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Storia dell’alimentazione

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Storia dell’alimentazione

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Il bisogno di procurarsi il cibo ha prodotto mutamenti

fondamentali nella storia dell’uomo:

- migrazioni

- cambiamenti delle abitudini alimentari

- epidemie, guerre e rivoluzioni, ecc.

L’alimentazione nel corso della storia è un vero e

proprio fatto culturale.

N.B. Quello che oggi mangiamo e come lo prepariamo è il risultato di un lungo

processo evolutivo culturale e sociale.

Introduzione

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L’Australopithecus (6-2,5 milioni di anni fa) si alimenta di bacche, foglie, radici e

resti di carcasse di animali morti o cacciati da predatori.

La posizione eretta (Homo erectus ~1,5 milioni di anni fa) favorisce lo sviluppo

delle tecniche di caccia. Il controllo e utilizzo del fuoco (400.000 anni fa)

migliorano l’alimentazione.

Nel Paleolitico la dieta è onnivora e frugale l’uomo è cacciatore e

raccoglitore di tuberi, frutti, ecc. Nel Mesolitico la caccia è ancora la fonte

predominante di cibo, ma la dieta è integrata con latte e prodotti della pesca.

La raccolta del cibo e il bipedismo

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Nel Neolitico (~5.000 a.C.) inizia la domesticazione di specie:

- animali allevamento di maiale, capra, pecora e bovini

- vegetali prime forme di orzo e grano domestico, di lenticchie e piselli

Nascono le prime tecnologie alimentari:

- produzione del pane

- produzione delle bevande fermentate (vino e birra)

Inizia l’industria della ceramica:

- recipienti di terracotta per la cottura degli alimenti

- comparsa del cucchiaio, e poi del bicchiere

N.B. L’uomo si trasforma in produttore di cibo.

Dalla caccia all’agricoltura

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Gli antichi popoli mediterranei si nutrivano a base di cereali (orzo, frumento,

miglio) e altri alimenti di origine vegetale.

C’era una discriminante socioeconomica la dieta dei

più agiati era più ricca di alimenti di origine animale.

Nella penisola italica, oltre all’orzo, erano presenti

il Triticum dicoccum (far) e il Triticum spelta (puls).

Lo stile di vita sobrio era sostenuto, nell’antica Roma,

da personaggi illustri come l’imperatore Augusto

e il filosofo Seneca.

Prototipo di dieta mediterranea

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Nel Medioevo (dal 476 al 1492 d.C.) carestie e pestilenze si alternano a periodi

di relativa disponibilità alimentare.

La dieta della maggior parte della popolazione era molto frugale (ai limiti della

sussistenza), basata su:

- cereali pane, farinate e polente

- legumi minestre o farine

I più abbienti arricchivano la dieta con carne nella società europea la carne

diventa il valore alimentare per eccellenza.

Il consumo di carne era proibito ai cristiani per un buon terzo dell’anno

il pesce diventa il simbolo di dieta monastica e quaresimale.

Alimentazione nel Medioevo

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Nel 1492, la scoperta dell’America rivoluziona le abitudini alimentari europee.

Alimenti che dal Nuovo Mondo raggiungono il Vecchio Mondo tacchino, mais,

patata, patata americana, fagioli, zucche, pomodori, peperoni.

Alimenti che dal Vecchio Mondo raggiungono il Nuovo Mondo frumento, riso,

agrumi, caffè, canna da zucchero.

All’inizio i nuovi alimenti contribuiscono ad alleviare le restrizioni e le sofferenze

alimentari del Medioevo europeo. Più tardi, l’introduzione di colture più redditizie

porta a diete monofagiche con tragiche conseguenze per le popolazioni più

povere:

- in Irlanda la ruggine della patata conduce alla grande carestia (1845-1848)

- in Italia gravi epidemie di pellagra (s. XVII-XIX)

L’alimentazione postcolombiana

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Nel corso dell’Ottocento i Paesi europei conoscono una vera e propria

rivoluzione in campo alimentare grazie ai progressi nella conservazione dei cibi

e all’introduzione delle tecniche di inscatolamento.

Le tecniche di conservazione dei cibi mediante l’uso del calore sono stimolate

da esigenze di sussistenza militare:

- 1800, Francia N. Appert conservazione di cibi sterilizzati in scatola

- 1810, Inghilterra P. Durand contenitori di stagno per i cibi in scatola

- 1820, Inghilterra B. Donkin vende i primi cibi in scatola all’Esercito

e alla Marina britannica

- 1865, Francia L. Pasteur sviluppa la tecnica (conosciuta oggi come

pastorizzazione) per conservare i cibi

La rivoluzione delle industrie alimentari

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I fase (prima metà del s. XX) i progressi tecnici e dei trasporti favoriscono:

- importazione di grano in Europa (da USA e Russia)

- disponibilità di piante olearie tropicali

- disponibilità di frutta e verdura fuori stagione

- nuove modalità di preparazione e conservazione degli alimenti

- grande sviluppo dell’allevamento bovino

II fase (dopo la II guerra mondiale fino ad oggi) si verifica il fenomeno della

globalizzazione delle abitudini alimentari, dovuto a:

- miglioramento delle condizioni economiche della popolazione

- sviluppo dei mezzi di comunicazione

- produzione di “nuovi prodotti” es. omogeneizzati, surgelati, snack, ecc.

La nascita di un’economia alimentare mondiale

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Oggi l’idea del cibo è associata al piacere del palato.

Si assiste al preoccupante fenomeno di obesizzazione mondiale "globesità" .

N.B. Il modello socioeconomico occidentale ha determinato eccessi dannosi per la

salute e per l’ambiente.

La nascita di un’economia alimentare mondiale