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PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO GRUPPO SCOUT – AGESCI - ROMA 99 PARROCCHIA S.AGAPITO – V.LE DELLA VENEZIA GIULIA, 21. L’obiettivo primario della proposta scout è quello di educare ad essere buoni cittadini e buoni cristiani contribuendo alla crescita di persone significative e felici. Scopo dell’educazione scout è quello di migliorare la qualità dei nostri futuri cittadini, di sostituire l’egoismo con il servizio La comunità capi del gruppo scout Roma 99 è formata da persone che hanno scelto di essere educatori dell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani)- “associazione giovanile educativa, che si propone di contribuire alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scoutismo, ideato da Baden Powell, adattato ai ragazzi e alle ragazze, nella realtà sociale italiana di oggi, nel tempo libero e nelle attività extra- scolastiche” (Statuto Agesci) 1 . 1 Per una breve sintesi della suddivisione della proposta scout nelle diverse fasce d’età vi rimandiamo all’allegato [1] del presente Progetto educativo Figura 1. Ottobre 2007: Come Eravamo! La nascita del nuovo fazzolettone

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PROGETTO EDUCATIVO DI GRUPPO

GRUPPO SCOUT – AGESCI - ROMA 99

PARROCCHIA S.AGAPITO – V.LE DELLA VENEZIA GIULIA, 21.

L’obiettivo primario della proposta scout è quello di

educare ad essere buoni cittadini e buoni cristiani

contribuendo alla crescita di persone significative e felici.

Scopo dell’educazione scout

è quello di migliorare la qualità

dei nostri futuri cittadini,

di sostituire l’egoismo con il servizio

La comunità capi del gruppo scout Roma 99 è formata da persone che hanno scelto di essere

educatori dell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani)- “associazione giovanile educativa, che

si propone di contribuire alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scoutismo, ideato da Baden

Powell, adattato ai ragazzi e alle ragazze, nella realtà sociale italiana di oggi, nel tempo libero e nelle attività extra-

scolastiche” (Statuto Agesci)1.

1 Per una breve sintesi della suddivisione della proposta scout nelle diverse fasce d’età vi rimandiamo all’allegato [1] del presente Progetto educativo

Figura 1. Ottobre 2007: Come Eravamo! La nascita del nuovo fazzolettone

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La scelta di educare nell'AGESCI poggia sulla ferma e consapevole adesione alle tre “grandi scelte” che

il Patto associativo pone alla base dell’essere capo: la scelta scout, la scelta cristiana, la scelta politica2.

Ciascuna Comunità Capi, sulla base di esigenze educative emerse dall’analisi dell’ambiente in cui opera,

individua

• le aree di impegno prioritario

• gli obiettivi

• i percorsi educativi ritenuti più idonei

ed elabora dunque un Progetto Educativo di Gruppo (PEG).

Tale progetto ha come soggetti:

• i ragazzi

• il territorio

• la parrocchia

• il gruppo

cosi come analizzati in un dato momento storico: per questo il PEG deve essere uno strumento flessibile,

cioè qualcosa che possa essere verificato e modificato in itinere sulla base dell'evolversi di persone e

situazioni al contorno.

La mentalità progettuale, ovvero la capacità di analizzare ciò che ci sta intorno e cercare delle risposte, è

uno dei valori principali che lo scoutismo propone ai ragazzi, come aspetto essenziale del loro divenire

adulti consapevoli, attivi e responsabili.

Nel progetto, infatti, si concentrano la speranza, l’ottimismo nel futuro, la volontà di cambiare ciò che

ci sta intorno, l’idea di essere in prima persona artefici di quei cambiamenti e progressi che come buoni

cittadini e buoni cristiani vogliamo determinare nonostante le difficoltà attuali.

Il progetto è un sogno fatto con i piedi ben piantati a terra. Per questo la Comunità Capi, come sempre,

ha fondato il proprio lavoro su una duplice analisi:

� l'analisi delle risorse

� l'analisi d’ambiente, ovvero del territorio su cui insiste il gruppo (quartiere e parrocchia) e dei

ragazzi.

In questa fase sono stati utilizzati i seguenti strumenti:

� concorso fotografico intitolato “Il territorio dove vivi: criticità, potenzialità e ricordi” rivolto a famiglie

e ragazzi del gruppo e della parrocchia;

� tavola rotonda sulle tematiche del concorso fotografico con la partecipazione di Don Maurizio

Bartolucci (Parroco di Sant’Agapito), Stefano Veglianti (Ass. Lavori Pubblici ex municipio VI),

Orizia Bruganelli (Associazione La Maison), Augusto Sergenti (Centro sociale anziani Villa

Gordiani), Luana D'Annibale (Assistente Sociale ex municipio VI) di Legambiente, della Scuola

Popolare di Musica di Villa Gordiani e del Gruppo Scout ROMA 99

� tre whorkshop sul tema “EDUCARE”: “i no che aiutano a crescere” animato dalla Dr.ssa Giovanna

Appodia; “l'importanza di educare alle scelte” animato da Sergio Cametti, capo scout; “il ruolo di guida

del genitore e dell'educatore nella crescita” animato dal Dott. Ignazio Punzi, psicoterapeuta.

2 Per la sua centralità come punto di riferimento dell’intera associazione, trovate il Patto Associativo all’ allegato [2] del presente Progetto educativo, oppure al sito istituzionale AGESCI ( www.agesci.org ) area Downloads

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ANALISI

ANALISI DELLE RISORSE

La nostra Comunità Capi:

I Capi Gruppo

“ La Capo Gruppo ed il Capo Gruppo, d’intesa con l’Assistente ecclesiastico di Gruppo ed

avvalendosi dell’aiuto della Comunità Capi, curano in particolare:

a) l’attuazione degli scopi e l’animazione della Comunità Capi;

b) i rapporti con gli altri Gruppi e l’Associazione, in particolare nell’ambito della Zona;

c) la partecipazione dei soci adulti alle occasioni formative ed ai momenti di democrazia associativa

di Zona e Regione;

d) i rapporti con associazioni, enti ed organismi civili ed ecclesiali presenti nel territorio in cui agisce

il Gruppo;

e) la gestione organizzativa ed amministrativa del Gruppo.

La Capo Gruppo ed il Capo Gruppo, congiuntamente, hanno la rappresentanza legale del Gruppo.”3

ANDREA CATALANI: Sono nato nel 1983 e lo scoutismo ha accompagnato la mia crescita di uomo sin dal 1991 quando sono entrato in branco. Dopo l’avventura del Reparto e la strada fatta in branca R/S nel 2004 ho preso la partenza. Nel 2006 sono entrato in questa Comunità Capi che mi ha assegnato il sevizio con i ragazzi del reparto come capo reparto per 6 anni, e poi con i ragazzi della Branca R/S. Svolgo il mio servizio anche nel settore specializzazioni dell’Agesci e nella Formazione Capi in Zona. Sono uno storico e in particolare mi preoccupo di storia ambientale, da qualche anno mi si annovera tra i precari della scuola e dopo il Servizio Civile Nazionale collaboro con la Biblioteca della Società Geografica Italiana. Appena posso mi piace mettermi in viaggio con Alice.

3 Art.21 Statuto Agesci agg.2006

Figura 2. Pasqua 2014: Il ROMA 99 Oggi!

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ALESSANDRA MAGGESI: sono architetto e desidero mettere al

servizio degli altri il mio senso del bello e del pratico. Mi piace l'arte in ogni

sua forma, soprattutto quella figurativa, viaggiare con lo zaino in spalla un

piede dopo l'altro. Lo scautismo mi ha conquistato a 8 anni e da allora non

mi molla. E' un atteggiamento che porto con me, con il quale sono cresciuta

e trovo molto bello riconoscerlo in chi, come me, vive facendosi guidare

dalla promessa scout. Accompagnando i ragazzi in questo percorso mi sono resa conto, quasi come

una rivelazione, quanta ricchezza ci sia nelle loro mani e mi onora far parte di questo. Il servizio con i

ragazzi in questo territorio è uno dei modi in cui ho deciso di contribuire alla felicità delle persone,

alla costruzione della società e all' edificazione del Regno.

DON MAURIZIO BARTOLUCCI: nato a Roma l’11.08.1956. Ho sempre frequentato la mia parrocchia di origine (S. Bartolomeo Apostolo a Borgata Ottavia) e cresciuto nel gruppo giovani mi sono poi dedicato all’animazione dei gruppi giovanili. Ho lavorato in una Compagnia di Assicurazioni per 14 anni, ma evidentemente Qualcuno aveva pensato per me un altro tipo di “lavoro”. Così sono entrato in seminario alla veneranda età di 37 anni (non è mai troppo tardi!).

Sono diventato sacerdote nel 1999 e sono stato vice parroco prima nella Parrocchia di S. Filippo Neri, poi in S. Paola Romana, poi a Nostra Signora di Guadalupe ed ora sono Parroco a S. Agapito.

Lo staff L/C

ANGELA BLONDA (AKELA): Da 40 anni SCOUT, ho avuto il dono di sperimentare il mio servizio in tutte le branche ed anche in altri incarichi associativi. Più passa il tempo più ho la convinzione che l’esperienza dello scautismo sia una delle migliori occasioni per condividere e realizzare SOGNI, per questo mi piace ricordare Don Giorgio Basadonna che affermava: “lo scautismo è un’esperienza che, se vissuta bene, uno se la gode tutta la vita”. Attualmente sono capo campo nelle specializzazioni per la base di Bracciano e svolgo nel ruolo di aiuto il servizio nella branca L/C del mio gruppo. Sono

un’insegnante e madre di due capi dell’associazione.

ALESSANDRO BRUNO (Bagheera): Il mio cammino scout è iniziato

al RM98, quando avevo 8 anni, e dopo vari spostamenti la strada mi ha

portato nella comunità capi del RM99, dove da tre anni svolgo il mio

servizio nella branca L/C. Mi piace pensare che non sia soltanto io ad aver

deciso di percorrere la strada del Capo Educatore, ma che sia stato guidato

nella scelta da "colui" che ci guida ogni giorno. Fin dagli ultimi anni di clan

ho sempre cercato di rendere il servizio e l'aiuto al prossimo il punto

cardine delle mie scelte, abbracciandolo anche con la mia professione da

infermiere.

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FRANCESCO BALDASSARI (KAA): Sono sposato con Licia e abbiamo due

figli Damiano e Davide.Sono scout da quando avevo 11 anni Quando avevo 21 anni

(età della foto) sono entrato in Comunità Capi al Roma 92 e ho fatto servizio fino

al 1998. In questo periodo ho partecipato a due campi formazione CAPI per la

branca Esploratori e Guide e Rover e Scolte. Nel 1997 ho cominciato un altro

tipo di servizio per il mio territorio: sono stato eletto all’allora consiglio della

sesta circoscrizione e sono stato amministratore locale fino al 2006. Ritenendo

conclusa quella esperienza nel 2006 non mi sono più candidato e mi sono dedicato

al lavoro e alla famiglia. Nel luglio del 2011 mi sono laureato in Giurisprudenza.

Nel ottobre del 2014 ho deciso di rimettermi in gioco avendo valutato con Licia e

i bambini che questa nuova avventura avrebbe arricchito tutta la famiglia. P.S.

Sono appassionato collezionista di libri, francobolli e materiale scout.

PAOLA CICCAGLIONI (WONTOLLA): Ciao, sono Paola. Sono una capo scout da una decina di anni e ho vissuto con entsusiasmo e impegno gli anni della nostra nuova Avventura

a Sant'Agapito. Per il gruppo sono stata un pò di anni capi reparto e per un triennio maestra dei

novizi; negli scorsi due anni mi sono presa uno stop&go in concomitanza con l'elezione a un

ruolo nell'Agesci regionale. Quest'anno sono tornata a fare servizio in gruppo e, in particolare, in

branco dato che sentivo la mancanza di un servizio a stretto rapporto con i ragazzi, linfa vitale

della scelta di servizio di ogni capo scout. Se guardo al nostro gruppo vedo una realtà che, da un

lato, cresce con continuità anche grazie alla presenza costante dei genitori e, dall'altro, che si

rinnova costantemente e sono felice di essere parte di tutto questo. Per chi non mi conosce, sono

una persona solare ma anche molto riflessiva, all'inizio un pò sulle mie ma divento un fiume di

parole quando mi sento a mio agio. Nella vita sono una giurista e mi dedico con dedizione a migliorare un pò il mondo nel

mio lavoro. Infine, dulcis in fundo, sono sposata da un anno e qualche mese con Simone (quasi) ovviamente scout anche

lui!

Lo staff E/G

PAOLA STORCE’: Sono nata nel 1968 e nel 1986 (in età non proprio tenera) mi sono

avvicinata al grande gioco dello scautismo iniziando il mio cammino in branca R/S. Sono entrata in

Comunità Capi nel 1990 svolgendo poi il mio servizio in branca E/G, R/S, L/C, e, per alcuni anni,

nel settore specializzazioni dell’AGESCI. Negli ultimi 6 anni ho svolto il servizio di Capo Gruppo, da

quest’anno sono tornata a ricoprire il ruolo di Capo Reparto, dopo aver vissuto a lungo “con gioia e

lealtà insieme al branco” il ruolo di Kaa. Di mestiere faccio l'insegnante: per alcuni anni ho lavorato come

docente di sostegno per l'inclusione di alunni in situazione di disabilità e dal 2008, con l'immissione in

ruolo, son tornata a vestire i panni del docente curricolare (di matematica e fisica).

Mi piace la musica e da molti anni frequento la Scuola Popolare di Musica di Villa Gordiani.

MAURIZIO TRULLI: Vivo con passione i miei sogni, condividendo i miei ideali e la mia fede con mia moglie, certo così di poter donare Amore e superare l’impossibile. La ricerca di una continua formazione mi aiutano inoltre a svolgere nel miglior modo possibile il mio lavoro di system engineering. Il mio servizio in associazione comprende il mandato di Capo Gruppo e di Capo Reparto. Negli ultimi anni ho prestato servizio in associazione anche come Incaricato alla Fo.

Ca. di Zona e di aiuto Capo Campo CFT.

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ALICE RINALDI CERONI: Sono nata nel 1985, sono scout da quando avevo 8 anni, e se fate un po’ i conti non è poi passato così tanto tempo. Sono cresciuta nel gruppo IMOLA 2 e sono entrata in Co.Ca. nel 2007. Adottata da Roma, per studio e lavoro da. quasi 7 anni, non ho però ancora perso l’accento romagnolo. Qui ho anche avuto l’opportunità di crescere come capo svolgendo il mio servizio prima in branco e da qualche anno in reparto. Nella vita di tutti i giorni volo tra Roma e Londra per lavoro: sono una junior account per una società internazionale.

Lo staff R/S

ANDREA CATALANI: vedi sopra

ALESSANDRA MAGGESI: vedi sopra

Da qualche tempo il nostro gruppo può contare sull’aiuto e la vicinanza di amici

vecchi e nuovi:

DON GIUSEPPE CANGIANO:

SERGIO BARTOLUCCI

ROBERTA BRUNO

AGNESE TORRE

LEONE ANTENONE

ADRIANO FRUSCINI

ALESSIO MAZZEI

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ANALISI D’AMBIENTE

� Analisi del TERRITORIO e della REALTA’ PARROCHIALE

Territorio adiacente alla parrocchia di Sant’Agapito, in Viale della Venezia Giulia

21.

Caratteristiche emerse:

• densamente popolato • presenza di parchi, anche archeologici • presenza di altre associazioni • servizi • immigrazione • consulta handicap • forte percentuale di studenti fuori sede • poca partecipazione dei giovani alla parrocchia • parrocchia decentrata rispetto al quartiere

� Analisi dei RAGAZZI

• bambini imperatori: se da una lato i bambini appaiono sempre più

refrattari alle regole, dall'altro i genitori sembrano sempre meno in grado di dire “no” ai figli;

• paura di sognare: i ragazzi manifestano il timore di lanciarsi in avventure nuove e si chiudono nel proprio mondo con le proprie ansie e cecità;

• accontentarsi della mediocrità; • situazioni familiari eterogenee sia dal punto di vista dell'estrazione sociale

che dal punto di vista della composizione; • poca essenzialità; • impegno: soprattutto da piccoli sono super-impegnati tra sport e varie

attività (incubo della noia); nel crescere acquistano più libertà, non riuscendo sempre a gestire il proprio tempo in maniera piena e costruttiva (playstation, centro commerciale, tv…). Difficoltà a gestire e mantenere gli impegni presi;

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• omologazione, in particolare nella formazione di opinioni personali e originali. È importante quello che dice il gruppo e la tv (non sempre modelli positivi);

• nuove forme di comunicazione legate alle nuove tecnologie: rapporti falsati, vissuti nel mondo virtuale; rapporto con l’altro sesso sottovalutato nella sua pienezza; solitudine latente;

• multietnia; • riscoperta della parrocchia come luogo di incontro da frequentare e vivere

serenamente; • senso di inadeguatezza, fragilità e solidità delle scelte.

IL PROGETTO EDUCATIVO

Partendo dalle analisi svolte nei mesi scorsi – analisi dei ragazzi, del territorio e

delle risorse- abbiamo estrapolato quelli che sono stati definiti “bisogni

educativi”, ovvero le esigenze, le problematiche, le carenze dei ragazzi del nostro

gruppo, sui quali la nostra comunità capi vuole intraprendere un lavoro

educativo più mirato.

Il passo successivo è stato quello di raggruppare tali bisogni, riflettendo sulle loro

connessioni, e da questo lavoro di sintesi, abbiamo riflettuto su quali sono le

“priorità” sulle quali la nostra Comunità Capi sceglie di lavorare per i prossimi

anni: tali priorità, per la loro ampiezza possono essere viste come dei macro

obiettivi.

Nel concreto la nostra riflessione ha portato a considerarne come prioritari:

Bisogni

Priorità

Obiettivi

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• l’educare alla scelta consapevole

• l’educare all’accoglienza

• l’educare all’essenzialità.

Sarà su queste priorità che l’intero gruppo, e cioè sia la comunità capi che le

branche lavoreranno in questi anni, ovviamente ciascuna secondo lo stile che le

contraddistingue.

In comunità capi, poi, partendo da tali macrobiettivi si è sceso a suddividere tali

priorità in obiettivi educativi più concreti e verificabili.

Ci siamo poi interrogati su quali strumenti tipici del metodo scout rispondano

più efficacemente a tali obiettivi. Gli staff di unità porranno particolare attenzione

a questi riferimenti concretizzandoli con l’utilizzo degli strumenti tipici per le varie

fasce d’età (lupetti e coccinelle – esploratori e guide – rover e scolte)

Ci è sembrato utile, infine, aggiungere alcuni altri riferimenti che potessero

rendere più gestibile e controllabile il lavoro: la definizione delle modalità di

verifica, la voce “risorse e minacce”.

Gli obiettivi sono triennali e sarà cura delle unità declinare ogni singolo obiettivo

in base alle esigenze che emergeranno in fase di programmazione annuale.

Nella stessa ottica, la predefinizione delle modalità e dei tempi di verifica ci

consentirà di avere sempre presenti e chiari gli indicatori e i modi con i quali

saremo chiamati a verificare il perseguimento degli obiettivi, nonché a darci delle

coordinate temporali effettive.

L’ultima voce che ci è sembrato utile inserire, definita “risorse e minacce” vuole

costituire una sorta di contenitore aperto in cui inserire, sia inizialmente che nel

corso del tempo, spunti da utilizzare, positività riscontrate, esigenze, nuove

riflessioni sui ragazzi, nonché eventuali ostacoli e problematiche che

riscontreremo durante il lavoro.

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BISOGNI

EDUCATIVI

PRIORITA'

OBIETTIVI TRIENNALI

STRUMENTI

MODALITA' DI

VERIFICA

RISORSE MINACCE

- difficoltà a scegliersi degli impegni e a portarli a termine - bisogno di sentirsi protagonisti - omologazione delle idee (gruppo/media) - difficoltà a darsi obbiettivi alti, accontentandosi della mediocrità. - società dell’immagine -bisogno di svincolarsi dalle regole degli adulti - approccio critico alla fede

EDUCARE alla SCELTA CONSAPEVOLE

-capacità di sognare e di progettarsi con positività guardando al futuro. - valorizzazione del modello di comportamento scout come alternativa possibile e positiva - saper essere attenti a ciò che accade - essere in grado di formarsi una opinione libera, manifestarla, condividerla, attuarla. - autonomia come capacità di autoregolamentarsi - responsabilità - scoprire la gioia del messaggio di Gesù - fortificare la consapevolezza di appartenere alla comunità cristiana

- Progressione personale unitaria

-uniforme - gestione del bene comune: dalla sede alla città

- conoscenza del messaggio

- concorrere alla formazione di una identità parrocchiale.

condivisione semestrale in comunità capi

delle situazione delle branche

uscite di comunità capi

curiosità

coinvolgimento delle famiglie

rifiuto totale delle regole

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BISOGNI

EDUCATIVI

PRIORITA'

OBIETTIVI TRIENNALI

STRUMENTI

MODALITA' DI

VERIFICA

RISORSE MINACCE

- accoglienza di sé - inadeguatezza - educazione alimentare - società dell'immagine - accoglienza dell'altro - accettare le diversità superando i pregiudizi -rapporti autentici - conoscere e saper gestire le proprie emozioni - affettività e identità di genere - fede: amare l'altro

EDUCARE all' ACCOGLIENZA - di sé - dell’altro

- aprirsi con serenità stabilendo rapporti trasparenti e autentici - sentirsi, in prima persona, chiamati ad accogliere - vedere la diversità come una ricchezza riconoscendo e valorizzando i talenti altrui - riconoscere il cibo come dono e ricchezza, e veicolo di comunione fraterna - capire che accogliere è amare, ciò che ci chiede Gesù: somigliare a Papà

- attenzione alle piccole gioie di ciascuno

- comportamenti non emarginanti

- trapasso nozioni

- cultura enogastronomica (sapere i sapori)

- no agli sprechi (attenzione a chi non ha cibo) - cultura del dialogo - preghiera comunitaria

condivisione semestrale in comunità capi

delle situazione delle branche

uscite di comunità capi

- (M) Non accettare i cambiamenti del proprio corpo - coinvolgimento delle famiglie

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BISOGNI

EDUCATIVI

PRIORITA'

OBIETTIVI TRIENNALI

STRUMENTI

MODALITA' DI

VERIFICA

RISORSE MINACCE

- vivere l’essenzialità come valore quotidiano - attenzione nel rapporto con le cose di cui si dispone - rapporto corretto con il proprio corpo come dono di Dio - Riscoprire il senso e la bellezza della vita all’aria aperta - consumismo dell'esperienza VS qualità

EDUCARE all' ESSENZIALITA'

- valorizzare la bellezza delle piccole cose - apprezzare e rispettare il valore delle cose - sperimentare il gusto di dire “questo l’ho fatto io” (abilità manuale) - cultura ecologica - natura come libro di Dio - Riscoprire i pochi e semplici gesti che ci avvicinano a Dio

- cura del dettaglio - cura del materiale - attenzione agli sprechi - attenzione al cibo- in particolare in uscita - raccolta differenziata - riciclaggio - preghiera comunitaria - spiritualità scout

condivisione semestrale

in comunità capi delle situazione delle

branche

uscite di comunità capi

coinvolgimento delle famiglie

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COMUNITA' CAPI

“L'essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore.”

-Il piccolo Principe-

Antoine de Saint-Exupéry

BISOGNI FORMATIVI - Comunità di adulti in crescita che sperimentano continuamente e concretamente il metodo scout e vivendolo e amandolo, scelgono di educare attraverso esso. - Impegno ad essere testimoni efficaci, in primis, dell’accoglienza, essenzialità e della consapevolezza delle scelte. - Educare come atto politico, per cambiare le cose intorno e “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato” (B.P) - Educare come missione e vocazione personale. - Speranza e ottimismo: credere nei ragazzi! - Educare alla fede nell’idea di “essere chiamati a far sentire ai ragazzi il buon profumo di Cristo” (Don Tonino Bello)

VITA DI COMUNITA’ CAPI - incontri di confronto con persone esterne - formazione permanente - valorizzazione momento di verifica al ritorno dai Campi di formazione - confronto sui macro-obiettivi attraverso i riferimenti alla metodologia di branca - condivisione dei programmi di branca e del "Progetto del Capo" - confronto sui cambiamenti associativi e sui “temi caldi” della società in cui viviamo - trapasso nozioni - verifiche vissute in stile scout (uscite, giochi, . . .)

GRUPPO e CRITICITA'

- L/C - E/G - R/S

crescita numerica visibilità

TERRITORIO In continuità con il lavoro svolto attraverso il precedente PEG, intendiamo continuare a far sentire la nostra presenza nel quartiere facendoci portatori della nostra specificità. Consapevoli che nel nostro stesso territorio operano anche altre realtà, desideriamo continuare nel percorso di collaborazione già intrapreso, convinti che sia bello mettere insieme le risorse di tutti per “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”

mettersi in rete

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Riabbracciamo il Sogno con la Realtà

“(…) Non offriamo ulteriori sponde a questa crisi che già si sta prendendo troppo. I sogni no. Ci sono necessari. Non mi riferisco ai sogni che ci raggiungono di soppiatto nel sonno, misteriosi e insondabili, ma a quelli che ci scelgono da svegli. Penso a quelli che non si oppongono alla realtà, che non la fuggono, ma la vogliono reinventare, anticipandone le mosse. Questi sogni sono il mezzo di trasporto che utilizza il nostro “indicibile” per arrivare a noi, sono l’onda di nuovo che ci smuove da ogni possibile situazione di ristagno, sono il richiamo, irresistibile, di qualcosa che ci fa vibrare, anche se ancora non esiste. E che perciò bisogna provare a far esistere. C’è un rischio, certo: ed è quello di utilizzare i sogni come un rifugio di comodo, finendo per nascondersi nella loro impalpabilità. Sento molto questo pericolo, perché sono tra coloro che che hanno spesso la mente occupata dai sogni. Per questo mi sono studiato alcune contromosse, molto pratiche. Innanzitutto li ascolto tutti, i sogni, ma comincio a seguirli solo quando si ripetono. Mi fido, insomma, della loro insistenza. Poi ne parlo, li faccio atterrare in uno spazio di condivisione. Infine mi adopero per liberarli dal peso delle aspettative. Sono convinto, infatti, che, anche nella migliore delle ipotesi, non si realizzeranno esattamente così. Mi incuriosisce, anzi, guardare lo scarto. È un modo per capire quanto ci ho messo io e quanto, di suo, ci ha messo la vita. Rainer Maria Rilke ha scritto, descrivendo l’arte del grande pittore Paul Cezanne: “Il grigio non esisteva come colore, lui scavava sotto e scopriva il violetto o il blu, il rosso o il verde”. In questi tempi difficili, non esitiamo a “scavare sotto”. I nostri sogni ci ricordano che, anche oggi, sotto il grigio del presente, esiste un modo ‘nostro’ di estrarre i colori, di dire chi siamo. Un modo così “nuovo / da lasciare un gusto in gola. / Nuovo / come è nuova la canzone / per ogni voce che la canterà...” Massimo Orlandi – Fraternità Romena