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POLITECNICO DI MILANO FACOLTÀ DI INGEGNERIA CIVILE, AMBIENTALE E TERRITORIALE CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L’AMBIENTE E IL TERRITORIO DEFINIZIONE DI UNA METODOLOGIA PER LA QUANTIFICAZIONE DELLO SPRECO ALIMENTARE ATTRAVERSO ANALISI MERCEOLOGICHE DEL RIFIUTO URBANO Relatore: Prof. Ing. Mario Grosso Correlatore: Ing. Camilla Tua Tesi di Laurea Magistrale di: Giudici Simone matricola 823959 Panzeri Giorgio matricola 837697 Anno Accademico: 2015-2016

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POLITECNICO DI MILANO

FACOLTÀ DI INGEGNERIA CIVILE, AMBIENTALE E TERRITORIALE

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN INGEGNERIA PER L’AMBIENTE E IL TERRITORIO

DEFINIZIONE DI UNA METODOLOGIA PER LA QUANTIFICAZIONE

DELLO SPRECO ALIMENTARE ATTRAVERSO ANALISI

MERCEOLOGICHE DEL RIFIUTO URBANO

Relatore: Prof. Ing. Mario Grosso

Correlatore: Ing. Camilla Tua

Tesi di Laurea Magistrale di:

Giudici Simone matricola 823959

Panzeri Giorgio matricola 837697

Anno Accademico: 2015-2016

II

Per realizzare una tesi è necessaria la collaborazione di più persone e anche la presente non si

discosta da tale principio e pertanto si ringraziano per la disponibilità e l’attenzione dedicataci:

Prof. Ing. Mario Grosso (Professore associato del Politecnico di Milano)

Ing. Camilla Tua (Assegnista di ricerca presso Politecnico di Milano)

Ing. Paolo Azzurro (Assegnista di ricerca presso Università di Bologna)

Conai nelle figure di Ing. Gennaro Buonauro, Ing. Fabrizio Di Gregorio, Ing. Luca Piatto e le

società responsabili delle analisi merceologiche quali IPLA, REA e CSA

SILEA S.p.A. nelle figure di Ing. Andrea Corti (Responsabile Tecnico impianto di compostaggio di

Annone) e del Direttore Generale Dott. Marco Peverelli

CIC nelle figure di Ing. Massimo Centemero, Ing. Gianluca Longu e Ing. Vera Brambilla

III

INDICE

Introduzione…………………………………………………………………………………...... VI

Abstract…………………………………………………………………………………………. X

1. Spreco alimentare – Analisi del fenomeno a livello mondiale……………………....... 1

1.1 Definizione e Quantificazione di “food losses” e di “food waste”…… …………….. 1

1.1.1 Definizione di “food losses” e di “food waste”……………………………… 1

1.1.2 Esempi di “food losses” e di “food waste”…………………………………… 2

1.1.3 Modello di quantificazione di “food losses” e di “food waste.. ………………3

1.1.4 Stima a livello globale e differenze tra i diversi continenti………………….. 3

1.2 Impatti ambientali e costi economici associati al fenomeno…………………………. 4

1.2.1 Impatti ambientali: metodologia e risultati…………………………………… 4

1.2.2 Conseguenze economiche: metodologia e risultati…………… …………….. 6

1.3 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Nazioni Unite)………………………….. 7

2. Spreco alimentare – Analisi del fenomeno a livello europeo…………………………. 8

2.1 Politiche comunitarie e progetto FUSIONS…………………………………………. 8

2.2 Definizione di riferimento per lo spreco alimentare a livello europeo………………. 8

2.3 Quantificazione dello spreco alimentare a livello europeo…………………………... 11

3. Spreco alimentare – Analisi del fenomeno a livello italiano………………………….. 12

3.1 Programma nazionale di prevenzione rifiuti…………………………………………. 12

3.2 Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari (PINPAS)……………….. 13

3.2.1 Obiettivi specifici del PINPAS………………………………………………. 13

3.2.2 Azioni all’interno del PINPAS……………………………………………….. 14

3.3 Nuova Legge anti spreco nel settore alimentare……………………………………… 19

3.4 Progetto REDUCE……………………………………………………………………. 20

4. Modalità di stima dello spreco alimentare…………………………………………….. 22

4.1 Descrizione dei metodi di quantificazione – Food Loss & Waste Protocol………….. 22

4.2 Approcci metodologici per quantificare gli sprechi alimentari a livello familiare…... 24

4.3 Esempi applicativi della metodologia delle analisi merceologiche………………….. 26

4.3.1 Edjabou et al. (2016) – Danimarca…………………………………………… 26

4.3.2 Lebersorger and Schneider (2011) – Austria…………………………………. 28

4.3.3 Schott (2013) – Svezia……………………………………………………….. 29

4.3.4 WRAP (2007) – Regno Unito………………………………………………... 30

4.3.5 Progetto VALORGAS (Valorisation of food waste to biogas)………………. 32

IV

4.3.6 Sintesi dei risultati……………………………………………………………. 34

5. Attività di Ricerca: analisi dei rifiuti alimentari presenti nel rifiuto residuo……….. 35

5.1 Obiettivi generali dell’attività di ricerca del progetto REDUCE…………………….. 35

Obiettivi specifici della Tesi…………………………………………………………. 35

5.2 Campagna di analisi sul rifiuto residuo………………………………………………. 36

5.3 Definizione della metodologia per il rifiuto residuo…………………………………. 36

5.3.1 Analisi tradizionali sul rifiuto residuo presso i termovalorizzatori (procedura

Conai)………………………………………………………………………… 36

5.3.2 Integrazione delle analisi di composizione del rifiuto alimentare……………. 38

5.3.3 Classificazione degli elementi identificati in classi merceologiche………….. 39

5.4 Applicazione della metodologia presso gli impianti…………………………………. 40

5.4.1 Impianto A (26/04/2016)…………………………………………………….. 41

5.4.2 Impianto B (27/04/2016)……………………………………………………... 46

5.5 Analisi dei risultati…………………………………………………………………… 55

5.5.1 Quantità del rifiuto alimentare nel rifiuto residuo……………………………. 55

5.5.2 Composizione del rifiuto alimentare nel rifiuto residuo……………………… 58

6. Attività di Ricerca: analisi dei rifiuti alimentari presenti nel rifiuto organico……... 63

6.1 Descrizione della metodologia……………………………………………………….. 64

6.1.1 Analisi tradizionali sul rifiuto organico presso gli impianti di compostaggio

(procedura CIC)……………………………………………………………… 64

6.1.2 Analisi di composizione del rifiuto alimentare presso l’impianto……………. 64

6.2 Verifica e risultati della metodologia presso gli impianti……………………………. 68

6.2.2 Impianto L (11/10/2016)………………………………………………………. 68

6.3 Considerazioni sui risultati…………………………………………………………… 75

6.3.1 Limiti della metodologia……………………………………………………….. 75

6.3.2 Identificazione del rifiuto alimentare nel rifiuto organico da RD ……………... 76

6.3.3 Composizione del rifiuto alimentare nel rifiuto organico da RD……………… 77

7. Conclusioni……………………………………………………………………………….. 80

7.1 Integrazione della metodologia nelle analisi tradizionali e scelta degli impianti…….. 80

7.2 Limiti della metodologia……………………………………………………………… 81

7.2.1 Stato di degradazione del rifiuto analizzato…………………………………… 81

7.2.2 Rappresentatività del campione analizzato…………………………………….. 82

7.2.3 Mancanza di informazioni da parte del consumatore………………………….. 82

7.3 Dati acquisibili con la metodologia…………………………………………………... 83

V

7.3.1 Quantificazione del rifiuto alimentare…………………………………………. 83

7.3.2 Composizione del rifiuto alimentare…………………………………………... 83

7.4 Confronto dei risultati con gli studi presenti in letteratura…………………………… 84

7.4.1 Analisi sul rifiuto residuo……………………………………………………… 84

7.4.2 Analisi sul rifiuto organico…………………………………………………….. 85

Allegato A………………………………………………………………………………………... 86

Allegato B……………………………………………………………………………………....... 130

Bibliografia………………………………………………………………………………………. 141

VI

INTRODUZIONE

Lo spreco alimentare è diventato negli ultimi anni un tema di interesse sempre più crescente non

solo nel campo della gestione dei rifiuti ma anche all’interno del dibattito sulla sostenibilità

ambientale dei modelli di produzione e consumo. Garantire l’accesso ad un’adeguata quantità di

cibo a tutta la popolazione mondiale in crescita senza provocare pressioni ambientali non

sostenibili, è innegabilmente una delle maggiori sfide per le generazioni future e attuali. Basti

pensare che la popolazione sulla Terra ha raggiunto 7,1 miliardi nel 2013 e che per il 2030

l’Organizzazione delle Nazioni Unite stima un incremento sino agli 8,5 miliardi di abitanti.

Ad oggi l’accesso al cibo non è garantito a tutta la popolazione. In accordo con il rapporto “The

state of food insecurity in the world 2012” redatto dalla FAO, 852 milioni di persone (circa il 15%

della popolazione mondiale) soffre la fame e contemporaneamente elevate quantità di cibo sono

sprecate dai paesi industrializzati (oltre un terzo del cibo prodotto ogni anno per il consumo umano

pari a 1,3 miliardi di tonnellate, è perduto a livello mondiale). E’ evidente come questa situazione

sia insostenibile sia da un punto di vista pratico sia soprattutto morale e che necessiti di un

cambiamento radicale.

La definizione di misure di prevenzione dello spreco alimentare presuppone la conoscenza della

quantità e della composizione di tale rifiuto. La presente Tesi di Laurea è relativa alla formulazione

di una metodologia standard per la quantificazione e classificazione del rifiuto alimentare da

integrare nelle analisi merceologiche routinarie del rifiuto urbano. Più in dettaglio l’attività di

ricerca ha previsto lo svolgimento di una campagna di analisi merceologiche sia sul rifiuto residuo

che sulla frazione organica da raccolta differenziata per:

accertare la procedura tradizionale di svolgimento delle analisi merceologiche sulle due

frazioni;

formulare e integrare procedure standard per le analisi sul rifiuto alimentare e definire criteri

di scelta degli impianti in cui è opportuno svolgere tali analisi;

valutare possibili classificazioni del rifiuto alimentare in classi merceologiche;

comprendere i dati effettivamente acquisibili nonché le eventuali limitazioni pratiche del

metodo.

La tesi è stata svolta con il supporto di Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) che svolge analisi

routinarie sul rifiuto urbano residuo conferito ai termovalorizzatori e del CIC (Consorzio Italiano

Compostatori), che effettua invece analisi periodiche della frazione organica in ingresso a impianti

di compostaggio. L’attività rientra all’interno del progetto “REDUCE”: Ricerca, EDUcazione e

ComunicazionE: un approccio integrato per la prevenzione dello spreco alimentare, finanziato dal

VII

Ministero dell’Ambiente e coordinato dal dipartimento DISTAL dell’Università di Bologna con il

supporto di 4 partner (tra cui la sezione ambientale del DICA - Politecnico di Milano).

I primi tre capitoli introduttivi inquadrano innanzitutto il fenomeno dello spreco alimentare a livello

mondiale, europeo e nazionale (quantificazione del fenomeno, politiche adottate, progetti finanziati

e obiettivi definiti). Segue nel quarto capitolo una rassegna dei metodi di quantificazione dello

spreco alimentare proposti nella letteratura esistente (definizione, principali svantaggi e vantaggi),

con particolare attenzione alla fase di consumo domestico. Nello stesso capitolo si riportano anche

le principali indicazioni fornite in 5 studi di letteratura che hanno svolto analisi merceologiche del

rifiuto alimentare in differenti contesti europei. Per ciascun lavoro sono descritti brevemente

obiettivi, metodologia di indagine e risultati.

Nei capitoli cinque e sei si presenta la metodologia definita, insieme con i risultati ottenuti nelle

campagne di analisi merceologiche effettuate sul rifiuto alimentare. Il quinto capitolo è relativo al

rifiuto indifferenziato in ingresso agli impianti di termovalorizzazione mentre il sesto alla frazione

organica raccolta per via differenziata inviata a impianti di compostaggio.

Si rimanda al capitolo conclusivo per le considerazioni finali sull’effettiva applicabilità della

metodologia e sui dati preliminari acquisiti sul campo.

VIII

INTRODUCTION

Food waste has become in recent years a growing topic of interest not only in the field of waste

management but also in the debate on the environmental sustainability of production and

consumption patterns. Ensuring access to adequate amounts of food to all the world's growing

population without causing unsustainable environmental pressures, it is undeniably one of the major

challenges for future and current generations. The population on Earth has reached 7,1 billion in

2013 and by 2030 the United Nations estimated an increase up to 8,5 billion inhabitans.

To date access to food is not guaranteed to the entire population. According to the report "The state

of food insecurity in the world 2012" prepared by FAO, 852 million people (about 15% of the

world population) suffer from hunger and at the same time large amounts of food are wasted by the

industrialized countries (over one third of the food produced each year for human consumption,

amounting to 1,3 billion tonnes, is lost worldwide). It 'clear that this situation is unsustainable both

from a practical and from an ethical point of view and that needs a radical change.

The definition of measures to prevent food waste requires knowledge of the quantity and

composition of such waste. This Thesis is related to the formulation of a standard methodology for

quantification and classification of food waste to be integrated into routine product analysis of

urban waste. In more detail the research activity has predicted a campaign of product analysis in the

residual waste and in the organic fraction from selective waste collection for:

analyse the traditional procedure of carrying out the waste composition analysis on the two

fractions at the treatment plants;

formulate and integrate standard procedures for analysis on food waste and define the

selection criteria of the systems in which it is appropriate to carry out such analyzes;

evaluating possible classifications of food waste into product classes;

understand any practical limitations of the method.

The thesis was carried out with the support of CONAI (National Packaging Consortium), which

conducts routine analysis on the residual municipal waste incinerators and of CIC (Italian

Composting Association), which carries out periodic analysis instead of organic waste input to

composting plants. The activity falls within the project "REDUCE": Research, education and

communication: an integrated approach for the prevention of food waste, financed by the Ministry

of environment and coordinated by DISTAL department of the University of Bologna with the 4

support of partners (including the environmental section of DICA - Politecnico di Milano).

The first three introductory chapters introduce the phenomenon of food waste in the world, in

Europe and national level (the quantification of the phenomenon, the policies adopted, some funded

IX

projects and objectives). The fourth chapter reviews the methods for quantification of food waste

proposed in the existing literature (definition, main disadvantages and advantages), with particular

attention to the phase of domestic consumption. The same chapter also shows the main results of 5

literature studies that have carried out waste composition analysis of food waste in different

European contexts. For each study job objectives, survey methodology and results are briefly

described.

In the chapters five and six is present the methodology with the results obtained in the waste

composition analyses carried out on food waste. The fifth chapter relates to the residual waste input

waste to energy plants and the sixth to the organic fraction delivered to composting plants. The final

chapter reports the final considerations on the actual applicability of the methodology and on the

preliminary data collected in the field.

X

ABSTRACT

Lo spreco alimentare è diventato negli ultimi anni un tema di interesse sempre più crescente non

solo nel campo della gestione dei rifiuti ma anche all’interno del dibattito sulla sostenibilità

ambientale dei modelli di produzione e consumo.

La definizione di misure di prevenzione dello spreco alimentare presuppone la conoscenza della

quantità e della composizione di tale rifiuto. La presente Tesi di Laurea è relativa alla formulazione

di una metodologia standard per la quantificazione e classificazione del rifiuto alimentare da

integrare nelle analisi merceologiche routinarie del rifiuto urbano. Più in dettaglio l’attività di

ricerca ha previsto lo svolgimento di una campagna di analisi merceologiche sia sul rifiuto residuo

che sulla frazione organica da raccolta differenziata.

L’attività rientra all’interno del progetto “REDUCE”: Ricerca, EDUcazione e ComunicazionE: un

approccio integrato per la prevenzione dello spreco alimentare, finanziato dal Ministero

dell’Ambiente e coordinato dal dipartimento DISTAL dell’Università di Bologna con il supporto di

4 partner (tra cui la sezione ambientale del DICA - Politecnico di Milano).

Al termine della campagna di analisi si è constatato che i principali limiti della metodologia sono

legati allo stato di degradazione del rifiuto da analizzare, alla rappresentatività del campione in

esame e alla mancanza di informazioni sui motivi che hanno portato allo spreco. Inoltre si è

proceduto con l’elaborazione dei dati acquisiti in tutti gli impianti classificandoli nelle quattro

categorie di edibilità (evitabile, possibilmente evitabile, non evitabile e non identificata), al fine di

poter comparare le informazioni ottenute e trarre le prime considerazioni generali in relazione alla

quantità e alla composizione del rifiuto alimentare nel rifiuto residuo. Il contributo maggiore, sia

nelle analisi condotte sul residuo che sull’organico, è rappresentato dal rifiuto alimentare evitabile

(rispettivamente il 28% e il 22%).

Per quanto riguarda il rifiuto residuo la percentuale di frazione alimentare riscontrata è del 15%. La

percentuale media in peso delle altre frazioni di rifiuto alimentare (possibilmente evitabile e non

evitabile) è risultata di gran lunga inferiore (9% e 13% rispettivamente) anche per la maggiore

difficoltà di identificazione da parte degli operatori rispetto agli elementi della frazione evitabile.

Il box plot in figura 1 riporta i principali parametri statistici (minimo, 1° quartile, mediana, 3°

quartile e massimo) associati alle 14 analisi per le quattro classi di evitabilità e la frazione non

classificabile. Questa rappresentazione consente di valutare nel suo insieme i valori ottenuti dalla

campagna.

XI

Figura 1: Box plot associati alle 14 analisi merceologiche per le 4 classi di evitabilità e la frazione non classificabile.

Nelle sei analisi effettuate sul rifiuto organico, la percentuale di rifiuto alimentare identificato è

oscillata tra il 41% e il 77% del campione, con un valor medio del 59%. Il contributo della

componente evitabile risulta, come nella situazione precedente, il più elevato tra le tre categorie

(19% per il rifiuto possibilmente evitabile e 17% per il non evitabile). La Figura 2 riporta i

principali parametri statistici (minimo, 1° quartile, mediana, 3° quartile e massimo) associati alla

frazione rimanente non classificabile, alla classe altro organico, alla frazione estranea e al rifiuto

alimentare suddiviso tra evitabile, possibilmente evitabile e non evitabile.

Figura 2: Box plot associati alle sei analisi merceologiche per le cinque classi di evitabilità e la frazione non classificabile.

1

1. Spreco alimentare - Analisi del fenomeno a livello mondiale

A livello mondiale il tema dello spreco alimentare è affrontato dalla FAO e dall’Agenda 2030

(Paragrafo 1.3). La FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, è

un'agenzia specializzata con il mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione e la produttività

agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale.

Fondata il 16 ottobre 1945 a Québec nel Canada, ne sono membri 194 Paesi e l’Unione Europea.

Negli ultimi anni, la FAO ha posto enfasi sul problema dello spreco alimentare a livello mondiale,

stimando gli sprechi e le perdite alimentari lungo la catena alimentare (FAO, 2011) e calcolando

successivamente gli impatti ambientali e i costi economici correlati a tale fenomeno (FAO 2013). I

paragrafi che seguono mostrano nel dettaglio i risultati delle analisi.

1.1 Definizione e quantificazione di “food losses” e di “food waste”

Nel 2011, l’Istituto svedese per il Cibo e le Biotecnologie (SIK) ha realizzato, per conto della FAO,

uno studio con l’obiettivo di quantificare il cibo sprecato a livello mondiale. Nell’analisi si forniscono

innanzitutto delle definizioni di riferimento in relazione al cibo sprecato, distinguendo tra food losses

e food waste.

1.1.1 Definizione di “food losses” and “food waste”

Con il termine di food losses (perdite alimentari) ci si riferisce alla diminuzione della massa di cibo

commestibile che ha luogo durante la produzione agricola, la fase di post-raccolta e la lavorazione

industriale mentre il food waste (spreco alimentare) si verifica nelle fasi finali della catena alimentare

(vendita al dettaglio e consumi finali). Le perdite alimentari sono principalmente dovute a limitazioni

logistiche e infrastrutturali, mentre lo spreco è prevalentemente associato a fattori di tipo

comportamentale.

Il food waste e il food loss si misurano solo per i prodotti che sono destinati al consumo umano,

escludendo i mangimi e le parti di cibo convenzionalmente ritenute non edibili (elementi che invece

vengono considerati nella definizione di food waste proposta dal progetto Europeo FUSIONS;

Paragrafo 2.2). Tuttavia, il cibo che è stato originariamente pensato per il consumo umano ma che

per qualche motivo esce dalla catena alimentare umana, è comunque considerato food waste o food

loss anche se successivamente è destinato ad un uso non alimentare (per esempio la produzione di

bioenergia). Questo approccio consente di poter distinguere i prodotti che in partenza erano stati

pianificati per avere un destino di consumo da parte degli esseri umani dal cibo che sarà destinato ad

un uso non alimentare “non pianificato” per essere tale. In quest’ultimo caso si parla di situazione

“non pianificata” e quindi tali prodotti sono contabilizzati sotto il termine di perdite.

2

1.1.2 Esempi di “food losses” e di “food waste”

Lo studio distingue cinque fasi nella filiera alimentare delle materie prime vegetali e animali

(produzione agricola, gestione e stoccaggio post-raccolta, lavorazione, distribuzione e consumo). Per

ciascuna fase, si riportano degli esempi di food losses e di food waste.

Materie prime vegetali e prodotti:

1. produzione agricola: perdite dovute a danneggiamenti meccanici e/o fuoriuscite durante

l’operazione del raccolto (ad esempio la trebbiatura o la raccolta della frutta);

2. gestione e stoccaggio post-raccolta: perdite dovute alla fuoriuscita e alla degradazione

durante la manipolazione, lo stoccaggio e il trasporto del prodotto tra l’azienda agricola e la

catena di distribuzione;

3. lavorazione: perdite dovute alle fuoriuscite e alla degradazione durante processi di natura

industriale e/o domestici come ad esempio la produzione di succhi di frutta, di conserve e di

pane;

4. distribuzione: perdite e sprechi nel sistema di mercato come ad esempio nei mercati

all'ingrosso, nei supermercati e rivenditori;

5. consumo: perdite e sprechi durante il consumo a livello familiare.

Materie prime di origine animale e prodotti:

1. produzione agricola: per i bovini, i suini e il pollame, le perdite si riferiscono alla morte degli

animali durante l'allevamento. Per il pesce, le perdite si riferiscono ai rigetti in mare durante

la pesca. Per il latte, le perdite si riferiscono alla diminuzione nella produzione a causa della

malattia che colpisce le mucche da latte (mastite);

2. gestione e stoccaggio post-raccolta: per i bovini, i suini e il pollame, le perdite si riferiscono

alla morte durante il trasporto al macello. Per il pesce, le perdite si riferiscono alle fuoriuscite

e alla degradazione che si manifestano durante le operazioni di ghiacciatura, di

confezionamento, di stoccaggio e di trasporto. Per il latte, le perdite si riferiscono allo

sversamento e alla degradazione che si manifestano durante il trasporto tra l’azienda agricola

e la distribuzione;

3. lavorazione: per i bovini, i suini e il pollame, le perdite si riferiscono al processo di

macellazione e di trasformazione industriale aggiuntiva, come ad esempio la produzione di

insaccati. Per il pesce, le perdite sono associate alla trasformazione industriale. Per il latte si

possono avere delle perdite durante il trattamento industriale del latte (ad esempio la

pastorizzazione) e la sua lavorazione per ottenere ad esempio formaggi e yogurt;

4. distribuzione: perdite e sprechi nel sistema di mercato come ad esempio nei mercati

all'ingrosso, nei supermercati e rivenditori;

3

5. consumo: perdite e sprechi a livello familiare.

1.1.3 Modello di quantificazione di “food losses” e di “food waste”

La massa di cibo prodotto destinata al consumo umano e quella persa o sprecata lungo la catena

alimentare è stata quantificata con i dati di letteratura disponibili sullo spreco di cibo a livello globale

e in base alle ipotesi del gruppo di ricerca SIK (Swedish Institute for Food and Biotechnology). In

dettaglio, per ogni gruppo di prodotto di largo consumo è stato usato un “modello di flusso” per

quantificare il cibo perso e sprecato in ogni fase della catena produttiva. I volumi di produzione per

tutti i prodotti sono stati presi dall’annuario statistico della FAO relativo all’anno 2009 (FAOSTAT

2010a) ad eccezione delle colture di olio e dei legumi, il cui dato di produzione è stato invece raccolto

dai bilanci alimentari della FAO (FAOSTAT 2010d).

In ogni fase della catena alimentare, le perdite e gli sprechi sono stati quindi stimati utilizzando i

bilanci alimentari della FAO a partire dall’anno 2007 e i risultati di una ricerca bibliografica sul tema

dei rifiuti alimentari a livello globale. Per questo calcolo sono stati determinati due coefficienti: di

attribuzione e di conversione. Il primo è stato applicato per determinare la parte di prodotto orientata

al consumo umano (e non destinata all'alimentazione animale) mentre il secondo è stato utilizzato per

determinare la massa commestibile di ogni prodotto.

1.1.4 Stima a livello globale e differenze tra i diversi continenti

Circa un terzo della frazione commestibile di cibo prodotto per il consumo umano viene persa o

sprecata a livello globale, ed è circa pari a 1,3 miliardi di tonnellate all'anno. Nei Paesi a medio e alto

reddito il cibo è in gran parte sprecato (food waste), sebbene perdite alimentari (food losses)

significative si verifichino anche nelle prime fasi della catena di approvvigionamento alimentare. Nei

Paesi a basso reddito, invece, si hanno perdite alimentari (food losses) soprattutto durante le fasi

iniziali e intermedie della catena; trascurabile è invece il quantitativo di cibo sprecato a livello del

consumatore (food waste). In supporto a queste considerazioni, la Figura 3 mostra che la perdita di

cibo (“food losses – from production to retailing”) pro-capite in Europa e Nord-America è di circa

180-190 kg/anno simile a quella dell’Africa Sub-Sahariana e del Sud/Sud-Est asiatico (110-160

kg/anno). La quantità di cibo sprecato (“food waste - consumer”) pro-capite da parte dei consumatori

in Europa e nel Nord America è invece di 95-115 kg/anno, mentre nell’Africa Sub-Sahariana e nel

Sud/Sud-Est asiatico è solo di 6-11 kg/anno.

4

Figura 3: “food losses” e “food waste” pro-capite (kg/ab/anno), nelle fasi di consumo e pre-consumo, nelle diverse regioni mondiali.

(FAO, 2011)

Sulla base dei dati appena esposti, nei paesi industrializzati oltre il 40% del rifiuto alimentare

complessivo si verifica come food waste nel commercio al dettaglio e in fase di consumo. Per meglio

comprendere l’entità del fenomeno, basta pensare che il quantitativo di food waste nei paesi

industrializzati (222 milioni di tonnellate all’anno) raggiunge quasi la produzione alimentare totale

netta dell'Africa Sub-Sahariana (230 milioni di tonnellate all’anno).

1.2 Impatti ambientali e costi economici associati al fenomeno

Nel 2013, uno studio del Dipartimento per l’Ambiente e la Gestione delle Risorse Naturali della FAO

ha quantificato gli impatti ambientali a livello globale associati allo spreco e alle perdite alimentari

lungo la catena produttiva, con particolare attenzione al cambiamento climatico, al consumo di acqua

e di suolo e all’impoverimento della biodiversità. E’ stata effettuata inoltre una stima della perdita

economica basata sui prezzi di produzione.

A tale proposito lo studio ha considerato 7 diverse regioni geografiche, 8 diversi gruppi di prodotti

(cereali, tuberi amidacei, culture oleaginose, frutta, verdura, carne, pesce e latte e uova) e le fasi della

filiera alimentare al fine di identificare le aree di intervento per ridurre lo spreco di cibo. I risultati

ottenuti, anche se affetti da un certo grado di incertezza dovuto alla complessità delle metodologie di

stima utilizzate e all’assenza di dati affidabili in molti Paesi, restituiscono in maniera chiara l’entità

del fenomeno a livello mondiale.

1.2.1 Impatti ambientali: metodologia e risultati

Nessuno studio, antecedente a questo, aveva analizzato gli effetti dello spreco e delle perdite

alimentari globali dal punto di vista ambientale. È ormai riconosciuto che la produzione, la

trasformazione, la commercializzazione, il consumo e lo smaltimento di cibo hanno importanti

5

ripercussioni ambientali a causa del necessario utilizzo di energia, di risorse naturali e delle associate

emissioni di gas ad effetto serra (GHG). In linea di massima, gli impatti ambientali dei prodotti

alimentari si verificano soprattutto durante la fase di produzione.

Nell’analisi sono stati quindi analizzati gli impatti associati alla produzione di cibo non consumato

nei tre comparti principali: aria, acqua e suolo.

Impronta carbonica

L'impronta di carbonio di un prodotto è la quantità totale di gas serra che emette in tutto il suo ciclo

di vita, espressa in kg di CO2 equivalenti. In questo studio, l’indicatore include le emissioni di gas

serra durante la fase agricola, legate al consumo di energia in azienda e alle emissioni (principalmente

di CH4 e N2O) dal terreno e dal bestiame. Non sono state contabilizzate invece le emissioni associate

al cambiamento di uso del suolo, ma la loro valutazione e integrazione nei calcoli è sicuramente un

argomento da trattare in futuro per il miglioramento del risultato.

Sulla base di queste considerazioni, che definiscono la metodologia applicata, è stato stimato un

valore di emissione pari a 3,3 Gtonn di CO2eq nell’anno 2007 (se lo spreco e le perdite alimentari

fossero un Paese, sarebbe il 3° emettitore mondiale di gas serra dopo la Cina e gli Stati Uniti).

Impronta idrica

La contabilità legata all'utilizzo di acqua può assumere due forme: il prelievo o il consumo. La prima

si riferisce all'acqua deviata o prelevata da acque di superficie o sotterranee. La seconda si riferisce

all’acqua che non è più disponibile al momento nell’ambiente acquatico perché, per esempio, è stata

assorbita dalle piante, incorporata nei prodotti o consumata da persone o animali. L'approccio per la

valutazione dell’impronta idrica affronta il problema del consumo di acqua.

Un recente lavoro svolto sull’impronta idrica delle attività umane a livello globale ha dimostrato

l’importante ruolo svolto dal settore agricolo. In particolare in tale studio si indica che il consumo di

acqua associato ai prodotti agricoli è responsabile del 92% dell'impronta idrica dell'umanità (Hoekstra

e Mekonnen 2012). Per questo motivo, l’analisi sull’impronta idrica associata allo spreco alimentare

è stata focalizzata sulla fase di produzione agricola.

Per la valutazione è stato utilizzato il modello sviluppato dal Water Footprint Network. Questo

modello definisce l'impronta idrica di un prodotto come il volume totale di acqua che viene utilizzato

direttamente o indirettamente per realizzare il prodotto stesso. Nello specifico l’impronta idrica è

costituita da tre sotto-componenti che fanno riferimento a tre differenti modalità di “prelievo”

dell’acqua: acqua blu, acqua verde e acqua grigia. L’acqua blu in agricoltura è l’acqua di origine

superficiale o sotterranea utilizzata per l’irrigazione. L’acqua verde è l'acqua piovana utilizzata

direttamente. Infine, l’acqua grigia non rappresenta un consumo effettivo ma misura un volume

6

teorico di acqua necessario per diluire gli inquinanti. Quest'ultimo contributo non è stato considerato

nello studio.

Sulla base di tali assunzioni, è stato stimato per il 2007 un consumo di acqua imputabile agli sprechi

e alle perdite alimentari su scala globale pari a 250 km3 (valore equivalente a tre volte il volume del

lago di Ginevra).

Consumo di suolo

In questo studio, l’occupazione di suolo descrive la superficie di terra, che comprende terreni coltivati

e pascoli, necessari per la produzione di derrate alimentari. Più specificamente, essa valuta le superfici

occupate per l’ottenimento di prodotti alimentari che non vengono consumati a causa di sprechi o

perdite.

Il terreno può essere visto come una risorsa naturale limitata con un numero elevato di usi concorrenti

(ad esempio uso agricolo o costruzione di edifici e strade). Valutare l’occupazione del suolo fornisce

quindi indicazioni sul depauperamento di questa risorsa (Mattila et al. 2011). Tuttavia, questo

indicatore da solo non è sufficiente a descrivere tutti gli impatti ambientali legati al suolo. Infatti, per

prima cosa non affronta la questione del cambiamento di uso del suolo che spiegherebbe l'impatto

legato alla deforestazione, all'urbanizzazione e all’impermeabilizzazione del suolo. Inoltre, non

indica se l'occupazione della terra sia effettivamente utile o negativa per l'ambiente, soprattutto per

quanto riguarda gli impatti sulla qualità del suolo. Infatti, l’occupazione del suolo, ad esempio per

uso agricolo, può portare ad un temporaneo o permanente abbassamento della capacità produttiva del

terreno.

A livello mondiale, nel 2007, gli sprechi e le perdite alimentari hanno comportato un consumo di

suolo pari a 1,4 miliardi di ettari, circa il 28% della superficie agricola mondiale. Se confrontata con

la superficie dei Paesi più grandi, l’area occupata dal cibo prodotto e non consumato è seconda

solamente alla superficie della Federazione Russa.

1.2.2 Conseguenze economiche: metodologia e risultati

Il costo economico associato allo spreco e alle perdite alimentari su scala globale è stato calcolato a

partire da prezzi di produzione relativi all’anno 2009, presi da un database della FAO che riporta i

dati per circa 180 prodotti agricoli in più di 100 Paesi. Nel calcolo, sono stati utilizzati circa 3800

valori di prezzi, valutati nella fase agricola ed espressi in dollari / tonnellata. I pesci e i frutti di mare

non sono stati contabilizzati a causa della mancanza di informazioni necessarie per la stima.

Oltre a comportare impatti ambientali, lo spreco di cibo rappresenta anche una perdita da un punto di

vista economico. Su scala globale, nel 2007, il costo economico complessivo associato al fenomeno,

è ammontato a 750 miliardi di dollari, una cifra che corrisponde a circa il prodotto interno lordo della

7

Turchia o della Svizzera nel 2011. Analizzando i singoli prodotti si è potuto constatare come le

verdure, in termini di cibo perso e sprecato, siano i maggiori contribuenti (23% del costo totale),

seguite dalla carne (21%), dalla frutta (19%) e dai cereali (18%). Il contributo di carne è chiaramente

legato al suo elevato costo di produzione per ogni chilogrammo, mentre il contributo dei cereali è

principalmente determinato dall’elevato volume sprecato. Per frutta e verdura, prezzi e volumi hanno

un contributo equilibrato, ma i prezzi medi della produzione della frutta tendono ad essere più elevati.

Per quanto riguarda le distribuzioni regionali, i maggiori contribuenti al costo complessivo sono

l’Asia industrializzata (31% del totale) e il Sud-Sud Est Asiatico (18% del totale).

1.3 Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (Nazioni Unite)

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la

prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Il documento

contiene 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e un totale di 169 traguardi. L’avvio ufficiale degli

Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio dell’anno 2016 e tutti Paesi si sono

impegnati a raggiungerli entro il 2030. Tali obiettivi hanno finalità comuni su un insieme di questioni

importanti per lo sviluppo: per citarne solo alcuni, la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il

contrasto al cambiamento climatico. Nello specifico essi sono interconnessi e indivisibili e bilanciano

le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale ed ambientale. Tra i punti specifici

dell’Obiettivo 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo” compare il tema degli

sprechi alimentari (punto 12.3):

“Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e

dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese

le perdite del post-raccolto”.

8

2. Spreco alimentare - Analisi del fenomeno a livello europeo

2.1 Politiche comunitarie e progetto FUSIONS

A livello Europeo il tema dello spreco alimentare sta assumendo negli ultimi anni un’importanza

crescente nelle strategie e nelle politiche comunitarie. A titolo di esempio, la Commissione Europea

si è proposta come obiettivo il dimezzamento della frazione edibile di rifiuto alimentare entro il 2020

nella Comunicazione “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” (COM

571/2011). Inoltre nella proposta della Nuova Direttiva Europea sui rifiuti si pianifica di obbligare

gli Stati Membri a definire misure di prevenzione specifiche sui rifiuti alimentari, in linea con

l’obiettivo definito dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

In questo contesto si inserisce il principale progetto di ricerca focalizzato sugli sprechi alimentari

prendente il nome di FUSIONS (Food Use for Social Innovation by Optimising Waste Prevention

Strategies). Tale progetto è stato finanziato dal settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo

tecnologico della Commissione Europea ed ha una durata di quattro anni (da Agosto 2012 a Luglio

2016). Ad esso è affidato il compito di:

1. fornire a livello europeo una definizione di riferimento per lo spreco alimentare (Östergren et

al., 2014);

2. predisporre linee guida di riferimento per la quantificazione dello spreco alimentare lungo la

catena alimentare (Östergren et al., 2014);

3. identificare le possibili misure di policy per lo spreco alimentare (Vittuari 2014), con

particolare attenzione alle misure volte a promuovere e favorire l’innovazione sociale.

Si va ora ad analizzare nello specifico il primo punto.

2.2 Definizione di riferimento per lo spreco alimentare a livello europeo

La proposta di definizione di spreco alimentare è riportata nel documento “FUSIONS Definitional

Framework for Food Waste” (Östergren et al., 2014). Tale definizione utilizza il termine “food waste”

(al posto di “food wastage”) e comprende anche la frazione non edibile degli alimenti (es. bucce,

gusci, lische, ossa, fondi del caffè) esclusa nella definizione adottata dalla FAO (FAO 2011). La scelta

di includere anche la parte non edibile (o generalmente non edibile) degli alimenti si giustifica con la

necessità di dotarsi di una definizione il più possibile indipendente da fattori di tipo

culturale/sociale/religioso, ivi incluse le preferenze/abitudini alimentari (che influiscono sul concetto

di edibilità di un alimento) e dalla difficoltà intrinseca di quantificare in maniera distinta la parte

edibile da quella non edibile.

9

La definizione con annessa spiegazione dei termini cardine è riportata in tabella 1.

Tabella 1: Definizioni di riferimento per lo spreco alimentare (food waste) a livello europeo

Food Waste (FW) [EN] “Food waste is any food,

and inedible parts of food,

removed from the food supply

chain to be recovered or

disposed (including composted,

crops ploughed in/not harvested,

anaerobic digestion, bio-energy

production, co-generation,

incineration, disposal to sewer,

landfill or discarded to sea)”

[ITA] “Qualsiasi prodotto

alimentare, inclusa la parte non

edibile, rimosso dalla filiera

agro-alimentare destinato ad

essere recuperato o smaltito

(incluso il compostaggio,

l’interramento o la mancata

raccolta, la digestione

anaerobica, la produzione di

energia, la cogenerazione,

l’incenerimento, lo scarico in

fognatura, la discarica e il

rigetto/scarico in mare)”

Removed From [EN] “The term ‘removed from’

encompasses other terminology

such as ‘lost to’ or ‘diverted

from’. It assumes that any food

being produced for human

consumption, but which leaves

the food supply chain, is

‘removed from’ it regardless of

the cause, point in the food

supply chain or method by which

it is removed”

[ITA] “L’espressione ‘removed

from’ include altre terminologie

come ‘lost to’ o ‘diverted from’.

Si assume che qualsiasi alimento

che viene prodotto per il consumo

umano, ma che esce dalla filiera

agro-alimentare sia ‘removed

from’, indipendentemente dalla

causa, dal punto di uscita lungo

la filiera e dal metodo attraverso

il quale viene eliminato”

Food [EN] “Any substance or product,

whether processed, partially

processed or unprocessed,

intended to be, or reasonably

expected to be ingested by

humans. ‘Food’ includes drink,

chewing gum and any substance,

including water, intentionally

incorporated into the food during

its manufacture, preparation or

treatment”

[ITA] “Qualsiasi sostanza o

prodotto trasformato,

parzialmente trasformato o non

trasformato, destinato ad essere

ingerito, o di cui si prevede

ragionevolmente che possa essere

ingerito, da esseri umani. Sono

comprese le bevande, le gomme

da masticare e qualsiasi

sostanza, compresa l’acqua,

intenzionalmente incorporata

negli alimenti nel corso della loro

produzione, preparazione o

trattamento”

Food Supply Chain (FSC) [EN] The food supply chain is the

connected series of activities

used to produce, process,

distribute and consume food.

[ITA] La filiera agro-alimentare

è la serie interconnessa di attività

impiegate per la produzione,

trasformazione, distribuzione e

consumo del cibo.

10

La Figura 4 rappresenta il “technical framework” utilizzato nel contesto del progetto FUSIONS per

la definizione di “food supply chain” e di “food waste”. Si può osservare che la definizione di “food

waste” dipende dall’utilizzo che viene fatto dei prodotti alimentari (e della parte non edibile)

“removed from the food supply chain”.

Figura 4: “Technical framework” utilizzato dal progetto FUSIONS per la definizione della “food supply chain” e del “food waste”

L’espressione “removed from the food supply chain”, come evidenziato in Figura 2, include tutti

gli alimenti, e la parte non edibile degli alimenti, che, una volta entrati nella FSC, ne escono per

essere:

- utilizzati per alimentazione animale (B1);

- utilizzati per la produzione di “bio-materiali” (ad esempio le bioplastiche) e all’interno di altri

processi industriali per la produzione di materiali e/o sostanze (B2);

- inviati a compostaggio (B3);

- interrati, gettati in campo o non raccolti (B4);

- inviati a digestione anaerobica (B5);

- utilizzati per la produzione di bio-combustibili (ad esempio bioetanolo) (B6);

- utilizzati in impianti di co-generazione per la produzione combinata di calore ed energia

elettrica (B7);

- inviati ad impianti di incenerimento senza recupero energetico (B8);

11

- scaricati nel sistema fognario (B9);

- smaltiti in discarica (B10);

- gettati in mare (es. rigetti in mare di pesce) (B11).

Per “food waste” si intendono tuttavia solo i flussi B3-B11, mentre i flussi B1 e B2, destinati ad

alimentazione animale oppure alla produzione di biomateriali sono classificati come “valorisation

and conversion” ovvero prodotti alimentari inviati a valorizzazione e conversione.

2.3 Quantificazione dello spreco alimentare a livello europeo

Nel contesto del progetto FUSIONS è stato poi quantificato, sulla base della definizione proposta, lo

spreco alimentare a livello europeo (EU-28; Stenmarck et al., 2016).

In accordo con la stima effettuata nell’anno 2012, nei 28 Paesi dell’Unione Europea, il food waste

(includente anche la frazione non edibile) è ammontato a circa 88 milioni di tonnellate, valore

equivalente a 173 kg per abitante (Tabella 2). Il settore che ha fornito il maggior contributo è quello

domestico (46,5 milioni di tonnellate; 53%) seguito dalla fase di trasformazione del prodotto (16,90

milioni di tonnellate; 19%). Un altro dato interessante è quello relativo alla sola frazione edibile, pari

al 58% del quantitativo totale (50,9 milioni di tonnellate/anno) con una perdita economica associata

di 142,94 miliardi di euro/anno.

Tabella 2: Quantificazione dello spreco alimentare (valore totale e sola frazione edibile) nei 28 Paesi UE per l’anno 2012 e calcolo

della relativa perdita economica (Stenmarck et al., 2016)

Mt/a kg/ab % cibo

edibile

Mt/a

edibile

kg/ab

edibile

costo €/t miliardi €/a

Produzione

primaria

9,10 18,00 50 % 4,55 9,00 399,00 1,82

Trasformazione 16,90 33,00 50 % 8,45 16,50 1490,00 12,59

Distribuzione 4,60 9,00 83 % 3,82 7,47 2768,00 10,57

Ristorazione 10,50 21,00 59 % 6,20 12,39 3148,00 19,50

Consumo

domestico

46,50 92,00 60 % 27,90 55,20 3529,00 98,46

Totale 87,60 173,00

50,91 100,56

142,94

12

3. Spreco alimentare - Analisi del fenomeno a livello italiano

Il dibattito e l’attenzione intorno al tema degli sprechi alimentari in Italia ha avuto senza dubbio un

impulso considerevole negli ultimi anni sia da un punto di vista normativo (Programma nazionale di

prevenzione dei rifiuti, Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari e la nuova legge

sugli sprechi alimentari) che da un punto di vista della ricerca (ad esempio progetto “REDUCE” -

Ricerca, EDUcazione e ComunicazionE: un approccio integrato per la prevenzione degli sprechi

alimentari più altri progetti finanziati dal Ministero dell’Ambiente).

3.1 Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti

Il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti è stato adottato il 7 Ottobre 2013 dal Ministero

dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. In tale Programma vengono innanzitutto

definite delle misure preventive di carattere generale e successivamente delle misure più specifiche

riferite a cinque flussi di rifiuti ritenuti di prioritaria importanza: rifiuti biodegradabili, rifiuti cartacei,

rifiuti da imballaggio, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e rifiuti da costruzione e

demolizione. Per i rifiuti biodegradabili, che comprendono i rifiuti alimentari e il rifiuto verde

associato alla manutenzione dei parchi e giardini, sono state definite 5 misure tutte orientate sul rifiuto

alimentare (Tabella 3).

Tabella 3: Misure di prevenzione specifiche per i rifiuti biodegradabili proposte all’interno del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti.

MISURE DI PREVENZIONE SPECIFICHE PER I RIFIUTI BIODEGRADABILI

Misura I: valorizzazione dei sottoprodotti

dell’industria alimentare

Il tavolo tecnico permanente si occuperà di

approfondire le opportunità consentite dalla

normativa comunitaria e nazionale

relativamente all’individuazione dei

sottoprodotti

Misura II: distribuzione delle eccedenze

alimentari nella grande distribuzione

organizzata

La misura sottolinea l’importanza di distribuire

alle mense sociali o ai “supermercati della

solidarietà” gli alimenti della grande

distribuzione non deteriorati e non ancora giunti

alla data di scadenza

Misura III: promozione della filiera corta

La misura è finalizzata a diminuire gli scarti

legati alle fasi e ai passaggi che separano il

produttore dal consumatore, favorendo

l’applicazione delle norme che regolamentano la

filiera corta

13

Misura IV: promozione della certificazione

della qualità ambientale nei servizi alimentari

(ristorazione, hotel, catering, bar)

La prevenzione dei rifiuti biodegradabili si può

perseguire anche attraverso l’istituzione e la

promozione di “marchi ecologici” nel settore dei

“servizi alimentari”, secondo un modello già

sperimentato da diverse province e regioni

italiane

Misura V: riduzione degli scarti alimentari a

livello domestico

Campagne informative rivolte al consumatore

possono aiutare a ridurre lo spreco alimentare a

livello domestico

3.2 Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari (PINPAS)

Con il Decreto n. 358 del 13 dicembre 2013, l’ex Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha istituito

la “Task Force n.5 - Analisi ed elaborazione di modelli per la riduzione degli sprechi alimentari” allo

scopo di delineare proposte per la definizione di un Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi

Alimentari (PINPAS).

3.2.1 Obiettivi specifici del PINPAS

Con l’avvio dei lavori del PINPAS, il ministero dell’Ambiente ha raccolto l’invito della Commissione

europea ad affrontare il tema dello spreco alimentare all’interno del proprio Programma Nazionale di

Prevenzione dei Rifiuti.

In particolare, il PINPAS persegue i seguenti obiettivi specifici:

- contribuire alla riduzione degli impatti negativi sull’ambiente e alla pressione sulle risorse

naturali legati/a alla filiera agroalimentare;

- contribuire al sostentamento alimentare delle fasce più deboli della popolazione, favorendo il

recupero dei prodotti alimentari invenduti o che hanno perso il loro valore commerciale a

beneficio delle persone indigenti;

- contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali di prevenzione dei rifiuti stabiliti dal

Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti e al raggiungimento degli obiettivi di

riduzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili (Segreteria tecnico-

scientifica del PINPAS, 2014).

14

3.2.2 Azioni all’interno del PINPAS

In questi anni il Piano si è occupato, tra le altre cose, dell’attivazione della Consulta degli

Stakeholders, della definizione di 10 misure prioritarie per la lotta allo spreco alimentare, della

redazione del position paper sulla semplificazione normativa in materia di donazione degli alimenti

invenduti e della stesura della “Carta di Bologna” contro lo spreco alimentare. Ciascuno di questi

punti sarà analizzato in dettaglio in seguito.

a) Attivazione della Consulta degli stakeholder

Poiché il PINPAS nasce come un percorso partecipato allargato agli stakeholder della filiera

agroalimentare, alle istituzioni, al mondo della ricerca e ai soggetti attivi nella redistribuzione delle

eccedenze/invenduti agli indigenti, il 5 febbraio 2014 è stata convocata a Roma la prima Consulta

degli stakeholder del piano. Ad oggi i membri della Consulta sono oltre 240, provenienti da 140

diverse organizzazioni distribuite lungo tutta la filiera (agricoltura, trasformazione, distribuzione,

ristorazione e consumo domestico) e appartenenti a tutte le principali categorie (imprese e loro

organizzazioni, università e ricerca, agenzie governative, ministeri, enti locali, aziende sanitarie,

aziende ospedaliere, associazioni caritative, associazioni ambientaliste, associazioni professionali,

associazioni di promozione sociale, associazioni dei consumatori ecc.; Segreteria tecnico-scientifica

del PINPAS, 2014).

b) 10 misure prioritarie per la lotta allo spreco alimentare

All’interno del PINPAS sono state identificate 10 misure prioritarie per la lotta allo spreco alimentare,

pubblicate dal Ministero dell’Ambiente il 5 Giugno 2014 e qui di seguito riportate:

1. Educazione e formazione

Definizione e introduzione di percorsi formativi, e predisposizione dei relativi materiali didattici,

rivolti alle scuole di ogni ordine e grado sul tema degli sprechi alimentari in particolare e

sull’educazione alimentare e ambientale in generale.

2. Comunicazione, sensibilizzazione e condivisione

- sito web del Piano: realizzazione e gestione di un sito web di riferimento per il PINPAS e della

relativa newsletter informativa; integrazione di strumenti atti a favorire la partecipazione, la

collaborazione e la condivisione di informazioni tra i diversi attori della filiera, con particolare

riferimento agli enti locali firmatari della Carta per le amministrazioni a spreco zero che aderiscono

alla rete di Comuni denominata Sprecozero.net;

- banca dati sulle buone pratiche: realizzazione di una banca dati on-line per la condivisione e la

valorizzazione delle buone pratiche di prevenzione degli sprechi alimentari;

15

- settimana Nazionale contro lo Spreco Alimentare: lancio della “Settimana Nazionale contro lo

Spreco Alimentare” (prima edizione: 29 maggio – 5 giugno 2015) e, in prospettiva, della

“Settimana Europea Contro lo spreco Alimentare” in vista del semestre italiano di presidenza UE

dell’Italia. L’iniziativa intende applicare al tema dello spreco alimentare il modello di successo

alla base della “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (EWWR)” e della “Settimana

Europea dell’Energia Sostenibile (EUSEW)”;

- premio Nazionale: istituzione di un premio nazionale dedicato al tema dello spreco alimentare

volto a favorire, identificare, promuovere e condividere le buone pratiche di prevenzione degli

sprechi alimentari adottate sul territorio nazionale da soggetti pubblici e privati, valorizzando le

esperienze più rilevanti e innovative in modo tale da favorirne la diffusione e la replicazione sul

territorio;

- campagna nazionale di comunicazione: avvio di una campagna nazionale di

comunicazione/sensibilizzazione sul tema dello spreco alimentare rivolta ai consumatori finali. Il

concept della campagna, realizzato attraverso il concorso promosso dall’Associazione “Paolo

Ettorre -Socially Correct” in collaborazione con la Saatchi & Saatchi verrà presentato a Spoleto,

nell’ambito del Festival dei 2 Mondi;

- informazione sui prodotti e le date di scadenza: predisposizione di strumenti volti a favorire una

maggiore conoscenza da parte dei consumatori sul significato delle date di scadenza/consumo

preferibile dei prodotti alimentari e sulle corrette modalità di conservazione degli alimenti; tale

obiettivo potrà essere perseguito anche attraverso la realizzazione di una banca dati on-line.

3. Documentazione e dati

Predisposizione, in collaborazione con ISTAT, di modalità uniformi per l’acquisizione di dati sullo

spreco alimentare lungo la filiera, in linea con le modalità di quantificazione e rendicontazione che

emergeranno dai lavori attualmente in corso in seno al progetto Europeo FUSIONS e al “Food Waste

Protocol” del WRI (World Resource Institute) e alla luce dei risultati del progetto “Food waste plug-

in” di EUROSTAT (previsti per giugno 2014).

4. Ricerca e interventi normativi

Istituzione di un fondo nazionale per la ricerca scientifica nel campo delle perdite e degli sprechi

agroalimentari per colmare i vuoti di conoscenza nel settore, a partire dalla preventiva individuazione

degli assi prioritari di ricerca, ad esempio: le perdite nella fase di produzione, trasformazione,

distribuzione; le tecnologie di conservazione; il packaging; i trasporti e la logistica; le shelf-life dei

prodotti; la semplificazione delle etichette e delle scadenze/preferenze di consumo alimentari; i

16

modelli di consumo alimentare; gli stili di vita e i comportamenti di acquisto; predisposizione degli

eventuali e conseguenti interventi a carattere normativo.

5. Donazioni e devoluzioni

Semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione/omogeneizzazione a livello nazionale del

quadro di riferimento normativo (procedurale, fiscale, igienico-sanitario) che regola la donazione

degli alimenti invenduti (per alimentazione umana e animale); predisposizione di linee guida

nazionali di “corretta prassi operativa” per la donazione degli alimenti invenduti da parte delle

imprese della filiera agro-alimentare e per la gestione degli stessi da parte delle associazioni caritative.

6. Acquisti (Green Public Procurement)

Introduzione obbligatoria di criteri premianti all’interno dei bandi di gara pubblici relativi ai servizi

di catering e ristorazione collettiva per chi attua misure di prevenzione nella formazione degli sprechi

alimentari con particolare riguardo alla redistribuzione delle eccedenze alimentari. Introduzione di

modalità uniformi di rendicontazione degli sprechi alimentari all’interno dei CAM (Criteri

Ambientali Minimi) per la “Ristorazione collettiva e derrate alimentari” (cfr. “Rapporto sui cibi

somministrati e sulla gestione delle eccedenze alimentari”).

7. Accordi volontari

Definizione e implementazione di accordi volontari per la prevenzione degli sprechi alimentari in

particolare nei settori della distribuzione e della ristorazione mediante l’elaborazione di linee guida

settoriali a supporto degli accordi stessi.

8. Trasformazione

Definizione univoca a livello legislativo delle condizioni alle quali i prodotti alimentari ad alta

deperibilità (ad esempio prodotti lattiero-caseari) ritirati dal mercato possono essere ulteriormente

trasformati per essere destinati all'alimentazione umana.

9. Responsabilità sociale delle imprese

Promozione presso le imprese della filiera agro-alimentare della rendicontazione in materia di

prevenzione degli sprechi di cibo nel contesto delle attività di reporting previste dalle politiche di

CSR (Corporate Social Responsability).

10. Innovazione sociale

Promozione dell’innovazione sociale nel campo delle misure di contrasto allo spreco alimentare. Tale

obiettivo potrà essere perseguito sia attraverso l’introduzione di bandi e misure di finanziamento, sia

attraverso la rimozione/superamento delle barriere normative che ostacolano la nascita di iniziative

17

dal basso (privato sociale, auto-imprenditorialità, comunità di cittadini, comitati di strada, etc.) volte

alla sensibilizzazione/prevenzione degli sprechi alimentari.

c) Scrittura di un Position Paper per la donazione degli elementi invenduti

Il recupero dei prodotti alimentari invenduti ai fini di solidarietà sociale è tra le misure specifiche

previste dal Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (Misura II: distribuzione delle

eccedenze alimentari nella Grande Distribuzione Organizzata).

Per favorire e incentivare il recupero, è necessario semplificare, razionalizzare e armonizzare il

contesto normativo di riferimento (procedurale, fiscale, igienico-sanitario). A tale proposito, la

segreteria tecnico-amministrativa del PINPAS, in stretta collaborazione con la consulta degli

stakeholder, ha elaborato il Position Paper “Donazione degli alimenti invenduti - verso la

semplificazione normativa”.

Tale documento raccoglie e ordina il punto di vista dei soggetti che hanno partecipato stesura

(Bologna, 24 Novembre 2014), evidenziando in maniera puntuale le criticità sollevate e le proposte

avanzate dai diversi stakeholder. In questo contesto, sono state definite le linee direttrici per la nuova

legge antispreco nel settore alimentare (Paragrafo 3.3).

d) “Carta di Bologna”

Il 24 Novembre 2014, nel corso della Conferenza “Stop Food Waste, Feed the Planet”, promossa dal

Ministero dell’Ambiente, è stata presentata la Carta di Bologna contro gli sprechi alimentari, un

documento redatto dalla segreteria tecnico-amministrativa del PINPAS

(http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio_immagini/Galletti/documenti/Carta%20di%

20Bologna%20ITA.pdf). Come sottolineato da Andrea Segrè (presidente di Last Minute Market e del

Comitato tecnico-scientifico del Ministero dell’Ambiente per l’implementazione del Programma

Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti), il documento è stato ideato per definire azioni comuni in tema

di atti concreti di lotta allo spreco alimentare, sulla base di una definizione per la prima volta

condivisa del food waste, ma anche di metodologie uniformi di quantificazione dello spreco

alimentare, azioni comuni da intraprendere, target da raggiungere e modalità di monitoraggio nel

tempo per i risultati conseguiti (Segrè, 2014). Più in dettaglio, la carta si compone di undici punti

contro lo spreco alimentare condivisi, prima della presentazione a Bologna, con alcuni Ministeri

dell’Ambiente degli Stati Membri dell’UE e con un panel di alto livello della FAO. Tali punti sono

riportati qui di seguito.

1. includere il problema degli sprechi e delle perdite alimentari all’interno dell’agenda

internazionale in materia di protezione dell’ambiente e sostenibilità;

18

2. adottare una definizione chiara, comune e ufficiale di “sprechi e perdite alimentari” e una

metrica comune per la loro qualificazione e quantificazione, con riferimento ai risultati

prodotti dai principali progetti europei e internazionali condotti sul tema;

3. avviare un processo partecipato allo scopo di identificare le principale cause degli sprechi e

delle perdite alimentari lungo la filiera, le possibili soluzioni e i possibili ambiti di intervento.

Tale processo richiede l’identificazione degli attori coinvolti nell’attuazione delle misure (sia

a livello individuale che collettivo) e la valutazione dei costi e dei potenziali benefici ad esse

associati. Tale processo richiede inoltre l’identificazione delle principali problematiche,

inclusi i vincoli sistemici, e delle modalità/strumenti per la loro risoluzione (infrastrutture,

tecnologie, cambiamenti organizzativi nelle filiere/sistemi alimentari, capacity building,

politiche e cambiamenti istituzionali);

4. definire e adottare un quadro di riferimento adeguato che includa gli aspetti di natura

regolamentare, incentivi e facilitazioni affinché il settore privato (es. distribuzione e

commercio, ristorazione, catering) e i consumatori siano in grado di intraprendere misure

decise per contrastare modelli di consumo non sostenibili;

5. definire, adottare e dare concreta attuazione a Programmi Nazionali, sostenuti da risorse

adeguate, espressamente rivolti al tema degli sprechi e delle perdite alimentari lungo la filiera,

garantendo al contempo la sicurezza e la qualità degli alimenti. Tali Programmi dovrebbero

essere affiancati da campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, allo scopo di aumentare

il grado di consapevolezza sulle conseguenze negative degli sprechi e delle perdite alimentari;

6. introdurre target misurabili di riduzione degli sprechi e delle perdite alimentari lungo i diversi

anelli della filiera;

7. promuovere il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli attori della filiera verso il

raggiungimento dei target di riduzione, garantendo al contempo la sicurezza e la qualità degli

alimenti;

8. introdurre o rafforzare programmi di educazione alimentare nelle scuole;

9. promuovere iniziative di innovazione sociale nel campo della prevenzione degli sprechi

alimentari, a partire dall’individuazione e rimozione degli elementi che potrebbero ostacolare

il loro sviluppo;

10. incoraggiare la donazione degli alimenti invenduti ma ancora commestibili a enti di

beneficenza e persone in difficoltà, attraverso la semplificazione e l’armonizzazione del

quadro di riferimento normativo (procedurale, fiscale, sanitario), garantendo nel contempo la

sicurezza e la qualità degli alimenti;

11. assicurare il monitoraggio e la rendicontazione nel tempo dell’efficacia delle azioni intraprese.

19

Questi punti in materia di contrasto agli sprechi alimentari sono confluiti nella Carta di Milano, il

documento che, in occasione di Expo 2015, è stato firmato da oltre 50 Capi di Stato e di Governo e

sottoscritto da più di un milione di persone prima di essere consegnato al segretario dell’Onu Ban Ki-

moon.

3.3 Nuova Legge anti spreco nel settore alimentare

Il 14 Settembre 2016 è entrata in vigore, con una convergenza sostanziale di tutte le parti politiche,

la cosiddetta Legge anti-spreco nel settore alimentare dal titolo “Disposizioni concernenti la

donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici ai fini di solidarietà sociale e per

la limitazione degli sprechi” (Legge del 19 Agosto 2016, n. 166). L’Italia rappresenta, dopo la

Francia, il secondo Paese Europeo a dotarsi di una legge unica che riguarda tutti gli aspetti legati allo

spreco alimentare. A differenza del modello francese, fondato sulla sanzione, il nostro Paese ha

tuttavia scelto un’impostazione basata sugli incentivi. La legge affronta fondamentalmente tre aspetti

(sicurezza alimentare, semplificazione normativa e sgravi fiscali) e consiste in 18 articoli, brevemente

commentati qui di seguito.

Finalità e definizioni (Articoli 1-2)

Innanzitutto, l’obiettivo generale della Legge è ridurre gli sprechi alimentari per ciascuna delle fasi

di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione favorendo il recupero e la donazione

di tutte le eccedenze a fini di solidarietà sociale e promuovendo il riuso e il riciclo. La norma si

propone anche il recupero e la “donazione” dei prodotti farmaceutici (sempre nel rigoroso rispetto

delle misure di conservazione e validità) e lo sviluppo di attività di ricerca e sensibilizzazione

(Articolo 1). Il provvedimento fornisce per la prima volta in ambito normativo la definizione di

eccedenza e spreco alimentare e riporta una chiara distinzione tra termine minimo di conservazione

e data di scadenza (Articolo 2).

Misure di semplificazione per la cessione gratuita degli alimenti a fini di solidarietà sociale e per la

limitazione degli sprechi alimentari (Articoli 3-12).

Il testo stabilisce innanzitutto che «gli operatori del settore alimentare possono cedere gratuitamente

le eccedenze alimentari a soggetti cessionari i quali possono ritirarle direttamente o incaricandone

altro soggetto cessionario». Le organizzazioni devono destinare le eccedenze prioritariamente al

consumo umano e, qualora non idonee a questo utilizzo, al consumo animale o a impianti di

compostaggio (Articolo 3).

Un’ altra disposizione importante è quella che prevede la possibilità di cedere le eccedenze alimentari

anche «oltre il termine minimo di conservazione, purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio

primario e le idonee condizioni di conservazione». Inoltre, i prodotti da forno invenduti o eccedenti,

20

che non richiedono refrigerazione, possono essere ceduti entro le 24 ore successive alla produzione

anche da parte della grande distribuzione organizzata, di hotel o della ristorazione collettiva (Articolo

4).

Gli operatori del settore alimentare che effettuano le cessioni devono rispettare le corrette prassi

operative al fine di garantire la sicurezza igienico-sanitaria e adottare le misure necessarie per evitare

rischi di commistione o di scambio tra i prodotti destinati a impieghi diversi da quelli previsti

(Articolo 5).

Per quanto riguarda i soggetti che possono ritirare e distribuire le eccedenze, la legge aggiunge alle

onlus anche tutti gli enti privati non profit che «promuovono e realizzano attività d’interesse generale

anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale nonché attraverso forme

di mutualità» (Articolo 7). Infine, in un’ottica di riduzione degli sprechi, i ristoranti saranno dotati di

contenitori riutilizzabili e riciclabili per permettere al cliente l’asporto di cibo non consumato

(Articolo 9).

Ulteriori misure per favorire la cessione gratuita di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri

prodotti a fini di solidarietà sociale (Articoli 13-18)

Gli articoli di questa sezione sono principalmente relativi alla definizione di criteri per la donazione

di medicinali e articoli e accessori di abbigliamento (conferiti dai privati direttamente presso le sedi

operative dei soggetti autorizzati alla distribuzione gratuita; Articolo 14). Sono esclusi dalle

donazioni, i medicinali scaduti, quelli da conservare in frigorifero a temperature controllate, quelli

contenenti le sostanze stupefacenti o psicotrope e i medicinali dispensabili solo in strutture

ospedaliere. Inoltre, solo le onlus che dispongono di personale sanitario possono distribuire farmaci

agli indigenti (Articolo 15).

L’articolo 17 fa infine riferimento alla riduzione sulla tassa sui rifiuti. Un Comune può applicare alle

utenze non domestiche che a titolo gratuito cedono i beni alimentari agli indigenti, alle persone in

maggiori condizioni di bisogno o all’alimentazione animale, un coefficiente di riduzione della tariffa

proporzionale alla quantità dei beni oggetto di donazione.

3.4 Progetto REDUCE

Il progetto REDUCE (Ricerca, EDUcazione, ComunicazionE: un approccio integrato per la

prevenzione degli sprechi alimentari) è finanziato dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del

Territorio e del Mare ed è coordinato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari

dell’Università di Bologna insieme ad altri quattro partner (Dipartimento di Scienze Economiche e

Statistiche dell’Università di Udine, Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università della

Tuscia, Servizio Igiene Alimenti Nutrizione dell’Azienda USLL20 di Verona, Dipartimento di

21

Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano). Il progetto, di durata biennale (Dicembre

2015 - Dicembre 2017), si propone di contribuire alla prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari

a livello nazionale, coerentemente con il percorso intrapreso negli anni passati dal PINPAS, dalla

Carta di Bologna e dagli obiettivi e dalle misure di prevenzione indicate all’interno del Programma

Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti.

I suoi obiettivi specifici possono essere così sintetizzati:

- ricerca: migliorare le conoscenze sulle quantità e sulle cause degli sprechi alimentari e sulle

loro metodologie di analisi con particolare attenzione agli stadi più a valle della filiera

(distribuzione, ristorazione e consumo domestico);

- supporto alla pianificazione: favorire l’integrazione di misure di prevenzione degli sprechi

alimentari nei Piani Regionali di Prevenzione dei Rifiuti e l’integrazione dei criteri di

prevenzione degli sprechi alimentari nei bandi di gara pubblici per i servizi di ristorazione

collettiva. Predisporre “manuali di buona prassi igienico-sanitaria” per la donazione degli

alimenti;

- sensibilizzazione: sensibilizzare ed educare i consumatori sul tema dello spreco alimentare

con il fine di promuovere comportamenti anti-spreco. Favorire la condivisione delle buone

pratiche per la prevenzione degli sprechi.

22

4. Modalità di stima dello spreco alimentare

A livello internazionale sono state proposte molteplici metodologie di stima dello spreco alimentare.

Dapprima si analizzeranno le definizioni associate ad ogni metodologia, successivamente i vantaggi

e gli svantaggi di alcuni metodi presi in esame per la quantificazione dello spreco a livello domestico

e infine alcuni esempi applicativi relativi alle analisi merceologiche del rifiuto alimentare, oggetto di

studio della Tesi.

4.1 Descrizione dei metodi di quantificazione - Food Loss & Waste Protocol

Il Food Loss & Waste Protocol (FLW Protocol) è una partnership, che ha avuto origine nel 2013, con

la missione di sviluppare, a livello internazionale, un metodo standard di contabilità e rendicontazione

delle perdite e sprechi alimentari e di promuovere la sua adozione in modo che i singoli soggetti siano

meglio informati e motivati ad adottare le misure necessarie per ridurre al minimo il FLW. Tra coloro

che hanno partecipato alla redazione di tale protocollo ci sono agenzie governative, organizzazioni

intergovernative, organizzazioni non governative, aziende e istituzioni accademiche di tutto il mondo.

Un comitato direttivo di esperti ha fornito un contributo tecnico, strategico e ha eseguito un controllo

di qualità durante tutto lo sviluppo dello standard. Tale comitato direttivo è composto dal “Consumer

Goods Forum” (CGF), dalla “Food and Agriculture Organization” delle Nazioni Unite (FAO), dal

progetto europeo “FUSIONS”, dalla “Food and Agriculture Organization of the United Nations”

(UNEP), dal “World Business Council for Sustainable Development” (WBCSD), dal documento

“WRAP” (Waste and Resources Action Programme), e dal “World Resources Institute” (WRI).

Nel capitolo 7 del Protocollo, dedicato alla scelta della metodologia di quantificazione, si riporta

l’elenco e una breve spiegazione dei metodi più comunemente usati per quantificare il FLW (Tabella

4), suddivisi tra metodi di misura diretta/indiretta e metodi di stima attraverso calcoli. Nella prima

tipologia rientrano le metodologie basate sulla misura diretta del FWL (in termini di massa, volume

o numero) oppure sull’acquisizione dei dati in maniera indiretta a partire dai registri o agende

dell’ente che ha generato il FLW o effettuando delle interviste. Qualora non sia possibile avere

accesso ai dati, il FLW può essere stimato con calcoli, ad esempio effettuando dei bilanci di massa

oppure applicando dei modelli.

L'ente coinvolto nella quantificazione del FWL può scegliere qualsiasi metodo che meglio soddisfi

le sue esigenze e obiettivi, tenendo conto della disponibilità economica/temporale e della possibilità

di accesso ai dati.

23

Tabella 4: Metodi per la quantificazione del Food Loss & Waste (FLW) proposti nel settimo capitolo del Food Loss & Waste Protocol (2016)

METODI DI

MISURA

Un ente può utilizzare

questi metodi se si può

ottenere l'accesso diretto

al FLW o ai registri/diari

di annotazione

METODO DEFINIZIONE

Pesatura diretta Utilizzare un dispositivo di misura per

determinare il peso del FLW

Conteggio

Valutare il numero di elementi che

compongono il FLW e usare il risultato

per determinare il peso

Misura del volume

Valutare lo spazio fisico occupato dal

FLW e usare il risultato per determinare

il peso

Analisi di composizione del

rifiuto alimentare

Separazione fisica del FLW dalle altre

frazioni del rifiuto al fine di determinarne

il peso e la composizione

Registri di dati

Acquisizione di dati che sono stati scritti

o salvati, e che sono spesso raccolti per

motivi diversi dalla quantificazione del

FLW (ad esempio le ricevute di

trasferimento dei rifiuti o i registri di

magazzino)

Diari

Mantenimento di un registro giornaliero

sulla quantità e composizione dei

prodotti sprecati insieme con le cause

dello smaltimento

Sondaggi e interviste

Raccolta di dati sulle quantità di FLW o

di altre informazioni (ad esempio,

atteggiamenti, credenze, comportamenti

in relazione allo spreco alimentare)

ottenute da un gran numero di individui

o enti attraverso una serie di domande

strutturate

STIME TRAMITE

CALCOLI

Bilanci di massa

Si hanno misure in ingresso (ad esempio

il grano in entrata in un silo) e in uscita

(ad esempio prodotti a base di grano

spediti sul mercato), il tutto a fianco di

valutazioni sui cambiamenti dei livelli di

stock e sulle modifiche del peso del cibo

durante la lavorazione

Applicazione di Modelli

Applicazione di un modello matematico

basato sull’interazione di molteplici

fattori che influenzano la generazione di

FLW

Dati proxy

Utilizzo di dati FLW che sono al di fuori

del campo di applicazione dell'inventario

FLW in atto (ad esempio dati meno

recenti, dati di FLW provenienti da un

altro paese o società) per dedurre

quantità di FLW relativamente

all’inventario in atto

24

4.2 Approcci metodologici per quantificare gli sprechi alimentari a livello

familiare

I metodi disponibili nella letteratura esistente per la stima dello spreco alimentare a livello domestico

possono essere grosso modo raggruppati in tre gruppi:

1. misurazione e rendicontazione da parte dei consumatori stessi (questionari o interviste e diari

da cucina);

2. raccolta, selezione e analisi del rifiuto alimentare da parte di soggetti terzi (analisi di

composizione del rifiuto);

3. stime a partire da dati statistici (dati sui rifiuti o sul consumo alimentare).

Ciascun metodo presenta vantaggi e svantaggi, riportati di seguito in accordo con le indicazioni

fornite in diverse fonti bibliografiche (Lebersorger and Schneider 2011; Koivupuro et al., 2012;

Møller et al., 2014; Jӧrissen et al., 2015; Food Loss and Waste Protocol, 2016).

L'attuazione di indagini sulle famiglie (questionari e interviste) è metodicamente semplice, ma in

grado di fornire informazioni utili solo a livello qualitativo. Questo perché le stime quantitative, in

termini di peso del cibo acquistato e scartato dal consumatore, sono molto inclini all’errore dato che

la valutazione è condotta facendo riferimento alla memoria del singolo soggetto. Le esperienze

effettuate insegnano che i consumatori generalmente forniscono delle sottostime, soprattutto in caso

di interviste faccia a faccia, che incrementano il rischio di influenzare l’intervistato. Il soggetto infatti

può tendere a dare “risposte socialmente accettate”, ovvero affermare cose che, secondo lui,

l’intervistatore si aspetta di sentire oppure dare risposte non veritiere dettate dal desiderio di mettersi

in buona luce.

La metodologia dei diari di cucina, in cui sono i partecipanti stessi a quantificare i loro rifiuti

alimentari tramite pesatura e a fornire informazioni riguardo la tipologia e le motivazioni dello spreco,

fornisce in linea di principio dati più robusti. Tuttavia, questo approccio richiede molto tempo alle

persone sottoposte a tale prova e di conseguenza il consumatore può dimenticarsi (volutamente o

meno) di segnalare alcuni elementi scartati. Inoltre, come risultato della partecipazione consapevole,

durante il test si possono verificare dei cambiamenti nella gestione dei prodotti alimentari da parte

dei membri della famiglia. Quello del diario domestico è infine un metodo piuttosto costoso. Di

conseguenza, gli studi che applicano questo approccio sono spesso basati su piccole dimensioni del

campione.

25

Le analisi della composizione dei rifiuti, che vengono effettuate da terzi senza la conoscenza e la

partecipazione attiva delle famiglie, sono considerate il metodo più oggettivo e accurato per

determinare la quantità e la composizione del cibo gettato a livello domestico. La metodologia

presenta tuttavia una serie di svantaggi a cui bisogna porre particolare attenzione:

- assenza di una metodologia standardizzata a livello internazionale e inconsistenza nelle

definizioni utilizzate in letteratura;

- degradazione fisica e biologica del rifiuto intercorrente tra il momento dello smaltimento da

parte del consumatore e lo svolgimento delle analisi. Le caratteristiche del rifiuto al momento

dell’analisi possono rendere difficoltosa la separazione e l’identificazione dei singoli elementi

da parte degli operatori nonché l’acquisizione di informazioni specifiche per una successiva

classificazione;

- i prodotti alimentari che vengono gettati attraverso la raccolta municipale dei rifiuti urbani

sono tracciati, mentre altri percorsi di smaltimento come il compostaggio domestico, lo

smaltimento tramite fognatura e l’alimentazione animale non rientrano nella stima;

- la metodologia non dà alcuna indicazione sulle ragioni e sulle motivazioni dello smaltimento

non prevedendo il coinvolgimento diretto delle famiglie;

- difficoltà associate alla scelta di campioni rappresentativi;

- qualora l’analisi sia effettuata presso gli impianti di trattamento, i campioni saranno composti

da rifiuto urbano che per definizione include non solo il rifiuto domestico ma anche quello

proveniente da piccoli esercizi commerciali (si tratta comunque di una frazione minoritaria).

Il vantaggio della stima basata su dati statistici relativi ai rifiuti urbani o ai prodotti alimentari

è, analogamente all’analisi della composizione dei rifiuti, che può essere eseguita senza il

coinvolgimento dei consumatori. Tuttavia, i risultati sono soggetti a molte incertezze a causa delle

numerose assunzioni effettuate durante i calcoli.

Per la stima dello spreco a partire dai dati sui rifiuti le principali banche dati sono quelle gestite da

Eurostat e dalla FAO. La banca dati di Eurostat riporta dati relativi ai rifiuti di origine animale e

vegetale (classe W09), ma non fornisce un sotto-settore con i dati specificatamente relativi ai rifiuti

alimentari. Inoltre, i dati sui rifiuti sono inseriti dai singoli Stati membri, ma non esiste una

metodologia standardizzata per la raccolta e il trattamento di tali dati. I bilanci alimentari della FAO,

al contrario di Eurostat, sono differenziati in base ai gruppi alimentari. Tuttavia, i fogli danno

informazioni solo sulla produzione alimentare, sulle importazioni ed esportazioni ma non tengono

conto delle perdite nelle diverse fasi della catena alimentare. Così, i calcoli basati su questi dati,

devono tenere conto di una serie di ipotesi relativamente alle percentuali di perdite specifiche per le

26

singole fasi. Infine, è importante sottolineare come i dati statistici non consentano un'analisi delle

ragioni che hanno portato allo smaltimento del cibo.

Riflettendo sui punti di forza e di debolezza dei singoli metodi, di solito si tende ad applicare una

combinazione di approcci diversi per la stima dello spreco alimentare. La combinazione di differenti

approcci metodologici all'interno della stessa attività di ricerca è utile dato che, così facendo, i risultati

forniti da un approccio possono essere confrontati e integrati con i risultati forniti dagli altri.

Van Westerhoven e Steenhuisen (2010), ad esempio, hanno utilizzato nel loro studio sia un sondaggio

online eseguito su 1000 famiglie olandesi, relativamente al loro comportamento nei confronti dei

rifiuti, sia l’analisi della composizione dei rifiuti di 110 famiglie in undici comuni rappresentativi dei

Paesi Bassi. Watanabe (2009) invece ha combinato i risultati di un sondaggio sul cibo acquistato e

scartato da 3586 famiglie scelte casualmente da 300 comuni in Giappone, con stime basate sui dati

statistici relativi alla fornitura di prodotti alimentari e al consumo degli stessi. Gli studi più ampi e

dettagliati sullo spreco alimentare sono stati finora pubblicati da WRAP per il Regno Unito. Per lo

studio WRAP denominato "The Food We Waste", sono state effettuate 2715 interviste a domicilio in

nove località dell’Inghilterra e in due del Galles. Diverse settimane dopo i rifiuti provenienti da 2138

delle famiglie intervistate sono stati raccolti e analizzati (i risultati sono mostrati nel paragrafo 4.3.4).

4.3 Esempi applicativi della metodologia delle analisi merceologiche

In questo paragrafo si riportano alcuni esempi della letteratura esistente relativi alle analisi

merceologiche del rifiuto alimentare sia sul rifiuto residuo che sul rifiuto organico. Per ciascuno

studio sono brevemente descritti gli obiettivi, la metodologia di indagine adottata e i principali

risultati ottenuti.

4.3.1 Edjabou et al. (2016) - Danimarca

Contesto e obiettivi dello studio

L'obiettivo di questo studio è quello di valutare la massa e la composizione della frazione alimentare

scartata dalle famiglie danesi.

Area dell’analisi

E’ stata condotta in Danimarca un’analisi su 12 tonnellate di rifiuto urbano residuo raccolto da 1474

famiglie, in una zona dove non avviene la raccolta dell’organico per via differenziata (i comuni presi

in esame sono stati cinque ovvero Gladsaxe, Helsingør, Odense, Viborg e Kolding).

Metodologia di indagine

27

Dopo la separazione dalle altre frazioni (ad esempio cartoni per bevande, film di plastica, lattine di

metallo e pannolini), il rifiuto alimentare è stato suddiviso in sei classi in relazione all’origine, alla

evitabilità, e all’eventuale lavorazione all'interno di un nucleo familiare.

Innanzitutto il rifiuto alimentare è stato ripartito tra frazione di origine animale o vegetale. Tale

distinzione è stata operata per quantificare il rifiuto idoneo al compostaggio domestico (classe

vegetale), attività favorita nelle municipalità dove è stata messa in atto l’analisi.

Ciascuna delle due classi (prodotti di origine animale o vegetale) è stata quindi ripartita in base alla

evitabilità: rifiuto inevitabile ritenuto comunemente non edibile (gusci di uova, ossa della carne, filtri

usati di bevande calde) e rifiuto evitabile ovvero quei prodotti che le famiglie avrebbero potuto

consumare ma che è stato gettato indipendentemente dalla motivazione. Un prodotto alimentare

intero, compreso di componenti evitabili e inevitabili, è stato classificato come rifiuto alimentare

evitabile. Ad esempio, un pollo contenente sia la parte commestibile che le ossa (inevitabili), così

come una banana intera, composta della polpa commestibile e della buccia, sono stati classificati

come rifiuti alimentari evitabili. Inoltre, le pelli o bucce della frutta o della verdura sono state

classificate come rifiuti alimentari inevitabili, anche se alcune (ad esempio la buccia della mela o

della carota) potrebbero essere mangiate.

Infine, per il rifiuto evitabile è stata introdotta un’ulteriore distinzione tra rifiuti alimentari trasformati

e non trasformati: il rifiuto alimentare non trasformato è considerato tale quando l'intero prodotto

alimentare è stato scartato, mentre tutti gli alimenti che sembrano essere in parte mangiati o processati

(cotti in forno, preparati per il consumo) sono stati catalogati come rifiuti alimentari trasformati.

Per il calcolo delle quantità e della composizione media dei rifiuti alimentari in Danimarca è stato

utilizzato un approccio statistico, attraverso una media ponderata sulla distribuzione della

popolazione danese.

Risultati

I risultati hanno mostrato che il tasso di produzione di rifiuto domestico residuo è di 434 ± 18 kg per

famiglia all'anno, di cui 183 ± 10 kg l'anno (43%) sono rifiuti alimentari. I rifiuti alimentari inevitabili

ammontano a 80 ± 6 kg per famiglia all'anno (44% del rifiuto alimentare prodotto) mentre la frazione

evitabile è di 103 ± 9 kg per famiglia all'anno (56% del rifiuto alimentare complessivo). Il 77% del

rifiuto evitabile (79 ± kg per famiglia all’anno) è gettato non trasformato.

I risultati hanno anche indicato che i rifiuti alimentari evitabili sono stati prodotti dal 97% delle

famiglie sotto indagine, suggerendo che la maggior parte di esse avrebbe potuto evitare o almeno

ridurre la quantità da loro generata. In particolare, i rifiuti evitabili e inevitabili di cibo è più probabile

trovarli nelle case che contengono più di una persona che nelle famiglie con un solo occupante.

28

4.3.2 Lebersorger and Schneider (2011) - Austria

Contesto e obiettivi dello studio

La riduzione dello spreco alimentare è stata definita come uno dei principali obiettivi del programma

austriaco di prevenzione dei rifiuti e per tale motivo diventa essenziale quantificare e classificare il

rifiuto alimentare a livello domestico. A tale proposito, gli autori dell’articolo si sono proposti di

definire una metodologia standard per lo svolgimento delle analisi merceologiche. Tale metodologia

è stata applicata sul rifiuto urbano residuo operando un confronto tra un contesto rurale e quello

urbano.

Area dell’analisi

Lo studio è stato condotto in una regione nel nord-ovest dell'Austria, che copre una superficie di 504

km2 e si compone di una città di 58.500 abitanti e 24 comuni rurali di 66.900 abitanti complessivi.

Metodologia di indagine

Il campionamento del rifiuto è avvenuto a livello domestico, prima della fase di raccolta municipale;

è stata effettuata un’analisi su 137 campioni complessivi (2255 kg), di cui 64 campioni associati al

contesto urbano (1116 kg) e 73 campioni rurali (1139 kg). Il rifiuto residuo è stato innanzitutto

separato in classi merceologiche incluso il rifiuto alimentare. Ciascun elemento del rifiuto alimentare

è stato quindi identificato, pesato e classificato tra le seguenti classi merceologiche: frazione non

evitabile, frazione evitabile (ulteriormente ripartita tra cibo non completamente consumato, cibo

parzialmente consumato e avanzi dai piatti) e frazione non ulteriormente classificabile.

Risultati

In accordo con le analisi svolte, il rifiuto alimentare nell’area è risultato il 25% in massa (33,3

kg/ab/anno) del rifiuto residuo (133 kg/ab/anno) con una differenza significativa tra le zone rurali

(rifiuto alimentare pari al 19%) e la zona urbana (rifiuto alimentare equivalente al 30%).

La percentuale di rifiuto evitabile invece si attesta intorno al 55% in peso indipendentemente dal fatto

che il rifiuto fosse di origine rurale o urbana ed è risultata principalmente composta da verdura (18%

in peso) e pane (15%). Inoltre il 56% della frazione evitabile è stata identificata all’interno

dell’imballaggio di vendita. Nello specifico, la massa dell’imballaggio è stata determinata pesando la

confezione nel caso in cui poteva essere facilmente separata dal contenuto (è stato il caso del 19%

dei prodotti). Per un altro 18%, la massa dell'imballaggio è stata calcolata sulla base delle

informazioni stampate sulla confezione (peso netto del prodotto) e il livello di riempimento corrente

stimato al momento della fase di cernita. Per il restante 19% di prodotti senza alcuna informazione

impressa sulla confezione, il peso della confezione è stata stimato del considerando l'imballaggio di

prodotti simili.

29

4.3.3 Schott (2013) - Svezia

Contesto e obiettivi dello studio

L'Agenzia per la Protezione Ambientale Svedese (SEPA) ha sottolineato come i rifiuti alimentari

siano un settore prioritario in cui intervenire con una sostanziale riduzione. Precedenti studi (Linnè

2007 e SMED 2011) hanno stimato che la quantità di rifiuti alimentari prodotti dai nuclei familiari

svedesi ammonta a 72-100 kg per persona all’anno comportando significativi effetti ambientali.

Secondo uno studio condotto dalla SEPA nel 2011, la produzione dei rifiuti alimentari generati in

Svezia ogni anno corrisponde ad un’emissione di gas serra pari a 2 milioni di tonnellate o più di 220

kg equivalenti di anidride carbonica pro capite per anno. Entrando più nel dettaglio, un precedente

studio effettuato da Sonesson (2005) ha confrontato le emissioni di gas a effetto serra a tre livelli di

preparazione del prodotto ovvero cibo cucinato in casa, semi-preparato e pronto per il consumo. La

conclusione è stata che i prodotti “semi-preparati” e “pronti per il consumo” generano emissioni più

elevate rispetto ad una preparazione casalinga, principalmente a causa della necessità del

confezionamento e dell'uso di energia per il raffreddamento nel settore dei trasporti e dei

supermercati. Quando si parla di riduzione degli sprechi alimentari è quindi importante analizzare

anche l’origine di tali prodotti.

Inserendosi all’interno di tale contesto, lo studio si è prefissato lo scopo di valutare il potenziale di

prevenzione del rifiuto alimentare associato alle famiglie svedesi attraverso un'indagine sulla quantità

dei rifiuti alimentari evitabili attualmente smaltiti. L’indagine ha considerato due differenti tipologie

di abitazione (case multifamiliari e monofamiliari) per investigare eventuali differenze.

Area dell’analisi e Metodologia di indagine

Il potenziale relativo alla prevenzione dei rifiuti alimentari prodotti dalle famiglie svedesi è stato

indagato attraverso 24 analisi di composizione del rifiuto in 10 differenti comuni svedesi. In tutte le

analisi, i rifiuti alimentari smaltiti sono stati ripartiti tra rifiuto evitabile e inevitabile.

Le analisi sulla composizione del rifiuto sono state condotte su un periodo di 13 mesi, consentendo

così di far fronte ad eventuali cambiamenti stagionali in termini di quantità e composizione del rifiuto

alimentare. In 22 dei 24 casi in esame è in vigore la raccolta differenziata del rifiuto organico e sono

state svolte analisi sia sull’umido che sulla frazione residua mentre in due casi le analisi sono state

condotte solo sul rifiuto residuo poiché si tratta di zone in cui non è prevista la raccolta differenziata

dell’organico.

È stata utilizzata la stessa metodologia di analisi in tutte le occasioni. La separazione del rifiuto è

avvenuta in maniera manuale ed è stata eseguita sul rifiuto umido senza una vagliatura preventiva. In

questo metodo la frazione organica è stata dapprima divisa in sole due frazioni: rifiuti alimentari e

rifiuti da giardino. Successivamente, al fine di studiare la composizione dei rifiuti alimentari nel

30

dettaglio, è stata fatta una suddivisione aggiuntiva tra rifiuti alimentari evitabili e inevitabili. Sono

stati ottenuti risultati separati per le case plurifamiliari e le case unifamiliari, e quindi un valore

complessivo per la Svezia facendo uso di statistiche nazionali in riferimento alle quantità e al tipo di

abitazione.

Risultati

Per quanto riguarda la prima analisi (24 analisi merceologiche), la quantità complessiva di rifiuti

alimentari riscontrata è variata tra 1,8 e 5,4 e 2,1 e 4,1 kg per famiglia in una settimana rispettivamente

in abitazioni multifamiliari e monofamiliari. In media, sempre tenendo conto dei due differenti

contesti abitativi, sono stati raggiunti i valori di 3,2 e 3,8 kg per famiglia a settimana. I risultati

mostrano inoltre che, in media, il 34% dei rifiuti alimentari prodotti è evitabile. Anche in questo caso,

c’è una differenza significativa a seconda del tipo di abitazione a cui si fa riferimento. La frazione

evitabile tra i residenti nelle abitazioni multifamiliari ha raggiunto il 42% mentre è pari al 26% nelle

case monofamiliari. Sulla base di questi dati e la distribuzione delle abitazioni unifamiliari e

multifamiliari in Svezia, è stato calcolato che la quantità di rifiuti alimentari evitabili prodotta nella

nazione corrisponde a circa 280’000 tonnellate su base annua.

4.3.4 WRAP (2007) – Regno Unito

Contesto e obiettivi dello studio

WRAP è un’organizzazione che supporta gli individui, le aziende e gli enti locali a ridurre i rifiuti e

a riciclare di più, promuovendo un uso migliore delle risorse e contribuendo ad affrontare il problema

dei cambiamenti climatici. Nata come una società no-profit nel 2000, WRAP è sostenuta dai

finanziamenti governativi di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Quando WRAP ha iniziato

a lavorare sui rifiuti alimentari nel 2004 c'erano informazioni molto limitate sulla quantità e la

composizione di tale rifiuto ma una buona conoscenza dei due aspetti appena citati, unitamente al

motivo per cui i rifiuti alimentari sono prodotti, è fondamentale al fine di ridurne la produzione a

livello domestico. Sulla base di tali presupposti, WRAP ha lanciato un importante programma di

ricerca nel 2005, che si ritiene essere il primo nel suo genere in tutto il mondo, per analizzare la

natura, la portata, l'origine e le cause dei rifiuti alimentari post-consumo. Tale programma consiste in

una serie di attività legate tra loro:

- uno studio qualitativo ed etnografico per indagare le cause dello spreco alimentare;

- uno studio pilota per valutare la possibilità di analizzare la portata, la composizione e l'origine

dei rifiuti alimentari attraverso analisi merceologiche del rifiuto che prevedono la raccolta del

campione, la separazione del rifiuto alimentare e la sua classificazione e pesatura;

31

- un’analisi basata sulla tecnica dei diari da cucina per quantificare l’ammontare e la tipologia

di ciò che viene scartato dalle famiglie e relazionarlo con le cause dello smaltimento.

Metodologia di indagine

Per quanto concerne lo studio pilota sulle analisi merceologiche, l’analisi è iniziata nel luglio 2007

con una fase di interviste a domicilio entro nove autorità locali in Inghilterra e due in Galles. Nello

specifico sono stati intervistati 2715 capifamiglia e successivamente la raccolta dei rifiuti è avvenuta

presso 2138 famiglie tra quelle selezionate. Non è stato possibile effettuare l’analisi in Scozia nel

2007, mentre l’Irlanda del Nord non è attualmente coperta dal lavoro del WRAP sui rifiuti alimentari;

tuttavia, i risultati ottenuti in Inghilterra e nel Galles sono stati estesi per coprire anche l'Irlanda del

Nord e la Scozia al fine di fornire un quadro completo della situazione nel Regno Unito. Ci sono

prove specifiche che il consumo di cibo può variare a seconda della nazione del Regno Unito; la

ricerca che verrà eseguita in Scozia e in Irlanda del Nord dovrebbe gettare un po’ di luce su questo.

Nel frattempo, si è ipotizzato che nelle due nazioni appena citate la natura dei rifiuti alimentari sia la

stessa dell’Inghilterra e del Galles. Le aree di indagine sono state selezionate in base a fattori

economici e sociali al fine di garantire un campione statisticamente valido a livello di Inghilterra e

Galles.

A tutti i capifamiglia all'interno delle aree selezionate è stata consegnata a mano una lettera che ha

fornito informazioni sugli obiettivi di ricerca (compreso il fatto che i loro rifiuti sarebbero stati

raccolti per l'analisi) e i contatti in caso di ulteriori domande.

Decorso un periodo di almeno due settimane dal momento della consegna della lettera di invito, è

stata effettuata un’intervista presso tali famiglie. In particolare, la persona che comunemente si

occupa della dispensa e della fornitura di cibo è stata intervistata ponendole domande specifiche in

relazione allo spreco alimentare. Trascorso un minimo di quattro settimane dall'intervista, per

consentire eventuali cambiamenti di comportamento temporanei prima del ritorno alla normalità, è

stata effettuata la raccolta del rifiuto indifferenziato ed organico (solo nelle aree in cui è prevista la

raccolta differenziata) presso 2138 utenze domestiche. I rifiuti sono stati trasmessi alla società di

analisi, che li ha catalogati con un codice identificativo univoco per ogni famiglia.

Durante la fase di analisi del rifiuto, un team di operatori ha separato da ogni sacco i rifiuti alimentari,

compresi gli elementi non commestibili, come pellame e ossa. A ciascun elemento è stata quindi

assegnata una specifica classe di prodotto (ad esempio “carne e pesce”, “prodotti di panetteria”) ed

una determinata categoria di cibo (ad esempio “fresco o crudo” o “cotto in casa” o “preparato”) ed il

rifiuto è stato pesato. Infine, le informazioni e il peso per ogni alimento sono state riportate su un

foglio assegnando ad ogni voce un punteggio di “evitabilità”: elemento evitabile, possibilmente

evitabile e non evitabile.

32

Risultati

Utilizzando i dati ricavati dall’analisi dei rifiuti conferiti dai 2138 nuclei familiari, è risultato che il

peso annuo stimato di rifiuti alimentari raccolti dalle case del Regno Unito è di 5,4 milioni di

tonnellate. Questa è una stima dei rifiuti alimentari derivanti dalla raccolta della frazione residua e

dalla raccolta differenziata dell’organico. Il dato paragonabile derivato dai calcoli teorici del WRAP

è di 5,9 milioni di tonnellate. Dato che questo studio non copre eventi insoliti che generano più rifiuti

alimentari, come il Natale e altre feste, e che il campione non ha incluso alcuni elementi della

popolazione (ad esempio, le famiglie che vivono in appartamento), questo valore può essere

considerato particolarmente vicino. La maggior parte del rifiuto gettato è risultato evitabile (61%) e

circa la metà di tale frazione è rappresentata da cibo fresco o minimamente processato. Entrando

ulteriormente nei dettagli, l’elemento più sprecato del rifiuto evitabile sono risultate le patate seguite

dalle croste di pane.

4.3.5 Progetto VALORGAS (Valorisation of food waste to biogas)

Contesto e obiettivi dello studio

Il progetto VALORGAS è stato un progetto di durata triennale (2010-2013), finanziato dal Settimo

Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico e coordinato dall’Università del

Southampton in collaborazione con altri 12 partner. Tale progetto si è proposto come obiettivo

principale quello di ottimizzare il processo di digestione anaerobica del food waste in modo da fornire

raccomandazioni per una migliore valorizzazione di questa fonte energetica. Il progetto ha incluso

attività di laboratorio e di modellazione di specifici processi, analisi chimico-fisiche sul rifiuto in

ingresso, studi di fattibilità e di analisi del ciclo di vita, monitoraggio di impianti.

Area dell’analisi e metodologia di indagine

All’interno del progetto sono state effettuate analisi di composizione del rifiuto organico con

l’obiettivo di fornire indicazioni sulla natura e le proprietà di questo rifiuto e individuare eventuali

variazioni geografiche nella composizione che potessero influenzare il processo nei diversi Paesi. Le

analisi sono state effettuate in:

- Inghilterra: 35 analisi di composizione del rifiuto in 12 differenti località;

- Finlandia: analisi su un campione prelevato presso un impianto di digestione anaerobica nel sud-

est della Finlandia;

- Portogallo: sono state effettuate 5 analisi merceologiche sui rifiuto organico domestico raccolto

per via differenziata;

- Italia: analisi su un campione di rifiuto in ingresso ad un impianto di digestione anaerobica a

Treviso. Il campione rappresentativo (25 kg) è stato ottenuto attraverso la tecnica della quartatura.

33

Risultati

Analizzando con particolare attenzione i risultati relativi all’analisi merceologica effettuata presso

l’impianto di Treviso, la quantità di rifiuto alimentare nella frazione organica è risultata pari al 47%

in peso, mentre il rimanente 53% è stato classificato come frazione verde (15%), carta (14%), frazione

estranea (principalmente imballaggi in plastica, film e vetro; 3%), borse biodegradabili (3%),

pietre/semi e materiali fibrosi (5%) e frazione non ulteriormente classificabile (13%). La Figura 5

riporta la composizione dettagliata della frazione alimentare.

Figura 5: composizione della frazione alimentare identificata presso l’impianto di digestione anerobica di Treviso (VALORGAS, 2013)

62,0%3,9%

13,7%

3,0%

4,5%2,2%

1,5%

1,5% 7,7%

COMPOSIZIONE FRAZIONE ALIMENTARE

Scarti di ortofrutta

Prodotti ortofrutticoli interi

Pasta/riso/farina/cereali

Pane e prodotti similari

Carne e pesce

Ossa

Gusci di uova

Cibo misto

Altro cibo

34

4.3.6 Sintesi dei risultati

Si riporta nella tabella 5 una sintesi dei risultati degli studi spiegati nei paragrafi precedenti. Nello

specifico si è posta l’attenzione sulla metodologia d’indagine, la percentuale di rifiuto alimentare

presente nel campione analizzato, la percentuale di rifiuto alimentare evitabile e la sua composizione.

Si rimanda alle conclusioni (capitolo 7) per un confronto con i risultati delle analisi oggetto della

Tesi.

Tabella 5: Sintesi dei risultati degli studi presenti in letteratura

Metodologia

d’indagine

% Rifiuto

alimentare

sul totale

% Rifiuto

alimentare

evitabile

Composizione

rifiuto

alimentare

evitabile

Edjabou et al. –

Danimarca

Analisi su campione di

rifiuto indifferenziato 43% 56% -

Lebersorger and

Schneider - Austria

Analisi su campione di

rifiuto indifferenziato 25% 55%

Verdura (18%)

Pane (15%)

Schott – Svezia Analisi su campione da

raccolta differenziata - 34% -

WRAP – Regno Unito

Interviste a domicilio

+

analisi su campione da

raccolta differenziata

- 61% Patate e pane

Progetto VALORGAS -

Treviso

Analisi su campione da

raccolta differenziata 46,8% -

Ortofrutta

(62%)

35

5. Attività di Ricerca: analisi dei rifiuti alimentari presenti nel

rifiuto residuo

5.1 Obiettivi generali dell’attività di ricerca del Progetto REDUCE

Obiettivi specifici della Tesi

La presente tesi di Laurea rientra all’interno dell’attività di ricerca del Progetto REDUCE volta a

definire delle modalità di stima quali-quantitativa del rifiuto alimentare presente nel rifiuto urbano,

in particolare nella frazione da raccolta indifferenziata (rifiuto urbano residuo) e nella frazione

organica da raccolta differenziata. L’obiettivo finale è quello di predisporre una metodologia

standard per la classificazione e quantificazione del rifiuto alimentare da integrare nelle analisi

merceologiche abituali di queste due frazioni. A tale scopo l’attività è svolta in stretta

collaborazione con il CIC (Consorzio Italiano Compostatori), che effettua analisi periodiche della

frazione organica in ingresso a impianti di compostaggio e digestione anaerobica, e con il Conai

(Consorzio Nazionale Imballaggi) che svolge invece le analisi sul rifiuto urbano residuo conferito ai

termovalorizzatori. L’attività di ricerca, che si svilupperà nel corso di due anni (Dicembre 2015 -

Dicembre 2017), si propone inoltre di effettuare delle valutazioni preliminari dei potenziali impatti

ambientali associati ai rifiuti alimentari evitabili, secondo un’ottica di ciclo di vita (Life Cycle

Thinking). Si restituiranno, in particolare, indicatori di impatto per kg della specifica frazione, così

da creare consapevolezza nel cittadino dell’impatto ambientale associato allo spreco alimentare.

Questo lavoro di tesi si è focalizzato sulla prima parte dell’attività di ricerca, ovvero sulla

definizione di una metodologia per la classificazione e quantificazione del rifiuto alimentare nella

frazione da raccolta indifferenziata (capitolo 5) e nel rifiuto organico raccolto per via differenziata

(capitolo 6). Gli obiettivi specifici del lavoro di tesi sono qui di seguito elencati:

- comprendere la procedura abituale di svolgimento delle analisi da parte di Conai e del CIC;

- definire e integrare una proposta metodologica per la classificazione e quantificazione del rifiuto

alimentare nelle due frazioni di rifiuto (formulazione di procedure standard per lo svolgimento

delle analisi presso gli impianti e valutazione di possibili classificazioni del rifiuto alimentare in

classi merceologiche);

- testare la metodologia per valutare i dati acquisibili nonché eventuali limitazioni pratiche del

metodo;

- acquisire informazioni quantitative sul rifiuto alimentare conferito nei diversi impianti, allo

scopo di creare una banca dati che consenta di effettuare valutazioni comparative tra differenti

36

bacini di conferimento.

Il manuale di quantificazione dello spreco alimentare proposto nel contesto del progetto europeo

FUSIONS (Tostivint et al., 2016) e il protocollo sullo spreco e le perdite alimentari del World

Resources Institute (2016) sono stati principalmente considerati come quadro di riferimento

metodologico.

5.2 Campagna di analisi sul rifiuto residuo

Per quanto concerne il rifiuto indifferenziato, nella primavera dell’anno 2016 è stata effettuata, in

stretta collaborazione con Conai, una campagna di analisi merceologiche. Tale campagna è stata

svolta presso otto termovalorizzatori, scelti secondo i seguenti criteri:

- termovalorizzatori che trattano principalmente rifiuto urbano residuo non pretrattato (impianti

dotati di forno a griglia). Il rifiuto pretrattato non risulta infatti idoneo per le nostre analisi in

quanto il pretrattamento implica una fase di triturazione del materiale che renderebbe molto più

difficile il riconoscimento dei singoli elementi nel campione. Inoltre, qualora venisse incluso un

trattamento biologico, le caratteristiche della frazione organica inevitabilmente cambierebbero

(riduzione del contenuto di umidità e degradazione del carbonio rapidamente biodegradabile);

- impianti localizzati in differenti regioni d’Italia (Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte), così

da considerare la variabilità geografica a cui potrebbe essere soggetta la composizione del

rifiuto;

- termovalorizzatori dove le precedenti analisi merceologiche di Conai sul rifiuto residuo in

ingresso hanno mostrato un contributo in peso non trascurabile della frazione scarti alimentari;

- alcuni dei termovalorizzatori con le maggiori capacità di trattamento sul territorio italiano.

5.3 Definizione della metodologia per il rifiuto residuo

5.3.1 Analisi tradizionali sul rifiuto residuo presso i termovalorizzatori (procedura Conai)

Conai effettua con cadenza annuale analisi merceologiche sul rifiuto urbano residuo in ingresso a

ciascun termovalorizzatore. Lo scopo di queste analisi è la stima dei quantitativi di rifiuti da

imballaggio inviati a recupero energetico sul territorio nazionale per verificare l’obiettivo minimo di

recupero stabilito dalla Direttiva 2004/12/CE (almeno il 60% in peso dei rifiuti da imballaggio,

valore da calcolare sull’immesso al consumo, deve essere riciclato o destinato a recupero energetico

a partire dal 31 dicembre 2008; Figura 6).

37

Figura 6: percentuali di riciclo, recupero energetico e recupero complessivo dei rifiuti da imballaggio in Italia anni 2010-2014 (ISPRA, 2015).

La procedura abituale di analisi da parte di Conai consiste innanzitutto nella preparazione di un

campione rappresentativo del rifiuto urbano residuo trattato dall’impianto (mediamente 150-200

kg). A tale proposito, il campione è prelevato dalla fossa tramite benna oppure è composto da sacchi

direttamente scaricati dagli automezzi che conferiscono in impianto, considerando differenti bacini

di utenza. Successivamente il campione viene suddiviso in 16 frazioni merceologiche (Tabella 6)

pesate singolarmente per stabilire la loro percentuale in peso nel campione.

Figura 7: analisi merceologica del rifiuto urbano: separazione manuale del campione nelle 16 frazioni.

64.4% 64.5% 66.7% 66.7% 65.9%

10.4% 9.5% 9.6% 9.8% 11.8%

74.8% 74.0% 76.3% 76.5% 77.7%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2010 2011 2012 2013 2014

Imballaggi a riciclo Imballaggi a recupero energetico

Totale imballaggi a recupero

38

La percentuale in massa dei rifiuti da imballaggio avviati a recupero energetico è calcolata come

somma dei seguenti contributi: imballaggi in alluminio, cellulosici, in plastica e in legno. Per

ciascun impianto, la procedura descritta viene ripetuta su tre diversi campioni nello stesso giorno.

Tabella 6: elenco delle 16 frazioni merceologiche considerate da Conai per la suddivisione del rifiuto urbano residuo.

IMBALLAGGI

IN

ALLUMINIO

Rigido IMBALLAGGI IN VETRO

Semirigido ALTRA

CARTA

Carta grafica

Flessibile Altra carta non imballo

Poliaccoppiato ALTRA

PLASTICA

Sacchi neri

IMBALLAGGI

CELLULOSICI

Cartone teso Altra plastica non imballo

Cartone ondulato ALTRO LEGNO

Contenitore poliaccoppiato (liquidi) ALTRI METALLI (escluso alluminio)

Contenitore poliaccoppiato (non liquidi) ALTRO ALLUMINIO

IMBALLAGGI

IN

PLASTICA

Rigido (bottiglie e flaconi) RIFIUTO

ORGANICO

Rifiuto alimentare

Rigido (altro) Verde/sfalci

Flessibile TESSILI

Poliaccoppiati INERTI

IMBALLAGGI IN LEGNO SOTTOVAGLIO

IMBALLAGGI IN ACCIAIO ALTRO RIFIUTO

5.3.2 Integrazione delle analisi di composizione del rifiuto alimentare

A valle della suddivisione nelle 16 frazioni, in accordo con gli obiettivi dell’attività di ricerca, è

stata svolta un’analisi merceologica di dettaglio sulla frazione rifiuto alimentare, sottocategoria del

rifiuto organico. La procedura di analisi consiste nelle seguenti fasi:

1. pesatura della frazione complessiva;

2. separazione di ciascun elemento identificabile nella frazione;

3. annotazione delle caratteristiche di ogni elemento identificato e pesatura dello stesso (Tabella

7). In particolare, per i prodotti identificati ancora nella confezione di vendita, si registra

dapprima il livello attuale di riempimento (confezione aperta / confezione integra);

successivamente, la confezione e il prodotto contenuto sono pesati separatamente. Qualora la

separazione non sia facilmente praticabile (ad esempio la rimozione completa della panna da

cucina dal suo imballaggio in Tetra Pak o della marmellata da un vasetto in vetro), la stima del

peso dell’imballaggio viene effettuata:

- rilevando il peso netto del prodotto stampato sulla confezione (solo per confezioni integre);

- pesando un imballaggio analogo vuoto;

- effettuando una stima del peso del prodotto contenuto tramite ispezione visiva.

39

Tabella 7: esempio di annotazione delle caratteristiche e del peso degli elementi identificati durante l’analisi merceologica della frazione rifiuto alimentare.

Elemento

identificato

Confezione

di vendita

Altre

caratteristiche

Peso netto

(g)

Peso imballaggio

(g)

Pesca No Intera 90 -

Carne No Bianca, cruda, fette 300 -

Bucce di banana No - 900 -

Ossa di carne No - 400 -

Pane No Pane parz consumato 2100 -

Panini interi 1000 -

Pasta Si (integra, separabile) Confezione da 1 kg 1000 15

Coca Cola Si (aperta, non separabile) Bottiglia in PET da 1L 240 30 (da bottiglia vuota)

4. pesatura della frazione rimanente non classificabile, composta da scarti alimentari il cui stato

di degradazione non permette un’ulteriore caratterizzazione da parte dell’operatore (Figura 8).

Figura 8: esempio di frazione rimanente non classificabile nel rifiuto alimentare.

5.3.3 Classificazione degli elementi identificati in classi merceologiche

La procedura seguita prevede che i singoli elementi identificati durante l’analisi siano classificati in

base al grado di commestibilità del prodotto alimentare (Quested e Johnson, 2009), comprendente 4

categorie:

- rifiuto alimentare evitabile: alimenti e bevande gettati dal consumatore per una qualsiasi ragione

e che in un periodo precedente lo smaltimento sono stati sicuramente commestibili. La categoria

include quindi anche prodotti alimentari ammuffiti o oltre la data di scadenza al momento

dell’analisi;

- rifiuto alimentare possibilmente evitabile: parti di alimenti che alcune persone

convenzionalmente consumano e altre no (ad esempio le bucce di mela o pesca), oppure parti di

alimenti che possono essere consumate solo in funzione della modalità di preparazione e/o

cottura (ad esempio le bucce di patata);

- rifiuto alimentare non evitabile: parti di alimenti e bevande convenzionalmente ritenute non

edibili (ad esempio gusci delle uova, fondi del caffè e ossa);

40

- frazione estranea: porzione del campione composta da elementi identificati ma non inclusi nella

definizione di rifiuto alimentare del progetto Europeo FUSIONS assunta come riferimento

(imballaggi di prodotti alimentari, cibo per animali, medicine e contaminazioni dalle altre

frazioni merceologiche).

La ripartizione degli elementi nelle diverse classi merceologiche è svolta in accordo con le

indicazioni metodologiche definite nel contesto del progetto europeo FUSIONS (Tostivint et al.,

2016) così da non lasciare spazio a interpretazioni soggettive (si vedano alcuni esempi nella tabella

8). Elementi interi includenti diverse classi (ad esempio una banana con la parte interna destinata al

consumo umano e la buccia non edibile oppure il pollo con la carne edibile e la pelle e le ossa non

comunemente mangiabili) sono stati classificati come completamente edibili in accordo con quanto

svolto da altri studi in letteratura (ad esempio Edjabou et al., 2016).

Tabella 8: esempi di parti di cibo edibili, possibilmente edibili e non edibili per alcuni prodotti ortofrutticoli. La lista completa dei prodotti, presa ad esempio per la classificazione, è riportata in Tostivint et al. (2016).

Prodotto Classificazione

Edibile Possibilmente edibile Inedibile

Mela Parte interna Buccia Gambo e torsolo

Agrumi Parte interna Buccia (per dolci) Gambo

Frutti con nocciolo (es. pesca,

albicocca, mango) Parte interna

Buccia di pesca,

albicocche, prugne, …

Nocciolo, buccia di

avocado…

Banana Parte interna - Buccia

Carota/zucchina/cetriolo Parte interna Buccia Parte iniziale/finale/radici

Cipolla Parte interna - Buccia

Piselli Piselli - Bacelli

Patate Parte interna Buccia Germogli

Dopo questa prima classificazione si è ritenuto opportuno caratterizzare ulteriormente il rifiuto

alimentare evitabile, in un’ottica di fornire indicazioni utili alla definizione di specifiche misure

preventive. Sono state quindi considerate le seguenti classificazioni:

classificazione per classe di prodotto: ad esempio frutta e verdura, pane, formaggi;

classificazione in base all’imballaggio: rifiuto alimentare nel proprio imballaggio di vendita

integro, rifiuto alimentare nel proprio imballaggio di vendita aperto e altro rifiuto alimentare

evitabile.

Nella letteratura esistente sono state proposte altre classificazioni ma queste risultano di difficile

applicazione nel nostro contesto a causa dell’alto livello di degradazione del rifiuto e della

mancanza di informazioni sui motivi dello smaltimento da parte del consumatore.

5.4 Applicazione della metodologia presso gli impianti

La campagna effettuata presso i termovalorizzatori ha permesso di verificare la reale applicabilità

della metodologia, nonché di comprendere i dati che possono essere acquisiti con le analisi. I

41

paragrafi successivi riportano, a titolo di esempio, le schede degli impianti A e B con i dati ottenuti

sul campo e la loro relativa elaborazione. Per le schede associate agli altri sei termovalorizzatori si

rimanda all’allegato A.

5.4.1 Impianto A (26/04/2016)

Presso l’impianto A si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella 9).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare del primo

campione. Si è trattato di una prima analisi esplorativa atta a verificare l’efficacia del procedimento

di analisi.

Tabella 9: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto A (prelievo da fossa) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Il primo campione è stato sottoposto ad un’ulteriore analisi merceologica per analizzare la

composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 156,24 156,31 173,40

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 14,42 10,44 13,86

% rifiuto alimentare 9,23 6,68 7,99

Figura 9: esempio di campione di rifiuto residuo prelevato dall’automezzo di raccolta.

Nel primo campione di rifiuto alimentare è stato identificato circa il 50% del materiale costituente

(Tabella 10). Le caratteristiche e il peso di ciascun elemento identificato sono riportate in Tabella

11 mentre le fotografie più significative dei rifiuti alimentari trovati nel campione compaiono in

Figura 10.

Tabella 10: dati generali del primo campione di rifiuto alimentare analizzato presso l’impianto A.

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - FRAZIONE RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 14,42

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 7,27

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 50,43

42

Tabella 11: caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel campione di rifiuto alimentare dell’impianto A.

ELEMENTO PRESENZA IMBALLAGGIO PESO PRODOTTO

NETTO (g)

PESO IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Bucce di arancia

2’120

2’120 Possibilmente evitabile

Carne bianca - non cotta

210

210 Evitabile

Carne rossa - non cotta

605

605 Evitabile

Avanzi di pane

475

475 Evitabile

Orata intera cotta

195

195 Evitabile

Pezzo di salame mangiabile

95

95 Evitabile

Foglie di carciofo esterne

30

30 Possibilmente evitabile

Capsule del caffè non ancora consumate X (non separabile, integre) 210 90 300 Evitabile

Capsule del caffè usate X (non separabile, usate) 497 213 710 Inevitabile

Panna da cucina (tutto il prodotto non consumato) X (non separabile, integra) 400 40 440 Evitabile

Panna da cucina (prodotto parzialmente consumato) X (non separabile, aperta) 120 20 140 Evitabile

Mascarpone (tutto il prodotto non consumato) X (non separabile, integro) 80 20 100 Evitabile

Bottiglietta da 0,5 l di acqua X (non separabile, aperta) 225 15 240 Evitabile

Cibo per gatti parzialmente consumato dentro un

contenitore in alluminio

Contenitore in alluminio

separabile 20 40 60 Frazione estranea

Fette di limone non consumate

60

60 Evitabile

Bucce di limone

270

270 Possibilmente evitabile

Broccoletti cotti

318

318 Evitabile

Nocciolo di avocado

60

60 Inevitabile

Erbette cotte dentro un sacchetto per la conservazione

degli alimenti

Sacchetto per conservazione

alimenti separabile 10 10 20 Evitabile

Wurstel cotto (3/4 di un wurstel intero)

20 - 20 Evitabile

Tortino cotto dentro un sacchetto per la conservazione

degli alimenti

Sacchetto per conservazione

alimenti separabile 115 5 120 Evitabile

Guscio di uovo

4 - 4 Inevitabile

Ossa

60

60 Inevitabile

Insalata confezionata X (separabile; integra) 125 5 130 Evitabile

Scorzonera intera

490

490 Evitabile

TOTALE

7’272

43

Figura 10: immagini di alcuni rifiuti alimentari identificati presso l’impianto A: orata intera cotta, scorzonera intera e confezione di panna da cucina integra.

Importante è ora fare una serie di considerazioni specifiche sugli elementi identificati. Per quanto

riguarda le capsule da caffè (usate e non), sono state pesate 11 cialde di diversi marchi e materiale

per avere un’idea della ripartizione tra caffè contenuto e imballaggio (i risultati sono riportati in

tabella 12). Come si evince dai dati, la parte maggiore è costituita da caffè (70% in media per la

plastica e 80% in media per l’alluminio); per questo motivo si è deciso di ripartire il peso

complessivo delle cialde misurato presso l’impianto (300 grammi per cialde integre e 710 grammi

per cialde usate) come 70% caffè e 30% imballaggio (questo discorso è valido per tutti i campioni

in cui si sono trovate le cialde).

44

Tabella 12: analisi della composizione di 11 cialde per il caffè in plastica e alluminio

Campione Marca Materiale Peso totale Peso imballaggio Peso caffè % caffè

1 MARCHIO 1 PLASTICA

10,3 3,9 6,4 62

2 11 4 7 64

1 MARCHIO 2 PLASTICA

23,8 3,9 19,9 84

2 23,1 4,1 19 82

1 MARCHIO 3 PLASTICA

17,9 5,2 12,7 71

2 17 5,1 11,9 70

1 MARCHIO 4 PLASTICA

33 9 24 73

2 33 7 26 79

1 MARCHIO 5 ALLUMINIO

8,1 1,0 7,1 88

2 5,7 1,0 4,7 82

1 MARCHIO 6 ALLUMINIO 18 3 15 83

Analogamente, per gli altri prodotti confezionati e non separabili dall’imballaggio al fine di

differenziare il peso delle due componenti (prodotto e imballaggio), si sono fatte diverse ipotesi:

- per le confezioni di panna da cucina e mascarpone in cui tutto il prodotto non è stato

consumato, ci si è avvalsi del peso netto espresso sull’imballaggio;

- per la confezione di panna da cucina parzialmente consumata, si è considerato il peso di un

imballaggio simile;

- per la bottiglietta d’acqua (0,5 litri) si è determinato il peso dell’imballaggio come media dei

pesi di 30 bottiglie vuote dal volume di 0,5 litri.

I risultati ottenuti in relazione al campione di rifiuto alimentare analizzato nell’impianto A sono

riportati nelle tabelle 13, 14 e 15. La suddivisione degli elementi identificati per evitabilità (Tabella

13), è stata svolta sulla base del sistema di classificazione proposto da FUSIONS e, in assenza di

indicazioni specifiche su alcuni prodotti (ad esempio le foglie esterne del carciofo) ci si è basati

sull’esperienza degli autori e le abitudini alimentari nel contesto italiano.

Tabella 13: Classificazione per classi di evitabilità degli elementi identificati nel campione

SUDDIVISIONE PER EVITABILITÀ Grammi %

Evitabile 3’753 51,61

Possibilmente evitabile 2’420 33,28

Non evitabile 621 8,54

Frazione estranea (Non cibo) 478 6,57

Totale frazione identificata 7’272 100,00

45

Il dato che sicuramente risalta per l’elevata percentuale è la componente evitabile (si vedrà anche

nei campioni dei prossimi impianti come la situazione sarà analoga). Un peso non trascurabile è

associato anche al rifiuto possibilmente evitabile dovuto alla presenza di bucce di agrumi, frutti

ancora significativamente consumati ad inizio primavera.

E’ stata poi analizzata più in dettaglio la composizione del rifiuto evitabile. Considerando un

raggruppamento per tipologia di alimento (Tabella 14), si osserva che oltre il 50% della frazione

evitabile è risultata costituita da carne, pesce e prodotti ortofrutticoli.

Tabella 14: Suddivisione delle diverse classi di rifiuto alimentare nelle principali tipologie di alimento

Classe Tipologia di alimento Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti simili 475 12,66

Carne e Pesce 1’125 29,98

Latticini e Uova 600 15,99

Frutta e Verdura 1’003 26,73

Bevande 435 11,59

Altro 115 3,06

Totale 3’753 100,00

Possibilmente evitabile

Frutta e Verdura 2’420 100,00

Totale 2’420 100,00

Non evitabile

Carne e Pesce 60 9,66

Latticini e Uova 4 0,64

Frutta e Verdura 60 9,66

Bevande 497 80,03

Totale 621 100,00

Analizzando invece la classificazione basata sull’imballaggio, il dato più interessante è che oltre il

20% del rifiuto alimentare evitabile è stato identificato nella sua confezione di vendita integra.

Questo significa che il consumatore lo ha gettato intero senza nemmeno aprirlo.

Tabella 15: Suddivisione del rifiuto alimentare evitabile per tipo di imballaggio

Rifiuto alimentare

evitabile

Grammi %

Prodotti in Imballaggio integro 815 21,72

Prodotti in Imballaggio aperto 345 9,19

Prodotti senza imballaggio 2’593 69,09

Totale 3’753 100,00

46

5.4.2 Impianto B (27/04/2016)

Presso l’impianto B si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella 16).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare del primo

e del secondo campione.

Tabella 16: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto B (prelievo da fossa) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Il primo campione e il secondo campione sono stati sottoposti ad un’ulteriore analisi merceologica

per analizzare la composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 149,10 151,85 147,31

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 19,89 19,54 19,48

% rifiuto alimentare 13,34 12,87 13,22

Nel primo campione di rifiuto alimentare è stato identificato circa il 40% del materiale costituente

mentre nel secondo campione il 47%.

Tabella 17: Dati generali del primo e del secondo campione di rifiuto alimentare analizzati presso l’impianto B

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 19,89

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 7,86

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 39,51

DATI GENERALI 2° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 19,54

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 9,11

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 46,64

Le caratteristiche e il peso dei singoli elementi identificati sono riportate nelle Tabelle 18 e 19.

47

Tabella 18: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto B

ELEMENTO

(Da primo campione)

PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO (g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Bucce di arancia

100

100 Possibilmente evitabile

Arancia intera

420

420 Evitabile

Spicchio di cipolla

20

20 Evitabile

Avanzi di pane

597

597 Evitabile

Fetta di torta

205

205 Evitabile

Bucce di pomodoro

160

160 Possibilmente evitabile

Baccelli di fagioli

23

23 Inevitabile

Capsula di caffè non ancora

consumata X (non separabile, integre) 436,8 187,2 624 Evitabile

Capsule di caffè usate X (non separabile, usate) 527,8 226,2 754 Inevitabile

Aglio intero

270

270 Evitabile

Spicchi d'aglio

60

60 Evitabile

Finocchi interi

390

390 Evitabile

Pezzi di finocchi edibili

112

112 Evitabile

Gambi di finocchi

85

85 Possibilmente evitabile

Savoiardi confezionati X (separabile, integro) 280 10 290 Evitabile

Schiacciatine confezionate X (separabile, integro) 310 10 320 Evitabile

Limone intero

56

56 Evitabile

Bucce di limone

160

160 Possibilmente evitabile

Fette di mela sbucciata

215

215 Evitabile

48

Formaggio brie non scaduto

96

96 Evitabile

Caramelle confezionate X (separabile, integro) 230 20 250 Evitabile

Grissini confezionati X (separabile, integro) 110 10 120 Evitabile

Pappa per bambini X (non separabile, integra) nd nd 360 Evitabile

Guscio di uovo

35 - 35 Inevitabile

Ossa

200

200 Inevitabile

Foglie di insalata

55

55 Evitabile

Resti di carbonara

100

100 Evitabile

Fette di roast beef cotto

56

56 Evitabile

Zucchero confezionato X (separabile, integro) 255 10 265 Evitabile

Patata intera

100

100 Evitabile

Scarti di gamberi

52

52 Inevitabile

Pancetta confezionata X (separabile, integro) 65 10 75 Evitabile

Pane bianco confezionato X (separabile, integro) 400 Trascurabile 400 Evitabile

Due pacchetti di cracker X (separabile, integro) 50 4 54 Evitabile

Lievito madre confezionato X (separabile, integro) 76 nd 76 Evitabile

Tre mele intere

230

230 Evitabile

Bucce di carote

17

17 Possibilmente evitabile

Pezzo di prosciutto cotto

75

75 Evitabile

Bucce di banana

300

300 Inevitabile

Pezzetti di cioccolato

30

30 Evitabile

Crosta del grana

32

32 Possibilmente evitabile

Pelle di pesce

20

20 Inevitabile

TOTALE

7’859

49

Tabella 19: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel secondo campione di rifiuto alimentare dell’impianto B.

ELEMENTO (Da secondo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Bucce di arancia

978

978 Possibilmente evitabile

Arancia intera

420

420 Evitabile

Pane integrale confezionato aperto X (separabile, aperto) 320 10 330 Evitabile

Avanzi di pane

309

309 Evitabile

Fette biscottate

40

40 Evitabile

Brioches intere

300

300 Evitabile

Fette di pizza

384

384 Evitabile

Capsule di caffè non ancora consumate X (non separabile,

integra) 134,4 57,6 192 Evitabile

Capsule del caffè usate X (non separabile,

usate) 436,8 187,2 624 Inevitabile

Barattolo di cibo per cani parzialmente

consumato X (separabile, aperto) 284 40 324 Non cibo

Bucce d'ananas

154

154 Inevitabile

Pezzi di finocchi

14

14 Evitabile

Polenta cotta

250

250 Evitabile

Fetta di panettone

174

174 Evitabile

Carota intera

40

40 Evitabile

Bucce di limone

96

96 Possibilmente evitabile

Fette di mela sbucciata

39

39 Evitabile

50

Pomodoro spappolato

64

64 Evitabile

Caramella

8

8 Evitabile

Confezione di parmigiano reggiano non

consumata X (separabile, chiusa) 78 10 88 Evitabile

Baccelli di piselli

181

181 Inevitabile

Guscio di uovo

10

10 Inevitabile

Ossa

298

298 Inevitabile

Foglie di insalata

63

63 Evitabile

Spaghetti cotti

400

400 Evitabile

Tortino

220

220 Evitabile

Pezzo di formaggio

135

135 Evitabile

Confezione usa e getta di maionese (2) X (non separabile,

chiusa) 50 10 60 Evitabile

Pane intero

554

554 Evitabile

Pezzo di prosciutto crudo

70

70 Evitabile

Boccette di integratori alimentari1 X (non separabile,

chiusa) 130 nd 130 Non cibo

Olive confezionate X (non separabile,

chiusa) 108 7 115 Evitabile

Carne bianca - non cotta

174

174 Evitabile

Mele intere

260

260 Evitabile

Cotoletta cotta

75

75 Evitabile

1 La ripartizione tra “peso prodotto netto” e “peso imballaggio” non è stata fatta per mancanza di dati (tale situazione non compromette il lavoro dato che gli integratori alimentari non sono stati classificati come spreco alimentare in quanto assimilabili a medicine).

51

Cereali per la colazione in un sacchetto

32 5 37 Evitabile

Bucce di banana

530

530 Inevitabile

Pezzetti di cioccolato

156

156 Evitabile

Bottiglietta da 0,5 l di acqua (parzialmente

consumata)

X (non separabile,

aperta) 425 15 440 Evitabile

Teste di pesce

61

61 Inevitabile

Scarti di crauto

135

135 Possibilmente evitabile

Bucce di patate

100

100 Possibilmente evitabile

Gusci di noci

32

32 Inevitabile

Bucce di zucchine

50

50 Possibilmente evitabile

TOTALE

9’114

Osservazione:

- La presenza del termine “nd” nella tabella 18 significa che non è stato identificato il peso netto del prodotto in quanto l’informazione del peso non era leggibile dall’imballaggio né è stata trovata una confezione simile sul mercato attraverso cui risalire al peso dell’imballaggio (è il caso della pappa per i bambini). Si tratta comunque di un imballaggio in plastica, di peso irrisorio rispetto a quello del prodotto;

52

Si riportano le fotografie più significative dei rifiuti alimentari identificati in entrambe le analisi.

Figura 11: immagini di alcuni rifiuti alimentari identificati presso l’impianto B: scatola integra di grissini, pappa per bambini integra, mela intera, brioches intere e confezioni di parmigiano reggiano intera.

53

Associando ogni singolo elemento all’opportuna classe di evitabilità (Tabella 20), si osserva che in

entrambi i campioni analizzati il rifiuto evitabile rappresenta il maggiore contributo della frazione

identificata (72% e 58% rispettivamente).

Tabella 20: Classificazione per evitabilità degli elementi identificati nel primo e nel secondo campione, impianto B

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 5'659,80 72,02 5'296,40 58,11

Possibilmente Evitabile 554,00 7,05 1'359,00 14,91

Non Evitabile 1'157,80 14,73 1'702,80 18,68

Frazione estranea (Non Cibo) 487,40 6,20 755,80 8,29

Totale frazione identificata 7'859,00 100,00 9'114,00 100,00

I singoli elementi di ogni classe di edibilità sono stati quindi raggruppati in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento (Tabella 21). Nel primo campione, per il rifiuto evitabile,

prevalgono il pane e i prodotti ortofrutticoli, mentre nel secondo campione la composizione del

rifiuto edibile è più varia.

Tabella 21: Suddivisione delle diverse classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (primo campione e secondo campione, impianto B)

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti simili 1'467,00 25,92 1'183,00 22,34

Carne e Pesce 196,00 3,46 319,00 6,02

Latticini e Uova 96,00 1,70 213,00 4,02

Frutta e Verdura 1'928,00 34,06 1'008,00 19,03

Bevande 436,80 7,72 559,40 10,56

Altro 1'536,00 27,14 2'014,00 38,03

Totale 5'659,80 100,00 5'296,40 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 522,00 94,22 1'359,00 100,00

Latticini 32,00 5,78 - -

Totale 554,00 100,00 1'359,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 272,00 23,49 359,00 21,08

Latticini e Uova 35,00 3,02 10,00 0,59

Frutta e Verdura 323,00 28,90 897,00 52,68

Bevande 527,80 46,59 436,80 25,65

Totale 1'157,80 100,00 1'702,80 100,00

54

Infine, classificando il rifiuto alimentare evitabile dei due campioni sulla base dello stato

dell’imballaggio (se presente) per il primo campione si osserva che quasi il 50% del rifiuto evitabile

è stato gettato insieme all’imballaggio di vendita integro (Tabella 22).

Tabella 22: Suddivisione del rifiuto evitabile per tipo di imballaggio campione 1 (sopra) campione 2 (sotto), impianto B

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 1 Grammi %

Imballaggio chiuso 2'572,80 45,46

Imballaggio aperto 0,00 0,00

Prodotti senza imballaggio 3'087,00 54,54

Totale 5'659,80 100,00

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 2 Grammi %

Imballaggio chiuso 370,40 6,99

Imballaggio aperto 745,00 14,07

Prodotti senza imballaggio 4'181,00 78,94

Totale 5'296,40 100,00

55

5.5 Analisi dei risultati

Al termine della campagna di analisi si è proceduto con l’elaborazione dei dati acquisiti in tutti gli

impianti, al fine di poter comparare le informazioni ottenute e trarre le prime considerazioni

generali in relazione alla quantità (Paragrafo 5.5.1) e alla composizione (Paragrafo 5.5.2) del rifiuto

alimentare nel rifiuto residuo.

5.5.1 Quantità del rifiuto alimentare nel rifiuto residuo

Durante le analisi è stata innanzitutto acquisita la percentuale di frazione alimentare nel rifiuto

residuo per i tre campioni di ciascun impianto (24 campioni in totale; Tabella 23). Sono stati quindi

calcolati il valor medio complessivo e la media associata ad ogni termovalorizzatore (Figura 12)

operando un confronto con l’anno 2015. I dati del 2015 sono stati forniti direttamente da Conai

poiché, come detto, le analisi periodiche effettuate dal Consorzio consentono di acquisire il peso di

ciascuna frazione merceologica.

Tabella 23: percentuale di rifiuto alimentare nel rifiuto residuo in ingresso agli 8 inceneritori considerati nella campagna di analisi merceologiche. Si riportano, sia per l’anno 2015 che per il 2016, i valori riferiti ai tre campioni analizzati per ciascun impianto e la

media complessiva dei 24 campioni.

ANNO

2015

Campione

1

Campione

2

Campione

3 ANNO

2016

Campione

1

Campione

2

Campione

3

Impianto A 11 % 12 % 10 % Impianto A 9 % 7 % 8 %

Impianto B 19 % 18 % 6 % Impianto B 13 % 13 % 13 %

Impianto C 30 % 30 % 31 % Impianto C 9 % 12 % 6 %

Impianto D 14 % 20 % 13 % Impianto D 22 % 13 % 11 %

Impianto E 18 % 16 % 25 % Impianto E 12 % 11 % 8 %

Impianto F 30 % 27 % 23 % Impianto F 13 % 30 % 20 %

Impianto G 20 % 16 % 10 % Impianto G 22 % 19 % 23 %

Impianto H 24 % 18 % 21 % Impianto H 30 % 24 % 9 %

MEDIA 24 campioni 19,37 MEDIA 24 campioni 14,87

56

Figura 12: percentuale media di rifiuto alimentare nel rifiuto residuo in ingresso agli 8 inceneritori inclusi nella campagna di analisi merceologiche. Sono riportati i dati per l’anno 2015 e 2016.

Come si evince dalla Figura 12, rispetto all’anno 2015, la percentuale di rifiuto alimentare nel

rifiuto residuo in ingresso a ciascun impianto si è ridotta, con la sola eccezione dell’impianto G.

Anche considerando la media complessiva dei 24 campioni è stata riscontrata una riduzione del

rifiuto alimentare tra l’anno 2015 (19%) e il 2016 (15%). Si tratta di una riduzione significativa in

accordo con un test di ipotesi per la differenza delle medie (Ho: μ2016 = μ2015 e Ha: μ2016 < μ2015)

effettuato considerando un livello di significatività pari a 0.05 (Tabella 24).

Tabella 24: parametri principali del test di ipotesi per la differenza delle medie effettuato in relazione alla percentuale di rifiuto alimentare identificata per l’anno 2015 e l’anno 2016 (Ho: μ2016 = μ2015 e Ha: μ2016 < μ2015). NOTA: il test è stato applicato sapendo

che le osservazioni sono state raccolte in maniera indipendente, assumendo che la distribuzione dei dati sia normale e che le varianze siano omogenee (questa condizione è stata verificata con un test di Fisher per un livello di significatività al 5%).

TEST DI IPOTESI differenza medie anni 2015 e 2016

X (media campione 2016) 14,87%

Y (media campione 2015) 19,37%

n (numerosità dei campioni) 24

SX (deviazione standard campione 2016) 7,04%

SY (deviazione standard campione 2015) 7,09%

SP (deviazione standard media) = √𝑆𝑥

2 + 𝑆𝑦2

2

7,06%

Statistica test osservata t = (𝑋−𝑌)−0

𝑆𝑝 ×√2

𝑛

-2,21

Livello di significatività 0,05

Gradi di libertà 46

Valore del t CRITICO (0,975;46) -2,02

57

La percentuale di frazione alimentare riscontrata nel 2015 e nel 2016 (19% e 15% del rifiuto

residuo) risulta inferiore rispetto ai valori riportati negli articoli della letteratura esistente. Edjabou

et al. (2016) riferiscono una percentuale di frazione alimentare del 43% per un contesto dove non è

attiva la raccolta differenziata dell’organico. Lebersorger et al. (2011) hanno invece lavorato in

un’area dove il rifiuto organico viene separato alla fonte e la frazione alimentare nel rifiuto

indifferenziato è risultata del 25% in peso.

Il valore rilevato nelle nostre analisi è verosimilmente giustificato dal progressivo incremento della

raccolta differenziata del rifiuto organico sul territorio italiano. In accordo con i dati riportati negli

ultimi Rapporti ISPRA sui Rifiuti Urbani, la frazione organica raccolta per via differenziata è infatti

cresciuta dal 9% nell’anno 2007 al 19% nel 2014, ultimo dato disponibile al momento della stesura

della Tesi (Figura 13).

Figura 13: andamento della percentuale di raccolta differenziata del rifiuto organico in Italia (rifiuto organico a RD / produzione complessiva di rifiuto urbano) negli anni 2007-2014 (Rapporto Rifiuti Urbani 2013-2015, ISPRA).

La percentuale ricavata dalle analisi può essere utilizzata per calcolare la quantità annuale di rifiuto

alimentare associata al rifiuto urbano residuo sul territorio italiano. In tabella 25 si riporta una stima

preliminare effettuata sulla base del dato acquisito durante la campagna di analisi e sul dato più

recente di produzione del rifiuto urbano residuo in Italia (Rapporto ISPRA Rifiuti Urbani, Edizione

2015).

Tabella 25: stima preliminare del quantitativo annuale (complessivo e su base pro-capite) del rifiuto alimentare associato al rifiuto urbano residuo in Italia. NOTA: per quanto riguarda la % in peso di frazione alimentare nel rifiuto residuo è stato considerato il

valore delle analisi nell’anno 2015 avendo a disposizione solo il dato di produzione del residuo al 2014.

% in peso di frazione alimentare nel rifiuto residuo (anno 2015) 19,37%

Produzione di rifiuto residuo in Italia (t/anno - dato 2014) 16'248’799

Popolazione italiana (abitanti - dato 2014) 60'795’612

Rifiuto alimentare nel rifiuto residuo (t/anno) 3’147’392

Rifiuto alimentare nel rifiuto residuo (kg/ab/anno) 51,8

Rifiuto alimentare evitabile nel rifiuto organico da RD (kg/ab/anno) 14,65

8,9%

10,311,7%

12,9%

14,3%

16,0%

17,6%19,3%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

% RIFIUTO ORGANICO DA RD IN ITALIA

58

5.5.2 Composizione del rifiuto alimentare nel rifiuto residuo

L’analisi merceologica di dettaglio sulla composizione del rifiuto alimentare è stata effettuata su 14

campioni. Il primo aspetto su cui si deve porre l’attenzione è relativo alla suddivisione tra la

frazione organica identificata e quella rimanente non classificabile. Come si evince dalla Figura 14,

la frazione identificata nelle 14 analisi è oscillata tra il 26% e il 71%, con un valor medio di 52%;

questo significa che in media circa metà campione di rifiuto alimentare non è risultato

identificabile. Questo aspetto rappresenta il limite maggiore della metodologia ed è dovuto a

molteplici fattori. Innanzitutto bisogna annoverare l’inizio dei processi di degradazione biologica

del materiale ad opera dei microrganismi durante l’intervallo temporale intercorrente tra il momento

in cui il soggetto si disfa del prodotto alimentare e l’analisi merceologica in impianto. Di non

minore importanza è il fenomeno della compattazione e miscelazione del materiale che avviene in

tre momenti: durante l’accumulo del rifiuto nel sacco di raccolta, nella fase di trasporto che avviene

con mezzi autocompattatori e infine nella fossa di stoccaggio dell’inceneritore (questa fase non è

prevista qualora il prelievo del campione avvenga direttamente dagli automezzi). Infine, un’esatta

classificazione è resa difficoltosa anche dall’inevitabile mancanza di informazioni pregresse da

parte del consumatore, presenti invece in altre metodologie di indagine come ad esempio i diari da

cucina.

Figura 14: Suddivisione tra frazione identificata e non identificata nei 14 campioni di rifiuto alimentare analizzati.

Nonostante queste limitazioni, la metodologia definita consente comunque di acquisire dati per

migliorare le conoscenze relative alla composizione della frazione alimentare. Considerando la

suddivisione nelle quattro categorie di edibilità (Figura 15), il contributo maggiore in tutti i

campioni è costituito dal rifiuto alimentare evitabile eccezion fatta per tre sole analisi (campione 1

impianto F, campione 2 impianto G e campione 1 impianto H). In particolare, la percentuale in peso

59

sul campione complessivo di rifiuto alimentare è oscillata tra il 14% e il 42% con un valore medio

del 28%. E’ bene sottolineare che questi valori rappresentano una sottostima in quanto sicuramente

una parte della frazione che all’atto dell’analisi non è stata identificata è costituita anch’essa da

rifiuto alimentare evitabile (prevalentemente avanzi dai piatti).

La percentuale media in peso delle altre frazioni di rifiuto alimentare (possibilmente evitabile e non

evitabile) è risultata di gran lunga inferiore (9% e 13% rispettivamente) anche per la maggiore

difficoltà di identificazione da parte degli operatori rispetto agli elementi della frazione evitabile.

Tuttavia, per quanto riguarda il rifiuto non evitabile, negli ultimi tre impianti è stato riscontrato un

contributo in peso sempre maggiore del 14% e con valore massimo del 32% (campione 2, impianto

G). La motivazione di questo incremento è riconducibile al fatto che le analisi sono state effettuate a

inizio estate quando si verifica il consumo di frutta di stagione (angurie e meloni) con buccia non

edibile, di peso significativo e maggiormente identificabile rispetto ad altri elementi non

commestibili.

60

Figura 15: Suddivisione del rifiuto alimentare in classi di evitabilità (% in peso sul campione alimentare complessivo) nelle 14 analisi effettuate.

Il box plot in figura 16 riporta i principali parametri statistici (minimo, 1° quartile, mediana, 3°

quartile e massimo) associati alle 14 analisi per le quattro classi di evitabilità e la frazione non

classificabile. Questa rappresentazione consente di valutare nel suo insieme i valori ottenuti dalla

campagna.

Figura 26: Box plot associati alle 14 analisi merceologiche per le 4 classi di evitabilità e la frazione non classificabile.

61

Come ultima fase è stata analizzata più nel dettaglio la composizione della sola componente

evitabile, in quanto qui è presente il rifiuto alimentare che si può sicuramente prevenire.

Innanzitutto il rifiuto evitabile è stato suddiviso in sei categorie di prodotto: pane e prodotti simili

(schiacciatine, grissini, cracker, …), carne e pesce, latticini e uova, bevande, frutta e verdura e altro

rifiuto evitabile (Figura 17). La composizione del rifiuto evitabile nelle 14 analisi è risultata

variabile ma sempre comunque dominata da prodotti deperibili. Più in dettaglio, tra le classi di

alimento citate, quella che presenta i valori più alti, sia in termini di valore massimo (73,5%) che

medio (32,4%), è la categoria frutta e verdura. La percentuale massima (impianto C - secondo

campione) può apparire eccessiva ma, come si spiegherà meglio nel paragrafo dedicato all’impianto

C nell’allegato A, è dovuta al fatto che il rifiuto deriva da un sacco proveniente probabilmente da

un’attività di ristorazione e ricco di prodotti ortofrutticoli. Anche la categoria pane e prodotti simili

ha presentato un valor medio del 26% nelle 14 analisi, con un contributo superiore al 40% in peso

in quattro campioni.

Figura 17: Composizione della frazione evitabile per classe di prodotto (% in peso sulla frazione evitabile complessiva)

62

Considerando infine una suddivisione della frazione evitabile in base all’imballaggio (Figura 18), si

può constatare come in quasi tutti i campioni la maggior parte dei rifiuti alimentari evitabili è stata

identificata priva dell’imballaggio di vendita (valor medio di 75%). L’unica eccezione si è verificata

nell’impianto E, dove la maggior parte della frazione evitabile è stata trovata nel suo imballaggio di

vendita ancora integro (50% in peso).

Figura 18: Composizione della frazione evitabile in base all’imballaggio di vendita (% in peso sulla frazione evitabile complessiva).

63

6. Attività di Ricerca: analisi dei rifiuti alimentari presenti nel

rifiuto organico

In aggiunta alle analisi sul rifiuto urbano residuo, si è posta l’attenzione sulla FORSU (Frazione

Organica del Rifiuto Solido Urbano) raccolta per via differenziata e generalmente conferita a impianti

di compostaggio o di digestione anaerobica. In dettaglio, sono state effettuate le analisi merceologiche

sul rifiuto organico presso due impianti di compostaggio in Lombardia. Tale attività è stata condotta

in collaborazione con gli operatori del CIC per quanto riguarda il primo impianto (impianto I), mentre

per il secondo (impianto L) si è contattato direttamente il responsabile tecnico e le analisi sono state

eseguite in modo autonomo.

Gli impianti sono stati selezionati in accordo con i seguenti criteri:

- impianti che ricevono prevalentemente rifiuto organico prodotto nella stessa Provincia in modo da

minimizzare il tempo intercorrente tra la produzione del rifiuto e la ricezione dello stesso. Questo

criterio di scelta è giustificato dal fatto che la matrice organica è una frazione fortemente

putrescibile e rapidamente degradabile;

- alcuni impianti con una capacità di trattamento significativa nella Regione di riferimento

(l’impianto L, ad esempio, è stato il terzo impianto di compostaggio per quantitativo trattato in

Lombardia nell’anno 2014; Ispra 2015)

La tabella 26 riassume le caratteristiche della campagna di analisi effettuata sul rifiuto organico.

Tabella 26: Principali caratteristiche della campagna di analisi merceologiche effettuata sul rifiuto organico. La localizzazione del primo impianto rimarrà anonima su esplicita richiesta del gestore.

Impianto Rifiuto trattato (t/anno) Data analisi Analisi effettuate

IMPIANTO I 76’769 (anno 2014) 17/05/2016 2

IMPIANTO L

(Annone di Brianza) 27’715 (anno 2014)

11/10/2016 2

14/10/2016 2

64

6.1 Descrizione della metodologia

6.1.1 Analisi tradizionali sul rifiuto organico presso gli impianti di compostaggio

(procedura CIC)

Nell’anno 2014 gli impianti di compostaggio in Italia hanno trattato 5,295 milioni di tonnellate di

scarto organico (53% frazione umida da raccolta differenziata, 30% rifiuto verde, 10% fanghi e 7%

altro rifiuto organico) producendo 1,33 milioni di tonnellate di compost (dati tratti da Rapporto Rifiuti

Urbani).

Il CIC effettua con cadenza annuale analisi merceologiche sulla FORSU da raccolta differenziata in

ingresso agli impianti di compostaggio con lo scopo di monitorare la qualità delle matrici inviate al

trattamento. Si preparano innanzitutto campioni rappresentativi del rifiuto in ingresso all’impianto

considerando differenti bacini di utenza e successivamente i materiali estranei al processo di

degradazione aerobica, classificati come materiali non compostabili (MNC), sono separati e pesati

per quantificarne il contributo rispetto al campione iniziale.

Le analisi merceologiche effettuate dal CIC nell’anno 2013 hanno rilevato un contenuto medio di

MNC pari al 4,8% in peso, valore in leggero aumento rispetto all’anno 2012 (4,5%). Un terzo delle

impurezze è risultato composto da sacchetti in plastica impropriamente utilizzati per la raccolta

dell’umido (Centemero et al., 2014).

La procedura abituale di analisi da parte del CIC consiste nella preparazione di un campione

rappresentativo del rifiuto organico trattato dall’impianto (mediamente 150 kg). A tale proposito, il

campione è scaricato dagli automezzi che conferiscono in impianto a seguito di raccolta porta a porta

oppure da isola ecologica. Dalla totalità di sacchetti, relativi al singolo paese, l’analisi è condotta su

quelli che sono selezionati in modo casuale dagli operatori.

6.1.2 Analisi di composizione del rifiuto alimentare presso l’impianto

Definizione della metodologia per la quantificazione e classificazione del rifiuto alimentare

Le prime analisi effettuate sul rifiuto organico hanno permesso di acquisire informazioni sulle

caratteristiche della frazione nonché sulle modalità di ricezione del materiale presso l’impianto. Sulla

base di quanto appreso, è stata quindi definita una proposta metodologica per l’acquisizione di dati

quali-quantitativi sulla frazione alimentare del rifiuto organico.

La prima fase della procedura consiste nella preparazione del campione che deve essere

rappresentativo del bacino di utenza dell’impianto. A tale proposito, sono selezionati sacchetti singoli

associati a differenti comuni e raccolti nell’arco della stessa mattinata del campionamento per ridurre

i fenomeni di degradazione (Figura 19). In relazione al quantitativo complessivamente campionato,

trattandosi di analisi preliminari per lo sviluppo della metodologia, si è scelto di lavorare con

65

campioni di peso abbastanza contenuto: 20-30 kg, equivalenti a circa 10 sacchetti1. Qualora la

metodologia diventasse effettivamente routinaria, il peso del campione potrebbe sicuramente

aumentare in base al numero di operatori, agli obiettivi specifici dell’analisi e alle disponibilità

dell’impianto.

Figura 19: scarico della FORSU da raccolta differenziata nella fossa di ricezione dell’impianto (A) e relativo accumulo dei sacchetti in fossa (B).

La prima parte dell’analisi sul campione consiste nella separazione del rifiuto alimentare dagli altri

componenti del rifiuto organico (Figura 20). A tale proposito ogni sacchetto viene pesato, aperto e il

suo contenuto è separato in 4 classi:

frazione estranea: elementi appartenenti ad altre frazioni merceologiche e gettati nell’organico

per errore o negligenza. In base alle prime analisi si tratta soprattutto di imballaggi associati al

rifiuto alimentare e sacchetti di plastica impropriamente utilizzati per la raccolta domestica;

rifiuto alimentare;

altro organico: elementi correttamente conferiti nella frazione umida ma che non costituiscono

rifiuto alimentare (principalmente fiori recisi, piante da vaso, foglie in piccole quantità, tovaglioli

e fazzoletti di carta non stampati);

frazione rimanente non classificabile: rifiuto il cui stato di degradazione non permette un’ulteriore

caratterizzazione da parte degli operatori.

1 Solo in un’analisi il peso del campione è stato inferiore per esigenze specifiche dell’impianto.

A B

66

Figura 20: Apertura del sacchetto di rifiuto organico da raccolta differenziata (A) e separazione del contenuto in quattro classi: frazione estranea (B e C), altro organico (D), rifiuto alimentare (E) e frazione rimanente non classificabile (F).

Una volta separato il rifiuto alimentare dal resto, ogni elemento di tale frazione è pesato e le sue

caratteristiche, ovvero la classe di prodotto, lo stato fisico e il peso sono annotate (si veda a titolo di

esempio la Tabella 27).

Tabella 27: Esempio di annotazione degli elementi del rifiuto alimentare identificati durante l’analisi merceologica.

Elemento identificato Caratteristiche Peso netto (g)*

Brioche Intera, non consumata 136

Carne Fetta di carne rossa e cruda 402

Bucce di agrumi - 416

Bucce di zucca - 122

Fondi del caffè - 245

Mela Fetta di mela sbucciata -

Pane con uvetta Due panini interi 296

* Peso complessivo di tutti gli elementi della stessa tipologia.

67

Classificazione degli elementi del rifiuto alimentare in classi merceologiche

La procedura seguita prevede che i singoli elementi di rifiuto alimentare identificati durante l’analisi

in impianto siano aggregati in classi merceologiche (rifiuto alimentare evitabile, possibilmente

evitabile e non evitabile). Dopo questa prima classificazione si è proceduto con un’ulteriore

caratterizzazione del rifiuto evitabile per una migliore definizione delle misure preventive.

Come per le analisi relative al rifiuto urbano residuo, la frazione evitabile è suddivisa in base alla

classe di prodotto (pane e prodotti simili, frutta e verdura, carne e pesce, latticini e uova, bevande,

pasta/riso/cereali e altro rifiuto evitabile). La classificazione relativa alla tipologia di imballaggio

(rifiuto evitabile in imballaggio integro, chiuso o sfuso) non è invece considerata in quanto nel rifiuto

organico non sarebbe lecito conferire il prodotto all’interno del proprio imballaggio di vendita. Nella

pratica è stata riscontrata qualche volta la presenza di materiale estraneo (Figura 17 B e C); non è

stato però considerato perché il quantitativo era ridotto e mai il rifiuto alimentare è stato trovato chiuso

all’interno dell’imballaggio.

68

6.2 Verifica e risultati della metodologia presso gli impianti

La campagna effettuata presso gli impianti di compostaggio ha permesso di verificare la reale

applicabilità della metodologia, nonché di comprendere i dati che possono essere acquisiti con le

analisi. I paragrafi successivi riportano, a titolo di esempio, le schede di due analisi effettuate presso

l’impianto L in data 11/10/2016. Per le schede delle altre analisi si rimanda all’Allegato B.

6.2.2 Impianto L (11/10/2016)

Presso l’impianto L sono state svolte le analisi su due campioni di rifiuto organico il giorno

11/10/2016. Ciascun campione è stato innanzitutto ripartito in quattro classi merceologiche: rifiuto

alimentare, frazione estranea, altro organico e frazione rimanente non classificabile. Nel primo

campione di rifiuto alimentare è stato identificato l’84% del materiale costituente, mentre nel secondo

campione il 79%. Il 70% circa di entrambi i campioni è stato classificato come rifiuto alimentare.

Tabella 28: Impianto L (11/10/2016) - Ripartizione del primo e del secondo campione di rifiuto organico tra: rifiuto alimentare, frazione estranea, altro organico e frazione non classificabile.

DATI GENERALI PRIMO CAMPIONE DI RIFIUTO ORGANICO

(kg) (%)

Rifiuto alimentare 13,88 66,32

Frazione estranea 1,33 6,35

Altro organico 2,40 11,46

Frazione non classificabile 3,32 15,87

Campione complessivo 20,92 100,00

DATI GENERALI SECONDO CAMPIONE DI RIFIUTO ORGANICO

(kg) (%)

Rifiuto alimentare 15,46 71,31

Frazione estranea 0,10 0,46

Altro organico 1,61 7,44

Frazione non classificabile 4,51 20,79

Campione complessivo 21,68 100,00

Il rifiuto alimentare separato è stato quindi ulteriormente classificato. Le caratteristiche e il peso dei

singoli elementi di rifiuto alimentare identificati sono indicate nelle Tabelle 29 e 30. In Figura 21 si

riportano anche alcune fotografie significative delle analisi.

69

Tabella 29: caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati di rifiuto alimentare associato al primo campione dell’impianto L. (11/10/2016)

Sacchetto 1 Peso (gr.) Classificazione Sacchetto 4 Peso (gr.) Classificazione

Bucce di agrumi 1499 Possibilmente evitabile Orecchiette crude 512 Evitabile

Agrumi interi 376 Evitabile Panini interi 443 Evitabile

Bucce di carote/bucce di patate 49 Possibilmente evitabile Olive nere 35 Evitabile

Pomodorini interi 170 Evitabile Totale identificato 990

Pezzi finali di zucchina 123 Inevitabile Sacchetto 5

Pelle di pesce 104 Inevitabile Ossa 165 Inevitabile

Filtri del thè usati 54 Inevitabile Avanzi di pane 43 Evitabile

Gusci di gamberi 32 Inevitabile Foglie esterne di finocchio 69 Possibilmente evitabile

Pezzo di pollo cotto 47 Evitabile Gambi di finocchio 137 Possibilmente evitabile

Totale identificato 2’454

Bucce di banana 260 Inevitabile

Sacchetto 2

Bucce di mela 67 Possibilmente evitabile

Bucce di melone 749 Inevitabile Mezza melanzana 110 Evitabile

Banane intere 454 Evitabile Bucce di agrumi 45 Possibilmente evitabile

Agrumi interi 210 Evitabile Torsoli di mela 77 Inevitabile

Gambo di sedano 21 Evitabile Foglie di insalata 42 Evitabile

Mezzo limone 25 Evitabile Bucce di mele, carote e patate 1096 Possibilmente evitabile

Avanzi di pane 92 Evitabile Totale identificato 2’111

Pezzi di carne cotta 56 Evitabile Sacchetto 6

Foglie di prezzemolo 5 Evitabile Bucce di fichi d'india 276 Inevitabile

Bucce di patate 123 Possibilmente evitabile Fette di carne cruda 296 Evitabile

Bucce di carote 15 Possibilmente evitabile Avanzi di pane e panini interi 291 Evitabile

Fette di limone non usate 17 Evitabile Savoiardi 274 Evitabile

Bucce di cipolla 6 Inevitabile Acini di uva 60 Evitabile

Totale identificato 1’773

Totale identificato 1’197

Sacchetto 3

Sacchetto 7

Panini interi 438 Evitabile Panini interi 598 Evitabile

Fetta di pesce spada 192 Evitabile Filtri del thè usati 12 Inevitabile

70

Due uova intere 124 Evitabile Un uovo intero 60 Evitabile

Bucce di agrumi 647 Possibilmente evitabile Fette di patate 85 Evitabile

Filtri usati del thè 47 Inevitabile Gusci di noce 26 Inevitabile

Patate al forno 169 Evitabile Guscio di uovo 7 Inevitabile

Totale identificato 1’617

Totale identificato 788

Sacchetto 8 Peso (gr.) Classificazione Sacchetto 9 Peso (gr.) Classificazione

Avanzi di pane 141 Evitabile Bucce di banana 211 Inevitabile

Bucce di banana 156 Inevitabile Pezzi di piadina 154 Evitabile

Bucce di agrumi 184 Possibilmente evitabile Torsolo di mela 17 Inevitabile

Torsoli di mela 90 Inevitabile Ossa 62 Inevitabile

Filtri usati del thè 23 Inevitabile Parte finale delle zucchine 62 Inevitabile

Caldarroste 135 Evitabile Guscio di uovo 20 Inevitabile

Pelle del pesce 63 Inevitabile Caffè (ancora consumabile) 300 Evitabile

Gambi di finocchio 17 Possibilmente evitabile Totale identificato 826

Guscio di uovo 63 Inevitabile Sacchetto 10

Noccioli di frutta 34 Inevitabile Cialde del caffè usate 84 Inevitabile

Pezzi di patate cotte 41 Evitabile Torsoli di mela 125 Inevitabile

Pasta cotta 30 Evitabile Bucce di banana 393 Inevitabile

Bucce di mela 80 Possibilmente evitabile Ossa 159 Inevitabile

Totale identificato 1’057

Filtri usati del thè 9 Inevitabile

Gusci di noce 54 Inevitabile

Acini di uva 30 Evitabile

Bucce di patate/carote 210 Possibilmente evitabile

Totale identificato 1’064

71

Tabella 30: caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati di rifiuto alimentare associati al secondo campione dell’impianto L (11/10/2016)

Sacchetto 1 Peso

(gr.)

CLASSIFICAZIONE Sacchetto 7

CLASSIFICAZIONE

Colomba intera 976 Evitabile Foglie esterne e gambi finocchio 237 Possibilmente evitabile

Totale identificato 976

Avanzi di pane 16 Evitabile

Sacchetto 2

Bucce di banane 236 Inevitabile

Bucce di agrumi 53 Possibilmente evitabile Ossa 161 Inevitabile

Avanzi di pane 14 Evitabile Bucce di castagne 60 Inevitabile

Bucce di patate 215 Possibilmente evitabile Filtri usati del thè 21 Inevitabile

Pezzo di focaccia 64 Evitabile Guscio di uovo 20 Inevitabile

Gusci di noce 55 Inevitabile Buccia di cipolla 7 Inevitabile

Ossa 274 Inevitabile Fondo del caffè 19 Inevitabile

Gusci di arachidi 10 Inevitabile Totale identificato 777

Totale identificato 685

Sacchetto 8

Sacchetto 3

Foglie esterne della verza 231 Possibilmente evitabile

Gusci di uova 19 Inevitabile Foglie esterne e gambi del

finocchio

1’177 Possibilmente evitabile

Ossa 118 Inevitabile Bucce di agrumi 74 Possibilmente evitabile

Totale identificato 137

Bucce di cipolla 9 Inevitabile

Sacchetto 4

1 Fragolina di bosco 5 Evitabile

Melanzane intere 1’253 Evitabile Filtri usati del thè 16 Inevitabile

Mezzo limone 82 Evitabile Caldarroste2 65 Evitabile

Acini di uva 300 Evitabile Bordi della pizza 40 Evitabile

Totale identificato 1’635

Totale identificato 1’617

Sacchetto 5

Sacchetto 9

Panini interi 880 Evitabile Verza intera 878 Evitabile

Risotto allo zafferano 510 Evitabile Cetriolo intero 283 Evitabile

2 Rifiuto alimentare caratteristico della stagione in cui è stata svolta l’analisi.

72

1 pomodoro 57 Evitabile Pezzo di focaccia 182 Evitabile

Ravioli crudi 576 Evitabile Buccia di banana 153 Inevitabile

Bucce di banana 75 Inevitabile Fetta di limone 33 Evitabile

Parti finali della zucchina 64 Inevitabile Buccia di arancia 17 Possibilmente evitabile

Fondo del caffè 11 Inevitabile Buccia di melograno 80 Inevitabile

Buccia di cipolla 50 Inevitabile Ossa 69 Inevitabile

Scarti di fagiolini 167 Inevitabile Parte finale delle zucchine 63 Inevitabile

Totale identificato 2’390

Buccia di cipolla 17 Inevitabile

Sacchetto 6

Totale identificato 1’775

Panini interi 229 Evitabile Sacchetto 10

Bucce di patate 673 Possibilmente evitabile Focaccia intera 314 Evitabile

Foglie esterne e gambi di finocchio 312 Possibilmente evitabile Patate 2’500 Evitabile

Mezzo limone 131 Evitabile Foglie esterne del radicchio 177 Possibilmente evitabile

Buccia di melograno 412 Inevitabile Cialde di caffè usate 80 Inevitabile

Buccia di banana 81 Inevitabile Guscio di uovo 34 Inevitabile

Guscio di uovo 19 Inevitabile Gusci di noci 60 Inevitabile

Pasta cotta 50 Evitabile Buccia di cipolla 6 Inevitabile

Totale identificato 1’907

Buccia di agrumi 8 Possibilmente evitabile

Buccia di patate 282 Possibilmente evitabile

Patate arrosto 100 Evitabile

Totale identificato 3’561

73

Figura 21: Esempi di rifiuto alimentare evitabile: patate non consumate, panini interi e colomba ancora nella confezione di vendita

74

Associando ogni singolo elemento del rifiuto alimentare all’opportuna classe di evitabilità (Tabella

31), si osserva che in entrambi i campioni analizzati il rifiuto evitabile rappresenta il maggiore

contributo della frazione (44% e 62% rispettivamente).

Tabella 31: Classificazione per evitabilità degli elementi di rifiuto alimentare analizzati nel primo e nel secondo campione, impianto L (11/10/2016)

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 6'076,00 43,78 9'538,00 61,69

Possibilmente Evitabile 4'238,00 30,54 3'456,00 22,35

Non Evitabile 3'563,00 25,68 2'466,00 15,95

Totale rifiuto alimentare analizzato 13'877,00 100,00 15'460,00 100,00

I singoli elementi di ogni classe di edibilità sono stati quindi raggruppati in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento (Tabella 32). In entrambi i campioni, in tutte e tre le classi

di evitabilità prevale la frazione frutta e verdura. L’unica eccezione è il rifiuto evitabile del primo

campione, dove la percentuale più alta è associata al pane e prodotti simili.

Tabella 32: Suddivisione delle diversi classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (primo campione e secondo campione, impianto L - 10/11/2016)

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Frutta e Verdura 1'980,00 32,59 5'687,00 59,62

Pane e Simili 2'200,00 36,21 1'699,00 17,81

Latticini e Uova 184,00 3,03 0,00 0,00

Carne e Pesce 591,00 9,73 0,00 0,00

Bevande 300,00 4,94 0,00 0,00

Pasta e Riso 542,00 8,92 560,00 5,87

Altro 279,00 4,59 1'592,00 16,69

Totale 6'076,00 100,00 9'538,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 4'238,00 100,00 3'456,00 100,00

Latticini 0,00 0,00 0,00 0,00

Totale 4'238,00 100,00 3'456,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 585,00 16,42 622,00 25,22

Latticini e Uova 90,00 2,53 92,00 3,73

Frutta e Verdura 2'659,00 74,63 1'605,00 65,09

Bevande 229,00 6,43 147,00 5,96

Totale 3'563,00 100,00 2'466,00 100,00

75

6.3 Considerazioni sui risultati

Al termine della campagna di analisi si è proceduto all’elaborazione dei dati di tutti gli impianti, al

fine di comparare le informazioni ottenute dai diversi campioni e trarre considerazioni generali sui

limiti della metodologia e sui dati effettivamente acquisibili (quantità e composizione del rifiuto

alimentare).

6.3.1 Limiti della metodologia

Il limite della metodologia è sicuramente legato, anche in questo caso, allo stato di degradazione del

rifiuto organico in ingresso all’impianto. Tuttavia, rispetto alle analisi effettuate sul rifiuto urbano

residuo, il contributo della frazione non classificabile è risultato inferiore ed è oscillato tra il 7% e il

30% con un valor medio di circa il 19% (Figura 22). La migliore identificazione da parte degli

operatori può essere riconducibile al fatto che l’analisi viene effettuata sacchetto per sacchetto anziché

sul campione alimentare complessivo; si analizza pertanto contemporaneamente una massa inferiore

di rifiuto (3-4 kg alla volta e non 20-30 kg complessivi di rifiuto alimentare). Un’altra motivazione

possibile è che la raccolta differenziata del rifiuto organico è più frequente nell’arco della settimana

(generalmente bisettimanale) rispetto a quella del rifiuto urbano residuo (una volta alla settimana) e

avviene con mezzi che non prevedono la compattazione del materiale.

Figura 22: Suddivisione tra frazione identificata e non identificata nei 6 campioni di rifiuto organico analizzati.

76

6.3.2 Identificazione del rifiuto alimentare nel rifiuto organico da RD

La prima parte dell’analisi merceologica consente di separare il rifiuto alimentare dalle altre

componenti della frazione organica e di quantificarlo (Figura 23). Nelle sei analisi effettuate, la

percentuale di rifiuto alimentare identificato è oscillata tra il 41% e il 77% del campione di organico,

con un valor medio del 59%. Includendo nella stima anche la frazione non classificabile che, sulla

base dell’esperienza acquisita presso gli impianti risulta essere pressoché totalmente di origine

alimentare, il valor medio cresce fino al 78% (intervallo di oscillazione: 59% - 92%).

Figura 23: Ripartizione dei 6 campioni di rifiuto organico analizzati tra: rifiuto alimentare, altro organico, frazione estranea e frazione rimanente non classificabile.

I valori ottenuti sono confrontabili con i dati dell’analisi merceologica effettuata nel 2009 sul rifiuto

organico in ingresso ad un impianto di digestione anaerobica nel trevigiano (Progetto VALORGAS,

paragrafo 4.3.5). In quell’analisi la percentuale di rifiuto alimentare era risultata pari al 47% (60%

includendo anche la frazione rimanente non classificabile).

Come per il rifiuto urbano residuo, la percentuale acquisita durante le analisi può essere utilizzata per

stimare la quantità annuale di rifiuto alimentare associata al rifiuto organico da RD sul territorio

italiano. In tabella 33 si riporta il calcolo effettuato sulla base del dato più recente di produzione del

rifiuto organico da RD in Italia (Rapporto ISPRA Rifiuti Urbani, Edizione 2015). Si noti che si tratta

C1 C2 C1 C2 C3 C4

Impianto I Impianto L

Frazione rimanente nonclassificabile

16,02% 23,13% 15,87% 20,79% 7,36% 30,67%

Frazione estranea 9,78% 17,72% 6,35% 0,46% 8,74% 4,78%

Altro organico 30,88% 17,72% 11,46% 7,44% 6,69% 9,43%

Rifiuto alimentare 43,32% 41,44% 66,32% 71,31% 77,22% 55,12%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

RIPARTIZIONE DEL RIFIUTO ORGANICO IN CLASSI

(% SUL CAMPIONE COMPLESSIVO)

77

di un valore puramente teorico in quanto ottenuto da sole sei analisi per di più tutte relative ad impianti

lombardi.

Tabella 33: Stima della quantità annuale di rifiuto alimentare associata al rifiuto organico da RD sul territorio italiano.

% in peso di frazione alimentare nel rifiuto organico (analisi 2016) 59,12% - 78,10%*

Produzione di rifiuto organico da RD in Italia (t/anno - dato 2014) 5'720’791

Popolazione italiana (abitanti - dato 2014) 60'795’612

Rifiuto alimentare nel rifiuto organico da RD (t/anno) 3'382’132 – 4'467’938

Rifiuto alimentare nel rifiuto organico da RD (kg/ab/anno) 55,60 – 73,50

Rifiuto alimentare evitabile nel rifiuto organico da RD (kg/ab/anno) 12,23 – 16,17

* includendo anche la frazione rimanente non classificabile

6.3.3 Composizione del rifiuto alimentare nel rifiuto organico da RD

Dopo la separazione del rifiuto alimentare dalle altre componenti, gli elementi identificati sono

classificati in tre classi merceologiche: rifiuto alimentare evitabile, possibilmente evitabile e non

evitabile.

Come si può vedere dalla Figura 24, il contributo della componente evitabile nelle sei analisi oscilla

tra l’8,5% e il 44% del campione di rifiuto organico (18% - 62% riferendosi al solo rifiuto alimentare

identificato). Il corrispondente valore medio, pari a 22% del campione di organico, risulta il più

elevato tra le tre categorie (19% per il rifiuto possibilmente evitabile e 17% per il non evitabile).

Figura 24: Suddivisione della frazione alimentare identificata nelle 6 analisi per classi di evitabilità: rifiuto alimentare evitabile, possibilmente evitabile e non evitabile (% sul campione totale di rifiuto organico)

C1 C2 C1 C2 C3 C4

Impianto I Impianto L

Frazione rimanente non classificabile 16,02% 23,13% 15,87% 20,79% 7,36% 30,67%

Frazione estranea 9,78% 17,72% 6,35% 0,46% 8,74% 4,78%

Altro organico 30,88% 17,72% 11,46% 7,44% 6,69% 9,43%

Rifiuto alimentare inevitabile 15,04% 15,34% 17,03% 11,38% 27,74% 18,34%

Rifiuto alimentare poss. evitabile 17,26% 17,57% 20,26% 15,94% 17,53% 26,91%

Rifiuto alimentare evitabile 11,02% 8,52% 29,04% 44,00% 31,95% 9,86%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

SUDDIVISIONE FRAZIONE ALIMENTARE PER EVITABILITÀ

(% SUL CAMPIONE DI ORGANICO)

78

La Figura 25 riporta i principali parametri statistici (minimo, 1° quartile, mediana, 3° quartile e

massimo) associati alla frazione rimanente non classificabile, alla classe altro organico, alla frazione

estranea e al rifiuto alimentare suddiviso tra evitabile, possibilmente evitabile e non evitabile.

Figura 25: Box plot associati alle sei analisi merceologiche per le cinque classi di evitabilità e la frazione non classificabile.

L’ultima analisi svolta riguarda la composizione della componente evitabile, in quanto qui è presente

il rifiuto alimentare che si può sicuramente prevenire. Il rifiuto evitabile è stato suddiviso in sette

classi di prodotto: pane e prodotti simili, carne e pesce, latticini e uova, bevande, frutta e verdura,

riso/cereali e altro rifiuto evitabile (Figura 26). Tra queste classi, quella che ha presentato i valori più

elevati, sia in termini di valore massimo (83% del rifiuto evitabile; 2° campione dell’impianto I) che

medio (61% del rifiuto evitabile), è la categoria frutta e verdura. Questo risultato è dettato da una

duplice motivazione: in primo luogo i prodotti ortofrutticoli necessitano di essere consumati in tempi

brevi e inoltre vengono percepiti dal consumatore come prodotti dal basso valore economico e quindi

si è più propensi a gettarli senza grandi sensi di colpa (a differenza ad esempio dei latticini che costano

di più e se ne trovano meno non consumati all’interno del rifiuto organico). Anche la classe relativa

al pane e prodotti simili ha mostrato un contributo superiore al 27% in peso del rifiuto evitabile in

due analisi (primo campione dell’impianto I e primo campione dell’impianto L).

79

Figura 26: Composizione della frazione alimentare evitabile per classe di prodotto nei 6 campioni analizzati

(% in peso sulla frazione evitabile)

80

7. Conclusioni

Questo capitolo riporta alcune conclusioni generali in relazione alla definizione di una metodologia

per la quantificazione e classificazione del rifiuto alimentare nel rifiuto urbano; esse derivano da

quanto appreso durante le campagne di analisi effettuate.

7.1 Integrazione della metodologia nelle analisi tradizionali e scelta degli

impianti

Le campagne di analisi effettuate sul rifiuto residuo e sul rifiuto organico da raccolta differenziata

hanno permesso di comprendere la procedura routinaria di svolgimento delle analisi merceologiche

e di integrare una proposta metodologica per acquisire dati quali-quantitativi sul rifiuto alimentare.

Per quanto riguarda il rifiuto urbano residuo, le analisi tradizionali di Conai prevedono la separazione

del campione in 16 classi merceologiche, tra cui il rifiuto alimentare, e la loro quantificazione. A valle

della suddivisione in 16 frazioni, è possibile integrare un’analisi di dettaglio sul solo rifiuto alimentare

e acquisire dati in relazione alla sua composizione.

In questa fase iniziale dell’attività di ricerca è stata seguita la campagna di analisi di Conai effettuata

nella primavera del 2016 presso otto termovalorizzatori selezionati in accordo con i seguenti criteri:

termovalorizzatori con forno a griglia che trattano principalmente rifiuto urbano residuo non

pretrattato, localizzati in differenti regioni d’Italia (Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte);

termovalorizzatori dove precedenti analisi merceologiche sul rifiuto in ingresso hanno mostrato

un contributo in peso non trascurabile della frazione alimentare;

termovalorizzatori con elevate capacità di trattamento sul territorio italiano.

La metodologia potrà essere tuttavia estesa al rifiuto urbano residuo in ingresso alle discariche per

rifiuti non pericolosi o a impianti di trattamento meccanico-biologico, in base alle modalità tipiche di

trattamento della frazione indifferenziata nei diversi contesti italiani.

Per quanto riguarda il rifiuto organico da raccolta differenziata, le analisi tradizionali del CIC

valutano la qualità delle matrici in ingresso agli impianti di compostaggio, quantificando il materiale

non compostabile.

Sull’esempio di tali analisi è stata definita una proposta metodologica per un’analisi di dettaglio sul

rifiuto alimentare nel rifiuto organico. La metodologia prevede dapprima una separazione del rifiuto

alimentare dalle altre componenti (altro rifiuto organico, frazione estranea) e successivamente la sua

quantificazione e un’analisi della composizione.

81

Nella prima fase dell’attività di ricerca la metodologia è stata sperimentata presso due impianti di

compostaggio, selezionati in accordo con i seguenti criteri:

impianti che ricevono prevalentemente rifiuto organico prodotto nella stessa Provincia in modo da

minimizzare il tempo intercorrente tra la produzione del rifiuto e la ricezione dello stesso;

impianti con una capacità di trattamento significativa nella Regione di riferimento (Lombardia).

In futuro le analisi potranno essere svolte in altre regioni d’Italia focalizzando l’attenzione anche sugli

impianti digestione anaerobica.

7.2 Limiti della metodologia

Sulla base di quanto appreso durante le campagne di analisi, i principali limiti della metodologia sono

legati allo stato di degradazione del rifiuto da analizzare, alla rappresentatività del campione in esame

e alla mancanza di informazioni sui motivi che hanno portato allo spreco.

Un altro aspetto da prendere in considerazione è legato al personale disponibile ad eseguire questo

tipo di analisi. Il numero attuale di operatori che esegue le analisi merceologiche è sufficiente per

ottenere degli ottimi risultati, ma nel caso in cui si decidesse di integrare anche le analisi sul rifiuto

alimentare sarà necessario prevedere un incremento del personale addetto (sarà da valutare la

convenienza economico-applicativa).

Inoltre bisogna tenere conto del dilungamento dei tempi di analisi, dato che nel caso di impianti di

termovalorizzazione le analisi sul rifiuto alimentare possono essere eseguite solamente dopo che il

rifiuto organico è stato separato dalle altre frazioni mediante la classica merceologica, con

un’ulteriore ripercussione sui costi.

7.2.1 Stato di degradazione del rifiuto analizzato

Il limite principale delle analisi merceologiche è associato alle caratteristiche del rifiuto analizzato,

materiale degradato a causa di fattori biologici (degradazione biologica intercorrente tra la fase di

produzione del rifiuto e il conferimento all’impianto) e fisici (compattazione e miscelazione durante

la raccolta). Questo aspetto si riflette in un contributo significativo della frazione di rifiuto alimentare

non classificabile, soprattutto nelle analisi sul rifiuto urbano residuo.

Nei 14 campioni analizzati per il rifiuto residuo, la frazione identificata di rifiuto alimentare è oscillata

tra il 26% e il 71% con un valor medio del 52%; questo significa che complessivamente circa metà

campione di frazione alimentare non è mai stato classificato.

Ciò è dovuto a molteplici fattori tra cui bisogna annoverare la degradazione biologica ad opera dei

microrganismi intercorrente tra il momento in cui il soggetto si disfa del prodotto alimentare e

l’analisi in impianto. Non di minore importanza è il fenomeno fisico di compattazione e miscelazione

82

che del rifiuto che avviene in tre momenti: durante l’accumulo del materiale nel sacco di raccolta,

nella fase di trasporto che avviene con mezzi dotati di autocompattatori e durante la miscelazione

nella fossa dell’inceneritore (questo processo non è da considerare qualora il campione sia composto

da sacchi direttamente scaricati dai camion di raccolta).

Per il rifiuto organico, il contributo della frazione non classificabile è oscillato tra il 7% e il 31% del

campione con un valor medio del 19%. La migliore identificazione da parte degli operatori può essere

riconducibile al fatto che l’analisi viene effettuata sacchetto per sacchetto anziché sul campione

alimentare complessivo; si analizza pertanto contemporaneamente una massa inferiore di rifiuto (3-4

kg alla volta e non 20-30 kg complessivi di rifiuto alimentare). Un’altra motivazione possibile è che

la raccolta differenziata del rifiuto organico è più frequente nell’arco della settimana (generalmente

bisettimanale) rispetto a quella del rifiuto urbano residuo (una volta alla settimana) e avviene con

mezzi che non prevedono la compattazione del materiale.

7.2.2 Rappresentatività del campione analizzato

La rappresentatività del campione analizzato è sempre stata un aspetto critico nella metodologia delle

analisi merceologiche. La composizione del rifiuto è infatti intrinsecamente soggetta a una variabilità

geografica (anche all’interno della stessa Provincia) e a una variabilità stagionale e perfino giornaliera

(giorni piovosi).

A titolo di esempio, nelle analisi effettuate sul rifiuto urbano residuo si è potuto rilevare una variabilità

stagionale nella composizione del rifiuto alimentare (passaggio dalla stagione primaverile a quella

estiva). Nei campioni analizzati a inizio primavera, il rifiuto alimentare è risultato principalmente

composto dalla frazione evitabile e dalla frazione possibilmente evitabile, costituita prevalentemente

da bucce di agrumi; nelle analisi effettuate all’inizio della stagione estiva, è diventata invece

significativa anche la percentuale di rifiuto alimentare non evitabile, composto soprattutto da bucce

di frutti estivi (angurie e meloni). Anche nelle analisi effettuate in autunno (impianto L) si è potuto

registrare la presenza di prodotti stagionali che non erano stati trovati nei campioni primaverili ed

estivi: gusci di castagne, di melograni e di noci.

7.2.3 Mancanza di informazioni da parte del consumatore

Le analisi merceologiche sono effettuate senza il coinvolgimento del consumatore, ovvero di colui

che ha prodotto il rifiuto alimentare. Se da un lato l’analisi risulta essere più accurata e più oggettiva,

in quanto i consumatori tendono a sottostimare il loro spreco, dall’altro questo aspetto rappresenta un

limite. La mancanza di informazioni pregresse da parte del consumatore impedisce infatti una

conoscenza delle motivazioni alla base dello spreco alimentare e conseguentemente l’applicazione di

83

alcune classificazioni presenti nella letteratura esistente. A tale proposito si raccomanda di associare

le analisi merceologiche effettuate sul rifiuto urbano alla metodologia dei diari da cucina in modo da

avere una visione più completa della questione.

7.3 Dati acquisibili con la metodologia

Nonostante queste limitazioni, la metodologia definita consente di acquisire dati per migliorare le

conoscenze relative alla quantità e alla composizione della frazione alimentare conferita nel rifiuto

urbano residuo e nel rifiuto organico da raccolta differenziata.

7.3.1 Quantificazione del rifiuto alimentare

Le analisi condotte sul rifiuto urbano residuo hanno consentito di osservare come, rispetto all’anno

2015, la percentuale di rifiuto alimentare nel rifiuto residuo si è quasi sempre ridotta.

Il valore rilevato nelle nostre analisi è verosimilmente giustificato dal progressivo incremento della

raccolta differenziata del rifiuto organico sul territorio italiano. In accordo con i dati riportati negli

ultimi Rapporti ISPRA sui Rifiuti Urbani, la frazione organica raccolta per via differenziata è

cresciuta dal 9% nell’anno 2007 al 19% nel 2014, ultimo dato disponibile al momento della stesura

della Tesi.

La percentuale ricavata dalle analisi può essere utilizzata per calcolare la quantità annuale di rifiuto

alimentare associata al rifiuto urbano residuo sul territorio italiano (51,8 kg/ab/anno) e la quantità

annuale di rifiuto alimentare evitabile gettata da ciascun abitante nel rifiuto residuo (14,65

kg/ab/anno).

Come per il rifiuto urbano residuo, la percentuale acquisita durante le analisi può essere utilizzata per

stimare la quantità annuale di rifiuto alimentare associata al rifiuto organico da RD sul territorio

italiano (55,6 – 73,5 kg/ab/anno) e la relativa quantità di rifiuto alimentare evitabile (12,23 - 16,17

kg/ab/anno).

7.3.2 Composizione del rifiuto alimentare

La frazione identificata nelle 14 analisi sul rifiuto urbano residuo è oscillata tra il 26% e il 71% con

un valor medio del 52%; questo significa che in media circa metà campione di rifiuto alimentare non

è stato classificato.

Nelle sei analisi effettuate sul rifiuto organico, invece, la percentuale di rifiuto alimentare identificato

è variata tra il 41% e il 77% del campione di organico con un valor medio del 59%.

84

La maggior frazione identificata nelle analisi sul rifiuto organico è dovuta al fatto che l’analisi viene

effettuata sacchetto per sacchetto anziché sul campione alimentare complessivo.

La metodologia definita ha consentito di acquisire dati per migliorare le conoscenze relative alla

composizione della frazione alimentare. Considerando la suddivisione nelle quattro categorie di

edibilità, il contributo maggiore in tutti i campioni da rifiuto residuo è costituito dal rifiuto alimentare

evitabile, eccezion fatta per tre sole analisi (campione 1 impianto F, campione 2 impianto G e

campione 1 impianto H). In particolare, la percentuale in peso sul campione complessivo di rifiuto

alimentare è oscillata tra il 14% e il 42% con un valore medio del 28%.

La percentuale media in peso delle altre frazioni di rifiuto alimentare (possibilmente evitabile e non

evitabile) è risultata di gran lunga inferiore (9% e 12,5% rispettivamente).

Per quanto riguarda la composizione tra le classi di alimento citate, quella che presenta i valori più

alti, sia in termini di valore massimo (73,5%) che medio (32%), è la categoria frutta e verdura.

Il contributo della componente evitabile nelle sei analisi sull’organico, invece, oscilla tra l’8,5% e il

44% del campione complessivo. Il corrispondente valore medio, pari a 22%, risulta il più elevato tra

le tre categorie (19% per il rifiuto possibilmente evitabile e 17,5% per il non evitabile).

Infine, per quanto riguarda la composizione della componente evitabile, la classe che ha presentato i

valori più elevati, sia in termini di valore massimo (83% del rifiuto evitabile; 2° campione

dell’impianto I) che medio (61% del rifiuto evitabile), è anche in questo caso la categoria frutta e

verdura. Questo risultato è dettato dal fatto i prodotti ortofrutticoli necessitano di essere consumati in

tempi brevi. Anche la classe relativa al pane e prodotti simili ha mostrato un contributo superiore al

27% in peso del rifiuto evitabile in 2 analisi (1° campione dell’impianto I e primo campione

dell’impianto L).

7.4 Confronto dei risultati con gli studi presenti in letteratura

In questo paragrafo vengono evidenziate tramite due tabelle le differenze tra i risultati ottenuti dal

lavoro di analisi di questa Tesi e gli studi europei presenti in letteratura descritti nel capitolo 4.

7.4.1 Analisi sul Rifiuto Residuo

Per quanto riguarda il rifiuto residuo si osserva un valore simile nella percentuale del rifiuto

alimentare con il caso danese mentre la percentuale di evitabile risulta essere la metà dei valori di

entrambi gli studi.

85

Tabella 34: Confronto dei risultati del presente lavoro di analisi con gli studi da letteratura per campioni di rifiuto alimentare presente nel rifiuto urbano residuo

Metodologia

d’indagine

% Rifiuto

alimentare

sul totale

% Rifiuto

alimentare

evitabile

Composizione

rifiuto

alimentare

evitabile

Edjabou et al. –

Danimarca

Analisi su campione di

rifiuto indifferenziato 43% 56% -

Lebersorger and

Schneider - Austria

Analisi su campione di

rifiuto indifferenziato 25% 55%

Verdura (18%)

Pane (15%)

Risultati del presente

studio

Analisi su campione di

rifiuto indifferenziato 40% 28%

Frutta e

Verdura (32%)

7.4.2 Analisi sul Rifiuto Organico

Per quanto riguarda il rifiuto organico si registra ancora un valore più basso (circa un terzo nel

confronto con lo studio realizzato dal WRAP) per il rifiuto evitabile mentre la percentuale di rifiuto

alimentare risulta essere superiore al caso del VALORGAS. Interessante è osservare come la

categoria maggiormente presente nel rifiuto evitabile, sia nello studio condotto a Treviso sia in quello

oggetto della Tesi (svolto in impianti lombardi), è la stessa e praticamente con lo stesso valore.

Tabella 35: Confronto dei risultati del presente lavoro di analisi con gli studi da letteratura per campioni di rifiuto alimentare presente nel rifiuto organico

Metodologia d’indagine

% Rifiuto

alimentare

sul totale

% Rifiuto

alimentare

evitabile

Composizione

rifiuto

alimentare

evitabile

Schott – Svezia Analisi su campione da

raccolta differenziata - 34% -

WRAP – Regno Unito

Interviste a domicilio

+

analisi su campione da

raccolta differenziata

- 61% Patate e pane

Progetto VALORGAS -

Treviso

Analisi su campione da

raccolta differenziata 46,8% -

Ortofrutta

(62%)

Risultati del presente

studio

Analisi su campione da

raccolta differenziata 59% 22%

Frutta e

Verdura (61%)

86

Allegato A

Si riportano in questo allegato i risultati ottenuti dalle analisi sul rifiuto residuo condotte negli

impianti da C a H dato che quelli relativi agli impianti A e B sono stati descritti nel capitolo 5.

Impianto C (28/04/2016)

Presso l’impianto C si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella A1).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare di tutti e

tre i campioni.

Tabella A1: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto C (prelievo da fossa) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Tutti e tre i campioni sono stati sottoposti ad un’ulteriore analisi merceologica per analizzare la

composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 162,93 199,46 197,24

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 14,66 24,47 11,84

% rifiuto alimentare 9,00 12,27 6,00

Nei tre campioni di rifiuto alimentare esaminati la frazione identificata è risultata compresa tra il 26%

(primo campione) e il 63% (secondo campione; Tabella A2).

Tabella A2: Dati generali dei tre campioni di rifiuto alimentare analizzati presso l’impianto C

DATI GENERALI 1° CAMPIONE – RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 14,66

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 3,80

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 25,93

DATI GENERALI 2° CAMPIONE – RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 24,47

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 15,42

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 63,03

DATI GENERALI 3° CAMPIONE – RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 11,84

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 5,69

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 48,08

87

In particolare, tra gli elementi identificati nel secondo campione vi è anche un sacco di rifiuto

alimentare proveniente probabilmente da un’attività di ristorazione e di conseguenza classificato

come rifiuto speciale assimilabile al rifiuto urbano (si veda la figura A1). Dopo aver identificato,

pesato e annotato ogni singolo elemento si sono ottenute le tabelle A3, A4 e A5.

88

Tabella A3: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto C

ELEMENTO

(Da primo campione)

PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO PRODOTTO

NETTO (g)

PESO IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Bucce di arancia

68

68 Possibilmente evitabile

Pasta per lasagne confezionata X (separabile, confezione integra) 190 10 200 Evitabile

Avanzi di pane

321

321 Evitabile

Patate intere

107

107 Evitabile

Bucce di limone

236

236 Possibilmente evitabile

Hamburger di prosciutto confezionati1 X (non separabile, conf. integra) 145 15 160 Evitabile

Spaghetti cotti

203

203 Evitabile

Avanzi di bistecca cotta

40

40 Evitabile

Capsule di caffè usate X (non separabile, usate) 64 27 91 Inevitabile

Bottiglietta da 0,5 l di acqua

(parzialmente consumata)

X (non separabile, aperta) 378 15 393 Evitabile

Foglie verdi del porro

308

308 Inevitabile

Porri commestibili

432

432 Evitabile

Mozzarella confezionata1 X (non separabile, integra) 90 4 94 Evitabile

Guscio di uovo

35

35 Inevitabile

Avanzi di panettone

46

46 Evitabile

Bucce di melone

680

680 Inevitabile

Bucce di banana

70

70 Inevitabile

Vasetto di yogurt aperto2 X (non separabile, aperto) 46 10 56 Evitabile

Bucce di patate

262

262 Possibilmente evitabile

TOTALE

3’802

1 Il peso dell’imballaggio è stato determinato acquisendo il peso netto del prodotto riportato sulla confezione 2 Per quanto riguarda il vasetto di yogurt parzialmente consumato, si è ricavato il peso del prodotto netto come differenza tra il peso lordo valutato in sito e quello dell’imballaggio ottenuto da un vasetto analogo vuoto.

89

Tabella A4: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel secondo campione di rifiuto alimentare dell’impianto C

ELEMENTO

(Da secondo campione)

PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO PRODOTTO

LORDO (g) CLASSIFICAZIONE

Bucce di arancia

1’261

1’261 Possibilmente evitabile

Broccolo intero

527

527 Evitabile

Finocchi interi

1’109

1’109 Evitabile

Mele intere

675

675 Evitabile

Cespi di insalata

608

608 Evitabile

Ciuffi di ananas

710

710 Inevitabile

Carciofini interi

568

568 Evitabile

Bucce di pompelmo

800

800 Possibilmente evitabile

Cipolle rosse intere

304

304 Evitabile

Melanzane intere

766

766 Evitabile

Prezzemolo

759

759 Evitabile

Fragole

105

105 Evitabile

Bucce di limone

405

405 Possibilmente evitabile

Grappoli d'uva

494

494 Evitabile

Patate intere

1101

1101 Evitabile

Bucce di peperoni

613

613 Possibilmente evitabile

Zucchine intere

747

747 Evitabile

Sedano

190

190 Evitabile

Fette di mela

116

116 Evitabile

Ravioli confezionati (scatola aperta) X (separabile, aperta) 700 40 740 Evitabile

90

Carne rossa - cruda

482

482 Evitabile

Barattolo di marmellata X (non separabile, integro) 125 220 345 Evitabile

Avanzi di pane

610

610 Evitabile

Cipolla bianca intera

96

96 Evitabile

Capsule del caffè usate X (non separabile, usate) 127,4 54,6 182 Inevitabile

Bucce di banana

300

300 Inevitabile

Capsula del caffè non usata X (non separabile, integra) 16,8 7,2 24 Evitabile

Foglie di insalata

70

70 Evitabile

Formaggino

18

18 Evitabile

Bucce di melone

231

231 Inevitabile

Bucce di ananas

137

137 Inevitabile

Ossa

155

155 Inevitabile

Bucce di patate

120

120 Possibilmente evitabile

Noccioline

40

40 Evitabile

Guscio d'uovo

15

15 Inevitabile

TOTALE

15’423

91

Tabella A5: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel terzo campione di rifiuto alimentare dell’impianto C

ELEMENTO (Da terzo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Crescenza confezionata X (integra; non separabile) 500 44 544 Evitabile

Avanzi di pane

906

906 Evitabile

Ossa

34

34 Inevitabile

Gusci di cozze

176

176 Inevitabile

Panino intero

63

63 Evitabile

Bucce d'arancia

376

376 Possibilmente evitabile

Peperoni interi

268

268 Evitabile

Carne rossa – cruda

881

881 Evitabile

Pizzette da aperitivo

90

90 Evitabile

Patate intere

173

173 Evitabile

Roast beef cotto

64

64 Evitabile

Pelle del prosciutto

63

63 Possibilmente evitabile

Porri commestibili

407

407 Evitabile

Foglie verdi del porro

242

242 Inevitabile

Bucce di limone

450

450 Possibilmente evitabile

Mezza cipolla bianca

38

38 Evitabile

Mandarini interi

52

52 Evitabile

Zucchine intere

87

87 Evitabile

Bucce di melone

359

359 Inevitabile

Bucce di banana

187

187 Inevitabile

Bustina del thè usata

15

15 Inevitabile

Carote intere

132

132 Evitabile

Peperoncini interi

21

21 Evitabile

Foglie d'insalata

65

65 Evitabile

TOTALE

5’693

92

Figura A1: immagini di alcuni rifiuti alimentari identificati presso l’impianto C: nella foto di sinistra si mostra il sacco catalogato come rifiuto speciale assimilabile al rifiuto urbano, in quella di destra carne rossa cruda.

93

Associando ogni singolo elemento identificato all’opportuna classe di evitabilità (Tabella A6), si

osserva che in tutti i campioni analizzati il rifiuto alimentare evitabile rappresenta il maggiore

contributo della frazione identificata (53%, 66% e 65% in peso).

Tabella A6: Classificazione per identificati nei evitabilità degli elementi tre campioni, impianto C

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2 CAMPIONE 3

Grammi % Grammi % Grammi %

Evitabile 1'998,00 52,55 10'226,80 66,31 3'747,00 65,82

Possibilmente Evitabile 566,00 14,89 3'199,00 20,74 889,00 15,62

Non Evitabile 1'156,70 30,42 1'675,40 10,86 1'013,00 17,79

Frazione estranea (Non Cibo) 81,30 2,14 321,80 2,09 44,00 0,77

Totale frazione identificata 3'802,00 100,00 15'423,00 100,00 5'693,00 100,00

I singoli elementi di ogni classe di edibilità sono stati quindi raggruppati in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento (Tabella A7). Nei tre campioni la composizione della

frazione evitabile risulta variegata anche se al primo posto della graduatoria si trova sempre la

categoria frutta e verdura.

Tabella A7: Suddivisione delle diverse classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento, impianto C

Classe di

edibilità

Tipologia di

Alimento

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Grammi % Grammi % Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti

simili

321,00 16,07 610,00 5,96 969,00 25,86

Carne e Pesce 185,00 9,26 482,00 4,71 945,00 25,22

Latticini e Uova 136,00 6,81 18,00 0,18 500,00 13,34

Frutta e Verdura 539,00 26,98 7'516,00 73,49 1'243,00 33,17

Bevande 378,00 18,92 16,80 0,16 0,00 0,00

Altro 439,00 21,97 1'584,00 15,49 90,00 2,40

Totale 1'998,00 100,00 10'226,8 100,00 3'747,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 566,00 100,00 3'199,00 100,00 826,00 92,91

Carne e Pesce 0,00 0,00 0,00 0,00 63,00 7,09

Totale 566,00 100,00 3'199,00 100,00 889,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 0,00 0,00 155,00 9,25 210,00 20,73

Latticini e Uova 35,00 3,03 15,00 0,90 0,00 0,00

Frutta e Verdura 1'058,00 91,47 1'378,00 82,25 788,00 77,79

Bevande 63,70 5,51 127,40 7,60 15,00 1,48

Totale 1'156,70 100,00 1'675,40 100,00 1'013,00 100,00

94

Infine, classificando il rifiuto alimentare evitabile dei tre campioni sulla base dello stato

dell’imballaggio, se presente, si osserva che oltre il 50% del rifiuto evitabile è stato gettato sfuso

(Tabella A8). Tuttavia nel campione 1 oltre il 20% di rifiuto alimentare evitabile è stato identificato

all’interno della propria confezione di vendita ancora integra.

Tabella A8: Suddivisione del rifiuto evitabile per tipo di imballaggio nei tre campioni, impianto C

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 1 Grammi %

Imballaggio chiuso 425,00 21,27

Imballaggio aperto 424,00 21,22

Prodotti senza imballaggio 1'149,00 57,51

Totale 1'998,00 100,00

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 2 Grammi %

Imballaggio chiuso 141,80 1,39

Imballaggio aperto 700,00 6,84

Prodotti senza imballaggio 9'385,00 91,77

Totale 1’0226,80 100,00

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 3 Grammi %

Imballaggio chiuso 500,00 13,34

Imballaggio aperto 0,00 0,00

Prodotti senza imballaggio 3'247,00 86,66

Totale 3'747,00 100,00

95

Impianto D (05/05/2016)

Presso l’impianto D si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella A9).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare del primo

e del secondo campione. In particolare, per motivi organizzativi, tale analisi è stata effettuata su due

sotto-campioni del rifiuto alimentare complessivo (Tabella A10). La frazione identificata è stata

superiore al 50% in entrambi i casi.

Tabella A9: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto D (prelievo da automezzo) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Due sotto-campioni del primo campione e del secondo campione sono stati sottoposti ad

un’ulteriore analisi merceologica per analizzare la composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 133,17 133,95 134,28

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 28,97 17,29 14,40

% rifiuto alimentare 21,75 12,90 10,72

Tabella A10: Dati generali del primo e del secondo campione di rifiuto alimentare analizzati presso l’impianto D

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare effettivamente sottoposta ad

analisi merceologica (kg)

20,90

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 10,79

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 51,62

DATI GENERALI 2° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare effettivamente sottoposta ad

analisi merceologica (kg)

9,14

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 5,38

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 58,84

Le caratteristiche e il peso dei singoli elementi identificati sono riportate nelle Tabelle A11 e A12.

96

Tabella A11: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto D

ELEMENTO

(Da primo campione)

PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Panini interi

246

Evitabile

Panini interi farciti con salumi

451

Evitabile

Avanzi di pane vuoto

3’015

Evitabile

Avanzi di pane farcito con salumi

212

Evitabile

Brioches intera

70

Evitabile

Avanzi di pizza fatta in casa

532

Evitabile

Pizzette per aperitivo

45

Evitabile

1 focaccina

25

Evitabile

Pezzi di torta salata

293

Evitabile

Pezzo di colomba

158

Evitabile

Confezione di savoiardi

parzialmente consumata3

X (confezione aperta,

separabile)

100

Evitabile

Bucce di arancia e mandarino

681

Possibilmente evitabile

Bucce di banana

1’796

Inevitabile

Bucce di mela

73

Possibilmente evitabile

Bucce di limone

156

Possibilmente evitabile

3 Si è riportato solo il peso del prodotto netto in quanto gli operatori di Conai che hanno eseguito l’analisi merceologica su tutto il rifiuto residuo, durante la stessa, avevano già separato il contenuto dall’imballaggio.

97

Pezzo di mela sbucciato

23

Evitabile

Ciuffo di ananas

204

Inevitabile

Gambi di finocchio

50

Possibilmente evitabile

2 cetrioli interi

578

Evitabile

Noccioli di avocado

84

Inevitabile

Gusci di noci

75

Inevitabile

Noce intera

8

Evitabile

Bucce di pomodoro

40

Possibilmente evitabile

Gambo di peperone

21

Inevitabile

Bevande4 X (non separabile,

parzialmente consumata) 1’098 42 1’140 Evitabile

Bustine di bevande calde usate

108

Inevitabile

Uovo sodo intero no guscio

150

Evitabile

Un lecca lecca incartato X (separabile) 10 3

Evitabile

Confezione monoporzione di

miele5

X (non separabile,

chiuso)

20 5

Evitabile

Grasso e scarti di prosciutto

235

Possibilmente evitabile

Fette di prosciutto cotto

140

Evitabile

Spiedino di carne cotto

40 2 (spiedino)

Evitabile

TOTALE

10’789

4 Non si è potuto distinguere la tipologia di bevanda in quanto gli operatori di Conai, in fase di analisi merceologica sul rifiuto residuo, hanno versato tutti le bevande, in due bottiglie rispettivamente di 1 e 0.5 litri (l’intento era quello di minimizzare l’imballaggio). 5 Il peso dell’imballaggio è stato rilevato dal peso netto di miele stampato sulla confezione

98

Tabella A12: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel secondo campione di rifiuto alimentare dell’impianto D

ELEMENTO

(Da secondo campione)

PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Panino intero 136 136 Evitabile

Avanzi di pane 336 336 Evitabile

Pane sbriciolato 36 36 Evitabile

Bordi e piccoli pezzi di pizza da asporto 54 54 Evitabile

Pezzo di colomba avanzato dentro il

sacchetto di vendita X (separabile, aperto) 362 14 376 Evitabile

Ciambelle dolci dentro l'imballaggio di

vendita (confezione parzialmente

consumata)

X (separabile, aperto) 100 45 145 Evitabile

Bucce di arancia e mandarino 1036 1036 Possibilmente evitabile

Bucce di banana 266 266 Inevitabile

Bucce di limone 250 250 Possibilmente evitabile

Mezzo limone 40 40 Evitabile

1 mela intera 254 254 Evitabile

Snack composto da pezzi di mela (snack

non consumato) X (separabile, integro) 100 3 103 Evitabile

Bucce di arachidi 70 70 Inevitabile

Patate intere 125 125 Evitabile

Bucce di patate 750 750 Possibilmente evitabile

Buccia di cipolla 36 36 Inevitabile

1 pomodorino 11 11 Evitabile

Prezzemolo non consumato 50 50 Evitabile

99

Foglie di finocchio 61 61 Evitabile

Bustine di bevande calde usate 60 60 Inevitabile

Guscio di uovo 29 29 Inevitabile

1 Formaggino intero dentro la bustina6 X (non separabile, integro) 22 2 24 Evitabile

Formaggio primo sale non consumato

dentro l'imballaggio di vendita6 X (non separabile, integro) 155 15 170 Evitabile

Crosta di formaggio cerata 95 95 Inevitabile

Una rotella di liquerizia 10 10 Evitabile

Bustine di zucchero monodose X (separabile, integro) 10 4 14 Evitabile

Ossa di carne 6 6 Inevitabile

Avanzi di carne cotta edibili 512 512 Evitabile

Prosciutto cotto nel sacchetto di vendita7 X (non separabile, integro) 100 8 108 Evitabile

Pezzi di carne cruda edibile 42 42 Evitabile

Semi di girasole tostati in imballaggio

(parzialmente consumati) X (separabile, aperto) 35 9 44 Evitabile

Paté di acciughe - tubetto quasi intero8 X (non separabile, aperto) 35 12 47 Evitabile

Avanzo di insalata di riso dentro

l'imballaggio di vendita X (separabile, aperto) 71 13 84 Evitabile

TOTALE 5’380

6 Il peso netto è stato identificato dal valore riportato sulla confezione. 7 Il peso netto è stato identificato grazie allo scontrino presente sull’imballaggio. 8 Dato che il tubetto è stato trovato parzialmente consumato, si è dapprima annotato il peso netto riportato sul tubo e successivamente dedotta, mediante stima visiva, la quantità riportata in tabella.

100

Associando ogni singolo elemento all’opportuna categoria di evitabilità, anche in questo caso, in

entrambi i campioni il rifiuto evitabile rappresenta la frazione preponderante dell’identificato. Nel

secondo campione tuttavia il rifiuto possibilmente evitabile presenta una percentuale in peso non

trascurabile, principalmente associata alle bucce di agrumi (Tabella A13).

Tabella A13: Classificazione per evitabilità degli elementi identificati nei due campioni, impianto D

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 7'214,00 66,86 2'657,00 49,39

Possibilmente Evitabile 1'235,00 11,45 2'036,00 37,84

Non Evitabile 2'288,00 21,21 562,00 10,45

Frazione estranea (Non Cibo) 52,00 0,48 125,00 2,32

Totale frazione identificata 10'789,00 100,00 5'380,00 100,00

A questo punto si è andati a raggruppare i singoli elementi di ogni classe di edibilità in categorie che

si differenziano per la tipologia di alimenti. Nel primo campione la frazione più rilevante in peso è

senza ombra di dubbio pane e prodotti simili (46%) mentre nel secondo campione la composizione è

più eterogenea (Tabella A14).

Tabella A14: Suddivisione delle diverse classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (primo campione e secondo campione, impianto D)

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti simili 3'286,00 45,55 508,00 19,12

Carne e Pesce 180,00 2,50 654,00 24,61

Latticini e Uova 150,00 2,08 177,00 6,66

Frutta e Verdura 609,00 8,44 591,00 22,24

Bevande 1'098,00 15,22 0,00 0,00

Altro 1'891,00 26,21 727,00 27,36

Totale 7'214,00 100,00 2'657,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 1'000,00 80,97 2'036,00 100,00

Latticini 235,00 19,03 0,00 0,00

Totale 1'235,00 100,00 2'036,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 0,00 0,00 6,00 1,07

Latticini e Uova 0,00 0,00 124,00 22,06

Frutta e Verdura 2'180,00 95,28 372,00 66,19

Bevande 108,00 4,72 60,00 10,68

Totale 2'288,00 100,00 562,00 100,00

101

Infine, classificando il rifiuto alimentare evitabile dei due campioni sulla base dello stato

dell’imballaggio, se presente, si osserva che la maggior parte del rifiuto evitabile è stato gettato senza

l’imballaggio di vendita (Tabella A15). In particolare, il rifiuto identificato nella confezione di

vendita integra risulta inferiore al 15% in peso.

Tabella A15: Suddivisione del rifiuto evitabile per tipo di imballaggio campione 1 (sopra) campione 2 (sotto), impianto D

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 1 Grammi %

Imballaggio chiuso 30,00 0,42

Imballaggio aperto 1'198,00 16,61

Prodotti senza imballaggio 5'986,00 82,98

Totale 7'214,00 100,00

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 2 Grammi %

Imballaggio chiuso 387,00 14,57

Imballaggio aperto 603,00 22,69

Prodotti senza imballaggio 1'667,00 62,74

Totale 2'657,00 100,00

102

Impianto E (27/05/2016)

Presso l’impianto E si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella A16).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare del primo

campione.

Tabella A16: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto D (prelievo da fossa) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Il primo campione è stato sottoposto ad un’ulteriore analisi merceologica per analizzare la

composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 146,00 Non disponibile Non disponibile

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 17,34 Non disponibile Non disponibile

% rifiuto alimentare 11,88 10,71 8,19

L’analisi effettuata ha permesso di identificare circa il 50% del campione iniziale (Tabella A17).

Tabella A17: dati generali del primo campione di rifiuto alimentare analizzato presso l’impianto E

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - FRAZIONE RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 17,34

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 8,32

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 47,98

Dopo aver identificato, pesato e annotato ogni singolo elemento si è ottenuta la tabella A18.

103

Tabella A18: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto E

ELEMENTO (Da primo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO (g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Pane ai cereali dentro la confezione di vendita X (separabile, integro) 630 24 654 Evitabile

Avanzi di pane 202 202 Evitabile

Sacchetto monodose di grissini

(Mezzo consumato) X (separabile, aperto) 18 4 22 Evitabile

Bordo della pizza 14 14 Evitabile

Pacchetto di cracker non aperto (x 2) X (separabile, integro) 50 2 52 Evitabile

Bottiglietta di acqua aperta 0,5 litri X (non separabile, aperta) 75 15 90 Evitabile

Bottiglietta di acqua aperta 0,5 litri X (non separabile, aperta) 142 15 157 Evitabile

Bottiglietta di acqua aperta 0,5 litri X (non separabile, aperta) 65 15 80 Evitabile

Bottiglietta di acqua (piena ma è stata

consumata e riempita di nuovo) 0,5 litri X (non separabile, aperta) 435 15 450 Evitabile

Bottiglietta di succo di arancia aperta

(0,250 litri) X (non separabile, aperta) 73 17 90 Evitabile

Bustina caffè solubile monodose X (separabile, integra) 10 2 12 Evitabile

Capsule caffè usate X (non separabile, usate) 454 194 648 Inevitabile

4 Pacchetti da 10 capsule di caffè non usati9 X (separabile solo il

sacchetto esterno) 200 60 260 Evitabile

Confezione di hamburger non aperta X (separabile, integra) 150 25 175 Evitabile

Grasso di maiale 375 375 Possibilmente evitabile

Pezzo di prosciutto crudo 136 136 Evitabile

Pezzo di carne 47 47 Evitabile

9 Si è assunto come peso netto il valore riportato sulla confezione che in tutti e quattro i casi è di 50 grammi di caffè (200 grammi visto che sono 4 confezioni).

104

Ossa 241 241 Inevitabile

Gusci di molluschi 274 274 Inevitabile

Teste di pesce 313 313 Inevitabile

Confezione di pasta non aperta (x 2) X (separabile, integra) 1’000 16 1’016 Evitabile

Bucce di arancia 395 395 Possibilmente evitabile

Bucce di limone 165 165 Possibilmente evitabile

Pezzi di mela 93 93 Evitabile

Torsolo di mela 26 26 Inevitabile

Pezzi di carota edibili 22 22 Evitabile

1 carota intera 39 39 Evitabile

Patate intere sfuse 184 184 Evitabile

1 confezione di patate parzialmente

consumata X (separabile, aperta) 120 9 129 Evitabile

Bucce di patate 159 159 Possibilmente evitabile

Buccia di melograno 74 74 Inevitabile

Pezzo di cetriolo 26 26 Evitabile

Gambo di peperone 58 58 Inevitabile

Asparagi non consumati 350 350 Evitabile

Finocchio (gambi principalmente) 122 122 Possibilmente evitabile

Buccia cipolla bianca 15 15 Inevitabile

Altro non cibo (prevalentemente imballaggi) 1’155 1’155 Non cibo

TOTALE 8’320

105

Associando ogni singolo elemento all’opportuna categoria di edibilità, si evince come, anche in

questo caso, la frazione evitabile predomini (circa 50% in peso; Tabella A19).

Tabella A19: Classificazione per classe di evitabilità degli elementi identificati nel campione

SUDDIVISIONE PER EVITABILITÀ Grammi %

Evitabile 4'081,00 49,05

Possibilmente evitabile 1'216,00 14,62

Non evitabile 1'454,60 17,48

Frazione estranea (Non cibo) 1'568,40 18,85

Totale frazione identificata 8'320,00 100,00

Si è ora andati a raggruppare i singoli elementi di ogni classe di edibilità in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento. Per il rifiuto alimentare evitabile, non c’è una frazione che

prevalga sulle altre: sono omogeneamente presenti all’interno del campione.

Tabella A20: Suddivisione per tipologia di alimento (campione impianto E)

Classe Tipologia di Alimento Grammi %

Evitabile

Pane 900,00 22,05

Carne e Pesce 333,00 8,16

Frutta e Verdura 834,00 20,44

Bevande 1'000,00 24,50

Altro 1'014,00 24,85

Totale 4'081,00 100,00

Possibilmente Evitabile

Frutta e Verdura 841,00 69,16

Carne e Pesce 375,00 30,84

Totale 1'216,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 828,00 56,92

Frutta e Verdura 173,00 11,89

Bevande 453,60 31,18

Totale 1'454,60 100,00

106

Il passo successivo è stato quello di valutare, focalizzandosi sul rifiuto evitabile, il suo peso sulla base

dello stato dell’imballaggio, se presente. Il 70% in peso dei rifiuti alimentari evitabili presenti nel

campione sono stati identificati ancora imballati (50% addirittura in confezione ancora chiusa).

Tabella A21: Suddivisione del rifiuto evitabile per tipo di imballaggio campione 1, impianto E

Rifiuto alimentare

Evitabile

Grammi %

Imballaggio chiuso 2'040,00 49,.99

Imballaggio aperto 928,00 22,74

Prodotti senza imballaggio 1'113,00 27,27

Totale 4'081,00 100,00

107

Impianto F (22/06/2016)

Presso l’impianto F si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella A22).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare del primo

e del secondo campione. In particolare nel secondo campione, sempre per questioni operative, il

materiale analizzato è stato di peso inferiore rispetto alla frazione di rifiuto alimentare trovata con

l’analisi merceologica di Conai (Tabella A23).

Tabella A22: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto F (prelievo da automezzo) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Il primo campione e il secondo campione sono stati sottoposti ad un’ulteriore analisi merceologica

per analizzare la composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 135,91 136,01 138,41

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 17,96 41,28 28,02

% rifiuto alimentare 13,22 30,35 20,24

Tabella A23: Dati generali del primo e del secondo campione di rifiuto alimentare analizzati presso l’impianto F

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 17,96

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 7,74

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 43,10

DATI GENERALI 2° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare effettivamente campionata (kg) 28,95

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 15,71

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 54,27

Le caratteristiche e il peso dei singoli elementi identificati sono riportati nelle Tabelle A24 e A25.

108

Tabella A24: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto F

ELEMENTO (Da primo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Melanzana intera

306

306 Evitabile

Mezza melanzana

121

121 Evitabile

Buccia di anguria

1’547

1’547 Inevitabile

Cipolle intere

317

317 Evitabile

Pezzi di carota

277

277 Evitabile

Parte iniziale e finale di carote e zucchine

43

43 Inevitabile

Zucchine intere

231

231 Evitabile

Metà mango

70

70 Evitabile

Buccia di carota

20

20 Possibilmente evitabile

Rametti di pomodoro

98

98 Non cibo

Buccia di banana

661

661 Inevitabile

Pezzo di zucchina

108

108 Evitabile

Peperoncino intero rosso

6

6 Evitabile

Buccia di limone

454

454 Possibilmente evitabile

Buccia di arancia

126

126 Possibilmente evitabile

Buccia di arachidi

13

13 Inevitabile

Buccia di melone

279

279 Inevitabile

Pesca intera

127

127 Evitabile

Ciliegie intere

37

37 Evitabile

Foglie di insalata

34

34 Evitabile

Gambi di peperone/peduncoli di melanzana

15

15 Inevitabile

Mela intera

240

240 Evitabile

Buccia di mela

45

45 Possibilmente evitabile

Buccia di cipolla

71

71 Inevitabile

Buccia di peperone

22

22 Possibilmente evitabile

Gambi degli asparagi

361

361 Possibilmente evitabile

109

Pizza

241

241 Evitabile

Crosta del formaggio grana

184

184 Possibilmente evitabile

Gusci di uovo

184

184 Inevitabile

Ossa

81

81 Inevitabile

Non cibo (tappo di sughero, tappi birra,

imballaggi, capelli, tovaglioli)

310

310 Non cibo

Bustine usate di bevande calde

121

121 Inevitabile

Bottiglietta di acqua 0,5 litri X (non separabile,

aperta)

170 15 185 Evitabile

Fondi di caffè

33

33 Inevitabile

Avanzi di pane

633

633 Evitabile

Confezione aperta di caramelle X (separabile, chiuse) 120 20 140 Evitabile

TOTALE

7’741

110

Tabella A25: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel secondo campione di rifiuto alimentare dell’impianto F

ELEMENTO (Da secondo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Panini interi

1’366

1’366 Evitabile

Avanzi di pane

2’198

2’198 Evitabile

Panino farcito con mortadella

78

78 Evitabile

Ossa di carne

340

340 Inevitabile

Fetta di prosciutto crudo

39

39 Evitabile

Hamburger non cotti

155

155 Evitabile

Buccia di melone

364

364 Inevitabile

Buccia di ananas

28

28 Inevitabile

Pezzi di finocchio

682

682 Evitabile

Gambi di finocchio

482

482 Possibilmente evitabile

Pezzi di mela con buccia

109

109 Evitabile

Torsolo di mela

50

50 Inevitabile

Pesca intera

82

82 Evitabile

Prugna intera

31

31 Evitabile

Noce intera

13

13 Evitabile

Patata intera

67

67 Evitabile

Nocciolo di un frutto

8

8 Inevitabile

Zucchine intere

76

76 Evitabile

Carote intere

466

466 Evitabile

Buccia di carota

121

121 Possibilmente evitabile

Parti inferiori e superiori di carota /zucchine

231

231 Inevitabile

Buccia di zucchina

215

215 Possibilmente evitabile

Buccia di banana

869

869 Inevitabile

Buccia di arancia e limone

1’398

1’398 Possibilmente evitabile

Buccia di anguria

1’770

1’770 Inevitabile

Rametti di pomodoro

260

260 Non cibo

111

Buccia di pomodoro

60

60 Possibilmente evitabile

Buccia di cipolla

80

80 Inevitabile

Buccia di patate

503

503 Possibilmente evitabile

Insalata incappucciata intera

235

235 Evitabile

Foglie di insalata

128

128 Evitabile

Ciliegie intere

415

415 Evitabile

Olive senza nocciolo sfuse

50

50 Evitabile

Vasetto di piselli (non aperto) X (durante la

separazione del rifiuto

residuo

è stato acquisito il peso

netto del prodotto

e poi gli operatori di

Conai ne hanno fatto una

separazione

dall’imballaggio). Gli

imballaggi non rientrano

quindi nel peso totale

campione

140

140 Evitabile

Vasetto di pomodori secchi (non aperto) 240

240 Evitabile

Vasetto di olive denocciolate (non aperto) 240

240 Evitabile

Vasetto di concentrato di pomodoro (non

aperto)

150

150

Evitabile

Filtri usati di bevande calde

124

124 Inevitabile

Ovetti cioccolato + caramelle incartate X (separabile chiuso) 14 4 18 Evitabile

Gusci di cozze

660

660 Inevitabile

Non cibo (fazzoletti di carta e affini + capelli)

340

340 Non cibo

Scamorza intera

500

500 Evitabile

Bottiglia in PET di coca cola da 1 litro

(parzialmente consumata)

X (non separabile

aperto, peso imballaggio

da bottiglia vuota)

241 27 268

Evitabile

Guscio di uovo

61

61 Inevitabile

TOTALE

15’710

112

Associando ogni singolo elemento all’opportuna categoria di edibilità, si riscontra una significativa

percentuale in peso non solo del rifiuto evitabile, come per gli altri impianti, ma pure della frazione

non edibile. L’analisi è stata svolta, infatti, a fine giugno quando inizia il consumo di frutti estivi con

buccia non commestibile (anguria e melone).

Tabella A26: Classificazione per evitabilità degli elementi identificati nei due campioni, impianto F

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 3'038,00 39,25 7'715,00 49,11

Possibilmente Evitabile 1'212,00 15,66 2'779,00 17,69

Non Evitabile 3'048,00 39,37 4'585,00 29,19

Frazione estranea (Non Cibo) 443,00 5,72 631,00 4,02

Totale frazione identificata 7'741,00 100,00 15'710,00 100,00

A questo punto si è andati a raggruppare i singoli elementi di ogni classe di evitabilità in categorie

che si differenziano per la tipologia di alimento. Nel primo campione nella frazione edibile domina

la categoria frutta/verdura mentre la classe pane/prodotti simili rappresenta quella più rilevante nel

secondo campione.

Tabella A27: Suddivisione delle diversi classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (1° campione e 2° campione, impianto F)

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti simili 633,00 20,84 3'564,00 46,20

Carne e Pesce 0,00 0,00 194,00 2,51

Latticini e Uova 0,00 0,00 500,00 6,48

Frutta e Verdura 1'874,00 61,69 2'974,00 38,55

Bevande 170,00 5,60 241,00 3,12

Altro 361,00 11,88 242,00 3,14

Totale 3'038,00 100,00 7'715,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 1'028,00 84,82 2'779,00 100,00

Latticini 184,00 15,18 0,00 0,00

Totale 1'212,00 100,00 2'779,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 81,00 2,66 1'000,00 21,81

Latticini e Uova 184,00 6,04 61,00 1,33

Frutta e Verdura 2'629,00 86,25 3'400,00 74,15

Bevande 154,00 5,05 124,00 2,70

Totale 3'048,00 100,00 4'585,00 100,00

113

Il passo successivo è stato quello di valutare, focalizzandosi sul rifiuto evitabile, il suo peso sulla

base dello stato dell’imballaggio, se presente. Si noti che nel primo campione non è stato trovato

alcun rifiuto alimentare in imballaggio chiuso.

Tabella A28: Suddivisione per tipo di imballaggio campione uno (sopra) e campione due (sotto), impianto F

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 1 Grammi %

Imballaggio chiuso 0,00 0,00

Imballaggio aperto 290,00 9,55

Prodotti senza imballaggio 2'748,00 90,45

Totale 3'038,00 100,00

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 2 Grammi %

Imballaggio chiuso 784,00 10,16

Imballaggio aperto 241,00 3,12

Prodotti senza imballaggio 6'690,00 86,71

Totale 7'715,00 100,00

114

Impianto G (29/06/2016)

Presso l’impianto G si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella A29).

Tabella A29: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto G (prelievo da automezzo) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Parte del materiale del primo campione e del secondo campione è stato sottoposto ad

un’ulteriore analisi merceologica per analizzare la composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 137,51 136,33 137,16

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 29,70 26,12 31,48

% rifiuto alimentare 21,59 19,16 22,95

A seguito dell’analisi merceologica di Conai sono stati ricavati e analizzati due sotto-campioni di solo

rifiuto alimentare di peso inferiore a quello del campione di partenza per motivi organizzativi. Circa

il 70% del materiale soggetto ad analisi è stato identificato (Tabella A30).

Tabella A30: Dati generali del primo e del secondo campione di rifiuto alimentare analizzati presso l’impianto G

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare effettivamente analizzata (kg) 25,93

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 18,30

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 70,58

DATI GENERALI 2° CAMPIONE - RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare effettivamente analizzata (kg) 19,14

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 12,96

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 67,71

Le caratteristiche e il peso dei singoli elementi identificati sono riportate nelle Tabelle A31 e A32.

115

Tabella A31: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto G10

ELEMENTO (Da primo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO (g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Panini interi 926 926 Evitabile

Avanzi di pane 893 893 Evitabile

Panino imbottito con bresaola 133 133 Evitabile

Pasta in confezione parz. consumata X (separabile, aperta) 178 11 189 Evitabile

Avanzi di pasta cotta 350 350 Evitabile

Fave surgelate (pacchetto non aperto) X (separabile, integra) 724 10 734 Evitabile

Insalata - cespo intero 660 660 Evitabile

Carote intere 1262 1262 Evitabile

Patate intere 536 536 Evitabile

Pesche intere 334 334 Evitabile

Cipolla intera 98 98 Evitabile

Buccia di agrumi (arance + limoni) 2015 2015 Possibilmente evitabile

Pera intera 115 115 Evitabile

Peperone intero 204 204 Evitabile

Zucchine intere 540 540 Evitabile

Peperoncini verdi interi 138 138 Evitabile

Testa di ananas 293 293 Inevitabile

Scarti di insalata e finocchio 330 330 Possibilmente evitabile

Torsolo di mela 17 17 Inevitabile

Pezzi di mela / pera edibili 36 36 Evitabile

116

Buccia di cipolla 53 53 Inevitabile

Buccia di cetriolo / zucchina / melanzana 196 196 Possibilmente evitabile

Buccia di patate 275 275 Possibilmente evitabile

Buccia di melone e anguria 364 364 Inevitabile

Buccia di banana 387 387 Inevitabile

Pomodorini (parte edibile) 184 184 Evitabile

Noccioli di frutta 433 433 Inevitabile

Pezzi finali di carote e zucchine e

peduncoli di melanzane 659 659 Inevitabile

Rami di erbe aromatiche (es. rosmarino),

rametti di pomodori 410 410 Non cibo

Fagiolini sfusi 104 104 Evitabile

Mezza prugna 29 29 Evitabile

Gambi di sedano 27 27 Evitabile

Spicchi di aglio 18 18 Evitabile

Fragoline di bosco 80 80 Evitabile

Acini di uva 198 198 Evitabile

Uovo sodo intero 64 64 Evitabile

Guscio di uovo 85 85 Inevitabile

Sottiletta intera in bustina in plastica1 X (chiuso, non

separabile) 45 6 51 Evitabile

Confezione di panna da cucina

parzialmente consumata (imballaggio

tetrapak)1

X (aperto, non

separabile) 226 50 276 Evitabile

117

Croste di formaggio edibili (grana,

gorgonzola) 203 203 Possibilmente evitabile

Fette di formaggio cheddar 190 190 Evitabile

Carne cotta (principalmente pollo) 911 911 Evitabile

Carne cruda 170 170 Evitabile

Ossa, pelle e interiora del pesce 777 777 Inevitabile

1/3 salame intero 111 111 Evitabile

Testa di pesce 154 154 Inevitabile

Gusci di cozze 402 402 Inevitabile

Pezzi di pesce edibili 87 87 Evitabile

Snack di cioccolato (confezione intera) X (separabile, chiuso) 28 6 34 Evitabile

6 Caramelle incartate X (separabile, chiuse) 20 8 28 Evitabile

Tortino dolce con marmellata 77 77 Evitabile

Brioche intera 67 67 Evitabile

Bottiglietta di acqua 0,5 litri parzialmente

consumata

X (non separabile

aperta) 161 15 176 Evitabile

Bustine di bevande calde usate 201 201 Inevitabile

Non cibo 1020 1020 Non cibo

TOTALE 18’304

10 Il peso netto del prodotto è stato ricavato considerando prodotti simili disponibili in commercio

118

Tabella A32: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel secondo campione di rifiuto alimentare dell’impianto G11

ELEMENTO (Da secondo campione) PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO (g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Panini interi

1’284

1’284 Evitabile

Avanzi di pane

1’393

1’393 Evitabile

Taralli

52

52 Evitabile

Crostini

6

6 Evitabile

4 bustine di lievito non aperte11 X (non separabile,

chiuso)

64 9 73 Evitabile

2 mele intere

368

368 Evitabile

Un limone intero

111

111 Evitabile

Rametti di verdura (di pomodoro o di

erbe aromatiche tipo il rosmarino)

10 10 Non cibo

Mezza cipolla

66

66 Evitabile

Aglio intero

27

27 Evitabile

Gusci di frutta (noci) + noccioli

80

80 Inevitabile

Buccia di melone

2’373

2’373 Inevitabile

Buccia di anguria

2’422

2’422 Inevitabile

Buccia di limone

194

194 Possibilmente evitabile

Zucchine intere + mezze zucchine

283

283 Evitabile

Buccia di banana

462

462 Inevitabile

Carote intere

92

92 Evitabile

Buccia di cipolla

62

62 Inevitabile

119

Buccia di patata

221

221 Possibilmente evitabile

Parti di pomodoro edibili

216

216 Evitabile

Peduncoli di melanzana e parti finali e

iniziali di carote e zucchine

160 160 Inevitabile

Pezzo di merluzzo

(già pulito e cotto solo carne)

76 76 Evitabile

Ossa di carne, pelle di pesce, viscere

540

540 Inevitabile

Carne mangiabile cotta (no ossa)

102

102 Evitabile

Fette di prosciutto

114

114 Evitabile

Carne

58

58 Evitabile

Pasta cotta

83

83 Evitabile

Riso cotto

160

160 Evitabile

Pezzi di cioccolato fondente

50

50 Evitabile

Brioche intera

522

522 Evitabile

Tre bottigliette di acqua da 0,5 litri parz.

Consumate

X (aperto, non

separabile)

891 45 936 Evitabile

Bustine usate di bevande calde

33

33 Inevitabile

Guscio di uovo

49

49 Inevitabile

Non cibo (fazzoletti, imballaggi,

crocchette per cani)

282

282 Non cibo

TOTALE

12’960

11 Peso netto del lievito letto sulla confezione di vendita

120

Si riportano le fotografie più interessanti dei rifiuti alimentari identificati in entrambe le analisi

(Figura A2).

Figura A2: immagini significative impianto G. In alto a sinistra si può osservare il campione 1 sottoposto ad analisi, in basso a destra peperoncini verdi interi.

Associando ogni singolo elemento all’opportuna categoria di edibilità, si è ottenuto nel primo

campione una predominanza di rifiuto alimentare evitabile, mentre nella seconda analisi un buon

contributo sia della frazione evitabile che di quella non evitabile (Tabella A33).

Tabella A33: Classificazione per evitabilità degli elementi identificati nei due campioni, impianto G

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 9'924,00 54,22 6'018,00 46,44

Possibilmente Evitabile 3'019,00 16,49 415,00 3,20

Non Evitabile 3'825,00 20,90 6'181,00 47,69

Frazione estranea (Non Cibo) 1'536,00 8,39 346,00 2,67

Totale frazione identificata 18'304,00 100,00 12'960,00 100,00

121

A questo punto si è andati a raggruppare i singoli elementi di ogni classe di edibilità in categorie che

si differenziano per la tipologia di alimento. Nel primo campione la frazione evitabile più rilevante è

rappresentata da frutta e verdura, situazione pronosticabile in relazione alla stagione in cui è stata

effettuata l’analisi. Anche nel secondo campione il contributo di frutta e verdura nella categoria

edibile è importante, anche se ad esso non è associato il valore massimo.

Tabella A34: Suddivisione delle diversi classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (primo campione e secondo campione, impianto G)

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti simili 1'819,00 18,33 2'735,00 45,45

Carne e Pesce 1'279,00 12,89 350,00 5,82

Latticini e Uova 525,00 5,29 0,00 0,00

Frutta e Verdura 5'287,00 53,27 1'163,00 19,33

Bevande 161,00 1,62 891,00 14,81

Altro 853,00 8,60 879,00 14,61

Totale 9'924,00 100,00 6'018,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 2'816,00 93,28 415,00 100,00

Latticini + Carne 203,00 6,72 0,00 0,00

Totale 3'019,00 100,00 415,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 1'333,00 34,85 540,00 8,74

Latticini e Uova 85,00 2,22 49,00 0,79

Frutta e Verdura 2'206,00 57,67 5559,00 89,94

Bevande 201,00 5,25 33,00 0,53

Totale 3'825,00 100,00 6181,00 100,00

122

Il passo successivo è stato quello di valutare, focalizzandosi sul rifiuto evitabile, il suo peso sulla base

dello stato dell’imballaggio, se presente. La maggior parte dei rifiuti alimentari è stata trovata priva

di imballaggio (oltre l’80% in peso in entrambi i campioni).

Tabella A35: Suddivisione per tipo di imballaggio campione 1 (sopra) e campione 2 (sotto), impianto G

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 1 Grammi %

Imballaggio chiuso 817,00 8,23

Imballaggio aperto 565,00 5,69

Prodotti senza imballaggio 8'542,00 86,07

Totale 9'924,00 100,00

Rifiuto alimentare

Evitabile

CAMPIONE 2 Grammi %

Imballaggio chiuso 64,00 1,06

Imballaggio aperto 891,00 14,81

Prodotti senza imballaggio 5'063,00 84,13

Totale 6'018,00 100,00

123

Impianto H (30/06/2016)

Presso l’impianto H si è assistito alle tre analisi tradizionali effettuate da Conai sul rifiuto residuo ed

è stata acquisita la percentuale in peso di rifiuto alimentare per ciascun campione (Tabella A36).

Successivamente è stata effettuata un’ulteriore analisi merceologica sul rifiuto alimentare del primo

campione.

Tabella A36: peso di ciascuno dei tre campioni di rifiuto residuo analizzati presso l’impianto H (prelievo da automezzo) con la relativa percentuale di rifiuto alimentare. Il primo campione è stato sottoposto ad un’ulteriore analisi merceologica per analizzare la

composizione del rifiuto alimentare.

Campione 1 Campione 2 Campione 3

Peso complessivo rifiuto residuo (kg) 138,66 135,26 135,72

Peso complessivo rifiuto alimentare (kg) 40,93 32,08 12,35

% rifiuto alimentare 29,52 23,72 9,10

Nel campione analizzato è stato identificato più del 60% del materiale.

Tabella A37: dati generali del primo campione di rifiuto alimentare analizzato presso l’impianto H

DATI GENERALI 1° CAMPIONE - FRAZIONE RIFIUTO ALIMENTARE

Frazione di rifiuto alimentare nel campione (kg) 40,93

Frazione di rifiuto alimentare identificata (kg) 27,00

Frazione di rifiuto alimentare identificata (%) 65,97

Dopo aver identificato, pesato e annotato ogni singolo elemento si è ottenuta la tabella A38, seguita

dalle fotografie più significative dell’analisi (Figura A3).

124

Tabella A38: Caratteristiche e relativo peso degli elementi identificati nel primo campione di rifiuto alimentare dell’impianto H12

ELEMENTO (Da primo

campione)

PRESENZA

IMBALLAGGIO

PESO

PRODOTTO

NETTO (g)

PESO

IMBALLAGGIO

(g)

PESO

PRODOTTO

LORDO (g)

CLASSIFICAZIONE

Pane intero e avanzi 4’565 4’565 Evitabile

Bucce di melone, anguria e

banana 6’072 6’072 Inevitabile

Prezzemolo ancora da consumare 715 715 Evitabile

Bucce di arance e limone 3’455 3’455 Possibilmente evitabile

Gambi di sedano 276 276 Evitabile

Buccia di patata 221 221 Possibilmente evitabile

Cavolini di Bruxelles 80 80 Evitabile

Patata lessa 105 105 Evitabile

Gusci di noce + noccioli frutta 112 112 Inevitabile

Parti finali di carota + parte

edibile 146 146

Evitabile 50%

Inevitabile 50%1

Gambi del prezzemolo 173 173 Inevitabile

Cipolle intere 368 368 Evitabile

Limone intero 160 160 Evitabile

Mezza zucchina 74 74 Evitabile

Mezza mela 204 204 Evitabile

Pezzetto di mela sbucciato 19 19 Evitabile

125

Carota intera sbucciata 17 17 Evitabile

Mezza pesca 88 88 Evitabile

Nespola intera 28 28 Evitabile

Rametti dei pomodori 60 60 Non cibo

Parti finali e iniziali di verdura 261 261 Inevitabile

Buccia di peperone 64 64 Possibilmente evitabile

Foglie di insalata 220 220 Evitabile

Aglio intero 43 43 Evitabile

Torsoli di mela 75 75 Inevitabile

Pasta cotta 184 184 Evitabile

Avanzi di pranzo misto (carne

rossa 35% + contorno 65%) 490 490

Evitabile

Avanzi di riso cotto con piselli 528 528 Evitabile

Preparato per biscotti e torte

(confezione parzialmente

consumata)

X (separabile, aperta) 320 5 325

Evitabile

Preparato per pizza (confezione

parzialmente consumata) X (separabile, aperta) 170 10 180

Evitabile

Filtri usati di bevande calde 50 50 Inevitabile

3 bottigliette di acqua da 0,5 litri

(parzialmente consumate)

X (non separabile,

aperta) 1’115 45 1’160 Evitabile

Guscio di uovo 84 84 Inevitabile

126

Uovo sodo 58 58 Evitabile

Carne bianca cruda 107 107 Evitabile

Pezzo di carne (pollo) 52 52 Evitabile

Gamberetti (no guscio) 30 30 Evitabile

Fette di prosciutto 28 28 Evitabile

Ossa di carne 551 551 Inevitabile

Dentice con testa, coda, pelle e

carne (carne parzialmente

consumata)

2’845 2’845 Evitabile 15%

Inevitabile 85%1

Scarti inedibili di pesce (teste,

gusci, pelle) 1’520 1’520 Inevitabile

Coni gelato da riempire 455 455 Evitabile

Merendine dolci 60 60 Evitabile

Non cibo 695 695 Non cibo

TOTALE 27’003

12 La ripartizione dell’elemento tra frazione evitabile ed inevitabile è fatta attraverso una stima visiva

127

Figura A3: immagini di alcuni rifiuti alimentari identificati presso l’impianto H: prezzemolo non consumato, bucce di agrumi e dentice parzialmente consumato

128

Associando ogni singolo elemento all’opportuna classe di evitabilità (Tabella A39), si osserva,

contrariamente a quasi tutti gli altri campioni precedentemente analizzati, che la frazione non

evitabile supera, anche se di poco, quella evitabile (di circa 1%).

Tabella A39: Classificazione per evitabilità degli elementi identificati nel campione, impianto H

SUDDIVISIONE PER EVITABILITÀ Grammi %

Evitabile 11'058,75 40,95

Possibilmente Evitabile 3'740,00 13,85

Non Evitabile 11'389,25 42,18

Non Cibo 815,00 3,02

Totale Frazione identificata 27'003,00 100,00

I singoli elementi di ogni classe di edibilità sono stati quindi raggruppati in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento (Tabella A40). Nel campione, per il rifiuto evitabile, prevale

il pane (oltre 40% in peso).

Tabella A40: Suddivisione delle diverse classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (impianto H)

Classe Tipologia di Alimento Grammi %

Evitabile

Pane 4'565,00 41,28

Carne e Pesce 643,75 5,82

Latticini e Uova 58,00 0,52

Frutta e Verdura 1'755,00 15,87

Bevande 1'115,00 10,08

Altro 2'922,00 26,42

Totale 11'058,75 100,00

Possibilmente Evitabile

Frutta e Verdura 3'740,00 100,00

Totale 3'740,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 4'489,25 39,42

Latticini e Uova 84,00 0,74

Frutta e Verdura 6'593,00 57,89

Bevande 50,00 0,44

Erbe Aromatiche 173,00 1,52

Totale 11'389,25 100,00

129

Il passo successivo è stato quello di valutare, focalizzandosi sul rifiuto evitabile, il suo peso sulla base

dello stato dell’imballaggio, se presente. Da notare come non sia stato trovato nessun rifiuto

alimentare evitabile all’interno di un imballaggio chiuso.

Tabella A41: Suddivisione per tipo di imballaggio del campione, impianto H

Rifiuto alimentare

Evitabile

Grammi %

Imballaggio chiuso 0,00 0,00

Imballaggio aperto 1'605,00 14,51

Prodotti senza imballaggio 9'453,75 85,49

Totale 11'058,75 100,00

130

Allegato B

Si riportano in questo allegato i risultati ottenuti dalle analisi sul rifiuto organico condotte negli

impianti I e L. Di quest’ultimo, le prime due analisi sono state descritte nel capitolo 6.

Impianto I (17/05/2016)

Presso l’impianto I con la collaborazione di un operatore del CIC si è potuto svolgere l’analisi su due

campioni di rifiuto organico. Nel primo campione di rifiuto alimentare è stato identificato circa l’84%

del materiale costituente mentre nel secondo campione il 77%.

Tabella B1: ripartizione del primo e del secondo campione di rifiuto organico tra: rifiuto alimentare, frazione estranea, altro organico e frazione non classificabile (impianto I).

DATI GENERALI PRIMO CAMPIONE – RIFIUTO ORGANICO

(kg) (%)

Rifiuto alimentare 7,98 43,32

Frazione estranea 1,80 9,78

Altro organico 5,69 30,88

Frazione non classificabile 2,95 16,02

Campione complessivo 18,41 100,00

DATI GENERALI SECONDO CAMPIONE – RIFIUTO ORGANICO

(kg) (%)

Rifiuto alimentare 4,21 41,44

Frazione estranea 1,80 17,72

Altro organico 1,80 17,72

Frazione non classificabile 2,35 23,12

Campione complessivo 10,16 100,00

Le caratteristiche e il peso dei singoli elementi identificati per il rifiuto alimentare sono riportate nelle

tabelle B2 e B3.

Tabella B2: caratteristiche e relativo peso degli elementi di rifiuto alimentare identificati nel primo campione dell’impianto I

ELEMENTO (Da primo campione) PESO PRODOTTO (g) CATEGORIA

Avanzi di pane 359 Evitabile

Avanzi di pizza 45 Evitabile

Bucce di kiwi 8 Inevitabile

Bucce di carote 74 Possibilmente evitabile

Bucce di mela 27 Possibilmente evitabile

Bucce di patate 1’121 Possibilmente evitabile

131

Bucce di arancia 255 Possibilmente evitabile

Bucce di banana 337 Inevitabile

Bucce di limone 1’075 Possibilmente evitabile

Bucce di melone 744 Inevitabile

Bucce di pomodoro 2 Possibilmente evitabile

Bucce di pompelmo 110 Possibilmente evitabile

Bustine usate di bevande calde 73 Inevitabile

Carota intera 20 Evitabile

Cetriolo intero 169 Evitabile

Crosta di formaggio 21 Possibilmente evitabile

Cuore di insalata 190 Possibilmente evitabile

Fette biscottate

(intere e parzialmente consumate) 86 Evitabile

Foglie di insalata 151 Evitabile

Gambi di asparagi 303 Possibilmente evitabile

Gusci di molluschi 697 Inevitabile

Guscio d'uova 320 Inevitabile

Lische e pelle di pesce 331 Inevitabile

Mela intera 179 Evitabile

Mezza cipolla 33 Evitabile

Grissini ricoperti di cioccolato 65 Evitabile

Noccioli di frutta 29 Inevitabile

Ossa 174 Inevitabile

Panini interi 115 Evitabile

Pasta cotta 223 Evitabile

Pera intera 136 Evitabile

Pezzo di carne cotta 72 Evitabile

Pomodorini parzialmente consumati 3 Evitabile

Spicchio di aglio 2 Evitabile

Torsolo di mela 57 Inevitabile

Un mandarino intero 292 Evitabile

Una pesca intera 79 Evitabile

TOTALE 7’977

132

Tabella B3: caratteristiche e relativo peso degli elementi di rifiuto alimentare identificati nel secondo campione dell’impianto I

ELEMENTO (Da secondo campione) PESO PRODOTTO (g) CLASSIFICAZIONE

Pezzi di mela 272 Evitabile

Avanzi di pane 4 Evitabile

Parti finali e iniziali di carota 16 Inevitabile

Parti finali e iniziali della zucchina 60 Inevitabile

Bucce di carota 16 Possibilmente evitabile

Bucce di patate 98 Possibilmente evitabile

Bucce di arachidi 452 Inevitabile

Bucce di arancia 544 Possibilmente evitabile

Bucce di banana 360 Inevitabile

Bucce di kiwi 66 Inevitabile

Bucce di limone 204 Possibilmente evitabile

Bucce di mela 389 Possibilmente evitabile

Bucce di pompelmo 352 Possibilmente evitabile

Bustine usate di bevande calde 13 Inevitabile

Fette di carne cruda 58 Evitabile

Carota intera cotta 21 Evitabile

Coste cotte 16 Evitabile

Cuore di insalata 17 Possibilmente evitabile

Foglie di insalata 35 Evitabile

Foglie esterne del finocchio 84 Possibilmente evitabile

Fragole intere 81 Evitabile

Gambi di finocchio 56 Possibilmente evitabile

Gambo di peperone 23 Inevitabile

Gambo di porro (parte verde) 71 Inevitabile

Gusci di noci 82 Inevitabile

Gusci d'uova 79 Inevitabile

Noccioli di frutta 32 Inevitabile

Ossa 200 Inevitabile

Parte finale del finocchio 25 Possibilmente evitabile

Pezzo di peperone (parte edibile) 59 Evitabile

Pasta cotta 86 Evitabile

Pezzo di cipolla 5 Evitabile

Pomodoro intero 201 Evitabile

Zenzero 14 Evitabile

Zucchine intere 14 Evitabile

Testa di pesce 26 Inevitabile

Torsolo di mela 79 Inevitabile

TOTALE 4’210

133

Associando ogni singolo elemento all’opportuna classe di evitabilità (Tabella B4), si osserva che in

entrambi i campioni analizzati il rifiuto evitabile rappresenta il minor contributo della frazione

alimentare (25 e 21% rispettivamente); questo è sicuramente un aspetto positivo. D’altro canto si può

notare come sia elevata la percentuale di frazione potenzialmente evitabile: ciò si spiega con una

presenza significativa di bucce di frutta e verdura.

Tabella B4: Classificazione per evitabilità degli elementi di rifiuto alimentare analizzati nel primo e nel secondo campione, impianto I

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 2'029,00 25,44 866,00 20,57

Possibilmente Evitabile 3'178,00 39,84 1'785,00 42,40

Non Evitabile 2'770,00 34,72 1'559,00 37,03

Rifiuto alimentare

analizzato 7'977,00 100,00 4'210,00 100,00

I singoli elementi di ogni classe di edibilità sono stati quindi raggruppati in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento (Tabella B5). In entrambi i campioni c’è una predominanza

di frutta e verdura.

Tabella B5: Suddivisione delle diversi classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (primo campione e secondo campione, impianto I)

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Pane e prodotti simili 560,00 27,60 4,00 0,46

Carne e Pesce 72,00 3,55 58,00 6,70

Latticini e Uova 0,00 0,00 0,00 0,00

Frutta e Verdura 1'064,00 52,44 718,00 82,91

Bevande 0,00 0,00 0,00 0,00

Pasta e Riso 223,00 10,99 86,00 9,93

Altro 110,00 5,42 0,00 0,00

Totale 2'029,00 100,00 866,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 3'157,00 99,34 1'785,00 100,00

Latticini 21,00 0,66 0,00 0,00

Totale 3'178,00 100,00 1'785,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 1'202,00 43,39 226,00 14,50

Latticini e Uova 320,00 11,55 79,00 5,07

Frutta e Verdura 1'175,00 42,42 1'241,00 79,60

Bevande 73,00 2,64 13,00 0,83

Totale 2'770,00 100,00 1'559,00 100,00

134

Impianto L (14/10/2016)

Il 14/10/2016 sono state svolte presso l’impianto L altre due analisi sul rifiuto organico in ingresso.

Nel primo campione di rifiuto alimentare è stato identificato il 93% del materiale costituente mentre

nel secondo campione il 69%.

Tabella B6: Impianto L (14/10/2016) – Ripartizione dei due campioni analizzati tra: rifiuto alimentare, frazione estranea, altro organico e frazione non classificabile.

DATI GENERALI PRIMO CAMPIONE – RIFIUTO ORGANICO

(kg) (%)

Rifiuto alimentare 24,77 77,22

Frazione estranea 2,80 8,74

Altro organico 2,15 6,69

Frazione non classificabile 2,36 7,36

Campione complessivo 32,08 100,00

DATI GENERALI SECONDO CAMPIONE – RIFIUTO ORGANICO

(kg) (%)

Rifiuto alimentare 18,72 55,12

Frazione estranea 1,62 4,78

Altro organico 3,20 9,43

Frazione non classificabile 10,42 30,67

Campione complessivo 33,97 100,00

Le caratteristiche e i relativi pesi degli elementi identificati di rifiuto alimentare sono riportati nelle

tabelle B7 e B8. La figura B1 propone invece alcune fotografie effettuate durante l’analisi.

135

Tabella B7: Caratteristiche e relativo peso degli elementi di rifiuto alimentare identificati nel primo campione (impianto L – 14/10/2016)

Sacchetto 1 Peso (gr.) CLASSIFICAZIONE Sacchetto 6 Peso (gr.) CLASSIFICAZIONE

Peperoncini interi gialli 234 Evitabile Panino intero 194 Evitabile

Carote intere 118 Evitabile Fetta di toast 70 Evitabile

Foglie esterne/gambi/parte finale finocchio 74 Possibilmente evitabile Ossobuco crudo 442 Evitabile

Scarti da pulizia delle coste 331 Possibilmente evitabile Ossa dell'ossobuco 428 Inevitabile

Foglie di insalata 27 Evitabile Guscio di uovo 74 Inevitabile

Mezzo limone 195 Evitabile Castagne intere 288 Evitabile

Pelle del pesce 20 Inevitabile Foglie di insalata 52 Evitabile

Grasso di prosciutto cotto 43 Possibilmente evitabile Pezzi di formaggio 208 Evitabile

Cuore del radicchio 50 Possibilmente evitabile 1 Caco 210 Evitabile

Spicchi di aglio 15 Evitabile Parte finale del finocchio 68 Possibilmente evitabile

Filtri di thè usati 8 Inevitabile Croste di formaggio non edibili 66 Inevitabile

Guscio di uovo 40 Inevitabile Buccia di patate 286 Possibilmente evitabile

Buccia di mapo 19 Possibilmente evitabile Totale identificato 2’386

Fetta di formaggio 9 Evitabile Sacchetto 7

Buccia di patate 240 Possibilmente evitabile Ciuffo di ananas 578 Inevitabile

Sedano non consumato 39 Evitabile Buccia di ananas 1016 Inevitabile

Totale identificato 1’462 Bucce di agrumi 634 Possibilmente evitabile

Sacchetto 2 Bucce di banana 466 Inevitabile

Bucce di agrumi 51 Possibilmente evitabile Guscio di uovo 34 Inevitabile

Bucce di banana 94 Inevitabile Acini di uva 106 Evitabile

Guscio di uovo 35 Inevitabile Fette di arancia 144 Evitabile

Foglie di insalata 128 Evitabile Pezzo di piadina 48 Evitabile

Torsolo di mela 27 Inevitabile Avanzi di pasta cotta 412 Evitabile

Buccia di zucca 16 Inevitabile Pomodori interi 1158 Evitabile

Parti finali delle zucchine 104 Inevitabile Banana intera 368 Evitabile

Bucce di patate e mele 225 Possibilmente evitabile Arancia intera 374 Evitabile

Totale identificato 680 Limone intero 252 Evitabile

Sacchetto 3 Totale identificato 5’590

136

Castagne intere 318 Evitabile Sacchetto 8

Guscio di uovo 13 Inevitabile Bucce di zucchine, carote e patate 320 Possibilmente evitabile

Pezzi di zucca da mangiare 1018 Evitabile Bucce di zucca 368 Inevitabile

Bucce di zucca 1973 Inevitabile Fondi di caffè 198 Inevitabile

Totale identificato 3’322 Buccia di banana 106 Inevitabile

Sacchetto 4 Buccia di limone 74 Possibilmente evitabile

Bucce di melanzana 2029 Possibilmente evitabile Parte finale di carote e zucchine 100 Inevitabile

Bucce di arance 278 Possibilmente evitabile Cuore del radicchio 104 Possibilmente evitabile

Bucce di fichi d'india 64 Inevitabile Filtri di bevande calde usati 22 Inevitabile

Gambo e foglie del broccolo 116 Possibilmente evitabile Totale identificato 1’292

Ossa 57 Inevitabile Sacchetto 9

Prugna intera 38 Evitabile Foglia esterna della verza 138 Possibilmente evitabile

Fondo del caffè 10 Inevitabile Filtri di bevande calde usati 90 Inevitabile

Bucce di patate 50 Possibilmente evitabile Ossa 1258 Inevitabile

Bucce di mela 21 Possibilmente evitabile Bucce di banana 236 Inevitabile

Bucce di carote 10 Possibilmente evitabile Gambi di peperone 162 Inevitabile

Totale identificato 2’673 Parti finali di zucchine 244 Inevitabile

Sacchetto 5 Buccia di cipolla 80 Inevitabile

Bucce di patate 156 Possibilmente evitabile Buccia di mapo 92 Possibilmente evitabile

Avanzi di pane 97 Evitabile Prugne intere 536 Evitabile

Pezzi di scorzonera sbucciata 578 Evitabile Mezza zucchina 166 Evitabile

Pezzi finali di zucchina 214 Inevitabile Carote intere 200 Evitabile

Spicchio di cipolla 64 Evitabile Mezza fetta di limone 48 Evitabile

Bucce di cipolla 66 Inevitabile Pasta cotta 420 Evitabile

Ossa 66 Inevitabile Totale identificato 3’670

Picciolo di melanzana 88 Inevitabile Sacchetto 10

Crosta del grana 150 Possibilmente evitabile Gnocchi al sugo 124 Evitabile

Bucce di pomodoro 64 Possibilmente evitabile Avanzi di pane 36 Evitabile

Totale identificato 1’543 Pezzi di pizza da asporto 744 Evitabile

Bucce di fichi d'india 450 Inevitabile

137

Guscio di uovo 30 Inevitabile

Melograni interi 772 Evitabile

Totale identificato 2’156

Tabella B8: caratteristiche e relativo peso degli elementi di rifiuto alimentare identificati nel secondo campione (impianto L – 14/10/2016).

Sacchetto 1 Peso

(gr.) CLASSIFICAZIONE Sacchetto 6

Peso

(gr.) CLASSIFICAZIONE

Torsoli di mela 70 Inevitabile Peperoncini rossi 254 Evitabile

Cera del formaggio 51 Inevitabile Limone intero 82 Evitabile

Buccia di banana 419 Inevitabile Pomodorini interi 114 Evitabile

Parte finale delle zucchine 46 Inevitabile Bucce di banane 739 Inevitabile

Filtri di bevande calde usati 10 Inevitabile Gambi e foglie del finocchio 587 Possibilmente evitabile

Bucce di mele, patate e carote 842 Possibilmente evitabile Filtri di bevande calde usati 14 Inevitabile

Totale identificato 1’438 Guscio di uovo 50 Inevitabile

Sacchetto 2 Fondi del caffè 80 Inevitabile

Fette di carne cruda 402 Evitabile Torsolo di mela 29 Inevitabile

Brioche intera 136 Evitabile Bucce di mele e patate 827 Possibilmente evitabile

Bucce di agrumi 416 Possibilmente evitabile Gambi di sedano 165 Evitabile

Bucce di melanzane 344 Possibilmente evitabile Totale identificato 2’941

Bucce di carote 122 Possibilmente evitabile Sacchetto 7

Fondi di caffè 245 Inevitabile Foglie esterne delle coste 554 Possibilmente evitabile

Bucce di zucca 498 Inevitabile Foglie esterne dell'insalata 174 Possibilmente evitabile

Ossa 651 Inevitabile Cuore di insalata 160 Possibilmente evitabile

Gambi di sedano 106 Evitabile Foglie e gambi del finocchio 666 Possibilmente evitabile

Totale identificato 2’918 Bucce di limone 53 Possibilmente evitabile

Sacchetto 3 Parte verde del porro 379 Inevitabile

Prezzemolo non consumato 70 Evitabile Broccoletti interi 30 Evitabile

Pezzo di zucchina edibile 104 Evitabile Pelle del pesce 70 Inevitabile

Pezzo di carota edibile 24 Evitabile Parti finali della zucchina 58 Inevitabile

Bucce di agrumi 445 Possibilmente evitabile Totale identificato 2’144

138

Scarti di insalata (cuore / foglie esterne) 326 Possibilmente evitabile Sacchetto 8

Bucce di melanzana 109 Possibilmente evitabile Bucce di agrumi 830 Possibilmente evitabile

Filtri di bevande calde usati 38 Inevitabile Bucce di banane 349 Inevitabile

Crosta della polenta 51 Possibilmente evitabile Limone intero 178 Evitabile

Totale identificato 1’168 Pelle e teste di pesce 691 Inevitabile

Sacchetto 4 Guscio di uovo 18 Inevitabile

Foglie di insalata 56 Evitabile Bucce di mele e zucchine 254 Possibilmente evitabile

Pane con l'uvetta 296 Evitabile Totale identificato 2’320

Mezzo limone 40 Evitabile Sacchetto 9

Parte finale delle zucchine 22 Inevitabile Guscio di uovo 14 Inevitabile

Bucce di banana 291 Inevitabile Ossa 101 Inevitabile

Filtri di bevande calde usati 38 Inevitabile Radici della cipolla 98 Inevitabile

Guscio di uovo 16 Inevitabile Gambo del peperone 37 Inevitabile

Parte finale del finocchio 70 Possibilmente evitabile Bucce di banane 75 Inevitabile

Totale identificato 830 Foglie di insalata 58 Evitabile

Sacchetto 5 Scarti di fagiolini 27 Inevitabile

Pezzi di scarola commestibile 560 Evitabile Bucce di cipolla 58 Inevitabile

Avanzi di pasta cotta 203 Evitabile Totale identificato 467

Fagiolini interi 160 Evitabile Sacchetto 10

Bucce di patate 192 Possibilmente evitabile Fette di salame 117 Evitabile

Bucce di limone 141 Possibilmente evitabile Piselli cotti 197 Evitabile

Parti verdi del porro 339 Inevitabile Guscio di uovo 70 Inevitabile

Gusci di noci 173 Inevitabile Fondo del caffè 32 Inevitabile

Gusci di uova 45 Inevitabile Bucce di patate, carote, mele e mandarini 1824 Possibilmente evitabile

Scarti di insalata (foglie esterne e cuore) 155 Possibilmente evitabile Totale identificato 2’240

Bucce di banane 243 Inevitabile

Nocciolo di un frutto 29 Inevitabile

Parti finali delle zucchine 16 Inevitabile

Totale identificato 2’256

139

Figura B1: Tipico contenuto di un sacchetto ricco di frutta e verdura

Associando ogni singolo elemento all’opportuna classe di evitabilità (Tabella B9), si osserva che nel

primo campione la frazione evitabile rappresenta il maggior contributo (41%) mentre nel secondo

campione è la frazione possibilmente evitabile che risulta essere quella più presente con il 49%.

Tabella B9: Classificazione per evitabilità degli elementi di rifiuto alimentare analizzati nel primo e nel secondo campione, impianto L (14/10/2016)

SUDDIVISIONE PER

EVITABILITÀ

CAMPIONE 1 CAMPIONE 2

Grammi % Grammi %

Evitabile 10’250 41,37 3’350 17,89

Possibilmente Evitabile 5’623 22,70 9’142 48,83

Non Evitabile 8’901 35,93 6’230 33,28

Rifiuto alimentare analizzato 24’774 100,00 18’723 100,00

140

I singoli elementi di ogni classe di edibilità sono stati quindi raggruppati in categorie che si

differenziano per la tipologia di alimento (Tabella B10). Per ciascun campione, in tutte e tre le classi

di edibilità prevale la frazione frutta e verdura.

Tabella B10: Suddivisione delle diversi classi di rifiuto alimentare per tipologia di alimento (primo campione e secondo campione, impianto L- 14/10/2016).

Classe di edibilità Tipologia di Alimento Campione 1 Campione 2

Grammi % Grammi %

Evitabile

Frutta e Verdura 7'446,00 72,64 2'126,00 63,47

Pane e Simili 445,00 4,34 296,00 8,83

Latticini e Uova 217,00 2,12 0,00 0,00

Carne e Pesce 442,00 4,31 518,00 15,47

Bevande 0,00 0,00 0,00 0,00

Pasta e Riso 832,00 8,12 203,00 6,06

Altro 868,00 8,47 206,00 6,16

Totale 10'250,00 100,00 3'350,00 100,00

Possibilmente

Evitabile

Frutta e Verdura 5'430,00 96,57 9'091,00 99,44

Latticini e Uova 150,00 2,67 51,00 0,56

Carne e Pesce 43,00 0,76 0,00 0,00

Totale 5'623,00 100,00 9'142,00 100,00

Non Evitabile

Carne e Pesce 1'829,00 20,55 3'995,00 64,12

Latticini e Uova 292,00 3,28 264,00 4,24

Frutta e Verdura 6'452,00 72,49 1'514,00 24,29

Bevande 328,00 3,68 458,00 7,34

Totale 8'901,00 100,00 6'230,00 100,00

141

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