PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE ANNO …

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PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE ANNO SCOLASTICO 2020-2021 Comune di Moncalieri Asilo nido Aquilone Strada Mongina, 11 bis 10024 Moncalieri Telefono: 011/6404173 Direttore educativo: dott.ssa Giuliana Rana

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PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ EDUCATIVE

ANNO SCOLASTICO 2020-2021

Comune di Moncalieri

Asilo nido Aquilone

Strada Mongina, 11 bis

10024 Moncalieri

Telefono: 011/6404173

Direttore educativo: dott.ssa Giuliana Rana

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Progetto educativo

“Fuori è meglio”

Anno 2020 – 2021

“Per favore non calpestare.Ci sono dei semi che ce la stanno mettendo

tutta.”

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Fuori è meglio.

Se è vero che “la natura è maestra”, dovremmo pensare che non può e non deve essereconsiderata un’insegnante part-�me. Educare a par�re dalla natura è una scelta che presuppone una riflessione totale sullaproge�azione educa�va ed organizza�va di un servizio.

L’ambiente esterno, “outdoor”, assume la valenza di un contesto educante che, oltre ad essere unluogo in cui si apprende, offre l’opportunità di rafforzare il senso di rispe�o per l’ambientenaturale e consente di esprimere e potenziare le competenze emo�vo affe%ve, sociali, espressive,crea�ve e senso-motorie (cfr. Wa�chow e Brown, 2011).

Le esperienze vissute nella natura regalano ai bambini la possibilità di cogliere i benefici e diaffrontare alcune situazioni problema�che �piche del processo di crescita. Con Outdoor Educa�on (OE) si intendono le teorie e le pra�che dell’orientamento pedagogico chevalorizza lo spazio esterno nelle sue diverse configurazioni come ambiente di apprendimento e dibenessere educa�vo. L'OE emerge sulla base dei frequen� indicatori di disagio e di malessere prodo% dalla società delbenessere. Tra ques�, la progressiva diminuzione a par�re dall'infanzia, delle esperienze effe�uate a dire�oconta�o con l’ambiente, e i danni psicofisici causa� dalla sedentarietà. In par�colare in questo periodo storico, dove i bambini sono spesso costre% a trascorrere le lorogiornate chiusi in casa, senza poter vivere il fuori, evitando il conta�o con la natura ed ogni �po disocialità.È un momento difficile anche per i bambini. Ed è giusto – e salutare – prenderne a�o.I genitori dei più piccoli potrebbero notare maggiori comportamen� di a�accamento eregressione, così come anche più inciden� in bagno o ges� di auto-conforto come succhiarsi ilpollice. La mancanza di rou�ne, di azioni semplici come uscire per andare al nido o ai giardini, puòessere par�colarmente difficile per i bambini piccoli che trovano grande conforto nell’uniformitàdelle abitudini.Vivere il fuori durante i tempi di permanenza al nido, ci perme�ere di sperimentare la libertà delfare, del creare e dell’essere.Secondo questa prospe%va, la natura ci parla dei tempi, dei modi con cui guardare le cose e dimateriali da proporre e di spazi da condividere.

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Cosa significa applicare l’outdoor educa�on al nido?

Significa coniugare esperienze concrete, realizzate all’aperto, con momen� più riflessivi(narrazione, conversazione) ed un momento esperienziale (un’implicazione grafica, scambi verbali)realizza� prima e dopo le a%vità.

Nel corso di numerose esperienze, si sono potu� osservare molteplici benefici tra cui: � Benefici psicofisici: promozione della salute, riduzione raffreddamen�, diminuzione

ipera%vità, miglior sviluppo psicologico, cogni�vo e relazionale� Benefici rela�vi agli apprendimen�, alla crescita e alle emozioni: conoscenza e ges�one del

rischio, problem solving, esplorazione del movimento, delle proprie potenzialità/limi�,aumento dell’autos�ma e della autonomia

� Benefici nell’ambito della socializzazione e interazione: con gli altri bambini, con le figureeduca�ve, con l’ambiente e la natura, lega� al rispe�o e alla tutela dell’ambiente, alprendersi cura.

Via via che un gruppo lavora con intenzionalità e con�nuità in natura gli ambi� dei benefici e gliapprendimen� osserva� nei bambini da parte degli adul� si nutrono di sfumature.Durante le a%vità in natura i bambini hanno maggiori possibilità di sviluppo dei sensi, di ritrovarela felicità della scoperta, dell’esplorazione e dell’avventura.Il bambino che vive a%vità all’aperto riscopre lo stupore, dà spazio alla fantasia, e sviluppal’autonomia personale confrontandosi con l’ambiente esterno.La natura ci offre inoltre la sperimentazione di materiali naturali e poveri, materiali scel�,destru�ura�. Ovvero non hanno una funzione di u�lizzo preconfezionata, stabilita e dalla risposta esa�a.Proprio per la loro semplicità, sono materiali che nascondono in sé un potenziale e una ricchezzaenormi, perché contribuiscono a sviluppare una mente flessibile e crea�va, capace di stupirsi emeravigliarsi per la più piccola e semplice cosa. Usare materiale di origine naturale, perme�e al bambino di trovarsi di fronte degli ogge% chesiano vicini, che perme�ono l’espressione e la possibilità di un’esperienza di crescita, di bellezza estupore.E così pezze% di rami di albero, pigne, foglie secche, piccoli sassi… diventano un’esperienza che haa che fare con la meraviglia. Si rimane fermi lì ad osservare in quel microcosmo, spesso silenziosissimo, processi di crescita,apprendimento e cura in modo del tu�o naturale. Ciò che è dentro si esprime nel fuori a�raversola capacità immagina�va e crea�va e si dà la possibilità ai bisogni psichici e naturali di ognibambino di emergere.

“Per i bambini, ogni spazio esterno è, in cer� sensi, “segreto”. E’ segreto perché la natura è piena di segre� ed offre un’infinità di a�razioni, anche piccolissime,da esplorare. Ed è segreto nel senso che rimane poco colonizzato dalle intenzioni degli adul�. In

giardino i bambini proge�ano, decidono, concordano, realizzano, seguendo una loro logica. E’ una logica “segreta”, nel senso che ad un adulto può sembrare illogica”

- Il giardino dei segre�, Ritscher Penny, Ed. Junior, 2002 -

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RischiAMO il rischio.

Ulteriori riflessioni.

- Più perme amo ai bambini di prendere rischi, più consen�amo loro di imparare a prendersi

cura di sé -

Roald Dahl Ben

“Studi e test standardizza� iniziano a dimostrare che la forza dei bambini nel complesso stadiminuendo. Uno studio pubblicato sulla rivista di salute infan�le ‘Acta Pediatrica’ ha misurato nel2008 la forza di 315 bambini di 10 anni nella regione dell’Essex, comparandola a quella di 309bambini che avevano la stessa età nel 1998. I ricercatori hanno scoperto che il numero diaddominali che i bambini erano in grado di fare era diminuito del 27,1%; la forza del braccio si erarido�a del 26% e quella della presa per aggrapparsi del 7%. Se nel 1998 un bambino su 20 nonriusciva a sostenere il proprio peso quando era appeso alla spalliera svedese, nel 2008 i bambini anon riuscirci erano uno su 10” (A. Hanscom, “Giocate all’aria aperta”, ed. Il Leone Verde)

I bambini di oggi, quindi, sono meno for� fisicamente rispe�o alle generazioni preceden� e talecondizione impa�a anche oltre, incidendo sull’autos�ma dei bambini e sul senso di sicurezza, difiducia e padronanza in loro stessi e nel loro corpo. Infa%, una buona autos�ma si fonda, prima di tu�o, su un solido senso del Sè corporeo, il quale sisviluppa grazie al coinvolgimento globale del corpo e dei sensi nello sperimentare il mondocircostante, per affinare la percezione di sé, costruire il proprio schema corporeo, creare un sensodi Sè come essere intero e integro (e non frammentato, a pezzi).

È pertanto urgente che gli adul� rifle�ano sull’importanza di perme�ere ai bambini di giocare contu�o il loro corpo nell’ambiente naturale, il quale consente, per eccellenza, questa sanasperimentazione.Questo significa, di conseguenza, acce�are che essi si sporchino e acce�are che “corrano deirischi”.Infa%, rispe�o alla vita all’aria aperta e al gioco con gli elemen� naturali, noi adul� temiamo nonsolo il pericolo, che è legi%mo, ma anche il rischio. Ma rischio e pericolo non sono la stessa cosa! Spesso vengono confusi e così quando vediamo il minimo rischio che i bambini si facciano male,interveniamo per fermarli e impedire la loro azione.

Eppure il rischio è connaturato alla vita stessa, è ineludibile. Non si può vivere davvero, raggiungere i propri obie%vi, realizzare i propri sogni, senza prendersiin carico una quota di rischio…Pensiamo di proteggere i bambini, ma non s�amo forse cercando di me�ere a tacere la nostraansia?Invece di proteggerli li esponiamo ancora di più non solo al rischio, ma anche al pericolo: poichésolo conta�ando e imparando a maneggiare il rischio, i bambini possono imparare a valutare ipericoli.

Tra l’altro, la percezione del rischio e del pericolo è estremamente sogge%va: ciò che un adulto oun bambino può percepire come pericoloso, può essere percepito solo come “rischioso” da altri, odel tu�o come “sicuro” da altri ancora, anche in base al proprio modo di guardare il mondo ed allafiducia sviluppata in sé, nel proprio corpo e nelle sue possibilità e capacità.

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Affinché noi adul� possiamo supportarci a ges�re meglio le nostre ansie e �mori e consen�re aibambini di potersi sperimentare all’aperto e sporcarsi, ecco alcune u�li indicazioni:

� Aiu�amo i bambini a fare da soli!

Occorre tenere sempre molto ben presente l’importanza dell’autonomia del bambino.

Avere in mente questo obie%vo fondamentale nell’educazione del bambino significa

interrogarsi con�nuamente rispe�o ai propri interven� educa�vi ed ai propri automa�smi:

“questa cosa che sto per fare/per dire, renderà il bambino più autonomo o più dipendente

da me?”.

� Osservare, osservare, osservare.

Prima di aiutare, prima di fermare un’azione, è importante guardare il bambino, osservarlo

bene, avvicinandosi a una distanza che consenta l’eventuale intervento “salvifico”, ma

dando un tempo per vedere se davvero è necessario intervenire e tenendo a bada per

qualche istante la propria ansia;

� Procedere con gradualità.

Se siamo in difficoltà e in ansia di fronte a una sperimentazione che il bambino chiede di

fare o prova a fare, affermiamo in modo chiaro la nostra emozione e chiediamogli di

andare per gradi: “Giovanni, io ho paura quando � arrampichi. Ho paura che tu possa far�

male. Guarda, arriviamo fino qui…”. Poi, man mano che prendiamo fiducia e vediamo che il

bambino, in realtà, ce la fa benissimo, possiamo dare sempre più spazio alle sue

esplorazioni.

Dire ad un bambino “io ho paura” è diverso dal dire: “a�ento, cadi, � fai male, etc”.

Nel primo caso infa% trasme%amo al bambino che non è lui ad essere sbagliato o

inadeguato, ma siamo noi che abbiamo paura. In questo modo evi�amo anche di con-

fondere noi stessi coi bambini e di preservare le loro emozioni e il loro desiderio di

avventura, fondamentale per crescere e, simbolicamente, avventurarsi nel mondo!

� Stabilire regole chiare col bambino.

Ovvero concordare con lui quali sono esa�amente i confini spazio-temporali della sua

esplorazione. Ciò può rassicurarci molto da un lato e, dall’altro, consen�re ai bambini di

comprendere entro quale territorio possono muoversi liberamente.

(S. Iaccarino, “Giocare all’aperto, giocare col fango.” Percorsi forma�vi 06)

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Una finestra di entrata al mondo naturaleCome immaginare la vita fuori?

Entrando nello specifico, la Natura è un contenitore ada�o per giocare, nascondersi, costruire,giocare… insieme ai compagni.

Possiamo gra�arci la schiena contro un albero, toccare le superfici con tu�e le falangi, toglierci le

scarpe su un prato, immergere il nostro corpo e farci toccare dalla natura a�raverso le nostre

percezioni.

Lasciarsi incantare dai colori, dal movimento, dai suoni.

Possiamo correre, arrampicarci, a�raversare una pozzanghera saltando.

Possiamo risvegliare la nostra crea�vità: impilare dei sassi, creare con i legne%, spostare elemen�.

Possiamo avere un a�eggiamento contempla�vo.

Infine possiamo avere un approccio u�litaris�co: ce l’hanno i raccoglitori: sassi, fiori, gusci di

animali, castagne.

L’educatore dovrebbe essere il primo a voler imparare qualcosa: chi insegna deve essereappassionato di apprendere. L’essere umano impara ciò che ha scelto di imparare. Laddove sisceglie, partono processi di apprendimento auten�ci.

Il sogge�o che apprende è a%vo. Il gioco spontaneo è la dimensione di apprendimento daprivilegiare, ma occorre offrire una molla per l’apprendimento. Dunque, come si può fare? 1. fare degli invi�: l’adulto lascia i materiali ma non spiega come usarli, li lascia a disposizionemagari dispos� in modo sugges�vo. Per esempio gli lascia i colori magari solo alcuni e poi vedecosa succede. Gli invi� sono efficaci se partono dalle esperienze dei bambini.2. iniziare a fare qualcosa. L’adulto dà l’esempio perché se sta solo ad osservare offre un esempiopoco ricco e interessante.

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3. fare una proposta. L’adulto offre un suggerimento e aspe�a cosa gli dice il bambino. Poi si sta

dentro a questa cornice. (“Fare scuola all’aperto, da dove par�re?” a cura di Simona Vigoni,

pedagogista, direzione scien�fica di PF06)

Orto in condotta

In Italia l’Orto in Condo�a prende avvio nel 2004 divenendo lo strumento principale delle a%vità

di educazione alimentare e ambientale nelle scuole.

Insieme agli studen�, gli insegnan�, i genitori, i nonni e i produ�ori locali sono gli a�ori del

proge�o, cos�tuendo la comunità dell’apprendimento per la trasmissione alle giovani generazioni

dei saperi lega� alla cultura del cibo e alla salvaguardia dell’ambiente.

L’Orto in Condo�a prevede percorsi forma�vi per gli insegnan�, a%vità di educazione alimentare

e del gusto e di educazione ambientale per gli studen� e seminari per genitori e nonni ortolani.

Slow Food festeggia gli Or� in Condo�a a livello nazionale l‘11 novembre, giorno della festa di San

Mar�no, data tradizionalmente dedicata alla messa a riposo dei campi.

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Le scuole che partecipano al proge�o Orto in Condo�a sono parte di una grande rete: insieme

contribuiscono ad affermare il diri�o al piacere del cibo nelle scuole.

Quest’anno abbiamo aderito anche noi al proge�o di Slow Food. Sarà un percorso che faremoinsieme a personale formato che guiderà noi educatori e procederemo insieme ai nostri bambinialla creazione di un orto nel nostro giardino.

Il mondo a!orno a noi

Durante le nostre giornate ci si organizza per uscire a piccoli gruppi e scoprire ciò che ci circonda.Usciamo con una corda ed i bambini, che a piccoli passi, si abituano a tenerla con una mano eprocedere… le nostre mete sono diverse ed i nostri incontri mol�!

È possibile si incontri un nonno che ci conduca in un’area verde prote�a, è possibile si incontrinole mamme per un saluto mentre vanno a fare compere e commissioni, molto spesso ci capita disalutare i bambini che ormai frequentano la scuola dell’infanzia proprio accanto al Nido – così ci sisaluta da lontano, al di là del cancello -, qualche volta andiamo a trovare Romeo, il nostropane%ere di fiducia.

Talvolta andiamo all’interno del comprensorio, corriamo liberi sui pra� in mezzo agli alberi, ci siarrampica su un albero specifico – è sempre lo stesso – e noi diciamo, “andiamo a salutare glialberi oggi”.D’estate c’è un luogo che tanto amiamo, pieno di terra in cui giocare e stare a piedi scalzi.

Non è raro poi che ci si sdrai sul campo di atle�ca delle medie e si guardi il cielo, le nuvole e sirespiri a pieni polmoni.Qualche volta ancora, si procede in direzione della stazione; del negozio di ortofru�a molto grandeche c’è proprio vicino al Nido ed in altre occasioni incrociamo qualche fru%vendolo con il suobanche�o in Piazza Santa Maria.Queste sono molto più di “passeggiate” per noi.Questo tempo è prezioso per scoprire il territorio che circonda il nido, per imparare a stare in tu�ele situazioni, per sperimentare contes� diversi. È importante perché i bambini hanno modo di scoprire tan�ssime cose a�orno a loro con icompagni e le educatrici. Questo è, per noi, un grandissimo valore educa�vo in cui si intreccianotan�ssime opportunità e si seminano tan� e diversi “semi”.

Il nostro giardino

La predisposizione dei contes� è alla base del lavoro educa�vo. Sappiamo bene che uno spazionon vale l’altro, ma è importante al punto tale da essere considerato “terzo educatore” (Edwards,2017), giocando così un ruolo decisivo nel determinare la qualità degli apprendimen�.

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Ecco perché vorremmo intensificare interven� per organizzare uno spazio esterno più ricco edadeguato. È dunque questo lo spazio su cui vorremmo lavorare maggiormente quest’anno.Prendendoci cura dello spazio esterno quanto necessario.

Come?

Vorremmo costruire: il nostro “orto in condo�a”;una “cucina di fango”, ci piacerebbe molto fosse costruita in collaborazione con i genitori, sequesto fosse compa�bile con le disposizioni an� covid, organizzeremo momen� di incontro conloro per creare insieme;una zona naturale per il percorsi motori;ed ancora una tana.

Vorremmo infine predisporre nello spazio esterno mobili adegua� ed a�rezzi per u�lizzare inmodo fluido lo spazio esterno con i bambini durante la quo�dianità.

La documentazione

Diventa fondamentale tenere traccia di ciò che accade, per riuscire a cogliere i significa� delleazioni dei bambini e rilanciarle in modo rispe�oso e coerente. La documentazione rende possibile valorizzare ciò che viene scoperto, ma anche costruire neltempo una memoria delle esperienze, così da poter rileggere i percorsi sia per i bambini, chepossono trovarvi agganci per nuove ricerche, sia per gli adul�, che possono u�lizzarla per megliocomprendere domande e strategie messe in a�o. Esistono mol� modi e strumen� perdocumentare, tra cui innanzitu�o la scri�ura, le fotografie, i video.All’aperto è par�colarmente interessante avere con sé un apparecchio fotografico, strumentoagile che perme�e di cogliere in modo istantaneo la molteplicità delle azioni e la fluidità deimovimen� a�raverso la raccolta di immagini e video.

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Conclusioni

Concludendo, ogni nostra azione, ogni nostro passo educa�vo, sarà guidato dalle osservazionicondivise.Il nostro proge�o dunque crescerà con i nostri bambini, prenderà vita dall’evoluzione di questoanno così diverso e così delicato.Il nostro proge�o si plasmerà con noi tu%.Con la consapevolezza che la voglia di conoscere delbambino può manifestarsi solo se crescendo è valorizzato nelle sue capacità, se ha s�ma di sé,delle sue possibilità, perché primo motore della crescita intelle�uale e sociale è l’autos�ma.Ciò significa dare a ciascun bambino il riconoscimento di personalità che occorre: � nomino, nonmi dimen�co di te, conferisco valore a ciò che fai e ascolto ciò che dici, valorizzo il tuo punto divista.Tu�o ciò con un auten�co interesse emo�vo e intelle�uale verso quello che fai, lo trovointeressante perché vi rintraccio scopi e significa�.Costruisco tes�monianze dei tuoi percorsi, li trasme�o ai tuoi genitori.(Crescere al nido. A. L. Galardini)Poiché… “perché un bambino mantenga vivo il suo innato senso di meraviglia ha bisogno della compagniadi almeno un adulto che possa condividerlo, riscoprendo con lui la gioia, l’eccitazione e il mistero

del mondo in cui viviamo.”(Rachel Carson)