Quaderno apicoltura regione sardegna

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  • 1. REGIONE AUTONOMA MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI DELLA SARDEGNA Schede tecniche di apicultura Reg. CE n. 1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazioneLaore Sardegna - Agenzia regionale per lo sviluppo in agricolturaDipartimento per le produzioni zootecniche - via Caprera n. 8, Cagliariwww.sardegnaagricoltura.it
  • 2. Comunit Ministero delle Europea Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Schede tecniche di apicultura A cura di Marco Piu Marco Piu - testi, foto e coordinamento generale Antonio Cossu - fotografie, grafica e prestampa, testi Massimo Licini - fotografie e testi Gavino Carta - fotografie Collaboratori: Sebastiano Muzzu, Rita Murgia, Andrea CarcangiuHa collaborato gratuitamente per limpaginazione: Francesca Menozzi Laore Sardegna - Servizio Produzioni Zootecniche Reg. CE N1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazione
  • 3. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali IntroduzioneQuesto manuale, strutturato secondo la tipologia delle schede mobili illustrate, stato concepito nellinten-to di fornire agli apicultori un agile strumento tecnico di consultazione.Ciascuna scheda, frutto dellesperienza dei tecnici apistici dellAgenzia LAORE Sardegna, cerca di analizza-re, in modo monografico, ma sintetico, aspetti specifici e singole operazioni che gli apicultori svolgonocomunemente nei propri apiari, descrivendone le pi appropriate modalit di esecuzione.Realizzato dalla stessa agenzia in attuazione dei differenti Programmi Apistici Regionali che, in applicazionedel Reg. CE n 797/2004 - Azioni dirette a migliorare le condizioni della produzione e della commercializ-zazione dei prodotti dellapicoltura, si sono succeduti a partire dal 2007, viene ora aggiornato ed integrato.Alle schede si accompagna un glossario, ove vengono riportati i necessari approfondimenti per tutti colo-ro che ritengono non sufficienti le informazioni riportate nelle singole schede.Unultima precisazione: si preferito avvalersi, del termine di apicultura, anche se oramai desueto, con lin-tenzione di evidenziare come lallevamento delle api sia un arte (antica) e non una comune pratica agro-nomica.
  • 4. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliIndice Introduzione 31 La produzione di regine - il traslarvo Indice 32 La produzione di regine - dal traslarvo alla cella reale matura 1 Larnia 33 La produzione di regine - la fecondazione e le stazioni di feconda 2 Montaggio dei fogli cerei zione. 3 Lapiario - la scelta della postazione 34 La produzione di regine - i nuclei di fecondazione - i baby nuclei 4 Lapiario - la disposizione degli alveari 35 La produzione di regine - i nuclei di fecondazione - prendisciame e 5 Le caste e la colonia - gli stadi preimaginali simili 6 Le caste e la colonia colonia - gli stadi imaginali 36 La nosemiasi - diagnosi e cura 7 I segnali dellalveare - losservazione del nido e della colonia 37 La peste americana - eziologia, sintomatologia e diffusione 8 I segnali dellalveare - losservazione esterna dellalveare 38 La peste europea - eziologia, sintomatologia e diffusione 9 Laffumicatore - il caricamento ed il suo corretto utilizzo 39 La varroatosi - il monitoraggio10 Lalimentazione delle api - la nutrizione zuccherina 40 La varroatosi - i trattamenti artigianali a base di timolo11 Il controllo dellalveare - linvernamento e lo sviluppo invernale 41 La varroatosi - i trattamenti con lApiguard12 Il controllo dellalveare - laggiunta dei fogli cerei 42 La varroatosi - i trattamenti con lApistan13 Il rinforzo dellalveare - il trasferimento di favi e di api adulte 43 La varroatosi - i trattamenti con lacido lattico14 Laggiunta dei melari 44 La varroatosi - i trattamenti con lacido ossalico in soluzione15 La sciamatura - le cause predisponenti 45 La varroatosi - i trattamenti con lacido ossalico sublimato16 La sciamatura - la prevenzione 46 Il blocco di covata - limpiego delle gabbiette comuni e cinesi17 La sciamatura - la divisione 47 Il blocco di covata - limpiego delle gabbiette Var control e Scalvini18 La sciamatura - linarniamento dello sciame 48 La varroa destructor - ciclo ed efficacia dei trattamenti19 La sciamatura - il contesto della colonia sciamata 49 La senotainia tricuspis20 La sciamatura - la manipolazione della famiglia di origine 50 La tarma della cera - Galleria melonellla e Achroia grisella21 La sciamatura - la sostituzione precoce della regina (tecnica del nucleo) 51 La cura della colonia - il trattamento dellorfanit22 La sciamatura artificiale - la produzione sciami col metodo classico 52 La sostituzione della regina - linserimento con la tecnica della23 La sciamatura artificiale - la produzione di sciami da doppio melario gabbietta24 I pacchi dapi - le tecniche di produzione 53 La sostituzione della regina - linserimento con la tecnica del25 I pacchi dapi - le tecniche di utilizzo nucleo26 La produzione di regine - il metodo semi intensivo 54 La marcatura della regina27 La produzione di regine - il metodo intensivo e lallestimento dello starter 55 Letichettatura dei prodotti dellalveare28 La produzione di regine - la preparazione e luso dei cupolini 56 Glossario29 La produzione di regine - la preparazione al traslarvo e linnesto dei cupo- 62 Bibliografia lini30 La produzione di regine - la preparazione al traslarvo - i favi e il laboratorio
  • 5. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliLarniaFra api e allevatore si instaurata, sin da tempo remoto, una sorta di simbiosi: luomo sottrae allacolonia parte del suo raccolto ed in cambio le fornisce cure, preoccupandosi del suo benessere efornendo alle api una "dimora" adeguata. Larnia razionale, al contrarioLe arnie, attualmente in uso, si distinguono profondamente da quelle impiegate nel passato. 2 di quella villica, permette trasferimentiQueste ultime, non rispondendo a canoni di razionalit, vengono oggi chiamate arnie villiche obugni, al fine di distinguerle da quelle di pi recente impiego: le arnie razionali. pi facili (alla ricerca di fonti nettarifereStoricamente possiamo distinguere due tipi di arnie villiche: abbondanti), il controllo completo dello- a tronco cavo verticale (fra le quali possibile annoverare il classico bugno sardo di sughero); stato della famiglia e, soprattutto, di- a tronco cavo orizzontale (comera, ed ancora , larnia villica siciliana, realizzata con stecche di adeguare gli spazi interni alle realiferula). esigenze della colonia. Infatti, nelle arnieTutte le arnie rustiche, pur trasportabili secondo diversi accorgimenti, sono comunque caratteriz- razionali possibile aggiungere ozate dallimmobilit dei favi. sottrarre favi in base alla forza dellaQuesta caratteristica il motivo per il quale operazioni oggi assai semplici, (come, ad esempio, le- colonia e quindi al numero di api che lastrazione del miele), nel passato comportavano lapicidio, cio la distruzione della famiglia dapi. compongono.Lintroduzione nel nostro Paese della Varroa destructor e limpossibilit di un controllo approfondi-to dei favi (e quindi dello stato sanitario della colonia) sono state per le ragioni fondamentali chehanno portato alla pressoch totale scomparsa delle arnie villiche.Larnia razionale utilizzata oggi, pur nelle differenti tipologie, deriva dal modello creato in Americanel 1851 dal reverendo Lorenzo Lorraine Langstroth. Nelle arnie razionali i favi sonoQuesto modello, successivamente modificato nel 1859 prima da Charles Dadant e quindi da Blatt, 3 costruiti dalle api allinterno di particolarisi diffuse in America a partire del 1861. "cornici mobili" comunemente chiamateNel nostro Paese, dal modello "Dadant-Blatt", nel 1932 venne standardizzata larnia italiana, larnia "telai" o "telaini". Questi possono essereItalica-Carlini, tuttora utilizzata. Inizialmente il nido, a pianta quadrata, conteneva 12 favi che pote-vano essere disposti sia longitudinalmente allingresso (a favo freddo), sia trasversalmente (a favo facilmente estratti dallarnia, rendendocaldo). cos possibile, da parte dellapicultore ilLarnia da nomadismo a dieci telaini, ovviamente solo a favo freddo, attualmente la sola impie- controllo dei favi in essi contenuti.gata nella moderna apicultura. Nel bugno di sughero, al pari di 1 tutte le altre tipologie di arnie villiche, la famiglia costruisce naturalmente i propri favi, saldandoli sia al tetto che alle pareti. Tali favi, che contengono miele, covata o polline, possono essere estratti solo Per fare in modo che le api staccandoli dalle pareti del bugno, con 4 costruiscano i loro favi esattamente limpossibilit, per, di riposizionarli. Per allinterno dei telai, lapicultore provvede a questo motivo, nelle arnie villiche saldarvi un foglio cereo che reca stampate impossibile effettuare anche le pi le impronte delle cellette. Le api banali operazioni apistiche quali per provvedono a completare la costruzione esempio il controllo sanitario. dei favi, edificando, su entrambi i lati del foglio cereo, le loro cellette. In questo modo anche possibile far costruire alle api celle con dimensioni adatte ad accogliere la sola covata femminile.
  • 6. Schede tecniche di apicultura Larnia Particolare importanza assume Per meglio garantire la corretta 5 la distanza che vi deve essere fra telaio 8 distanza tra i telai possibile fissare e telaio (e quindi tra i favi) e fra lultimo nellarnia degli appositi distanziatori di telaio e la parete dellarnia. Occorre lamierino zincato. I distanziatori per il considerare che le api edificano i loro nido consentono di accogliere 10 telai, favi, facendo in modo tale da lasciare mentre quelli specifici per il melario passaggi delle dimensioni di 7-9 sono realizzati per un numero inferiore millimetri. In presenza di dimensioni di favi, generalmente 8 o 9. Questo per inferiori, esse tendono ad isolare o fare in modo che i favi da melario chiudere questi spazi con ponti di cera possano risultare pi profondi e, quindi, o con propoli. Pertanto occorre garan- pi facilmente disopercolabili in fase di tire la distanza di circa 14-18 millimetri smielatura. fra i favi e di 7-9 millimetri.fra favo e parete dellarnia. La camera inferiore dellarnia Il melario il corpo che si sovrappone 6 deputata ad accogliere favi di covata 9 al nido. Ospita i favi deputati alla raccolta ed pertanto comunemente chiamata del miele; tali favi non dovrebbero mai essere nido. Le sue dimensioni in lunghezza interessati dalla ovideposizione della regina. (antero - posteriori) sono fisse essendo Affinch i favi non cedano sotto il peso del legate alla lunghezza dei telai. miele maturo, i telai da melario hanno Al contrario, la larghezza funzione del unaltezza di poco superiore alla met dei numero di telai da nido che deve telai da nido. Pur stabilita da una accogliere. L arnia pi diffusa quella convenzione internazionale, tale altezza impiegabile anche per il nomadismo: piuttosto variabile. Occorre pertanto verificare essa contiene 10 telaini, ed larga 385 la compatibilit delle dimensioni tra melario e millimetri. telai qualora si acquistino da differenti case costruttrici.(Vedi glossario alla voce melario.) Le arnie di ultima generazione, La soffitta, detta anche coprifavo, 7 dispongono di un fondo in rete metallica 10 chiude superiormente larnia. In essa che, fornendo comunque un supporto pu essere realizzato un foro circolare, alle api, permette il passaggio delle varroe, utile per liserimento del nutritore a cadute accidentalmente o a seguito di tazza. Questo foro viene generalmente trattamenti terapici. Nel caso, queste chiuso da un apposito "disco a quattro ultime possono essere raccolte e contate posizioni": tutta apertura, tutta chiusura, mediante luso di specifici vassoi, da aerazione, escludiregina. Larnia posizionare al di sotto della rete stessa. chiusa dal tetto, realizzato in legno e Il fondo in rete offre inoltre il vantaggio di generalmente rivestito di lamierino una migliore aerazione dellarnia. zincato. Reg. CE N1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazione
  • 7. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliMontaggio dei fogli cereiLinserimento dei fogli cerei nei telaini una delle operazione alle quali, spesso, i principianti dedica-no meno attenzione. Occorre invece considerare che un foglio cereo non fissato correttamente dorigine a favi mal costruiti e fragili, inidonei ad accogliere sia il polline ed il miele, sia la covata. Per linserimento del foglio cereo Esistono altri tipi di armature: 1 nel telaio si utilizza del fil di ferro, stagna- 4 a fili orizzontali, a fili obliqui o di tipo misto. to o di acciaio inox, del diametro di circa Per larmatura a fili orizzontali, occorre 0,5 millimetri. Qualora si utilizzi larmatura disporre di telaini scanalati superiormente, di tipo verticale a 6 fili, per un telaino da in modo da potervi inserire il bordo lungo nido occorrono circa 3 grammi di filo, superiore del foglio cereo. Questo evita mentre per un telaino da melario ne che, una volta inserito nellalveare, il foglio occorrono circa 2,2. Considerando cereo possa ripiegarsi a libro per tutta la limpiego di rocchetti da 1 chilo, ciascun sua lunghezza, andando ad appoggiarsi rocchetto sufficiente per armare ad uno dei due favi limitrofi. In questo caso rispettivamente 330 telaini da nido o 450 le api salderebbero la nuova costruzione al da melario (vedi glossario). favo, rendendone impossibile lestrazione. I fogli cerei sono di due tipi. Larmatura di tipo misto indicata 2 Il foglio cereo laminato, ottenuto impri- 5 ove si debbano smelare spesso i favi da mendo a freddo le impronte delle cellette nido. Linserimento dei fogli cerei con su una lamina di cera, si manipola facil- luso del trasformatore, costituisce per mente, ma non molto gradito alle api. un problema. Infatti il numero notevole di Al contrario, il foglio cereo fuso assai ponti elettrici che si possono venire a fragile, ma, in virt della sua elevata poro- creare, rende spesso necessario inserire sit, viene lavorato facilmente. Operando singolarmente piccoli tratti di filo. Occorre a temperature inferiori ai 18C, racco- comunque considerare che i telai prefo- mandabile scaldare la confezione dei fogli rati, normalmente reperibili in commercio, fusi prima del loro uso. Ci favorisce la sono predisposti per larmatura a 6 fili in loro manipolazione. verticale. Larmatura comunemente utilizzata Una volta steso il filo, il capo libero 3 per il fissaggio del foglio cereo nel telaio 6 viene fissato al telaio con tre o quatto quella a 6 fili verticali. La distanza fra giri attorno a un chiodino, preferibilmen- ciascuno dei 2 fili esterni e la faccia inter- te a testa larga. Fatto questo, il filo viene na del montante del telai non deve su- tirato (non eccessivamente) in modo perare i 25 millimetri. I 4 fili interni devo- uniforme, affinch sia bene steso. Infine, no essere posti alla stessa distanza: 63-66 prima di tagliarlo, viene assicurato millimetri. Tale misura si ricava dividendo allaltra estremit con un secondo per 5 la distanza compresa fra i due fili chiodino. estremi. Per il corretto inserimento del foglio cereo, i fili devono trovarsi sullo stesso piano.
  • 8. Schede tecniche di apicultura Montaggio dei fogli cerei Prima di inserire il foglio cereo, Per fissare il foglio cereo, 7 si ondula leggermente il filo utilizzando lo 10 il filo viene riscaldato mediante luso di zigrinatore. Si accostano sul filo le due trasformatori elettrici da 12 o 24 V. Il testine dentate e, operando una leggera passaggio della corrente provoca il pressione, si scorre lo zigrinatore lungo lento riscaldamento, del filo inglobando- tutto il filo. Londulazione ottenuta lo nel foglio in pochi secondi. Cessato il determina una maggiore tensione del filo flusso di corrente, la cera solidifica e si e una maggiore superficie di contatto con salda perfettamente al filo. Luso di una la cera, consolidando la tenuta del foglio. batteria dauto assolutamente Si limitano cos i rischi di cedimento dei favi sconsigliato poich lelevato amperag- sopratutto quando questi sono molto gio provoca un rapido ed eccessivo carichi di miele. riscaldamento del filo impedendone una omogenea penetrazione nel foglio. Per linserimento del foglio, il telaino Per un risultato ottimale 8 viene poggiato su un apposito piano che 11 preferibile fissare uno spinotto elettrico al permette di verificare che non sia svirgo- telaino, tenendo laltro in mano. Avere lato e che i suoi lati siano a 90. Qualora il una mano libera permette alloperatore telaino sia svirgolato, i favi costruiti si di fare pressione sulle parti del foglio troveranno molto pi vicini ai favi attigui, cereo che non risultano perfettamente con il rischio che le api li saldino o non ne appoggiate sul filo. Questo consente un completino la costruzione. Lo stesso perfetto fissaggio del filo al foglio. avviene se i lati del telaino si trovano a A lavoro finito, il filo deve risultare meno di 7 millimetri dalla parete dellarnia. annegato nella cera, per tutta la sua In questo caso succede facilmente che le lunghezza. api propolizzino il passaggio, rendendo complicata lestrazione del telaio stesso. Il foglio viene adagiato sui fili, Se non si opera correttamente, 9 facendo attenzione che sia perfettamente 12 spesso le operaie operaie "rosicchiano" la centrato. preferibile che la distanza fra il cera intorno al filo.rendendo inutile la foglio e il lato interno del telaino sia infe- costruzione del favo. riore ai 5 millimetri. In questo modo le api Qualora ne venga comunque saldano il favo ai lati del telaio, conferen- completata la costruzione, nelle cellette dogli maggiore solidit. Ci evita anche ove il filo fuoriesce dal fondo. che, in fase di sciamatura, le api possano la regina evita di deporre. costruire celle reali sui lati del favo. Per evitare la costruzione di celle reali nelle parte sottostante del favo, taluni apicultori accostano il foglio alla traversa inferiore. Reg. CE N1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazione
  • 9. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliLapiariola scelta della postazione noto che le bottinatrici possono compiere voli anche molto lunghi, fino a raggiungere la distan- Sul frontalino possibile aggiungereza di 3 chilometri. per chiaro che un tragitto di tale lunghezza, per una raccolta di pochi milli- 2 dei segni (anchessi trascritti con colorigrammi di nettare, avrebbe un bilancio energetico scarsamente positivo. Al contrario, potendo dis- vivaci) in modo da offrire un altro segnoporre di una fonte alimentare pi vicina, per lape sarebbe possibile, nella stessa unit di tempo, di orientamento alle bottinatrici. Nellecompiere pi voli, arrivando a raccogliere pi nettare con lo stesso dispendio di energia. Per que- stazioni di fecondazione le arniesto motivo, lanalisi floristica del territorio ove impiantare un apiario di vitale importanza, soprat-tutto nel caso di aziende stanziali. In questo caso occorre che le fioriture siano abbondanti e ben vengono pitturate anche con pi coloridistribuite in tutte le stagioni dellanno. Lo stesso avviene per la raccolta dellacqua e del propoli e con pi segni, per evitare che le(vedi glossario). La prima indispensabile per diluire il miele e liquefare quello cristallizzato, per regine possano rientrare in un altroregolare la temperatura dellalveare e per lallevamento della covata; il secondo per chiudere le alveare. In questo caso, infatti,aperture dellalveare in funzione delle esigenze di termoregolazione, per la disinfezione delle cel- verrebbero subito soppresse.lette e per imbalsamare gli animali che, uccisi dalle api allinterno dellalveare, non possono essereallontanati.Nella scelta della localizzazione dellapiario, necessario valutare la presenza e la distanza di altriapiari presenti nella stessa zona. Devono essere considerati sia quelli stanziali, sia quelli nomadi.Questi ultimi, anche se solo per brevi periodi allanno, possono comunque interferire in modonegativo sulla produzione. Le arnie devono essere rialzate daNel caso di zone con forti declivi, buona norma posizionare gli alveari verso i fondi valle, in modo 3 terra di circa 20 centimetri. Il passaggio delltale che lape possa compiere i viaggi di ritorno (a pieno carico) in discesa. In queste situazioni aria evita il ristagno dellumidit ed il conse-occorre per valutare possibili fenomeni di inversione termica notturna, fenomeni che possono guente precoce degrado del fondo indare origine a gelate. Indipendentemente dalle situazioni orografiche generali, si deve valutareattentamente il microclima della zona scelta. sempre bene evitare situazioni ove siano frequenti legno. Come basamenti possono esserele inversioni termiche notturne e le zone dove spesso si ha la formazione di nebbie. usati sia dei pali prefabbricati di cementoConsiderata la propensione delle api a bottinare sostanze zuccherine, necessario evitare di dis- armato, sia leggere putrelle di ferro poggia-locare gli apiari nelle vicinanze di industrie o laboratori artigianali che lavorino queste sostanze te su blocchetti. La distanza tra di esse non(zuccherifici, torronifici, cantine vinicole, ecc.). Devono essere sempre rispettate le disposizioni legis- deve superare i 35-40 centimetri, al fine dilative vigenti (vedi glossario), sia generali che locali: leggi regionali, ordinanze, ecc. ben supportare le arnie. importante cheInfine, sebbene la ricerca non abbia ancora fornito risultati concordi circa lazione che i campi elet- le arnie siano a livello, poich la diffusionetromagnetici possono avere nei confronti delle api, sia per quanto attiene il loro orientamento che del fondo in rete permette lallontanamentola loro vitalit, appare opportuno evitare di posizionare gli alveari in prossimit di elettrodotti e gros- dellumidit in eccesso.si impianti di telecomunicazione. Le arnie devono essere colorate Occorre evitare le zone ventose. 1 in modo da rendere lapiario il pi 4 Sia perch sufficiente un vento con vivace possibile. Questo fa s che sia la velocit oraria di 25-30 chilometri per regina (al rientro dal volo di fecondazio- dimezzare lattivit di un alveare, sia per i ne), sia le bottinatrici possano ritrovare problemi legati alla sua azione distruttiva. facilmente il proprio alveare, senza In caso di vento eccessivo, gli apicultori possibilit di errore, limitando al sono obbligati ad assicurare le arnie al massimo la deriva (vedi glossario). terreno con mezzi che spesso ne I colori devono essere quelli riconosciuti ostacolano il loro controllo. Occorre dalle api: il bianco, il giallo, il verde e infine considerare lazione negativa che lazzurro in tutte le loro tonalit. Le api, il vento ha sulla secrezione nettarifera invece, non distinguono il rosso. delle differenti specie vegetali.
  • 10. Schede tecniche di apicultura Lapiario - la scelta della postazione La presenza di alberi non indicata. Occorre evitare le aree umide. 5 Infatti le colonie allevate allombra, soprattutto du- 9 Un livello elevato di umidit non permette rante la stagione invernale, stentano: hanno mag- alle api di mantenere una buona tempera- giori problemi di termoregolazione e lombra inibi- tura allinterno dellarnia. Inoltre, lumidit sce il volo delle bottinatrici. Anche il lavoro dellapi- favorisce lo sviluppo di muffe e di patologie cultore viene ostacolato: pi difficile osservare le ad essa legate: la covata calcificata e pietrifi- api e distinguere la covata. Per ci bene evitare le cata (vedi glossario: micosi). Si devono per- aree intensamente boscate. Occorre anche consi- tanto evitare zone con ristagni idrici o vicine derare il fastidio che spesso possono procurare le a corsi dacqua. Questo valutando anche basse alberature. leventualit di possibili alluvioni. Gli alveari devono essere esposti Lapiario deve essere facilmente 6 nel quadrante compreso fra lest ed il sud. 10 accessibile. Le colonie devono essere visitate s Questo orientamento facilita linsolazione del tutto lanno e con qualunque tempo. Anche predellino di volo, favorendo il riscaldamento la movimentazione del materiale apistico della colonia e, pertanto, lattivit delle nonch quella dei melari (sia vuoti che pieni), N bottinatrici. Tanto prima la parte anteriore richiede che i mezzi di trasporto possano delllarnia viene raggiunta dal sole, tanto prima raggiungere facilmente le postazioni. le api riprendono la loro attivit. Nel caso che le arnie siano collocate Occorre evitare le aree inquinate 7 su superfici in pendenza, indispensabile che 11 e quelle ove si fa largo impiego di fitofarmaci. lorientamento di questi declivi sia a sud. Questo evita il possibile inquinamento del Questa situazione favorisce il riscaldamento miele con metalli pesanti e molecole della superficie terrestre, intervenendo estranee, ma soprattutto scongiura il rischio positivamente sul microclima degli alveari. di mortalit delle api che, nelle aree agricole intensive, un fatto tuttaltro che sporadico. La dotazione di acqua in recipienti I rumori, ma soprattutto le vibrazioni, 8 dislocati fra gli alveari assume unimportanza 12 infastidiscono le api che, spesso, reagiscono vitale, quando le api non possono disporre di in modo aggressivo. Per questo meglio fonti naturali. Non necessario che lacqua evitare zone ove vengono eseguite frequenti sia fresca e pura, poich spesso le api lavorazioni del terreno. bene che lapicul- manifestano preferenza proprio per lacqua tore, o loperatore agricolo, ove dovesse stagnante, pi ricca di sali minerali. compiere lavorazioni meccaniche in prossimit dellalveare, prenda le dovute precauzioni indossando mezzi di protezione. Reg. CE N1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazione
  • 11. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliLapiariola disposizione degli alveariCon il termine di apiario o di postazione, si suole indicare linsieme degli alveari disposti luno accan- In questa situazione le apito allaltro. La scelta di come disporli sul campo varia in funzione di fattori assai differenti. 2 tendono ad assottigliare il favo troppoInnanzitutto occorre considerare se lallevamento deve essere di tipo stanziale o se esso deve pre- vicino al fianco e ad ingrossare quellovedere la transumanza, al fine di sfruttare un numero maggiore di fioriture. In questo caso occor- sul lato opposto. Spesso avviene che,re ancora valutare il livello di meccanizzazione che si intende adottare. Infatti il caricamento e lo nello spazio che si viene a creare fra ilscaricamento degli alveari pu essere manuale o, come avviene per i grossi allevamenti la movi-mentazione delle colonie pu essere parzialmente o interamente meccanizzata. fianco ed il favo limitrofo, le api riescanoOvviamente questa seconda ipotesi tende a privilegiare la facilit di trasporto piuttosto che quella a costruire un favo supplementare,relativa alla visita delle famiglie. rendendo complicata lestrazione delIn postazioni stanziali, le scelte sono dettate in primo luogo dalla morfologia del terreno e dallo spa- telaino e, quindi, il controllo dellazio disponibile. colonia.Ove le arnie siano disposte su pi file, queste devono essere possibilmente distanziate di almeno 3metri e mezzo o 4, in modo tale che loperatore, intento nei controlli, non sia di ostacolo al volodelle api che si sollevano dagli alveari situati nella fila posta immediatamente dietro evitando cosche queste possano innervosirsi e divenire aggressive.Anche sulla fila, ove possibile, le arnie dovrebbero mantenere una distanza tale da permettere allo-peratore di posare agevolmente fra di esse i telaini estratti durante il controllo o di effettuare como- La disposizione migliore per le apidamente una divisione della colonia per far fronte ad un principio di andata a sciame. Una mag- 3 quella che prevede il posizionamentogiore distanza fra le arnie offre anche altri vantaggi: limitare la deriva (vedi glossario) fra gli alveari isolato degli alveari. Posizionandoli aed indirizzare la regina al ritorno dal suo volo di fecondazione. Infatti, mentre le api bottinatrici, circa 2 metri luno dallaltro sulla fila equantunque non appartenenti alla colonia, vengono comunque bene accolte, le regine, qualora,al loro ritorno, sbaglino alveare, vengono immediatamente eliminate. distanziando le file di 3-3,5 metri, oltreOve le postazioni siano formate da un gran numero di alveari, indispensabile conservare (o, che prevenire la deriva, si permetteeventualmente inserire) elementi del paesaggio che servano da orientamento. allapicultore di operare agevolmente,Al contrario, qualora lazienda pratichi una intensa attivit di nomadismo con un elevato grado di anche nel caso si impieghino dei mezzimeccanizzazione, gli alveari vengono posizionati uno accanto allaltro su pallet, non tenendo meccanici.conto delle difficolt operative che possono derivare da questa disposizione: ad esempio, lag-giunta dei melari i quali, vengono a trovarsi luno attaccato allaltro.In queste situazioni, la disposizione sul campo degli alveari determinata prioritariamente dallanecessit di mobilit fra i pallet da parte dei mezzi meccanici impiegati per il carico e lo scarico deglialveari. Le arnie devono essere sistemate Lallineamento su fila unica, 1 perfettamente in piano rispetto al 4 ove le condizioni lo rendano possibile, proprio asse trasversale. Una forte quello prevalentemente preferito. Infatti inclinazione farebbe s che i telaini non possibile svolgere tutte le operazioni siano perfettamente paralleli alle pareti senza interferire con il volo delle api. dellarnia. Di conseguenza verrebbe Ovviamente possibile, in funzione dei compromessa la giusta distanza fra i favi supporti disponibili, posizionare gli laterali e le pareti dellarnia. alveari in gruppi da 3 a 5 unit, distanziando opportunamente un supporto dallaltro.
  • 12. Schede tecniche di apicultura Lapiario - la disposizione degli alveari Ove lo sviluppo in larghezza La configurazione a girandola 5 delle parcelle non lo permetta, gli alveari 9 offre gli stessi vantaggi descritti per la sistema- vengono disposti su pi file parallele. Questa zione a quadrilatero. Tuttavia, anche in questo sistemazione non certamente ottimale, non caso alcuni alveari si trovano con luscita di essendo in grado di limitare il fenomeno della volo orientata a nord o ad ovest e, quindi, in deriva. Inoltre questa disposizione richiede una posizione ombreggiata. Formata da qruppi di distanza fra le file non inferiore ai 3,5 metri al soli quattro alveari, limita, ancora meglio della fine di rendere agevole il controllo degli disposizione a quadrilatero, la deriva. Per alveari. questo motivo questa sistemazione la pi impiegata nelle stazioni di fecondazione. La collocazione a ranghi successivi La disposizione su pallet (o pedane) 6 permette di disporre le arnie su pi file, 10 in linea quella pi comunemente utilizzata creando per degli spazi fra gruppi di alveari dagli apicultori che praticano il nomadismo disposti sulla stessa fila. In questa situazione movimentando gli alveari attraverso bracci viene limitato il disturbo generato dallapicul- elevatori estensibili, montati sullo stesso tore sugli alveari posti immediatamente dietro. mezzo di trasporto. Il numero di alveari Questi spazi possono anche essere impiegati funzionale alla larghezza dellautocarro, e per il collocamento di altri alveari, nel caso di posso variare da quattro a cinque. divisioni per la prevenzione della sciamatura. La sistemazione a quadrilatero Nella disposizione su pallet a girandola, 7 permette un buon orientamento delle api, di 11 gli alveari vengano sistemati su pedane di for- contrastare la deriva ed adeguati spazi opera- ma quadrata. In questo caso la distribuzione in tivi per lapicultore. Per contro, alcuni alveari campo pu essere ricondotta a quella omoni- soffrono unesposizione non ottimale, trovan- ma vista in precedenza, con la sola differenza dosi orientati a nord o ad ovest. Per questo che, in questo caso, gli alveari sono uno ridos- motivo un modello di disposizione che pu sato allaltro. Questo, come per tutte le altre essere impiegato in areali pianeggianti, carat- sistemazioni su pallet, rende complicato sia il terizzati da clima caldo e secco. assai adatta controllo delle colonie, sia la sovrapposi-zione per le stazioni di fecondazione. dei melari. La disposizione a semicerchio Per la sistemazione su pallet contrapposti 8 viene impiegata molto in parcelle con buon 12 vengono utilizzate pedane di forma rettan- sviluppo in larghezza. Permette un discreto golare, sulle quali trovano spazio 4 alveari. La orientamento delle colonie ed una ottimale dislocazione sul campo simile a quella vista operativit dellallevatore che si trova a con- per la disposizione a girandola. Al contrario trollare gli alveari senza interferire con il volo della precedente, secondo questa disposizio- delle api. Si pu optare verso questa soluzio- ne, gli alveari vengono orientati non su tutti e ne quanto possibile orientare i semicerchi quattro i punti cardinali, ma secondo lasse verso sud. est-ovest. Reg. CE N1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazione
  • 13. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliLe caste e la coloniagli stadi preimaginaliLa societ delle api composta da individui di sesso femminile, le api operaie e lape regina, Luovo che d origine ad une di sesso maschile, i fuchi. Fra gli individui di sesso femminile, solamente lape regina 2 fuco, viene ordinariamente deposto infeconda, mentre le api operaie sono sterili. celle esagonali di circa il 30% pi largheNella societ delle api, la determinazione del sesso avviene per partenogenesi aploide arre-notoca: uova non fecondate danno origine a fuchi; uova fecondate ad api operaie ed api di quelle da operaia (vedi glossario:regine. Solo in casi particolari, da uova fecondate possono originarsi maschi diploidi (vedi Fogli cerei). In queste celle, la reginaglossario). Le loro larve, non appena fuoriuscite dalluovo, vengono comunque individuate pu inserire laddome facilmente senzacome anomale dalle api operaie e, quindi, eliminate. doverlo contrarre al momento dellaNelle schede relative alle caste, non si intende approfondire in modo specifico la composi- deposizione. Si evita cos lespulsionezione della colonia, ma fornire utili elementi pratici per il riconoscimento dei diversi individui dalla spermateca di uno spermatozoo.e delle loro differenti fasi di vita preimaginale e di adulto. In particolare vengono illustrati idifferenti cicli di vita e gli elementi da cui questi possono essere influenzati. Nelle celle esagonali pi grandi, siNormalmente in alveare sono presenti solamente cellette esagonali, che costituiscono i favi. possono trovare quindi uova nonSolo eccezionalmente le api provvedono ad allevare api regine in particolari cellette, realiz- fecondate, dalle quali nascono fuchi.zate appositamente. Queste cellette, una volta sfarfallata la regina, vengono in tutto o inparte, demolite.Occorre saper distinguere le celle reali costruite per la sciamatura, da quelle edificate perporre rimedio ad uno stato di orfanit. Le uova di api regine, sono deposteEliminando queste ultime infatti si destina la colonia alla estinzione certa. 3 in particolari cellette che, inizialmente, opinione oramai diffusa che nelle celle reali luovo non venga deposto direttamente dal- hanno la forma di una coppa rovesciatalape regina (infatti, non dovendo contrarre laddome, depositerebbe un uovo non fecon-dato e quindi maschile), ma venga portato dalle stesse api operaie. (vedi scheda: La sciama- o di una cupola: per questo motivotura cause predisponenti). Al contrario, in condizioni di orfanit, le celle reali vengono rea- vengono normalmente indicate collizzate intorno ad una larvetta con et inferiore ai 3 giorni, direttamente sulla superfice dei termine di cupolino. Questo tipo di cellafavi. (del diametro di 8,0 millimetri) vieneGli stadi preimaginali (o larvali) di qualunque individuo componente una famiglia di api realizzato dalle operaie solamentehanno inizio da un uovo.Non possibile distinguere un uovo femminile da uno maschile. quando la colonia avverte lesigenza diAlcune indicazioni possono essere assunte sulla base del tipo di celletta ove luovo vienedeposto. sciamare (vedi scheda sciamatura) e indispensabile che lapicultore abbia unadeguata conoscenza dei diversi stadi preimaginali quindi la necessit di allevare nuove apie che sappia cogliere i segnali che la colonia manifesta. Sono questi elementi infatti che pos- regine.sono dare utili indicazioni allallevatore sullo stato di salute della colonia stessa. Le uova di api operaie vengono A volte possibile individuare pi 1 deposte in cellette esagonali con 4 uova deposte sui lati delle celle. Questo apotema pari a 2,6 - 2,7 millimetri. tipo di deposizione opera di api Tale dimensione obbliga la regina, nel operaie che, in condizioni di orfanit momento della deposizione, a contrarre oramai avanzata, riacquistano la laddome con la conseguente espulsio- capacit di deporre uova, ovviamente ne di uno spermatozoo che andr a maschili (vedi glossario: Fucaiola - ape fecondare luovo. Pertanto, nelle cellette operaia). Non possibile distinguere la esagonali di minori dimensioni, si covata di unape regina fucaiola (vedi potranno trovare normalmente uova glossario) da una covata femminile fecondate, dalle quali nasceranno api regolare. operaie.
  • 14. Schede tecniche di apicultura Le caste e la colonia - gli stadi preimaginali Un caso particolare si verifica La quinta ed ultima muta avviene 5 qualora una giovane regina, appena 8 dopo lopercolatura. In questa fase la fecondata, non abbia abbondante larva si dispone lungo lasse maggiore spazio. Essa tende a deporre pi di un della celletta. Successivamente avviene la uovo per cella, ma sempre sul fondo. In trasformazione in pupa. In questa fase questa situazione sono le api operaie possibile distinguere bene le celle di ape che provvedono ad eliminare le uova in operaia (&), con opercolo convesso e eccesso, lasciandone solamente una per poco pronunciato, da quelle di fuco (%), cella. con opercolo pressoch semisferico. La comparsa di sola covata maschile segno inequivocabile di sopravvenuta orfanit o di presenza di unape regina sterile e quindi fucaiola. Luovo appena deposto, si presenta Nel caso di unape operaia, 6 longitudinalmente allasse della celletta, 9 lo sfarfallamento avviene dopo 12 giorni come un chiodo in una parete. Appena dallopercolatura della cella e perci dopo poche ore dopo, nelle cellette esagonali, 21 giorni dalla deposizione delluovo. Il tende per, per effetto della gravit, ad ciclo del fuco dura mediamente 3 giorni in adagiarsi sul fondo. Nelle celle reali, al pi. contrario, poich luovo pende al pari di Gli adulti fuoriescono dalle cellette dopo un lampadario, non cambia posizione averne rosicchiato completamente fino alla nascita della larvetta. Questo lopercolo. stadio dura circa tre giorni per entrambi i sessi. Dalluovo fuoriesce una larvetta La celletta ove si compie il ciclo 7 che, nel giro di sei giorni, compie 4 mu- 10 preimaginale di unape regina cresce al te raggiungendo lo stadio di larva di crescere delle dimensioni della larva. Al quinta et. Dapprima la larvetta, immer- momento dellopercolatura la cella sa in un cuscino di gelatina reale, assume la forma di una ghianda, pi o pressoch invisibile. E comunque ben meno allungata. Unottima cella reale distinguibile gi poche ore dopo la deve essere dritta e ben lavorata per nascita, arrivando ad occupare lintera lintera superficie, riportando in rilievo celletta al momento dellopercolatura. gli esagoni tipici dei favi. La fase di Questo avviene mediamente dopo no- celletta opercolata dura, nel caso della ve giorni dalla deposizione. Un tempo di regina, appena 7-8 giorni. La regina, poco inferiore nel caso dellape regina, sfarfallando, apre la celletta al pari di di poco superiore nel caso del fuco. una barattolo di pelati. Reg. CE N1234/2007 annualit 2010/2011 Azioni volte a migliorare le condizioni della produzione e della commercializzazione dei prodotti dellapicoltura - sotto Azione A3 Azione di comunicazione
  • 15. Schede tecniche di apicultura Comunit Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e ForestaliLe caste e la coloniagli stadi imaginaliGli adulti che compongono un alveare sono normalmente suddivisi in 3 caste: lape regina,i fuchi e le api operaie. indispensabile, per loperatore apistico, possedere una corretta ed I fuchi compongono la castaapprofondita conoscenza dellorganizzazione della colonia nonch dei compiti di ciascuna 3 maschile. Morfologicamente assaidelle tre caste. altrettanto importante, al fine di operare in maniera rapida, ma corretta, caratteristici, non sono sempre presenti insaper individuare i differenti stadi biologici e fisiologici dei singoli individui. alveare, considerato che la loro vita duraUn apicultore deve essere in grado di distinguere, ad esempio, unape regina vergine da una dalla primavera allautunno. Raramente, efeconda o saper catturare da un alveare, secondo le necessit, gruppi di api nutrici, ceraiole solo nelle regioni a clima pi mite, hannoo bottinatrici. fondamentale considerare come gli stadi fisiologici delle api appartenenti alle la possibilit di svernare. Raggiungono ladifferenti caste, (ad esempio, la lunghezza della loro vita), siano funzione della stagione o deicarichi di lavoro: produttivi, nel caso delle operaie o riproduttivi, nel caso di una regina. Api maturit sessuale circa 40 giorni dopo looperaie pi longeve, sono in grado di garantire raccolti abbondanti. Esse, infatti, trascorrono sfarfallamento. Muoiono una voltale loro prime tre settimane di vita in alveare e solo dopo questo periodo fuoriescono alla ricer- fecondata la regina.ca di cibo. Se la loro vita durasse solo sei settimane, vi sarebbe una bottinatrice per ogni ape Il loro stadio preimaginale dura 24 giorni.di casa. Se durasse nove settimane, per ogni ape di casa si potrebbero contare 2 bottinatrici. (vedi glossario:Fuco ).Infine si consideri che, mentre lape regina ed il fuco hanno un unico compito, lape operaiasvolge mansioni diverse. La regina sfarfalla 16-17 giorni Lape operaia fuoriesce dalla cella, 1 dopo la deposizione delluovo. Da 4 rosicchiandone con le mandibole loper- questo momento, passa circa una colo, trascorsi circa 21 giorni dalla depo- settimana in alveare, prima di sizione delluovo. Non appena sfarfallata, raggiunge la maturit sessuale. La ha la necessit di fare asciugare all aria il regina vergine non occupa una proprio tegumento. Durante i primi 2-3 posizione precisa sui favi e, con un giorni di vita, si dedica alla pulizia ed alla addome non ancora sviluppato, in disinfezione delle celle liberate dalla colonie ben popolate pu essere covata, celle che devono essere rese individuata solo dallocchio di un idonee ad accogliere o nuova covata o apicultore esperto. riserve alimentari. In questa fase non in funzione alcuna ghiandola. Una volta fecondata, la regina La rosura degli opercoli si deposita 2 muta morfologicamente, mostrando un 5 sul fondo dellarnia o sui fondi antivar- accrescimento del proprio addome, roa, formando caratteristiche strisce in dovuto allingrossamento della sperma- coincidenza degli spazi tra i favi. Il loro teca (vedi glossario). Poco mobile pu numero e la loro lunghezza fornisce essere individuata facilmente sui favi ove