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davide andrea NOLLI - PORTFOLIO

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INFO

Nome: davide andrea NOLLIIndirizzo: Via Beata Vergine 21, 26020, San Bassano (CR), ItalyMobile: +39 333 2380673E-mail: [email protected] Sito Web: http://www.behance.net/daNOLLINazionalità: ItalianaData di nascita: 13 Gennaio 1985

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Architetto, laureato al Politecnico di Milano (Progettazione Architettonica e Urbana) con cui collabora alla didattica e alla ricerca. Ha partecipato a progetti per il Politecnico, per il Comune di Milano, per l’Urban Center e per il Comune di Cremona. Da sempre collabora con professionisti con cui ha progettato, costruito, partecipato a concorsi nazionali ed internazionali. Crede che l’architettura oggi, sia un campo sempre più multidisciplinare che richiede una visione strategica d’insieme. In queso senso le nuove tecnologie giocano un ruolo fondamentale in quanto possano aiutare a ricostruire il rapporto tra persone, città ed informazione.

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05 MdV. Museo del Violino + Auditorium Giovanni Arvedi. Cremona (arkpabi)

09 Poltrona MdV. Cremona (arkpabi)

13 Poltroncina MdV. Cremona (arkpabi)

15 Orditi Equilibri. Cremona (arkpabi)

17 Bioistanbul. Istanbul (arkpabi)

19 Decostruzione Volumetrica. Gioia Tauro (arkpabi)

21 VAP. Virtual Architectural Performan-ce. Cremona

23 VAP. Piazza Roma. Archeologia impos-sibile. Cremona

25 VAP. Via Solferino 37. Riappropriazio-ne archeologica mediante superfetazione urbana. Cremona

27 VAP. Piazza Lodi. Nodo Intermodale. Cremona

29 Inter-disciplinary Yenicapi Sympo-sium. Aya Irini, Istanbul

33 Il container monumentalizzato come contenitore di paesaggio. Il Belvedere di Piazza S. Francesco d’Assisi, Genova

37 Landscape Safeguard & Waterfront Mutation. San Fernando, Cadice

43 Successioni di spazi scenici. Palazzo Litta, Milano

47 Rifondazione urbana di riconnessione infrastrutturale. Cascina Merlata, Milano

49 Mutazioni di contenuto. Milano

53 Casa terrazza. Isola Comacina, Como

55 Cubo di spazi. Cremona

INDICE:

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MdV. Museo del Violino + Auditorium Giovanni Arvedi. Cremona-Realizzato 2012

Restituire Palazzo dell’Arte alle sue funzioni esposi-tive specifiche e rinnovare la piazza che ne è naturale rispecchiamento, rappresenta un’opportunità perdare impulso alle proprie attività culturali e di valorizza-zione delle eccellenze del territorio e per ribadire la rinomanza internazionale di Cremona, nel campo del-la liuteria, dell’arte, della cultura e della musica.Il progetto architettonico ragiona quindi sulla bipola-rità: il Palazzo dell’Arte e la piazza. L’architettura e il suo spazio di riferimento, Piazza Marconi e Palazzo dell’Arte: compenetrare il senso della visita, introdur-re correlazioni visive, nessi concettuali, manifestazio-ni del pensiero artistico e costruttivo che divengono forma e materia. La vicinanza con il sistema delle piazze centrali, il Duomo il torrazzo realizzernanno con il nuovo polo museale i perfetto compimento di una rinnovata attenzione al centro monumentale della cuttà.Le opere dell’arte liutaria convivranno con l’interatti-vità ludica ed educativa che spiegherà tutti i segreti di un’arte unica che si tramanda da secoli. I capolavori di Stradivari e di tutti i grandi liutai della tradizione cremonese che costituiscono la più grande collezione

al mondo di strumenti ad arco, il museo Stradivaria-no con le sue unicità testimoniali, le raccolte degli strumenti contemporanei della Fondazione Stradivari esposti in un continuum unico ed irripetibile.

L’auditorium: Pensato come forma di espressione della bellezza degli strumenti, l’auditorium nasce per rappresentare la grande tradizione musicale, ma vuole anche confrontarsi con il futuro della musica. Il risultato è un progetto fluido, fatto di volumi morbidi, linee sinuose che si rincorrono e disegnano una gran-de scultura organica che esprime il propagarsi delle onde sonore. La particolare architettura della sala re-gala un’ultima suggestione: il palco è al centro della scena, il pubblico ‘avvolge’ i musicisti, il dialogo che si crea tra spettatori ed esecutori produce un forte im-patto emozionale e consente di vivere una esperienza nuova che va oltre il concetto classico di concerto. L’architettura è fatta per emozionare, ma sarà l’acu-stica studiata dall’ingegnere Yasuhisa Toyota il vero punto di forza dell’auditorium il quale raggiungerà un livello di perfezione che ne consentirà anche l’utilizzo come sala di incisione.

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Fotografia: Mino Boiocchi

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4 Chiave di Bacco. Caffè 14 Bottega del Liutaio 14 Bottega del Liutaio

15 Sala ascolto intensivo

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6 Auditorium 11 Scrigno dei Tesori

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Poltrona MdV. Cremona - Realizzato da Caloi 2012

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Poltroncina MdV. Cremona - Realizzato da Caloi 2012

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Orditi Equilibri. Cremona - In costruzione

Il nodo progettuale si configura nella domanda “quale forma costituisca espressione contemporanea e nello stesso tempo possa corrispondere alle esigenze dell’a-bitare d’oggi”. Il percorso progettuale riflette l’idea che l’intervento architettonico contemporaneo si pre-senti come una presa di coscienza della complessità: l’incrocio fra esigenze funzionali, qualitative, espres-sive comporta linee articolate d’intervento nel tessuto urbano consolidato.L’analisi tipologica e architettonica consente di istitui-re tasselli progettuali per definire la costruzione: fon-damentale è l’idea di assumere continuità per la cor-tina edilizia, fondamentale è l’idea di formare affacci sulla via Anguissola con un andamento materico pro-nunciato, fondamentale è l’impostazione di una resi-denza lineare nell’affaccio nord ed articolata all’inter-no della parcella urbana. Un approccio materico, per i fronti visibili da via Anguissola o che direttamente vi si affacciano. Si disegnano orditure variegate nella contrapposizione fra uno zoccolo rivestito in pietra

e una superficie di parete esterna in cemento lisciato e trattato con differente intensità di tono e di figura-zione, si articola la superficie bidimensionale di parete con una traccia libera di aperture finestrate e con un leggero aggetto di una “vela” che apre luce ed aria per gli spazi terrazzati degli alloggi e nello stesso tempo ne costituisce una sorta di protezione; l’edificio così sirivela e si apre in parte alla città, introducendo uno scorcio visuale privilegiato. Si mantiene una traccia di regolarità geometrica urbana mediando una correla-zione per altezze del volume edilizio e partizioni della parete principale con le costruzioni contigue. All’in-terno della porzione edificata, lo sviluppo architetto-nico opera per mezzo della scomposizione dei volumi e del disassamento nella sovrapposizione delle abita-zioni: il procedimento libera terrazze e spazi aperti cheprolungano le residenze, fornisce varietà di visuali, costituisce spazi abitativi che - all’interno del tessuto storico urbano - configurano una ricerca di unicità per ogni alloggio.

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Bioistanbul. Istanbul - Concorso

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Decostruzione Volumetrica. Gioia Tauro - Concorso

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VAP. Virtual Architectural Performance. Cremona-Concorso

A seguito della vincita del bando THINK TOWN II, con il patrocinio ASCOM, dalla collaborazione con il POLITECNICO DI MILANO (Lms): VAP

Una nuova visione della città attraverso il tuo smartphone.

Virtual. E’ una nuova strategia di progetto e di co-municazione veicolata per mezzo del mondo virtuale.Architectural. Ripensiamo gli spazi, legandoli si-multaneamente al passato, al presente ed al futuro, costruendo una quinta dimensione a metà tra il reale ed il virtuale.Performance. Il cittadino è chiamato a svolgere un ruolo attivo.

VAP. E’ UN ALLESTIMENTO VIRTUALE CHE HA LO SCOPO DI LEGARE LUOGHI, CONTE-NUTI, INFORMAZIONE E PERSONE.

Costruiamo una quinta dimensione in cui collegare lo spazio reale con quello virtuale attraverso l’utiliz-zo di nuove tecnologie quali:QR code, Smart-phone e Social Network con il fine di riattivare il suolo rendendolo veicolo di informa-zioni. Creiamo spazi che siano in grado di informare e formare il cittadino.

Immaginiamo una Cremona che esalti le sue peculia-rità territoriali, ma che si raffronti con la giusta scala contemporanea. Vale a dire la scala con cui oggi siamo tenuti a scontrarci, quella globale dell’era digitale.

Ci aspettiamo di conseguenza una sensibilizzazione da parte dei cittadini alle nuove tecnologie ed alle tematiche veicolate da VAP, ma soprattutto una sen-

sibilizzazione del cittadino verso la propria città che diventa in grado di raccontarsi e di spiegarsi, attra-verso il linguaggio che oggi ci è più famigliare: quello delle immagini, attraverso un metodo interpretativo che già fu utilizzato da Palladio e Piranesi.

Dal 6 Ottobre 2012 troverete i QR code di VAP in alcuni punti strategici della città (Piazza Lodi, Piazza Roma, Via solferino 37, Piazza Marconi) per dimo-strare come le nuove tecnologie siano fondamentali per la realizzazione di set di paesaggi innovativi in situazioni dove, come in questo caso, i reperti arche-ologici e storici possono essere inseriti nuovamente all’interno di un progetto urbano. Attraverso i QR code, infatti, sarà possibile vivere in maniera immer-siva e interattiva l’esperienza dell’architettura del pas-sato, del presente e del futuro. Grazie ad una serie di marker distribuiti sulla città, sarà possibile, puntando la camera del proprio smart-phone sul codice, vedere le immagini di una realtà tra passato e futuro. I vi-sitatori potranno condividere direttamente l’esperien-za con i loro amici attraverso i social network come Facebook ,Twitter, Linkedin, Behance, YouTube, Vimeo.È così che lo smart–phone si trasforma allora anche in uno strumento che determina uno “spazio di con-nessione”: quello in cui informazione e circolazione corrispondono, ma su supporti non fisici, “non scritti” sul suolo (come avveniva nel passato quando era la stessa strada ad informare sul modo di muoversi nella città facendo sì che circolazione e informazione coin-cidessero). Con questa tecnologia, applicata allo spa-zio fisico concreto di alcuni punti caldi della città, la “navigazione” virtuale delle persone e la circolazione di informazioni corrispondono nuovamente, coglien-done però la nuova scala globale.

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VAP. Piazza Roma. Archeologia Impossibile. Cremona

“Veduta la relazione in data del 17 novembre dello scorso anno con cui l’ing. capo Dalla Noce dimostra-ta l’insufficienza di area libera della città di Cremona pei mercati, la ristrettezza delle strade adiacenti alla chiesa e caserma di S. Domenico, il cattivo stato di codesti edifizi, l’impossibilità di ritrarre un buon par-tito conservandoli e l’opportunità di destinare l’area a uso pubblico…”. Così, per decreto reale, nel 1869 veniva demolita la basilica di S. Domenico, insigne monumento, luogo di riposo del più eccelso fra i liu-tai, Antonio Stradivari, la tomba del quale fu devasta-ta e le ossa disperse. (cit. Giuseppe Maffei, La Basili-ca di S. Domenico 1859-1879, pag. 5)

VAP reinterpreta, ripensa, reinventa un’archeologia impossibile. La Basilica di S. Domenico è ormai di-strutta, ma ancora sedimentata nel disegno urbano e nella memoria attraverso le opere che vi erano con-tenute (in parte conservate al Museo Civico di Cre-mona).

Si propone una mostra all’interno di rovine inesisten-ti. L’operazione è concettuale: lo spazio della basilica viene reinterpretato attraverso un nuovo linguaggio e le opere, rimesse in scena nella loro posizione origi-naria, si fondono nel contesto attuale.Si affrontano quindi due questioni fondamentali: In prima istanza il problema del riallacciamento dell’im-magine con la sua pianta, intesa come traccia al suo-lo ormai perduta ed in seconda la distorsione spazio/temporale insita nell’operazione stessa. La commi-stione tra passato presente e futuro porta alla luce un nuovo spazio denso di contenuti memorabili.Il progetto prevede la perdita della classica distinzio-ne tra interno ed esterno propria del tempio, costruen-do uno spazio permeabile che funga da filtro tra città e parco. Le tracce della basilica vengono discretizzate, misurate e riutilizzate per dare vita ad un elemento ur-bano nuovo immerso nel paesaggio: un’archeologia impossibile.

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VAP. Via Solferino 37. Riappropriazione archeologica mediante superfetazione urbana. Cremona

Via Solferino 37 è un punto nevralgico della città, vicino a Piazza Duomo, nel pieno centro storico ed economico. Le trasformazione storiche dell’isolato dell’attuale borsa a metà del 900 hanno dato alla luce i resti della strada romana e del canale Marchionis che insistevano proprio sull’attuale tracciato della via.Tali resti risultano oggi completamente negati alla cit-tà e fisicamente inaccessibili. La strada romana può essere infatti raggiunta da un porticato laterale ed il canale Marchionis non è più visibile a causa dell’in-terramento avvenuto nei secoli.

VAP propone una nuova interpretazione archeolo-gica, non solo legata alla conservazione, ma anche alla sua fruizione, accettandone ruskinianamente il suo deterioramento. Lo scavo viene elevato a monu-mento alla passata civiltà, trasformando l’interesse del cittadino: da esclusivamente storicistico ad iden-titario.

Tre elementi:1_La camera chiara che definisce visivamente il rap-porto tra il sopra ed il sotto.

2_Il Canale Marchionis che riemerge dal suolo.3_La strada romana che ritorna ad essere fruita come monumento.

La nuova configurazione prevede quindi l’aggiunta di un corpo estraneo alla città (superfetazione) come elemento scultoreo, la cosiddetta camera chiara. Essa permette mediante un sistema di specchi interni la visione da sopra del sotto.Il canale viene riportato alla luce e diviene il medium fisico tra il sotto ed il sopra. Dal lato nord costituisce l’accesso alla stanza ipogea mediante una scala sospe-sa sull’acqua. Dal lato sud l’acqua sgorga dalla strada per essere reimmessa nel canale producendo una nuo-va atmosfera di raccoglimento. La strada romana viene reinventata nella sua stanza ipogea ricostituendo l’originale rapporto con l’acqua. Una passarella, prosecuzione della scala di ingresso, la attraversa catapultando all’interno l’osservatore in maniera immersiva. Le pareti perimetrali si staccano eticamente dalla strada lasciando penetrare la luce, sottintendendo l’eventuale proseguimento della stes-sa.

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VAP. Piazza Lodi. Nodo Intermodale. Cremona

“The environmental image of time-places can play a role in speending that necessary change”. (Lynch)

Nell’ottica della net-city si tratta di ripensare la città all’interno di una strategia policentrica che individua nel tessuto urbano i punti trasformativi per eccellenza.Punti multiscalari in cui si incrociano flussi e tempi differenti (Piazza Lodi). Si tratta di un approccioche analiticamente trova le potenzialità nel territorio e nella città e le rafforza attraverso strategie dinamiche di interazione a rete con il risultato di sintetizzarecompetitività globale e valore locale.Piazza Lodi è stata quindi interpretata come nodo morfotipico, un’area urbana in grado di ospitare le eccezioni al sistema dominante unendo stasi e flussi in un nuovo equilibrio. Tale centralità non si distingue solo quale collettore delle diverse temporalità legate a

flussi che organizza, ma si trova in continua relazionecon gli innumerevoli tempi individuali e spazi di esperienza singolare. Questo nuovo ente urbano si contrappone al consumo di suolo e cerca di offrire nuovi spazi di contatto (F.Choay), nuovi luoghi di prossimità e intensità, nei quali si costituiscono nuove forme di socialità e urbanità.

VAP investiga quindi la duplice appartenenza dei luo-ghi ad una prossimità contestuale, concreta, locale ad una prossimità a-contestuale, virtuale, globale, instau-rando quindi il sussistere ed il coesistere di differentiscale: strade, piazze, parchi o gallerie, integrando spa-zi a misura d’uomo con spazi misurati sui flussi ed altri adeguati alle macchine.Piazza Lodi è quindi bigness, landmark, un contenito-re di funzioni rare, fondale alla scena della città.

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Inter-disciplinary Yenicapi Symposium. Aya Irini, Istanbul

The future of the past of Yenikapi:transfer point and archaeological park.

Yenikapi area is extremely interesting for us conside-ring the fact that the area is a junction pole of a com-plex infrastructure (and demands a new built form type). In a very few time its informal context will be transformed in a formal structure and the authorities will have to analyse, interpret, project and manage its connection to the city fabric, the village of Yenikapi which is protected by UNESCO and the coastal park. We are convinced that generating expectations could activate social, cultural and economic process, able to amplify the effects planned with the project, through results which are both material and immaterial and mostof the time unexpected.We will analyse the possible relationship among: Ar-chaeology, History and Chronicle of every day. The sustainability of the cultural heritage as a symbolic propeller for the role of preservation issue in urban transformation could be an interesting topic of your

lecture. We have to confront our archaeological he-ritage sustainability issue today, because we have to face with such infrastructures which do not have the same relationship with the city time. So we have to deal with archaeology and history not only conside-red as symbolic mediators (dia-chronic elements of the city), but also as symbolic intermediaries (sin-chronic) to reflect the tension between tradition and modernization, for a reactivation of the DNA of a city. We will introduce also the question: city transforma-tion and new technologies issue. We began from the idea that also the contemporary urban space could play a role of information, by using new technologies. During the Symposium the city becomes the platform (also physical, not just virtual) belonging to the who-le users world, by the smart devices (phones, tablets) as interface. We have been trying to realize an event, which uses, also in an experimental way, Augmented Reality technics, by the using of smart-phones. From our point of view this is an interesting application of a new idea of mapping for the citizens.

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Augmented Reality

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Il Container Monumentalizzato come contenitore di paesaggio. Il Belvedere di Piazza S. Francesco d’Assisi, Genova - Concorso

La città di Genova rivela un profondo radicamento al proprio supporto orografico ben riconoscibile nella sua struttura urbana.Consapevole di questa forte relazione il progetto si fonda secondo un approccio multiscalare che va dal locale al globale, inserendo un nodo di intensifica-zione monumentale in grado di supportare l’identità del cittadino.

Il valore strategico del progetto si esprime quindi come relazione geografica con la città e come re-lazione simbolica legata alla memoria storico pro-duttiva (il porto ed i suoi container), costituendo in questo senso un nodo di intensificazione geografico simbolica.

Si prevede quindi il ripensamento dell’intera piazza attraverso un’operazione di modellazione di suolo che accoglie al suo interno il container monumento.Il ridisegno della nuova piazza tende a consolidare e rafforzare l’asse geografico, costituito da Via Corsi-ca, e l’asse simbolico, legato alla visione/percezione dell’industria portuale che sintetizza la memoria pro-duttiva della città. Tale procedimento compositivo porta alla generazione di due suoli distinti: il primo si radica alla giacitura geografica, il secondo a quella simbolica. Lo scarto tra questi due suoli forma uno spazio in-terstiziale che costituisce l’elemento di penetrabilità pedonale e di connessione tra le differenti quote rag-giunte dai piani inclinati.

Il container può diventare monumento?Un container, in quanto oggetto con funzione di con-tenitore atto ad essere trasportato, non costituisce di per sé un monumento. Il container può però acquisire valenza di monumento

grazie ad una serie di operazioni concettuali di ispira-zione Dadaista che permettano una reinterpretazione e rielaborazione semantica, capaci di far (ri)leggere l’oggetto sotto una nuova lente.Le operazioni effettuate sull’oggetto-container sono dunque azioni concettuali di “monumentalizzazio-ne”.Attraverso un diagramma sintetico che schematizza queste operazioni si mostrano le modificazioni fisi-che, in pianta e in alzato, a cui l’oggetto è sottoposto (in rosso è evidenziato il piano cartesiano sul quale è stata effettuata l’azione trasformatrice).Da oggetto contenitore il container viene riletto, trasformato e concettualmente rovesciato in oggetto contenuto, grazie all’apposizione di un modulo spa-ziale che lo include, corrispondente alla lunghezza del lato maggiore del container.L’inversione semantica può essere parafrasata nella trasformazione da CONTAINER a RENIATNOC.Il modulo tridimensionale che contiene l’oggetto è quello che misura l’intera piazza.La misura del container viene quindi rapportata alla misura urbana attraverso la modulazione.Le successive operazioni si rendono necessarie per ro-vesciare un’ulteriore caratteristica peculiare del con-tainer: la trasportabilità.Nelle manovre di trasporto, infatti, il container neces-sita di rimanere in una posizione orizzontale sia per questioni relative al contenuto sia per ragioni stret-tamente costruttive e, in ottica trasformatrice, il suo asse viene manipolato all’interno del modulo spaziale che lo contiene.In conseguenza di tali azioni concettuali modificatorie il container risulta quindi monumentalizzato e, inca-stonato sul suo suolo, diventa mirino simbolico attra-verso cui guardare il porto, trasformandosi in vero e proprio contenitore concettuale di paesaggio.

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Landscape Safeguard & Waterfront Mutation. San Fernando, Ca-dice

San Fernando oggi deve essere considerato come uno specifico paesistico di un sistema più ampio (Parque Natural Doñana).Il progetto coglie l’effettiva dimensione dell’arcipela-go urbano e deve essere armato di nodi intermodali in grado di supportare la multiscalarità, agganciado-lo sia alla rete globale che locale. L’analisi morfolo-gica della città rivela il profondo radicamento alla ge-ografia riconoscibile nella struttura urbana. È proprio su queste tracce che si radica il progetto secondo un approccio multiscalare che dalla dimensione regiona-le a quella metropolitana e urbana desume direzioni, misure ed intenzioni progettuali. In una prospettiva

di metabolismo urbano sostenibile la trasformazio-ne dell’area ne sviluppa le potenzialità attraverso il progetto di una urbanità densa fondata su uno spesso-re complesso di segni (appoggio geografico, biogra-fia urbana, infrastrutturazione, landscape). Tali segni di mediazione simbolica sono strutturati in fi-gure archetipe riferite alle ritualità sociali e a relazioni antropometriche, legate ad una densità esperienziale, fisica e mentale (mappa mentale). Il valore strategico del progetto si esprime come valore di relazione ge-ografica, di agganciamento al luogo all’interno della regione urbana.

Texture Morfo-Tipologica

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Successioni di spazi cenici. Palazzo Litta, Milano

Attraverso la reinterpretazione di tracce e misure il palazzo diventa INDICE, in grado di rileggere la sto-ria come mediatore simbolico, rafforzando e recupe-rando la vocazione del palazzo barocco come succes-sione di spazi scenici. Attraverso la rilettura del palazzo nel tessuto morfo-logico urbano e nella stratificazione storica il progetto si ripropone come riattivatore geometrico simbolico, radicando quindi l’edificio al contesto e alla storia. Il progetto prevede quindi il rafforzamento del trac-ciato principale nord-sud in modo multiscalare, co-struendo un nuovo rapporto diretto, nell’ottica della successione di spazi aperti tra: strada, cortile princi-pale e giardino (little scale - connessione fisica - ge-

ometrica) ed una connessione virtuale per mezzo di una galleria verticale che riconnette visivamente il palazzo al Castello Sforzesco (big scale - connessione virtuale - simbolica).Si prevedono quindi tre punti salienti dell’intervento:1_Il Giardino, che mediante tracce al suolo reinter-preta la stratificazione storica rafforzando il passaggio tra uno spazio e l’altro.2_La Vertical Gallery, che riconnette l’edificio verti-calmente e orizzontalmente. 3_La Loop Gallery, che reinterpreta la successione di stanze barocche, costituisce l’allestimento flessibile per mostre temporanee del piano nobile.

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Piano Terra Vertical Gallery

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L’area di Cascina Merlata è oggi di fondamentale in-teresse per lo sviluppo futuro di Milano a causa della sua localizzazione geografica. Questa area rappresen-ta di fatto la cerniera tra il Gallaratese, l’Expò e la fiera.Il progetto pretende quindi di rifondare una parte di città, che sia in grado di rispondere alle nuove esi-genze infrastrutturali e psicologiche che sono sottese dall’evento Expò. Il nuovo quartiere vuole radicare al suolo una immagine multiscalare, in grado di sup-portare identità globale e locale.Attraverso un’operazione di misurazione di suolo lo spazio urbano viene rifondato per mezzo dell’apposi-zione di un cardo e di un decumano. I due assi scandi-scono il susseguirsi degli spazi pubblici e sviluppano relazioni con gli edifici che costituiscono gli isolati.Per mezzo della layerizzazione dei suoli è stato pos-sibile improntare una diversificazione dei percorsi carrabili e perdonali, ed una nuova commistione tra pubblico e privato. I basamenti degli isolati risulta-no essere macchine layer porose che permettono la formazione di corti attrattive. L’unità morfologica dell’isolato risulta quindi ibridata. L’isolato è circon-dato dalla strada carrabile alla quota 0, ma è anche in relazione diretta, per mezzo di passaggi sospesi, con gli altri edifici.

Rifondazione urbana di riconnessione infrastrutturale. Cascina Merlata, Milano

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Mutazioni di contenuto. Milano

Invarianza della forma e adattamento tipologico. Il progetto adatta il tipo alla forma. L’edificio viene quindi considerato come un vero e proprio conteni-tore Koolhaassiano, Il programma cambia e si adat-ta alla forma già esistente cercando però di produrre una nuova immagine comunicativa. Il cambio di pro-gramma da scuola a ostello, produce alcuni problemi di adattabilità, che vengono risolti sostanzialmente attraverso la riconnessione dei due volumi (la struttu-ra scolastica era costituita da due volumi distinti) per mezzo di un elemento verticale riconoscibile come landmark (visibile anche durante le ore notturne)

ed attraverso il taglio verticale del volume a nord in modo da permettere l’inserimento delle stanze. Gli al-loggi sono distribuiti su entrambi i lati da un corridoio centrale sul quale si attestano anche gli spazi comuni. La ventilazione delle stanze centrali avviene in modo naturale all’interno della serra solare al centro. L’edificio cerca di massimizzare il risparmio energe-tico per mezzo di un involucro tecnologico adeguato, di una schermatura regolabile per le aperture a sud e grazie alla presenza di una serra solare in grado di garantire un efficace apporto di calore nella stagione invernale.

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Casa terrazza. Isola Comacina, Como

La declinazione tipologica della villa avviene per mezzo della sovrapposizione di due parallelepipedi sfalsati che permettono l’adattamento alla geografia e la generazione della terrazza superiore. La superficie del terreno è molto inclinata e lo sfalsamento dei volu-mi permette di interferire il meno possibile sul terreno naturale, evitando artificiosi muri di sostegno, appog-giando l’edificio direttamente al suolo. Stabilito quindi l’impianto complessivo (due paral-lelepipedi sovrapposti e sfalsati) definito come geo-morfologico è stato possibile inserire il programma (casa + atelier + foresteria), declinando tipologica-mente la villa. L’impianto complessivo compositivo è strutturato da 3 elementi: Il patio, il setto vericale e la rotazione compositiva.Il patio posto centralmente distribuisce verticalmente connettendo terrazza superiore e terrazza inferiore, e orizzontalmente distribuendo la casa del poeta e l’ate-lier che risulta quindi separato dall’abitazione. Il setto verticale divide fisicamente e concettualmente il volume in casa del poeta e foresteria.La rotazione distorce i volumi, producendo un diffe-rente orientamento che distingue le zone giorno dalle zone notte. Attraverso l’inserimento delle funzioni specifiche (giorno e notte) si determina quindi anche la composizione formale dell’edificio.

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Cubo di spazi. Cremona

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Nome: davide andrea NOLLIIndirizzo: Via Beata Vergine 21, 26020, San Bassano (CR), ItalyMobile: +39 333 2380673E-mail: [email protected] Sito Web: http://www.behance.net/daNOLLINazionalità: ItalianaData di nascita: 13 Gennaio 1985