Piccola Casa della Divina Provvidenza...

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Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” Empoli Comunità a dimensione familiare Casa di Accoglienza Carta dei Ser vizi

Transcript of Piccola Casa della Divina Provvidenza...

PPiiccccoollaa CCaassaa ddeellllaa DDiivviinnaa PPrroovvvviiddeennzzaa

““CCoottttoolleennggoo””

EEmmppoollii

CCoommuunniittàà aa ddiimmeennssiioonnee ffaammiilliiaarree

CCaassaa ddii AAccccoogglliieennzzaa

CCaarrttaa ddeeii SSeerrvviizzii

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Indice

I. La Piccola Casa della Divina Provvidenza e il suo Fondatore……..3

I.1. Il carisma e gli insegnamenti………………………… 3 I.2. Mission…………………………………………………………….3 I.3. Caratteristiche della Piccola Casa…………………. 4

II. Riconoscimento giuridico della Piccola Casa della Divina

Provvidenza……………………………………………………………………………………… 4 II.1. La richiesta del Santo…………………………………… 4 II.2. Decreto del Re Carlo Alberto………………………..6

III. Gli elementi costitutivi…………………………………………………………………… 7

IV. Presenza del Cottolengo in Italia e nel mondo……………………………8

V. La Piccola Casa della Divina Provvidenza di Empoli…………….……10

V.1. Comunità a dimensione familiare…………………………………. 11 V.1.a. Finalità del Servizio…………………………………………. 11 V.1.b. Obiettivo Educativo Generale…..……………………. 11 V.2. V.2.a. Casa di Accoglienza………….…………………………….. 16 V.2.a. Finalità del Servizio…………………………….………….. 16 V.2.b. Obiettivo Educativo Generale……………. ………….. 16

VI. Spazi Comuni alle due realtà……………………………………………………….21 VI. 1 Luoghi di servizi condivisi…………………………. 21 VI. 2 momenti di condivisione……………………………. 24

VII. Organizzazione operativa interna ……………………………………………26 VII. 1 Organigramma ……………………………………….. 26

VII. 2 Ruoli e competenze……………………………….. 27 VII. 3 Procedure per un servizio di qualità….. 29

VIII. Ubicazione……………………………………………………………………………………30

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I. La Piccola Casa della Divina Provvidenza e il suo Fondatore La Piccola Casa della Divina Provvidenza è una istituzione nata dal cuore di un Santo. San Giuseppe Benedetto Cottolengo nato a Bra (Cn) il 03.05.1786 dai primi anni della sua vita rivelò un’anima delicata e sensibile, seguì la vocazione sacerdotale ed esercitò il suo ministero in Piemonte. Il Cottolengo si è rivelato un uomo aperto allo Spirito, che ha saputo rispondere fattivamente alle ispirazioni della Grazia. Il 2 settembre 1827, mentre era canonico della Chiesa del Corpus Domini a Torino, venne chiamato a portare il conforto religioso ad una donna morente, madre di 5 figli e incinta, che per varie circostanze era stata rifiutata dagli ospedali della città. Da questa triste circostanza il Santo fu ispirato a realizzare qualcosa per accogliere i bisognosi; dapprima aprì due stanze, (il cosiddetto “Ospitaletto della Volta Rossa”) con pochi letti, una idea modesta che però andrà gradatamente sviluppandosi. Nel 1831, quando per paura del colera, le autorità governative, gli fecero chiudere il suo deposito, contava già 25 letti. Il 27 aprile 1832 lo riaprirà, sempre a Torino, in località Valdocco, con il nome di Piccola Casa della Divina Provvidenza. I.1. Il Carisma e gli insegnamenti La grande fede in Dio che è Padre si concretizzò, nel Santo, in un totale abbandono nella Divina Provvidenza. Era sua profonda convinzione che “chi fa tutto nella Piccola Casa è la Divina

Provvidenza” e lui si definiva “semplice manovale”. Anche la carità, l’amore per chi era nel bisogno era conseguenza logica di questa grande fede: “ Se Dio è Padre dobbiamo amarlo, servirlo specialmente

nel bisogno del fratello”.

I.2. Mission

La Mission che si vive nella Piccola Casa è comune a tutte le Case Cottolengo perché frutto del carisma e della vita del Santo. “Far conoscere agli uomini l’amore di Dio Padre Provvidente, mediante la lode a Dio e il servizio di carità ai fratelli più bisognosi”. Il Cottolengo ha giocato tutta la sua vita per la Gloria di Dio e la Gloria di Dio, dice la Scrittura, “ è l'uomo vivente”. La centralità della persona sia adulta che minore è alla base di tutta l’opera della Piccola Casa della Divina Provvidenza. Tutti gli operatori della Piccola Casa collaborano, quindi alla tutela, ed alla promozione, al benessere e allo sviluppo integrale della persona. Nella Piccola Casa non si è mai fatta discriminazione di età, di razza, di religione, di opinione politica nell’accoglienza delle persone; le maggiori attenzioni sono per chi ha più bisogno.

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I.3. Caratteristiche della Piccola Casa

Lo Spirito di famiglia, l’ambiente accogliente, la disponibilità degli operatori sono coefficienti essenziali perché le persone accolte trovino un periodo di serenità, un momento di riflessione, una risposta al loro bisogno. Per poter comunicare gioia e serenità è necessario prima di tutto che gli operatori vivano in questi atteggiamenti e questa è la conseguenza logica per chi sa di essere continuamente oggetto delle cura della Divina Provvidenza. Nelle Case Cottolengo la fiducia e l’abbandono sono quasi connaturate, la presenza di Dio Padre Provvidente è tangibile, la si tocca con mano e tutto quello che la Casa riceve lo dispone per il servizio dei poveri (beni spirituali e materiali, tempo, persone, ecc…). C’è disponibilità e collaborazione per chiunque è nel bisogno e nei limiti del possibile si cerca di andare incontro alle esigenze dei poveri. Quando questo non è possibile materialmente si offre comunque almeno l’ascolto e la comprensione. II. Riconoscimento giuridico della Piccola Casa della Divina Provvidenza

La Piccola Casa della Divina Provvidenza è un ente morale privato riconosciuto con Decreto del Re Carlo Alberto del 27 Agosto 1833. La Piccola Casa della Divina Provvidenza di Empoli, succursale della Piccola Casa “Cottolengo” di Torino partecipa alla natura giuridica della stessa. Direttore Unico e Legale Rappresentante è il Padre Generale.

II.1. La richiesta del Santo

Nel 1833 quando ormai la Piccola Casa si andava sempre più ingrandendo e molte erano le persone che vi trovavano ospitalità, il Cottolengo si rivolge al Re Carlo Alberto per ottenere il riconoscimento legale, la personalità giuridica, della Piccola Casa. La natura, il contenuto e le circostanze di questo documento sono tali, per cui lo si può ritenere la CARTA FONDAMENTALE della Piccola Casa della Divina Provvidenza:

Sacra Reale Maestà

La Divina Provvidenza sotto l’invocazione di S. Vincenzo De’ Paoli avendo da qualche tempo in qua coadunati alcuni letti a riccovero di taluni di que’ molti miserabili, che altrimenti perirebbono abbandonati, come di condizione morbosa non ammissibili in alcun venerando spedale, ed avendo il pietoso Iddio a tal Opera inspirato l’umile supplicante, questi come si sente ogni dì più spinto nel cuore dalla Superna Degnazione a cercar alcun altro spediente non meno ad ingrandimento della suddetta Piccola Casa appigionata per gli Infermi, quanto pel provvedimento d’altre specie di persone povere, ed abbandonate per incamminarle nella via del lavoro, e di salute, come che la base* di tali cose tutta si fonda nella Divina Provvidenza, e come questa può

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disporre li venga lasciato alcun soccorso o in forma di legato, od anche in eredità di qualche Caritatevole persona, così il supplicante osa pregare la Reale Maestà Vostra a voler cooperare alla Divina Provvidenza con autorizzarlo possa questi benefizi conseguirli, e disporli a profitto suddetto secondo la mente de’ Testatori, che può spiegarsi o nominando la persona supplicante, o divisando alcune opere della Divina Provvidenza sotto l’invocazione di S. Vincenzo de’ Paoli, talchè si possa chiaro riscontrare non s’abbia voluto intendere da Testatori alcuna altra pia Opera tranne le suddette, e d’aver privilegio secluso d’ogni rendimento di Conti, od ispettore sul suo Regime, perché il supplicante intende tutta la sua vita natural durante ogni cosa, o già, per Divina Mercé, principiata, o da ingrandirsi, o da estendersi in altri rami unicamente, ed irrevocabilmente consecrarla a gloria solo di quel grande Iddio,di Cui meramente cerca seguirne la volontà, e ad Esso poi renderne Conto. E perché non li mancano, per la loro bontà, persone non meno Ecclesiastiche, che secolari pie, e Religiose che al vuoppo presterebbero gratis i loro buoni uffizi, così supplica volerlo investire di tal facoltà della scielta di cotali cooperatori, non già per ispirito di dominio, ma perché solo possa in tutta la sua estensione liberamente eseguire gli Ordini del Cielo, e così corroborato dalla sovrana Podestà di Vostra Sacra Reale Maestà qui in terra, spera coll’ajuto del Benefico Iddio che in termine di pochi anni potrà mostrare a sguardi di Vostra Reale Maestà molte corporazioni, che mantenute dalla Divina Provvidenza formeranno e riccovero a molti infermi d’ambi i sessi, e stanza d’educazione santa per varj generi di persone povere, che altrimenti potrebbono essere colla loro infelicità il disturbo della pubblica pace, ed il peccato in seno ai suoi sudditi, e ad efficacia del suo intento interpone il supplicante la mediazione del suo gran protettore S. Vincenzo de’ Paoli, e spera felice l’adempimento de’ suoi voti dalla generosa Carità di Vostra Sacra Reale Maestà, di cui si protesta umile, e fedel suddito. Che della grazia Teologo Gius.e Cottolengo Canonico della SS.ma Trinità, e membro della Congregazione de’ PP.TT.** del Corpus Domini.

** II ll ddeessttiinnaattaarriioo ddii qquueessttoo ssccrriittttoo sseennzzaa iinnddiirriizzzzoo èè iill RRee CCaarrlloo AAllbbeerrttoo:: cciiòò ssii ddeedduuccee ddaall tteessttoo.. LLoo ssccrriittttoo èè ll’’ iissttaannzzaa pprreesseennttaattaa aall ggoovveerrnnoo ppeerr ootttteenneerree iill rriiccoonnoosscciimmeennttoo ggiiuurriiddiiccoo ddeellllaa PPiiccccoollaa CCaassaa.. IInn eessssaa iill CCoottttoolleennggoo ssppiieeggaa cchhiiaarraammeennttee ii ssuuooii iinntteennttii ee lloo ssccooppoo ddeellllaa PPiiccccoollaa CCaassaa.. **** PPrreettii TTeeoollooggii..

Il Re ha accolto la domanda del Cottolengo e il 27 agosto 1833 ha riconosciuto con un decreto l’esistenza della Piccola Casa della Divina Provvidenza.

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IIII..22.. DDeeccrreettoo ddeell rree CCaarrlloo AAllbbeerrttoo

CCaarrlloo AAllbbeerrttoo SSee vviivvee ssoonnoo llee nnoossttrree ssoolllleecciittuuddiinnii ppeerrcciiòò ttuuttttoo cchhee ssii rriiffeerriissccee aall ssoolllliieevvoo,, eedd aallll’’aassssiisstteennzzaa ddee’’ ppoovveerrii,, aabbbbiiaammoo aadd uunn tteemmppoo iill nnoobbiillee,, ee ddoollccee ccoonnffoorrttoo ddii vveeddeerrllee mmaarraavviigglliioossaammeennttee aasssseeccoonn--ddaattee ddaallllaa ooppeerroossaa,, ee ggeenneerroossaa ccaarriittàà ddee’’ NNoossttrrii bbuuoo nnii ssuuddddiittii,, cchhee ccoonn zzeelloo aammoorreevvoollee ssii aassssoo--zziiaannoo qquuàà ee llàà aallllaa vviirrttuuoossaa iimmpprreessaa ddeell ssoollllee--vvaarree ll’’uummaanniittàà.. MMaa ssiinnggoollaarree ffrraa ii mmoollttiipplliiccii ttrraattttii ddii ppiieettàà cchhee rraalllleeggrraarroonnoo iill NNoossttrroo ccuuoorree èè ll’’IIssttiittuuzziioonnee ssoorrttaa nnoonn aa gguuaarrii iinn TToorriinnoo ssoottttoo iill ttiittoolloo ddii PPiiccccoollaa CCaassaa ddeellllaa PPrroovvvviiddeennzzaa ssoottttoo ggllii aauussppiiccii ddii SS.. VViinncceennzzoo ddee’’ PPaaoollii,, ppeerr ooppeerraa ddeell CCaannoonniiccoo GGiiuusseeppppee CCoottttoolleennggoo,, nnéé vvoogglliiaammoo llaasscciiaarrllaa ppiiùù oollttrree sseennzzaa uunnoo ssppee--cciiaallee ccoo nnttrr aasssseegg nnoo ddeell NNoossttrroo ggrraaddiimmeennttoo.. QQuuiinnddii èè cchhee ppeell pprreesseennttee aapppprroovviiaammoo,, ee vvoogglliiaammoo,, cchhee rr iiccoonnoosscciiuuttaa ssiiaa ll’’eessiisstteennzzaa lleeggaallee ddeell mmeennttoovvaattoo PPiioo IIssttiittuuttoo,, lloo aaccccoogglliiaammoo ssoottttoo llaa NNoossttrraa SSppeecciiaallee PPrrootteezziioonnee,, ee pprreessccrrii--vviiaammoo,, cchhee ddeebbbbaa ccoonnttiinnuuaarree sseemmpprree aadd eesssseerree ggoovveerrnnaattoo sseeccoonnddoo llee nnoorrmmee cchhee hhaa ddeetteerrmmiinnaattoo ,, oo cchhee ddeetteerrmmiinneerràà iill ddeettttoo CCaannoonniiccoo CCoottttoolleennggoo,, aall qquuaallee ssaarràà ppeerr qquueessttoo rriissppeettttoo llaasscciiaattaa llaa ppiiùù aammppiiaa lliibbeerrttàà,, ee nnoonn ssaarràà tteennuuttoo ddii rreennddeerree aa CChhiicccchheessssiiaa ccoonnttoo ddeell ssuuoo ooppeerraattoo,, ppeerrssuuaassii ccoommee ssiiaammoo cchhee ddiissppoorrrràà ooggnnii ccoossaa iinn mmooddoo ccoonnffoorrmmee aa pprrooccuurraarree aa ll ll ’’ II ssttii ttuuttoo ii mmaagggg iioorr ii vvaannttaagg gg ii pp oo ssssii bb ii llii ee dd uurr eevvoo ll ee ee ss ii ss tteennzz aa aa llll ’’OOppee rr aa dd ii CCaarr ii ttàà cchhee èè ffrruuttttoo ddeellllee SSuuee ccuurree.. MMaannddiiaammoo aa CChhiiuunnqquuee ss’’aassppeettttii ddii oosssseerr--vvaarree,, ffaarr oosssseerrvvaarree iill pprreesseennttee,, eedd aallll’’uuffffiicciioo ddeell CCoonnttrroolllloo GGeenneerraallee ddii rreeggiissttrraarrlloo,, ttaallee eesssseennddoo iill NNoossttrroo vvoolleerree.. DDaattoo iinn RRaaccccoonniiggggii aaddddii 2277 ddii AAggoossttoo 11883333..

SSiiggnnaattoo ccoonnttrroossiiggnnaattoo

PPeerr ccooppiiaa ccoonnffoorrmmee eessttrraattttaa ddaallllii RReeggiissttrrii eessiisstteennttii nneeggllii AArrcchhiivvii ddeell CCoonnttrroolllloo GGeenneerraallee.. IInn ffeeddee TToorriinnoo llii 1188 AApprriillee 11883377..

CCaappoo DDiirreezziioonnee

III. Gli elementi costitutivi Gli elementi costitutivi della Piccola Casa sono i tre Istituti, Suore, Sacerdoti e Fratelli che il Santo previde e che oggi sono ratificati dalla Chiesa per realizzare la finalità di tale opera. Gli ospiti sono i beneficiari della missione dei tre Istituti. Tra il 1828/30 per il servizio, il Cottolengo si servì di personale laico, ma con l’aumento degli ammalati, per l’andamento più esatto e preciso pensò di fondare una società di pie signore le quali facendo da infermiere diventassero “sorelle e madri” dei bisognosi. Il servizio cui si dedicarono le giovani costituì per loro una vocazione che impegnò totalmente la loro vita in adesione al Vangelo: ciò è un evento che non si può spiegare unicamente mediante motivazioni sociologiche, tanto più se si tiene presente il seguito dell’iniziativa. Dopo le Suore, verso la fine del 1833, il Cottolengo pensò a un ramo collaterale maschile: i Fratelli. Pensò pure a dar vita ad una comunità di Sacerdoti per il servizio della Piccola Casa, prima con l’accoglienza di alcuni già Sacerdoti, poi nel 1841 con l’istituzione di un seminario interno alla Piccola Casa. Nel secolo scorso ognuno dei tre istituti conseguì l’approvazione da parte dell’autorità ecclesiale e con decreto del 29 agosto 1967 la Santa sede considerò i tre Istituti: Suore, Fratelli, Sacerdoti gli elementi costitutivi della Piccola Casa..

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Poveri

Sacerdoti Suore Fratelli Laici

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IV. Presenza del Cottolengo in Italia e nel mondo Il carisma e l’opera dei figli di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in Italia e nel mondo sono a servizio di: � Disabili psichici e fisici; � Anziani; � Comunità per minori; � Scuole; � Ospedali; � Centri di accoglienza; � Centri di recupero del disagio sociale; � Pastorale. Figura IV.1 Nella cartina sono indicate in rosso le regioni in cui operano i figli di San Giuseppe Benedetto Cottolengo..

Piemonte

Calabria

Toscana Liguria

Veneto

Sardegna

Lazio

Umbria

Lombardia

Campania

Valle d’Aosta

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Figura IV. 2 Nella cartina è indicata in rosso la presenza del Cottolengo nel mondo.

Europa

Asia

Africa America

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V. La Piccola Casa della Divina Provvidenza di Empoli La presenza delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo a Empoli ha avuto inizio nel 1947, quando la struttura fu lasciata in eredità alla Piccola Casa dalla Nobildonna toscana Alessandrina Bertolli Papudoff. Questa, deceduta il 14/12/1938, chiese che il lascito “servisse per fondare un’opera di beneficenza” (dal Testamento olografo della Sig.ra Bertolli). La Piccola Casa per rispondere ai desideri della donatrice ha cercato di adeguarsi nel corso degli anni ai vari bisogni del territorio. Già nell’Ottobre del 1947 iniziò la scuola materna ed il servizio di dopo scuola per i bambini della scuola vicina. Nel 1954 fu iniziato il laboratorio “Confezioni impermeabili” per aiutare le giovani ad immettersi con professionalità nelle industrie empolesi. Questo servizio continuò fino al 1970. Nel 1956 le sale dell’ala aggiunta alla villa furono adibite ad Orfanotrofio Femminile, questo servizio crebbe sempre di più, fino ad ospitare negli anni ’70 anche trenta ragazze. Dal 1984 i Servizi Sociali del territorio chiesero, in via straordinaria, di accogliere, con le ragazze, una signora che si trovava in stato di abbandono e salute precaria; verso la fine dello stesso anno venne accolta un’altra signora, con sua figlia, che si trovava in difficoltà per la mancanza di lavoro. Negli anni seguenti, sporadicamente, per casi bisognosi, si sono continuate ad accogliere donne con figli. A Giugno 1991 con la chiusura dell’anno scolastico si è concluso il servizio della scuola materna, perché nelle vicinanze se ne era intanto aperta una comunale. Verso la fine del 1991 su richiesta dei Servizi Sociali del territorio, dopo avere preparato gli ambienti, hanno preso vita due servizi: Comunità per Minori e Servizio di Pronto Accoglimento.

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V.1. Comunità a dimensione familiare La Comunità ha sede nella parte centrale della Villa; a piano terra ha a disposizione spazi per il gioco, lo studio, gli incontri, le attività, la sala da pranzo ed i bagni. Al piano superiore, zona notte, ci sono due camere da letto con i relativi bagni. La Comunità a dimensione familiare dispone di otto (8) posti letto. La Comunità a dimensione familiare si propone, come richiesto dal D.L.R., di sostenere il processo evolutivo dei bambini mediante un’organizzazione di vita che permetta relazioni affettive stabili e significative tra minori ed adulti ed inoltre, stimoli i minori a compiere esperienze diverse di vita e di relazione nell’ambiente circostante. Questo servizio prevede un periodo di permanenza medio-breve, tuttavia sempre temporaneo; tempo sufficiente per comprendere la situazione del minore, della famiglia d’origine e di programmare il futuro del bambino che ha sempre bisogno di un nucleo familiare. La struttura lavora in stretta collaborazione con i Servizi di riferimento, secondo le regole stabilite dal Progetto Educativo Generale; garantisce la frequenza scolastica, le attività di socializzazione e l’organizzazione del tempo libero. L’équipe educativa della struttura con i Servizi Sociali redige il Progetto Educativo individuale. V.1.a. Finalità del Servizio

La finalità del Servizio è l’accoglienza, la tutela e la promozione dei minori, secondo i bisogni personali di ciascuno, nello Spirito di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in accordo con la programmazione e attivazione dei Servizi Sociali di assistenza territoriale.

V.1 .b . Obiett ivo Educat ivo Genera le

Valorizzare la dignità e la libertà di ogni minore, conoscere le potenzialità e le risorse di ciascuno, far accettare i propri limiti nel rispetto delle storie personali di ciascuno per uno sviluppo armonico e integrale della persona e per offrire la capacità di ricostruirsi la vita nel tessuto sociale.

F ac ci a ta del l a Vi l l a s ede del l a Comuni tà I ngres so de l l a Comuni tà mino ri

1122

Piano terra e parte del primo piano AAttrriioo UUttiilliizzzzaattoo aanncchhee ppeerr ggiiooccoo

Atrio Utilizzato anche per gioco

Sala da pranzo… Dove gli ospiti consumano i pasti

1133

...e sala per gli incontri con i familiari

Spazi personali per ritrovare le proprie cose, i propri hobby e per

studiare

1144

Camere da letto Sono situate al primo piano: ogni ospite ha a sua disposizione uno spazio personale con letto, armadio e comodino

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Spazi ricreativi esterni ed interni alla Casa

Parcheggio

Angoli del parco con giostrine

Saletta della televisione e di relax

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V.2. Casa di Accoglienza Il servizio di Accoglienza è situato nell’ala aggiunta alla Villa ed è disposto tutto su un unico piano rialzato. Comprende due locali per gli incontri, soggiorno, sala da pranzo, quattro camere da letto con i relativi bagni, di cui uno attrezzato per portatori di handicap. Gode di un ampio terrazzo. La Comunità dispone di dieci (10) posti letto. Il Servizio di Accoglienza dà temporaneo ricovero a madri con bambini, donne sole o giovani in situazione di abbandono o comunque di urgente bisogno di ospitalità e di protezione. Il periodo di permanenza è definito dal progetto di ogni nucleo familiare, può variare da qualche mese a più di un anno. Questo periodo di permanenza ha come obiettivo la realizzazione di un progetto di recupero e di autonomia per un adeguato reinserimento nella società. Per ogni persona accolta, il Servizio Sociale di competenza, in collaborazione con gli operatori della struttura, redige il progetto operativo. Le mamme della Comunità di Accoglienza sono responsabili della cura igienica degli ambienti loro assegnati ad uso personale (camera e servizi igienici). V.2.a. La finalità del Servizio

Offrire accoglienza e ospitalità a donne e madri con figli per rispondere al loro urgente bisogno nello Spirito di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in ottemperanza alla programmazione ed attivazione dei Servizi Sociali Territoriali. Il Cottolengo ha giocato tutta la sua vita per la GLORIA DI DIO e, la Gloria di Dio, dice la Scrittura, "… è l’uomo vivente " (1Cor 11,7). La centralità della PERSONA è dunque alla base di tutta l’opera della PICCOLA CASA della DIVINA PROVVIDENZA. L'uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: "Via tracciata da Cristo stesso"1 per contribuire……"a rendere più umana la Famiglia degli uomini e la sua storia ." 2 V.2.b. Obiettivo Educativo Generale

Nella Comunità di Pronta Accoglienza non si può parlare di Obiettivo Educativo vero e proprio, tuttavia il solo modo di porsi degli operatori nei confronti degli ospiti diventa proposta educativa. Il rispetto della dignità e della libertà di ciascuno, il continuo stimolo per far emergere o mantenere le proprie risorse, la presa di coscienza e l’accettazione dei limiti, il superamento delle paure aiutano le persone a ricostruirsi la vita o a trovare una soluzione autonoma più idonea.

1 R.H. n.14 2 G.S. n. 40

1177

Atrio d’ingresso Prepara l’accesso alla Casa di Accoglienza, viene utilizzato anche per incontri con parenti delle ospiti amici o visitatori esterni

Soggiorno

Angoli per leggere, dialogare, lavorare,

incontrarsi

Angolo per ricrearsi con i propri bambini, offrire opportunità di socializzazione, di distensione, di condivisione…. Spazi per confrontarsi nei diversi ruoli… e rispettarsi ….. Spazi per crescere insieme.

1188

La sala da pranzo È il punto di ritrovo nei vari momenti della giornata; in essa non si cucina ma la Comunità si riunisce al completo soprattutto per la cena serale, quando tutte sono rientrate a casa.

Camere da letto e i servizi igienici

Ogni nucleo familiare ha la sua camera

spaziosa, luminosa completa

Il bagno è uno per ogni nucleo familiare; sono dotati di tutto ciò che è necessario per la cura e igiene quotidiana..

1199

Spazio per incontri terapeutici

L’angolo per i bimbi angolo per colloqui con le ospiti

2200

V.3 Spazi comuni alle due realtà La Cappella

Questa è una Cappella gentilizia della Villa dedicata a San Bernardino da Siena affrescata e decorata alla fine del XVIII secolo. In questa Cappella ci si raduna per la preghiera e per celebrare la Messa in particolari ricorrenze o feste della Casa.

LA CUCINA e’ centralizzata e prepara i pasti per entrambe le realtà presenti nella Casa.

e la Lavanderia

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Gli Uffici

La Direzione

Spazio importanti della

Casa in cui vengono

sbrigate le pratiche

amministrative relative

agli ospiti

Saletta degli Educatori

in cui si lavora per elaborare,

definire, verificare la Progetta-

zione individuale o di nucleo

tramite anche frequenti riunioni

con gli operatori interni con i

Servizi Sociali e tutte le figure

professionali coinvolte nel Progetto

V.3a Momenti d’incontro

Le due comunità, comunità a dimensione familiare e Casa Accoglienza, spesso si riuniscono per vivere insieme ricreazioni, feste e ricorrenze Momenti ricreativi

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Feste e ricorrenze

Tutta la struttura è accogliente, offre agli ospiti sicurezza e confort.

Per lo stile di famiglia (caratteristico delle nostre Case cottolenghine ), si cerca

di far vivere agli ospiti un clima relazionale positivo con l'attenzione alla

persona: lasciando ampio spazio e autonomia nell'utilizzo degli ambienti della

Struttura e spazi personali.

L'educatore è presente in entrambi i servizi 24 ore su 24 .

La Struttura integra la propria attività con quella dei Servizi Sociali territoriali

in un lavoro di piena collaborazione e nel rispetto delle regole stabilite nel

Progetto Educativo Generale; garantisce la frequenza scolastica dei minori,

attività di socializzazione degli stessi con VITA di GRUPPO, organizzazione e

gestione del tempo libero, nonché rapporti con l'esterno usufruendo anche

delle iniziative Comunali e delle Associazioni territoriali di tempo libero.

La Casa offre l'assistenza e la cura personalizzata.

Il servizio è arricchito anche dalla presenza di volontari.

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State tranquilli, e non abbiate paura; noi tutti siamo figli d’un buon Padre, che più pensa Egli a noi, di quanto noi stessi pensiamo a lui.

Se voi pensaste, e comprendeste bene qual personaggio rappresentano i poveri, di continuo li servireste in ginocchio.

S. G. B. Cottolengo

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VI. ORGANIZZAZIONE OPERATIVA INTERNA

VI.a Organigramma

Il nostro operare si avvale di una struttura organizzativa che si può

schematizzare nel seguente modo:

DDiirreezziioonnee LLooccaallee

CCoommuunniittàà aa DDiimmeennssiioonnee ffaammiilliiaarree

CCaassaa AAccccoogglliieennzzaa

CCoooorrddiinnaattoorree

CCoooorrddiinnaattoorree

EEdduuccaattoorrii

OO..SS..SS..

VVoolloonnttaarrii

EEdduuccaattoorrii

AAnniimmaattoorrii

OO..SS..SS..

VVoolloonnttaarrii

PPssiiccoollooggoo CCoonnssuulleennttee

2244

VI.b Ruoli e Competenze

Direzione Locale La Direzione ha il compito di coordinare tutte le attività della struttura, controllando costantemente l’adempimento delle procedure stabilite ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Sovrintende alla gestione del personale, alle procedure di acquisto e distribuzione dei beni necessari ed alla contabilità interna. In collaborazione con l’area Educativa e l’area Assistenza controlla che vengano applicate le normative di sviluppo e promozione delle persone secondo i progetti individuali e le normative in materia igienico — sanitaria. Ha il compito di promuovere la qualità di vita di ciascun Ospite presente nella Casa, mantenendo elevato il livello delle diverse professionalità presenti e delle singole prestazioni offerte. Coordinatore È riferimento per gli ospiti e per gli operatori del nucleo; è responsabile della cura degli ospiti; partecipa alla progettazione individuale; verifica l’aggiornamento della documentazione e la corretta tenuta della stessa. Garantisce la partecipazione degli operatori del nucleo alla formulazione delle decisioni; nel rispetto della centralità dell’ospite, definisce, in collaborazione con gli operatori del nucleo, un piano operativo della quotidianità e le responsabilità nell’esecuzione. Definisce l’educatore di riferimento personale; mantiene i rapporti con i servizi, i familiari in riferimento al minore o ospite in carico. Educatore Partecipa alla formulazione delle decisioni inerenti al nucleo di appartenenza; partecipa alla definizione del piano operativo quotidiano del gruppo e ne assume le responsabilità affidate. Elabora con l’equipe il piano di intervento, oppure il PEI dei soggetti del nucleo. Cura i rapporti con i servizi sociali e sanitari soprattutto in riferimento al minore in carico. Collabora con i volontari, e guida le relazioni soprattutto con l’ospite di riferimento.

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Animatore Partecipa alla formulazione delle decisioni inerenti al nucleo di appartenenza. Partecipa alla definizione del piano operativo quotidiano del gruppo e ne assume le responsabilità affidate. Partecipa con l’equipe all’elaborazione ed all’attuazione del PEI di ogni minore. Promuove lo sviluppo della crescita personale attraverso interventi educativi, sociali e culturali, momenti di animazione, attività ludiche. O.S.S. Comprende il personale che svolge attività di supporto alle attività del nucleo. Queste attività comprendono l’assistenza alla persona con lo scopo di aiutare, ma anche di insegnare come e quando intervenire; la preparazione dei pasti applicando il menu già predisposto e di confrontandosi con la direttrice per eventuali modifiche; la verifica dell’applicazione delle norme indicate nell’HACCP e la segnalazione delle inadempienze; la preparazione della nota per l’acquisto degli alimenti necessari; l’attenzione agli ospiti, ascoltando i pareri e, in accordo con la direttrice, cercando di accontentare le preferenze manifestate; la pulizia dei locali comuni.. Volontari Offrono opportunità di socializzazione esterna , momenti di festa e di ricreazione all’esterno della Comunità. Ampliano la qualità di vita degli Ospiti portando dentro il mondo.

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Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati. Don Lorenzo Milani (da Lettera a una professoressa)

La fame d'amore è molto più difficile da rimuovere che la fame di pane. Madre Teresa di Calcutta

2266

VI.c Procedure per un servizio di qualità

La Struttura pone in atto le procedure richieste per un servizio di qualità

circa

• la " presa in carico "

• il " P.E.I. "

• le " dimissioni "

Per una sempre maggiore qualità delle prestazioni, in ottemperanza alla

normativa vigente, si applicano :

MANUALE HACCP ( D. Lgs. 193 / 2007 ) sugli alimenti ;

L' ATTUAZIONE D. Lgs 81 / 2008 sulla sicurezza ;

La GARANZIA e sulle MODALITA' di trattamento e

comunicazione dei dati personali L.196 / 2003 .

Gli Enti Locali hanno determinato una retta giornaliera pari a:

- € 85,00 per ogni minore accolto nella Comunità a dimensione familiare;

- €73,50 per le persone accolte nella Casa di pronta accoglienza

2277

VII

La Struttura è situata all'estrema periferia di Empoli (FI) nella Zona del

Terrafino .

In auto:

dalla Super Strada: Firenze, Pisa, Livorno (FI-PI-LI) uscire a Empoli Ovest In treno:

scendere a Empoli e alla Stazione prendere il BUS n° 5 fino al Bar del Terrafino

PICCOLA CASA della DIVINA PROVVIDENZA

- COTTOLENGO -

Comunità a dimensione familiare e Casa Accoglienza

Via del Terrafino n. 78

50053 - EMPOLI - (FI ) TEL. 0571-81659 FAX. 0571-80373

Email: [email protected]

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Rev. 01 - ottobre 2013

2299