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PRIMO SECOLO AMISTAD EXPRESS SALVATORE CONTE

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PRIMO SECOLO

AMISTAD EXPRESS

SALVATORE CONTE

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Sulla Porta di Dite

PRIMO SECOLO: AMISTAD EXPRESS

Salvatore Conte

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Dopo l’ultima avventura sul Congo, Mark Robson ha deciso di cambiare zona.

Ha costretto il suo malridotto cargo ad attraversare l’Atlantico per raggiungere la foce del Rio Grande, ribattezzandolo Amistad Express, come il grande lago di cui il Rio Bravo è tributario. Attraverso iChat si è accordato con una potente ranchera del Texas, una certa Saada Dawson, che con i suoi uomini controlla una sponda dell’Amistad; è vecchia, ma non decrepita; 60 anni tuonati, ma non ancora finita; almeno a giudicare dalle foto.

Elixha, la sua socia negromante, può fornirle i cadaveri di cui ha bisogno, da pescare soprattutto nei cimiteri del Vecchio West. Nel Primo Secolo l’America è il continente che è cambiato di più, tornando un po’ sé stesso. Lo shock della rappresaglia nucleare tra grandi potenze ha cambiato il mondo. L’accordo segreto per limitarsi a uno scambio di bombe tattiche è sfuggito di mano, la rappresaglia - sia pur fulminea - è stata devastante. I fumi radioattivi hanno coperto l’intero pianeta, nessuna zona è andata esente da contaminazioni. Un senso diffuso di morte ha ammantato il mondo, la negromanzia è divenuta la principale disciplina scientifica.

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Non avendo più molto da perdere, la massa globale si è sollevata, scrollandosi di dosso le autorità costituite. Un po’ per i limiti imposti dalle nuove norme convenzionali, che vietano l’uso di qualsiasi tipo di bomba, un po’ per il rifiuto della modernità e la riscoperta delle tradizioni, la vecchia colt 45 detta ancora legge, specie in Texas. I bianchi, però, non hanno vita facile, devono contendersi il territorio con indiani e messicani. Gli stregoni indiani, che hanno sempre avuto confidenza con i misteri della morte, hanno assunto un ruolo di grande importanza, dopo la diffusione della negromanzia su scala mondiale. Inoltre, come per gli altri popoli che hanno subito un genocidio, possono vantare enormi riserve di morti incazzati. Ucciderli non è servito a niente. Anzi ha peggiorato le cose. Nel Primo Secolo le banche e le strutture pubbliche non esistono più. I gruppi organizzati hanno come obiettivo il dominio del territorio.

Robson risale il fiume fino al lago, trasferisce la barca e la ormeggia presso il porticciolo di Box Canyon, sulla sponda nord, dove incontra di persona la Dawson. È un’ultrasessantenne da seno e fianchi pesanti, che lotta per rimanere viva e in tiro. Nessuna delusione, anzi: le foto erano oneste.

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È ancora una gran puttana, non una semplice gallinaccia. Si presenta in un candido vestito bianco, con aria pacifica e quasi misericordiosa. Spiega di essere sul Lago dell’Amicizia e che l’intero Texas vuol dire la stessa cosa. Da sempre avida di potere - sfruttando il caos non preordinato seguito alla Rappresaglia Nucleare - è finalmente riuscita ad affermarsi; d'altronde, nel Primo Secolo, la sessualità femminile è divenuta più carismatica, quasi indispensabile, in quanto necessaria a compensare l’aura tenebrosa di morte, che aleggia ovunque. Il Primo Secolo per Saada Dawson è stato un buon affare. Se si eccettua, naturalmente, il tumore al colon che la consuma da mesi. Ha scritto a Robson che riesce a tirare avanti, e vedendola - massiccia e sicura di sé - si può dire che non abbia esagerato.

D’altronde, nel Primo Secolo dalla Rappresaglia Nucleare, oltre il 90% della popolazione mondiale è affetto da cancro. Saada Dawson è un donnone restio alla pensione - dato per finito molte volte - che si ostina a non passare né trapassare. Balla ancora la Dawson, in bilico sul precipizio e della morte e della vecchiaia, due nemici fatali e invincibili, che lei, però, riesce sempre a controllare. Nel Primo Secolo si vive alla giornata: la prospettiva di avere tre mesi eventuali di vita è considerata un buon viatico. «Ehi, Saada…». «Signora Dawson… se non ti dispiace, Robson…». «Signora Dawson, ho un ecografo portatile e so come usarlo. Mi sembra opportuno controllare il tumore. Non vorrei che la nostra società si sfaldasse subito…». «Perché no? Verifichiamo che il pancreas sia pulito». «Che problemi le dà?». «Giramenti di testa, vomito, diarrea, emorragie, il solito…». «È bello grosso… dovrebbe star peggio di come sta…».

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«Perché, come sto?». «Sta bene, Signora Dawson… sta molto bene… Il pancreas è pulito. Se fossi un medico della vecchia era, le darei altri tre mesi, salvo complicazioni». «Ma non lo sei, perciò stai zitto». Nel Primo Secolo il tumore è talmente comune da essere considerato come uno stato influenzale: tutti o quasi sono obbligati a conviverci, perciò l’impatto psicologico della malattia è meno devastante. La morte incombe su tutto, fa meno paura di una volta, anche se i malati, come sempre, lottano fino all’ultimo, cercando di sfuggire al loro destino. Se una volta i più previdenti si preparavano la tomba, oggi si sceglie un negromante di fiducia e si paga un’assicurazione sulla morte: all’atto del decesso, i famigliari non potranno opporsi al ritorno dal Lete. Le suocere sono ormai immortali, neanche la morte scioglie i matrimoni, nessuno uccide più per l’eredità, in pochi lavorano per vivere, il curriculum mortis dev’essere sempre aggiornato e attraente, se si vuole trovare un’occupazione simpatica. «Appena avrò gli uomini che mi hai promesso, ci daremo da fare: voglio il controllo dell’intero lago…», lo avverte la Dawson. «E la storia dell’amicizia, che fine ha fatto?». «Quella? Sarò amica di tutti i miei sudditi». Nella squadra di Robson ci sono sempre Botor, il possente congolese non più indigeno, e il vecchio amico Fred, deceduto dopo una lunga malattia. Margot, invece, è passata ad altra bandiera; ma lui si è rifatto con Elixha, la bella negromante, che per l’occasione sfodera un cinturone nero degno di lei. Per la sua prima missione, la Dawson gli affianca il suo braccio destro: Kelly Maddox, bionda pornostar della costa ovest, riciclatasi come pistolera; anche lei dura a invecchiare, ma comunque ben sopra i 50. «Che cosa ti ha promesso la Dawson?». La domanda di Robson è diretta. «Quello che vogliono tutti: potere». «Ti confesso che ero tra i tuoi fan quando tu...». «Sì, un'era fa. Ne ho avuti tanti».

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«E tuo marito? Il toy-boy? Dove l'hai lasciato?». «Al cimitero, idiota. Un cancro fulminante al fegato. Ma non era un toy-boy. Tu, invece, potresti esserlo... imbecille come sei». «Non eccitarti tanto, bambina. Siamo qui per lavorare». La prima missione dell’ex operativo CIA è coronata dal successo: la Dawson si sente ringiovanita di 10 anni. Il suo nuovo socio le ha messo a disposizione, oltre a comuni cadaveri di vecchi pistoleri, una strepitosa testa calda: il Generale Custer! «Sei arrivato fino a West Point, Robson?». «Non ce n’è stato bisogno. Da quelle parti riposa un semplice caporale: hanno preso uno scheletro a caso e gli hanno messo addosso i gradi da generale. Elixha ha invocato i Mani di Custer e lui stesso ci ha rivelato il luogo della sua sepoltura». «Voglio essere sicura. George… non sappiamo con esattezza quanti messicani troveremo sull’altra sponda del lago: non farti fregare un’altra volta, claro?». «Io sapevo quanti musi rossi avrei trovato! Avete scritto un mucchio di stronzate! Se quei codardi dei miei colleghi avessero colto l’occasione, li avremmo spazzati via. Volevo tenerli impegnati per un po’ e ci sono riuscito! Nonostante fossimo uno contro cinquanta!». «Buon lavoro, Robson». Nel Primo Secolo i ritorni dal Lete vengono spesso accompagnati da trattamenti rigenerativi, importanti specialmente per i cadaveri femminili, nel corso dei quali vengono impiegati geni potenziati di lucertola.

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La cosmesi mortuale ha di gran lunga superato, per importanza, quella tradizionale. L’età attorno alla quale si assesta il cadavere è quella della più compiuta maturità, anche se non raggiunta in vita, oppure abbondantemente oltrepassata; ciò avviene allo stesso modo di una comune canna, che sia pure sbattuta dal vento - da una parte o dall’altra - ritrova sempre la sua posizione ideale, nello stato di quiete. «Sei pronto, dunque?». L’attacco è imminente. L’obiettivo è Playa Tlaloc, sulla riva sud, quella che un tempo era la sponda messicana. Nel Primo Secolo quasi tutte le organizzazioni statali sono decadute. La Dawson sbarcherà un centinaio di uomini, tra cavaderi e viventi, e coglierà di sorpresa la banda del Puerco. L’Amistad Express sarà l’ammiraglia della flottiglia e avrà l’onore di vederla a bordo. «Lo sono sempre…». «Bene, lo vedremo».

«Uno scorpione azzurro… sono molto richiesti. Lei si tratta bene, Signora Dawson…». Saada si fa pungere senza battere ciglio. «Credi che voglia crepare? Ma non è quel che si dice uno stallone. Non ce n’è per tutti.

Schizza il suo sperma solo una volta al giorno. E serve tutto a me… me lo succhio io…», lo guarda con occhi malati, con la chiara volontà di soggiogarlo. Ed è ancora in grado di riuscirci. «Quanto mi rimane, secondo te?». «Dipende tutto dal pancreas. Se rimane pulito, può lottare ancora». Si avvicina, ma non la guarda con compassione. «Il tumore è molto grosso… ma mai grosso quanto me lo fai venire tu, Saa… Signora Dawson…», i grossi seni le spiovono penduli, gonfiando bene la blusa attillata. È ancora una gran puttana.

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«Sporcaccione». «L’importante è tirare avanti, lo sa come funziona. È un problema che hanno tutti». «Tu no…». Si tocca per scaramanzia nelle parti intime. «Ormai manca poco... è grosso, mi ha invaso, sto morendo... Sono nervosa... e ho bisogno di scaricarmi…», lo guarda allusivamente e si avvicina anche lei. «Una come te non può essere spaventata da un banale tumore», le stringe i fianchi robusti. «Mi piace sentire paura, non me ne vergogno. Mi eccita, come tante altre cose… Ascolta, Mark... tu sei giovane... ma io posso durare ancora a lungo. Molto a lungo...», sembra voler alludere alla negromanzia. «Sono una donna immortale... mi comprendi? Io e te, insieme, possiamo dominare il mondo...». «Tu tieni a bada il tumore, al resto penso io, Saada...», e abbassa il capo - in mezzo ai seni - in segno di sottomissione. C'è riuscita, l'ha soggiogato. L'ultrasessantenne non perde un colpo. Adesso è il turno del Generale. «Ti offendi se ti chiamo zombi?». «Mi chiamo George Armstrong Custer… e non sento nostalgia del Lete… sono più vivo di tanti vivi». A parte la temperatura più fredda e un leggero lezzo di tomba, quando il processo di rigenerazione dei tessuti si completa, i morti ben tenuti non sono molto diversi dai vivi. Rimanere morti, però, non è così facile come può credersi. Anche per loro non mancano le insidie. A parte il vecchio rimedio del sangue - che li attira e conserva su questa terra, ma che è sempre difficile da trovare - gli è necessario rimanere costantemente attaccati alla nuova vita, o la nostalgia del Lete può prendere il sopravvento in qualunque momento. Perciò i morti non si frequentano volentieri tra loro e stringono spesso matrimoni misti. Devono mangiare anche se non ne hanno bisogno, giocare, ridere e mantenersi impegnati. Ma soprattutto devono scopare ossessivamente, trovandosi uno stallone da cavalcare o una vacca da mungere.

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Sta di fatto che Custer la guarda fisso. In genere farlo con un morto non è percepito come un tradimento dal partner vivente, perché questa funzione dello scopare - umanitaria, sociale e taumaturgica - lo rende più un dovere che un piacere, un po’ come ai tempi della prostituzione sacra. «Sei pronto a darmi una grande vittoria, George?». «Ho voglia di rifarmi». «A ovest potrai vendicarti sugli indiani, ma intanto ti rifarai sui messicani, okay? Attento, però, ai ricorsi della storia: non farti accerchiare, non sottovalutare il nemico…». «Io non li ho sottovalutati! Sapevo quanti erano!». «Non scaldarti tanto, George. Non me ne frega un cazzo della tua reputazione. Distruggili e basta. O provvederò io a seppellirti per sempre», e lo minaccia, intingendo la mano in un catino d’acqua nera. È acqua del Lete, ossia acqua infernale, densa, oscura, melmosa. È acqua dell'Amistad in cui Elixha ha sciolto gli umori maledetti dell’Averno. Innocua per un vivo, ma mortale per un cadavere. «Va bene, va bene… avrai il tuo impero… ma stai attenta al tuo tumore…», restituisce subito la minaccia, insinuandole il dubbio di aver attinto al potere profetico dei morti, benché sia una pratica vietata nell’etica dei cadaveri: mai rivelare a un vivo il suo destino. «Tu pensa a loro, io penserò a lui. Ah… George…». «Sì…?». «Hai un verme sul collo». «Oh… grazie… Imperatrice». I cadaveri, anche se riavuti dal sonno leteo, sono attaccati dai vermi come i vivi dalle zanzare. L’ora dello sbarco è arrivata. La Dawson sembra Washington sul Delaware, con Custer al comando del Settimo Cadaverici. Fregare la banda del Puerco, però, non è tanto semplice. E se ne accorgono subito. La novella Washington non trova la strada spianata dai fratelli massoni. Le vedette hanno dato l’allarme in tempo: l’armata di Saada Dawson viene ricevuta da una fragorosa grandinata di piombo.

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«Maiale!», urla stizzita l'ultrasessantenne, dall’Amistad Express. «Vecchia cagna!», risponde subito il messicano, dalle dune che circondano la spiaggia.

El Puerco ha il controllo di tutti i villaggi a sud del Lago Amistad e sogna di espandersi a nord. Si aspettava un attacco improvvisato e vuole trasformarlo in una carneficina.

Custer ha già fatto una brutta fine. E non vuole ricascarci. «Tutti avanti!». Il Settimo Cadaverici va alla carica. «Fottiamo quel bastardo!», anche la consumata biondona, con i grossi seni ballonzolanti nell'allentata tunichetta, schiava del suo gergo, lancia i suoi uomini all'attacco.

Kelly Maddox sogna il potere. Anche se non giovanissima, è più giovane di Saada e ancora sana da tumori. Può prenderne il posto e diventare Imperatrice dei Due Golfi. Altro che pornostar. Ma il Puerco sa dove colpire. BANG BANG Due spari fra tanti. «AARGHHH…!!». Un urlo spaventoso di donna; di bionda.

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Si è stretta le braccia sulla pancia e barcolla obliqua per due o tre passi. I compagni la raggiungono e la spingono a terra. Ma anche Custer cade. Forse un colpo alla testa, o al cuore. Tutto sembra girare storto per la Dawson. BANG

Stavolta, però, il Generale si è fatto prudente e ha preso la mira. Morendo s'impara. Il Puerco crolla in avanti con un terzo occhio nella fronte, ma è talmente grasso che la testa rimane sollevata da terra. Ciò che non si aspettava era un attacco improvvisato di cadaveri. I suoi uomini si disperdono in fretta. La strada è spianata. La Dawson può sbarcare. Viene portata subito dalla Maddox. Si è ammalata di due tumori fulminanti: uno allo stomaco, l'altro al fegato, come il defunto marito. «Voglio... essere... sepolta... accanto... a Ryan...». «È tuo marito?», interviene Robson. La biondona annuisce. «Dove si trova?». «Newport... Beach... costa... ovest...».

«So dov'è. Ti ci porto io, Kelly». «Grazie...».

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«Un momento... la bionda può servirmi ancora. Ha dato una bella spinta oggi. Molto meglio dei tuoi vecchi colleghi, non è vero, George? Kelly... sei più giovane di me... sarai tu l'Imperatrice dei Due Golfi...». Gli occhi della puttanissima troia si infiammano, le mani pressano i buchi. «Mark... un'altra volta...». «Robson...», la Dawson lo chiama da una parte. «Se non ti crepa in faccia, portala a Seminole Canyon. Anche se è zona indiana, c'è un bravo stregone da quelle parti. Lavora in amicizia». L'Amistad Express torna subito in azione.

F I N E

AVVERTENZA I fatti narrati in questo racconto sono di pura fantasia, frutto dell’immaginazione e della libera espressione artistica degli autori. Ogni riferimento a eventi realmente accaduti, a persone realmente esistite o esistenti e a luoghi reali è puramente casuale. Eventuali somiglianze o impliciti riferimenti con fatti o avvenimenti reali o con persone, associazioni, organizzazioni, movimenti o partiti realmente esistenti sono puramente casuali e non intenzionali, o, se intenzionali, da intendersi solamente quale fonte di suggestione e ispirazione per un’opera di fantasia, dovendosi escludere, perentoriamente, ogni eventuale identificazione oggettiva e soggettiva, come da presente espressa statuizione, e men che meno qualsiasi intento offensivo, denigratorio o sovversivo nei confronti dei singoli individui, gruppi o associazioni di persone o della società in generale. In ogni caso, anche rispetto ai personaggi di fantasia, in specie quelli femminili, i racconti della presente Collana rappresentano un tributo alla loro bellezza, carisma, personalità; gli eventuali aspetti negativi sono introdotti per mere esigenze di ordine drammatico, narrativo, teleologico; la devozione ai personaggi femminili in questione, da parte degli autori, è implicita e assoluta.

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