Platone, La Repubblica - sigonio.edu.it · Platone, Repubblica, libro I, 338e Ciascun governo...
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Platone, Repubblica, libro I, 338e
Ciascun governo legifera per il proprio utile, la democrazia con leggi democratiche, la tirannide con leggi tiranniche, e gli altri governi allo stesso modo. E una volta che hanno fatto le leggi, eccoliproclamare che il giusto per i sudditi si identifica con ciò che è invece il loro proprio utile; e chi se ne allontana, lo puniscono come trasgressore sia della legge che della giustizia.
Non danneggiare nessuno è ben diverso dal fare del bene.
L’idea di Socrate è negativa, corrisponde a un NON fare.
Che dire?
Giusto è FARE ognuno il compito a cui la natura l’ha predisposto
Repubblica, libro IV
Un’idea positiva di giustizia
Per Platone ognuno può fare TUTTO ciò che rientra nella sua natura; per esempio, se ha un’inclinazione per le attività manuali può passare dall’una all’altra: non ci sarà alcun danno per lo stato “se un falegname intraprende il mestiere del calzolaio o un calzolaio quello di un falegname, o se si scambiano gli strumenti o gli uffici, o anche se la stessa persona intraprende entrambi i mestieri.”(Repubblica 434a)
Gli altri cittadini devono essere indirizzati ciascuno
a quell’attività per cui hanno naturale disposizione, uno solo a un’opera sola, perché ciascun individuo, attendendo all’unica opera che gli è propria, non diventi molteplice, ma resti uno.
(Repubblica, 423d)
1. si possono svolgere bene solo i compiti in cui si ècompetenti
2. la competenza si fonda sull’inclinazione naturale
3. la competenza si realizza con l’educazione
Non avevamo altro intento se non che si persuadessero a ricevere nel migliore modo possibile le leggi nostre, come una tintura, affinché la loro natura e l’educazione adattarendessero indelebile la loro opinione sulle cose temibili e sulle altre.
(Repubblica, 430 a)
Il potere democratico per Platone è
�preso con la forza 557a: la democrazia nasce quando i poveri, dopo
aver riportato la vittoria, ammazzano alcuni avversari; altri ne cacciano in esilio e dividono con i rimanenti […] il governo
� soddisfazione dei propri desideri 557b: non v’è licenza di fare ciò che si vuole?
560e: le esaltano con belle parole, chiamando la tracotanza buona educazione, l’anarchia libertà, la
sregolatezza magnificenza, l’impudenza coraggio
Vizi chiamati virtù
La democrazia può avere una bellezza falsa, ingannevole 557c: e bellissima, continuai, saranno forse molti a giudicarla, simili ai bambini e alle donne che contemplano gli oggetti di vario colore
La democrazia può far emergere chi ottiene consenso, non chi è preparato e sa governare
558b-c: con quanta alterigia la democrazia calpesta tutto questo, senza curare quali studi uno segua per prepararsi all’attivitàpolitica; anzi lo onora non appena affermi di essere ben disposto verso la massa popolare!
Consenso contro cultura
È facile imporsi per chi ottiene consenso. Così la democrazia nata per difendere gli interessi di tutti si trasforma nel potere di uno sugli altri.
La democrazia secondo noi
non è più democratica quando
� Qualcuno diventa leader e trascina gli altri
� La maggioranza decide senza ascoltare la minoranza