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COMUNE DI CASANOVA LERRONE - PROVINCIA DI SAVONA PIANO REGOLATORE GENERALE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE TITOLO I CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 FINALITA’ DEL PRG. Il Piano Regolatore Generale disciplina l’assetto urbanistico dell’intero territorio comunale ai sensi delle vigenti leggi, regolandolo con le presenti Norme, integrate dalle indicazioni riportate sulle tavole allegate. Finalità del Comune, da realizzarsi con il PRG, sono: - La tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle peculiarità paesistico- ambientali, attraverso la ricerca di un assetto territoriale in grado di abbinare sviluppo e conservazione; - Una crescita organica della collettività comunale nelle sue diverse componenti, con la definizione ed il coordinamento dei rapporti tra insediamenti residenziali e produttivi, infrastrutture tecnologiche ed attrezzature collettive, assicurato da una puntuale indicazione della destinazione d’uso del suolo. Art. 2 APPLICAZIONE DEL PRG. Il Piano Regolatore Generale, nel seguito denominato brevemente PRG, disciplina l’assetto urbanistico dell’intero territorio comunale ai sensi della legge 17/08/42 n. 1150 e successive modifiche ed integrazioni, nonché ai sensi della legislazione regionale in materia, regolandolo con le presenti norme, integrate, ove necessario, dalle indicazioni riportate sulle planimetrie di PRG allegate. Art. 3 EDIFICABILITA’ E MODIFICA DELLO STATO DEI LUOGHI

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COMUNE DI CASANOVA LERRONE - PROVINCIA DI SAVONA

PIANO REGOLATORE GENERALE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

TITOLO ICAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1

FINALITA’ DEL PRG.Il Piano Regolatore Generale disciplina l’assetto urbanistico dell’intero territoriocomunale ai sensi delle vigenti leggi, regolandolo con le presenti Norme, integratedalle indicazioni riportate sulle tavole allegate.Finalità del Comune, da realizzarsi con il PRG, sono:

- La tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle peculiarità paesistico-ambientali, attraverso la ricerca di un assetto territoriale in grado di abbinaresviluppo e conservazione;

- Una crescita organica della collettività comunale nelle sue diversecomponenti, con la definizione ed il coordinamento dei rapporti trainsediamenti residenziali e produttivi, infrastrutture tecnologiche edattrezzature collettive, assicurato da una puntuale indicazione delladestinazione d’uso del suolo.

Art. 2

APPLICAZIONE DEL PRG.Il Piano Regolatore Generale, nel seguito denominato brevemente PRG, disciplinal’assetto urbanistico dell’intero territorio comunale ai sensi della legge 17/08/42 n.1150 e successive modifiche ed integrazioni, nonché ai sensi della legislazioneregionale in materia, regolandolo con le presenti norme, integrate, ove necessario,dalle indicazioni riportate sulle planimetrie di PRG allegate.

Art. 3

EDIFICABILITA’ E MODIFICA DELLO STATO DEI LUOGHI

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Nell’interoterritorio comunale ogni modifica allo stato di fatto e/o alla destinazione d’uso delsuolo e dei fabbricati è soggetta alle prescrizioni del presente PRG, del RegolamentoEdilizio e degli altri Regolamenti Comunali.Gli edifici e le attrezzature esistenti, in contrasto con le destinazioni e prescrizioni delPRG, potranno subire modificazioni soltanto per essere adeguati alle presenti Norme.

CAPO II

PARAMETRI E DEFINIZIONI URBANISTICO – EDILIZIE

Art. 4

DEFINIZIONI E PARAMETRI URBANISTICI.

a. –St = Superficie territoriale.- La superficie territoriale è costituita dalla superficie totale dell’ambito

territoriale di intervento, ad eccezione delle aree interessate dalla reteprincipale della viabilità.

b. –Sf = Superficie fondiaria.- La superficie fondiaria è costituita dalla superficie totale dell’ambito

territoriale di intervento con la esclusione delle aree interessate dalla reteprincipale della viabilità (superficie territoriale), dedotte le aree destinatealle opere di urbanizzazione primaria e secondaria nelle quantità e neitermini stabiliti dal presente PRG; nella superficie fondiaria sono invececomprese le aree destinate a viabilità, verde e parcheggi esclusivo usoprivato.

c. – It = Indice di fabbricabilità territoriale.- L’indice di fabbricabilità territoriale è dato dal rapporto tra il volume

complessivo delle costruzioni esistenti e di nuova realizzazione, conl’esclusione di quelle destinate a servizi pubblici, e la relativa superficieterritoriale.

d. – If = Indice di edificabilità fondiario.- L’indice di edificabilità fondiario è dato dal rapporto tra il volume

complessivo delle costruzioni esistenti e tra il volume complessivo

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delle costruzioni esistenti e di nuova realizzazione e la relativasuperficie fondiaria.

e. – Sm = Superficie minima di intervento.- Definisce per ciascuna zona omogenea individuata dal PRG, attraverso

le disposizioni delle presenti norme, la superficie minima di territoriorichiesta per un intervento urbanistico preventivo da attuare in modounitario.

f – Sa = Superficie asservita.- La superficie asservita alle nuove costruzioni è quella necessaria a

soddisfare i parametri di edificabilità stabiliti dal PRG.Le aree asservite ad un edificio possono restare di proprietà diversa da quella dell’edificio stesso, con l’obbligo della loro assolutaInedificabilità.Per le costruzioni esistenti, non ricadenti in zone nelle quali gli interventiedilizi sono sottoposti all’obbligo di S.U.A., la superficie asservita è quella stabilita dalla normativa vigente al momento dell’edificazione.Nel caso di costruzioni autorizzate prima del 31.08.1967, ove non esista agli atti regolare asservimento, s’intende asservita una fascia minima di 5,00 (m) attorno al perimetro dell’edificio e comunque non oltre il confine di proprietà, da determinarsi con riferimento alla situazione catastale esistente all’atto dell’adozione del PRG. Nel caso si intervenga su di un volume preesistente mediante parziale ricostruzione dello stesso o con aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica, per determinare la superficie da asservire al nuovo intervento, dovrà essere computato anche il volume già esistente, fatta salva l’ipotesi in cui le norme di attuazione del PRG consentano incrementi volumetrici indipendentemente dal rispetto dell’indice di zona.E’ fatta salva la facoltà di determinare la superficie asservita agli edifici esistenti applicando eventuali maggiori indici di fabbricabilità previsti dal PRG vigente al momento in cui si effettuano gli interventi.Negli SS.UU.AA. la superficie territoriale deve essere asservita sia alle nuove volumetrie sia a quelle esistenti confermate con l’osservanza dei parametri vigenti.Tutte le superfici asservite, con le eventuali modificazioni, devono risultare in apposito repertorio, composto di planimetria e registro, tenutidal Comune.

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Art. 5

PARAMETRI EDILIZI.

a) – Destinazione d’uso.E’ il complesso di usi ammessi dal PRG per l’area e per l’edificio. La destinazione d’uso deve risultare da atto di vincolo trascritto a favore del Comune, alla cui stipulazione è subordinato il rilascio della C.E. e dei certificati di abitabilità, agibilità, esercizio.In caso di abusivo mutamento di destinazione si procede all’applicazione delle sanzioni amministrative previste dalla Legge Urbanistica e s.m. ed i.Nelle norme che seguono si indicheranno, zona per zona, le destinazioni d’uso principali e quelle complementari ed accessorie eventualmente ammesse, intendendosi tassativamente esclusa ogni destinazione non espressamente indicata.

b) –Sul = Superficie utile lorda.Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di quelli inclinati di tutti i piani fuori terra o seminterrati ( utilizzabili per attività continuative), misurate al perimetro esterno, compresi i porticati, le tettoie, i balconi e le logge.

c) –Snr = Superficie non residenziale.La Superficie non residenziale è la superficie destinata a servizi ed accessori e comprende:

- Cantine, soffitte, locali motore ascensori, cabine idriche, lavatoi comuni, centralitermiche ed altri locali a stretto servizio delle residenze;

- Autorimesse singole o collettive;- Androni d’ingresso e porticati liberi di uso privato;- Logge e balconi.

d. –Sc = Superficie coperta.La Superficie coperta da un edificio è costituita dall’area individuata dalla proiezione, sul piano di campagna, del filo esterno dei muri perimetrali, comprese chiostrine, logge e porticati esclusi i terrazzi.

e. –Rc = Rapporto di copertura.Definisce la porzione del lotto copribile da fabbricati.

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E’ il rapporto numerico tra la superficie coperta dai fabbricati e la superficie fondiaria del lotto asservito.

f. –H = Altezza dell’edificio.L’altezza di un fabbricato è rappresentata dalla distanza tra la quota di riferimento e la quota del piano orizzontale virtuale, ottenuto come media tra laquota dello estradosso del solaio orizzontale di calpestio del più elevato locale abitabile ed il punto più elevato della copertura.Nel caso di edificio con copertura piana l’altezza viene misurata come distanza tra la quota di riferimento e lo estradosso del solaio di copertura.Nel caso di edifici addossati al terreno, costituiti da corpi di fabbrica a gradoni, funzionalmente autonomi gli uni dagli altri, è ammessa la misurazione per singoli corpi di fabbrica.

g. –q = Quota di riferimento.La quota di riferimento di un corpo di fabbrica si identifica con il punto più basso della giacitura del terreno sul perimetro della costruzione come risultava prima dell’intervento, ovvero il piano di spiccato della costruzione, inteso come il piano orizzontale di separazione tra le fondazioni e la restante parte della costruzione, qualora questo sia posto a quota inferiore.

h. –h = Altezza interna.Viene definita come la distanza tra il piano di calpestio del locale e l’intradosso, al finito, del solaio soprastante.

i. –hp = Altezza lorda di piano.L’altezza lorda di piano, per il calcolo del volume dell’edificio, è rappresentata dalla distanza tra gli estradossi del solaio di calpestio e di quello sovrastante.

j. –V = Volume del fabbricato.E’ la cubatura totale dell’edificio, ovvero lo spazio delimitato dalle superfici esterne che ne delimitano la sagoma, viene calcolato moltiplicando la superficie lorda di piano (Sul) per l’altezza lorda di piano (hp).Nel calcolo della cubatura, determinato per la verifica dell’indice di PRG, non si dovrà tenere conto:- delle sovrastrutture tecniche;- delle parti non abitabili della copertura;

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- dei porticati e delle logge aperte, dei balconi e dei locali interrati dipertinenza della costruzione.

Art. 6

DISTANZE.Si definisce come distanza la minima lunghezza misurata sull’orizzontale, tra laproiezione a terra del fabbricato con i suoi elementi sporgenti, ad eccezione deiterrazzi, scale e cornicioni e termini di riferimento rappresentati da edifici, confini,strade e corsi d’acqua.

a. –De = Distacco minimo tra edifici.Si intende la minima distanza che la edificazione deve osservare da altri edifici ed opere preesistenti.La misura del distacco si effettua nel punto di distanza minima tra i due edifici.Nei confronti dei confini dovrà essere rispettata una distanza minima pari alla metà del valore (De) stabilito per ogni zona.Sarà consentita l’edificazione in aderenza nel caso di costruzioni preesistenti o nel caso di accordo tra proprietari regolarmente registrato.Per quanto non esplicitamente previsto dalle presenti N.d.A. dovranno essere applicate le previsioni del Codice Civile.

b. –Ds = Distanza di protezione delle strade.Si Intende la distanza minima che deve osservare l’edificazione del ciglio stradale a protezione della strada, si dovrà fare riferimento alla definizione di confine stradale così come determinato dal D.P.R. 16/12/1993 e s.m. ed i. per ciò che riguarda le strade pubbliche, siano esse veicolari o pedonali, esistenti o previste dal PRG e/o dagli SS.UU.AA. o comunque realizzate a servizio dei fondi, che non siano strade interne a servizio dei singoli insediamenti.

c. –Dc = Distanza minima dei fabbricati dai confini di proprietà.Fatto salvo quanto previsto dalle N.d.A. per la distanza minima prevista è di 5,00 (m).

TITOLO II

ATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE

Art. 7

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MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEL PRG.Il PRG si attua mediante Strumento Urbanistico Attuativo (S.U.A.) nei casi e nellezone previste nelle relative tavole e nelle presenti Norme; nei casi in oggetto ilrilascio della Concessione edilizia è soggetto alla approvazione del S.U.A., secondo ildisposto della L.R. n. 24/87 e s.m. ed i. Lo S.U.A. costituisce il livello esecutivocircostanziato delle previsioni del PRG e deve essere corredato dagli elaboratiprevisti dall’art. 3 della L.R. 24/1987 e s.m. ed i. In tutte le zone omogenee, ove nonsia espressamente previsto l’obbligo dello S.U.A., gli interventi urbanistici e edilizisul territorio si realizzano con intervento diretto. Il suddetto intervento diretto, ècondizionato al rilascio della concessione edilizia da parte del Sindaco, eccezionefatta per quegli interventi che sono soggetti al rilascio di semplice autorizzazione, perquelli esentati da qualsivoglia provvedimento abilitativi e per la esecuzione di opereinterne come definite dall’art. della L. 28/02/85 n. 47.I soggetti attuatori gli interventi diretti possono essere sia pubblici che privati semprecomunque in ossequio a quanto previsto dalle presenti N.d.A.Nelle zone dove invece è previsto l’obbligo dello S.U.A. in assenza di un pianoattuativo approvato non possono essere autorizzate nuove costruzioni: solamenteall’avvenuta esecutività di questo si può attuare l’intervento diretto.

Art. 8

SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO.Il territorio comunale è diviso nelle seguenti zone:

1. AREE INEDIFICABILI:a. –aree per viabilità: costituite dalla rete delle principali vie di comunicazione

esistenti o in previsione e dei relativi spazi pubblici (parcheggi, piazze, ecc.);b. –aree di rispetto stradale, per le linee elettriche e cimiteriale: zone di rispetto

laterale per strade (DP.R. 16/12/93 e s.m.ei.), di linee elettriche (D.M. 21/03/88 eD.P.C.M. 23/04/1992) e cimiteriale (R.D. 27/07/34 n. 1265 ed il D.P.R. 285/90)per il quale, salvo altro provvedimento formale della competenti autorità, la zonadi rispetto si estende per 50 (m) tutto attorno al cimitero;

c. –corsi d’acqua: comprendono i corsi d’acqua inseriti negli elenchi delle acquepubbliche secondo quanto disposto dal R.D. n. 523 del 25/07/04 e s.m.ei., eregolamentati dal suddetto R.D. n. 523 del 25/07/04 e s.m.ei., e regolamenti dalsuddetto R.D., e dalla L.R. 28/01/93 n. 9;

Nelle zone in edificabili è tassativamente vietata ogni attività edilizia (salvo gliinterventi specifici previsti per le singole zone), il deposito di materiali, lo scarico di

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rifiuti di ogni tipo, il permanere anche provvisorio con tende o roulotte, l’apertura dicave.2. –AREE EDIFICABILI: zone territoriali omogenee ai sensi del D.I. 02/04/1968,

per le quali comunque si richiama la L. 30/12/1923 n. 3267 ed il relativoregolamento 16/05/1926 per i terreni sottoposti a vincolo idrogeologico:

A. :-zona del territorio di interesse storico, artistico e di particolare pregioambientale, nonché le aree circostanti che la integrano.

B. :-zona del territorio totalmente o parzialmente edificata, che non presentainteresse storico, artistico o di particolare pregio ambientale. Tale zonaomogenea, comprende aree parzialmente compromesse con possibilità dirinnovo e completamento edilizio.

C. :-zona del territorio inedificata o parzialmente edificata destinata allo sviluppodell’abitato.

DE :-zona del territorio destinata a nuovi insediamenti produttivi o ad essi assimilati,nonché ad attività di tipo agricolo.

E. :-zona del territorio destinata ad usi agricoli.F. :-zona del territorio destinata ad attrezzature di interesse generale.S. :-zone del territorio per le opere di urbanizzazione secondaria (art. 3 D.I.

02/04/1968).Tali zone hanno seguenti destinazioni:

1. –(SI) aree per istruzione;2. –(SV) spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport;3. –(SP) aree per parcheggi pubblici;4. –(ST) aree per impianti tecnologici.

Art. 9

INFRASTRUTTURE ED OPERE DI URBANIZZAZIONE.I tracciati delle sedi stradali e la posizione delle aree vincolate ad attrezzaturepubbliche e ad opere di urbanizzazione secondaria, sono indicativi per quantoconcerne la localizzazione, dovendo comunque rimanere invariata la quantità:pertanto in sede di S.U.A. potranno subire modeste variazioni di perimetro e ditracciato, nel rispetto dello specifico studio organico d’insieme previsto dal P.T.C.P.qualora si tratti di percorsi di collegamento.

1. –VIABILITA’. Il PRG prevede ed indica la rete delle principali vie dicomunicazione: sarà inoltre consentita la costruzione di impianti per la

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distribuzione di carburanti nelle fasce di rispetto, avranno le seguentidimensioni virtuali, salvo maggiori dimensioni reali:

- strade provinciali 6,00 (m);- strade comunali 5,00 (m);

In caso di nuova costruzione il Comune può chiedere la rettifica di tracciati tortuosi edi strettoie per una profondità massima di 5,00 (m).

2. –OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA. Ai fini dell’attuazione delPRG sono definite opere d’urbanizzazione primaria:

a. –viabilità residenziale, di servizio ai singoli insediamenti e d’allacciamentoalla viabilità principale

b. –rete idrica comprese le opere per la captazione, il sollevamento ed accessorie;c. –reti di distribuzione dell’energia elettrica e del gas compresi gli elementi

accessori;d. –rete della pubblica illuminazione;e. –reti fognarie per le acque bianche e nere, comprese le relative opere

accessorie;f. –rete telefonica;g. –spazi pubblici di verde attrezzato di pertinenza della viabilità.

3. –OPERE DI URBANIZZAZIONE SECONDARIA. Ai fini dell’attuazione delPRG sono definite opere d’urbanizzazione secondaria:

a. –attrezzature per la pubblica istruzione (asili nido, scuole materne, scuoladell’obbligo);

b. –mercati di quartiere;c. –delegazioni comunali;d. –chiese ed altri edifici per servizi religiosi;e. –impianti sportivi di quartiere;f. –centri sociali ed attrezzature culturali e sanitarie;g. –aree verdi di quartiere e parchi pubblici;h. –spazi pubblici di sosta e parcheggio;i. –impianti di depurazione a livello comunale;j. –nuova strada d’interesse sovracomunale S.S. 453.

4. –AREE PER SPAZI PUBBLICI. In esecuzione di S.U.A. e/o di C.E.C.(Concessioni Edilizie Convenzionate) le superfici delle aree, da cederegratuitamente al Comune per l’urbanizzazione secondaria, in ragione di 30 mqogni 100 mc di costruzione o del 10% dell’area asservita agli edifici industriali,dovranno essere reperite all’interno delle aree d’intervento o nelle zone F o S

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più prossime al lotto edificabile, secondo quanto previsto dall’art.16 lett. a)della legge regionale 24/87.

Art. 10CATEGORIE DI INTERVENTO SUL TERRITORIO.

Gli interventi urbanistici ed edilizi sul territorio comunale possono suddividersi trainterventi sul patrimonio edilizio esistente ed interventi di nuova costruzione.L’attività edilizia ed urbanistica, sul patrimonio edilizio esistente può avveniresecondo le seguenti categorie:

a. –OPERE INTERNE. (L. 28/02/1985 n. 47 art. 26 e s.m. ed i.).Sono le opere interne alle costruzioni che non sono in contrasto con gli strumenti urbanistici adottati o approvati e con i regolamenti edilizi vigenti, non comportano modifiche della sagoma della costruzione, dei prospetti, né aumento delle superfici utili e del numero delle unità immobiliari, non modificano la destinazione d’uso delle costruzioni e delle singole unità immobiliari, non recano pregiudizio alla statica dell’immobile e per quanto riguarda gli immobili compresi nelle zone A del PRG rispettano le originarie caratteristiche costruttive.Si configurano altresì come opere interne quegli interventi sugli elementi costitutivi non di pregio purchè gli stessi siano effettuati nel rispetto delle originarie caratteristiche tecnologiche, strutturali e tipologico-funzionali.

b. –MANUTENZIONE ORDINARIA. (L. 05/08/78 n. 457 art. 31 lett. a e s.m. edi.).Riguardano gli interventi di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelli necessari ad integrare o mantenere in efficienza gliimpianti tecnologici esistenti.Tali interventi non dovranno comportare la realizzazione di nuovi locali, né provocare modificazioni delle strutture e dell’organismo edilizio nella sua globalità con particolare riguardo ai materiali, al disegno delle aperture esterne ed agli elementi architettonico-decorativi.Si configurano come interventi di manutenzione ordinaria:

A. –INTERNAMENTE ALLE SINGOLE UNITA’ IMMOBILIARI:- demolizione e ricostruzione parziale e totale di rivestimenti interni con

stesse/diverse caratteristiche;- costruzione, riparazione o sostituzione di pavimenti interni con stesse/diverse

caratteristiche;

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- lavori di rifacimento, riparazione e sostituzione degli infissi interni constesse/diverse caratteristiche;

- ripristino, ammodernamento e sostituzione di apparecchiature igienico-sanitariee degli impianti tecnologici, purchè non comportino la destinazione ex novo dilocali per i servizi medesimi;

- lavori per il risanamento igienico di murature con eliminazione diinconvenienti causati da umidità od insufficiente coibentazione termica, coninterventi di isolamento e di impermeabilizzazione;

- ripristino e consolidamento di murature non portanti;- picchettatura e rifacimento di intonaci interni e tinteggiatura.

C. –ESTERNAMENTE ALLE SINGOLE UNITA’ IMMOBILIARI:

- -ripristino di parti di intonaco e di elementi architettonici senza alcuna modifica di forme, dimensioni e caratteristiche;

- ripristino, tinteggiatura, sostituzione anche totale di infissi esterni nel rispetto dei materiali, colori, tipi e tecnologie esistenti;

- sostituzione o riparazione parziale dei manti di copertura d dellepavimentazioni esterne di coperture a terrazzo anche con rifacimento delleimpermeabilizzazioni a condizione che non vengano modificati i tipi dimateriali ed i colori pre-esistenti;

- ripristino e/o rifacimento di cornicioni e gronde senza modifica delle attualiforme, dimensioni e caratteristiche;

- risanamento, ripristino e consolidamento di vespai ed intercapedini;- ripristino, consolidamento e rifacimento di recinzioni e parapetti senza

modifica delle attuali forme, dimensioni e caratteristiche.

C. –MANUTENZIONE STRAORDINARIA. (L. 05/08/78 n. 457 art. 31 lett. b es.m. e i.).Sono le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonchè per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni d’uso.Rientrano nella categoria degli interventi di manutenzione straordinaria le seguenti opere:

A. –INTERNAMENTE ALLE SINGOLE UNITA’ IMMOBILIARI:

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- modifiche alla sistemazione ambientale interna delle unità immobiliari coninterventi sul sistema distributivo attraverso la demolizione, ricostruzione espostamento di tramezzi interni, apertura/chiusura di porte;

- realizzazione di aperture per finestre in locali privi di illuminazione direttadall’esterno e senza altre modifiche alla distribuzione interna;

- inserimento dei necessari impianti igienico-sanitari e tecnologici anche inlocali appositamente ricavati all’interno di strutture esistenti.

B. –ESTERNAMENTE ALLE SINGOLE UNITA’ IMMOBILARI:- picchettatura e rifacimento di intonaci esterni e tinteggiatura;- ripristino di muri esterni;- rifacimento totale delle orditure strutturali del tetto senza variazioni dei

materiali, delle quote di imposta, delle pendenze e delle altezze dei locali;- sostituzione totale del manto del tetto con lo stesso materiale o con materiali di

natura e/o forma diversa nel rispetto comune delle tradizioni locali;- rifacimento delle sovrastrutture (architravi, cornicioni, ecc.) senza modifiche

delle forme, dimensioni e caratteristiche attuali.

C. –PER L’INTERO EDIFICIO SONO CONSENTITI:- installazione o sostituzione delle canne fumarie e comignoli con materiali di

natura e/o forma nel rispetto delle tradizioni locali;- interventi per il risanamento igienico degli edifici con l’inserimento di elementi

di isolamento ed impermeabilizzazione ed il rifacimento di intercapediniorizzontali o verticali esterne e di vespai;

- sostituzione totale di impianti igienico-sanitari e tecnologici, od installazione inmancanza degli stessi con l’eventuale creazione di nuovi vani e locali.

d. –RESTAURO E RISANAMENTO CONSERVATIVO. (L. 05/08/78 n. 457 art.31 lett. c e s.m. ed i.).Sono gli interventi rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con loro compatibili.Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio; l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estraneiall’organismo edilizio.

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A. –RESTAURO CONSERVATIVO. In particolare l’intervento di restauroconservativo prevede quelle opere che hanno lo scopo di tutelare le peculiaritàed i valori storico-architettonici degli edifici.Particolare attenzione perciò dovrà essere posta per riaffermare ed evidenziare icaratteri distintivi dell’edificato storico nei riguardi alla sua unità formale, strutturale e tipologica.Il recupero delle sembianze architettoniche ed il ripristino delle parti alterate dovrà avvenire mediante:

- la conservazione, il restauro e/o ripristino dei fronti esterni ed interni degliedifici liberandoli, dove necessario, delle alterazioni, fatta salva in ogni casol’unitarietà del prospetto;

- la ricostruzione, conforme alla tipologia originaria, di parti dell’edificioeventualmente crollate o demolite senza però procedere alla realizzazione diinterventi sostitutivi delle alterazioni o superfetazioni;

- il mantenimento od il ripristino degli spazi liberi e delle pertinenze coperte escoperte quali: corti, slarghi, piazzali, orti e giardini;

- il consolidamento ed il risanamento del complesso murario originale nelle suecomponenti strutturali verticali, orizzontali e di copertura con sostituzione,ripristino ed inserimento di nuovi elementi strutturali.

Non dovrà essere modificata la posizione o quota degli elementi strutturali quali murature portanti, solai a volta, etc.;

- l’eliminazione di eventuali superfetazioni, intese come aggiunte incongrue alletipologie dell’impianto originario ed ai suoi organici ampliamenti;

- l’inserimento dei necessari impianti igienico-sanitari e tecnologici realizzatonel rispetto delle prescrizioni di cui sopra.

B. –RISANAMENTO CONSERVATIVO. L’intervento di risanamentoconservativo riguarda invece nello specifico quei fabbricati che costituisconomemoria delle valenze storico ambientali dell’intero tessuto urbano e per iquali la valorizzazione degli aspetti architettonici avviene attraverso lasalvaguardia e l’evidenziazione degli elementi peculiari della morfologia,della tipologia e della tecnologia edilizia.

Gli interventi di risanamento conservativo consistono in:- mantenimento delle parti conservate della struttura originaria con

particolare attenzione alle strutture orizzontali di rilevanza tecnologico-architettonica quali volte, solai in legno ed alla conservazione deicollegamenti verticali ed orizzontali;

- eliminazione di eventuali superfetazioni ed aggiunte incongrue alletipologie di impianto;

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- obbligo del mantenimento delle aperture originarie in tutte le facciate ed alivello stradale;

- possibilità di utilizzare soffitte e sottotetti, fatto salvo l’andamentoaltimetrico dei tetti;

- facoltà di inserire scale ed altri impianti tecnologici per il collegamentoverticale, purchè gli stessi non compromettano le caratteristichemorfologico-strutturali e di tipologia dell’edificio.

e. –RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA. (L. 05/08/78 n. 457 art. 31 lett. d e s.m.ed i.).

Sono gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad organismo edilizio in tutto od in parte diverso dal precedente.Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, oppure l’eliminazione. La modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti.Si configurano quali interventi di ristrutturazione:- ampliamento di unità immobiliari, mediante accorpamento totale od in parte

di unità contigue nell’ambito dello stesso edificio;- risistemazione funzionale interna attraverso il cambiamento della

destinazione d’uso connesso alla realizzazione di opere edilizie;- operazioni edilizie che comportano la suddivisione di un’unità immobiliare

in due o più unità immobiliari o l’accorpamento di due o più unitàimmobiliari;

- opere che prevedono il recupero ovvero una diversa utilizzazione di volumi odi superfici esistenti di vani accessori all’edificio;

- ricomposizione del/dei fabbricati anche attraverso la parziale demolizione distrutture senza valore storico od architettonico nel rispetto del profilovolumetrico preesistente;

- interventi per eliminare costruzioni esterne ed ogni altra realizzazione noncoerente e compatibile con le peculiarità ambientali dei luoghi;

- opere volte a realizzare nuovi locali per permettere l’inserimento di nuovielementi ed impianti tecnologici e igienico-sanitari: tali locali dovrannoessere destinati a stretto servizio di un organismo edilizio preesistente.

f. –RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA. (L. 05/08/78 n. 457 art. 31 lett. e es.m. ed i.).

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Sono gli interventi rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico-edilizio conaltro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con lamodificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.

g. –INTERVENTI DI DEMOLIZIONE. Sono gli interventi volti ad eliminare, intutto od in parte manufatti edilizi.

h. –INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE EDILIZIA. Sono quegli interventi incui, per il recupero funzionale (primario e secondario) dell’edificio o di parti diesso, causa la situazione di degrado strutturale e igienico non risultino adeguatii normali interventi di restauro e ristrutturazione, ma si renda necessarioprovvedere alla demolizione e ricostruzione dei manufatti in oggetto.La ricostruzione dovrà riproporre le caratteristiche architettoniche, tipologiche e formali dell’edificio originario, eventuali limitate variazioni volumetriche saranno consentite nel rispetto delle indicazioni sulle tipologie dei modelli integrativi contenute nelle presenti N.d.A.

i. –INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE SU SEDIME. Sono quegli interventiin cui, in considerazione delle specificità storico-architettoniche dell’edificio odella sua connotazione all’interno del tessuto edificato tale da costituireelemento imprescindibile per la percezione delle peculiarità ambientali delluogo, si può prevedere la ricostruzione di quei manufatti non più esistenti deiquali però esistano elementi tali da consentire la ricostruzione della posizioneplanimetrica e della composizione volumetrica. Le condizioni di cui sopra,dovranno essere comprovate da una perizia redatta da tecnico abilitato ai sensidi legge corredata da opportuna documentazione storica comprovantel’esistenza di quelle caratteristiche dell’edificio di cui non rimangono piùtracce.

TITOLO III

DISCIPLINA PAESISTICA

CAPO I

GENERALITA’

Art. 11

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INDICAZIONI DI LIVELLO PUNTUALE DEL P.T.C.P.:MODALITA’ DI SPECIFICAZIONE.

Il PGR in oggetto, costituisce la specificazione e l’applicazione delle indicazioni dilivello territoriale e locale del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico dellaRegione Liguria.In questa successiva fase del processo di pianificazione urbanistico-paesistica sarannodefinite le indicazioni di cui sopra con particolare riguardo a:

- rapporti tra manufatti e terreno sul quale si collocano;- rapporti reciproci fra i singoli manufatti, sia appartenenti alla stessa categoria,

sia appartenenti alla stessa categoria, sia appartenenti a categorie diverse;- costituzione dei singoli manufatti con riferimento a tipologie, tecniche

costruttive, componenti e materiali, trattamento delle superfici, arredi;- modalità operative e gestionali.

Le indicazioni di livello puntuale, avranno valore di modalità esecutive dei variinterventi considerati con l’obbligo di specificare la motivazione per i casi in cui sirendesse eventualmente necessario ed opportuno discostarsene in via derogativa.

CAPO II

LETTURA DEI CARATTERI FORMATIVI DELL’EDILIZIATIPOLOGIA DEI MODELLI AGGREGATIVI

DEL TESSUTO EDIFICATO

Art. 12

TIPI EDILIZIa. –DEFINIZIONE. Il tipo Edilizio può essere definito come la “sintesi a priori”

del concetto di edificio, inteso come la prefigurazione sintetica ed organica ditutte le caratteristiche dell’oggetto edilizio, così come sono andateconfigurandosi in una determinata epoca ed in un ben definito contestoterritoriale: da questa accezione si determinano le caratteristiche di diatonia ediacronia dei processi tipologistici.

b. –CLASSIFICAZIONE DEI TIPI EDILIZI. Una prima classificazioneoperativa si può attuare suddividendo tra i Tipi Edilizi di Base ed EdiliziaSpecialistica: i Tipi Edilizi di Base sono quelli a destinazione residenziale “perfamiglie” o ad essa assimilabili e compatibili; i Tipi Edilizi Specialistici sonoche originano il sistema de edifici presenti in ogni nucleo urbano adestinazione diversa da quella residenziale

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La diversa collocazione degli edifici specialistici, all’interno del nucleo urbano,conduce all’ulteriore specificazione tra edifici specialistici POLARI (all’interno del nucleo ed in contatto immediato con le residenze) ed edifici specialistici ANTIPOLARI (periferici o adiacenti al nucleo urbano).Occorre poi ancora distinguere tra gli edifici specializzati SERIALI e NODALI, nel primo caso strutturati a vani paritetici o gerarchizzati associati con leggi analoghe a quelle di un tessuto edilizio di base, mentre i secondi vedono la presenza preponderante di un vano unitario più o meno ampio rispetto ad eventuali vani accessori associati.

c. –INDIVIDUAZIONE DEI TIPI EDILIZI. Tenuto conto delle caratteristichegenerali e particolari dei tessuti edilizi individuati sulle apposite tavole diPiano, si possono riconoscere, in base a specifiche particolarità (quali i diversicomportamenti degli edifici in relazione ai rapporti con l’area di pertinenza, ladiversa posizione degli accessi rispetto al percorso, il diverso schemadistributivo ed impianto strutturale e la presenza di specifiche risoluzioniarchitettoniche e formali), i vari tipi edilizi classificati secondo le seguenticaratteristiche:

n. tipo edilizio / attitudine aggregativi elementos = seriale; o = organico;

EDILIZIA DI BASE (RESIDENZIALE) – Aggregata.

- T1/S1 – CASA A SCHIERA / ELEMENTO DI SCHIERA.Caratteristiche dominanti del tipo sono la monocellularità del fronte, il setto murario trasversale in comune con le attigue case a schiera, la presenza della “area di pertinenza” dal lato opposto al fronte con conseguente doppio affaccio contrapposto e possibilità di accrescimento per occupazione progressiva di tale area, l’appartenenza del fronte al margine di un percorso con l’allineamento delle fronti senza sfalsamenti tra i singoli elementi e fra piani diversi dello stesso elemento di schiera.Il singolo elemento di schiera, ha una profondità, che può variare da una volta emezza a due volte l’ampiezza della cellula elementare, a seconda che l’ampliamento sia stato ottenuto con l’aggiunta di un mezzo elemento di cellulaspecializzato per il collegamento verticale o con il raddoppio della cellula elementare.I collegamenti verticali sono ricavati all’interno dell’edificio oppure all’esternolimitatamente al primo piano.

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La copertura risulta “a capanna” con colmo parallelo ai fronti ed equidistante da questi.

- T2/S2 – CASA IN LINEA / ELEMENTO DI LINEA.E’ il tipo edilizio ottenuto con la plurifamiliarizzazione del tipo a schiera, gemmato attraverso la rifusione di due case oppure quattro case contigue, ricavando rispettivamente uno oppure due alloggi per piano; la casa in linea ha una profondità di due cellule per un’altezza che varia dai due ai tre piani ed al piano terreno è consueta la presenza di attività e destinazioni accessorie, compatibili con la residenza. I collegamenti verticali sono contenuti all’interno dell’edificio, generalmente in posizione baricentrica; la copertura è a falde, conil colmo rigirante se l’elemento è posto all’inizio/fine di un’aggregazione (padiglione).Il tipo odierno vede l’elemento di linea, con ingresso-scala a servizio di due abitazioni per piano, associato con i due margini laterali senza affaccio contiguiad altre linee.

EDILIZIA DI BASE O ASSIMILABILE (RESIDENZIALE) – Isolata.

- T3/01 – CASA A BLOCCO.Costituisce un’ulteriore evoluzione dell’elemento di linea prima descritto, con lo stesso che non viene più aggregato agli altri per contiguità, ma per distacco, con l’opportunità di ricavare affacci di vani non solo sulle fronti, ma anche nelle testate, con aree di pertinenza su tre o quattro margini, e progressiva elaborazione di nuovi impianti distributivi.Le peculiarità formali sono in larga misura le stesse con la presenza costante di balconi sulle fronti con sfalsamenti nel perimetro esterno e nel numero dei piani.

- T4/02 – CASA A CORTE RURALE.E’ il tipo derivato dalla “domus” elementare, caratterizzata dalla presenza dellacorte come spazio di distribuzione ed aeroilluminazione: le sue dimensioni usuali tendono a coincidere con i sottomultipli dello “actus” romano con la possibilità di contrazioni in considerazione delle peculiarità morfologico territoriali del luogo.Nell’accezione attuale del tipo, si presenta come un’unità abitativa mono/bifamigliare con le caratteristiche della residenza isolata, funzionale alla conduzione dell’azienda agricola, posizionata sul lotto principale tra quelli asserviti.

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Costituiscono parte integrante del tipo in oggetto gli edifici ed i locali di tipo rurale-produttivo situati sia accorpati all’edificio residenziale che isolati.

- T5/03 – TIPOLOGIA A VILLA.E’ la casa isolata circondata da un’area di pertinenza non necessariamente distributrice, “giardino”; il nome ripreso dalla residenza temporanea delle classi dominanti del passato è riferito alla residenza permanente isolata.

TIPOLOGIA SPECIALISTICA.

- T6/S3 – EDILIZIA SPECIALISTICA POLARE – SERIALE.Viene caratterizzata dall’aggregazione di vani paritetici disposti secondo il rapporto con il complesso distributore secondo i diversi filoni delle funzioni assunte, ad esempio a corpo semplice – a corpo semplice più distribuzione – a corpo doppio e multiplo.

- T7/04 – EDILIZIA SPECIALISTICA POLARE – NODALE.Oltre alle caratteristiche accennate su T6/S3, questo tipo di edilizia si rivela in particolare non idoneo a formare un tessuto di edifici omogenei, presentandosi quasi esclusivamente a rappresentare le polarità di un aggregato, quali ad esempio intersezioni tra i tessuti di direzioni differenti ed intersezioni tra percorsi di maggiore importanza. Esempi di manufatti edilizi di questo tipo sono ad esempio le torri ed i cosiddetti vani unitari elementari e complessi quali Chiese con singola e più navate, opere militari come castelli e fortificazioni.

- T8/S4 – EDILIZIA SPECIALISTICA ANTIPOLARE SERIALE.- T9/05 – EDILIZIA SPECIALISTICA ANTIPOLARE NODALE.

Oltre ai caratteri propri dell’edilizia specialistica i caratteri prevalenti di questo tipo di edifici sono, la posizione periferica rispetto all’aggregato, l’isolamento dal tessuto urbano con area di pertinenza che varia a seconda dellaspecializzazione, ma sempre con ingombro territoriale elevato, la derivazione da matrici non propriamente edilizie.Manufatti edilizi di questo tipo sono ad esempio gli edifici industriali, i cimiteri, etc.

Art. 13

MODALITA’ AGGREGATIVE DEI TIPI EDILIZI.CRITERI GUIDA ALL’INETRVENTO SUGLI EDIFICI ESISTENTI.

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Il disposto del presente articolo individua i criteri che devono sovrintendere agliinterventi sul patrimonio edilizio esistente. Lo studio, in considerazione delleconnotazioni proprie del patrimonio edilizio comunale e del peso delle diversetipologie al suo interno, è stato circoscritto ai tipi propri dell’edilizia di baseresidenziale od assimilabile con le sue matrici aggregative.Gli interventi sull’edificio esistente, devono avere autorizzato l’incrementovolumetrico della normativa puntuale di Piano, ed essere riferibili ai seguenti criteriguida:

A.1) – TIPO EDILIZIO: T1/S1 CASA A SCHIERA.

A.1.1)- AMPLIAMENTO VOLUMETRICO REALIZZATO CON INCREMENTO DERIALE DI ELEMNTI DI SCHIERA.

- Le cellule aggiunte dovranno avere la stessa profondità di quelle contigue;- La copertura dei nuovi volumi deve costituire il proseguimento degli elementi

di schiera originari e dovrà essere realizzata a due falde con il colmo paralleloal fronte stradale;

- Le linee di gronda delle coperture di nuova realizzazione dovranno costituire lacontinuazione, dal punto di vista altimetrico, ed il completamento, dal punto divista planimetrico, di quelle esistenti;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispettocoperto, in alternativa alla copertura con falde inclinate, con un terrazzo pianopraticabile.

A.1.2)- REGOLARIZZAZIONE GENERALE DEL FRONTE COSTRUITO ATTRAVERSO LA DIMINUZIONE O L’AUMENTO DI PROFONDITA’ DELLA CELLULA COMPONENTE L’ELEMENTO DI SCHIERA.

- L’intervento potrà interessare una o più delle cellule che costituisconol’individuo edilizio e si svilupperà lungo la dimensione verticale, in modototale o parziale;

- I nuovi volumi così ottenuti dovranno costituire, sotto l’aspetto planimetrico edaltimetrico, una chiara continuità con il costruito circostante;

- La copertura dei nuovi volumi deve costituire il proseguimento della coperturadegli elementi di schiera originari e dovrà essere realizzata a due falde dischiera originari e dovrà essere realizzata a due falde con il colmo parallelo alfronte stradale;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificato preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con un terrazzo piano praticabile;

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- Se non vietata è concessa la sopraelevazione della linea di gronda e dell’interacopertura al fine di ottenere un’altezza di piano abitabile: la sopraelevazionedovrà comportare un aumento dell’altezza esterna minore di 80 (cm).

A.1.3)- SOPRAELEVAZIONE DI CELLULE ESISTENTI CONSERVANDO LA PROFONDITA’ DI QUELLE SOTTOSTANTI.

- I nuovi volumi dovranno costituire, sotto l’aspetto planimetrico ed altimetrico,una chiara continuità con il costruito circostante; la loro copertura devecostituire il proseguimento della copertura degli elementi di schiera originari edovrà essere realizzata a due falde con il colmo parallelo al fronte stradale;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificato preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con terrazzo piano praticabile;

- Se non vietata è concessa la sopraelevazione della linea di gronda e dell’interacopertura al fine di ottenere un’altezza di piano abitabile: la sopraelevazionedovrà comportare un aumento dell’altezza esterna minore di 80 (cm).

A.2)- TIPO EDILIZIO: T2/S2 CASA IN LINEA.- Le nuove cellule aggregate non devono essere fornite di accessi autonomi,

eccezione fatta per cantine e box;- Le linee di gronda degli elementi di linea esistenti devono costituire elementi

di riscontro, dal punto di vista planimetrico ed altimetrico, per quelle dei nuovivolumi;

- Le coperture dei nuovi volumi, se non diversamente indicato, devono essere afalde inclinate con colmo parallelo al fronte stradale in prosecuzione dellacopertura dell’elemento di linea a cui si aggiungono;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificio in linea preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con terrazzo piano praticabile.

A.2.2)- REGOLARIZZAZIONE GENERALE DEL FRONTE COSTRUITO ATTRAVERSO DIMINUZIONE O AUMENTO DELLA PROFONDITA’ DELLA CELLULA COMPONENTE L’ELEMENTO DI LINEA.

- L’intervento potrà interessare una o più delle cellule che costituisconol’individuo edilizio e si svilupperà lungo la dimensione verticale, in modototale o parziale;

- I nuovi volumi dovranno costituire, sotto l’aspetto planimetrico edaltimetrico, una chiara continuità con il costruito circostante; la loro coperturadeve costituire il proseguimento della copertura degli elementi di linea

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originari e dovrà essere realizzata a due falde con il colmo parallelo al frontestradale;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno, rispetto aquello dell’edificato preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con terrazzo piano praticabile;

- Se non vietata è concessa la sopraelevazione della linea di gronda edell’intera copertura al fine di ottenere un’altezza di piano abitabile: lasopraelevazione dovrà comportare un aumento dell’altezza esterna minore di80 (cm).

A.2.3)- SOPRAELEVAZIONE DI CELLULE ESISTENTI CONSERVANDO LA PROFONDITA’ DI QUELLE SOTTOSTANTI.

- I nuovi volumi così ottenuti dovranno rappresentare sotto l’aspettoplanimetrico ed altimetrico una chiara continuità con il costruito circostante; laloro copertura deve costituire il proseguimento della copertura degli elementidi schiera originari e dovrà essere realizzata a due falde con il colmo paralleloal fronte stradale;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificato preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con un terrazzo piano praticabile;

- Se non vietata è concessa la sopraelevazione della linea di gronda e dell’interacopertura al fine di ottenere un’altezza di piano abitabile; la sopraelevazionedovrà comportare un aumento dell’altezza esterna minore di 80 (cm).

A.3)- TIPO EDILIZIO: T3/01 CASA A BLOCCO.

A.3.1)- AMPLIAMENTO AVOLUMETRICO REALIZZATO MEDIANTE AUMENTO DELLA PROFONDITA’ DI PARTE O DI TUTTO IL FRONTE COSTRUITO.

- L’intervento dovrà cercare di ottenere la regolarizzazione del fronte e più ingenerale perseguire l’unità formale globale del manufatto;

- Il nuovo volume dovrà presentare, in pianta ed in prospetto, evidenti rapporticon l’esistente: l’intervento potrà quindi agire in pianta su una o più celluleabitative ed in alzato con parte o tutte le stesse; la loro copertura deve essererealizzata come prosecuzione di quella del manufatto originario a formare untuttuno con essa;

- Qualora l’andamento planoaltimetrico originario della falda non permettal’ottenimento di un’altezza di piano adeguata, si potrà alzare la linea di grondacon l’intera copertura nel rispetto dei limiti sull’incremento volumetrico e delle

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disposizioni sulla compatibilità paesaggistico-ambientale di tale operazioneindicati nella presente normativa;

- Nel caso in cui il numero di piani fuori terra del nuovo corpo di fabbrica siainferiore di almeno uno rispetto a quello del manufatto originario, e nel rispettodell’unità formale e di linguaggio architettonico richiamata nei puntiprecedenti, la copertura dei nuovi volumi potrà essere realizzata con terrazzipiani praticabili.

A.3.2)- RIALLINEAMENTO DEL FRONTE COSTRUITO ATTRAVERSO LA RIDISTRIBUZIONE DELLA LARGHEZZA DI ALCUNI COMPONENTI.

- L’intervento, nel perseguire la ricerca d’unità formale dell’intero manufatto, siattua attraverso l’aumento e la diminuzione della profondità degli elementicompositivi costituenti l’individuo architettonico;

- Il nuovo volume dovrà presentare in pianta ed in prospetto evidenti rapporticon l’esistente: l’intervento interverrà quindi in pianta sulla larghezza di una opiù cellule abitative ed in alzato interagirà con parte o tutte le stesse;

- La copertura dei nuovi volumi così ottenuti deve essere realizzata comeprosecuzione di quella del manufatto originario a formare un tuttuno con lastessa;

- I prospetti dei nuovi volumi e le eventuali modificazioni dei prospetti di quelliesistenti, devono presentare evidenti analogie con parti attigue di prospettiesistenti;

- Qualora l’andamento planoaltimetrico originario della falda non permettal’ottenimento di un’altezza di piano adeguata, si potrà alzare la linea di grondacon l’intera copertura, nel rispetto dei limiti sull’incremento volumetrico edelle disposizioni sulla compatibilità paesaggistico-ambientale dell’operazioneindicati nella normativa;

- Nel caso in cui, il numero di piani fuoriterra del nuovo corpo di fabbrica siainferiore di almeno uno rispetto a quello del manufatto originario, e nel rispettodell’unità formale e di linguaggio architettonico richiamata nei puntiprecedenti, la copertura dei nuovi volumi potrà essere realizzata con terrazzipiani praticabili.

A.4)- TIPO EDILIZIO: T4/01 CASA A CORTE RURALE.

A.4.1)- AMPLIAMENTO VOLUMETRICO REALIZZATO CON INCREMENTO SERIALE DI CELLULE EDILIZIE.

- Le nuove cellule aggregate dovranno avere la stessa profondità di quellepreesistenti;

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- Le linee di gronda degli elementi di linea esistenti devono costituire elementidi riscontro, dal punto di vista planimetrico ed altimetrico, per quelle dei nuovivolumi;

- La copertura dei nuovi volumi dovrà essere a falde inclinate, con grondaorizzontale sulle murature perimetrali e rappresentare la continuazione delcorpo originario.

A.4.2)- AUMENTO DELLA PROFONDITA’ DEL CORPO DI FABBRICA DELL’EDIFICIO MEDIANTE AVANZAMENTO DEL FRONTE COSTRUITO.

- L’intervento riguarderà tutto o in parte del manufatto esistente; potràinteressare una o più cellule e si svilupperà lungo la verticale, in modo totale oparziale;

- I nuovi volumi così ottenuti, dovranno rappresentare, sotto l’aspettoplanimetrico ed altimetrico una chiara continuità con il costruito circostante; laloro copertura deve costituire il proseguimento della copertura degli elementidi linea originari e dovrà essere realizzata a due falde con il colmo parallelo alfronte stradale;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificato preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con terrazzo piano praticabile;

- Se non negata è concessa una sopraelevazione della linea di gronda edell’intera copertura al fine di ottenere una altezza di piano abitabile, fattosalvo il rispetto dei limiti sull’incremento volumetrico e delle disposizioni sullacompatibilità paesaggistico-ambientale di tale operazione indicati nellanormativa.

A.4.3)- REGOLARIZZAZIONE GENERALE DEL FRONTE COSTRUITO ATTRAVERSO LA DIMINUZIONE O L’AUMENTO DELLA PROFONDITA’ DI CELLULE ABITATIVE.

- L’intervento potrà interessare una o più delle cellule che costituisconol’individuo edilizio e si svilupperà lungo la dimensione verticale in modototale o parziale;

- I nuovi volumi dovranno rappresentare, sotto l’aspetto planimetrico edaltimetrico, una chiara continuità con il costruito circostante; la loro coperturadeve costituire il proseguimento di quella del corpo di fabbrica originario edessere realizzata a due falde, con il colmo parallelo al fronte stradale;

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- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificato preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con terrazzo piano praticabile;

- Se non espressamente negata è concessa una sopraelevazione della linea digronda e dell’intera copertura al fine di ottenere un’altezza di piano abitabile,fatto salvo il rispetto dei limiti sull’incremento volumetrico e delledisposizioni sulla compatibilità paesaggistico-ambientale di tale operazioneindicati nella presente normativa.

A.4.4) – SOPRAELEVAZIONE DI CELLULE ESISTENTI CONSERVANDO LA PROFONDITA’ DI QUELLE SOTTOSTANTI.

- I nuovi volumi così ottenuti, dovranno rappresentare sotto l’aspettoplanimetrico ed altimetrico una chiara continuità con il costruito circostante;

- La copertura dei nuovi volumi deve costituire il proseguimento della coperturadegli elementi di schiera originari e dovrà essere realizzata a due falde con ilcolmo parallelo al fronte stradale;

- Se il nuovo volume ha un numero di piani inferiore di almeno uno rispetto aquello dell’edificio preesistente, potrà essere coperto, in alternativa allacopertura con falde inclinate, con terrazzo piano praticabile;

- Se non espressamente negata è concessa una sopraelevazione della linea digronda e dell’intera copertura al fine di ottenere un’altezza di piano abitabile,fatti salvi il rispetto dei limiti sull’incremento volumetrico e delle disposizionisulla compatibilità paesaggistico-ambientale di tale operazione indicati nellapresente normativa.

CAPO III

INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI TECNOLOGICI E COSTRUTTIVICOSTITUENTI GLI EDIFICI

Art. 14

PARAMENTI MURARI E RIVESTIMENTI DEGLI EDIFICI.

B.1)- INTONACI, MURARI CON PARTI IN VISTA DI MURATURE, NEGLIEDIFICI DI INTERESSE STORICO ED AMBIENTALE.

Gli interventi dovranno uniformarsi ai seguenti criteri:

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- La completa intonacatura dell’edificio dovrà essere, se possibile, evitataprocedendo con interventi di ripristino parziale. Gli intonaci andranno risarciticon riprese di malta e/o tecniche tradizionali simili all’originale;

- Qualora si debba procedere ad un rifacimento totale dell’intonaco si dovrannoutilizzare le tecniche tradizionali:L’intonaco dovrà essere a base di malta di calce, ultimato in arenino alla genovese con finitura a frettazzo;

- Sono proibiti i rivestimenti in lastre lapidee od in materiali diversi (ceramica,mattoni, a giunti rilevati di cemento, etc,), sono altresì vietate le zoccolatureesterne ad intonaco di cemento strollato o con altri materiali ad effetto rustico;

- Eventuali interventi di consolidamento dovranno preferibilmente essererealizzati con tecniche che utilizzino impregnanti polimerici.

B.2)- MURATURE IN PIETRA A VISTA.A riguardo di tali strutture si dispone che:

- Le strutture murarie esistenti in pietra a vista o con pietra a spacco in conciirregolari e malta grossolana (intonaco rustico) dovranno esserescrupolosamente mantenute, con idonei interventi di pulizia e protezione;

- Solo per il caso in cui il paramento murario fosse in origine intonacato èconsentito procedere ad una nuova intonacatura da eseguirsi secondo ildisposto del punto B.1);

- Nel caso d’interventi che prevedano la realizzazione di nuove murature inpietra a vista, è consentita, in alternativa, la realizzazione del paramento conaltra tecnologia ed il rivestimento con contromuro in pietra con conci aventi ladimensione orizzontale prevalente sulla verticale, particolare cura dovrà porsinel rendere non visibili i giunti di malta;

- Nelle murature in pietra vista il contorno delle murature dovrà essereintonacato per una fascia di circa 15 (cm) ed essere tinteggiato bianco secondola tradizione locale;

- Sono espressamente vietate e da rimuovere strutture quali casotti, condotti discarico, canalizzazioni e canne fumarie che corrono lungo le facciate principalidegli edifici: in particolare negli interventi di ripristino si dovrà evitare che lelinee elettriche e le tubazioni degli altri servizi canalizzati, con le rispettivecassette di derivazione dai pubblici spazi e dai percorsi pedonali.Fatta salva l’osservanza delle norme di sicurezza, per le predette utenze dovranno essere predisposti appositi alloggiamenti in posizione non visibile, o se ciò risultasse impedito per obiettive difficoltà d’ordine tecnologico, in via eccezionale tali condotte potranno essere tollerate solo sui prospetti secondari.

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Sul paramento murario perimetrale degli edifici saranno ammesse unicamente le strutture tecnologiche rappresentate dai pluviali di discesa delle acque meteoriche, con percorsi verticali;

- È assolutamente vietata, sul paramento murario, la posa in opera di:• Vetrinette e banchi per esposizione;• Targhe ed insegne;• Dehors, pergole, verande, tettoie di qualsiasi tipo;• Sovrastrutture in genere di qualsiasi tipo.

B.3)- INTONACI, INTONACI CON PARTI IN VISTA DI MURATURE, INEDIFICI NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Gli interventi dovranno uniformarsi ai seguenti criteri:- Gli intonaci saranno composti utilizzando le tecniche tradizionali,

prevalentemente a base di malta di calce, ultimati in arenino alla genovese confinitura frattazzata;

- Sono consentiti i rivestimenti in materiali lapidei, in mattoni, in pietra ad “opusincertum” o a giunti rilevati in cemento;

- Le zoccolature possono essere realizzate ad intonaco di cemento strollato o conaltri materiali a effetto rustico.

Art. 15

TINTEGGIATURE E DECORAZIONI MURARIE

C.1)- TINTEGGIATURE E DECORAZIONI MURARIE DI EDIFICI AVENTIINTERESSE STORICO ED AMBIENTALE.

Gli interventi dovranno uniformarsi ai seguenti criteri:- Preliminariamente all’effettuazione della coloritura dovrà essere sottoposta

all’approvazione della Commissione Edilizia Integrata la campionatura deicolori;

- Le tinteggiature dovranno recuperare, per quanto possibile, eventuali tracce ditinteggiature e testimonianze di eventuali disegni rintracciabili sulle facciatestesse;

- I colori autorizzati per la tinteggiatura delle facciate sono quelli a base di terretipici del repertorio tradizionale locale e cioè quelli compresi nelle seguentigamme: rosa ligure, giallo/rosso, ocra e le terre in generale per le tonalitàchiare;

- Sono proibiti gli intonaci plastici con grane e corrugamenti artificiosi diversi,le tinteggiature sintetiche (a base di anilina), plastiche e tutte quelle tinte a

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componenti impermeabili che non permettono la traspirazione del muro, èconsentito l’uso del silicone liquido con ossido colorante;

- Per le facciate con decorazioni architettoniche dipinte, fatte salve eventualilimitazioni da parte della Sopraintendenza ai Beni Architettonici edAmbientali, è indispensabile il ripristino delle decorazioni nel rispetto deldisegno originale, dei colori e della posizione sul manufatto; non sonoconsentite semplificazioni di forme e colori o modifiche, se non mirate alrecupero delle decorazioni originarie;

- Le facciate dipinte a fresco e con paramento a stucco devono conservare leloro caratteristiche.

C.2)- TINTEGGIATURE E DECORAZIONI MURARIE DI EDIFICI NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Gli interventi dovranno uniformarsi ai seguenti criteri:- Preliminarmente all’effettuazione della coloritura dovrà essere sottoposta

all’approvazione della Commissione Edilizia Integrata la campionatura deicolori;

- Tutti i muri di un edificio dovranno essere tinteggiati con colori uniformi ed inarmonia con gli edifici circostanti;

- Le tinteggiature dovranno recuperare, per quanto possibile, eventuali tracce ditinteggiature e testimonianze di eventuali disegni rintracciabili sulle facciatestesse;

- I colori autorizzati per la tinteggiatura delle facciate sono quelli a base di terretipici del repertorio tradizionale locale e cioè quelli compresi nelle seguentigamme: rosa ligure, giallo/rosso, ocra e le terre in generale per le tonalitàchiare il bianco;

- Sono consentite tinteggiature plastiche al quarzo, tinte epossidiche, graffiatiacrilici, spatolati ed ogni altra pittura a base sintetica;

- Per le facciate con decorazioni architettoniche dipinte, è indispensabile ilripristino delle decorazioni nel rispetto del disegno originale, dei colori e dellaposizione sul manufatto; non sono consentite semplificazioni di forme e colori;

- In caso di ripristino dell’intonaco esterno, in assenza di altri elementi di pregioe compatibilmente con le caratteristiche formali dell’individuo architettonico, èconsentita la decorazione ex-novo della facciata, secondo la tradizione ligure(disegno di cornici, marcapiani, riquadri di finestre e portali, architravi), nelrispetto delle forme dei colori e dei materiali tipici della zona.

Art. 16

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COPERTURE, GRONDE E PLUVIALI, CAMINI

D.1)- COPERTURE DI EDIFICI DI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.Le coperture, a falde inclinate, esistenti devono essere mantenute senza modificazionidelle linee di colmo e di gronda esistenti e dell’inclinazione delle falde: la posizione el’inclinazione delle falde potranno essere parzialmente modificate solo quando ne siadimostrata la necessità in rapporto ad eventuali tipologie edilizie assunte in fase direcupero.Le coperture a falde inclinate di nuova formazione devono essere realizzate:

- Ad una o due falde con inclinazione inferiore al 50%;- Il materiale del manto di copertura deve essere omogeneo per ciascun edificio,

sono ammessi i materiali il cui uso è ormai consolidato nel contesto comunalequali:

• Tegole alla marsigliese in laterizio;• Lastre in ardesia regolari;• Ciappe in pietra.

Le linee di colmo e l’intersezione delle falde dovranno essere realizzate con coppi inlaterizio.Nel caso di manti di copertura in laterizio, la fascia di copertura attigua alla grondaper profondità di 40 (cm) dovrà essere realizzata con abbaini di ardesia.La sporgenza delle falde, dal filo della muratura perimetrale, dovrà essere contenutonella dimensione di 20/30 (cm), non dovranno in ogni caso essere realizzaticornicioni di coronamento in oggetto.Non sono consentite, e dovranno essere eliminate se esistenti, coperture in lastreondulate (ondulux, lamiere, ecc.), materiali plastici in genere, coppi alla francese,laterocemento e materiali simili.E’ consentita, se conforme ai caratteri tipolocigi e formali dell’edificio, lasostituzione di una copertura piana con una copertura a falde inclinate, con manto dicopertura in ardesia o cotto.D.2)- COPERTURE DI EDIFICI COMPRESI NEI NUCLEI STORICI

(NON DI INTERESSE STORICO AMBIENTALE).Le coperture, a falde inclinate, esistenti devono essere mantenute senza modificazionidelle linee di colmo e di gronda esistenti e dell’inclinazione delle falde: la posizione el’inclinazione delle falde potranno essere parzialmente modificate solo quando ne siadimostrata la necessità in rapporto ad eventuali tipologie edilizie previste in fase direcupero.Le coperture a falde inclinate di nuova formazione devono essere realizzate:

- Ad una o due falde con inclinazione inferiore al 50%;

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- Il materiale del manto di copertura deve essere omogeneo per ciascun edificio:sono ammessi i materiali il cui uso è ormai consolidato nel contesto comunalequali tegole alla marsigliese in laterizio.

Le linee di colmo e l’intersezione delle falde dovranno essere realizzate con coppi inlaterizio.La sporgenza delle falde, dal filo della muratura perimetrale dovrà essere contenutonella dimensione di 30/40 (cm), da ottenersi con la sporgenza dei travettidell’orditura del tetto.Non sono consentite e dovranno essere eliminate se esistenti coperture in lastreondulate (ondulux, lamiere, ecc), materiali plastici in genere, coppi alla francese,latero-cemento e materiali simili.E’ consentita, se conforme ai caratteri tipologici e formali dell’edificio, lasostituzione di una copertura piana con una copertura a falde inclinate con manto dicopertura in ardesia o cotto.

D.3)- COPERTURE DI EDIFICI AD USO RESIDENZIALE, AGRICOLO E FUNZIONI DIPENDENTI, DI RECENTE O NUOVA EDIFICAZIONE.

Le coperture, a falde inclinate, esistenti devono essere mantenute senzamodificazioni delle linee di colmo e di gronda esistenti e dell’inclinazione dellefalde.Le coperture a falde inclinate di nuova formazione devono essere realizzate:

- Ad una o due falde con inclinazione inferiore al 50%;- Per il manto di copertura sono ammessi quei materiali il cui uso è ormai

consolidato nel contesto comunale quali:• Ardesia;• Tegole alla marsigliese in laterizio o in cemento.

Le linee di colmo e l’intersezione delle falde dovranno essere realizzate con coppi inlaterizio.Non sono consentite e dovranno essere eliminate se esistenti coperture in lastreondulate (ondulux, lamiere, ecc.), materiali plastici in genere, coppi alla francese,latero-cemento e materiali simili.

D.4)- COPERTURE DI EDIFICI NON RICADENTI NELLA PRECEDENTE CLASSIFICAZIONE.

Dovranno essere realizzate con tipologie a falde inclinate secondo le modalitàindicate ai punti D.2-D.3; con libertà circa il materiale da usarsi per il manto dicopertura.D.5.)- COPERTURE PIANE.Sono da osservarsi le seguenti disposizioni:

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- Le coperture piane praticabili dovranno uniformarsi, per quanto riguarda usodei materiali e finiture architettoniche, a quelle ricompresse negli ambitiurbani di appartenenza. In particolare:

• I parapetti da realizzarsi in muratura piena, dovranno essere intonacati eprotetti con lastre di ardesia o del materiale di pavimentazione e tinteggiaticome i prospetti sottostanti;

• Non sono permessi parapetti traforati prefabbricati in calcestruzzo;• La lastricatura dovrà essere realizzata in ardesia o in cotto;• La pendenza dovrà garantire lo smaltimento delle acque meteoriche

direttamente dai pluviali;• Non sono consentite pavimentazioni esterne in ceramica e gres nonché in

materiali lapidei estranei alla tradizione locale.

E.1)- GRONDE E PLUVIALI IN EDIFICI DI INTERESSE STORICO -AMBIENTALE

Sono previste le seguenti disposizioni normative:- Si dovrà evitare, se possibile, la presenza dei pluviali sui prospetti principali

che si affacciano su vie e piazze pubbliche;- I canali di gronda ed i pluviali di discesa delle acque meteoriche dai tetti e

dalle coperture piane dovranno essere di tipo tradizionale, a sezione rotonda dizinco o rame. Eventuali terminali potranno essere in ghisa;

- Non sono ammessi canali o tubi di plastica, canali di gronda ricavati incornicioni di cemento armato.

E.2)- GRONDE E PLUVIALI IN EDIFICI NON D’INTERESSE STORICO.Le disposizioni di cui al punto E.1 s’intendono ampliate come segue:

- Sono ammessi i canali di gronda a sezione quadrata ed interni al cornicione,come pure tubi e canali in plastica.

F.1)- CAMINI E SFIATI IN EDIFICI DI INTERESSE STORICO –AMBIENTALE.

Per la suddetta categoria di edifici valgono le seguenti disposizioni:- In ogni intervento si dovrà avere cura di eliminare tutti quegli elementi in

contraddizione con i caratteri compostivi dell’individuo edilizio-architettonico;nel dettaglio saranno consentite soltanto le condotte di camino esterne, giàesistenti, purchè abbiano spiccato carattere architettonico;

- Le canne fumarie devono essere realizzate nel rispetto dei modelli tipici localidell’architettura tradizionale ligure in generale.

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Dovrà essere a sezione quadrata, intonacata e finita in arenino alla genovese con la parte in basso costituita da archi poggianti su mensole in pietra locale e testa costituita da mattoni paramano a vista posti in opera in piano o a coltello, coperta da lastre di ardesia o da tegole marsigliesi, così come il manto di copertura;

- È permessa altresì, l’utilizzazione di camini in cotto prefabbricati a sezionerotonda e la realizzazione di teste di camino a struttura piramidale di mattoniparamano pieni e copertura in lastra di ardesia;

- Non sono consentiti camini prefabbricati metallici od in cemento-amianto.

F.2)- VAMINI E SFIATI I N EDIFICI NON D’INTERESSE STORICO –AMBIENTALE.

Valgono le seguenti prescrizioni:- Devono essere realizzati nel rispetto dei modelli tipici locali e dell’architettura

tradizionale ligure in generale. Dovranno essere a sezione quadrata, intonacatie finiti in arenino alla genovese con la parte in basso sorretta da archi poggiantisu mensole in pietra locale e testa costituita da mattoni paramano a vista postiin opera in piano o a coltello e coperti da lastre di ardesia o da regolemarsigliesi, così come il manto di copertura;

- È permessa altresì l’utilizzazione di camini in cotto prefabbricati a sezionerotonda e la realizzazione di teste di camino a struttura piramidale di mattoniparamano pieni e copertura in lastra di ardesia:

- Sono consentite canne fumarie prefabbricate in metallo ed in calcestruzzo;- Preferibilmente le canne fumarie dovranno inserirsi armonicamente nel

disegno compositivo della costruzione.

Art. 17

LOGGE E SOFFITTE.

G.1)- LOGGE E SOFFITTE.Le aperture loggiate, in quanto testimonianza significativa del mondo del passato,devono essere mantenute e valorizzate, sia pure adeguandole nelle funzioni.Le logge esistenti dovranno perciò essere mantenute nelle forme e nelle posizioniattuali al di sotto della falda di copertura che che pertanto non potrà subire modifiche.Potranno essere destinate ad uso residenziale o di locale accessorio purchèl’adattamento previsto non contempli modificazioni alle strutture portanti verticali enon provochi alterazioni alla copertura originaria.

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Art. 18

BALCONIH.1)- BALCONI.Sono da osservarsi le seguenti indicazioni vincolanti:

- La riparazione, il consolidamento e la sostituzione dei balconi esistenti èammessa nel rispetto delle dimensioni, strutture e forme attuali;

- Eventuali balconate, costituite da balaustrini in pietra, possono esseremantenute e riparate con elementi simili o sostituite con ringhiere in ferrobattuto;

- La realizzazione di nuovi balconi è subordinata al riscontro dei seguentielementi:

• Devono essere già presenti ad un piano dell’edificio;• Possono essere realizzati ad un’altezza non inferiore a 4,00 (m) dal piano di

calpestio sottostante;• Dovrà essere presentato un progetto, riferito all’intera facciata, inserita nella

successione degli edifici circostanti per verificare la compatibilitàdell’intervento con le forme architettoniche della facciata stessa;

• Dovranno essere costruiti con gli stessi materiali usati per i balconi esistenti.A tal proposito consentito il porre in opera lastre in pietra locale appoggiate sumensole in pietra o in calcestruzzo armato, intonacato come la facciata.

Art. 19

TIPOLOGIA DI BUCATURE NEGLI EDIFICI E SERRAMENTI.Prescrizioni generali:

- Negli interventi di recupero è da ritenersi vincolante la forma e la posizionedelle bucature originarie;

- Nuove aperture sono consentite unicamente nel caso in cui sia indispensabileper l’attuazione del recupero dell’immobile in quanto corrispondente ai nuovicriteri distributivi;

- Dovrà essere attentamente valutato l’effetto prodotto dalla nuova bucatura sulprospetto dell’edificio.

I.1)- INFISSO ESTERNO DI OSCURAMENTO: PERSIANE.Le persiane da impiegarsi dovranno essere del tipo tradizionale alla genovese, astecca aperta con violetto rialzabile o meno, realizzate in legno, alluminio p PVC daverniciarsi in colore verde scuro (verde imperiale-verde vittoria).

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Non è consentito l’uso di tapparelle a scorrimento verticale e di materiali qualil’alluminio anodizzato naturale o bronzato.

I.2)- INFISSO ESTERNO DI OSCURAMENTO: AVVOLGIBILI.Dove l’individuo edilizio non presenta particolari valenze architettonico edambientali, viene consentito l’uso delle tapparelle a scorrimento verticale, realizzatein legno, alluminio e PVC da verniciarsi nei colori verdescuro, ocra e bianco.

I.3)- INFISSO INTERNO DI OSCURAMENTO: SCURI INTERNI.In aggiunta od in alternativa agli infissi esterni le finestrature possono avere scuriinterni realizzati in legno.I pannelli vetrati dovranno essere interrotti da traverse orizzontali con proporzionitradizionali.

I,4)- SERRAMENTI ESTERNI: FINESTRE E PORTAFINESTRE.Dovranno essere del tipo a telaio e controtelaio, le ante mobili dei serramentipotranno essere realizzate con aperture ad una o due ante; costruite in legno,alluminio o PVC verniciato in colore bianco.

I pannelli vetrati saranno interrotti da traverse orizzontali di proporzioni tradizionali,eventuali doppi vetri saranno montati comunque su un unico telaio.Tutte le finestre di uno stesso edificio dovranno essere del medesimo tipo e verniciatinel medesimo colore.

I.5)- SERRAMENTI ESTRENI: PORTONI TRADIZIONALI DI INGRESSO ALLE ABITAZIONI.

I portoni di ingresso potranno essere realizzati con tipologia ad una o due ante aseconda dell’ampiezza dell’apertura e dovranno essere costruiti in legno; non sonoconsentiti portoni in alluminio anodizzato naturale o brunito od in materiale plasticoad imitazione del legno.Sono permessi portoni di legno trattati a cera al naturale o verniciati a smalto neicolori della tradizione locale (verde scuro, marrone, grigio, rosso) purchè in accordocon i colori degli altri serramenti.

I.6)- SERRAMENTI ESTERNI: PORTONI DI ACCESSO ALLE ABITAZIONI IN ZONE NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Al contrario di quanto prescritto al precedente punto I.5, è permessa la realizzazionedi portoncini in profilato metallico od in materiale plastico, purchè dipinti con i coloridi cui al punto precedente.

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I.7)- SERRAMENTI ESTRENI: PORTE DI ACCESSO A FONDI, CANTINE, AUTORIMESSE IN ZONE DI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Dovranno essere realizzate in legno o rivestite in legno con tipologia ad una o piùante, rifinite secondo le prescrizioni del punto I.5.Sono consentite le aperture delle autorimesse basculanti realizzate o rivestite inlegno, non sono consentite invece porte metalliche del tipo: saracinesche, cancelli amaglie, cancelli estensibili.

I.8)- SERRAMENTI ESTERNI: PORTE DI ACCESSO A FONDI, CANTINE, AUTORIMESSE IN ZONE NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Dovranno essere realizzate in legno o rivestite in legno con tipologia ad una o piùante, rifinite secondo le prescrizioni del punto I.5.Sono consentite le aperture delle autorimesse basculanti realizzate o rivestite inlegno, sono altresì consentite porte metalliche del tipo: saracinesche, cancelli amaglie e cancelli estensibili.

I.9)- SERRAMENTI ESTERNI: CHIUSURE DI NEGOZI, BOTTEGHE ARTIGIANE E LOCALI PUBBLICI.

Le chiusure dei locali suddetti potranno essere realizzate con tipologia ad una o piùante a seconda dell’ampiezza dell’apertura anche con l’inserimento di pannelli a vetritrasparenti: dovranno essere costruite in legno e verniciate nei colori verde scuro omarrone.Le chiusure di sicurezza potranno essere realizzate con ante costituite da grigliati amaglia quadra in ferro ripiegabili a paravento oppure con pannelli in legno secondo ildisegno tradizionale.

L.1)- OPERE IN FERRO.Sono permesse grate ed inferiate in ferro battuto, lavorato nelle forme e nei coloritradizionali locali.In tutti i tipi di serramento si dovranno adoperare elementi di ferramenta di formelineari secondo i tipi della tradizione locale.

Art. 20

TIPOLOGIE REALIZZATIVE DI RAMPE E SCALE ESTERNE.PAVIMENTAZIONI E SISTEMAZIONI DELLE AREE ESTERNE.

M.1)- SOGLIE DI PORTE E DAVANZALI, SCALE E RAMPE ESTERNE IN

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EDIFICI DI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.Sono da osservarsi le seguenti indicazioni vincolanti:

- I davanzali e le soglie di finestre e portefinestre dovranno essere realizzati inpietra naturale locale, ardesia od arenaria;

- Gli stipiti laterali devono essere lasciati ad intonaco e non possono essererivestiti con materiali di nessun genere;

- Il tutto potrà essere eventualmente completato con la riquadratura dellebucature, facendo attenzione alla gerarchia di importanza delle finestre;

- Gli architravi lignei devono essere conservati, provvedendo alla sostituzionedegli stessi quando necessario; per eventuali nuove aperture, l’architrave potrà essererealizzato anche in materiale lapideo naturale;

- Le scale esterne esistenti, in quanto elemento del linguaggio compositivodell’individuo architettonico, devono essere mantenute nelle posizioni dello stato difatto.

Nel caso in cui si renda necessario il rifacimento di tali strutture, le nuove dovranno essere realizzate in modo tale da riproporre per quanto possibile l’immagine di quella sostituita: in particolare dovranno essere mantenute le scale esterne su arco rampante.Le pedate delle scale dovranno essere realizzate in pietra naturale, le alzate potranno essere semplicemente intonacate.Dovranno essere eliminati, se possibile, gli accessi al piano terreno costituiti dagradini insistenti sul sedime viario per essere sistemati all’interno dell’edificio.

M.2)- SOGLIE DI PORTE E DAVANZALI, SCALE E RAMPE ESTERNEIN EDIFICI NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Le prescrizioni del punto precedente sono ampliate per ciò che riguarda le qualità deimateriali di rivestimento che si possono utilizzare; oltre ai materiali tradizionali qualipietra naturale locale, ardesia ed arenaria, si possono utilizzare anche altri materialilapidei e conglomerati purchè si inseriscano armoniosamente nell’organismoarchitettonico.La costruzione di nuove scale esterne è subordinata all’osservanza delle seguentidisposizioni:

- Possono essere realizzate unicamente su aree private non prospicientipubblici passaggi;

- Dovranno avere ampiezza non superiore a 1,20 (m) ed esserepreferibilmente aperte;

- I parapetti di scale esterne e pianerottoli possono essere in metallo;- La realizzazione di scale coperte è subordinata alla presentazione di un

progetto che mostri la facciata dell’intero edificio inserita in un conveniente intorno e

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dovrà essere eseguita nel rispetto di eventuali tipologie esistenti in zona utilizzandogli stessi materiali della copertura.

N.1)- SISTEMAZIONI DELLE AREE ESTERNE E PAVIMENTAZIONI IN ZONEDI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Valgono le seguenti indicazioni:- Per ciò che riguarda rivestimenti, pavimentazioni e finiture nelle sistemazioni

esterne si possono utilizzare i seguenti materiali: ardesia, arenaria, mattoni pieni aformare disegni tradizionali, soli o con ciottoli;

- Non è consentito l’utilizzo di materiali lapidei estranei alla tradizione locale emateriali quali ceramica e gres.

N.2)- SISTEMAZIONE DELLE AREE ESTERNE E PAVIMENTAZIONI IN ZONE NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

Le indicazioni del punto precedente vengono ampliate a comprendere nuovi materialiutilizzabili per le sistemazioni, quali i blocchetti autobloccanti in cls, argilla osimilari, la ceramica, il gres, etc.

Art. 21

TIPOLOGIA DI TENDE, INSEGNE E PERGOLATI.

0.1)- TENDE ED INSEGNE IN EDIFICI DI INTERESSE STORICOAMBIENTALE.

Le insegne di eventuali attività non potranno essere realizzate sui fronti degli edifici(in modo da non modificare la percezione visiva degli spazi urbani) e dovrannoperciò essere realizzate seguendo le seguenti indicazioni:

- Dovranno essere poste all’interno dell’apertura del vano, sul serramento conun’altezza massima di 40 (cm);

- L’insegna potrà essere realizzata con materiali quali legno ceramica, materialilapidei o metallici;

- Sono vietate le insegne e le illuminazioni elettro-luminiscenti diffuse.Sono ammesse le insegne regolamentari per le farmacie, telefoni e rivendite di tabacchi.

Per ciò che attiene la sistemazione di tende frangisole:- Potrà essere autorizzata dal Sindaco, solo per gli edifici di non rilevante

interesse, a seguito della presentazione di specifica domanda con allegatielaborati grafici e documentazione fotografica.

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- Le tende dovranno essere realizzate con struttura in profilati sottili di acciaio ecopertura in tela color naturale;

- Non potranno essere poste ad altezza inferiore a 2,30 (m), misurati nel puntopiù basso, con sporgenza comunque molto modesta e limitata estensione;

- Non dovranno inoltre alterare la visione di elementi architettonici di rilievoquali archi, lunette, etc.

O.2)- TENDE ED INSEGNE IN EDIFICI NON AVENTI INTERESSE STORICOAMBIENTALE.

Quanto previsto al precedente punto 0.1 viene ampliato con le seguenti indicazioni.Le insegne degli esercizi commerciali e simili, potranno avere le seguenticaratteristiche:

- Essere disposte sopra le aperture dell’esercizio commerciale (ingresso evetrine), con ampiezza non superiore a quella dell’apertura e con altezzamassima di 40 (cm);

- In alternativa è consentita una targa singola a lato dell’ingresso del negoziocon dimensione massima 40x80 (cm);

- Sono permesse inoltre le insegne a bandiera con una sporgenza massima di 80(cm) dalla facciata dell’edificio;

- In aggiunta ai materiali di cui al punto 0.1 le insegne possono essere dipintedirettamente sul muro, sono ammesse le insegne e le illuminazioni elettro-luminiscenti.

Al riguardo della sistemazione di tende frangisole:- Le tende dovranno essere realizzate con struttura in profilati sottili di acciaio e

copertura in tela color naturale;- Non potranno essere poste ad altezza inferiore a 2,30 (m), misurati nel punto

più basso, con sporgenza comunque molto modesta e limitata estensione;- Non sono consentiti pannelli o divisori verticali che impediscano la visuale di

spazi pubblici.

P.1)- PERGOLATI E TETTOIE IN EDIFICI DI INTERESSE STORICOAMBIENTALE.

È consentita la sistemazione di pergolati per il sostegno di piante rampicanti con leseguenti caratteristiche:

- Struttura in ferro lavorato e verniciato (tunnel) ed in legno a incastri(pompeiana);

- Dimensioni compatibili con gli edifici e forme tradizionali;- Sono espressamente vietati ogni tipo di copertura e di pennellatura verticale.

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In corrispondenza degli accessi principali alle abitazioni è permessa la realizzazionedi tettoie per il riparo degli stessi dagli agenti atmosferici con le seguenti avvertenze:

- Non possono protendersi su strade destinate al traffico automobilistico ed inogni caso devono essere poste ad una altezza minima di 2,30 (m), misurata nelpunto più basso, con una sporgenza massima non superiore ai 20 (cm);

- Devono essere realizzate unicamente con i materiali utilizzati per il manto dicopertura od in un’unica lastra di ardesia, cementata od eventualmente sorrettada staffe in legno od in metallo.

Per i negozi e le botteghe artigiane è consentita la posa di un’unica lastra di ardesianon aggettante più di 30 (cm) dal profilo dell’edificio.

P.2)- PERGOLATI E TETTOIE IN EDIFICI NON AVENTI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.

È consentita la sistemazione di pergolati per il sostegno di piante rampicanti con leseguenti caratteristiche:

- Struttura in ferro lavorato e verniciato (tunnel) ed in legno ad incastri(pompeiana);

- Dimensioni compatibili con gli edifici e forme tradizionali;- Sono espressamente vietati qualsiasi tipo di copertura e di pennellatura

verticale.In corrispondenza degli accessi principali alle abitazioni è ammessa la realizzazionedi tettoie per il riparo degli stessi dagli agenti atmosferici con dimensioni massime di100x120 (cm), costituite da lastra in ardesia, tegole in laterizio su orditura lignea, oda lastre in vetro o policarbonato intelaiate in strutture metalliche.Le tettoie esterne (porticati) sono permesse unicamente se facenti parte del disegnocompositivo globale dell’edificio.

Art. 22

RECINZIONE ED OPERE DI CONTENIMENTO.

Q.1)- RECINZIONI ED OPERE DI CONTENIMENTO NEL CONTESTO URBANO.

Le recinzioni da realizzarsi nell’ambiente urbano, per separare le diverse proprietà,potranno essere eseguite secondo una delle seguenti tipologie:

a. – divisione con parte inferiore in muratura e recinzione superiore metallica“aperta”;

b. – divisione con parapetto pieno;c. – divisione con schermatura vegetale a siepe.

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Per le tipologie a) e b) sono da porsi in opera i seguenti accorgimenti costruttivi:per la parte muraria:

- in muratura di mattoni intonacata, conclusa con lastra lapidea, con un corso dimattoni pieni facciavista, o con altra modanatura in laterizio;

- in pietra a spacco, facciavista;- con diversa tecnologia, rivestita con pietra a vista senza giunti in rilievo e

rinzeccata con scaglie di pietra;- l’altezza massima è individuata in 100 (cm);

per la parte metallica:- dovrà essere “aperta”, cioè con requisiti di leggerezza e linearità del disegno

che non rechino ostacoli alla percezione dell’immagine urbana complessiva;- in caso di sostituzione di recinzioni o cancellate di edifici di interesse storico,

dovrà essere recuperato e riproposto il disegno originario;L’altezza massima della recinzione di cui al punto a), comprensiva cioè della partemuraria e della cancellata, e misurata dal lato esterno deve essere di 2,50 (m).Le opere di contenimento (muri di sostegno) possono essere realizzate secondo unadelle seguenti tipologie e tecnologie realizzative:

a. – muri a gravità, realizzati in pietra a spacco;b. – muri in cemento armato e rivestiti in pietra.

Per entrambe le tipologie sono da porsi in opera le seguenti prescrizioni edaccorgimenti costruttivi:

- i conci in pietra devono avere la dimensione orizzontale prevalente sullaverticale e non vi devono essere giunti di malta visibili;

- l’altezza massima fuoriterra non deve superare i 3,00 (m), la parteeventualmente eccedente tale altezza deve essere sistemata a scarpata naturalecon inclinazione non superiore ai quarantacinque gradi.

Q.2)- RECINZIONI ED OPERE DI CONTENIMENTO NEL CONTESTOEXTRAURBANO.

Le recinzioni in ambiente extraurbano, costituiscono imprescindibile componentenella definizione della specificità dei luoghi, per tale motivo occorre individuare duetipologie di delimitazione fondiaria:

a. recinzione in ambiente semirurale: è una recinzione fondiaria di tipo chiuso, caratteristica dell’ambiente semirurale ligure. Quando delimita proprietà sulmargine di un percorso determina l’ambiente tipico delle “crose”. Viene realizzata in muratura di pietra a vista e giunti rinsaccati con scaglie di pietra, oppure finita con intonaco a base di malta di calce ed ultimato in arenino alla genovese con finitura a frettazzo.L’altezza è compresa tra i 200 ed i 250 (cm);

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b. recinzione in ambiente rurale: è una recinzione fondiaria di tipo aperto, inquanto non interrompe la visione “aperta” dell’ambiente naturale. Vieneottenuta con un basamento in muratura non più alto di 20 (cm), sormontato dauna rete metallica con addossata una siepe arbustiva da realizzarsi con essenzeautoctone.

Art. 23

MODALITA’ COSTRUTTIVE E TIPOLOGIE REALIZZATIVE DI STRADE E SPAZI PUBBLICI.

ST.1)- STRADA TIPO 1.Tipo di strada: strada d’importanza sovracomunale e comunaleTipo di Utenza: veicolare, con doppio senso di circolazione;Manto stradale: asfaltatura;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, muratura intonacata , ringhiera

metallica;Marciapiedi: larghezza minima 1,50 (m);

pavimentazione materiali lapidei, autobloccanti asfaltaturaParcheggi: in stalli paralleli alla corsia,

ampiezza 2,20-2,80 (m); alternati con fascia a verde pubblico.

ST.2)- STRADA TIPO 2.Tipo di Strada: strada d’importanza locale;Tipo di Utenza: veicolare, con doppio senso di circolazione;Manto stradale: asfaltatura;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, muratura intonacata, ringhiera

metallica;Marciapiedi: larghezza minima 1,50 (m);

pavimentazione materiali lapidei, autobloccanti asfaltatura.

ST. 3)- STRADA TIPO 3.Tipo di strada: strada d’importanza locale;Tipo di Utenza: veicolare, a senso unico di circolazione;Manto stradale: asfaltatura;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, muratura intonacata, ringhiera

metallica;Marciapiedi: larghezza minima 1,50 (m);

Page 42: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

pavimentazione materiali lapidei, autobloccanti asfaltatura.

ST.4)- STRADA TIPO 4.Tipo di Strada: agricola e forestale;Tipo di Utenza: veicolare e pedonale;Manto stradale: terra battuta, acciottolato lastricato in materiali lapidei;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, legno.

ST.5)- STRADA TIPO 5.Tipo di strada: privata;Tipo di Utenza: veicolare e pedonale;Manto stradale: terra battuta, autobloccanti, acciottolato, lastricato in materiali

lapidei, asfaltatura;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, muratura intonacata, ringhiera

metallica, legno.

ST. 6)- STRADA TIPO 6.Tipo di strada: pubblica d’importanza comunale in ambiente rurale od in ambito

storico urbano;Tipo di Utenza: pedonale;Pavimentazione: terra battuta, acciottolato, lastricato in materiali lapidei;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, legno;Note: è necessaria la disposizione di zone per la sosta.

ST. 7)- STRADA TIPO 7.Tipo di strada: pubblica d’importanza comunale in ambito urbano;Tipo di Utenza: pedonale;Pavimentazione: lastricato in materiali lapidei con corsi in mattoni faccia a vista;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, muratura intonacata con scossalina in

pietra, ringhiere metalliche;Note: è necessaria la disposizione di zone per la sosta.

ST.8)- STRADA TIPO 8.Tipo di Strada: pubblica d’importanza sovracomunale in ambito extraurbano;Tipo di Utenza: veicolare, con doppio senso di circolazione;Manto stradale: asfaltatura;Protezioni laterali: muratura in pietra a vista, muratura intonacata, ringhiera

metallica;Marciapiedi: larghezza minima 1,50 (m);

Page 43: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

pavimentazione materiali lapidei, autobloccanti;Parcheggi: in aree esterne alla strada;Note: la sede stradale prevista sulle tavole di piano è solamente indicativa: tracciatoed ampiezza della strada dovranno essere individuati in sede di progettazioneesecutiva della stessa.

TITOLO IV

PREVISIONI DEL PRG

CAPO I

INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

Art. 24

DEROGHE AI REGOLAMENTI ED ALLE NORME VIGENTI.I locali esistenti, destinati attualmente all’uso abitativo o di servizio, potranno esseredestinati ad uso residenziale anche se, allo scopo di tutelare le caratteristichearchitettoniche e tipologiche degli edifici, hanno altezze inferiori a m 2,70 per i vaniutili e a m. 2,40 per i vani accessori, ma non inferiori a m 2,40 e 2,10 rispettivamentee non costituiscano nuove unità immobiliari autonome.Laddove vengono ricostruiti volumi distrutti da crolli accidentali, ed appare evidenteil fatto che se la loro altezza venisse variata ne risentirebbe la configurazione storica,è consentito che la loro altezza media sia esattamente quella che esisteva primadesumendola dalle tracce che permangono nei resti delle strutture.In materia di dimensionamento dei vani finestra si raccomanda di tener contodell’indice di illuminazione prescritto,ma anche della necessità di non alterare i particolari rapporti tra i pieni e vuoti checaratterizzano le facciate dell’insediamento storico. Quest’ultima precauzione dovràessere soprattutto applicata nei casi in cui si opera per restauro o ricostruzione senzaalterazioni dell’impianto originale.Per i suddetti motivi le dimensioni delle finestre e dei vani utili potranno essereinferiori a quelle prescritte da regolamenti e norme vigenti in quantità non maggioredel 20%I locali che non potessero raggiungere le caratteristiche di salubrità e igienico-sanitarie minime sopra fissate, non potranno essere dichiarati abitabili e sarannodestinati unicamente a locali accessori.

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Art. 25

DEFINIZIONE DI EDIFICIO DI INTERESSE STORICO AMBIENTALE.Si definisce d’interesse storico ambientale l’edificio realizzato con tecnichecostruttive storiche quali:

– murature perimetrali in pietra;– coperture con struttura lignea;– elementi decorativi di pregio quali edicole votive, lapidi iscrizioni, parti dipinte

e quanto altro ritenuto meritevole di tutela dalla Commissione EdiliziaIntegrata.

Per tali edifici, oltre alle specifiche disposizioni contenute nella disciplina di zona,valgono le norme di cui agli artt. 13)-14)-15)-16)-17)-18)-19)-20)-21)-22)-23.

Art. 26

INSEDIAMENTI TURISTICI E RICETTIVI.Per gli edifici turistici e ricettivi, esistenti alla data di adozione del PRG, sonoammesse le categorie di intervento di cui ai punti a), b), c), d), e), h), i) dell’art. 10delle N.d.A., qualora non costituiscano modifica di destinazione d’uso, ed inoltrequegli interventi che conservando la destinazione di struttura ricettiva-alberghiera dicui alla L.R. n. 11 del 04/03/82 e s.m.ei. prevedono, per una sola volta, di realizzareun incremento di volume pari al 50% del volume esistente, con un massimo di 600(mc), prescindendo dall’If e purchè siano conformi alle indicazioni, circa i tipiaggregativi ammessi e le tecnologie costruttive consentite, delle zone in cui taliedifici sono inseriti.Per ciò che attiene il rispetto delle distanze occorre fare riferimento alle norme delCodice Civile ed al contenuto dell’art. 9 del D.M. 1444/68; i vincoli relativi alledistanze potranno non essere rispettati qualora la ricostruzione sia compresanell’inviluppo dell’edificio preesistente.

Art. 27

ZONA OMOGENEA A.In tale zona sono vietate le nuove costruzioni.Le zone “A” sono state suddivise, al loro interno, in ambiti individuati in base alleloro caratteristiche storico-ambientali, così come risulta dalla tav, n. 13, secondo leseguenti classificazioni:

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Ac)- Nuclei di tessuto edilizio senza particolare interesse storico ambientale, ma aggregati in modo equilibrato a completare il contesto urbano;

Ai)- Nuclei formati da complessi edilizi di valore storico-ambientale e caratteristici per forme originali di architettura spontanea.

I)- INTERVENTI AMMESSI NELLE ZONE “Ac”.Per gli edifici esistenti, alla data di adozione del PRG, ricompresi in tali zone, sonoammesse le categorie di intervento di cui ai punti a), b), c), d), e), g), h), i) dell’art. 10delle N.d.A., con possibilità di realizzare un incremento di volume pari al 10% delvolume preesistente con un massimo di 50 (mc): tale incremento s’intende riferitoall’interno edificio ed è realizzabile una sola volta onde inserire ed integrare i serviziigienico-sanitari e tecnologici.Per ciò che attiene il rispetto delle distanze occorre fare riferimento alle norme delCodice Civile ed al contenuto dell’art. 9 del D.M. 1444/68.Gli interventi di cui sopra dovranno essere conformi alle seguenti indicazioni circa itipi aggregativi ammessi e le tecnologie costruttive consentite.

NORME PER GLI EDIFICI ESISTENTI IN ZONA “Ac”IN ASSENZA DI NORMATIVA PUNTUALE

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A. 1-A. 2-A. 3Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B. 2-B. 3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C. 2Art. 16 COPERTURE D.2-D.3

GRONDE E PLUVIALI E. 2CAMINI F. 2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H. 1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1-I.3

SERRAMENTI ESTERNI I.4-I.5-I.7-I.9OPERE IN FERRO L. 1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M. 2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N. 2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O. 2PERGOLE E TETTOIE P. 2

Art. 22 RECINZIONI Q. 1

II)- INTERVENTI AMMESSI NELLE ZONE “Ai”.

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Per gli edifici esistenti, alla data di adozione del PRG, ricompresi in tali zone, sonoammesse le categorie d’intervento di cui ai punti a), b), c), d), e), g), h), i) dell’art. 10delle N.d.A., con possibilità di realizzare un incremento di volume pari al 10% delvolume preesistente con un massimo di 30 (mc): tale incremento s’intende riferitoall’intero edificio ed è realizzabile una sola volta onde inserire ed integrare i serviziigienico-sanitari e tecnologici.Per ciò che attiene il rispetto delle distanze occorre fare riferimento alle norme delCodice Civile ed al contenuto dell’art. 9 del D.M. 1444/68.Gli interventi di cui sopra dovranno essere conformi alle seguenti indicazioni diLivello Ambientale-Puntuale riferite alle singole zone omogenee in cui sono statisuddivisi i centri d’interesse storico-ambientale oggetto della disciplina paesistica edel conseguente livello puntuale di pianificazione di cui al titolo III delle presentiN.d.A.Il livello delle elaborazioni effettuate, in sede di formazione della disciplinapaesistica ed il dettaglio raggiunto dalla normativa puntuale, consentono l’attuazionediretta del PRG mediante la singola concessione edilizia.

Tessuto edilizio storico: CASANOVA LERRONE

ZONA 1ZONA 2ZONA 3

REGIME NORMATIVOP.T.C.P.(Ass.Insediativo)

NI.MA

NI.MA

NI.MA

Art.10

INTERVENTI AMMESSI

A – b – c – d - e

A – b –c – d – e

Page 47: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

A – b – c – d – e

AUMENTO VOLUMETRICO

10% del Volume esistente con un max di 50 mc, come da art. 27 delle N.d.A.

Art.13CRITERI AGGREGATIVI

A. 3.1

MODIFICAZIONI AMMESSEEdificio con struttura ed aspetto esterno definitivo; non sono ammesse variazioni esterneGli interventi ammessi possono interessare le parti evidenziate sulla cartografiaEdificio con struttura ed aspetto esterno definito; non sono ammesse variazioni esterne

NOTESono ammesse variazioni sui prospetti evidenziati sulla cartografiaAumento volumetrico ottenibile con la chiusura della loggia sul fronte ovestBucature sui prospetti nord ed est non modificabili

Art. 14RIVESTIMENTI EDIFICI

B.1B.1B.1

Art. 15TINTEGGIATURE E FINITURE

C.1C.1C.1

NOTEEdificio completamente intonacato in origine

Edificio completamente intonacato

Art. 16COPERTUREGRONDE E PLUVIALICAMINI

D.1

Page 48: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

E.1F.1D.1E.1F.1D.1E.1F.1

Art. 17LOGGE E SOFFITTI

Art. 18BALCONI

H.1H.1

Art. 19INFISSO DI OSCURAMENTOSERRAMENTI ESTERNIOPERE IN FERRO

I.1 – I.3I.4 – I.9

L.1

I.1I.4 – I.5 – I.9

L.1

I.1I.4 – I.5

L.1

Art. 20RAMPE, SCALE ESTERNESOGLIE

M.1M.1M.1

Art. 21INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE

O.1O.1

Page 49: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

O.1

Art. 24RECINZIONI

Q.1

Tessuto Edilizio Storico: CASANOVA LERRONE

ZONA 4ZONA 5ZONA 6

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativi)

NI-MA

NI-MA

NI-MA

Art. 10INTERVENTI AMMESSIAumento Volumetrico

A–b-c-d-e-ha-b-c-d-e-h

a-b-c-d

Art. 13CRITERI AGGREGATIVI

MODIFICAZIONI AMMESSEGli interventi ammessi possono interessare le parti evidenziate sulla cartografiaGli interventi ammessi possono interessare le parti evidenziate sulla cartografia

Edificio con struttura ed aspetto esterno definito; non sono ammesse variazioni esterne

NOTEGli interventi sui prospetti evidenziati devono riproporre l’aspetto di un volume compatto

Page 50: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

Gli interventi non modificando i prospetti e le volumetrie devono recuperare caratteri consoni con ilcontorno

In considerazione del valore del manufatto si dovranno eliminare materiali ed interventi modernieventualmente presenti

Art. 14RIVESTIMENTI EDIFICI

B.1B.1B.1

Art. 15TINTEGGIATURE EFINITURE

C.1C.1C.1

NOTEUniformare le tinte esistenti con quelle dell’Art. 15 delle N.d.A.

Ripristinare le decorazioni sul prospetto ovest del complesso

Art. 16COPERTUREGRONDE E PLUVIALICAMINI

D.1E.1F.1D.1E.1F.1D.1E.1F.1

Art. 17LOGGE E SOFFITTE

G.1

Art. 18BALCONI

H.1H.1H.1

Page 51: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

Art. 19INFISSO DI OSCURAMENTOSERRAMENTI ESTERNIOPERE IN FERRO

I.1I.4 – I.5 – I.7

L.1

I.1I.4 – I.5 – I.7

L.1

I.1 – I.3I.4 – I.5 – I.7

L.1

Art. 20RAMPE, SCALE ESTERNE,SOGLIEPAVIMENTAZIONE ESTERNE

M.1

N.1

M.1N.1

M.1

Art. 21INSEGNE E TENDEPERGOLE E TETTOIE

Art. 24RECINZIONI

Q.1

Tessuto Edilizio Storico: CASTELLAROZONA 9 ZONA 10 ZONA 11

Page 52: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

REGIME NORAMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativi) NI-MA NI-MA NI-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e a-b-c-d-e c-b-c-d-AUMENTOVOLUMETRICO

Art. 13 CRITERI ABROGATIVIMODIFICAZIONIAMMESSE

Gli interventiammessi possono

interessare le partievidenziate sulla

cartografia

Gli interventiammessi possono

interessare le partievidenziate sulla

cartografia

Edificio construttura ed aspetto

esterno definito:non sono ammessevariazioni esterne

NOTE L’intervento di cuial punto e è riferito

alla porzione diedificio che insistesul mappale 201

Migliorarel’inserimento nel

contesto con:parapetto in pietradel terrazzino ed

intonacaturamuratura in blocchi

Bucature suiprospetti nord ed

est non modificabiliConservare

collegamenti voltaticon zona 10

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 B.1 – B.2 B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITUREC.1 C.1

NOTE Migliorabilel’inserimento nel

contesto delrivestimento

Art. 16 COPERTURE D.1 D.1 D.1GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1 E.1CAMINI F.1 F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTEArt. 18 BALCONI H.1 limitatamente

al map. 201h.1

Art. 19 INFISSO DIOSCURAMENTO

I.1 I.1 I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7OPERE IN FERRO L.1 L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1 M.1

PAVIMENTAZIONIESTERNE N.1

N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE P.1

Art. 24 RECINZIONI Q.1 Q.1

Tessuto Edilizio Storico: CASTELLAROZONA 12 ZONA 13

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativi) NI-MA NI-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e a-b-c-d-e

Page 53: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

AUMENTOVOLUMETRICO

Art. 13 CRITERI AGGREGATIVIMODIFICAZIONIAMMESSE

Gli interventi ammessipossono interessare le partievidenziate sulla cartografia

Gli interventi ammessi possonointeressare le parti evidenziate

sulla cartografiaNOTE Mantenere e valorizzare

l’arco e la pseudovolta inpietra esistenti sul lato est

Eliminare la copertura precaria(tettoia) sul mappale 338

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 – B.2 B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITUREC.1

NOTE Limitatamente ad i prospettiintonacati

Art. 16 COPERTURE D.1 D.1GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1CAMINI F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTEArt. 18 BALCONIArt. 19 INFISSO DI

OSCURAMENTOI.1 I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7OPERE IN FERRO L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1

PAVIMENTAZIONEESTERNE

N.1 N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE

Art. 24 RECINZIONI

Tessuto Edilizio Storico: MAREMO SOPRANOZONA 14 ZONA 15 ZONA 16

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativo) IS-MA IS-MA IS-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d a-b-c-d-e-h a-b-c-dAUMENTOVOLUMETRICO

Art. 13 CRITERI AGGREGATIVIMODIFICAZIONIAMMESSE

Edificio con strutturaed aspetto esternodefinito; non sono

ammesse variazioniesterne

Non sono ammessevariazioni

volumetriche eprospettiche

Edificio construttura ed aspetto

esterno definito;non sono ammesse

variazionivolumetriche e

prospetticheNOTE Zona già interessata

da intervento diSi riconfermano le

indicazioni delBucature suiprospetti non

Page 54: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

recupero effettuatocon criteri idonei

progetto direcupero approvato

dal Comune

modificabili

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 –B.2 B.1 – B.2 B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITUREC.1

NOTE Limitatamente allaparte di prospetto

intonacataArt. 16 COPERTURE D.1 D.1 D.1

GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1 E.1CAMINI F.1 F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONIArt. 19 INFISSO DI

OSCURAMENTO I.1 – I.3 I.1 – I.3 I.1SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 I.4 – I.5 I.4 – I.5OPERE IN FERRO L.1 L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1 M.1

PAVIMENTAZIONIESTERNE N.1 N.1 N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE P.1 P.1 P.1

Art. 24 RECINZIONI Q.1 Q.1 Q.1

Tessuto Edilizio Storico: MAREMO SOPRANOZONA 17 ZONA 18 ZONA 19

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativo) IS-MA IS-MA IS-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e-h a-b-c-d-e a-b-c-dAUMENTOVOLUMETRICO

10% del Volumeesistente con un max

di 50 mc, come da art,27 delle N.d.A

Art. 13 CRITERI AGGREGATIVI A.3.1MODIFICAZIONIAMMESSE

Gli interventiammessi possono

interessare le partievidenziate sulla

cartografia

Non sono ammessevariazioni

volumetriche eprospettiche

Edificio construttura ed aspetto

esterno definito;non sono ammesse

variazionivolumetriche e

prospetticheNOTE L’aumento

volumetrico èfinalizzato al recuperoe allo inserimento deivolumi estranei alla

Da migliorarel’inserimento della

cellula ediliziaaggiunta ad est

Bucature suiprospetti nonmodificabili

Page 55: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

tipologia ediliziaArt. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 – B.2 B.1 B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITUREC.1 C.1 C.1

NOTE Limitatamente allaparte di prospetto

intonacata

Limitatamente allaparte di prospetto

intonacataArt. 16 COPERTURE D.1 D.1 D.1

GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1 E.1CAMINI F.1 F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTEArt. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI

OSCURAMENTOI.1 I.1 I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 I.4 - I.5 I.4 – I.5OPERE IN FERRO L.1 L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1 M.1

PAVIMENTAZIONIESTERNE

N.1 N.1 N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE P.1 P.1

Art. 24 RECINZIONI Q.1 Q.1 Q.1

Tessuto Edilizio Storico: POGGIOZONA 20 ZONA 21 ZONA 22

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativo) NI-MA NI-MA NI-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e a-b-c-d-e a-b-c-d-e-h-iAUMENTOVOLUMETRICO

10% del Volumeesistente con un max

di 50 mc, come da art.27 delle N.d.A

10% del Volumeesistente con un max

di 50 mc, come da art.27 delle N.d.A

10% del Volumeesistente con unmax di 50 mc,

come da art. 27delle N.d.A

Art. 13 CRITERI AGGREGATIVI A.1.1 – A.1.2MODIFICAZIONIAMMESSE

Gli interventiammessi possonointeressare le partievidenziate sulla

cartografia

Gli interventiammessi possono

interessare le partievidenziate sulla

cartografia

Gli interventiammessi possono

interessare leparti evidenziatesulla cartografia

NOTE Deve ricercarsil’inserimeto del

prospetto nord nelcontesto ambientale

L’inserimentoambientale dei fronti

in oggetto puòrealizzarsi con il

recupero delle finituree delle tipologie

d’impianto

L’intervento èmirato al

recupero deivolumi sul fronte

Nord ed alrisanamento della

zona nella suainterezza

Page 56: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 B.1 – B.2 B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITUREC.1 C.1 C.1

NOTEArt. 16 COPERTURE D.1 D.1 D.1

GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1 E.1CAMINI F.1 F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1 G.1Art. 18 BALCONI H.1 H.1Art. 19 INFISSO DI

OSCURAMENTOI.1 I.1 I.1 – I.3

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7OPERE IN FERRO L.1 L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1 M.1

PAVIMENTAZIONIESTERNE N.1 N.1 N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE P.1 P.1

Art. 24 RECINZIONI Q.1

Tessuto Edilizio Storico: POGGIOZONA 23 ZONA 24 ZONA 25

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativo) NI-MA NI-MA NI-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e-h-i a-b-c-d-e-h-i a-b-c-dAUMENTOVOLUMETRICO

10% del Volumeesistente con un max

di 50 mc, come da art.27 delle N.d.A

10 % del Volumeesistente con un max

di 50 mc, come daart. 27 delle N.d.A

Art. 13 CRITERI AGGREGATIVI A.1.1 – A.1.2 – A.1.3 A.1.1 – A.1.2MODIFICAZIONIAMMESSE

Gli interventiammessi possono

interessare le partievidenziate sulla

cartografia

Gli interventiammessi possono

interessare le partievidenziate sulla

cartografia

Edificio construttura ed

aspetto esternodefinito; non sono

ammessevariazioni esterne

NOTE Oggettodell’intervento è il

recupero strutturale etipologico della zona,particolarmente nel

fronte Nord

Il recupero della volumetria demolita dovrà avvenire nelrispetto dei materiali e

delle tipologieoriginarie

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 – B.2 B.1 – B.2 B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITUREC.1 C.1 C.1

NOTEArt. 16 COPERTURE D.1 D.1 D.1

Page 57: PIANO REGOLATORE GENERALE...Si intende per superficie utile lorda di piano di un fabbricato, la somma delle superfici lorde dei solai orizzontali e delle proiezioni orizzontali di

GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1 E.1CAMINI F.1 F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1 G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI

OSCURAMENTO I.1 – I.3 I.1 –I.3 I.1SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7OPERE IN FERRO L.1 L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1 M.1

PAVIMENTAZIONIESTERNE N.1 N.1 N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE

Art. 24 RECINZIONI Q.1 Q.1 Q.1

Tessuto Edilizio Storico: POGGIOZONA 26 ZONA 27 ZONA28

REGIME NORMATIVOP.T.CP. (Ass. Insediativo) NI-MA NI-MA NI-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e a-b-c-d- a-b-c-d-eArt. 13 CRITERI AGGREGATIVI

A.1.3MODIFICAZIONIAMMESSE

Gli interventiammessi possono

interessare leparti evidenziatesulla cartografia

Edificio construttura ed aspetto

esterno definito;non sono ammessevariazioni esterne

Edificio construttura ed

aspetto esternodefinito; non sono

ammessevariazioni esterne

NOTE L’interventopotrà riguardare

il solo frontenord; da

conservare ilsovrappasso

ligneo con la zona30 sopra il vicolo

Zona già interessatada intervento di

recupero effettuatocon criteri e

modalità idonee

Bucature suiprospetti nord-este nord-ovest non

modificabili

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 – B-2 B.1 – B.2 B.1 –B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E

FINITURENOTE

Art. 16 COPERTURE D.1 D.1 D.1GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1 E.1CAMINI F.1 F.1 F.1

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Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1 G.1 G.1Art. 18 BALCONIArt. 19 INFISSO DI

OSCURAMENTO I.1 I.1 – I.3 I.1 – I.3SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I. 5 – I. 7 I.4 – I.5 – I.7OPERE IN FERRO L.1 L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1 M.1

PAVIMENTAZIONIESTERNE N.1 N.1 N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDEPERGOLE E TETTOIE

Art. 24 RECINZIONI Q.1 Q.1

Tessuto Edilizio Storico: POGGIOZONA 29 ZONA 30

REGIME NORMATIVOP.T.C.P. (Ass. Insediativo) Ni-MA NI-MA

Art. 10 INTERVENTI AMMESSI a-b-c-d-e a-b-c-dArt. 13 CRITERI AGGREGATIVI

MODIFICAZIONI AMMESSE Gli interventi ammessipossono interessare le partievidenziate sulla cartografia

Edificio con struttura edaspetto esterno definito;

non sono ammessevariazioni esterne

NOTE Si dovrà integrare il volumericostruito con il contorno:intonacatura dei prospetti,

forma delle bucaturetradizionale, etc.

Da mantenersi ilsovrappasso ligneo di

collegamento con la zona26

Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 B.1Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.1

NOTE La tinteggiatura èconsentita per la sola parte

intonacata

Ripristino tinteggiaturaper le parti già tinteggiate

Art. 16 COPERTURE D.1 D.1GRONDE E PLUVIALI E.1 E.1CAMINI F.1 F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1 G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.3 I.1 – I.3

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 I.4 – I.5 – I.7OPERE IN FERRO L.1 L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNESOGLIE

M.1 M.1

PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.1 N.1Art. 21 INSEGNE, TENDE

PERGOLE E TETTOIEArt. 24 RECINZIONI Q.1 Q.1

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Art. 28

ZONA OMOGENEA B.Per gli edifici esistenti alla data di adozione del PRG la cui destinazione siaconforme alle previsioni dello stesso sono ammesse tutte le categorie d’intervento dicui all’art. 10 delle N.d.A., con possibilità di realizzare incrementi volumetrici aprescindere dall’indice fondiario, ma riferiti all’intero edificio e realizzabili una solavolta, con:

a. concessione edilizia singola siano ammessi in particolare, la demolizioneparziale e ricostruzione con possibilità d’ampliamento per una quota noneccedente il 10% del volume preesistente, elevabile al 20% nel caso d’alloggiosingolo per particolari esigenze

b. S.U.A per interventi di ristrutturazione urbanistica con possibilità di aumentivolumetrici fino al 50% della volumetria esistente e riferiti anche a singoliedifici. Per edifici sino a 200 mc. Per volumi superiori incremento del 20%

Per ciò che attiene il rispetto delle distanze occorre fare riferimento alle norme delCodice Civile e al contenuto dell’art. 9 del D.M. 1444/68; i vicoli relativi alledistanze potranno non essere rispettati qualora la ricostruzione sia compresa nelperimetro dell’edificio preesistente.La zona “B” è suddivisa nelle seguenti due sottozone:

Bc)- Ambiti urbani che non presentano caratteristiche estetiche, architettoniche ed urbanistiche di particolare valore o pregio;

Bi)- Ambiti urbani senza rilevante interesse storico-ambientale, i cui edifici presentano elementi tipologici e costruttivi caratteristici dell’architettura spontanea e/o in quanto costituiscono organico completamento dell’impianto urbano costituito dalle zone “A”.

Per gli Ambiti “Bi” e per gli edifici ricompresi nelle rimanenti zone “Bc” eclassificati d’interesse storico-ambientale in base all’art. 25 gli interventi di cui sopradovranno essere conformi alle seguenti indicazioni circa i tipi aggregativi ammessi ele tecnologie costruttive consentite.

NORME PER GLI EDIFICI ESISTENTI IN ZONA “Bi” IN ASSENZA DINORMATIVA PUNTUALE

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Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.1 – B.2Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.1Art. 16 COPERTURE D.1 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.1CAMINI F.1

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.3

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.7 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNE, SOGLIE M.1PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.1

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.1PERGOLE E TETTOIE P.1

Art. 22 RECINZIONI Q.1Per gli edifici compresi in zona “Bc”, ma di caratteristiche diverse da quelle degliedifici precedenti, gli interventi dovranno essere conformi alle seguenti indicazionicirca i tipi aggregativi e le tecnologie costruttive ammessi.

NORME PER GLI EDIFICI ESISTENTI IN ZONA “Bc” IN ASSENZA DINORMATIVA PUNTUALE

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 –B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.2 – D.3 – D.4 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.3

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.6 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.1

Art. 29

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ZONA OMOGENEA C.Per gli edifici esistenti alla data di adozione del PRG sono ammesse le categoried’intervento di cui ai punti a), b), c), d), e), g), h), i) dell’art. 10 delle N.d.A., qualoranon costituiscano modifica di destinazione d’uso ed inoltre non realizzino aumento divolumetria. I vincoli relativi alle distanze potranno non essere rispettati se laricostruzione è ricompressa nell’inviluppo dell’edificio demolito.Per gli edifici compresi in zona “C” gli interventi dovranno essere conformi alleseguenti indicazioni circa i tipi aggregativi ammessi e le tecnologie costruttiveconsentite.

NORME AMBIENTALI PER GLI EDIFICI ESISTENTI IN ZONA “C”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.3 – D.4 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.2

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.1 – Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.2-ST.3-ST.5-ST.7

Art. 30

ZONA OMOGENEA E.Per gli edifici esistenti alla data di adozione del PRG sono ammesse le categoried’intervento di cui ai punti a), b), c), d), e), g), h), i) dell’art. 10 delle N.d.A., qualoranon siano modificate le destinazioni d’uso, con possibilità per una sola volta direalizzare l’incremento di volume pari al 20% del volume esistente, con massimo 100(mc), prescindendo dall’If, ma nel rispetto degli altri indici di zona.Per le localizzazioni artigianali preesistenti all’adozione del PRG localizzate in zoneE sono ammessi interventi di cui ai punti a), b), c), d) dell’art. 10 con possibilità diampliamento dei fabbricati nella misura del 20% della superficie coperta per una sola

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volta. Per gli edifici compresi in zona “E” gli interventi dovranno essere conformialle seguenti indicazioni:

NORME AMBIENTALI PER GLI EDIFICI ESISTENTI IN ZONA “E”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.3 – D.4 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.6 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST. 1 – ST. 2 – ST. 3

ST. 4 – ST. 5 – ST. 6

Art. 31

ZONA ME – MANUFATTI EMERGENTISul territorio sono presenti i seguenti manufatti riconosciuti d’interesse storico-paesistico dal P.T.C.P.:

a. Chiesa della Madonna di Degna;b. Ponte romano con ricompresso Castel Poggiolo;c. Chiesa Madonna del Carmine nella fraz. Castellaro;d. Monte Mucchio di pietre;e. Torre di Ubaga;

Conformemente alle indicazioni di P.T.C.P. per i manufatti suddetti sono individuatigli ambiti di rispetto assoggettati alle seguenti norme:- attività ammesse: coltivazione dei fondi rurali e zone attrezzate di verde;- edificabilità: non è ammesso alcun tipo di edificio;- opere di sistemazione e di difesa idrogeologica, previo Studio Organico

d’Insieme di cui all’art. 57 del P.T.C.P.

CAPO II

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NORMATIVA PER NUOVI INTERVENTI

Art. 32

NORME GENERALI PER LE ZONE RESIDENZIALI B-C.

1. DESTINAZIONE D’USO. Le zone residenziali sono destinate prevalentementead edilizia per abitazione: la superficie minima abitabile, per ogni unitàabitativa, non potrà essere inferiore a 50 (mg) netti per nucleo di tre persone,aumentati di 20 (mg) netti per ogni ulteriore persona.

Potranno essere consentiti:- Negozi;- Studi professionali e commerciali;- Magazzini e depositi di materiali non infiammabili, non odorosi, non polverosi;- Piccoli laboratori artigianali che non producano rumori né odori molesti o nocivi;- Autorimesse private;- Alberghi e ristoranti;- Edifici ed uffici pubblici o d’uso pubblico;- Locali per lo spettacolo e lo svago.Sono tassativamente esclusi:- Laboratori artigianali rumorosi;- Industrie, anche se di modeste dimensioni;- Depositi di materiali infiammabili, polverosi, odorosi;- Tutte quelle attività che risultano in contrasto con il carattere precipuo delle zone

residenziali.

2. PARCHEGGI. Per ogni nuova costruzione si devono prevedere appositi locali ospazi liberi destinati ad autorimessa o parcheggio privati nella misura minima di1 (mq)/ 10 (mc) di costruzione. Tali spazi devono essere accessibili dallapubblica via ed ubicati in modo da non creare intralci alla circolazione veicolare.

3. COSTRUZIONI INTERRATE. Le costruzioni che saranno realizzate nelsottosuolo, al di fuori del sedime dell’edificio emergente dal suolo, sonoconvenzionalmente prive di cubatura, ma non potranno superare il 10% dellasuperficie fondiaria ed inoltre dovranno rispettare le distanze Ds e De previsteper ogni singola zona.

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4. ALLINEAMENTI. L’edificazione dovrà rispettare gli allineamenti stradali earretamenti di rispetto segnati sulle tavole; rimane in facoltà del Sindaco, suparere conforme della Commissione Edilizia, imporre ai nuovi fabbricatiarretramenti di allineamento e di rispetto maggiori, anche se non segnati sulletavole di PRG.

Art. 33

ZONA OMOGENEA B.1. La zona omogenea B di completamento comprende aree totalmente o

parzialmente edificate per le quali non è prevedibile una sostanzialetrasformazione.

2. Gli interventi ammessi nelle zone B di Castellaro, Poggio e Casanova Borgo,attuabili con singola concessione, in quanto a contatto con le zone A omonimedevono essere progettati facendo particolare riferimento alle caratteristiche delleedificazioni storiche circostanti, adeguandosi all’immagine dell’ambienteurbano preesistente e impiegando in prevalenza i materiali, i colori e lecaratteristiche formali compatibili con il linguaggio edilizio della zona.

3. Nella zona B gli interventi di nuova edificazione, compresi aumenti di volumenecessari per ampliamenti e sopraelevazioni non ricadenti nei casi previstidall’art. 28, sono consentiti con lo strumento della Concessione Edilizia singolanel rispetto dei seguenti indici:

If = 0,50(mc/mq)H = 7,50 (m)Ds = 5,00 (m)

De = 10,00 (m)Per ciò che attiene il rispetto delle distanze occorre fare riferimento alle norme delCodice Civile e al contenuto dell’art. 9 del D.M. 1444/68; i vincoli relativi alledistanze potranno non essere rispettati qualora la ricostruzione sia compresanell’inviluppo dell’edificio preesistente.L’obiettivo è quello di realizzare adeguamenti formali e funzionali dei fabbricatiesistenti, attraverso le opportune ridefinizioni progettuali per consentire un miglioreinserimento ambientale ed un più armonico rapporto con le preesistenze ediliziecircostanti attraverso l’uso di materiali, colori e ridefinizioni progettuali.

NORME AMBIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “B”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.1 – C.2

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Art. 16 COPERTURE D.2 – D.3 – D.5GRONDE E PLUVIALI E.1 – E.2CAMINI F.1 – F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 –I.5 – I.6 – I.7 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.1 – M. 2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.1 – N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.1 – O.2PERGOLE E TETTOIE P.1 – P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.1Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI SR.1 – ST.2 – ST.3 – ST.5 – ST7

Art. 34

ZONA OMOGENEA C.La zona omogenea “C” comprende le parti del territorio inedificate o parzialmenteedificate.Considerata la necessità di prevedere e/o completare le opere di urbanizzazioneprimaria e/o secondaria, gli interventi nelle zone “C” sono subordinati al rilascio diConcessione Edilizia Convenzionata (C.E.C.) o all’approvazione di S.U.A.Con i suddetti strumenti d’intervento è d’obbligo la sottoscrizione di un atto con ilquale il Soggetto attuatore s’impegna a realizzare contestualmente all’intervento leopere di urbanizzazione primaria e/o secondaria funzionali all’intervento.All’interno delle zone “C” sono ammesse edificazioni con diversi regimi d’interventosecondo le seguenti modalità:

a. Con C.E.C. nel rispetto dei seguenti indici:Sm = 1.250 (mq)If = 0,20 (mc/mq)

H = 7,50 (m)Ds = 5,00 (m)Dc = 5,00 (m)De = 10,00 (m)

E ammessa la trasferibilità dell’If tra lotti non contigui ricompresi all’interno delperimetro della zona omogenea “C” d’intervento.La redazione di nuovi progetti assoggettati a C.E.C. già rilasciate per assicurareun’organica crescita dell’insediamento in riferimento particolarmente alla

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realizzazione della rete viaria della zona e della sua connessione con la viabilitàcomunale esistente.La dotazione di servizi pubblici, di cui al D.M. 1444/68, nella quantità previstadall’art. 9.4), dovrà essere reperita all’interno dell’area d’intervento.

b. Con S.U.A nel rispetto dei seguenti indici:Sm = 10.000 (mq)It = 0,20 (mc/mq)

If = 0,35 (mq)H = 7,50 (m)Ds = 5,00 (m)Dc = 5,00 (m)De = 10,00 (m)

Lo S.U.A. potrà ricomprendere al suo interno sia aree inserite in zona “C” chearee destinate a servizi pubblici “S” di cui all’art. 44.Nel caso di attuazione con le modalità di cui al comma precedente alle areedestinate a servizi “S” è assegnato il seguente indice territoriale:

It = 0,20 (mc/mq)Che dovrà essere trasferito sul lotto edificabile.

NORME AMBIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “C”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.3 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.2

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.6 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE 0.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.1 – Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.1 – ST.2 – ST.3 – ST.5 – ST.7

Art. 35

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ZONA OMOGENEA DE.La zona omogenea DE è destinata ad edifici ed impianti artigianali, con esclusioneassoluta d’industrie nocive o pericolose, nonchè ad attività produttive di tipo agricolo.

L’edificazione in tale zona, per attività artigianali, è soggetta obbligatoriamente aS.U.A nel rispetto delle seguenti prescrizioni.

A. DESTINAZIONI AMMESSE:- Edifici per produzione artigianale;- Magazzini e depositi;- Uffici e laboratori;- Abitazioni del custode o dei proprietari per ogni edificio in misura pari a 100

(mq) netti;- Impianti tecnologici;- Attrezzature sportive e verde attrezzato.B. INDICI URBANISTICI ED EDILIZI:Nella progettazione degli interventi oltre alle aree da cedere al Comune per operedi urbanizzazione secondaria, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 9.4), sidovranno prevedere aree da destinare:- A parcheggio privato nella misura di 10 (mq) ogni 100 (mq) di superficie

utile lorda Su;- A verde privato nella misura del 10% dell’intera superficie fondiaria.Gli interventi di nuova edificazione sono consentiti nel rispetto dei seguentiindici:

Sm = 10.000 (mq)Su = 30% della superficie fondiaria

Rc = ¼H = 8,50 (m)

Ds = 10,00 (m)De = 20,00 (m)

I nuovi interventi in tale zona, per attività produttive di tipo agricolo, dovrannofare riferimento alle prescrizioni di cui all’art. 38 per la ZONA OMOGENEAAGRICOLA E2.

Gli interventi di nuova edificazione all’interno della zona “DEC” avverrannomediante concessione edilizia convenzionata; gli ampliamenti e/o le nuovevolumetrie non potranno superare il 30% delle volumetrie esistenti alla data diadozione del presente PRG; le destinazioni ammesse riguardano magazzini perproduzione artigianale e/o commerciale, magazzini e depositi, uffici e laboratori,

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impianti tecnologici; potrà essere inoltre realizzata un’abitazione per il conduttoredell’azienda in misura non superiore a 100 mq di superficie utile netta. Nellaprogettazione degli interventi oltre alle aree da cedere al Comune per opere diurbanizzazione secondaria, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 9.4), si dovrannoprevedere aree da destinare:

- A parcheggio privato nella misura di 10 (mq) ogni 100 (mq) disuperficie utile lorda Su;

- A verde privato nella misura del 10% dell’intera superficie fondiaria.Gli interventi di nuova edificazione sono consentiti nel rispetto dei seguentiindici:

Sm = intera zonaRc = ¼

H = 8,50 (m)Ds = 5,00 (m)

De = 10,00 (m)

NORME AMBIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “DE”

Art. 13 TIPI AGGRAGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 - A.3 - A.4Nota Inoltre gli edifici artigianali potranno essere del tipo T8 – T9Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.4 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.2

SERRAMENTI ESTERNI I.4 - I.5 - I.6 - I.8 - I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE,SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.1 - ST.2 – ST.3 – ST.5 – ST.8

Art. 36

NORME GENERALI PER LA ZONA AGRICOLA E.E’ la zona destinata all’esercizio delle attività connesse direttamente all’agricoltura.

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L’indicazione delle zone E è presente solo nella cartografia d’azzonamento in scala1:5000.In tale zona sono consentite le seguenti destinazioni:

1. abitazione per coltivatori e per addetti all’agricoltura;2. impianti ed attrezzature necessarie alla produzione orto-floro-frutticola (serre,

vasche, etc.);3. fabbricati per il ricovero del bestiame;4. fabbricati per il ricovero delle attrezzature, la conservazione e la lavorazione

dei prodotti;5. residenza agro-turistica e residenza in genere;6. viabilità interpoderale che potrà essere attuata, anche se non espressamente

indicata nel PRG, solo se ricalcherà tracciati preesistenti e non sarà dilarghezza superiore a 2,50 (m) e non richiederà sbancamenti o rilevati dialtezza superiore a 1,50 (m)

Tale zona omogenea si suddivide nelle seguenti zone omogenee territoriali: E0,E2, E3.Nelle zone agricole, nell’ambito di zone territoriali omogenee, è ammessa latrasferibilità dell’If, tra lotti non contigui, entro un raggio di 1.000 (m) rispetto alsedime della nuova costruzione, mediante atto pubblico di vincolo da trascrivere afavore del Comune.Nelle zone agricole è vietato il disboscamento per ragioni di urbanizzazione adeccezione di quello strettamente necessario per l’apertura di nuove infrastruttureviarie.I fabbricati per il ricovero del bestiame e delle attrezzature e per la conservazionee la lavorazione dei prodotti di cui ai punti 3) e 4) precedenti sonoconvenzionalmente privi di cubatura, ma devono rispettare gli indici Rc e Hdefiniti per ogni singola zona oltre agli indici De e Ds generali.Nelle zone E, in osservanza dell’art. 4 del D.I. 02/04/1968, si dovranno destinarequantità minime di spazi per l’istruzione e le attrezzature di interesse comune, inmisura pari a 6 (mq/ab).

PIANO DI SVILUPPO AGRICOLO. Per gli imprenditori agricoli che richiedonoconcessione edilizia convenzionata presentando un “PIANO DI SVILUPPOAGRICOLO” l’indice If di zona potrà essere aumentato fino al valore massimo:

If = 0.05 (mc/Mq)COSTRUZIONI A SERRA. La costruzione di serre, regolamentata dalla l.r.01/06/1976 N. 17, è ammessa nella zona potrà essere aumentato fino al valoremassimo:

If = 0,05 (mc/mq)

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COSTRUZIONI A SERRA. La costruzione di serre, regolamentata dalla L.R.01/06/1976 n. 17, è ammessa nella zona territoriale omogenea E2, per la qualevalgono i seguenti indici:

H = 6,00 (m)Rc = 50/100De = 6,00

Ds = 3,00 (m)Le opere e contenimento devono rispettare l’altezza massima H = 3,00 (m) mentredevono essere previste e realizzate adeguate opere di raccolta e di allontanamentodelle acque meteoriche.COSTRUZIONI INTERRATE. Eventuali costruzioni interrate potranno essererealizzate al di fuori del sedime dell’edificio emergente, ma essendo considerateconvenzionalmente prive di cubatura, non potranno superare il 10% dellasuperficie fondiaria ed inoltre dovranno rispettare le distanze Ds e De previste perogni singola zona.

PARCHEGGI. Per ogni nuova costruzione si devono prevedere appositi locali ospazi destinati ad autorimessa o parcheggio privati nella misura minima di 1 (mq)ogni 10 (mc) di costruzione.

NORME AMBIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “E”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.3 – D.5

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.2

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.6 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.1 – ST.2 – ST.3 – ST.4

ST. 5 – ST.6 – ST.8

Art. 37

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ZONA OMOGENEA TERRITORIALE AGRICOLA E2.Tale zona comprende le parti del territorio destinate all’ortofrutticola e acoltivazioni legnose.L’edificazione è consentita con Concessione Edilizia singola nel rispetto deiseguenti indici:

De = 10,00 (m)Ds = 10,00 (m) (salvo maggiori distanze previste dal D.P.R. 495 del

16/12/92 e s.m.i.)Destinazione = punto 1), di cui all’art. 31

If = 0,03 (mc/mq)H = 7,50 (m)

Destinazione = punti 3), 4) di cui all’art. 31Rc = 1/25

H = 4,50 (m)

Art. 39ZONA OMOGENEA TERRITORIALE AGRICOLA E3.

Tale zona comprende le zone boschive del territorio.In tale zona sono consentiti interventi edilizi unicamente per favorire un piùrazionale sfruttamento delle risorse produttive ad esclusione della costruzione dinuovi edifici residenziali.Sono pertanto ammessi incrementi delle volumetrie esistenti fino ad un massimodel 20% ed è consentita, utilizzando un indice di fabbricabilità di 0,01 (mc/mq), larealizzazione di volumi non abitabili di servizio e connessi allo sfruttamento dellerisorse agricole e boschive dei fondi.L’edificazione è consentita con Concessione Edilizia singola nel rispetto deiseguenti parametri:

De = 10,00 (m)Ds = 10,00 (m)H = 4,50 (m)

Art. 40

ZONE PER ATTREZZATURE DI INTERESSE GENERALE F.NORME GENERALI.

Sono le zone del territorio destinate ad attrezzature ed impianti per attivitàd’interesse generale a livello comunale e sovracomunale.

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In esse deve essere svolto un servizio di pubblica utilità ed in ogni caso, le attivitàinsediate devono svolgere un importante ruolo in termini di apporto di servizi, dipeso economico, di qualificazione dell’offerta turistica, più in generaled’innalzamento della qualità della vita all’interno del Comune e nel territoriocircostante.Tale zona omogenea si suddivide nelle seguenti zone omogenee territoriali: “FC”– “FG” – “FP”.

Art. 41

ZONA DESTINATA AD ATTREZZATURE PER COMPEGGIO “FC”.La zona in oggetto è destinata ad ospitare attrezzature ricettive e per il turismotipo campeggio, in tale area è obbligatorio lo S.U.A.

- ATTIVITA’ COMPATIBILI. Nell’area troveranno posto le attrezzaturedel campeggio e le strutture al servizio dello stesso

- EDIFICI. Sono consentiti gli edifici collegati alle attività del campeggioquali ufficio, spaccio, locali tecnici coperti, magazzini, docce e serviziigienici, tettoie e quanto altro occorra, nel rispetto dei seguenti indici:

Sm = 10.000 (mq)It = 500 (mc/ha)

If = 0,10 (mc/mq)H = 4,50 (m)

De = 20,00 (m)Ds = 20,00 (m)

- PRESCRIZIONI AMBIENTALI. La sistemazione complessiva dell’areavalorizzare l’ambito di fondovalle collinare con il sentiero esistente: lastrada di accesso dovrà essere realizzata con le caratteristiche di stradaagricola (strada tipo ST. 4 art. 25), con le eventuali opere di contenimentoin pietra faccia vista.

NORME AMBIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “FC”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 – A.3Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE D.3 – D.5Art. 16 GRONDE E PLUVIALI E.2

CAMINI F.2Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONI H.1Art. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1 – I.2

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SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.6 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.1- ST.2-ST.3-ST.4-ST.5-ST.6

Art. 42

ZONA DESTINATA AD IMPIANTO GOLF “FG”Tale zona è destinata ad ospitare le attrezzature per il gioco del golf e deve essereassoggettata a S.U.A. esteso all’intera area per sviluppare e definire nel dettaglio leseguenti indicazioni.

- ATTIVITA’ COMPATIBILI. Nell’area troveranno posto il percorso con icampi da gioco veri e propri e le strutture al servizio degli stessi; in fregioall’impianto si potranno ricavare percorsi per il jogging e piste permountain-bike.

- EDIFICI. Sono consentiti gli edifici collegati alle attività del golf qualiclubhouse, locali tecnici coperti, magazzini, servizi igienici, tettoie equanto altro occorra da realizzarsi in aggiunta agli edifici esistenti e nelrispetto dei seguenti indici:

It = 200 (mc/ha)H = 6,00 (m)

De = 20,00 (m)Ds= 20,00 (m)

- PRESCRIZIONI AMBIENTALI. Lo strumento attuativo dovrà porreparticolare attenzione alla risoluzione delle problematiche ambientalicollegate all’impianto quali:

a. Il riassetto vegetazionale delle aree in funzione dell’attività sportiva;b. La sistemazione ed il rimodellamento dei terreni;c. La regimazione dei corsi d’acqua non pubblici;d. La valorizzazione dell’ambito di fondovalle e di quello collinare.

NORME AMBIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “FG”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1- A.2 – A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Art. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2

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Art. 16 COPERTURE D.3CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E SOFFITTE G.1Art. 18 BALCONIArt. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art. 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.2 – ST.3 – ST.4 – ST.5 – ST.6

Art. 43ZONA DESTINATA A PARCO ATTREZZATO ED ATTIVITA’ SPORTIVE

“FP”Tale zona è destinata al tempo libero ed all’esercizio di attività sportive all’aria apertacon strumenti di tipo diverso in funzione della loro incidenza sul territorio.

- ATTIVITA’ COMPATIBILI. È consentita, con concessione singola, larealizzazione di un’area verde leggermente attrezzata nel rispetto delleseguenti destinazioni ed indici:

a. Un impianto per il tiro al piattello;b. Un impianto per il tiro con l’arco;

Vol. max. = 1.000 (mc)H = 4,50 (m)

De = 20,00 (m)Ds = 20,00 (m)

Inoltre è consentita, con S.U.A., realizzazione di un impianto avente la seguentedestinazione ed indici:

c. Impianto finalizzato alla diffusione e all’esercizio dell’attività equestre;Sm = 15.000

Vol. max. = 5.000H = 4,50 (m)

De = 20,00 (m)Ds = 20,00 (m)

EDIFICI. Sono consentiti gli edifici connessi allo svago ed alle attività di cui ai puntia) e b) precedenti ed in particolare gli edifici ed attrezzature per l’impianto equestrequali:

- Parcheggi utenti e mezzi di servizio;

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- Servizi di circolo;- Scuderia;- Concimaia;- Recinti;- Maneggio coperto;- Maneggio scoperto;- Tondino;- Campi per attività sportiva equestre;

PRESCRIZIONI AMBIENTALI. la sistemazione complessiva dell’area dovràvalorizzare l’ambito collinare con il sentiero esistente, la strada di accesso dovràessere realizzata con le caratteristiche di strada agricola ( strada tipo ST. 4), coneventuali opere di contenimento in pietra faccia a vista.

NORME ABIENTALI PER NUOVI INTERVENTI IN ZONA “FP”

Art. 13 TIPI AGGREGATIVI AMMESSI A.1 – A.2 –A.3 – A.4Art. 14 RIVESTIMENTI EDIFICI B.2 – B.3Ar. 15 TINTEGGIATURE E FINITURE C.2Art. 16 COPERTURE D.3

GRONDE E PLUVIALI E.2CAMINI F.2

Art. 17 LOGGE E PLUVIALI G.1Art. 18 BALCONIArt. 19 INFISSO DI OSCURAMENTO I.1

SERRAMENTI ESTERNI I.4 – I.5 – I.8 – I.9OPERE IN FERRO L.1

Art. 20 RAMPE, SCALE ESTERNE, SOGLIE M.2PAVIMENTAZIONI ESTERNE N.2

Art, 21 INSEGNE, TENDE O.2PERGOLE E TETTOIE P.2

Art. 22 RECINZIONI Q.2Art. 23 STRADE E SPAZI PUBBLICI ST.2 – ST.3 – ST.4 – ST.5 – ST.6

Art. 44

NORME PER LE ZONE S.Tali aree sono destinate alla realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria epotranno essere acquisite al patrimonio comunale mediante esproprio o cessionegratuita a scomputo di oneri di urbanizzazione o con vincolo a destinazione d’usopubblico.Le aree destinate dal presente piano ad attrezzature pubbliche non potranno averealtra destinazione d’uso.

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L’edificazione avverrà con strumenti differenziati a seconda delle destinazioni dellesingole aree individuate con apposito segno grafico e nel rispetto degli indici ediliziconnessi alle singole attrezzature nel modo seguente:

1. SI: area destinata a scuola materna ed asilo nido che si conferma nellaconsistenza attuale.

2. SV: spazi pubblici attrezzati a parco, gioco, sport. Tali aree sono destinate adattività legate al tempo libero: in esse potranno essere localizzati impiantisportivi e ricreativi, parchi e giardini, con le relative attrezzature (panchine,giochi per bimbi, ecc) il tutto nel pieno rispetto delle essenze esistenti e conl’obbligo di provvedere a nuove piantumazioni con alberi di medio-alto fustoin ragione di un esemplare ogni 50(mq).In tali zone sono consentite piccole costruzioni a servizio del pubblico nel rispetto dei seguenti indici:

It = 0,03 (mc/mq)H = 3,50 (m)

De = 10,00 (m)Ds = 5,00 (m)Dc = 5,00 (m)

3. SP: aree per parcheggi pubblici. In tali zone è consentito, con l’interventodiretto mediante concessione edilizia, l’attrezzatura e la sistemazione delle areescoperte ad esclusivo uso pubblico.Dovrà essere predisposta un’idonea piantumazione con alberi di medio-alto fusto in ragione di un esemplare ogni due posti auto.E’ consentita la realizzazione di autorimesse in struttura interrata attraverso lo strumento della concessione edilizia convenzionata; nella convenzione dovrà essere indicata, tra l’altro, la superficie destinata a parcheggio pubblico e quellariservata ad uso privato, nonché le modalità d’intervento.

4. ST: aree per impianti tecnologici. Sono quelle parti del territorio comunaledestinate ad ospitare attrezzature, impianti e fabbricati del sistema di reticanalizzate dei servizi tecnologici per la distribuzione dei servizi all’utenzadegli insediamenti sparsi nel territorio comunale.La realizzazione delle attrezzature e degli impianti tecnologici, in base al disposto dell’art. 41 quater L.U. 1150/42 e dell’art. 3 L. 1357/55 possono essere autorizzati in deroga alle diverse prescrizioni di zona; dovranno

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comunque essere rispettate le specifiche normative vigenti in materia e le operenon dovranno contrastare con l’interesse generale.In particolare sulla tavola della Zonizzazione di Piano in scala 1:5.000 è riportato l’azzonamento dell’area da destinare ad impianto per la depurazione delle acque reflue urbane. L’edificazione su tale area potrà avvenire in funzione delle esigenze della tipologia impiantistica e della salvaguardia dell’ambiente circostante e della sua destinazione prevista in Piano.

Art. 45

DEROGHEPer i soli edifici ed impianti pubblici ed in casi eccezionali per quelli di interessepubblico il Sindaco può concedere alle norme di attuazione del PRG relative aiseguenti parametri:

- Altezza massima degli edifici;- Distanza minima tra i fabbricati;- Distanza minima delle costruzioni dai cigli stradali.

Al fine di cui sopra il Sindaco deve richiedere il nulla osta al competente organoregionale, secondo la procedura di cui all’art. 3 della legge 21/12/1955 n. 1357 edell’art. 41 quater della L.U. n. 1150/1942 e successive modifiche ed integrazioni.

TITOLO V

NORME DI ATTUAZIONE DI CATATTERE GEOLOGICO

CAPO I

Art. 46

FASI DI LAVOROIn relazione alle peculiarità della specifica zona di territorio interessata ed alparticolare tipo di intervento sottoposto all’approvazione della civicaamministrazione è obbligatorio:a. Produrre, in ogni fase della pratica di approvazione urbanistica e di

autorizzazione o di concessione edilizia, quanto specificato nelle presentinorme;

b. Attuare, in fase esecutiva, tutte le indicazioni e prescrizioni di caratteregeologico contenute nelle relazioni allegate alle istanze e, se del caso,

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integrate su richiesta della Commissione Edilizia e della CivicaAmministrazione;

c. Produrre, prima o contestualmente all’istanza per il rilascio del decreto diabitabilità, o di agibilità, o alla dichiarazione di fine lavori, una succintarelazione a firma di un tecnico abilitato regolarmente iscritto all’Ordine,responsabilmente attestante, per suo diretto controllo in corso d’opera:

a. La completa osservanza delle prescrizioni di cui alla vigente normativa ed inparticolare al D.M. 11/03/1988;

b. La puntuale attuazione delle indicazioni e delle prescrizioni di caratteregeologico di cui all’autorizzazione, o della concessione edilizia;

c. E se del caso, documentata e specifica relazione, in ordine agli eventuali ediversi accorgimenti tecnici adottati in sede esecutiva per la miglioresoluzione di problemi geologici imprevisti, o diversamente riscontratiall’atto pratico, purchè, ovviamente, detti accorgimenti non si configurinocome varianti alle opere approvate;

d. Allegare alla relazione di cui al punto c), adeguata documentazione dicarattere geognostico (ove e in quanto non consegnata alla CivicaAmministrazione in una precedente fase della pratica edilizia) consistente in:

- Fotografie di scassi, prima del loro rivestimento o riempimento a copertura(scavi di fondazione, di drenaggio, scassi nel versante, pozzetti di saggiodiretto, ecc.);

- Stratigrafie di sondaggi, pozzetti, trincee, ed esiti di qualsiasi tipo diprospezione geognostica diretta o indiretta e di prova o analisi geotecnicaeseguite successivamente alla presentazione della documentazione allegataall’istanza di concessione, o di autorizzazione, o ulteriormente prescritta insede di dispositivo autorizzativo o di concessione.

Nel caso di costruzioni di modesto rilievo, in rapporto alla stabilità globale dell’insieme opera-terreno, come:

• Muri di contenimento con altezza inferiore a 2,50 (m);• Strutture edilizie, anche residenziali, di volume inferiore a 150 (mc);• Strutture edilizie non residenziali destinate al contenimento di sostanze liquide

(vasche, serbatoi di qualsiasi genere, anche interrati) con volume inferiore a 50(mc);

• Modificazioni dell’assetto della superficie del terreno, anche permanenti(scavi e/o riporti non finalizzati o connessi a realizzare edilizia di qualsiasidestinazione)

• Che comportino spostamento, asportazione o riporto di terre e rocce per volumiinferiori a 200 (mc), purchè determinino fronti di scavo, o di accumulo,ancorché sistemati con muri di sostegno, di altezza minore di 2,50 (m);

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• Interventi che comportano solo modificazioni dell’assetto della superficie delterreno caratterizzate da prevalente sviluppo orizzontale o lineare (viabilitàminore, condotte idriche o fognarie, ecc)che non comportino assolutamenteopere di sostegno di qualsiasi altezza o scarpate naturali di altezza maggiore di2,50 (m);

• Interventi che comportino solo modificazioni della superficie del terrenodestinate a trasformazioni colturali purchè non comportino opere di sostegnoqualsiasi, né modificazioni dell’idrografia superficiale;

La caratterizzazione geologica-geotecnica del sottosuolo potrà essere eseguita conosservazioni di superficie integrate da notizie e dati documentativi, con stratigrafieed esiti di indagini geognostiche dirette o indirette, ottenuti da indaginigeognostiche in aree limitrofe.

CAPO II

NORME RIFERITE AGLI INTERVENTI DIRETTI

Art. 47

METODOLOGIE DI LAVORO.Salvo scelte diverse, documentate ed analitiche adeguatamente motivate in relazionea specifiche esigenze, opportunità o necessità geologiche, sono rigorosamenteprescrittive le indicazioni in merito alla documentazione da allegare alla relazionegeologica.A questo proposito, in assenza di diverse indicazioni presenti in altri articoli, glielaborati grafici, tassativamente richiesti e le relative scale di rappresentazione per ladocumentazione allegata alle relazioni geologiche riferite a progetti esecutivi di opereedilizie e d’interventi sul suolo e nel sottosuolo sono le seguenti:

a. Cartografie tematiche (carta geologica, carta geomorfologia, cartaidrogeologica, carta geologico-tecnica, eventuali carte tematiche, carta delleprospezioni geologiche e prove in sito, carta degli interventi) alla scala deiprogetti, su base cartografica a curve di livello, o adeguatamente quotate perpunti. In ogni caso a scala con denominatore non superiore a 500: Scale di1:1000, 1:2000 sono ammesse per cartografie di sintesi e di inquadramentogenerale;

b. Sezioni (geologiche generali, geologico-tecniche) alla scala del progetto. Inogni caso a scala con denominatore non superiore a 200. Scala 1:1000 e1:2000 sono ammesse per sezioni tese a fornire utile inquadramento delterreno interessato nel contesto geologico, geomorfologico, idrogeologico egeologico-tecnico su di esso influente;

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c. Stratigrafie (di sondaggi meccanici, di saggi diretti, connesse a prospezionigeofisiche e a prove geotecniche) preferibilmente alla scala di 1:50 o 1:100 esempre a denominatore non superiore a 1:200;

d. Descrizione dell’andamento delle falde acquifere in relazione agli interventi(per fondazioni, vani interrati, fosse Imhoff, ecc);

e. Gli accertamenti e la documentazione di cui sopra, possono essere prodottiattraverso un’unica relazione a carattere esecutivo, consegnata assieme conla domanda di concessione edilizia o di autorizzazione, ovvero in due- trefasi:

- -e1) relazione di massima, contenente la documentazione di cui al punto a), ilprogetto esecutivo delle prospezioni geognostiche e prove geotecniche in sito,prove ed analisi di laboratorio, e puntuale verifica di compatibilità traprogetto dell’intervento e caratteristiche geologiche accertate, allegata alladomanda di concessione edilizia;

- -e2) relazione esecutiva, contenente la documentazione di cui ai punti b), c),d), e dei lavori di tipo geologico effettivamente eseguiti, con illustrazionedelle soluzioni tecniche adottate, allegata alla domanda per il rilascio delprescritto certificato di agibilità, o alla dichiarazione di fine lavori;

- -e3) in ogni caso, con la dichiarazione di ultimazione dei lavori, dovrà essereconsegnata presso gli Uffici Tecnici del Comune un’essenzialedocumentazione fotografica commentata, atta a fornire memoria dellecaratteristiche e condizioni geologiche riscontrate durante l’esecuzione deilavori.

Art. 48

DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE.La relazione geologica con gli elaborati cartografici ed ogni altra documentazioneprodotta (grafici, tabelle, fotografie, ecc.) dovrà essere consegnata in originale e 2copie, a firma di un Tecnico abilitato iscritto all’Ordine, esecutore delle relativeindagini.

CAPO III

NORME RIFERITE AGLI S.U.A.

Art. 49

METODOLOGIE DI LAVORO

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Nel caso di aree sulle quali gli interventi modificatori siano soggetti a preventivaredazione di S.U.A., il progetto urbanistico, sia di fattibilità in grande o di massimache esecutivo dovrà essere corredato da quanto prescritto dalla Regione Liguriamediante le note circolari n. 7741/8706-2034 del 30/07/87 e 4551 del 12/12/89,relative all’applicazione della L.R. 08/07/87 n. 24, illustranti le modalità e letipologie progettuali afferenti l’argomento geologico.Per i quattro tipi fondamentali di S.U.A. e per i sottotipi (di iniziativa pubblica e diiniziativa privata) la nota circolare n. 4551 prevede “Dal punto di vista geologico,oltre ai pertinenti elaborati grafici e descrittivi, i relativi studi dovranno esserecorredati di specifiche norme di attuazione che devono guidare l’intervento geologicoin tutte le fasi successive della progettazione e della realizzazione dello S.U.A e diciascuna sua specifica parte ( o opera)”.Le indagini eseguite in occasione della progettazione esecutiva e strutturale dellesingole opere comprese nel S.U.A. dovranno essere comunque documentate inoccasione della presentazione della documentazione fotografica, prescritta dall’art.47, sulle caratteristiche geologiche riscontrate durante i lavori e di una succintarelazione in ordine agli interventi effettivamente eseguiti sul suolo e nel sottosuolo,per il ripristino e la tutela dell’equilibrio geomorfologico, dell’assetto idrogeologico edella migliore regimazione delle acque superficiali. Tale documentazione dovràessere redatta e consegnata in occasione ed a corredo della dichiarazione di finelavori.

CAPO IV

NORME RIFERITE AGLI INTERVENTI SUL SUOLO E NELSOTTOSUOLO SOGGETTI AL RILASCIO DI CONCESSIONE SINGOLA O

AD AUTORIZZAZIONE

Art. 50A. –AREE PIANEGGIANTI CON AMPIA SUSCETTIVITA’ D’USO.B. –AREE SU STRUTTURE MORFOLOGICHE TERRAZZATE CON

EVENTUALI PROBLEMI GEOTECNICI.Corrispondono ad aree senza evidenti fenomeni di instabilità o problematichegeologico- tecniche generalizzate.Le indagini, in applicazione del D.M. 11/03/88, dovranno essere svolte secondoquanto previsto nelle Norme Generali di carattere geologico, di cui agli artt. 46,47, 48, 49.

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Per le zone “B” particolare cautela deve essere posta per la localizzazione di nuoviedifici, per le opere di urbanizzazione e per la realizzazione di sbancamenti eriporti.In particolare, sia per le zone “A” che per le zone “B”, al fine di verificare se econ quali accorgimenti siano correttamente eseguibili gli interventi previsti,dovranno essere evidenziati:

- l’eventuale presenza di particolari caratteristiche puntuali, non rilevabilialla scala della documentazione del PRG, ed incidenti ai finidell’intervento in progetto;

- l’esistenza di vie di deflusso di acque superficiali e di zone diimprecazione o filtrazione di acque sotterranee con individuazione dieventuali provvedimenti da realizzare per una corretta esecuzione degliinterventi;

e dovranno essere eseguiti:- l’accertamento nelle zone “B” della stabilità complessiva del pendio in

relazione alle opere di progetto;- la valutazione della stabilità delle scarpate con altezza superiore a 2,00 (m)

derivanti da scavi, in particolar modo se ubicati al piede di versanti.

Art. 51

AREE IN TERRENI COLLINARI O MONTANI.A. – CON VERSANTI IN ROCCIA.B. – CON VERSANTI IN MATERIALI SCIOLTI.

Corrispondono ad aree con probabili condizionamenti di ordine geologico eliminabilicon interventi di piccola e media difficoltà.L’applicazione del D.M. 11/03/88 deve essere tesa all’accertamento dei seguentispetti:

a. natura, origine, potenza, caratteristiche geotecniche ed idrogeologiche dellecoperture superficiali, al fine di accertarne le condizioni di equilibriogeomorfologico complessivo e puntuale, prima di qualsiasi interventomodificatore e di prevederne il comportamento nel tempo a seguito degliinterventi previsti;

b. natura, giacitura, assetto strutturale, stato di conservazione (ditettonizzazione e di alterazione) dello strato roccioso al duplice fine digarantire la duratura stabilità del versante a seguito degli interventi e diaccertare preventivamente, se e con quali accorgimenti siano correttamenteeseguibili i previsti interventi modificatori dell’attuale assetto geologico-

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geomorfologico e del regime ideologico e idrogeologico, con particolareriferimento agli eventuali scavi o riporti a mazza costa;

c. particolare attenzione ai problemi di equilibrio dei versanti in relazione adinterventi di qualsiasi tipo caratterizzati da riporti e scavi significativamenteestesi secondo le curve di livello (lunghezze maggiori di 12,00 (m), e/o disviluppo verticale superiore a 2,00 (m), con o senza finale rinterro oripristino delle condizioni morfologiche preesistenti.

Ferma restando la piena responsabilità del Professionista incaricato, gli accertamentigeologici (estesi sull’area d’intervento e su un suo congruo intorno) in questo casodevono contenere:

1. la documentazione cartografica di dettaglio dell’assetto geologico(litostratigrafico, strutturale, tettonico, geologico-tecnico e idrogeologico)riferito essenzialmente al substrato roccioso e alle coltri di maggiore rilevanza;previo rilevamento geologico diretto, con relazione illustrativa;

2. documentazione cartografica di dettaglio dell’assetto geomorfologicocomplessivo e della caratterizzazione idrogeologica e geotecnica di tutte lecoperture, previo rilevamento diretto, con relazione illustrativa, contenentetutti i rilevamenti bibliografici e i dati tecnici raccolti a sostegno di diagnosi evalutazioni geologico-tecniche preliminari, senza ricorso a prospezionigeognostatiche dirette o indirette;

3. la documentazione grafica (stratigrafie, sezioni geologiche e geologico tecnichedi dettaglio, eventuali grafici, diagrammi, ecc.) con relativa relazioneillustrativa, di accertamenti spinti fino al substrato roccioso saldo e non alteratoo per lo meno ad un significato spessore di substrato roccioso al di sotto dellacopertura detritica. Le informazioni potranno essere desunte oltre che daeventuali spaccati naturali significativi anche da prospezioni geognostichedirette o indirette con saggi diretti o con sondaggi meccanici e/o conprospezioni geofisiche, con prove geotecniche e geomeccaniche in sito e/o inlaboratorio, eseguite in base ad apposito progetto redatto in diretta connessionecon gli esiti degli studi e dei rilevamenti di cui ai punti 1) e 2) precedenti e dellecomparate esigenze dell’intervento in oggetto;

4. la verifica di stabilità del versante, per un congruo tratto a monte e a valledell’intervento, lungo una o più sezioni a seconda delle caratteristiche delprogetto, desunta da calcoli e da elaborazioni specificatamente applicabili o,previa motivazione, da considerazioni ed argomentazioni geomorfologiche,geologico-strutturali, idrogeologiche documentate e pertinenti, con relazioneillustrativa;

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5. oltre a quanto previsto nelle norme generali, le relazioni di massima edesecutive dovranno contenere rispettivamente la documentazione di cui ai punti3) e 4) precedenti.

Art. 52

AREE INSTABILI O DI DISSESTO POTENZIALE.Corrispondono ad aree con effettiva presenza di problemi geologici, fenomenid’instabilità, in atto o quiescenti, comportanti oggettive difficoltà nella fruizione delsuolo e del sottosuolo.In tali aree gli interventi antropici dovranno essere finalizzati essenzialmente alladifesa del suolo, al riassetto idrogeologico ed al consolidamento di preesistentistrutture e infrastrutture ubicate nelle zone instabili.Le indagini in applicazione delle normative vigenti ed in particolare del D.M.11/03/1988, oltre che adempiere alle norme generali di attuazione del P.R.G. dicarattere geologico di cui agli artt. 46), 47), 48), 49) ed alle modalità illustratedall’art. 51), dovranno essere finalizzate all’accertamento di:

- dimensioni, soprattutto estensione, dell’area caratterizzata da condizionid’instabilità;

- tipologie e profondità delle superfici di scorrimento;- cause di dissesto.

INDICE

TITOLO ICAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1 – Finalità del PRG.Art. 2 – Applicazione del PRGArt. 3 – Edificazione e modifica dello stato dei luoghi.

CAPO II

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PARAMETRI E DEFINIZIONI URBANISTICO – EDILIZIE

Art. 4 – Definizioni e parametri urbanistici.Art. 5 – Parametri edilizi.Art. 6 – Distanze.

TITOLO IIATTUAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE

Art. 7 – Modalità di attuazione del PRG.Art. 8 – Suddivisione del territorio.Art. 9 – infrastrutture ed opere di urbanizzazione.Art. 10 - Categorie di intervento sul territorio.

TITOLO IIIDISCIPLINA PAESISTICA

CAPO IGENERALITA’

Art. 11 – Indicazioni di livello puntuale del P.T.C.P.: Modalità di specificazione.

CAPO IILETTURA DEI CARATTERI FORMATIVI DELL’EDILIZIA

TIPOLOGIA DEI MODELLI AGGREGATIVI DEL TESSUTO EDIFICATO

Art. 12 – Tipi edilizi.Art. 13 – Modalità aggregative dei tipi edilizi. Criteri guida all’intervento sugli edifici

esistenti.

CAPO IIIINDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI TECNOLOGICI E COSTRUTTIVI

COSTITUENTI GLI EDIFICI

Art. 14 – Paramenti murari e rivestimenti degli edifici.Art. 15 – Tinteggiature e decorazioni murarie.Art. 16 – Coperture, gronde e pluviali, camini.Art. 17 – Logge e soffitte.Art. 18 – Balconi.

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Art. 19 – Tipologia di bucature negli edifici e serramenti.Art. 20 – Tipologie realizzative di rampe e scale esterne.

Pavimentazioni e sistemazioni delle aree esterne.Art. 21 – Tipologia di tende, insegne e pergolati.Art. 22 – Recinzioni ed opere di contenimento.Art. 23 – Modalità costruttive e tipologie realizzative di strade e spazi pubblici.

TITOLO IVPREVISIONI DEL PRG

CAPO IINTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE.

Art. 24 – Deroghe ai regolamenti ed alle norme vigenti.Art. 25 – Definizione di edificio di interesse storico ambientale.Art. 26 – insediamenti turistici e ricettivi.Art. 27 – Zona omogenea A.Art. 28 – Zona omogenea B.Art. 29 – zona omogenea C.Art. 30 – Zona omogenea E.Art. 31 – Zona ME – Manufatti emergenti.

CAPO IINORMATIVA PER NUOVI INTERVENTI.

Art. 32 – Norme generali per le zone residenziali B-C.Art. 33 – Zona omogenea B.Art. 34 – Zona omogenea C.Art. 35 – Zona omogenea DE.Art. 36 – Norme generali per la zona agricola E.Art. 37 – Zona omogenea territoriale agricola EO.Art. 38 – Zona omogenea territoriale agricola E2.Art. 39 – Zona omogenea territoriale agricola E3.Art. 40 – Zone per attrezzature di interesse generale F.

Norme generali.Art. 41 – zona destinata ad attrezzature per capeggio “FC”.Art. 42 – Zona destinata ad impianto golf “FG”.Art. 43 – Zona destinata a parco attrezzato ed attività sportive “FP”.Art. 44 – Norme per zone S.Art. 45 – Deroghe.

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TITOLO VNORME DI ATTUAZIONE DI CARATTERE GEOLOGICO

CAPO INORME GENERALI.

Art. 46 – Fasi di lavoro.

CAPO IINORME RIFERITE AGLI INTERVENTI DIRETTI.

Art. 47 – Metodologie di lavoro.Art. 48 – Documentazione da presentare.

CAPO IIINORME RIFERITE AGLI S.U.A

Art. 49 – Metodologie di lavoro.

CAPO IVNORME RIFERITE AGLI INTERVENTI SUL SUOLO E NEL

SOTTOSUOLO SOGGETTI AL RILASCIO DI CONCESSIONE SINGOLA OAD AUTORIZZAZIONE.

Art. 50 – Aree pianeggianti con ampia suscettibilità d’uso. Aree su strutture morfologiche terrazzate con eventuali problemi geotecnici.

Art. 51 – Aree in terreno collinari o montani. A)- Con versanti in roccia. B)- Con versanti in materiali sciolti.

Art. 52 – Aree instabili o di dissesto potenziale.

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