PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FISICA CLASSI PRIME · 20. a coppie: lotta dei galli 21. a coppie:...

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Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 1 PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FISICA CLASSI PRIME Percezione di sé nel rapporto con gli altri: socializzazione (conosce e collabora con i compagni) La prevenzione degli infortuni nell’attività motoria (il riscaldamento…) Percezione del proprio corpo: gli schemi motori di base (camminare - correre - saltare - lanciare - afferrare - arrampicarsi - strisciare - rotolare) e le abilità motorie; i canali percettivi (il canale cinestesico o sensibilità propriocettiva - il canale visivo - il canale uditivo - il canale tattile) Percezione spazio-temporale (orientamento spaziale - orientamento temporale - orientamento spazio-temporale) Sviluppo delle capacità coordinative: coordinazione (generale/globale - intersegmentaria- oculo- muscolare/segmentaria); equilibrio (statico - dinamico - in volo) Sviluppo della comunicazione corporea (il linguaggio del corpo) Estratto da "Linee guida per un corretto stile di vita" Fair Play INDICAZIONI PER LE LEZIONI DI EDUCAZIONE FISICA 1. Materiale necessario: Tuta o pantaloncini scarpe da ginnastica con chiusura a strappo o con stringhe allacciate maglietta di ricambio asciugamano piccolo sapone o salviette umidificate Per motivi igienici le scarpe da ginnastica utilizzate per la lezione di Educazione Fisica devono essere messe al momento di iniziare l’attività motoria in palestra e non “calzate” già da casa. Per motivi igienici al termine della lezione si deve cambiare la maglietta che è stata a contatto con la pelle. La dimenticanza di parte del materiale necessario potrebbe non permettere la partecipazione alla parte motoria della lezione. 2. Esoneri I genitori i cui figli presentino problemi di salute che possono limitare o impedire la pratica motoria, anche per una sola lezione, devono informare l’insegnante tramite comunicazione scritta o, se preferiscono, tramite colloquio individuale. Per la richiesta di esonero per diverse settimane e/o fino al termine dell’anno scolastico dalla parte motoria delle lezioni, è necessario risolvere gli adempimenti del caso (richiedere ai bidelli il modulo da compilare e allegare certificato medico da consegnare in segreteria). 3. La valutazione dell’alunno in Educazione Fisica Il giudizio dell’allievo sarà formato dalla valutazione dei 3 punti che seguono inseriti nelle competenze da acquisire: Saper essere: rispetto delle regole, dei compagni/avversari, delle decisioni arbitrali, del risultato; partecipazione e collaborazione dimostrate nelle varie attività proposte e assunzione di comportamenti adeguati di sicurezza Saper fare: abilità motorie dimostrate nei test, nelle esercitazioni, nei giochi non sportivi e sportivi Sapere: conoscenza dei contenuti “teorici” legati agli argomenti trattati attraverso la valutazione di verifiche scritte.

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Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 1

PROGRAMMA DI EDUCAZIONE FISICA CLASSI PRIME

Percezione di sé nel rapporto con gli altri: socializzazione (conosce e collabora con i compagni)

La prevenzione degli infortuni nell’attività motoria (il riscaldamento…)

Percezione del proprio corpo: gli schemi motori di base (camminare - correre - saltare - lanciare - afferrare - arrampicarsi

- strisciare - rotolare) e le abilità motorie; i canali percettivi (il canale cinestesico o sensibilità propriocettiva - il canale

visivo - il canale uditivo - il canale tattile)

Percezione spazio-temporale (orientamento spaziale - orientamento temporale - orientamento spazio-temporale)

Sviluppo delle capacità coordinative: coordinazione (generale/globale - intersegmentaria- oculo-

muscolare/segmentaria); equilibrio (statico - dinamico - in volo)

Sviluppo della comunicazione corporea (il linguaggio del corpo)

Estratto da "Linee guida per un corretto stile di vita"

Fair Play

INDICAZIONI PER LE LEZIONI DI EDUCAZIONE FISICA

1. Materiale necessario:

Tuta o pantaloncini

scarpe da ginnastica con chiusura a strappo o con stringhe allacciate

maglietta di ricambio

asciugamano piccolo

sapone o salviette umidificate

Per motivi igienici le scarpe da ginnastica utilizzate per la lezione di Educazione Fisica devono essere messe

al momento di iniziare l’attività motoria in palestra e non “calzate” già da casa.

Per motivi igienici al termine della lezione si deve cambiare la maglietta che è stata a contatto con la pelle.

La dimenticanza di parte del materiale necessario potrebbe non permettere la partecipazione alla parte motoria

della lezione.

2. Esoneri

I genitori i cui figli presentino problemi di salute che possono limitare o impedire la pratica motoria, anche per una sola lezione,

devono informare l’insegnante tramite comunicazione scritta o, se preferiscono, tramite colloquio individuale.

Per la richiesta di esonero per diverse settimane e/o fino al termine dell’anno scolastico dalla parte motoria delle lezioni, è

necessario risolvere gli adempimenti del caso (richiedere ai bidelli il modulo da compilare e allegare certificato medico da

consegnare in segreteria).

3. La valutazione dell’alunno in Educazione Fisica

Il giudizio dell’allievo sarà formato dalla valutazione dei 3 punti che seguono inseriti nelle competenze da acquisire:

Saper essere: rispetto delle regole, dei compagni/avversari, delle decisioni arbitrali, del risultato; partecipazione e

collaborazione dimostrate nelle varie attività proposte e assunzione di comportamenti adeguati di sicurezza

Saper fare: abilità motorie dimostrate nei test, nelle esercitazioni, nei giochi non sportivi e sportivi

Sapere: conoscenza dei contenuti “teorici” legati agli argomenti trattati attraverso la valutazione di verifiche scritte.

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DATI ANTROPOMETRICI E TEST

N.

1^ MEDIA 2^ MEDIA 3^ MEDIA

1 Peso

Kg. ………… Kg. ………… Kg. …………

2 Altezza

cm. ………… cm. ………… cm. …………

1

Velocità: 60/80 metri data …….…………

sec. …….…………

data …….…………

sec. …….…………

data …….…………

sec. …….…………

2

Resistenza: 1000 metri data …….…………

metri ……………...

data …….…………

metri ……………...

data …….…………

metri ……………...

3

Salto in lungo data ……………….

metri …..………….

data ……………….

metri …..………….

data ……………….

metri …..………….

4

Salto in alto data ……………….

metri …..………….

data ……………….

metri …..………….

data ……………….

metri …..………….

5

Getto della palla

medica/Lancio del vortex

data …….…………

metri ……………...

data ……………….

metri …..………….

data ……………….

metri …..………….

6

Salto in lungo da fermo data …….…………

cm. …….…………

data …….…………

cm. …….…………

data …….…………

cm. …….…………

7 Forza arti superiori: Tenuta

alla spalliera

data …….…………

sec. …….…………

data …….…………

sec. …….…………

data …….…………

sec. …….…………

8 Mobilità colonna vertebrale data …….…………

cm. …….…………

data …….…………

cm. …….…………

data …….…………

cm. …….…………

9 Percorso destrezza data …….…………

sec. …….…………

data …….…………

sec. …….…………

data …….…………

sec. …….…………

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PERCEZIONE DI SÈ NEL RAPPORTO CON GLI ALTRI: SOCIALIZZAZIONE

Conosce i compagni: conosce i cognomi ed i nomi dei compagni 1. muoversi liberamente e al fischio darsi un 10 dicendo contemporaneamente il proprio cognome

2. come sopra ma dandosi un 5 e dicendo il proprio nome

3. metà allievi con la palla: muoversi liberamente ed al fischio passare la palla ad un compagno senza palla chiamandolo per

cognome

4. come sopra ma chiamandolo per nome

5. muoversi liberamente: al segnale disporsi in cerchio in ordine alfabetico, fronte al centro

6. come sopra ma per nome

7. muoversi liberamente: al fischio formare gruppi con la stessa iniziale del cognome

8. come sopra ma per nome.

Collabora e lavora con i compagni: sa lavorare in coppia ed a gruppi ed è capace di lavorare con qualsiasi compagno

1. correre: al segnale disporsi a coppie, a gruppi di tre, di quattro ecc..

2. come sopra, ma mettendosi a braccetto, per mano, con le mani sulle spalle dell'altro

3. correre: al segnale i gruppi eseguono un'andatura particolare

4. tre gruppi: usando le varie stazioni corporee, disporsi a formare una lettera o un numero indicato dall'insegnante

5. a gruppi di 4: eseguire il fiore e il vogatore

6. staffetta con i cerchi: a coppie con due cerchi a disposizione; A cammina dentro ai cerchi e B recupera

7. a coppie: trasportare un cerchio senza toccarlo con le mani stando dentro e fuori

8. a coppie: trasportare una bacchetta con il dorso, con il petto, con il fianco e con le spalle

9. come sopra, anche con la fronte, con un pallone

10. a coppie: eseguire la campana dorso contro dorso

11. a coppie: seduti dorso a dorso, rizzarsi senza aiutarsi con le mani

12. a coppie: distesi supini fianco a fianco in direzioni opposte, sollevare contemporaneamente gli arti inferiori e scambiarsi di

posto

13. a coppie: trasportare a carriola un compagno e aiutarlo a fare una capovolta

14. a coppie: trasportare un compagno sul dorso o in braccio

15. a gruppi di 3; due in piedi (poi a carponi) trasportano il terzo supino, prono, seduto ecc…

16. a gruppi di quattro: tre proni uno di fianco all’altro e uno sopra di loro, rotolamento dei tre facendo avanzare quello sopra

17. a coppie: A ad occhi chiusi, B lo guida per la palestra prima tenendogli le mani poi solo con la voce

18. a gruppi: saltar via i compagni disposti in riga supini, proni, a gambe divaricate e in fila con un braccio fuori

19. a gruppi: in riga a carponi o a 4 zampe, a turno ognuno passa sotto i compagni senza urtarli

20. a coppie: lotta dei galli

21. a coppie: slacciarsi le scarpe

LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NELL’ATTIVITÀ MOTORIA

La prevenzione degli infortuni dipende da diversi fattori:

Un buon riscaldamento.

Una buona percezione dello spazio che si occupa e dello spazio in cui ci si muove.

Una buona percezione della velocità di spostamento di se stessi, dei compagni, degli oggetti con cui si ha a che fare

(palloni di diverso peso e grandezza, cerchi, ecc.).

Esercizi

1. muoversi liberamente occupando tutto lo spazio a disposizione

2. come sopra, stringere gradatamente lo spazio senza scontrarsi

3. porre ostacoli sparsi nella palestra e muoversi liberamente senza urtarli

4. a coppie: muoversi liberamente passandosi la palla evitando gli altri e senza far cadere la palla

5. gioco dei 5 passaggi.

IL RISCALDAMENTO

Il riscaldamento è la premessa indispensabile di ogni attività motoria.

Consiste in esercizi che preparano adeguatamente il corpo e la mente ad un impegno successivo anche intenso.

Gli scopi del riscaldamento sono:

Prevenire e ridurre i rischi di infortuni a muscoli, tendini ed articolazioni. Il riscaldamento fa aumentare la

temperatura del corpo e determina i seguenti effetti:

- migliora l’elasticità del muscolo (un muscolo “freddo” è più soggetto a strappi, stiramenti o contratture)

- permette una migliore lubrificazione delle articolazioni che così si muovono con più scioltezza

- aumenta la velocità con cui avvengono alcune reazioni chimiche che permettono al muscolo di lavorare

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Permettere un adattamento dell’apparato cardio-circolatorio. Quando si affronta un’attività motoria il cuore

aumenta i battiti e il sangue scorre più velocemente. Questi cambiamenti è bene che non siano improvvisi; il

riscaldamento aiuta a trovare la giusta progressione

Preparare il fisico ad eseguire nella corretta coordinazione i gesti tecnici. Ripetere più volte i movimenti permette

di migliorare la coordinazione e di superare quella rigidità e goffaggine presente all’inizio di un’attività

Preparare psicologicamente. Il riscaldamento aiuta a trovare la giusta concentrazione, a trovare la convinzione nei

propri mezzi e ad affrontare le difficoltà del lavoro successivo.

Le caratteristiche che deve avere il riscaldamento per essere efficace sono:

Deve sollecitare tutte le parti del corpo

Deve aumentare progressivamente di intensità

Deve essere specifico per l’attività che si intende svolgere successivamente

Deve essere personalizzato.

Normalmente il riscaldamento generale si effettua con esercizi vari inseriti su corsa a ritmo blando.

La sola corsa riesce ad impegnare circa il 50% della muscolatura del corpo.

Sul ritmo di corsa si inseriscono progressivamente e gradualmente dei movimenti degli arti superiori e di quelli inferiori,

combinati e su diversi piani spaziali.

Gli esercizi proposti possono effettuarsi sul posto, camminando o in corsa.

Il riscaldamento specifico va inserito su quello generale e comprende esercitazioni che richiamano l’attività da svolgere

successivamente.

Vi sarà quindi un riscaldamento specifico per la pallavolo, uno per la pallacanestro, uno per il calcio e così via.

PERCEZIONE DEL PROPRIO CORPO

1. GLI SCHEMI MOTORI DI BASE E LE ABILITÀ MOTORIE

Camminare, correre, saltare, strisciare, lanciare, afferrare, arrampicarsi, rotolare sono gli schemi motori di base. Gli schemi

motori sono l’alfabeto del nostro movimento, i mattoncini della nostra motricità. Evolvono nella loro organizzazione in base alla

crescita dell’individuo. Nel corso dei primi 24 mesi di vita, ad esempio, noi apprendiamo a strisciare, poi a camminare, poi ad

arrampicarci. Successivamente impariamo a correre, a fare piccoli salti ecc.ecc. A meno di situazioni particolari, ognuno di noi

costruisce i suoi primi schemi motori secondo questa sequenza. Abbiamo detto che lo schema motorio si presenta ad un certo

momento dello sviluppo; un bambino che impara a correre tra i 2 e i 3 anni matura quello schema motorio in quel periodo. Prima

di allora lo schema non c’è, e il bambino non riesce ad imparare a correre. Perché uno schema motorio si trasformi in abilità

motoria bisogna esercitare quello schema. Solo la pratica della corsa ad esempio permetterà di migliorare l’esecuzione al punto

da farla diventare una corsa da velocista, da mezzofondista, da maratoneta, da giocatore di basket, ecc.ecc. Lanciare una palla è

uno schema motorio che acquisiamo tra i 2 e i 3 anni, ma quel gesto iniziale potrà diventare una abilità (lanciare verso un

bersaglio, lanciare e riprendere al volo, lanciare verso l’alto, lanciare nel canestro di basket ecc.) solo se verrà in qualche modo

allenata. In sintesi possiamo dire che lanciare una palla è uno schema motorio, lanciare quella stessa palla verso un canestro è

una abilità motoria; camminare è uno schema motorio, camminare all’indietro è un’abilità motoria.

Gli schemi motori di base: riconosce ed utilizza gli schemi motori di base, anche nelle possibili varianti

Camminare

1. camminare in avanti, indietro, lateralmente, in punta di piedi, sui talloni, a gambe piegate, a gambe divaricate

2. con le braccia che eseguono slanci o circonduzioni o rimangono ferme in varie posizioni

3. facendo rotolare la palla con i piedi o con le mani, facendola rimbalzare, lanciandola e riprendendola

4. trasporta insieme ad un compagno vari attrezzi od oggetti senza usare le mani

Correre

1. correre con passi lunghi o corti

2. correre liberamente senza urtare gli altri

3. a ginocchia alte o corsa calciata dietro, saltellata

4. avanti indietro, lateralmente, a zig-zag

5. tenendo le braccia in modi diversi o con slanci o circonduzioni

6. gioco: lo scalpo

7. ce l’hai: a coppie per mano, due sono liberi da soli (guardia e ladro), il ladro deve attaccarsi ad una coppia e diventa ladro

il compagno esterno

8. ce l’hai: una coppia per mano (guardie) cerca di toccare i ladri che scappano da soli, chi viene toccato dalle guardie si attacca

alle guardie formando poi tante coppie di guardie.

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Saltare

1. saltare con 1 o 2 piedi, paralleli o divaricati, facendo un giro di 360°

2. saltare da fermo aiutandoti con le braccia in alto o in lungo

3. saltare come sopra ma con la rincorsa

4. saltare da diverse altezze dalla spalliera

5. saltare dentro e fuori dai cerchi usando 1 o 2 piedi, a piedi uniti o a gambe divaricate

6. saltare i compagni posizionati sul pavimento in diversi modi, seduti o sdraiati

7. salta con la funicella

8. gioco: sposta il cerchio.

Rotolare

1. rotolare sul fianco, in avanti e indietro come un dondolo

2. capovolte in avanti o indietro su più materassi

3. lanciare la palla in alto, rotolare come si preferisce e provare a riprenderla.

4. in posizione prona, uno di fronte all’altro, uniti per le mani con le braccia tese, rotolare.

Strisciare

1. strisciare sotto ostacoli posti a diverse altezze

2. strisciare sopra i materassini

3. strisciare sotto i tuoi compagni posizionati a ponte prono

4. gioco: il tunnel umano.

Arrampicarsi

1. sulle spalliere, sul quadro svedese spostandosi lateralmente o salendo e scendendo

2. spostarsi appendendosi a una trave d’equilibrio

3. alla spalliera, passare attraverso due cerchi posti orizzontalmente e verticalmente.

Lanciare e afferrare

1. a gruppi, lanciare ogni tipo di palla dal basso o dall’alto ai compagni

2. cercare di colpire un bersaglio

3. cercare di lanciare il più lontano possibile

4. gioco: abbatti il bersaglio.

2. I CANALI PERCETTIVI

IL CANALE CINESTESICO O SENSIBILITÀ PROPRIOCETTIVA

Questo canale percettivo trasmette al cervello tutte le informazioni che provengono dal corpo, cioè quelle interne.

Gli organi recettori del canale cinestesico si trovano nelle articolazioni, nei muscoli, nei tendini, e in un organo situato nella parte

interna dell’orecchio (labirinto).

Questi organi recettori avvertono, attraverso i nervi, il cervello di quello che avviene nelle varie zone del corpo.

Il cervello elabora queste informazioni e consente alla persona di conoscere l’immagine completa del proprio corpo.

Ciò permette di avere la consapevolezza della propria posizione e dei movimenti che si stanno eseguendo e di riprodurre con più

facilità anche le posizioni assunte da altri e di imitarle correttamente.

Le informazioni che arrivano al cervello dai muscoli riguardano le condizioni in cui si possono trovare, che sono sostanzialmente

tre:

contrazione: quando si muove una parte del corpo e la muscolatura si irrigidisce e diventa dura al contatto

rilasciamento: quando il corpo è in stato di riposo ed i muscoli sono molli al contatto.

allungamento: quando una parte del corpo ha i muscoli che vengono allungati e si prova una sensazione di tensione.

Gran parte delle informazioni captate dai “propriocettori” (i recettori del canale cinestesico), non raggiungono il livello di

coscienza.

Spesso attivano meccanismi di controllo che lavorano in automatico, senza bisogno della volontà.

Sensibilità propriocettiva: riconosce ed utilizza le informazioni muscolari ed articolari

1. supini: immaginare la propria posizione; modificare la posizione e immaginarla nuovamente

2. a coppie: A ad occhi chiusi si lascia muovere da B e poi ripete la posizione

3. a coppie: A ad occhi aperti osserva B, chiude gli occhi e poi imita la posizione

4. supini: muovere un arto teso in tutte le direzioni poi fletterlo ad ogni articolazione e riprovare a muoverlo (percezione

muscolare ed articolare)

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5. cercare tutti i movimenti possibili del bacino: inclinazione e rotazione (dalla stazione eretta) antero e retroversione (da

supini)

6. cercare tutti i movimenti possibili del tronco

7. seduti: eseguire tutti i movimenti possibili con il capo

8. seduti: eseguire tutti i movimenti possibili con la caviglia

9. supini: muovere la muscolatura dell’addome (sollevare gli arti inferiori flessi [e cosa succede alla lombare? ] e

successivamente anche il capo per sentire il lavoro degli addominali)

10. supini: sentire il contatto del dorso con il pavimento: come aumentarne la superficie di contatto?

11. dondolarsi sul dorso avanti e indietro

12. supini: utilizzando solo la muscolatura dorsale eseguire una rotazione di 180^ verso destra o verso sinistra portando i

piedi al posto della testa

13. supini: mettere una mano sull’addome e una sul torace e “sentire “ la respirazione

14. a gruppi di tre: due sollevano per i pugni chiusi il terzo che è in mezzo ai due “rigido”

15. a gruppi di tre: quello in mezzo si lascia “dondolare” fra i due

16. es. col polpaccio di muscolo contratto, rilasciato e allungato (stazione eretta portare il peso sul polpaccio “tastandolo”,

scaricare il peso sull’altro e infine allungarlo).

17. RILASSAMENTO:

a. supini: cercare di decontrarre i muscoli che sentiamo più tesi

b. tutto il corpo

c. in posizione eretta: portare le braccia tese fuori stringendo forte i pugni per alcuni secondi e lasciarle cadere

decontratte verso il basso

d. come sopra, ma braccia tese alte o avanti

e. in posizione eretta: ad occhi chiusi, decontrarre la testa, le spalle, le braccia, rimanere cosi` per alcuni secondi

f. teoria dei contrasti: 1.“lezione del silenzio” montessoriana; dopo il massimo di movimento e di voci, massimo di

immobilità e silenzio 2.prendere a pugni e a calci un materassino scaricando tutte le energie e poi decontrarsi in una

posizione comoda

g. supini con occhi chiusi: 1. allontanare le tensioni, “io sono perfettamente calmo”; 2. “il mio braccio è pesante”,

diffondendo la pesantezza alle parti vicine e poi a tutto il corpo; 3. Sensazione di calore con lo stesso criterio usato per

la pesantezza; 4.ritorno alla normalità con il comando deciso: “braccia salde, occhi ben aperti, inspirare

profondamente”.

IL CANALE VISIVO

Il canale visivo permette di riconoscere persone e oggetti che ci circondano attraverso l’occhio che è il suo organo recettore.

Attraverso le informazioni della vista si possono riconoscere il colore, la forma, il movimento, la vicinanza e la lontananza di

ciò che ci sta attorno.

Quando si deve osservare attentamente qualcosa la si pone al centro del campo visivo; ciò succede ad esempio quando si legge

o si scrive.

Questo tipo di visione si chiama focale e si differenzia da quella periferica che sfrutta la capacità dell’occhio di vedere ciò che è

alla propria destra o sinistra.

La capacità di usare il proprio campo visivo permette di ricevere maggiori informazioni dal mondo esterno.

Tale capacità risulta particolarmente importante in tutti i giochi di squadra.

Percezione visiva: utilizza le informazioni visive e ne riconosce le caratteristiche

1. seduti in cerchio; osservare un pallone nel centro, concentrarsi e cercare di individuare il campo visivo (visione focale e

periferica)

2. a gruppi di tre: quando B e C camminando in diagonale davanti a me escono dal mio campo visivo?

3. a coppie: A palleggia con un pallone sopra la testa e passa la palla a B quando questi alza un braccio

4. ad occhi chiusi percorrere una distanza valutata prima

5. memorizzare un percorso poi eseguirlo ad occhi chiusi (formare gli angoli con clavette o cerchi)

6. a coppie di fronte: passarsi un pallone facendolo rimbalzare in un cerchio posto in mezzo, poi in due cerchi.

IL CANALE UDITIVO

Il canale uditivo permette di riconoscere le informazioni sonore attraverso l’orecchio che è il suo organo recettore.

Se si chiudono gli occhi il canale uditivo riconosce molti più rumori: questo perché le informazioni visive sono più numerose e

prevalgono sulle altre.

Le informazioni uditive si possono distinguere in suoni e rumori; attraverso l’udito si può anche riconoscere il punto da dove

provengono.

Percezione uditiva: utilizza le informazioni uditive e ne riconosce le caratteristiche 1. supini: ascoltare i vari rumori che ci circondano (ad occhi chiusi e poi aperti)

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 7

2. seduti ad occhi chiusi: l’insegnante spostandosi produce un rumore e i b. devono indicare da dove proviene il rumore ( e se

è vicino o lontano mettendo due cerchi per terra per le varie direzioni)

3. come b) ma l’insegnante palleggia

4. l’insegnante esegue un percorso palleggiando in tre o quattro cerchi in successione: i ragazzi devono indovinare il percorso

5. in cerchio: un ragazzo è in mezzo bendato, un compagno si avvicina e gli pone una clavetta davanti, il ragazzo deve

indovinare chi si è avvicinato

6. l’insegnante fa rimbalzare oggetti diversi: ad ogni oggetto corrisponde un tipo di corsa

7. scoprire quali rumori può produrre il nostro corpo.

IL CANALE TATTILE

Il tatto permette di arricchire la conoscenza degli oggetti definendone con maggior precisione la superficie, il peso, il calore.

Ci sono informazioni che solo il tatto può fornire: caldo-freddo, liscio-ruvido, duro-morbido, asciutto-bagnato.

L’organo recettore del canale tattile è la pelle.

Concludendo si può affermare che il buon uso dei canali percettivi aumenta il numero delle informazioni provenienti dall’interno

e dall’esterno del nostro corpo, permettendo quindi di avere un controllo maggiore su ciò che succede.

Percezione tattile: utilizza le informazioni tattili e ne riconosce le caratteristiche

1. ad occhi chiusi: individuare al tatto le caratteristiche della palestra e degli attrezzi che ne fanno parte

2. far rotolare un pallone intorno al corpo concentrandosi sulle sensazioni

3. proni o supini: rotolare sopra un pallone

4. a coppie; disegnare lettere e numeri sulla schiena del compagno che deve indovinare

5. gioco a gruppi di 4: telefono senza fili scrivendo le parole sulla schiena del compagno davanti, il primo della fila corre a

prendere l'oggetto che gli è stato segnalato.

SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE CORPOREA

IL LINGUAGGIO DEL CORPO

Il corpo è in grado di trasmettere una notevole quantità di informazioni anche senza bisogno di utilizzare le parole.

Attraverso i gesti, le espressioni del viso, l’atteggiamento del corpo, noi comunichiamo con gli altri in tutti gli istanti della vita.

Tutti ne sono coinvolti, talvolta in modo consapevole altre volte meno.

Tutto ciò che dà informazione è comunicazione, e questo processo non si attua solamente attraverso le parole, bensì attraverso

tutto il comportamento di una persona.

Il corpo è lo strumento più immediato e spesso anche il più sincero: pensa a quanto sia difficile talvolta sostenere con

l’atteggiamento del corpo una bugia detta a parole, o quanto sia difficile nascondere uno stato d’animo (allegro, triste, arrabbiato)

o un emozione (paura, meraviglia).

Tutti noi, il più delle volte, utilizziamo i due canali (quello verbale e quello corporeo) contemporaneamente, e ciò per conferire

maggiore efficacia e maggiore chiarezza a quanto dobbiamo comunicare.

Per inviare un messaggio che diventi comprensibile agli altri, bisognerà che tu impari ad usare in modo appropriato il tuo corpo.

Sarà necessario un progetto, un’idea mentale di quello che vuoi rappresentare e, in base a questo, tu dovrai scegliere quali

movimenti saranno più adatti e quali parti del corpo dovrai utilizzare.

Sarà infine necessario che tu regoli tutto il tuo progetto nello spazio e nel tempo a tua disposizione.

Se tu dovessi rappresentare un giocatore di pallacanestro nella fase di tiro, dovresti prima farti un immagine mentale per poi

cercare i gesti tecnici necessari e le parti del corpo che rendano efficace la comunicazione: la posizione delle gambe, delle mani,

lo sguardo rivolto verso il canestro, la giusta tensione del corpo.

Il saper riconoscere ed utilizzare gli elementi fondamentali del linguaggio del corpo, rappresenta quindi il percorso di

apprendimento al termine del quale la tua abilità nel comunicare con gli altri sarà più consapevole e ricca.

Ti dovrai anche allenare a leggere il linguaggio del corpo che proviene dalle altre persone con le quali vivi.

Non si può dimenticare infatti che ogni nostro gesto ed azione, in quanto comunicazione, determina delle risposte da parte degli

altri.

Il nostro comportamento influisce cioè su quello altrui e viceversa.

Dato che durante la nostra vita noi trascorriamo la maggior parte del nostro tempo assieme alle altre persone, diventa importante

che ognuno sappia amalgamare il proprio comportamento con quello degli individui che con lui condividono spazi, azioni,

progetti.

1 Utilizzo degli elementi fondamentali del linguaggio corporeo (movimenti, gesti, atteggiamenti): riconosce quali

informazioni vengono comunicate involontariamente e volontariamente attraverso il corpo; riconosce ed utilizza gli

elementi corporei, spaziali e temporali necessari al linguaggio del corpo

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2 Rappresentazione di situazioni: utilizza il linguaggio del corpo per rappresentare situazioni da solo o con più persone

1. camminare (modi diversi di camminare denotano persone e personalità ben distinte: la persona sicura di sè, la persona

diffidente, la persona allegra, la persona triste, la persona spavalda, ecc.)

2. dividere la classe in due gruppi: un gruppo fa gara di tiri a canestro mentre l'altro gruppo osserva, invertire i ruoli

(le informazioni inviate riguardano il suo stato emotivo, le sue intenzioni, il tipo di atteggiamento)

3. osservare i professori mentre spiegano, parlano ecc.; i compagni di classe e gli allievi di altre classi

4. provare le infinite possibilità di espressione del volto

5. provare come si può ridere o tossire secondo diverse gradualità (situazione che simula uno spettacolo in cui gli spettatori

iniziano a sorridere, quindi ridacchiano, ridono continuamente, ridono a crepapelle coinvolgendo anche il corpo -

raschietto in gola, tossicchiare, tossetta continua, tosse insistente)

6. l'insegnante pronuncia una parola indicante una sensazione o uno stato d'animo e gli allievi devono, a mo' di statue,

rappresentare una delle espressioni volute: la paura, la disperazione, la gioia, la povertà, la rabbia, la serenità... utilizzando

l'espressività del volto e del corpo

7. rappresentare degli stati fisici: il dolore, il prurito, il freddo, il caldo, la fame, mi scappa la ...

8. con il proprio corpo creare una situazione in cui si immagini di spostare, spingere, trascinare, portare, lanciare, oggetti

di diverso peso e/o volume (elementi corporei necess. al linguaggio)

9. rappresentare un cameriere al ristorante che apparecchia la tavola o una persona che fa la spesa al supermercato, un giocatore

di tennis, uno schermitore, uno che lava i vetri, vernicia una parete.., una persona che va a fare una telefonata in una

cabina telefonica (elementi spaziali e temporali necess. al linguaggio)

10. creare situazioni ironiche stravolgendo gli elementi fin qui analizzati

11. gruppi di 7/8 alunni: rappresentare delle favole o storielle.

LA PERCEZIONE SPAZIO-TEMPORALE

Per percorrere una distanza in un tempo voluto bisogna saper trovare la giusta velocità, ma perché questo sia possibile bisogna

avere un’idea precisa della lunghezza della strada da percorrere e della durata del tempo a disposizione.

Praticamente in tutti gli sport, nei giochi non sportivi, ma anche in tutte le azioni della vita quotidiana, la riuscita delle nostre

azioni dipende dalla capacità di percepire i dati dello spazio e del tempo e di saperli organizzare.

Sicuramente partecipando ad un gioco ti sarà capitato di andare “fuori misura” o “fuori tempo”: volevi ricevere un passaggio e

ti sei trovato/a troppo presto o troppo tardi nel punto in cui arrivava la palla e quindi non sei riuscito/a a prenderla.

Da questo esempio piuttosto ricorrente tra i principianti ne deriva l’importanza di una preparazione che non trascuri l’allenamento

della capacità percettiva spazio-temporale.

Infatti ogni azione, ogni movimento si realizzano in uno spazio e in un tempo ben precisi.

Essere in grado di valutare le distanze, le direzioni, l’esatta posizione dei compagni e degli oggetti, il saper valutare lo scorrere

del tempo, la durata delle azioni, il momento giusto, il ritmo; essere quindi capaci di misurare e dosare la velocità e le traiettorie

è condizione indispensabile per sapersi muovere correttamente ed efficacemente.

Una buona capacità di percepire i dati spazio-temporali ti permetterà di “leggere” il movimento captando la giusta successione

e ampiezza di tutti i movimenti parziali che lo compongono, con grande beneficio sia per l’apprendimento che per l’efficacia

dell’esecuzione.

Poiché sono gli organi sensoriali a fornirci le informazioni che riguardano sia l’ambiente che il nostro corpo, risulta evidente

l’importanza di una buona educazione sensoriale per migliorare il livello delle percezioni, ma soprattutto per scoprirne tutte le

possibili potenzialità.

1 Orientamento spaziale: ha una corretta lateralità; ha coscienza del proprio spazio corporeo; occupa e utilizza

razionalmente lo spazio; si orienta nello spazio con riferimenti

Spazio corporeo (spessore, larghezza, altezza)

1. passare attraverso due ritti del salto in alto poi stringerli gradatamente fino a quando non passi nemmeno il più magro

2. passare sotto una serie di ostacoli di altezze diverse senza urtarli con nessuna parte del corpo

3. passare dentro a cerchi tenuti a diverse altezze dall'insegnante.

Lateralità

1. a coppie: lanciare una palla in un cerchio posto a terra; tirare a canestro; colpire una clavetta con la mano o calciando di

piede

2. a coppie: palleggiare a terra con una mano; lanciare una palla in alto e riprenderla con una mano (cambiare mano)

3. staffetta a slalom palleggiando di mano o calciando di piede

4. tutti contro tutti

5. a coppie: far rotolare un cerchio con una mano

6. a coppie: saltellare su un piede e disegnare con l'altro lettere e numeri.

Orientamento del corpo

1. tutti hanno un oggetto a terra; al comando porlo a destra, a sin, avanti e dietro a se stessi

2. al comando porsi davanti, dietro, a dx e a sin dell'oggetto

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 9

3. girare su se stessi in senso orario o antiorario; correre a gruppi in senso orario o antiorario

4. pallarilanciata

5. camminare e in seguito correre lentamente occupando tutto lo spazio a disposizione

6. stringere gradatamente lo spazio ma non scontrarsi mai

7. porre vari oggetti sparsi in palestra e correre senza urtarli.

Orientamento con riferimento 1. correre mantenendo la stessa distanza dal compagno davanti, dietro, di fianco

2. a coppie; A guida cambiando direzione e ritmo di corsa, B deve mantenere sempre la distanza

3. correre liberamente; al segnale avvicinarsi a....., allontanarsi da..., correre tutti dietro a..., di fianco a..., dietro a...

Utilizzo di nozioni che permettono la realizzazione di percorsi nello spazio

1. progettare rappresentandolo graficamente un percorso riconoscendo che i percorsi hanno una partenza ed un arrivo, possono

essere aperti o chiusi, possono avere uno o due sensi di marcia, possono essere rettilinei, curvilinei o misti (attrezzi

utilizzabili: 2 palloni, 8 cerchi, 3 ostacoli, 8 bacchette, un materassino, 8 clavette).

2 Orientamento temporale: sa riconoscere e riprodurre i ritmi e le cadenzedei movimenti; adatta i movimenti del corpo

a ritmi e cadenze diverse

IL RITMO DEL MOVIMENTO

Il ritmo del movimento è il modo di organizzare nel tempo la successione dei tuoi movimenti determinandone la durata, la

velocità, le pause, l’intensità.

E’ un fenomeno naturale presente in tutti, che varia da persona a persona, perché è il modo di ciascuno di noi di sviluppare il

movimento, di dargli una forma e di eseguirlo nel tempo.

Si può dire anche che il movimento in se stesso è ritmo e che non esiste fenomeno umano o della natura che si compia senza un

suo ritmo.

Pensa al ritmo della crescita delle piante, a quello delle stagioni, al ritmo in cui si succedono i giorni e le notti, al ritmo del tuo

respiro, al battito del tuo cuore, al ritmo del tuo accrescimento.

Sono tutti ritmi, cioè movimenti che seguono un loro ordine nel tempo.

Poiché aiuta a regolare e ad organizzare il movimento, il ritmo è anche educazione al movimento, dà armonia ai tuoi gesti, mette

in risalto il tuo stile.

Già quando cammini o corri segui un ritmo in cui i movimenti hanno una durata uguale (movimento cadenzato); imparare a

lavorare a ritmi diversi ti aiuta a trovare quello più adatto alle tue capacità e più utile all’attività che devi compiere.

E’ possibile ricercare il ritmo di numerosi gesti tecnici.

Se recuperi dalla tua memoria una schiacciata nella pallavolo, un salto in alto, un tiro a canestro, ti accorgerai che gli elementi

che compongono questi gesti hanno una loro organizzazione ritmica.

Riconoscere ed acquisire quindi un ritmo nei gesti, sia in quelli semplici e conosciuti, sia in quelli nuovi e complessi, rappresenta

un obiettivo importante da raggiungere.

La musica viene usata, oltre che come ispiratrice di movimenti, anche come guida, per dare al tuo dinamismo continuità, varietà

di durata e di intensità.

I temi musicali, imposti come mezzo per adeguarsi a vari ritmi, sono educativi e servono per trovare una serie di adattamenti che

migliorano la coordinazione e la perfezione del gesto.

Per concludere, conoscere il proprio ritmo, comprendere quello esterno e saper trovare la compatibilità necessaria tra i due per

poter vivere senza sconvolgimenti, è un esigenza di vita da cui dipende il nostro equilibrio psicofisico.

Ritmo del movimento

1. correre liberamente interiorizzando il proprio ritmo di corsa e mantenendolo costante, ripetere camminando o saltellando

2. variare il ritmo di corsa, più lento o più veloce

3. fare a) e b) ma riproducendo il ritmo con le mani

4. idem ma con ritmo imposto dall'insegnante

5. correre in cerchi posti ad uguale distanza: avvicinarli e allontanarli riproducendo sempre il ritmo con le mani

6. a coppie; A esegue saltelli o corse a ritmo vario, B batte le mani ogni volta che A appoggia i piedi; scambiarsi i ruoli

7. come sopra ma è B che fa il ritmo con le mani e A si adatta

8. a canestro dalla spalliera: corsa e tiro battendo le mani ad ogni appoggio.

Cadenze 1. individuare la cadenza base di un brano

2. seguire la cadenza camminando, correndo, saltando avanti, indietro lateralmente

3. seguire la cadenza muovendo altre parti del corpo

4. seguire la cadenza palleggiando

. . . . .

. . . . . .

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 10

. . . .

5. variare la cadenza base doppiandola o sdoppiandola

. . . . . . .

d s d s d s d - base -

. . . . . . .

d s d s - sdoppiata -

. . . . . . .

d s d s d s d s d s d s d - doppia -

6. abbassare il volume di un brano, continuare a camminare seguendo la cadenza, alzare il volume e verificare il sincronismo.

Strutture ritmiche

1. cerchi a terra disposti come segue:

o oooooo

o ooooooooo

eseguire due saltelli a piedi uniti con rimbalzo, due saltelli su un piede, un saltello in accosciata l_ll_l L Ll

2. seguendo il ritmo precedente, su una riga di riferimento eseguire due saltelli con rimbalzo a dx, due saltelli con rimbalzo a

sin, un saltello a dx, uno a sin e un salto con 1/2 giro in volo

l_ll_l L Ll

3. seguendo il ritmo eseguire: 3 saltelli avanti, 1 indietro, 1 avanti

3 saltelli indietro, 1 avanti, 1 indietro

l_l l ll 3 saltelli a dx, 1 a sin, 1 a dx

3 saltelli a sin, 1 a dx, 1 a sin

4. inventare una progressione su ritmi assegnati

l ll_l l l_ll_ll_l_l l l_l_l l l_l l l_l_ll_l_ll_l l.

3 Orientamento spazio-temporale: riconosce la velocità come rapporto spazio-temporale; adatta i movimenti del corpo a

diverse velocità; utilizza le traiettorie in situazioni dinamiche

1. passarsi la palla da fermi variando la traiettoria della palla e il tipo di palla

2. come sopra ma con due palloni, uno passa alto e l'altro basso contemporaneamente, anche con palle di diverso tipo

3. passarsi la palla modificando velocemente la distanza reciproca

4. metà classe a coppie, correre liberamente passandosi la palla senza scontrarsi con gli altri e senza far cadere la palla

5. a gruppi di tre, A passa la palla a B il quale la passa a C e via di seguito, sempre correndo

6. A e B si passano la palla, C deve intercettarla

7. gioco: ce l'hai con la palla

8. 2 gruppi, correre in fila; passare la linea di centrocampo nel momento in cui viene superata dal compagno corrispondente

(far comprendere il concetto di velocità anche con andature diverse, velocità = s/t)

9. metà classe: gioco dei 10 passaggi.

SVILUPPO DELLE CAPACITÀ COORDINATIVE

L’EQUILIBRIO

L’equilibrio è la qualità che permette di mantenere una posizione stabile del corpo, qualunque essa sia, in movimento (equilibrio

dinamico o in volo) o da fermi (equilibrio statico).

A differenza di una statua, il corpo umano rimane in equilibrio oscillando continuamente; sono le informazioni inviate dagli

organi sensoriali (orecchio, vista, canale cinestesico, pelle) che, arrivando al cervelletto, avvisano degli squilibri, ed è il

cervelletto che manda gli stimoli utili alla correzione della posizione.

Ciò succede quando gli squilibri sono piccoli e noi non ce ne accorgiamo (camminare e correre); se però lo squilibrio è forte, i

sensi avvisano il cervello, ed è il cervello che corregge la posizione.

In quest’ultimo caso noi ci rendiamo conto della perdita di equilibrio.

Per poter restare bene in equilibrio sono necessarie tre condizioni:

avere la base d’appoggio larga (due piedi, gambe divaricate, ecc.)

la linea verticale che passa per il baricentro (centro del peso del corpo posto circa all’altezza dell’ombelico) deve cadere

dentro la base d’appoggio

il baricentro deve essere più in basso possibile

Per allenare l’equilibrio occorre lavorare in situazioni precarie e difficili:

riducendo la superficie di appoggio del corpo a contatto con il suolo (un piede, la punta dei piedi, un ginocchio, ecc.)

riducendo la base d’appoggio degli attrezzi (trave, asse di equilibrio, ceppi, ecc.)

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 11

alzando dal suolo la base d’appoggio (trave alta, ecc.)

lavorando su basi d’appoggio mobili

escludendo la vista.

Equilibrio: riconosce ed utilizza al meglio i riflessi di equilibrio; ha un atteggiamento rilassato con un buon controllo

degli appoggi (informazioni cinestesiche, tattili, visive e labirintiche)

Test di eq. statico: 10 secondi su un piede solo ad occhi chiusi (1, 4 sec.; 2, 5 sec.; 3, 7 sec.; 4, 9 sec.; 5, 10 sec.).

Test di eq. dinamico: camminare sull'asse di eq. e tornare (1, cade + di 4 volte; 2, cade 3 o 4 v.; 3, cade 2v., no il giro; 4, cade 1

v. o gira male; 5, okay); in alternativa usare 16 ceppi.

Test di eq. in volo: saltare in un cerchio dalla trave o da una sedia e rimanervi in eq. (1, cade; 2, non mantiene la posizione; 3,

incertezza ma rimane sul posto; 4, piccola incertezza; 5, perfetto).

1. camminare normalmente, sui talloni e sulle punte, sul lato interno ed esterno dei piedi

2. arti inferiori divaricati: passare dall'appoggio sulle punte all'appoggio sui talloni; restringere la base di appoggio; ripetere

ad occhi chiusi; ripetere con gli a. i. flessi

3. dall'appoggio sugli avampiedi sollevare un arto e controllare la posizione

4. in appoggio su un piede togliere una scarpa e rimetterla

5. a terra, mantenersi in eq. sui glutei; A fa ruotare B

6. in massima accosciata: stare in equilibrio sulle braccia

7. stazione eretta: fare l'aereo

8. su un ginocchio: fare l'aereo

9. correre, al segnale arrestarsi su un piede, sulle punte, ad occhi chiusi, a gambe divaricate od unite, tese o piegate; ripetere

correndo a ritroso

10. saltellare con un piede a slalom fra le clavette reggendo l'arto libero alla caviglia in avanti e indietro

11. su due appoggi: eseguire oscillazioni con gli arti superiori, ripetere ad occhi chiusi

12. su due appoggi: eseguire piegamenti degli arti inferiori, ripetere ad occhi chiusi

13. 3 ceppi: avanzare spostando gli appoggi da soli o aiutati

14. scendere saltando da una sedia eseguendo 1/4 di giro, 1/2 giro e 1 giro intero

15. A è sulla trave o su ceppi, B gli passa la palla avanzando2 squadre divise in due gruppi posti di fronte: avanzando su due

sedie, A raggiunge B e gli consegna le sedie

16. tenere in equilibrio una bacchetta con le mani e con le dita

17. appoggiare un piede su un pallone: avanzare camminando sull'altra gamba

18. a coppie: il rodeo, la lotta dei galli

19. a coppie: A supino, B in appoggio sulle ginocchia e sulle mani di A, fronti opposte; fronte a fronte, A tiene in equilibrio B

tenendolo per le mani e con le gambe sotto l'addome di B

20. millepiedi: a gruppi di 4/5 in fila, il primo della fila corpo proteso dietro con i piedi in appoggio sulle spalle del compagno

dietro e con le braccia tese perpendicolari alle spalle, e così gli altri; l’ultimo è in quadrupedia

21. piramidi a 2/3.

LA COORDINAZIONE

La coordinazione è la qualità che permette di “comandare” il proprio corpo facendogli eseguire i movimenti voluti in modo

corretto.

Il movimento risulta coordinato se entrano in azione i muscoli utili allo scopo e nella giusta successione.

Esistono esercizi di coordinazione semplici che interessano un solo segmento ed un unica azione; ed esercizi di coordinazione

complessi che impegnano più segmenti contemporaneamente che svolgono movimenti diversi.

Per migliorare la coordinazione occorre eseguire movimenti complessi e nuovi, cioè mai eseguiti prima; inoltre è importante

svolgere gli esercizi velocemente.

La coordinazione è alla base di qualsiasi gesto sportivo; quando si fanno esercizi di forza, di equilibrio, di velocità, di corsa, di

salti, ecc. , la coordinazione non solo è necessaria ma permette di lavorare con meno sforzo e maggior rendimento.

Esistono tre tipi di coordinazione:

Coordinazione generale. Riguarda il controllo globale di tutto il corpo. Gli esercizi di coordinazione generale si basano

soprattutto sugli spostamenti del corpo nello spazio (salti, superamento di ostacoli, ecc.)

Coordinazione intersegmentaria. Si riferisce al controllo specifico dei segmenti corporei (braccia, gambe, ecc.). La

coordinazione segmentaria può essere associata se le parti del corpo si muovono nella stessa direzione e con lo stesso

ritmo; oppure dissociata se le parti del corpo si muovono in direzioni diverse e con ritmo diverso

Coordinazione oculo-muscolare. Permette di stabilire un rapporto tra il corpo (mano o piede) ed un oggetto o

bersaglio. Gli esercizi che sviluppano questo tipo di coordinazione sono tutti quelli di mira e precisione che usano la

vista per guidare il movimento degli arti.

Coordinazione: riconosce ed utilizza la coordinazione generale; la coordinazione intersegmentaria; la

coordinazione oculo-muscolare

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 12

Test di coordinazione generale: saltelli con la funicella (10 a piedi uniti con rimbalzo, 10 a piedi uniti senza rimbalzo,

10 con un piede dopo l'altro/ capovolta avanti e indietro)

Test di coordinazione intersegmentaria: saltelli dissociati braccia-gambe (1, non esegue; 2 solo un eserc.; 3, al 3^ tent.;

4 al 2^ t.; 5 al 1^t.)

Test di coordinazione oculo-muscolare: 10 tiri con la pallina da tennis dentro un settore del quadro svedese ad altezza

1,80 e distanza 2,80 o usare un bersaglio di 60 cm. per 60 cm.)

Coordinazione generale

1. tutti i tipi di corsa con due o con un piede

2. in quadrupedia: avanzare spostando gamba e braccio omologhi poi opposti

3. in quadrupedia avanzare lateralmente incrociando le mani e i piedi

4. ce l'hai in quadrupedia

5. staffetta tra due cerchi portando in quadrupedia il pallone da un cerchio all'altro

6. eseguire salti vari con la funicella (camminando e correndo av. e ind., saltelli a piedi pari, a un piede, con spostam.

laterale)

7. alunni in cerchio o in fila, un alunno al centro o davanti (se in fila) fa girare una corda a cui è legato un piccolo peso che

gli alunni saltano al suo passaggio

8. 2 alunni fanno girare una corda, gli altri in fila correndo la saltano uno alla volta.

Coordinazione generale con modello

1. A inventa un movimento semplice e B lo imita.

Coordinazione intersegmentaria 1. saltelli: piedi uniti braccia in basso, piedi divaricati braccia in alto; viceversa

2. piedi uniti braccia avanti, piedi divaricati mani alle spalle e vicev.

3. di seguito divaricare e unire le gambe, contemporaneamente le braccia vanno in basso, in fuori, sulle spalle, in alto e

ritorno

4. battere le mani sulle cosce poi toccare il naso e un orecchio con le mani incrociate oppure la fronte e una spalla

5. piedi divaricati, braccia incrociate, mani sulle spalle; piedi uniti, braccia inversamente incrociate, mani sulle ginocchia

6. far rotolare un cerchio sull'avambraccio e saltellare

7. " " due cerchi sugli avamb. aprendo e chiudendo le gambe frontalm. o sagittalm.

8. palleggiare con una mano e girare un cerchio con l'altra

9. palleggiare con un pallone e con l'altra mano lanciarne un altro.

Coordinazione oculo-muscolare 1. palleggi camminando e poi correndo

2. lanciare la palla da dietro la schiena e riprenderla davanti, e viceversa

3. lanciare la palla sotto le gambe divaricate, alzarsi e prenderla al volo

4. palleggiare un pallone di testa, con i piedi e con le mani prima contro il muro poi al volo

5. palleggiare a terra variando sempre la posizione (seduti, in ginocchio e sdraiati)

6. calciare la palla contro il muro e quando torna stopparlo

7. a coppie: passarsi un cerchio

8. con un pallone mirare un bersaglio con le mani e poi con i piedi

9. a gruppi: bowling con 6 clavette.

ESTRATTO DA "LINEE GUIDA PER UN CORRETTO STILE DI VITA"

Prima parte

In Italia un Gruppo di esperti, costituito presso l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) ha

elaborato le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana, mirate a definire e divulgare le informazioni di base per una

alimentazione equilibrata e mirata al benessere.

I punti chiave delle Linee guida per una sana alimentazione italiana sono i 10 seguenti:

1. Controlla il peso e mantieniti sempre attivo

2. Più cereali, legumi, ortaggi e frutta

3. Grassi: scegli la qualità e limita la quantità

4. Zuccheri, dolci bevande zuccherate: nei giusti limiti

5. Bevi ogni giorno acqua in abbondanza

6. Il sale? Meglio poco

7. Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata

8. Varia spesso le tue scelte a tavola

9. Consigli speciali per persone speciali

10. La sicurezza dei tuoi cibi dipende anche da te.

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 13

1. Controlla il peso e mantieniti sempre attivo

Il peso corporeo rappresenta l’espressione tangibile del bilancio energetico tra entrate ed uscite caloriche. L’energia viene

introdotta con gli alimenti ed è utilizzata dal corpo sia durante il riposo, sia durante l’attività fisica. Se si introducono più calorie

di quante se ne consumano, l’eccesso si accumula nel corpo sotto forma di grasso, determinando un aumento di peso oltre la

norma, sia nell’adulto che nel bambino. Se invece si introduce meno energia di quanta se ne consuma, il corpo utilizza le sue

riserve di grasso per far fronte alle richieste energetiche. Quantità eccessive di grasso corporeo costituiscono un pericolo per la

salute: tanto maggiore è l’eccesso di peso dovuto al grasso, tanto maggiore è il rischio. L’eccesso di grasso corporeo può essere

di vario grado. Il grado più lieve viene classificato come sovrappeso; seguono l’obesità moderata e l’obesità grave. Il rischio per

la salute diviene concreto nella categoria della obesità moderata e cresce sensibilmente con l’aumentare del peso. Problema

contrapposto all’obesità è quello dei disturbi del comportamento alimentare (DCA), dei quali i più noti sono l’anoressia e la

bulimia. I mass media propongono modelli di figure femminili filiformi e figure maschili palestrate e scultoree.

Per stile di vita fisicamente attivo, idoneo a prevenire l’obesità e gli altri rischi per la salute, si deve intendere innanzitutto un

tipo di comportamento che dia la preferenza, nell’espletamento delle attività quotidiane, all’uso dei propri muscoli piuttosto che

all’uso di macchine, in modo da produrre dispendio energetico attraverso la sudorazione.

I PIACERI DELLA TAVOLA TRADOTTI IN SUDORE

Se per un’ora ... bruci...

Nuoti 500 kcal

Corri 450 kcal

Vai in bicicletta 300 kcal

Passeggi 200 kcal

Dormi 60 kcal

Leggi ad alta voce 80 kcal

Canti 100 kcal

Lavi i piatti 120 kcal

Lavi il pavimento 160 kcal

Scendi le scale 600 kcal

Fai sci di fondo 500 kcal

Rifai il letto 300 kcal

Guardi la tv 30 kcal

Passi l’aspirapolvere 180 kcal

Cucini 100 kcal

Guidi il motorino 100 kcal

Giochi a tennis 450 kcal

Balli 300 kcal

SUGGERIMENTI

Il tuo peso dipende anche da te.

Pesati almeno una volta al mese controllando che il peso sia nei limiti consigliati dal tuo medico. Riportalo gradatamente entro

tali limiti qualora non vi rientri.

Abituati a muoverti di più ogni giorno: cammina, sali e scendi le scale, svolgi piccoli lavori domestici, ecc. Evita le diete

squilibrate o molto drastiche del tipo fai da te, che possono essere dannose per la tua salute. Una buona dieta dimagrante deve

sempre includere tutti gli alimenti in maniera quanto più possibile equilibrata.

2. Più cereali, legumi, ortaggi e frutta

Questi alimenti sono importanti perché apportano carboidrati (soprattutto amido e fibra), ma anche vitamine, minerali ed altre

sostanze di grande interesse per la salute. Inoltre i cereali, e soprattutto i legumi, sono anche buone fonti di proteine. Numerosi

studi hanno dimostrato che un’alimentazione ricca di cereali, legumi, ortaggi e frutta protegge dalla comparsa di numerose

malattie.

SUGGERIMENTI

Consuma quotidianamente più porzioni di ortaggi e frutta, e aumenta il consumo di legumi sia freschi che secchi.

Consuma regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali,(meglio se integrali) evitando di aggiungere troppi condimenti grassi.

Quando puoi scegli prodotti ottenuti a partire da farine integrali e con la semplice aggiunta di crusca o altre fibre.

Seconda parte

3. Grassi: scegli la qualità e limita la quantità

Le quantità di grassi presenti negli alimenti, sia in forma visibile (grasso del prosciutto, della bistecca, ecc.) che invisibile (grasso

del formaggio,ecc.), variano da un prodotto all’altro e vanno da valori molto bassi (intorno all’1% in svariati prodotti vegetali e

in certe carni e pesci particolarmente magri) fino a valori molto alti nei condimenti: l’85% nel burro e nella margarina e il 100%

in tutti gli oli. Tutti i grassi sono uguali sul piano dell’apporto di energia, ma sul piano della qualità possono essere molto diversi.

Infatti varia la loro composizione chimica, ed in particolare quella in acidi grassi (che possono essere saturi, insaturi, trans). La

diversa qualità dei grassi può avere effetti importanti sullo stato di nutrizione e di salute dell’uomo. A temperatura ambiente i

grassi saturi sono prevalentemente solidi (burro, strutto), quelli insaturi liquidi (olio di oliva). È preferibile l’uso di grassi insaturi

a quelli saturi perché questi ultimi possono favorire l’insorgenza di alcune malattie dell’apparato cardiocircolatorio.

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 14

SUGGERIMENTI

Modera la quantità di grassi ed oli che usi per condire e cucinare.

Limita il consumo di grassi da condimento di origine animale (burro, lardo,strutto, panna, ecc..).

Preferisci i grassi da condimento di origine vegetale, soprattutto olio extravergine d’oliva e oli di semi.

Usa i grassi da condimento preferibilmente a crudo ed evita di riutilizzare i grassi e gli oli già cotti.

Non eccedere nel consumo di alimenti fritti.

Mangia più spesso il pesce, sia fresco che surgelato (2-3 volte a settimana).

Tra le carni, preferisci quelle magre ed elimina il grasso visibile.

Se ti piacciono le uova ne puoi mangiare fino a 4 per settimana, distribuite nei vari giorni.

Tutti i formaggi contengono quantità elevate di grassi: scegli comunque quelli più magri, oppure consumane porzioni più

piccole.

Se vuoi controllare quali e quanti grassi sono contenuti negli alimenti, leggi le etichette.

4. Zuccheri, dolci, bevande zuccherate: nei giusti limiti

Nell’alimentazione abituale le fonti più importanti di zuccheri sono gli alimenti e le bevande dolci.

Gli zuccheri semplici forniscono energia subito disponibile e sono i responsabili dei rialzi glicemici rapidi e immediati. Gli

zuccheri complessi forniscono energia più diluita nel tempo. Per questo concorrono al mantenimento della glicemia entro livelli

compatibili con un regime di vita sano.

SUGGERIMENTI

Modera il consumo di alimenti e bevande dolci nella giornata, per non superare la quantità di zuccheri consentita.

Tra i dolci preferisci i prodotti da forno della tradizione italiana, che contengono meno grasso e zucchero e più amido, come ad

esempio biscotti, torte non farcite, ecc.

Utilizza in quantità controllata i prodotti dolci da spalmare sul pane o sulle fette biscottate (quali marmellate, confetture di

frutta, miele e creme).

Limita il consumo di prodotti che contengono molto saccarosio, e specialmente di quelli che si attaccano ai denti, come

caramelle morbide, torroni, ecc.. Lavati comunque i denti dopo il loro consumo.

Se vuoi consumare alimenti e bevande dolci ipocalorici dolcificati con edulcoranti sostitutivi, leggi sull’etichetta il tipo di

edulcorante usato e le avvertenze da seguire.

SPORT E VITA SOCIALE: ALLENARSI AL RISPETTO DELLE REGOLE Per allenarmi a vivere bene devo innanzitutto conoscere ciò che sono, ma anche imparare le regole sociali ed ambientali e

rispettarle, altrimenti non potrò partecipare, cioè prendere parte , alla vita quotidiana. Non conoscere le regole, significa, infatti,

non poter agire nell’ambiente sociale che ci circonda. Se non conosco le regole della pallacanestro non posso prendere parte al

gioco; allo stesso modo, se non conosco e non rispetto le regole sociali non mi integrerò, non sarò un cittadino consapevole e

rispettoso dei diritti degli altri. Esistono regole dettate dalla necessità di coesistere, di vivere insieme con gli altri, in mezzo agli

altri ed all’ambiente che ci circonda. Ecco dunque che il rispetto delle regole apprese nell’attività sportiva può allargarsi al

rispetto dell’ambiente in cui si vive. Su una pista di atletica tutti i corridori girano in senso antiorario, non è ammissibile che un

atleta corra in senso opposto; così come in autostrada è impensabile che si vada contromano e si pretenda di essere nel giusto.

Fair play

Nel Codice Europeo di Etica Sportiva, elaborato nel maggio 1992 dai Paesi dell’Unione Europea e adottato ufficialmente dal

Consiglio d’Europa vi è inserita la definizione del fair play (il gioco leale). Fair play significa molto di più che il semp lice

rispetto delle regole. Esso incorpora i concetti di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Il fair play è un modo di

pensare, non solo un modo di comportarsi. Esso comprende la lotta contro l’imbroglio, contro le astuzie al limite della regola, la

lotta al doping, alla violenza (sia fisica che verbale), a molestie sessuali e abusi verso bambini, giovani o verso le donne, allo

sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità, alla commercializzazione eccessiva e alla corruzione. Il fair play è un

concetto positivo. Il Codice riconosce lo sport quale attività socio-culturale che arricchisce la società e l’amicizia tra le nazioni,

a condizione di essere praticata lealmente. Lo sport viene anche riconosciuto quale attività che, praticata in modo leale, offre agli

individui l’opportunità di conoscere se stessi, di esprimersi e di raggiungere soddisfazioni, di ottenere successi personali,

acquisire capacità tecniche e dimostrare abilità, di interagire socialmente, divertirsi, raggiungere un buono stato di salute. Con la

sua vasta gamma di società sportive e di operatori volontari, lo sport è occasione di partecipazione e di assunzione di

responsabilità. Inoltre, un coinvolgimento consapevole in alcune attività può contribuire a promuovere la sensibilità nei riguardi

dell’ambiente.

CARTA DEL FAIR PLAY

1. Fare di ogni incontro sportivo, importa poco la posta in palio e la rilevanza dell'avvenimento, un momento

privilegiato, una sorta di festa;

2. Conformarmi alle regole ed allo spirito dello sport praticato;

3. Rispettare i miei avversari come me stesso;

Educazione Fisica 1^ Media - Prof. Flavio Miscioscia Pag. 15

4. Accettare la decisione degli arbitri e dei giudici sportivi, sapendo che come me, hanno diritto all'errore, ma fanno di

tutto per non commetterlo;

5. Evitare la cattiveria e le aggressioni nei miei atti, nelle mie parole o nei miei scritti;

6. Non usare artifizi né inganni per ottenere il successo;

7. Restare degno nella vittoria come nella sconfitta;

8. Aiutare ognuno, con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione;

9. Soccorrere ogni sportivo ferito o la cui vita è in pericolo;

10. Essere realmente un ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi qui affermati.

Le singole persone hanno le seguenti responsabilità:

- comportamento personale

1. avere un comportamento esemplare che costituisca un modello positivo per i bambini e i giovani; non premiare in alcun modo

i comportamenti sleali, nè adottarli personalmente, nè chiudere gli occhi su quelli di altri; applicare sanzioni appropriate

contro ogni comportamento sleale;

2. garantire che il proprio livello di formazione e di qualificazione sia adatto ai bisogni dei bambini in funzione dei diversi livelli

di impegno sportivo;

- azioni verso i giovani

1. garantire che la salute, la sicurezza e il benessere dei bambini o dei giovani atleti vengano prima di ogni altra considerazione

come il successo - anche per interposta persona - o la reputazione della scuola, della società sportiva, dell'allenatore o del

genitore;

2. far vivere ai bambini un'esperienza di sport che li incoraggi a partecipare per tutta la vita ad una sana attività fisica;

3. evitare di trattare i bambini semplicisticamente come piccoli adulti, essere coscienti delle trasformazioni fisiche e psicologiche

implicate nella maturazione giovanile e di come questi cambiamenti influiscono sulla prestazione sportiva;

4. evitare di imporre a un bambino aspettative sproporzionate alle sue possibilità;

5. mettere in risalto il piacere e la soddisfazione di fare sport, e non esercitare pressioni indebite contrarie al diritto del bambino

di scegliere liberamente sulla sua partecipazione;

6. dedicare un interesse uguale ai giovani con maggiore o minore talento; sottolineare e premiare, oltre che i successi agonistici

più evidenti, la progressione individuale e l'acquisizione di capacità personali;

7. incoraggiare i più piccoli a elaborare propri giochi con proprie regole, ad assumere il ruolo di allenatore, giudice

di gara e arbitro oltre che quello di partecipante; a elaborare propri incentivi e sanzioni per il fair play o per atti

di slealtà, ad assumersi la responsabilità personale delle proprie azioni;

8. fornire ai giovani e alle loro famiglie la maggiore informazione possibile sui rischi e sui benefici potenziali relativi

al raggiungimento di elevate prestazioni sportive.

Conclusione

Il fair play é essenziale se si vuole riuscire a promuovere e sviluppare lo sport e la partecipazione. La lealtà nello sport - il fair

play - è benefica per l'individuo, per le organizzazioni sportive e per la società nel suo complesso.

Abbiamo tutti la responsabilità di promuovere il FAIR PLAY, IL MODO VINCENTE (chi gioca lealmente è sempre vincitore).

L’ELOGIO DELL’IMPEGNO Da sempre lo sport è stato usato come metafora e immagine della vita. Ne sono un esempio espressioni come: “le tappe della

vita” - “il mondo del pallone” - “la vita è una corsa ad ostacoli” - “la vita come una gara”. Ma la parola che meglio simboleggia

il rapporto vita-sport è impegno.

Leggiamo una testimonianza sul significato profondo di questo termine, che sintetizza lo spirito con cui dobbiamo affrontare la

vita.

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Lettera ai giovani di Rita Levi Montalcini (1909 - 2012, è stata una neurologa e senatrice a vita italiana, Premio Nobel per

la medicina nel 1986; testo liberamente tratto)

… Un atteggiamento ottimista e sereno vi aiuterà in tutti i momenti della vita. Il periodo dell’adolescenza è il più bello ma anche

il più difficile. La sfiducia nelle proprie capacità è causa di angoscia e di dubbi sulle proprie potenzialità. Tuttavia la mia lunga

esperienza e il quotidiano contatto con i giovani mi hanno convinta che gli adolescenti differiscono gli uni dagli altri nell’impegno

con il quale affrontano il compito che è stato dato loro e che si sono prefissi. “I care” (io mi impegno) è il motto che il grande

educatore Don Lorenzo Milani affisse sulla porta nella scuola che aveva istituito nel paese di Barbiana. L’impegno è infatti la

più potente molla che permette di superare i più ardui ostacoli. Ricordatevi che la vita non va mai vissuta nel disimpegno.

Le difficoltà che si devono affrontare e superare sono quelle dell’inserimento in un mondo dai molteplici aspetti come quello

odierno. L’impegno, la fiducia in voi stessi, la serenità ed il coraggio nell’affrontare le difficoltà, sono le doti che io mi augurerei

ognuno di voi possedesse.