Progetto beni comuni

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Progetti Speciali e Innovativi 2010 FONDAZIONE PER IL SUD Proposta di Progetto – Allegato A A cura del Soggetto Responsabile: Ragione sociale: Il Quinto Potere Codice Fiscale: 95138590633 Titolo Progetto: Beni comuni Ambito territoriale di intervento: Campania N. Soggetti della Partnership (minimo 3): 3 Durata del progetto (mesi): 24 mesi Riservato alla Fondazione per il Sud: Protocollo n. ________________________ Data timbro postale ____/____/_______ Data ricezione ____/____/_______ Fondazione per il Sud – Progetti Speciali e Innovativi 2010 1 di 29

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Progetti Speciali e Innovativi 2010

FONDAZIONE PER IL SUDProposta di Progetto – Allegato A

A cura del Soggetto Responsabile:

Ragione sociale: Il Quinto Potere

Codice Fiscale: 95138590633

Titolo Progetto: Beni comuni

Ambito territoriale di intervento: Campania

N. Soggetti della Partnership (minimo 3): 3

Durata del progetto (mesi): 24 mesi

Riservato alla Fondazione per il Sud:

Protocollo n. ________________________Data timbro postale ____/____/_______Data ricezione ____/____/_______

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1. Documenti da presentare

La Proposta di Progetto si compone dei documenti sotto indicati. Per quanto riguarda in particolare gli Allegati A e B, questi, una volta compilati, andranno firmati in originale in ogni pagina dal Legale Rappresentante del Soggetto Responsabile.La copia cartacea della Proposta di Progetto dovrà pervenire in un unico plico contenen-te tutti i documenti di seguito elencati (da 1 a 9) a:

Fondazione per il SudAttività Istituzionali – Progetti Speciali e InnovativiCorso Vittorio Emanuele II, 18400186 Roma

Dal momento della ricezione da parte della Fondazione, la documentazione avrà effica-cia giuridica di offerta contrattuale irrevocabile. Documenti:

1. Proposta di Progetto (Allegato A) compilata in tutte le sue parti, con l’eccezione di quelle espressamente indicate come opzionali

2. Budget (Allegato B)3. Copie elettroniche, esclusivamente in formato Word ed Excel, di Proposta di

Progetto (Allegato A) e Budget (Allegato B) in un unico CD-ROM4. Autocertificazione antimafia (Allegato C) per il Soggetto Responsabile e per

ciascuno dei Soggetti della Partnership (ad eccezione degli enti pubblici) compi-lata in tutte le sue parti

5. Atto Costitutivo del Soggetto Responsabile nella forma di atto pubblico o scrit-tura privata autenticata o registrata

6. Statuto del Soggetto Responsabile7. Bilanci d’esercizio (o Rendiconti Finanziari) approvati 2008 e 2009 del Soggetto

Responsabile8. Tre Curriculum vitae, di cui uno del rappresentante legale del Soggetto Respon-

sabile e altri due di risorse umane coinvolte nella gestione e svolgimento del progetto

9. Le necessarie Autorizzazioni da parte degli enti pubblici preposti (Sovrintenden-za dei Beni Culturali, Comuni, ecc.), laddove siano previste azioni di riqualifica-zione/ristrutturazione dei beni fisici materiali.

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2. La partnership

2.1 Descrizione della partnership

Il progetto Beni comuni è una partnership tra le associazioni Il Quinto Potere, openpo-lis e Wikimedia Italia che ha l’obiettivo di promuovere la liberazione nel pubblico do-minio dei dati e degli archivi prodotti e gestiti dalla Pubblica amministrazione italiana.

Il Quinto Potere assumerà il ruolo di soggetto responsabile del progetto. Essa ha sede a Napoli ed è fondata e presieduta da Nicola Mattina, esperto di social media con una consolidata esperienza nel settore della consulenza di direzione e della comunicazione d’impresa. Alla nascita annovera tra i suoi soci alcuni dei principali esperti italiani nello studio della cultura digitale e dell’open government.

L’associazione openpolis ha maturato un’esperienza unica in Italia realizzando progetti come l’omonimo openpolis (che raccoglie le schede degli oltre 150.000 politici in cari-ca) e openparlamento che aiuta i cittadini a comprendere le attività del Parlamento ita-liano. openpolis, in virtù della competenza maturata nell’ambito del civic hacking (progetti in cui cittadini sviluppano applicazioni e servizi web e li mettono a disposizione della col-lettività) e dell’apertura dei dati, sarà coinvolta nei progetti pilota con le pubbliche am-ministrazioni che decideranno di avviare la liberazione dei propri dati.

L’associazione Wikimedia Italia è la corrispondente italiana ufficiale di Wikimedia Foundation, promuove lo sviluppo dell’edizione in italiano dell’enciclopedia collabora-tiva Wikipedia (e degli altri progetti di Wikimedia Foundation) la cultura libera, ossia la condivisione di beni culturali secondo modalità atte a favorirne la più ampia diffusione.Wikimedia Italia, in virtù della competenza maturata nella creazione e gestione di beni comuni digitali e nella gestione di una community di grandi dimensioni come quella dei wikipediani, sarà coinvolta nei progetti di liberazione degli archivi e nella creazione di nuovi fondi archivistici digitali, che saranno realizzati principalmente con operazioni di crowdsourcing, ossia tramite progetti collettivi che coinvolgano un gran numero di per-sone.

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Che cosa sono i beni comuni digitaliL’importanza che la valorizzazione delle risorse comuni riveste per lo sviluppo sociale ed economico di una collettività è ampiamente riconosciuta. Molti studi (e in particolare quelli del premio nobel Elinor Ostrom) sono stati dedicati alle soluzioni messe in campo dalle società per la gestione e lo sfruttamento dei common (foreste, riserve di pesca, pa-scoli e via dicendo) affinché questi non vengano depauperati dall’ingordigia di pochi e rimangano disponibili per tutti nel presente e nel futuro. In un’epoca in cui una parte assai consistente dell’economia e dello sviluppo è basato sulla creazione e circolazione di conoscenza, occorre estendere la nozione di beni co-muni includendo i dati e le informazioni che vengono costantemente costruiti, accumu-lati e condivisi utilizzando risorse pubbliche. La gestione di questo patrimonio immate-riale segue regole opposte a quelle che si applicano ai common fisici come le foreste e i fiumi. La conoscenza, infatti, acquista valore quando circola e viene condivisa; è un as-sunto fatto proprio anche dalle norme sulla proprietà intellettuale il cui obiettivo non è tanto segretare le idee, quanto assicurare all’inventore una giusta retribuzione dei suoi sforzi. La pubblica amministrazione custodisce un enorme patrimonio di informazioni, che ri-guardano: a) il proprio funzionamento (bilanci, misurazione delle performance e via di-cendo); b) le attività che svolgono (dati su settori economici, fenomeni sociali e via di-cendo); c) beni culturali che conservano e gestiscono. Molti di questi archivi, anche quando sono in formato digitale e potrebbero essere agevolmente consultati online, sono raggiungibili solo se ci si reca fisicamente in una sala di consultazione e ci si sottopone a impervi percorsi autorizzativi imposti dagli enti che li gestiscono. Allo stesso tempo, è frequente un uso arbitrario e scorretto del copyright, sicché banche dati, testi, immagini, video prodotti dalle istituzioni dello Stato vengono tutelati dalle leggi nate per assicura-re lo sfruttamento economico delle opere dell’ingegno create dai privati.Eppure i vantaggi che nascono dai corpus di conoscenze e informazioni utilizzabili, ma-nipolabili e incrementabili liberamente sono chiari: il pubblico dominio, nella sua acce-zione più ampia, è una preziosa risorsa di informazioni libera da barriere all’accesso o al riuso; è la materia grezza dalla quale viene ricavata la nuova conoscenza e si creano nuove opere culturali; funge da meccanismo protettivo perché assicura che questo mate-riale grezzo sia disponibile senza costi e che tutti i membri della società possano co-struirvi sopra. Mantenere un pubblico dominio sano e florido è essenziale per il benesse-re sociale ed economico di una società: esso riveste un ruolo fondamentale nel campo dell’istruzione, delle scienze, del patrimonio culturale e per i dati del settore pubblico.

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2.2 Soggetto Responsabile

2.2.1 Informazioni Generali

Ragione sociale Il Quinto Potere

Codice fiscale / Partita Iva 95138590633

Data di costituzione 28 settembre 2010

Forma giuridica Associazione non riconosciuta

Iscrizione a Registri del vo-lontariato

No

Indirizzo della sede legale Centro Polifunzionale Inail - Torre 7Via Nuova Poggioreale 61

Indirizzo della sede operati-va nell’area locale in cui è previsto l’intervento

Centro Polifunzionale Inail - Torre 7Via Nuova Poggioreale 61

Telefono 081.7871810

Fax 081.32231125

Email [email protected]

Sito internet www.ilquintopotere.it

2.2.2 Descrizione delle finalità del soggetto responsabile e delle sue attivi-tà principali

L’associazione Il Quinto Potere intende promuovere la pubblicazione su Internet dei dati e degli archivi (testi, immagini, audio, video) prodotti o detenuti dalla Pubblica ammini-strazione italiana in formati aperti e con licenze che ne permettano la circolazione e l’impiego senza restrizioni legate al diritto d’autore.In particolare, l’associazione si preoccuperà di:• supportare in termini di competenze, procedure e strumenti le Pubbliche amministra-

zioni che intendono mettere a disposizione dei cittadini i dati prodotti ed elaborati da-gli uffici con risorse pubbliche con l’obiettivo di incrementare il grado di trasparenza dell’azione amministrativa;

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• creare e gestire un motore di ricerca che aggreghi in un unico luogo tutti i dati pubbli-cati su Internet dagli enti pubblici italiani con l’obiettivo di renderli facilmente ricer-cabili e fruibili da parte dei cittadini;

• supportare in termini di competenze, procedure e strumenti gli enti pubblici che inten-dono immettere nel pubblico dominio i propri archivi di testi, immagini, audio e video pubblicandoli nei siti gestiti dalla Wikimedia Foundation;

• realizzare campagne di comunicazione che incentivino l’uso dei dati e degli archivi messi a disposizione dagli enti pubblici coinvolgendo in particolare le università ita-liane e gli enti di ricerca con l’istituzione di borse di studio.

2.2.3 Esperienza in progetti nell’ambito di intervento previsto

Il soggetto responsabile è di nuova istituzione. Poiché si tratta di un’associazione - il cui elemento caratterizzante è rappresentato dalla presenza di persone che condividono un fine e si impegnano a perseguirlo - riportiamo di seguito tre progetti che dimostrano la capacità manageriali e le competenze tecniche del gruppo che coordinerà e animerà il progetto Beni comuni.

Progetto 1Titolo Working CapitalMese/anno di avvio Marzo 2009 Mese/anno di conclusione In corsoLocalizzazione Il team di lavoro è localizzato a Roma, con il coinvolgi-

mento di collaboratori su tutto il territorio nazionale.Descrizione sintetica Working Capital è un progetto di corporate social respon-

sability di Telecom Italia che si propone di sostenere l’in-novazione e la creazione di impresa nel settore di Internet e dei social media. L’azienda interviene con contributi monetari (borse di studio per progetti di ricerca) e accordi più ampi che prevedono l’erogazione di servizi (hosting e connettività), il tutoring e lo sviluppo di partnership com-merciali.

Bisogni, obiettivi, risultati Telecom Italia ha chiesto a Nicola Mattina e al team di Elastic di organizzare un’attività di comunicazione on e off line con l’obiettivo di individuare progetti di ricerca e

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startup operative da sostenere. In questo contesto, il grup-po di lavoro si è preoccupato di:• progettare l’attività di comunicazione online disegnan-

do il sito web dell’iniziativa, elaborando il piano edito-riale e definendo le modalità di diffusione dei contenuti sulle piattaforme di social networking come Facebook, Twitter, YouTube, Flickr e Linkedin;

• gestire per un anno il sito web producendo i contenuti giorno per giorno, trasferendo quindi l’attività a un gruppo di lavoro interno all’azienda;

• progettare e curare l’organizzazione di un tour di eventi (cinque nel 2009 e quattro nel 2010) che toccasse le principali università italiane.

Il progetto è online ai seguenti indirizzi:• www.workingcapital.telecomitalia.it• www.facebook.com/workingcapital• www.twitter.com/workingcapital

Ruolo Partner responsabile per la progettazione e realizzazione delle attività di comunicazione online. Partner responsabi-le per la progettazione e organizzazione degli eventi.

Altri partecipanti Telecom Italia in qualità di committente, dPixel in qualità di advisor tecnico per la valutazione dei progetti, le uni-versità di Catania, Napoli, Firenze, Bari, Torino, Roma, Bologna, Milano che hanno ospitato gli eventi, associa-zioni e istituzioni sul territorio che hanno partecipato alle iniziative locali.

Fonti di finanziamento Il progetto è interamente finanziato da Telecom Italia.

Progetto 2Titolo openparlamentoMese/anno di avvio Giugno 2009Mese/anno di conclusione In corsoLocalizzazione Italia (sito web)Descrizione sintetica openparlamento è un sito web che mette a disposizione dei

cittadini italiani gli strumenti per seguire, comprendere e partecipare a tutto ciò che viene proposto, discusso e vota-

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to nelle aule parlamentari. Vengono estrapolati ogni giorno tutti i dati ufficiali dei siti di Camera e Senato per ricavar-ne informazioni quantitative e qualitative solitamente sco-nosciute e accessibili solo agli addetti ai lavori (gruppi po-litici, economici, lobbisti).Ogni dettaglio sugli atti, sui parlamentari e le loro attività sono proposti in maniera accessibile e vengono messi a disposizioni strumenti per monitorare quotidianamente via email gli argomenti, gli atti e i rappresentanti che più inte-ressano.La “materia parlamentare” estratta e portata alla luce può essere dunque discussa e valutata e essere oggetto di azio-ni di “lobbying comunitario” da parte di cittadini, gruppi e associazioni che avranno a disposizione gratuitamente in-formazioni e strumenti, solitamente appannaggio dei pote-ri più forti e organizzati. Le fasi del processo sono tre:• acquisizione dei dati: sistema di importazione automa-

tizzato dei dati ufficiali dai siti del Parlamento italiano• pubblicazione: relazione dei dati con categorie e temi

(organizzazione tematica dei dati)• partecipazione: monitoraggio automatico personalizza-

to (atti, parlamentari, argomenti), dibattito (commenti e emendamenti sui testi degli atti), valutazione (votare un atto), redazione distribuita (descrizione di un atto), poli-tical-social networking, lobbying comunitario.

I dati esposti nei siti di Camera e Senato non sono in for-mati standard riutilizzabili (open data), quindi è stato ne-cessario costruire applicazioni software in grado catturare le informazioni disseminate nelle migliaia di pagine web ufficiali e importarle all’interno del data base di openpar-lamento che è strutturato in modo da ridistribuire a sua volta le informazioni.

Bisogni, obiettivi, risultati Obiettivo del progetto è «aprire il Parlamento» per consen-tire a tutti gli interessati di seguirne le attività e di interve-nire nel processo deliberativo. L’esigenza è quella di favo-

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rire l’informazione, il dibattito e la partecipazione demo-cratica a partire dalla disponibilità effettiva delle informa-zioni ufficiali. Dibattito e schieramento ma sui dati di fat-to, da tutti verificabili, come antidoto contro il populismo e la spaventosa crisi di credibilità della politica. La traspa-renza come presupposto indispensabile per riallacciare il dialogo tra rappresentanti e rappresentati. La pubblicazione dei dati sulle presenze al voto di tutti i parlamentari, sulla loro “produttività” (Indice di attività parlamentare), sui loro interessi, etc. ha avuto un’eco assai significativa nella stampa nazionale e locale con varie rea-zioni, di diverso segno, da parte della classe politica. La risposta dei cittadini, dentro e fuori la rete, è stata incorag-giante. Ogni mese sono centinaia di migliaia gli utenti che consultano openparlamento, circa 15.000 quelli registrati, moltissimi i commenti e i voti dei cittadini sui singoli di-segni di legge. Il sito in più occasioni è stato il canale di scambio tra gruppi di cittadini e parlamentari sul merito dei singoli provvedimenti in discussione. L’esperienza di openparlamento ha dimostrato come sia possibile, grazie alla rete, agire direttamente per produrre trasparenza e informazione sull’attività delle istituzioni e come l’azione diretta possa a sua volta determinare com-portamenti virtuosi da parte delle istituzioni stesse. Qual-che mese dopo l’uscita di openparlamento, infatti, il sito del Senato ha pubblicato i dati sulle votazioni dei sui com-ponenti.

Ruolo Capo-progetto.Altri partecipanti Gruppo di collaboratori (http://memefarmers.net/).Fonti di finanziamento Investimenti volontari del gruppo openpolis e di singoli

collaboratori.

Progetto 3Titolo Fundraising 2009 Mese/anno di avvio Novembre 2009Mese/anno di conclusione Giugno 2010

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Localizzazione Italia (sito web)Descrizione sintetica Wikimedia Foundation e le sue corrispondenti nazionali tra

cui Wikimedia Italia operano grazie alle donazioni, effettua-te da piccoli e grandi donatori. Una volta all’anno parte una campagna intensiva di raccolta fondi, condotta tramite tutti i siti Wikimedia: un piccolo banner in cima a tutte le pagine invita lettori e utenti a donare per supportare i progetti.

Nel 2009 Wikimedia Italia ha organizzato la sua prima rac-colta fondi, il cui obbiettivo era contribuire a raccogliere il budget necessario al successivo anno fiscale di Wikimedia Foundation e a finanziare le attività di Wikimedia Italia stessa.

Bisogni, obiettivi, risultati E’ stato necessario creare un nuovo processo interno che coinvolgesse la tesoreria e la segreteria, per la registrazione delle donazioni e dei donatori, e l’ampliamento dei sistemi informativi per dotarsi degli appositi strumenti. In particola-re è stato necessario:• valutare e implementare di un database dei donatori (è

stato scelto CiviCrm);• valutare e selezionare dei metodi di pagamento (scelti

PayPal, bonifico e valutazione di altre soluzioni: Pos via web, bollettino postale, Sms solidale);

• ottenere la detraibilità dalle tasse della donazione; • identificare dei responsabili del processo;• ottenere il supporto di un legale per le problematiche le-

gate alla privacy (stesura di una informativa per il tratta-mento dei dati e associazione al processo di donazione online);

• predisporre un ufficio comunicazione che si occupasse di stendere e inviare materiale di diversa natura, tra cui: let-tera di ringraziamento, comunicazione della campagna, comunicati stampa, aggiornamento del sito, assistenza via mail ai donatori.

Per ottenere la detraibilità dalle tasse della donazione in oc-casione della sua prima raccolta fondi, Wikimedia Italia da semplice associazione non profit si è trasformata in Asso-

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ciazione di Promozione Sociale (iscritta dal 30/11/2009 al Registro provinciale delle associazioni senza scopo di lucro - sezione F, della Provincia di Monza e Brianza) affinché i possibili donatori venissero incentivati dalle agevolazioni fiscali stabilite dalla cosiddetta “legge Onlus”.

Inoltre ad aprile 2010 si è iscritta, presso l’Agenzia delle Entrate, tra i destinatari del cinque per mille dell’Irpef al terzo settore.

Ruolo Capo-progettoAltri partecipanti Wikimedia FoundationFonti di finanziamento Una quota dei fondi raccolti

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2.3 Altri Soggetti della Partnership

Soggetto Partner n 1Ragione sociale openpolisSito Internet http://associazione.openpolis.it http://www.openparlamento.itPersone nel progetto Le attività di openpolis nell’ambito del progetto Beni co-

muni saranno coordinate da Vittorio Alvino che fungerà da trait-d’union con gli altri membri della partnership. Di vol-ta in volta, in funzione delle esigenze, si deciderà chi co-involgere nelle attività operative necessarie al buon esito delle iniziative programmate.

Finalità e attività principali La missione dell’associazione openpolis è utilizzare la tecnologia per promuovere la trasparenza delle istituzioni e la partecipazione democratica. L’ambiente specifico del-le iniziative dell’associazione è la rete internet che, come mai prima nella storia, ha permesso l’accesso ai dati pub-blici e la loro distribuzione. openpolis si propone anche di collaborare con le istituzioni per favorire un’evoluzione delle regole e dei comportamenti nel senso di una progres-siva apertura di dati pubblici e della loro messa online. Gli altri progetti dell’associazione sono il sito openpolis e voi-sietequi.

Il sito openpolis raccoglie le informazioni su tutti i politici italiani dal più piccolo Comune al Parlamento europeo e le mette in rete a disposizione di tutti gratuitamente. Ad ognuno dei circa 150.000 rappresentanti in carica è dedi-cata una scheda dove viene ricostruito il profilo (dati ana-grafici, carriera nelle istituzioni, nei partiti, in aziende, etc.) e dove vengono raccolte le sue dichiarazioni pubbli-che.

Grazie al contribuito di centinaia e centinaia di utenti, il sito openpolis è attualmente l’anagrafe degli eletti più ag-giornata e affidabile in Italia e costituisce un patrimonio di documentazione e la memoria collettiva che raccoglie mi-gliaia di dichiarazioni dei politici nazionali e locali.

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Processo seguito per realizzare e alimentare openpolis è il seguente:• acquisizione dei dati: sistema di importazione automa-

tizzato dei dati ufficiali del Ministero dell’Interno;• pubblicazione: relazione dei dati con le località, un poli-

tico una scheda;• partecipazione: redazione distribuita (controllo dati, ag-

giornamento, documentazione delle dichiarazioni), di-battito, political-social networking (da realizzare stru-menti per le relazioni cittadini-cittadini, cittadini-rappre-sentanti).

Il sito voisietequi è un test politico-elettorale che aiuta a capire quali partiti rappresentano di più le proprie posizio-ni politiche in base ai programmi elettorali e alle dichiara-zioni pubbliche dei leader prima delle elezioni. L’intento è quello di aiutare ad individuare le differenze tra partiti e programmi in base a riscontri documentabili.

Pubblicato in occasione delle elezioni politiche del 2006 e del 2008 il sito ha ottenuto un successo straordinario con cifre inedite per un’iniziativa indipendente (milioni di visi-tatori e centinaia di migliaia di test effettuati) che si è dif-fusa solo grazie ai processi virali della rete.Il processo usato per realizzare e voisietequi è il seguente:• acquisizione dei dati: selezione dei temi, documentazio-

ne, questionario;• pubblicazione: grafico delle distanze, posizioni dei parti-

ti;• partecipazione: compilazione dei questionari, distribu-

zione virale, dibattiti diffusi.Collaborazioni precedenti openpolis e il Quinto Potere hanno proposto insieme alla

Provincia di Roma un progetto pilota per l’apertura dei dati già pubblicati in formati proprietari sul sito dell’am-ministrazione. Il progetto è in corso di valutazione.

Esperienze in progetti simili Quelle descritte in questo documento.Ruolo assunto nel progetto openpolis collaborerà con il gruppo di lavoro dell’associa-

zione il Quinto Potere per la realizzazione dei progetti pi-

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lota di liberazione dei dati delle pubbliche amministrazioni e la loro conservazione nel motore di ricerca del progetto.

Soggetto Partner n. 2Ragione sociale Wikimedia Italia – Associazione per la diffusione della

conoscenza libera Sito Internet http://www.wikimedia.it/Persone nel progetto Le attività di Wikimedia Italia nell’ambito del progetto

Beni comuni saranno coordinate da Elfrida Brioschi che fungerà da trait-d’union con gli altri membri della part-nership. Di volta in volta, in funzione delle esigenze, si deciderà chi coinvolgere nelle attività operative necessarie al buon esito delle iniziative programmate.

Finalità e attività principali Wikimedia Italia si occupa di promozione della produzio-ne, raccolta e diffusione gratuita di contenuti liberi (open content) per incentivare le possibilità di accesso alla cono-scenza e alla formazione. Sono definiti “contenuti liberi” nel senso inteso dall’associazione tutte le opere che sono state contrassegnate dai loro autori con una licenza che ne permetta l’elaborazione e/o la diffusione gratuita.

In particolare Wikimedia Italia promuove e sostiene, diret-tamente o indirettamente, i progetti di Wikimedia Founda-tion e il loro spirito di apertura della conoscenza.. Tra i suoi compiti c’è la disciplina dell’utilizzo dei loghi e dei marchi dei progetti di Wikimedia Foundation sul suolo italiano.

La collaborazione con la Wikimedia Foundation, Inc. si estrinseca principalmente nel far conoscere Wikipedia in Italia; tutti i soci di Wikimedia Italia sono attivi in uno o più dei progetti Wikipedia, e far parte dell’associazione permette loro di avere uno scambio di vedute su base so-vranazionale circa gli sviluppi dell’enciclopedia.

La promozione si attua con la partecipazione e l’organiz-zazione di diversi eventi: assemblea, Festival delle Libertà Digitali, Premio Wikimedia Italia, conferenze, corsi e le-zioni (nelle scuole di ogni ordine e grado).

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Le assemblee ordinarie si tengono due volte l’anno e sono un momento che storicamente si è scelto di tenere pubbli-camente, per favorire l’incontro col pubblico interessato alle attività dell’associazione.

Il Festival delle Libertà Digitali è un evento annuale che si pone come obiettivo coinvolgere una più ampia fascia di persone nei valori positivi della rivoluzione culturale che stiamo vivendo, quella digitale, legata ad Internet, sulla spinta etica e dei principi di libertà che sono alla base del software libero.

Il Premio Wikimedia Italia è un riconoscimento che ogni anno Wikimedia Italia assegna ad una o più persone, meri-tevoli di aver promosso la cultura libera in diversi ambiti.

Attività di primaria importanza è anche la cosiddetta “libe-razione di contenuti” ossia la pubblicazione di materiali, in gran parte di pubblico dominio, presenti negli archivi di enti pubblici e privati, perché la conoscenza in essi conte-nuti possa essere liberamente fruita dal pubblico e non sia confinata negli archivi stessi.

Wikimedia Italia gestisce indipendentemente dalla Wiki-media Foundation (quindi con risorse umane e informati-che proprie) alcuni progetti, sempre secondo gli scopi del-l’associazione. Attualmente i progetti gestiti sono quattro: Wikiafrica, Wiki@Home, Biblioteca, Musica.

Il progetto WikiAfrica nasce dalla collaborazione fra l’Associazione Wikimedia Italia e Lettera27, una fonda-zione non profit, nata nel luglio 2006, la cui missione è sostenere il diritto all’alfabetizzazione, all’istruzione e, più in generale, favorire l’accesso alla conoscenza e all’infor-mazione, in ogni parte del mondo e particolarmente nelle sue aree più svantaggiate. WikiAfrica ha l’obiettivo di africanizzare Wikipedia e di costruire reti, coinvolgendo intellettuali, scrittori, antropologi, storici, studenti, respon-sabili di comunità locali.

Il progetto Wiki@Home nasce nell’autunno del 2007 con lo scopo di intervistare personaggi enciclopedici o esperti

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in un certo campo; le interviste vengono fatte preferibil-mente dal vivo, mandando cioè fisicamente dei “reporter”. Scopo del progetto è duplice: da una parte ottenere un’in-tervista dal personaggio su di sé e sui suoi interessi, inter-vista che verrà poi pubblicata su Wikinotizie corredata di foto ed esempi del suo lavoro rilasciati sotto una licenza libera; dall’altra sondare la percezione che il personaggio ha di Wikipedia e degli altri progetti della WMF, tra cui principalmente Wikinotizie.

Biblioteca è un progetto che nasce per realizzare una bi-blioteca digitale dedita alla riproduzione e conservazione di testi editi che non possono essere pubblicati nell’edizio-ne italiana di Wikisource (il progetto di Wikipedia che conserva testi liberi) perché considerati di pubblico domi-nio secondo la legislazione della Repubblica Italiana, ma non secondo la legislazione degli Stati Uniti d’America, sede della Wikimedia Foundation e luogo dove risiedono fisicamente i server di Wikipedia, oppure perché rilasciati con licenza libera, ma non completamente compatibile con le licenze libere accettate dalla Wikimedia Foundation.

Biblioteca quindi si propone di ampliare il campo di azio-ne di Wikipedia soprattutto legandosi alla realtà italiana, sia dal punto di vista legale che da quello degli autori.

Wikimedia Musica intende realizzare una raccolta digita-le di musica rilasciata con licenza copyleft (per la preci-sione, le licenze Creative Commons): si intendono racco-gliere di interi album e singoli brani musicali, ma anche spartiti e testi di canzoni (questi ultimi con licenza Gfdl, come per i testi di Wikipedia).

Annualmente l’associazione porta avanti una campagna di raccolta fondi per coprire il suo budget e parte di quello di Wikimedia Foundation.

Collaborazioni precedenti NessunaEsperienze in progetti simili Quelle descritte in questo documento. Ruolo assunto nel progetto Wikimedia collaborerà con il gruppo di lavoro dell’asso-

ciazione il Quinto Potere per la realizzazione dei progetti

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pilota di liberazione degli archivi delle pubbliche ammini-strazioni e la loro conservazione nei siti Wikimedia Com-mons e Wikisource.

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3. Il progetto

3.1 Dati Generali

Titolo Beni comuni

Ambito territoriale Il soggetto responsabile ha sede legale e operative a Na-poli e in questa città impiegherà i propri addetti creando un centro di competenza unico in Italia. Le attività verranno svolte dal personale dell’associazio-ne in tutta Italia in accordo con le amministrazioni che decideranno di partecipare ai progetti pilota.

Durata del progetto 24 mesi

Costo totale del progetto 625.000 euro

Il Costo totale del progetto è finanziato come segue:

Contributo richiesto alla fondazione 497.609,20

Co-finanziamento 124.390,80

Descrizione fonti co-finanziamento Contributi progetti pilota 80.390,80

Quote associative e donazioni 20.000,00

Risorse volontarie 24.000,00

3.2 Analisi del bisogno

La liberazione di dati e archivi nel pubblico dominio risponde a due fondamentali biso-gni: a) migliorare la trasparenza e favorire la responsabilità nella gestione della cosa pubblica; b) costruire giacimenti di informazioni (che sono state prodotte con risorse pubbliche e quindi sono di tutti) grazie ai quali è possibile realizzare servizi, applicazio-ni e prodotti.

Sul primo fronte è un dato di fatto che le tasse dei cittadini italiani sono utilizzate in modo piuttosto inefficiente ed inefficace. A questo proposito, possiamo rifarci al Libro verde sulla spesa pubblica realizzato nel 2007 su iniziativa del ministro Padoa Schiop-pa. Il testo usa diversi indicatori sintetici per comparare l’Italia con i quindici paesi che costituivano l’Unione europea prima dell’ultimo allargamento. Tra questi, il principale è

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basato su un’analisi degli effetti che le componenti di spesa primaria (sanità, istruzione, ricerca e sviluppo, investimenti pubblici, pensioni, politiche attive del lavoro, sussidi di disoccupazione, altre spese sociali, redditi da lavoro, consumi collettivi) hanno singo-larmente sulla crescita economica. Secondo questo indicatore, l’Italia si classifica al pe-nultimo posto prima della Grecia.Le cose non cambiano molto se si utilizzano altri indicatori, giacché l’Italia si mantiene sempre al di sotto della media comunitaria sia quando si misura l’efficienza che quando si confronta l’efficacia degli interventi. Il rapporto conclude che «vi è una sufficiente evidenza dell’alto grado di rigidità della spesa italiana, della sua inefficienza complessi-va in comparazione con altri paesi e del suo livello elevato rispetto ai servizi offerti».All’inefficienza, occorre aggiungere il costo annuale della corruzione nella pubblica amministrazione che, secondo la Corte dei Conti, in Italia ammonta a circa 50-60 mi-liardi di euro annui, tanto che nella sua relazione il Procuratore Generale Pasqualucci parla di «tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini». Una stangata i cui proventi non vengono nemmeno incassati dalla collettività, ma rap-presentano un vero e proprio trasferimento dai cittadini onesti a quelli disonesti. Entrambi i fenomeni possono essere mitigati dall’incremento di trasparenza, come sot-tolinea lo stesso Libro verde nella sezione che contiene le proposte su come incrementa-re la qualità della spesa pubblica: «Un quinto, fondamentale ambito di azione è quello della maggiore trasparenza e capacità di rendere conto del proprio operato (accountabi-lity) da parte delle pubbliche amministrazioni. Ad una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse assegnate ai responsabili dell’azione pubblica deve corrispondere una mag-giore trasparenza e responsabilità. Ciò non solo risponde a un principio fondamentale di democrazia, ma anche favorisce la buona gestione delle risorse pubbliche. L’esperienza internazionale mostra infatti che, pubblicando e rendendo regolarmente disponibili al-l’utenza, oltre che agli organi preposti al controllo, dati dettagliati sull’efficienza e pre-cisi indicatori di performance delle amministrazioni, si registrano aumenti molto signi-ficativi dell’efficienza ed efficacia operativa e, in buona sostanza, della qualità dei ser-vizi offerti dalle amministrazioni pubbliche.»

Sul secondo fronte, il potenziale economico e sociale dei giacimenti di informazioni di pubblico dominio è stato ampiamente esplorato, basti pensare al semplice fatto che il metodo scientifico si basa su un processo di scoperta e un processo di dimostrazione. Il risultati scientifici per essere dimostrati devono poter essere replicati e non è possibile riprodurre un risultato se le fonti di informazione non sono condivise: l’ipotesi, le con-dizioni del test e i risultati. Il processo di scoperta può seguire percorsi diversi, talvolta

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le scoperte scientifiche possono anche avvenire in isolamento. A risultati raggiunti, però, il processo che ha portato a una scoperta deve essere reso pubblico attraverso la condi-visione delle informazioni: altri scienziati devono poter continuare la ricerca da dove il predecessore si è fermato. La diffusione delle idee apre nuove prospettive di sviluppo che altrimenti non sarebbe mai state possibili.La chiara condivisione dei risultati scientifici facilita le scoperte. Il metodo scientifico minimizza lo sforzo perché gli studiosi sapranno quando stanno lavorando a progetti simili. I progressi non si fermano semplicemente perché uno scienziato smette di lavora-re a un determinato progetto; se il risultato lo merita, altri scienziati lo seguiranno.Nell’ambito dello sviluppo di Internet, possiamo citare il movimento open source, che coinvolge centinaia di migliaia di programmatori in tutto il mondo che hanno deciso di sviluppare software mettendo liberamente a disposizione il codice affinché chiunque possa migliorarlo, correggerlo e farlo crescere. Il movimento, nel giro di pochi decenni ha prodotto la maggior parte delle piattaforme software che fanno funzionare Internet: protocolli, sistemi operativi (Linux), data base (MySql), piattaforme (Apache), sistemi di blogging (Wordpress), browser (Firefox) e via di seguito.I risultati della scienza e i prodotti del movimento open source rappresentano sia un ar-ricchimento sociale che l’occasione per produrre ricchezza economica; infatti, i primi possono tradursi in brevetti, mentre sui secondi fiorisce una ricca industria di servizi.

3.3 Servizi offerti

Il progetto Beni comuni colma una grave lacuna soprattutto se si confronta il nostro paese con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia e i paesi scandinavi che stanno attivamente muovendosi in questa direzione. Viceversa, in Italia non esistono, allo stato attuale, progetti paragonabili a quello proposto in queste pagine. L’unica pubblica ammi-nistrazione che ha deciso di liberare i propri dati - anche se con una certa timidezza e in modo assai parziale - è la Regione Piemonte che da qualche mese ha inaugurato il sito dati.piemonte.it con la collaborazione del Nexa - Center for Internet & Society (nexa.polito.it) e di TopIx - Torino Piemonte Internet Exchange (www.top-ix.org).Analogamente non esistono esperienza significative di liberazione nel pubblico dominio di archivi di testi, immagini, audio o video paragonabili alle operazioni realizzate da isti-tuzioni come lo Smithsonian Institute americano o il Bundesarchiv tedesco.

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3.4 Obiettivi e strategie di intervento

Obiettivo 1. Realizzazione di progetti pilota per la liberazione delle informazioniDati. Gli enti pubblici creano e gestiscono una grande quantità di dati che riguardano sia il proprio funzionamento (dati economici e finanziari, produttività del personale, tas-si di presenza e assenza e via di seguito) sia le materie di cui sono responsabili (statisti-che di settore, indici di funzionamento dei servizi, analisi e studi). La maggior parte di queste informazioni viene proposta al pubblico in forma di dossier e rapporti oppure di banche dati consultabili via web. Come tali non liberamente riutilizzabili.L’associazione Il Quinto Potere avvierà insieme con l’associazione openpolis progetti pilota con enti pubblici di diversa natura con il duplice obiettivo di: a) liberare dati nel pubblico dominio; b) creare delle buone pratiche da diffondere e replicare. Archivi. Nel mondo, diverse istituzioni culturali pubbliche mettono a disposizione i propri archivi di testi, immagini, video e audio sul web in modo che siano liberamente consultabili ed utilizzabili. Tra queste spiccano l’americano Smithsonian Institute con l’iniziativa Smithsonian Commons e il tedesco Bundesarchiv che nel 2008 ha donato 80.000 file alla Wikimedia Foundation.L’associazione Il Quinto Potere avvierà insieme con l’associazione Wikimedia Italia progetti pilota con l’obiettivo di liberare materiali presenti negli archivi degli enti italia-ni o di costituire nuovi fondi archivistici liberi da vincoli di copyright.

Obiettivo 2. Realizzazione del motore di ricercaAttualmente non esiste in Italia un motore di ricerca dei dati pubblici, anche se molti enti pubblicano già sui rispettivi siti web, i dati che riguardano la propria attività in for-mati proprietari. Un catalogo molto parziale si trova nel sito del Sistema Statistico Na-zionale (www.sistan.it) e anche se è di difficile consultazione, rappresenta comunque un punto di partenza per individuare le fonti di dati prodotte dalle pubbliche amministra-zioni.L’associazione Il Quinto Potere realizzerà un motore di ricerca che catalogherà e racco-glierà sistematicamente tutti i dati prodotti dalla Pubblica amministrazione, convertendo in formati aperti quelli che sono invece pubblicati in formati proprietari. Gli archivi sa-ranno, invece, messi a disposizione su Wikimedia Commons e Wikisource, due conteni-tori gestiti dalla Wikimedia Foundation.

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Obiettivo 3. Promozione dell’uso delle informazioni liberate nel pubblico dominioNon è sufficiente liberare i dati e gli archivi nel pubblico dominio; occorre promuoverne l’uso e mostrare cosa è possibile fare con essi. In questo contesto, un ottimo punto di riferimento è rappresentato dal quotidiano inglese Guardian che ha dedicato un’intera sezione del proprio sito (www.guardian.co.uk/news/datablog) a spiegare come usare i dati per raccontare storie documentando alcuni eccellenti esempi di giornalismo compu-tazionale.Il Quinto Potere metterà in campo diverse attività di comunicazione, che vanno dalla creazione di una testata giornalistica all’organizzazione di convegni e incontri sull’ar-gomento alla creazione di borse di studio per studenti che utilizzeranno i dati liberati dall’associazione nel pubblico dominio.

3.5 Descrizione delle attività previste

I tre obiettivi indicati nel paragrafo precedente rappresentano altrettanti flussi di attività, di cui approfondiamo lo svolgimento nel corso dei due anni di progetto.

Attività 1. Realizzazione di progetti pilota per la liberazione delle informazioniLa pratica di liberare i dati nel pubblico dominio è innanzitutto una decisione politica: a questo livello si possono creare le condizioni per avviare l’attività mediante interventi legislativi e progetti pilota poco invasivi. E’ la strada intrapresa dalla Regione Piemonte che ha emesso una delibera di giunta che fissa i punti di riferimento essenziali per la realizzazione del progetto dati.piemonte.it, partito pubblicando una serie di dati che pos-sono essere considerati “poco pericolosi” (flussi turistici, elenchi di esercizi commercia-li di vario genere, statistiche sugli studenti e via di seguito), ma che sono utili per la rea-lizzazione di servizi consumer.Facendo riferimento a questa esperienza, i fondatori dell’associazione Il Quinto Potere e e openpolis hanno elaborato uno startup kit in cinque passaggi per gli enti che desidera-no compiere un primo passo nella direzione auspicata in questo progetto:1. censimento dei dati già pubblicati nel sito web della pubblica amministrazione;2. assistenza agli uffici per la messa a punto delle procedure per la pubblicazione dei

dataset esistenti definendo le necessarie conversioni per passare da formati proprietari a formati aperti;

3. pubblicazione della versione aperta dei dataset nelle stesse pagine che ospitano il file in formato propritario e realizzazione di una pagina di sintesi con i link a tutti gli open data dell’amministrazione;

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4. assistenza all’amministrazione nella definizione del quadro regolamentare e nella scelta delle licenze d’uso;

5. realizzazione di uno studio di fattibilità che analizza il lavoro svolto e traccia il per-corso per estendere l’apertura dei dati a tutti gli uffici dell’amministrazione coinvolta. L’analisi include: a) una lista dei dataset individuati nel corso del censimento; b) un modello che descrive il flusso di conversione e pubblicazione dei data set in formati aperti con l’indicazione dei software e dei servizi online da utilizzare per compiere l’operazione; c) una valutazione del costo per la creazione di un vero e proprio cata-logo di open data, con la stima dei costi per la manutenzione del servizio da parte del-l’amministrazione.

Lo startup kit è il risultato di un lavoro iniziato con la Provincia di Roma a luglio del 2009 e che dovrebbe rappresentare il primo progetto pilota di liberazione dei dati pro-mosso da una provincia italiana.

Attività 2. Realizzazione del motore di ricercaLa realizzazione del motore di ricerca è articolata in due macro-attività:• sviluppo del sistema di archiviazione. Sarà affrontato per gradi. mettendo in campo

soluzioni di diversa complessità man mano che l’archivio dei dati diventerà più ampio e articolato. L’obiettivo è arrivare alla realizzazione di un database di dati linkati (lin-ked data) sul modello di DbPedia (dbpedia.org) o Freebase (www.freebase.com).

• catalogazione, raccolta e conversione dei dati. Abbiamo scritto che molti enti pubbli-cano già nei propri siti web dati in formati proprietari. Generalmente si tratta di fogli di calcolo e documenti di testo esportati in formato Pdf. Il processo per renderli archi-viabili nel motore di ricerca è articolato in tre passaggi:

• catalogazione. L’inventario delle fonti deve essere compiuto manualmente esplo-rando i siti web della pubblica amministrazione (Pa) e del settore pubblico allarga-to (Spa). Si procederà partendo dalle amministrazioni centrali (Stato, Anas, enti di previdenza...) e locali (Regioni, Provincie, Comuni, Asl, Comunità montane, Ca-mere di commercio, Università...) per poi passare al settore extra Pa rappresentato dalle imprese pubbliche nazionali e locali.

• raccolta. Dopo aver individuato le fonti e le modalità di pubblicazione dei dati, occorre analizzare i dataset per stabilirne la qualità, l’affidabiltà e il modo con cui trattarli, convertirli e pubblicarli in formato open;

• conversione e pubblicazione. La conversione può essere fatta in molti modi diversi che vanno dalla creazione di uno spider o di un convertitore di file, alla semplice esportazione. Nella fase iniziale del progetto, i dati saranno pubblicati come file

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scaricabili; nella fase avanzata, i dati set potranno essere collegati tra di loro e ar-chiviati in modo da poter essere interrogati direttamente via web.

Attività 3. Promozione dell’uso delle informazioni liberate nel pubblico dominioLa promozione dell’uso delle informazioni liberate nel pubblico dominio avverrà attra-verso tre iniziative:• borse di studio e premi. Saranno istituite delle borse di studio e premi per i tesisti delle

lauree specialistiche e i dottorandi che compiano studi e ricerche utilizzando i dati e gli archivi liberati grazie ai progetti pilota o, più, in generali archiviati nel motore di ricerca del progetto.

• testata giornalistica. Sarà registrata la testata online «Il Quinto Potere», che utilizzerà i dati e gli archivi per produrre storie, sul modello di quanto fa il Guardian e seguendo la prassi del cosiddetto data journalism che punta a estrarre le notizie da informazioni oggettive.

• convegni. Parteciperemo a convegni sull’open government e sugli open data. Al mo-mento della presentazione di questo progetto, è già prevista la presenza di Nicola Mat-tina come relatore a due convegni dedicati agli open data: il 20 novembre a Senigallia e a dicembre alla Conferenza annuale Nexa.

I tre flussi di attività partiranno insieme all’inizio del progetto e dureranno per tutto il periodo.

Tempistica attività (bimestri)

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Attività 1. Realizzazione di progetti pilota per la liberazio-ne delle informazioni

Attività 2. Realizzazione del motore di ricerca

Attività 3. Promozione dell’uso delle informazioni liberate nel pubblico dominio

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3.6 Obiettivi, attività e risultati attesi

Valore atteso

Risultati attesi Kpi 1/3 2/3 Fine

Obiettivo 1. Realizzazione di progetti pilota per la liberazione delle informazioni

Liberazione dei dati Numero di progetti 2 5 10

Liberazione degli archivi Numero di progetti 2 5 10

Obiettivo 2. Realizzazione del motore di ricerca

Progettazione (1) % avanzamento progetto 100

Sviluppo software % avanzamento progetto 30 100

Catalogo dati esistenti Numero dataset convertiti 100 300 500

Obiettivo 3. Promozione dell’uso delle informazioni liberate nel pubblico dominio

Borse di studio Borse completate 1 4 7

Premi Premi assegnati 2 8 14

Testata giornalistica (2) Visite al mese 10.000 45.000 150.000

Convegni e seminari Numero di convegni 6 10 16

(1) L’avanzamento sul progetto viene misurato facendo riferimento alle tecniche e alle migliori pratiche di project management.

(2) Le visite al sito vengono misurate attraverso i report generati gratuitamente dal servizio Google Analytics.

3.7 Beneficiari diretti e/o indiretti

I beneficiari del progetto sono tutti i cittadini italiani che:• avranno a disposizione uno strumento per approfondire la conoscenza del funziona-

mento delle pubblica amministrazione;• potranno accedere liberamente alla versione digitale dei patrimoni archivistici ammi-

nistrati dallo Stato italiano;• potranno contribuire alla valorizzazione dei beni comuni digitali dell’Italia, utilizzan-

do le informazioni liberate nel pubblico dominio per costruire servizi, applicazioni e prodotti.

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A questi si aggiungono coloro che saranno coinvolti direttamente e attivamente nel pro-getto, ossia i giovani programmatori che lavoreranno per l’associazione Il Quinto Potere e i beneficiari delle borse di studio che l’associazione metterà periodicamente in palio per i ricercatori universitari che useranno le informazioni contenuti nel motore di ricerca per compiere studi e approfondimenti.Infine, gli imprenditori e i cooperatori che useranno i dati e gli archivi pubblici per rea-lizzare servizi e prodotti commerciali.

3.8 Innovatività degli interventi

Come detto, il progetto inaugura un settore che in Italia, di fatto, non esiste. I profili di innovazione riguardano l’oggetto dell’iniziativa e il metodo:• negli ultimi due anni le iniziative di apertura dei dati sono entrate a far parte della

prassi di governo di Stati Uniti (data.gov), Regno Unito (data.uk.gov), Australia (data.australia.gov.au) e di alcuni paesi scandinavi. In Italia si tratta di un settore so-stanzialmente vergine;

• l’innovazione pubblica, proprio come la creatività individuale, non richiede necessa-riamente investimenti enormi e autorizzazioni gerarchiche: il web rimuove le barriere all’entrata e permette agli innovatori di agire without permission, fuori e dentro la pubblica amministrazione. Il progetto Beni comuni si ispira a questo filosofia che ha dimostrato di funzionare finanche in Italia. Per esempio, qualche mese dopo l’uscita di openparlamento, il sito del Senato ha pubblicato i dati sulle votazioni dei sui compo-nenti; se non ci fosse stato uno stimolo esterno, l’istituzione pubblica non avrebbe prodotto questa piccola innovazione autonomamente.

3.9 Impatto sociale ed economico sul territorio

In termini di impatto sociale, possiamo mettere in evidenza due aspetti. Il primo riguar-da il ruolo della trasparenza nella costruzione di fiducia. In questo ambito dobbiamo rilevare che la mancanza di fiducia di cittadini nello Stato e nelle modalità con cui ven-gono amministrati i beni comuni logora ogni giorno quel poco di senso civico residuo, quella disponibilità a cooperare per il miglioramento della società in cui si vive che tutti i cittadini dovrebbero invece desiderare di offrire per vivere meglio ed essere più felici.Un sistema senza trasparenza non può costruire fiducia perché favorisce i furbi e co-stringe gli onesti in uno stato di illegalità latente; la trasparenza, al contrario, promuove la responsabilità e il merito.

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Nell’epoca della cultura digitale essere trasparenti significa essere aperti alla condivi-sione di informazioni, sia quelle che riguardano l’amministrazione dei beni comuni, che quelle conservate in archivi e fondi.Il secondo aspetto rilevante quando si affronta il tema dell’impatto sociale del progetto riguarda la sperimentazione delle dinamiche della co-creazione dei servizi pubblici, co-me viene teorizzata dall’autorevole New Economics Foundation (neweconomics.org) e messa in campo dal Nesta (www.nesta.org.uk), l’autority britannica per la scienza, la tecnologia e le arti che ha come missione rendere il Regno Unito più innovativo. Secon-do questo approccio (che per alcuni versi è stato fatto proprio dal governo Cameron con il piano per la Big Society), lo Stato del ventunesimo secolo, riconoscendo che i cittadi-ni hanno competenze da mettere in campo e rappresentano delle risorse da coinvolgere, deve puntare alla co-produzione dei servizi pubblici abbandonando progressivamente lo schema tradizionale che vede una contrapposizione tra Stato erogatore e cittadino fruito-re. Viceversa, gli individui, le famiglie, i vicinati, le comunità locali rappresentano il sistema operativo sul quale funzionano i servizi assicurati dalle pubbliche amministra-zioni. Quando queste ultime operano in contrasto con i primi i risultati sono performan-ce scadenti, un basso livello di fiducia, una scarsa volontà di partecipazione.

In termini di impatto economico, non esistono ancora delle valutazione di sistema sui benefici economici prodotti dall’apertura dei dati e degli archivi, per cui dobbiamo fare riferimento a dei casi specifici. Tra questi, ci sembra particolarmente significativo Apps for Democracy (www.appsfordemocracy.org), una competizione realizzata dal Distric of Columbia che si è svolta nel 2009 e alla quale hanno partecipato ben 47 progetti tra ser-vizi web, applicazioni per smartphone e applicazioni per Facebook, realizzati utilizzan-do i dati messi a disposizione dalla pubblica amministrazione. Tra queste: Park It Dc fornisce una mappa di tutti i parcheggi a pagamento della città indicando quali sono li-beri e quali occupati; Dc Historic Tours offre una dettagliata lista di percorsi turistici; iLive.at visualizza le statistiche sulla popolazione nell’intorno di un indirizzo (etnia, classi di età, stato civile e via dicendo). Gli organizzatori hanno calcolato che il valore commerciale delle applicazioni che han-no partecipato al concorso fosse di 2,3 milioni di euro a fronte di 50 mila dollari messi in palio come montepremi. Anche se non ci sono ancora esperienze italiane che ci auto-rizzano ad adottare queste stime come valide per progetti da sviluppare nel nostro paese, è plausibile sostenere il costo per la liberazione dei dati nel pubblico dominio (soprattut-to quando avviene a costi marginali perché si tratta di convertire dataset già esistenti) sia ampiamente ripagato dal loro utilizzo.

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3.10 Sostenibilità e replicabilità dell’intervento

Le risorse che sanno impiegate nel progetto Beni comuni rappresentano lo startup di un progetto di ampio respiro, il cui obiettivo è essere economicamente sostenibile nel tem-po. In questo contesto, proponiamo di seguito una tabella che sintetizza i primi tre anni di attività dell’associazione il Quinto Potere.

2011 2012 2013

Ricavi globali dell’associazione

Fondazione per il Sud 250.000 250.000 0

Quote associative e donazioni 10.000 15.000 30.000

Progetti liberazione Dati 40.000 80.000 150.000

Progetti liberazione Archivi 30.000 70.000 100.000

Totale ricavi 330.000 415.000 280.000

Costi progetto Beni comuni

Personale tecnico 115.500 115.500 115.500

Testata online 50.000 50.000 50.000

Partnership openpolis 30.000 30.000 30.000

Partnership Wikimedia Italia 30.000 30.000 30.000

Borse di studio e premi 40.000 50.000

Hosting, connettività e computer 22.000 12.000 12.000

Spese generali 11.500 11.500 11.500

Totale costi progetto Beni comuni 299.000 299.000 249.000

Nei primi due anni di vita, l’associazione Il Quinto Potere farà affidamento sul contribu-to della Fondazione per il Sud per finanziare le attività legate al raggiungimento dei tre obiettivi descritti nelle pagine precedenti. Le risorse saranno impiegate innanzitutto per avviare il motore di ricerca (stipendi dei collaboratori, quote per i partner e attività di comunicazione), alimentarlo e promuovere l’uso dei dati (borse di studio, premi, testata online), mentre si punterà a realizzare i progetti pilota coinvolgendo le pubbliche ammi-nistrazioni anche dal punto di vista economico.Nei due anni in cui l’associazione potrà fare affidamento sul contributo della Fondazio-ne, si costruiranno le condizioni economiche affinché il progetto possa proseguire nel

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tempo grazie alle campagne di sottoscrizione e raccolta fondi e alle attività di servizio svolte a favore delle pubbliche amministrazioni.

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