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PROVINCIA DI ROVIGO Venezia, 29 luglio 2010 1) Tavolo tecnico – informativo promosso dalla Regione Veneto Esperienza di controllo numerico della Nutria (Myocastor Coypus) in Provincia di Rovigo Relatore: p.a. Francesco Veronese (Responsabile Ufficio Tecnico Risorse Faunistiche)

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PROVINCIA DI ROVIGO

Venezia, 29 luglio 2010 1) Tavolo tecnico – informativo promosso dalla

Regione Veneto

Esperienza di controllo numerico della Nutria (Myocastor Coypus) in Provincia di Rovigo

Relatore: p.a. Francesco Veronese (Responsabile Ufficio Tecnico Risorse Faunistiche)

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Tavolo tecnico -informativo promosso dalla Regione del Veneto. Venezia, 29 Luglio 2010

Esperienza di controllo numerico della Nutria ( Myocastor Coypus ) in Provincia di Rovigo Relatore: p.a. Francesco Veronese ( Responsabile Ufficio Tecnico Risorse faunistiche ) Un pò di storia... Con parere favorevole espresso dell'I.N.F.S. ( ora I.S.P.R.A ) prot. N° 1757/T-A24 del 15 Aprile 1994, la Provincia di Rovigo, il Presidente della Provincia, con proprio provvedimento, ha dato corso ad interventi di controllo numerico delle nutrie ( Miocastor coypus ) che avevano iniziato a colonizzare progressivamente il territorio provinciale ad iniziare dal delta del fiume Po. L'autorizzazione prevedeva l'attivazione del personale di Vigilanza dipendente della Provincia per interventi di abbattimento diretto. Tale metodica si è ben presto dimostrata insufficiente a risolvere o quantomeno arginare il fenomeno stante l'estensione e le peculiarità del territorio interessato, congiuntamente alle particolari e favorevoli condizioni ambientali dei luoghi in fase di colonizzazione. Accertata la parziale efficacia delle attività svolte e viste le esperienze che si stavano sviluppando in aree contermini alla Provincia di Rovigo, ( in particolare nel Parco del Mincio in Provincia di Mantova ed in Provincia di Ravenna con il supporto tecnico-scientifico dei Dott. Scaravelli e Martignoni), a seguito di un successivo parere espresso dall'I.N.F.S. ( ora I.S.P.R.A.) con prot n° 1036/T-A24 del 02 Marzo 1995, ha avuto inizio il Piano di controllo numerico della specie che si è articolato nel tempo con il rilascio di 100 autorizzazioni al trappolaggio ed una autorizzazione allo sparo diretto in capo agli agenti di Vigilanza Ittico Venatoria Provinciale. All'inizio furono provate le trappole di tipo Havarart a tunnel con doppio ingresso con chiusura a porte basculanti a caduta di ideazione canadese, fornite in prova preliminare dall'INFS. Ancorchè di indubbia efficacia, non ebbero sviluppi a causa dell'alto costo di acquisto, dei problemi di trattamento del catturato post-cattura, delle oggettiva difficoltà al posizionamento in ambiente di pianura e limiti alla produzione in serie per l'abbattimento dei costi, trattandosi di strumenti molto complessi sotto l'aspetto meccanico e quasi sempre coperti da brevetto da parte del costruttore. Al fine di testarne l'efficacia e l'efficienza, nonché poter eseguire una comparazione tra costi, durata tecnica e versatilità operativa, furono acquistate N° 400 gabbie-trappola di tre tipologie costruttive diverse realizzate da altrettante officine meccaniche italiane interessate allo sviluppo di tali strumenti: MAG di Mantova su progettazione Dr. Scaravelli e Martignoni , Ziboni Ornitecnica Costavolpino - Brescia e Casazza di Ferrara su modello MAG con zincatura a caldo per operare in aree con acqua salmastra ed in risaia ) Nel 1996, al fine di incrementare il numero degli operatori coinvolti nel piano di controllo numerico, considerato:

o l'inefficacia dei mezzi ecologici per la prevenzione dei danni o la insufficiente disponibilità di strumenti di cattura rispetto all'incremento del territorio

colonizzato o le oggettive difficoltà a trattare il catturato della gabbia-trappola o i rischi per la pubblica incolumità derivanti dalla destrutturazione delle opere di regimazione

idraulica operate dalla specie in arre di bonifica soggiacenti il livello del medio mare

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la Provincia di Rovigo ha esteso le aree di intervento e modificato le modalità operative con: o rilascio di autorizzazioni allo sparo diretto a conduttori di fondi agricoli provvisti di porto di

fucile ad uso caccia sulle aree in proprietà e/o conduzione purché poste al di fuori delle zone di tutela faunistica

o studio e realizzazione di una nuova tipologia di gabbia-trappola di cattura complementare ad un innovativo sistema di trattamento eutanasico del catturato mediante uso di cloroformio.

Le innovazioni apportate ( poi adottate dalla Provincia di Rovigo e riprodotte in serie dalla locale Officina meccanica Inzitari ) furono ben preso oggetto di attenta valutazione ed approvazione sia da parte dell'INFS chè dei competenti Servizi di prevenzione e Veterinario, trovando successiva applicazione in numerosi ambiti sub-Provinciali neofiti del problema. ( Parco del Fucecchio in provincia di Grosseto, Provincie di Venezia, Pavia, Cremona, Parma, Padova, Pistoia, ecc. ) Nel corso degli anni, Funzionari e Tecnici delle Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Lazio, Toscana e Sardegna, in diverse occasioni hanno richiesto informazioni e preso visione delle metodiche di gestione delle nutrie adottate dalla Provincia di Rovigo. Dal 1997, con l'avvio del piano tutt'ora vigente, sulla base del citato parere favorevole espresso dall'INFS con propria nota prot. 1036/T-A24 del 02/03/1995, le operazioni di cattura ed abbattimento vennero estese a tutto il territorio provinciale, prevedendo tre metodiche operative:

o cattura con gabbia-trappola ed eutanasia del catturato con cloroformio o cattura con gabbia-trappola ed abbattimento del catturato con fucile da caccia o abbattimento diretto con fucile da caccia

Fin dalle prime fasi è emerso che la metodica più efficace è la cattura con gabbia -trappola e che, l'attività di abbattimento diretto, è da ritenersi complementare e non sostitutivo al trappolaggio. Considerata la particolare e preoccupante evoluzione del problema, nel 1997 è stata costituita una specifica “Commissione prefettizia” con il compito di monitorare il fenomeno e dare indirizzi per l'applicazione di eventuali nuove metodiche e/o strategie di controllo. Con il supporto di detta Commissione, si è verificato il coinvolgimento diretto dei Comuni, della Regione, dei Consorzi di bonifica, degli organismi di controllo e gestione dei grandi fiumi, delle strutture sanitarie che, in vario modo hanno collaborato alla esecuzione del piano, fornendo indicazioni tecnico-scientifiche , strumenti di cattura in comodato d'uso gratuito, risorse finanziarie una-tantum a parziale copertura delle spese da sostenere per il proseguo delle attività di progetto ed adottando ordinanze sindacali per agevolare il corretto smaltimento delle carcasse. Nel 1997 la Provincia ha attivato un “Progetto di utilizzazione di operatori per lavori socialmente utili”, giungendo alla attualità alla assunzione di tre “operatori faunistici” formati professionalmente che provvedono ( tra l'altro) alla consegna e turn-over degli strumenti di cattura e del materiale accessorio, alla raccolta delle carcasse provenienti da luoghi dove non risulta possibile l'interramento per effetto di ordinanze sindacali emanate in applicazione all'art. 5 c.1 punto e del Reg. CE 1774/02. Le operazioni previste dal piano vigente prevedono l'attività di Vigilanza in capo ad alcuni Agenti di Polizia Provinciale, il supporto amministrativo di un dipendente per la raccolta dei dati di cattura, predisposizione degli atti autorizzativi, di sospensione e revoca, disbrigo delle competenze amministrative nello sviluppo del piano ed un tecnico che coordina l'attività. Al fine di istituire un tavolo tecnico permanente per uno scambio di esperienze teso ad ottimizzare l'utilizzo delle risorse, la Regione del Veneto aveva promosso una riunione alla quale hanno partecipato i referenti delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.

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Detta iniziativa, dopo il primo incontro tenutosi il 12/11/2002 , non ha avuto seguito. Per fare fronte ai sempre più ingenti danni alle coltivazioni è stata avviata una attività sperimentale di prevenzione mediante utilizzo di recinti elettrificati approntati su coltivazioni sensibili di pregio. Il sistema rivelatosi particolarmente efficace ed oggetto di pubblicazione su riviste specializzate nel settore, viene considerato applicabile solo per le situazioni imprevedibili e di particolare emergenza in quanto è prioritariamente incentivata la cattura e/o l'abbattimento al fine di ridurre e/o tentare di eliminare la causa del danno. Sono note altre iniziative commerciali di ditte produttrici di gabbie-trappola ( TABEC di Guastalla Reggio Emilia e TURLA di Sale Marasino -Brescia- ) costruzioni artigianali con chiusure a ghigliottina ( Provincia di Ferrara ) ed a riarmo automatico ( Sig. Accorsi di Ferrara Brev. BO2009U- 000019 ). Su queste ultime tipologie di strumenti di cattura, non essendo stata svolta sperimentazione, non risulta possibile esprimere alcun giudizio sia in termini di efficacia sia in termini di convenienza tecnico-economica. Nel corso degli anni, in Provincia di Rovigo si è giunti alla gestione attuale di circa 1200 gabbie -trappola della tipologia costruttiva della Ditta Inzitari, complete di kit di eutanasia accessori, con i quali, utilizzando il cloroformio, si procede al controllo numerico della specie. La scelta degli strumenti di cattura in utilizzazione è dettata dalla valutazioni del rapporto: Costo - Efficacia - Durata tecnica ( resistenza meccanica ed agli agenti atmosferici ) – Sicurezza per l'operatore – Maneggevolezza nel posizionamento - Gestione del catturato – Smaltimento carcasse. L'attività di abbattimento diretto, ha avuto fasi altalenanti con picchi di interesse nella fase iniziale del piano ( 1996 ) e nel breve periodo successivo al rilascio di circa 600 abilitazioni di “selettore”. successivamente ai corsi di formazione svolti nel 2004 e 2009. Il periodo invernale rappresenta un punto di criticità per la sopravvivenza e l'alimentazione della specie in conseguenza della riduzione delle aree in coltivazione, della messa in asciutta dei canali di bonifica ed irrigazione e delle temperature ( anche diurne ) sotto lo zero.( giornate di ghiaccio ). In tale contesto si verifica lo spostamento e la concentrazione delle colonie in aree allagate a livello costante ( maceri ) e lungo le sponde dei canali principali. Con tali condizioni si possono ottenere significativi risultati con abbattimento diretto di soggetti precedentemente abituati a frequentare delle piazzole di alimentazione artificiale, realizzate su terreni privi di vegetazione , ad almeno 10 metri dal pelo libero dell'acqua, utilizzando esche alimentari appetibili ed odorigene ( carote, mele , barbabietole da zucchero, pannocchie di mais, silo-mais, ) La disponibilità di un significativo contingente di soggetti “volontari” muniti di porto di fucile ad uso caccia e di abilitazione di “selettore” non si è concretizzata in interventi significativi in “giornate di ghiaccio” o su fondi di terzi. La metodica di intervento mediante abbattimento con fucile da caccia a munizione spezzata comporta un notevole dispendio di energie per l'aspetto, il recupero e lo smaltimento delle carcasse, soprattutto se queste vengono abbattute nei corsi d'acqua con presenza di vegetazione ripariale. Non è infatti da trascurare l'aspetto igienico sanitario conseguente al trattamento delle carcasse post cattura od abbattimento. Non secondaria è la distanza di fuga che si accentua con l'esecuzione del primo sparo in interventi consecutivi riducendo più che proporzionalmente l'efficacia degli stessi.

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In applicazione al vigente Regolamento CE 1774/02, in 36 comuni sono state adottate specifiche ordinanze sindacali che prevedono l'interramento delle carcasse provenienti dal piano di controllo direttamente nei luoghi di cattura . Nei restanti 14 comuni che costituiscono la Provincia di Rovigo, per motivazioni diverse, (in particolare in aree di tutela idrogeologica od in aree soggiacenti il livello del medio mare ) lo smaltimento delle carcasse avviene con pre-raccolta in 20 centri comunali dotati di freezer congelatori, raccolta e stoccaggio presso il centro provinciale dotato di container refrigerante e successiva termo-distruzione operata da ditta specializzata .

STATO ATTUALE Provincia di Rovigo Caratteristiche territoriali:

� Superficie territoriale ha. 178.000 di cui 21.000 di zone umide ( valli e lagune interne ), � Superficie agro-silvo-pastorale ha. 132.000 di cui circa 110.000 coltivata, � Sviluppo canali di irrigazione e bonifica primari e secondari km. 5.000 circa, � Superficie territoriale soggiacente il livello di medio mare circa ha. 40.000, � Presenza di estese aree destinate a colture specializzate sensibili ( mais, barbabietola da

zucchero, orticole da foglia ( radicchio), riso, grano tenero e duro � Presenza di estese aree golenali in aree di tutela ( Parco) dove non essendo in atto interventi

di controllo si vanifica parzialmente l'attività sviluppata nelle aree contermini assoggettate a controllo

Organizzazione operativa:

� due Agenti di Polizia Provinciale coordinatori per area omogenea delegati alla verifica delle condizioni dei luoghi per la definizione delle autorizzazioni di possibile rilascio, coordinamento degli operatori faunistici nella gestione degli strumenti di cattura, interventi di emergenza con attività di abbattimento diretto, vigilanza sulle autorizzazioni attive,

� un Tecnico coordinatore del piano di controllo con compiti di monitoraggio dei danni, dinamica della popolazione, gestione degli “operatori faunistici”,

� una unità amministrativa a tempo parziale per gestione delle autorizzazione, raccolta dati, aggiornamento destinazione strumenti di cattura, gestione del materiale di facile consumo,

� tre “operatori faunistici” a tempo parziale per trasporto e turn-over degli strumenti di cattura, raccolta schede cattura, controllo centri comunali di pre-stoccaggio carcasse, trasporto carcasse da centri comunali a centro provinciale, interventi straordinari di cattura ed operatività nelle emergenze.

� Autorizzati N° 1311 di cui 734 attivi Strumenti utilizzati:

� n° 1200 gabbie-trappola per la cattura e 500 kit eutanasia, � due pik-up accessoriati di contenitori per il trasporto di carcasse animali, omologati come da

normativa vigente, � 20 freezer dislocati in centri operativi comunali � un container refrigerante, � sacchi di carta per contenimento carcasse da inviare alla termodistruzione, � cloroformio, � materiale di facile consumo ( disinfettanti, guanti monouso, ecc), � mezzi di trasporto, munizioni ed armi non quantificabili utilizzate dai “selettori” volontari.

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Autorizzazioni1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Trappolaggio + Cloroformio 100 145 200 411 499 561 645 694 754 833 904 951 1010 1083 1018Trappolaggio + Sparo 0 32 47 79 97 103 113 122 130 140 153 166 172 176 177Sparo diretto 1 176 28 51 64 77 108 155 180 210 242 295 305 102 117

Totale 101 353 275 541 660 741 866 971 1064 1183 1299 1412 1487 1361 1312

Numero autorizzazioni attive per anno e per tipolog ia

0

200

400

600

800

1000

1200

Ann

o 19

95A

nno

1996

Ann

o 19

97A

nno

1998

Ann

o 19

99A

nno

2000

Ann

o 20

01A

nno

2002

Ann

o 20

03A

nno

2004

Ann

o 20

05A

nno

2006

Ann

o 20

07A

nno

2008

Ann

o 20

09

Trappolaggio + cloroformioTrappolaggio + sparoSparo diretto

Catture

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009Sparo diretto 100 1.172 296 1.236 1.002 1.040 971 1.033 981 731 693 1438 2514 1339 965Trappolaggio 1900 4564 1497 4553 4429 3275 3861 4269 3122 2656 3333 4804 5399 7608 2643Totale N° catture 2000 5736 1793 5789 5431 4315 4832 5302 4103 3387 4026 6242 7913 8947 3608

Numero catture

-

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

9.000

10.000

Anno1995

Anno1996

Anno1997

Anno1998

Anno1999

Anno2000

Anno2001

Anno2002

Anno2003

Anno2004

Anno2005

Anno2006

Anno2007

Anno2008

Anno2009

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Catture1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 20022003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Sparo diretto 100 1172 296 1236 1002 1040 971 1033981 731 693 1438 2514 1339 965

Trappolaggio 1900 4564 1497 4553 4429 3275 3861 42693122 2656 3333 4804 5399 7608 2643

Totale N° catture 2000 5736 1793 5789 5431 4315 4832 53024103 3387 4026 6242 7913 8947 3608

Numero catture per tipologia di esecuzione

-

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

Anno 1

995

Anno

1 996

Anno 1997

Anno 1

998

Anno

1 999

Anno 2000

Anno 2

001

Anno

2 002

Anno 2003

Anno 2

004

Anno

2 005

Anno 2006

Anno 2

007

Anno

2 008

Anno 2009

Sparo direttoTrappolaggio

Sintesi 2005 - 2009

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

2005 2006 2007 2008 2009

Autorizzazioni Rilasciate Autorizzazioni Attive Catture

Nel 2004 1° C.so Selecontrollore Nel 2009 2° C.so Selecontrollore

Sintesi 2005 - 2009

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

9000

2005 2006 2007 2008 2009

Autorizzazioni Rilasciate Autorizzazioni Attive Catture

Relazione “ Autorizz. rilasciate – Autorizz. attive – Catture (2005/2009)SPARO Diretto

2005 2006 2007 2008 2009Autorizzazioni Rilasciate 242 295 305 102 117Autorizzazioni Attive 43 83 59 53 117Catture 693 1438 2514 1339 925

Relazione “ Autorizz. rilasciate – Autorizz. attive (al netto sospesi)Catture (2005/2009)Trappolaggio (cloroformio e sparo)

2005 2006 2007 2008 2009Autorizzazioni Rilasciate 1057 1017 1182 1258 1196Autorizzazioni Attive 181 263 304 460 617Catture 3333 4804 5399 7608 2598

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Danni

19941995

19961997

19981999

20002001

20022003

20042005

20062007

20082009

Grano

410,382.399,65

164,49947,65

4.131,661.125,15

258,49900

,001.148,60

1.818,262.120,00

Riso

37.692,1162.922,08

25.117,4414.755,17

11.344,497.229,36

5.757,482500,00

10.595,538.798,00

11.651,121.631,362.412,98

Bietola

3.430,38527,26

603,43643,87

335,70166,4

530,433.439,53

1.148,602.797,22

944,601.243,64

Mais

867,96774,9

847,92361,52

3.258,782.000,00

1.781,48401,

008.505,65

4.470,61

Soia

850,00400,00

78,98438,2

Cocom

ero4.568,70

1.001,40

Ortaggi

1.143,21250,00

1.289,141.291,14

750,001.100,00

1.224,00

15.923,62707,36

Erba m

edica2.500,00

Opere fisse

104,513.033,67

7.792,503.829,17

Totale Euro

5.851,9340.341,76

65.513,3826.839,87

17.594,6120.498,18

8.520,9120.424,07

6.102,2516.034,93

9.898,0016.168,00

8.553,5839.203,45

12.771,403.363,64

Dan

ni a

lle p

rod

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ricole

e a

lle o

pe

re fisse

am

me

ssi a co

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uto

€ 0

€ 1

0.0

00

€ 2

0.0

00

€ 3

0.0

00

€ 4

0.0

00

€ 5

0.0

00

€ 6

0.0

00

€ 7

0.0

00

Anno 1994

Anno 1995

Anno 1996

Anno 1997

Anno 1998

Anno 1999

Anno 2000

Anno 2001

Anno 2002

Anno 2003

Anno 2004

Anno 2005

Anno 2006

Anno 2007

Anno 2008

Anno 2009

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Commento I grafici e le tabelle intendono riassumere quindici anni di attività promossa dalla Provincia di Rovigo che, nella imprevedibile emergenza, ha cercato di coniugare ed ottimizzare:

� le conoscenze scientifiche messe a disposizione dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e da alcuni esperti faunisti;

� capacità tecnica ed organizzativa del Personale della Provincia di Rovigo; � la volontà politica che, nel tempo, ha continuato a mantenere alta l’attenzione al

problema; � le risorse messe a disposizione da Regione Veneto, Comuni, Consorzi di Bonifica,

Magistrato per il Po, Magistrato alle Acque, A.I.P.O., ecc; � un sempre più numeroso gruppo di persone che, a titolo volontario e gratuito, hanno

collaborato e continuano a collaborare per fare fronte comune alla emergenza rappresentata dalla presenza delle nutrie in stato di naturale libertà sul territorio provinciale.

In un mondo dove la veloce lettura di dati, espone a semplicistiche conclusioni che potrebbero risultare fuorvianti, è utile precisare quanto segue:

� Il numero delle autorizzazioni rilasciate nel corso degli anni è andato aumentando, a significare che il problema è presente, sentito e tutt'altro che risolto;

� La prevalenza del numero delle autorizzazioni alla cattura con gabbie-trappola rispetto alla attività autorizzata di sparo diretto consegue alla conferma che con lo sparo diretto non si risolvono le problematiche e che tale attività di controllo numerico può essere intesa solo come attività complementare e non sostitutiva del trappolaggio. Non è casuale che numerosi conduttori dei fondi agricoli interessati dalla presenza di nutrie, muniti di porto di fucile ad uso caccia, dopo una prima esperienza di autorizzazione allo sparo diretto, hanno richiesto l’autorizzazione per l’uso di gabbie di cattura. La riduzione del numero delle autorizzazioni attive registrata negli anni 2008 e 2009, consegue ad una attività di verifica della effettiva utilizzazione delle stesse che ha comportato la revoca di circa il 60 % di quelle allo sparo diretto e di circa il 7% di quelle al trappolaggio.

� Le catture documentate, derivano mediamente, ed in modo pressoché costante, per l'80% da utilizzo di gabbie-trappola e per il 20% da sparo diretto.

� Rispetto ad un andamento medio di circa 5000 catture/anno, il picco anomalo registrato nel 1997 con 1793 catture, è da imputarsi ad una temporanea sospensione delle attività di controllo tra la fase iniziale e l’adozione del Piano. Il picco anomalo registrato nel 2008 con 8947 catture registrate, è da interpretare come conseguenza della attività di verifica e revoca delle autorizzazioni non produttive da più di una anno. In tale contesto, al fine di evitare il rischio della revoca della autorizzazione, gli autorizzati hanno provveduto a documentare l'attività di cattura catture con maggiore attenzione e puntualità.

� L’analisi matematica dei dati evidenzia una efficienza media di cattura documentata pari a :

� 4 catture/trappola*anno ( un autorizzato può gestire anche più di una trappola ) � 8 catture anno/autorizzazione allo sparo diretto

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Il dato appare contraddittorio con quanto finora sostenuto in quanto è documentato che le trappole e gli accessori in uso in Provincia di Rovigo, già oggetto di sperimentazione ed indagine scientifica, se correttamente e continuativamente utilizzati, hanno dimostrato una capacità di cattura e ricattura di almeno un capo ogni 4 giorni/trappola. Per quanto concerne le autorizzazioni allo sparo diretto, occorre precisare che il 70% delle catture dichiarate è documentato dal 10% degli autorizzati. Questo mette in luce il problema degli autorizzati a poter documentare l'attività svolta con lo sparo diretto, in conseguenza della oggettiva difficoltà al recupero dei soggetti abbattuti in acqua ed al loro corretto smaltimento. La registrazione delle catture e quindi la documentazione dell’attività svolta e dei risultati conseguiti, rappresentano un ulteriore adempimento burocratico che, non sempre risulta essere svolto con precisione e puntualità, falsando quindi ( in difetto ) l'effettiva situazione sul territorio. Ad oggi solo il 13% delle aziende agricole operanti in Provincia di Rovigo, ( circa 1000 su 7400 ) ha aderito al piano, interessando nel tempo ( con le diverse metodiche di controllo previste), circa 1\3 della SAU provinciale (37.000 ettari su 112.000 ). L’attività di controllo numerico svolta a macchia di leopardo, comporta una parziale vanificazione dell’operato degli autorizzati. La permanenza di aree franche dove la Provincia non ha competenza in materia per il controllo di specie invasive, aggrava il fenomeno della veloce ricolonizzazione delle aree assoggettate a controllo. Non si tratta quindi di mettere in discussione la validità delle strategie e degli strumenti adottati, quanto di dare il giusto significato ai dati documentali che supportano quanto esposto in una condizione di estrema variabilità ambientale e socio-culturale. La prova ne è :

� il costante aumento delle offerte di collaborazione al piano da parte degli imprenditori agricoli;

� l'interessamento di molte Amministrazioni locali a promuovere incontri informativi

in merito; � il rilascio di nuove autorizzazioni fa intravvedere un costante interessamento al

problema anche se localizzato e forse temporanea;

� l' erogazione di contributi a parziale ristoro dei danni alle produzioni agricole operati della specie, con l'adozione del piano di controllo, dopo il picco registratosi nel 1996 (circa £.130.000.000 pari ad € 65.513,38 ), negli anni successivi si è attesta a circa 10.000,00 €/anno, da riferirsi a situazioni puntiformi ed imprevedibili. Il picco anomalo nel 2008 è conseguenza di un grave danno non prevedibile e prevenibile verificatosi su alcuni appezzamenti di radicchio a raccolta tardiva, a fine inverno, attuati in area di tutela faunistica ( ZRC ), con condizioni meteorologiche che hanno precluso la possibilità di adozione di prevenzione in contemporanea ad alte quotazioni di mercato del prodotto vendibile danneggiato.

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Considerazioni e proposte :

� La presenza della nutria è ormai generalizzata sul territorio provinciale e su gran parte delle aree di pianura e pedemontane dello Stato. Comporta gravi rischi per la pubblica incolumità e danni al territorio ed alle produzioni agricole. Sono pertanto necessari provvedimenti che dovrebbero trarre origine da una innovativa valutazione in termini di “Protezione civile” e “ Difesa del territorio” oltre a quelli già previsti a tutela della attività agricola ,

� Alla luce di recenti affermazioni apparse sulla stampa locale sono da verificare eventuali rischi di zoonosi trasmissibili dalla specie all'uomo ( leptospirosi, borrelliosi).

� Le tecniche sviluppate per il controllo numerico della specie sono da ritenersi congrue al problema ed eventuali innovazioni sono auspicabili.

� Le abitudini alimentari, l'adattamento della specie all'ambiente, la mancanza di predatori naturali e l'assenza di patologie specifiche ne determinano un difficile se non ormai impossibile controllo totale teso alla eradicazione della specie dal territorio nazionale.

� La “Lotta obbligatoria” potrebbe rappresentare una congrua risposta al problema, applicando le esperienze finora acquisite in altre emergenze ambientali.

� Il fenomeno non è più affrontabile con la sola collaborazione volontaria e gratuita dei proprietari-conduttori dei fondi agricoli e dei cacciatori-selettori.

� La erogazione di “Taglie” sul catturato o di “Compensi forfettari” agli operatori volontari od agli ATC a titolo di contributo spese, in qualsiasi circostanza, non ha portato a risultati risolutivi o quantomeno proporzionati all'impegno finanziario profuso.

� La mancanza di risposte congrue alle aspettative per il rimborso di eventuali danni, ovvero di incentivazione e/o collaborazione finanziaria alle attività di cattura, possono indurre i soccombenti ad azioni particolarmente pericolose; primo fra tutti l'uso di sostanze tossiche e/o esche avvelenate con miscele estemporanee, nonché realizzazione ed utilizzazione di strumenti di cattura non testati che possono rivelarsi scarsamente o non efficaci su nutria e devastanti per altre specie e per l'intero ecosistema.

� Particolare attenzione deve essere prestata al recupero e smaltimento corretto delle carcasse al fine di prevenire qualsiasi rischio igienico sanitario e la predazione delle carcasse da parte di altre specie di fauna selvatica che, a sua volta, stanno creando sempre più gravi motivi di preoccupazione e danni. ( corvidi )

� Gli strumenti di cattura devono essere efficaci, efficienti, duraturi, semplici, sicuri. Non sempre le suddette caratteristiche si coniugano con criteri di economicità. Anzi!

� Non è condivisibile una riclassificazione faunistica assimilando la nutria ai ratti e topi. � Valutare la fattibilità a legittimare l’abbattimento della nutria mediante sparo da

automezzo in movimento (fattori di rischio, DPI, idoneità del mezzo, ecc) � Solo la collaborazione tra cittadini ed enti pubblici a livello inter-regionale , prevedendo

risorse finanziarie e l'utilizzo di nuove figure professionali adeguatamente formate, potrebbe portare ad una significativa svolta operativa su un fenomeno preoccupante che, finora, è stato affrontato in modo disomogeneo e talvolta discontinuo sul territorio con carenze rispetto alla sua evoluzione.

GRAZIE per l'attenzione, Francesco Veronese