Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3
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MHEDITOREPietro Negri EditoreCorso Palladio,17936100 Vicenza
DIRETTORE RESPONSABILEMaria Elena Bonacini
QUADERNI TRIMESTRALIprezzo di copertina €10Aut. del Tribunale di Vicenzan° 1115 del 12.09.2005ROC n° 13974
ABBONAMENTI1 anno/4 numeri Italia €30 Europa €50Arretrati €12Ufficio [email protected]. +039 0444 327976Pagamento tramite bollettino postale intestato a Pietro Negri EditoreC/C n° 70951959
PROGETTO GRAFICO Patrizia [email protected]
STAMPAGrafiche Corrà, S. Bonifacio (VR)
WEBwww.museohermetico.com
E’ vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazionescritta di Pietro Negri Editore.
QUADERNI DELL’ARTE ALCHEMICA N. 3: alchimia della percezione razionale
REDAZIONECorso Palladio,17936100 [email protected] in rete:www.museohermetico.comwww.equilibriarte.org/museohermetico
AUTORIMarta BreuningCecila Gallerani Ginevra BenciLucrezia CrivelliGiovanna Feltria
COLLABORATORI:Chi volesse collaborare alla rivista con articoli,suggerimenti e materiale iconografico (sempregradito), verrà preso in considerazione dallaredazione e menzionato tra i collaboratori.Il materiale deve essere spedito unicamente per posta elettronica.
MUSEOE M B L E M I D E L L A C O N O S C E N Z A
HERMETICO
Sommario02. EDITORIALE
Il paradigma alchemico
04. ARTE ALCHEMICA La misura come criterio
09. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE La purificazione del Mercurio
12. ALCHIMIA DELLA PERCEZIONE RAZIONALESaulo il Centauro
21. ALCHIMIA DEL COSCIENZA RAZIONALELa ricerca razionale della felicità
24. FILOSOFIA DELLA CONOSCENZALa genesi della coscienza corporea
34. INIZIAZIONI ALL’ARTE Elogio della lucidità
38. EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVAHoly Smoke, istinto di conoscenza
50. FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALEKènosis e rinascita dell’io
54. EMBLEMI DELLA TRASFORMAZIONE SPIRITUALEUna logica superiore
verità si riconosce contestualmente alla verifica degli errori indotti dagli strumenti di
misura e dai sistemi metodologici. La costruzione delle teorie scientifiche, filosofiche
e spirituali si fonda sulla coerenza logica delle tesi che sostengono le ipotesi, ma non si deve
trascurare di esplorare “il sottosuolo invisibile” dei paradigmi. Ogni discorso che riguarda la
natura dell’uomo, l’origine della coscienza e il significato della vita ha “radici” molto profonde nel
processo culturale di selezione di alcuni concetti dominanti rispetto ad altri al fine di dotare il
discorso logico di uno specifico criterio di intelligibilità. Mentre il paradigma razionale erige la
“Grande Torre”, partendo dal presupposto che la creazione del mondo è opera di un “Dio
invisibile” (Scienza e Fede) che trascende la dimensione corporea dell’esperienza, il paradigma
alchemico “fa crescere” l’albero della conoscenza sul terreno della “filosofia naturale” in grado di
nutrire il tronco (il tronco encefalico) fino al sistema riproduttivo delle gemme (le ghiandole della
testa), dei fiori (i lobi frontali) e delle mele (i due emisferi cerebrali) con la linfa vitale generata da
un “Dio corporeo” che dimora all’interno dell’essere. La “Torre di Babele” dipinta da Brueghel
invita lo sguardo ad osservare con attenzione le diverse tecniche di costruzione del sapere che
origina dalla razionalità creativa degli uomini. La differenza sostanziale che esiste tra il sapere
scientifico e filosofico (la parte sinistra della torre rivolta verso la terra) da quello religioso e
psicologico (la parte destra della torre rivolta verso il mare), dipende dall’abilità del pensiero
razionalizzatore di strutturare un sistema logico, forte, coerente e privo di cedimenti nelle parti
Il paradigma alchemico
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La
Pieter Brueghel, La Grande Torre, 1563S. Trismosin, Splendor Solis, XVI ° secolo
fondative. La critica di Brueghel è chiara e inequivocabile: nessuno dei due sistemi di pensiero è
in grado di portare a compimento l’opera. La conoscenza ‘pertinente’ la felicità dell’uomo che
origina dal pensiero scientifico è destinata a crollare sotto il suo stesso peso teorico e
metodologico, mentre la conoscenza che evolve dal pensiero intuitivo implode e si disgrega
velocemente nel tempo, per poi ricostruirsi all’infinito sulle proprie macerie. La coscienza critica
di Brueghel sintetizza i limiti del pensiero occidentale che disconosce la presenza sottile, occulta
e invisibile del “paradigma culturale” codificato in tutti gli individui, anche in quelli più evoluti
intellettualmente, ignari di ricalcare schemi di pensiero conformi alla comprensione razionale
acquisita attraverso l’educazione, l’istruzione e l’influsso dei sistemi cognitivi dominanti. A
differenza della conoscenza razionalizzatrice che rimane “esterna” alla dimensione evolutiva
dell’individuo, il sapere alchemico non si fonda su dogmi religiosi o dimostrazioni scientifiche,
ma emerge all’interno dell’individuo che decide di annullare, convertire e sospendere ogni forma
di pensiero che si prefigga di erigere templi, chiese e “massimi sistemi”. Anche l’albero della
conoscenza razionale e intuitiva (la corona del Re) che origina dalla ricerca filosofica deve
deperire e seccarsi affinchè l’alchimista sia costretto a praticare l’introversione della libido (la
serpe) e realizzare autonomamente la comprensione della verità interiore (la serpe con le ali e
la corona). La comprensione della verità procede per gradi salendo con cautela sulla scala dei
filosofi alchimisti, affinchè sia possibile per chiunque eliminare le fronde (e i fronzoli) inutili.agliare
accuratamente la zona invisibile dei paradigm
MH Quaderni di viaggioEditoriale
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LA MISURA COME CRITERIO
Nel XX secolo sono giunti a compimento i molteplici sistemi della conoscenza messi in atto
dai processi di razionalizzazione delle risorse, delle informazioni e delle esperienze analitiche
elaborati dalla scienza empirica che prende avvio dalla ragione illuminista.
Quattro secoli di evoluzione degli strumenti di indagine, delle tecniche di ricerca e dei metodi
di analisi hanno generato il benessere materiale peculiare della società occidentale e nello
stesso tempo sancito un diverso rapporto dell’uomo rispetto alla natura e al proprio agire
all’interno di essa. Ogni forma di conoscenza dell’uomo, della natura o della materia si esplicita
per mezzo di un metodo razionale di misura che si prefigge di esplorare le potenzialità di
utilizzo e le possibilità di sfruttamento di ciò che si possiede e si manipola attraverso la tecnica.
La tecnica è un dato originario dell’essere umano. Attraverso le mani, l’uso degli strumenti e
la manipolazione della materia l’individuo realizza la ‘civilizzazione dei bisogni’.
Nella “città dei porci”, come la chiama Platone (Libro II), lo scopo della tecnica è la
soddisfazione dei bisogni corporei elementari, mentre nella “città opulenta” le tecniche
dovranno soddisfare i piaceri per cui “occorrerà mobilitare anche l’arte della pittura e della
decorazione e procurarsi oro, avorio e ogni genere di materiale prezioso.” La realizzazione di
ciò che è utile, buono e ragionevole per se stessi e gli altri richiede la conoscenza di un metodo
di misura (la coscienza) che non può non dipendere da una specifica tecnica (la
consapevolezza di sè) in grado di delimitare con precisione, come un compasso, la sfera dei
bisogni materiali dalla sfera dei bisogni spirituali. La scelta di ciò che è conveniente, opportuno
e giusto per gli individui e la collettività dipende quindi dal tipo di paradigma che l’individuo
sceglie di utilizzare affinchè gli strumenti della coscienza razionale (le Virtù morali) siano in
grado di esplicitarsi attraverso tecniche di misurazione (le regole, le norme e le leggi)
controllate dalla Ragione. Come afferma Platone, “nella tecnica di misurazione occorre
distinguere una sezione che comprende tutte le tecniche che misurano il numero, la lunghezza,
l’altezza, la larghezza e la velocità rispetto ai loro contrari, e un’altra sezione che comprende
MHARTE ALCHEMICA IL MAGISTERO DELLA COSCIENZA
“La tecnica si genera solo quando, da molte osservazioni d’esperienza, si forma un giudizio generale ed unico riferibile a
tutti i casi simili.” (Aristotele, Metafisica, Libro I)
Marta Breuning
IL CONTENIMENTO
Non è azzardato affermare che
l’avvento della”cultura alternativa”
negli anni ‘60 e l’esplosione dei
fenomeni sociali, politici e artistici
collegati all’ espressività corporea
giovanile e femminile, abbiano fatto
riemergere alla coscienza collettiva una
diversa visione della vita e delle finalità
del vivere.Il paradigma alchemico cova
sotto la cenere della libido creativa
soffocata dalla morale, dalla religione
e dalla cultura di massa. Non esiste
infatti un modello di pensiero
dominante sull’altro; un fondo
conflittuale permane tra le ragioni
dell’anima e le ragioni dell’ego
razionale, ed è inscritto nel codice
genetico. L’alchimista è l’individuo che
misura l’istinto, la pulsione e la libido
come criterio cardine della sua
evoluzione, consapevole che la “pietra
rossa”, simbolo della consapevolezza di
sè, lo condurrà a “rotolare” sul
sentiero della trasformazione del
desiderio in amore, creatività,
conoscenza di sè e coscenza del
mondo. L’alchimia del pensiero
razionale, frutto proibito
dell’introversione dell’energia creativa
(la melanconia generosa), conduce a
riesaminare l’efficacia del paradigma
scientifico/religioso.
L’alchimista si fa Padre di se stesso (la
Ragione alchemica) e misura il mondo
interiore sulla base di una precisa
convinzione: il “contenimento verbale”
della pulsione psichica è condizione
sufficiente per uscire dalla “cornice”
culturale e religiosa che “canonizza”,
da sempre, l’esperienza evolutiva
dell’anima occidentale. La parola di
Cristo (il Verbo, figlio della Ragione)
circoscrive ogni forma di reazione e
sollecita, come limite estremo, a
“porgere l’altra guancia”, metafora
dell’annullamento dell’orgoglio da cui
può emergere una diversa coscienza
di sè.
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tutte le tecniche che perseguono la giusta misura, e quindi il conveniente, l’opportuno, il
dovuto e tutto ciò che tende al mezzo tra gli estremi.” (Platone, Politico). L’arte di misurare
con il compasso sezioni sempre più ampie, metafora di una progressiva espansione della
conoscenza della natura umana, è uno dei fondamenti dell’Alchimia spirituale che, al pari della
Politica nel mondo materiale, si prefigge di stabilire una “Tecnica Regia” con cui giungere a
definire, senza nessun dubbio o contestazione, ‘una scienza suprema in riferimento alla quale
le cose ritenute moralmente giuste per l’anima diventano effettivamente utili e giovevoli per
l’individuo che sperimenta quotidianamente il conflitto con la “libido” altrui. Il Cristo Pantografo
è una delle immagini più significative dell’Alchimia del pensiero razionale e descrive
simbolicamente una specifica iniziazione alla “realtà terrestre” in cui tutti fenomeni (sociali,
politici, economici, culturali) scaturiscono dal bisogno materiale (le visceri rosse), dalla libido di
espandere ricchezza e potere (gli intestini frastagliati) e dalla necessità di ristabilire un ordine
sociale in cui possa di nuovo essere rinnovata la ricerca del piacere e del confort (la guaina
blu, metafora della cultura e dell’arte). Il cerchio tracciato dal compasso, metafora di una
precisa conoscenza del nucleo centrale da cui partire per circoscrivere la realtà interiore,
delimita la dimensione viscerale dell’individuo dal mondo in cui è invece vigile la
consapevolezza di sè (il piede destro è fuori dalla cornice). L’alchimista deve esercitarsi
nell’arte di “circoscrivere” e “separare” i bisogni che caratterizzano la parte “animale”, legata
agli istinti e alle pulsioni biopsicosomatiche, dai desideri e dalle aspirazioni dell’anima. La ‘tecnica
del pantografo’ non è quella di discriminare moralmente la parte animale da quella
propriamente umana, ma di rendere visibile e manifesto ciò che appartiene alla sfera degli
istinti al fine di identificare, percepire, giudicare e distinguere l’azione dell’uomo giusto,
consapevole di sè e del proprio karma genetico, dall’azione di chi occulta la propria natura
sotto i panni del censore o del castigatore dei costumi e “proietta” il desiderio con sottili arti
mistificatorie, come la buona educazione e la falsificazione delle apparenze.
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LA PICCOLAOPERA
Dio Padre misura il mondo conil compasso, Bible Moralisèe, 1250
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ARTE ALCHEMICAIl Magistero della coscienza05. Il contenimento
1. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONELe chiavi della consapevolezza09. purificazione della percezione
2. FILOSOFIA DELLA CONOSCENZALe opere della coscienza alchemica21. Physica subterranea
3. INIZIAZIONI ALL’ARTE ALCHEMICAI codici dell’esperienza creativa35. Brueghel: l’ascensione alchemica
4. FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALEI simboli della trasformazione53. La volontà spirituale
“D obbiamo riconoscere e ammettere quel che la matematica è, a cosa essa sostanzialmente serva per l’indagine
della natura e d’altra parte ciò che non le spetta e in quale deplorevole smarrimento la scienza e l’arte sono cadute per
l’uso sbagliato che se ne è fatto nell’epoca della sua rinascita” (J.W.Goethe, Aforismi 147)
“L’ uomo in se stesso, in quanto si serve dei suoi sensi sani, è lo strumento fisico più grande e più esatto che vi possa
essere; e questa è appunto la più grande disgrazia della fisica moderna, che cioè si sono quasi distaccati gli esperimenti
dall’uomo e si vuole conoscere la natura soltanto attraverso ciò che gli strumenti artificiali ci mostrano, e anzi con essi si
vuol limitare e dimostrare quello che essa sa fare” (J.W. Goethe, Aforismi 367)
Theses
MHSCIENZA ALCHEMICA THESES/HYPOTHESESES
ELIXIR RUBEUMEmblemi della percezione cognitiva16. L’alabarda di Pallade17. Conversione e folgorazione di Saulo
THEATRUM CHEMICUMEmblemi della conoscenza intuitiva 27. Il rinnegamento di Pietro28. La razionalità anagogica
Allegorie della conoscenza intuitiva31. La percezione dell’anima razionale
ARS CHEMICAEmblemi dell’esperienza creativa39. La Bottega del Maestro40. La tecnologia del Se45. La religione del divenire47. La nascita di Venere Urania
SYMBOLA AUREAEmblemi della trasformazione spirituale51. Il gatto con gli stivali e Matrix
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Hypotheses
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LA PURIFICAZIONE DEL MERCURIO
L’educazione alla consapevolezza sensoriale è la base formativa indispensabile per sperare di
evolvere la naturale pulsione psichica e la libido autorefente in coscienza morale, etica e
spirituale. La consapevolezza sensoriale, rappresentata dagli alchimisti come un serpente regale
attorcigliato in tre spire lungo la spada, simbolo dell’introspezione, è la prima delle funzioni che
l’anima sviluppa prima di assorbirsi nelle qualità della mente (il Mercurio). La capacità
dell’individuo di espandersi con successo nel mondo dipende in larga misura dal ruolo svolto
dalla percezione (introspezione/spada ritratta - proiezione/spada protesa in avanti) di
diventare una vera e propria arma (e quindi tecnica) di trasformazione dell’energia primaria in
coscienza sensoriale. In questo eterno gioco di Hermes di modellare l’intelligenza in rapporto
all’azione/percezione (Venere/Marte) subentrano i consueti fattori dell’avidità,
dell’egocentrismo e della libido cognitiva di trarre vantaggio dall’abilità della percezione
razionale (il grifone) di selezionare gli strumenti della ragione più utili e convenienti
all’espansione dell’individuo nel mondo materiale. Il grifone proteso in avanti sulla punta della
spada descrive simbolicamente la facoltà della “proiezione critica” di valutare in anticipo
l’efficacia delle proprie azioni. Questa forma di intelligenza, peculiare della “volpe” che rinuncia
a cogliere l’uva posta “troppo in alto” per perseguire obiettivi più immediati e gratificanti,
costituisce il modello occidentale di sviluppo delle facoltà razionali che caratterizza l’età
moderna. Attraverso la “proiezione critica” l’individuo affina la capacità tecnica di utilizzare gli
strumenti della percezione (il cannocchiale, il microscopio, il sondaggio) e della matematica (i
diagrammi, le iperbole e le parabole) per esplorare l’orizzonte, razionalizzare le risorse,
sfruttare al massimo le opportunità e i cicli produttivi e pianificare le azioni da compiere. Lo
sviluppo della capacità di calcolo avviene parallelamente alla capacità della mente di
comprendere la realtà attraverso i numeri, i simboli, le mappe geografiche e le funzioni
matematiche in quanto strumenti della Ragione (e in seguito del Capitale e del Mercato) che
anticipano gli esiti delle azioni da compiere. “Quando nell’età moderna Cartesio inaugura la
“Qual’è del resto il rapporto del matematico con la coscienza, che pure è il patrimonio più alto e più degno degli uomini,
una attività incommensurabile che agisce nel modo più sottile, scinde se stessa e di nuovo si congiunge? E della
coscienza è della cosa più alta, come della cosa più bassa. La coscienza è quella che fa buona e eccellente anche la più
piccola poesia” (J.W.Goethe, Aforismi)
MHPSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE LE CHIAVI DELLA CONSAPEVOLEZZA ALCHEMICACecilia Gallerani
Per gli alchimisti l’energia mentale è
un metallo che deve trattato con gradi
diversi di calore al fine di renderlo
duttile e malleabile come il mercurio e
infine leggero, volatile e penetrante
come l’argento vivo. La trasmutazione
dei metalli descrive quindi un
processo di disgregazione molecolare
della materia mentale che avviene sia
tramite il calore dello solfo (la libido e
la pulsione), sia attraverso agenti
corrosivi, come il sale, il cinabro e
l’antimonio (le esperienze, le prove e i
conflitti). L’alchimista di destra porta
con sè (nella parte sinistra del
cervello) un contenitore pieno di
solventi, di dati statistici e di
esperienze di laboratorio, ma ciò non
è sufficiente per comprendere la
verità, poichè il nocciolo duro da
fondere è rappresentato dal “Piombo
saturnino” (il pensiero razionale) che
dà peso e sostanza a ogni forma di
analisi, riflessione e giudizio di valore.
L’alchimista di sinistra ha appreso
invece l’arte di trasmutare il piombo
in mercurio utilizzando il principio di
Venere (il rame) in grado di corrodere
il metallo con lo ‘solfo femminile’.
L’individuo che congiunge “Mercurio
con Venere” impara l’arte di Socrate
di ascoltare le parole delle donne e
sviluppa i doni e le qualità della
percezione indispensabili per evolvere
la propriocezione, l’autocritica,
l’autoanalisi, la riflessione, il libero
giudizio e il pensiero creativo in un
infinito ‘godimento’ estetico del
tempo presente. L’Arte di Afrodite
trasmuta la mente attraverso l’eros, la
bellezza, i figli, la creatività, la
coscienza dei saggi, l’arte simbolica e
la conoscenza dei piaceri estetici e
spirituali che la Natura offre a chi
depone le “ali di Icaro” (la
presunzione) e rinucia alla “tecnica”
come strumento di purificazione.
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scienza nella sua accezione “matematica”, cioè anticipante, ritiene che non si può far scienza
lasciandosi sommergere dal profluvio di informazioni che provengono dall’osservazione della
natura, ma occorre anticipare lo schema ipotetico e vedere se la natura risponde a questo
schema” (Galimberti). Le scoperte e le invenzioni della scienza avvengono attraverso lo
sviluppo e l’applicazione tecnica di teorie sostenute da ipotesi che devono essere
statisticamente verificate dagli esperimenti di laboratorio. Osservando l’immagine tratta
dall’opera di Frate Basilio Valentino si può dedurre che la Ragione alchemica non è dello stesso
avviso. Anche Kant, pur sottilineando l’importanza decisiva di questa variazione metodologica
nell’evoluzione del pensiero razionale, giunge a conclusioni non dissimili da quelle annunciate
dagli alchimisti rinascimentali. La Ragione fondata su ipotesi formulate dalla proiezione critica,
anticipa e sostituisce di fatto l’esperienza diretta, fisica e sensoriale dell’individuo, “vede solo
ciò che lei stessa produce secondo il proprio disegno, e che, con i principi dei suoi giudizi
secondo leggi immutabili, essa deve entrare innanzi e costringere la natura a rispondere alle
sue domande; e non lasciarsi guidare da lei, per dir così con le redini; perchè altrimenti le nostre
osservazioni, fatte a caso e senza un disegno prestabilito, non metterebbero capo a una legge
necessaria, che pure la ragione cerca e di cui ha bisogno”. Per Goethe, come per gli alchimisti,
la supremazia della tecnica sull’arte rappresenta l’altra faccia del paradigma alchemico, con la
differenza che al matematico, allo storico, al sociologo, all’economista è “negata” l’esperienza di
trasformare la consapevolezza sensoriale in conoscenza di sè, autocritica, coscienza etica,
comprensione spirituale e quindi effettiva conoscenza della Natura. La Natura non è qualcosa
che si deve incessantemente sottomettere o interrogare affinchè si pieghi alla volontà della
dell’uomo di conoscere, di eplorare o di conquistare per ristabilire condizioni di equilibrio
compromesse dalla sua azione. La Natura è l’essenza della volontà del Creatore, come lo
chiama Frate Basilio, ovvero principio di armonia, bellezza, perfezione e unità, ma anche di
ragione, razionalità, ordine e molteplicità. Nella Natura, così come nella natura di ogni essere
SECONDA CHIAVEMINOREPURIFICAZIONE DELLAPERCEZIONE
Frate Basilio ValentinoLe XII chiavi de la filosofia XVI secolo
10
vivente, l’anima intrinseca razionale (il sale) convive con l’essenza psichica corporale (lo solfo)
e lo spirito impalpabile (l’argento vivo). “Se questi tre sono condotti per mescolanza al proprio
indurimento e alla propria coagulazione, così come la natura in vario modo opera e richiede,
producono un corpo perfetto” (F. B. Valentino). In queste poche e sibilline parole l’alchimista
codifica il processo naturale di trasformazione del pensiero razionale (il piombo saturnino)
nella coscienza autocritica (l’oro della mente) indispensabile per andare innanzi ad Hermes (la
Natura, il Destino, il Caso) e procedere così a purificare la ragione scientifica e psicologica (i
due caducei) dalla tentazione di aderire a modelli di coscienza non adeguati ai veri bisogni
dell’anima. La purificazione del Mercurio in argento vivo è la chiave di accesso per
comprendere il ‘fondo problematico’ che rigetta la coscienza occidentale nell’oscurità spirituale
generata dal prevalere della tecnica (Prometeo) e dell’intelletto razionalizzatore (Saturno) sulla
ragione discorsiva (Zeus). L’oscurità si alimenta nella completa assenza di modelli concreti, veri
e attuabili di trasformazione della libido in coscienza critica e del pensiero razionale in
decisioni, scelte e progetti che abbiano amore, rispetto e comprensione per i valori che
emergono dall’anima alla perenne ricerca della Verità. In assenza di autentici maestri e di
modelli da imitare, l’alchimista occidentale non può che confidare nella capacità della mente di
contenere la pulsione psichica “femminile” (la mano sinistra chiusa a pugno) ed evolvere la
libido “maschile” (la mano destra impugna la spada) nella consapevolezza sensoriale che
dischiude all’esperienza dell’amore, della creatività e della conoscenza di se’. La purificazione
della mente induce un intervallo tra pulsione e azione e permette all’individuo di procastinare
la soddisfazione della libido appetitiva, appagativa ed affermativa ( il mostro tricefalo), fino a
giungere ad aderire a un modello di Virtù (la triplice corona d’alloro) con cui può riconoscere,
per quanto possibile, il vero dall’iniquo, il giusto dal superfluo, l’utile dal dannoso. La Virtù è una
conoscenza, una filosofia e una tecnica che ci ‘impedisce’ di rimanere abbacinati dall’orrore
quotidiano o di cadere a terra, come Saulo, “disarcionati dal cavallo”.
LA CONOSCENZA DELLALIBIDO
La libido è un mostro tricefalo che
l’alchimista deve dominare e
trafiggere per essere libero dalle
molte tentazioni (i serpentelli) che
sono latenti nel corpo, nell’anima e
nella coscienza. L’arte della spada è
arte della percezione. Prima di essere
compresa, la libido è riconosciuta
attraverso i sensi, decodificata
dall’intuizione e infine nominata dalla
ragione discorsiva. “Fare” la sua
conoscenza (la coda del mostro
finisce come il dardo di una freccia)
equivale scoprire l’origine del male,
del peccato originale, dell’orgoglio,
del pregiudizio e di tutti i vizi capitali
che la natura umana è in grado di
contenere ed esercitare. La Libido
alchemica non è la stessa analizzata
da Freud. Il mostro tricefalo è un
concetto tramandato dalla filosofia
greca e alessandrina, tradotto in
chiave cristiana da Agostino e infine
descritto poeticamente da Dante
nella Divina Commedia. Le tre bestie
incontrate dal poeta nella selva
oscura (il cervelletto) altro non sono
che la libido appetitiva (la lupa), la
libido appagativa (la lonza) e la libido
affermativa (il leone) che ostacolano
il cammino evolutivo dell’anima.
Dante varca i labili confini del
pensiero razionale e si avventura nel
mondo sotterraneo del subconscio
(l’Inferno) e dell’inconscio (il
Purgatorio) guidato dalla coscienza
razionale intuitiva di Virgilio (Hermes)
che lo aiuta a comprendere il
significato delle esperienze
alchemiche attraverso un itinerario
cognitivo fatto di immagini e parole,
di quesiti e di risposte, quintessenza
dell’arte di “illuminare la mente” con
gli strumenti della ragione discorsiva,
creativa e discriminante peculiare del
rapporto Maestro-Discepolo
SECONDA CHIAVEMAGGIORE
S. Stuart de Chevalier, 1781Discours philosophique
MHELIXIR RUBEUM EMBLEMI DELLA PERCEZIONE COGNITIVA
Elixir Rubeum
Sandro Botticelli,1500
Pallade e il Centauro
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Alchimiadella percezione razionale
MHELIXIR RUBEUM EMBLEMI DELLA PERCEZIONE COGNITIVA
Caravaggio,1600Conversione di San Paolo.
“La ragione è una tendenza plastica che mira a inchiodare la realtà, a fermarla, a
costruire qualcosa di solido e immutabile, a modellare, configurare il magmatico. Perciò
coloro che prediligono i concetti e i contenuti dinamici, gli illuministi, gli storicisti, gli
hegeliani, ossia i più fluidi, sono i più irrazionalisti. Nietzche è un razionalista, almeno
nelle intenzioni: lui va alla ricerca del permanente nel mutevole, subordina il mutevole
al permanente - eterno ritorno delle cose eguali -tenta di stabilire le grandi gerarchie
che discendono dalla natura umana” (Giorgio Colli, Dopo Nietzche)
Lucrezia Crivelli
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CaravaggioLa conversione di Saulo
LA CANCELLAZIONE DELPUNTO VISTA PERSONALE
EMBLEMA I
Saulo, il Centauro.“L’essere umano, nello stesso tempo umano e sovrannaturale, ha origine nella natura vivente
e fisica, ma ne emerge e si distingue attraverso la cultura, il pensiero e la coscienza. Tutto ciò
ci pone di fronte al carattere duplice e complesso di ciò che è umano: l’umanità non si riduce
affatto all’animalità, ma senza animalità non c’è umanità.” (E. Morin, 2005)
La coscienza è così strettamente connessa allo sviluppo biosocioculturale dell’intelligenza che
qualsiasi gesto, anche il più banale, riflette la dipendenza del “corpo” dall’influsso culturale, così
come ogni manifestazione sociale del pensiero ed espressione creativa della coscienza non è
disgiunto dall’evoluzione delle abilità logiche del cervello e dei talenti naturali codificati
geneticamente. Il corpo fisico (Ares) che si relaziona con il mondo attraverso la mente
(Mercurio) e la coscienza razionale che origina da esso (Saturno) sono il fondamento non solo
della mitologia greca, ma anche dell’alchimia naturale che ‘accade fatalmente’ nel momento in
cui la cultura razionale (Apollo) si apre all’intuizione femminile (le freccie di Diana). L’intuizione
sensoriale che evolve nel corpo tramite le sensazioni (le ninfe), le emozioni (le dee) e i
sentimenti (le donne), struttura la coscienza corporea psichica e cognitiva (i tuoni e i fulmini
di Zeus) e la conoscenza delle molteplici metamorfosi dei sentimenti corporei (Venere e
Marte) in sentimenti morali, etici e spirituali (Poseidone, Efesto e Nettuno).
Il Monte Olimpo, dimora della cultura alchemica, rivive ancora oggi nelle parole di E. Morin:
“L’essere umano ci appare nella sua complessità contemporaneamente come totalmente
biologico e totalmente culturale. Il cervello con cui pensiamo, la bocca con la quale parliamo,
la mano con la quale scriviamo sono organi totalmente biologici e totalmente culturali. Ciò che
è più biologico - il sesso, la nascita, la morte - è anche ciò che è maggiormente imbevuto di
cultura. Le nostre più elementari attività biologiche - come mangiare, bere e defecare - sono
strettamente legate a norme, divieti, valori e simboli, miti, riti, cioè a ciò che vi è
specificatamente culturale; le nostre attività più culturali, - come parlare, cantare, danzare,
amare, riflettere -, mettono in moto i nostri corpi e i nostri organi, tra cui il cervello”.
1.Edgar Morin,
I sette saperi necesari all’educazione
del futuro, 2005
(Raffaello Cortina Editore)
2. L.Boggio Gilot,
Il Se transpersonale,1993
(Edizioni Ashram Vidya)
3.Harold Bloom
Gesù e Yahvè, 2006
(Rizzoli editore)
4. Marta Breuning
Albrecht Durer e l’ottuplice sentiero
dell’anima, 2004
(Pietro Negri editore)
5. Franco Rella
Il silenzio e le parole
(Feltrinelli,1981)
6. Giorgio Colli
Tutte le sue opere
Dopo la “putrefazione dei sistemi
conoscitivi” (Golia) e la
“macerazione dei sensi” (Bacco),
l’Arte Alchemica affronta il nodo
lunare sud, simbolo astrologico (a
forma di ferro di cavallo) che
definisce la linea del Destino. Il
destino dell’anima (il Fato)
rappresenta l’elemento irrazionale
che ‘disarciona’ qualsiasi ‘cavaliere’
del pensiero razionale. Sia Bosch
che Caravaggio indicano i simboli
che identificano ‘quel sapere’
fondato sul “sacrificio di sè” (il
cigno) e “l’esame di coscienza” (la
conversione di Saulo) in grado di
cancellare il punto di vista razionale,
arteficie delle ideologie, dei dogmi e
del culto della Ragione, e indurre la
percezione dell’anima (la pupilla di
Bosch).
Jeronimus Bosh, Storie della passione. particolaredella pupilla
14
Il corpo umano in azione (Ercole) può in ogni momento affidarsi all’apparato animale (istinti e
pulsioni) per selezionare con i sensi gli strumenti, i mezzi e le tecniche più idonei a soddisfare
i bisogni primari e realizzare i fini della sopravvivenza e della conservazione della specie
(coscienza uranica), senza per questo trasgredire le leggi della natura, le regole sociali, le
prescrizioni morali e le convenzioni etiche stabilite dal gruppo di appartenenza.
Oppure è in grado di affinare e ‘specializzare’ le qualità psichiche, le abilità mentali e i talenti
corporei al fine di “superare” gli ostacoli, le difficoltà e le opposizioni che gli impediscono di
realizzare il proprio destino biologico, culturale e spirituale. Questo secondo livello di
compenetrazione di natura animale e umana, sintetizzata dalla condizione semidivina di Ercole
e dalla figura del Centauro, capovolge l’ordine di entrata degli imput sensoriali per cui
l’apparato istintuale animale contenuto nel codice genetico è subalterno al corredo culturale
che trova un suo significativo centro nella “testa”. Ciò significa che l’entrata psico-socio-
culturale dell’informazione, della conoscenza e della saggezza razionale (Saturno) domina
sull’entrata bio-fisica per cui i desideri dell’anima (Venere) vengono repressi e gli istinti connessi
alla libido naturale (Marte) rimangono sopiti sotto la cenere. Per gli alchimisti rinascimentali
l’inibizione della pulsione psichica e della libido naturale conseguita attraverso gli usi, i costumi,
la tradizione, l’educazione, la morale religiosa e la cultura (La Dea Athena) è una tecnica che
impedisce all’uomo di ricadere nella condizione animale, ma nello stesso tempo produce due
effetti psicologici ben evidenziati dall’espressione di Centauro dipinta da Botticelli: la melencolia
plumbea (la depressione) e la tragica consapevolezza di poter essere accecati dalla libido
psichica (Gli uccelli di Stinfalo uccisi da Ercole) o dominati dalla libido ‘animale’ (il Minotauro).
La sensazione di covare dentro se stessi il mostruoso “Alien” è insita nell’inconscio collettivo (il
genoma umano): l’animale infatti non necessita di morale e di cultura perchè il codice istintuale
lo limita a soddisfare lo stimolo all’interno dei parametri necessari alla soddisfazione
dell’equilibrio organico, mentre l’uomo è disorientato dall’eccesso di stimoli, pulsioni e desideri
Sandro Botticelli, 1500Pallade e il Centauro, part.
Incisione XV secolo,Melencolia
15
al punto che la sua anima (Arianna) si perde nel
labirinto psichico (Dedalo) generato dal flusso
della libido nella testa (il Minotauro), per cui si
dimentica il filo del discorso razionale generato
dal pensiero mitologico, allegorico e simbolico
inaugurato dalla coscienza greca, e con esso il
criterio di misura di ciò che è utile, vantaggioso
e proficuo per l’evoluzione dell’anima sensoriale
(la Vergine) in coscienza razionale intuitiva (la
Madonna con gli angeli) e comprensione
spirituale della libido (La Madonna del
Compianto su Cristo morto). Il Centauro è
dunque l’emblema dell’individuo in grado di
generare da sè il potere fisico, psichico, mentale e spirituale capace di superare le prove, gli
ostacoli, i dubbi, le crisi, le difficoltà, gli impedimenti degli imprevisti della vita in cui dominano
le leggi della Natura (vita e morte), il Chaos (ordine e disordine), il Caso (necessità e
inelluttabilità) e il Destino (il karma e il dharma). Ma è al cospetto del proprio destino,
indecifrabile e inspiegabile per il pensiero razionale occidentale, che il Centauro piega la testa
e chiede supplichevole a Pallade (Athena/Sapienza) di recidergli la testa con l’alabarda.
L’uomo contemporaneo, oggi più che mai, utilizza tutte le risorse fisiche, finanziarie, tecniche e
scientifiche a sua disposizione per evolvere nella conoscenza della materia, ma non per questo
è in grado di prevedere il proprio destino di anima o di svelare le verità spirituali nascoste nei
testi sacri, anche se sono proverbiali le sue abilità di “saltare i fossi” e costruire sistemi di
pensiero, filosofico, religiosi e scientifici in grado di proiettarlo oltre i propri limiti biopsicologici,
i confini del proprio territorio cognitivo razionale e persino al di fuori dello ‘spazio terrestre’.
I l dito medio di Centauro, simbolo del pensiero razionale che
emerge dalla ragione e dall’intelletto, si reclina in avanti in segno
di ‘sconfitta’ al cospetto della sapienza intuitiva (Athena) che si
manifesta nella mente alchemica (Pallade). La Dea stringe tra il
pollice e l’indice il ‘ciuffo di capelli’ in un gesto di compassione e
comprensione. La decapitazione della ‘testa pensante occidentale’
non è traumatica; solo un semplice richiamo, dolce e deciso come
una ‘sforbiciata’ di capelli, è sufficiente per riconnettere il
pensiero razionale ai simboli della coscienza alchemica.
Saul Costa, 2006Corpoanimale.Galleria Primopiano - Vicenza
Albrecht Durer, 1500Ercole e gli uccelli di Stinfalo.
16
L’alabarda di Pallade: decapitazione del pensiero razionalizzatore Anche la psicologia contemporanea (Wilber), ha intravisto nel Centauro l’emblema che indica
“l’inizio dell’umanizzazione di cui è privato l’individuo troppo adattato, predeterminato dal
contesto sociale e condizionato dalla morale conformista. In questa fase di sviluppo, la
personalità matura verso una maggiore comprensione della realtà, perchè l’intelligenza è in
grado di stabilire non solo rapporti tra oggetti e idee, ma rapporti tra reti di idee. In questa
fase si manifesta il passaggio da bisogni carenziali di appartenenza, amore, stima, a bisogni
accrescitivi di conoscenza, creatività e compiutezza.” (L. Boggio Gilot).
In anticipo di cinque secoli sulla psicologia transpersonale, la psicologia alchemica di Botticelli
va oltre se stessa e indica la “via secca” alla trasformazione del pensiero creativo e cognitivo
razionale (Javhè) nel pensiero sensoriale, intuitivo, creativo e cognitivo che contraddistingue
l’alchimista che “decapita” la libido razionale (Golia) e crocifigge la libido materiale, sociale e
spirituale sulla croce della conoscenza alchemica (I.N.R.I.). L’alabarda di Pallade occulta
nell’impugnatura le “tacche” che segnano le cinque fasi di trasformazione della percezione
razionale nella Percezione alchemica. Mentre la “scala a pioli” indica i dieci gradini necessari a
purificare il “mercurio vulgaris” (il mercurio in Vergine) e illuminare la consapevolezza
cognitiva dei simboli peculiare dello “Spiritus mercurius” di Cristo/Hermes (il mercurio in
Pesci), l’alabarda di Pallade descrive i cinque atti di “morte e trasformazione” (la lama) e di
“conoscenza e conversione” (l’impugnatura) indispensabili per estirpare l’arroganza, la
superbia, l’intolleranza e la presunzione dalla testa del Centauro. L’alchimista che dimostra di
avere coraggio nell’affrontare la “decapitazione” delle proprie convinzioni ideologiche, religiose,
culturali ed esistenziali e si converte alll’Arte di Pallade di trasmutare il mercurio attraverso le
immagini, i riti, le cerimonie e i simboli della trasformazione, può dirsi pronto a comprendere
le prove che il ‘Destino’ gli riserva. E’ attraverso la pratica dell’Arte Alchemica di aggiungere
“Mercurio al Mercurio” che Caravaggio ‘conquista’ l’intuizione della “chiara luce” e comprende
il significato alchemico, religioso e spirituale contenuto delle vicende descritte nel Vangelo.
Da sinistra a destra
Albrecht Durer,Compianto su Cristo morto, 1665
Sandro Botticelli,Pallade e il Centauro, part. 1500
Caravaggio,Flagellazione, 1600
DS
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Conversione della percezione logica in percezione translogica Ogni individuo sperimenta il progressivo emergere del senso di responsabilità e della
razionalità indispensabili per stabilire relazioni di ogni genere, così come impara a sviluppare la
capacità critica e autocritica necessaria per instaurare rapporti significativi con la società
attraverso la partecipazione civile, politica, religiosa e la ‘celebrazione’ dei rituali di gruppo. La
coscienza razionale, e il pensiero che la caratterizza, è il punto di arrivo dell’educazione
trasmessa dalle istituzioni, poichè la razionalità condivisa (il se razionale delle donne) garantisce
una continuità “materna” nello sviluppo psicologico dell’individuo attraverso il “senso di
appartenenza” alla comunità e la soddisfazione dei bisogni di sicurezza fisica, psicologica e
culturale. Ciclicamente avviene nelle generazioni un mutamento significativo di ciò che
“incarna” il paradigma della Ragione. Alla Ragione Divina promossa dalla Controriforma
subentra la Ragione Illuminista e poi ancora la Ragione del Capitale, del Mercato e infine del
Denaro. Ogni secolo celebra il proprio Dio, non diversamente dal “Vitello D’oro” venerato
dagli Ebrei prima dei dieci comandamenti di Mosè. A questa forma di culto pagano dei valori
materiali consacrati dal pensiero materialista si oppongono i valori e gli ideali promossi dalla
cristianità e dalla rivoluzione francese, dallo sviluppo della cultura scientifica e psicologica, dalla
diffusione della saggezza trasmessa dai miti o dalle religioni orientali, dalla rinascita della
creatività sessuale e simbolica e non ultimi dalla ‘fermentazione’ dei fenomeni culturali, sociali
e artistici che rappresentano la coscienza critica alternativa alla Ragione dominante, la “spina
nel fianco” in grado di cambiare e sovvertire gli schemi preordinati e preconfezionati dalla
razionalità sociale condivisa. ‘Sollecitati’ dai movimenti (la corona di spine) e ‘ispirati’ dalle
tragedie causate dalla Libido universale (l’incoronazione) gli intellettuali contemporanei ci
informano che “cominciamo a diventare veramente razionali quando riconosciamo la
razionalizzazione insita nella nostra razionalità e quando riconosciamo i nostri propri miti, tra
cui il mito dell’onnipotenza della nostra ragione e quello del progresso garantito....ciò significa
che la vera razionalità non è soltanto critica, ma è anche autocritica” (E. Morin)
“ L’incoronazione di spine” dipinta
da Caravaggio è densa di simboli
che dichiarano il passaggio (la verga
di legno, simbolo della conoscenza
incarnata) dalla percezione cognitiva
razionale (l’indice destro di Cristo) in
comprensione spirituale delle
esperienza (il mignolo destro
dell’alchimista contemporaneo).
Tale passaggio ha inizio con la
comprensione degli effetti della
libido materiale, sociale e spirituale
sul corpo di Cristo.
Nel “Compianto di Cristo”, Durer
sintetizza il processo di
decodificazione delle immagini
(Cristo) e dei sentimenti
(Maddalena) operato dai due
emisferi cerebrali (le due sorelle di
Maria), alla luce delle dieci Virtù (le
dieci dita intrecciate di Giovanni).
L’intuizione sostenuta dalle Virtù
induce la coscienza razionale
(Maria) a scegliere (le mani piegate
verso destra) di sostenere le Ragioni
dell’anima fino alla morte (l’artista
solleva il corpo di Cristo morto).
Q uando il “filo del destino” collega i sentimenti del cuore (omega) con l’esperienza cognitiva
(alfa) dell’imprevedibilità della Natura (vita e morte), del Chaos (ordine e disordine), del Caso (necessità,
ineluttabità) e della legge del Contrappasso (il retaggio karmico), l’individuo non può che riesaminare la
propria vita e rivedere il paradigma della ragione. L’alchimista che si “converte” alla ‘Ragione dei folli e degli
artisti’ (l’alfa e l’omega) non abbraccia ‘ciecamente’ una fede religiosa, ma ‘illumina’ il “filo del Se” che
collega l’autocoscienza (1:il pollice destro) con la “percezione di Cristo” (7:l’indice sinistro). La visione
dell’ultima croce “folgora” Saulo/Mercurio sulla via di Damasco ed espande il ‘campo della percezione’ alle
frequenze infrarosse (7: verità dell’anima) e alle frequenze ultraviolette (1:coscienza dell’anima) in grado di
attivare la comprensione e la conoscenza ermetica (translogica e quindi simbolica) delle esperienze.
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La linea del destino incrocia la linea della percezione spirituale delle immagini e delle esperienze (il filo del Se)Saulo è accecato dalla “verità riflessa dalle cose investite dalla ‘proiezione del mercurio’ sulla realtà e dal riconoscimento del‘principio e fine ultimo di ogni cosa’, ovvero della pulsione dell’anima di ascoltare i sentimenti del cuore (karma spirituale)
Alfa
Omega
7 1
19
Folgorazione sulla via di Damasco (proiezione critica e conversione a Cristo)Non è difficile immaginare nel Saulo descritto dal Vangelo il prototipo dell’individuo razionale
e razionalizzatore, pragmatico, austero, severamente ligio alla Tradizione e conforme ai riti, alla
conoscenza e alla coscienza di gruppo. Saulo è l’uomo “Centauro” che deve affrontare il
passaggio critico da una economia della libido fondata sulla soddisfazione dei bisogni materiali,
sociali e religiosi a una diversa elaborazione delle finalità esistenziali. Lo scontento, la
depressione, la sensazione di disagio, la malattia psicosomatica, la frustrazione e la sensazione
di percepire nella cultura non una pienezza di significati, ma un baratro di valori, costringe il
Saulo contemporaneo a fermarsi a riflettere, a scendere da cavallo (simbolo della conoscenza
acquisita dai modelli culturali) o, nelle peggiori delle ipotesi, a cadere a terra, disarcionato dal
proprio ruolo di marito o moglie, di genitore o soggetto sociale identificato in una professione,
fede o ideologia. L’insuccesso, il fallimento, la malattia, il conflitto interiore mettono in crisi il
pensiero razionale fondato sulla ‘proiezione critica’, l’ottimismo delle previsioni, la certezza nella
scienza, la sicurezza di un progresso e uno sviluppo illimitato delle risorse, e costringono a un
riesame di coscienza (conversione) in cui sono contenute le premesse dell’autocritica e
dell’autotrascendenza. Caravaggio è consapevole che la Conversione è la chiave di un enigma
alchemico; Saulo cade da cavallo abbacinato dalla rivelazione interiore che emerge dal
processo di autocritica e dall’intenzione di accogliere dentro di sè, senza paure, censure o
pregiudizio critico, la ‘Percezione di Cristo’, ovvero la percezione della verità che si rivela a chi
rinuncia al punto di vista dell’ego e “agisce con il cuore”. La Conversione è un atto di
‘folgorazione’ della percezione razionale adeguata agli scopi (Saulo vede la croce sulla via di
Damasco) e nello stesso tempo di ‘accecamento’ della percezione intuitiva ‘modellata’ dalla
libido. La cecità temporanea annuncia la “rinascita” dell’identità di Saulo a un diverso livello di
consapevolezza sensoriale, creativa, cognitiva e spirituale (San Paolo), peculiare dell’alchimista
che “cancella definitivamente il punto di vista personale” e accoglie dentro di sè la sensibilità
emotiva, cognitiva e spirituale del Cristo (il Se), modello di purezza, perfezione e conoscenza.
La conversione a Cristo Re, simbolo
della Ragione alchemica, avviene in
cinque fasi di riconoscimento della
libido, propria e altrui : autocoscienza,
percezione intuitiva, intuizione critica,
consapevolezza cognitiva della
libido/morte, comprensione dell’anima e
conoscenza della dualità cerebrale (la
compassione del Cristo Benedicente),
del dualismo degli opposti (la coscienza
discriminante del Cristo del Giudizio) e
del rapporto dialettico che si instaura
tra identità (il sole) e coscienza di sè (la
luna) di cui il Cristo Re è l’emblema.
Autocritica e autocoscienza sono le
premesse per “introdurre” l’istinto del
cuore (la priorità dei sentimenti sulla
libido) all’interno del processo di
selezione razionale delle conoscenze (il
piede destro di Cristo entra all’interno
del calice). L’immagine di Cristo Re
iscritta nell’Omega afferma il primato
dell’istinto di vivere e amare con il cuore
(il dharma dell’anima) sulla razionalità
materiale (la nave dei folli) e creativa (la
musica dei giullari), per cui la Ragione
alchemica è l’alfa (il Karma) e l’omega (il
Dharma), principio e fine ultimo di ogni
cosa.
Lanciano, Museo Diocesano, XV secoloIl Volto Santo e la Leggenda del giullare.
Jeronimus Bosch, 1494Nave dei folli
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SAN GIORGIO: COSCIENZA CORPOREA CREATIVA
Per gli alchimisti la razionalità costruttiva, tecnica, scientifica e filosofica deve diventare uno
strumento creativo di conoscenza nel momento in cui il ricercatore dimostra di avere
acquisito “consapevolezza sensoriale” (filius mercurius), ovvero la capacità di ascoltare le
sensazioni, di nominare i sentimenti e di individuare l’origine del desiderio al fine di distinguere
‘fonte, oggetto e meta’ della pulsione ad agire per soddisfare le immagini proiettate dalla libido.
“La fonte è uno stato di eccitamento del corpo, la meta l’eliminazione di tale eccitazione; lungo
il percorso tra la fonte e la meta la pulsione diventa psichicamente attiva. Noi ce la
rappresentiamo come un certo ammontare di energia, che preme verso una determinata
direzione. Da questo premere (treiben) le deriva il nome di pulsione (Trieb).” (S.Freud).
La pulsione, che ha una sua fonte naturale nelle visceri, preme verso l’alto e “prende vita” (il
“farsi anima”) per ristabilire le condizioni di equilibrio alterate dallo spostamento dell’equilibrio
biopsicospirituale (il Bambino, simbolo della nascita della coscienza corporea) collegato
all’esterno (il cordone ombelicale) tramite la ghiandola del timo (la percezione sensoriale). A
differenza dell’istinto che si configura come un comportamento fissato dall’ereditarietà,
caratteristico della specie e preformato nel suo svolgimento, nel “Bambino” sono già presenti
tracce di intenzionalità e intelligenza. L’energia biopsichica (l’intestino) che origina dal bisogno
di nutrimento corporeo (marte), dalla necessità di sicurezza psichica (giove) e dal desiderio
di assimilare “affetto” (venere), confluisce nello “stomaco” in cui la logica sensoriale
(venere/saturno) è in grado di distinguere la “natura” delle sensazioni (i fiori), delle emozioni
generate dall’eccitazione psichica (l’uva) e dei sentimenti corporei (le spighe del grano). Il
Bambino descrive quindi un modello naturale di evoluzione della pulsione in “mente
consapevole” che è indipendente, autoarchico e autosufficiente dai processi di elaborazione
dell’intelletto razionale. Questo schema di elaborazione alchemica della pulsione in
consapevolezza delle sensazioni (la ghiandola del timo) e conoscenza di sè (la luna rovesciata)
descrive la “Via umida” immaginata dall’Alchimia interiore. La meta della “Via umida” è di
MHFILOSOFIA DELLA CONOSCENZA LE OPERE DELLA COSCIENZA ALCHEMICA
“Chi si contenta dell’esperienza pura e secondo essa opera, ha verità a sufficienza. Il bambino che cresce è saggio in
questo senso” (J.W. Goethe, Aforismi)
Ginevra Benci
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generare l’istinto dell’anima (il se naturale) a nutrirsi (il cordone ombelicale) della memoria
emotiva in cui sono codificate le “vibrazioni” della verità, della bellezza e dell’amore recepite
dal sistema della percezione sensoriale femminile (le ghiandole endocrine) ed elaborate dalla
coscienza dei sentimenti prodotti dalla pulsione subconscia sul cervello. La pulsione psichica
(rabbia, gelosia, ira, rancore, invidia, passione e voluttà) che giunge al cervello senza passare
attraverso l’humus alchemico si traduce nella libido femminile di fomentare i conflitti, le dispute
e i pettegolezzi. Il proverbio: “Il diavolo (la libido maschile) fa le pentole, ma non i coperchi”
descrive con acutezza il ruolo svolto dall’anima psichica nel fungere da elemento di
destabilizzazione dell’equilibrio, capace di catalizzare, manipolare e annientare il desiderio, la
volontà e la razionalità “maschile”. Il film “Otto donne e un mistero” è esplicito nel descrivere
i giochi della pulsione femminile in cui sono evidenti non poche tracce di intenzionalità,
intelligenza, furbizia, scaltrezza e abilità manipolatorie delle informazioni e dei sentimenti altrui.
La “Via Umida” rappresenta un viatico necessario per attraversare le “paludi dello psichismo”
e superare le prove descritte dalle leggende medioevali. Come nelle storie di Tolkien
ambientate nella ‘Terra di Mezzo’, l’alchimista deve riscoprire la purezza del Bambino (l’istinto
del cuore degli Hobbit), attraversare le terre dominate dagli orchi e superare le prove della
trasformazione della paura in coraggio, fiducia e fede nelle parole del Maestro, al fine di
distruggere l’Anello, simbolo del legame “biogenetico e culturale” che la pulsione psichica ha
con la libido, colpevole di ottenebrare i sensi, istigare azioni malvagie e suscitare odii, rancori
e vendette. Attraverso le prove indotte dalla pulsione psichica razionale, rappresentata
dall’immagine eloquente dello scorpione in grado di colpire a morte pur ‘retrocedendo’,
l’alchimista apprende l’arte di riconoscere i molteplici volti del “diavolo” che rimane occulto,
nascosto e invisibile nei sorrisi, nell’estetica e nelle forme convenzionali dell’educazione e dei
‘costumi morali’. L’Experientia diretta, o filtrata dalla lettura delle opere di Shakespire, Moliere
e Montaigne, delle tragedie, delle commedie e dei giochi di coscienza messi in atto dalla Libido
PHYSICA SUBTERRANEA
Tra il 1440 e il 1550 emergono due
concezioni alchemiche diverse: da una
parte ci sono coloro che, come
Leonardo, difendono i valori dell’anima
che scaturiscono dall’Humus dei
sentimenti generato dalla Via Umida (la
linea rossa). Dall’altra si schierano gli
alchimisti che imparano rapidamente
la grammatica della pulsione e la
retorica della libido e, come
Michelangelo, affermano il primato
dell’intelletto spirituale, della volontà e
dell’autodeterminazione eroica nel
processo di annientamento della causa
del peccato e della degenerazione
della pulsione creativa. La Via secca
(la linea blu) più breve e difficile,
prevede la preparazione di un solo
vaso (il cervello), di un solo fornello
(l’energia sessuale) e di una sola
natura (la libido) affinchè il fuoco della
coscienza (le dieci Virtù) bruci le
proprie rappresentazioni egoiche sino
alla meta del Sè naturale (il Bambino).
La Via Umida, più lenta e sicura, attiva
il triplice fuoco della trasformazione
della consapevolezza sensoriale in
comprensione e conoscenza della
propria natura (istinti e pulsioni). La
consapevolezza cognitiva del processo
di degenerazione della pulsione
creativa (i desideri del cuore) nelle
molteplici rappresentazioni che
emergono dal subconscio e
dall’inconscio, libera gradualmente la
mente dai retaggi karmici, culturali ed
educativi. L’Arte Alchemica, non
diversamente dalla pratica Buddhista,
sintetizza l’esperienza creativa degli
artisti con la ragione dei filosofi. Il filo
rosso (l’alchimia interiore) si incrocia
con il filo blu (la coscienza alchemica)
sulla sommità della testa, metafora
della capacità dei due emisferi
cerebrali di tradurre gli insegnamenti
in Symetria e Harmonia, le qualità che
contraddistinguono la creatività del Sè
individuale.
LA VIA SECCA E LA VIA UMIDA
Physicasubterranea
22
universale, facilita una forma di comprensione della realtà (physica subterranea) in grado di
espandere il campo della percezione e permettere alla mente di impugnare gli strumenti della
ragione (la squadra isoscele) e della creatività razionale (la lira) finalizzata al godimento
estetico, razionale e spirituale. La ‘Ratio alchemica’ è fondata sul principio di reciprocità dei
comportamenti e di convergenza creativa della pulsione psichica (subconscia) e della libido
(conscia) sullo stesso obiettivo: il piacere amoroso. La Via secca immaginata dall’arte alchemica
non è praticata da coloro che inibiscono la pulsione psichica, mortificano i desideri del corpo
o debellano la libido con la ‘fustigazione’ e la ‘cerebralizzazione’ del desiderio, ma è fondata
sull’educazione della pulsione psichica (la bastonatura) affinchè emerga nei “due fratelli” ( i due
emisferi cerebrali) la coscienza ‘illuminata’ dalle Virtù (il sole è il simbolo della cultura greca e
cristiana) e la consapevolezza del subconscio (la luna balsamica). La trasformazione della
pulsione in coscienza razionale avviene attraverso l’Experientia dei sentimenti particolari e
individuali e la pratica della Ratio che emerge dalla trasposizione della conoscenza della natura
umana in favole, metafore e allegorie. L’alchimista che impare l’Arte di trafiggere il drago (la
libido creativa) e la pulsione psichica (il fuoco) che lo alimenta, sia sul piano sensoriale
(l’intuizione di Diana) che su quello mentale (la cultura di Apollo), comprende il sottile gioco
esercitato dai simboli di influire, nel bene e nel male, sulla pulsione psichica individuale e
collettiva con riti, cerimonie, immagini sacre, stemmi, stendardi e forme di suggestione che
fanno leva sulla frustazione dei desideri subconsci. Evolvere nella percezione del mondo
“invisibile” suscitato dalla manipolazione del subconscio (Poseidone, privato della corona, fugge
sconfitto), equivale al gesto di impugnare l’arco (la ragione si tende agli estremi) e le freccie
(l’intuizione dei simboli) per cacciare i draghi dentro e fuori se stessi. Ciò significa realizzare un
significativo atto di conversione all’Arte di trasformare in pochissimi anni la “coscienza
corporea” del Bambino nella “coscienza corporea creativa” di San Giorgio, il cavaliere ‘senza
macchia’ in grado di liberare l’anima dalla libido creativa finalizzata agli scopi (il Drago)
IL PENSIERO ALCHEMICO
Il pensiero razionale alchemico non
è frutto di una attività mentale
monocerebrale, ma realizza una
sintesi tra consapevolezza corporea
(il senso di sè incarnato da Diana
cacciatrice) e la comprensione
spirituale dei bisogni, delle
necessità e dei desideri dell’anima
(la cultura solare di Apollo/Cristo).
La pulsione psichica è la forza vitale
naturale che non può essere inibita,
annullata o ‘segregata’, ma deve
essere riconosciuta ed elaborata
creativamente daI due emisferi
cerebrali (i due fratelli) in grado di
selezionare, filtrare e decodificare le
informazioni visive, sensoriali e
simboliche che avvertono della
presenza della libido creativa (il
drago) all’interno del terrorio
psichico individuale e collettivo.
A volte è sufficiente un “bastone”
per liberare l’anima dal circolo
vizioso che la lega agli aspetti
corcitivi indotti dalla coscienza
razionale dominante.
Altre volte è necessaria la “spada”
di San Giorgio per liberarla dalla
tentazione di assecondare i desideri
indotti dalla libido creativa che non
esita a distruggere e ridurre in
cenere ogni cosa pur di realizzare gli
scopi, i traguardi e le mete tracciate
dall’ambizione materiale, sociale e
spirituale.
LA VIA DELL’ARTE
Nataliya Derev’yankoSan Giorgio, 2005
MHTHEATRUM CHEMICUM EMBLEMI DELLA CONOSCENZA INTUITIVA
Theatrum chemicum
Raffaello, 1504
San Giorgio e il drago
Alchimiadella coscienza razionale
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MHTHEATRUM CHEMICUM EMBLEMI DELLA CONOSCENZA INTUITIVA
“Il cuore ha ragioni che la ragione stessa non conosce” (B.Pascal)
“Il vero Maestro è un uomo che ha l’abitudine di praticare tutte le virtù, che con la spada
della saggezza ha reciso tutti i rami e sradicato tutte le radici del peccato, che ha
disperso con la luce dell’intelletto le ombre oscure nelle quali è avvolto il peccato..., che
possiede i sentimenti di un padre per tutti i suoi discepoli....(Bhagavad gita)
CaravaggioCrocifissione di San Pietro,1600.
Giovanna Feltria
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Caravaggio La crocifissione di Pietro
LE RAGIONI DEL CUORE
EMBLEMA II
La ricerca razionale della felicitàLa coscienza razionale emerge dai meccanismi inibitori che hanno origine nel sistema
dell’educazione, della formazione e dello sviluppo dell’individuo sociale. La madre, la famiglia, la
scuola, la religione, la cultura e l’etica di riferimento svolgono un ruolo decisivo nel limitare e
indirizzare l’azione dell’individuo verso la realizzazione di scopi adeguati al modello sociale e
morale trasmesso dalla coscienza storica collettiva. I sistemi di inibizione coattivi sono indotti
dalle leggi, dallle regole e dagli schemi selezionati dalla razionalità costruttiva, politica ed
economica, che ha il preciso scopo di contenere la pulsione psichica (la protesta, la rivolta, il
rifiuto) e indirizzare la libido verso gli aspetti materiali dell’esistenza (il lavoro, il benessere e il
comfort). Questa forma di coscienza razionale, indotta e poi subita dall’individuo, ha il pregio
di trasformare l’energia psichica in lavoro attraverso ‘forme meccanicistiche’ che esulano dalla
ricerca della felicità, considerata dai filosofi greci l’unica finalità dell’anima. Ancora oggi la
“cultura condivisa” che emerge dalle storie del cinema confonde la vera felicità con il successo
nel lavoro e l’agiatezza economica che ne consegue, anche se nel film “La ricerca della felicità”
(G. Muccino, 2006), il protagonista innalza il “sacrificio di sè” come “strumento tecnico” di
“resurrezione” dell’anima dalla stato di miseria, di disagio e insoddisfazione materiale. All’anima
non sono concessi prestiti, fidi o aiuti finanziari e nemmeno deroghe al pagamento delle
imposte; non sono permesse agevolazioni, aiuti o sostegni da parte di terzi. L’alchimista, come
il protagonista del film, deve cercare di evolvere rapidamente la percezione critica, sensoriale,
razionale, intuitiva nella “percezione cognitiva”, decisiva a risolvere i giochi matematici (il cubo
di Rubik), comprendere i giochi di coscienza (la psicologia di vendita) e infine tradurre la
propria esperienza in un modello vincente utile per trarre profitto dalle circostanze, dalle
opportunità, dal caso e dal destino (il protagonista si mette in proprio e diventa ricco).
L’alchimia della percezione che evolve dalla cancellazione del punto di vista personale e
dall’uso degli strumenti della ragione alchemica conduce il protagonista ad affinare
l’osservazione, individuare i modelli di successo e ad imitare le tecniche che permettono la
7. A Pandolfi
Natura umana, 2006
(il Mulino)
8. G. Muccino
La ricerca della felicità, 2006
(Film USA)
9. Joseph Campbell
Mitologia creativa, 1968
(Saggi Mondadori)
10. Freeman
Come pensa il cervello, 2000
(Einaudi)
11. A. Heller
Teoria dei sentimenti, 1984
(Editori Riuniti)
12. M.S. Gazzaniga
L’automa spirituale, 1991
(Laterza)
L’alchimista che “seppellisce” il fuoco
della pulsione creativa sotto la cenere (il
badile) per amore dei figli, della
famiglia, del partner o per adempiere a
un dovere morale, etico o religioso o
semplicemente “contrattuale”, evolve
rapidamente nella coscienza razionale in
cui le “ragioni del cuore” (il panno verde)
sono prioritarie rispetto alle leggi o ai
dogmi dello stato/chiesa. La “pietra
grezza” che risulta dallo “scavo
interiore” è il simbolo della coscienza
razionale alchemica per sua natura laica,
libera da pregiudizi, indipendente da
giudizi preconfezionati, scevra da ogni
presunzione e pretesa di assolutismo,
l’unica in grado di conficcare al “chiodo”
la coscienza morale indotta dalla dottrina
o dall’ideologia.
La parabola del figliol prodigo
descrive la fase di trasformazione
alchemica della pulsione psichica (il
figlio più giovane) in pulsione
creativa (abbandono della casa
paterna, metafora della sicurezza
materiale, economica e sociale). La
“chimica” della pulsione psichica è
l’evento iniziatico che segna il
passaggio dalla coscienza
adolescenziale autoreferente alla
coscienza sociale in cui emergono i
sentimenti di appartenenza alla
tribù, alla comunità o a un ordine
morale superiore. In questo breve
arco di tempo, chiamata dagli
alchimisti “iosis” (ingiallimento) e
poi, più prosaicamente, “educazione
sentimentale”, l’alchimista mette alla
prova le capacità della mente di
contenere la paura della morte, le
pulsioni dell’eros e l’istinto di fuga.
In questa fase la pulsione creativa
(femmina) mette in crisi l’organismo
biopsicosomatico (maschio) per cui
la trasformazione chimica della
paura in coraggio, della libido
sessuale in amore e dell’istinto di
fuga in “preghiera” è un fenomeno
alchemico che l’individuo rivela
dentro di sè in quanto inscritto nel
codice genetico (istinto di equilibrio).
26
Rembrandt,
Il Figliol prodigo, 1630
realizzazione del sogno di ricchezza. Tuttavia il sogno rischia di rimanere tale se l’anima non
decide di tradurre la pulsione psichica in amore, fiducia e fede nelle proprie risorse psichiche,
mentali e spirituali. Will Smith viene abbandonato dalla moglie, ma non per questo rinuncia a
prendersi cura del figlio (metafora della responsabilità paterna che predispone alle virtù) e
coltivare dentro di sè la speranza di cambiare vita, lavoro e status economico. Le diverse fasi
descritte dal regista (fase della stupidità, della corsa, dello stage e della riuscita) rappresentano
simbolicamente i quattro atti di trasformazione della coscienza razionale (il business “sicuro”
degli scanner) nella coscienza alchemica in cui la Mente si mette in gioco per evolvere su un
piano superiore di conoscenza, scaltrezza, abilità organizzative e capacità strategiche. L’Arte
alchemica è come uno stage di sei mesi senza paga in cui l’alchimista impara a sue spese la
tecnica di trasmutazione del mercurio (la percezione), di trasformazione dello solfo (la pulsione
psichica) e di sedimentazione del sale (la conoscenza) indispensabili per affrontare la vita, le
prove, gli ostacoli e le difficoltà su un nuovo livello di comprensione, di esperienza e di
conoscenza di sè e del mondo. L’alchimia della trasformazione della pulsione è descritta
metaforicamente dalle dodici prove affrontate da Ercole, ma la trasformazione della coscienza
razionale, conforme alle paure psichiche proiettate dall’anima, permane occulta nei fatti del
Vangelo. Non può esserci trasformazione dell’identità (il sole) e della coscienza di sè (la luna)
se l’individuo non si mette in gioco e persiste a razionalizzare la propria vita in rapporto alle
richieste della società o del proprio ego. La vicenda del duplice rinnegamento di Pietro descrive
metaforicamente la paura dell’individuo di riconoscere dentro di sè la presenza della pulsione
creativa in cui è racchiuso il potere “cristico” (l’istinto del cuore) di realizzare i desideri, le
aspirazioni e il destino dell’anima. Cristo riconosce in Pietro il comportamento autoinibitorio
dell’individuo che nega l’azione istintiva, la pulsione psichica e la libido sociale (la triplice
negazione/i tre carnefici) al fine di costruire la coscienza morale in grado di fondare le istituzioni
educative, la religione, gli ospedali e la Chiesa, ma non il “Tempio” della verità.
La vicenda del rinnegamento di
Pietro è interpretata dall’Alchimia
rinascimentale come la “secolare”
incapacità dell’individuo razionale di
collegare l’istinto di vivere (il karma)
con l’istinto di felicità (il dharma).
Pietro rinnega di essere seguace di
Cristo, negando per tre volte di
essere stato artefice delle azioni
‘ispirate’ dall’istinto, delle pulsioni e
dalle ragioni del cuore.
Il “cuore di Gesù/ Cristo”, metafora
del “filo del destino”, è il nucleo
della vicenda. Pietro, colto dalla
paura della morte, nega di essere
stato insieme con Gesù nel
Sinedrio, di aver tagliato l’orecchio
a Malco nell’orto degli ulivi e di
essere in sua compagnia nel
momento del suo arresto. il triplice
diniego non scaturisce
semplicemente da un atto di
codardia, ma sorge dall’inconscio
come atto suggerito dall’istinto di
vivere (il karma). Il salto nel buio,
ovvero il coraggio di seguire l’istinto
di felicità (il dharma) avverrà in
seguito, crocifiggendo
definitivamente l’istinto di
conservazione con le facoltà
dell’autocritica, dell’autocoscienza e
della sospensione di giudizio.
27
Gerard Seghers,
Negazione di Pietro, 1620 - 1625
Il rinnegamento di Pietro: istinto di vivere e istinto di felicitàIl senso di responsabilità di Pietro, la “prima pietra” fondamento della “coscienza razionale,
religiosa e civile” dell’individuo, della famiglia e della società, emerge dal fenomeno inibitorio
che precede “il canto del gallo”, metafora eloquente della pulsione creativa (il gallo) in grado
di fecondare e soddisfare i desideri dell’anima psichica (piacere, confort, edonismo, amore,
creatività e appagamento interiore). Ciò significa che le regole epigenetiche della
conservazione della specie si trasmettono di generazione in generazione allo scopo di
preservare l’individuo e la collettività dalla “follia omicida” generata dal bisogno materiale, dal
desiderio psichico e dalla libido incontrollata. Il senso di responsabilità, la prima di queste
regole, si traduce nella ricerca della sicurezza sociale ed economica in grado di garantire la
soddisfazione dei bisogni primari, la ricchezza e il possibile conseguimento della felicità
materiale. Per gli alchimisti l’individuo razionale (Pietro, il pescatore), che evolve la pulsione
psichica in coscienza razionale finalizzata alla soddisfazione dei bisogni primari, è chiamato,
volente o nolente, ad affrontare l’insanabile dualismo di scelte che è alla base
dell’insoddisfazione interiore : condurre una vita “morigerata” o abbandonare tutto per aderire
agli insegnamenti di Gesù, artefice della trasformazione “chimica” della pulsione psichica in
energia “elettrica”, creativa e cognitiva. La vita “morigerata” di chi rinnega la pulsione creativa
che “arde” nel “cuore di Gesù”, e cioè all’interno di ogni individuo che collega il cuore (l’istinto
di vivere) con l’emisfero destro (l’istinto di felicità), genera inevitabilmente il comportamento
conformista, pigro e apatico dell’individuo che ha paura persino della sua “ombra”, ma è ligio
ai doveri e osservante delle leggi. Pietro (la coscienza morale acquisita) abbandona ogni paura
e decide di seguire l’istinto di felicità (l’irruenza della passione), per poi rinnegare “prima del
sorgere del sole” (l’Albedo alchemica), la possibilità di trasformare la pulsione creativa (Gesù)
nella coscienza spirituale (Cristo), l’unica in grado di soddisfare le aspirazioni dell’anima
razionale (fiducia, fedeltà, sincerità, amore vero, lealtà e trascendenza) e “insegnare” all’anima
psichica l’Arte di godersi la vita attraverso le facoltà creative e ludiche del corpo/coscienza..
La vicenda del rinnegamento di
Pietro è ambientata in un posto
di guardia dove i soldati fuori
servizio si rillassano giocando a
carte. La prima a credere di
riconoscere Pietro è la portinaia
del Sinedrio (percezione
soggettiva). Anche un servo
armato del Sommo Sacerdote,
parente di quel Malco a cui
Pietro aveva tagliato l’orecchio,
ricorda di averlo visto nell’orto
degli Ulivi (percezione
oggettiva). Infine il terzo
accusatore si trova
all’estremità del tavolo e indica
Pietro ai soldati con il gesto
delle dita (percezione
deduttiva)
28
La razionalità anagogica
Il Vangelo è inteso dagli alchimisti rinascimentali come la più elevata espressione della
conoscenza ‘pertinente’ la coscienza delll’uomo, per cui in ogni evento descritto, raccontato
o ‘immaginato’ dagli evangelisti descrive un particolare atto del ‘processo’ di trasformazione
dell’identità di Gesù nella coscienza umana, creativa e cognitiva di I.N.R.I e infine nell’intelletto
intuitivo e spirituale di Gesù Cristo. Gli apostoli, come sapientemente decodificato da
Leonardo nella rappresentazione dell’Ultima Cena, rappresentano i quattro temperamenti,
ovvero i quattro sostrati di materia che la coscienza razionale deve sperimentare per evolvere
in coscienza critica (terra), sensoriale (acqua), intuitiva (aria) e trascendente (fuoco). Pietro
incarna il senso di responsabilità, la razionalità costruttiva, l’ordine morale, il principio
educativo e religioso, la saldezza dei dogmi, la fermezza etica e le convinzioni spirituali che
rappresentano la quintessenza dell’uomo morale e religioso Tuttavia il Vangelo occulta nella
vicenda della sua crocifissione uno degli episodi ‘salienti’ della vita di ogni alchimista. Caravaggio
esegue il dipinto su commissione, ma è consapevole del significato anagogico del tema. San
Pietro viene crocifisso a testa in giù non tanto per rispettare una usanza in voga nel tempo,
quanto piuttosto per ribadire un concetto caro all’alchimia cristiana che introduce all’interno
del pensiero razionale cattolico il seme del dubbio, della riflessione e dell’autocritica. Chi
meglio di San Pietro, padre fondatore della religione cristiana e primo papa della chiesa
cattolica, può comunicare ai suoi successori il “cuore” (il telo verde/amore) della
trasformazione della coscienza razionale, interprete delle sacre scritture e artefice dei dogmi,
nella coscienza di Cristo? Nella logica alchemica San Pietro incarna il principio inibitore della
pulsione creativa (Saturno diventa sposo di Venere) indispensabile per incanalare l’energia
psichica all’interno di modelli codificati dalla religione, dalla legge e dai costumi sociali.
L’individuo che ‘colloca’ Saturno/San Pietro sulla sommità del Paradiso è motivato
dall’ambizione sociale (vita esteriore) e dal desiderio di ‘salvezza’ (vita interiore), al punto da
sacrificare l’stinto di felicità pur di conquistare le “chiavi” del paradiso materiale/psicologico.
Leonardo, 1498Ultima Cena
TarocchiJerofante, il papa alchimista
L’Ultima Cena dipinta da Leonardo è
un trattato di alchimia della
coscienza. Gli Apostoli sono disposti
in quattro gruppi di tre per rimarcare
la progressiva evoluzione della
coscienza razionale (la pietra grezza)
nella coscienza razionale- creativa
(rosso) e intuitiva- cognitiva (blu)
peculiare della coscienza
‘transpersonale’ di Cristo (la pietra
filosofale). La triade di “fuoco”
composta da Giuda (l’istinto del
cuore), Pietro (la pulsione del cuore)
e Giovanni (la ragione del cuore) e la
triade di aria composta da Giacomo
(ragione intuitiva), Tommaso (ragion
critica) e Filippo (ragione sensoriale)
‘converge’ alchemicamente nel
“santo grall”, il vassoio in grado di
contenere il “cibo spirituale”, sintesi
di esperienza e ragione, istinto e
intuizione, amore e conoscenza .
29
Per gli alchimisti il principio ordinatore di Saturno è indispensabile nella realizzazione del
mondo materiale (il sacrificio di Noè), ma è di pessimo aiuto per procedere nell’elevazione
della coscienza sui piani spirituali. Frate Basilio Valentino scrive di “collocare Saturno in
spregevolissima condizione all’interno del nostro magistero” e lo spedisce nel mondo
sotterraneo (il Fondo cielo) in cui diventa una cosa sola con Vulcano, lo zoppo. L’evento, di per
se stesso puramente simbolico, ha un profondo significato evolutivo che si può sintetizzare
come una consapevole rinuncia ad arrogarsi dei “criteri di misura” e degli “strumenti della
ragione” messi a disposizione dalla coscienza razionale per esercitare un qualsiasi “potere
temporale”. Il rovesciamento della posizione di Saturno/San Pietro dall’alto verso il basso,
congiunto all’atto di crocifissione della libido di esercitare sulla “terra” il potere spirituale
conferito dai “misteri della fede”, è un atto che segna l’inizio dell’Arte Alchemica (la Chiave I
di Frate Basilio) e la nascita di una nuova forma di consapevolezza razionale (il contenitore a
forma di cuore) da cui scaturisce il fuoco alchemico (la coscienza razionale creativa) in grado
di scacciare il lupo (la libido), in qualunque forma si presenti. Caravaggio enfatizza nel volto di
Pietro e nel suo gesto di sporgersi in avanti, l’irosa impazienza di “inchiodare” la tentazione
secolare di interferire sulla coscienza civile e i costumi morali e comunica, tra le righe, una
decisa intenzione di rovesciare il modello di “conoscenza” che da secoli domina la società
occidentale. Il papa alchimista, rappresentato nei tarocchi dalla lama dello Jerofante, simbolo
dell’individuo che decide di prendersi cura della propria anima psichica con senso di
responsabilità, amor proprio e fiducia razionale nelle proprie potenzialità evolutive (i tre fiori
della Regina), non detiene nessun potere. Anzi, rovesciando di proposito il paradigma della
società occidentale che “incorona Re” chi detiene lo “scettro della conoscenza” (sacerdoti,
scribi e farisei), l’alchimista sospende (l’Appeso) ogni forma di giudizio facendo proprie le
parole del Vangelo. “Non giudicate, per non essere giudicati; perchè col giudizio con cui
giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate, sarete misurati” (Mt - 7, 1-2)
TarocchiL’uomo appeso
Frate Basilio Valentino, 1550 circaCHIAVE I: i due agenti della Prima Opera e la loro preparazioneDa “Le XII chiavi de la filosofia.”
Saturno viene spedito nel sottosuolo
insieme a Vulcano per purificare la
coscienza razionale laica (la pietra
grezza) dalle tentazioni della libido. Il
vegliardo cucina la pietra attraverso il
fuoco dell’autoanalisi,
dell’autocoscienza e dell’autocritica, le
tre modalità razionali maschili (il Re),
fino alla completa trasformazione della
coscienza ordinaria nella coscienza
corporea femminile (la Regina) da cui
’sboccia’ il fiore della “Virtù ”. La
trasformazione della pietra grezza
nella pietra filosofale, simbolo di
perfezione morale, etica e spirituale,
avviene attraverso i criteri di misura
della percezione (la coda di pavone) e i
valori spirituali che evolvono nell’anima
(i tre fiori) . Attraverso gli insegnamenti
alchemici (la lunga lingua) l’alchimista
brucia la libido istintuale (il lupo) e inizia
l’Opera dello iosis (filosofia della
conoscenza).
30
MHTHEATRUM CHEMICUM ALLEGORIE DELLA CONOSCENZA INTUITIVA
Lo sguardo di Sant’Annadalla percezione morale alla comprensione razionale intuitiva
Il filo obliquo che collega l’occhio destrodi Sant’Anna con quello della figlia e conl’occhio sinistro del Bambino descrive insintesi il dinamismo cerebrale con cui ilsistema percettivo oculare si connettecon l’inteprete dei sentimenti morali(l’emisfero sinistro di Sant’Anna),l’interprete dei bisogni del corpo(l’emisfero sinistro della Madonna) el’artefice delle emozioni dell’anima(l’emisfero destro del Bambino). Laconsapevolezza del significato delleimmagini è dato dal collegamentodell’occhio destro con l’emisfero sinistro,mentre l’occhio sinistro connessoall’emisfero destro è specializzato nellapercezione del corpo nello spazio (sensodi sè)
“La comprensione umana va oltre la spiegazione. La spiegazione è sufficiente per la
comprensione intellettuale o oggettiva delle cose astratte e materiali. E’ insufficiente per
la comprensione umana. Comprendere comporta necessariamente un processo di
empatia, di identificazione e di proiezione. Sempre intersoggettiva, la comprensione
richiede apertura, simpatia, generosità.” (Edgar Morin)
Leonardo,1508Sant’Anna, La Madonna e il BambinoEccles. 1990Laterizzazione della corteccia cerebrale
31
La percezione dell’anima razionalePer gli alchimisti rinascimentali la ‘comprensione della verità’ è essenzialmente un atto di
“incarnazione” consapevole dell’esperienza umana all’interno della mente; atto riconosciuto
dal sistema della percezione (mercurio), indotto dalla ‘retroazione’ esercitata dalla memoria
(sale) e ispirato dal desiderio di evolvere la pulsione psichica (lo solfo) in consapevolezza
sensoriale, coscienza di sè e comprensione logica. Leonardo sintetizza nel dipinto “Sant’Anna,
la Madonna e il Bambino” il modello di esperienza che si deve ‘incarnare’ nel cervello dei suoi
allievi, affinchè sia chiaro, visibile ed esplicito che la ‘ricerca della verità’ non può pre-scindere
dalla “Via Umida” (il filo obliquo) che collega la coscienza razionale intuitiva di Sant’Anna
(l’emisfero sinistro delle donne), con lo sguardo amorevole della figlia (l’anima emotiva e
razionale delle madri) e la consapevolezza ‘giocosa’ dei sentimenti corporei (Gesù Bambino)
che evolvono dalla percezione delle sensazioni e dalle emozioni (l’agnellino). In una unica
immagine Leonardo descrive in sintesi il primato del ‘metabolismo’ intuitivo femminile (l’humus
alchemico) su quello maschile, sterilmente intento ad elucubrare in disquisizioni teologiche,
squisitamente erudite, sulla ‘certezza’ della Fede fondata sulla Verità dell’esistenza, del sacrificio
e della resurrezione di Cristo. Ancora oggi preti, studiosi e interpreti delle Scritture dichiarano
che privi di questa certezza non è possibile ‘ricevere’ l’esperienza della rivelazione cristiana e
invitano l’ anima a un supremo atto di fede (non sostenuto dalla ragione) affinchè la razionalità
sensoriale, per sua natura laica e miscredente, ma nello stesso tempo insicura e “ignorante”,
ascolti la ‘pulsione del cuore’ (Pietro) di affidarsi alle cure di “Madre” Chiesa. Questo
meccanismo psicologico di “manipolazione” subconscia dell’anima psichica viene rovesciato dal
paradigma alchemico che afferma invece il ruolo primario dei sentimenti corporei, dell’eros e
della propriocezione psichica nel processo di trasformazione alchemica della pulsione creativa
(Il Bambino) nell’anima razionale (la Madonna) in grado di elaborare la cura del corpo, il
nutrimento affettivo, la protezione della prole, l’amore filiale, la comprensione dei bisogni e il
senso di responsabilità verso gli altri e se stessi, nei valori fondativi della coscienza morale
L’INVERSIONE DELLE RADICI
Il velo trasparente che copre la testa
della madre di Maria occulta il
tracciato ‘neurologico’ che sostiene
“l’albero” della filosofia alchemica.
Lo sguardo di comprensione di
Sant’Anna, sintesi dell’esperienza,
della conoscenza e della saggezza
delle madri, è il risultato di una
naturale opera di trasformazione
delle sensazioni cognitive in
sentimenti morali, valori etici e
principi spirituali. Per l’Arte
Alchemica “quel che la natura
compie in eoni di tempo”, può
essere compiuto in pochi anni con
un artificio. Ciò significa che la
“Percezione morale”, peculiare dei
saggi che hanno conoscenza della
vita e osservano i fenomeni con
‘razionalità cognitiva’ (l’albero
filosofale), può essere assimilata per
induzione , deduzione e intuizione ( i
tre fili orizzontali) invertendo le
polarità magnetiche del cervello.
L’inversione del magnetismo nei due
emisferi (l’inversione dei nodi lunari)
avviene quando la razionalità
intuitiva delle donne e
l’immaginazione razionale degli
uomini si incontrano nel corpo
calloso, la membrana che di fatto
divide l’umanità dallo stato di
perfezione androgina.
Inversione delle radici dell’albero della conoscenza.
cervello
cuore
32
razionale (Sant’Anna). La razionalità istintiva delle madri è il nucleo portante della spiritualità
alchemica in quanto include sentimenti morali e valori etici che trascendono la specificità
istintuale biologica. Il sacrificio di sè, rappresentato simbolicamente dal cigno che si ferisce il
petto pur di sfamare la prole, è il principio trascendente in grado di sublimare l’istinto di
conservazione, la libido egocentrica e il senso di responsabilità in amore vero, razionale,
autentico, consapevolmente ispirato dalla fede nei processi alchemici di metamorfosi
dell’anima psichica (Maria) attraverso le “potenze” intuitive (la Vergine), creative (la Madonna)
e cognitive (Assunta, Immacolata, Madre Misericordiosa e Regina del cielo). Sant’anna
rappresenta dunque la coscienza morale razionale in grado di sostenere “sulle sue ginocchia”
il peso della trasformazione dell’anima alchemica (la Figlia), capace di “protendersi in avanti”
e agire per sostenere a sua volta i naturali processi di evoluzione delle sensazioni corporee
in consapevolezza sensoriale (Gesù Bambino), coscienza di sè (Gesù fra i dottori) e
comprensione logica dei sentimenti incarnati (Gesù falegname). Questo schema ‘discendente’
in cui è l’operatore della coscienza (lo sguardo di Sant’anna) a influire sul corpo fisico (Gesù
Bambino) attraverso le funzioni mediatrici dell’anima razionale, è stato riconosciuto anche
dalla moderna neuroscienza quando afferma che “la coscienza rappresenta un livello
superiore di autoorganizzazione: è un parametro di ordine e un operatore che entra in gioco
nel ciclo azione-percezione quando un’azione sta per concludersi e quando inizia la fase di
apprendimento della percezione” (Freeman, 2000). La coscienza morale razionale è un
operatore dinamico in grado di sostenere con le parole, i consigli, le raccomandazioni o con
sguardi di approvazione e comprensione le attività della mente, così come le gambe di
Sant’Anna sostengono il corpo della figlia. In questo modo le facoltà razionali che operano
attraverso una selezione ininterrotta di informazioni, di imput sensoriali e di intuizioni (mente
sensoriale), diventano funzionali alla “direttive” della percezione morale (il maestro interiore)
in grado di regolare e influenzare l’azione istintiva in relazione ai sentimenti-guida pre-scelti.
“In genere, è difficile giudicare i
sentimenti, però dobbiamo farlo.
E’ difficile anche distinguere tra
sentimenti individuali e particolari,
poichè questi ultimi si manifestano
raramente e vengono per lo più
razionalizzati attraverso il
meccanismo di difesa. Persino il
lupo non confessa all’agnello che
vuole divorarlo perchè ha fame, dice
invece di essere stato calunniato da
lui o da sua madre. “Levare la
corteccia” della razionalizzazione è il
grande compito per conoscere gli
uomini e sè stessi, un compito che
bisogna continuamente risolvere.
Sentire significa essere coinvolti in
qualcosa. E noi siamo coinvolti
anche nella conoscenza e nel
giudizio del mondo emozionale
nostro e degli altri. Senza questo
non potremmo conservare nè
espandere il nostro io,
indipendentemente dal fatto che
siano particolari o individuali i
sentimenti coi quali ci rapportiamo
al mondo in cui viviamo”.
Agnes Heller, Teoria dei sentimenti
Albrecht Durer, 1506Gesù dodicenne tra i dottori
Gesù Bambino (consapevolezza
sensoriale) cresce, si sviluppa e
apprende dalla madre il significato
dei sentimenti particolari (odio,
rancore, gelosia) e dei sentimenti
individuali (amore, rispetto, fiducia).
Albrecht Durer intuisce che Gesù tra i
dottori segna il passaggio dalla
coscienza sensoriale alla coscienza
razionale intuitiva in grado di
discriminare i sentimenti particolari
( i tre uomini senza libro) e gli
esponenti della conoscenza razionale
fondata sull’interpretazione della
Parola, del Testo e della Dottrina
( i tre dottori). Gesù elenca con le
dita i sentimenti morali, i valori etici
e i principi spirituali “incarnati”
attraverso la condivisione della
“percezione morale universale’ che
emerge dalla coscienza corporea
cognitiva delle donne, dei saggi e
degli alchimisti.
33
Leonardo affida all’interprete delle esperienze (l’emisfero sinistro/il maestro) il compito di
guidare “l’interprete dei sentimenti (il discepolo) a prendersi cura dell’evoluzione della mente
sensoriale in coscienza corporea, creativa e cognitiva. E’ attraverso le “modalità della
percezione” attivate dalla coscienza razionale e intuitiva delle donne (l’interprete dei
sentimenti) che l’alchimista evolve rapidamente in comprensione delle esperienze e
conoscenza della verità morale. Leonardo invita ai suoi discepoli a cercare la verità nelle
immagini; la verità alchemica che non si trova nelle profondità abissali esplorate dall’indagine
razionale filosofica o psicologica, ma sulla “superficie del mare”. Il “mare nostrum” degli
alchimisti non è popolato da mostri mitologici da affrontare, metafora del subconscio in cui
albergano paure irrisolte, ma è una superficie calma e piatta, a significare che il processo di
autocoscienza, di autoconoscenza e di autonalisi fondato sulla percezione di sè
(autoavvertimento psichico, propriocezione, introspezione) e del mondo esterno (proiezione,
visualizzazione e immaginazione) ha portato a galla la verità riposta, nascosta e occultata
nell’inconscio e nell’iperconscio collettivo (i due pesci). La verità dell’Anima, come quella
trasmessa dai filosofi greci, si trova sulla “superficie delle cose” ( ) o nel riflesso delle
immagini” ( ), per cui deve essere “avvistata” dal sistema della percezione e non esplorata
dalla razionalità scientifica. La Verità emerge ciclicamente nelle opere degli artisti e dei filosofi
che, come Socrate, imparano “l’Arte della conoscenza” dalle donne esperte della vita
(Diotima), dalle dee che percepiscono in anticipo il cambiamento dei tempi (le Muse) e dalle
ninfe (Leda e Zeus) che avvertono psichicamente la presenza invisibile della Verità, dell’Eros e
della Bellezza nelle parole e nelle immagini dell’Arte, della Cultura e della Moda. Ecco allora
che l’Arte Alchemica, come i due marinai collocati sulla prua della barca (Il senso di sè e
l’interprete), non indaga sul significato delle parole, ma “avvista e decodifica” i simboli prodotti
dalla triplice trasformazione della coscienza corporea (Il Bambino e l’Agnellino) in coscienza
corporea creativa (san Giorgio e il Drago) e cognitiva (l’arcangelo Michele sconfigge Satana)
L’emisfero sinistro è prevalente per le
sue abilità nel linguaggio e
nell’ideazione (sistema logico-deduttivo)
e svolge il compito di gestire la
complessa e incessante attività
modulare e parallela di tutto il cervello
con uno speciale sistema di controllo e
sintesi, detto interprete o meccanismo
innato di interpretazione. Esso è
perennemente in cerca di un ordine, di
una ragione e di un significato degli
eventi. L’interprete permette di riflettere
sulle varie azioni, sul proprio io pubblico
e privato, su quello che gli altri pensano
di noi in rapporto a quello che noi
pensiamo di noi stessi. “L’interprete, con
le sue capacità di compiere inferenze,
ovvero sviluppare ipotesi sugli eventi
interiori e su quelli del mondo esterno, è
il sistema che attiva il processo di
formazione delle nostre credenze
(Cazzaniga, 1991)”. Le credenze
guidano, controllano e dettano le regole
del comportamento. La coscienza
diventa il prodotto finito dell’interprete
insediato nel cervello sinistro, le cui
produzioni sono riferite e perfezionate
dal sistema del linguaggio.
G. Ronconi, Il cervello e la mente.
I. Waite, 1678Musaeum Hermeticum
L’alchimista che collega i sentimenti
individuali (il cuore) con l’emisfero
sinistro (l’interprete) e rovescia le
priorità della propria vita (i
pesci/sentimenti-guida) al punto da
anteporre la felicità morale dell’anima
alla felicità materiale, inizia a far
emergere in superficie i ricordi, le
esperienze e i traumi dal proprio
passato (memoria subconscia). Nello
stesso tempo inizia la fase (iosis) di
selezione e discriminazione dei
modelli culturali, degli insegnamenti,
delle letture e delle amicizie che
rappresentano (o non rappresentano)
la filosofia morale dell’anima
(memoria iperconscia). La
comprensione delle esperienze ( )
e la conoscenza della verità
dell’anima ( ) procedono (come i
due pesci) sullo stesso piano (l’acqua
salata del mare), metafora della
memoria evolutiva e spirituale
peculiare della “mente androgina”.
34
La ricerca di Brueghel è concentrata nello sguardo lucido e impietoso con cui descrive
minuziosamente, fino al dettaglio più ironico o aberrante, la realtà del suo tempo. Acuto
osservatore del rapido processo di disgregazione morale innescato dalla cultura del profitto,
della speculazione e della ricerca del benessere individuale e di gruppo a scapito dei valori
morali, dei comportamenti etici e delle aspirazioni spirituali dell’anima, Brueghel si appropria
dei codici interpretativi degli artisti alchemici e compone alcune delle opere più espressive
del pensiero rinascimentale. La “Grande Torre” non vuole essere una denuncia sulla
incomunicabilità dei molteplici linguaggi (la torre di Babele) che strutturano il sapere
occidentale, ma sintetizza un paradigma fondamentale dell’Arte alchemica: l’elevazione del
pensiero verso le sommità della comprensione razionale e della conoscenza intuitiva della
verità avviene procedendo dall’interno dell’essere e non dall’esterno. Il concetto diventa
eloquente se si confrontano le due parti esterne dell’ edificio con la parte interna. Mentre
la parte sinistra (la razionalità scientifica) si arresta sul VI livello (la conoscenza razionale), la
parte destra della torre (le credenze religiose) si arresta sul II livello (l’intuizione sensoriale),
metafora dell’incapacità della fede di sostenere il ricercatore con prove, esperienze e verifiche
empiriche. L’alchimista rinascimentale non si preoccupa di formulare teorie, assiomi e principi
filosofici totalizzanti in quanto percepisce una scala di valori universali nel processo di
trasformazione della consapevolezza di sè (VII) in comprensione spirituale (VIII), conoscenza
iniziatica (IX) e realizzazione della coscienza omnicomprensiva (X). Dal centro della Grande
Torre emergono altri quattro livelli e non è privo di significato che il penultimo piano, quello
della conoscenza iniziatica (Sophia), sia occultato da una nuvola bianca. La costruzione
alchemica è ben radicata all’interno poichè ogni apprendistato alla lucidità di pensiero procede
“dall’apprendistato dell’autosservazione” (E. Morin) e tale processo “non è mai compiuto una
volta per tutte, ma deve essere continuamente ricominciato (rigenerato). La rigenerazione del
pensiero avviene attraverso un percorso circolare che evolve a spirale verso l’alto senza mai
MH INIZIAZIONI ALL’ARTE I CODICI DELL’ESPERIENZA CREATIVA
BRUEGHEL: ELOGIO DELLA LUCIDITA’
“Le strutture della nostra mente, che permettono la conoscenza dei fenomeni, la rendono incapace di andare al di
là e al di qua, nella natura profonda del reale. E’ incredibile che la conoscenza si levi da un prodigioso iceberg di
non conoscenza del nostro rapporto con noi stessi, con il nostro cervello, con il nostro sistema computazionale
neuronale. L’ignoto non è soltanto il mondo esterno, siamo soprattutto noi stessi” (Morin, 1993)
13. A. Maslow
Verso una psicologia dell’essere
(Casa Ubaldini, 1971)
14. E. Morin
Introduzione al pensiero complesso
(Sperling e Kupfer, 1993)
Marta Breuning
15. Julia Kristeva
Bisogno di credere.
un punto di vista laico
(Donzelli Editore, 2006)
16. Marco Vannini
La morte dell’anima
Dalla mistica alla psicologia
(Casa Editrice Le Lettere, 2003
17. Garavaso e Vassallo
Filosofia delle donne
(Editrice Laterza, 2007)
18. Romano Gasparotti
Filosofia dell’Eros
(Bollati Boringhieri, 2007)
37
L’ASCENSIONE ALCHEMICA
L’ascensione spirituale concepita da
Brueghel nell’immagine della PiccolaTorre descrive il processo di
rigenerazione spirituale del pensiero
razionale che avviene ad opera
della percezione. La struttura
‘cognitiva’ si affina e si eleva verso
una comprensione anche sofisticata
della verità integrando senza soste i
prodotti simbolici (fiabe, miti,
leggende, allegorie, metafore ed
emblemi) della cultura alchemica.
L’opera realizzata dall’anima
attraverso le facoltà corporee
creative (il Sè istintuale) è per sua
natura priva di elaborazioni
concettuali e “occulta” una verità
che può essere rivelata dalla
conoscenza simbolica (il sesto piano
è parzialmente coperto di nubi)
BRUEGHELATTO SECONDO
35
Peter Brueghel
La Grande Torre, 1563
La Torre centrale, particolare
La Piccola Torre, 1563
36
perdere il filo del discorso, lo stesso che ha origine dal nucleo critico da cui proviene l’anima
che anela conoscere la verità. Se “La Grande Torre” è un esplicito invito a rivolgere l’analisi
razionale verso la dimensione interiore dei sentimenti, considerati il nucleo “roccioso” che
facilita l’elevazione del pensiero intuitivo verso la sommità, la “Piccola Torre” descrive il
percorso evolutivo compiuto dal pensiero che integra dentro di sè la “luce” che penetra
attraverso le “numerose aperture” prodotte dalla “consapevolezza, comprensione e
conoscenza” delle immagini recepite dal sistema della percezione. La “Piccola Torre” è traforata
di aperture, metafora del ruolo svolto dall’Arte alchemica’ nell’illuminare le zone oscure della
coscienza; è attraverso l’evoluzione della percezione critica in intuizione sensoriale,
consapevolezza razionale e comprensione delle immagini che il pensiero rigenera se stesso,
modificando la propria prospettiva e ampliando fino all’orizzonte il campo della
“decodificazione” simbolica della realtà e della verità. Emblematica è in questo senso la vicenda
della conversione di Saulo dipinta da Brueghel. Il santo è dipinto al centro di una lunghissima
fila di soldati che ascendono verso la sommità della montagna, rappresentato in dimensioni
molto ridotte, come uno fra i tanti, a simboleggiare il carattere “quasi banale” della
conversione, interpretata come un cambiamento della visione personale in rapporto ai
numerosi ruoli che la coscienza individuale deve interpretare per arrivare a comprendere (in
cima alla vetta) l’essenza della natura umana. Una, cento, mille sono le “cadute da cavallo” che
possono espandere la percezione di essere un “peccatore” come gli altri, così come è
sufficiente una sola “conversione” per iniziare il processo di “svuotamento” (kènosis) della
coscienza preformata dalle regole e dalle leggi per perpetuare la specie, le credenze sociali e
la famiglia (il karma della razza). Raffaello individua in “San Michele” il punto più elevato della
“comprensione razionale intuitiva” (la Vittoria) realizzata da San Paolo, l’unica in grado di
liberare l’individuo dalle costrizioni dettate dall’influsso culturale, religioso e spirituale esercitato
dalla “setta di appartenenza” (satana) e di azzittire il “pungiglione’ della morte.
SAN PAOLOATTO SECONDO
IL KARMA DELLA RAZZA
Ebrei, mussulmani e cristiani
condividono tra loro una sola
cosa: la libido spirituale di voler
perpetuare nei secoli il primato
della propria “coscienza
illuminante” su tutte altre fedi.
L’intelletto translogico degli
ebrei, la razionalità emotiva dei
mussulmani e l’intelligenza
‘plastica e sintetica’ dei cristiani
si arrogano l’elezione della
propria razza (la carne e il
sangue) come depositaria della
“Verità suprema”. Per gli
alchimisti rinascimentali, che
identificano in San Paolo il
modello di liberazione dal
“karma“ di essere nato,
cresciuto e riconosciuto ebreo, la
religione, così come le leggi, le
cerimonie e i riti di gruppo,
modellano una forma di
coscienza che ostacola
(corrompe) il processo naturale
di autotrascendenza attivato
dall’alchimia dei sentimenti e
delle pulsioni. “Quello che
affermo, o fratelli, è che nè la
carne nè il sangue possono
possedere il Regno di Dio (la
coscienza corporea spirituale), nè
la corruzione può ereditare
l’incorruttibilità.....Quando questo
elemento corruttibile (la
coscienza di gruppo religiosa),
avrà rivestito l’immortalità (la
coscienza corporea spirituale),
allora si compirà la parola che è
stata scritta: “la morte (della
libido spirituale) è stata assorbita
nella vittoria (la comprensione
spirituale del Redentore). Dov’è
la tua vittoria (comprensione), o
morte (libido)? Dovè il tuo
pungiglione, o morte? il
pungiglione della morte (libido
spirituale) è il peccato, la forza
del peccato è la Legge.”
(Corinzi, 15, 35-56)
P. Brueghel, Conversione di Saulo, 1567
Ars Chemica
MHARS CHEMICA EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA
Raffaello, 1518
San Michele sconfigge Satana
HOLY SMOKEISTINTO DI CONOSCENZA
MHARS CHEMICA EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA
Leonardo,1483La Vergine delle rocce
Cecilia Gallerani, Marta Breuning, Lucrezia Crivelli
38
39
ATTO PRIMO
COSCIENZA CORPOREAPSICHICA
La “Bottega” del Maestro
Nel Rinascimento i giovani artisti entravano
a far parte della bottega del Maestro per
scoprire i talenti naturali (pittura, scultura,
ebanisteria, orificeria, ecc..), sviluppare le
abilità manuali ed espandere le qualità della
percezione per apprendere in tempi brevi i
segreti dell’arte. Il tirocinio durava nove anni
suddiviso in 6 fasi di 18 mesi. Nelle prime
tre fasi l’allievo doveva sottostare alle regole
della bottega ed eseguire unicamente lavori
di decorazione, rifinitura e completamento
delle opere iniziate dal maestro. Questo
periodo di formazione corrisponde allo iosis
(Opera al Giallo), la prima delle Opere che
l’alchimista (San Giovannino) affronta quando
decide di seguire un maestro dell’arte, un
guru spirituale, una disciplina, una filosofia o
una istruzione superiore. Nelle tre fasi
successive l’artista espande la “coscienza
corporea”, affina la propria arte (percezione)
e si cimenta da solo, o in gruppo, a realizzare
i lavori commissionati alla Bottega. In questo
secondo periodo l’artista sviluppa il proprio
talento, stile e linguaggio espressivo in forme
autonome e originali e progressivamente si
allontana dal Maestro (Giovanni nel deserto)
per realizzare le opere generate
dall’insorgere della “coscienza corporea
creativa”, in cui diventano pressanti i bisogni
autoaffermativi dell’ego e dell’ambizione
materiale, sociale e professionale (Giovanni
predicatore). Ci sono artisti che completano
il periodo formativo fino in fondo (Botticelli e
Leonardo), mentre altri, dopo pochi anni di
apprendistato seguono impulsivamente
l’istinto di conoscenza che emerge spontaneo
nel processo di trasformazione della
“coscienza corporea” in “coscienza corporea
creativa” (Caravaggio e Raffaello),
trasformando il proprio corpo in un
“perfetto” strumento alchemico di
conoscenza (Giovanni Battista) in grado
esplorare i limiti della ragione e della fede,
“annerire” le funzioni razionali del cervello (la
decapitazione) e proiettare l’argentum vivum
(lo spirito santo) sui soggetti da conoscere.
La coscienza corporea psichica,
istintiva nel bambino che cresce e
innata nelle donne, è il punto di
partenza dello iosis, la prima opera
dell’arte alchemica. Lo iosis,
(Citrinas o Xanthosis), significa
letteralmente ‘ingiallimento’ della
materia cerebrale e allude a un
processo chimico di sedimentazione
del nitrato di solfo (il sale della
conoscenza dell’energia psichica)
all’interno del primo vaso
dell’alchimia (il cervelletto). La
coscienza corporea femminile è la
soror mystica arteficie di tutti i
processi alchemici di trasformazione
delle sensazioni e delle percezioni in
mente sensoriale, razionale, intuitiva,
cognitiva e creativa. Il corpo
femminile occulta una sapienza
istintiva del processo di
trasformazione della pulsione
psichica in anima, prima psichica e
poi razionale. Coscienza corporea,
senso di sè nello spazio (materiale)
e nel tempo (spirituale) e
consapevolezza della dualità
anima/corpo, rappresentano i tre
‘fuochi naturali’ (il fuoco della nostracucina) in grado di trasformare la
libido sessuale (alla base della
fornace) in amore, autocoscienza e
conoscenza dei bisogni
biopsicosomatici. Il primo atto si
consuma in coppia. I litigi verbali, le
dispute, i confronti e i chiarimenti
che emergono dal “contatto “ della
libido maschile con la coscienza
corporea femminile, sintetizzano i
contenuti della “filosofia naturale”
concepita dall’Arte alchemica.
Condividere la vita con il corpo della
donna significa riscoprire il naturale
istinto di equilibrio (Venere/Marte)
che conduce alla cura di sè , il primo
valore della coscienza spirituale.
OPERA AL GIALLO
40
La tecnologia del SèL’ ingiallimento della materia cerebrale avviene nella parte del cervello in cui sono codificate
le risposte neurologiche istintive attivate dalle sensazioni corporee (tronco encefalico) e dalla
percezione sensoriale (il cervelletto). L’alchimia greca aveva compreso che lo sviluppo della
coscienza corporea (mens) avviene attraverso l’esercizio delle abilità fisiche, psichiche e mentali
all’interno di uno specifico “vaso” ermeticamente chiuso e regolamentato dalla disciplina dei
“giochi”. Le Olimpiadi che si svolgevano all’interno di uno stadio realizzavano lo scopo
educativo di trasformare le pulsioni, i sentimenti particolari e le passioni in una ‘lotta simbolica’
finalizzata a far emergere i sentimenti morali maschili. All’interno dell’arena e di specifiche
regole sportive da rispettare, così come all’interno di una stessa bottega,
l’atleta/artista/alchimista (Marte) sperimenta la ‘tecnica’ di tradurre la gelosia, l’invidia, il rancore
e l’ira nelle qualità corporee e morali del coraggio, della forza, della resistenza fisica, ma anche
in quelle della perizia tecnica, della bravura artistica e della perseveranza negli studi. La
competizione ‘celebrata’ con lealtà e rispetto stimola ed esalta le capacità non solo atletiche
dell’individuo, ma diventa un ‘espediente tecnico’ per conoscere se stessi, i talenti del corpo,
le abilità della mente e le qualità nobili dell’anima. La conoscenza di sè non avviene ‘da sola’,
ma è il risultato di uno specifico lavoro di “elaborazione cognitiva” dei limiti fisici, psicologici e
mentali dell’individuo sottoposto alla ‘pressione’ esterna (allenamento, stress, studio). In un
contesto squisitamente educativo, la competizione e il confronto diretto con l’avversario
diventa motivo di esperienza del valore positivo dell’aggressività fisica (Marte) e dell’abilità nell’
azione (il sole/coscienza corporea di Gambricius), della sensibilità emotiva (Venere) e
dell’abilità nella percezione( la luna/coscienza corporea di Beya). Se uniamo queste quattro
facoltà del corpo/mente (il se istintuale) di generare autonomamente “esperienza e
conoscenza di sè”, scopriamo che l’albero della conoscenza alchemica, ben radicato per terra
attraverso i piedi e rigogliosamente proteso in alto attraverso le braccia, le mani e le dita
dell’intelligenza corporea, è il frutto secolare di una specifica “tecnologia del Sè”. Se definiamo
Altus, 1677Mutus Liber, tav. 10
sotto:A.C. Bentz, 1706Philosophische Schaubhune
LA TRASMUTAZIONEDELLA MENTERAZIONALE
L’immagine descrive il “matrimonium
corporale” che avviene tra l’uomo e
la donna. L’amore di coppia (l’opera
al rosso) realizza la prima
congiunzione tra valori dell’anima (il
fiore a sei petali) e i due ‘sali’ della
ragione (esperienza e razionalità). La
cura di sè, l’amor proprio e la
consapevolezza corporea ‘insufflati’
dal “pneuma”, fanno emergere dalla
“fornace” (l’athanor) Diana
(intuizione sensoriale) e Apollo
(conoscenza della natura umana),
indispensabili per iniziare la
“trasmutazione metallica”.
41
il “se fisico” (il sole nero degli alchimisti) come l’insieme degli organi vitali (sole), delle ghiandole
endocrine (la luna) e dei tessuti che li collegano al cervello (mercurio) capace di agire
autonomamente in rapporto alla codificazione genetica degli istinti e delle pulsioni primarie
(giove), è possibile comprendere il significato “uranico” (trascendente) di questa struttura
primaria, in grado di “generare il fuoco sacro della trasformazione” (Vulcano, l’istinto
evolutivo). “Secondo Foucault (1993), nell’ambito della creazione dell’identità storica della
soggettività è da evidenziare il rapporto del Sè (Sè = coscienza del se fisico) con la verità. In
base alla tradizione socratico-platonica, e successivamente cristiana, dell’esame di coscienza e
della confessione, si è verificata la fissazione e l’insediamento della verità nell’intimità del
soggetto; si è costituito un dentro profondo, nascosto e depositario della verità, e un fuori
apparente, superficiale o maschera del soggetto. Si è creata una tecnologia del Sè, che
permette ‘agli individui di eseguire, con i propri mezzi e con l’aiuto degli altri, un certo numero
di operazioni sul proprio corpo e sulla propria anima - dai pensieri, al comportamento, al
modo di essere - e di realizzare in tal modo una trasformazione di se stessi allo scopo di
raggiungere uno stato caratterizzato da felicità, purezza, saggezza, perfezione o immortalità”
(G. Ronconi, 2006). Alla luce della conoscenza del ‘se fisico’, elaborata in geroglifici animali
dalla cultura egizia e trasmessa alla cultura greca, l’Alchimia occidentale feconda numerose
“tecnologie del Sè” adeguate a rivelare dentro se stessi il potere evolutivo, trascendente e
spirituale dell’energia biopsicosomatica (La Dea Nemesi dei greci, la Dea Kundalini dei
tantrici). All’interno di questa ottica appare evidente che la “cultura dei giochi”, la “cultura
dell’arte” e la cultura dell’ eros” , siano in questo senso il prodotto sociale più significativo di
questa “tecnologia spirituale”, in grado di “accendere” il ‘fuoco sacro’ dell’alchimia interiore.
A questi tre fuochi, chiamati “fuoco naturale o domestico”, “fuoco alchemico” e “fuoco
segreto”, l’Arte rinascimentale ha dato il volto di tre “istinti divini” : istinto di equilibrio
(Venere/Marte), di conoscenza (Diana/Apollo) e di felicità (Leda/Zeus).
Leonardo,1515Leda e il cigno
LEDA E IL CIGNO
SENSAZIONE PERCETTIVA eCOSCIENZA CORPOREA
La vicenda mitologica di Leda e ilcigno descrive in sintesi la triplice
metamorfosi della pulsione psichica in
coscienza corporea, senso di sè e
consapevolezza della dualità,
sintetizzata da San Paolo in sarx
(carne), psichè (anima) e pneuma
(spirito) e nella teoria orientale dei
“tre guna” (tamas, rajas, sattva). Zeus,
Dio della conoscenza corporea,
desidera accoppiarsi con la Dea
Nemesi, la divinità che incarna la
pulsione psichica irrazionale (la figlia
della notte) connessa al soma
sarchico (istinti) e al tamas(ignoranza, pigrizia, torpore,
negligenza e ottusità). Nemesi fugge
nelle acque profonde per diventare
un pesce (soma psichico) e
manifestare le qualità del rajas(collera, l’avidità, l’egoismo, la
gelosia..), inseguita da Zeus che
assume le sembianze di un delfino.
Infine si trasforma un’oca (soma
pneumatico) per fuggire nell’aria (il
guna sattva) dove finalmente si
accoppia con Zeus/cigno, poichè è in
grado di “avvertire”, studiare,
ricordare, amare e ricercare la verità.
Dalla “tenerezza” che unisce
l’intelletto intuitivo del maestro (il
cigno) con il sattva del discepolo,
nasce la bellissima ninfa Leda in cui è
racchiuso il segreto della sensazione
percettiva (l’uccellino) e del suo
legame indissolubile con la coscienza
corporea. “Vediamo ciò che siamo,
ciò che vediamo è un riflesso di noi
stessi” (Maslow, 1971). Ciò significa
che il pensiero razionale non è
imparziale e nemmeno neutrale. Per
quanto logico e ben costruito possa
diventare “è latore di frammenti di
soggettività” (Boggio Gilot), per cui
l’individuo crea il suo mondo
attraverso il proprio particolare modo
di sentire, percepire e vedere la realtà
e di comprendere, pensare e
sintetizzare le esperienze quotidiane.
42
La discriminazione tra Sè e non SèLa nascita dell’Alchimia è millenaria. In ogni parte del mondo l’essere umano ha generato le
immagini, le leggende, le favole, le metafore, le allegorie, i miti e le divinità in grado di
rappresentare la trasformazione del pensiero, del comportamento e del modo di essere
attraverso una specifica “tecnologia del Sè” ( Urano/Shiva/Confucio/Toth/Ermete). In ogni
civiltà sono evidenti le tracce della ricerca della “pietra filosofale” o della “chiave suprema”,
metafora di uno stato di purezza, perfezione e saggezza indispensabile per aprire i “cancelli”
della felicità e le “porte”dell’immortalità. L’Alchimia universale, espressione di una “tecnologia
applicata all’esperienza corporea dell’anima”, ha immaginato di costruire fornaci incandescenti,
laboratori chimici e officine metallurgiche in quanto modelli “concreti” e nello stesso tempo
“virtuali” di proiezione dell’energia psichica sul piano dell’immaginazione creativa. Attraverso
l’associazione dell’energia fisica, psichica e mentale con le sostanze chimiche, i metalli, le erbe,
i colori, le pietre preziose, i profumi, gli animali, i pianeti e gli elementi naturali, l’alchimista
“realizza” un mondo unitario (Unus Mundus) in cui riconoscere, passo dopo passo, esperienza
dopo esperienza, il graduale passaggio dal “mondo astrale” (i sogni, le vane speranze, le
credenze illusorie) al “mondo reale terrestre” in cui è possibile l’identificazione dell’io con le
esperienze evolutive dell’anima. Questo processo di rimozione dei veli e dei “tendaggi” (maya)
che occultano la percezione della verità è un atto di purificazione della coscienza corporea
psichica (la perla nera), di trasformazione dell’io in coscienza corporea creativa (la perla
rossa) e infine di realizzazione della coscienza corporea cognitiva (il Lapis, la perla blu).
Rimuovere l’illusione (opera al giallo) di identificarsi con il cervello in cui predominano
Ragione/Fede, Pensiero/Desiderio e Libido/Pulsione, significa ritornare al “Paradiso Terrestre”
in cui è il ‘corpo permeato di coscienza’ l’unico arteficie del godimento divino. Agire, creare
e conoscere attraverso la “coscienza corporea” è un processo evolutivo considerato nella
cultura orientale il Dharma dell’anima, ovvero il “retto cammino” da seguire per realizzare
Altus, 1677Mutus liber, tav. 13sotto:Michael Maier, 1618Atalanta Fugiens
LA TRASMUTAZIONE DELLA MENTESENSORIALE
La coscienza corporea creativa della
donna inserisce nel vaso alchemico
una stellina, simbolo dei valori
morali realizzati dall’amore
coniugale (senso di responsabilità,
cura dell’altro, protezione della
prole. amore vero, rispetto reciproco
e comprensione). Il passaggio dai
sentimenti particolari a quelli
individuali descrive la trasmutazione
della mente razionale nella mente
intuitiva (il rospo) in grado di
assorbire (succhiare il seno destro) i
principi morali, etici e spirituali
trasmessi dalle opere dell’alchimia e
dalla coscienza corporea cognitiva
delle donne e dei maestri spiriruali.
43
l’esperienza (sat), la conoscenza (chit) e la beatitudine (ananda) del Sè. Mentre in Oriente la
“tecnologia dell’essere” evolve attraverso discipline in grado di contenere l’energia psichica
all’interno degli “involucri” di energia (l’Hatha Yoga), “stanze” di consapevolezza (il Tantra yoga)
e “Templi” di conoscenza (lo Jnana yoga), in Occidente prevale, sin dai tempi di Pitagora, la
“tecnologia del divenire”. I due approcci, pur simili nella sostanza, sviluppano una visione
spirituale dell’uomo diametralmente opposta. Per la mente orientale, sede suprema della
coscienza corporea cognitiva che si espande nel corpo ‘illuminato’ dall’energia spirituale (il
serpente Kundalini), non esiste una distinzione tra energia, anima, mente e coscienza. L’energia
spirituale Kundalini sostiene la crescita del corpo umano già al momento della nascita e si
manifesta progressivamente come coscienza biologica incarnata (la logica del Dna) , strumento
perfetto di salvezza dell’anima e ‘motore immobile’ dell’energia psichica evolutiva, dispiegandosi
attraverso un tragitto ‘geometrico’ (razionale) che giunge a “illuminare” le facoltà cognitive del
cervelletto/mesencefalo (la Mente) e le facoltà creative e trascendenti dei due emisferi
cerebali (l’Intelletto). In questa concezione ‘ascendente’ dell’energia psichica, peculiare del
metabolismo corporeo femminile, la consapevolezza sensoriale delle esperienze corporee,
sessuali, creative e cognitive produce, alla fine del processo di discriminazione tra il “Sè”
(coscienza corporea) e il “non Sè” (coscienza acquisita), un soggetto che è pura Coscenza
(Atman). Lo stato di “pura coscienza”, capace di percepire la mente e l’intero processo
sensoriale concettuale fino agli schemi di razionalizzazione delle esperienze in significato,
descrive uno stato dell’essere privo di dualità in grado di sperimentare il senso dell’eternità
(sincronicità), dell’infinito (comprensione dei simboli), della beatitudine (la liberazione dal
Karma, dal bisogno e dalla sofferenza) e della perfetta pace interiore (illuminazione del corpo
atmico). La Genesi occidentale della “coscienza corporea cognitiva” ha origine invece dal
senso di colpa e dalla degenerazione della consapevolezza sensoriale in malattia psicosomatica,
desiderio psichico e follia suicida o, nel peggiore dei casi, in libido sessuale (il diavolo) , sociale
ATTO SECONDO
LA COSCIENZACORPOREA CREATIVA
La coscienza corporea del bambino
è determinato spontaneamente
dall’istinto di equilibrio. Anche lo
Yoga ‘lavora’ sulle facoltà istintive del
‘se fisico’ di ripristinare condizioni di
equilibrio alterate dalle posture
corporee (hatha) e dalle astinenze.
Nell’Alchimia araba il fenomeno non
avviene sul piano del ‘se fisico’, ma
su quello del ‘se psichico’. La
trasformazione della coscienza
corporea (la bile nera) in coscienza
corporea creativa (la bile rossa)
avviene tramite l’anima della donna
(gelosia/eros), l’amicizia ‘femminile’
(invidia/curiosità) e la coscienza del
‘se psichico’ (passione/sublimazione).
La sublimazione dell’eros, della
curiosità e delle emozioni in ‘rime,
canzoni e poemi’, testimonia il
compimento della trasformazione del
rospo in principe, del bruttoanatroccolo in cigno e di tutte quelle
metamorfosi che l’essere compie
lungo la Via umida.
Per chi invece percorre la Via secca, il
rapporto conflittuale con la coscienza
psichica, creativa e cognitiva
femminile (Rossella di “Via col
Vento”) equivale al calore del “fuoco
alchemico” in grado di disintegrare
l’ego, la presunzione e l’arroganza
dell’intelletto razionalizzatore
finalizzato agli scopi.
L’ OPERA AL GIALLO
Altus, 1677Mutus liber , tav. n. 11
44
(il male) e spirituale (satana). L’anima occidentale deve essere prima salvata dalla Ragione/Fede,
dal Pensiero/Desiderio e dalla Libido/Pulsione di coloro che esercitano razionalmente il
controllo delle emozioni e dialogano direttamente con l’Intelletto Supremo (Dio Padre),
ricevendo da esso informazioni parziali, suggerimenti contradditori e consigli morali spesso
difficili da interpretare, decodificare e trasmettere alla coscienza corporea dell’individuo
“povero di spirito” (privo di comprensione intellettuale). Il corpo umano, fatto di carne (sarx),
anima (psichè) e spirito (pneuma) è concepito da San Paolo come il tempio di Dio, ma prima
deve essere purificato, lavato e redento dal peccato originale, ovvero dalla tentazione innata
nell’uomo (Pinocchio) di disubbidire al Padre (la Ragione dell’esperienza/Geppetto) e seguire
la “voce” della pulsione (il gatto) o della libido (la volpe) che lo condurrà, volente o nolente, a
vivere le esperienze del “burattino” guidato dai fili del Bisogno (il Circo di Mangiafoco), del
Caso (l’incontro con Lucignolo), del Karma (l’inascoltato grillo parlante) e del Destino (Fata
Turchina). La favola di Collodi è una esemplificazione allegorica della condizione dell’individuo
occidentale che desidera evolvere il “soma psichico” (il corpo dell’asino) nell’autentica
condizione umana (il soma pneumatico/ il bambino vero) e vuole conoscere la tecnica della
trasformazione della pulsione in amore e coscienza di sè (la pelle d’asino divorata dai pesci).
La “tecnologia del se” ispirata dall’ Arte Alchemica (fata Turchina/principio di individuazione) è
centrata sulla tragica consapevolezza della “condizione umana” sprovvista dei mezzi necessari
(l’abbecedario, “la conoscenza pertinente l’uomo”) indispensabili per “divenire” al più presto
responsabile delle proprie azioni e dei propri atti. Il problema non è assumersi la colpa di
aver disobbedito al Padre ( il figliol prodigo), poichè la storia occidentale testimonia l’aberrante
degenerazione della coscienza ispirata dalla Libido, ma riuscire a discriminare a quale Padre è
opportuno rivolgersi. Collodi ‘spedisce’ Geppetto nel ventre della Balena, metafora dell’ esame
di coscienza a cui si deve sottoporre il pragmatismo della ragione, mentre Raffaello è eplicito
nell’indicare la “retta via” per giungere a “trasfigurare” nel “Padre celeste”. Prima San Giorgio
e poi l’Arcangelo Michele trasmettono una forte “imput spirituale” in grado di connettere
l’intelligenza emotiva dell’alchimista con la comprensione della libido materiale (il drago) e
della libido spirituale (satana) che da millenni ‘ostacola’ l’introversione dell’anima all’interno
del “ventre molle” dei maestri e delle donne.
LA TRASMUTAZIONE DELLA MENTEINTUITIVA
La coscienza corporea cognitiva,
ovvero l’istinto delle donne di
conoscere la verità attraverso la
percezione intuitiva delle immagini
(Castore e Polluce) e l’evoluzione
delle sensazioni percettive (la ninfa
Leda) in emozioni cognitive (Elena e
Clitennestra), produce una nuovo
grado di trasmutazione metallica.
La Primavera di Botticelli sintetizza
le fasi di evoluzione della materia
mentale (Hermes) sottoposta al
fuoco psichico, creativo e cognitivo
generato dalla metamorfosi
dell’anima. Hermes volta le spalle
alle tre Grazie (Bellezza, Castità e
Piacere) e utilizza il caduceo (la
consapevolezza spirituale) per
disperdere il fumo generato dalla
libido sessuale, metafora di
(procastinazione delle pulsioni e
autocoscienza.
45
La Religione del Divenire (istinto di trascendenza).La differenza che esiste tra la tecnologia orientale (essere) e quella occidentale (divenire) è la
stessa che l’individuo sperimenta quando entra in contatto con il “metabolismo” psichico,
mentale e spirituale della donna. A differenza dell’alchimia femminile (e orientale) in cui
emerge precocemente l’istinto di evolvere naturalmente la pulsione psichica (la ninfa Clori)
in consapevolezza creativa (la Primavera) e coscienza razionale intuitiva (Venere Humanitas) e
l’anima si rivela alla mente emozionale dell’alchimista (Hermes/Ares) in tutte le sue potenzialita
ludiche (Piacere), creative (Castità) e trascendenti (Bellezza), l’alchimia maschile (e occidentale)
deve fare i conti inizialmente con la libido sexualis colpevole di ridurre “i compagni (i fattori
mentali) di Ulisse’ (Mercurio) in porci (il tamas: inerzia, passività, negligenza). Trasformare la
libido sexualis in istinto evolutivo equivale distillare il ‘litio spermatikos’ dal fumo della fornace
(la procastinazione della soddisfazione). Ciò può avvenire spontaneamente attraverso la
cultura dell’eros (Circe) e dell’amore famigliare (Penelope), poichè “la componente sociale
della libido sexualis tende al rapporto umano. Gli effetti di questa tendenza sono l’amore per
il compagno e per la prole e l’esigenza di costituire un nucleo famigliare all’interno della
comunità (M.H. Harding, 1947)”. L’alchimista occidentale non è consapevole del significato
iniziatico dell’amore sessuale, del “matrimonium corporale” con la mente della donna e del
“matrimonium coeleste” con la coscienza femminile (l’Anima Mundi) fino a che non sperimenta
le potenzialità evolute connesse al “sacrificio” della libido, ovvero al contenimento del seme
all’interno dell’organismo. Mentre l’alchimia orientale elabora tecniche “psicofisiche” di
trasformazione della libido sessuale (Brahamacharya) e fonda su di esso la psicologia alchemica
dell’androgino in cui le componenti psichiche femminili convivono con quelle maschili all’interno
di una stessa psiche (il cerchio), fondando una cultura dell’Essere che culmina nella figura dell’
MahaAtma (la Grande Anima), l’alchimia occidentale deve fare i conti con l’intelletto
ordinatore, classificatore, razionalizzatore, teorico, dottrinale e ideologico che caratterizza tutto
l’arco di sviluppo della civiltà occidentale, dalla cultura greca ai nostri giorni. La predominanza
della funzioni razionali (l’emisfero sinistro maschile) genera infatti una ‘filosofia del divenire
dell’Egoicità in Anima fondata sull’osservanza della Dottrina. Per gli alchimisti rinascimentali la
religione ebraica-cristiana rappresenta il modello più elevato di trasmissione codificata dei
limiti, delle regole, delle leggi e degli insegnamenti in grado di indurre una “tecnologia del Se”
ATTO TERZO
LA COSCIENZACORPOREA COGNITIVA
Dal punto di vista dell’arte
alchemica non esiste differenza tra
gli insegnamenti trasmessi dalla Vita
e quelli appresi da un Maestro. La
fase di ‘ingiallimento’ immaginata
dall’Arte non è fondata sullo studio
dei libri, ma sulle facoltà creative
del corpo (i sè istintuale) e del
cervello (il sè intuitivo) di
selezionare i modelli da imitare.
L’abilità corporea cognitiva del
bambino che impara il linguaggio
verbale, e delle donne che
insegnano il linguaggio dell’amore, è
fondata sul collegamento degli occhi
e delle orecchie con i due emisferi
cerebrali (il se intuitivo). Alla
sordomuta di Leonardo è
sufficiente lo sguardo per fissare
nella memoria le ‘frequenze di luce’
che testimoniano il divenire della
verità nei secoli (lo sfondo del
dipinto è privo di tempo). Il modello
di Leonardo non è un prodotto
astratto o metafisico, ma descrive il
“potere angelico” del Sè intuitivo
(istinto di conoscenza/Arcangelo
Michele) di assorbire, riconoscere e
discriminare la luce di Satana da
quella di Dio. Il metabolismo
cognitivo del bambino, delle donne,
degli artisti e dei saggi funziona per
‘imitazione’ dei modelli ritenuti
‘perfetti’ e poi “fotocopiati” e
‘scannerizzati’ nella memoria
evolutiva. Dalla spalla di Monna
(l’anima alchemica) scende una
lunga treccia di “fili di mercurio”,
metafora dell’intelligenza translogica
che emerge dell’istinto di
conoscere la verità attraverso la
sensazione, la percezione e
l’intuizione ispirate dalle immagini.
L’ OPERA AL GIALLO
Sandro Botticelli, 1481Allegoria della Primavera
Leonardo, 1503Monna Lisa
sotto:Giona vomitato dalla balenaManoscritto persiano, XV secolo
46
sufficentemente efficace per far divenire (Esodo) l’uomo ‘prigioniero degli Dei’ (l’Antico Egitto)
nell’individuo sociale responsabile di se stesso e della collettività (la Terra promessa) in grado
di realizzare l’Alchimia materiale (Antico Testamento), in attesa del Messia capace di insegnare
la discriminazione (Nuovo Testamento) tra il Sistema del Sè (istinto evolutivo trascendente)
e il sistema del non-Sè (personalità, maschera, ombra). In questo processo di rivelazione della
verità della natura umana, attuato attraverso la discriminazione consapevole tra ciò che
appartiene al mondo materiale generato dalla libido (date a Cesare ciò che è di Cesare) e
ciò che appartiene al mondo dell’anima (date a Dio ciò che è di Dio), si sviluppa la tecnologia
del divenire in cui la pulsione psichica deve prima farsi anima intellettiva (la Vergine Madre) per
generare la mente alchemica (il Figlio dell’Uomo) in grado di evolvere la coscienza corporea
psichica (il Bambino) in coscienza corporea creativa (Gesù) e coscienza corporea cognitiva
(Cristo). In questo triplice passaggio, segnato dagli eventi descritti nel Vangelo, l’individuo
diventa consapevole della triplice croce (la libido di I.N.R.I) che gli preclude la strada alla
realizzazione dell’illuminazione della coscienza (il figlio dell’Uomo diventa figlio di Dio) e
affronta le “Storie della Passione” (la Grande Opera) come un evento inizatico che avviene
sul piano della coscienza e non su quello fisico. Per l’Arte Alchemica non ha senso “farsi carico”
dei peccati del mondo, “divenire capro espiatorio della libido collettiva”, o peggio ancora
“assorbire” il mondo astrale del cattolicesimo fino al punto di sperimentare le stigmate e le
sofferenze di Cristo crocifisso. L’anima non ha bisogno di essere redenta, ma è già il Cristo, l’alfa
e l’omega, l’inizio e la fine dell’esperienza terrena. Alla fine del Quattrocento i filosofi e gli artisti
giungono a conclusioni che mettono profondamente in crisi la “dottrina cattolica”. Il Cristo
alchimista (il Sè transpersonale) dimora all’interno di ogni essere e si rivela attraverso un
processo di disidentificazione (solve e coagula) dall’ego, dalla libido, dai fattori mentali, dalla
coscienza di gruppo e dall’intelletto dottrinale, capace di produrre “morte e trasformazione”
dell’autorappresentazione di sè fino alla “resurrezione dell’anima” dal “regno dei morti”.
IL DENARO DELLAMENTE ALCHEMICA
“Siamo ciò che pensiamo e
diventiamo ciò che conosciamo”
descrive in sintesi lo sviluppo
psicologico, artistico e filosofico
realizzato nello iosis. L’alchimista
dipinto da Botticelli mostra di aver
realizzato il “denarius”, metafora
delle qualità morali (la Vergine) e
spirituali (l’Unicorno) della mente
alchemica. La triplice
trasmutazione della mente
razionale (il piombo) produce
l’Oro, metafora della mente
intuitiva dei filosofi e creativa degli
artisti, le due facce della stessa
medaglia. Botticelli dichiara di
aver realizzato l’Oro filosofale (il
profilo è rivolto a oriente), ovvero
le qualità cognitive e creative dei
due emisferi cerebrali (il Rebis/la
cosa doppia) indispensabili per
percepire la verità al primo
sguardo e coltivare con coscienza
le passioni della mente (il
copricapo rosso).
SandroBotticelli, 1475Ritratto di uomo con medaglia (il Rebis)
Diego Velazquez, 1630La fucina di Vulcano
47
La nascita di Venere Urania (istinto di equilibrio, di conoscenza e di felicità)Per l’Arte Alchemica non si ‘risorge dal regno dei morti’ (le autorappresentazioni dell’io)
attraverso la Ratio filosofica o la Fede religiosa. L’Arte alchemica, come l’Odissea omerica,
trascende ogni forma di tecnica psicologica, training mentale o tecnologia spirituale e si
proietta con le facoltà del pensiero razionale translogico e dell’immaginazione creativa ad
esplorare non tanto il mondo ‘acquatico’ della psiche (Poseidone) e dei suoi contenuti inconsci
(le sirene) e subconsci (i grifoni alati), territori esclusivi della psicologia del profondo e della
psicoterapia, quanto piuttosto il mondo sotterraneo (Vulcano, Efesto, Plutone) in cui è senpre
attivo il fuoco sacro della trascendenza dell’io. La cultura greca, di cui Apollo è il simbolo, è il
fondamento dell’Arte di trasmettere, attraverso la parola, l’immaginazione e la riflessione
analogica, anagogica e letterale, i principi archetipi che possono modellare la materia mentale
(i metalli) in percezione, intuizione, consapevolezza, comprensione (i quattro aiutanti di
Vulcano) e conoscenza transologica (Vulcano). Nella “Fucina di Vulcano”, metafora della
volontà di conoscere la verità attraverso un ‘duro’ lavoro di contenimento (l’armatura di ferro)
della libido sessuale (Marte), si presenta Apollo, leggero, soave e un pò pettegolo. Informa
infatti il povero Vulcano che sua moglie Venere lo tradisce con un uomo più giovane, attraente
e disponibile a godersi i piaceri della vita (Marte). La scena dipinta da Velazquez è tragicomica,
accentuata dal fatto che Vulcano, simbolo del sacrificio della libido attraverso il lavoro creativo,
sta forgiando l’armatura al suo rivale in amore. L’allegoria segna l’inizio dell’Arte di cambiare se
stessi frequentando il mondo dell’arte e delle donne (Venere), senza paure, inibizioni o timore
di non essere all’altezza delle esperienze in quanto privi di “armatura” (prestanza, bellezza,
intelligenza, cultura, talento e intelletto). Venere non ama l’introversione di Vulcano perchè
preferisce l’alchimista che si confronta quotidianamente (il mettersi in gioco) con la “magia”
del Se femminile (l’Animus= coscienza corporea psichica, creativa e cognitiva) di trasformare
irreversibilmente ogni ranocchio in principe (la Principessa delle favole), domare le certezze
dell’unicorno (la Vergine) e “decapitare” (Pallade) la testa pensante del Centauro.
ATTO QUARTO
CONOSCENZA DEL SE(APOLLO)
Apollo è vestito completamente di
giallo a indicare che la cultura
alchemica elaborata dai filosofi greci e
dagli artisti rinascimentali ha reso
possibile il compimento della
trasformazione delle funzioni
dell’anima (impulso, emozione e
intuizione) nelle funzioni sintetiche
della mente alchemica (percezione,
immaginazione e pensiero). Questo
passaggio corrisponde alla
trasformazione del piombo saturnino(il pensiero razionale adeguato agli
scopi) nell’oro della mente di Apollo in
cui emerge la “comprensione dei
sistemi energetici innati “ che
strutturano il Se. “In altre parole, la
capacità dell’io di funzionare a livello
mentale attraverso la sensorialità,
l’emotività, il pensiero, ecc. , appare,
ad un livello di organizzazione più
complessa, la stessa capacità dell’io
di funzionare a livello corporeo
attraverso la respirazione, la
circolazione sanguigna, la digestione,
ecc...” (L.B.Gilot, 1993). A queste
parole si può ricondurre l’enfasi con
cui Agostino associa la salvezza
dell’uomo alla salute psicosomatica
(homo salus). La mente alchemica
di Ulisse non si lascia irretire dai
contenuti subconsci (i grifoni alati),
poichè riconosce in ogni “io” le
molteplici maschere proiettate
dall’autoidentificazione con uno o più
fattori mentali (orgoglio, avidità, ecc).
L’OPERA AL GIALLO
48
Holy smoke: la donna-guruLa mitologia greca, le leggende medioevali, le allegorie rinascimentali e le favole seicentesche
documentano un processo artistico di trasformazione indolore della libido sessuale, sociale e
spirituale fondato sulla filosofia della conoscenza della natura umana, sul riconoscimento
dialettico dei propri limiti e risorse e la condivisione delle esperienze attraverso la
simbolizzazione creativa (arte, letteratura, poesia) dei sentimenti di amore, amicizia e fraternità
Il film “Holy Smoke”, scritto e diretto da Jane Campion, riprende il ‘filo iperuranico’ che
sembrava essersi interrotto con le opere di Proust, Flaubert, Gaugen e Modigliani.
La trama si svolge in una fattoria isolata nel deserto autraliano, in un luogo lontano dall’influsso
esterno chiuso “ermeticamente” come il vaso all’interno dell’athanor, e descrive il serrato
rapporto tra una donna apparentemente folle (Dulle Griet) e uno psichiatra specializzato nel
deprogrammare il cervello dalle reazioni subconsce, inconsce e iperconsce (il Centauro). I due
protagonisti agiscono l’uno sull’altro con l’esito di dissipare il fumo delle illusioni e generare
un livello più profondo di coscienza corporea della verità interiore. Il procedimento descritto
dalla Campion è in linea con i principi dell’arte alchemica. La trasformazione avviene in tre
parti ben distinte definite dal rapporto “iniziatico” che l’intelletto razionale del protagonista
maschile instaura con l’anima, la mente e la coscienza della donna. Nel primo atto l’anima
della “principessa” insegna al “rospo” l’arte delle donne di fare all’amore con il corpo. Le
sensazioni, le emozioni e i sentimenti del corpo rimangono privi di significato se l’alchimista
non è in grado di godere delle potenzialità ‘ludiche’ (l’istinto di piacere) generate dalla
coscienza corporea creativa. In ogni “millemetro sensoriale” di pelle, “frazione emotiva” di
sguardo e nei “frammenti emozionali” di tempo è celato il segreto alchemico dell’attesa, della
procastinazione e del contenimento in grado di espandere le potenzialità del corpo di sentire
con più intensità, godimento e coscienza. L’eros provoca uno spostamento eccentrico della
coscienza ordinaria (il non Sè) per cui la “pulsione o la libido” si “fanno anima” (il principe)
nel tentativo di riportare un nuovo ordine, equilibrio e livello di consapevolezza. La coscienza
corporea dei sentimenti dell’ amore è “figlia” di Eros e l’amore della donna (istinto di
conoscenza) non si limita ad esercitare il suo influsso sul piano psicofisico, ma si espande sul
piano mentale e spirituale. Amore e Conoscenza non sono mai disgiunti. Nel secondo atto
Kate Winslett incarna il “potere della mente” di opporsi alla “libido sociale” di “far confluire”
Da sinistra a destra:Pieter Brueghel, 1561 Dulle Griet, particolare
Sandro Botticelli, 1484Nascita di Venere Urania
in basso:Immagine votiva indiana, Dea Lakshmi
I VALORI DELL’ANIMA
Gli uomini sono attratti dalla
bellezza delle donne, ma si
innamorano della loro bellezza
interiore tridimensionale (coscienza
corporea psichica, creativa e
cognitiva). Elena di Troia, la ninfa
Leda, la dea Pallade, la regina di
Saba e Giuditta rappresentano gli
archetipi “iperconsci” in grado di
folgorare l’intelletto razionale
di“Saulo”, rovesciare le convinzioni
dogmatiche di “Pietro”,
“decapitare” l’abilità dialettica del
Centauro, smembrare (mettere in
crisi) l’io di “Giovanni”, o mozzare
la testa maschilista di “Oloferne”.
Ogni vicenda biblica o mitologica
descrive un particolare stadio di
“purificazione” del pensiero
“maschile” dalle presunzioni
razionali, ideologiche, dogmatiche o
sessuali. Brueghel è l’unico che
dipinge una donna “tratteggiata” dai
proverbi popolari. Dulle Griet è
considerata una donna folle,
psichica, aggressiva e indemoniata,
ma Bosch le conferisce una dignità
spirituale che rimane ancora
ineguagliata. L’animo della donna
(animus) combatte con la spada
(alter ego della lingua) per
difendere i valori dell’anima (gli
oggetti di casa) e affermare con
coraggio le ragioni del Sè razionale
(l’arcangelo Uriele) che evolve dagli
affetti, dall’amore filiale e dal
rispetto.
49
l’amore erotico nel rapporto di coppia sicuro, consolidato dai riti e dalle cerimonie. Mentre
l’istinto degli amanti/parteners è di “stabilirsi” in uno stato di equilibrio permanente legittimato
dal matrimonio, Kate destabilizza l’equilibrio di “coppia” provocando ad arte i sentimenti
della gelosia, della rabbia e della frustazione. L’evento è traumatico, dionisiaco e infine
“illuminante”. La mente alchemica generata dalla coscienza corporea creativa, è aliena a ogni
forma di classificazione. Kate fugge nel deserto dopo aver bruciato in un falò i libri, i ricordi e
i simboli sociali della sicurezza economica, materiale e culturale. Utilizzando i libri come calzari
(metafora della conoscenza iniziatica suscitata dai sentimenti) la protagonista induce la morte
dell’ego sessuale, sociale e professionale in Harvey che giunge a supplicare: “Be Kind!”, “Sii
compassionevole!”, con la stessa espressione con cui il Centauro chiede a Pallade di essere
“decapitato”. Nel terzo atto avviene la “catarsi della mente in coscienza”, ovvero il processo
di “incarnazione dell’esperienza femminile” all’interno della cocienza corporea maschile. Il
protagonista si lascia truccare e vestire da donna e inizia a vagare nel deserto, privo di qualsiasi
appiglio culturale, razionale o intellettuale a cui aggrapparsi. Nella luce del sole gli appare
l’immagine della Dea Kalì, simbolo del potere femminino di “annientare” la coscienza del Non
Sè. Il Non Sè permane in coloro che non “costruiscono” dentro se stessi il tempio della
trascendenza dell’istinto sessuale in istinto di equilibrio (Venere/Marte), di conoscenza
(Venere/Mercurio) e di felicità (Venere/Zeus). Oltre queste tre dimensioni del Sè individuale
(la triade umana) si aprono le porte della trasformazione della coscienza corporea cognitiva
(l’artista, il filosofo) in coscienza corporea spirituale (il maestro, il Lapis, il Cristo). Nella società
contemporanea l’Opera al Giallo si configura come il periodo in cui l’individuo va a scuola
dalla vita e realizza la trasformazione della coscienza di sè dalla “donna-guru” con cui condivide
la cura per i figli, l’amore per famiglia e l’alchimia dei sentimenti individuali, creativi e cognitivi.
Alla fine della “coniuncto oppositorum” realizzata con Kate, Harvey ritorna a casa per
prendersi cura dei figli generati dalla coscienza razionale della moglie, mentre Kate ritorna in
India insieme alla madre per prendersi cura dei figli altrui, poichè in ogni essere “dimora”
l’istinto trascendente di felicità che la carenza di cibo, di cura e di istruzione non hanno diritto
di cancellare. E’ lei l’emblema occidentale del Leone Rosso, il Cristo Redentore della nuova era,
simbolo della ri-nascente coscienza spirituale transpersonale che “trasforma” ogni ego.
BELLEZZA, SAPIENZA ETRASCENDENZA
La spiritualità alchemica emerge
dalle acque profonde (l’inconscio
collettivo) in cui avviene il processo di
razionalizzazione delle paure (mente
subconscia) e di comprensione logica
degli archetipi e dei modelli che
influiscono sugli istinti e inibiscono la
coscienza corporea psichica (mente
inconscia). La conoscenza della
natura “sommersa” si traduce da
millenni in favole, miti, leggende e
allegorie che hanno la funzione di
“far approdare” l’intuizione spirituale
nella mente razionale (le dodici Ore)
in grado di ‘elaborare’ il somaall’interno della morale e della filosfia
di gruppo. Non diversamente dalla
Dea Lakshmi celebrata in India,
dipinta sopra un fiore di loto, VenereUrania trasmette l’arte di evolvere
le paure, le inibizioni e le ansie
riponendo ‘fiducia trascendente’
nelle potenzialità del Sè istintuale (il
corpo), creativo (il cuore) e cognitivo
(il cervello) di attivare l’istinto di
equilibrio, di conoscenza e di felicità.
La lunga treccia di capelli avverte che
la fonte della conoscenza ha
origine dalla trasformazione
dell’energia sessuale e della libido
(amor sacro e profano) in amore,
creatività e desiderio di perfezione,
mentre le mani della Dea Lakshmi
dispensano i frutti della
trasformazione alchemica: bellezza
interiore, sapienza, trascendenza e
ricchezza.
LA FIDUCIA NEL SE’
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KENOSIS E RINASCITA DELL’IO
La Religione è un prodotto della cultura spirituale che evolve attraverso le generazioni al fine
di trasmettere le chiavi della trasformazione dell’uomo psichico, dominato dalla libido,
dall’amore di sè e dal peccato (la kàuchesis di San Paolo), nell’uomo spirituale. Il progetto
religioso è un progetto salvifico dell’anima che rimane come ingabbiata all’interno di una
guaina grossolana che diventa più sottile lungo un cammino (la cruna dell’ago) che non può
non essere di “purificazione del Mercurio” (percezione, intuizione, consapevolezza,
comprensione e conoscenza). L’anima alchemica (la Principessa) rimane imprigionata
all’interno di ‘livelli’ di coscienza in cui predominano le identificazioni con l’ego, la personalità,
le credenze religiose, i retaggi culturali e gli schemi di pensiero come all’interno di una “torre”
sorvegliata dal drago e deve essere salvata dal “cavaliere senza macchia” (ombra/libido),
metafora dell’intelligenza di evolvere attraverso il Sè femminile (la dea Athena), la
consapevolezza intuitiva (Diana) e l’arte della percezione (Afrodite). La ricerca della purezza
interiore attraverso la Via Umida (l’alchimia dei sentimenti) facilita l’avvento dell’uomo
spirituale, ma non è una strada percorribile da tutti, a meno di non rimanere “folgorati sulla
via di Damasco” come Saulo, o il protagonista del film “What the woman want “ (vedi Q1).
La via femminile all’illuminazione del Sè è irta di ostacoli e problematiche che investono la
sfera sessuale per cui ancora oggi permane la diffidenza per l’inversione della libido praticata
dai ‘figli di San Pietro’ o da coloro che manifestano i sentimenti dell’anima attraverso il “soma
maschile” (vedi il film “Brokeback Mountain”). In un contesto sociale in cui domina la
“rudezza” dei comportamenti maschili e la “ruvidezza” dell’intelletto razionale, la moralità
eterosessuale impedisce di fatto all’anima maschile di “evolvere senza traumi” nella
quotidianità dei rapporti e dei giochi affettivi (l’agnellino di Gesù). La teologia della salvezza
biopsicosomatica dalle pulsioni irrazionali (il drago di San Giorgio) e dal settarismo delle
religioni (Satana trafitto da San Michele) immaginata dagli alchimisti, è la stessa descritta
dall’Antico Testamento (la Piccola Opera) e dal Nuovo Testamento (la Grande Opera). Nei
MHFONDAMENTI DELL’IDENTITÀ’ SPIRITUALE I SIMBOLI DELLA TRASFORMAZIONE SPIRITUALE
“La filosofia e l’arte sono tecniche dell’estasi; quest’ultima è una conoscenza non condizionata dall’individuazione.
Il termine ‘estasi’ compare in Grecia nel quarto secolo avanti Cristo e significa ‘anomalia fisiologica’, in quanto
allontanamento, distacco dalle regole naturali. Una distorsione degli arti, nel linguaggio ippocrateo, oppure una
alienazione della mente,un andar fuori di cervello.” (Giorgio Colli, Dopo Nietsche)
Ginevra Benci
51
libri sacri sono codificati le “tecnologie del Se” indispensabili per conquistare la “vittoria” (la
comprensione alchemica) sulle illusioni, le false identificazioni e la falsa coscienza di sè (la
morte). Come la principessa Biancospino giace addormentata per secoli punta dal fuso
avvelenato dalla strega, inducendo nell’oblio tutti gli abitanti del castello/coscienza, anche
l’anima occidentale giace inerme punta dal “pungiglione della morte”, che, come afferma San
Paolo è il peccato (l’ignoranza del se) che si fa forza della Legge (l’interpretazione unilaterale
del Sacro). Per gli alchimisti esiste una compenetrazione tra le esperienze della “Piccola
opera” (l’Antico testamento) in cui l’individuo apprende i principi della spiritualità alchemica
(i dieci comandamenti) e la fase di transizione che conduce l’iniziato sulla soglia della “Grande
Opera” (il Nuovo Testamento). Prima di apprendere l’Arte di “morire a se stessi” sulle tre
croci del Calvario, l’alchimista deve diventare “profeta di Cristo” e quindi “preparare” la strada
all’avvento della coscienza corporea spirituale in cui sono possibili i miracoli della
molteplicazione del cibo materiale e spirituale (“dei pani e dei pesci”), della proiezione dei
desideri (la pesca miracolosa) e della guarigione del corpo psichico (il miracolo
dell’indemoniato). Questa fase di transizione corrisponde al periodo trascorso dall’artista
nella Bottega del maestro o, nella società contemporanea, al tempo necessario al
“matrimonium” con la coscienza corporea della donna (Eva) per ‘svuotare’ il corpo maschile
(Adamo) da ogni forma di identificazione con i modelli sociali prodotti dalla cultura e dalla
religione. Leonardo intuisce che la vicenda umana di Giovanni Battista, cugino di Gesù,
descrive compiutamente i passaggi iniziatici decisivi ad evolvere la libido sui piani della
coscienza spirituale. “La Vergine delle rocce” dipinta da Leonardo segna l’inizio dell’opera di
disidentificazione della coscienza morale dalle “cinque guaine” che impediscono all’anima di
espandersi nel corpo sottile in cui è possibile la percezione diretta e priva di intermediari della
luce della della verità riflessa dalle parole contenute nei testi e nelle immagini dell’arte sacra.
Questo processo di svuotamento (kènosis) è descritto da San Paolo come un graduale
LA VOLONTA’ SPIRITUALELI
Il linguaggio delle dita è l’artificio
utilizzato dagli artisti rinascimentali
per contestualizzare “spiritualmente”
le proprie opere. La “Vergine delle
rocce” sintetizza un programma
evolutivo ben definito. L’alchimista
(Giovannino) che decide di prendersi
cura di sè, del corpo come della
mente, dichiara la volontà di
trasformare il soma psichico (l’indice)
direttamente nel soma spirituale (il
medio) senza nessuna forma di
mediazione esterna (il soma
pneumatico dei sacerdoti, degli scribi
e dei farisei).
La fiducia nel Se razionale
(l’arcangelo Uriele) che si manifesta
in chi evolve nelle qualità dell’anima
femminile, è la premessa per
apprendere i rudimenti della filosofia
alchemica trasmessi dal corpo
spirituale del Maestro (l’indice di
Uriele indica il Bambino). Procedere
sulla strada dell’illuminazione della
mente/coscienza significa aderire a
un modello di “svuotamento” dell’ego
‘pneumatico’ a cui si perviene
attraverso l’esercizio della volontà
spirituale (la Vergine) in cui emerge la
pratica della “coscienza osservante”.
Nella prima versione del dipinto le
dita della Vergine indicano le cinque
pratiche di “purificazione del
Mercurio”: autoavvertimento psichico,
propriocezione, introspezione,
autonalisi e autocoscienza. Nella
seconda versione la mano sintetizza
le cinque forme mentali della
“trasmutazione”:
accecamento/conversione,
stupore/meraviglia,
ebbrezza/spaesamento, furore/estasi,
contemplazione/meditazione).
LA KENOSIS
Leonardo, 1483La Vergine delle rocce,particolare
www.museohermetico.comwww. equilibriarte.org/museohermetico
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processo di spoliazione del soma carnale e pschico (passioni e desideri) per rivestirsi di quello
spirituale (amore e devozione). “Abbandonare l’uomo ‘vecchio’ e rivestirsi dell’ uomo nuovo,
far deperire l’uomo ‘esteriore’ e far crescere l’uomo ‘interiore’, sono altre formule che
l’Apostolo usa per indicare la stessa radicale esperienza di trasformazione da “soma psichico”
in “soma pneumatico” .(M. Vannini, 2003). Leonardo intravede nella lezione paolina il “gesto
alchemico di “smembramento” della coscienza abitudinaria (il piccolo io) dalle regole, dalle
tecniche, dalle leggi, dai codici e dai tabù conformati dall’educazione morale (sistema del Non
Sè), così come intuisce in Giovanni Battista l’emblema dell’alchimista ‘rivoluzionario’ rispetto al
sistema vigente, capace di ‘disincarnare’ tutte “le cinque guaine di coscienza”, metafora del
processo di disidentificazione dai sistemi di pensiero che dominano nel “soma” di ogni essere.
La mano della Vergine (la volontà spirituale) posta sulla testa di Giovannino descrive un
preciso piano di ‘spoliazione’ dall’uomo ‘vecchio’ che procede attraverso un graduale distacco
dell’identità dai sensi corporei, dalle passioni carnali, dai desideri psichici, dall’attaccamento
materiale e infine dall’io. “Per conoscere l’assoluto (l’identità di Cristo), il soggetto deve
distaccarsi dal relativo (lo smembramento dall’io), per risvegliarsi (rinascere dalla tomba) alla
sua natura di Testimone indisturbato.” La rinascita spirituale si configura come un distacco da
tutte le sovrapposizioni che velano l’Assoluto, per riconoscere, come Giovanni Battista, la
concretezza della profezia dell’avvento del Re/dentore (la coscienza spirituale creativa). La
rinascita del Sè creativo avviene in due fasi: “Nella prima fase avviene il passaggio dal dominio
dell’io personale che segue leggi individuali al dominio transpersonale che segue leggi
universali, dalla morte dell’identità separata dal resto alla rinascita di una identità che include
l’interezza della vita. Il secondo e più alto distacco, che include l’anima oltre che la mente, esige
la ‘notte oscura’, la morte della memoria, della volontà e dell’intelletto(la decollazione di San
Giovanni) ed il percorso della coscienza nel deserto e nel vuoto (il deserto di Giovanni),
verso l’identità con l’Informale non-duale” (L.Boggio Gilot, 1992).
LO SMEMBRAMENTODELL’IO (IL RE)
“Per San Paolo, come per gli
alchimisti rinascimentali, l’uomo
psichico è dominato dalla libido,
dall’amore di sè e dal peccato. La
trasformazione dell’uomo psichico
nell’uomo spirituale richiede una
tecnologia del sè che muta nel
tempo e si adegua alle esigenze
dell’anima di sperimentare
l’alchimia all’inteno di un “ambiente
controllato”. La ‘spoliazione’ dei
beni materiali, la castità sessuale e
la rinuncia all’ego praticata dalla
regola monastica appartiene a un
mondo dominato dai bisogni della
carne. La libido non è il demonio,
ma è la fonte della trasformazione
da cui può scaturire la volontà
spirituale (la Vergine) di evolvere
attraverso la conoscenza della
propria natura in cui destino e
necessità sono alleati. La
spoliazione dall’uomo ‘vecchio’
diventa così opera di
“svuotamento” della coscienza
(disidentificazione dai cinque
involucri) e “smembramento”
(disarticolazione) del pensiero
razionale connesso allo stato di
‘permanenza’ nel mondo materiale.
Il Re, emblema del pensiero
razionale maschile, può così
rinascere dalla tomba e iniziare a
utilizzare le facoltà cognitive e
creative dei due emisferi ( i due
uomini che lo accolgono sono
gemelli) in grado di espandere la
comprensione simultanea di
immagini e simboli iperconsci, di
pensieri e metafore subconscie, di
parole e allegorie inconscie
(peculiare della mente orientale
raffigurata dal califfo). L’alchimista
può così continuare a godere della
vita materiale (la tavola imbandita)
senza sacrificare la libido sessuale.
M. Maier, 1618Atalanta Fugiens
LA RINASCITA
MHSYMBOLA AUREA EMBLEMI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE
Symbola Aurea
Caravaggio, 1608
Decollazione di Giovanni Battista
54
MH SYMBOLA AUREA EMBLEMI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE
UNA LOGICA SUPERIOREComprensione, carità e perdono
“Riconoscere l’animalità nell’uomo, non solo, ma affermare nell’animalità l’essenza
dell’uomo (il sè istintuale): questo è il pensiero pesante, decisivo, foriero di tempesta, il
pensiero di fronte al quale tutto il resto della filosofia moderna viene abbassato a ipocrisia.
Schopenhauer l’ha enunciato, Nietzche ne è stato l’unico esageta autentico, verificandolo nel
campo degli accadimenti umani. Nel Cristianesimo egli combattè la falsa religione, la
religione razionalistica, antropocentrica, che ha dato all’uomo una posizione isolata nel
mondo, e per far questo ha rinnegato l’animalità nell’uomo. In questo senso Nietsche si
presenta a noi come un ‘liberatore’, per usare un epiteto con cui i Greci designavano
Dionisio.” (Giorgio Colli, Dopo Nietsche)
Mantegna, 1537Cristo Redentore
Giovanna Feltria
“A chiunque esamini gli oggetti della conoscenza
umana, risulta evidente che si tratta o di idee
effettivamente impresse ai sensi, o di idee percepite
prestando attenzione alle passioni o alle operazioni
della mente, o infine idee formate con l’aiuto della
memoria e dell’immaginazione, componendo,
separando o semplicemente rappresentando le idee
percepite originariamente nei due modi suddetti.”
(G. Berkeley, Trattato sui principi della conoscenza
umana, 1996)
55
MANTEGNACristo Redentore
PATER NOSTERBIOLOGICO E CULTURALE
Nell’Europa cristiana del XXI secolo, scossa dalle dispute religiose, dall’intolleranza razziale,
culturale e spirituale risuonano ancora profetiche le lettere di San Paolo, nonostante siano
trascorsi duemila anni di civilizzazione della libido e di addomesticamento della pulsione
psichica. “Ed io, fratelli, non potei parlare a voi come a uomini spirituali, ma come a uomini
carnali, come dei bambini in Cristo. Vi dovetti dare del latte da bere e non del cibo solido,
perchè non lo potevate ricevere, anzi non lo potete neppure ora. Infatti siete ancora carnali:
dal momento che ci sono ancora tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non
camminate secondo l’uomo?” (Lettera ai Corinzi, 2, 6-3, 3). Sopravvissuta al disimpegno di
Madre Chiesa nel procurare “un cibo più solido e sostanzioso” ai propri figli, la coscienza
occidentale è cresciuta imparando più dalle esperienze traumatiche delle rivoluzioni, delle
guerre e delle tragedie umane, individuali e collettive, che dalle parole dei vescovi, dei filosofi
o dei saggi. Le raccomandazioni provenienti dai “pulpiti” sono sempre state “lettera morta”,
inadatte e inadeguate a scalfire il “sostrato psichico” su cui si innescano gli odi, le gelosie e le
“guerre religiose e ideologiche”. L’insostenibile leggerezza con cui il “l’uomo-centauro”
percorre le “strade del destino” alla ricerca di un briciolo di felicità come di verità dimostra la
capacità della “coscienza corporea collettiva” (il Se universale) di distaccarsi dall’influenza
verso l’ambiente culturale, la dottrina, l’ideologia e, in futuro, il consumismo di massa.
L’emancipazione della coscienza corporea delle donne (il Se femminile) dai condizionamenti
culturali, dai tabù, dalla chiesa e dalla famiglia (vedi il film “Chocolats”) ha generato un
imprevista accelerazione della comprensione dell’anima non diversa da quello sperimentata
dagli alchimisti nel XV secolo. Il cambiamento di mentalità equivale al passaggio dal sostrato
psichico (psichè) al sostrato mentale (pneuma), per cui una massa considerevole di individui
diventa rapidamente sensibile (sensibilità percettiva) a tutto ciò che aiuta, agevola, facilita e
sostiene l’individuo nel processo di distacco dai condizionamenti esterni al fine di realizzare la
propria autonomia in quanto individuo libero e creativo. “Mentre l’io psicoanalitico (il
EMBLEMA III
“Non ogni carne è la stessa carne;
ma altra è la carne degli uomini,
altra quella degli animali
domestici, altra quella degli uccelli
e altra quella dei pesci. Come vi
sono dei corpi celesti e dei corpi
terrestri, ma altro è lo splendore
dei corpi celesti, e altro quello dei
corpi terrestri. Altro è lo splendore
del sole, altro lo splendore della
luna, altro lo splendore delle
stelle: anzi, una stella differisce in
splendore da un’altra. ... E’ scritto
che il primo uomo, Adamo, fu fatto
anima vivente (psychèn zòsan),
ma l’ultimo Adamo spirito
vivificante (pnèuma zoopoiùn). Ma
non v’è prima lo spirituale, bensì
lo psichico; lo spirituale viene
dopo. Il primo uomo, tratto dalla
terra, è terrestre, il secondo invece
è celeste. E quale è l’Adamo
terrestre, tali anche i corpi (somasarchico, psichico e pneumatico);quale è quello celeste (il Cristo),
tale anche i corpi (soma spiritualeistintuale, creativo e cognitivo). E
come abbiamo portato l’immagine
dell’Adamo terrestre, così
porteremo l’immagine anche di
quello celeste.” (San Paolo,
Lettera ai Corinzi).
Michelangelo, Cappella sistinaAdamo terrestre e Adamo celeste
56
melanconico) è distaccato dalla famiglia, ma non dalla società, l’io-centauro spazia su di un
piano di significati che includono il senso della vita oltre l’adattamento e le necessità. Nel
Centauro l’autoaffermazione competitiva comincia ad essere trascesa in più soggettive
motivazioni volte all’autorealizzazione, quale espressione del talento creativo.” (Wilber, 1989).
Oggi, come cinque secoli fa, l’individuo si sente in grado di emanciparsi da solo e di ‘inventare’
la propria vita sulla base di finalità che non siano semplicemente produttive, procreative o
consumistiche. La crisi del matrimonio, della famiglia e dei ruoli sessuali, la ricerca egocentrista
della felicità, la corsa contro il tempo per accumulare ricchezza, sicurezza e tempo libero,
rappresentano la prova tangibile che il “soma pneumatico”, metafora di una diffusa “coscienza
corporea cognitiva” di come vivere felici, magari a spese di qualcun altro, sia ormai ovunque e
dappertutto, indifferente alla differenze di status, di cultura e di esperienza. Ciò significa che
l’evoluzione della pulsione psichica irrazionale (la dea Nemesi dei greci), peculiare del periodo
medioevale, si è evoluta nel “corpo alchemico femminile” di generazione in generazione al
punto da indurre in tutti i “suoi figli”, attraverso la Via Umida delle madri (sant’Anna), un
naturale e insopprimibile “istinto di felicità” (la ninfa Leda) capace di ‘diffondere’ l’Utopia
alchemica (1589), ‘fomentare’ gli ideali della Rivoluzione francese (1789) e ‘ispirare’ la caduta
del muro di Berlino (1989). Tuttavia permane sul fondo del “Vaso della Storia” la difficoltà
biologica e culturale dell’individuo di applicare la “tecnologia del Se” alla trasformazione della
libido. Gruppi sempre più numerosi di individui frequentano le discipline orientali e praticano
le tecniche mentali di autosviluppo fondate sugli studi del funzionamento del cervello e le
scoperte della neuroscienza; moltissimi individui sono oggi capaci di agire su stessi per
modellare l’aspetto fisico, il comportamento, le abitudini alimentari, il modo di pensare e
persino l’uso strumentale dei “simboli” per comunicare con più incisività attraverso le parole
e le immagini. L’uomo contemporaneo non è più l’homo animalis condizionato dal soma
psichico e quindi dalle ‘esplosioni’ di rabbia, ira e la vendetta sanguinaria, anche se permane
Tale il Padre, tale Figlio. Ogni
corpo, sia esso dominato dall’istinto
(sarx), dalla pulsione (psiche) o
dalla libido (pneuma) genera una
sola mente (il figlio unigenito) e
solo quel tipo di mente (filius
mercurius) e comprensione
(spiritus mercurius) . Agostino è
esplicito quando afferma, secondo
la tradizione, di una ‘generazione
di un verbum, cioè di un lògos,
identico al generante (il soma), per
cui “noi (in quanto corpo e mente),
siamo una cosa sola con ciò che
pensiamo e meditiamo,
conosciamo e comprendiamo, e
diventiamo ciò che conosciamo in
quanto trasformati dalle immagini
di Adamo (l’uomo biologico) e di
Cristo (l’uomo spirituale). La
trasformazione della mente
attraverso le immagini
(identificazione, proiezione e
imitazione di Cristo) è il fulcro
dell’alchimia biospirituale degli
alchimisti. L’immagine di Adamo
che sfiora il Padre con un dito e
quella del Cristo Redentore
descrivono due stati distinti di
illuminazione della mente e
dell’intelletto razionale. La mente
del discepolo (San Giovannino)
evolve a immagine e somiglianza
della coscienza corporea spirituale
del Maestro (il Bambino), mentre
il pensiero razionale e la
comprensione intellettuale sono
“vivificati” dallo spirito alchemico
(lo spiritus mercurialis: percezione,
intuizione, consapevolezza,
comprensione e conoscenza delle
Virtù) contenuto nelle opere
dell’arte alchemica (il libretto rosso
che Cristo stringe al petto).
La rigenerazione del Mercurio avviene quando l’alchimista “brucia” gli aspetti deteriori della mente correlata al soma sarchico, psichico e pneumatico (il Se) in cui avviene l’esperienza. La coscienza corporea psichica, creativa e cognitiva, peculiare delle donne, struttura il sè individuale(Giovanni Battista) che identifica uno stato di coscienza ‘informale’ privo di identificazioneegocentrica, sessuale, culturale o sociale al punto che San Paolo ne definisce il suo carattereperfettamente androgino: “Nell’uomo nuovo non v’è più greco nè barbaro, nè schiavo, nè libero, nègiudeo nè gentile, nè donna nè uomo, ma soltanto il Cristo (il Sè), che è tutto in tutti, e tutti siamo unsolo uomo in Cristo.”
FILIUS NOSTER
EMBLEMA IV
M. Maier, 1618 Atalanta Fugiens
57
latente l’incapacità biopsicosomatica di far fronte allo stress, alla tensione, alla paura della
morte, al disagio economico, alle difficoltà finanziarie e a tutte quelle circostanze che
minacciano la sopravvivenza fisica, materiale e le possibilità di evolvere nella stabilità, nella
ricchezza e nella conoscenza delle potenzialità creative. L’emancipazione dai comportamenti
istintuali (Tarzan, il selvaggio) attuata attraverso l’osservanza dei codici legislativi, religiosi e civili,
l’esportazione forzata della democrazia liberale e della religione cattolica e la costruzione della
famiglia in quanto “laboratorio ideale” di contenimento della libido in ambiente controllato,
hanno generalizzato, in ogni parte del mondo, la “nascita” della “persona razionale”(padre) ,
della “coscienza morale” (figlio) e del “comprensione umana ”(spirito) che rende possibile
l’edificazione dell’uomo e della società ‘ideale’ in cui “dovrebbero” essere prioritari i “valori
dell’ Anima” elaborati dalla mente intuitiva rispetto a quelli elaborati scientificamente dalla
“Libido universale”. L’ Utopia spirituale e sociale strutturata nei secoli dagli alchimisti orientali
(il mandala) e da quelli occidentali (la città ideale) si fonda sulla “previsione millenaria” (la
profezia) che il processo naturale di trasformazione della coscienza corporea istintuale (il sè
istintuale) in coscienza corporea creativa (il sè creativo) e cognitiva (il sè cognitivo), realizzato
attraverso la mediazione dell’anima delle donne e dell’Anima dei saggi, avrebbe realizzato la
liberazione definitiva dai “quattro cavalieri dell’ Apocalisse”. La salvezza dell’anima non è
dunque affidata alla confessione dei peccati, anche se l’esame di di coscienza ‘innesta’ l’alchimia
del pensiero razionale, ma è di natura “somatica” e “cosmica”, e cioè al processo alchemico
(“millenario”) di trasformazione del “soma psichico” (il corruttibile) nel “soma spirituale”
(l’incorruttibile) di Cristo, il Messia, il Salvatore, l’Eletto. Per gli alchimisti la salvezza dell’anima
avverrà nelle modalità descritte da San Paolo e cioè al “suono dell’ultima tromba” in cui il ‘soma
spirituale’ (i due emisferi cerebrali “illuminati” dall’energia spirituale) risorgerà glorioso, mentre
il ‘soma psichico’, artefice delle passioni carnali, dei desideri sensoriali, dei pensieri egocentrici
e della coscienza antropocentrica, andrà incontro alla definitiva corruzione. Il processo di
Leonardo, 1508Giovanni Battista
EMBLEMA V
SPIRITUS NOSTERIIILa coscienza dell’influsso del soma
(il padre biologico e culturale) sulla
‘purezza’ dei prodotti della mente (il
figlio) permette all’alchimista di
prendere distacco non solo dai
pensieri, dalle analisi, dai
sentimenti, dalle emozioni e dalle
sensazioni altrui, ma anche, e
soprattutto, da quelle generate dalla
propria mente. Questa forma
suprema di distacco da se stessi e
dal proprio ego, limitato,
condizionato, dominato e spesso
posseduto dalla carne, dalla
pulsione e dalla libido, segna l’inizio
dell’opera di disidentificazione dai
modelli di conoscenza indotti dalla
cultura, ritenuti anch’essi figli di un
Dio minore, e da tutti gli schemi di
pensiero che strutturano il sistema
delle credenze individuali e
collettive. L’alchimista diventa
“Signore” di se stesso (il se
individuale) e purifica, trasmuta e
trasforma la mente al punto
diventare “puro spirito” (coscienza),
metafora di un livello di
comprensione in cui ogni dualismo
è trasceso dalla conoscenza del Sè.
La comprensione ‘illuminata’ dei riti
e dei simboli di unificazione degli
opposti trasmessa da Giovanni
Battista nel “battesimo alchemico”,
equivale a un “plus” di energia
spirituale (la shakti dei tantrici, lo
Spirito Santo dei cristiani) che si
“impressiona” nella mente
dell’iniziato come la luce nella
pellicola fotografica (la retina)
“Il Signore è spirito, e dove è lo
spirito del Signore, lì è la libertà. Noi
tutti che a viso scoperto riflettiamo
come in uno specchio la gloria del
Signore, siamo trasformati nella sua
stessa immagine, diventando
sempre più gloriosi a misura che
opera in noi il Signore, che è
spirito.” (san Paolo)
58
trasformazione del soma psichico nel soma spirituale di Cristo (il corpo buddhico dei tantrici)
è descritto dall’alchimia della mente (il soma pneumatico) attraverso le “cinque guaine” (le
cinque dita della Vergine Madre) procedendo per tre volte nella Kènosis descritta da San Paolo.
L’illuminazione della mente è di fatto una tecnica di ‘purificazione, trasmutazione e
trasformazione’ del Mercurio in Spiritus Mercurius, ovvero ‘comprensione, compassione e
coscienza spirituale’. La Kènosis paolina corrisponde al passaggio iniziatico per cui l’alchimista
(Giovannino) decide di “prendere i voti” (la croce) per diventare allievo, discepolo e infine
apostolo di Cristo (il sannyasin orientale). La ‘spiritualità occidentale’ ha elaborato modelli di
trascendenza piuttosto ardui da ‘imitare’, oppure difficili persino da ‘concepire’ senza l’aiuto
interessato di terzi. Non è facile al giorno d’oggi spogliarsi dei beni materiali (la rinuncia di
San Francesco) senza essere considerati ‘folli’, ‘invasati’ o ‘manipolati mentalmente’ (vedi il film
“Cuore Sacro”); non è neppure semplice attuare lo ‘svuotamento’ della mente dai contenuti
di identificazione con le molteplici maschere dell’io sociale, culturale e spirituale (Giovanni nel
deserto) percorrendo in cammello il deserto marocchino (vedi le proposte dei Tour operator
‘spirituali’ e il film “The Mask”); per non parlare della costosa opera di ‘smembramento
psicoanalitica dell’io’ (la decollazione di San Giovanni) per rinascere nel ‘lettino terapeutico’ a
un nuovo livello di comprensione dei traumi, delle pulsioni e delle fobie dell’anima (il cinema
di Woody Allen). Fortunatamente l’Alchimia spirituale opera in modo diverso e non ha
bisogno di sofisticate tecnologie o stratagemmi per evolvere la coscienza dell’io nella
coscienza del Sè. L’ Alchimia spirituale agisce attraverso l’Arte di “illuminare” l’energia mentale
spirituale (Ermete/Devi Kundalini) utilizzando le facoltà del ‘se intuitivo’ (gli occhi e le orecchie
collegati ai due emisferi) di “assorbire e discriminare” le frequenze della Verità attraverso la
“percezione, l’intuizione, la consapevolezza, la comprensione e la conoscenza dei simboli” che
permangono occultati, anche per secoli, nelle ‘immagini’ riflesse dalla “cultura” o proiettate dai
“mezzi di comunicazione” attraverso filtri, veli, maschere e messaggi ipnotici.
Leonardo,La Vergine delle rocce, seconda versione. 1508
LA RELIGIONE DEL SE’
Gesù Bambino unisce le palme delle
mani nel gesto di istruire Giovannino
ad evolvere ad “immagine e
imitazione’ di Cristo. Il corpo
spirituale trasmesso dal maestro
alchemico (i cinque corpi del Guru) si
“accoppia” con il soma del discepolo
quasi a trasferire i “file mentali”
necessari per trascendere
nell’identità priva di ego del Sè
transpersonale. Rispetto alla prima
versione del dipinto, filtra una
maggior luce all’interno della grotta
(metafora del ‘cranio’ illuminato dalla
coscienza spirituale) e così possono
sbocciare i i sentimenti individuali, le
qualità morali e le virtù (i fiori bianchi)
indispensabili per realizzare la
Kènosis dell’io (le cinque dita della
Vergine) e affrontare le prove della
croce alchemica. Il Bambino si
appresta a trasmettere l’esperienza
della purificazione, trasmutazione e
trasformazione della mente (la croce
dello iosis), al discepolo che decide
di “prendere i voti” e si impegna ad
evolvere il “mercurio di terra” (il
guna rajas) nel “mercurio di fuoco”
(il guna sattva), descritto dall’indice e
dal medio uniti da Giovannino.
“Prendere i voti” significa
letteralmente iniziare a studiare con
‘costanza, diligenza e passione’ le
opere degli artisti e dei filosofi che da
secoli indicano per simboli la via della
‘redenzione della carne’ (la sarx) dal
peccato (la libido). Diventare Apostoli
non è “imparare a memoria e imitare
lo stile del maestro”, ma significa
evolvere autonomamente il Se
razionale (l’arcangelo Uriele non
indica più il Bambino), ovvero
imparare a discriminare
istintivamente l’utile dal dannoso, il
vero dall’iniquo, l’autentico dal falso
attraverso l’introspezione creativa
(nelle sale del cinema, dei musei e
delle librerie e non nel ‘deserto’).
LEONARDO 2
59
Il gatto con gli stivali e MatrixSe si rivede la trilogia di “Matrix” alla luce della filosofia alchemica, si può intuire, per quanto
possibile alla propria immaginazione, il ‘funzionamente virtuale’ dell’insegnamento spirituale
trasmesso dall’Arte. Il cinema contemporaneo, non diversamente dalle favole e dalle opere di
Leonardo, comunica sia le emozioni generate dalla bellezza, dall’eros, dalla paura o dalla eterna
lotta del bene contro il male, sia un livello più profondo, spesso subconscio, di comprensione
delle dinamiche evolutive che sono ‘inscritte’ nel genoma umano. Per l’alchimia rinascimentale
ogni individuo (il figlio del mugnaio) possiede in “dote” l’energia mentale necessaria (il gatto
con gli stivali di Hermes) per evolvere la sua condizione di “povertà di spirito” in ricchezza,
amore, conoscenza e sapienza (il Marchese di Carabas). Nel primo episodio di Matrix il
protagonista, come nella favola del gatto, “lava” il mercurio attraverso una specifica tecnica di
purificazione dei fattori deteriori della pigrizia, dell’indolenza e della passività (tamas) in abilità
percettiva e sensoriale (rajas) e intuitività preveggente e sensitiva (sattva). Il gatto con gli stivali,
metafora della mente sensoriale intuitiva (la soror mystica), ‘spoglia’ il suo padrone (il soma
psichico) dei vestiti sporchi e lo getta nel fiume per “purificarlo” dall’identificazione con gli
aspetti regressivi della mente (autocommiserazione, timore, disistima) e conferirgli un vestito
nuovo, elegante e raffinato (il soma pneumatico). Mentre la trasformazione del figlio del
mugnaio (il soma psichico) nel Marchese di Carabas (il soma pneumatico) descrive il passaggio
in cui l’individuo diventa abile a contenere la pulsione istintiva, psichica e mentale (il gatto
convince con abili parole l’orco a trasformarsi in topolino facendo “leva” sulla sua vanità),
Keanu Reeves è chiamato a interpretare il ‘destino’ dell’alchimista che conclude la
trasformazione del “soma pneumatico” nel “soma spirituale” di Cristo. Se la favola descrive la
‘Piccola Opera’ di chi ‘focalizza’ l’energia mentale nel lavoro quotidiano ed evolve la
consapevolezza intuitiva in comprensione delle leggi che regolano il flusso del denaro e della
ricchezza, la trilogia di Matrix descrive la ‘Grande Opera’ di trasformazione della mente
intuitiva (il figlio dell’uomo) nell’intelletto translogico e trascendente (L’Eletto, il figlio di Dio)
IL CRISTO ALCHEMICOLA COSCIENZA DEL SE’
La destrutturazione (kènose) dell’io
razionale (cogito ergo sum) e dell’io
psico-religioso (soffro ergo sum) che
ha origine dalla tradizione illuminista
e cattolica, porta con sè
conseguenze di non poco conto. La
conoscenza del funzionamento del
soma (il se fisico, psichico e
mentale) e la coscienza di essere
rivestiti da questa seconda pelle,
scopre il ‘senso della verità’ inteso
dai greci in quanto “alètheia”
(denudamento) dell’anima. Questa
‘sacra coscienza di sè’ (il Cristo/Sè,
principio di unificazione con il
padre/soma) rivela la ‘purezza
indicibile dell’anima’ che annulla il
piacere della trasgressione
(pulsione) e del peccato (libido) a
favore di una logica superiore in
grado di contemplare “Eros, Verità e
Bellezza” in una unico sguardo. Il
Cristo Redentore (il corpo
cristico/buddhico) rappresenta lo
stadio finale di un processo di
‘costruzione’ del soma spirituale
con cui è possibile esercitare
istintivamente, senza interferenza o
ombra di dubbio, le facoltà
trascendenti della comprensione,
della carità e del perdono.
Raffaello,Cristo Benedicente
Michelangelo,Cristo del Giudizio
Mantegna,Cristo Redentore
60
in grado di comprendere il funzionamento di Matrix (il sistema di controllo automatico
dell’energia psichica universale), le finalità di Matrix (Il Destino costruisce il mondo illusorio
secondo Necessità) e gli scopi di Matrix (ordine e caos, caso e necessità, karma e dharma,
ragione e fede, razionalità e trascendenza). “Purificare, trasmutare e trasformare” il Mercurio
significa dunque accedere a una dimensione superiore di coscienza in cui è possibile
sperimentare la ‘forza sottile’ della “comprensione” di eliminare dai propri schemi di pensiero
il “monismo dal duplice aspetto percettivo”. Tutti sperimentiamo davanti a uno specchio la
logica bipolare per cui ci identifichiamo con la sostanza materiale (l’immagine riflessa del
corpo), ma in realtà pensiamo a noi stessi in quanto sostanza mentale che riflette, sogna ad
occhi aperti e immagina il tempo futuro. La filosofia alchemica afferma che la natura essenziale
(la Quintessenza) di ogni essere vivente, compresi gli animali e le piante, è non duale, priva di
contraddizioni, discontinuità, errori, incertezze, paure o fobie. Nella quintessenza dell’essere
(Il Cristo Redentore, il soma spirituale cognitivo) tutto scorre (panta rei) e fluisce in armonia
con l’universo, il movimento dei pianeti, la luce delle stelle, le onde del mare, i cicli della luna,
lo scorrere delel stagioni e il filo invisibile del tempo. Nello stato di coscienza del Cristo
Redentore la realtà del mondo esterno è un riflesso del mondo interiore, per cui è immediata
la comprensione che ogni individuo “costruisce” la realtà in base alla struttura energetica del
proprio corpo (Se/Padre), alla propria coscienza corporea (Sè/Figlio) e dal modo con cui la
sostanza mentale (spirito/intelletto) collega la ‘dimensione somatica’ (bisogni, desideri, libido)
con la ‘dimensione cosmica’ (consapevolezza, comprensione e conoscenza). Il saggio orientale
osserva il corpo/coscienza dell’uomo e gli dice: “Tu sei quello!”, poichè la coscienza corporea
si riflette nei pensieri, nelle opere e nelle azioni di ogni individuo. Se il corpo è pervaso dalla
pulsione psichica o dalla libido, oppure se la struttura dei canali energetici (le nadi degli
orientali) non è in grado di contenere, inibire e trasformare i sentimenti particolari in
sentimenti individuali e transpersonali, anche la coscienza di sè risulta imperfetta e “permane”
EMBLEMA VI
Frontespizio di Medicina Catholica
LA FORTEZZA DEL SE’
L’alchimista che ‘sopravvive’ alla
dissoluzione dell’io cogito attuata
attraverso la “spoliazione, lo
svuotamento e lo smembramento”
degli ‘artifici mentali’, non è più
folle, malato, ipocondriaco, alienato,
dissociato e frantumato nelle molte
maschere del carnevale della vita.
E’ diventano un “Homo sanus” sia
nel corpo che nella mente e prega il
suo Dio (il soma spirituale) di
salvarlo dalle intemperie della vita,
dalle malattie, dagli imprevisti e
dalla libido altrui. Dio risponde
dall’alto del “fumo sacro’: “Nessun
colpo cadrà sulla tua dimora. Egli (il
Sè) darà ordine ai tuoi angeli di
custodirti in tutti i tuoi passi” (Salmo
91). La costruzione della “Fortezza
del Sè”, presidiata dai quattro
arcangeli, descrive uno stato
virtuoso dell’individuo che si affida
con fiducia ai naturali processi di
autotutela e autoevoluzione
dell’energia biopsicosomatica (la vita
dell’anima) generati dalla scienza e
dalla religione del Sè. Il Sè non
crede ai miracoli divini, ma ha
fuducia nel “Dio interiore”. L’Homo
sanus ha fede nei poteri del “Se
fisico “ (San Raffaele) di attivare le
difese immunitarie e i servizi
‘ospitalieri’ necessari alla cura del
corpo; ha fiducia nei poteri del Se
razionale (Uriele) di far fronte alla
follia con il buon senso e le leggi
degli uomini; crede nel Se intuitivo
(San Michele) di opporsi alle
dinamiche autoritarie messe in atto
da gruppi di potere antagonisti e
spera nel potere del “Se principiale”
(Gabriele) di ispirare le scelte buone
e le decisioni giuste per l’individuo
e la collettività.
61
in ogni gesto, espressione o parola , la presenza dell’ “Ombra”. Ecco allora che l’Eletto di Matrix
viene ‘invitato’ a scegliere la pillola blu (la coscienza alchemica del Lapis) e affrontare la triplice
opera di ‘spoliazione, svuotamento e smembramento’ dagli aspetti deteriori del soma (la
pulsione istintuale), della coscienza corporea (la pulsione psichica) e dell’io (l’identificazione
della mente con i sentimenti particolari). Libero dai condizionamenti genetici, mondani,
culturali e spirituali (i quattro arcangeli dell’Apocalisse), l’alchimista scopre le potenzialità innate
della mente intuitiva di “caricare” nuovi programmi di evoluzione dell’energia spirituale (la spina
inserita nel cervelletto), metafora di un livello di coscienza corporea istintivo (Raphael),
razionale (Uriel), intuitivo (Michael) e cognitivo (Gabriel) in grado di proteggere l’Homo sanus
da ogni pericolo esterno. Le problematiche sollevate dall’alchimia spirituale sono molteplici e
attualmente irrisolte. L’uomo “sano di mente” è l’individuo che rinuncia alle facoltà
razionalizzatrici del pensiero per far convergere l’energia mentale sul sistema della percezione
(il filo del telefono) e della cognizione (la navetta Nabucodonosor) da cui è possibile avvertire
i pericoli e difendere “i valori dell’anima” dall’intrusione delle “sentinelle dell’ego.” In realtà
l’uomo moderno evolve ormai da cinque secoli nei poteri della mente intuitiva (il Signor Smith,
l’alchimista nero) anche se non percorre la “Via Umida” ed è privo della coscienza morale
che prolifica nel sottosuolo (Zion). Lo scontro finale tra il Cristo alchemico (Neo) e
l’AntiCristo (Sig. Smith) descrive con chiarezza il processo di omologazione che sta avvenendo
in tutti gli strati del pensiero razionale contemporaneo. Lo sviluppo dei mezzi tecnici e
tecnologici della percezione (le televisioni, i satelliti, i sondaggi, le ricerche di mercato) e
l’utilizzo strumentale del pensiero psicologico e simbolico applicato alle guerre, alla politica, ai
consumi e al benessere psicofisico hanno di fatto “svuotato” la coscienza occidentale da ogni
remora, pudore, senso di colpa e sospetto di non essere dalla parte del giusto. La “religione
della libido” è ovunque e dappertutto, per cui siamo tutti uguali a Giuda nel tradire Cristo e
nel tendere la mano per afferrare il pane, il denaro e la “salvezza” a scapito di qualcun altro.
Il Cristo Benedicente mostra le feritesubite nella quotidiana “crocifissione”dell’anima. Il valore dell’immagine èpsichico ed etico: il rosso sgargiantedelle vesti ‘stimola’ l’eros, mentrel’espressione degli occhi invita allacomprensione per coloro che nonsono in grado di evolvere nel‘contenimento’ della pulsione e dellalibido, delle passioni e dei desideri(Temperanza).Il Cristo del Giudizio è l’emblemadell’individuo che impara adiscriminare le anime dei ‘giusti’ daquelle dei ‘dannati’ attraverso unaspecifica conoscenza delle dinamicheinvolutive innescate dalla libidoegocentrica. Ciò avviene attraverso lapercezione degli errori e degli orroriche si consumano in nome di logichedi potere che nulla hanno a chevedere con il Bene comune(Prudenza). L’evoluzione dellapercezione critica e discriminante è ilfondamento della carità alchemica,attenta a distinguere e separare l’erbabuona dalla zizzania. Il CristoRedentore apre infine alladimensione trascendente etraspersonale del perdono. Laconoscenza del se fisico, psichico ementale dischiude a una diversacomprensione della natura umana ea una più consapevole valutazionedegli avvenimenti, delle esperienze edelle coincidenze. La coscienza del Sènon è la coscienza dell’intellettuale enemmeno del religioso, ma è l’esitofinale di un processo di dissoluzionedell’ego, dell’anima psichica e dell’iocogito da cui emerge la Fiduciatrascendente nell’ istinto evolutivo (laFortezza), da sempre uguale a sestesso, immortale, immutabile edepositario della verità spirituale.“Illuminare” l’istinto evolutivo (loscettro di Fortezza) significa evolvereattraverso l’esperienza delle Virtùdescritte nel “libretto rosso” cheCristo tiene fra l’indice e il medio,metafora di una concreta liberazioneda tutti i “funzionari dello spirito” (leseppie distruttive di Matrix).
LA VIRTU’ DELLAFORTEZZA
Sandro Botticelli,1470La Fortezza
Pietro Negri EditoreC.so Palladio, 179 36100 VICENZA
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Q1: Alchimia della percezione criticaQ2: Alchimia della percezione sensorialeQ3: Alchimia della percezione razionale
Prossime uscite:Q4: Alchimia della percezione intuitivaQ5: Alchimia della percezione cognitivaQ6: Alchimia della percezione translogica