Prof. Paolo Mengucci Ottica ondulatoria · Si parla di diffrazione quando le onde che si...
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Paolo Mengucci Fisica 2 (Meccanica A/L) 1
Ottica ondulatoria
Facoltà di Ingegneria
Fisica 2C.L. (Ing. Meccanica A/L)
A.A. 2010/2011
Prof. Paolo Mengucci
Paolo Mengucci Fisica 2 (Meccanica A/L) 2
Principio di Huygens-Fresnel-KirchoffOgni punto del fronte d’onda è sorgente di onde sferiche secondarie aventi la stessa frequenza dell’onda primaria. Ad istanti successivi il fronte d’onda risulta essere la sovrapposizione delle onde secondarie considerate con la propria ampiezza e la propria fase.
21cos)( += ϑϑk
Fattore geometrico o fattore di obliquità di Kirchoff
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Interferenza e diffrazione delle onde elettromagnetiche
I fenomeni d’interferenza e diffrazione avvengono quando una o più onde si sovrappongono.
Si parla di interferenza quando le onde che si sovrappongono sono generate da singole sorgenti puntiformi.
Si parla di diffrazione quando le onde che si sovrappongono sono generate da sorgenti continue estese.
Dal punto di vista quantitativo questi fenomeni possono essere spiegati dal principio di sovrapposizione.
Una qualunque combinazione lineare di soluzioni dell’equazione d’onda è ancora
soluzione della stessa equazione.
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Interferenza
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InterferenzaS1 e S2 sono sorgenti puntiformi che emettono onde sferiche.
Le onde emesse percorrono cammini geometrici r1 e r2 diversi.
Sullo schremo C posto a grande distanza dalle sorgenti (D»d) le onde incidenti nel punto P possono essere approssimate a onde piane.
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Nel punto P dello schermo le due onde si sovrappongono e l’onda risultante è la somma delle singole onde componenti.
( )( )
( ) ( )
Z
EE
Z
E
Z
E
Z
EI
EEEEEEEEE
trkcosEE
trkcosEE
EEE
2122
21
2
2122
212121
2
2222022
1111011
2
221
rr
rrrrrrrr
rrrr
rrrr
rrr
⋅++==
⋅++=+⋅+=
ϕ+ω−⋅=
ϕ+ω−⋅=
+=
Interferenza
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( )( )
122
2122
21
2
2222022
1111011
2
IIII 1
Z
EE
Z
E
Z
E
Z
EI
trkcosEE
trkcosEE
++=
⋅++==
ϕ+ω−⋅=
ϕ+ω−⋅=
rr
rrrr
rrrr
Termine d’interferenza
Nel fenomeno dell’interferenza l’intensità risultante è diversa dalla somma delle intensità delle singole onde.
L’interferenza produce una ridistribuzione dell’intensità sullo schermo.
Z
EE2I
Z
EI
Z
EI
2112
22
2
21
1
rr⋅
=
=
=
Interferenza
Paolo Mengucci 8
InterferenzaCondizioni necessarie
( )( )
( )[ ] ( )[ ]
( )
( ) ( ) ( ) ( )[ ]( ) ( ) ( ) ( )[ ]tsinrksintcosrkcos
tsinrksintcosrkcosEE
ZI
bsinasinbcosacosbacos
trkcostrkcosEEZZ
EEI
trkcosEE
trkcosEE
22222222
11111111020112
22221111020121
12
2222022
1111011
2
22
ωϕ+⋅+ωϕ+⋅
ωϕ+⋅+ωϕ+⋅⋅=
+=−
ω−ϕ+⋅ω−ϕ+⋅⋅=⋅
=
ϕ+ω−⋅=
ϕ+ω−⋅=
rrrr
rrrrrr
rrrrrrrr
rrrr
rrrr
Fisica 2 (Meccanica A/L)
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( ) ( ) ( ) ( )[ ]( ) ( ) ( ) ( )[ ]tsinrksintcosrkcos
tsinrksintcosrkcosEE
ZI
22222222
11111111020112
2ωϕ+⋅+ωϕ+⋅
ωϕ+⋅+ωϕ+⋅⋅= rrrr
rrrrr
Se ω1≠ω2 ⇒ I12=0 sempre
Se E01⊥E02 ⇒ I12=0 sempre
L’interferenza si verifica se e solo se:1. le onde hanno stessa frequenza2. le onde non sono polarizzate ortogonalmente
InterferenzaCondizioni necessarie
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Il termine d’interferenza assume il suo valore massimo per onde di uguale frequenza, uguale ampiezza e polarizzate linearmente nella stessa direzione.
Se le onde si propagano nello stesso mezzo:
( )( )2202
1101
trkcosEE
trkcosEE
ϕ+ω−=
ϕ+ω−=222
111
212
rkrk
rkrk
kkk
=⋅
=⋅λπ
===
rr
rr
rr
Interferenza
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[ ] [ ]
[ ][ ])tsin()krsin()tcos()krcos(
)tsin()krsin()tcos()krcos(E
ZI
Z
t)kr(cost)kr(cosE
ZEE
I
IZ
EII
ωϕ++ωϕ+
ωϕ++ωϕ+=
ω−ϕ+ω−ϕ+==
===
2222
11112012
22112021
12
0
20
21
2
22
2
[ ])krsin()krsin()krcos()krcos(ZE
I 22112211
20
12 ϕ+ϕ++ϕ+ϕ+=
[ ])()rr(kcosI2I 1212012 ϕ−ϕ+−=
Interferenza
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iniziale fase di differenza
ottico cammino di differenza
12
12
012
rrr
)rkcos(I2I
ϕ−ϕ=ϕΔ
−=Δ
ϕΔ+Δ=
Se Δφ dipende dal tempo ⇒ I12=0 sempre
Affinché si abbia interferenza Δφ deve essere nullo o costante (onde coerenti).
InterferenzaCondizioni necessarie
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Esperimento di Young (1801) – bassa coerenza spaziale
Interferenza
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Nell’esperimento di Young, sullo schermo finale si osserva la comparsa di frange chiare e scure alternate.
L’intensità risultante dalla sovrapposizione delle onde generate dalle due sorgenti S1 e S2 è diversa dalla semplice somma delle intensità delle singole onde.
Il fenomeno dell’interferenza si verifica solo se sono soddisfatte ben determinate condizioni.
Condizioni necessarie per l’interferenza1. le onde devono avere la stessa frequenza;
2. le onde devono avere una differenza di fase costante o nulla (onde coerenti);
3. le onde non devono essere polarizzate ortogonalmente.
Interferenza
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Esperimento di Young
Le sorgenti S1 e S2emettono due onde che hanno:
1. stessa frequenza;
2. stessa fase;
3. stessa polarizzazione.
Le due onde interferiscono.
Quando arrivano sullo schermo hanno fasi diverse perché hanno percorso cammini ottici diversi.
=
=
=
interferenza costruttiva (frangia chiara)
interferenza distruttiva (frangia scura)
sovrapposizione incoerente
Interferenza
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θ=−
≈≈⇒>>
θ=−=Δ
Δ=
sindrr
rrrdD
sindrrr
)rkcos(II
12
21
12
012 2
Nell’esperimento di Young Δφ=0 (onde coerenti).
Interferenza
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)sind(krk
)cos1(I2)rkcos(I2III 0000
θ=Δ=δ
δ+=Δ++=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ=2
cosI4I 20
2cos1
2cos
δ+±=⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ δ
1221 IIII ++=
Interferenza
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θ=δ
=β
β=
sin2d
k2
cosI4I 20
Massimi d’interferenza
λ=θ
π=θ
λπ
=π=θ
msind
m2
sind2
,....3,2,1mm2sinkd
λ=θ msind
Minimi d’interferenza
( )
( )
( )2
1m2sind
21m2
2sind2
,...2,1,0m2
1m22sinkd
λ+=θ
π+=
θλπ
=π
+=θ
2)1m2(sindλ
+=θ
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β= 20 cosI4I
dmsinλ
=θd2
)1m2(sinλ
+=θ
Massimi d’interferenza Minimi d’interferenza
Interferenza
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Esperimento di Young – bassa coerenza spaziale
( )2
1m2sindmin
msindmax2sinkd
cosI4I 20
λ+=θ
λ=θ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ θ
=
Interferenza
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Le onde non si propagano sempre in linea retta.
Quando incontrano un ostacolo sul proprio cammino, le onde tendono ad oltrepassarlo modificando ampiezza e fase dei fronti d’onda.
In queste condizioni si dice che l’onda viene diffratta dall’ostacolo e si parla di fenomeno di diffrazione.
Il fenomeno della diffrazione avviene con onde di qualunque natura (acustiche, elastiche, elettromagnetiche, di materia, ecc.).
La diffrazione è più evidente quando la lunghezza d’onda λ dell’onda incidente sull’ostacolo è confrontabile con le dimensioni dell’ostacolo stesso.
λ«a
λ<a
λ≈a
Diffrazione
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La perturbazione dei fronti d’onda della radiazione incidente è maggiore quando la lunghezza d’onda della radiazione è confrontabile con le dimensioni dell’ostacolo.
Per il principio di Huygens, ogni punto della fenditura di larghezza d diventa sorgente di onde secondarie aventi stessa ampiezza e fase dell’onda incidente.
Diffrazione
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Diffrazione
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Diffrazione di Fraunhofer da singola fenditura
Si consideri una fenditura rettilinea di larghezza d confrontabile con la lunghezza d’onda λ della radiazione incidente.
Ogni punto della fenditura emette onde secondarie.
Le onde emesse alla distanza x hanno sfasamento s=xsinθ quando attraversano la linea N.
L’onda risultante è data dai contributi delle diverse sorgenti.
( )
θ=
ω−= ∫
sinxs
dxtkscosaEd
0
Diffrazione da singola fenditura
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( ) ( )
zionenormalizza di costante asinxs
dxtsinkxcosadxtkscosaEd
0
d
0
≡θ=
ω−θ=ω−= ∫∫
θ= sinkxyL’integrale si risolve per sostituzione, ponendo:
dy)tycos(da
dy)tycos(sinka
E
sinkdsinkdy
)tycos(aE
00
sinkd
0
∫∫
∫
δδ
θ
ω−δ
=ω−θ
=
θ=δθ
ω−=
Diffrazione da singola fenditura
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[ ]
[ ]
[ ])tsin()tsin(da
E
)tsin()tsin(da
E
)tysin(da
dy)tycos(da
E
0
0
ω+ω−δδ
=
ω−−ω−δδ
=
ω−δ
=
=ω−δ
=
δ
δ∫
Diffrazione da singola fenditura
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[ ])tsin()tsin(da
E ω+ω−δδ
=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ +
=+2
bacos
2ba
sin2bsinasin
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ
δ=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−ω−δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω+ω−δ
δ=
2t2
cos2
sinda2
E
2tt
cos2
ttsin2
daE
Diffrazione da singola fenditura
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⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
==2
t2cos
sinZda
Z
EI 2
2222
θ=δ
=α
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=
sin2d
k2
2t2
cossin
daE
222 sinZ2da
I ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=
Diffrazione da singola fenditura
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Z2da
I22
0 =
2
0sin
II ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=
222 sinZ2da
I ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=
Diffrazione da singola fenditura
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Z2da
I
sin2d
k2
sinII
22
0
2
0
=
θ=δ
=α
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=Massimi e minimi d’intensità
0sincossin
2IddI
0ddI
20 =α
α−αααα
=α
=α
0sincos0sin
=α−αα=αMinimi d’intensità
Massimi d’intensità
Diffrazione da singola fenditura
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Minimi di diffrazione
...2,,0sin2d
k
...2,,00sin
π±π±=θ
π±π±=α⇒=α
....,3,2,1mmsind =λ=θ
Massimi di diffrazione
α=αtg
Diffrazione da singola fenditura
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Z2da
I
sind
sin2d
k2
sinII
22
0
2
0
=
θλ
π=θ=δ
=α
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=
Casi limitei) λ≪d ⇒ α≫0
L’intensità decresce rapidamente al variare dell’angolo θ. Lo schermo è illuminato solo nella parte centrale (ottica geometrica).
ii) λ≫d ⇒ α→0 ⇒ (sinα/α)→1 ⇒ I→I0L’intensità è uguale a I0 per qualunque valore dell’angolo θ. Lo schermo è illuminato uniformemente.
Diffrazione da singola fenditura
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Diffrazione da foro circolareLa trattazione formale della diffrazione da un foro di diametro d risulta molto più complessa rispetto al caso della singola fenditura.
La figura di diffrazione ha simmetria circolare ed è formata da un massimo centrale circondato da massimi secondari a intensità decrescente.
La posizione del primo minimo e la semilarghezza angolare del massimo centrale possono essere calcolati dalla distribuzione d’intensità.
Il disco centrale prende il nome di disco di Airy.
centrale massimo del angolare larghezzasemid
minimo primod
λθ
λθ
22.1
22.1sin
=Δ
=
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Immagine di una sorgente puntiforme
L’immagine di un oggetto puntiforme, realizzata illuminando l’oggetto con una certa radiazione ed utilizzando un sistema ottico centrato, corrisponde, sullo schermo, alla sua figura di diffrazione.
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Le due sorgenti sono risolte Le due sorgenti non sono risolte
Il potere risolutivo è la distanza minima tra due sorgenti puntiformi alla quale esse vengono viste come distinte.
Il potere risolutivo degli strumenti ottici è limitato dalla diffrazione.
Potere risolutivo degli strumenti ottici
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Due punti sono visti come distinti se posti almeno ad una distanza tale che il primo minimo
dell’immagine di diffrazione dell’uno coincide con il massimo centrale della figura di diffrazione
dell’altro.
Criterio di Rayleigh
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Siano date due fenditure di larghezza d poste alla distanza D l’una dall’altra.
In un punto P posto a grande distanze dalle fenditure l’onda risultante è la sovrapposizione delle onde provenienti dalle due fenditure.
( ) ( ) ⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡ω−θ+ω−θ= ∫∫
+dD
D
d
0
dxtsinkxcosdxtsinkxcosaE
Il parametro a rappresenta una costante di normalizzazione.
Gli integrali si risolvono come già visto nel caso di fenditura singola.
Diffrazione da doppia fenditura
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[ ] [ ]{ }2
1)tysin()tysin(
daE 0
δδ
δ ω−+ω−δ
=
12
1
sin)dD(ksinkD
sinkdsinkxy
δ+δ=θ+=δ
θ=δθ=δθ=
[ ] [ ]{ })tsin()tsin()tsin()tsin(da
E 12 ω−δ−ω−δ+ω+ω−δδ
=
Fenditura A
A
B
Fenditura B
Diffrazione da doppia fenditura
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112
12
1
2
t22
cos2
sin2B
2t2
cos2
sin2A
δ+δ=δ+δ
δ−δ=δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−
δ+δ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ=
)tsin()tsin(B)tsin()tsin(A
)BA(da
E
12 ω−δ−ω−δ=ω+ω−δ=
+δ
=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ +
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
=−
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ +
=+
2ba
cos2
basin2bsinasin
2ba
cos2
basin2bsinasin
Diffrazione da doppia fenditura
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⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−
δ+δ+⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ=+ t
22
cost2
cos2
sin2BA 1
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ +
=+2
bacos
2ba
cos2bcosacos
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−
δ+δ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ=
=⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ−⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−
δ+δ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ=+
t2
cos2
cos2
sin4
2cost
2cos2
2sin2BA
11
11
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−
δ+δ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ δ
δ= t
2cos
2cos
2sin4
daE 11
Diffrazione da doppia fenditura
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θ=δ
=β
θ=δ
=α
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ ω−
δ+δβ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
=
sin2D
k2
sin2d
k2
t2
coscossin
da2E
1
1
β⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
== 22222
cossin
Z2da
4Z
EI
Diffrazione da doppia fenditura
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Z2da
I
sincosI4I
22
0
22
0
=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
β=
Interferenza da due sorgenti puntiformi
Diffrazione da singola fenditura
Diffrazione da doppia fenditura
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L’intensità risultante è una figura d’interferenza da due sorgenti distanti D, modulata dalla figura di diffrazione di una singola fenditura di larghezza d.
22
0sin
cosI4I ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
β=
θ=δ
=β
θ=δ
=α
sin2D
k2
sin2d
k21
Per θ=0 → I=4I0
Diffrazione da doppia fenditura
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Diffrazione da doppia fenditura
( )diff. minmsind
interf. min2
1n2sinD
interf.max nsinD
λ=θ
λ+=θ
λ=θ
22
0sin
cosI4I ⎟⎠⎞
⎜⎝⎛
αα
β=
Massimi e minimi d’intensità
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Esperimento di Young
Bassa coerenza spaziale
Elevata coerenza spaziale
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Reticolo di diffrazione
Il reticolo di diffrazione è un dispositivo ottico costituito da molte fenditure sottili parallele.
Sia N il numero di fenditure, d la larghezza di ciascuna, D la distanza tra due fenditure successive e b la larghezza totale del reticolo (D=b/N).
Si calcola l’intensità risultante come nei casi precedenti considerando lo sfasamento tra le onde emesse dalle varie fenditure.
( )
Nb
ntaEN
λθπ
ω
sin
2cos1
0
=Δ
Δ−=∑−
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Reticolo di diffrazione
θλπ
λθπδ
δδ
sin
sin2sin
sinsin2
2
2
22
D
d
NKdI
=Δ
=
ΔΔ
=
K è una costante di normalizzazione dipendente dall’intensità dell’onda incidente.
L’intensità risultante corrisponde ad una figura d’interferenza a N sorgenti modulata dalla figura di diffrazione da singola fenditura.
min.nNDprincipalimax.mD
λθλθ
==
sinsin
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Reticolo di diffrazioneFissate le caratteristiche geometriche del reticolo, la posizione angolare dei massimi principali dipende dalla lunghezza d’onda λ della radiazione incidente.
In effetti, i reticoli di diffrazione vengono utilizzati proprio per eseguire misure accurate di lunghezza d’onda.
reticolo del risolutivo poterenNd
R
angolare edispersionD
ndd
==
=
λλ
θλθ
cos
Il potere risolutivo del reticolo determina il minimo valore di dλ che il reticolo consente di apprezzare. Esso dipende da n (ordine del massimo) e dal numero totale di fenditure N del reticolo stesso.
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Mediante un reticolo di diffrazione è possibile analizzare la composizione spettrale della radiazione emessa da una qualsiasi sorgente.
Questa tecnica sperimentale, detta spettroscopia, permette di ricavare informazioni quantitative sulla composizione chimica della materia che sta emettendo la radiazione.
L’emissione di luce da parte della materia è legata alle transizioni elettroniche degli atomi.
Ogni spettro di emissione o di assorbimento costituisce una sorta di “impronta digitale” dell’atomo.
Paolo Mengucci Fisica 2 (Meccanica A/L) 50
Bibliografia
C. Mencuccini, V. Silvestrini, Fisica II, Liguori Editore.
D. Halliday, R. Resnick. J. Walker, Fondamenti di Fisica, Elettrologia, Magnetismo, Ottica, VI Edizione, Casa Editrice Ambrosiana.
E. Hecht, A. Zajac, Optics, Addison-Wesley.