Programma d'Espinosa | Stagione 15_16

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GAETANO D'ESPINOSA direttore EMMANUEL ROSSFELDER chitarra MICHELE MARASCO flauto XXXV STAGIONE CONCERTISTICA _15_16

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Gaetano d'Espinosa direttore | Emmanuel Rossfelder chitarra | Michele Marasco flauto | Firenze | Teatro Verdi | 15 aprile 2016 | Figline V.no (16), Empoli (18), Piombino (19), Pistoia (20), Poggibonsi (21)

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GAETANO D'ESPINOSAdirettore

EMMANUEL ROSSFELDERchitarra

MICHELE MARASCOfl auto

XXXV STAGIoNE CoNCERTISTICA_15_16

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fondazioneorchestra regionaletoscana

Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidenteFrancesca Bardelli vice presidenteElisa Burlamacchi Nazzareno CarusiClaudio Martini

Revisore Unico Vittorio Quarta

* Il Consiglio di Amministrazione e il Revisore unico si sono insediati il 3 dicembre 2015 e resteranno in carica per 5 anni, come previsto dallo Statuto.

Direttore generaleMarco Parri

Direttore servizi musicaliPaolo Frassinelli

Direttore comunicazioneRiccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraisingElisa Bonini

AmministrazioneSimone Grifagni, Cristina Ottanelli

Ufficio del personalePatrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni

SegreteriaStefania Tombelli | Direzione GeneraleTiziana Goretti | Direzione ArtisticaAmbra Greco | Area Comunicazione

Servizi tecnici OrchestraFrancesco Vensi, Angelo Del Rosso

Ospitalità e sala Teatro VerdiFulvio Palmieri, Paolo Malvini

Palcoscenico Teatro Verdi Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti

Personale di sala Lisa Baldi, Martina Berti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Massimo Duino, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Alessandro Iachino, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Jibril Sheikh Oyaye, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone

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XXXV STAGIONE CONCERTISTICA

direttore artistico

direttore principaledirettore e compositore in residencedirettore onorario

Giorgio Battistelli

Daniele RustioniTan DunThomas Dausgaard

ICOstituzioni

oncertisticherchestrali

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GAETANO D'ESPINOSAdirettore

EMMANUEL ROSSFELDERchitarra

MIChELE MARASCOfl auto

Registrazioni e produzioni audio a cura di

FIRENZE, TEATRO VERDI *

venerdì 15 aprile 2016 ore 21.00

FIGLINE VALDARNO, TEATRO GARIBALDI

sabato 16 aprile 2016 ore 21.00

EMPOLI, PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

lunedì 18 aprile 2016 ore 21.00

PIOMBINO, TEATRO METROPOLITAN

martedì 19 aprile 2016 ore 21.00

PISTOIA, TEATRO MANZONI

mercoledì 20 aprile 2016 ore 21.00

POGGIBONSI, TEATRO POLITEAMA

giovedì 21 aprile 2016 ore 21.00

* concerto trasmesso in diff erita da Rete Toscana Classica

FERRuCCIO BuSONIDivertimento per fl auto e orchestra op.52

JOAQuÍN RODRIGOConcerto d'Aranjuez

Allegro con spiritoAdagioAllegro gentile

***

ANTONÍN DVOŘÁKSinfonia n.7 in re minore op.70

Allegro maestosoPoco adagioScherzo. VivaceFinale. Allegro

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GAETANO D'ESPINOSA

È considerato uno dei direttori d'orche-stra più promettenti della nuova generazione. Classe 1978, nato e cresciuto a Palermo, si è diplomato in violino e perfezionato in seguito con Salvatore Accardo all'Accademia Walter Stauffer di Cremona.Dal 2001 al 2008 è stato Konzertmeister della Staatskapelle di Dresda, con cui ha anche eseguito, in veste di solista, il suo Concerto per violino ed orchestra d'archi sotto la direzione di Christian Arming.In questo periodo risale anche il suo debutto come direttore d'orchestra alla Konzerthaus di Berlino, e l'incontro de-terminante con Fabio Luisi, che lo invita

come suo assistente a Vienna e più tardi al Pacific Music Festival di Sapporo. Nel maggio 2010 debutta con grande successo alla SemperOper di Dresda con La Traviata, dirige inoltre la Philharmonia di Praga, la Filarmonica di Poznan, le orchestre da camera di Dresda e Berlino, la Brandenburgisches Staatsorchester, la Thüringen-Philharmoniee la Kremerata Baltica. È questo l’inizio di una folgorante carriera che lo porta, in meno di due anni, ad essere invitato a dirigere le più prestigiose orchestrequali Kremerata Baltica, Opera de Lyon,Graz Oper, Prague Philharmonia, Poznan Philharmonic, Dresden Chamber

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Orchestra, Orchestra di S.Cecilia, Verdi di Milano, Orchestra del San Carlo di Napoli, Orchestra del Massimo di Palermo, Orchestra della Fenice di Venezia, Kammerorchest Berlin, NHK Symphony Orchestra Tokyo, Gunma Symphony Orchestra, Osaka Japan Century Orchestra,Tokyo Metropolitan Symphony, MaggioMusicale Fiorentino, Opera de Limoges,Orchestre de Chambre de Lausanne, Orchestre de l’Ile de France, Symphonie-orchester Basel, Bamberger Symphoniker. Nella stagione 2011/12 debutta con due nuove produzioni all’Opera di Graz, dirigendo Otello e Maria Stuarda, dirige poi concerti a Praga, Trieste, Venezia, Genova, Poznan ed una nuova produzio-ne del Trittico a Lione; nell’estate 2013 Cavalleria Rusticana alle Terme di Cara-calla mentre proprio in questo periodoè reduce da un tour di successo in Giappone che lo ha visto anche protagonista per la seconda volta in carriera alla guida della NHK Symphony Orchestra di Tokyo. Ha diretto La Traviata ed una nuova pro-duzione di Norma alla Fenice di Venezia,e Rigoletto all’Opera di Roma. Tra i prossimi impegni il ritorno all’Orchestra Sinfonica della RAI e la partecipazione al Nagoya Festival in Giappone per la produzione del Flauto Magico.

EMMANuEL ROSSFELDER

A tre anni i suoi genitori gli regalarono una piccola chitarra di plastica, che finda subito abbandonò perché più attrattodalla chitarra "a secco" di sua madre, musicista anche lei. Dall'età di cinque iniziò così lo studio della chitarra classi-ca, strumento che in seguito sarebbe stato scelto per le sue curve e il suo suono.I genitori non vollero influenzarlo, sostenendo il suo gusto per la musica e incoraggiando lo studio. La sua sorpren-dente facilità, la motivazione, il carattere ludico e comunicativo lo portarono rapidamente a esibirsi nei primi concerti.A 14 anni vince il Gold Medal al Conservatorio di Aix-en-Provence sotto la guida di Thomas Bertrand, riconosci-mento che lo selezionò come il chitarri-sta più giovane mai ammesso nella classedi Alexandre Lagoya al Conservatoire National Superieur de Musique a Parigi. Si instaura così un rapporto privilegiato tra il maestro e l'allievo; Emmanuel si dedica ad una sconfinata ammirazione per Lagoya, il quale a sua volta si prodi-ga altrettanto all'insegnamento di una specifica tecnica della mano destra che aveva lavorato con Ida Presti: "Emmanuel dà alla chitarra un potente tono, virtuosismo, emozione e fantasia, che già fanno di lui un grande artista".

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Si distingue grazie a numerosi concorsi internazionali in particolare nel 1993, con il primo premio delle FMA JI e il premio speciale Pierre Salvi consegnato dal Ministro della Cultura Francese; è vincitore del Fondation d’Entreprise Groupe Banque Populaire nel 1998, del Découverte Classica (2001), del Révélation Classique da ADAMI (2002) e nel 2004 del Classical Music Victories nella categoria solista rivelazione dell'anno. La passione di Rossfelder è sempre stata quella di entrare in contatto con i suoi ascoltatori, offrendo al pubblico l'oppor-tunità di scoprire ed ascoltare la gamma e le capacità della chitarra. Ciò lo ha portato ad esibirsi sui più grandi palco-scenici non solo francesi ed europei, ma anche in Giappone, Corea, Brasile, Argentina, Africa, Stati uniti.Ha registrato 8 cd, esplorando il repertorio della chitarra e l'esecuzione di varie trascrizioni originali e il dvd Récital, ampiamente acclamato dalla stampa e dalla critica, ricevendo ottime recensioni su Diapason e su Le Monde de la Musique. L'uscita del suo ultimo album Virtuoso è dedicata alle opere virtuosistiche della chitarra e alle opere audaci di Paganini.

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MICHELE MARASCO

Michele Marasco è uno dei più noti flautisti d’oggi.Decisivi per la sua formazione gli incontri con il compositore Luciano Berio, con i direttori Harnoncourt e Norrington, con i flautisti Fantini, Klemm, Nicolet. Solista in sale prestigiose come la Carnegie Hall a New York, la Kioi Hall di Tokyo, la Salle Pleyel a Parigi, il Parco della Musica a Roma, La Scala e la Sala Verdi a Milano, si è esibito per i maggiori festival europei: Wien Modern, Salisburgo, Maggio Musi-cale Fiorentino, Biennale di Venezia.Rilevante la sua attività discografica con oltre 15 cd registrati in gran parte dal vivo per Arts, Capstone, Diapason, Falaut, Frame, Nuova Era, Ricordi, Stradivarius.Diverse le sue prime esecuzioni di musi-che di autori contemporanei come Berio, Cavallari, Donatoni, Einaudi, Hoffman, Maresz, Olivero, Sciarrino.Primo flauto dell'ORT è stato solista dell’Opera di Zurigo, della Radio di Lipsia, di Santa Cecilia a Roma, della Filarmonicadella Scala, e si dedica attivamente all’insegnamento presso la Scuola di Musica Il Trillo a Firenze, e alla promo-zione dei giovani musicisti. Molti dei suoi allievi sono docenti nei conservatori e licei musicali italiani, o prime parti nelle migliori orchestre europee.

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Nel 1919 Busoni aveva fatto ritorno nella sua amata Berlino, nella casa di Viktoria-Luise-Platz dove ancora una targa lo ricorda come Musiker, Denker, Lehrer (musicista, pensatore, insegnan-te), dopo aver trascorso a Zurigo, nella neutrale Svizzera, gli anni di guerra, lui che, italiano di nascita (era nato a Em-poli nel 1866) ma tedesco per elezione, sarebbe stato considerato un nemico in tutte e due le nazioni. Ciò che fu causa per Busoni, che "sognava in italiano ma pensava in tedesco", come a Zurigo confidò all'amico romanziere Stefan Zweig, di un profondo e insanabile tor-mento. In realtà Busoni, dopo la fine del conflitto, aveva aspettato invano l'invito a ricoprire una cattedra come docente di composizione in qualche grande conservatorio o accademia italiana, per lavorare a quell'opera di rinnovamento della musica italiana e dei suoi studi che già si era proposto accettando nel 1913 la carica di direttore del Liceo Musicale di Bologna, esperienza bruscamente interrotta dalla guerra. Ma l'invito non era giunto, mentre uno analogo gli era stato rivolto dalla berlinese Akademie der Kunste. Ecco dunque Busoni di nuovo a Berlino, dove avrebbe ridato vita alla sua cerchia di allievi, amici ed

estimatori e organizzato nuovi eventi, e avrebbe avuto fra gli allievi, tra gli altri, anche il giovane Kurt Weill, continuan-do intanto a lavorare all'opus magnum, il Doktor Faust, interrotto dalla morte nel 1924 e completato dall'allievo Philipp Jarnach. Nel suo fondamentale studio su Busoni, Sergio Sablich, a proposito del gruppo di piccoli lavori che affiancano la composizione del Doktor Faust come parentesi rasserenanti nella tormentataimpresa faustiana, scrive: "Sono opere, queste, che nella loro trasparenza forma-le, [...] nulla tradiscono delle segrete an-gosce degli ultimi anni di vita di Busoni e degli sforzi sovrumani per varcare, con il Doktor Faust, le soglie dell'inesprimibile". Il Divertimento in si bemolle per flauto solista e piccola orchestra (archi, coppie di oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe, timpani, triangolo) op.52 fu scritto nel 1920 per un grande flautista dell'epoca, Philippe Gaubert (noto anche come direttore, compositore e didatta), ed ebbe la sua prima esecuzione il 13 gen-naio 1921 alla Singakademie, luogo caro a Busoni che vi aveva tenuto e organiz-zato alcuni memorabili concerti nei suoi primi anni berlinesi, come abbiamo avuto modo di ricordare a proposito della Lustspielouverture già proposta

FERRuCCIO BuSONI(Empoli 1866 - Berlino 1924)

Divertimento per flauto e orchestra op.52

durata: 9 minuti circa

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in questa stagione, e ora ritornò a farlo (del Divertimento op.52 esiste anche una fortunata riduzione per flauto e piano-forte realizzata nel 1923 proprio da Kurt Weill). Aleggia sull'opera, fin dal termi-ne "divertimento", un'aura mozartiana che la accomuna ad altri lavori dello stesso periodo, dal gemello Concertinoper clarinetto op.48, anch'esso già pre-sentato in questa stagione, al Duettino Concertante per due pianoforti che rielabora il finale del concerto pianistico K.459. Nel Divertimento essa si esprime attraverso l'intenso dialogo fra solista, orchestra e strumenti solistici o sezioni distinte dell'orchestra, ma soprattutto negli spunti umoristici e baldanzosi, ad esempio le trombe e timpani, tipiche in-fiocchettature dei concerti "militari" del Salisburghese a cui in particolare questa composizione sembra guardare. Il Divertimento è costruito come un unico movimento senza soluzione di continuità in ciò che all'inizio (Allegro misurato) sembra una mimesi neoclas-sica di forma sonata il cui tema princi-pale, esposto dall'orchestra fra timbri frastagliati di archi, legni e ottoni, è caratterizzato appunto da un conciso incipit marziale di chiara derivazione

mozartiana. Poi però la composizione prende alcune ulteriori articolazioni interne, comicamente punteggiate da alcune ben squadrate cadenze accordali,evidenziando al suo interno una sezio-ne più ondeggiante e rapsodica (Andan-te sostenuto), con nuove idee condivise dagli archi, e tornare poi al clima inizia-le con la conclusione, brillante e squil-lante anche se il Divertimento si chiude sottovoce, come il Concertino op.48, con una mossa arguta e un po' sorniona. Le efflorescenze dello strumento solista potrebbero rivelare l'attenzione di Busoni alla nuova evidenza accordata a questo strumento (che nel repertorio austro-tedesco riveste un ruolo com-plessivamente marginale) dalla musica francese della sua generazione, Debussy in testa, che Busoni ben conosceva: e infatti, come si è visto, il dedicatario è un eminente flautista francese.

Elisabetta Torselli

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JOAQuÍN RODRIGO(Sagunto 1901 - Madrid 1999)

Concerto d'Aranjuez

durata: 21 minuti circa

Anche Rodrigo, come tutti i compositorispagnoli da Albeniz in poi, ebbe a Parigila fase più sostanziale della propria formazione. Nel suo caso si trattò addi-rittura di due soggiorni: il primo, fra il 1927 e il 1934, per studiare composizione con Paul Dukas alla École Normale de Musique, il secondo, qualche anno dopo,per una formazione musicologica con André Pirro e Maurice Emmanuel. Tornò definitivamente in Spagna solo nel 1939, al termine della guerra civile. Dunque anche Rodrigo può innestare senza sforzo apparente la rigogliosa talea del canto nazionale con i suoi ritmi, le sue accensioni espressive, i suoi lan guoriestenuati, i suoi colori esasperati, nel tronco francesizzante del rigoroso con-trollo sulle strutture for mali, sugli orga-nismi timbrici, sulla sapienza dell'arti gia-nato. Anzi, a dire il vero, in Rodrigo questo equi librio assume connotati estre-mi e talora un po' manie ristici data la sua totale adesione a modelli neoclassici, sovente con toni di inappagabile nostal-gia, di strug gente e malinconico distacco. Sembra quasi che - ci si perdoni l'ardito e forse impudente parallelo - la con dizio-ne fisica di Rodrigo, cieco dall'età di tre anni, fosse diventata anche una condizio-

ne dell'anima sem pre rivolta, musical-mente, verso un mondo di equili bri forbiti e di gentilizia cavalleria solo im-maginabile e del tutto fuori dalla portata dei sensi contemporanei. Non altrimenti è classificabile anche la sua opera più celebre, il Concerto d'Aranjuez, se solo si pensa che fu scritta nel 1938-39 mentre l'Europa intera era squassata dalla più cupa violenza. Ad essa Rodrigo oppo ne il calore della luce, il franco piglio casti-gliano dei temi, la baldanza vitalistica dei ritmi, la stravaganza capricciosa delle ornamentazioni che innervano tan to la parte solistica che quella orchestrale. È un rifu giarsi nella dimensione della memoria (Aranjuez è una cittadina della Nuova Castiglia celebre per il Real Sitio residenza reale del XVIII secolo), è una professione di fede nella vita - incapaci però entrambi di arrivare mai a sostanza di umanesimo, proprio perché non san no rinunciare al puro colore e al godi-mento epider mico - dai quali è permeato tutto il primo movimento. Nel celeberri-mo Adagio la nostalgia appassionata del canto ispanico trasforma anche la tintin-nante chitar ra in un superbo veicolo di commozione lirica capa ce di equilibrare l'enfasi non troppo nascosta delle accen-

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sioni a tutta orchestra. L'Allegro gentile conclu sivo trova toni di più svagata leggerezza nel costante gioco di staccati della chitarra, nelle sue più determi nate evoluzioni virtuosistiche, in alcuni pas-saggi orche strali di incisiva ironicità.

Claudio Proietti

La fortuna professionale di Antonín Dvořák comincia verso il 1873, in coin-cidenza di una profonda crisi creativa che lo porta a distruggere molte delle opere fino a quel momento composte; da lì in avanti si distanzia dal wagner-ismo che l'aveva a lungo irretito per ri-tornare sui modelli classici di Beethoven e Schubert, mentre grazie all'influsso del connazionale Bedřich Smetana, padre del nazionalismo musicale cèco, inizia a maneggiare e rielaborare il folklore della terra natia. Questo nuovo corso artistico gli procura diversi riconosci-menti, tra cui una borsa di studio del governo austriaco assegnatagli da una commissione di cui fanno parte anche il compositore Johannes Brahms e il critico musicale Eduard Hanslick. Due figure temibili: l'uno poco indulgente con i colleghi, l'altro sempre ferocissimo con la penna. Eppure Dvořák va loro a genio; e Brahms, che ne apprezzava temperamento e originalità di idee, lo raccomanda perfino al proprio editore Simrock. È così che, a fine anni Settanta, il nome del musicista prende a circolare in Europa e negli Stati uniti – dove si stabilirà tra 1892 e il 1895, e scriverà la sua pagina più celebre, la Sinfonia n.9

ANTONÍN DVOŘÁK(Nelahozeves 1841 – Praga 1904)

Sinfonia n.7 in re minore op.70

durata: 40 minuti circa

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avendo ben presente la sua terra e le esigenze di libertà e autodeterminazione che vi si esprimevano («Amore, Dio e Patria» erano le parole che gli frullavano per la testa durante la composizione). Tuttavia il fatto che il color locale risulti qui alquanto sbiadito non deve stupire, poiché raramente Dvořák inserisce nelle sue opere citazioni letterali di canti po-polari, preferendo piuttosto riformulare in maniera soggettiva gli schemi melo-dici caratteristici del melos contadino. Dunque la Settima intende offrirsi come una sorta di manifesto politico (occulta-to: in quanto l'intento nazionalistico si ricava dalle dichiarazioni d'intenti del compositore più che dall'ascolto), però articolato sulla base di linguaggio e architetture di matrice austro-tedesca, cioè espressione di un mondo da cui la Boemia aspirava ad affrancarsi sul piano culturale e amministrativo. Il che annacqua il messaggio progressista della Settima. Del resto Dvořák non poteva far diversamente, avendola pensata per la circolazione internazionale (in Europa il genere della sinfonia parlava da sempre una sola lingua, il tedesco) ed essendo, lui, devoto alla tradizione musicale germanica incarnata in quel

Dal nuovo mondo. Ma il suo primo, vero trionfo internazionale data al 1883, quando a Londra viene eseguito lo Stabat Mater. un successo talmente smisurato che l'anno dopo Dvořák è in-vitato dalla Royal Philharmonic Society a dirigere la sua sesta sinfonia, mentre gliene viene commissionata una nuova per il 1885. Sarà quella in re minore che oggi conosciamo come Settima, ma che allora risultava essere la seconda, dato che il compositore aveva ripudiato le prime quattro e che ancora lasciava la quinta in un cassetto.Parecchi giudicano la Settima un capo-lavoro del sinfonismo ottocentesco. E in effetti si tratta di una partitura ben riuscita, spontanea, delicata, forme arro-tondate e sguardo sereno, che per traspa-renza di scrittura pare voltarsi verso certi scenari apollinei alla Mozart e alla Schubert o verso l'arioso respiro en plein air della Pastorale di Beethoven, anche se non le è affatto estraneo l'esempio della recente Terza di Brahms di cui si colgono infiltrazioni in alcune piegature della melodia e dell'armonia. Viceversa, non si scorgono in evidenza particolari tinteggiature cèche, benché l'autore dichiari di aver concepito quest'opera

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momento da Brahms.La sinfonia si apre con un «Allegro maestoso», il cui tema principale ombro-so e afflitto, un'angoscia profonda che per un attimo chiude la gola, giustificail sottotitolo Del tempo torbido apposto all'opera dall'autore, il quale tuttavia intendeva riferirsi specialmente alla mestizia del secondo movimento, «Poco Adagio». La ragione di tale appellativo va ricercata nella serie di lutti familiari (primo quello della figlia maggiore, ultimo quello della madre) che aveva colpito Dvořák a partire dal 1876. Comunque, a parte che nel tema doloroso dell'inizio, i lutti sembrano essere stati oramai elaborati, giacché per il resto la Settima si sviluppa serafica, tersa, strutturata su tre fasce timbriche ben distinte (tappeto d'archi limpido e fluente; sbalzo penetrante dei legni che fanno librare nell'etere motivi freschi,luminosi; ottoni a far da collante cremoso tra i due gruppi di strumenti) che conferiscono ampiezza di respiro e levità alle frasi melodiche, tanto da evo-care, all'immaginazione dell'ascoltatore, pacificanti prospettive naturalistiche, foreste vaste, ombrose d'alberi, chiome investite da una brezzolina primaverile

e, in lontananza, le montagne carezzate da qualche raggio di sole. Durante lo Scherzo, terzo movimento, questo paes-aggio agreste si anima di danzatori che intrecciano un furiant, ballo popolare cèco caratterizzato dall'alternarsi di bat-tute in ritmo binario e ternario. L'ultimo movimento della Settima è un «Allegro» dal nobile piglio brahmsiano. un grande balzo che poi si ripiega tortuosamente su se stesso ne costituisce l'idea por-tante. Tema di segno tragico che motiva, anch'esso, il nomignolo della sinfonia.

Gregorio Moppi

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI

6MAGGIOvenerdì

ore 21.00

Berio_Rendering (1989-90)Brahms_Sinfonia n.2 op.73

19MAGGIOgiovedì

ore 21.00

DANIELE RUSTIONI direttore

FRANCESCA DEGOviolinomusiche di Rossini, Paganini, Schumann

THOMAS DAUSGAARDdirettore

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VIOLINI PRIMI

Andrea Tacchi *Paolo Gaiani **Angela AsioliGabriella ColomboClarice CurradiMarcello D'AngeloAlessandro GianiSusanna Pasquariello Marco Pistelli Gianluca Stupia

VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi *Franziska Schötensack *Francesco Di Cuonzo **Stefano BianchiPatrizia BettottiPaolo Del LungoMarian EllemanChiara Foletto

VIOLE

Stefano Zanobini *Giulia Panchieri *Caterina Cioli **Alessandro Franconi Sabrina Giuliani Pier Paolo Ricci

VIOLONCELLI

Luca Provenzani *Augusto Gasbarri *Stefano BattistiniSimone CentauroGiovanni Simeone

CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi *Luigi Giannoni **Simone Prando

FLAUTI

Fabio Fabbrizzi *Silvia Marini

OBOI

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *

CLARINETTI

Marco Ortolani *Enzo Biagio Giuffrida *

FAGOTTI

Paolo Carlini *umberto Codecà *

CORNI

Andrea Albori *Paolo Faggi *Alberto BertoniEolo Pignattini

TROMBE

Donato De Sena *Guido Guidarelli *

TROMBONI

Paolo Masi *Marcello Angeli Sergio Bertellotti

TIMPANI

Morgan M.Tortelli *

PERCUSSIONI

Ivan Pennino

ISPETTORE D’ORChESTRA E ARChIVISTA

Alfredo Vignoli

* prime parti ** concertino

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Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio.Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e uto ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart,

tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali, interpretati con egregi musicisti di fama internazionale, si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento, con una posizione di privilegio per Rossini, e l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto.

una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records.

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COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

ATTENZIONE: DUE IMPORTANTI VARIAZIONI DI CALENDARIO

■ ANNULLATO IL CONCERTO DEL 12 MAGGIOA causa di problemi tecnici indipendenti dalla nostra volontà, l'Orchestra di Hannover ci comunica la sua impossibilità ad essere in Italia per il prossimo maggio. Ci vediamo dunque costretti, nostro malgrado, ad annullare il concerto del 12. Ai nostri abbonati offriamo la possibilità di sostituire questo appuntamento con uno degli altri tre concerti rimanenti della stagione (15 aprile - 6 maggio - 19 maggio) oppure di scegliere tra uno dei tre appuntamenti previsti a giugno (venerdì 10, venerdì 17 e giovedì 30) alla Villa Medicea La Petraia a Castello. A chi avesse acquistato il singolo biglietto offriamo la stessa possibilità di cambio o

il rimborso. Altre informazioni presso la biglietteria o attraverso il personale di sala del teatro anche in occasione dei nostri concerti, oppure sul sito internet www.orchestradellatoscana.it o telefonicamente al numero 055 2340710.

■ CAMBIO DATA PER L'ULTIMO CONCERTO DELLA STAGIONE

È stato annunciato da tempo, ma ricordiamo ancora una volta, che l'ultimo concerto della stagione (Daniele Rustioni / Francesca Dego) inizialmente previsto per il 24 maggio, è stato anticipato a giovedì 19 maggio. I biglietti e gli abbonamenti finora emessi restano validi per cui non è necessario fare alcunché se non segnarsi la nuova data.Invariato il programma degli altri appuntamenti in Toscana (18 Poggibonsi, 20 Siena, 21 Figline Valdarno).

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CON L'ORT ALLA MOSTRA DELL'ARTIGIANATO Tutti gli spettatori (abbonati e non) dei concerti ORT al Teatro Verdi di Firenze del 5 e/o del 15 aprile, potranno entrare, nei giorni festivi e prefestivi dal 23 aprile al 1 maggio, all’80.ma edizione della Mostra dell’Artigianato con un biglietto di ingresso di € 4,00 € invece di € 6,00 e nei giorni feriali di € 2,50 anziché € 4,00. Basta esibire alle biglietterie di Firenze Fiera, l’abbonamento alla stagione concertistica 2015-2016 che includa almeno uno dei due concerti, oppure il biglietto di ingresso a una delle due serate. Dal 1931 la Mostra rappresenta la prima fi era dell’artigianato certifi cata in Italia e da 80 anni ospita i più grandi maestri artigiani all’interno della prestigiosa Fortezza da Basso. Quest’anno anche tu potrai entrare in fi era a ingresso ridotto. Non perdere l’occasione!

L'ORT E IL 79.mo MAGGIO MFBIGLIETTI A PREZZO SPECIALEAnche quest'anno partecipiamo al Festival del Maggio Musicale Fiorentino con un concerto in programma sabato 14 maggio ore 20.00 al teatro dell'Opera di Firenze.Daniele Rustioni dirige il toccante Requiem di Mozart, e Cantus di Arvo Pärt. È prevista una promozione speciale riservata a tutti gli abbonati ORT:- 20% di sconto per tutti gli eventi del Festival 2016 accessibile esclusivamente con acquisto on line, utilizzando il codice sconto, che potrete ricevere scrivendo a [email protected] 20% di sconto limitato al solo concerto del 14 maggio se l'acquisto viene eff ettuato presso la biglietteria del teatro dell'Opera di Firenze. In questo caso è necessario presentare il proprio abbonamento nel momento dell'acquisto.

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WhY WORRY PER IL 25 APRILEIl tradizionale appuntamento con il Concerto del 25 aprile è dedicato quest'anno al film Why Worry (1923) di Fred Newmeyer e Sam Taylor con protagonista Harold Lloyd. La colonna sonora è stata composta nel 2014 da Carl Davis che sarà il direttore della nostra orchestra nell'esecuzione dal vivo al Teatro Verdi. La storia narra di un ricco ipocondriaco che va in vacanza in un paese tropicale e si trova coinvolto suo malgrado dentro una rivoluzione. Promosso dalla Regione Toscana, il concerto è ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Gli inviti sono già in distribuzione presso la biglietteria del Teatro Verdi, ma possono essere scaricati anche in pdf direttamente dal sito dell'ORT:www.orchestradellatoscana.it

VILLA PETRAIA A GIUGNOHanno ottenuto grande successo lo scorso anno gli appuntamenti dell'ORT programmati a Villa La Petraia. Situata nella zona collinare di Castello, è ritenuta una delle più belle e celebrate ville medicee, collocata in una posizione panoramica che domina la città di Firenze. Tre i concerti programmati quest'anno: - venerdì 10 giugno 2016 ore 21.30Daniele Giorgi direttore e violinoStefano Zanobini viola- venerdì 17 giugno 2016 ore 21.30Claire Gibault direttoreMarco Ortolani clarinetto- giovedì 30 giugno 2016 ore 21.30Andrea Tacchi concertatore e violinoAugusto Gasbarri violoncelloAlessio Galiazzo oboeUmberto Codecà fagottoIl programma dettagliato è già disponibile sul sito (sezione notizie).

COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

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SEGUITECI ANCHE QUANDO NON SIETE IN TEATRO

SITO INTERNET Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. È anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube e Pinterest). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali:www.orchestradellatoscana.it

I PROGRAMMI SU ISSUU Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo:issuu.com/orchestradellatoscanaChi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.

AUDIO SU SOUNDCLOUD Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It!Ci trovate a questo indirizzo:soundcloud.com/orchestradellatoscana

LE FOTO DEL CONCERTO Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografi ca che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.

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Crediamo che la cultura rappresentiun volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione.

La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa.

Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.

SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA

Scegli il tuo sostegno all’ORT!

MY ORT € 50,00SOSTENITORE € 100,00AMICO € 250,00ELITE € 500,00

Sul sito www.orchestradellatoscana.it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente

IBAN IT 75 S061 6002 8001 0000 0010 505

E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori.

Inoltre destinando il 5 PER MILLE

all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486

Ufficio [email protected]

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CoNTATTIFONDAZIONE ORChESTRA REGIONALE TOSCANA Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it

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Amministrazionedirezioneamministrativa@orchestradellatoscana.itServizi [email protected]

TEATRO VERDI Via Ghibellina, 99 - 50122 FirenzeBiglietteriaVia Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiusotel. (+39) 055 212320fax. (+39) 055 288417www.teatroverdionline.it [email protected]

PROGRAMMA DI SALA A CURA DI

ufficio Comunicazione ORT

IMPAGINAZIONE

Ambra Greco

PROGETTO GRAFICO

kidstudio.it

FOTO

Riccardo Musacchio e Flavio Ianniello (copertina, 5) - Xavibes (7) - Fantasy Firenze (8) - Per Morten Abrahamsen (15) - Marco Borrelli (17, 22)

STAMPA

Grafiche Martinelli (Firenze)

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