 1βŒ‰

βˆ†π‘‘

0

=

βˆ’π‘šπ‘…

𝐡2𝑙2𝐡2𝑙2𝑣0

2

2π‘…βŒˆπ‘’βˆ’2

βˆ†π‘‘

𝜏 βˆ’ 1βŒ‰ =1

2π‘šπ‘£0

2 (1 βˆ’ π‘’βˆ’2βˆ†π‘‘

𝜏 ) = βˆ’βˆ†πΈπ‘

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Al tendere di βˆ†t all’infinito ( dopo un tempo sufficientemente lungo) l’energia dissipata tende

proprio a 1

2π‘šπ‘£0

2.

Se il conduttore entra nel campo magnetico con una velocitΓ  v e non Γ¨ presente una forza

esterna , la forza magnetica frena il conduttore e la sua energia cinetica viene dissipata per

effetto Joule.

QUESITO 8

Una bobina Γ¨ costituita da 130 spire di raggio R= 15 cm. Si pone un ago magnetico, le cui

dimensioni sono trascurabili rispetto a R, al centro della bobina ,come in figura.

Il piano della bobina viene orientato in modo da contenere l’ago che, a sua volta, Γ¨ orientato

nella direzione della componente orizzontale del campo magnetico terrestre. Quando la bobina Γ¨

attraversata da corrente, l’ago devia di un angolo 𝛼. Spiegare la causa di questa deviazione.

In tabella sono riportati alcuni valori, misurati sperimentalmente, di 𝛼 e della corrispondente

corrente nella bobina. Utilizzando questi dati , misura la componente orizzontale del campo

magnetico terrestre, con la relativa incertezza.

Soluzione

Il dispositivo Γ¨ una bussola delle tangenti, utilizzata solitamente per misurare l’intensitΓ  di corrente

che attraversa la bobina, essendo noto il valore della componente orizzontale del campo magnetico

terrestre.

Inizialmente l’ago risente solo dell’azione della componente

𝐡𝑇⃗⃗ βƒ—βƒ— del campo magnetico terrestre ma se si fa passare

corrente nella bobina si crea un campo magnetico οΏ½βƒ—οΏ½ π‘π‘œπ‘π‘–π‘›π‘Ž

che si somma a quello terrestre e l’ago si dispone lungo la

direzione della risultante dei due vettori, formando un angolo

𝛼 con la direzione di 𝐡𝑇⃗⃗ βƒ—βƒ— .

Osserviamo che il vettore οΏ½βƒ—οΏ½ π‘π‘œπ‘π‘–π‘›π‘Ž, Γ¨ perpendicolare al

piano della bobina, pertanto Γ¨ perpendicolare alla direzione

di 𝐡𝑇⃗⃗ βƒ—βƒ— che appartiene allo stesso piano.

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BT

Brisult.

Per un osservatore posto sull'asse di rotazione dell'ago magnetico, la situazione descritta appare

come segue:

La bobina percorsa da corrente crea un campo magnetico οΏ½βƒ—οΏ½ π‘π‘œπ‘π‘–π‘›π‘Ž direttamente proporzionale

all’intensitΓ  di corrente. Le spire sono 130, ma la bobina Γ¨ "compatta", quindi si comporta come

un'unica spira, il cui campo Γ¨ quantificabile come: 𝐡 =πœ‡0

2𝑅𝑖 dove i Γ¨ 130 volte quella indicata.

Questo si compone con il campo magnetico terrestre dando luogo a una risultante che forma

l'angolo Ξ± di cui parla il testo.

Fra π΅π‘π‘œπ‘π‘–π‘›π‘Ž , 𝐡𝑇 e Ξ± c'Γ¨ la relazione trigonometrica: 𝐡𝑇 =π΅π‘π‘œπ‘π‘–π‘›π‘Ž

𝑑𝑔 𝛼

Allo stesso risultato si perviene imponendo che il momento meccanico agente sull’ago, dovuto ai

due campi magnetici, sia nullo

π‘šπ΅π‘‡ sin 𝛼 = π‘šπ΅π‘π‘œπ‘π‘–π‘›π‘Ž cos 𝛼

dove π‘š Γ¨ il momento magnetico dell’ago.

Prendendo in considerazione i dati sperimentali possiamo costruire la seguente tabella,

considerando la misura indiretta di 𝐡𝑇 come misure ripetute di una stessa grandezza e calcolando,

quindi ,l’errore statistico. Lascia qualche perplessitΓ  il fatto che le misure di 𝐡𝑇 sembrano

sottostimate all’aumentare dell’angolo.

Possiamo stimare il valore di 𝐡𝑇 = (34,6 Β± 0,6)πœ‡π‘‡

PoichΓ© il numero di misurazioni non Γ¨ elevato, si puΓ² anche considerare come incertezza il valore

della semidispersione massima π‘£π‘Žπ‘™π‘œπ‘Ÿπ‘’ π‘šπ‘Žπ‘₯βˆ’π‘£π‘Žπ‘™π‘œπ‘Ÿπ‘’ π‘šπ‘–π‘›,

2=

35,3βˆ’33,9

2πœ‡π‘‡ β‰ˆ 0,7πœ‡π‘‡

Da notare chei valori noti di 𝐡𝑇 vanno da un minimo all'equatore 210-5 T a un massimo ai poli

710-5 T . Il valore trovato appare allora Γ¨ ragionevole, per una latitudine intermedia anche se in

Italia i valori sono piΓΉ bassi, inferiori a 310-5 T .

Bbobina

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Osservazione

La stima ottenuta per il valore di 𝐡𝑇 Γ¨ il risultato di una misura indiretta, a partire dalle misure

dirette dell’angolo di deviazione e dell’intensitΓ  di corrente. Non sono rese note le incertezze delle

misure dirette ma si puΓ² ricorrere all’ipotesi aggiuntiva che gli errori sulla corrente e sull’angolo

siano rispettivamente 0,1 mA e 1Β°, cioΓ¨ l’incertezza sulla cifra meno significativa.

Applicando le regole della propagazione degli errori possiamo trovare innanzi tutto l’errore su

𝑑𝑔𝛼 , per il quale si puΓ² utilizzare il concetto di differenziale

βˆ†π‘“(π‘₯) β‰ˆ 𝑓′(π‘₯π‘œ)βˆ†π‘₯

Si ottiene la seguente tabella

Ξ±Β° Ξ± rad. tg(Ξ±) Ξ”rad Ξ”tg(Ξ±) Ξ”tg(Ξ±)rel 10 0,175 0,176 1 0,017 0,018 0,103

20 0,349 0,364 1 0,017 0,020 0,057

30 0,524 0,577 1 0,017 0,023 0,044

40 0,698 0,839 1 0,017 0,030 0,043

50 0,873 1,19 1 0,017 0,042 0,048

Media 0,059

Mentre per l’errore relativo sulla corrente troviamo

corrente(A) Ξ”i Ξ”i rel.

0,0114 0,0001 0,0088

0,0233 0,0001 0,0043

0,0368 0,0001 0,0027

0,0524 0,0001 0,0019

0,0739 0,0001 0,0014

Media 0,0038

L’incertezza relativa sul rapporto π‘š =𝑖

𝑑𝑔𝛼 Γ¨

βˆ†π‘š

π‘š =

βˆ†π‘–

𝑖+

βˆ†π‘‘π‘” 𝛼

π›Όβ‰ˆ 0,06

ed Γ¨ uguale all’incerteza relativa su 𝐡𝑇 che Γ¨ ad esso proporzionale

L’errore assoluto sarΓ  uguale a (34,6 βˆ™ 0,06 β‰ˆ 2,0 )πœ‡π‘‡

L’incertezza , dell’ordine di 2 πœ‡π‘‡, Γ¨ molto maggiore dell’errore statistico. Le misure effettuate non

introducono incertezze maggiori dell’errore strumentale.