PIAZZA AL SERCHIO 15-08-201921a Marcia Alta Garfagnana

Perché non ri-posare per Ferrago-sto?... Non se ne parla nemmeno, i podisti non si fermano neanche stamattina.... Infatti og-gi il Trofeo lucchese è a Piazza al Serchio per partecipare all'annuale Marcia dell'Alta Garfa-gnana. E nonostante la

distanza, non solo lucchesi, ma anche molti pisani si sono presentati stamani nella piccola cittadina, puntuali, per non perdersi lo spettacolo offerto da questo compren-sorio, circondato dalle nostre piccole dolomiti Apuane e dagli Appennini.

Circa 600 le presenze ripartite in 40 gruppi hanno premiato lo sforzo organizzativo del Gruppo Sportivo della Misericordia e del Comitato paesano, che come ogni anno ci pre-sentano i loro bellissimi percorsi di 2-6-10-18 Km, attraverso il paese e le colline circostanti. Gli irriducibili di

queste marce, hanno preferito disertare il mare e ritrovarsi a respirare l'aria frizzanti-na della prima mattina, lontano dal traffico e dagli assembramenti di questa giornata

emblematica dell'esta-te. Il traffico invece lo troveremo solo al ritor-no, ma in senso inverso quando tutta la lucche-sia si muove nel solito tempo per cercare un po' di refrigerio in Gar-fagnana. E' la tradi-zionale giornata di mezza estate in cui ci si muove alla ricerca di un

angolo tranquillo per il picnic o di un ristoran-tino caratteristico, a cui far seguire una pas-seggiata in assoluta serenità nel verde e nel fresco dei boschi di queste vallate, in alter-nativa al caldo del ma-re. Molti podisti infatti a fine gara decideranno di trascorrere il resto della giornata da queste parti. Piazza al Serchio nell’immaginario collettivo è ormai divenuto il paese della lo-comotiva a vapore. E' da molti anni infatti che la vaporiera fa bella mostra della sua linea all’ingresso della cittadina. Costruita nel lontano '22 e progettata per affrontare le gravose tratte ap-penniniche, la locomo-trice FS 940 002 è di-venuta un monumento a ricordo di un passato ormai lontano e di un glorioso servizio sulla tratta Lucca-Aulla. Enormi doglioni, rocce scure, che testi-moniano fenomeni di vulcanismo in epoche remote, rendono spet-tacolare l’accesso a questo tratto di valle e allo stesso paese. Qui ai piedi della gran-de roccia, appare improvvisamente ed orgogliosamente riposa la vaporiera, che per anni ha sbuffato per queste valli e adesso, superata da nuove tecnologie, meritata-mente riposa. La sua linea eroi-ca ed il suo pennacchio di fumo sono nella me-moria di generazioni di garfagnini, per i quali il treno a vapore è stato il simbolo del riscatto di queste terre di Garfa-gnana. Da Piazza al Ser-chio, ultimo centro di una certa importanza,

che chiude la valle, si possono raggiungere le montagne ed i valichi, tra quelli più suggestivi dell’Appennino, ma an-che una serie di vecchi borghi, arroccati lungo le pendici dei monti, che hanno mantenuto inalterato nei secoli il loro aspetto medievale. Da qui si dipar-

tono centinaia di sentieri da percorrere a piedi, a cavallo e in Mountain Bike. Qui infi-ne, dopo aver dribblato i grossi doglioni in località S. Donnino, nasce ufficialmente il fiume Serchio, riunendo i rami secondari dei torrenti omonimi che scendono da So-raggio e da Minucciano.

Ma è necessaria una levataccia per es-sere puntuali alla par-tenza. Ci vuole assai più di un'ora per attra-versare la Garfagnana ancora addormentata nelle nebbie del primo mattino. Molto buona la viabilità, totalmente rin-novata fino alle porte del paese. Il sole ci at-tende luminoso a Piaz-

za al Serchio, anche se qualche folata gelida dà qualche piccolo fastidio prima della partenza. Il ritrovo è presso la sede della Misericordia. Pur conoscendo la località, ma, abituati a percorrere la statale in auto per raggiungere il passo dei Carpinelli e la Lunigiana o altre località, non c’è modo di frui-

re dei dettagli e degli scorci di paesaggio, che invece con la dovu-ta calma ci può offrire la marcia stessa. I percor-si sono tutti abbordabili a ritmo di passeggiata, mentre la lunga richie-derà invece un certo impegno, proprio per-ché, in 18 km effettivi,

salirà notevolmente di quota. Sulla provinciale attraversiamo dappri-ma un tratto del centro del paese. In prossimi-tà della chiesa parroc-chiale dedicata a S. Pietro, la 6 km ci ab-bandona per scendere verso la ferrovia, lungo la via Marconi, e rag-giungere l'abitato di S. Cristina. Da qui il percorso attraversa, su un bel ponte medie-vale a schiena d'asino, il Serchio di S. Michele ed attraverso la campagna raggiunge quest'ultimo quartiere. Ancora un altro splendido ponte da attraversare per ritornare sulla riva sinistra e percorrere un tratto della borgata di S. Michele stesso, per poi fi-nalmente ricongiunger-si ai percorsi maggiori in prossimità dell'arrivo. Davanti alla chiesa parrocchiale, per i due percorsi più lunghi, la strada ora sa-le inesorabilmente e con la salita al tempo stesso comincia a cre-scere la temperatura... Sotto di noi si stende il paese e da alcuni tor-nanti possiamo ammirarlo interamente, giù fino alla ferrovia e alle piscine comunali. Queste sono state riaperte dopo un lungo periodo di inattività ed un rilevante inter-vento di manutenzione straordinaria, offrendosi come ulteriore motivo di attrazione turistica per la zona. La zona rappre-sentava fin dai tempi remoti il principale cro-cevia dell’Alta Garfa-gnana ed era attraver-sata dall’antica via “Clodia” che da Lucca risaliva il corso del fiu-me Serchio. Questa si divideva in prossimità dei doglioni, per risalire il passo di Pradarena

verso l' Emilia da un la-to e per affrontare dall'altro invece la foce dei Carpinelli verso la Lunigiana ed il porto di Luni. In questa area sorgevano tre piccoli centri urbani, le cui ori-gini non sono note, Piazza, Sala e Plebes de Castello, centri forti-ficati, che per secoli

controllarono i traffici su queste strade ed in qualche modo si opposero all'espansio-ne romana verso la pianura padana. Il paese dunque, sorse dalla fusione di questi tre antichi borghi in un unico nu-cleo denominato "piazza”, probabilmente "spiazzo" luogo di "mercato", che con tutta

probabilità doveva esi-stere in questo croce-via di fondo valle, rag-giungibile da tutti i cen-tri montani del circon-dario. Piazza al Serchio dunque godette di una rilevante funzione commerciale e il gran-de spazio che sorgeva dinanzi alla vecchia Pieve, nella zona della stazione, ospitò negli

ultimi secoli del Medioevo un mercato stagionale. Di quella pieve rimane solo la campana del 1271, rinvenuta durante recenti scavi archeologici e posta attualmente nella chiesa parrocchiale. Il comprensorio subì le vicende dei contrasti fra le varie po-tenze militari, che si alternarono nella valle, dagli Etruschi, Liguri, Romani, per arriva-

re ai Lucchesi, Fioren-tini, Pisani e finalmente agli Estensi e sotto Modena rimase fino all’unità d’Italia. Il nome in origi-ne precedentemente era Pieve di Castelvec-chio e quella di S. Pie-tro costituiva una delle pievi più importanti del-la Diocesi di Luni. Tale

nome derivato da un antico castello medioe-vale castrum vetus, co-struito sopra un “do-glione” rimase fino al 1863 e sotto la giurisdi-zione della provincia di Massa, si trasformò in Piazza Massese. Di-venne poi definitiva-mente Piazza al Ser-chio con il passaggio, insieme a tutta la Grafagnana, alla Provincia di Lucca nel 1926. Su per la via dei Colli, sono stupendi i paesaggi che si mostrano sia in direzio-ne di Sillano, coi suoi alpeggi, che in direzione delle nude verso il passo di Pradare-na. Ma ancora più affascinante è il panorama sulla valle, sempre dominato ad Ovest dagli ultimi imponenti contrafforti delle Apua-ne, come il monte Ca-vallo, il Pisanino e il Pizzo d’Uccello. Lo spettacolo ci accompagna lungo la salita, fra agriturismi, case vacanza da so-gno e prati, offrendoci spunti panoramici dove è d'obbligo fermarsi e gustare i profili incom-benti dei monti. Non puoi sottrarti al loro fascino se non rubando qualche foto, che ci consenta di rivivere le emozioni di questa mattina... Finalmente al bivio per Cogna si giunge al primo ristoro, necessario per com-pensare questo tratto iniziale di salita che sta divenendo assolato. Qui la 10 km si separa scendendo dol-cemente verso le fra-zioni di Sant'Anastasio, Petrognola e Gragnana dove poi si ricongiunge con la 18 km. Una passeggiata incredibile fra boschi e verdi prati, dove appare evidente l'attività agri-cola della zona.

Le ampie distese boschive di queste montagne offrono le-gname, castagne, pro-dotti del sottobosco. Mentre lo sfruttamento dei pascoli permette, come in quasi tutte le comunità della Garfa-gnana, l’allevamento ovino. Ma le attività a-gro-pastorali non risul-

tano più sufficientemente remunerative per queste comunità. Oggi l'economia locale si basa ormai marginalmente sulla produzione di ce-reali, tra cui il farro, di cui comunque il territorio di Piazza al Serchio è il maggior pro-duttore in Garfagnana. Varie sono le industrie di abbigliamento e di produzione di

materiali da costruzio-ne. Molto sviluppato anche il turismo sta-gionale, con l'offerta di strutture ricettive e oc-casioni di promozione del territorio, mediante feste, sagre, ecc. con-centrate sopratutto nel periodo estivo. Numerosi sono gli appuntamenti sia

nel capoluogo che nelle frazioni per animare le serate dei villeggianti, proponendo in-sieme a tanta musica l'assaggio di prodotti locali come patate e farro o offrendo e-venti spettacolari come la Notte Bianca e la marcia della Color Vibe ecc.. Ciò però non può purtroppo impedire che sempre più cittadini debbano ricor-

rere ad occupazioni presso industrie di fon-do valle, in quanto mol-te aziende locali risen-tono ormai della crisi degli ultimi anni, con la conseguente contrazio-ne della produzione. La 18 km dal ri-storo continua la sua lunghissima salita sulla via Cerigliana, una stra-

da sterrata di crinale, fra boschi ed alpeggi, raggiungendo quota 900 m., prima di spia-nare e divenire asfalta-ta. Ma la fatica non è finita: quest'anno c'è da conquistare Ponteccio a quota 950 m., dove finalmente la pendenza si inverte e la strada prosegue poi in una e-stenuante discesa, su un sentiero boschivo e ciottoloso, verso Magliano. Lo spettacolo dalla piazza del municipio è notevole. E' un vero balcone sulle Apuane: lo sguardo si spinge giù a sud fino a scoprire i profili noti del Tambura, Roc-candagia, M.Sumbra e delle Panie. Si abbraccia interamente l'estensione delle Alpi Apuane fino a nord, dove queste degrada-no poi dolcemente verso la Lunigiana. E’ una visione che ripaga la fatica ed il caldo del percorso. Ancora 5 km di discesa su asfalto ci portano ad incrociare la statale alle porte di Gragnana dove i per-corsi maggiori si riuni-scono. Il piccolo borgo ci offre lo spettacolo suggestivo di un paesino conservato or-gogliosamente nelle sue linee medioevali, riunito intorno alla chiesina di S. Rocco. Un fresco ristoro ci rinfranca per affrontare l’ultimo tratto del percorso, che uscendo di paese scende fino ad incontrare il Serchio. Lo attraversiamo su uno stupendo ponte in pietra e ne seguiamo il percorso su un sen-tiero selciato, che corre lungo la sua riva sini-stra. E' un tratto om-broso, refrigerio nel caldo del mattino, sulle orme degli antichi viag-giatori, che su queste strade percorrevano, attraverso i passi che

separano la Garfagna-na dalla Lunigiana, una variante della via fran-cigena. Questa varian-te a settentrione delle Apuane prende nome più propriamente "Via del Volto Santo" e la sua direttrice era da Pieve di S. Lorenzo, Passo Tea, Gragnana, Piazza al Serchio.

Questo attraversamento era preferito dai pellegrini che dalla Lunigiana deside-ravano raggiungere Lucca, non solo orientati verso Roma centro della cristianità, ma semplicemente per andare a venerare il Volto Santo, la cui leggenda è notoriamente intrecciata anche con la Lunigiana stessa.

Ricordiamo che da questa parte prima ancora della Francige-na esisteva la via "Clo-dia", che mediante una sua diramazione riusci-va a collegare anche la pianura Padana con Lucca. L'arteria, prati-cata per tutto il Medioe-vo ed anche dopo, pre-senta lungo il suo per-corso, fra chiese ed o-

spedali, dipinti e sculture riferite alla sacra immagine venerata in San Martino di Luc-ca. Ciò che ha indotto a denominarla Via del Volto Santo. Ricordiamo che questa via piena di simbolismi è stata percorsa recentemente, con un nutrito gruppo di giovani, dal nuovo arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, che,

con un viaggio a ritro-so, ha voluto raggiun-gere il santuario di monte Argegna, offren-do ai giovani e alle par-rocchie attraversate, una intensa esperienza di fede da moderni pel-legrini. Dopo l'incrocio con la provinciale per Gramolazzo, ci immet-

tiamo nella borgata di S. Michele ed optiamo per una variante di percor-so, che ci permette di ammirare lo splendido borgo medievale al di là del fiume ed il magnifico ponte, che costituisce l'unica via di accesso. Il bellissimo abi-tato si anima, ogni anno alla fine di luglio, per un viaggio nel tempo tra cavalieri, dame, man-giafuoco e briganti. E' un tuffo nel passato per rivivere gli usi e costumi della vita del medioevo con mu-sica, cibo, mestieri d'al-tri tempi e rievocazioni storiche. Una Festa Medievale in costume organizzata dal sugge-stivo comitato "I Brigan-ti del Ponte", che pro-pone spettacoli e per-corsi enogastronomici lungo le vie del borgo, con caratteristici merca-tini artigianali. Ripartiamo dopo esserci aggirati con in-teresse tra le belle co-

struzioni in pietra orgogliosamente restaurate e i resti dell'ultima festa. In breve siamo a capolinea. Sono servite circa 3 ore per percorrere 18 Km, con un dislivello complessivo di 600 m., raggiungendo la quota massima di 950 m. Assenza di grandi difficoltà, a parte le salite, col solo ostacolo di una giornata calda, ma non afosa. Un ricco ristoro finale, di quelli che ti invitano a ritornare, attende i par-tecipanti… Ringraziando, rassicuriamo gli organizzatori di questo magnifico giro in que-sta bellissima conca, incastonata fra terra e cielo, fra fiumi e monti. Torneremo... A presto Piazza al Serchio... Graziano Giuliani 15-08-2019