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AREA SOCIO CULTURALE-ISTITUZIONALE LEGISLATIVA Principi generali ed elementi di assistenza II La farmacologia (dal greco pharmakon = veleno e logos = discorso), è la scienza che studia le azioni e le modificazioni prodotte da particolari sostanze chimiche sui sistemi biologici. Una sostanza chimica che interagendo con un substrato biologico produce una risposta che può arrecare danno o beneficio è detta farmaco. Il FARMACO viene definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come: “ Ogni sostanza usata per modificare sistemi biologici o stati patologici a beneficio di chi lo riceve”

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AREA SOCIO CULTURALE-ISTITUZIONALE LEGISLATIVA Principi generali ed elementi di assistenza II

La farmacologia (dal greco pharmakon = veleno e logos = discorso), è la scienza che studia le azioni e le modificazioni prodotte da particolari sostanze chimiche sui sistemi biologici. Una sostanza chimica che interagendo con un substrato biologico produce una risposta che può arrecare danno o beneficio è detta farmaco. Il FARMACO viene definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come: “ Ogni sostanza usata per modificare sistemi biologici o stati patologici a beneficio di chi lo riceve”

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CENNI DI FARMACOLOGIA La Farmacologia è strettamente legata alla chimica in quanto ha a che fare con composti chimici, ma anche alla biologia, alla fisiologia, ed è parte integrante della medicina. Essa può essere divisa nelle seguenti principali branche:

Farmacocinetica Farmacodinamica Farmacoterapia Tossicologia Farmacognosia

La farmacocinetica sudia il cammino di un farmaco all’interno dell’organismo vivente dal momento della sua introduzione a quello della sua eliminazione. Durante questo percorso si manifestano le seguenti fasi:

1. assorbimento 2. distribuzione 3. biotrasformazione o metabolismo 4. eliminazione

La conoscenza di questi passaggi permette di scegliere la via di somministrazione e la posologia del farmaco stesso, anche in funzione delle diverse condizioni fisiologiche (età, patologia, ecc…) La farmacodinamica studia invece come il composto chimico produce i suoi effetti biologici, si occupa cioè del meccanismo d’ azione e degli effetti del farmaco sul substrato vivente. La farmacoterapia è l’applicazione del farmaco nella prevenzione, nel trattamento o nella diagnosi delle malattie e il suo utilizzo nella modifica delle funzioni fisiologiche. La tossicologia si occupa degli effetti tossici e dannosi delle sostanze chimiche; studia inoltre i sintomi e la terapia delle intossicazioni e l’identificazione dei veleni. La farmacognosia infine studia le piante e gli estratti di origine animale che possono contenere principi attivi da impiegare come farmaci.

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IL FARMACO

Ogni farmaco ha una denominazione scientifica molto complessa che si basa sulla struttura chimica della molecola o principio attivo. Ha anche una denominazione comune internazionale (DCI) con la quale è riconosciuta in ogni Paese. Ed ha infine un nome di fantasia assegnato dalla ditta farmaceutica che commercializza il farmaco. Uno stesso farmaco può essere messo in commercio con nomi diversi da ditte farmaceutiche diverse. Ad esempio il Valium è il nome commerciale del farmaco la cui denominazione internazionale è Diazepam e il cui nome chimico è 7cloro-1.3didro-1metil-5fenil-2H- 1,4benzodiazepin-2one. In commercio troviamo altre specialità che contengono lo stesso principio attivo (cioè il Diazepam) quali d esempio Ansiolin, Noan… I medicamenti si possono classificare in specialità medicinali e preparati galenici. Con il termine specialità medicinale si intende un farmaco prodotto dall’industria contenuto in un recipiente o involucro sigillato, soggetto ad approvazioni, controlli e registrazione da parte del Ministero della Sanità. Le specialità possono essere specialità etiche quando sono soggette a particolari norme di dispensazione, non possono essere pubblicizzate ed hanno un prezzo imposto dallo stato; oppure possono essere specialità da banco (in inglese. OTC = over the counter) quando per la dispensazione non c’è l’obbligo della ricetta medica, sono impiegate in disturbi di lieve entità e contengono principi attivi già largamente impigati in terapie da più di 5 anni. I preparati galenici possono essere di tipo magistrale o officinale. I primi vengono preparati dal farmacista su richiesta personalizzata del medico mentre quelli officinali possono essere preparati sia dal farmacista che dai laboratori autorizzati in piccoli lotti secondo le indicazioni della Farmacopea Ufficiale Italiana (FUI) e di specifici decreti ministeriali. La FUI è un testo edito dallo Stato e rappresenta il codice ufficiale dei medicamenti nel quale vengono definite le caratteristiche di purezza e le modalità di conservazione delle sostanze medicamentose principali; inoltre vengono riportate le forme farmaceutiche più importanti, la loro preparazione e i metodi di controllo.

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FORME FARMACEUTICHE

Il. Farmaco generalmente non viene impiegato come tale, ma viene elaborato in preparati più o meno complessi che permettono la sua conservazione e somministrazione; la forma con la quale si presenta il medicamento viene detta Forma Farmaceutica. Nella preparazione delle varie forme farmaceutiche oltre al principio attivo si impiegano sostanze che conferiscono volume e consistenza. Tali sostanze sono dette eccipienti nel caso di preparati solidi o semisolidi (es: talco, lattosio, amido, vasellina ecc…) o veicoli per le preparazioni liquide (acqua, alcol, glicerina, sciroppo, ecc…). Possono essere preparati per uso interno (orale e parenterale) o per uso esterno (dermatologi o preparati destinati a cavità naturali del corpo) ECCIPIENTE: Sostanza, generalmente inerte dal punto di vista terapeutico, che viene aggiunta al principio attivo per:

-facilitare la preparazione del farmaco, -stabilizzare e veicolare il principio attivo, -permettere l’assorbimento del principio attivo, -regolare l’assorbimento del principio attivo, -facilitare la conservazione del farmaco, -dare al farmaco le caratteristiche organolettiche accettabili.

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FARMACOCINETICA Qualsiasi molecola introdotta nell’organismo subisce processi di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione. Così pure i farmaci per esplicare la loro azione terapeutica devono essere introdotti nell’organismo, assorbiti e raggiungere i loro siti d’azione mediante la circolazione sanguigna. Una volta ottenuto l’effetto farmacologico vengono metabolizzati ed eliminati dall’organismo stesso.

1. assorbimento; 2. distribuzione; 3. biotrasformazione o metabolismo; 4. eliminazione;

Con l’ASSORBIMENTO si intende il trasferimento del farmaco dal luogo di somministrazione al torrente circolatorio; l’assorbimento è inesistente nel caso di somministrazione endovenosa in quanto il farmaco viene introdotto direttamente in circolo. Dopo questo processo c’e la DISTRIBUZIONE che consiste nella ripartizione del farmaco nei vari compartimenti. L’organismo non è una massa omogenea per cui una distribuzione uniforme del farmaco è pressochè impossibile. Comunemente il farmaco si distribuisce più rapidamente ai tessuti ed organi più irrorati e successivamente a quelli meno vascolarizzati. I farmaci dopo essere assorbiti e distribuiti vengono metabolizzati e biotrasformati. Ogni biotrasformazione trasforma il farmaco in un derivato chiamato metabolita che nella maggior parte dei casi è inattivo e facilmente eliminabile, ma in alcuni casi può essere dotato di attività terapeutica pari al farmaco. In altri casi la biotrasformazione può trasformare un profarmaco (inerte) in farmaco dotato di attivià. Il METABOLISMO avviene in tutti gli organi più vascolarizzati dotati di enzimi biotrasformati quali: reni, polmoni, intestino, tuttavia il metabolismo è prevalentemente epatico. Un fattore che può influenzare la biotrasformazione del farmaco è l’età del paziente (nei neonati il sistema microsoniale epatico non è completo e può verificarsi un accumulo per certi farmaci, nell’anziano la funzionalità epatica è rallentata e di conseguenza il dosaggio dei farmaci deve essere ridotto). L’ELIMINAZIONE avviene ad opera degli organi già normalmente deputati alla depurazione del sangue dalle scorie dei processi nutritivi e metabilici quali il rene, la bile, le vie respiratoire, le ghiandole a secrezione esocrina.

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BIODISPONIBILITA’: Esprime la quantità di farmaco che raggiunge la circolazione generale e la velocità di penetrazione dopo la sua somministrazione. E definita quindi dal rapporto tra la quantità di farmaco nel sangue e la quantità inizialmente somministrata. Qtà di farmaco nel sangue Qtà inizialmente somm.ta Fattori che possono influenzare la biodisponibilità sono:

1. l’età (variazioni della funzionalità epatica o renale) 2. Stati patologici (alterata eliminazione o metabolizzazione per insufficienza

renale o epatica) 3. variazioni individuali (variazioni genetiche) 4. la dose ( la biodisponibilità di un farmaco può aumentare con la dose quando la

quantità di un farmaco presente nell’organismo satura i sistemi attivi di eliminazione)

5. la via di somministrazione (la massima biodisponibilità si ha con la via e.v., 100%)

6. possibili interazioni tra farmaci 7. la forma farmaceutica ( la biodisponibilità è più alta per la gocce e diminuisce

man mano passando alle sospensioni, capsule e compresse) Per ogni farmaco possiamo quindi identificare una MEC (minima dose efficace) che corrisponde al valore della concentrazione plasmatici di farmaco che deve essere raggiunto per ottenere un effetto farmacologico, ed una MTC (minima concentrazione tossica) che ci indica il valore della concentrazione al di sopra della quale possono comparire effetti tossici. L’intervallo tra MEC e MTC si chiama intervallo terapeutico del farmaco.

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LA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI Il modo di somministrazione di un farmaco influenza la sua azione nell’organismo. Il tipo di somministrazione di un farmaco dipende dalla sua particolare composizione chimica, dalla quantità, dal suo tropismo, dalla rapidità o dalla lentezza desiderata dall’azione terapeutica. Il farmaco per essere somministrato deve essere sempre prescritto dal medico il quale dovrà riportare sulla grafica :

1. nome del farmaco 2. orario 3. modalità di somministrazione 4. dosaggio 5. ripetizione della somministrazione nell’arco delle 24h 6. firma

La Somministrazione può essere:

CONTINUATIVA generalmente nelle terapie prolungate nel tempo (antibiotici) e viene sospesa solo su ordine medico previa annotazione ed aggiornamento in cartella clinica.

OCCASIONALE viene prescritta al momento secondo le esigenze del caso (es. algie, complicanze…) può essere ripetibile secondo le esigenze del paziente o secondo il giudizio del medico, ma mai deve considerarsi come continuativa. Può essere seguita anche da specificazioni del tipo A.B. (al bisogno) o S.O. (se occorre). Sarà in questo caso l’infermiere in base alla propria valutazione, dopo la conferma del medico, che dovrà deciderne o meno la somministrazione.

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VIE DI SOMMINISTRAZIONE

NATURALI O ENTERALI:

1. Via cutanea 2. Via orale 3. Via rettale 4. Via rinofaringea 5. Via tracheobronchiale 6. Via congiuntivale 7. Via urogenitale 8. Via auricolare

ARTIFICIALI o PARENTERALI:

1. Via intradermica 2. Via sottocutanea 3. Via intramuscolare 4. Via endovenosa 5. Via endoarteriosa

Si classificano anche in:

Vie Topiche: consistono nell’applicazione del farmaco sulla superficie cutanea o mucosa e vengono utilizzate quando si vuole che il farmaco agisca localmente.

Vie sistemiche: comprendono la via orale, tutte le vie parenterali e la via rettale, e vi si ricorre quando si vuole ottenere un’azione generale, con l’ingresso quindi del farmaco nel torrente circolatorio.

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APPROVVIGIONAMENTO E CONSERVAZIONE

La gestione dei medicinali e dei dispositivi medici all’interno della struttura ospedaliera è curata dal Servizio di Farmacia. Il farmacista è il professionista di riferimento per le diverse problematiche legate all’impiego di medicinali ed altri materiali sanitari. Egli garantisce la corretta gestione di tutto il materiale di competenza nell’ambito del Servizio di Farmacia e collabora con il personale dei reparti e servizi affinché ne sia sempre garantito il giusto impiego. All’interno dei reparti e servizi, la detenzione, custodia e conservazione dei medicinali e dei materiali sanitari è affidata alla caposala. La conservazione dei prodotti dalla produzione o approvvigionamento, al trasporto, allo stoccaggio, fino all’utenza finale, deve avvenire nel rispetto delle condizioni igieniche e ambientali (temperature, luce, umidità) richieste e specificate sulle etichette dei diversi prodotti. All’interno delle Unità Operative dovranno essere previsti armadi chiusi o comunque non accessibili ai non addetti, organizzati e gestiti in modo da assicurare la perfetta conservazione e la corretta vigilanza sulle scorte di medicinali, dispositivi medici, soluzioni perfusionali, galenici, diagnostici e disinfettanti. Tutti i prodotti non devono essere tenuti al di fuori del loro confezionamento primario o secondario; questo per garantire l’identificazione del prodotto stesso (nome, lotto di appartenenza e scadenza) e al fine di prevenire eventuali errori terapeutici. Al fine di una corretta gestione, è consigliabile la separazione fisica tra medicinali, galenici, dispositivi medici, disinfettanti e diagnostici. Il materiale di deposito deve essere rinnovato di frequente per evitare il rischio di scadenze.

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La conservazione appropriata (idonea temperatura, adeguate condizioni di luce, ecc..) è garantita nel rispetto delle specifiche contenute nella scheda tecnica o delle informazioni contenute in etichetta.

L’armadio farmaceutico di reparto deve essere sistemato prestando attenzione ai fattori ambientali che interferiscono con una perfetta conservazione di tutti i prodotti in esso custoditi. La conservazione al riparo dalla luce implica che il prodotto sia conservato nella confezione originale ed è comunque rispettata se i materiali sensibili sono conservati da appositi contenitori ambrati (confezionamento secondario) che assicura l’opacità. Per le forme farmaceutiche a dose singola (compressa, capsula, bustina) si raccomanda di non tagliare i blister, quando non siano riportati su ciascuna unità i dati identificativi (nome, lotto, scadenza) e di non custodire le formulazioni in flaconi prive di tappo. Inoltre di consiglia di non buttare il foglietto illustrativo una volta aperta la confezione multidose. Scrivere in maniera leggibile la data di apertura di sciroppi, colliri ecc… o dei farmaci ricostruibili. La giacenza delle scorte deve essere tale da facilitare il controllo periodico delle scadenze e delle condizioni di conservazione del materiale in dotazione. Per una corretta gestione bisogna limitare al massimo la produzione di medicinali scaduti e lo spreco di risorse, La conservazione di un farmaco ad una temperatura diversa da quella prevista può comportare la perdita totale o parziale di attività e/o alterazioni. Tutti i farmaci e i prodotti sanitari vanno conservati a temperatura ambiente compresa tra +8 e + 30°C, salvo diversa indicazione specificata sulla confezione. I farmaci che necessitano di conservazione a bassa temperatura devono essere tenuti in piccoli e adeguati frigoriferi.

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La corretta e costante gestione dell’armadio farmaceutico di reparto è fondamentale per una sicura assistenza al paziente. È importante organizzarlo secondo un ordine prestabilito noto a tutti gli operatori (ad es. in ordine alfabetico e suddividendo i farmaci per forma farmaceutica o categoria terapeutica). È opportuna effettuare mensilmente il controllo delle scadenze dei medicinali e dei dispositivi medici presenti nell’armadio, ponendo davanti quelli a scadenza più ravvicinata. Gli infiammabili devono essere conservati in armadi separati dai Farmaci e Presidi lontani da fonti di calore. Ovviamente negli armadi dei farmaci è necessaria una regolare e frequente pulizia. Gli stupefacenti vanno conservati in appositi armadi dotati di serratura attenendosi per l’utilizzo ai “registri di carico e scarico”.

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PREVENZIONE DEGLI ERRORI NELLA SOMMINISTRAZIONE Verificare sempre nel dubbio, eventuali casi di omonimia dei nomi commerciali con il nome farmacologico del singolo farmaco e relativi dosaggi, chiedere sempre di persona eventuali incomprensioni generati da calligrafia illeggibili.

Eventuali errori di somministrazioni devono essere sempre riferiti al medico responsabile per attuare eventuali contromisure terapeutiche. Alla fine della somministrazione per l’infermiere responsabile dell’esecuzione della terapia è obbligatorio controfirmare la prescrizione per avvenuta esecuzione, eventualmente anche con sigle convenute con l’équipe sanitaria del reparto, se previsto dalla modulistica di reparto. CONTROLLI PRELIMINARI PER LA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI

A) Controllare che il nome riportato sulla cartella clinica o scheda terapeutica corrisponda con il nome del paziente stesso.

B) Valutazione del grado di collaborazione del paziente nel ricevere la terapia prescritta.

C) Conoscenze specifiche dei farmaci somministrati (effetti primari, secondari, collaterali).

D) Chiedere sempre chiarimenti al medico responsabile qualora sorga il minimo dubbio su eventuali dosaggi, modalità di somministrazione o sui farmaci stessi.

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E) Controllare la presenza di eventuali allergie o intolleranze ai farmaci verificando sulla cartella anamnesi e dati clinici riportati.

F) Controllare in fase di somministrazione eventuali modifiche dei parametri vitali, l’aspetto del paziente (cure, sudorazione, agitazione, ecc..)

G) Controfirmare l’avvenuta somministrazione (l’infermiere responsabile).

REGOLA DELLE SEI “G”

GIUSTO FARMACO GIUSTO PAZIENTE GIUSTO ORARIO GIUSTA VIA DI SOMMINISTRAZIONE GIUSTA DOSE GIUSTA REGISTRAZIONE

Per limitare il rischio di errore è necessario:

- Individuare percorsi diagnostici terapeutici e adozione di procedure/protocolli aziendali codificati e condivisi da tutti gli operatori.

- Elaborazione di un piano della sicurezza aziendale che conservi in maniera rilevante l’analisi degli errori in terapia e le azioni previste da intraprendere.

- Predisporre una lista di farmaci ad “alto rischio” per i quali si richiede particolare attenzione nella gestione e nell’uso.

- Definizione di un piano di formazione del personale strutturato e specifico per la sicurezza dei farmaci.

- Elaborazioni di procedure per la gestione delle scorte in magazzino e in reparto.

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GESTIONE DEI CAMPIONI GRATUITI IN OSPEDALE Secondo le normative vigenti, i campioni gratuiti possono essere consegnati esclusivamente al personale medico autorizzato a prescriverli. Tali campioni sono pertanto di proprietà del sanitario che li accetta e li prescrive. I campioni possono essere conservati negli armadi dei medici che sono direttamente responsabile dello smaltimento. Non devono essere presenti negli armadi e carrelli di terapia.

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INFORMAZIONE E CONSENSO INFOMATO Qualunque trattamento sanitario, medico o infermieristico, necessita del preventivo consenso del paziente; è quindi il suo consenso informato che permette l’attuazione di qualsiasi attività sanitaria.

Il malato può decidere se vuole essere curato per una determinata malattia, dopo essere stato dettagliatamente informato sulla diagnosi, sulla prognosi, sul trattamento proposto e sulle possibili conseguenze ed ha il diritto in qualsiasi momento di cambiare idea.

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COLLABORAZIONE NELLA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA ORALE:

Preparati da assumere via orale (per O.S.): CAPSULE: sono costituite da un cilindro diviso in due parti inseribili l’una sull’altra, al cui interno possono essere contenuti polveri, granulari, microcompresse. Il cilindro composto da gelatina e da sostanze plastificanti, ha una consistenza rigida, ma a contatto con i succhi gastrici si scioglie rapidamente liberando il principio attivo in esso contenuto. Devono essere deglutite intere e non spezzate con i denti, né deve esserne estratto il contenuto poichè potrebbe essere irritante per la mucosa del cavo orale o dell’esofago. Esistono inoltre le capsule gastroresistenti che sciolgono il cilindro e liberano il principio attivo solo a livello intestinale (ambiente alcalino). COMPRESSE: Sono il risultato della compressione del principio attivo e degli eccipienti; sono solitamente divisibili, hanno forme, dimensioni e caratteristiche diverse e in base a ciò si distinguono in:

- compresse sublinguali: vengono sciolte sotto la lingua e il principio attivo viene assorbito dai vasi linguali;

- compresse gastroresistenti; - compresse a rilascio controllato: consentono la liberazione costante, controllata

e prolungata nel tempo del principio attivo; - compresse effervescenti: si assumono dopo averle sciolte nell’acqua.

CONFETTI: sono compresse che vengono rivestite con uno strato zuccherino e successivamente lucidate e colorate. Gli scopi sono: mascherare i possibili sapori e odori sgradevoli, proteggere la compressa dall’azione di umidità, calore ecc., facilitandone la conservazione e la deglutizione. Di solito questa forma è usata per somministrare farmaci che altrimenti verrebbero distrutti dal pH acido dello stomaco. Tali compresse ricoperte non devono, per questo motivo, mai essere spezzate o masticate. GRANULARI: si tratta di granuli di forma e dimensioni diverse; possono essere assunti all’interno di capsule percolate, tramite masticazione, tramite scioglimento in acqua.

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PERLE: hanno una forma sferica e un involucro di gelatina morbido; al loro interno il principio attivo è contenuto in soluzione o sospensione in un eccipiente oleoso. PILLOLE: hanno una forma sferica; il preparato ottenuto dal mescolamento del principio attivo e degli eccipienti viene suddiviso in piccoli cilindri trasformati successivamente in pillole. POLVERI: risultano dalla triturazione e dalla conseguente polverizzazione del principio attivo e degli eccipienti; devono essere sciolte in liquido e ingerite subito essere state sciolte. EMULSIONI: sono costituite da una dispersione di gocce di un liquido in un altro liquido (acqua-olio, olio-acqua) non mescolabile; per ovviare alla naturale tendenza alla separazione delle due componenti, di solito vengono aggiunte sostanze emulsionanti ed è consigliata l’agitazione del preparato prima della somministrazione. SCIROPPI: sono costituiti da agenti farmacologici disciolti in una soluzione concentrata di zucchero. SOLUZIONI: sono costituite da uno o più principi attivi sciolti in un veicolo, come acqua distillata, olio, glicerina, alcol etilico ecc. SOSPENSIONI: sono preparazioni costituite da una sostanza solida trasformata in polvere e sospesa in un liquido in cui non è solubile; anche per le sospensioni si consiglia l’agitazione prima della somministrazione, perché la polvere sospesa tende a depositarsi sul fondo del contenitore. MATERIALE OCCORRENTE: Farmaci in compresse, capsule, gocce, polveri, sospensioni, ecc.. Cartella clinica, grafica o scheda di terapia, liquidi (es.: acqua per favorire la deglutizione del farmaco o per coprirne il cattivo gusto, se non vi sono controindicazioni) bicchierini piccoli monouso o garzine di cotone, frantumacompresse, guanto monouso, contenitore per smaltimento dei rifiuti. Procedura:

Lavarsi accuratamente le mani; Individuare il farmaco controllando etichetta e prescrizione; Controllare la scheda clinica per evidenziare eventuali cambiamenti o modifiche delle prescrizioni;

Controllare il tipo di farmaco (nome commerciale e nome scientifico) la modalità di somministrazione (in questo caso o.s.) e il dosaggio;

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Per la forma solida introdurre le compresse nel bicchierino o nella garzina, se necessario dopo averle frantumate, per la forma liquida, agitare il flacone prima di aprirlo e versare il contenuto in un misurino graduato, per le gocce, versare in un bicchiere con poca acqua la quantità prescritta;

Controllare che il nome del paziente presente sulla scheda clinica di terapia corrisponda al nome dell’effettivo paziente; MAI BASARSI SUL NUMERO DI LETTO DEL PAZIENTE!!!!

Lasciare le compresse nel blister; MAI SCONFEZIONARE!!!

Informare il paziente posizionarlo o invitarlo ad assumere la posizione in decubito ortopnoico;

Somministrare la terapia porgendo prima il bicchiere con il farmaco e poi quello con l’acqua, aiutandolo, se necessario;

Se presente uno stato di coscienza alterato, verificare la deglutizione con un sorso d’acqua, se il paziente non deglutisce non somministrare la terapie rivolgersi al medico o all’infermiere;

Se necessario frantumare le compresse; Assicurarsi dell’avvenuta assunzione dei farmaci; Assicurarsi che il paziente assuma almeno ½ bicchiere d’acqua: Nel caso di S.N.G. somministrare almeno 50 cc di acqua; Registrare l’avvenuta somministrazione della terapia prescritta.

Alcuni farmaci come FANS e KCL sono altamente gastrolesivi, è opportuno quindi somministrarli durante o dopo i pasti principali Sciroppi e sospensioni non devono essere allungati con altri solventi per evitare l’eccessiva diluizione e quindi la riduzione dell’effetto terapeutico

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Terapia orale nel bambino:

Massima sincerità nell’indicare che la terapia somministrata è un medicamento e non caramelle o cose del genere Informare correttamente i genitori sul tipo di terapia e su eventuali effetti collaterali Cercare di ottenere sempre la massima fiducia del piccolo paziente nei nostri confronti. TERAPIA ORALE:

1. VANTAGGI: Semplice, economica, ben accettata dalla persona, possibilità di intervento in caso di sovradosaggio, particolarmente adatta nelle terapie a lungo termine.

2. SVANTAGGI: Non adatta ai farmaci distrutti dagli enzimi digestivi, dall’acidità gastrica, non adatta ai pazienti incoscienti.

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TERAPIA OFTALMICA

a) Instillazione di terapia in gocce oculari. MATERIALE OCCORRENTE: Farmaco in gocce, batuffoli di cotone o garze Procedura:

Verificare le regole per l’esatta individuazione del farmaco e del paziente; Informare il paziente; Inclinare la testa del paziente all’indietro (iperestensione) chiedendo al paziente di guardare verso l’alto;

Aspirate con il contagocce una quantità standard, generalmente la massima consentita dalla polpetta del contagocce;

Ricordare al paziente di cercare di impedire per quanto possibile il riflesso dello sbattimento delle palpebre;

Porre la punta del contagocce a circa 1-2 cm sopra il bulbo oculare per evitarne il contatto diretto;

Instillare il numero di gocce prescritte nel centro del sacco congiuntivale con la mano reggente il contagocce appoggiata sulla fronte;

A fine somministrazione far chiudere gli occhi al paziente e farli muovere a destra e sinistra per permettere un’equa distribuzione del farmaco sulla superficie oculare;

Rimuovere eventuali residui con una garza; Registrare l’avvenuta somministrazione.

b)Applicazione di pomate oculari MATERIALE OCCORRENTE: farmaco in pomata e garze. Procedura:

Verifica delle succitate regole per l’esatta somministrazione dei farmaci; Scostare il margine delle palpebre dal bulbo oculare con delicatezza; Chiedere al paziente di guardare verso l’alto se l’applicazione del medicamento dovrà avvenire sul borbo superiore;

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Applicare la quantità prescritta partendo dall’interno verso l’esterno; Ad applicazione avvenuta chiudere l’occhio/i e farli muovere nelle varie direzioni per distribuire equamente il farmaco;

Rimuovere il farmaco in eccesso con garze; Registrare l’avvenuta somministrazione.

Dopo il primo utilizzo è importante indicare sulla confezione la data di apertura, conservare in frigo (salvo diverse specifiche), e usare entro 15 giorni.

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TERAPIA AURICOLARE

MATERIALE OCCORRENTE: Farmaco in gocce e batuffolo di cotone. Procedura:

Verifica delle regole generali per la somministrazione della terapia; Informare il paziente e spiegargli le modalità di somministrazione della terapia:

Porre il paziente in posizione seduta o sdraiato con la testa girata sul lato dell’orecchio sano;

Scaldare la soluzione a temperatura ambiente (36-37°C) per rendere meno traumatica la somministrazione (l’uso di soluzioni troppo calde o troppo fredde possono causare dolore e vertigini),

Ruotare il capo del paziente, disteso sul letto, in modo che l’orecchio interessato alla somministrazione sia nella posizione più alta:

Preparare la quantità di farmaco necessaria nel contagocce: Bambini: Tirare in basso e indietro il padiglione auricolare per separare la membrana del timpano dal pavimento del canale cartilagineo; Adulti: sollevare il padiglione auricolare in alto e verso l’esterno per allineare il canale auricolare;

Instillare le gocce nell’orecchio sul lato del canale uditivo per permettere alle gocce di fluire e di continuare ad adeguarsi alla temperatura corporea;

Rilasciare il padiglione auricolare e delicatamente massaggiare il trago dell’orecchio;

Se possibile porre un batuffolo di cotone o un tampone all’esterno dell’orecchio per mantenere il farmaco nel canale;

Se sono richieste delle gocce nell’orecchio opposto aspettare qualche minuto e ripetere la procedura nell’altro orecchio;

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Invitare il paziente a conservare la posizione per almeno 10’-15’ per permettere un adeguato assorbimento;

Registrare nell’apposita scheda l’avvenuta somministrazione.

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TERAPIA TOPICA

Applicazione di pomate e unguenti POMATE: sono composti formati da uno o più principi attivi ai quali vengono aggiunti eccipienti la cui origine può essere animale (lanolina), naturale (olio di vasellina, vasellina), sintetica (siliconi), vegetali (oli). In relazione alla composizione e alle specifiche modalità di preparazione, le pomate si distinguono in:

- Creme: sono emulsioni; hanno un effetto rinfrescante, in quanto favoriscono la traspirazione;

- Gel: l’eccipiente in cui è sciolto il principio attivo è gelificato; hanno un effetto rinfrescante e non ungono la cute;

- Paste: il principio attivo si presenta sotto forma di polvere ed è disperso in sostanze che in relazione alle loro caratteristiche consentono di distinguere le paste in magre (il principio attivo è disperso in un liquido, il loro effetto è assorbente e rinfrescante) e grasse (il principio attivo è disperso in una sostanza grassa, il loro effetto è coprente);

- Unguenti: il principio attivo è amalgamato con un eccipiente grasso, l’effetto è protettivo ed occlusivo.

- MATERIALE OCCORRENTE: Farmaco in tubo o contenitore con eventuali applicatori in forma di crema. Tamponi di garza, guanti monouso, garze sterili e non. Procedura;:

Verifica generale delle regole per l’esatta somministrazione delle terapie; Informare il paziente; Detergere accuratamente la superficie di cute interessata all’applicazione del medicamento;

Verificare l’eventuale presenza di soluzioni di continuo in tali superfici (tagli, escoriazioni, ustioni, piaghe, ecc…) ed in caso positivo segnalare al medico o all’infermiere responsabile.

Spremere il farmaco dal tubo o prelevarlo con guanti o garze sterili dal contenitore;

Distribuire la pomata uniformemente sulla zona interessata seguendo le indicazioni specifiche per l’effetto terapeutico desiderato (es. massaggio per favorirne la penetrazione o distribuzione di un sottile velo sullo strato epidermico)

Se le indicazioni lo richiedono coprire l’area interessata con una garza per evitare la rimozione accidentale della pomata con le lenzuola o indumenti intimi del paziente;

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Posizionare ed informare il paziente dell’avvenuta somministrazione del medicamento per creare minor disagio possibile;

Registrare l’avvenuta applicazione. APPLICAZIONE DI POMATE SU USTIONI MATERIALE OCCORRENTE: in aggiunta a quanto sopra descritto, guanti sterili, applicatore sterile, garze e batuffoli sterili, rete elastica, antisettici. Procedura:

Osservare la lesione ed evidenziare eventuali anomalie (aree ischemiche, necrotiche, sanguinamenti, etc.);

Spremere il contenuto del tubo o prelevarlo dal contenitore con tecnica sterile; Stendere uniformemente il medicamento sulla lesione; Coprire con garze sterili la zona trattata; Applicare la rete elastica evitando che si creino punti di compressione eccessiva;

Posizionare nell’eventualità il paziente in una posizione adeguata; Evitare che sulla zona medicata gravi il peso del paziente; Registrare l’avvenuta applicazione.

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APPLICAZIONE DI CEROTTI TERAPEUTICI CEROTTI TRANSDERMICI: rendono possibile, grazie alla loro particolare composizione il rilascio lento e controllato del principio attivo.

MATERIALE OCCORRENTE: cerotti con medicamento (il principio farmacologico attivo è incorporato, es. cerotti vasodilatatori, ormonali o antidolorifici) Procedura:

Verifica delle norme per l’esatta somministrazione dei farmaci; Informare il paziente; Scartare la confezione protettiva (generalmente una bustina), togliere la plastica dal lato adesivo badando a non toccare quest’ultimo con le dita (possibilità di assorbimento del farmaco dai polpastrelli);

Al bisogno eseguire tricotomia; Applicare preferibilmente il cerotto sulla superficie della cute controllando che il contatto sia direttamente sulla pelle e non sui peli;

Alternare le zone di applicazione dei cerotti terapeutici; Rimuovere l’eventuale vecchio cerotto mediante adeguata pulizia con detergente a ph neutro cutaneo;

Annotare con un pennarello data e ora di applicazione sulla superficie esterna del cerotto;

Segnalare eventuali arrossamenti della cute interessata all’applicazione ed eventuali disagi riferiti dal paziente (bruciori, prurito, ecc…);

Registrare l’avvenuta applicazione.

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TERAPIA SUBLINGUALE E’ indicata in tutti quei casi in cui a pazienti cosciente e collaborante sia utile una rapida via d’assorbimento per medicamenti come ad esempio nitroglicerina nell’angina pectoris. MATERIALE OCCORRENTE: farmaci sottoforma di compresse sublinguali es. carvasin. Procedura:

Seguire le procedure previste per la terapia orale accentuando i seguenti aspetti:

Spiegare al paziente la modalità di somministrazione e cioè che non deve deglutire ma lasciare che il farmaco si sciolga sotto la lingua;

Valutare a vista eventuali effetti primari; secondari, collaterali; Controllare i parametri vitali a richiesta del medico o dell’infermiere; Documentare e registrare in cartella l’avvenuta somministrazione della terapia.

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TERAPIA NASALE: Instillazione di gocce nasali

MATERIALE OCCORRENTE: farmaco in gocce, cotagocce monouso. Procedura:

Posizionare il paziente seduto con il capo iperesteso; Riempire il contagocce di farmaco; Inserire per 4 cm circa il contagocce nella narice destra o sinistra ed instillare le gocce previste;

Ripetere l’operazione nella rimanente narice; Informare il paziente dell’avvenuta somministrazione ed invitarlo a mantenere il capo iperesteso per almeno 5’ per impedire la fuoriuscita anche parziale della terapia prescritta;

Segnalare tempestivamente al medico o all’infermiere eventuali intolleranze al farmaco;

Registrare l’avvenuta somministrazione.

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TERAPIA RETTALE MATERIALE OCCORRENTE: terapia in supposte anali, gel o pomata lubrificante, guanti monouso, garze. SUPPOSITORI: sostanze che solitamente vengono somministrate attraverso cavità naturali; al loro interno, alla temperatura di 37°C, l’eccipiente si scioglie e libera il principio attivo. Di questa categoria oltre le supposte fanno parte: gli ovuli, le candelette e le tavolette. Procedura:

Spiegare le modalità di somministrazione della terapia: Garantire la privacy; Verifica delle regole standard per la somministrazione delle terapie; Controllare ed eventualmente rilevare presenze d infiammazioni e il tono dello sfintere anale, emorroidi e/o ragadi anali;

Posizionare il paziente sul fianco sinistro perché è più agevole; Indossare i guanti ed inserire la supposta oltre lo sfintere per impedire l’eliminazione precoce;

Informare il paziente dell’avvenuta somministrazione ed invitarlo a mantenersi rilassato per almeno 20’-30’ (tempo medio di assorbimento del farmaco;

Verificare che non vi siano stare perdite involontarie di feci e della terapia somministrata. Nel caso di eliminazione involontaria ripetere la procedura per la somministrazione di un’altra supposta dopo aver consultato il medico;

Annotare l’avvenuta somministrazione.

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TERAPIA VAGINALE MATERIALE OCCORRENTE: Ovuli vaginali, applicatore ove necessario, guanti monouso, garze.

Procedura: Verifica delle norme generali per la somministrazione dei farmaci; Garantire la privacy della paziente; Lavarsi le mani; Posizionare la paziente supina e divaricare le gambe; Posizionare l’ovulo, dopo averlo scartato, nell’applicatore ; Inserire l’applicatore in vagina con molta cautela per 5-6 cm circa; Invitare la paziente a rimanere completamente rilassata per almeno 15’-20’min al fine di permettere all’ovulo di essere assorbito;

Controllare dopo il tempo stabilito che la terapia non sia fuoriuscita e in caso positivo ripetere l’operazione dopo aver consultato il medico;

Registrare l’avventa somministrazione; Segnalare eventuali presenze di secrezioni o intolleranze della paziente alla terapia.

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TERAPIA INALATORIA:Consiste nell’utilizzo di aerosol o puff. Il farmaco viene vaporizzato attraverso l’ausilio di appositi nebulizzatori, oppure ridotto in minuscole particelle attraverso l’areosol. Richiede la collaborazione del paziente e un buon coordinamento dell’inspirazione e l’inalazione del farmaco; in caso di pazienti poco collaboranti, è preferibili l’uso di distanziatori, di medio o grande volume. Procedura: Informare il paziente spiegandogli la giusta tecnica di utilizzo degli spray. E’ necessario far sciacquare il cavo orale al paziente dopo la somministrazione dei puff per eliminare particelle di farmaco che possono provocare candidosi o ulcerazioni. VANTAGGI: assorbimento estremamente rapido, evita il filtro epatico. Molto utilizzata per la somministrazione di gas anestetici SVANTAGGI: minor controllo del dosaggio, necessita di apparecchiature particolari, possibilità di irritazioni locali.

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OSSIGENOTRERAPIA

Ossigenoterapia: somministrazione di ossigeno a concentrazioni più alte di quelle presenti nell’ambiente (21%) affinché si modifichi il contenuto arterioso di O2 (CO2) modificando la PaO2 per evitare ipossia tissutale. In ambiente ospedaliero l’O2 terapia viene erogata attraverso sistemi centralizzati e la regolazione a parete avviene tramite sistemi con flusso per minuto. I sistemi per la somministrazione di O2 vengono distinti in due gruppi: APPARATI A BASSO FLUSSO:

- Cannule nasali (“occhialini”): Consentono di somministrare concentrazioni di O2 a basso e medio dosaggio a seconda del flusso, ben tollerata dal paziente, la massima FiO2 erogabile è compresa tra 24% e 50% circa, se si utilizzano flussi superiori a 4 l/min è necessario l’umidificatore per evitare l’essiccamento delle mucose.

- Maschere semplici: Consentono di somministrare concentrazioni di O2 a basso e medio dosaggio a seconda del flusso, la FiO2 massima erogabile è compresa tra 40% e 60% circa e il flusso non deve superare gli 8 l/min. Le maschere sono dotate di aperture laterali per evitare il rischio di rebreathing e per garantire l’influsso d’aria ambiente. E’ sempre necessario umidificare l’aria.

- Maschera con reservoir: Consente di somministrare concentrazioni di O2 comprese tra 60% e 90% circa se utilizzate con flussi compresi tra 10-15 l/min. Queste maschere sono dotate di un reservoir di 600- 100 ml; circa un terzo del volume espirato penetra nel reservoir mentre il restante esce dalle aperture laterali della maschera..

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APPARATI AD ALTO FLUSSO:

- Maschere di Venturi (Ventimask): per erogare concentrazioni di O2 costanti queste maschere sfruttano l’effetto Venturi (l’O2 sotto pressione passa attraverso uno stretto orifizio oltre il quale determina una pressione subatmosferica che risucchia l’aria ambiente dentro il sistema). Variando la misura dell’orifizio ed il flusso la FiO2 può essere impostata a 24%, 28%, 35%, 40% (il kit è fornito con ugelli di diversi colori ognuno dei quali corrisponde ad un certo flusso e ad una certa FiO2).

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TERAPIA PARENTERALE

MATERIALE OCCORRENTE: Farmaci in fiale o liofilizzati da diluire; fiale di solvente; batuffoli di cotone e antisettico, siringhe di varia capacità e aghi di varia misura. Per iniezioni sottocute: siringhe da insulina da 1 cc = 50 u.i. ago da 23-25-27G Per iniezioni intradermiche: siringhe da insulina 1cc=50 u.i. ago da 23-25-27G Per iniezioni intramuscolari: siringhe da 1-5-10 cc aghi da 20-21-22 G Procedura:

controllare la scheda di terapia per evidenziare eventuali modifiche o cambiamenti della prescrizione;

controllare il tipo di farmaco, modalità di somministrazione, dosaggio, eventuale calcolo della dose richiesta;

controllare che il nome presente sulla scheda di terapia corrisponda al nome del paziente a cui si deve somministrare la terapia;

lavarsi accuratamente le mani prima di maneggiare i farmaci ed i presidi medico-chirurgici,

controllare ulteriormente il farmaco presente nella fiala con la prescrizione medica;

scegliere siringa ed ago in relazione alle caratteristiche del farmaco, del paziente e della parte scelta per la somministrazione (gluteo, deltoide, coscia, ecc…), alla quantità ed alla viscosità del farmaco da iniettare.

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TECNICA DI ASPIRAZIONE DEI FARMACI

1. Aspirazione da fiale di vetro o plastica: • svuotare la soluzione presente nella testa della fiala picchiettando o

imprimendole un moto di rotazione deciso; • afferrare la fiala alla base con una mano e l’estremità superiore (collo)

con pollice ed indice, quindi applicare una modesta forza fino alla rottura della strozzatura, proteggendo le dita con un batuffolo di cotone o garza. Se la fiala non è provvista di collarino bianco o di punto di precottura utilizzare l’apposita seghetta;

• inserire l’ago nella fiala ed aspirare il contenuto badando a non battere la punta sul fondo pena la perdita dell’affilatura;

• capovolgere la fiala ed iniziare l’aspirazione del farmaco tenendo la punta dell’ago appoggiata alla parete interna della fiala;

• mantenendo la siringa verticale con l’ago verso l’alto eliminare l’aria presente all’interno della siringa;

• riporre l’ago negli appositi contenitori (box aghi).

2. Aspirazione da flaconi e flaconcini:

• Rimuovere la protezione di plastica (flip-off); • Disinfettare il tappo di gomma; • Aspirare con la siringa una quantità di aria equivalente alla quantità di

farmaco presente nel flacone (questo per evitare la formazione di una pressione negativa all’interno del flacone in fase di aspirazione);

• Infilare l’ago nel tappo di gomma per circa 2-3 mm, capovolgere il flacone, iniettare l’aria e iniziare l’aspirazione;

• Tenendo la siringa in posizione verticale espellere l’aria in eccesso, • Sostituire l’ago senza reincappucciarlo; • Ricontrollare quantità del farmaco e nome prima di gettare il flacone; • Conservare il flacone con le corrette modalità di conservazione in caso

di riutilizzo della quantità residua.

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TECNICHE DI INIEZIONE

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TECNICHE DI INIEZIONE INIEZIONI INTRADERMICHE: Zone di iniezione: fascia interna dell’avambraccio o area scapolare. Indicazioni: test cutanei per antigeni, test alla tubercolina, test antibiotici. Quantità iniettabile: 4-5 u.i.

INIEZIONI SOTTOCUTANEE: Zone di iniezione: addome, fascia laterale e posteriore del braccio o coscia, glutei. Indicazioni: farmaci che richiedono un lento assorbimento e quindi un’azione prolungata (insulina, eparina). Quantità iniettabile: mai oltre 1 cc, la quantità va sempre misurata in u.i. INIEZIONI INTRAMUSCOLARI: Zone di iniezione: zona superiore- mediale e laterale della coscia, zona del quadrante superiore esterno dei glutei, deltoide. Quantità iniettabile: generalmente 4-5 cc. INIEZIONI SOTTOCUTANEE MATERIALE OCCORRENTE: Siringhe da 1 a 3 cc, ago da insulina, farmaco disponibile in fiale o flaconcini, antisettico e cotone. Procedura:

3. Lavarsi accuratamente le mani; 4. Avvicinarsi al letto del paziente con tutto il materiale occorrente su un carrello; 5. Spiegare al paziente le procedure della somministrazione ed eventuali disturbi

o effetti che può riscontrare nel corso della somministrazione;

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6. Scegliere l’area di iniezione più adatta ricordando di alternare le zone di iniezione per permettere all’ultima zona utilizzata per la somministrazione la rigenerazione della piccola area traumatizzata;

7. Disinfettare la zona della cute con un batuffolo di cotone imbevuto con un antisettico;

8. Afferrare con il pollice e l’indice la plica del tessuto sottocutaneo; 9. Inserire l’ago con un angolo di 45 o 90° secondo l’area di cute prescelta e

secondo lo spessore; 10. Aspirare di circa 5-6 u.i. o 0.5 cc per verificare un’eventuale entrata dell’ago in

un vaso sanguigno; In caso affermativo: Estrarre la siringa, gettarla e ripetere dal punto 4 In caso negativo: Iniettare lentamente;

11. estrarre l’ago a somministrazione ultimata, rilasciare la plica e coprire la zona d’introduzione dell’ago con il tampone antisettico;

12. non massaggiare la zona ; 13. gettare l’ago e siringa nell’apposito contenitore; 14. registrare l’avvenuta somministrazione;

INIEZIONI INTRADERMICHE MATERIALE OCCORRENTE: Come iniezioni sottocute Procedura:

1. dal punto 1 al punto 6 eseguire la tecnica sopra descritta; 2. tenere tesa la cute con il pollice e l’indice; 3. introdurre l’ago con filatura verso l’alto a 10-15° per circa 2-3 mm; 4. non aspirare; 5. iniettare lentamente verificando il formarsi del pomfo e dell’area di

ischemizzazione; 6. estrarre l’ago senza massaggiare né appoggiare alcun tipo di tampone; 7. bordare l’area circostante il pomfo con matita demografica o pennarello; 8. registrare l’avvenuta esecuzione.

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INIEZIONI INTRAMUSCOLARI MATERIALE OCCORRENTE: farmaco in fiale o flaconcino, batuffoli di cotone-antisettico, siringhe da 3-5 con ago adatto (in relazione alla viscosità del farmaco e allo spessore della cute del paziente). Procedura:

1. dal punto 1 al punto 6 ripetere come per le tecniche sopra descritte; 2. scegliere il punto d’iniezione considerando il tipo di farmaco, la sua viscosità e

quantità; 3. disinfettare l’area prescelta con il batuffolo di cotone imbevuto con movimenti

dall’alto verso il basso, oppure circolari partendo dal punto d’inizione verso l’esterno con movimenti a spirale;

4. eliminare eventuali bolle d’aria dalla siringa; 5. tendere bene la cute del punto d’inoculazione; 6. introdurre l’ago a 90° esatti (verticale) con movimento deciso; 7. aspirare circa 0.5 cc per verificare l’eventuale penetrazione in un vaso

sanguigno. Se la verifica è positiva retrarre l’ago e preparare una seconda iniezione di farmaco. Se la verifica è negativa precedere con l’iniezione;

8. estrarre l’ago a somministrazione ultimata 9. gettare ago e siringa negli specifici contenitori; 10. registrare nell’apposita scheda l’avvenuta somministrazione.

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SORVEGLIANZA DELLE FLEBOCLISI La sorveglianza in corso di un’infusione consiste nel controllo:

- del regolare deflusso dell’infusione; - del mantenimento della velocità di infusione stabilita; - del livello dell’infusione; - della comparsa di gonfiore, dolore, rossore a livello del sito di

inserimento della cannula venosa o nella zona immediatamente circostante.

Ciò che emerge da questo controllo (ad esempio: malessere, gonfiore, nausea ecc..) va tempestivamente comunicato all’infermiere o al medico per pianificare ed effettuare interventi assistenziali appropriati.