Porte e Finestre Italy - July 2015

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SOLUZIONI di Emiliano Raccagni 50 giugno 2015 Parola d’ordine, superare i limiti Con un serramento dotato di sistema scorrevole con telaio in legno a sezione minimale, la Falegnameria Broglio offre al mercato una soluzione inedita e unica per caratteristiche di pregio e soluzioni tecniche adottate Chi conosce la storia imprenditoriale della Falegnameria Broglio e i prodotti che da oltre mezzo secolo portano la firma di questa piccola- grande bottega biellese, sa che le “sfide limite” ne caratterizzano da sempre la produzione, fatta di esperienza e tanta passione, ma soprat- tutto di preparazione tecnica che consente di realizzare pezzi, spesso unici, di grandissima complessità. Quei prodotti, insomma, che difficil- mente sono replicabili in serie e che, rispondendo alle esigenze del sin- golo committente, rappresentano fieramente il Made in Italy nel merca- to di alta fascia. Regole, queste, che valgono più che mai per l’ultimo nato in casa Broglio, un serramento scorrevole con telaio in legno a se- zione minimale. Sviluppato per rispondere alle richieste del mercato statunitense è oggi a disposizione di chi cerca una soluzione innovati- va per coniugare l’esigenza di poter disporre di un’ampia superficie di spazi vetrati, supportati da telai con dimensioni contenute. Con il valo- re aggiunto, inedito e fino a oggi impensabile, rappresentato dall’uso del legno. Samuele Broglio, che assieme al fratello Guglielmo conduce la falegnameria di Coggiola, ce ne racconta la genesi e le particolari- tà. «Questo serramento nasce dal confronto con Matteo Angelino, no- stro rivenditore negli Stati Uniti, che ci lanciò l’idea di produrre un mini- male scorrevole con un vincolo di base altamente sfidante: quello di re-

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Vista Panoramic Windows - Porte e Finestre ITALY - July 2015

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SOLUZIONIdi Emiliano Raccagni

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Parola d’ordine, superare i limitiCon un serramento dotato di sistema scorrevole con telaio in legno a sezione minimale, la Falegnameria Broglio offre al mercato una soluzione inedita e unica per caratteristiche di pregio e soluzioni tecniche adottate

Chi conosce la storia imprenditoriale della Falegnameria Broglio e i prodotti che da oltre mezzo secolo portano la firma di questa piccola-grande bottega biellese, sa che le “sfide limite” ne caratterizzano da sempre la produzione, fatta di esperienza e tanta passione, ma soprat-tutto di preparazione tecnica che consente di realizzare pezzi, spesso unici, di grandissima complessità. Quei prodotti, insomma, che difficil-mente sono replicabili in serie e che, rispondendo alle esigenze del sin-golo committente, rappresentano fieramente il Made in Italy nel merca-to di alta fascia. Regole, queste, che valgono più che mai per l’ultimo nato in casa Broglio, un serramento scorrevole con telaio in legno a se-

zione minimale. Sviluppato per rispondere alle richieste del mercato statunitense è oggi a disposizione di chi cerca una soluzione innovati-va per coniugare l’esigenza di poter disporre di un’ampia superficie di spazi vetrati, supportati da telai con dimensioni contenute. Con il valo-re aggiunto, inedito e fino a oggi impensabile, rappresentato dall’uso del legno. Samuele Broglio, che assieme al fratello Guglielmo conduce la falegnameria di Coggiola, ce ne racconta la genesi e le particolari-tà. «Questo serramento nasce dal confronto con Matteo Angelino, no-stro rivenditore negli Stati Uniti, che ci lanciò l’idea di produrre un mini-male scorrevole con un vincolo di base altamente sfidante: quello di re-

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“Il Made in Italy offre ancora un’immagine e quindi un peso rilevante”Samuele Broglio

IN APERTURAL’alzante scorrevole con telaio in legno a sezione minimale “Vista Panoramic Windows” (a sinistra dello specchio) è stato presentato in anteprima al Fuorisalone 2015 nello showroom Gorlini di Milano IN ALTOSamuele Broglio con Ercole Gorlini (ultimo a sinistra) e i figli Raffaella, Silvia e Alberto Gorlini

alizzarlo in legno, con il nodo battente centrale multiplo nello scorrevole che fosse rigorosamente non superiore al pollice americano, quindi a 25 mm. Misura, quest’ultima, condito sine qua non per presentarsi sul mercato di fascia alta negli USA», racconta Broglio. «Molti produttori “standard” offrono soluzioni nell’intorno dei 30 mm, per quelli più esclu-sivi la misura può scendere fino a 22 mm, però si tratta sempre di pro-dotti in alluminio, con tutti i pregi ma anche i limiti di questo materiale. La sfida a noi lanciata è stata quella di raggiungere queste misure uti-lizzando il legno; e questo è stato l’obiettivo che abbiamo raggiunto».Siete stati i primi a tentare, quindi?La proposta, a dire il vero, era stata rivolta a diversi produttori, ma Matteo ci ha riferito che, dopo l’entusiasmo iniziale, non aveva ri-scontrato grande successo viste le enormi difficoltà tecniche e realiz-zative. Noi ci abbiamo provato, lavorando da giugno 2014 a mar-zo 2015, quando siamo stati in grado di presentare un prototipo che ha stupito tutti per le prestazioni nei test. Ho parlato di sfida, perché di questo si è trattato. Mentre per la parte statica la nostra esperienza e le conoscenze applicate nel lavoro quotidiano hanno consentito di

trovare in tempi rapidi soluzioni ideali; i particolari hanno richiesto un grande lavoro di affinamento e prove sul prototipo. Una volta supera-te tutte le criticità, il pezzo “numero zero” era pronto per essere sotto-posto ai test, “forte” delle sue dimensioni. Stiamo parlando di un telaio da tre metri per tre, per il quale abbiamo utilizzato l’Okumè. La scelta è ricaduta su questo tipo di legno perché certamente meno idoneo di altri, soprattutto per le sue caratteristiche meccaniche e di elasticità, la più bassa in assoluto tra quelli utilizzati per la produzione di serramen-ti esterni. Abbiamo volutamente pensato a questo caso estremo misu-randoci con un materiale non ideale, al quale abbinare un numero di guarnizioni minimo e senza rinforzi aggiuntivi, per rendere il test mag-giormente probante; in pratica abbiamo optato per una prova basa-ta sul massimo “caso sfavorevole” che abbiamo potuto pensare. No-nostante queste condizioni altamente penalizzanti per le prestazioni e pur rappresentando il primo tentativo, il pezzo ha risposto ottenendo ri-sultati lusinghieri: classe 4 all’aria, classe 4A all’acqua e, infine, classe A2 al vento. Insomma, non solo ce l’avevamo fatta, ma con prestazio-ni al di sopra delle nostre stesse aspettative.

Quali caratteristiche tecniche han-no reso praticabile la realizzazio-ne di questo minimale in legno?Vale la pena ricordare che si tratta di un ser-ramento di fascia alta, che si presta a perso-nalizzazioni paragonabili a quelli di un’auto-mobile di lusso, che lo rendono un prodotto di pregio. Ma non si tratta solo di estetica e finiture. Parliamo per esempio di carichi: la maggior parte dei minimali opera con an-te del peso di circa 400-450 chilogrammi. In particolari casi si riesce a raggiungere la tonnellata, utilizzando però particolari cusci-netti per lo scorrimento. Noi abbiamo opta-to per un sistema di scorrimento a guida li-neare rettificata in acciaio inox, con pattini a ricircolo di sfere. Una tecnologia mutuata dalla meccanica di precisione, che permet-te di supportare in tutta sicurezza ante estre-mamente pesanti, superando i comuni limiti connessi alle dimensioni e allo spessore del vetro. Nella versione “leggera”, due carrelli supportano 900 chili, in quella pesante ar-riviamo a carichi da una tonnellata e mez-

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za. Il prototipo pesa 220 chili ad anta, e stiamo parlando comunque di una soluzione relativamente ridotta. I calcoli di portata eseguibili per questo tipo di meccanica ci permettono di valutare esattamente il mas-simo carico supportabile dal sistema di scorrimento e di prevederne la durata in chilometri, con un evidente valore aggiunto in termini di per-sonalizzazione e di sicurezza in uso. Il nostro, inoltre, pare essere l’uni-co minimale in grado di bloccarsi con una maniglia e con una serratu-ra multipunto con funghi e nottolini (e non con gancetti). La meccanica è brevettata, con particolare riferimento alle componenti che ci permet-tono di posizionare la ferramenta sull’anta invece che sul telaio. È inol-tre possibile montare una serratura di sicurezza, con un vetro che può essere doppio o triplo, grazie agli ampi margini di sicurezza che ci sia-mo ricavati. Questo permette di assolvere alle più disparate esigenze, offrendo di fatto un prodotto su misura.Quali sono i canali di promozione e distribuzione che avete deciso di attivare?Negli Stati Uniti possiamo contare sulla presenza di Matteo Angelino con la sua Plusform, che lavora in esclusiva per quel mercato oltre che per la Svizzera. In Italia esiste da anni un rapporto solido con Gorlini, che si occupa della commercializzazione dei nostri prodotti sulla piaz-za di Milano che, inutile dire, riveste la massima importanza strategica e si rivolge direttamente agli studi di architettura. Anche in questo ca-so, è bastato uno sguardo al prototipo e un cenno di intesa. Anzi, quel pezzo nato come sperimentale e testato in laboratorio è in esposizio-ne nel loro showroom e di questo andiamo particolarmente fieri, visto che ciò significa che l’oggetto ha passato la prova senza alcun danno. L’aspetto promozionale sarà curato con campagne pensate direttamen-te da chi lo ha in concessione. La vera novità, per un’azienda come la nostra, da sempre abituata a “pensare” e offrirsi al mercato come ter-zista, è rappresentata dal deposito del marchio “Vista Panoramic Win-dows®”, un contenitore entro il quale lanceremo nei prossimi mesi una linea di minimali. È un accorgimento che nelle nostre intenzioni consen-tirà di mettere a frutto l’enorme lavoro che è stato necessario per arri-vare a questo risultato. Enorme lavoro in cui mio fratello Guglielmo ha avuto un ruolo da protagonista.È possibile fare cenno a costi?Parlare di prezzo è difficile, senza considerare le variabili che mai co-me in questo caso rivestono un ruolo fondamentale, a partire dalla scel-ta del vetro. Stiamo comunque parlando di un prodotto di fascia alta,

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da oltre mille euro al metro quadrato. Le operazioni di installazione sa-ranno curate direttamente dal rivenditore: negli Stati Uniti, per esempio, Plusform con le sue squadre ci fornisce ampie garanzie anche da que-sto punto di vista, mentre su Milano la riconosciuta professionalità di Gorlini è di per sé una garanzia. Il mercato degli USA ha ispirato ancora una volta un’a-zienda italiana a superare i limiti. Il Made in Italy rap-presenta ancora un valore aggiunto?Negli Stati Uniti, ma certo non solo lì, il Made in Italy offre ancora un’immagine e quindi “un peso” rilevante. Un americano che necessita di un prodotto “cheap” ha di fronte a sé un’offerta sterminata e dall’Ita-lia non ci si può presentare, per motivi ben comprensibili, con un pro-dotto che faccia concorrenza nella fascia maggiormente economica. Il prodotto italiano si deve quindi distinguere per i livelli di finitura, che normalmente sono superiori alla media anche in soluzioni base. Una volta che su quel mercato si è presentata la richiesta di un minimale che non fosse in metallo, la soluzione è arrivata dall’Italia. Credo che que-sta sia la dimostrazione evidente di quanto la specializzazione e l’e-sperienza di aziende come la nostra siano fondamentali anche in una piazza come quella americana, dove la concorrenza e l’offerta certo non mancano. Il Made in Italy, in questo caso, non è solo un biglietto da visita, ma la garanzia che per determinate soluzioni e in determina-ti settori non solo ci siamo, ma sappiamo aprire nuove strade. ■

“Vista Panoramic Windows” è in grado di bloccarsi con una

maniglia e con una serratura multipunto con funghi e

nottolini e non con gancetti

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