Anno V - Ottobre 2015 - N. 7 PREZZO 2 € - Abbonamento annuale 16 €

Il Brachiosauro IL GIORNALE DEL NOSTRO CLUB, MOLTO OLTRE IL GIURASSICO

ALESSANDRO GENTILE

Il capitano dell’Olimpia ha rilasciato una intervista in esclusiva al nostro giornale riguardo a Eurobasket e la nuova EA7

Specialissimo!

Le migrazioni: presente e passato! Una lunga analisi, compreso

Il commento di Giovanni!

Kepler 186f

Informazioni e curiosità sulla mirabolante scoperta della scienza internazionale

LE NOTIZIE SI MOLTIPLICANO Noi sempre sul pezzo!!

Una valanga di notizie travolge la nostra redazione!! Tra sport, attualità, scienza e varie riflessioni mature, ecco la nuova uscita di noi brachiosauri!! A cominciare da due interviste di spessore, ringrazio tantissimo il grandissimo e mitico giocatore di basket Alessandro Gentile e il gentilissimo presidente di RecSando Fabrizio Cremonesi. Dall’aggiunta di una nuova redattrice, siamo partiti con temi trattati in modo adulto e riflessioni non da tutti. In questo numero, molto sviluppate anche le parti riguardanti didattica e sport, con le tante innovazioni ed eventi avvenuti nell’ultimo mese; da non sottovalutare comunque la sezione dedicata all’attualità, che presenta contributi su cui riflettere. Insomma dopo questa breve presentazione diamo il via a questo numero mirabolante! Grazie a tutti e buona lettura!!!

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Musica - The wall P. 3

Interviste - Fabrizio Cremonesi P. da 22 a 26

- Alessandro Gentile P. da 39 a 41

News - Il lungo viaggio per la PACE P. 4

- Migranti, l’esodo P. da 5 a 6

- In fuga dall’inferno P. 8-9

- Malala Nobel P. da 10 a 14

- Samantha Cristoforetti P. 15

Il confronto - Migrati passato e presente P.7

Serial e TV - iCarly.com P. 16-17

Pensieri e parole - La libertà P. 18-19

- Io e Romi P. 20

- Volare come una foglia P. 21

Didattica - Pennac P. da 27 a 30

- LIM. Serve in tutte le classi? P. 31-32

Tecnologia - La tecnologia Stealth #2 P. 33

- Il CAD, la stampante 3d P. 44

Scienze - Il pianeta Kepler 186f P. 34

Sport - Rugby World Cup 2015 P. 35-36

- Eurobasket 2015 P. 37-38

- Beko Supercoppa 2015 P. 42-43

Barzellette - Brachiobarze P. 45

Quiz - English quiz P. 46

- Puzzle del gufo P. 47

SOMMARIO:

MUSICA

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We don't need no education. We don't need no thought control. No dark sarcasm in the classroom. Teachers, leave the kids alone. Hey, Teachers, leave the kids alone! All in all it's just a, another brick in the wall. All in all you're just a, another brick in the wall. We don't need no education. We don't need no thought control. No dark sarcasm in the classroom. Teachers, leave those kids alone. Hey, Teachers, leave those kids alone! All in all it's just a, another brick in the wall. All in all it's just a. another brick in the wall. All in all you're just another brick in the wall.

Il lungo viaggio per la

PACE a storia della comunità organizzata degli Stati, rappresentata dalle Nazioni Unite, che festeggia in questi giorni il suo 70° anniversario, è una storia di importanti successi comuni, in un periodo di inusitata accelerazione degli avvenimenti. «Il recente accordo sulla questione nucleare in una regione sensibile dell’Asia e del Medio Oriente, è una prova delle possibilità della buona volontà politica e del diritto, coltivati con sincerità, pazienza e costanza. Formulo i miei voti perché questo accordo sia duraturo ed efficace e dia i frutti sperati con la collaborazione di tutte le parti coinvolte.» «Per questo, seppure desiderando di non avere la necessità di farlo, non posso non reiterare i miei ripetuti appelli in relazione alla dolorosa situazione di tutto il Medio Oriente, del Nord Africa e di altri Paesi africani, dove i cristiani, insieme ad altri gruppi culturali o etnici e anche con quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dall’odio e dalla pazzia, sono stati obbligati ad essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case ed averi e sono stati posti

nell’alternativa di fuggire o di pagare l’adesione al bene e alla pace con la loro stessa vita o con la schiavitù». «Non solo nei casi di persecuzione religiosa o culturale, ma in ogni situazione di conflitto, come in Ucraina, in Siria, in Iraq, in Libia, nel Sud-Sudan e nella regione dei Grandi Laghi, prima degli interessi di parte, pur se legittimi, ci sono volti concreti. Nelle guerre e nei conflitti ci sono persone, nostri fratelli e sorelle, uomini e donne, giovani e an-ziani, bambini e bambine che piangono, soffrono e muoiono. Esseri umani che diventano materiale di scarto mentre non si fa altro che enumerare problemi, strategie e discussioni». «La casa comune di tutti gli uomini deve continuare a sorgere su una retta comprensione della fraternità univer-sale e sul rispetto della sacralità di ciascuna vita umana, di ciascun uomo e di ciascuna donna; dei poveri, degli anziani, dei bambini, degli ammalati, dei non nati, dei disoccupati, degli abbandonati, di quelli che vengono giudicati scartabili perché li si considera nient’altro che numeri di questa o quella statistica. La casa comune di tutti gli uomini deve edificarsi anche sulla comprensione di una certa sacralità della natura creata».

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Tensione al confine fra Serbia e territorio ungherese. Gruppi di migranti esasperati hanno cercato di abbattere il filo spinato.

I migranti, sono sbarcati in Italia per andare in Francia e in Europa, non possono quindi andare oltre Ventimiglia.

MIGRANTI l'esodo peggiore dalla Seconda Guerra mondiale

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Striscione di benvenuto nella curva dei tifosi del Borussia Dortmund

La marcia dei profughi: da Budapest famiglie a piedi verso Vienna

Migranti che cercano di superare una barriera di filo spinato in Ungheria

Alla stazione ferroviaria di Gevgelija si trovano ancora circa 3.000 rifugiati in attesa.

La crisi migratoria volge all’apocalittico e non ha eguali nella storia recente. Un paragone moderno non esiste.

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utti noi di questi tempi sentiamo parlare di immigrati in Italia che arrivano dal Mediterraneo e ci sono molte tesi discordanti: ci sono certe persone che vorrebbero impedirgli di entrare e rimandarli al loro paese d'origine, tra queste persone ci sono molti politici italiani. Altri pensano invece che queste persone andrebbero accolte e aiutate, bisognerebbe dargli un lavoro e renderli cittadini italiani, paganti le tasse come ogni altro. Va detto ora che secondo calcoli di alcuni studiosi la presenza degli immigrati in Italia dia agli Italiani un guadagno di 9 miliardi di € all'anno. Inoltre se fossero resi regolari non avrebbero bisogno di rubare, anzi sarebbero un aiuto per gli italiani. Inoltre se ci voltiamo a guardare il passato vedremo che non sono

certo i primi immigrati della storia. Nel 19° secolo, milioni di Italiani migravano rischiando tutto, per andare negli Stati Uniti sperando in una vita migliore, essi andavano alla ricerca di lavoro che in Italia non c'era. Gli Americani li anno accolti e loro sono riusciti ad avere una buona vita, e gli Stati Uniti sono diventati un paese potentissimo. Se avessero fatto come noi oggi agli Italiani che emigrarono là gli Italiani non sarebbero sopravvissuti e non sarebbero arrivati dove sono oggi i loro discendenti (vedi Bill De Blasio, sindaco di New York). Quindi dovremmo fare anche noi così perché anche noi in passato siamo stati accolti.

Giovanni Luilli

MIGRAZIONI TRA PASSATO E PRESENTE

IL CONFRONTO

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Guerre, dittature, persecuzioni. E ancora fame, carestia e morte. I profughi sono milioni (43, secondo i dati forniti dall’ONU. Di questi, 11 milioni provengono dall’Africa e 3.4 milioni dall’Africa sub Sahariana. Portano con loro un bagaglio di ricordi e di speranze, di violenze e paure: “Una notte sono arrivati due uomini nella casa abbandonata al confine fra la Libia e la Tunisia in cui ci avevano fatto sistemare in attesa di partire per il mare – ha raccontato Blessing, una ragazza di 18 anni, eritrea, portata nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa -. Eravamo una quarantina e queste persone, che indossavano una divisa, mi hanno preso e portata via con la forza. Sono stata condotta in una casa disabitata dove hanno iniziato a violentarmi”. C’è poi la storia di Paul, 24 anni, che in Nigeria ha lasciato genitori e fratellino: ogni tanto li sente ed è il fratellino, via whatsapp, a spedirgli foto dalla sua città. Ma non ci sono i selfie a cui siamo

abituati in Occidente, con risate e pose serene. Sono corpi immersi nel sangue, persone uccise con la motosega, il cadavere di un ragazzo con un buco sul torace o quel che resta di uomini arsi vivi. Immagini terribili degli abomini di Boko Haram, dai quali Paul è scappato. Il terribile viaggio per raggiungere la costa libica lo racconta Fatia, una 17enne somala, anch’essa vittima di abusi. “Siamo partiti dal mio Paese a piedi – ricorda la ragazza – eravamo un gruppo di cinquanta persone. Abbiamo attraversato il deserto del Sudan. E proprio qui, gli uomini che guidavano la spedizione, ci hanno chiesto di avere altre somme di denaro per proseguire il viaggio, che già avevamo pagato anticipatamente, altrimenti ci avrebbero lasciato morire nel deserto. Alcuni di noi avevano da parte qualcosa e abbiamo pagato, altri non hanno potuto, e qualche donna che non aveva somme di denaro è stata violentata, pur di poter proseguire il viaggio”. Uno schiaffo alla dignità della persona umana.

In fuga dall’Inferno

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E’ lungo l’elenco dei Paesi da cui provengono i migranti:

Angola, Burundi, Chad, Congo, Eritrea, Etiopia, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Repubblica centro africana, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan (Sud Sudan), Uganda, Yemen.

I Paesi della fascia mediterranea (come Algeria, Tunisia ed Egitto, solo per citarne alcuni) rappresentano ancora una parte importante di coloro che tentano la traversata del Mare Nostrum. Senza dubbio sono i paesi della fascia sub Sahariana a generare la mole più elevata di persone in fuga. Tra questi vi sono l’Angola, il Congo, la Repubblica Centro Africana o il Niger e la Nigeria,

I motivi dell’esodo?

Persecuzioni religiose (Boko Haram, Isis) o etniche in Paesi come Siria, Iraq, Eritrea e paesi limitrofi; instabi-lità in Libia. Nell’entroterra infuriano le guerre civili per il controllo di mate-rie prime, diamanti, oro, platino, petrolio, gas, uranio (è ampio l’elenco dei cosiddetti Rem, ovvero Rare earth materials, disponibili in questi paesi).

Per arrivare in Europa per lo più si sbarca sulle coste italiane,

Il punto di arrivo di una delle principali rotte percorse dagli emigranti africani: quella che parte dall’Africa orientale e raggiunge la Libia risalendo il Sudan. Dall’Africa occidentale, invece, solita-mente gli emigranti confluiscono in

Mauritania e di lì si dirigono in Marocco per imbarcarsi alla volta della Spagna o dirigersi anch’essi in Libia.

Per coloro che devono attraversare il deserto del Sinai li aspetta l’inferno.

Lì esiste un vero e proprio traffico di merce umana avviato dai Rashaida, una tribù sudanese. Sequestrano le persone per chiederne il riscatto oppure rivenderli ad altre tribù egiziane queste ultime, che a loro volta ne trattano il riscatto o vendono ad altri la “merce” che, di passaggio in passaggio, acquista sempre più valore fino a raggiungere le decine di migliaia di dollari.

“Quando chiamano per chiedere i soldi racconta la dottoressa Alganesh Fessaha, eritrea, che lavora per l’orga-nizzazione non governativa Gandhi e da anni si occupa dei propri connazio-nali in difficoltà – i prigionieri vengono picchia-ti, viene loro versata addosso dell’acqua, poi viene attaccata la corrente così che le scosse elettriche li facciano urlare di più”.

Il destino di chi non ha nessuno che sia in grado di riscattarlo è terribile.

Finisce i suoi giorni come schiavo, costretto a lavorare in condizioni inumane nei campi e altrove.

Altrimenti viene ucciso per espian-tarne gli organi e venderli al mercato nero al Cairo. Neanche i bambini vengono risparmiati.

Fonte: Lineinternational - Angelo Perfetti

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ostre Maestà, illustri membri del comitato per il Nobel, cari fratelli e sorelle, oggi è un giorno di grande gioia per me, sono onorata che il comitato del Nobel mi abbia scelto per questo prezioso premio. Grazie a tutti per il vostro sostegno duraturo e per l’affetto. Sono grata per le lettere che ricevo da tutto il mondo. Leggere le vostre parole cordiali di incoraggiamento mi rafforza e mi ispira. Vorrei ringraziare i miei genitori per i loro amore incondizionato. Grazie a mio padre per non aver tarpato le mie ali e avermi lasciato volare. Grazie a mia madre per avermi insegnato a essere paziente e a dire sempre la verità – quello che crediamo essere il vero messaggio dell’Islam. Sono molto orgogliosa di essere la prima pashtun, la prima pachistana e la prima giovane a ricevere questo premio. Sono abbastanza sicura di essere anche la prima vincitrice del Nobel che ancora litiga con suo fratello

minore. Vorrei che ci fosse pace ovunque, ma io e i miei fratelli abbiamo ancora del lavoro da fare su quel fronte. Sono onorata anche di ricevere questo premio con Kailash Satyarti, che è stato un campione dei diritti dei bambini per parecchi anni. A dirla tutta, il doppio degli anni che ho io adesso. Sono grata del fatto che possiamo essere qui insieme e mostrare al mondo che un’indiana e un pachistano possono stare insieme in pace e lavorare insieme per i diritti dei bambini. Cari fratelli e sorelle, i miei genitori mi hanno dato il nome della “Giovanna d’Arco” pashtun, Malalai di Maiwand. La parola Malala vuol dire “colpita da un lutto”, “triste”, ma per aggiungere allegria al nome i miei genitori mi chiamano sempre “Malala, la ragazza più felice del mondo” e sono molto felice che insieme stiamo sostenendo una causa importante.

MALALA NOBEL

Il 25 settembre 2015 viene lanciata in tutto il mondo l'iniziativa The Global Goals che vede Malala Yousafzai, una delle protagoniste insieme a tanti altri attivisti ed artisti tra i quali: Anastacia, Stephen Hawking, Stevie Wonder, Kate Winslet, Bill Gates e la regina Rania di Giordania, Jennifer Lopez, Meryl Streep

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Questo premio non è solo per me. È per i bambini dimenticati che vogliono un’istruzione. È per i bambini spaventati che vogliono la pace. È per i bambini senza voce che vogliono il cambiamento. Sono qui per i loro diritti, per dare loro voce… Non è il momento di averne compassione. È il momento di agire, per fare in modo che sia l’ultima volta che a dei bambini è sottratta l’istruzione. Ho notato che le persone mi descrivono in molti modi. Alcuni mi chiamano la ragazza cui i talebani hanno sparato. Alcuni la ragazza che ha combattuto per i suoi diritti. Altri, ora, mi chiamano la premio Nobel. Per quanto ne so io, sono sono una persona impegnata e testarda che vuole che ciascun bambino abbia un’istruzione di qualità, che vuol pari diritti per le donne, che vuole la pace in ogni angolo del mondo. L’istruzione è una delle benedizioni della vita – e una delle sue necessità. Me lo dice l’esperienza dei miei 17 anni di vita. A casa mia nella valle di Swat, nel nord del Pakistan, ho sempre amato la scuola e imparare cose nuove. Ricordo quando io e i miei amici ci decoravamo le mani con gli henna (decorazioni floreali, ndr) per le occa-sioni importanti. Invece di disegnare dei fiori e motivi geometrici, usavamo le

formule matematiche e le equazioni. Avevamo sede di conoscenza perché il nostro futuro era lì, in classe. Ci sedevamo e studiavamo e imparavamo insieme. Adoravamo indossare i nostri grembiuli puliti e stare lì seduti con grandi sogni negli occhi. Volevamo rendere orgogliosi i nostri genitori e dimostrare che potevamo eccellere negli studi e ottenere cose che secondo alcuni solo i ragazzi possono fare. Le cose sono cambiate. Quando avevo dieci anni Swat, un posto di bellezza e turismo, è diventato improvvisamente un luogo di terrore. Più di 400 scuole sono state distrutte. Alle ragazze è stato impedito di andare a scuola. Le donne sono state picchiate. Innocenti sono stati uccisi. Tutti abbiamo sofferto. I nostri bei sogni sono diventati incubi. L’istruzione da diritto e diventato crimine. Ma quando il mondo è cambiato, anche le mie priorità sono cambiate. Avevo due opzioni. Stare zitta e aspettare di venire uccisa. O parlare e venire uccisa. Ho deciso di parlare. I terroristi hanno provato a fermarci e il 9 ottobre del 2012 hanno attaccato me e i miei amici. Ma i loro proiettili non potevano vincere. Siamo sopravvissuti. E da quel giorno le nostre voci si sono fatte più forti.

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Racconto la mia storia non perché sia unica, ma perché non lo è. È la storia di molte ragazze. Oggi racconto anche le loro storie. Ho portato con me a Oslo alcune delle mie sorelle, che condi-vidono la mia storia: amiche dal Pakistan, la Nigeria e la Siria. Le mie coraggiose sorelle Shazia e Kainat Riaz che quel giorno a Swat sono state colpite dai proiettili con me. Anche loro hanno attraversato un tragico trauma. E la mia sorella Kainat Somro dal Pakistan, che ha sofferto violenze estreme e abusi, fino all’uccisione di suo fratello, ma non ha ceduto. E ci sono ragazze come me, che ho incontrato durante la campagna per il Fondo Malala, che oggi sono come sorelle per me: la mia coraggiosa sorella sedicenne Mezon, dalla Siria, che oggi vive in Giordania in un campo profughi e va di tenda in tenda per aiutare i bambini a studiare. E la mia sorella Amina, dal nord della Nigeria, dove Boko Haram minaccia e rapisce le ragazze, solo perché chiedono di andare a scuola. Potrò sembrarvi una sola ragazza, una sola persona, per di più alta neanche un metro e sessanta coi tacchi. Ma non sono una voce solitaria: io sono tante voci. Sono Shazia. Sono Kainat Riaz. Sono Kainat Somro. Sono Mezon. Sono

Amina. Sono quei 66 milioni di ragazze che non possono andare a scuola. La gente spesso mi chiede perché l’istruzione sia così importante per le ragazze. Rispondo sempre la stessa cosa. Dai primi due capitolo del Corano ho imparato la parola Iqra, che vuol dire “leggere”, e la parola nun wal-qalam, che vuol dire “con la penna”. Per questo, come ho detto lo scorso anno alle Nazioni Unite, «un bambino, un maestro, una penna e un libro possono cambiare il mondo». Oggi in mezzo mondo vediamo rapidi progressi, modernizzazione e sviluppo. Ma ci sono paesi dove milioni di persone soffrono ancora dai vecchi problemi della fame, della povertà, delle ingiustizie, dei conflitti. In questo 2015 ci viene ricordato che è passato un secolo dalla prima guerra mondiale, ma ancora non abbiamo imparato la lezione che ci viene dalla morte di quei milioni di vite cent’anni fa. Ci sono ancora guerre in cui centinaia di migliaia di innocenti perdono la vita. Molte famiglie sono diventate profughe in Siria, a Gaza, in Iraq. Ci sono ancora ragazze che non sono libere di andare a scuola nel nord della Nigeria. In Pakistan e in Afghanistan vediamo persone innocenti che muoiono in attacchi suicidi ed esplosioni di bombe.

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Molti bambini in Africa non hanno accesso all’istruzione per la povertà. Molti bambini in India e in Pakistan sono deprivati del loro diritto all’istru-zione per tabù sociali, o perché sono stati costretti a lavorare o, le bambine, a sposarsi. Una delle mie migliori amiche a scuola, della mia stessa età, è sempre stata una ragazza coraggiosa e fiduciosa: voleva diventare medico. Ma il suo sogno è rimasto un sogno. A 12 anni è stata costretta a sposarsi e ha avuto un figlio quando era lei stessa ancora una bambina, a quattordici anni. Sono sicura che sarebbe stata un ottimo medico. Ma non ha potuto diventarlo, perché è una ragazza. La sua storia è il motivo per cui devolvo i soldi del premio Nobel al Fondo Malala, per aiutare le ragazze di tutto il mondo ad avere un’istruzione di qualità e per fare appello ai leader ad aiutare le ragazze come me, Mezun e Amina. Il primo luogo dove andranno i soldi e il paese dove sta il mio cuore, il Pakistan, per costruire scuole, specialmente a Swat e Shangia. Nel mio villaggio non c’è ancora una scuola superiore per ragazze. Voglio costruirne una, perché i miei amici possano avere un’istruzione – e con essa l’opportunità di raggiungere i loro sogni. Comincerò da lì, ma non mi fermerò lì. Continuerò questa battaglia

finché ogni bambino non avrà una scuola. Mi sento più forte dopo l’attacco che ho subito, perché so che nessuno può fermarmi, fermarci, perché siamo milioni e siamo uniti. Cari fratelli e sorelle, le grandi persone che hanno realizzato dei cambiamenti – come Martin Luther King e Nelson Mandela, Madre Teresa e Aung San Suu Kyi – un giorno hanno parlato da questo palco. Spero che anche i passi intrapresi da me e da Kailash Satyarti finora, e quelli che ancora intra-prenderemo, possano realizzare un cambiamento, e un cambiamento duraturo. La mia grande speranza è che questa sia l’ultima volta che dobbiamo combattere per l’istruzione dei bam-bini. Chiediamo a tutti di unirsi e sostenerci nella nostra battaglia, per poter risolvere questa situazione una volta per tutte. Come ho detto, abbiamo già fatto molti passi nella giusta direzione. Ora è il momento di fare un balzo in avanti. Non serve dire ai leader quant’è importante l’istruzione: lo sanno già, i loro figli sono nelle migliori scuole. È ora di dirgli che devono agire, adesso. Chiediamo ai leader del mondo di unirsi e fare dell’istruzione la loro priorità numero uno. Quindici anni fa i leader del mondo decisero di fissare dei traguardi globali, i Millennium Development Goals.

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Nei prima anni successivi abbiamo visto dei progressi. Il numero di bambini esclusi da scuola è stato dimezzato. Ma il mondo si concentrò solo sull’istru-zione primaria, e i miglioramenti non toccarono tutti. L’anno prossimo, nel 2016, rappresen-tati di tutti i paesi si vedranno alle Nazioni Unite per fissare dei nuovi traguardi, i Sustainable Development Goals. Sarà l’occasione per fissare le ambizioni della prossima generazione. I leader devono cogliere quest’oppor-tunità per garantire un’istruzione primaria e superiore gratuità e di qualità a ciascun bambino. Alcuni dicono che sia poco fattibile, o troppo costoso, o troppo difficile. O persino impossibile. Ma è il momento che il mondo pensi in grande. Cari fratelli e sorelle, il cosiddetto mondo degli adulti può anche capire queste obiezioni, noi bambini no. Perché nazioni che chiamiamo grandi sono così potenti nel provocare guerre, ma troppo deboli per la pace? Perché è così facile darci una pistola, ma così difficile darci un libro? Perché è così facile costruire un carrarmato, ma costruire una scuola è così difficile? Viviamo nel mondo moderno, nel ventunesimo secolo, e crediamo che nulla è impossibile. Possiamo raggiun-gere la luna, forse a breve atterreremo su Marte. Per questo, in questo

ventunesimo secolo, dobbiamo essere determinati a far realizzare il nostro sogno di un’istruzione di qualità. Realizziamo uguaglianza, giustizia e pace per tutti. Non solo i politici e i leader del mondo, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte. Io. Voi. È nostro dovere. Dobbiamo metterci al lavoro, non aspettare. Chiedo ai ragazzi come me di alzare la testa, in tutto il mondo. Cari fratelli e sorelle, diventiamo la prima generazione a decidere di essere l’ultima: classi vuote, infanzie perdute, potenziale perduto, facciamo in modo che queste cose finiscano con noi. Che sia l’ultima volta che un bambino o una bambina spendono la loro infanzia in una fabbrica. Che sia l’ultima volta che una bambina è costretta a sposarsi. Che sia l’ultima volta che un bambino innocente muore in guerra. Che sia l’ultima volta che una classe resta vuota. Che sia l’ultima volta che a una bambina viene detto che l’istruzione è un crimine, non un diritto. Che sia l’ultima volta che un bambino non può andare a scuola. Diamo inizio a questa fine. Che finisca con noi. Costruiamo un futuro migliore proprio qui, proprio ora. Grazie

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“Continuerò ovviamente la mi attività di comunicazione nei limiti di quello che si può fare. Quando sei nello spazio d’altronde hai un‘avventura incredibile da raccontare, sulla terra meno”. Le sensazioni più eccitanti “Una su tutti è quella della vita sulla stazione spaziale: Fluttuare, volare in libertà, è forse la leggerezza che mi mancherà di più. In quei sei mesi ho fatto parte della grande avventura degli esseri umani nello spazio, fai parte di un team, vedi i risultati del lavoro”. L’emozione del rientro “È un’esperienza davvero eccezionale, il viaggio inizia 6 ore prima dell’impatto con il terreno, sei ore trascorse ad aspettare in una posizione scomoda, fetale. Si ha il tempo di pensare, e anche di riposare. Aspetti i motori che si accendano al momento giusto e per il tempo giusto. Poi c’è la separazione della navetta: abbiamo visto dal finestrino e andava tutto bene, erava-mo orientati bene con la terra. Ho visto quindi l’ultima alba, l’ultimo passaggio dalla notte verso la luce.

Poi l’accensione dei motori, la sepa-razione della navetta, e di colpo trovarsi in una piccola capsula che ci avrebbe riportato a terra. Poi l’attesa, l’atmosfera, il segnale che sei entrato nel momento giusto. La fase in cui attraversi gli strati dell’atmosfera: vedi le fiamme, il plas-ma, che avvolgono la capsula. Quindi senti l’accelerazione, e anche un grammo che dopo 6 mesi sembra una tonnellata. Diventi sempre più pesante. La discesa a terra E poi ovviamente l’apertura del primo e secondo paracadute. Quando si apre il primo arriva una grande botta, e la capsula gira su se stessa, e sembra di stare dentro una lavatrice impazzita. Poi si apre il secondo e, dopo quello, sai che stai arrivando a casa sano e salvo. È stato bello alla fine vedere il Kaza-kistan vestito di verde che ci aspettava. Infine l’impatto con il terreno, ti metti in posizione, poi ti prepari all’impatto e boom sei a terra”.

da WIRED - Simone Valesini

Cosa farà in futuro Samantha tornata sulla Terra?

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La serie TV che parla di una Start-up Carly Shay è interpretata da Miranda Cosgrove. Carly è la star del web-show che gira ogni settimana insieme ai suoi due amici Sam e Freddie. Carly, è dolce, spiritosa, innocente, fantasiosa, accomodante ed è molto affezionata al suo stravagante fratello, Spencer, con il quale vive all'8-C del Bushwell Plaza. È molto affezionata anche a suo padre, il colonello Shay, anche se non lo vede quasi mai, alla fine partirà con lui in Italia, a Firenze. Vuole molto bene alla sua migliore amica Sam, anche se a volte litigano. All'inizio considerava Freddie soltanto un amico, ma poi pian piano si rende conto della sua cotta per lui, infatti avranno una relazione. Poi si lasceranno. Ma sembra che Carly provi ancora qualcosa per Freddie, infatti nell'ultimo episodio (iGoodbye) Carly lo bacia.

Fredward "Freddie" Benson è interpretato da Nathan Kress. È amico di Carly e Sam, nonché creatore degli effetti speciali usati durante la trasmissione. Vive con sua madre anche lui al Bushuwell Plaza all'8-D proprio di fronte a Carly. Non è sgradevole fisicamente, ciononostante Sam lo prende in continuazione in giro, lo picchia e lo deride. Inizialmente aveva una cotta per Carly ma poi quando dà il suo primo bacio a Sam si innamora di quest'ultima. Si metterà insieme a Sam in iLost My Mind, baciandola durante il webshow dimostrando di ricambiare i suoi sentimenti, per poi lasciarsi in iLove You dopo essersi confessati che si amano.

PENSIERI E PAROLE SERIAL e TV

Samantha Joy "Sam" Pucket è interpretata da Jennette McCurdy. È la migliore amica di Carly e di Freddie. Ragazza sarcastica, un po' acida, aggressiva, testarda, ribelle, ma con un buon cuore e mostra il suo lato dolce soprattutto a Carly e in seguito anche a Freddie perché è segretamente innamorata di lui ma riesce a dimostrarlo solo con insulti e botte non riuscendo in un modo più morbido. Nella puntata di iOMG Sam bacia Freddie dimostrando che è innamorata di lui, si metteranno insieme per poi lasciarsi in iLove You per via della troppa differenza. Tuttavia i due si lasceranno dopo aver dichiarato che si amano, quindi questo vorrebbe dire che hanno ancora dei sentimenti reciprochi. Sam mangia di tutto: bacon, prosciutto, patatine fritte, frullato, cosce di pollo....insomma, tutto! Ha un buon rapporto con sua mamma Pam anche se spesso litigano. Non si sa esattamente chi sia suo padre. Anche lei ha avuto qualche relazione, ma meno di Carly. Nell' ultimo episodio aiuta Spencer a riparare una moto per Soco, che però poi la farà tenere a Spencer, il quale la regalerà a Sam che partirà con questa moto fino ad arrivare a Los Angeles, dove aiuterà Cat Valentine ad uscire da un camion della spazzatura: le due diventeranno amiche e coinquiline babysitter nella serie Sam & Cat.

Spencer Shay è interpretato da Jerry Trainor. È il Super-stravagante fratello di Carly. È un artista, attore e pittore, ma ha un difetto: si comporta come un bambino e per questo non ha amici della sua età, uscendo sempre con bambini delle medie, tra cui Carly, Freddie e Sam. Ha inventato gli Spaghetti-Tacos e indossa calze che si illuminano. Il suo migliore amico è Soco, il quale viene spesso nominato da lui nella serie, però mai apparso. Suo padre e suo nonno, volevano che Spencer facesse l'avvocato infatti (in situazioni di difficoltà) Spencer finge di esserlo. Ha avuto parecchie relazioni, ma nonostante ciò, alla fine non si fidanzerà con nessuno.

Il web show che ha visto presenti Michelle Obama e gli ONE Direction

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PENSIERI E PAROLE

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ibertà, libertà, libertà, ma cosa vuol dire veramente la parola ‘libertà’?? Libertà vuol dire non farsi condizionare dalle mode comuni e non “seguire il branco” perché in questo si è ‘schiavi’ nel modo comune di vivere senza libertà di scelta. Siamo liberi di credere nel proprio Dio, di amare chi vogliamo, di esprimere le nostre opinioni, di avere i nostri diritti. E allora perché c’è ancora il razzismo? Perché l’Isis fa quello che fa? Diciamo tutti di essere liberi e di essere buoni e gentili e che non giudichiamo gli altri, ma dove sta internamente la nostra libertà, quella che pensiamo di possedere? La libertà di una persona è valida fino al momento in cui non va a ‘intaccare’ la libertà di un altro, e da qui la celebre frase: ”la mia libertà finisce

dove inizia la tua”; ma se è proprio così, allora perché ci sono ancora delle persone che dicono “sei un’emigrata” oppure “sei nero” e prendono in giro le vari nazioni? La madre natura ci ha lasciati così; non è che se un rumeno ruba, rubano tutti i rumeni e non è che se un arabo uccide, uccidono tutti gli arabi. Il mondo è così, semplicemente è fatto così. Perché bisogna criticare l’intera nazione? Non siamo tutti uguali, nessuno è perfetto e non è che c’è uno stato che fa sempre cose sbagliate e uno stato che fa sempre cose giuste. Io sono giovane, ma fino ad ora ho imparato che non bisogna criticare gli altri o prenderli in giro e non si scherza su certi argomenti.

LA LIBERTÀ

«Marianne» l’eroina della Francia dipinta da Eugène Delacroix (26 aprile 1798 –13 agosto 1863)

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desso si sta combattendo contro il l’uccisione o la violenza sulle donne, contro il razzismo e tanto altro. Ma perché bisogna fare tutto questo? Uno ci può arrivare con la testa, anche quelli che non sono molto colti, perché? Ma lascia vivere le persone in pace, cosa ti avrà mai fatto una persona scura di pelle? Perché dici che è ‘nero’? la gente ci sta male, si soffre molto a causa di ciò. Ma perché una donna islamica, quando entra in un negozio deve dire: “tranquilli, io non uccido, non mi sparate!” Qualunque attività umana, dalla più umile alla più impegnativa, da quella di operatore ecologico a quella del professionista, da quella del ciabattino a quella, per esempio, dello stilista di moda e dell’artista, deve essere svolta con dignità, cioè rispettando certi

valori, che oggi stanno diventando, purtroppo sempre più rari. L’individuo ha bisogno di provare certe sensazioni, come quella di aver com-piuto dovere nei confronti della società, di aver assolto ai suoi compiti, altri-menti la sua vita si trasforma in un succedersi di giorni che, invece di esaltarlo, gli trasmettono un senso d’insoddisfazione, d’inutilità, di vuoto dentro l’anima. Tutto questo accade solo perché non si è ancora ben compresa la parola libertà. Bisogna avere rispetto nei confronti degli altri, non giudicare le religioni e le nazioni, non farti ingannare dall’appa-renza e ricorda che non è mai troppo tardi per chiedere scusa.

Magda Birlea

Il nome di Voltaire è indissolubilmente legato al

movimento culturale dell'Illuminismo, di cui fu uno

degli animatori e degli esponenti principali, insieme a

Montesquieu, Locke, Rosseau, Diderot, d’Alembert,

d’Holbach e du Châtelet, tutti gravitanti attorno

all'ambiente dell’Encyclopédie..

«Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.» (Voltaire)

«La mia libertà finisce dove inizia quella del mio prossimo» (Emmanuele Kant)

A

Questo gatto parlante non me ne perdona una…AIUTO! Morgana Faugiana

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“Ciao Morganina!”

“Romina!! Ho preso 8.5 in geografia! Però non avevo portato francese, quindi il prof, giustamente, si è arrabbiato...“

“Eheh Morgana, brava per geografia! Ma ti ricordo che TUTTE le materie sono importanti. Ci scommetto tutto l'oro del mondo che non avevi nemmeno fatto i compiti... Hei, la scusa è importante, me lo dici sempre anche tu!!”

“Lo so Romina, ma ieri sera ero stanca, e ho fatto la cartella guardando l'orario, magari non ho letto bene... comunque... i compiti li avevo fatti..

“Morgana?! A me devi dire la verità! Sono la tua coscienza, non una sconosciuta!!”

“Ok, no. Non li avevo fatti, ma non vuol dire che ho lasciato a casa francese per i compiti. Semplicemente non l'avevo messo in cartella.”

“Va beh, può capitare,... NO, NON DEVE CAPITARE! L'impegno, lo studio e la concentrazione sono la prima cosa! Se non hai quelle tre cose, non riesci bene!!”

“Okay Romi, grazie mille. Però ti ricordo che ho preso 8.5 eh”

“Ma per fortuna! Vuol dire che hai studiato, che ti sei impegnata! Complimenti, fai così per TUTTE le materie“.

”Hi Morgy! How are you?” (entra la nonna Pam)

”Ehm... CIAO NONNA PAM, io sto bene grazie, ho preso 8.5 in geografia!! ”

”Very good my dear!!” (Romi guarda Morgana e le dice)

”Dille anche di francese, sarà capace di consigliarti bene. Sii sincera, anche quando sei tu nel torto. La sincerità ti rende una persona migliore. Miaoo!”

IO e Romi

irei che Hugo ha proprio ragione, ma ora impersoniamoci in una foglia. «Sono appena nata, un germoglio tutto verde che comincia a sbocciare, vengo annaffiata, e noto la vita di queste persone che mi hanno accudita. Mi danno da bere ogni mattina, ogni mezzogiorno, e ogni sera, sento il loro calore, mi vogliono bene... Ma poi li vedo in casa, a litigare, a tenere musi lunghi... Perché non vanno d'accordo? Io credo che avere una famiglia felice sia una delle cose più belle che si possa avere... Insomma, sono verde, e il verde è il colore della speranza... per fortuna sono nata così! Comincio a crescere, comincio a vedere altri germogli, come me, incuriositi dalla vita 'umana'... Io sto diventando grande, ormai è passato un anno da quando mi hanno presa!! Comincio a vedere che le foglie più grandi di me, cominciano ad appassire... Le vedo sempre più stanche ogni giorno, ed ogni volta che una foglia si stacca, arriva la mia padrona, e la spazza via, come se non avesse più vita». Passano anni, mesi e giorni, e questa foglia apprezzava sempre di più i piaceri della propria vita: vedeva ogni giorno, un germoglio nascere, una foglia cadere.. E lei invecchiava.

Notava che la sua famiglia andava d'accordo, che quello che qualche anno fa erano bambini, erano ormai ragazzi, che i genitori cominciavano avere strani segni sulla pelle, le rughe.. Un giorno, questa foglia, comincio a sentirsi debole, e stanca. Si staccò dalle altre... e.... arrivò la ragazza a spazzarla fuori dalla finestra. Lei si risvegliò, poteva stare in vita ancora qualche minuto... «Sono per terra, comincia ad essere notte, fa freddo, sono anziana. Sto volando, vedo tutte queste luci accese, i rumori della città, vedo in lontananza i fuochi d'artificio... È capodanno, dall'alto si vedono le coppie fare il conto alla rovescia, le famiglie che fanno il count down, gli anziani da soli, a guardare trasmissioni come quelle di canale 5. Penso di essere stata fortunata a vivere così, ad avere una famiglia che, no-nostante i problemi, si è presa cura di me. Mi è piaciuta questa vita, ora sto morendo, e anche se è molto triste, mi è piaciuto vivere questi ultimi momenti ammirando la bellezza che c'è nel mondo, non pensando ai problemi che in lui vivono.»

Morgana Faugiana

"Fate come gli alberi: cambiate le foglie e conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi.” (Victor Hugo)

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Volare come una foglia

D

INTERVISTE

Incontro con Fabrizio Cremonesi Presidente di RecSando

Fabrizio Cremonesi Presidente di Network RecSando

RecSando-Brachiosauro intesa vincente

STRUTTURA DI RECSANDO: Si basa su una piattaforma che si chiama Jumla che è un CMS, è una piattaforma totalmente aperta, per cui si può dare a delle persone uno spazio per poter scrivere le notizie dal di dietro, in modo che poi venga pubblicata, quindi si possono fare tante rubriche. Proprio come se fosse un blog, un Wordpress. Ecco l’inter-faccia dal di dietro di RecSando è simile a Wordpress, però è molto più complessa, perché Wordpress è più orientato al blog , invece Jumla (che è da dove nasce Wordpress) ti da la possibilità di fare in modo che molte più persone interagiscano. Quindi ci sono i visitatori che possono solo leggere, gli utenti che possono legge-re e scrivere, c’è chi costruisce la noti-zia e mette le informazioni, che maga-ri non può accedere a tutto il sito ma solamente a una parte della parte dietro. L’interfaccia è di fatto un editor dove tu scrivi, con tutti gli strumenti grafici (grassetto, corsivo, colore) aggiungendo foto, video da youtube (con l’embeded).

Presidente, perchè nasce e che obiettivi si pone RecSando? RecSando è la rete civica di San Donato Milanese. Rec sarebbe Rete Civica, Sando è San Donato. È nata quando ancora non esisteva internet come BBS, praticamente c’era un computer con 6 modem e più di 6 persone alla volta non si potevano collegare, ci si sentiva con il telefono. È nata perché San Donato, a nostro avviso, è un luogo che non ha un centro cittadino, le persone sono venute qua perché c’era l’Eni e si conoscono perché lavorano insieme, ma poi alla fine ognuno va a casa e fa le sue cose, quindi non c’era una piazza dove potersi incontrare, noi volevamo fare una piazza virtuale. All’inizio era semplicemente una rete civica, poi è nata l’esigenza di raccontare le notizie del territorio e dare la possibilità a chi le vive, ovvero i cittadini di discuterne apertamente e quindi è nata la redazione e una vera e propria rassegna stampa all’interno di RecSando.

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Parlando di scuola, secondo noi servono giornali di classe nella scuola del futuro perché la scuola non evolvendosi non riesce a supportare o a creare in se stessa iniziative come la nostra. Un nostro obiettivo, è di trovare, attra-verso RecSando delle relazioni con le scuole sul territorio, anche consentendo al vostro giornale di coinvolgere più ragazzi nell’iniziativa. Io sono di questo pensiero: fino a che tu hai una bellissima idea, e quest’idea rimane circoscritta nel tuo cassetto e non esce fuori, quest’idea alla fine non vive e quindi non diventa grande, anche se non deve diventare grandissima, nel senso che poi magari non riesci più a controllarla. Comunque è importante che nasca e si sviluppi sul territorio, in modo che la gente sappia che questa cosa esiste e pensa di prenderne parte. Diciamo che Recsando ha delle grosse potenzialità. Dal mio punto di vista si può dare uno spazio (anche se c’è un vostro sito, che va mantenuto indub-biamente) creare una rubrica che fa parte di RecSando, come se fosse una branchia della nostra redazione che porta avanti articoli per i giovani, per i ragazzi, che poi, da quello che ho letto

non sono solo notizie per giovani ma sono interessanti anche per gli adulti. Il nostro target comunque rimane quello di media-liceo Noi siamo entrati in contatto con l’Omnicomprensivo, abbiamo fatto già alcune iniziative l’anno scorso; abbiamo portato alcuni relatori nell’aula magna sulla scuola 2.0. Perché secondo noi la scuola è rimasta molto indietro, ad esempio tu hai un tablet, io ho un IPhone, però tu vai a scuola e queste tecnologie le devi spegnere perché a scuola sono assolutamente vietate. Una cosa che noi come RecSando sentiamo tanto è aumentare il livello culturale della scuola anche con l’apprendimento delle nuove tecnologie. Siamo entrati in contatto con alcuni della rivista “Omnia”, una rivista fatta dall’Omnicomprensivo, dagli studenti che mensilmente, trimestralmente, quando riescono a farlo, pubblicano questo giornale che racconta un po’ come fate voi. Il nostro spirito è quello di creare un tessuto sociale, nel quale ci siano delle persone che creano notizie o supportino eventi. Se RecSando promuove qualcosa, pur essendo da tanto tempo sul territorio deve fare uno sforzo incredibile per proporre iniziative.

RecSando Organizzazione no profit

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Cosa sta succedendo? Che cosa sta nascendo dato l’obiettivo? Sta succedendo quello che inevitabil-mente doveva accadere, nel senso che RecSando, quando non c’erano i Social Network, era l’unico modo per poterci scrivere, e comunque tanta gente ci scriveva, interagiva nei nostri forum. Quando è arrivato Facebook, la gente che scriveva su RecSando è andata a scrivere su Facebook e questo se vuoi non è uno svantaggio perché ultima-mente per noi era un disastro controllare il sito perché scriveva gente di tutti i tipi; noi abbiamo cercato sempre di dare una regola al linguaggio, un conto è che se io sono con te a voce e posso dire quello che mi pare, devo pensare a quello che scrivo, non posso scrivere come quando parlo e quindi anche cercare di formare la gente al fatto che quando scrive qualcosa nel forum lo scrivesse ragio-nando e pensando; tu puoi dire tutto quello che ti pare, senza offendere nessuno o dire male di un’idea religiosa, politica ma un discorso aperto, abbiamo instaurato proprio uno statuto. Quindi il ruolo di RecSando oggi è più di diffusione di contenuti, a noi non interessa tanto che qualcuno scriva in un Forum, a noi interessa che qualcuno legga la nostra notizia o le nostre rubriche.

Quale può essere il ruolo di una redazione come la nostra in RecSando? Secondo me un ruolo importantissimo. Io sono dell’idea che la cultura deve partire dal basso, il fatto che voi a quest’età avete già queste conoscenze, mi riempie di gioia. Però deve iniziare dal basso quindi il fatto di avvicinare giovani alla rete civica di San Donato è importante perché così si riesce di più a socializzare, a conoscere altre persone. Ad esempio all’inizio dell’esperienza anch’io ero molto più giovane e quando abbiamo fondato la rete civica eravamo tutti di 17/18 anni, molto giovani. Quindi attraverso la rete civica anche i più giovani possono conoscere tantissima gente. Ai tempi c’era una chat in tempo reale su RecSando e potevi dialogare e anche decidere di incontrarsi subito per conoscersi, discutere. È un mezzo grazie al quale si crea un tessuto di persone che interagiscono e collaborano insieme, tu alla fine non conosci solo dal punto di vista telematico, RecSando ha il compito di trasformare ciò che comincia virtuale in reale; per cui, attraverso la tecnologia, conosci persone che dopo incontri e ne diventi amico. Poi magari scopri di avere un obiettivo comune che puoi completare insieme.

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Esiste un utenza giovane su RecSando? No, non esiste tantissima utenza giova-ne ed è per quello che mi interessa attivare una collaborazione con voi. Una frase che amo molto è: “Non devi odiare i media, devi essere un media”. Non so se conosci Marshall McLuhan che è un filosofo sulla teoria della comu-nicazione che dice “I media ti danno una notizia che non è proprio una vera notizia” Semplicemente dal momento che tu sei occidentale, e sei un loro cliente, hai bisogno che la notizia sia confezionata in un modo in cui ti piaccia; quindi quando questa viene data è sempre modificata e non è mai vera. Propongo un libro bellissimo di Marshall McLuhan che mi sembra si chiami “le teorie della comunicazione”; racconta proprio l’evoluzione della comunica-zione, da quando c’era l’uomo primitivo fino ai giorni d’oggi. Prima per dire se io non avessi avuto la macchina per venire da San Donato a Poasco ci avrei messo 1 ora e un quarto, oppure ti avrei scritto con una lettera, te l’avrei imbucata, tu l’avresti ricevuta. Poi è arrivata Internet e io ti scrivo, tu mi scrivi usando Whatsapp o Messenger e la corri-spondenza è in tempo reale. La tecnologia è uno strumento impor-tante, anche se molti la odiano è un mezzo che se viene usato in maniera corretta ti permette di raccontare la notizia e quindi tu non potrai mai dire

che questa cosa non è accaduta se questa cosa tu l’hai filmata, tu l’hai vista e l’hai documentata o l’hai messa in linea. Come pensa che si possa sviluppare la collaborazione con il nostro giornale? Innanzitutto io vi farei incontrare con il Direttore responsabile della redazione di RecSando che è Ornella Buongiorni una giornalista iscritta all’albo e cura la rassegna stampa dell’aria metropo-litana di Milano per fare in modo che voi curiate una rubrica sul sito di RecSando. Dal momento che stiamo portando avanti una campagna che si chiama “Adotta un giornalista” e a settembre inizierà una scuola di giornalismo e porteremo anche dei col-leghi a insegnare come si scrive la notizia e fare proprio una scuola di giornalismo. Poi gli articoli che si vogliono mettere più in risalto tra quelli che appaiono sul Brachiosauro metterli in evidenza sulla rubrica di RecSando coinvolgendo i giovani e iniziare a commentare la notizia sui forum, discuterla e da questa notizia far nascere un’altra notizia. Poi la notizia si amplia, prende forma, si diffonde; crea una relazione tra la notizia e il forum. Adesso ho io una domanda per te, tu cosa penseresti di fare nella nostra collaborazione? Cosa ti aspetti dal contatto con RecSando? Perché hai voluto incontrarmi?

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Cosa ci aspettiamo?… magari una presenza del Brachiosauro mensile, un’iniziativa in cui possiamo parlare della nostra idea. Mi è venuta in mente una cosa, RecSando è iscritta all’albo delle asso-ciazioni di San Donato Milanese e noi, come RecSando, possiamo chiedere degli spazi che ci sono consentiti in patrocinio del Comune e sono la sala eventi di Cascina Roma, il Salone Marchetti e il Teatro Troisi al giovedì. L’idea di RecSando è fare degli eventi nel territorio, si potrebbe anche pensare su temi che sono comparsi sul Brachio-sauro, un articolo, un tema e poi presentarlo alla città. Infatti la nostra iniziativa era quella di spiegare cos’era il giornalino e poi fare una discussione con il pubblico e anche con i relatori su qualche articolo che era stato pubblicato sul giornale. Infatti abbiamo parlato di Percy Jackson che è una saga fantasy ambien-tata nell’antica Grecia spostata a New York, nel quale, leggendola, senza accorgersi si impara la mitologia greca perché spunta un dio che non è conosciuto o è un dio minore che ha però una sua importanza, si scoprono

miti e vari Dei che non si conoscono… magari se un ragazzo della mia età prende un libro di mitologia e pensa “Che noia!!” leggendo un libro di Percy Jackson è aiutato a scoprire la mito-logia in modo più coinvolgente. Avevamo scoperto un videogioco di violenza con dentro criminalità, mafia molto diffuso, e abbiamo voluto aprire una discussione perché, secondo noi, è molto negativo. Il fatto che molti genitori lo comprino per i figli, senza sapere neanche cos’è, ma stimola il piacere di usare armi, uccidere oltre a contenuti molto pesanti vissuti con normalità come divertimento. Questo tipo di argomenti… Sarebbe costruttivo dibattere. Ci incontreremo sicuramente a settem-bre. La vostra è una bellissima idea, bravissimi!! Ringraziamo molto Fabrizio Cremonesi per questo incontro stimolante e costruttivo che speriamo, anzi siamo sicuri, porterà reciproci vantaggi a entrambe le iniziative, secondo noi molto importanti. Grazie RecSando, e continuiamo così!!

RecSando Organizzazione no profit

La lettura Parliamo un po' della lettura, ora. Del famoso ruolo della lettura. Non penso affatto che la letteratura sia la panacea assoluta contro la stupidità massificata o il consumismo ipnotico. (In fondo, alcuni intellettuali della mia generazione non sono stati indenni da certi bri-ganteschi intruppamenti... così come ci sono senz'altro ottimi lettori che vogliono cambiare l'auto tutti gli anni). Tuttavia, non riesco a togliermi dalla testa l'idea che la compagnia dei nostri autori preferiti ci renda più frequentabili da noi stessi, più capaci di salvaguardare la nostra libertà di essere, di tenere a

bada il nostro desiderio di avere e di consolarci della nostra solitudine.

Proprio questa libertà occorre restituire ai nostri studenti più in collera con la letteratura, riconciliandoli con la lettura.

Perché, poi, questi ragazzi ce l'hanno così tanto con la lettura?

A sentir noi, se loro «non amano leggere» la responsabilità è tutta del mondo che abbiamo sotto i nostri occhi: disoccupazione, famiglie monoparentali, abdicazione della figura paterna, crollo dei valori, consumismo sfrenato, ciber-tentazioni... È colpa del sistema, è colpa della modernità. Certo, è vero, la colpa è di tutto questo. Ma non è anche colpa nostra? Di noi insegnanti di lettere?

Tratto da uno speciale di e su Pennac di “la Repubblica” del 20 settembre 2015

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Orribile Finiti gli studi, la maggior parte di que-sti giovani adulti ricorderà tali autori soltanto come nomi che hanno incarnato l'obbligo di leggere imposto dai programmi scolastici. E, il giorno in cui un fast food prenderà il posto della libreria o della biblioteca di quartiere, anziché protestare vi porteranno la prole per trascorrere un momento di libertà in un posto qualsiasi purché non connesso ai libri.

Questa indifferenza verso la lettura è anche il frutto di un insegnamento medico-legale della letteratura. Ma l'unica frettolosa conclusione che ne sappiamo trarre è che loro non si inte-ressano alla letteratura e che, pertan-to, «non amano leggere».

In realtà, così come alcuni medici specialisti si interessano più alla malattia che ai malati, troppo spesso noi pedagoghi scendiamo in campo in difesa della letteratura senza pre-occuparci di creare dei lettori. Ci atteggiamo a guardiani di un tempio che ci rammarichiamo di vedere ogni giorno più vuoto, compiaciuti però di saperlo così ben custodito.

i propongo un esercizio. All'inizio dell'anno scolastico, mettetevi all'in-gresso di una libreria. Noterete che la maggior parte degli studenti entra come in una farmacia. Si presentano al libraio con la famosa "lista dei libri da leggere", come un paziente con la ricetta. Vedono il libraio sparire nel retro, con la lista in mano, e ricomparire nascosto dalla pila dei testi "indicati". Sia detto fra parentesi, il termine "indicazione" non mi pare il più appropriato quando si parla di invito alla lettura. Sa troppo di foglietto illustrativo di una medicina: «Mi prendi tre gocce di Mallarmé (o di Pascoli) mattina e sera in un bicchiere di commenti...Un mese di Madame Bovary (o dei Promessi sposi) e vedremo poi i risultati delle tue analisi... La ricerca del tempo perduto (o La coscienza di Zeno) e mi raccomando non interrompere la cura prima della fine».

V

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Passeur è il libraio che inizia i suoi giovani clienti agli arcani della classificazione; che insegna loro a viaggiare fra generi, soggetti, auto-ri, paesi e secoli... che fa della libreria il loro universo.

Passeur sono gli universitari che non vogliono formare soltanto dei chirurghi della letteratura, ma degli stimolatori della coscienza, degli attivatori della meraviglia.

Passeur è il bibliotecario capace di raccontare i romanzi presenti sui suoi scaffali!

Passeur è l'editore che si rifiuta di investire solo nelle collane di best seller, ma che non per questo si chiude nella torre d'avorio della letteratura sperimentale.

Passeur è il critico letterario che legge tutto, scopre e invita a leggere il giovane romanziere, il giovane drammaturgo, il nuovo poeta, o che risuscita la grande pen-na dimenticata anziché gongolare delle proprie raffinate stroncature.

I passeur Altri, per fortuna — professori, critici lette-rari, librai, bibliotecari — preferiscono essere dei passeur. Ed è ben più di un ruolo, è un modo di essere, un comporta-mento. I passeur sono curiosi di tutto, leg-gono tutto, non si accaparrano niente e trasmettono il meglio al maggior numero di persone.

Passeur sono i genitori che non pensano solo ad armare i figli di letture utili a farli laureare al più presto, ma che, cono-scendo il valore inestimabile della lettura in sé, sperano di farne lettori di lungo corso.

Passeur è il professore di lettere la cui le-zione ti fa venire voglia di correre subito in libreria. E costui non si limita a insegnare la letteratura francese in Francia, l'italiana in Italia o la tedesca in Germania, ma apre tutte le frontiere letterarie, dà accesso all'Europa, al mondo, all'umanità e a tutte le epoche della letteratura.

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Passeur è il lettore la cui biblioteca con-tiene solo pessimi romanzi o saggetti di quart'ordine perché i libri migliori li ha prestati e nessuno glieli ha restituiti.

D'altronde l'atto di leggere è per definizione un atto di antropofagia, perciò è assurdo aspettarsi che un libro prestato sia restituito.

Passeur supremo, infine, è colui che non ti chiede mai la tua opinione sul libro che hai letto, poiché sa che la letteratura ha ben poco a che fare con la comunica-zione. Per quanto desiderosi di trasmet-tere, siamo anche i guardiani del nostro tempio intimo. L'ho scritto in Come un romanzo: "L'uomo vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun'altra, ma che nessun'altra potrebbe sostituire.

Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma in-treccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui. Piccolissime, segrete connivenze che dicono la parados-sale felicità di vivere, nel momento stesso in cui illuminano la tragica assurdità della vita. Cosicché le no-stre ragioni di leggere sono strane e personali quanto le nostre ragioni di vivere".

Si, è questa la paradossale mis-sione del passeur di libri: offrire a ciascuno di noi il piacere segreto di essere il Guardiano del nostro Tempio.

Ai passeur devo tutto. Devo loro la mia resurrezione scolastica, grazie alla fantasia pedagogica e alla generosità intellettuale di alcuni insegnanti.

Ai passeur devo la felicità dei mo-menti di lettura, che tanto peso hanno nella felicità di una vita.

Ai passeur devo il successo del mio lavoro di scrittore, che con il passa-parola è arrivato fino a voi.

(Traduzione di Yasmina Melaouah)

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DIDATTICA

na scuola media di Roma (una tra le tante) ha 8 sezioni, in sei di queste, ma solo per le prime, è stata introdotta di recente, lo scorso Settembre, la LIM. Questa campeggia nuova fiammante, in ognuna nelle 6 classi di prima. La docente di Italiano e Storia è l’unica che sa come usarla. La stessa docente insegna in tre sezioni, in prima, in seconda e in terza. Nessuna delle altre colleghe e nessuno degli altri colleghi usa la LIM. La nostra docente di Italiano e Storia è contenta di usarla e si fa aiutare dai suoi studenti e, in particolare in prima B, c’è un ragazzino molto capace che si impegna ad accenderla, a cercare le cose che la maestra richiede, lui poi ha la responsabilità di spegnerla quando finisce l’ora e deve assicurarsi che tutto sia a posto. Il ragazzino si chiama Gianni. Il dirigente scolastico ha utilizzato 2000 euro per ognuna delle LIM acquistate, quindi ha speso 12 mila euro, è soddisfatto dell’acquisto ma vorrebbe che più docenti la utilizzassero. La

nostra docente di italiano (si chiama Elisa) ha imparato da sola. È vero, ha fatto anche un corso di formazione, ma in effetti è poi nell’usarla in classe, con gli studenti, che si è accorta di quanto le piacesse e di quante cose si possono fare “certo ci devi perdere tempo”, si ritrova a dire, “ci devi lavorare insieme alla LIM”. La usa per gli esercizi di Italiano e per le ricerche di Storia e in classe sono tutti abbastanza contenti. Certo tra gli studenti e le studentesse coloro che hanno il computer a casa sono più avvantaggiati ma anche le altre e gli altri che non avevano mai usato un computer prima iniziano a divertirsi e non vedono l’ora che la maestra Elisa faccia lezione. Il preside, all’inizio dell’anno scolastico, ha voluto fare un corso di formazione a cui molti docenti hanno partecipato. Il formatore era dell’azienda che ha venduto le LIM e il corso è stato dedicato per lo più ad aspetti tecnici, ma il tutto è stato illustrato solo dal punto di vista teorico.

LIM In tutte le classi? A cosa serve?

U

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Alla domanda: “ma lei perché non la usa?” la risposta spesso è “non mi trovo, preferisco i metodi con cui ho più esperienza” oppure “tutto som-mato non è niente di nuovo”. Le risposte lasciano il dubbio: non la usano perché non la conoscono o la conoscono e non la usano? Ora facciamo un calcolo, dato che la nostra maestra Elisa insegna solo in tre sezioni questo vuol dire due cose: che lei la usa solo nelle prime delle tre sezioni in cui insegna (nelle seconde e terze la LIM non c’è) e nelle altre 3 dove pure la LIM è presente non la usa nessun docente (perché non la sanno usare). La scuola ha investito 12 mila euro in tecnologie didattiche che sono usate poco, anzi pochissimo. È un inizio? È già un fallimento? Non lo sappiamo, si vedrà con il tempo, bisognerà vedere quanto l’oggetto digitale sarà capace di entrare nelle pratiche didattiche, quanto si farà vedere, quanto la pratica della maestra Elisa contagerà la pratica degli altri colleghi. Quello che questa piccola storia racconta è che la LIM non serve a molto se non diventa un oggetto tecnologico sociale e relazionale, ma non usata è solo un oggetto vuoto e inerte, è solo un costo non ammortizzato.

Nelle poche classi in cui la LIM viene usata – da un solo docente e per po-che ore alla settimana – è una risorsa per la didattica ma poi, alla fine delle ore della maestra Elisa, l’oggetto digitale così osannato dai media e dalla retorica ministeriale viene diligente-mente chiusa dal nostro Gianni solerte e ubbidiente. La LIM non produce nulla se non entra nella politica didattica di una scuola, è un oggetto che ha bisogno di soggetti che la usino, solo così può diventare un alleato creativo per la didattica altri-menti è solo uno spreco che riempie una parete e che presto diventerà obsoleto. La tecnologia richiede parte-cipazione altrimenti è solo tecnologia non usata, quindi quasi nulla, una mosca fastidiosa sul muro.

Assunta Viteritti (Sociologa dei processi educativi)

Ciao a tutti ragazzi e ben tornatati alla mia rubrica di scienza! ;) n questo numero vi avevo promesso altre lezioni sulla tecnologia stealth giusto? Beh, direi di non perdere tempo iniziamo subito con l’invisibilità ai radar termici: Come tutti sappiamo un motore produce calore e più grande è il suddetto motore più fa calore per cui immaginate quanto scalda quello di un caccia! Vi sorprenderà ma i militari sono riusciti a farli sembrare meno caldi, anche se con molto lavoro. La loro soluzione è stata quella di nascondere gli scarichi con speciali tubi disperdendo così il calore. Ora vi vorrei parlare del così detto stealth invertito: tutti pensiamo che la tecnologia stealth venga usata per nascondere oggetti a occhi indiscreti ma può essere usata anche per l’opposto cioè farsi vedere il più possibile. Per esempio fate finta di essere un generale che ha un solo aereo pronto per decol-lare ma che deve bombardare una base

nemica e tutto ciò va fatto il più veloce-mente possibile: con lo stealth inverti-to potrete mandare il tilt il nemico creando dei sosia del velivolo. Sembra tutto magico o fantascientifico? Non lo è. Se avete letto il mio scorso articolo vi avevo detto che per un radar le dimensioni non contano; un radar vede il segnale di ritorno che rimbalza sull’ aereo e se un oggetto grande può sembrare piccolo si può fare il contrario. Questa operazione è già stata fatta dal esercito americano un po’ di volte, anche in Iraq. Gli americani hanno costruito un piccolo velivolo tozzo e con molto ritorno radar che assomigliava ad un razzo e lo hanno acceso e calato dal bombardiere in volo: questi velivoli che erano 10 ingannarono con successo il nemico che gli abbatte con armi che il governo statunitense non sapeva avesse proteggendo i piloti che per sbaglio potevano trovarsi lì.

Aereo invisibile ai radar Termici Sea Shadow - La nave stealth

TECNOLOGIA

LA TECNOLOGIA STEALTH#2

Pietro Agnoli

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I

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SCIENZE

l pianeta Kepler 186F ha preso il suo nome dal telescopio orbitante Kepler che lo ha avvistato. La verità è che non lo ha veramente visto come Giove o la Luna ma gli scienziati hanno intuito la sua esistenza perché il telescopio ha visto una diminuzione nella luce della stella e da quello hanno capito con astrusi calcoli che orbita attorno ad un tipo di stella più piccola del Sole chiamata nana rossa, in più si è scoperto che compie un orbita completa ogni 129,9 giorni. Ovviamente è vero che in quel pianeta possa esserci della vita siccome si trova nella immaginaria fascia di lontananza da una stella per fare in modo che

l’acqua non evapori o non ghiacci tutta ed è vero che le nane rosse sono abbastanza durature da permettere a Kepler di sviluppare vita. C’è un problema però: siccome kepler186f si trova a 500 anni luce dalla terra per noi è impossibile vederlo per cui non guardate le immagini di questo pianeta nel quale è verde siccome potrebbe non avere neanche un goccio d’acqua. Io personalmente sono molto fiducioso e spero che ci sia della vita oltre a noi nel universo anche se noi non ne sappiamo niente più che un ombra su una stella.

Pietro Agnoli

Il pianeta Kepler 186f Cosa ho scoperto su questo nuovo «pianeta»

Il telescopio Kepler

I

SPORT

Un Mondiale di sorprese

L'ITALIA L'Italia in questi mondiali non è partita bene poiché ha perso 32-10 contro la Francia e quella era la migliore occasione di passare ai quarti. Invece contro il Canada l'Italia ha vinto 23-18 ma non ha convinto, ossia non si è riscattata dalla sconfitta contro la Francia poiché teoricamente avrebbe dovuto vincere senza problemi, invece ha rischiato parecchio. Ora restano da affrontare Irlanda e Romania, si prevedono pochissime probabilità contro l'Irlanda che però è necessario battere per qualificarsi. È un match combattuto ma che, sulla carta, l'Italia dovrebbe vincere contro la Romania.

LE SORPRESE La più grande sorpresa di questo mondiale è stata senza dubbio la vittoria del Giappone (14°al mondo) contro il Sud Africa (3°al mondo) che ha lasciato tutti i Sudafricani allibiti.

Altre sorprese minori sono state: La vittoria della Georgia sulle Tonga, la vittoria del Galles sull'Inghilterra che era data favorita e che ora si ritrova molto inguaiata poiché per qualificarsi do-vrebbe battere l'Australia e comunque non sarebbe al sicuro e la Nuova Zelanda che ha rischiato parecchio contro l'Argentina con un cartellino giallo per il capitano Richie McCaw ma comunque ha vinto e ora ha la strada spianata per i quarti.

La danza tradizononale - Gli All Black, la squadra di rugby riconosciuta la più forte del mondo

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LE PREVISIONI L'Italia faticherà molto a passare ai quarti ma deve battere a tutti i costi la Romania per assicurarsi la qualifica-zione ai mondiali e probabilmente nel nostro girone passeranno Irlanda e Francia.

La Nuova Zelanda vincerà il suo girone e seconda sarà al 99% l'Argentina che quindi si qualificheranno.

Nel girone del Sud Africa passeranno anche se non certamente Scozia e Sud Africa, col Sud Africa primo e la Scozia seconda. Nel girone inglese si quali-ficheranno con buone probabilità Australia e Galles ma l'Inghilterra può ancora sperare.

Dan Biggar mette fine alla partita contro l'Inghilterra

Il peggior momento dell’Italia - Meta di Van der Merwe che porta il Canada 10-0

IL RESTO DELLE PARTITE Il Giappone è stato sconfitto 45-10 dalla Scozia. Gli U.S.A. hanno perso contro le Samoa e contro la Scozia. L'Irlanda e la Francia hanno battuto la Romania. Gli All Black hanno battuto la Namibia. Tutte le altre partite hanno avuto risultati scontati con le vittorie delle squadre favorite.

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GIOVANNI LUILLI

Giovanni Luilli

Eurobasket 2015: il riassunto DA FARE

Europeo pieno di colpi di scena, la spunta la Spagna, mentre le stra-favorite Serbia e Francia restano una a bocca asciutta, l’altra sul gradino più basso del podio, la sorpresa Lituania invece si dipinge d’argento.

FASE A GIRONI La Francia domina il suo girone da imbattuta, alle sue spalle le presenti Israele e Polonia. Il girone di ferro, il più difficile, si presenta con una solidissima Serbia, anch’essa imbat-tuta, seguita da una Spagna che vacilla, un’Italia fiduciosa e una Turchia che coltiva ambizioni; ne esce invece sconfitta la Germania padrone di casa.

Anche Grecia e Lituania completano i loro gironi senza troppe difficoltà guadagnandosi ognuna il primo posto. Ottavi di finale Ecco la fase con poche sorprese !! Tutte le favorite passano a parte una schiacciante vittoria inaspettata della Repubblica Ceca contro la Croazia e quella dell'Italia contro Israele.

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Quarti di finale Mentre Francia e Spagna vincono vacil-lando rispettivamente contro Lettonia e Grecia. L'ambiziosa Italia cade contro la Lituania che ci demolisce nel supple-mentare con dieci punti di scarto. Serbia tutto OK contro la Rep. Ceca. Semifinale La favoritissima Francia sconfitta dalla Spagna, considerata una delle più deboli nazionali iberiche degli ultimi anni. La grande e favorita Serbia cade di misura contro la Lituania che si conferma una squadra solida. Finale 6-8 posto L'Italia salva il pre-olimpico contro i cechi, anche la Grecia passa scon-figgendo la Lettonia. Più tardi la Repubblica Ceca ottiene il 7 posto e il pre-olimpico, sconfiggendo la Lettonia.

Finale 3 -4 posto La Francia ottiene il bronzo lasciando a bocca asciutta i temibili Serbi che non riescono ad ottenere il tetto d'Europa dopo l'argento ai Mondiali. Finale Lo straordinario Pau Gasol colpisce ancora, ottenendo oro, vittoria schiac-ciante contro i lituani: Olimpiadi di Rio e Premio MVP dell'Europeo. 80-63

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squadra, compatto e coeso, ha lavo-rato duramente e seriamente ma anche in un clima rilassato e simpatico. Abbiamo cercato ognuno di noi di mettere da parte i personalismi a favore del bene comune della squadra. Cosa è mancato nel brutto inizio contro la Turchia e come siete riusciti a convertirlo in tre successi di spessore contro Islanda, Germania e, nella partita della vita, contro la Spagna che sarebbe poi diventata campione europeo? Sicuramente la prima partita in un torneo così strutturato ed in un girone di ferro come il nostro, è sempre la più difficile, quella dove si arriva più tesi e l’approccio non è stato dei più facili ma siamo stati bravi a scrollarci di dosso le preoccupazioni e ad avere la meglio nelle partite seguenti.

Ciao Alessandro, grazie per averci concesso di farti qualche domanda, innanzitutto. Come hai vissuto questa “missione azzurra” verso Rio e come si è sviluppata? È stata davvero una sorta di “mission” durata circa 60 giorni ed intervallata da allenamenti, partite, trasferte, tor-nei e poi finalmente l’Europeo. La prima fase si è svolta a Berlino e poi lì solo le prime 4 del girone e cioè Serbia, Turchia, Spagna e la nostra Italia si sono trasferite a Lille in Francia. Come vi trovavate in gruppo ed è stato facile per alcuni di voi ambien-tarsi, dal momento che erano abituati a gestire tanti palloni e ad avere tanti minuti in campo? Secondo te ci siete riusciti bene? Il gruppo è stato fin dal primo giorno l’elemento portante di tutta la nostra squadra

Il capitano dell’EA7 Milano ci parla di Eurobasket 2015 e della nuova Olimpia

INTERVISTA a ALE GENTILE

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21 Settembre 2015 - Intervista via mail

di Jean Claude al rientro di Gentile da Lille

Alessandro Gentile

Cosa è successo nei quarti contro la Lituania a Lille, dopo l’ondata d’entu-siasmo? La partita contro la Lituania, che poi si è dimostrata un osso duro anche per la temibile Serbia, è stata una partita molto fisica e combattuta, finita dopo un supplementare a dimostrazione che nello sport, come nella vita, un po’ di fortuna non guasta mai… Conquistato il Pre-Olimpico, pensi che l’Italbasket otterrà la qualificazione per Rio? Sicuramente posso dire che faremo di tutto per meritarci l’Olimpiade anche perché, quest’estate, abbiamo lavorato duramente. Ti piace la nuova Milano? Con il nuovo coach e tanti nuovi giocatori? Pensi si troverà facilmente la chimica per iniziare a vincere da subito sia in Serie A che in Eurolega? Per quanto riguarda la squadra ancora non

non ho incontrato se non di sfuggita i miei nuovi compagni ma sono certo che hanno lavorato tantissimo con il nuovo coach. Un giudizio su Repesa? Che tipo di allenatore è? Ti piace il suo stile? Del mio coach non posso che dirne bene anche perché mi conosce dai tempi di Treviso e mi ha forgiato come giocatore. È molto serio quando si lavora e molto esigente ma, quello è proprio il suo ruolo. Quali squadre vedi in lotta per il titolo 2016? Sassari si potrebbe riconfermare? Onestamente non ho ancora avuto modo di veder giocare le altre squadre ma sicuramente il campio-nato italiano si confermerà ancora una volta competitivo e combat-tuto. Poi ovviamente incontrare i Boston Celtics a Milano sarà fantastico.

Alessandro, ci ha mandato questa simpatica foto che è

stata scattata a Berlino dopo la qualificazione

alla seconda fase di Eurobasket

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Niente più derby con il tuo “fratellone” Stefano trasferitosi a Reggio Emilia. Senti qualcosa di speciale quando vi affrontate? Vero !! Ma meno male anche perché un derby nel derby era emotivamente difficile da affrontare. Quando giochiamo da avversari è sempre “strano” anche se durante l’estate avviene ogni giorno nel cortile di casa nostra, dove non ci facciamo mancare difese aggressive e colpi...proibiti, ma credo che quelli che “soffrano” di più siano i nostri genitori che non sanno per chi parteggiare. Grazie mille Alessandro, per la tua simpatia e disponibilità, ne vedremo sicuramente delle belle nel prossimo campionato! Grazie a voi di avermi ospitato sul vostro fenomenale giornalino e spero di potervi incontrare di persona al più presto. Un grande e caloroso abbraccio a tutta la vostra super REDAZIONE.

Ale Gentile

Come ti è sembrata la pre-season e quali sono le emozioni per le sfide negli USA contro il Maccabi e al Forum contro i Celtics? Non sono mai stato in America e solo il pensiero di poter giocare su parquet così prestigiosi mi incuriosisce e mi affascina. L’Olimpia vincerà lo scudetto? Quali sono le vostre certezze per il prossimo campionato? Sono meridionale e quindi molto scaramantico perciò mi trincero dietro un diplomatico “no comment”. Te lo avranno chiesto in milioni, ma ci devo provare anch’io. È vicino o lontano il tuo approdo in NBA? Sarò sincero, non lo so neppure io ma sono certo che sono rimasto ancora a Milano perché la scorsa stagione mi ha lasciato solo rimpianti e non mi sentivo di andare via così. Quello che farò poi si vedrà, adesso penso all’Olimpia che grazie al sig. Armani e a tutte le persone che lavorano per lui a questo progetto, riveste una grande importanza a livello internazionale.

I numeri di Ale a Eurobasket

16.8 punti a partita

4.8 rimbalzi

3.3 assist

36% % tiri da 3 pt

47.1% % tiri dal campo

82.9% % tiri liberi

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FATTO La rinnovatissima Olimpia Milano fallisce il primo obiettivo stagionale, contro una motivata Reggio Emilia, anche dopo l'addio di una pedina importante come Andrea Cinciarini. Sassari delude un po', ancora cambia volto, e inciampa contro Reggio che si conferma invece tra i primi del cam-pionato di serie A.

Semifinali Banco di Sardegna Sassari vs Grissin Bon Reggio-Emilia 78-79 Un risultato che pare simbolo di una partita combattuta, invece i reggiani dominano Il primo tempo trovando un vantaggio sopra o pari alla doppia cifra. I sardi non demordono e riportano un buon parziale che nei minuti finali porta a un -1. Entrambe le squadre sprecano nell'ultimo minuto, tenendo in sospeso i tifosi. Quindi finisce con Reggio che passa, secondo me, giustamente, in finale, battendo una Sassari che, con il nuovo nucleo, deve prendere ancora forma.

Olimpia Milano EA7 Emporio Arma-ni vs Umana Reyer Venezia 71-66 Una brutta Milano si presenta in Supercoppa, che gioca male e insegue per l'intera partita, guidata solo dal capitano Alessandro Gentile che mostra a sprazzi il suo talento. I giocatori della Laguna con Bramos e Peric fanno incetta di triple. Intanto che dall'altra parte Gentile tirava avanti e Jenkins sprecava 4 falli. Nel finale invece una solidissima Milano grintosa produce ottime cose. Dopo la bomba dall'arco di Cinciarini a cui risponde Goss, sempre da tre punti; lo stesso play-marker della nazionale italiana da un assist all'appena entrato Jenkins (carico di quattro falli) che colpisce ancora con una tripla. La Reyer invece sbaglia e Ale Gentile è chiamato a gestire il possesso. Il capitano serve un cioccolatino di assist a Jamel McLean che da sotto canestro schiaccia di potenza, 69-66 dopo una meravigliosa difesa di Jenkins su Goss, forzato al passi. Poi Hummel chiude dalla lunetta.

BekoSupercoppa 2015

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FATTO

Finale EA7 Emporio Armani Olimpia Milano vs Grissin Bon Reggio Emilia 68-80

Dopo un primo quarto evidentemente marcato da Reggio, il secondo procede meglio per i biancorossi, che producono una partita molto più equilibrata, che rimane tale all'intervallo. Il terzo quarto letteralmente spaccato a favore di Reggio Emilia che raggiunge il vantaggio in doppia-cifra. Nel quarto quarto Milano tiene, con gli avversari che rimangono allo stesso margine. Il ballottaggio per il premio di MVP è tra il fratello maggiore dei Gentile, Stefano e Amedeo Della Valle, astro nascente del basket italiano. Vince Della Valle e Max Menetti, head coah di Reggio Emilia, conquista il premio di miglior allenatore della competizione. Intanto capitan Rimas Kaukenas alza il primo trofeo stagionale di Reggio.

Analisi e previsione per il prossimo campionato

La cosa che è emersa di più è che le quattro squadre si confermano a ottimi livelli nel campionato italiano con le più rinnovate, Milano e Sassari che devono trovare l'amalgama giusta, in campo e fuori. Ne esce ovviamente meglio Reg-gio che ha dimostrato, anche senza Cincia, di potere essere un'ottima squadra, tirando fuori le migliori qualità di Stefano Gentile, che cerca la rinascita dopo Cantù. Milano è, a mio parere la favorita, assieme a Sassari per il titolo, con uomini esperti in panchina e grandi giocatori in campo, che d'altronde non mancano alle altre due componenti. Il responso più grande lo darà il campo. In più Milano farà bene anche in Eurolega, analizzando anche la buona figura fatta a Chicago e New York contro il Maccabi (non l'ultima squadra d'Europa).

Jean Claude Mariani

Il selfie – I reggiani in sogliatoio dopo la vittoria in finale La sfida– Il derby tra I due fratelli Gentile

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Rischio di “case tutte uguali”, senza alcuna personalità o stile? Khoshnevis risponde che "ogni edificio realizzato tramite “Contour Crafted” può essere differente e personalizzato: basta cambiare il programma per computer per ottenere una casa completamente diversa. Poiché gli edifici vengono stampati con un ugello, possono anche essere molto più “creative” delle costruzioni di oggi, ottenendo effetti particolari senza incorrere in costi supplementari."

RISCHIO DI CASE TUTTE IDENTICHE?

TECNOLOGIE: IL CAD

L’edilizia, a differenza delle case auto-mobilistiche tecnologiche, è una delle poche industrie che costruisce quasi tutto manualmente. Behrokh Khoshnevis, professore di ingegneria presso la University of Sout-hern California, ha trovato un modo rivoluzionario per costruire abitazioni in meno di un giorno con una stam-pante 3D gigante. Il macchinario, invece di essere delle dimensioni di una tipica stampante laser, in realtà è un po’ più grande della casa da costruire. La stampante sulla base di un disegno CAD, con un sistema di stratificazione del cemento chiamato Contour Crafting, in meno di un giorno costruisce un intero

edificio, dalle fondamenta in calce-struzzo, i muri e l’impianto idraulico. Quello che resta da aggiungere sono le porte e finestre. Il calcestruzzo utilizzato per costruire l’edificio è composto da una miscela di polimeri di cemento e fibre, il che significa che è tre volte più forte del calcestruzzo tradizionale utilizzato per costruire le case. La tecnologia Contour Crafting, affida-bile e conveniente, è vista dalla NASA, l’agenzia spaziale che un giorno potrà costruire in breve tempo sulla Luna e su Marte, edifici, habitat, laboratori e strutture prima dell’arrivo degli esseri umani.

Stampante 3D che permette di costruire una casa in 24 ore

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BRACHIOBARZE

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Ci sono quattro uomini: uno pelato, uno cieco, uno sordo e uno paralizzato. Nella stanza dove si trovano loro cade un capello e il cieco dice: "Io ho visto un capello cadere" e il pelato replica: "È caduto dalla mia testa" e il sordo dice: "Io l'ho sentito cadere per terra".. infine parla quello paralizzato: "..State tutti zitti altrimenti vi prendo tutti a calci!"

Un bambino chiede al suo papà: "Papà mi presti 50 € che devo andare a fare delle spese?" il padre, noto tirchio, dice: "40 €? E cosa ci devi fare con 30 €?" e il bambino: "e dai papà.." e il padre: "perchè 20 € non ti bastano? Vabbè eccoti 10 € e portami 5 € di resto!"

Un babbeo passeggia per la campagna costeggiando un torrente limpido, quando sente starnazzare. - Coo-co-co-coccodé! Co-co-co-coccodé! Co-co…co-co-co-co-coccodèèèèè! Il babbeo sente frusciare tra i cespugli. Poi vede una bella gallinotta grassa. Gli viene un’idea. E gli viene anche l’acquolina in bocca. Si guarda in giro: guarda a sinistra, guarda a destra, guarda davanti, guarda dietro, guarda in basso, guarda in alto… Poi sorride soddisfatto: in giro non c’è nessuno! Rincorre la gallina finchè riesce ad acchiapparla e poi la spenna. Improvvvisamente sente dei passi: è il contadino, il proprietario della gallina! Il babbeo afferra la gallina e la nasconde dietro la schiena. Il contadino lo guarda sospettoso. Poi indica il mucchietto di piume della gallina e chiede: - Uhm… cosa sono quelle? Il babbeo: - Oh, niente! Sono le piume di una gallina che è andata a fare il bagno e… mi ha chiesto se le davo un’occhiata ai vestiti!

THE CHEMSTRY BAR

Two men come in a chemistry bar:

The first men says to the barman:

“I'll take an H2O!”.

The second one says: “I'll take an

H2O too”.

A few minutes later the barman gives

them their drinks and one of the two

men dies.

Who's the man who died and why did

he dead?

INDOVBRACHIO

THE STRANGE COWBOY

A cowboy come in a city with his

horse on Tuesday.

He stay three days in the city and

than he go out.

So on the fourth day he left the

city on Tuesday.

How is that possible?

Brachiosauro’s

Questo mese Giovanni ha pensato di strizzarvi i cervelli in inglese.

Come sempre le risposte al prossimo mese!!!

FATTO

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Brachiosauro’s

Anche questa volta il gufo ha scompigliato i tasselli del puzzle. Che vuole dirci di nuovo questo mese?

Il puzzle del mese. La frase misteriosa nascosta nel quiz di settembre era: “Dove vanno le anatre del Central Park col gelo?” Avevi rinunciato?

I Brachiosauri ringraziano

per la collaborazione del Bar Bianchi

I Brachiosauri ringraziano

Altragrafica (per la stampa)

Il Brachiosauro Molto oltre il giurassico

Direttore responsabile: Jean Claude Mariani

Vice-direttore: Giovanni Luilli

Redattori: Morgana Faugiana

Pietro Agnoli Magda Birlea

Interviste: Alessandro Gentile

Giocatore di basket dell’Olimpia Milano

Fabrizio Cremonesi Presidente RecSando

Fonti: Internet

Olimpiamilano.com Corriere Della Sera

Stampa: Altragrafica

Indirizzo e-mail: blumar1@libero.it

Blog:

http://ilbrachiosauro.wordpress.com

Via Gorizia 5 . 20097 San Donato Milanese (MI) Tel. 02 55 600 732 – Fax 02 51 87 70 63

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