(Platonismo e Filosofia Patristica. Studi e Testi Volume 2) Cornelia J. de Vogel-Platonismo e...

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  • Cornelia de Vogel

    Antagonismo o comuni fondamenti?

    . cura di Giovanni Reale e Enrico Peroli

  • CORNELIA DE VOGEL

    lologi, i quali sono a dei letterari del.ternpo e ci riferiscono che fra i prum apologtSO non era musuale non dire rut-to'. Ma era davvero usuale che venisse passato S?tto silenzio il nucleo centrale del loro messaggio? Tertulliano parla diffusamente della Tri-nit. E prima di lui Teofilo ed Atenagora far_ro la stessa cosa, in modo abbastanza chiaro. E Tertulliano era p1eno di quel grande even-to della storia, il giungere del Verbo di Dio in Cristo, come compi-mento delle profezie di Israele. Minucio Felice, pertanto, ci appare come un'eccezione, ed un'eccezione non facile da spiegare.

    Ritengo che G. Quispel abbia risolto il problema in modo soddi-sfacente, dapprima in un articolo sul carattere del Cristianesimo ebrai-co in Africa (1968), e recentemente in un accurato srudio pubblicato nel volume di scritti in onore di H. L. W. Nelson (Actus, 1982)6 Egli spiega l'atteggiamento di Minucio Felice alla luce del tipo di Cristia-nesimo che si era sviluppato in Africa, il quale ebbe la sua origine nel-la sinagoga. Esso poneva una grande enfasi sull'unit di Dio, contro gli di adorati dai pagani e le loro immagini, e aveva sviluppato una fede in Cristo semplice e non sofisticata, del genere noto teologica-mente come

  • pLATONISMO E CRISTIANESIMO

    5. Boezio

    Alcuni secoli pi tardi, quasi aDa fine dd!' . . contrlamo Wl altro libro di~ rilbo ~ ~. scritto in prigione dal cristiano Severino~ ~ ~ deve anch'esso essere letto come IDI ~~diWlliJio~ tratta a l~o della bellezza ed armonia dd COlliDo, CDIIaoo, ~ I!UIIelli pienza di. Dio che ~tto con~ e tutto vede, incluse~ ~e .. bro temuna con Wl esoltaZlone moho seria 8 ~ ~.IIIDIDt. Uli-ta. Non~ ~~la _su. C~. In Boezio troviamo di IlDa Vlll_llllqla era. cuni casi cunos1 di smcrensmo con forme di ~ID c,lllldo .&. Troviamo anche quell'idea tipica della tarda epoca~ ~~ 1a Tyche che governa la vita umana7. Tuttavia Boezio ~llliDIDadel. ~O Ort~~8 ll SUO caso era c:ertamente IDOiro . ~ lblo ID Minuao. Peli~. Ciononostante, ritengo che Queste t;m da~ ci differentt abblailo alCWte cose fondamentali in

  • CORNELIA DE VOGI!L

    Su quali basi formula J?O"'!e quest~ sorprendc:lt~ giu~o~ leggi.. d rima la lettera di Smes1o e vediamo quale sl8 il suo significato

    mo Si~:o. detto alla cattedra ep~scopal~ di Cirene _d~. POJ>?lo del di. stretto di Tolemaide, nutriva seri. dub!d sulla1 poss1~ilit~ 4 a.ccettart questo incarico, dd quale a~ert~ m m o md~ t? pro on o file Implica. orali E si chiede: llll sara permesso 1 rimanere un osofo in

    ZIOnl m li di ' ri sto mentre in pubb co m1 mostro come un amante miti? ha P t: ot;oL 4>LM>a

  • p[.!.TONISMO E CJUS11ANES1MO

    . gnificava una anteriorit temporale p " sta tiene insieme il corpo, e non ~entrambi indicav.. che . m tO umano la pane dominante. Si Ptrd> e che rllllhna ba D r .... k:ca. E questa st~ta ~pre anche una~~ Pliorir: la priorit al corpo stgnificherebbe capoy 1gere le Cl1ltiaaa. ~

    Per quanto concerne il secondo pun~ che ~ mondo nel suo ~omplesso non perir ~ Slllaio ~ che il gnifica nec~s~namente che ':di creda nell' ~ le ~ ~ 11011 Ili-mondo. Anzt, e molto probabile che non vi ~ di un IIIDa del raneo Nemesi~ ~i Emesa, che Presenta una~ 11110 ~ platonica dell ~una - come una SOStanza ~ movimento e, m quanto sovrasensibile, ere~~ m caotiDuo di un'anima del mondo, ma crede che il Creato 'b"tnge la dottrina sua opera cosl ben costruita e non la lascer ~ ~Prtrenai la che Sinesio fosse della stessa opinione. Sotto quesr Probabile erano dei buoni Platonici. 0 upeuo, emrambi

    Per quanto con~eme la risurrezione, anche Drrie . nesio vi credeva. Ciononostante, egli sottolinea di non = che Si-d~ con le ide~ della gra_nde ~aggioranza di Cristiani cira r:=: g1a. probabile che egli respmgesse fantasie piuttosto ingenue mol-to corporee diffuse fra i fedeli cristiani circa la fine dd moodo e la ris~r.rezione. Ed '1-':lesto. che egli probabilmente qualifava come miti, non accettabili per il filosofo, ma necessari per il popolo.

    Noi possiamo dire che Sinesio avesse torto nell'affermare cbe la ri surrezione YEpv TL ~eal 1T6ppllTOV. Tutto ci che possiamo dire che egli assunse un atteggiamento piuttosto altezzoso nei confronti della folla. Da questo punto di vista, indubbiamente, Sinesio rivda-va stretti rapponi con la scuola platonica di Alessandria e coo la sua amica, verso la quale nutriva un grande rispetto, lpazia. cbe. in quel periodo, ne era il capo. Questa scuola esprimeva lo spirito ~'aristo; crazia intellettuale, fortemente avversa alla dna16fva{a dei mooaa orientali. . . cbe

    .Sinesio assunse Dione come modello del

  • 60 CORNEUA DE VOGI!L

    di di greci allegorizzati. In questo ambiente spirituale, ~~esio mostr la sua indipendenza intellettuale sposando una donna cnstJana, e dive-nendo egli stesso cristiano. E ~uando venn~ eletto vescov? di~de un'ulteriore prova di questa indl~denza ~~~d~ che _gli verusse permesso di mantenere ce~ modi perso~ali di VIta: m pnmo l~ogo~ non era disposto a separarsi da sua moglie o. ad abbandonare 1 suo1 normali diritti coniugali; in secondo luogo, mtendeva mantenere la sua personale posizione intelle~ale ci~ca i tre ~unti sopra ~enzionati. Sembra pertanto un serio framtendirnento ntenere ~he il veseovo Sinesio, con la sua scelta in favore delle forme del pensiero filosofico, abbia rifiutato l'intera dottrina cristiana della redenzione. Non c' in-farti alcuna prova per una tale conclusione. D'altra parte, tutta la sua vita attesta il contrario.

    Ci che troviamo nell'opera di Sinesio una forma, piuttosto fotte, di sincretismo. I suoi inni alla Trinit ci ricordano quelli di Giamblico. Tuttavia, il suo elogio del divino Figlio della Vergine (Inni V e VI) non lascia alcun dubbio sulla loro ispirazione cristiana. I.:Inno IX, cda di-scesa di Cristo nell'Ade, descrive un articolo del credo cristiano, ma lo fa utilizzando un apparato immaginario mitologico.

    pertanto giustificato classificare Sinesio nel tipo d., per quanto la sua figura sia certamente molto diversa sia da Minucio Felice che da Boezio. Sebbene egli desideri essere un filosofo, non ceitamente uno studioso come Boezio. N possiede quella misura di irriflessa sempli-cit che abbiamo trovato nell'Octavius di Minucio Felice. Inoltre, Si-nesio era un vescovo, e la sua Lettera, 105, mostra con quanta seriet egli assunse il peso di un tale ministero. Obbediente alla chiamata, egli fu disposto a sacrificare in pane quel genere di vita che tanto amava: una vita di grande libert personale, dedita alla lettura, ma an-che al divertimento (traL8[a), alle sue armi, ai suoi cavalli e ai suoi cani. Sinesio fece questo sacrificio e si dedic interamente ai doveri di questa nuova dignit, non in una forma puramente esteriore, ma in modo profondo, come una chiamata alla santificazione. Ma rivendic il diritto di p~~are ci? che riteneva essere vero. Perch questa una pane del servwo a D10. E questo ci che egli chiama 4>LXooOijE'tv. S~ base delle sue stesse parole, possiamo pertanto collocare Sinesio nelnpod.

    7 Il Corpus areopagiticum

    delTipo e. Nel_Corpus. areopagiticum troviamo una forma cristianizzata Neoplatorusmo di Proclo. l'universo e la metafisica di Proclo.

  • LATONJSMO E OUS'fiANESIMO p "

    modificati. L'autore introduce una DOritl qllaDdo m~la di Dio come la Causa di tutte le coae., come ad ~. P ce da se stesso per andare alla ricerca ddl' a1uo Amore diviDo dle p~oclo n Plotino. l'amore cristiano di Dio. I:~~delllllll h

    ....,.,.agiticum assegna ad esso un posto centrale _..n_ Corpus QT

  • v. n comune fondamento

    1. Platonismo e Cristianesimo

    Non ogni forma di fosofia greca era accettabile . . . . J.:Epicureismo e lo Scetticismo vennero respinti men ~ 1 f~ e nella Stoa potevano essere trovati elementi validi tre m n.l~ fetti avvenne. La dottrina stoica della Provvidenza'=~ m ef. me ispi~atrice. G~ argo~enti in b~ ai_ quali veniva sosten-= no seMre nella diScussione con gli atei. quanto in~ ~-'

    . ell'A . l o:uo::m SI YOWW in seguito, n qumate, cos come in Leibniz e in Wolff. Ddl' stoica una buona parte poteva essere assimilata: quanto fa s. Ambeu: gio nella struttura del suo De o/ficiis, che in seguito venne integrato nel catechismo romano ed ebbe una vita molto lunga, ancora forte ai nostri giorni. tuttavia nei con&onti della metafisica platonica che i Cristiani dei primi secoli avvertirono una reale affinit, che penetrava le profondit della loro vita interiore. Per i Platonici, infatti, le realt invisibili erano di gran lunga pi importanti delle cose visibili. Esse solo costiruiscono la Vera realt, e pertanto rivestono 1ID interesse infinitamente pi grande rispetto alle cose di questo mondo. Questo mondo viene considerato come essenzialmente dipendente da quest'altra realt, che essa sola pu essere dc:6nita cEssen: nd pieno e perfetto senso del termine. da tale realt che il nostro moodo di-pende, nella sua bellezza e nel suo ordine, per la sua origine ~ la sua esistenza. Dio buono, la causa di tutte le cose, e c:onsem il~do con la sua Provvidenza. E l'anima, questa nostra anima umana. n-veste un'importanza infinita. Essa non si corron;ape ~~~:r-e. ma vive in eterno, in una condizione confanne alla VIti moru:: uomo ha condotto sulla terra. . razionali. In questa

    Questo quanto i Platonici credevano .su. basi ria, e trOVIfC ~orma~ pensiero i Cristiani ~t~o ~~ 8 Z ~ for In essa il loro supporto.

  • CORNELIA DE VO(;PJ_

    -- accettato. Pertanto, un cristiano non avrebbe mai 8,.,._ poteva ......-~ gli . -q-ualcosa di incompatibile con quanto er~ stato IDSegnato COine tato q eh t n vero. Ma egli avrebbe accettato cto e po ~ conoscer~ come m ac.

    corda con questa fede, ci che permetteva -~ ~pprofo~cfu:la e ~ con. fermarla, e l'avrebbe integrato,nella sua p1u. mnma vt~a mte'"!ore. A

    t'ambito apparteneva senz altro la dortnna platoruca dell Essere q~ "d -intelligibile, perfetto, eterno, sempre 1 ennco a se stesso.

    2. La differenw di clima spintuale

    Da un punto di vista fo~~e, la filosofia, ~eluso il_Platonism?, ~ molto diversa dalla fede cnsnana. Anche se il Platorusmo non e D1aJ stato, come ritiene Dorrie, una confessione religiosa chiusa e ben defi. nita. stato sempre un sistema fondato su argomenti razionali. Inol-tre, fino alla fine dell'antichit non stato un sistema chiuso. Esso eta aperto ad opinioni differenti, che venivano accertate da alcuni Platoni-ci e rifiutate da altri. quanto si verifica, ad esempio, sulla questione della trasmigrazione delle anime. D Platonismo, dunque, stato sem-pre oggetto di discussioni, il Cristianesimo no. L'unit di Dio, che sin dall'eternit insieme com il suo Verbo, non era oggetto di discus-sione, era materia di fede. Che il Verbo si fatto carne ed ha dimorato in mezzo agli uomini, era un'altra materia di fede, non di discussione. E nella misura in cui i Platonici - non possiamo dire PlatonismO -non potevano accettare questo, essi restarono estranei al Cristianesi-mo. Ma per i Cristiani ci non cambiava il fatto che Dio, l'eterna Lu-ce, l'Essere eterno e perfetto, la Causa di tutto ci che esiste,l'etema Bont e Sapienza, poteva essere pensato nei termini della metafisica plato~ca .. Questo ci che i Cristiani fecero. quanto vediamo, ad esemp1o, m Agostino.

    3. Tensione e lotta

    ~ Ma proprio il fatto che Platonici e Cristiani avevano un profondo andamento comune poteva diventare causa di tensione e persino di t~ lotta . Ind~bbiarnente,_ il _nucleo centrale del Cris~esimo, la ~

    Gesu Cnsto come Dio mcamato, era estraneo al Platonismo ID ~~tale. 9uelle persone che erano state educate nella cultura gre-vita, ~d{fr platonico potevano, ad un certo momento d~ loro saggio . . ?nte ~ questa nuova fede, e, dal momento che il mes-

    cnsttano nvendicava di insegnare la via che conduce a Dio,

  • PLATONISMO E ClUS11ANESIMO

    . . "' potevano sennm ~ a compiere 11118 scelra. va comportare mola problemi. Non tutti, iafaa:i, Per llcuai c:i6 .,_. no, quest'uomo semplice della Samaria, cbe lldla el'lllo COllie G.a. send in strada, ma che;, posto di fronte al ~ eli Pl.roae li ascolt con mente aperta, ed in eao tJov il ~ ailtimo, lo zie di Israele, e, ad un tempo, la realiz:zsriooe ~ cYe ~ derio e della sua nascosta speranza_ Nel C8IO di -~ PI"OloDdO dai-la superbia intellettuale della tradizione della ~ 11011 c'era D glio nazionale della tradizione rdigiosa ebraica.~~~ roqp. li esis!enti pot~ano ~pparire insuperabili, e JIOieVIIIo ~P'*-re ali elaboraztone di un contro-sistema 0 di PtaDo amdur-combinato con elementi religiosi 0 sam'-religia.i -:i.~:=' ca, oppure di stampo nazionalistico ebraico seguace della . P dizione esegetica. Un contro-sistema di stampo Ptopla Da-ancora sotto il regno di Marco Aurelio da ~ = dabomto Cristianesimo la negazione dei valori culturali ed 111D111i. ; crescita del Cris~esimo e .la sua fona spirituale t11111portii0Do 111111 cena asp~ n~ ~tta~~ ~nd~ contro di esso. In Pbmo, dJe conosceva gli gn~na cns~, ~ _l'attqgi.mmrn pi C~Je~aa del filosofo nel rifiutare ogru genere di liDguqgio cdmnm11in ne-allivello !iell'Essere spirituale. E certamente mcbe c:gli rivda qud ge-nere di disprezzo per gli 6:rral&vr01. che era peculiare dd PIIIDIIici.

    Porfirio, un uomo di elevata spirituall e di solida fotmaiaae cul-turale, riprende da Celso gli argomenti coatto i Cristimi. Indubbia-mente, egli era un uomo dotato di qualit Cllllliderevolm dente. D Cristianesimo deve essergli sembrato un movimento rin1e per quanto concerne la vita spirituale, pericoloso per l'IIUIIZiaae dJe eser-citava sulle masse, e, proprio per questa ngioae. di litdlo iDfaiore. Infatti, il Ges degli evangelisti non co~ al modello. di un fi. losofo: era un uomo che disprezzava la cultura e la~~_,. retica, e che aveva una preferenza per le penoae 111111 ~Per Por-fui Celso la ostilili Dei c:cafroati ddla c:uka-0, come per , era supposta . . Sccoado Diinie ra che rendeva il Cristianesimo detestabile ed odiam. influm-il Platonismo aveva perduto nel q~~ ;:::o-a!: dhawti za: una sola scuola era rimasta, e qUI5I tullll Uli)izalo COD SUCCCSID Cristiani. Pertanto, il Platoaismo. che era.~ 018 aaere ~hper conquistare i Platoni.ci ~-n~ ~ S::., impiiiiD 1 bandonato. Quei teologi ~ ~ che lft9IIIO m..- que-pensare nella forma della ~ca platoDiCI. to di VIIIo Dd sta filosofia nella loro vita cnsaana. ~ questo pun quano secolo troviamo nomi im--imporllllllt Dd IV_._

    La scuola platonica di ~ era

  • " GMmblico combinava la~ di~ scuola C'OD ~ DUOVo S&ri-rilo rdi,ioso. una sona di JDisbaSIDO, ~ ~~ teurgia ~ la cre-deoa che si possmo ~ ~ ~ a!Je ~~

  • VI. n positivo influsso della filosofia . stiano e della fede cristiana sul pla~ pensero cri-

    l. Platonirmo e subordinazionismo

    Heinrich DOrrie conclude la sua lunga esposizi dei . Platonismo e Cristianesimo con quattro giudizi ~ .1 nrap~m fra seguente: DegatM pnmo ~ il

    ~Con la. spesso o~servata propensione di molti teologi dei rimi se-coli verso il Platomsmo non stato compt"uto alcun p d_c dd C . . mutamento o aormaztone nsnanesuno ndla sua sostanza. La dottrina na si _ svil_up~a~ secondo le sue proprie leggi intrinseche. cnstla

    Fm qw ~me ha pe~ettamente ragione. Ma poi prosegue: ll Pl~to~ISm? non nentrava fra i fattori che hanno agito dall'ester

    no sul Cnsoanesuno. quanto emerge in modo molto chiaro dalla di-sputa sull'essenza e la narura di Cristo2. Questa disputa avrebbe con-dotto a risultati molto diversi nd caso in cui il Platonismo, o all'inter-no o all'esterno ddla Chiesa, avesse potuto esercitare qualche influen-za degna di nome. N il Platonismo ha mai raggiunto la sostanza dd pensiero cristiano.

    Di nuovo, quest'ultima affennazione dd tutto corretta. Per quan-to concerne l'argomento precedente si devono avanzare alcune riser-ve. Per Dorrie il Platonismo era un sistema chiuso di natura religio-sa, una confessione, incompatibile con il Cristianesimo. Se esso avesse realmente interferito ndle discussioni teologiche di N"tcea e di Calcedonia ci sarebbe stato disastrosO per il Cristianesimo. Infatti. proprio qu'elle cose che sono al centro Clelia fede cristiana - eh~ Verbo si fatto carne, e che il F"tglio ~ stesS8 ~ Padre - erano inconcepibili per un Platonlco. Per ~ ~fecero dovevano percorrere la loro strada, ed quanto dfettivamenddla ttadi

    In un cetto senso questo vero. La fede viveva ~ropna -zione. Ed i Padri di Nicea e di~~ ~esci~~;: fede nd modo pi chiaro possibile, ID teriJIIDI rori dd!' epoca.

  • 70 CORNELIA DE VOGBL

    Questi errori si identificavano con il Platonismo? P~obab~~te neppure DOrrie giungerebbe ad ~are quest~. Tutta'?- egli ~bene che l'Arianesimo fosse connesso m mod~ ~ co~ il Platorusmo, di modo che con il rifiuto di qu~ta. ereslll ~~~a ~va condannato anche il Platonismo. Ma le tesi di Ario sul Figlio di D1o, che, a suo avvi-so non sarebbe n eterno, n eguale al Padre, e neppure simile a Lui, e ~to non sarebbe in grado di con?S~lo, costi~n'? in fondo, uno sviluppo piuttosto indi~dente, .il CUI carattere ~cilmente po-trebbe essere definito platomco. Fr. Ricken, nel suo saggto sopra men-zionato descrivendo i tre diversi sviluppi che derivano dalla accettazio-ne dell:ontologia platonica, definisce la posizione diArio come Una delle possibili conseguenze); il che significa, una conseguenza dalla quale veniva esclusa ogni forma di partecipazione o di analogia. Ci in netto contrasto con la posizione di Eusebio, il quale potrebbe sem-brare molto vicino ad Ario con la sua subordinazione del Figlio; Euse-bio, tuttavia, elabora questa concezione in modo molto differente, pi in linea con il pensiero di Platone e con la testimonianza della Scrittura.

    n terzo possibile sviluppo sulla base dell'antologia platonica era la teologia di Atanasio. Invece di separare le ipostasi le une dalle al-tre, Atanasio sottolinea la loro essenziale connessione. Senza il Figlio l'essenza del Padre non completa. Proprio come una luce non pu esistere senza irraggiamento ed una sorgente senza un fiume che sgor-ga da essa, cosl Dio non pu essere separato dal suo Verbo, dalla sua Sapienza e dalla sua Verit (Orationes contra arianos, I 29). Attraverso il suo. Verbo Dio ha creato il mondo, ed Un'immagine del Verbo stata 1mpressa nelle cose create (Orationes contra arianos n 79). Tro-viamo in Atanasio l'immagine preferita da Filone quella del sigillo ed il modo filoniano di parlare del Verbo come c~tore del mondo ~e no~ mai separato dal Padre ma sempre in rapporto con Lui. teo-logi par!ano frequent~ente di immanenza in riferimento al Figlio. ~ realt~ ~are~be me~lio non esprimersi in questi termini. Infatti, il derbo dtvtno ':lmane m se stesso trascendente, pur operando nel mon-o e nella stona. PlaFr. R!cken ha perfettamente ragione nell'osservare che l'antologia di de~~~ ~dse della teolo~ia di Atan~io. ~ questo senso- co~u-

    Ma . 51. eve parlare di una elleruzzaZJ.one del messaggio crisna-~C:la egli ~1 affretta subito ad aggiungere che, nei tre casi da lui trat nm;ti ~~ne ha sempre svolto anche una funzione critica nei con-cerne Atan:rcaRicockenncezio~e dell'essere e del mondo. Per quanto con-

    o, sptega: Atanasio cerca di eliminare, per mezzo

    'Ricken 'Zur Reu,tioll ... , cit., pp. 337 ss.

  • PLATONISMO E CRISI1ANESIMO

    logia la 71 della on~o p tonica, il conc:ato di Dio della . . aristotelica, panendo dalla venuta storica di Criao tlldiziooe ~

    Siamo un po' perplessi di &onte 1 sulla terra. teoretico di spiegare l'opera di A~ modo CO fonema.te del quatto secolo ha realmente cercato di Padre ddla ClUea fico di Dio? Possiamo osservare inciden~ n CODc:eao &bo. Dio come b 6VTIIl! ~~~. Atanasio utilizzava &mn~ Dd. Pl!lare di vemente modificata e prendeva effettivamen:ie Plalooica lie-sica dell'es~re t;tBscendente autenticamente plat= ~ JDeta!i nel concepire Dto come essenzialmente insieme tuttavia, come. mai separato d~ esso . dal Verbo e dalla Sap=:: ~~~ effettivamente combmato il concetto aristotelico del pensiero divino (v6T)

  • dd . re di una nave, che Eusebio riferisce al Verbo di nato~- . umonabeabilmente dal celebre dialogo di Aristotele Depb Dio

  • J>LATONISMO l! CIUSTIANESIMO

    urnha . n ICUe m o cene unplicazioni -...~-: .... _ certe co~~- teologiche che~ e .. me qlleRo Eco ba

    Tuttavt,a D?m~, che ritornato ~ ~ la fila.o6a. a pena. un ampia diScussione, non abbaDdoaa QUelooe dopo me li era Platonl~~o un'.unit sistematica di . la ~ JIOiizioae: l) il compatlb~e con il Cristianesimo; 2) =me e --.IJtrneare ia-cun contnbuto alla fede cristiana; 3) ed ~ ._, 11011 poteva due Il-perch alt~enti ci~ sarebbe stato menzionato~ 11011 l'ba dato, documenti della stona del dogma della OUesa qualcbe pane Dei . In s~ondo _luogo, Dorrie aggiunge: un ' ~coli 11011 ..

    s1ddem teologi platonizzanti dei primi secoli errore nteDere cbe 1 ~ tenzione di cercare nel Platonismo qullche poamo ~~ l'in-problemi di fede. aiUto per --=: 1 loro

    S~ questo punto Dorrie ha ragione. Ci sigoi6ca, tuttavia, me la questione non ~ovrebbe essere posta in questi tenninil'. 1 teologi del quatto o del qumro secolo non guardavano al Platonismo un aiuto per risolvere i loro problemi. Tuttavia, dal~~ tologia platonica era alla base del loro pensiero ed era stata ~ nelle .l

  • 74 CORNELIA DE VOGa

    gioia che in realt, appaniene ad un altro ordine. Penanto, Filone parlava ai Giudei ellenizzati dei suoi t~pi nd linguaggio_ ~osofico non per approfondire la loro compren_slo~e filosofico-~elig1osa, ma per fare in modo che essi cessass~ro ~~ ft_losofare. e ?t?~as~ro a cMoso6. Ed in modo analogo, gli scnnon e teologt cnsnam de~ pri-mi secoli usavano il linguaggio dd Platonismo non per accrescere la comprensione filosofica dei loro lenori; essi usavano q~esto. ~guaggio semplicemente come un mezzo efficace per convernre gli mtdlet-tuali platonizzanti di quei tempi alla fede in Ges Cristo, che era, in realt, qualcosa di completamente non ellenico17 ..

    La mentalit di questi autori era in realt molto d1versa. N per Fi-lone, n per i teologi del primo Cristianesimo, la filosofia era una for-ma di pensiero meramente esteriore, un apparato idoneo a convenire una cena classe di persone colte, un mezzo efficace che poteva essere rigenato dopo che aveva svolto la sua funzione18. Questa la posizio-ne di DOrrie, ma non affatto l'atteggiamento che gli antichi avevano nei confronti della filosofia. Filone di Alessandria nutriva un grande amore per essa1', e lo stesso vale cenamente per Clemente. E come Fi-lone aveva fatto con Mos, cosl Oemente credeva in una pi profonda penetrazione dei misteri della fede cristiana per mezzo ddla compren-sione e della riflessione filosoflca20 Altri erano pi distaccati e non di rado Platone venne ingiustamente criticato su certi panicolari per mancanza di comprensione. Si deve tunavia affermare che, dal secon-do secolo in poi, la metafisica platonica dell'essere perfetto e trascen-dente, da cui dipendono tutte le cose visibili, diventa una pane essen-ziale e persino fondamentale della fede cristiana. E questa era una co-sa che non poteva essere perduta.

    Quando, nella discussione con Dorrie, altri studiosi hanno richiama-to l'att~~ione sul Corpus areopagiticum come un esempio di Platoni-smo cnst1ano che ha esercitato un grande influsso sulla teologia cristia-na, ed in particolare sull'Aquinate, essi si riferivano al fatto che S. Tom-

    16 I~itkm, PP: 12-13: e~. geht ihm (Philon) nicht wn eine fnung zwn Helleni-b:t:n hin: Ganz un Gegen.teil ... Der Weg, den Philon weist, 101l durchaua nicht in clcrlW:htdeungen beachntten werden ... Philon iat ... bemiiht einen Weg zu erOff-

    Dell, aus r helleniatischen Wdt ins] udentwn zuriicldiihrt : Darric, i!'~d., p. 13: erwu ausgeaprochen Un-Hdleniach~.

    nel D:Orric ibid., p.14, dopo aver affermato l'efficaeia dd mezzo adottato- in quaD-10 h ~ un RCO~ !juui tutti i Platonici 10no divenuti cristiani -, conclude: cDa-~Zweck C:Mft~tliche Platoniamus 10fon; er batte ala Mittd der Oberredung

    il li.'' Oueatola P,unto ~ lta~ rilevato molto bene da Runia ndla aua opera su Filone ed ;::eo p toniCO 10pr~ Citata. ~:~a ~ le o11erv11Zioni eli Henry Chadwick a propotito dell'et-

    ente, cw abbiamo fatto riferimento nelle pagine precedenti.

  • pJ..ATONISMO E CJUmANEs!Mo

    maso lesse il De divinis rwminibus dello p . ~ uher tk Cllusis r:H=~oscendone l'origine ~~ ---~ di gli Ele~entr di. teokJgia di Prodo nell~ ed iafioe le. e-. na di Guglielmo di Moer!Jeke (U68) 11110 studio~ tladuDooe L.i-chiaraJnente visibili nella dottrina di' Dio quale ~ aa IJOriao U.U bro d~ ~~~ma Co_ntra Genti/es, dal capitolo 6~ ~Del~ i-rimentt DOme ha nsposto facendo una Detta diori~ A qiJelli rie-patristico ed il Medioevo. Egli menziona le . ~ il periodo

    l) Nel tredicesimo secolo Proc/c ha~~. buto allo sviluppo di un'antologia filosOfico.teologia; ~tale Clllltri-colo, invece, Plotino e Porfirio non hanno esercitato ~ se-simile sul pensiero cristiano. llellun iJifh.,

    2) Nel tredicesimo secolo si verific una discussione fra . professione (ein Streit unter Fachleuteruo) una cosa cbe ~ ~ avvenuta nel periodo patristiooll. ' 1100 1D11

    .3) Solo ora la logica di Aristotele viene coinvolta nelle dUcus-sionF4, divenendo la base dell' ontologia scolutica. Attmmo il l'lato. nismo che proveniva da Proclo la dottrina cristiana vame uriabita; ma ci vale, spiega Dorrie, con un'affermazione dam!ro sorptmdm-te, Solo per l'Occidente latino.

    Dobbiamo considerare questo quadro tracciato da Diirrie cm IDII cena benevolenza, come una reazione pi o meno improvvisata dovu-ta a informazioni piuttosto casuali ed unilaterali. Trascuriamo per il momento il fatto che il mondo del Mediterraneo orientale anaaiz. zato da una ininterrotta tradizione cristiana con tratti pWooici put colarmente foni, che si estende da Origene e dai Cappadoci fino alla teologia e alla spiritualit onodosse dei nostri giomP'; una tradiziooe

    . . PIDdo doi podi di 21 1n Summa contra g~ntiks,l70 e 71,IIOVWDO l~~ m 74 (..o. di

    causalit, Ekm. th., prop . .56 e .57. Si veda ~ S"d: aiiiiN ~ di PIDdo. &-vina provvidenza). E.R Doclds, oella lntrot/JIVDM ~'-il En Je pro-ments of theology, Oxford 1933, p. XX?'l n. 4, ba "':D~ 'C~ p. pUI"'T GIOVanni Scoto Eriuaen&-

  • . dai commentatori alessan~ del. q~no e del Quinto che. ~re d' prodol) ha combinato gli studi di Platone con una teeolo (pnma. 1 eli 1~ica aristotelica, che va dall'lsagoge e dalle solida fi?nndi~Ponrfie ~ fina 0 alla --.l..tta scolastica di Giovanni D81J1a. C.ttgone o no pg"' d 'cl pedi scena, il quale ha int~ott~ la sua gran e opera ena o ca con un trattato sulla logica anstotelica. direttam

    Ma ritorniamo all'Occidente latino, anche se non ente al tn:dicesimo secolo come suggerisce DOrrie. Jn!atti, la logica ~~ca era stata insegnata nell'Occidente molto ~nma, e la s~a appli~one a problemi teologici era stata fatta per .P~.o da Boezio, alcuru de-cenni prima che le opere dello Pseudo-J?iorugl fa.ces~ la l?ro com-parsa. Attraverso la traduzione di ~~~-Po~o di~e il grande maestro di logica nell'Occidente !anno. C1o che VI fu di nuovo nel tre-dicesimo secolo nell'Occidente non fu la logica di Aristotele e l'uso che ne venne fatto in teologia, bensl lo studio di quasi tutte le sue grandi opere di scuola, la fisica e la metafisica, l'etica e la psicologia. Questi scritti, che allora vennero tradotti per la prima volta in latino, furono commentati dall'Aquinate, il quale utilizz i commentari di Averro, sicuramente molto meno platonizzanti dei precedenti com-mentari di Avicenna. Tuttavia, dato il grande interesse che riveste la questione, mi sia. pennesso di seguire la linea percorsa dal pensiero europeo greco-~nc:ntale durante lo stesso periodo, e di fare in margine alcune osservazJoru.

  • VII. Seguendo la linea del cristianesimo orientale

    1. La scuola filosofica di Alessandria

    La scuola !ll~s~fica di Alessan~ria del sesto secolo non era partico-larmente anticristiana. La magg1or pane dei tardi commentatori di Platone _e di A~stotel~ divenne cristiana, e la tendenza generale era quella di armomzzare l due grandi filosofi dell'antichit classica, Pla-tone ed Arist':ltele. ~ebbene la ~o~ca di Aristotele costituisse una pane normale degli studi neoplatomc1, a partire da Porfrio che essa as-sunse una posizione particolare. Nella metafisica si preferiva per lo pi Platone. Questo il genere di filosofia che conosciamo da Boezio: egli era un maestro di logica, ma un platonico in metafisica 1 La stessa cosa pu essere detta di Leonzio di Bisanzio, un contemporaneo di Boezio. Egli visse circa vent'anni pi tardi, e fu coinvolto, molto pi dei suoi contemporanei romani, nelle polemiche contro i Nestoriani e gli Eutichiani. Nelle controversie cristologiche del sesto secolo fu uno dei primi bizantini a fare un ampio uso di concetti aristotelici, in parti colare delle categorie. E come di Boezio si pu dire che gett le fon-damenta del metodo scolastico nell'Occidente latino, applicando la logica aristotelica a problemi teologi~ n~ ~ ~~pu essere definito l' pXT]y6s della scolastica biZSDtma. Egli. tuttaVI8. ~ essere visto in connessione con Basilio il Grande e con Gregono di Nazianzo, e deve essere considerato un neoplatonico, nel senso che ta-le termine aveva in questa epoca.

    2. Massimo il Confessore

    Un secolo pi tardi, Massim~ di ~polis, com~emcnte ~ M . il eo:....:---re divenne il grande difensore ed mterprete degli SSSimO Dl.,._, ' odo . ttosto scritti dell'Areop&Jita. Questi scrito erano apparsl,m m . pw . . . nella prima pane del sesto seco~. ~ ali ~ di Massimo lmprovv_ISO genere accettati come autenaa. Egli difese la loro su-non ven~vano m

  • CORNELIA DE VOGEI.

    78

    .. . te e' il fatto che spieg questi notevoli scritti . p1u 1mportan odi tentJCJta. . dell loro fanna neoplatonica-pr ana, erano spesso di che, a mouvo a . m' un senso completamente ortodosso. Mas-

    f cile comprensione, . In" . li n.on a 1 dana per questo compito. ram, eg non solo Suno era a persona a . . ali di el d . nella elevata spmtu ta qu tar o pensiero visse complletamenvt.tseJ.one cosmica di tutte le cose che procedono (gra-greco con a sua .. e11

    alm' ) d Dio e a Lui ritornano, ma VISse questa VISione n o spi-du ente a . d . d . " d gli apostoli In un tempo oppresso a nuove eres1e nto e1 proretl e e li d' h sostenute dall'imperatore reggente, eg Ivenne vera-c e vemvano . 1 e11

    mente un defensor fidei, sia con un.a smgo are perspicacia mt ettuale, m' vm cibile fennezza d1 carattere. Nella formula, apparen.

    s1a con una l - C li 'd dia temente accettabile, di

  • pLATONISMO E CRISTIANESIMO

    dell'opera dd Damasceno che va sotto il . . 79 Geyer ne ha mostrato il significato dal nto~ d! De fUk orthotltnr. ne ~~ cultura3 G!o~anni Damascen~~to ~VIRa ddla ~ uadiztone ddla ~atnsnca greca in modo ~ ?a trasiDeao l~~~~~ua Magister sentent111rum di Pietro Lornbar~ ordinato. n ?ello e molto ~d suo materiale, e per la grande~ qui ~ suo.IJIO. il Damasceno e stato una continua fonte di m """"!' '!eD~ che qui mi propongo di vedere in che modo la o~ n COIDpilo la logica aristotelica abbiano trovato posto nell' ~ Platooia e

    Giovanni Damasceno era essenzialmente U:pen ~ cupazione essenziale era qudla di Presentare una~ CUI Pl'eOC ta, ben ordinata e ben fondata ddla fede ortodossa 1i . compie. lizzare questo compito sono necessarie alcune condizi ~rea: laartigiano sonoEnecessarie cenlae co~diz!oni per ponare ~p=

    s~a ~pera: ne~pure per regma e sconveniente servirsi di alcuni schiavt4 Gtovanru non e affatto scandalizzato-da questa metafora. Al contrario, ritiene che si addica pedettamente al suo caso. Infatti, la lo-gica e l' ontologia sono ovviamente dei prerequisiti per la teologia; m zi, esse sono dei prerequisiti primi. Pet questo, nella sua opera en-clopedica intitolata ITTJ'Yll yvWoflS', la dialettica viene coUocata nella prima parte. Giovanni Damasceno, infatti, teneva in grande cooside-razione lo studio ddla logica: lo apprezzava come uno strumento indi-spensabile per realizzare il compito che si era proposto.

    Ma altri Schiavi erano necessari: la seconda pane presenta una breve storia ddle eresie. Ndla terza pane, invece, viene iniziata l'ope-ra vera e propria. E ci viene fatto in un modo molto ~~ in quanto Giovanni aveva una buona co~os~ dd ~etodo SCielltifico.

    Questo per quanto concerne i pnnapt formali. ~~ terza pane (De fide orthodoxa) la tradizi~ne ~d ~rpus_alt'Opil= .:1n il ruolo dominante ndla dottrtna di D~o: qw n~ ~ dam di tutto Piatonismo cristiano che prevale. Dto, che.~ il fon .ento oscibile "' eh . di . cenza umana ~ m se steSSO mcoo cto e estste e ognt conos ' la e pu essere

    ed ineffabile. Egli non ha riv_elato alldi'~omo ~=-tuttavia ~ l'Es-colto solo n dia fede'. al di sopra tuttO Cl

  • 80 CORNELIA DE VOGEL

    l ~ li contiene in se stesso l'essere nella sua totalit sere stesso: n a~tlfi, egt'to di essere senza limiti (ot6v n 1rt>.a'YOS' o6-come un oceano m m 6 o{QS' 41TfLpDV Kal d6pi.OTOV )

    4. Dio come l'Essere

    Platonica l'identificazione di Dio con ~ ~e. ela~dn latifvolo~t divina 1, mentre un tratto specificatamente cnsuano e ! en CUlo-ne con l'essere. un aspet~o, ques~o, che ~~n pres~t~ m Procl~, ';D& nello Pseudo-Dionigis, e m quasi tutta l mter~ tradlzlone_patnstJca prima di lui, quella che, lungo la linea del Medit~rraneo onen~e. ~ da s. Ephraem ad Atanas!o: al f~oso qua~~ discorso teo~og1co eli Gregorio di Nazianzo, a Ctrillo d1 Alessandna . la parola ~volta da Jahweh a Mos (Es . .3, 14): 'Eyw d~L b ~v (

  • CORNELIA DI! VOGE!.

    82

    h cosa intendono dire questi avversari della Atanasi.o n.on vede ~o~trario. Certo, noi n~m siamo in grado di

    formula d1 NI~ea? Ald. Dio egli dice, e tuttaVIa comprendiamo che comprendere I essere . l . . . he viene mdJcato. . il . . e Lui stesso c_ .. di lo Pseudo-Dionigl apre qumto capitolo del-

    Due secoh plu tar i 'n i distinguendo l' Essere sovrasostanziale.. la sua operj 1 nomt jvdi sopra della ragione e del linguaggio umano' che co~p etan;tent~ ache identico con il Bene, e che la Causa cii da quell Essere-m se h d fl .. h Ora Dionigi che a esercitato un gran e l1l usso rutto c1o c e esiste. Pla

    O h Occ1 dente era certamente un torneo cnsttano sia in nente c e m . . 1 li Nella sua trasposizione della ~eolog~a dJ Proc o: eg p~es.upp~ne ~ .. n- tanziale che drmora m una luce maccess1bile pnma di wcue sovrasos 'd Arn di parlare dd Bene come Provvt enza, come ore vtno e

    gtCungere a1versale Egli corregge il Neoplatonismo insegnando che susa un . l'al d l'amore divino lKo-ranK6s, ossia ~cerca . t~, e no~ sc~tunsce a . un livello ontologico inferiore ma e propno l amore dJ D1o quale s1 trova nella Scrittura14. Cionondimeno, lo stesso autore talvolta si esprime in termini che potreb~ero dar adito ad int~rpret~o~ pantei-stiche, anche se si potrebbe d1re che, con la sua chiara distlllZion_e on-tologica fra l'unica causa trascendente e le molte cose create, egli ave-va escluso ogni forma di panteismo. Dio l'Essere stesso che conferi-sce l'essere a tutte le cose esistenti. In un certo senso, Egli presente nelle cose create. Potrebbe sorgere la formula di Dio come dator /or-marum. Ma potrebbero derivare anche cose peggiori. La nozione di dtrt"Lpov, quando viene assorbita nell'Uno assoluto, potrebbe condur-re alla equazione di Dio-essere assoluto e del 11ulla. Naturalmente questa conseguenza stata tratta, e non solo in Occidente.

    Dionigi ed il suo traduttore latino Scoto Eriugena harmo offerto una versione cristiana di quella concezione di Proclo, secondo la quale rutt~ le cose. derivano da un'unica Sorgente e ad essa ritornano con un !"o~c;n!o mverso. In ci, tuttavia, non era necessariamente implicito il_p~apJo d~a interdipendenza, n quello della assenza di aiuto di D1o. Infatti, nella versione cristiana il ritorno un fatto che concer-n~ la li~ra decisione del soggetto che ritorna, e la Causa prima il ~o.onrupotente. ~uttavia, ai ~ostri giorni ascoltiamo qualcuno dire a

    10 Tu non pum_prestare a1uto; tu dipendi interamente da noi-una nuova fonna di ey t : .J._ 1 al ~cusa 10 prov~ttae oppure asco namo tn m un convento li - ' . . dicatto co llllermare che un onore per Dio che noi Cl lllteress~a~no Lui l ben . . . E 1: si interessi di noi ~~me . un efc1o per no1 il fatto che ~~~

    e abb1a1no ascoltato qualche pastore dire '' Ho eii>Oito ci in scritti p~ . . .

    pp. '781, 1pec., p. 70 enn, pedalmente in Gtfflt: cosmic love ... , CIL,

  • PLATONISMO E CRIS11ANESIMO

    che l'uo'!lo. ~a biso~o degli uomini e . . 8 queste e sunili espressioni derivano da D,io J:la ~di IIOi li pus areopagieicum. Ne sono gli ultim.i ~ lllllca bie: PJ0c1o e '1 Q! in preced~ molti altri. COilCXJIDe ce De 11111o lllli

  • CORNELIA DE VOGa

    Inoltre egli avrebbe potuto osservare che l'attuale predi. menziOnato. li d . d . la lezione per il Neoplatonismo pr~ ano enva a ?'_l parnco . re svi-I della logica moderna. Molti filosofi hanno cnttcato negli ultitni uppo h 'd tifi il u bo di n d cenni il modo in cui Agostino a 1 en cato ver Io con il m:ndo intelligibile del Platonismo, cosl come preceden~emente era stato fatto, ad esempio, da Origene ~d an

  • VITI. Caratteristiche del Platonismo . . cnstano orientale

    l. Origene

    Ritornando al tema principale affrontato da D . . porre la seguente domanda: in che senso il c . ~ ~ ora Ct?mpl~so della sua v?ta sp.iri~ale e del suo=~ od dica di essere platoruco, mdicando anzi in m ..... 0 il ' !!9e?: dis ? Q al ;_;.c: ,_. suo carattere pru propno e tmnvo . u e s~.;.~to viene dato a questo attributo? di e~ tent'&e ;:_r nsdp~sta atero quattro testimonianze. La prima

    ngene essan na, Contra Celrurn, VII 46. Nella seziooe pre-cedente, era stata citata l'esposizione fatta da Celso della metafisica di Platone, nella quale l'essere contrapposto al divenire, l'oggetto della conoscenza intellettuale all'oggetto della percezione sensibile, le cose intelligibili alle cose visibili. E ci che il sole per le cose visibili -causa sia della loro esistenza sia del fatto che possono essere viste -Dio lo nei confronti delle cose intelligibili: rende l'intelletto in grado di pensare e di conoscere, ed la causa dell'esistenza di tutti gli esseri intelligibili, mentre Egli stesso al di sopra di essi e al di sopra del piano della conoscenza degli oggetti intelligibili. Egli pu ~ col~ solo mediante una cetta facolt indescrivibile. Ma Celso nnene che 1 Cristiani non siano per lo pi in grado di comprendere queste cose. dal momento che sono rral&I/TOl. . . lid credenti

    Nella sua risposta Origene prende le paro de1 ~PEgli di al . dal vversano non . che sono stati fortemente sottov utau suo a . disposto 1

    ce una sola parola contro la do~ Al con~o, 1inon -" ao" che Il b. . . . b oDI ;ft .....,mentl. u, ... _, so evare o 1ez1oru contro l u ..........-- li che vivono una

    Celso non ha compreso che queste ~e ~!o0f.nn0 anch'esse vita pura ed adorano Dio il ~~1017 d~'i::se ~telligibili e qud-una distinzione fra l'essere ed ~ diverure. 000 considerare le cose chi: l~ visibili. Infatti, ess~ ~~o UDparato r:m rali. ma le cose.~ divengono, che sono VISibili e pertanto po risiede al di fuon dell am-che non vengono viste per~~ la loro~ di Ges ~ le bito della percezione seDSibile. cl clini verso la contem~ cose che divengono usando!e come gra create del mondo es11 ~ delle cose int~i~~ .~!li ~E = si (ermaDO neppwe qui. ma dono alle cose mv1Sibili di Dio.

  • CORNELIA DE VOGEL 86

    all eterna di Dio e, in una parola, alla sua divi-ascendono a potenza nit.

    2. Atanasio

    L d t tun. onlanza quella di Atanasio, Orationes contra aseconaes d . .r , m 52-53 I Giudei avevano doman ato: vome puo questa ananos, eh ~ uomo essere Dio?. Allo stesso modo, gli Ariani !:fi:~~o ~ seguente q~estione: Come pu egli, quando ~ ~io, di-ventare un uomo?. Atanasio risponde: queste due questlom sono strettamente connesse. Coloro ~he p_ongono qu~t7 domand7 n_on os-servano che la Scrittura parla di Lu1 m due modi, s1a come D1o m sen-so pieno, sia come uomo, dal momento che ~a ~ss~to l_a carne uma-na. Infatti, nella Scrittura non detto che Egli e gmnto m un uomo, come aveva fatto in precedenza dimorando in persone sante. detto che il Verbo si fatto carne>>, il che diverso (ID 29-30). Essendo Dio, egli si fatto uomo per amor nostro, di modo che l'uomo pren-desse parte alla natura divina. Infatti, questo il significato della re-denzione: dal momento che Dio ha assunto la carne umana e l'ha fat-ta propria, per questo e attraverso questo l'uomo stato realmente li-berato dal peccato e dalla sua condizione mortale; vale a dire, l'uomo stato deificato (ID 3 3). Atanasio usa il termine E!Eonol T)aLs, che non significa che l'uomo stato fatto Dio, ma che la carne umana santificata, di modo che l'uomo per adozione ha preso parte alla natu-ra di Dio e pu aver parte alla vita eterna, dal momento che la maledi-zione del peccato stata rimossa in virt di Colui che in noi.

    Atanasio prosegue spiegando i testi. In ID 52, spiega Luca 2, 52: Ges cresceva in sapienza, et e grazia davanti a Dio e agli uomini.

  • PLATONISMO E CRIS11ANEsiMO

    ' essenzial alla , stacco non e e vita cristiana? . . de John Hen.ry Newman non ttovava in _[)ira Ptoprio di DO. n la sua traduztone va un po' troppo in l S: ~~li ~

    VIa ddla criouoda.~

    3. Gregorio Palamas

    La terza testimonianza che desidero . sione svolta da Gregorio Palanuu (XIVprent} m~ la elisa. laam. ~~as, figli~ di una illustre~ di con 1'~ Bu-scelto m gtovane eta la vita monastica Quando~ ._ smo venne deriso da Barlaam, il quale.negava cb COiiddetto ~ immediata Visione di Dio al di l della con~ essaa lilla tanto sosteneva che la presunta visione. della Lu ~ e per-nient'altro che la visione di una qualche luce creata,cePalamas ~.era difendere la causa degli esicastj2. Egli condusse la difesa n!:!; argo~enti .filos?fici, sia sulla base dell'esperienza religiosa. 518Respime la dott~a ~~ un m.telletto separato dal corpo come uno dei pi grmdi erron det GreCI' - una teoria che, in effetti, si sarebbe poruta de-durre dal De anima di Aristotele (ill 5), come fu cffett:iwmmtc fato dal commentatore arabo Averro e dagli averroisti medievali. Egli re-spinge anche la dottrina aristotelica di Dio come un teorema dimo-strabile scientificamente, nel quale verrebbe espressa la csostiDZilt o essenza di Dio. Non c' alcuna conoscenza scientifica di Dio che poli sa essere raggiunta mediante le facolt intellettuali ddl'uomo, come veniva sostenuto da Barlaam. Ma esiste in realt una intdligcma che appartiene al corpo umano e che, dal momento che il corpo noo d-fatto da disprezzare, rappresenta un legittimo cd indispensabile m~ per giungere a Dio. Correggendo il Neoplatonismo, PalJma sosaenc che la superiore facolt della ragione presente odl'uomodimo~ c:ssae collocata nel cuore4. Qui, nel nostro cuore dei cuori. essa ra ~ me in una tesoreria dove purificata c concentrata, c peramto nuo-

    ' L-1 derc stessa C c;oll\'aSI va la propria sostanza, e pu uuvwta trascen se re con Dio'.

  • CORNELIA DE VOGEL

    . ifi effettivamente Vedere la Luce invisibi-

    Questo, dunque, stgn ca realmente la Luce di Dio, una visione che lo non una luce creata, ma . 6

    ' all' mo per graZia pu essere dona_ta eh uo un bell'esempio di Platonismo cristia-Pot~o _dire . e qu~:~ente conservata la dottrina di Plotino

    no. Infatti, qw troVIi:"O P 'bil via per avvicinarsi a Dio: non come se dd voOs co~e la so poji ~ente fino a Lui, ma come l'approccio si potesse giungere com p e

    pi P~!'"0 dell ealt' suprema che pu essere donata per gra-La VISione a r a ' c Palam rifl ulla . offre un altte esempio interessante. !matti, as ette. s Z18, d . d Dio e dalla sua essenza, e domanda: la Luce e una lrealuce ~e envda .a dal momento che attorno a Lui? creata?

    ta csecon ana eh D' d di l nde Palamas dal momento e 10 e uno e m . No, non o e, nspo ' . d L 7 visibile, e la Luce appartiene a Lw ~ non puo ~ Ul essere separata . Co ualche sorpresa troVISffiO che qw Palamas parla esatta-n una q d di . . .. mente allo stesso modo di Atanasio, quan o scute con 1 senu-anaru

    di Antiochia.

    4. Sergio Boulgakoff

    La quatta testimonianza che vorrei prendere in considerazione quella di Sergio Boulgakoff, arciprete della Chiesa ortodossa russa, professore all'Universit di Mosca, e doJ!

  • PLATONISMO E CRIS11ANESIMO

    'fl L gine v1 s1a r1 essa. a creazione del dell'Amore e della Sapienza onniPGrente m~ft ihilo l' jmJilediatamente rivolta verso il tllOIIdo e --.... L. .... n:-dd quale tutte le c:ose sono state fatte (~il Vabo, per~ c:he c:rea il mondo, l'ipostasj c:osmill!&ic:a. ~,' 3); il F'181io t~ rola, c:rea ~ c;sistenza. ideale del mondo. Ma and!~ 11111 p. feziona, Vlvific:a e ~ realt al mondo. Le . ~-s~ Suo per. bann~ fo~dam~~ eterni_ (11'apa&l"nl0-Ta~ di~~ eteml dell essere lmmem nel non essere, prod e quau Pnnc:ipi tuale, gli angeli ("i cieli.) ed il mondo tenabe reo il a,:oado spiri. smo sp!rituale ~i qu~ti eterni prototipi ddl'essae ~ ). I:~ pio un1c:o e pnmord1ale del mondo in Dio la=~ "l'Eterno possedeva all'inizio della sua~ prima~ cbe ogni altra sua opera fin da sempreo; "essa eta da Lui, EPia &ca.e

    Il la delizia' . . che . 1118 .. ra ... ~ua . ogru_ g1omo, suallegrava ogni isllme clelia 1118 p_resenza . n _ve~c:e e~ il c:en!ro ~ella creazione l'uomo: "le mie cldi-Zle erano fra 1 figli dell uomo , dic:e la Sapienza (Pr!lll 8 31)

    E sul disegno della redenzione Boulgakoff s~: c~.a' sa1vaza dell'umanit risiede nella deificazione della natura lllllllll; quesr'uhi-ma, nelle righe precedenti era stata spiegata nel seguente modo: cAI.-traverso Lui (re. Dio stesso che si fatto uomo) la narura divina ba a-sunto su di s la natura degli uomini senza distruggerla, c:ome il fuoco che rende incandescente il ferro; c:osl Egli ba dato all'uomo la llha-za, la vita eterna in Dio, anche qui in mezzo alle affliziooi. e Ddla vita futura, nella risurrezione. Questa, quindi, la sahuza per tutti. cPer l'uomo individuale la salvezza consiste nell'appropriatsi di qur:siD do-

  • CORNELIA DE VOOEL

    90

    no mediante uno sforzo personale. Infatti, la deifi~azione ~on n un'azione fisica n un'azione magica sulfuo!flo, praticata dali es,temo, ma un'azione interiore, un'op~ra della g~azla,ne/fuomo. Quest opera viene compiuta con l'aiuto attlv~ ~ella ~berta um~a, e non s~a.la nostra conoscenza di essa. la VIta m Cnsto sotto l opera dello Sptnto

    santo. . n lettore che ha una buona conoscenza delle Orattones contra aria-nos Il di Atanasio ascolta qualcosa di molto familiare nell'opera di Boulgakoff sulla Ortodossia. Certi caratteri che nelle Chiese cristia-ne dell'Occidente sono scomparsi quasi del tutto sono pienamente presenti nell'opera di questo teologo russo della prima met del no-stro secolo. Essi sono troppo profondamente radicati nei cuori dei Cristiani orientali per supporre anche solo per un momento che nella presente generazione siano vivi in modo meno rigoroso. Lasciando da parte alcuni topoi teologici come la creazione attraverso il Figlio e la deificazione dell'uomo, cercher ora di rispondere alla nostra que-

    stione.

    5. Conclusione

    In ~e cosa, dunque, il Cristianesimo orientale caratterizzato dal Platorusmo, come hanno sempre affermato i suoi teologi?

    ,O ~ ~~istiani orientali si rivolgono realmente dalle cose visibili ali InVISibile, ~e rappr~enta per essi ci che pi pienamente reale. Le cose. so?o

  • JX. Obiezioni di Heinrich Dorrie

    1. Eusebio ed Atanasio

    Dal momento che Dorrie considerava il Platooismo . ma dogmatico chiuso, poteva giungere a ritenere una:=-fatto che in una citazione, anche lunga, venissero omeae alame . il n modo in cui Eusebio cita Plotino, Ennudi, V 1 offre ~ sorprendente esempio di ci che egli ritiene eaere 'una ~ b ma di inganno del lettore, ma che a me sembra un esempio eli ~ tendimento delle intenzioni di un autore da pane dell'~ tede-sco'. Infa~, non p~sibile sostenere che Eusebio, che llftVI gi cira-to un'ampia parte d1 Enneadi, IV 7, abbia lasciato illerton: lleiiZa informazioni circa la dottrina plotiniana dell' IDima, n poaibi1e lf. fermare che, citando Enneadi, V l, 4, 1-9 O' ascesa dal visibile III"JDi. ligibile), e poi V l, 5, J-7 (in cui viene chiesto echi sia il Pllllre dd Nous, il semplice che precede il molteplice), egli abbia voluto na-scondere al lettore il fatto che per Plotino il Nous non era n Dio su-premo. Di nuovo, la citazione che Eusebio fa di &lla4i, V l, 6, mo-stra chiaramente che il grande Nous secondo e non P~ inohn:. dal momento che tutti gli esseri perfetti sono produttiVI (mivra 6aa TlMLa 'Yfw4), chiaro cbe deve esaerci. qualcc;-ilcdopoo il Nous. Tuttavia, ci che Eusebio desidera evidenzilre 'F rapporto fra il Padre (T 'Yfwf\aall) e ci cbe d~ da Lui. n. Nous. ~ sto non spiega il fatto che Emebio ~d le ~ddriabe di~ all'anima e passi immediatamente daDa np 44 .U. 50 lellD tino? , ddcre~~D~Cnei

    Le righe seguenti, tuttavia, non trattJDO ddl_ ~ Iafaui, nel modo ~nfronti della sua creatura, come supr-I)Onie. ~ di pensare di Plotino era escluso cbe cii =!ii: riabe ~ (l!o8Et) qualcosa al di fuori di-:~~~-'- il soaeuo che--VIene espresso chiaramente cbe il ~l"""'r---sidero ed ama il yEwflaall . . _ In~ iD

    Dorrie rinviene lo steSSO tipo di ccfiloaeStP - ~~ ...... ' Dome, 1M~ TINo/op, dr., pp. .J2 .. D a , r" .._ ..... ~ viene uuto mcbe a p. )9, dote lo....., i*

  • CORNELIA DE VOGEL

    94

    ento di Amelio al capitolo di apertura del una citazi?n~ - nd. cllcfucepolo di Platino rinveniva in questo capi-vang~o dJ c:J?f!nntro e con questa nozione si trovava su un terreno rolo.~ logor ~ c~:~ na;uralmente, con le parole: Kal b Myos o

  • p[.ATONISMO E CRISTIANESIMO

    . l " compito m un senso mo to ampio: scienza ed anche religion~ ne~ sua fonna 8~ leueratura, 6lo.o6a, parte del suo ambito d1 Interessi. Come . ~ QUesto face.a in stretto rapport~ con la teologia: la ~egli~~ 6lc.ofia una preparazione Intellettuale in vista di ci ~ ~ per lui to, ossia il Cristianes~o. Da Platone aveva im era llligliore e_llelfet. scienza come prepar8Zlone al pensiero astratto~~~ la analogo, la filosofia doveva essere praticata COllie un~ ~ modo tuale in vista della suprema fra tutte le scienze, la ~ intdlet-

    Un gio';tlo questoal zelanPla te. studioso venne fonnalmaue accusato di interessarsi troppo torusmo pagano. I: attacco p da persona molto qualificata ed illustre, ossia da Xifilin~ vecd: amico ~ scuola ~ coll~a a?'Universit, allora direttore Je0: Scuola di legge d1 Costantinopoli, divenuto un giurista di grande fama Xi6lino era un uomo di mentalit pratica; ricercava la solida base dell'espe-rienza e l'argomento rigorosamente logico. Non amava il Platonismo respingeva l'interpretazione allegorica (praticata da Pse1Jo secoodo ~ stile delle scuole del tardo Platonismo), non credeva nella contmlpla-zione (dal decimo secolo coltivata in una fonna piuttosto eccessiva nei monasteri bizantini) ed era molto interessato alla logica aristotelica.

    Psello rispose con una lunga lettera'. Egli accetta la logica come strumento, ma non esclude la 6loso6a,

    nel senso di una metafisica dell'essere traScendente, dal campo pro-prio della teologia. Paganesimo? . . ..

    Certamente, gli antichi Greci erano pagaDJ ed anche 1 Neoplatooici lo erano. Tuttavia, gli antichi Greci _posero le ~ndam~ta della.~ cultura, e c' cosi tanto di buono, di bello e di vero ne~ loro scrttD noi dobbiamo leggerli e studiarli. , anche

    Platone caduto in erro~ su q.u.esto o qudl ~~~non Aristotele ha compiuto molo ;rron m tu~.~ compiuto i loro er-da ultimo in teologia. Anche l Neoplatorua filosofo grande di Pia-rari pagani. E tuttavia non c' stato nessun plu tone. . . cui u pungere la ngiooe

    Egli solo ha raggiunto il vernce ~IU alto dJzuro un precursote dd umana, ed egli solo fra i filosofi puo essere

    ~-XJ'sikk. ~ ' Su Psello, cfr. Chr. ~ .U" pb~ 24) e le~~~

    Ps~~~~ P~ris 1920, che ~enz10118di ~~!"-~la Pads 1949. pp. 224 se edizioru delle opl!rtl mmON . ,_ ;;-~ ~,___, Xifi1iao, c6: 1949.1a si trova in B. Ta~ H-~ Je JIP-161-210. Per,__ ss.; 11 veda anche il bel capitolo su PG. 120, 1202-1291; 119, 7" a. e !75.

  • CORNELIA DE VOGa

    Cris!Miesimo. Innalzando la mente verso l'Invisibile e riflettendo . ulla ~: 81-ltematicamente s sua struttura, "5'-' stato veramente un teolo

    ed un Blosofo molto pi di Aristotde. D che, tuttavia, non ci disPengo dallo studiare attentamente la logica aristotdica. 88

    E Psello tenne un onorevole epitaffio quando morl il suo amico Xi Blino.

  • X. Di nuovo su Atanasio

    Fin qui abbiamo parlato di Atanasio lo di . l'opera principale di questo Padre del qU:, secolo~ Tuttavia, gli Ariani, molto impanante per la nostra ' 1 ~ a1111ro . n 'd la . Presente ".......... ,_ . ntengo oppo uno cons1 erar p1 attentamente .di.., ~ au

    conclusioni finali. pnma traccare le Nel difendere la formula di Nicea il problema di Aranaio

    seguente: Cristo il Figlio vero ed et~o della stessa sostanza m n dre, opp_ur~ una ~reatura? (19). Ed egJi risponde: n F'Jglio :!: mente Figlio, non e una creatura. questo il modo in cui 1e Scrittun! ne parlano; ed questo quanto implicito nella nozione di cF'Jglio. e nelle immagini usate dalla Scrittura: SSrgente d'acqua vivo a 19) splendore e Luee (I 12), ed anche nello stesso termine immtgi: ne (diCWV o xapaxn'!p); infatti, non c' luce senza splendo~e, D sor gente senza acqua che ne sprigioni, n c' un' immagine seoza un originale. Inoltre, l'immagine o impronta, per riprodurre fedelmente l'originale, deve essere eterna, ed immutabile (I 22).

    Gli errori fondamentali degli Ariani sono i seguenti: l) parlano di Dio e della sua generazione come se fosse un uomo; 2) introducen do la nozione di tempo nella relazione fra il Padre ed ~ F'Jg)io, noo so-lo introducono un linguaggio che estraneO alla Sc:r!ttura - dytw!r TOS" (o dytvnos) non vi compare (l 1), I 30): ma Vlmtroducooo :: che un'assurdit concludendo che, se entrambi foaero 4~. rebbero fratelli (I 14). Sulla base ~ p~o .errore :N:~ essi fraintendono continuamente le immag1DI usate

    Alcune osservazioni. . dotte interllll5te a ptr a) Le argomentazioni di Ats;n851 sono con filosofia sebbeDe abbia

    tire dalla Scrittura. Egli non m~to alla cWI'analisi di DO-una buona formazione logica, come 51 P~ ~ .hilid con cui zioni quali Figlie, Padn;, ~~e, coglie precisamente gli erron degli ArimL la meufisica ~del-

    b) Tunavia, Atanasio ha nella sua m~ cldJe cose create: Dio 1'6VTIIIS 6v, come ambito opposto~ E dal Jll(lllleiiiO cbe il~ l'Essere perfetto, eterno ed immuta il F.,Jio eternO ~ imm proprio della sua sostanZP an~ eli Dio di }.rMliii1IJ DOD dher-Da questo punto di vista la conceziOne

  • CORNELIA DE VOGEL

    98

    . . d' Alessandria, di Plutarco di Cheronea e di sa da quella di Filone l Giustino Mani~. rio Atanasio usa i tennini che indicano

    c) Parl~do m senso prop ;ouala IJ.fToxi)) esclusivamente in ri-panecipazlone (IJ.fTlx~v~~e cose partecipano del Figlio in virt ferimento alle creatured. ~ eda Lut' Pertanto, l'uomo partecipa del-

    eli S .. to che enva d o pmto san . d del Figlio per grazia e come dono dello la natura divina partectpan o . . ull (II 16)

    . . M il Fi !io stesso non partectpa di n a . Spmto. a , ~ t di partenza della sezione I 15 ss. Gli Ariani

    d!dQuestol e pnuner~;one di Dio come se essa implicasse divisio-consl erano a ge ..... F' li ed h il . di ano che Dio possa avere un lg o anermano c e ne. Qum neg " A - il F' li ' F. li t dal nulla Contro c1o tanaslo anerma. se lg o e ~goecreao . . s

    allora viene detto Figlio, e D1o e ap1enza per par-una creatura, l 1 Q di ( T .. ~To~lav) come o sono tutte e creature. ra, tectpwone Ka .-~ "" . . . che cosa partecipa il Figlio? Dello Spinto? Ma lo Sp!nto stes~ parte-cipa del Figlio come egli stesso dice. Non resta da dire che egli parte-cipa del Pad~. Dalla sostanza del Pad~, indubbiamente, pere~~ come potrebbe essere diversamente? Ma s1 deve affermare che cio che dalla sostanza del Padre ed interamente proprio a Lui (t8tov airrou ail~J.1Tav), il Figlio. Infatti, dire che Dio viene, pien~er_tte partecipato lo stesso che dire che Egli genera. E cos altro signifi-ca ci se non il Figlio?

    Ho dovuto riportare con precisione l'argomentazione perch c' un certo fraintendimento circa il modo in cui Atanasio usa la nozione di partecipazione. Alcuni teologi sono soliti affermare che il termine essenziale per la teologia di Atanasio. L'affermazione, tuttavia, reca un po' di confusione. Infatti sembra suggerire che il Padre greco abbia espresso di preferenza la sua dottrina della Trinit in termini di parte-cipazione. E le cose non stanno cosl. Per Atanasio la partecipazione era il termine corretto per esprimere la relazione fra Dio e l'uomo, e questo un aspetto effettivamente platonico. In Platone, infatti, par-tecipazione non indica il rapporto &a elementi collocati sullo stesso livello. Pertanto, in linea di principio non il termine idoneo per esprimere ~ relazione fra il Padre ed il Figlio. Ed per questa ragione che Atanasio afferma:

  • pLATONISMO E CRISI1ANESiMO

    ScrittUra: _quells dells sorgente, dello sp'-..1-- 99 fetta o lJDpronts. ~e dell'......_

    e) Qui c' un altro panicolare tenninolopa, per. to. In Atanasio il termine Ellcldv assume 1111 ~deve~ IIIJII.. lo che esso ha nells lingua classica. Per Platoie, diva.o da cpi. dKwv indica semp~ qualcosa di incompleto . ad aempio,_ ~ lr:lmiDe qualcosa che appamene ad un livello inferiore. I:ISpeuo all'CJriciaale.llll Figlio l' immagine perfetta della quale si ~ per Aflllalio i me, ha visto il Padre ( Giov. 14, 9). pu clft c:be cebi ba vilro

    Questo un altro esempio di un uso 11011 platooico di . gio apparentemente platonico. Si trana di 1111 caso in un ~quanto getta nuova luce anche sul linguaggio di Filooe.~ ~ la _q~est~one ~olto chiara: quando parla dd F"lg}io, cimm ~ lut stgmfica ptena o perfetta espressione dell'originale. t per egli d la ~ref~~enza ~ t~nnini Tirrros- 0 XClfiCliCTI\p, cm;p~ Stampo dt un tmmagme unpressa. Qui il carsaae di -;p_ non affatto inferiore a quello contenuto nel termine dJa.il, axae vie-ne inteso da Platone; al contrario, ben pi grande: la 1m1iglimu de-ve essere perfetta e completa. Ho ricordato in precedeaza l'uso che Zenone di Cizio fa del termine 1inrOS" per spiegare l'esperienza. Per quanto concerne il termine ap-y{s- - il termine praemo da Filooe -, si deve ricordare che un sigillo un segno di autenticit: nell'immt&i-ne dell'architetto esso indica che il mondo visibile realmcnle creato dal Padre, attraverso il Figlio. Cosi in F"one, e cosl anche in AfiiiiSio (Orationes contra aritmos, n 79 ss.). In questo senso, pu esserci 1111 rapporto con certi tipi di gnosi

    Questo solo un aspetto della questione. L'~ ~-della U: miglianza, per la quale, nel vedere le c:reature. SWDO rumaa Il tore. inabi

    f) D Figlio non direttamente presente nelle c;ose ~mmc.. tszione e per natura. Ci potrebbe essere ~ Z ma cbe ~ un termine che in effetti stato talvolta usato am ,__L,__ ' ' _u u presmte per__.... vrebbe essere evitaro. Nell'uomo ~ P essere zione, mediante la grazia. del termine dla1w

    g) Atanasio condivide il suo .ff:!i= (dla1w) llle do con Gregorio di Nissa, il quale : 1;111111 coal'adJedpa in~ nells misura in cui ha una ~ som* . c:oodivide coa Gft80dD contrario, non immagine'. Anche~ l'onfine COSDJico, la~ di Nissa la convinzione che, contt:m!eaa, di anim.li e di pilate. bellezza e l'infinita variet di essen

  • CORNELIA DE VOGEI. 100

    lo cen're entro un ceno limite almeno, quali siano gli possa P" ana gza lm' od l'' d-"'" lpya dd CreatoreZ. Gli lpya, infatti, pr ucono unpronta au liJIJna-

    gine dd Figli~. di Dioniai l'Areopagita sul mondo creato non di-La concezione .., li c _,c . ali t fi di .

    Nell Epl't IX 2 eg ,a ruenmento e re orme est-versa a sua o. l 6 .. ) l-' e- ~ di t da Proclo (FJem. theo ., ~ : KaT a -..av, Ka U1Ta..,..Lv e stenza sttn e l la rsal KQT. jlllfeLV. n Dio che trascende tutt~. e cose e o ~ausa uruve e; l'essere intelljgibile, la prowidenza di~a o logot_(m D. ~-V 8, si parla di trpopLa11ol), l'essere archetipo eh~ es~ste Ka9 tl1ra~~v, mentre tutte le cose create esistono per p_anec1paz1one. Questo, In-dubbiamente un modo di pensare platonico.

    Anche qul alcune osservazioni. La mia domanda. ~ale rig~ardo Atanasio la seguente: qual il rappo~to fra la. metafiszca ~latomca ~d 11 suo pensiero teologi'co? Da un lato. s1 deve di~ che la ~~a dell ~-11ooooLOS' non si accorda con il pens1ero platonico. Infam, il Platoru-smo ammette gradi del divino, mentre il credo niceno ha escluso una tale dottrina. Da questo punto di vista, l'arianesimo, che introduce il Figlio come un secondo Dio, appare molto pi in linea con il plato-nismo, anche se questa tesi non tanto ben sostenibile come potreb-be sembrare. Infatti, il modo in cui Ario separa completamente il Fi-glio dal Padre, negando qualsiasi somiglianza ed affermando che il Fi-glio non pu conoscere il Padre, tanto non-platonico quanto non scritturale.

    Dall'altro lato, la metafisica platonica assume un posto essenziale nel pensiero teologico di Atanasio. Dio l'essere perfetto ed eremo, immutabile in se stesso e paradigmatico in rappono alle cose che de-vono essere create. Ci vale sia in riferimento al Padre che al Figlio. Non si pu dire che questa forma di pensiero platonica fosse in Ata-~ qual~~ di esteriore, che poteva essere abbandonato non appe-na 1 Platorua avessero accettato la fede cristiana. Per Atanasio essa ~p~resentava la sola e penanto indispensabile espressione di ci che significa~. la fede in ~ unico Dio; indispensabile non solo per fini ~pologett~, ma per la VIta e per lo stesso pensiero cristiani, in quanto ~ nost.ro ~tellett~ ~ bisogno di esprimere la fede in Dio, il Padre ed il F'lglio, m teriDJru ~ntolo~~- per un'intima necessit e per la loro ~naie co~prez_u;Ione spmtuale che i Cristiani sono giunti alla me-~ platomca, m quanto essa serviva a confennare e ad approfon dire la fede che avevano appreso dalle Scritture e dalla tradizione del-

    G 2 ~ ~rio di N~, Omelie.sul C~~ttko dei C.ntici, PG. 44, 1009 D. Quanto ~:e~ :U~ddtlamo risulta chiaramente dalla pqina succSva ~m&liema ( ibiiJ., 1012 B-C ). mondo creato alla mano che penetra attraveno

  • pLATONISMO E CRIS11ANESIMo

    la c~~ Ce~ente, ~pita talvolta cbe la 101 de cnsnana. Ed ID quesn casi, na~ ~ !Jidi aJIIbo la le. contro la filosofia. Atanasio lo fa su diveni 1111 .CIIIIiaDo -l*lat do la dottrina platonica, altre volte PIIDti.. taholta ~ ragioni. Plotino, ad esempio, usa i~~ per buooe che l'!Jn~ la Luce divina in senso pieno e . . luce ~ cerchio di luce che splende attorno ad esso!: 111eDtte il Plimo 0 l'essere diyin~ - luce in .un senso secondario t: il~ questa dottnna ID. modo decso: il Figlio la ~ divina ~ una luce secondana. E nel credo niceno viene la form ltl!aa. 11011 da Luce non per esprimere un carattere ~ ula~ l'identit di SOStlllZII del F"Jglio con il Padte, CXlll e ~ e per r_nol~ C_ristiani del ~uatto secolo il termine : ~ vieae usato ID rifenmento a Cnsto, non significa una SOIIIigliama puziale imperfetta, ma una vera e completa somiglianza (come si pu. ad esempio, in 2 Cor. 4, 4, e Co/. l, 15)3.

    Ci sono molti passi nei quali gli scrittori del NIIOVo Testamemo parlano del Figlio in termini di divenire.: Ges cresce in sapimza, d sono cose che non conosce, e gli vengono attribuite le afDiziooj ddJa carne umana. Per amor nostro, spiega Atanasio. Infatti, ~ qursae cose vengono dette di Cristo secondo la sua natura umma; iD&tti, Egli ha assunto su di s la carne umana, di modo che noi pocessimo aver parte alla natura divina. Questo il vmgelo di Cristo, ed esso pu essere spiegato in termini antologici.

    Certamente, Atanasio non era intereSSatO alla _filosofia. per amo~ della filosofia. Ma ci non significa che la forma di meWisia ~ca fosse in lui qualcosa di accidental~ o _di _meramenad :::=:: Quanto sia stato fatale introdurre noZiom. di tempo forma di guaggio su Dio, lo possiamo vedere da Ario. ud::U rovocbi IDI metafisica non pu mai essere abband~ta senza ~diviDa. danno essenziale alla nostra comprensrone della SICSSI

  • XI. Conclusioni

    La precedente indagine pu essere utile . questioni sollevate da DOrrie nel suo lungo sa::, r;;rnc1ere certe gie. DOrrie afferma quanto segue: ftllere Theo/o.

    l) n Platonismo, dal momento che diverge SOtto Cristianesimo, non h_a potuto in alcun modo~ aspetto dal

    2) E che un tale mflusso non ci sia effettivamente stato risulta dal fatto che nei documenti ufficiali della Chiesa non viene attestato sun contributo del Platonismo alla dottrina cristiana. Des

    La nostra risposta la seguente: Per quanto concerne il primo punto: il Platonismo condivide con il

    Cristianesimo alcune concezioni di base che potrebbero essere de-scritte nel modo che segue:

    a) che le cose visibili non costituiscono la realt primaria, cbe esiste per e attraverso se stessa;

    b) che, data la loro imperfezione, le cose visibili rinviano a e richie-dono una realt perfetta ed assoluta, un essere primo fondato su se stesso;

    c) che la realt invisibile ha un valore ed un significato infinih!!!M'II te superiori rispetto a quelli delle cose visibili che da essa dipendooo;

    d) che questo fatto fondamentale deve guidare e condune la 11010'1 vita '> h . ' . li l'infini" val re dell'aft;..,. umana. e pertanto e c e c1o 1mp ca to o .......... della persona individuale. filosofia ~ ba da

    ~er quanto ~nceme il s~ndo p~to: !-. che i Cristiani po-to di questi fattt una forma di _espressione 10 essi aveYIJIO ap-tevano riconoscere non solo m accordo con quan elemento che c:ooscn preso dalla Scrittura, ma ad un tempo comf:. riva di approfondire e di confe~ ~lo:ffettivamente contribu!to

    In questo modo, il Pla~o~JSmo dc,.ma triniwio e~ all'espressione della fede c~ nel ba OoJribuito alla Cede dei Cll-del terzo e del quarto secolo; ~oltre, stiani dal secondo secolo in ~ PlatoaismD si pu tJ09IlC liDI le-

    Di questo contributo ~tryo.~ da Giustino manire .a:: stimonianza in molti auto':' cnsall1~ tale (OIItributo DOD SI ! ed Origene, fino ad Agosano. Per

  • ..

  • Enrico Peroli

    TI conflitto fra Platonismo e Cristianesimo nell'interpretazione di Heinrich DOrrie

    Saggio integrativo

  • 1. Introduzione

    11 principio della religione cristiana deve~ elaborato il . la conoscenza pensante se lo deve appropriare, essa si deve r!:Jirnl~ '!! mod ~he la co~oscenza pensan~~ pervenga alla conciliaziooe, abbia u:n ~ l1.dea dfvmE'a: e la ncca cul00 turah dHdilddead fil~fica si unisca col prillcipio ai-s~o~ .. m q'!esto m. o .c .e ~g es~ve nelle Lroo11; nJiuu:m. tiJI. filoso/lll il compito che il cnsuanesuno de~ primi secoli ha dOYUto affroowe per Pter !eali~za!e. la sua ~ndiz.zazionoo, ossia per crendcn: principio mondiale il prmc1p1o dd cnsuanesuno2 Questo compito, l'incontro dd messaggio cristiano con la tradizione filosofica (in panicolar modo quella neoplatonica), stato realizzato dai Padri: Questa daboraziooc della rdi-gione cristiana nella conoscenza pensante stata compiuta dai Padri della Chiesa, i quali hanno dibattuto rutti i problemi circa la natura di Dio, la li-bert dell'uomo, il suo rapporto con Dio, che l'oggettivo, circa l'on,ine dd male ecc. ed hanno introdotto ed accolto nd concetto dottrinale cristiano qud che il pensiero determina intorno a questi problesni-': .

    Questo incontro per Hegd dd rutto giustifica~o ~legittimo; a-~ ro che fanno una colpa ai Padri per aver per P~ sottopoSIO mcxJ!'nnapiO cristiano ad una daborazione ~osofica, ~me se~. m ~~,..Z: ro contaminato la purezza di qudla pnma 8P~. solo se colui che Errano perch il dato della fede tale .ed ha un ,. ........ ndJa comprensiooc: ne interpellato se ne appropria ndla ~terp~ e esiste alfano per altrimenti esso un che di mort'?. di estenore, UCC: lo spirito vivificp, mo'; la lettera va trattata con lo spmto: cb: lC: dovenDO operare l'incoD-secondo l'espressione biblica6 Per questo 1 p loro cdirirtoo>' tro ed il confronto con il pensiero filOsofico: eri un

    . vol. DI/l, awd. ci E. Cocipllo e G. 1 G.F.W. Hegel, Lniolli suJ/4 sJOM ~flostJ/M

    Sanna, Firenze 1934, p. 101. 2 /biJ., p. 100 l lbiJ., p. 101 4 1biJ., p. 102 e ss. 'lbiJ., p. 104 'lbiJ., p. 103 7 lbiJ., p. 102

  • ENRICO PEROU 108

    rofondarncnte mutate; la ..legittimit dcll'in-Dopo Hegd le ~e. ~~~~:e logos fllosofico stata da pi parti fortemen-

    contro fra messa~10 cris . d attribuire ai Padri quclla colpa di cui parla te contestata, e SI e nro;au a e la moderna storia dei dogmi, elaborata in Hegd citando ~utero. 1 n~;; daA von Hamack, F. Loo&, M. Wemer ed al-sc;no ~ ~eologdiaellprotellcs-~, ;on~ dd cristianesimo il principio interpreta-In abbra .atto a .,.......,_. d . dd . erale dell'intero sviluppo ddla ottnna cnsttana . .a..mcontro m~-

    uvo ~ . . n il logos filosofico ...-.., parallelo ad una sua progressiva saggro cnsttano co e-- dcll' d . d" avrebbe comportato la corruzione ongmana purezza egru tzzazione, d dcll Ch" a dd k a, il cui frutto sarebbe l'intera ommauca -~ ~esa .

    P erygm egli ultimi decenni sia emerso sempre ptu chiaramente come er quanto n l ' 1 J:a. la ellenizzazione rappresenti un p~so ~o to flu comp esso .e ~ren-ziato di quanto non apparisse ~a t~logra. liberale , e per. q~~to, di ~nsegucnza, il tentativo di Hamacknzialmdi. spregare :',~ase a tale pnnctpro 11~ svilup~ dd pensiero cristiano sia sost~ . ~te ~toio sopra~tt~ ~ m~paata di configurarsi come un effemvo cnteno stonco , la .degttwnlta dcll mcon-

    e&. A.von Hamack, Lebrbuch tkrDogmengescicht~, ~n:.iburs l~ ~l. II, p. ~7; vol ] I p !4: eNd suo concetto e nd suo sviluppo il dogma l opera dello sptnto ellenico che ~I sul terreno dd VangdO; su ci si veda E.P. Meijering, Di~ Helknisimmgle~ Chri-stenltnll im Urt~il AJolf uon Hmclts, Amsterdam 1985. Cfr. anche M. Wemer, Die Eflt-subung Jn christlicben Dogms problemg~schit:htlichen Jorg~st~llt. Bem-Leipzis 1941 (se-conda edizione, Tiibingen 19,4): per Wemer la dommatica della Chiesa il frutto della sua ellenizzazione, conseguenza, a sua volta, deUa deescatologizzazione dd messagio evangelico.

    ' Cfr. A. Grillmeier, H~llenisimmg-]uJoisimmg Jn Christentums ls D~teprinzipiln Jn Geschil:htt des ltircblil:hen Dogi'INS, cSc:holastib, XXXIII (1958) pp. 321-355, 528-558 ( rip. in: Mil ibm und in ibm, Freiburs 1975, pp. 423-488); W. Pannenbers, Di~ Au/n.bm~ des pbilosopbist:Mn Gott~sMgril/~s ls Jogm.tisch~s Probkm der /rikhristlichen Th~~. rip. in: Gru,dfrgen syst~m.tischn Theologi~, GOttingen 1967, pp. 296-346, trad. it. di D. Pezzetta, Brescia 197,, pp. 33038'; sempre di Pannenbers si veda recentemente: Christen-tum Ufld Pt.tonismus. Di~ ltritisch~ Pt.lonrruption AMgustins in ibrer Bedeutung/Ur Jos 1.~ gtmllirtig christlil:h~ Dmlten, Zeitschrift fiir Kirchengcschichtco, 96 (198,), pp. 147-161, spec. 147-150.

    10 Per un quadro sintetico sugli aspetti ed i problemi della moderna storia dei dogmi si pu utilmente consultare J'[,ttot/uVon~ di R Cantalamcssa al volume di J.N.D. Kdly, Il pen~ ai~tiii"O. delk origini, trad. di M. lrardet, Bologna 1972, pp. VII-XXVI, spec. IX a. ~llllllllgUie di Hamac:!< di una purezza originaria del kerygma cui in seguito si sarebbe-ro IIMIIJIIJC!IIe le_categone antologiche del DCIISiero greco, risultata storicamente infon da!-' ~ sapp11mo che c' un processo ih"'tcologizzazione del kerygma ben anteriore a!J ~~del N~ T~tamento ( ... ) D cosiddetto processo di ellenizzazione o di ontolo-jpZZIZIOJie della cristolojpa: per fare un esempio, richiede una diversa valutazione, una voi ta costatato che esso ~ gi m atto, e per c:osl dire canonizzato aU'intemo del Nuovo Testa men'!' ne! ~ C;laUa aistologi8 della primitiva comunit palestincse alla c:risto1ogia t' giudaismo ellen~co e da questa alla cristologia della comunit ellenistica della genti-.:;J~~ '!'.P ~Xl. In modo analogO osserva W. Pannenbers: La cosiddetta daU' zwne, ~ ~ns!Jinestmo non q_ualcosa di posteriore, che si sarebbe aggiunto .~ aU o.nsma~ forma dd Vangelo in s aaldo, e che quindi potrebbe ap~ co-

    me il risultato di un adattamento secondario e come caduta claU'originaria forma Jiudaica :V~. Pi~ttos'!', nd .Passaggio del Vangelo nel mondo della lingua gra:a e ddlo spi-IUdin~ gi ~nma, gi con .P~ e G~ni, non si tratta dell'adattamento ~ a~i-

    del pcrwero nuove cerchte di recetton del messaggio, ma anche della identificazto-De IliO contenuto non ancora concl111010 (PI.tonismus und Christ~nlum, ciL, p. 149).

  • SAGGIO INTEGRATIVO

    tro fra tl~fia grec;a e messaggio cristiano . IOJ non cessa d1 appanre problematicall Per 111111110 dii~ da . . .uzzazione dd cristianesimo contin~ ad~ la ridac.la cl pqalel:iali lato per salvaguardare il carattere di ~ ~.--. caa ~ ~ paradossalit e di svincolata autolondazior; ~eli~ sostenuto da Kierkegaard e riaffennato !Xlii'-~~ . logia dialettica12; dall'altro in nome del ..._ Del~~a~t~o 1e1:1a1o cWa 111 cristiano~ rispetto al quale la forma dleniatica ~ ~ dd --: dit particolare ddla Chiesa occidentale e della dopu IIPPG1: CUIIIe IBI'cre-rattere universale dd cristianesimo che ~ rcololia; PIOplio i c:a-zione, un abbandono degli schemi concatuaJi dei ~ ~ ~ sofica che la teologia cristiana dei primi secoli.; _._L!-~ ~ DMma S. la filosofia greca13 - Ddi~~~a~aao caa

    Da tutto ci emerge, come ha osservato ~lelllalle W. sentimento di distanza nei confronti della forma che il . ~~ 1111 sunto ndl'epoca pat?stica attraverso l'incontro, 0 1a ccmc:ru:= l. re anC?ra la pa~ole di Hegd~ con illogos filosofico greco: cii~~ vole _di un tal~ mcontro ogg1 non si comprende pi da se ~~~a~c~ooM. Nllllllllo, possiamo aggiungere, lo stesso futuro della fede. sembra l!lla"C ~epo .0. rottura ddle categorie antologiche greche in cui il dinamismo

  • ENRICO PERoL! IlO

    . tomo alla dedlenizzazione dd cristia-Ncii'ambito di questo d!bamto m tive pi significative e, ad un tempo, pi

    nesimo una dciie proposte mterpreta egli ultimi decenni da Heinrich Dorrie; radicali senz'altro qu~a a~ti:fallacia ddla conciliazione hegeiian., una proposta che, nd enunCI~ fra filosofia greca, platonismo in pani-nei sottolineare l'as;;oluta .oulpposwontoepi rilevante per il fatto che proviene ~-'-- csuno ns ta tan di . dd . cwarc:, e cnsttan ~ d dei pi illustri stu OSI pensiero annco, e non da un teologo, . 8 ~o a imperiale in ispecie; una proposta, quin-ddla tradizione plab torud~a dcii epocnos-~ ddle fonti, dd contesto spirituale, e di sulla ase 1 una co ~~- fil f avanzata . . dcii fonne dd pensiero oso co con cw stmcon-50?~ttl!tt? de~.caradf' e. nella astrattezza storica in cui talvolta si svolge il tro il ~nancsuno, . ~~ne si avverte cosl spesso la mancanza. dibamto sulla .ciielliZZ8ZI ine i recisamente qudlo di esaminare, ed in parte

    L'intento ~~.queste pa~. P 'one di DOrrie, attorno alla quale si ve-di valutare cnncament~,l ~t~rp~SZI dib trito'' nd quale si inserisce nuto sviluppando negli ultmu anru un ampio . a ' anche il saggio di Comdia de Vogd presentato m questo volume.

    2. I: interpretazione del platonismo17

    a) La rottura della tradizione platonica

    ocWas ist spitantiker Platonismus? Con questo interrogativo si apre un saggio di Heinrich Dorrie dedicato all'analisi dei rapporti [n plato~o .e cristianesimo nei primi secoli dd!' era cristiana11 I.:apertura e dd !'J~O giUSI:! &cata: se vogliamo impostare in modo corretto, sia da un punto di VISta ston-

    16 Cfr., od esempio, E. P. Meijerins, Wi~ p/.lollidntn Christm? Zur G~hung %111i-.... Pl.tOttismru, ltirr:b/idmn Cm/o unJ p6lristist:Mr Tr-Io'", cVIIIiliae OtruiWl-. 28 (1974), pp. 1528; Fr. Ricken, Zur Rnqliort M. p/4kmisdJm Ontolgk bd Eusebios ,_ Lillrril, Amas unJ Ath.nsios, cTheoJosie und Philosophico, '3 (1978), pp. 321-3,2; A. M..llacr, Pl.tonismru unJ Christmtum ;, M. Spi141JiiM, cTheologische Rundschawo, 49 (1'114), pp. 33,6; Pannenberg, Pl.t011ismru unJ Chrislmtum, cit. Per quanto con~ la ._tura sui rapporti fra platonismo e cristianesimo, che nqli ultimi anni cresau'd a.iliderevolmenre, cfr. E. P. Meijering, 'bn }.bre Fonchung zum Thmu~ Pt.lonismus un Kfltt6emMtn, Theolosische Rundschawo, 36 (1971), pp. 303320, e l'Appendice bibliosn &aache pubblichiamo in questo volume, pp. 1471,3.

    D La produzione di Heinrich Dorrie sul platonismo immensa abbracciando l'interO ._ della sua attivil scientifics. Molti da suoi studi magistrali, che qui prenderemo in - 10110 sta1i raccolti nel volume Pl.tonia mill,., Miinchen 1976 (ulvo indicazione -n. le citazioni faranno sempre riferimento .ne pqine di questo volume); fra i saui - inclusi in Pl.tonic. milwN faremo riferimento ai squenti: LI Joarill~ tk l'i- tk P~ lill Pt6dus, Revue de 'l'Mologje et de Philosopbie.., XXIII 11973 l pp. 117 -132; Loeos Lli~? Otkr Nous-Tbt~ogM Die "c:t:tliCMr Aspe/tu Jes ~/ichm Pr.toni-s-s, ID AA.VV.,kpb.t.;o,, Studia... to ProfesSar CJ. de Vogel, Aaen 1975,pp 115139;.P/oli~ IN~ o iniiOINitore?, in: Atti tk/ ~ illtmuaimulk su/te-~: Plofj11o ~il Neopt.10111smo i": ~k ~in Oa:itlmt~. Roma 1974, pp.1"207; Rm-~ di E. von 1~, Pl.to Ch_rut,.nru in 'l'heoloairch am-, 64 (1968), pp. 319321; Die~~ ~ und ~ilolos!bie.., '6 (1981), pp. 1-46.

    """""' wu 1s I/MIIIIIIuu:r Pl.1011umus, aL

  • SAGGIO INTEGRATIVO

    co che teoretico, la questione deDa JIOIIibilh 111 c ddla trasf~~on~ del ~latoniuno. e delle~ d.illa . Padri dobb1amo m VIa Preliminare chiarire~ la ~ . ~ losofi~ e spirit~ale che, con un tennine ~ CU1Uai di qlld ~da ocplatonismo. L'unpresa, tuttavia, non affatto un ~ llllbiauo. ~ 1a nost~a conoscenza d~ p~tonisrno si sia ..... ~~ 11a11o1taare, iBci, decenru su tutt~ una sene di questioni ~~-araa Dqli ukiai. disfacente non c stata ancora raggiunta'': il laton':o ~ d'D.icme IOd. come un fcno~cno s!raordina~te com~ e .a a !llaalla IIIICIOn permanenza d1 alcuru elcmcnu di fondo si estende ~ cbc. pur Della divcrs~, c che a':'cv~ ~ictro di s gi ~ lungo svii dWIIIte 1 Ralli in fixme ndl'onzzontc dCI prun1 pcnsatori cristiani. uppo CIUIDtlo Clltnpme

    Di fronte ad una tale situazione l'esp-;A-e ._ . . la . d . p d . . hia di ........... cp .. tollilmo Cllldaao. P toDISmo Cl a r1 nsc apparire piuttosiO . . o

    cquivoca20: eh~ cosa ~tcnd~o infatti con l'esp~ pcr. 11011 din: quale forma di platorustno c1 riferiamo? Si tratta della ruJ~'-? A plesso di motivi c di dottrine che risalgono dirutatnente 1 P1awoe, VIJ Clllll; ~~te c. t~m~ dalla !radizione platonica? Oppure il plataaismo 0:: il quale il cnstlanesuno trovo a confronta durante i primi 1eC1J1i ddJa storia aveva elaborato posizioni filosofiche profondamente divene d. ~ di Platone? Ed in questo caso, tali posizioni ermo COtnpltibili coo la cloarin. cristiana c potevano quindi essere recepite dai teologi cristimi?

    Questi interrogativi ci pongono di fronte ad un problema aoriaplfico particolarmente complesso. Come noto, infatti, i cPiatonici si 10110 ICI!Ipn: presentati come i continuatori cd i fedeli interpreti dd pemiao di Platoac21; c tali sono stati considerati nel corso ddla storia; la coolilwit ddla mdii ne platonica non stata mai messa in dubbioD. Questo, almeDo. &o al m secolo; a partire da questo momento interviene un muWDCIIIO radicale nell'interpretazione del platonismo: Platone viale: com~~':"j.='O"' dall'esegesi che ne aveva dato la tradizione platoaica. ~m~-- IIIJCo d!oplatonismo cd il neoplatonismo; viene pertiDIO ~ = ~crcnza fra le posizioni filosofiche sostenute ncU .......... unpcrialc c le originarie dottrine di Pia~.

  • 112 ENRICO PEI\()LJ

    ul . . d ru m -ce si affermata un'inversione di rotta negli stu N~li um1 ecen ~ ' --'- d d I h .., ed una tendenza a rou11are qu gran e so co c e 111 et diodplatonic_i n"teenemutoer:ssistere fra Platone ed il platonismo. Le nuove ricer. m ema s1 e zi--" C J d " d)24 inf d (Ph M l H Kriimer Th. S CUA, e vog , atu, ten ono 8 che er an, ' d ' di'" dd l l' 1stenza di una profon a contiiiUita n mtera stona Pen porre 1n uce es di ...:c l'" 1 . 1 ente come punto ruenmento 1IIterpret8Zlone e 0 svj. 51ero p atotuco av d 1 d l . delle conce2ioni espresse a P atone n suo lllSegnarnento uppo SIStemauco . . orale da parte degli antichi accademici. . . . . ..

    Ris tto a questa nuova tendenza stonografica? la poswo~e di DOrrie c ped te differente2': da Platone al platoniSmo non c e stata alcuna

    pro1on amen l .. d" dal continuit26; il platonismo nasce so o .P~U tar 1, a ~arure . pr1n1o se~~o a.C., e rappresenta una fase della tradwone plat_o~c~ c~e SI era ?r811l81 gi ampiamente allontanata da Platone. vero che Cl s~ ~c~a ~ntiiiuamente

    Platone ma le citazioni sono spesso ddle semplici Clt8Zloru standard che :on ~no pi interpretate ndl' originario significai? _che ad esse attribuiva Platone ma nd modo in cui esigeva una nuova tradizione, che, per quanto diffe~ta al suo interno, su alcuni presupposti fondamentali, in particola-re di carattere teologico, si era venuta costituendo in modo ben definito ed unitario. Ci che pertanto designiamo con il termine J>iatonismo deve in realt essere interpretato come un fenomeno filosofico autonomo27

    Da questo punto di vista, non ci si deve lasciare ingannare dal fatto che i

    "Ph. Merlan, From P/4to to Ntopl4tonism, The Hague 1953 (1969,197-'l, tr. it. di E. Peroli, Intr. di G. Resle, Milano 1990; H. Krimer, ~ Unprung tkr Gristm~l4physik. Un tnruchungm 2Ur G~schichu tks Pl4t011ismus zwischm Pl4t011 unti Plotin, Amsterdam 1964; Th. Szlezlk, P/4ton unti Aristottks in tkr Nuskh~ Plotins, Basd-Stuttgart 1979; C.J.de Vo-seJ, 0, tht ntop/4/onk. .. ,cit.; A 14 &chtrcb~ tks ltqn prkis~s mm P/4ton ~t k Nop/4to-~. Mnemosyns:, pp. 112 ss. La opposta valutazione che la De Vogel (nel saggio di cui in questo volume presentiamo la traduzione) e H. Diirrie danno dei rapporti fra platani smo e cristianesimo si fonda anche sulla loro diversa interpretazione della tradizione plato-nica: per una decisa critica aU'interpretazione deUo studioso tedesco, si veda C.J. de Vogel, Der so~. Mitt~lp/4tonismus, Obmuiq,mti ~;,~ Philosophk tkr Dim~itigledJJ in: AA.VV., P/4f()1Jumus unti Christtntum, Festschrift fiir H. Diirrie, Miinster 1983, pp. 277-302; per un ~e complessivo d~a posizione deUa de Vogel sul platonismo, si veda E. Peroli, Cor-"'if

  • sAGGIO INTEGRATIVO

    raprcscntanti dd platonisrno li lODo lU vatori, n. c~~e porta_to~ di P

  • 114 ENRICO PERQL(

    . d" cui Cicerone fu testimone, ossia il ritorno di Tunav1a, quest.o 'd:to a~tichi, secondo DOrrie no~ deve es~re soprav-

    Anuoco alla donnn.a rinascila del platonismo a parure dal pnrno secolo valutato. A suo aWiso, la l rsonalit filosofica di Antioco di Ascalonalo. a. C. non c~nn~sa con a espesere in grado di realizzare ci che questo pro-~~- . era il pnmo a non l' . d d" nunoco . . Jl I breve Antioco non era uomo m gra o 1 com-gramma significdava n,_,e la filosofia di Platone; non era lui, quindi, che

    d in mo o essen""" c 1 pren ere 1 . . In gru caso il suo programma non ece scuo a. Con 0 poteva far a nviVere. o ' . if Q d c . l'A d~;. perdette il suo s1gn 1cato. uan o !cerone nel dopo Anuoco cca ~- c . . all' . l d . , di ad Atene non 1ece VISita anuca scuo a, e quan 0 ' 111/'0dntomo figlnu1

    00vuno a formazione filosofica lo affid al peri patetico Cra-vo e areasuo 1

    E caso che da questo momento, e per o tre cento armi, man-nppo non un d 1 hi' chi uals. wn onianza sull'Accademia; nessuno et suoi sco are e noto. q 18Slles . ull . . del l .

    Se pertanto ci si interroga sulla nscoperta e s . a rm11;5~11a P atorusmo a dal primo secolo a.C., altrove che dobbwno dirigere la nostra atten-

    ~arru: esta rinascita avviene al di fuori dell'Accademia di Atene; d'ora in ZIOne. qu . del l dell di poi l'Accademia cessa di essere l'autentico centro p atorusmo e a -scussione su di csso'2 _

    L'demento decisivo per la rinascita dd platorusmo fu, secondo DOme, la riscoperta dd Timeo platonico'l; una riscoperta.che avvenne al_ di ~ori d~ scuola, fra gli strati pi bassi di cultura letterana, nelle cc;rchie di_ prof~ ( Laienkreisen ) , di persone, cio, che non erano filosofi di professione. Qui il dialogo platonico non solo venne riscoperto, 1118 divenne una lettura filoso-fica quasi di moda. n perch ci avvenne proprio in questo P.Criodo e con una tale intensit non possibile spiegarlo in modo completo. certo, per, osserva DOrrie, che nell'ultimo secolo prillla di Cristo interviene un profondo mutalllento ndla situazione spirituale del tardo ellenismol4. La filosofia stoi-ca che per lungo tempo aveva spiegato l'universo, e con esso l'uomo e Dio, in modo immanentistico e materialistico, non era pi sufficiente agli uomini di allora, n era in grado di rispondere alle esigenze religiose e spirituali che an-davano con forza emergendo. Per questo il Timeo ritorn al centro dell'atten zione: dal dialogo platonico, infatti, che nella sua parte centrale (da 27 A in poi) poteva essere interpretato cd stato effettivamente interpretato come uno scritto di rivdazione, si poteva ricavare che il mondo stato creato da un creatore trascendente sulla base di un modello eterno c sovrasensibilc. Ma l'autentico punto centrale di questa lettura del Timeo erano le affermazioni sull'Anima c~rnica: questa, ~~atti, poteva essere interpretata come l'ist~ che traduce il trascendente allmtemo del mondo ed esercita il governo su di esso. Co~c vedremo, questo interesse per il Logos e per l'Anima cosmica re-sta, n~'mtcrprctazione di DOrric, l'demento centrale della teologia mcdio-platoruca e ncoplatonica.

    IO ar. Sesto Empirico, Schiw pirronillni I 220 :~l~~ Dk Bmeunun&-.. , p. m. ' .

    o111.,p.U4.

    : ~rt!e Der Pl4toni!mur ... , pp. 174-17'; Die Emeunun&-.. pp. 1'6 a. uumc, Der Pl4tolllrmur ... , p.174. '

  • SAGGIO JIIITEGRATIVO

    Tuttavia, l'impulso che aveva ri . 11' prima g~cr~onc (6,-3, a.C.) ~ID Yita il~ . ne. La nnasclta del plat.onismo era ~~~~-.__la cspteSSo qud nuovo scntuncnto religioso diva.i iDdirizi iD ~ alitnent~rc anche la gnosi cd il~ tardo~ che~~ correnti sorte dalla nuova situazione sp Ma, ~delle --.t molto breve cd incontrollata (o poss~il ~ cdopo 111111 E. stesso sotto un controllo fondamcntaie.J' Da rivoluzioaui,;) ba JIOIIo ( Laienbcwcgung l, cio, esso diventa ben un III09imc:!no di ~ fortemente consc~ativo cd ampiamente cruu!~.::iWUo di 1CUo1a

    Un momento _lnl~rtantc di questo p fu . ca condotta dagli Epicurei contro la lct~ ~la palam. tonismo faceva dd llnlco, cd in particolare CO:: una uJ:: E. dd pl. dotta solo da questo dialogo. Per dim---- la . !llatoaia de-. . . d dd -"~~ UlaNIJIIIIJIIil Pl.to.ru . L rono 1 pruru a a urrc contro i passi centrali dd Timeo . ~ .... Leggi, c soprattutto a porre a confronto quelle affcnnazioDi ~ ddc vino che sembravano essere fra loro molto divctsc c discordi. Nel 1111 di-in cui ~. platonismo si tr?V a dover elaborare gli argOIDeDii per ns:::: tale cnuca, esso cc;ssa ~~ ~sete accessibile a tutti, cessa di csscn: ua icci-Bcwcgung. Ora, infatti, diventa necessario andate oltre il Tlllfftl c Pft'lld= in co~idcr~onc ~ ~t~ scritti _di Plat~nc. La SCCODda fase del plllalismo, dove c ben nconosctbilc il contnbuto di Eudoro di Alcsuadzial', ~ caratterizzata dalla raccolta di un sistcma di concordanze p1atoDicbc che, partendo da una determinata formulazione, consente di rintracciare le affcr. mazioni simili contenute negli altri dialoghi. In questo modo, utiliJZIIIdo fn l' alro i mezzi fologici dell'erudizione alessandrina, si intcndm JIIDIUifC m-mc i diversi c molteplici modi di csprcssiooc di Platone indiasRro IGIIPfC un'unica c coerente dottrina, che ora veniva csanamcntc dctcrmitwa poam-do gli uni accanto agli altri i passi ad essa relativi _Da ~ la fotm~ 1"11. 11V ~vov Tol JlMTWVOS', oli no>.l.o6o/;ovl7: la polifooia CII'-di uaa sola doxa.

    In questo modo viene a costituitsi in modo rapido c ~ ua '::& patrimonio dottrinale incentrato su P~ton~ ~hl ~~ deP l'ambito ben delimitato c tradizionale ~ CUI st 1110188 'd. .,fuadup, autori mcdioplatonici ed ancora~ P~o~- Ed acmprc si :::0 msuao, c non d~ una lcttur:s diretta degli ~ ~ Plat~ come racnri Dc,li IIJIIII ai: che dcnva la maggtorpartc delle ctaZJODl platooid~lA- '2 B, i passi ccamli stiani. Esso contiene dd Timeo l'impo~ ~dd ro1c cldla ~il dd Simposio, dd Fedro