Povera Italia - quale futuro?

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Povera Italia: quale futuro?

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G.E.M. Giustizia – Equità – Meritocrazia

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Profonda indignazione

Situazione attuale: - Classe politica da radiare - Sistema politico da rivoluzionare (legge elettorale in primis) - Pubblica amministrazione da ristrutturare, sburocratizzare ed efficientare - Fondi pubblici gestiti in maniera inadeguata e poco trasparente - Sprechi enormi - Evasione fiscale - Pressione fiscale eccessiva - Totale assenza di controllo sui "controllanti" - Meritocrazia assente

Risultato: un paese sull'orlo di una guerra civile, indignato per la sua classe politica INDEGNA, INADEGUATA, CORROTTA, ARRAFFONA, EGOISTA, INCOMPETENTE, IGNORANTE, VIZIATA, VECCHIA, TRUFFALDINA, DA ROTTAMARE e DA PUNIRE per i danni causati e per l'arricchimento PERSONALE sulle spalle della povera gente.

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Dieci regole d'oro

Ecco una lista di interventi SEMPLICI, NECESSARI e OGGETTIVI, che qualsiasi classe politica minimamente responsabile dovrebbe impegnarsi a realizzare:

1) Normalizzazione del Parlamento: • Riduzione numero • Tetto agli stipendi (da tarare a un livello che non faccia inorridire la popolazione) • Abolizione della totalità dei privilegi (portaborse, diarie, gettoni di presenza, vitto, autoblu,

viaggi non di rappresentanza, ecc.) 2) Emersione del nero: se tutti pagano le tasse, tutti pagheranno meno tasse 3) Deducibilità per i consumi dei privati, ai fini IRPEF 4) Defiscalizzazione degli investimenti in R&D e fiscalità agevolata per i capitali esteri investiti in Italia

(progetti e imprese con prevalenza di forza lavoro italiana) 5) Maxi-condono oneroso e maxi-sanzioni alla scadenza del termine per il ravvedimento 6) Semplificazione reale su tutti i fronti (burocrazia, circolazione dei beni, giustizia, lavoro, impresa) 7) Referendum popolari sulle tematiche più importanti (voto digitale) 8) Abolizione degli sprechi: iter trasparenti per l'assegnazione delle risorse, monitoraggio costante dello

sviluppo, supporto nella gestione post-collaudo 9) Imu sui beni della Chiesa 10) Estensione della no-tax area e revisione delle aliquote (rese possibili dai punti 2 e 3)

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1) Normalizzazione del Parlamento

Riduzione del numero di parlamentari: se questo fa parte (come dovrebbe) della campagna elettorale di un partito, è inaccettabile tergiversare. Piuttosto si stabiliscano le regole per la legislatura seguente, ma che vengano approvate subito e una volta per tutte. Fissazione tetto per gli stipendi: 5-6.000€ netti al mese sono uno stipendio faraonico se rapportato alla media nazionale ed è un gesto VERGOGNOSO dichiarare che con compensi inferiori a tale soglia non si possa svolgere serenamente il ruolo del parlamentare. Chi non è d'accordo può benissimo rinunciare alla carriera politica (sarebbe un bene per il Paese intero) Abolizione della totalità dei privilegi: - I portaborse non servono, è solo un modo per appropriarsi di risorse pubbliche a beneficio di

amici e parenti - Diarie e gettoni di presenza devono considerarsi inclusi nello stipendio (da nessuna parte ti

pagano un extra perché vai a fare il lavoro per cui già percepisci uno stipendio); - L'assenteismo ingiustificato, sopra una soglia di tolleranza del 20%, comporta la revoca

dell'incarico e la sostituzione (in tal senso si potrebbero creare delle liste d'attesa, determinate sulla base dei risultati elettorali)

- Autoblu, viaggi non di rappresentanza, cinema, stadi, ristoranti: ogni desiderio dei nostri parlamentari sarà soddisfatto…ma col loro portafoglio

- Doppi e tripli incarichi: già fanno male il loro primo lavoro…perchè essere autolesionisti e affidargli mansioni multiple?

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2) Lotta all'evasione

"Se tutti pagassero le tasse, tutti pagheremmo meno tasse." Quanta verità in queste parole e quanto scostamento dal mondo reale, specie in Italia. I tentativi sono stati tanti, dei miglioramenti ci sono stati, ma siamo ancora a un livello record di evasione, bisogna cambiare qualcosa, neutralizzando il meccanismo distorto ed eversivo che oggi porta troppi "furbetti" a pagare poco o nulla, a scapito di tanta gente onesta che, per compensare i magheggi dei primi, subiscono una pressione fiscale insostenibile. La nostra proposta è di stravolgere l'attuale base di calcolo delle imposte societarie, spostando la base imponibile dall'Utile ante imposte al Fatturato che, in quanto tale, non è soggetto a manovre contabili elusive. Necessaria una ridefinizione di nuove aliquote; meno scontata, ma altrettanto di buon senso, il prevedere delle fasce di marginalità per l'assegnazione della giusta aliquota in base alla tipologia del settore, alla produttività, a fattori esogeni strutturali (sforzo analogo agli studi di settore). Il bilancio continuerà a essere obbligatorio, ma la sua finalità, oltre che informativa, sarà quella di determinare soglie di deducibilità e/o detraibilità per gli azionisti. Questo intervento, non immediato e non banale, farebbe il paio con il punto n°3 successivo sulla deducibilità dei consumi per i privati. Porremmo fine ai casi di sofisticati giochi contabili per l'azzeramento delle imposte, ergo maggiori entrate fiscali per lo Stato e innalzamento di una prima fortissima barriera all'evasione.

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3) Deducibilità consumi privati (IRPEF)

"Il miglior amico del contribuente? Lo scontrino." Oggi ricevere o non ricevere lo scontrino conta pochissimo per molte persone. Ipotizziamo di rendere, invece, deducibile qualsiasi voce di spesa personale, purchè documentata da uno scontrino (in questo la tecnologia potrebbe aiutare, onde evitare di dover accumulare quintali di carte che col tempo diventano anche illegibili). Porremmo fine a una prassi molto radicata, specie in certi ambienti. Altri accorgimenti: - La % di deducibilità non potrà superare il 5% o 10% - Possibilità di fissare dei plafond massimi per tipologia di spesa (beni di prima necessità, trasporti,

tecnologia, ecc.) - Valutare un bonus sul totale di IVA versata dal privato (retrocessione dell'1%, ad es.) - Stabilire una soglia minima di consumo totale per trimestre e per anno, al di sotto del quale non

scatta alcuna deduzione (questo incentiva i consumi e impedisce specie nei primi mesi dell'anno comportamenti collusivi tra imprese e privati)

Lo Stato rinunciando a una fetta dell'IRPEF innalzerebbe una seconda barriera all'evasione.

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4) Defiscalizzazione R&D e capitali esteri

"La ricerca è importante, ma in Italia non ci sono soldi e le strutture esistenti non hanno la forza di finanziare i progetti. Conseguenza: fuga di cervelli (e di idee e capitali)" La ricerca è il vero motore dell'economia (rivoluzione industriale, new economy). Defiscalizzare totalmente gli investimenti di ricerca e sviluppo è sintomo di grande lungimiranza e di visione strategica. Ad aumentare le risorse disponibili dovrebbero contribuire nuovi e considerevoli incentivi per i capitali esteri (sia denaro che persone), che beneficerebbero di condizioni privilegiate di investimento a livello fiscale, più convenienti che nei loro stessi paesi. L'Italia potrebbe diventare la patria della ricerca, le strutture non mancano, mancano sempre e solo i soldi. Convogliare nuovi fondi dall'estero, coordinare progetti di caratura internazionale, ospitare professionisti, studiosi e ricercatori da tutto il mondo non farebbe altro che aumentare l'appeal dell'Italia agli occhi del mondo, agevolerebbe le nostre università nel reperire finanziamenti, incentiverebbe le nostre imprese a collaborare con i centri di ricerca nazionali e regionali per innovare e migliorare i propri prodotti e servizi. Crescita strategica: defiscalizzare per innovare, innovare per crescere.

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5) Maxi-condono e maxi-sanzioni

"L'occasione fa l'uomo ladro…tanto prima o poi ci sarà un condono". Non vogliamo nemmeno provare a stimare l'ammontare delle irregolarità messe in pratica a tutti i livelli e in tutto il territorio. Parte di queste "porcheriole" sono state regolarizzate in passato, con grossi benefici per i trasgressori (aliquote ridicole e sanzioni irrisorie), ma tante altre sono ancora occultate dai meandri della burocrazia e della "creatività negativa" di imprenditori e privati. Se gli italiani riservassero alla produttività la stessa dedizione che rivolgono quotidianamente all'aggiramento di leggi e norme, l'economia del Paese crescerebbe a ritmi vertiginosi, altro che Cina. Peccato che non è così. Quello che proponiamo è un accordo tombale di massa: lo Stato si dichiara disposto a semi-chiudere un occhio sulle irregolarità commesse dai contribuenti in passato e non ancora venute alla luce e offre un'occasione unica di normare la propria posizione riconoscendo PER INTERO ma SENZA SANZIONI AGGIUNTIVE gli oneri per il ravvedimento, che non prevederebbe conseguenze penali. Per fare ciò saranno concessi 12 mesi di tempo. Una volta scaduto il termine, si aprirebbe un periodo di vera e propria "caccia all'uomo", con maxi-sanzioni per eventuali irregolarità scoperte e gravi conseguenze penali per i trasgressori. La natura di un condono è evitare le sanzioni e i provvedimenti penali, ma ciò che era dovuto ieri, lo è ancora oggi.

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6) Semplificazione

"La verità si ritrova sempre nella semplicità, mai nella confusione". Gli sforzi per la semplificazione non saranno mai abbastanza. A volte sembra che i nostri burocrati abbiano i para-occhi: a cosa serve una procedura complicata per un'operazione semplice? La Pubblica Amministrazione interagisce coi cittadini: un interlocutore, tanti richiedenti. E' evidente che il meccanismo di interazione sta in piedi se l'unico interlocutore è in grado di processare rapidamente le tante richieste dei tanti richiedenti. Ciò è possibile se i flussi informativi sono snelli e ben strutturati e se si riesce a ridurre strutturalmente il fabbisogno dei richiedenti (autocertificazione, deroga di specifici atti o materie a categorie private di professionisti, ecc.) Un altro esempio sono le tasse: si definisca una TASSA UNICA! Il contribuente persona fisica sa che ogni anno, con determinate scadenze, dovrà versare acconto e saldo di una sola TASSA. Stessa cosa per le imprese. Poi sarà la Pubblica Amministrazione a dover smistare questi introiti ai vari enti, ma i contribuenti avrebbero la vita parecchio semplificata. Il privilegio più grande della semplificazione è che non ha costi, solo risparmi, di tempo e denaro.

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7) Referendum popolari

"A volte non puoi prendere una decisione per altri, senza prima averli consultati, anche se ne hai la facoltà" Ok, il referendum non è una novità. E' l'utilizzo sporadico e poco concreto che se ne è fatto fino ad oggi che va criticato. Noi siamo convinti che su alcune tematiche, il peso della decisione e le conseguenze della stessa siano talmente importanti che non può essere un gruppetto sparuto di persone a decidere. Ed è per questo che si dovrebbe pianificare un referendum ricorrente (uno per trimestre, ad esempio) per far deliberare il popolo sulle principali questioni oggetto di dibattito. Fecondazione assistita, aborto, eutanasia, cure con le staminali, TAV, altro. Ognuno di noi ha le proprie idee, spesso contrastanti con quelle di altri, ed è giusto che sia così, ma su alcuni argomenti chiave la decisione deve essere democratica, non circostanziata dalle inclinazioni di pochi soggetti, cui invece è demandato il compito di mettere in pratica la volontà popolare, dopo il voto.

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8) Abolizione degli sprechi

"In tempo di crisi l'attenzione all'impiego ottimale delle risorse dovrebbe lievitare" Magari. Ormai si sprecano gli approfondimenti televisivi che documentano progetti e strutture da decine di milioni di Euro abbandonate, lasciate in sospeso, mai utilizzate. E' una cosa ingiusta, malsana, che richiede un intervento deciso a più livelli: - l'autorità centrale (spesso co-finanziatrice dell'opera) per poter approvare il finanziamento a un

progetto dovrebbe ricevere preventivamente: - uno studio di utilità sociale per la collettività, che confermi i benefici indotti - un'analisi di convenienza economica e sostenibilità finanziaria (comprensiva di fidejussioni

e garanzie preventive); non ha senso investire soldi in un progetto che poi non potrà operare, perché mancano i soldi necessari a coprire i costi di gestione

- le autorità locali sono i veri promotori dell'iniziativa e devono gestire le analisi preventive e i rapporti tra i vari stakeholders coinvolti (società appaltatrici, comunità, gli enti pubblici)

- i soggetti privati: bisogna spingere al massimo il project financing, per sfruttare le sinergie finanziarie e imprenditoriali tra chi amministra il territorio e chi lo vive tutti i giorni

Propedeutico a questa attività, potrebbe essere la realizzazione di un portale per la segnalazione degli sprechi alla P.A., con tanto di candidature private per il "salvataggio" o la presa in gestione di tali strutture.

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9) IMU sui beni della Chiesa

"Libera Chiesa in libero Stato", ma l'IMU s'ha da pagare a prescindere A costo di sembrare ridondanti, rieccoci con la parolina tanto odiata dagli italiani: crisi. In tempo di crisi i nostri politici invitano a stringere la cinghia e a fare sacrifici (leggasi: maggior pressione fiscale) e formalmente riconoscono che "i ricchi" dovrebbero pagare un po' di più, perché se lo possono permettere. Non vogliamo entrare in una disquisizione tra destra e sinistra, se questo sia giusto o sbagliato, ma riteniamo equo che anche il patrimonio ecclesiastico sia soggetto a questa imposta. Torniamo a un tema già anticipato: è il principio che conta (in questo caso il buon senso). E' stabilito che l'IMU va applicata su (quasi) tutti i beni immobili in Italia? Bene, non importa che il proprietario sia il sig. Rossi o il Vaticano (che per inciso dispone di fondi ben più cospicui del sig. Rossi). Non intravediamo alcuna ratio e giustificazione che possano supportare l'esenzione da questo o da altri tributi.

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10) Estensione no-tax area e revisione aliquote

"Un aiuto concreto, per tutti" La no tax-area va aumentata, impatta positivamente su tutta la fascia della popolazione a minor reddito e ha un beneficio reale immediato. Come tutti gli interventi della manovra Finanziaria può essere deliberato solo se adeguatamente coperto dalle risorse necessarie. Se quanto previsto in merito alla revisione del meccanismo di prelievo fiscale (punti 2 e 3 del documento) sarà realizzato, l'emersione del nero porterà un gettito sicuramente capiente per l'estensione della no-tax area e per una revisione di tutte le aliquote IRPEF. Approfittiamo di questa sezione anche per esprimere il nostro parere fortemente contrario al reddito di cittadinanza, con la necessaria precisazione che sarebbe bello poterlo introdurre, sul piano teorico, ma ad oggi lo riteniamo eccessivamente oneroso e controproducente: - Non ci sono coperture sufficienti per una manovra di questa portata - Serve più un intervento a favore delle imprese, tramite una riforma (l'ennesima) del lavoro che

consenta di riportare il tasso di disoccupazione a un livello fisiologico e che renda finalmente il mercato del lavoro efficiente, flessibile e al passo coi tempi (che per inciso sono cambiati abbastanza)

- Parecchi potrebbero vedere questo strumento come un paracadute, contribuendo a un rallentamento negli sforzi per il reinserimento nel mondo del lavoro

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Una convinzione, un invito, una speranza

Queste 10 regole d'oro, anche se declinate in alcune loro varianti, dovrebbero rappresentare gran parte del programma elettorale di qualsiasi forza politica in caso di elezioni e in cuor nostro speriamo che chiunque abbia il potere di cambiare le cose oggi o che avrà il potere di cambiare le cose domani, possa fare già tesoro di questi spunti, migliorarli, integrarli e una volta per tutti realizzarli. Dicono che "solo i folli che pensano di cambiare il mondo, siano in grado di farlo davvero", ma qui di folle c'è ben poco, è una questione di principi indiscutibili, è un invito all'azione e non solo ai buoni propositi…bisogna agire e per il bene di tutti, prima che sia troppo tardi.

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