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Questa serata è dedicata alla presentazione del libro “Storie,Aneddoti,fatti e misfatti di Centola e delle sue frazioni” che è una raccolta di tutti i racconti presentati alla II edizione del concorso di Narrativa organizzato dalla nostra associazione. Quest’anno il concorso prevedeva due sezioni in quanto a quella originaria che ha dato il titolo al libro se ne è aggiunta una seconda dedicata al tema dell’emigrazione, tanto caro alla nostra associazione. La partecipazione all’iniziativa è stata notevole . Sono infatti ben 39 ( di cui due fuori concorso) i racconti contenuti nel libro, a

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Questa serata è dedicata alla presentazione del libro “Storie,Aneddoti,fatti e misfatti di Centola e delle sue frazioni” che è una raccolta di tutti i racconti presentati alla II edizione del concorso di Narrativa organizzato dalla nostra associazione. Quest’anno il concorso prevedeva due sezioni in quanto a quella originaria che ha dato il titolo al libro se ne è aggiunta una seconda dedicata al tema dell’emigrazione, tanto caro alla nostra associazione. La partecipazione all’iniziativa è stata notevole . Sono infatti ben 39 ( di cui due fuori concorso) i racconti contenuti nel libro, a

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conferma di un interesse che ha confermato il successo della passata edizione del concorso. Ci tengo particolarmente a comunicare a tutti voi che l’Associazione Progetto Centola dedica questo libro al suo socio fondatore prematuramente scomparso con questa dedica: “A Carmelo Natale,al suo contagioso sorriso,primavera perenne di bontà”. Il libro è,secondo me, innanzitutto una importante galleria di personaggi che hanno attraversato nel corso degli anni la storia di questo paese. La maggior parte di essi è gente umile ,semplice ,spesso i protagonisti di questi racconti diventano gli ultimi , quelli che sono messi alla berlina da tutti,ma che finiscono per arricchire le pagine di questo libro con la loro straordinaria umanità. Alcuni dei protagonisti delle storie raccontate fanno parte della memoria collettiva della nostra gente e per questo li ritroviamo presenti in più di un racconto. Penso a Zi Monaco, un frate cappuccino,(ma forse non aveva mai preso i voti ) che fu incredibilmente amato dalla gente e che appunto fa parte della nostra memoria collettiva. Io stesso da ragazzo fui sempre colpito e incuriosito da una frase che spesso gli anziani ripetevano ogni qualvolta accadeva a Centola qualcosa di spiacevole. Il commento era sempre lo stesso: “è a malirizione ri zi monaco” “è la maledizione di zi monaco” che trovava le sue origini nella leggenda che voleva che nel momento in cui Zi monaco fu allontanato ingiustamente dal paese avesse pronunciato la frase”Centola non avrà mai più bene”. Nella galleria dei personaggi umili rientrano sicuramente Zi Papaleo,Fonzo,Peppo e tanti altri protagonisti di storie che con tanta ironia e umorismo raccontano un’umanità ingenua e

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semplice ma ricca di fascino e soprattutto ispiratrice di profonde riflessioni sulla condizione umana. Il libro offre anche la possibilità di conoscere personaggi straordinari che forse il passare del tempo ha fatto dimenticare . Penso alla tragica storia di amore tra Donna Rosina ,una bellissima ragazza di Palinuro e Tommaso un ufficiale siciliano della Marina Militare in servizio presso la stazione meteo di Palinuro; Penso a Werner Gilles pittore tedesco che per sfuggire al nazismo vagò per tutta l’Europa frequentando in particolare Palinuro tutte le estati dal 1937 al 1941,ospite della famiglia Graniti. Potrei continuare soffermandomi su tanti altri personaggi interessantissimi ma penso sarà più bello per voi scoprirli uno a uno attraverso la lettura del libro. Numerosi racconti contenuti nel libro offrono squarci interessantissimi sulla situazione socio economica nel nostro comune nei vari periodi storici in cui le storie sono ambientate. Moltissimi sono i riferimenti alle attività più diffuse , mi riferisco all’agricoltura e alla pesca che però sono descritte come attività di pura sussistenza Per la maggior parte degli abitanti non producevano un reddito sufficiente per una vita dignitosa. Ed è straordinario come anche dalle pagine di questo libro emerga come ,per la nostra economia,il momento della svolta fu l’arrivo a Palinuro del Cub Mediterrannèe. Molto significative in questo senso sono le parole di un protagonista di un racconto della sezione dedicata all’emigrazione. “Per sopravvivere un giovane aveva due sole strade : zappare o pescare,ma nè l’una né l’altra da sole assicuravano la pancia piena ,per non parlare poi di una casa dove custodire i propri affetti.In quel momento nessuno immaginava che di li a qualche

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anno anche Palinuro avrebbe avuto la sua opportunità con l’arrivo del Club Mediterranèe. Se l’avessi saputo forse la mia vita avrebbe avuto un’altra piega ,mi sarei risparmiato tante amarezze.” Ma sono veramente tanti i riferimenti e gli spunti che rendono interessantissimo questo libro. Il libro è anche la documentazione precisa di varie attività presenti nel nostro territorio negli anni passati e che ora si sono modificate o sono andate addirittura perdute. C’è un racconto emblematico in questo senso. Descrive minuziosamente un frantoio degli anni 50 del secolo scorso. Sono raccontate in tutti i particolari le varie fasi della molitura delle olive in un antico frantoio. Il racconto è cosi dettagliato che per chi come me , da ragazzo ha vissuto quei momenti , ha trascorso tante serate nei frantoi, anche solo per stare al calduccio , è come un rituffarsi in una atmosfera magica ormai perduta e che sopravvive soltanto nei nostri ricordi e nella nostalgia di un tempo legato molto più di adesso ai rapporti interpersonali al senso della comunità, alla solidarietà contadina. Leggendo quel racconto io ho risentito i profumi delle olive molite, il calore del fuoco che non smetteva mai di ardere,il sapore dell’olio versato su una fetta di pane fresco dal trappitaro. Si trappitaro, il frantoiano , perché a fare di questo racconto anche un importante documento linguistico è il riportare con precisione i termini dialettali utilizzati in questa attività ed ecco che riemergono nella nostra memoria parole come nuzzo, pezzente,fonda,piesciolo,nappa,stringituro,frisculi,caurarone ecc. Ma nel libro i riferimenti dialettali sono presenti e numerosi in tanti altri racconti a conferma di come gli autori abbiano colto il

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senso del Concorso organizzato dal “Progetto Centola”. Essi secondo me danno un contributo essenziale alla conoscenza della nostra storia soprattutto da parte delle generazioni più giovani. Chi come me è nato poco dopo la fine della seconda guerra mondiale conosce bene il significato di tanti termini e per noi è come un riandare indietro nella memoria; per chi è più giovane è l’occasione per conoscere la storia dei propri padri e della propria terra. Il libro è anche e soprattutto uno scrigno di sentimenti. L’amore,la sofferenza,il rimpianto di chi è partito e non ha mai dimenticato la terra della sua fanciullezza,purtroppo anche il dolore per una morte che ha segnato per sempre la vita di chi ha subito questa perdita. Ci sono nel libro dei piccoli capolavori che per la loro liricità e carica emotiva e per la narrazione che si fa poesia sono sorprendenti per come riescono a commuovere e ad emozionare. Mi complimento perciò con i vincitori del concorso e con tutti gli altri autori perché vi assicuro che sono davvero tutti interessanti cosi come vi assicuro che qualcun altro sicuramente avrebbe meritato il riconoscimento della giuria. Per concludere la serata voglio citare quanto scrive l’autore di un racconto della sezione emigrazione che potrebbe diventare il manifesto del concorso organizzato dalla nostra associazione per averne colto in pieno il senso e le motivazioni. “Scrivere di fatti e persone che abbiamo conosciuto e voluto bene è un atto d’amore. Le case in cui abbiamo abitato da bambini conservano i ricordi ancora intatti; essi trattenuti in quelle stanze sembrano sussurrare –portaci con te,non dimenticarci-.

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Tutto quello che siamo diventati lo dobbiamo a chi ci ha preceduto. Per questo ho sentito forte il richiamo di scrivere questi righi. Un atto dovuto a quelle persone che con i loro gesti ,le loro parole ,ma anche con sapienti silenzi hanno segnato un’epoca e dato dignità a questa terra ,la loro terra la mia terra.”

Qui di seguito sono riportati i titoli dei lavori presentati con i relativi autori. Sono state anche inserite alcune delle fotografie che hanno conferito un valore aggiunto al libro.

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Maria Luisa Amendola IL “TRAPPITO” DEL NONNO

Luigi Gabriele,detto“don

Pasquale”

Maria Luisa Amendola ZIA ROSINA

Rosina e Tommaso

Carmela CafaroDUE FAMIGLIE DEL CILENTO

Dipinto raffigurante Raffaele Fedullo e Anna Serva

Maria Antonia CammaranoUN UOMO CHIAMATO “ZI’ MONACO”

Zi Monaco, misteriosomonaco che viveva

nel Convento di Centola, anni 1930.

Nato a Marsico Nuovo, morto a Centola

il 26-01-1937

Domenico CavallariPIETRO DELLE .… PIETRE (♦)

Esemplari delle “Pietre di Pietro”

Francesco CiccarielloFILINDROCCHIA

Domenico Ciccarielloe la moglie

Domenica, anni 1930. In questo luogo si trovava la prima

locanda di Centola.

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Antonio CiccarinoVINCENZO NON E’ MORTO

Vincenzo Zavaglia,giovane gelataio.

Antonio CiccarinoL’ULTIMA ESTATE DEL MONACO

Antonio CiccarinoIL LAVORO ALLUNGA LA VITA

Gli asini erano molto usati dai contadini nel trasporto deipiù svariati prodotti, merci e derrate alimentari.

Antonio CiccarinoI DUE BUOI

Adamo D'angelo DI UNA CALZA STRAPPATA E DI ALTRI AMOROSI

PARTICOLARI IN PROSA

MATRIMONIODI

MELINA CROCAMOE

NICOLA PALUMBO,CENTOLA,PIAZZETTA

SAN GIOCONDO,ANNO 1956.

Dora CapobiancoITALIA

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Massimo Graniti

L’ARTISTA CHE FUGGÌ A PALINURO

Il Pittore, graficoe illustratore

tedesco,Werner Gilles

Tra il 1937 ed il 1941 trascorre le estati a

Palinuro,gli inverni a Ischia

Vincenzo LamannaDAL SEME AL LINO

Antica gramola, comunemente detta “mangano”, usata per la sfibratura dei fusti della pianta del lino.

“Museo delle testimonianze e della Memoria” del Comune di Centola.

Vincenzo LamannaIL CARDELLINO DI ZI PAPALEO

San Sergio antica dimora di campagna della famiglia Rinaldi.

Vincenzo LamannaMIEZZUSEPALE

Festa di San Lazzaro a Centola, anni 1950-60. La processione in via del Convento.

Nicola Lamassa“LA FAMIGLIA ANDREONE E…

L’INTERVENTO ODONTOIATRICO”

Amedeo Andreone, originario

di Frosinone, capostipite della

famiglia,a Centola.

Andrea LuiseCENTOLA ANNI ’50: RICORDI DAL

ROSARIO

Centola, Piazza

del Rosariocon la

Torre Campanaria,edificata tra

l’860-890, era parteintegrante della

Chiesa di S. Basilio.

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Maurina LuiseQUANDO L’IGNORANZA VOLEVA DIRE

INTELLIGENZA

Gerardo Luisee la moglie

MariaRaffaellaD’Angelo

Rita LuiseRACCONTI DI GUERRA

Centola, 1948,foto di gruppodella famiglia

Luise

Francesco Lupo IL PRINCIPE

Ingresso del vecchio casolare in località “Furniddi”

Carmelo Marrazzo CCHIU PILU PI TUTTI

Riunione del Fascio di Centola, 1931, nella Piazza Nuova

Carmelo Marrazzo L' ESAME

Scheda elettorale delle elezioni politiche

del 1948

Carmelo Marrazzo IL CAFFE'

Centola viaSan Sebastiano.

Il portone indica lasede dove era,

una volta, anni 1940-50s, la caserma dei

carabinieri. La porta accanto è

l’ingresso della casadi Salvatore Stanziola

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Gino Martuscelli

L’ESTATE DEL 1940

Centola, località Serrone, anno 1943, Anna Ferrara, moglie diAntonio Martuscelli, con i figli. Da sinistra: Laura, Ezio, Gino e Lilia

Giuseppina Raimondo PARADISO PERDUTO DI UN GABBIANO

Palinuro, il gabbianodall’ala spezzata,

fotografato sulla scogliera in

prossimitàdel villaggio degli Ulivi

(estate 2013)

Giuseppina Raimondo LA RISURREZIONE DI UN CENTOLESE

Raffaele Valente(1911 – 2002)

Giuseppina Raimondo VENDETTA “ELEMENTARE”

Palinuro - Classe prima elementare 1957. La maestra è Elsa Cornelio

Domenico Scarpati e Maria Luisa Amendola

“U PARAVISU RI VASCIU”

Palinuro, anni ‘40-‘50

Filomena StanziolaIL MIRACOLO DI SAN NICOLA

Antica foto dell’interno dellaChiesa Madre di

Centola. Notasi la statua diSan Nicola di Mira

sull’altare maggiore

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Filomena StanziolaPREGHIERA A S. BARBARA,

PROTETTRICE CONTRO I FULMINI

Santa Barbara era invocata, da contadini

e marinai, per assicurarsi

la protezione controi lampi e contro

i tuoni

Pina Valente LA FIERA DI ZIA PAOLINA “A rrobba ri lati nu luce”

Paolina Nataleda giovane(Centola, 05/02/1895– 26/12/1978)

Paolino VitoloIL VIAGGIO

Strada per Licusati, presso il castello di Donna Sabella, 1964

Paolino VitoloVITA

La chiesetta di Sant’Antonio al Porto, anni ‘50

Maria Luisa Amendola ME NE ANDAI

Arturo,a

Montevideo con il figlio

Michele GambardellaERA MIO NONNO

Michele Gambardella,

al centro, a Panama

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Michele Gambardella

NON PUOI PRENDERE UN SOGNO E LASCIARLO CADERE

Minatori dicarbone aHazleton,

Pennsylvania,inizio del 1900

Giuseppina Raimondo LA VALIGIA DELLA SPERANZA

Nicodemo Raimondo nel suo negozio all’indirizzo: “Abasto Piter Pan”, El Silencio , Caracas (Venezuela)

Filomena StanziolaALBA ACERBA

“L’emigrazione vissuta da una bambina”

Antonio Stanziola,nonno di Filomena

Alcuni momenti della serata sono documentati attraverso le foto sotto riprodotte

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