Presentazione standard di PowerPoint - Messina · «Non a caso, nel presentare il mistero della...

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PRESBITERI

DIACONI

DESTINATARI

Quale immagine di

prete c’è in noi laici?

Quali sono le nostre

attese?

November 19, 2017 3

Sussidio

sul

rinnovamento

del clero a partire

dalla

formazione

permanente

RINNOVAMENTO, PERCHE’?

November 19, 2017 5

Bisogna aiutare i

presbiteri a inserirsi

come evangelizzatori in questo tempo,

attrezzati ad

affrontare le sfide e

attenti a promuovere

una pastorale di prossimità.

PER UNA PASTORALE

DI PROSSIMITA’

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APPENDICE

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DISCORSO DI APERTURA di papa Francesco alla 69a Assemblea generale della CEI dove si sofferma a delineare

gli aspetti positivi

e le criticità

sulla figura del presbitero e costituisce una sorta di sintesi all’intero documento «Lievito di fraternità».

INTRODUZIONE

Il testo è stato curato

dalla Segreteria

generale della Cei, ed è

frutto di un lavoro

portato avanti a partire

dal 2014.

INTRODUZIONE

November 19, 2017 12

Il tema del rinnovamento

del clero, in precedenza,

era stato riproposto con

forza dall’esortazione

apostolica post-sinodale

«Pastores dabo vobis» di

Giovanni Paolo II, dalla

«Ministrorum institutio»

di Benedetto XVI e…

INTRODUZIONE

November 19, 2017 13

…richiamato più volte

dal magistero di Papa

Francesco.

INTRODUZIONE

November 19, 2017 14

Il rinnovamento del clero è

stato Oggetto di studio

67a Assemblea generale

della CEI (Assisi, 10-13 novembre 2014)

69a Assemblea generale

della CEI (Roma, 16-19 maggio 2016)

Congregazione per il clero

(8 dicembre 2016 pubblica il

documento «Il dono della

vocazione presbiterale»

INTRODUZIONE Questo è stato il percorso di riflessione e di studio che ha portato alla pubblicazione del documento

«LIEVITO DI FRATERNITA’»

SCOPO: di offrire un’attenta analisi sul ruolo e la figura del presbitero nella vita della Chiesa considerandone le criticità e le positività, marcando la necessità di una formazione permanente.

• «Offrire alcune proposte qualificate lasciando INTRAVEDERE

• PERCORSI di COMUNIONE da realizzare»

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INTRODUZIONE

November 19, 2017 16

LA FORMAZIONE PERMANENTE DEL CLERO

non corrisponde alla formazione e all’aggiornamento presente nei vari ambiti lavorativi e professionali in quanto essa rimanda a

UN MISTERO DI VOCAZIONE

CHE TRASCENDE L’UOMO

pertanto

non c’è una formazione pienamente conseguita in ambito clericale

poiché

«non basterà una vita intera per raggiungere l’integrale intellegibilità del nostro dono»

Per riflettere

November 19, 2017 17

La vocazione esiste

solo a partire dal

sacramento

dell’Ordine sacro?

C’è vocazione a

partire dal

sacramento del

Battesimo?

C’è una

formazione mai

pienamente

conseguita anche

per i professionisti?

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COSTRUTTORE DI COMUNITÀ

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITÀ

L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

NELLA LIBERTÀ DELLA SEQUELA

NON UN BUROCRATE O UN FUNZIONARIO

CON LA GIOIA DEL VANGELO

RITORNO ALLE RADICI

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1. COSTRUTTORE DI COMUNITA’

1. COSTRUTTORE DI COMUNITA’

«Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: E’ il Signore!»

Gv 21,7

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

«È il Signore!» è una professione

di fede;

È la professione di fede che

conduce alla sequela;

La sequela il presbitero,

costruttore di comunità, la

incarna servendo i fratelli nella

comunità parrocchiale

attraverso

l’annuncio della Parola

la celebrazione dei sacramenti

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

Nella Parrocchia e nella società di oggi vi

sono

Persone che credono

Persone che credono di credere

Persone che non credono

Persone di altre confessione religiose

Persone con altre fedi

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

Il presbitero, costruttore di comunità,

Dona attenzione e ascolto

Si lascia interrogare dalle situazioni in cui vive la gente

ed è disponibile a portare insieme il peso delle loro

sofferenze

Accosta le persone con umiltà e gratuità

In una tale carica di umanità il presbitero, prima

ancora che come guida è coinvolto quale

membro del popolo di Dio.

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

«Non a caso, nel presentare il mistero della Chiesa, il Concilio

Vaticano II muove da ciò che accomuna tutti i battezzati, per

passare solo in un secondo momento ad affrontare i diversi ruoli e

ministeri».

Questo tipo di approccio porta a percepire la chiesa come

comunità in cui tutti i credenti sono chiamati a dare il proprio

contributo, si parla di una

ECCLESIOLOGIA DI COMUNIONE

che a sua volta rimanda alla dimensione

MISSIONARIA della Chiesa

Pertanto tale

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

CORRESPONSABILITA’

Pone il presbitero in dialogo con i vari organismi di

partecipazione primo fra tutti

Il consiglio pastorale parrocchiale

Le famiglie, soggetti attivi della vita ecclesiale

le aggregazioni laicali

Le comunità religiose presenti sul territorio

Ma anche con i responsabili e le comunità di altre

confessioni cristiane e di altre fedi, testimoniando uno spirito

ecumenico e interreligioso.

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

Nella ricerca del

coinvolgimento di tutti,

il ministro ordinato si

rivela capace di

operare un

discernimento dei

diversi carismi e porta

ogni battezzato a

interrogarsi sul

contributo che può

assicurare.

COSTRUTTORE DI COMUNITA’

NON COSTRUTTORE SOLITARIO

MA…

…COSTRUTTORE CORRESPONSABILE

IN DIALOGO CON

DIO E GLI UOMINI

2. STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

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2. STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

«Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione»

Lc 10,33

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

Nella parabola del buon Samaritano il

sacerdote non fa bella figura, omettendo di

soccorrere il malcapitato.

Mentre è il samaritano, icona di Cristo,

segno e strumento della tenerezza di Dio.

Il sacerdote è chiamato ad essere

strumento della tenerezza di Dio,

dimostrando in ogni azione il suo legame

sponsale con la chiesa.

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

Il legame sponsale non richiama semplicemente un amore generico alla Chiesa, ma a quella Chiesa nella quale il sacerdote è stato mandato ad operare e per il cui servizio è stato ordinato.

Un servizio sciatto,

senza disponibilità,

né passione,

un impegno all’insegna del minimo dovuto

dimostrano atteggiamenti più da funzionario che da sposo premuroso

INVECE

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO Il sacerdote, strumento della

tenerezza di Dio, fa proprio lo stile e le virtù del buon pastore che ha a cuore le vicende di ogni sua pecora, comprende se hanno bisogno di essere consolate o riprese, sostenute oppure spronate.

Così facendo i suoi abiti più che profumare d’incenso, odorano del gregge…

Il pastore porta addosso l’odore delle pecore

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

«La tenerezza del presbitero, ad immagine di

quella divina, unisce l’attitudine alla tenerezza

tipicamente più femminile, che porta la madre ad

accogliere il figlio e curarlo con dolcezza, a una

più maschile, con la quale il padre indirizza,

sostiene e rialza».

Giovanni Paolo I ebbe a dire (Angelus 10

settembre 1978)

«Dio è papà; più ancora è madre».

Ritorno del figliol prodigo di Rembrandt,

databile al 1668 e

conservato nel Museo

dell‘Ermitage di San

Pietroburgo

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Per riflettere

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Se ogni uomo è

stato creato ad

immagine e

somiglianza di

Dio…

Anche a un laico,

come un papà o

una mamma si

possono

riconoscere tali

qualità?

C’è del femminile

e del maschile in

tutti?

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

Forma particolare

del sacerdote,

strumento della

tenerezza di Dio, è il

ministero della riconciliazione,

dove egli

amministra la

tenerezza di Dio e

ne offre il perdono.

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

«Non dobbiamo avere

paura della bontà,

neanche della tenerezza.

La tenerezza «non è la virtù

del debole, anzi, al

contrario, denota fortezza

d'animo e capacità di

attenzione, di compassione,

di vera apertura all'altro,

capacità di amore».

(Messa di inizio pontificato)

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

STRUMENTO DELLA TENEREZZA DI DIO

3. LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

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3. LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

«Li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi»

Lc 10,1

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

La profezia della fraternità

è insita nell’ambito del

presbiterio.

L’ordinazione e la missione

rendono i sacerdoti «legati

da un’intima fraternità» LG

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È la grazia sacramentale

dell’Ordine che rende

confratelli e genera

fraternità nel presbiterio.

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

Una fraternità che è propedeutica a qualsiasi altra azione tipica del sacerdote.

Non si è presbiteri senza o a prescindere dal Vescovo e dai confratelli

poiché

Il ministero presbiterale è una realtà intimamente collegiale, per cui la fraternità è il fondamento che dà valore e significato; in quanto tale non può essere considerata semplicemente una dimensione accessoria ed occasionale.

Da ciò scaturisce che la solitudine più insidiosa del sacerdote equivale alla mancanza di comunione con i confratelli.

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

Il primo dono che i presbiteri

sono chiamati a offrire alla

comunità cristiana non è

una serie di iniziative o una

somma di funzioni, ma la

testimonianza di una

fraternità concretamente

vissuta, un servizio pastorale

che sia segno credibile di

una comunione non

soltanto operativa, ma

cordialmente fraterna.

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

La fraternità esige vigilanza specie per non

incorrere o rincorrere il carrierismo.

Il carrierismo porta non al servizio ma a servirsi

della Chiesa per la propria visibilità e la ricerca

dell’interesse personale.

Questo atteggiamento calpesta la fraternità,

perché vive i rapporti in maniera strumentale,

nella speranza più o meno segreta di essere

notati, apprezzati e «promossi».

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Per riflettere

Si può incorre o

rincorre il

carrierismo anche

in ufficio, a

scuola, in politica…

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

Il segno profetico della

fraternità fiorisce

laddove si serve

l’uomo,

essenzialmente, per la

gioia di servire il

Signore.

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

Nel presbiterio determinante è la qualità

della relazione dei presbiteri con il Vescovo.

I preti e i diaconi sono il primo prossimo del

Vescovo in quanto il suo servizio passa

necessariamente attraverso la grazia della

comunione con loro.

Papa Francesco sottolinea come il Vescovo

debba assicurare loro vicinanza e

comprensione, in maniera tale che possano

sempre sentirsi a casa nel suo cuore di padre.

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

Per alimentare una tale comunione e il senso della fraternità nasce l’esigenza di momenti di incontro e di confronto tra i confratelli e con il Vescovo:

Riunioni a livello zonale o vicariale

Ma anche esercizi spirituali comunitari

nella pratica della lectio divina per fondare il proprio operare alla luce della Parola

Incontro e confronto con i laici per individuare forme di collaborazione pastorale assicurando alla Chiesa un volto sinodale e missionario.

LA PROFEZIA DELLA FRATERNITA’

Charles de Foucauld

Fratello universale

Francesco di Assisi

Fraternità globale

4. L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

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4. L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

«Simone, figlio di Giovanni, mi ami?»

Gv 21,16

L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

La storia di ogni sacerdote ha inizio con una storia d’amore e di amicizia con il Signore.

Solo il rapporto d’amicizia e intimità con Lui, volto autentico dell’uomo, abilita a servire i fratelli con la disponibilità della propria vita.

Non esiste un pascere il gregge che non sia sostanziato dall’incontro con Gesù e dal rimanere in LUI fino a vedere persone, cose ed eventi con i SUOI occhi e il SUO cuore.

Così facendo il presbitero diviene strumento che dischiude la possibilità di sperimentare la presenza salvifica del Risorto, divenendo specchio dell’amore di Cristo.

L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

Fondamentale nella vita di un presbitero sono:

la dimensione contemplativa;

la frequentazione puntuale della Parola di Dio;

il dialogo con il Signore;

la celebrazione eucaristica che costituisce

il momento di massima comunione con il Signore

e nello stesso tempo il momento cardine della

formazione spirituale della comunità a lui affidata,

divenendo un confortante incontro con la Parola e una

fonte costante di rinnovamento e di crescita.

L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

Ponendo la Messa al centro del suo

ministero, il presbitero educa ad una

partecipazione attiva;

Ricorda che dall’Eucarestia scaturisce

la missione, che impegna ogni

battezzato a rendere testimonianza in

ogni ambiente sociale;

Inoltre l’Eucarestia, dilatata

nell’adorazione e nella liturgia delle ore,

diventa la sorgente primaria della gioia

del prete e della sua comunità.

L’AMICIZIA CON IL SIGNORE

In questa tensione alla santità si

giocano la sua identità e la stessa

efficacia della sua pastorale.

La cura della vita interiore rimane la

prima attività pastorale.

Senza un sano equilibro di preghiera

e ministero si rimane esposti al

rischio di rovinose cadute.

L’AMICIZIA

CON IL SIGNORE

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OSCAR ROMERO

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA

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5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA

«Quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi»

Gv 21,18

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA Il tendere le mani indica:

• Il legame che unisce

all’altro;

• L’immagine

dell’orante, di colui

che rimane alla

presenza di Dio,

coinvolto nella

comunione della sua

stessa vita divina.

La sequela scaturisce

da questa intima

relazione con il

Signore…

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA

L’identità del presbitero diocesano si esprime nelle categorie religiose di obbedienza, castità e povertà.

Anche se a differenza dei religiosi queste assumono, per il presbitero, un diverso spessore:

Obbedienza al Vescovo

Scelta celibataria

Stile di vita all’insegna della sobrietà

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA

OBBEDIENZA al Vescovo

non è subordinazione né atteggiamento formale, non si esaurisce nemmeno nella sottomissione alla volontà del Vescovo,

ma è un’esigenza comunitaria e si concretizza nei gesti quotidiani di concorde collaborazione.

Essa è insidiata dall’ambizione del potere o da tornaconti personali al punto che in tali circostanze il presbitero

PARADOSSALMENTE

trova la propria rivalsa sulle persone affidate alle sue cure pastorali.

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA Scelta celibataria

È segno eloquente di come Dio sia l’unico fine dell’uomo, trova la sua ragione nell’assoluto del Regno.

Fa del presbitero una persona che, conquistata da Cristo, interpreta la propria come una vita per Cristo.

Per vocazione il presbitero è un uomo di molte relazioni.

Il presbitero «nella misura in cui, come pastore, si rende disponibile all’ascolto e all’accompagnamento, è coinvolto in incontri che impegnano sentimenti e affetti».

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA

Stile di vita all’insegna della

sobrietà

«Se trascurata è motivo di

perdita di autorevolezza e

di scandalo»

Se praticata «rende guide

affidabili agli occhi del

popolo di Dio e

interlocutori credibili

anche per i lontani».

Annibale Maria di Francia

5. NELLA LIBERTA’

DELLA SEQUELA

5. NELLA LIBERTA’ DELLA SEQUELA

6. NON UN FUNZIONARIO O UN BUROCRATE

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6. NON UN BUROCRATE O UN FUNZIONARIO

«Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?»

Lc 10,40

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

L’immagine evangelica di Marta, dedita ai servizi e agli affari domestici, e Maria appassionata all’ascolto e alla contemplazione del Signore, è adatta ad indicare l’importanza di far confluire armonicamente, entrambe le dimensioni, materiale e spirituale, nella variegata attività posta in essere dal sacerdote per non correre il rischio di rimanere intrappolati in percorsi esclusivi ed esaustivi.

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

L’attività del sacerdote si dibatte/contende tra

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

«Ci siamo ingolfati in

affari terreni, e altro è

ciò che abbiamo

assunto con l’ufficio

sacerdotale, altro ciò

che mostriamo con i

fatti»

(Gregorio Magno

intorno al VI secolo)

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

È consigliabile al sacerdote

di porsi sempre meno

come gestore diretto delle

diverse attività legate

all’amministrazione dei

beni, nell’ottica di una

corresponsabilità con gli

organismi di

partecipazione.

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

Consiglio per gli affari economici

Strumento previsto dal codice di

diritto canonico, quale luogo di

condivisione che assicuri una

corretta e proficua gestione.

Ai sacerdoti spetta la presidenza

mentre ai laici il saper consigliare

con competenza.

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

Consiglio per gli affari economici

Anche se spesso tale organismo o

non esiste o non viene valorizzato

a dovere.

È il caso in cui i sacerdoti si

sentono i padroni della

parrocchia e stentano a servirla

secondo logiche di comunione e

di partecipazione che

coinvolgono pure le attività

amministrative.

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

Consiglio per gli affari economici

Non è un bel segno quello di far conoscere solo le uscite e le spese di una parrocchia e mai le entrate e le donazioni ricevute.

La propensione a non rendere conto ad alcuno ha come conseguenza una progressiva perdita di fiducia.

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

Invece…

Una gestione corretta e

onesta insieme ad una

comunicazione trasparente e

da tutti verificabile è indice di

una Chiesa credibile e

fondata sulla partecipazione

e sulla corresponsabilità.

NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

Buròcrate: funzionario, pubblico o privato, che esercita

le sue mansioni con formalismo eccessivo e gretto.

Farisei: famosi per il loro eccessivo formalismo

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NON UN BUROCRATE O UN

FUNZIONARIO

7. CON LA GIOIA DEL VANGELO

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7. CON LA GIOIA DEL VANGELO

«Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia»

2Cor 1,24

CON LA GIOIA DEL VANGELO

Lettera di Paolo 2 Corinti e

non versetto del Vangelo

Vangelo (etimologia)

«Buona/Bella notizia»

La nostra società

secolarizzata è bisognosa

dell’annuncio gioioso del

Vangelo

CON LA GIOIA DEL VANGELO

Il presbitero è colui che vive in tensione estatica.

Il presbitero della gioia non si preoccupa di conservare l’esistente o si illude che la formazione catechistica rivolta ai bambini assicuri un’educazione cristiana per la vita.

Egli non esita a spostare il baricentro ecclesiale al di fuori dei luoghi consueti di ritrovo.

Assume un nuovo stile di evangelizzazione che porta a bussare alla vita delle persone, a intercettare i bisogni profondi e le domande inespresse con la consapevolezza di operare insieme al Signore.

CON LA GIOIA DEL VANGELO

È meglio «una Chiesa

accidentata, ferita e

sporca per essere uscita

per le strade, piuttosto che

una Chiesa malata per la

chiusura e la comodità di

aggrapparsi alle proprie

sicurezze».

(Evangelii gaudium, 49)

CON LA GIOIA DEL VANGELO

L’affievolirsi della gioia va di pari passo all’affievolirsi della tensione missionaria facendo decadere

• nella mediocrità pastorale;

• nel calcolo del minimo sforzo;

• nel ruolo (o sottoruolo) di burocrate;

• nello stile impiegatizio, che trasforma il pastore in funzionario.

Privi di quella gioia e libertà interiore che profumano e qualificano il servizio presbiterale cresce un bisogno di gratificazione personale che soffoca la gratitudine per il dono ricevuto.

CON LA GIOIA DEL VANGELO Se la gioia non c’è, cosa c’è?

• Il rodersi della gelosia;

• L’accecamento indotto dall’invidia;

• L’ambizione che genera correnti,

settarismo;

• Il ripiegamento che va a cercare nelle

forme del passato le sicurezze perdute;

• La pretesa di quanti vorrebbero difendere

l’unità negando le diversità;

• L’attesa sterile di chi non esce dal proprio

recinto, ma rimane ai piedi del campanile;

• Atteggiamento padronale non paterno nei

confronti della parrocchia;

CON LA GIOIA DEL VANGELO

Quale pastorale senza la

gioia?

Una pastorale settoriale

e selettiva, che

privilegia le proprie

genialità e penalizza

altre necessità.

CON LA GIOIA DEL VANGELO

La comunità di cui il pastore è guida lo aiuta a

diventare sempre più quello a cui è chiamato: un

testimone del Risorto.

CON LA GIOIA DEL VANGELO

«Con Gesù Cristo

sempre nasce e rinasce

la gioia».

(Evangelii gaudium, 1)

8. RITORNO ALLE RADICI

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8. RITORNO ALLE RADICI

«I sacerdoti santi sono peccatori perdonati e strumenti di perdono. La loro esistenza parla la lingua della pazienza e della perseveranza; non sono rimasti turisti dello spirito, eternamente indecisi e insoddisfatti, perché sanno di essere nelle mani di Uno che non viene meno alle promesse e la cui Provvidenza fa sì che nulla possa mai separarli da tale appartenenza».

(Papa Francesco, Lettera all’Assemblea Generale Straordinaria della CEI, 8 novembre 2014)

RITORNO ALLE RADICI Tratta del cammino che accompagna

l’ammissione agli ordini sacri;

La formazione permanente non è un semplice

aggiornamento, ma un atteggiamento che

accompagna tutta la vita in quel discepolato che

configura a Cristo.

RITORNO ALLE RADICI Si parla di SEMINARIO

Si chiede che il seminario sia itinerario di vera iniziazione alla vita cristiana e non una semplice istruzione e abilitazione alla vita sacerdotale.

I criteri di discernimento devono poter verificare le attitudini alla fraternità presbiterale, all’obbedienza ecclesiale e alla vita apostolica.

Bisogna investire nella selezione e nella formazione di educatori preposti alla formazione dei seminaristi:

capaci di discernimento oculato ed esigente e

impegnati a tempo pieno a realizzare l’opera di accompagnamento;

senza paternalismi né permissivismi;

superando la tentazione di prendere senza alcun discernimento i giovani che si presentano. Poiché ciò è un male per la Chiesa!

RITORNO ALLE RADICI

PROPOSTE

Inserire nel percorso di

formazione un’esperienza

comunitaria di tipo caritativo

o missionario da svolgersi

fuori dal seminario;

Affidamento a presbiteri

maturi con cui il seminarista

possa condividere

un’esperienza di vita

fraterna e un graduale

inserimento nella pastorale.

RITORNO ALLE RADICI

Perché «Ritorno alle radici»?

Il titolo «Ritorno alle radici»

sembra richiamare la

raccomandazione che Paolo fa

a Timoteo:

«Non aver fretta di imporre le

mani ad alcuno, per non farti

complice dei peccati altrui».

(1Tim 5,22)

CONCLUSIONE Emerge la necessità

condivisa di assumere e avviare processi formativi, il cui fine rimane lo sviluppo di personalità mature, segnate dalla passione per il Signore e per il popolo di Dio.

Per una Chiesa innamorata del suo Signore, povera e dei poveri, misericordiosa e missionaria.

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CONCLUSIONE

Per fare ciò è necessario che la formazione

permanente compia un salto di qualità, per

passare da esperienze occasionali a progetti

organici, strutturati per un cammino di

rinnovamento complessivo della vita sacerdotale;

Si tratta di dare qualità spirituale agli incontri

ordinari del clero;

E nello stesso tempo si richiede che il ministro

ordinato accetti consapevolmente di essere

soggetto attivo e responsabile della propria

formazione.

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APPENDICE

1. Che cosa, dunque, dà sapore alla vita del

presbitero?

2. Per chi impegna il servizio?

3. Qual è la ragione ultima del suo donarsi?

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APPENDICE

1. Che cosa, dunque, dà sapore alla vita del

presbitero?

In un mondo in cui ciascuno si pensa come la misura

di tutto e non c’è più posto per il fratello la vita del

presbitero diventa eloquente perché diversa,

alternativa.

In una società individualista ed egoista egli costituisce

l’alternativa.

Si fa prossimo di ciascuno.

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APPENDICE

2. Per chi impegna

il servizio?

Comunità

parrocchiale

Comunità

presbiterale

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APPENDICE 3. Qual è la ragione ultima del suo donarsi?

Il regno

November 19, 2017 108

RIFLESSIONE CONCLUSIVA

La categoria del «Regno» può essere la chiave di

lettura per una corretta idea di chiesa e di

un’immagine di presbitero effettiva e realistica.

In tale concezione la Chiesa non esiste per sé

stessa ma per realizzare il regno di Dio pertanto

nessun ministro ordinato (e non) può trovare posto

se non sia «ordinato» cioè indirizzato (mentalmente

e coscientemente) ai grandi valori del Regno:

regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia,

regno di giustizia, di amore e di pace.

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RIFLESSIONE CONCLUSIVA

Il presbitero è nel mondo per il mondo, al servizio

del Regno di Dio,

come LIEVITO DI FRATERNITÀ

in una PASTORALE DI PROSSIMITÀ.

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Lievito di fraternità

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