Quer pasticciaccio brutto de via La trama Merulana · CAPITOLI IV / V / VI Ventidue ore dopo il...

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Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Il romanzo venne ideato a partire dal 1945 sotto l’impulso liberatorio e compositivo seguente la fine della Guerra e del regime fascista. Apparve per la prima volta in cinque puntate sulla rivista «Letteratura» nel 1946 e venne pubblicato in volume 11 anni dopo, ad opera dell’editore Garzanti. Rappresenta un romanzo giallo sperimentale, ambientato nei primi anni del Fascismo. Vince il Premio degli Editori nel 1957. Sembrerebbe che ad ispirare Gadda fosse stato un fatto realmente accaduto, il delitto Stern, commesso in via Gioberti a Roma il 24 febbraio 1946. Ne furono vittime due anziani sorelle, trovate in casa con il cranio massacrato probabilmente da un’ex cameriera e da una sua amica che aveva loro sottratto gioielli e valori, pur se ci sono incongruenze cronologiche. Secondo Franco Contorbia e Giorgio Panizza è invece l’episodio Barruca, 34enne sgozzata insieme al figlio nel suo appartamento la mattina del 19 ottobre del 1945, ad essere perfettamente compatibile con la genesi del romanzo gaddiano. L’opera può essere articolata in due distinte parti: 1. Scoperta dei delitti e indagine tra gli esponenti della borghesia romana 2. Indagini all’interno del proletariato delle zone periferiche della Capitale La trama La vicenda è ambientata nel 1927 e narra la storia di Francesco Ingravallo, detto Ciccio, commissario della Squadra Mobile di Roma, che sta indagando su un furto di gioielli avvenuto ai danni della contessa Menegazzi, in via Merulana. Trascorsi pochi giorni dal fatto, il commissario incappa in un caso di omicidio: viene trovata sgozzata in casa Liliana Balducci, una signora che abitava di fronte all’appartamento dove era avvenuto il furto e che Ingravallo aveva conosciuto durante le indagini per il furto. La donna, al cui fascino non era insensibile Ciccio Ingravallo, era spesso malinconica e, a causa dell’impossibilità di avere figli, si circondava spesso di serve, che diventavano sue nipoti acquisite. Il primo sospettato del delitto sembra un cugino di Liliana, Giuliano Valdarena, che viene però scagionato e le indagini si spostano sulle relazioni torbide tra la Balducci e le sue “nipoti”. Intanto Ingravallo trova una pista per il furto dei gioielli, anche se non è detto che i due fatti siano collegati tra di loro: i sospetti cadono su un ragazzo che indossa una www.anovecento.net

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Atlante digitale del '900 letterario

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Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

Il romanzo venneideato a partire dal1945 sotto l’impulsoliberatorio e compositivoseguente la fine dellaGuerra e del regimefascista. Apparve per laprima volta in cinquepuntate sulla rivista«Letteratura» nel 1946e venne pubblicato involume 11 anni dopo,

ad opera dell’editore Garzanti. Rappresentaun romanzo giallo sperimentale, ambientatonei primi anni del Fascismo. Vince il Premiodegli Editori nel 1957.Sembrerebbe che ad ispirare Gadda fossestato un fatto realmente accaduto, il delittoStern, commesso in via Gioberti a Roma il 24febbraio 1946.Ne furono vittime due anziani sorelle, trovatein casa con il cranio massacratoprobabilmente da un’ex cameriera e da unasua amica che aveva loro sottratto gioielli evalori, pur se ci sono incongruenzecronologiche. Secondo Franco Contorbia eGiorgio Panizza è invece l’episodio Barruca,34enne sgozzata insieme al figlio nel suoappartamento la mattina del 19 ottobre del1945, ad essere perfettamente compatibilecon la genesi del romanzo gaddiano. L’opera può essere articolata in due distinteparti:

1. Scoperta dei delitti e indagine tra gliesponenti della borghesia romana

2. Indagini all’interno del proletariatodelle zone periferiche della Capitale

La trama

La vicenda è ambientata nel 1927 e narra lastoria di Francesco Ingravallo, detto Ciccio,commissario della Squadra Mobile di Roma,che sta indagando su un furto di gioielliavvenuto ai danni della contessa Menegazzi,in via Merulana. Trascorsi pochi giorni dalfatto, il commissario incappa in un caso di

omicidio:viene trovatasgozzata incasa LilianaBalducci, unasignora cheabitava di

fronte all’appartamento dove era avvenuto ilfurto e che Ingravallo aveva conosciutodurante le indagini per il furto. La donna, alcui fascino non era insensibile CiccioIngravallo, era spesso malinconica e, a causadell’impossibilità di avere figli, si circondavaspesso di serve, che diventavano sue nipotiacquisite.

Il primo sospettato del delitto sembra uncugino diLiliana,GiulianoValdarena,che vieneperòscagionato ele indagini sispostano sullerelazioni

torbide tra la Balducci e le sue “nipoti”.Intanto Ingravallo trova una pista per il furtodei gioielli, anche se non è detto che i duefatti siano collegati tra di loro: i sospetticadono su un ragazzo che indossa una

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sciarpa verde e alcuni suoi compagni epresunti complici. Ma nessuno degli indagati,neanche Assunta Crocchiapani, camerieradella Balducci, può essere consideratol’assassino e il giallo resta così irrisolto.

La vicenda

CAPITOLI I / II / III Francesco Ingravallo frequenta la

casa di Liliana e Remo Balducci, in viaMerulana 219. Il 14 marzo 1927,Ingravallo è incaricato dal capo dellainvestigativa, dottor Fumi, di condurrel’indagine su una rapina ai danni diTeresa Menegazzi, dirimpettaia deiconiugi Balducci, al terzo piano del219 di via Merulana: la Menegazzi,contessa veneziana vedova, è stataaggredita nel proprio appartamentoda un giovane, il viso coperto da unasciarpa verde, che l’ha derubata dellegioie. Durante il sopralluogonell’appartamento, Ingravallo trovaun biglietto del tram sfuggitoall’aggressore nel corso della rapina.Il biglietto del tram per i Castelli èbucato alla fermata del Torraccio,località della frazione Due Santi delComune di Marino.

In seguito alle testimonianze degliinquilini dello stabile, si scopre che ilrapinatore è stato aiutato da un palo,un ragazzino vestito da garzone.Garzoni, secondo quanto riferito dallaportiera, vengono talvolta aconsegnare prodotti di gastronomia alcommendator Filippo Angeloni. Ancheper le sue reticenze, Angeloni vienecondotto al commissariato. Nel corsodella giornata, i contatti coi confidentidella polizia non portano a nulla. Inserata, Fumi, nell’elenco delle personefermate il giorno prima per sospettaprostituzione, nota il nome di una

certa Ines Cionini, del Torraccio,pantalonaia disoccupata.

Ingravallo verifica la posizione diGiuliano Valdarena, i possibilimoventi, la sua relazione con Liliana.La Standard Oil di Roma, presso cuiGiuliano è impiegato, conferma il suotrasferimento a Genova, oltre che ilsuo valore professionale.

CAPITOLI IV / V / VI Ventidue ore dopo il delitto, venerdì

18 marzo, rientra a Roma il marito diLiliana, Remo Balducci, assente perun viaggio d’affari. Il Balducciconstata la mancanza di un cofanettocon denaro e gioie e di due libretti dirisparmio. Il giorno seguente, sabato19 marzo, in mattinata, sono messi aconfronto Balducci e Valdarena.Durante il confronto sopraggiunge incommissariato don Lorenzo Corpi,padre spirituale di Liliana, che recacon sé il testamento olografo dellavittima: oltre alla legittima al marito,Liliana dispone lasciti a favore di varibeneficiari, tra cui Gina - l’ultima dellaserie di «nipoti» accolte in casa perlenire il trauma della mancatamaternità -, la domestica Assunta e ilcugino Giuliano Valdarena. Aquest’ultimo in particolare, Lilianalascia quarantottomila lire, un anellocon brillante, una catena d’oro daorologio con ciondolo in opale e altrigioielli di famiglia.Un anello d’oro con brillante e unacatena d’oro da orologio - però conun diaspro come ciondolo - oltre adiecimila lire, sono frattanto rinvenutinell’appartamento del Valdarena, chein serata viene sottoposto a unennesimo interrogatorio. L’uomo parladell’ossessione di Liliana per lamancata maternità e sostiene che

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quanto trovato in casa sua gli è statodato da Liliana stessa, tranne ilciondolo della catena d’orologio; ilciondolo l’aveva ritiratosuccessivamente dal gioielliereCeccherelli, a cui Liliana avevacommissionato la sostituzionedell’opale, considerato porta-jella, conun’altra pietra.

Nel pomeriggio di martedì 22 marzo, icarabinieri di Marino comunicano alcommissariato di Santo Stefano delCacco di aver rinvenuto la sciarpa delrapinatore della Menegazzi: diproprietà di certo Enea Retalli, dettoIginio, abitante al Toraccio - lafermata del biglietto del tram trovatoda Ingravallo nell'abitazione dellaMenegazzi -, la sciarpa è stata portataa tingere ai Due Santi, nel laboratorio-mescita della Zamira, maga ed exprostituta. Il laboratorio è noto aicarabinieri di Marino: il marescialloSantarella e il brigadiere Pestalozzi vifanno talvolta sosta nei loro giri diperlustrazione in motocicletta.

In serata giunge a Santo Stefano delCacco il brigadiere Pestalozzi, deicarabinieri di Marino, per i ragguaglidel ritrovamento della sciarpa.

A proposito del Torraccio, Fumiricorda di aver scorto, la seraprecedente il delitto, nell’elenco delledonne fermate qualche giorno primaper sospetta prostituzione, il nome diuna giovane che abitava appunto inquella località. La giovane, InesConini, ancora in stato di fermo incommissariato, viene interrogataanche alla presenza del brigadiere deicarabinieri Pestalozzi. Ines dichiara diavere lavorato nel laboratorio dellaZamira e altri particolari sono fornitisul suo laboratorio.

CAPITOLI VII / VIII / XI / X Dopo una pausa, prosegue

l’interrogatorio di Ines. La giovaneaccenna a un’amica di tale CamillaMattonari, sua collega al laboratoriodella Zamira; questa amica, residentea Pavona (Albano Laziale - CastelGandolfo), era stata a Roma pressodei signori che le avevano fatto ladote e aveva l’aria di volersi vendicardi qualcuno.

La descrizione di questa giovanerimanda a Virginia, la penultima“nipote” dei Balducci. Ines parlaanche del proprio fidanzato, DiomedeLanciani, e del fratello di lui Ascanio;racconta che Diomede, elettricistadisoccupato, aveva aggiustato aRoma l’impianto elettrico di unacontessa che parlava veneziano.

La mattina di mercoledì 23 marzo, ilbrigadiere Pestalozzi si reca allaboratorio della Zamira, dove unagiovane lavorante, Lavinia Mattonari,tenta inutilmente di nascondergli unanello con topazio che porta al dito.

A seguito delle minacce di Pestalozzi,Lavinia confessa che l’anello è unprestito della cugina CamillaMattonari, collega di Ines Cionini eamica di Virginia.

Pestalozzi si fa condurre da Lavinia acasa di Camilla, dove rinviene i gioiellidella Menegazzi in un vaso da notte: igioielli le sono stati affidati da EneaRetalli.

Sempre mercoledì 23 marzo, mentre ilbrigadiere Pestalozzi si reca dallaZamira, il maresciallo Santarella lasciala tenenza dei carabinieri di Marinoalla ricerca di Enea Retalli,; a Roma lapolizia arresta Ascanio Lanciani,Ingravallo raggiunge la tenenza deicarabinieri di Marino dove gli vienecomunicata l'assenza del maresciallo

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Santarella. Ingravallo chiede diAssunta Crocchiapani che, già aservizio dai Balducci, è dovuta tornarea casa, a Tor di Gheppio, localitàd'invenzione, collocata a nord diPavona, per assistere il padremoribondo. Si reca quindi alla suaabitazione e la accusa di avereassassinato Liliana. Assunta nega condecisione.

Così si chiude il romanzo, che restaincompiuto,: «"No, nun so' stata io!" Il grido incredibilebloccò il furore dell'ossesso [Ingravallo]. Eglinon intese, là pe' llà, ciò che la sua anima erain procinto d'intendere. Quella piega neraverticale tra i due sopraccigli dell'ira, nel voltobianchissimo della ragazza, lo paralizzò, loindusse a riflettere: a ripentirsi, quasi.»

I luoghi

I luoghi scelti da Carlo Emilio Gadda spazianoper tutto l’Agro Pontino, ma lo scrittoreinserisce anche alcuni luoghi del tuttoinesistenti.

Nel testo si ha una partizione tra un dentroRoma e un fuori Roma, tra l’Urbe e il mondoalbano, due ambienti che hanno il loro puntod’incontro e d’incrocio nell’ampio e diffusointerrogatorio di Ines Cionini, situato alcentro del romanzo. I due mondiminuziosamente descritti sono collegati dallavia Appia, sulla quale si trova il pittorescoaggruppamento di case dei Due Santi,segnalato dal tabernacolo del Manierosi. Inquesti due mondi, gli scenari rappresentanouna perfetta fusione di tratti spaziali etemporali in cui le storie possono “averluogo”.

Contributo

Berardi Christian, Borraccesi Aurora, BovaAlessandro, Canella Damiano, Caricato Cristina, Di

Fazio Herika, Di Giovenale Stefano, Del VecchioClaudia, Ferretti Matteo, Ferrandi Giovanni, Fierli,Federico, Iannucci Valerio, Lo mazzo Alessandro,Lucarelli Ilaria, Motoi Ionut Marian, Paci Andrea,

Peroni Emanuele, Tinti Tiziana, Ziantoni Claudio, Vsa (L.S. V. Volterra, Ciampino)

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