Piccole Scuole Crescono

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IL PROGETTO: OBIETTIVI E STRUMENTI Giuseppina Rita Mangione,Maeca Garzia, Lapo Rossi INDIRE Ravello, 20 gennaio 2016

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IL PROGETTO: OBIETTIVI E STRUMENTI Giuseppina Rita Mangione,Maeca Garzia, Lapo Rossi

INDIRERavello, 20 gennaio 2016

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ORDINE LOGICO DELLA PRESENTAZIONE LA PICCOLA SCUOLA: COM’ERA….COM’È

COSA VOGLIAMO FARE? COSTRUIRE LA RETE NAZIONALE COME LO VOGLIAMO FARE?

– 5 reti come capofila – identificazione del profilo della piccola scuola– Individuazione di modalità

•di innovazione didattica: rispetto a modelli emergenti e rispondenti al contesto•di gestione della rete nazionale e coinvolgimento di tutte le

piccole scuole italiane – Redazione di linee guidaCOME LO VOGLIAMO PROMUOVERE? – Diffusione sul territorio i modelli innovativi tramite

•Percorso di assistenza coaching•Disseminazione sul territorio

TIME LINE DELLA RICERCA

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COSA SONO LE PICCOLE SCUOLE

Le zone montane e insulari del nostro paese costituiscono circa il 70% del

territorio, con una popolazione che fa fronte a molte difficoltà di tipo

organizzativo e strutturale.

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La piccola scuola in Italia: com’era…

Ai tempi dell’istruzione primaria obbligatoria: In un'unica aula il maestro faceva lezione ai bambini delle cinque classi elementari. Oltre alla lavagna, c'erano anche dei semplici sussidi didattici, come il pallottoliere e i pannelli illustrativi da appendere alle pareti.

Immagine: La scuola rurale di Grist (distretto di Landeck) ricostruita nel museo di Kramsach. L'aspetto è quello che aveva nel 1818.

In alto a destra la piccola cucina dove il mae-stro si preparava da mangiare. 

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In queste zone, più che nelle città, la scuola rappresentava il luogo della conoscenza

La scuola è anche la storia di quel territorio.

… ieri

“dove si andava a imparare”

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DIFFICOLTÀ Le scuole piccole e isolate devono fronteggiare molteplici problemi sia di ordine organizzativo che didattico:a.mantenimento dei punti di erogazione del servizio;b.dimensionamento delle scuole e aumento del numero massimo di allievi nelle pluriclassi;c.riduzione di organico;d.insufficiente assegnazione di personale amministrativo e collaboratori scolastici;e. difficoltà logistiche e per i trasporti;f.numero ridotto di alunni;g.presenza di pluriclassi; h.elevato turn-over del personale docente, con conseguente interruzione della continuità didattica;i.assenza di adeguate attrezzature informatiche/telematiche.

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La piccola scuola in Italia: com’è…

Il tema riguarda circa 300mila studenti di circa 200 scuole delle isole e 3500 comuni montani italianiModelli presenti: la didattica condivisa e l’ambiente di apprendimento allargato.

IC SASSELLO – «Scuole in rete»

Marinando

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❖ Due o più classi lavorano insieme sulla base di un progetto didattico comune utilizzando setting tecnologici appropriati

❖ La didattica a distanza è complementare alla didattica in classe

❖ Un ambiente virtuale COMUNE unisce le classi tramite un sistema di videoconferenza

Scenario 1 – Ambiente di apprendimento allargato

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❖ 2 classi di 2 scuole diverse fanno lezione insieme ogni giorno usando sistemi di videoconferenza

❖ Può essere usata per fare lezione con studenti che hanno differenti livelli di età o di competenze

❖ Favorisce lo scambio di esperienze❖ Può essere utilizzata per tutti gli insegnamenti disciplinari❖ La didattica viene ri-strutturata con metodologie come la flipped

classroom, l’uso di webquest in rete, usi di forme di valutazione che prevedono rubriche di valutazione e autovalutazione condivise tra le classi

Scenario 2 – Lezione condivisa

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❖ 2 classi di 2 scuole diverse fanno lezione insieme ogni giorno usando sistemi di videoconferenza

❖ Può essere usata per fare lezione con studenti che hanno differenti livelli di età o di competenze

❖ Favorisce lo scambio di esperienze❖ Può essere utilizzata per tutti gli insegnamenti disciplinari❖ La didattica viene ri-strutturata con metodologie come la flipped

classroom, l’uso di webquest in rete, usi di forme di valutazione che prevedono rubriche di valutazione e autovalutazione condivise tra le classi

Scenario 2 – Lezione condivisa

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Intanto…un background internazionale….

Cosa succede in europa?

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MENTRE IN ITALIA….I dati MIUR relativi all’anno scolastico 2014-2015 parlano di 900.000 studenti di 1.400 piccole scuole localizzate in montagna e nelle isole. Dal 2011 a oggi sono state chiuso 15% delle

scuole di montagna, anche se il numero degli studenti non si è ridotto.

Le regioni italiane maggiormente colpite sono il Molise (-37%), il Lazio (-25%), la Campania (-24%) e la Calabria (-

4%). Nelle scuole delle piccole isole la percentuale di riduzione o

chiusura si aggira intorno al 5%.

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Progetto “École éloignée en réseau” tra i primi progetti al mondo a proporre un lavoro collaborativo supportato dalle tecnologie tra piccole scuole:•DURATA: 2002 - 2010•PROTAGONISTI: CEFRIO, Ministère de l’Éducation, du Loisir et du Sport e 115 scuole provenienti da 22 diverse commissioni scolastiche•STRUMENTI:

– un sistema di videoconferenza per lavorare in collaborazione con studenti di altre scuole del Paese o estere;

– un forum online per affrontare problemi reali e complessi;– le ICT per contattare esperti e accedere a contenuti e a possibilità di

collaborazione pressoché infinite.•OBIETTIVI:

– mantenere in vita le piccole scuole;– arricchire il loro ambiente educativo e diminuire il loro livello di

isolamento;– fare in modo che queste scuole siano nelle condizioni di erogare un

servizio che rispetti gli standard delle altre scuole del Paese.

Quebec (Canada)

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Inghilterra e Galles

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Cosa vogliamo•Quadro normativo: Regolamento per la Riorganizzazione e dimensionamento della rete

scolastica del 2009, un dispositivo che evita la chiusura dei plessi e delle istituzioni scolastiche distribuite in questi territori. Nel 2013 è stata proposta una legge (Proposta di

Legge 353/2013) che intende introdurre disposizioni necessarie a favorire la funzionalità e la continuità didattica delle scuole situate nei territori di montagna e delle isole.

Come INDIRE Vogliamo aiutare le scuole piccole e isolate a

•mantenere la dimensione sociale delle sedi scolastiche sul territorio in quanto intercomunicanti tra loro secondo il modello della rete e l’impiego razionale della tecnologia;

•promuovere nuove metodologie per il successo formativo di studenti

•realizzare un vero e proprio movimento che nella forma di una RETE consenta alle scuole di lavorare insieme, di rielaborare, produrre, sperimentare e diffondere buone pratiche in grado di accogliere le esigenze di tutta la piccola scuola italiana.

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❖ Qual è il profilo di una piccola scuola in Italia?❖ Chi sono i docenti della scuola piccole e che tipo di formazione

ricevono rispetto ai piani di sviluppo professionale?❖ Come è possibile garantire il successo formativo per gli

studenti che vivono nelle aree isolate del paese? ❖ Come mettere a sistema le soluzioni didattiche-

metodologiche anche alla luce delle indicazioni del PNSD?

❖ Quali sono le strategie di governance attuate per superare l’isolamento?

❖ Come valorizzare i contesti di pluriclasse?

Come: le risposte che servono

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PICCOLE SCUOLE…..CRESCONO!

COSTRUIAMO LA RETE NAZIONALE

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PERCHÉ E COSA FA LA RETE

la rete deve essere il nucleo tramite cui avviare a) definizione caratteristiche originali delle piccole scuole italiane b) confronto europeo e internazionale; contestualizzazione geografica;c) selezione di modelli di gestione attività didattiche a distanza e innovative per pluriclassi;d)produzione di linee guida relative ai modelli di “didattica a distanza” promossi e)descrizioni di buone pratiche basate su casi per la trasformazione di una scuola in punto di riferimento per la comunitàf)aggiornare i docenti e contribuire al loro sviluppo professionale contestualizzato

PERCHÉ UNA RETE NAZIONALE? PER AIUTARE LE SCUOLE PICCOLE ALLARGANDO L’AMBIENTE SOCIALE DI STUDENTI E

INSEGNANTI

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Le 5 Reti con cui lavorare

“Scuole in rete”LIGURIA

“Centri Scolastici Digitali”

TOSCANA

“Scuole Costiera Amalfitana”

CAMPANIA

Marinando (MARettimo IN Ambiente di appreNDimento Online)

EGADI (SICILIA)

Capofila della Rete Nazionale

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Composizione: IC di Sassello con sedi scolastiche nei comuni di Sassello, Giusvalla, Mioglia, Pontinvrea, Stella e Urbe (provincia di Savona), territorio difficile dal punto di vista orografico.

Tipologie di scuole: solo IC.Coinvolti: 4 Istituti Scolastici del 1° ciclo d’Istruzione che hanno come scuola capofila l’IC di Sassello: Istituto Comprensivo di Pieve di Teco, Istituto Comprensivo di Sassello,Istituto Comprensivo di Vallestura, Istituto Comprensivo di Follo

Referente: Lia Zunino

Cosa fa: videoconferenza fra classi appartenenti a istituti scolastici diversi: attraverso la connessione wireless e con rete VPN e la presenza della LIM . Questa interconnessione ha supportato l’attività didattica e quella amministrativa. Usano la piattaforma Google Apps for Edu; dal punto di vista didattico contano sul supporto del CREMIT di Rivoltella (Metodologia degli EAS). Valorizzazione della pluriclasse. Progetti di collaborazione con il territorio (progetto ET – electronic territory): 2 studentesse residenti a Sassello che frequentano il Liceo a Savona possono seguire le lezioni online da Sassello in un’aula dotata di LIM.

Di Indire ha sperimentato: AMBIENTE DI APPRENDIMENTO ALLARGATO.

Da osservare perché: aspetto infrastrutturale-tecnologico, aspetto organizzativo, aspetto didattico, aspetto relazionale con il territorio.

1. “Scuole in rete” (LIGURIA)

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Nome: “In rete con lo Sbilf” qui è forte la comunità di docenti

Composizione: 11 scuole, circa 600 studenti e 52 docenti.

Tipologie di scuole: solo IC Tutti gli Istituti Scolastici del 1° ciclo d’Istruzione dell’Alto Friuli con capofila l’IC di Gemona del Friuli: Istituto Comprensivo Val Tagliamento, Istituto Comprensivo di Comeglians, Istituto Comprensivo di Paluzza, Istituto Comprensivo di Arta-Paularo, Istituto Comprensivo di Tolmezzo Istituto Comprensivo di Trasaghis, Istituto Comprensivo di Gemona del Friuli, Istituto Omnicomprensivo “Bachman” di Tarvisio, Istituto Paritario “Don Bosco” di Tolmezzo, Istituto Paritario “Santa Maria degli Angeli” di Gemona

Referente: Elena Mattiussi

Storia: Nato nel 2005 per collegare i plessi scolastici i comuni della montagna del Friuli Venezia Giulia. «Sbilf» è il nome di un folletto che vive nei boschi delle montagne friulane, protagonista di molti racconti locali rivolti all’infanzia. Utilizzano pratiche di apprendimento collaborativo con la LIM e le nuove tecnologie. Usano Edmodo e Moodle (studenti), Moodle (docenti).

Di Indire ha sperimentato: AMBIENTE DI APPRENDIMENTO ALLARGATO.

Da osservare perché: ambienti di condivisione, aspetti didattici

2. “In rete con lo Sbilf” (FRIULI VENEZIA GIULIA)

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Scuola di riferimento: Centri Scolastici Digitali Toscana

Composizione: La rete dei CSD Toscana è costituita da 12 IC che si trovano nelle Unioni di Comuni Montane di Valtiberina, Casentino, Mugello, Amiata Grossetana, Garfagnana, Lunigiana, Val di Cecina, Montagna Pistoiese, Amiata Val d’Orcia, Val di Bisenzio, Colline del Fiora.13 scuole

Tipologie di scuole: solo IC

Referente: DS Rosini (per Santa Fiora) email: [email protected]

Storia: protocollo di formazione

Di Indire ha sperimentato: AMBIENTE DI APPRENDIMENTO ALLARGATO

Da osservare perché: sistema di videoconferenza predisposto da UNCEM Toscana. Le tecnologie sono usate con l’obiettivo di collegare funzionalmente una piccola scuola a un’istituzione scolastica di un territorio più infrastrutturato, ma soprattutto per il potenziale di innovazione didattica.

3. Centri Scolastici Digitali (TOSCANA)

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Nome: “Scuole Costiera Amalfitana”

Composizione: 5 IC (AMALFI,MAIORI,RAVELLO,POSITANO,TRAMONTI) che insistono su 11 comuni. IC Giovanni Pascoli di Tramonti è la scuola capofila.

Tipologie di scuole: solo IC

Referente: Prof. Salucci

Storia: nata nel 2001. Lavora sulla verticalizzazione del curricolo, in particolare sui temi dell’identità locale e del gioco. Rete molto attiva. Fa progetti sulla formazione docente e personale ATA, agisce come punto di riferimento e sostegno all’elevato turn over di DDSS e personale docente. Promuove forme di turismo scolastico sostenibile. Forum di cooperazione per individuare metodologie didattiche e buone pratiche.

Di Indire ha sperimentato: AMBIENTE DI APPRENDIMENTO ALLARGATO

Da osservare perché: aspetti organizzativi (statuto e protocollo di intesa), da valutare prima possibile gli aspetti didattici. Il sito: www.scuolecostieramalfitana.it

4. “Scuole Costiera Amalfitana” (CAMPANIA)

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Nome: Marinando (MARettimo IN Ambiente di appreNDimento Online)

Composizione: 3 scuole delle Egadi (Marettimo, Levanso e Favignana)

Tipologie di scuole: solo IC

Referente: Professoressa Linda Guarino

Storia: Attiva dal 2006

Di Indire ha sperimentato: LEZIONE CONDIVISA

Da osservare perché: aspetti infrastrutturali e didattici legati alla lezione condivisa

5. Marinando (EGADI - SICILIA)

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Articolazione del progetto

Il progetto “Piccole scuole crescono” si articola in 3 azioni:

1.Azione di ricerca con le scuole

2.Azione assistenza-coaching tra le scuole

3.Azione Disseminazione per le scuole

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❖Modello metodologico “Ambiente di apprendimento allargato”❖Modello metodologico “Lezione condivisa”❖Infrastruttura tecnologica❖Peer tutoring❖Didattica differenziata❖Skype, Hangout, etc❖eSafety❖Scratch e coding❖Debate❖Cooperative learning❖Dinamiche di comunità di pratica❖Valutazione delle competenze trasversali ❖Come fare sistema con il territorio❖Strumenti di comunicazione ❖Etwinning ❖…..

WEBINAR

Webinar – possibili argomenti

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L’ambiente di assistenza/coaching  

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Azione di assistenza-coaching

Seminari in presenza, organizzati a livello regionale. Sono promossi da Indire in collaborazione con USR. Introducono ai modelli didattici specifici per le Piccole scuole (es: ambiente di apprendimento allargato e lezione condivisa)

Comunità di pratica nazionale, in AMBIENTE ONLINE PERMANENTE di autoformazione e scambio di buone pratiche aperto a tutte le piccole scuole interessate, previa compilazione di un form online.

Formazione degli esperti all’interno delle reti. Gli esperti saranno i tutor/moderatori della comunità di pratica nazionale.

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In caso di problemi di accesso contattare:[email protected]

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Azione di disseminazione

Convegni regionali di sensibilizzazione sul tema e promossi da USSRR, EELL e/o Reti di Scuole. Indire partecipa come Istituto di ricerca esperto sulla tematica.

Convegno annuale nazionale in cui viene presentato lo stato dell’arte della ricerca e vengono condivise le buone pratiche emerse dalla comunità di pratiche. Viene inoltre fatto il bilancio del progetto e si preannunciano le attività per l’anno successivo. E’ promosso da Indire e organizzato a giugno di ogni anno (a partire da Giugno 2016).

Sito web/FB informativo sulle attività del progetto e sullo stato di avanzamento della Rete “Piccole scuole crescono”. E’ curato da Indire.

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Il Profilo della piccola scuola

Gli strumenti di indagine 

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Studio preliminare della realtà

italiana su reti di piccole

scuole esistenti

Selezione delle reti di

piccole scuole più virtuose

Ricognizione comparativa di Pavan e

Anderson su performance alunni di

pluriclassi (1993)

Individuazione di una serie di principi fondanti le scuole con pluriclassi

(Nongradedness): obiettivi della scuola,

organizzazione, curriculum, instruction, materiali e valutazione

Studio comparativo condotto su paesi

europei ed extraeuropei

Rilevamento di ulteriori dimensioni: la

professionalità del docente, le tecnologie

scolastiche e le reti come assetto

organizzativo ideale per rompere l’isolamento delle piccole scuole

Le dimensioni individuate delineano la struttura portante della batteria di questionari, che si declina

in item differenziati in funzione dell’oggetto di indagine e dei soggetti interpellati

L’approccio adottato

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Questionari: gli indicatori di partenzaINDICATORE DESCRIZIONE

Obiettivi della scuola ● promuovere l’autonomia negli studenti;● sviluppare al massimo le potenzialità di un individuo/studente;● ciascun individuo è unico e deve essere trattato con dignità e rispetto. Le differenze tra gli individui sono un valore aggiunto. Perciò la

scuola deve battersi per acuire le differenze e combattere la conformità a scuola.● lo sviluppo evolutivo di un bambino deve essere favorito in diverse aree: estetica, fisica, emotiva, sociale e cognitiva;● ciascun bambino ha bisogno di sviluppare competenze per partecipare alla vita civile, sociale e al lavoro di gruppo;● l’ambiente scolastico è organizzato in modo tale che i bambini possano avere un esperienza di apprendimento divertente, un’esperienza di

lavoro gratificante che consenta di sviluppare una percezione positiva di sé

Organizzazione ● gli individui lavorano in situazioni varie dove ci sono opportunità per progredire a livello personale. Le procedure di sviluppo professionale e di avanzamento e promozione sono flessibili. Le classi o i gruppi di studenti sono identificati con etichette che non seguono la classica suddivisione per livelli di età;

● la collocazione di un bambino in una classe può essere cambiata in qualunque momento se questo è per il bene del bambino considerando tutte le fasi dello sviluppo: estetico, fisico, cognitivo, emotivo e sociale.

● i gruppi e i sottogruppi sono estremamente flessibili. Gli studenti sono raggruppati in base a compiti specifici o agli interessi; i gruppi vengono sciolti al raggiungimento dell’obiettivo.

● ciascuno studente ha la possibilità di lavorare con gruppi di diverse dimensioni, compresi gruppi costituiti da un solo studente, creati con obiettivi diversi.

● gli obiettivi specifici, i materiali necessari e le necessità degli studenti determinano il numero degli studenti che vengono coinvolti in una determinata esperienza educativa

● studenti e adulti con varie attitudini, origini, abilità, interessi ed età lavorano insieme in gruppi di apprendimento in iniziative collaborative della scuola.

Curriculum ● Gli studenti formulano i loro obiettivi di apprendimento con la guida dei loro insegnanti;● Il curriculum individuale dello studente e’ determinato da necessità uniche, interessi, abilità, livello e stili di apprendimento e modalità

specifiche di ogni studente;● Vengono utilizzate ampie unità tematiche che integrano diverse discipline (invece di segmenti di informazioni).● Le sequenze di apprendimento per gli studenti sono determinate da:● Sequenze di apprendimento NON predeterminate e uguali per tutti gli studenti;● Le differenze individuali a livello di competenze e di interessi sono mutevoli;● Nelle varie aree del curriculum non ci sono sequenze logiche o necessarie;● Il curriculum è organizzato per sviluppare la comprensione dei concetti attraverso metodi basati sull’inquiry, molto più che l’uso di metodi

basati sull’imparare a memoria;● Le esperienze di apprendimento basate sugli interessi degli studenti motivano il bambino a continuare e completare il compito molto più di

quanto accada nei modelli tradizionali in cui l’insegnante guida in maniera direttiva.

Tratti da “Nongradedness. Helping it to happen”; B. Nelson Pavan; Robert H. Anderson, Technomic Publishin Company, 1993

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Questionari: gli indicatori di partenza

Tratti da “Nongradedness. Helping it to happen”; B. Nelson Pavan; Robert H. Anderson, Technomic Publishin Company, 1993

INDICATORE DESCRIZIONE

Formazione docenti (instruction)

● Quando si progetta un’esperienza di apprendimento per un bambino dovrebbero essere considerate tutte le fasi della crescita umana: estetica, fisica, cognitiva, emotiva e sociale;

● gli insegnanti sono i facilitatori dell’apprendimento. Il loro compito è quello di formulare obiettivi di apprendimento e identificare le aree problematiche. E’ altresì loro compito predisporre piani alternativi, fornire risorse, materiali, incoraggiare e sostenere a seconda delle necessità;

● Gli individui imparano in maniera diversa, quindi devono essere disponibili diverse modalità di apprendimento;● Il raggiungimento di obiettivi, il completamento di esperienze sfidanti promuove l’autostima e sostiene la motivazione ad apprendere più della paura di

fallire;● Il processo è più importante del prodotto. Le abilità di apprendimento in particolare vengono promosse attraverso modalità che prevedono il metodi di

apprendimento quali l’inquiry, , l’interpretazione, la sintesi, l’applicazione e la valutazione/autovalutazione.● I bambini lavorano per migliorare le loro performance e sviluppare il loro potenziale più che competere con altri.

Materiali ● Dovrebbero essere disponibili una grande varietà di libri di testo, eserciziari e materiali di supporto per docenti e studenti;● Una grande varietà di materiali disponibili per sostenere le abilità di lettura;● alternare materiali e metodi disponibili in qualunque momento in modo tale che i bambini possano usare i propri stili cognitivi e i materiali più adatti alle

loro necessità e al compito da attuare (materiali per la costruzione di competenze, per l’auto-apprendimento, l’autovalutazione e sequenze di materiali).● Gli studenti non sono liberi di imparare qualcosa a cui non sono stati “esposti” (sottoposti). Gli insegnanti sono responsabili di fornire materiali ed

esperienze che stimolino gli interessi dello studente in un ambiente educativo vivace.● L’apprendimento è il risultato dell’interazione con l’ambiente, perciò lo studente deve poter esplorare, sperimentare, giocare e sbagliare.● gli studenti lavorano con i materiali in base al loro livello di apprendimento raggiunto e progrediscono in base alle loro abilità e desideri

Valutazione ● La valutazione e la rendicontazione dell’apprendimento (reporting) deve tenere in considerazione tutte le cinque aree dello sviluppo del bambino l’aspetto estetico, quello fisico, quello cognitivo, emotivo e sociale;

● La valutazione è continua, cooperativa e comprensiva ed ha scopi diagnostici;● Il bambino è coinvolto direttamente nella valutazione e nel nell’interpretazione dei progressi, e nella pianificazione per le attività future e per la crescita

personale del bambino;● il lavoro di ciascun bambino viene valutato in base ai risultati raggiunti e alle potenzialità di ciascuno, non solo confrontandosi con le regole del gruppo.

Ciascun bambino è diverso dall’altro e ha aspettative diverse.● gli insegnanti accettano e rispondono al fatto che i modelli di crescita sono irregolari e si verificano in aree diverse e in diversi momenti.● per esprimere le valutazioni relative a ciascuno studente si dovrebbero utilizzare risorse documentali diverse per riportare i progressi raggiunti invece di

utilizzare lettere o numeri.

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La batteria di questionari

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Questionario per Docenti

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Questionario per Docenti: Sezioni

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LA CASA NELLA PRATERIA

Le radici dell’innovazione

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Questionario di Rete delle Piccole Scuole

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Questionario di Rete delle Piccole Scuole

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Questionario Profilo della Scuola

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Il Piano Della Ricerca 

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Dall’analisi del contesto fatta attraverso il primo focus group emergono questi aspetti problematici (secondo il seguente ordine di priorità):

1) Infrastrutture2) Organizzazione della scuola3) Formazione Insegnanti 4) Didattica

Status questionis

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Che tipo di infrastrutture sono necessarie per attivare la videoconferenza? Che strumenti alternativi si possono utilizzare?

Le scuole gemellate aprono allo stesso orario? Le classi si connettono ogni tanto o solo talvolta? Con quale frequenza? Quante ore a settimana? Quale ruolo per l’ente locale? Come si gestisce il lavoro degli/tra lgi insegnanti?

Competenze digitali?

Quali abilità tecnologiche?

Quali strategie didattiche per

gli insegnanti?Quali attività pianificare?

Che tipo di valutazione per gli studenti?

Come affrontare il problema del turnover degli

insegnanti?

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24/25 Settembre 2015 Giugno 2016Novembre 2015 - Aprile 2016

Incontro in presenza

Ambiente di assistenza -

coaching

WEBINAR aperti a

tutti

in collaborazione con AE e etwinning

LINEE GUIDA

Convegno internazionale

Tempi

Continua il supporto tramite ambiente online CoP con le nuove

adesioni

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Destinatari: Reti di scuole capofila Dimensioni da indagare:●Strategie didattiche di sostegno alla pluriclasse●Strategie di Rete (livello didattico, organizzativo e tecnologico; reti formali e informali)●Relazioni con l’istituto di riferimento più importante●Qualità delle interazioni e delle attività didattiche quando non sono collegati

Fasi:1.Stato dell’arte:

a. questionario ai docenti, dirigenti che hanno aderito al progettob. intervista semi-strutturata per approfondire le dimensioni

2.Fase input: introduzione/definizione di nuovi modelli didattici e organizzativi3.Analisi dei cambiamenti e sistematizzazione delle pratiche

a. focus group a docenti e studenti : predisporre formatb. osservazioni: predisporre griglie di osservazionec. Scrittura e revisione delle linee guida

Tipologie modelli didattici e organizzativi:

Studi di caso con le Reti: strategia

MODELLI DESCRIZIONE OBIETTIVO

Didattica per scenari: ●ambiente di apprendimento allargato●lezione condivisa

Proposta Indire già strutturata monitorare l’applicazione

●Peer tutoring ●Apprendimento differenziato

Proposta Indire ancora non strutturata

adattarle al contesto delle Piccole Scuole

Buona pratica della scuola Ciò che le scuole fanno in modo autonomo

Codificarla

Page 48: Piccole Scuole Crescono

…e adesso cominciamo insieme

http://innovazionedev.indire.it/[email protected]

https://www.facebook.com/piccole.scuole.crescono

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…e adesso cominciamo insieme

http://innovazionedev.indire.it/[email protected]

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