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PRINCIPI DI MEDIAZIONE FAMILIARE Marina Gori Urbino, 21 Marzo 2013

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PRINCIPI DI MEDIAZIONE FAMILIARE

Marina Gori

Urbino, 21 Marzo 2013

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MEDIAZIONE FAMILIARE

“E’ un percorso per la riorganizzazione delle

relazioni familiari in vista o in seguito alla separazione o al divorzio: in un contesto strutturato il Mediatore familiare, come terzo neutrale e con una formazione specifica, sollecitato dalle parti, nella garanzia del segreto professionale e in autonomia dall'ambito giudiziario, si adopera affinché i partner elaborino in prima persona un programma di separazione soddisfacente per sé e per i figli, in cui possano esercitare la comune responsabilità genitoriale”.

(SIMEF, 1995)

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CONFINI DELLA MEDIAZIONE Differenziazione con altre forme di intervento :

CTU, Psicoterapia e Counseling

CTU - Il consulente esprime una valutazione che consentirà una decisione da parte del giudice.

PSICOTERAPIA – si occupa dei fattori interni della persona e agisce su un sistema disfunzionale, psicopatologico, che dev’essere curato; si lavora in presenza di una sofferenza psichica e si mira a cercare la fonte del disturbo psichico. Sostanzialmente l’operato dello psicoterapeuta è centrato sulla patologia e richiede interventi che possono anche durare alcuni anni.

COUNSELING – opera sulla salute; sua peculiarità è il concetto del qui ed ora. Un intervento di Counseling dura in media 6-8 mesi, ma riformulando il contratto, quasi sempre su richiesta del cliente, può proseguire. Si porta a consapevolizzare il cliente del proprio disagio e gli si fornisce una guida affinché trovi la maniera per contribuire in prima persona al proprio benessere, sia psicologico che fisico. Il Counseling si occupa dei fattori esterni che intervengono sullo stato di disagio delle persone.

MEDIAZIONE – agisce su un sistema-coppia “sano” ma disorganizzato. E’ strettamente legato alla decisione di separarsi. Ha come obiettivo primario quello di riaprire uno spazio comunicativo permettendo di ridefinire confini e relazioni e quindi di raggiungere accordi che siano fondati, stabili il più possibile nel tempo perché nati da una consapevolezza;

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CENNI STORICI

Nel 1913 negli Stati Uniti – Servizio di conciliazione all’interno del Dipartimento di lavoro

Nasce nei primi anni ’70 per iniziativa dell’avvocato e terapeuta familiare

J. Coogler che nel 1975 fonda la Family Mediation Association

I terapeuti familiari Irving e Benjamin diffondono la mediazione al di fuori del contesto giudiziario

In Europa, in Inghilterra, nasce nel 1974 ad opera di Lisa Parkinson, assistente sociale presso i Servizi per la tutela dell’infanzia. Successivamente si diffonde anche al resto dell’Europa

In Italia la mediazione compare nel 1987 a Milano ad opera del G.e.A. e nel 1988 a Roma da una collaborazione tra l’Università La Sapienza e l’Ufficio tutele della Pretura

Nel 1995 nascono alcune Associazioni, tra cui AIMS (Ass. internazionale mediatori sistemici) e SIMEF (Società italiana di mediazione familiare).

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PRINCIPALI MODELLI DI MEDIAZIONE FAMILIARE

MEDIAZIONE INTEGRATA Utilizzato negli USA dagli avvocati che hanno messo in rilievo l'influenza dei

fattori emotivi e relazionali sull'esito del processo di separazione. L'intervento viene svolto da due professionisti : mediatore e avvocato, in luoghi separati, ma in modo integrato.

MEDIAZIONE TERAPEUTICA E’un modello che propone la pre-mediazione come fase di passaggio alla

mediazione, centrata sull’analisi e la modifica delle interazioni più disfunzionali, che impediscono alla coppia di negoziare. Il processo è suddiviso in quattro 4 fasi: valutazione, pre-mediazione, negoziato e follow-up dopo circa sei settimane.

MEDIAZIONE INTERDISCIPLINARE È un modello di mediazione che propone un intervento di co-mediazione.

Mentre il legale si occupa delle questioni pratiche della separazione, l'operatore sociale si fa carico del processo di comunicazione e della riduzione delle aree del conflitto. La differenza con il modello integrato consiste nella compresenza dei due operatori (incontri a quattro).

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…ALTRI MODELLI

• MEDIAZIONE NEGOZIALE STRUTTURATA finalizzata al raggiungimento di un accordo ragionato secondo attività di negoziazione ‘razionale’, ossia il più possibile obiettiva e spuria da ‘emozioni’.

• MEDIAZIONE TRASFORMATIVA, persegue il ‘potenziamento’ ed il ‘reciproco riconoscimento’ delle parti con l’obiettivo di voler ‘trasformare’ in una soluzione non solo il conflitto, ma anche le persone coinvolte nella mediazione.

• MEDIAZIONE SHUTTLE consiste in sessioni di mediazione individuali, tenute con i singoli partner: l’immagine della ‘navetta’ che si sposta da un luogo ad un altro descrive questa peculiare strategia. I partner devono essere consapevoli del fatto che tutto ciò che viene rivelato negli ‘incontri’ individuali è destinato ad essere ‘svelato’ all’altro in sede di sessione congiunta.

• MEDIAZIONE VALUTATIVA in cui l mediatore propone esplicitamente la soluzione al problema, con il rischio di allontanarsi dall’assoluta imparzialità che dovrebbe, invece, caratterizzare il suo operato.

• MEDIAZIONE FACILITATIVA “si conferisce ai soggetti una posizione attiva, un potere di elaborare soluzioni comuni ai propri problemi”: il mediatore non si espone in prima persona, non propone soluzioni, bensì, agevolando la comunicazione tra le parti, le induce a trovare gli accordi più adeguati alle loro esigenze.

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PRINCIPI TEORICI DI BASE DELLA METODOLOGIA SISTEMICA

• Consapevolezza dell'inevitabilità del conflitto

• Ampliamento del campo di osservazione

• Esigenza di circoscrivere gli obiettivi dell'intervento di mediazione al raggiungimento degli accordi.

MODELLO SIMBOLICO TRIGENERAZIONALE

• Parte dal presupposto che le esperienze relazionali familiari rimangono dentro di noi

• Include l'osservazione di 3 generazioni.

• Affronta i miti e i mandati familiari

In sintesi questo modello sostiene che il legame a due si costruisce sulla base di legami relazionali familiari precedenti.

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PERCORSO DI MEDIAZIONE

• Coinvolge entrambi i partner (eccezionalmente anche i figli).

• Lavoro a breve termine, strutturato in un numero definito di incontri (10-12), centrato sul presente e sul futuro.

• Si articola attraverso delle fasi tipiche:

1. fase di pre-mediazione (da 1 a 3 incontri);

2. fase di negoziazione (da 6 a 8 incontri),

3. fase finale di redazione degli accordi (2 incontri).

• Scopo primario quindi, è quello che i coniugi redigano, attraverso un percorso di negoziazione a tappe, un documento condiviso che presenteranno successivamente ai propri avvocati o al giudice per la necessaria ratifica ufficiale della separazione.

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INVIO IN MEDIAZIONE

• Referenza di un altro cliente

• Amici

• Familiari

• Giudice o Legale

• Altro professionista (psicologo, psicoterapeuta,

counselor, assistente sociale, ecc..)

• Materiale pubblicitario 10

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VERIFICA DELLA «MEDIABILITA’» DI COPPIA

Presenza di problemi di natura psichiatrica Alto grado di conflittualità della coppia Assenza di domanda da parte di un partner Grado di ingerenza delle famiglie di origine Disequilibrio nella decisione di separarsi Preoccupazione ossessiva di un coniuge nei confronti

dell'altro che lo respinge o atteggiamento paranoide di un partner nei confronti dell’altro

Gravi maltrattamenti e abusi in famiglia Estrema rigidità nelle aspettative e nei progetti Modelli di relazione interiorizzati dal mediatore

In caso di NON MEDIABILITA’ si stabilisce un

“INVIO” 11

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VALUTAZIONE • Comprensione della disponibilità individuale

• Condizioni generali del sistema

• Livello di conflittualità

• Lo stile delle interazioni

• Livello di fiducia nell'iniziativa di mediazione

• Risorse dei due coniugi

• Esistenza o meno di progetti per il futuro

Conclusa la valutazione iniziale su questi punti, il mediatore dovrebbe rispondere a questi quesiti:

• Sono in grado di pensare e agire razionalmente?

• Hanno un idea sufficientemente chiara delle questioni da discutere?

• Sono disponibili a cooperare?

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2^ - FASE DI NEGOZIAZIONE

Si entra in colloqui più strutturati, la mediazione vera e propria, in cui si stabiliscono i temi che si intendono discutere e riportare nel contratto di mediazione dopo la cui stesura, inizia la negoziazione vera e propria. I coniugi decidono reciprocamente di intraprendere un percorso rispettandone le regole e condividendone gli obiettivi. Negli incontri si affrontano uno alla volta i vari problemi : • - si formulano in modo preciso i contenuti specifici • - si convoglia l’attenzione prima sui problemi meno gravi poi su quelli più complessi. • - I risultati positivi raggiunti per tappe vengono valorizzati affinché permanga e

si consolidi un rapporto di fiducia; • - si accolgono con empatia le emozioni ma nello stesso tempo si contengono le

tensioni emergenti per evitare il rischio dell’abbandono • Si affrontano, poi, una alla volta le questioni irrisolte e cruciali, guardando

sempre il punto di vista e i bisogni dell’altro, in particolare dei figli. • Si ipotizzano soluzioni e si stabiliscono i punti possibili di accordo equi per

fissare i termini dell’intesa.

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3^ - FASE DEGLI ACCORDI

• Al termine degli accordi negoziati, il mediatore redige un

documento che contenga tutte le decisioni che i genitori

hanno discusso nei singoli incontri e che disciplinano tutti gli

aspetti organizzativi ed economici della famiglia.

• Questo progetto di intesa viene consegnato ad entrambi i

coniugi, ognuno dei quali è libero di seguirne le indicazioni per

riorganizzare la propria vita e quella dei figli

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NATURA DEGLI ACCORDI

Gli accordi mediazione si caratterizzano per la presenza dei contenuti scelti dalla

coppia durante la negoziazione, i quali, non coincidono con quelli tipici del ricorso

di separazione, poiché spesso si entra nel merito di scelte e regole educative e di

dinamiche relazionali. La possibilità di raggiungere degli accordi equi e duraturi, passa

attraverso un cambiamento del clima relazionale e delle modalità comunicative e di

gestione del conflitto.

ELEMENTI SIGNIFICATIVI, OGGETTO DELL'ACCORDO, CONCERNONO:

• Le nuove modalità relazionali dei genitori;

• Il dialogo con i figli sulla separazione; (l’affidamento, definizione dei loro spazi presso il genitore che lascia la casa familiare, ecc);

• Il mantenimento e la descrizione delle regole di vita che devono essere conservate ed un consenso dei genitori rispetto ai valori educativi;

• La genitorialità, l'educazione religiosa le cure mediche;

• La condivisione dell'esercizio della potestà genitoriale.

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RISULTATO "CONCRETO" DELLA MEDIAZIONE

E' un progetto d'intenti = un verbale più o meno dettagliato, a seconda dei desideri della coppia di genitori/ex-coniugi, con valore legale di scrittura privata. Viene infatti da essi firmata e controfirmata dal mediatore in qualità di testimone.

Bontà e legittimità legale dell'accordo: 1) delegare ad un esperto esterno alle trattative (un avvocato o il

Giudice in sede di Udienza Presidenziale) il controllo in termini legali dell'accordo preso.

2) chiavi di analisi prima della firma: - risultare gradito alle parti, - risultare equilibrato, - risultare realizzabile dalle parti, - non contenere elementi che violino la legge

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ALCUNI CONTENUTI ACCORDI

• COLLOCAZIONE DEI FIGLI

• SUDDIVISIONE PARITARIA DELLE VACANZE SCOLASTICHE INVERNALI

• VACANZE ESTIVE

• ASSEGNO DI MANTENIMENTO

• SPESE STRAORDINARIE

• CASA CONIUGALE

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FIGLI IN MEDIAZIONE

I figli, possono essere coinvolti sia indirettamente, cioè non partecipando alle sedute, ma cogliendo i frutti del lavoro di negoziazione e di cura educativa riguardante gli accordi tra i loro genitori, sia direttamente, prendendo parte attiva nelle sedute di mediazione.

In ogni caso il mediatore assume la “rappresentanza” dei figli, nel senso che, richiama costantemente i genitori al loro interesse. E’ una rappresentanza temporanea che ritorna continuamente ai genitori.

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I FIGLI IN MEDIAZIONE

Alcuni mediatori non li incontrano per tutelarli dalla conflittualità genitoriale

La mediazione consente di fornire loro un quadro realistico di ciò che sta avvenendo in famiglia

permette di intervenire attivamente sul processo di cambiamento delle relazioni familiari, con la comunicazione diretta dei loro vissuti e bisogni

Il mediatore rappresenta un confidente imparziale delle paure e delle ansie del bambino

I figli raccontano ai genitori ciò che essi vogliono sentire e in quel contesto possono negoziare con loro

La presenza dei figli sposta l’attenzione dal conflitto ai bisogni del bambino

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POSSIBILI REAZIONI DEI FIGLI AL CONFLITTO GENITORIALE

Mantenersi equidistanti da entrambi

Fare il mediatore dei genitori

Funzione di capro espiatorio (“pesti”)

Polarizzare l’attenzione verso i loro successi (“angeli”)

Coalizzarsi con un genitore contro l’altro

Prendere le distanze da entrambi

Genitorialità condivisa: Rinegoziare la loro relazione

Fare fronte unito, dando loro regole chiare e coerenti

Definire i confini dell’autorità in caso di mancata coerenza

Riuscire a comunicare in modo adeguato

Imparare a separare la rabbia per il fallimento del matrimonio dai rapporti presenti e futuri

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MOTIVI DI SCELTA DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE

1) Aiuta i coniugi a separarsi civilmente;

2) permette un notevole risparmio dei costi del divorzio sia dal punto di vista psicologico che economico;

3) consente di raggiungere accordi durevoli perché più condivisi e dunque più rispettati nel tempo, soddisfacenti per tutti i membri del nucleo familiare;

4) aiuta la coppia a rimanere unita nell’esercizio della funzione genitoriale per la crescita sana ed equilibrata dei figli;

5) aiuta a non patologizzare il divorzio ma a vederlo anche come un’opportunità di crescita e di cambiamento per tutti i membri del nucleo familiare.

6) Tutela i diritti, i bisogni e gli interessi dei minori

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TECNICHE DI MEDIAZIONE

Ascolto – Feedback fenomenologico

Brainstorming e Problem solving

Domande lineari e circolari (diadiche e triadiche)

Osservazione dell’analogico

Indagine sul Ciclo di vita della persona

Disegno congiunto

Genogramma

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DISEGNO CONGIUNTO DELLA FAMIGLIA

Tecnica molto efficace nel lavoro in presenza dei figli.

Si tratta di un incontro che prevede la contemporanea presenza dei 2 genitori e di tutti i figli e la consegna viene così data: “Oggi vi chiediamo di fare un disegno assieme, di rappresentarvi come genitori e figli come siete ora, mentre state facendo qualcosa. Ognuno di voi può disegnare se stesso o gli altri, come preferisce. Potete disegnare le persone in qualsiasi posizione del foglio. Adesso ognuno di voi prende un pennarello per disegnare e tiene lo stesso colore fino alla fine del disegno”.

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IL GENOGRAMMA

Si può definire come la narrazione di una storia familiare

attraverso una rappresentazione grafica, che riassume, in

un'immagine visiva, “le relazioni dei membri di una

famiglia nel corso di almeno tre generazioni”.

(McGoldrick, 1985).

Evidenzia l’evoluzione temporale della struttura familiare e rappresenta il sistema delle relazioni familiari, includendo gli eventi significativi della vita (nascite, matrimoni, separazioni, divorzi, malattie, morti), le occupazioni, i luoghi di residenza.

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GENOGRAMMA

• Aiuta ad avere consapevolezza delle proprie radici

• Attiva il sistema della memoria emotiva

• Porta a riconoscere i diversi “sistemi” di cui si è fatto parte

• Offre la possibilità di far ri-emergere elementi rimossi

• Le informazioni raccolte vanno lette in termini relazionali

cercando somiglianze e differenze

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GENOGRAMMA

Attraverso il genogramma i soggetti rivivono,

rileggono e ridefiniscono la propria storia,

giungendo ad una presa di coscienza che non

investe soltanto la loro persona, ma soprattutto le

relazioni al centro delle quali si sono trovati nel

corso della vita, dandosi così la possibilità per

“ri-decidere” in merito al proprio “essere al

mondo”, attraverso una selezione di risorse da

portare ma anche di bagagli o “copioni” da

lasciare per strada.

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ORGANIZZAZIONE DEL GENOGRAMMA

• Avviene attraverso l’uso di simboli standard • Può essere redatto dall’”operatore”, dal singolo, dalla

coppia o dalla famiglia

• Raccolta dei dati socio-anagrafici di ciascun partner (con particolare attenzione a nomi, scelte professionali, tema-”casa”, andamenti ciclici, ecc.)

• Si prosegue con alcune informazioni sulla storia della coppia

• Il tutto in un “clima” di ascolto attivo, empatico e con un atteggiamento “curioso”

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SIMBOLI STANDARD

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SIMBOLI PER LE RELAZIONI

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ESEMPIO - GENOGRAMMA

47 48

Dal 26/12/87

Gioacchino Medico Oncologo

Maria Rosaria Insegnante

15

80

1994

Paramedico

Nel ‘88

48

Angela

Raffaella Medico

11

Clara Luca

52

50

20

17

Insegnante

Nell’85 per incidente stradale

Nel ‘76

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Gu. 48 anni Ga. 38 anni

Imprenditrice Imprenditore

Fr. 47 anni

m.’77 s.’91 d. ’94 c.’92 m.’98 1

21 anni 16anni 13anni 5anni

Leo. Bea. Ale. Ele.

FAMIGLIE RICOSTITUITE

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COSTI

• Non esiste un tariffario nazionale per i Mediatori Familiari.

• I Centri pubblici sono gratuiti.

• I Centri privati assumono come criterio guida i parametri sanciti nei regolamenti adottati dalle Associazioni di Mediatori Familiari esistenti in Italia

• Le tariffe possono essere orarie o riferite all’incontro di mediazione; possono includere l’attività svolta dal Mediatore prima e dopo gli incontri. In genere i costi vengono sopportati da entrambe le parti, ciascuna contribuendo nella misura del 50%.

• In base al regolamento interno dell’A.I.Me.F, i Mediatori non possono applicare tariffe orarie inferiori a 25,00 euro e superiori a 250,00. Ad oggi i costi applicati sono da 60,00 euro a 100,00 euro ad ogni incontro

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NORMATIVA • La Legge 285/1997 (Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e

l'adolescenza) all'art 4.1/i riconosce i servizi di Mediazione Familiare e di consulenza per le famiglie e per i minori come servizio di sostegno e superamento delle difficoltà relazionali

• La Legge Quadro 328/2000, per la "Realizzazione del sistema integrato di interventi e di servizi sociali nazionali", riconosce tra gli interventi quelli atti a prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di disagio individuale e familiare.

• La Legge 154/2001, sulle "Misure contro la violenza nelle relazioni familiari", all'art 342/ter, comma 2, prevede che il giudice possa disporre l'intervento dei servizi sociali o di un centro di mediazione familiare.

• Numerose Leggi Regionali a favore delle famiglie e della genitorialità

• La LEGGE N. 54 DEL 2006, che ha riformato l'art. 155, ha definitivamente sancito l'opportunità che la coppia possa tentare di affrontare le problematiche conseguenti alla scissione del rapporto ed addivenire ad un componimento bonario delle controversie soprattutto legate alla sfera della genitorialità. Infatti, all' art 155/sexies, comma 2, è previsto: "Qualora ne ravvisi l'opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l'adozione dei provvedimenti di cui all'art 155 per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell'interesse morale e materiale dei figli".

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Legge n. 54/2006

• Con tale legge, sono state introdotte novità importanti in materia di separazione, di divorzio e di affidamento dei figli, sia sul versante delle procedure, sia su quello dei principi di base

• si ribadisce il principio secondo il quale il minore ha diritto a continuare i rapporti con entrambi i genitori e con i rispettivi ascendenti;

• l'adozione dell'affidamento condiviso diviene la norma prevalente rispetto a quello esclusivo, al quale comunque il giudice può ricorrere nel caso in cui ci siano situazioni contrarie alla crescita del minore;

• ogni genitore, in base alle sue possibilità, è tenuto a corrispondere un assegno per il mantenimento dei figli;

• la casa viene assegnata tenendo conto dell'interesse dei figli e non più del genitore al quale vengono affidati;

• il diritto di assegnazione della casa potrebbe venire meno, nel momento in cui il genitore assegnatario conviva more uxorio o contragga nuove nozze;

• il cambio di residenza di uno dei due genitori può essere un motivo valido per richiedere la definizione degli accordi o dei provvedimenti presi;

• • per i figli maggiorenni, non ancora autonomi economicamente, il giudice può disporre il pagamento di un assegno di mantenimento, che il genitore o i genitori dovranno versargli direttamente;

• • si può ricorrere in Corte d'Appello per reclamare i provvedimenti emessi dopo il fallimento del tentativo di conciliazione;

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

J. MORINEAU “Lo spirito della mediazione”, Ed. F. Angeli, 2003 «Il mediatore dell’anima», 2012

MAZZEI D. “La Mediazione familiare”, Raffaello Cortina, 2002

MARTELLO M. “Oltre il conflitto”, McGraw-Hill, 2003

CIGOLI V. “Psicologia della separazione e del divorzio” Mulino

BUSSO P. “Lotta e cooperazione”, Armando, Roma 2004 ROBERT EMERY “Il divorzio: rinegoziare le relazioni familiari”, F. Angeli, 2004