Presentazione standard di...
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RINASCITE, RINASCENZE, IDENTITA’ LOCALI
DA COSTANTINO A CARLO MAGNO: CESURE E CONTINUITA’Regni barbarici e la riconquista di Giustiniano
Ravenna
1 San Vitale2 Mausoleo di Galla Placidia3 Battistero degli Ortodossi4 Basilica Ursiniana5 San Francesco6 Battistero degli Ariani7 Spirito Santo8 San Giovanni Evangelista9 Sant’Apollinare Nuovo10 Palazzo di Teodorico11 Sant’Agata Maggiore
Ravenna
1 San Vitale2 Mausoleo di Galla Placidia3 Battistero degli Ortodossi4 Basilica Ursiniana5 San Francesco6 Battistero degli Ariani7 Spirito Santo8 San Giovanni Evangelista9 Sant’Apollinare Nuovo10 Palazzo di Teodorico11 Sant’Agata Maggiore
Ravenna
1. Periodo imperiale (402-476)2. Periodo ostrogotico (476-540)3. Periodo giustinianeo (540-565)
1. Periodo imperiale (402-476)
Mausoleo di Galla Placidia
Mausoleo di Galla PlacidiaVeduta del braccio fronte ingresso
Mausoleo di Galla PlacidiaCupola
Mausoleo di Galla Placidia
Mausoleo di Galla PlacidiaParticolare del mosaico all’interno 1. Strato di ciottoli
2. Battuto di pietra3. Nucleo4. Letto di posa5. tessere
1. Periodo imperiale (402-476)
Battistero degli Ortodossi, 400-450 ca.
Battistero degli Ortodossi
Battistero degli Ortodossi
Battistero degli Ortodossi
2. Periodo ostrogotico 476-540
Battistero degli Ariani, fine V-inizio VI secolo
Battistero degli ArianiMosaici della cupola
2. Periodo ostrogotico 476-540
Sant’Apollinare Nuovo, 505 d.C.
1. Ardica2. Navata centrale3. Navata laterale4. Abside
Sant’Apollinare Nuovo
Sant’Apollinare Nuovo
Sant’Apollinare NuovoIl porto di Classe
Sant’Apollinare NuovoTeoria delle sante Vergini, 568
Sant’Apollinare NuovoCristo e la Vergine in trono
2. Periodo ostrogotico 476-540
Mausoleo di Teodorico, prima del 526 d.C.
Mausoleo di Teodorico
Giuliano da Sangallo Il mausoleo di Teodorico
«Tenpio di Ravena anticho»
Periodo ostrogotico
Basilica di San Vitale
532: avvio costruzione vescovo Ecclesio
547: consacrazione da parte del vescovo Massimiano
Basilica di San Vitale, 532
1. Ardica2. Ingresso di fronte all’abside3. Presbiterio4. Abside5. Diaconicon6. Protesis7. Ingresso non assiale
Basilica di San Vitale 532
Basilica di San Vitale 532
Basilica di San Vitale 532La percezione dello spazio
Basilica di San VitaleGiustiniano e il suo seguito
Basilica di San VitaleTeodora e la sua corte
Basilica di San Vitale 532
Basilica di San Vitale 532
Periodo giustinianeo
Sant’Apollinare in Classe, ante 549 d.C.
Trasfigurazione 563-566Chiesa del monastero di Santa Caterina sul monte Sinai (Egitto)
L’impero oltre Roma: Costantinopoli
Ipotesi di ricostruzione diCostantinopoli
Mura teodosiane (Teodosio II, 408-450)
Ipotesi di ricostruzione delle mura teodosiane
Periodo giustinianeo (dal 540 al 565)
Ritratto di Giustiniano ISan Vitale, Ravenna
Periodo giustinianeo (dal 540 al 565)Costantinopoli, Santa Sofia
360: inaugurazione della prima chiesa
415: costruzione seconda chiesa (Teodosio II)
532-537: costruzione della chiesa attuale (Giustiniano)
558: crollo
562-563: ricostruzione
Post 1453 (conquista di Costantinopoli da parte del sultano Mehmet II): trasformata in moschea
1935: museo
Periodo giustinianeo (dal 540 al 565)
Costantinopoli, Santa Sofia
1. Nartece2. Navata centrale3. Navate laterali4. Abside5. Esedre
Santa Sofia, CostantinopoliIl sistema dei pilastri e degli arconi
1. Pilastri principali2,3 Arconi principali4 arconi di rinforzo5 pilastri secondari disposti lungo l’asse Est-Ovest della costruzione6 volte a botte di mattoni di circa un metro di spessore7 galleria colonnata del matroneo8 cupola centrale
Santa Sofia, Costantinopoli
Santa Sofia, CostantinopoliLe strutture secondarie
1. Blocchi angolari di Nord-Est e Sud-Est2. Blocchi a sviluppo lineare posti a Nord e a Sud3. Ingresso occidentale4. Navate laterali5. Endonartece6. Esonartece7. matroneo
Santa Sofia, Costantinopoli
Ricostruzione del 562
1. Nuovo quadriportico2. Fontana3. Nuovo battistero4. Quattro rampe d’accesso esterne
Prima cupola di Santa Sofia, prima del crollo 558 Seconda cupola, costruita da Isidoro il Giovane, compiuta nel 563
Paolo Silenziario, Descrizione di Santa Sofia
[…] ma cadde la sommità della sola arcata orientale e una parte della cupola si mescolò alla polvere. Una parte era a terra, l’altra (mirabile a vedersi),come se niente la sostenesse, stava sospesa nell’aria. Ogni uomo gemeva, colpito dalla tristezza. […]
Ma quando entrò nel tempio e si accorse che la base della dimora era ben salda, rivolse tutti i suoi pensieri all’immensa cima e lodò l’arte e la mente di Antemio, fornita di saggio consiglio. Quell’uomo pose le prime fondamenta del tempio,
servendo i voleri dei nostri infaticabili imperatori; quell’uomo, abile a maneggiare il compasso e a disegnare il progetto, infuse ai muri una forza tale da opporsi agli insostenibili assalti di un demone avverso. Infatti il tempio non si piegò neppure allo spezzarsi […]
Ma su tutti questi archi al di sopra si innalza una copertura dai molti cerchi, un altro arco sospeso nel vuoto, che dilata la sommità come se fosse gonfiato dall’aria e si solleva fino alla cima, fino al bordo profondo, sul cui dorso l’elmo immortale dello spazio centrale poggia saldamente la sua base.
Così la conca profonda sorge nell’aria, in alto elevandosi unica, mentre in basso si solleva su di una triplice arcata. Traforata sul dorso, essa apre cinque distinti ricettacoli di luce, coperti da vetri sottili, attraverso i quali, risplendendo luminosamente, entra l’aurora dal roseo piede.
[…] marmi scintillanti con venature ondulate, […] marmi che mostrano striature oblique, di un rosso sangue e di un bianco livido; e quanti ne produce la remota Lidia, circondando fiori giallo pallido commisti di rosso; e tutto il fulgore, color dell’oro e color dello zafferano, che il sole africano dà ai marmi affocandoli con la sua luce dorata, sui fianchi scoscesi delle cime della Mauritania. E quanti ne producono le vette della Gallia coperte di ghiacci che spandono in abbondanza un bianco lattiginoso sulla pelle del marmo scintillante di nero, versato qua e là, a caso. E tutto il prezioso giallo che il monte Onice produce nelle sue cave traslucide e quanti ne partorisce la terra di Atrace nelle distese pianeggianti e non in una gola scoscesa,
Manuele Crisolora Santa Sofia a Costantinopoli
Ma quella famosa chiesa, alla quale giustamente diedero il nome della Sapienza di Dio – e davvero non è opera della sapienzaumana – a chi, quando l’abbia vista, consentirà per il futuro di menzionare o ammirare altre opere, o anche solo di serbarne ilricordo? Credo infatti che non sia mai esistito e non esisterà mai nulla di simile al mondo. Per questo anch’io, dopo averlasemplicemente ricordata, mi asterrò da ogni altra considerazione che la riguardi, perché non si può poi dire più nulla su di essache risulti adeguato alla realtà, anzi, non è poi più possibile dire nulla su alcunché. Chi l’ha in mente non riesce a pensare anull’altro, e ogni sua espressione, lo ripeto, risulta inadeguata. […] Non potremmo esprimerci in modo adeguato neanche solosulle porte, o sugli ingressi, sul pavimento, sul vestibolo e sulle bellezze che si ammirano davanti alle porte, sulle colonne, suimosaici, sui rivestimenti marmorei delle pareti, sul vetro, sul bronzo, sul piombo, sul ferro, sugli zaffiri, sull’oro, e poi ancora sulvetro dei mosaici, o su qualunque altra parte che potremmo puntigliosamente elencare. E che dire dei marmi, della struttura edella costruzione tutte intere, della larghezza, dell’altezza e della volta? Questa, non siamo in grado non solo di dire come siacostruita, ma neppure di guardarla, e se la guardiamo, non riusciamo a spiegarci come possa reggersi. Come infatti ci stupiamoche la sfera del cielo si volga su se stessa, così non riusciamo a concepire come questa volta e questo soffitto inimitabili e celestisiano sorti e ora possano reggersi. L’altezza, è inevitabile, sottrae alla vista gran parte della grandezza, anzi, anche della stessaaltezza, eppure sembra insuperabile, sicché ammiriamo non solo tanta mole e tale costruzione, ma anche coloro che pensaronoe progettarono un’opera così grande senza prendere spunto da alcun modello, ritennero che fosse veramente possibilerealizzarla e le diedero esecuzione. Quello che dico riguardo all’opera nel suo complesso, vale soprattutto per la sua volta inparticolare, che quell’architetto dovette concepire nel suo aspetto attuale subito dalle fondamenta, anzi, prima ancora di gettarele stesse fondamenta, e confidare che potesse reggersi, incredibile anche ora che è possibile guardarla. Si deve pensare che egliabbia tratto conforto dalla sua arte e dalle giuste proporzioni che essa gli suggeriva, e che fosse un tecnico e un ingegnereformidabile. […] Credo che al mondo non vi sia nulla di simile o che possa anche solo essere accostato a quest’opera, tra quantoè stato realizzato da mano umana […]
Santa Sofia, CostantinopoliTrasformazioni ottomane
Periodo giustinianeoSanti Sergio e Bacco, 527
Periodo giustinianeoSanti Sergio e Bacco, 527
Santa Sofia Santi Sergio e Bacco San Vitale
Roma bizantina
Santi Cosma e Damiano
Santi Cosma e DamianoLivello della strada
Santi Cosma e Damiano
• Il Cricco – Di TeodoroVolume 2, Cap. 9 §7, 7.1, 7.2
• C. Tosco, L’architettura medievale in Italia, Milano 2016, cap. I