PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE1.3 GLI ADEMPIMENTI DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLA PA La...
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PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ai sensi della L. 190/2012
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INDICE
1 INTRODUZIONE ........................................................................................................................... 4
1.1 IL PROFILO DELLA SOCIETÀ ................................................................................................ 4
1.2 LA LEGGE 190/2012 E IL SISTEMA DI PREVENZIONE ........................................................... 5
1.3 GLI ADEMPIMENTI DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLA PA .......................................... 6
1.4 ELENCO DEI REATI DI CORRUZIONE ................................................................................... 7
2 L’IMPEGNO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DI S.A.B. ................................................ 12
3 IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E ALTRI SOGGETTI
COINVOLTI ......................................................................................................................................... 14
3.1 REQUISITI E INCOMPATIBILITÀ ......................................................................................... 14
3.2 FUNZIONI, POTERI E RESPONSABILITÀ .............................................................................15
3.3 DELIBERA DI NOMINA DEL RESPONSABILE TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE DI
S.A.B. 17
3.4 GLI ALTRI SOGGETTI COINVOLTI ........................................................................................ 17
4 IL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ................................................................... 18
4.1 RIFERIMENTI NORMATIVI E CONTENUTO MINIMO ........................................................ 18
4.2 LA STRUTTURA DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DI S.A.B. .............. 19
4.3 IL MONITORAGGIO E IL RIESAME DEL PIANO .................................................................. 20
4.4 OBBLIGHI INFORMATIVI VERSO LA PA VIGILANTE ........................................................... 21
5 METODOLOGIA DI GESTIONE DEL RISCHIO ............................................................................. 21
6 LE AREE SENSIBILI E IL SISTEMA DEI CONTROLLI ESISTENTI ................................................ 25
6.1 BUSINESS AVIATION .......................................................................................................... 25
6.2 BUSINESS NON AVIATION ................................................................................................. 26
6.3 STRATEGIA & CPM.............................................................................................................. 28
6.4 GESTIONE OPERATIVA DELL’AEROPORTO ....................................................................... 28
6.5 SAFETY MANAGEMENT SYSTEM ....................................................................................... 30
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6.6 SECURITY .............................................................................................................................31
6.7 APPROVVIGIONAMENTI .................................................................................................... 32
6.8 AFFARI LEGALI E SOCIETARI .............................................................................................. 34
6.9 AMMINISTRAZIONE E FINANZA ........................................................................................ 35
6.10 MARKETING E COMUNICAZIONE ...................................................................................... 37
6.11 PERSONALE ........................................................................................................................ 38
6.12 SALUTE E SICUREZZA E AMBIENTE ................................................................................... 40
6.13 SISTEMI INFORMATIVI ....................................................................................................... 42
6.14 GESTIONE DEGLI ADEMPIMENTI E DEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE E LE AUTORITÀ DI VIGILANZA ................................................................... 43
7 LE MISURE OBBLIGATORIE EX L.190/2012 ............................................................................... 43
7.1 IL SISTEMA DISCIPLINARE ................................................................................................. 43
7.2 LA TRASPARENZA .............................................................................................................. 43
7.3 IL CODICE DI COMPORTAMENTO ..................................................................................... 45
7.4 INCONFERIBILITÀ ED INCOMPATIBILITÀ DI INCARICHI ..................................................46
7.5 FORMAZIONE DI COMMISSIONI, ASSEGNAZIONE AGLI UFFICI E CONFERIMENTO DI
INCARICHI IN CASO DI CONDANNA PENALE PER DELITTI CONTRO LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE ...................................................................................................................... 47
7.6 TUTELA DEL DIPENDENTE CHE SEGNALA GLI ILLECITI (WHISTLEBLOWING POLICY) ..... 47
7.7 FORMAZIONE DEI DIPENDENTI......................................................................................... 48
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1 INTRODUZIONE
1.1 IL PROFILO DELLA SOCIETÀ
La Società Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna S.p.A. (di seguito semplicemente “S.A.B.”)
è uno dei maggiori aeroporti in Italia per numero di destinazioni internazionali servite e con una
dotazione tecnologica all'avanguardia per sicurezza e per tutela ambientale.
La Società, sulla base della concessione quarantennale ottenuta nel 2004 dal Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, è incaricata della gestione complessiva dell’aeroporto,
consistente nella progettazione, sviluppo, realizzazione, adeguamento, gestione,
manutenzione e uso degli impianti e delle infrastrutture aeroportuali, comprensivi dei beni
demaniali, dell’aeroporto di Bologna.
La Società svolge, inoltre, un’attività di coordinamento dei diversi attori che operano
nell’ambito del “sistema aeroporto”, restando responsabile di fronte ad ENAC e alle istituzioni
dei necessari livelli di qualità delle infrastrutture e dei servizi messi a disposizione dei vettori
aerei e dei passeggeri.
Le principali attività della Società nell’ambito del “sistema aeroporto” sono:
- progettazione, sviluppo, gestione e manutenzione delle infrastrutture aeroportuali;
- coordinamento degli operatori aeroportuali;
- coordinamento operativo dello scalo;
- subconcessione di aree e locali;
- attività e servizi in gestione diretta.
L’attività della Società ed i parametri qualitativi delle infrastrutture e dei servizi sono
rigidamente disciplinati da attori che regolamentano il settore sia internazionali (International
Civil Aviation Organization), che nazionali (in primo luogo ENAC).
I corrispettivi applicabili dalla Società per la fornitura delle infrastrutture e dei servizi
propedeutici al trasporto aereo (in particolare i diritti aeroportuali, i corrispettivi per le attività
di security e le altre fonti di ricavo aviation) sono stati storicamente definiti sulla base di decreti
ministeriali o a seguito di specifiche attività di vigilanza da parte dell’ENAC; con l’istituzione
dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) è tale Authority indipendente a dover vigilare
sul rispetto da parte dei gestori aeroportuali dei principi giuridici ed economici definiti a livello
internazionale e nazionale nella determinazione dei livelli tariffari (eccezion fatta per poche
voci di tariffazione amministrata, che permangono tra le competenze regolamentari di ENAC).
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La struttura organizzativa di S.A.B. è descritta in dettaglio nell’organigramma aziendale
pubblicato nella intranet aziendale e riportato in sintesi nel sito internet della società, nel quale
vengono individuate le Aree, le Direzioni, le Funzioni nonché i relativi responsabili. Tale
struttura organizzativa è di continuo aggiornata, in ragione delle eventuali evoluzioni e/o
modificazioni aziendali.
La Società è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da 5 membri cui
spettano tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, eccettuato solo quanto, per
legge o per Statuto, è riservato inderogabilmente alla competenza dell'Assemblea dei Soci. Al
Presidente del Consiglio di Amministrazione o a chi ne fa le veci e, nei limiti delle attribuzioni
conferite, ai Consiglieri Delegati spetta, con firma libera, la rappresentanza legale della Società.
Il Consiglio di Amministrazione ha nominato, quale procuratore speciale, il Direttore Generale al
quale sono stati conferiti ampi poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Società,
nell’ambito delle linee strategiche e programmatiche definite dai soci e dal Consiglio di
Amministrazione.
Il Collegio Sindacale nominato dall’assemblea e composto da tre membri effettivi e due
supplenti, ha compiti di vigilanza sull’osservanza della legge e dello Statuto, sul rispetto dei
principi di corretta amministrazione ed in particolare sull'adeguatezza dell'assetto
organizzativo e amministrativo e contabile adottato dalla Società e sul suo concreto
funzionamento.
Il controllo contabile è stato affidato ad una società di revisione legale iscritta nell'apposito
Albo.
1.2 LA LEGGE 190/2012 E IL SISTEMA DI PREVENZIONE
Con l’emanazione della legge n. 190 del 6.11.2012, entrata in vigore il 28.11.2012, sono state
approvate le "disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità
nella pubblica amministrazione".
Su sollecitazione degli organismi internazionali di cui l’Italia fa parte (in particolare, il GR.E.C.O.,
il W.G.B. dell’O.E.C.D. e l’I.R.G. dell’O.N.U.), con tale provvedimento normativo è stato
introdotto anche nel nostro ordinamento un sistema organico di prevenzione della corruzione,
basato sui due livelli (nazionale e decentrato).
Al primo livello si colloca il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), elaborato dal Dipartimento
della Funzione Pubblica (DFP) e approvato dall’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), e a
un secondo livello si collocano i Piani anticorruzione (PTPC o PPC) di ogni amministrazione
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pubblica, definiti sulla base delle indicazioni del PNA e dell’analisi dei rischi specifici di
corruzione di ognuna.
Le strategie di prevenzione che devono ispirare i suddetti piani, indicate dalle organizzazioni
sovranazionali, evidenziano l’esigenza di perseguire tre obiettivi principali:
- ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione;
- aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;
- creare un contesto sfavorevole alla corruzione.
Nello spirito della Legge 190/2012, la trasparenza è considerata uno strumento rilevante per
operare in maniera eticamente corretta e, contestualmente, per perseguire obiettivi di
efficacia, efficienza ed economicità dell’azione, valorizzando l’accountability con i cittadini,
anche attraverso specifiche azioni di sensibilizzazione.
Altre misure generali di prevenzione della corruzione, previste dalla Legge 190/2012,
riguardano:
- inconferibilità e incompatibilità di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o
incarichi precedenti (pantouflage – revolving doors) - D.lgs. 39/2013;
- incompatibilità specifiche per posizioni dirigenziali - D.lgs. 39/2013;
- patti di integrità negli affidamenti (c. 17 art.1 Legge 190/2012).
E inoltre:
- mobilità del personale addetto alle aree a rischio di corruzione;
- astensione in caso di conflitto di interesse;
- formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali
in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione;
- tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower).
1.3 GLI ADEMPIMENTI DELLE SOCIETÀ PARTECIPATE DALLA PA
La legge 190/2012 stabilisce (art.1 c. 34) che le disposizioni dei commi da 15 a 33 dell’art.1 della
Legge si applicano anche alle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche e alle loro
controllate. Tali disposizioni riguardano sommariamente obblighi di trasparenza nell'attività
amministrativa e di accesso agli atti del cittadini, di monitoraggio periodico del rispetto dei
tempi procedimentali, obblighi/limitazioni e esclusioni di ricorso agli arbitrati nei contenziosi
riguardanti gli appalti pubblici e di stipula dei “patti di integrità” con gli appaltatori o ditte
partecipanti a selezione per appalti pubblici con clausole espresse di risoluzione o esclusione.
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È stabilito che alle Società partecipate pubbliche la Legge si applica limitamento alle attività di
pubblico interesse, indicate e disciplinate dal Diritto nazionale e comunitario.
Il PNA obbliga inoltre le società partecipate da Enti pubblici a introdurre e implementare
adeguate misure organizzative e gestionali per dare attuazione alle norme contenute nella L.
190/2012.
Tuttavia, per evitare inutili ridondanze, come precisato nella sezione 2 – Azioni e Misure
Generali del PNA, è consentito agli enti che hanno già adottato un Modello ex D.Lgs. 231/2001 di
far perno su di esso, ma estendendo l’ambito di applicazione a tutti i reati compresi nella Legge
190 lato attivo e passivo anche in relazione al tipo di attività (società strumentali/società di
interesse generale) e di denominare tali parti “Piani di prevenzione della corruzione”.
Seppure non previsto dalla L. 190/2012, il PNA stabilisce la nomina di un responsabile per
l’attuazione del Piano per tali società partecipate pubbliche, che può essere individuato anche
nell’Organismo di Vigilanza ex D.lgs. 231/2001, o con un suo componente, o con un dirigente
della società.
Inoltre, le società partecipate – ad esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati e
delle loro controllate - hanno l’obbligo di:
- collaborare con l’amministrazione di riferimento per assicurare la pubblicazione delle
informazioni di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 22 del d.lgs. n. 33 del 2013;
- provvedere alla pubblicazione sul proprio sito istituzionale delle informazioni sugli
incarichi di cui agli artt. 14 e 15 del d.lgs. n. 33 del 2013;
- assicurare tutti gli adempimenti di trasparenza relativamente alle aree indicate nell’art.
1, comma 16, della L. 190/2012, seguendo le prescrizioni del d.lgs. 33/2013.
1.4 ELENCO DEI REATI DI CORRUZIONE
Il concetto di corruzione da prendere a riferimento per la definizione dei Piani di prevenzione
ha un’accezione ampia, essendo comprensivo delle diverse situazioni in cui sia riscontrabile
l’abuso da parte di un soggetto del potere/funzione a lui affidato al fine di ottenere vantaggi
privati.
Le situazioni rilevanti comprendono, infatti, non solo l’intera gamma dei delitti contro la
pubblica amministrazione, intesa quale insieme degli organi e delle attività preordinati al
perseguimento degli scopi di pubblico interesse, disciplinati nel Libro II, Titolo II, Capo I del
codice penale artt. da 314 a 360, ma anche le situazioni in cui – a prescindere dalla rilevanza
penale – si rilevi un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle
funzioni attribuite.
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Ciò detto, nel citato Titolo II sono compresi, per ciò che interessa il presente Piano, tutti quei
fatti che impediscono, ostacolano o turbano il regolare svolgimento dell’attività amministrativa
degli enti pubblici/ enti di diritto privato in controllo pubblico.
Sono disciplinate le fattispecie che riguardano i delitti dei pubblici ufficiali (o dell’incaricato di
pubblico servizio) ed i delitti dei privati contro la Pubblica Amministrazione. Mentre i secondi
possono essere commessi da chiunque, per i primi è richiesta, ai fini della configurazione del
reato, una determinata qualità o posizione giuridica.
È necessaria quindi la sussistenza, in capo a chi agisce, di una qualificazione soggettiva quale è
quella disciplinata dagli artt. 357, 358 e 359 del Codice Penale1.
In considerazione della convenzione quarantennale del 12 luglio 2004, stipulata tra ENAC e
S.A.B., che disciplina i rapporti conseguenti all’affidamento della concessione per la
progettazione, lo sviluppo, la realizzazione, l’adeguamento, la gestione, la manutenzione e
l’uso degli impianti e delle infrastrutture aeroportuali, comprensivi dei beni demaniali,
dell’aeroporto di Bologna, sono previsti specifici obblighi in capo a S.A.B. che si sostanziano in
una serie di attività che possono ragionevolmente essere ricondotti ai “Pubblici Servizi” di cui
alla definizione dell’art. 358 c.p.
Per tali ragioni tutto il personale di S.A.B. coinvolto nello svolgimenti di tali Pubblici Servizi va
qualificato come incaricato di Pubblico Servizio.
Si ricorda infine, che la qualifica soggettiva così come descritta pur essendo un elemento
indispensabile per l’esistenza dei reati in questione non è da sola sufficiente. La Legge, infatti,
1 S i d i st i n gu o n o le se gue nt i f i g ur e g i ur i d i c he:
Pu b bl ic o u ff ic i ale - a rt . 3 57 .
“A g l i e f fe t t i de l la le g ge pe na le , s o no p ub b l i c i u ff i c ia l i co lo r o i q ua l i e s e rc it a no u na p u b bl i ca f u nz io ne le gi s la t iv a , g iu di z ia r ia o a m m i nis t ra t i va . A g l i s t e s s i e f fe t t i è p u b bl i ca la f un z io ne a m m i n is t ra t iva d is c i p l i na t a da no rm e di d ir i t t o p u b bl i co e da a t t i a ut o r it a t i v i e ca ra t t e r i z za t a da l l a fo rm a z io ne e da l la m a ni fe s t a z io ne de l la vo lo nt à de l la p u bb l i c a a m m in is t r a z io ne o da l s uo s vo lge rs i pe r m e z zo di po t e r i a ut o r it a t i v i o ce rt i f i ca t iv i” .
L ’ e lem e nt o c he c ar atter i z z a l a f i gur a i n q ue st i o ne r i s pett o a l le a l t r e due c he s eg u on o è l ’ e ser c i z i o d i un a pu b bl i c a f u n zi on e.
Pe rs on a in ca r ic a ta d i un p u bb l i c o s e r v iz i o – a rt . 3 58
“A g l i e f fe t t i de l la le g ge pe na le , s o no i n ca r i ca t i d i u n pu b bl i co s e rv iz io co lo ro i q ua l i , a q ua lu n q ue t i t o l o , pr es ta no u n pu b b l i c o
se rv i z i o . Pe r pu b b l i co s e r v i z io de ve i nt e nde rs i un ' a t t i v it à d i sc i pl i na t a nel l e s te sse f o r me d el l a p u b b l i c a f u nz i on e, m a
c ar at te r i z za ta, d al l a ma nc a n za d ei po te ri t i p i c i d i q u est 'u l t i ma , e co n e s c l us io ne de l l o s vo lg im e nt o di s e m p l i c i m a ns io ni d i o rd i ne e de l la p re s t a zio ne d i o pe ra m e ra m e nt e m a t e r ia le ”.
Pe rs on e e se rc e nt i un se rv i z i o d i p ub bl ic a ne ce ss it à – a r t . 3 59
“A g l i e f fe t t i de l la le g ge pe na le , s o no pe rs o ne c he e s e r c it a n o u n s e rv iz io d i p ub b l i ca ne ce s s it à : 1 ) i p r i va t i che e s e rc it a no p ro fe s s io n i fo re ns i o s a n it a r ie , o a lt re p ro fe s s io ni i l cu i e s e rc i z io s ia pe r le g ge v ie t a t o s e n za u na s pe cia le a b i l i t a z i o ne de l l o St a t o , q ua nd o de l l ' o pe ra d i e s s i i l p u bb l ic o s ia pe r le gge o b b l i ga t o a va le r s i ; 2) i p r i va t i c he , no n e s e rc it a nd o u na p u b bl i ca fu n zio ne , n é pre s t a n do u n pu b b l i co s e rv iz io , a de m p io no un s e rv i z io d i c hi a r a t o d i pu b b l i ca ne ce s s it à m e d i a nt e u n a t t o de l la pu b b l i ca a m m i nis t ra z io ne ”.
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esige che tra tale qualifica ed il fatto criminoso posto in essere da colui che è investito di detta
qualifica ovvero da un terzo, nei confronti di chi ne è investito, esista un particolare rapporto:
- di contestualità, il fatto criminoso deve compiuto durante l’esercizio della pubblica
funzione;
- di causalità, il fatto criminoso deve essere compiuto a causa della funzione o del
servizio;
- di consequenzialità, il fatto criminoso deve essere compiuto per un fine strettamente
connesso all’esercizio della funzione o del servizio.
Ciò detto, i delitti contro la pubblica amministrazione inclusi nei reati presupposto ai sensi
dell’art. 24 e dell’art. 25 del D.lgs. 231/2001 sono descritti nell’Allegato 2 “Elenco dei reati e degli
illeciti ex D.lgs. 231/2001” del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs.
231/01 di S.A.B.
Giova anche precisare che il Risk assessment eseguito per l’adozione e l’aggiornamento del
Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ai sensi del D.Lgs. 231/01 di S.A.B. ha
considerato le eventualità che il soggetto apicale o sottoposto all’altrui vigilanza potesse avere
sia un ruolo attivo sia passivo nel rapporto corruttivo.
Di seguito si fornisce, quindi, l’elencazione delle principali figure di delitti - in danno della
Società e di più stretta aderenza alla realtà operativa propria della stessa - non compresi negli
artt. 24 e 25 del D.lgs.231/2001, che potenzialmente possono essere commessi da soggetti
appartenenti alla Società che rivestano o meno il ruolo di incaricato di Pubblico Servizio:
A. REATI IN MATERIA DI GESTIONE DI DENARO O ALTRA UTILITÀ
ART. 314 - PECULATO
Commette detto reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo
per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra
cosa mobile altrui, se ne appropria.
ART. 316 - PECULATO MEDIANTE PROFITTO DELL’ERRORE ALTRUI
Commette detto reato il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio il quale
nell’esercizio delle funzioni o del servizio, giovandosi dell’errore altrui, riceve o ritiene
indebitamente, per sé o per un terzo , denaro o altra utilità.
L’errore del privato deve essere spontaneo ed il funzionario deve essere in buona fede all’atto
del ricevimento della cosa. In diverso caso si configurerebbe il reato di concussione o di
induzione indebita a dare o promettere utilità.
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B. REATI IN MATERIA DI GESTIONE DEGLI ATTI D'UFFICIO
ART. 323 - ABUSO D’UFFICIO
Commette detto reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello
svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento,
ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto
o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio
patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno.
ART. 328 - RIFIUTO DI ATTI D’UFFICIO. OMISSIONE
Commette detto reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che
indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica,
o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo.
Fuori dei casi previsti dal primo comma, è altresì punito il pubblico ufficiale o l'incaricato di un
pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie
l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo. Tale richiesta deve essere
redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta
stessa.
Art. 346 – MILLANTATO CREDITO
Commette detto reato, chiunque millantando credito presso un pubblico ufficiale, o presso un
pubblico impiegato che presti un pubblico servizio, riceve o fa dare o fa promettere, a sé o ad
altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione verso il pubblico ufficiale o
impiegato. La pena è inasprita, se il colpevole riceve o fa dare o promettere, a sé o ad altri,
denaro o altra utilità, col pretesto di dover comprare il favore di un pubblico ufficiale o
impiegato, o di doverlo remunerare.
Art. 346 bis – TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE
Commette detto reato, chiunque fuori dei casi di concorso nei reati di corruzione per un atto
contrario ai doveri d'ufficio e corruzione in atti giudiziari, sfruttando relazioni esistenti con un
pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio, indebitamente fa dare o
promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria
mediazione illecita verso il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio ovvero per
remunerarlo, in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio o all'omissione
o al ritardo di un atto del suo ufficio.
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È punito anche chi indebitamente dà o promette denaro o altro vantaggio patrimoniale, mentre
la pena è aumentata se il soggetto che indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri,
denaro o altro vantaggio patrimoniale riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di
un pubblico servizio.
C. REATI IN MATERIA DI GESTIONE DI INVENZIONI, SCOPERTE E SEGRETI D'UFFICIO
ART. 325 - UTILIZZAZIONE D’INVENZIONI O SCOPERTE CONOSCIUTE PER RAGIONI DI UFFICIO
Commette detto reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, impiega, a
proprio o altrui profitto, invenzioni o scoperte scientifiche, o nuove applicazioni industriali, che
egli conosca per ragione dell'ufficio o servizio, e che debbano rimanere segrete.
ART. 326- RIVELAZIONE ED UTILIZZAZIONE DI SEGRETI D’UFFICIO
Commette detto reato, il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che,
violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità,
rivela notizie d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la
conoscenza, oppure che , per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si
avvale illegittimamente di notizie d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete.
D. REATI IN MATERIA DI INTERRUZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO
Art. 331 - INTERRUZIONE DI UN SERVIZIO PUBBLICO O DI PUBBLICA NECESSITÀ
Commette detto reato, chi, esercitando imprese di servizi pubblici o di pubblica necessità,
interrompe il servizio, ovvero sospende il lavoro nei suoi stabilimenti, uffici o aziende, in modo
da turbare la regolarità del servizio.
Art. 340 – INTERRUZIONE DI UN UFFICIO O SERVIZIO PUBBLICO O DI UN SERVIZIO DI
PUBBLICA NECESSITÀ
Commette detto reato, chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge,
cagiona un'interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di
pubblica necessità.
E. REATI IN MATERIA DI GESTIONE DI COSE SOTTOPOSTE A SEQUESTRO
Art. 334 - SOTTRAZIONE O DANNEGGIAMENTO DI COSE SOTTOPOSTE A SEQUESTRO
DISPOSTO NEL CORSO DI UN PROCEDIMENTO PENALE O DALL’AUTORITÀ AMMINISTRATIVA
Commette detto reato, chiunque sottrae, sopprime, distrugge, disperde o deteriora una cosa
sottoposta a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità
amministrativa e affidata alla sua custodia, al solo scopo di favorire il proprietario di essa.
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Art. 335 - VIOLAZIONE COLPOSA DI DOVERI INERENTI ALLA CUSTODIA DI COSE SOTTOPOSTE
A SEQUESTRO DISPOSTO NEL CORSO DI UN PROCEDIMENTO PENALE O DALL’AUTORITÀ
AMMINISTRATIVA
Commette detto reato, chiunque avendo in custodia una cosa sottoposta a sequestro disposto
nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa, per colpa ne cagiona la
distruzione o la dispersione, ovvero ne agevola la sottrazione o la soppressione.
F. REATI IN MATERIA DI GESTIONE DI GARE E DI APPROVVIGIONAMENTI
Art. 353 – TURBATA LIBERTÀ DEGLI INCANTI
Commette detto reato, chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o
altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private
per conto di pubbliche amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti.
Art. 353 bis - TURBATA LIBERTÀ DEL PROCEDIMENTO DI SCELTA DEL CONTRAENTE
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, commette detto reato, chiunque con violenza o
minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento
amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al fine di
condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione.
Art. 355 – INADEMPIMENTI DI CONTRATTI DI PUBBLICHE FORNITURE (concorso in)
Commette detto reato, chiunque, inclusi subfornitori, mediatori e rappresentanti dei fornitori,
non adempiendo gli obblighi che gli derivano da un contratto di fornitura concluso con lo Stato,
o con un altro ente pubblico, ovvero con un'impresa esercente servizi pubblici o di pubblica
necessità, fa mancare, in tutto o in parte, cose od opere, che siano necessarie a uno
stabilimento pubblico o ad un pubblico servizio.
Art. 356 – FRODE NELLE PUBBLICHE FORNITURE (concorso in)
Commette detto reato, chiunque froda nell'esecuzione dei contratti di fornitura o
nell'adempimento degli altri obblighi contrattuali indicati nell'articolo precedente.
2 L’IMPEGNO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DI S.A.B.
Come anticipato, S.A.B. è una società per azioni, a partecipazione pubblica, avente ad oggetto
la gestione dell’aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna, inteso quale complesso di beni,
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attività e servizi organizzati ai fini della messa a disposizione degli utenti, dei passeggeri e delle
merci delle infrastrutture aeroportuali.
In quanto tale, la Società - nelle cui finalità rientra ogni iniziativa opportuna a sviluppare il
traffico sullo scalo - è deputata, oltre che alla progettazione e realizzazione delle infrastrutture
e delle opere di ammodernamento e alla loro manutenzione, alla gestione dei servizi
aeroportuali e di quelli ad essi connessi con facoltà di porre in essere ogni operazione
commerciale e finanziaria finalizzata al raggiungimento dello scopo sociale.
Trattasi, dunque, di società commerciale che offre servizi sul mercato, in regime di
concorrenza, secondo criteri imprenditoriali e con scopo di lucro, assumendo su sé stessa il
rischio d’impresa.
Ciò detto, S.A.B. ha ritenuto opportuno applicare nell'ambito dei propri sistemi di controllo
interno alcuni principi di cui alla L. 190/2012; ciò fermi i dubbi sulla legittimità di un’applicazione,
in via pressoché automatica ed indiscriminata, di norme dettate per la prevenzione ed il
contrasto dei gravi fenomeni corruttivi nei confronti delle amministrazioni pubbliche, anche a
società di diritto privato che - pur partecipate da enti pubblici – non sono in house e che, anzi,
operano quali imprese commerciali e di servizi sul mercato e alle quali, pertanto, pur con le
necessarie cautele a fini di interesse generale, non possono essere imposte prescrizioni che le
pongano in una situazione di disparità di trattamento con gli altri operatori economici.
In particolare, S.A.B. ha ritenuto di procedere alla definizione e attuazione di un Piano di
prevenzione della corruzione, ad integrazione del proprio Modello di Organizzazione e
Gestione (MOG), a tutela dell’immagine di imparzialità e di buon andamento della Società, dei
beni aziendali e delle attese degli azionisti, del lavoro dei propri dipendenti e degli stakeholders
in genere.
Tale iniziativa è stata assunta nella convinzione che, al di là dell’obbligatorietà degli
adempimenti previsti, il Piano di prevenzione, efficacemente attuato e monitorato, possa
costituire un valido strumento di sensibilizzazione del personale e dei collaboratori, in modo
tale da evitare il rischio di comportamenti corruttivi a danno della Società e da stimolare la
ricerca di ulteriori margini di efficienza nella gestione del servizio pubblico.
Con l’attuazione della compliance ex D.Lgs. 231/2001, S.A.B. aveva già adottato con delibera del
Consiglio di Amministrazione del 28 novembre 2008 (aggiornato il 18.12.2013) un MOG che
prevede anche la prevenzione dei reati presupposto previsti dagli art. 24 e 25 del D.lgs.
231/2001, compendiata nelle singole procedure esistenti che contengono un insieme di regole e
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di principi di controllo e di comportamento ritenuti idonei a governare il profilo di rischio
individuato.
Con il presente documento ha inteso, quindi, estendere la propria azione di prevenzione della
corruzione a tutti i reati considerati dalla L. 190/2012, dal lato attivo e passivo, in merito
all’attività di pubblico servizio svolta e ai comportamenti in cui è ravvisabile un abuso del
potere/funzione attribuita a dipendenti di S.A.B. per trarne un vantaggio privato.
La convinzione dell’organo amministrativo e di indirizzo strategico e politico di S.A.B. è che la
messa a punto e l’implementazione di sistemi di controllo interno sempre più estesi e
performanti rappresentino investimenti forieri di ritorni positivi, anche con significativa valenza
economica, per la società. In tale ottica si è deliberata anche l’adesione (volontaria) rispetto ad
un adempimento che, per converso, si contesta essere obbligatorio e cogente per le società di
diritto privato (pur, fin qui, in mano pubblica).
3 IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E
ALTRI SOGGETTI COINVOLTI
3.1 REQUISITI E INCOMPATIBILITÀ
L'art. 1 c. 7 della L. 190/2012 prevede la nomina del responsabile della prevenzione della
corruzione per tutte le Pubbliche amministrazioni. Tale previsione, normativamente non estesa
alle società di diritto privato in mano pubblica, è stata estesa dal PNA (fonte subordinata alla
Legge 190/2012) agli enti pubblici economici e agli enti di diritto privato in controllo pubblico,
indicando la possibilità che sia individuato anche nell’Organismo di vigilanza ex D.lgs. n.
231/2001.
La Circolare DPCM n. 1/2013, quindi, ne definisce – tra l’altro – i criteri di scelta e le
incompatibilità.
La scelta del responsabile anticorruzione deve ricadere, preferibilmente, su dirigenti
appartenenti al ruolo, che siano titolari di ufficio di livello dirigenziale generale.
Il dirigente designato non deve essere stato destinatario di provvedimenti giudiziali di
condanna né disciplinari e deve aver dato dimostrazione, nel tempo, di comportamento
integerrimo.
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Inoltre, nella scelta occorre tener conto, quale motivo di esclusione, dell’esistenza di situazioni
di conflitto d’interesse ed evitare, per quanto possibile, la designazione di dirigenti incaricati in
settori considerati esposti al rischio di corruzione.
3.2 FUNZIONI, POTERI E RESPONSABILITÀ
Considerato il delicato compito organizzativo e di raccordo, al responsabile della prevenzione
deve essere assicurato un adeguato supporto, mediante assegnazione di appropriate e
qualificate risorse umane e adeguate dotazioni strumentali e finanziarie.
La Legge ha considerato essenziale la figura del responsabile, come soggetto idoneo ad
assicurare il funzionamento del sistema di prevenzione, attribuendo a tale ruolo le seguenti
funzioni:
- elaborare la proposta di piano della prevenzione, che deve essere adottato dall’organo
d’indirizzo politico – nel caso di S.A.B., il Consiglio di Amministrazione (ciò
conformemente alla deliberazione assembleare del 27 giugno 2014 che ha individuato
nell’organo amministrativo l’organo cd. di indirizzo politico per le finalità di cui alla
Legge 190/2012 e decreti attuativi e delle norme amministrative e regolamentari della
specifica materia);
- definire procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad
operare in settori particolarmente esposti alla corruzione;
- verificare l’efficace attuazione del piano e la sua idoneità;
- proporre modifiche al piano in caso di accertamento di significative violazioni o di
mutamenti dell’organizzazione;
- promuovere, d’intesa con il dirigente competente, la mobilità interna degli incarichi
negli uffici preposti allo svolgimento delle attività, nel cui ambito è più elevato il rischio
che siano commessi reati di corruzione;
- individuare il personale da inserire nei percorsi di formazione sui temi dell'etica e della
legalità.
Il responsabile della prevenzione della corruzione, entro il 15 dicembre di ogni anno, redige una
relazione annuale con il rendiconto sull’efficacia delle misure di prevenzione adottate.
A fronte dei compiti attribuiti, la Legge 190/2012 prevede delle consistenti responsabilità per il
caso di inadempimento.
In particolare, all’art. 1, c. 8, della L.190/2012 si prevede una responsabilità dirigenziale per la
mancata predisposizione del Piano di prevenzione della corruzione e di mancata adozione delle
misure per la selezione e la formazione dei dipendenti.
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All’art. 1, c. 12 si prevede, inoltre, l’imputazione di una responsabilità dirigenziale, disciplinare e
amministrativa per il caso in cui all’interno della società vi sia stata una condanna per un reato
di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato.
La responsabilità è esclusa se il responsabile della prevenzione prova di avere predisposto,
prima della commissione del fatto, il piano di prevenzione e di averne osservato le prescrizioni e
di aver vigilato sul funzionamento e sull'osservanza del piano.
L’art. 1, c. 14, individua una forma di responsabilità dirigenziale ai sensi dell’art. 21, D.lgs. n. 165
del 2001 che si configura nel caso di: “ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste
dal piano” e una forma di responsabilità disciplinare “per omesso controllo”.
Per completezza del quadro delle responsabilità in capo al responsabile della prevenzione si
segnala:
- (in qualità di responsabile – anche – della trasparenza) una responsabilità per la
violazione degli obblighi di trasparenza art. 46 del d.lgs. n. 33 del 2013;
- il mancato rispetto delle disposizioni sulla incompatibilità e inconferibilità degli incarichi
(art. 15 del d.lgs. 39/2013).
L’inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente o la mancata
predisposizione del Piano sono “elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale”,
nonché “eventuale causa di responsabilità per danno all’immagine dell’amministrazione” e
sono comunque valutati ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato.
È esclusa la responsabilità ove l’inadempimento degli obblighi summenzionati di cui al c. 1
dell’art. 46, sia “dipeso da causa a lui non imputabile”.
L’esistenza di una responsabilità dirigenziale connessa alla predisposizione e all’attuazione del
Piano di prevenzione della corruzione e trasparenza rende necessario un collegamento tra
l’adempimento normativamente richiesto e gli obiettivi individuati nell’incarico dirigenziale, ai
fini della retribuzione variabile e di risultato come previsto dai CCNL applicabili.
Il sistema normativo ed i principi definiti per i dipendenti pubblici secondo quanto soprindicato
devono necessariamente interpretarsi, peraltro, alla luce ed in considerazione della specificità
della natura giuridica di S.A.B. e dei suoi dipendenti, collaboratori e dirigenti secondo quanto
già sopra precisato. La materia della responsabilità amministrativa ed erariale, per fare un
esempio e, la materia della mobilità interna degli incarichi, per fare un altro significativo
esempio, devono trovare opportuna interpretazione nell’ambito della disciplina speciale delle
società e dei contratti di settore, che non consentono detta mobilità. Ciò anche in
considerazione dell’adesione volontaristica di S.A.B. rispetto ad adempimenti che appare di
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dubbia legittimità considerare cogenti per le società per azioni (pur in mano pubblica). Anche il
sistema disciplinare, peraltro, verrà strutturato e declinato in stretta osservanza delle norme e
dei CCNL applicabili alla realtà delle gestioni aeroportuali.
3.3 DELIBERA DI NOMINA DEL RESPONSABILE TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE DI
S.A.B.
Il provvedimento di nomina è di competenza del Consiglio di Amministrazione (CdA), quale
organo d’indirizzo politico.
Con Delibera del 17 marzo 2014, il CdA di S.A.B. ha nominato “Responsabile Trasparenza e
Anticorruzione” ai sensi dell’art. 1 c. 7 della L. 190/2012 – per il biennio 2014-2015 – l’Avv. Silvia
Piccorossi, Direttore Corporate Affairs della Società.
La nomina del suddetto Responsabile è stata comunicata alla Camera di Commercio di Bologna
(principale azionista) ed agli altri azionisti pubblici il 26 marzo 2014 ed è pubblicata sul sito
internet di S.A.B. in via permanente. La medesima nomina è stata comunicata altresì alla
prefettura di Bologna in data 20 giugno 2014.
3.4 GLI ALTRI SOGGETTI COINVOLTI
Il Consiglio di Amministrazione (CdA)
Il CdA di S.A.B.:
- è l’organo di indirizzo che nomina il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione e vigila
sul suo operato e sull’efficacia dell’azione svolta;
- approva il Piano della prevenzione della corruzione e ogni proposta di aggiornamento e
modifica dello stesso;
- riceve e prende atto dei contenuti della relazione annuale predisposta dal Responsabile
con il rendiconto dettagliato sull’efficacia delle misure di prevenzione definite nel piano.
Dirigenti responsabili delle aree a rischio corruzione
Ai dirigenti titolari dei Processi/Attività a rischio corruzione individuati nel presente Piano sono
attribuite le seguenti responsabilità:
- svolgono attività informativa nei confronti del responsabile della prevenzione;
- partecipano al processo di gestione del rischio, collaborando con il responsabile per
individuare le misure di prevenzione;
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- assicurano l’osservanza del Codice Etico e l’attuazione delle misure di prevenzione
programmate nel Piano;
- adottano le misure gestionali finalizzate alla gestione del rischio di corruzione, quali
l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e la mobilità del personale.
Dipendenti/Collaboratori
I dipendenti e i collaboratori esterni partecipano al processo di gestione del rischio, osservando
le misure contenute nel Piano, segnalando le situazioni d’illecito al proprio dirigente o all’Ufficio
Personale o al Responsabile Trasparenza e Anticorruzione; così, parimenti, per i casi di conflitto
di interessi che li riguardano.
4 IL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
4.1 RIFERIMENTI NORMATIVI E CONTENUTO MINIMO
Il PNA ha previsto che gli enti dotati di modelli di organizzazione e gestione (MOG) per la
prevenzione dei reati contro la pubblica amministrazione, inclusi negli artt. 24 e 25 del D.lgs. n.
231/2001, possono far leva su di essi e integrarli ai sensi della L. 190/2012; le suddette parti
denominate Piani di prevenzione della corruzione, debbono essere trasmessi alle
amministrazioni pubbliche vigilanti e pubblicati sul sito istituzionale.
Di seguito è riportato il contenuto minimo che i MOG – Piano di prevenzione della corruzione
devono avere:
- individuazione delle aree a maggior rischio di corruzione, incluse quelle previste nell’art.
1 c. 16, della L.190/2012, valutate in relazione al contesto, all’attività e alle funzioni
dell’ente;
- previsione della programmazione della formazione, con particolare attenzione alle aree
a maggior rischio di corruzione;
- previsione di procedure per l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione al rischio di
fenomeni corruttivi;
- individuazione di modalità di gestione delle risorse umane e finanziarie idonee ad
impedire la commissione dei reati;
- previsione dell’adozione di un Codice di comportamento e per i dipendenti ed i
collaboratori, che includa la regolazione dei casi di conflitto di interesse per l’ambito
delle funzioni ed attività amministrative;
- regolazione di procedure per l’aggiornamento;
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- previsione di obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare
sul funzionamento e l'osservanza dei modelli;
- regolazione di un sistema informativo per attuare il flusso delle informazioni e
consentire il monitoraggio sull’implementazione del modello da parte
dell’amministrazione vigilante;
- introduzione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle
misure indicate nel modello.
Le misure di prevenzione devono essere coerenti con gli esiti della valutazione dei rischi,
prendendo in considerazione sia i potenziali eventi in cui l’ente possa essere considerato
responsabile per il reato commesso nel suo interesse o a suo vantaggio, sia per i reati commessi
da un dipendente della società in qualità di agente pubblico ovvero per quelle ipotesi in cui
l’agente operi come soggetto indotto o corruttore.
4.2 LA STRUTTURA DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE DI S.A.B.
Il Piano di prevenzione della corruzione (Piano) di S.A.B. è un documento di natura
programmatica che ingloba tutte le misure obbligatorie per la Legge 190/2012 e ad altre
specifiche relative a le aree a rischio di reato, individuate sulla base del risk assessment.
Il Piano viene trasmesso alla Camera di Commercio di Bologna (amministrazione vigilante),
dopo la sua approvazione da parte del CdA e pubblicato sul sito istituzionale della Società.
In concreto, il presente Piano di prevenzione della corruzione descrive la metodologia di risk
assessment, le aree e i processi sensibili individuati in relazione ai rischi di reato e di altri
comportamenti corruttivi, commessi dai soggetti apicali e sottoposti alla loro direzione e
coordinamento, in qualità di agenti pubblici ovvero per quelle ipotesi in cui il dipendente di
S.A.B. operi come soggetto indotto o corruttore.
La parte programmatica riporta le misure obbligatorie per tutte le aree sensibili, indicate dalla
L. 190/2012 e i presidi di controllo specifici di ciascun processo.
Il piano di implementazione (Allegato 2) che ne deriva contiene anche l’indicazione del grado di
priorità di ogni misura/prescrizione, tenendo conto della diversa rilevanza attribuita in relazione
all’urgenza di ridurre ad un livello accettabile i rischi che si verifichino gli eventi di corruzione
ipotizzati.
Di seguito è riportato l’indice degli argomenti trattati dal presente Piano della prevenzione
della corruzione:
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ex L. 190/2012
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- Introduzione (il profilo della società, la Legge 190/2012 e il sistema di prevenzione, gli
adempimenti delle società partecipate dalla PA, elenco dei reati di corruzione);
- L’impegno di S.A.B. nella prevenzione della corruzione;
- Il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione e altri soggetti coinvolti (Requisiti e
incompatibilità, funzioni poteri e responsabilità, delibera di nomina del responsabile di
S.A.B., gli altri soggetti coinvolti;
- Il Piano di prevenzione della corruzione (riferimenti normativi e contenuto minimo, la
struttura del Piano di S.A.B., il monitoraggio e riesame del Piano, obblighi informativi vs.
la PA vigilante);
- Metodologia di valutazione del rischio;
- Le aree sensibili e il sistema dei controlli interni esistenti;
- Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012 (ad es. formazione dei dipendenti, il codice di
comportamento, il sistema disciplinare, la trasparenza, ecc.);
Parte integrante del presente documento sono:
- Mappa delle attività a rischio (Allegato 1)
- Piano d’implementazione delle misure obbligatorie e specifiche (Allegato 2)
- la parte generale del MOG per le parti applicabili nella versione approvata dal CdA, ed in
particolare il Sistema Disciplinare;
- Corpo procedurale interno – costituito da procedure, istruzioni operative e
comunicazioni interne volte a regolamentare in modo chiaro ed efficace i processi
rilevanti della Società (Procedure Qualità, Ambiente, Sicurezza, Operative), ed in
particolare le procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs. 231/01 come evidenziate nell’allegato
3 del MOG.
- - il Codice Etico (allegato 1 del MOG).
4.3 IL MONITORAGGIO E IL RIESAME DEL PIANO
Il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione di S.A.B. verificherà periodicamente, almeno una
volta all’anno, i risultati organizzativi raggiunti rispetto ai singoli obiettivi anti-corruzione
programmati, rilevando gli eventuali scostamenti.
L’efficacia delle misure adottate sarà valutata sulla base delle verifiche eseguite e sugli esiti dei
monitoraggi periodici relativi a:
- rispetto dei tempi procedimentali nello svolgimento delle attività a rischio;
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- tipologia, frequenza di eventi o “pericoli” di non conformità rispetto alle procedure e
protocolli disciplinanti le attività a rischio e dei relativi provvedimenti assunti nei
confronti del personale che ha disatteso le “regole” aziendali;
- tipologia, frequenza di eventi o “pericoli” di comportamenti corruttivi rilevati nel
periodo, dei relativi provvedimenti assunti nei confronti del personale;
- rapporti intercorsi con i soggetti esterni.
Valutate le informazioni raccolte, entro il 15 dicembre di ogni anno, il Responsabile Trasparenza
e Anticorruzione redige una relazione sull’efficacia misure di prevenzione adottate, ai sensi
dell’art. 1 c. 14 L. 190/2012 che costituirà la base per l’emanazione del nuovo Piano
d’implementazione delle misure obbligatorie e specifiche.
La Relazione annuale dovrà essere trasmessa alla Camera di Commercio di Bologna.
Entro il 31 gennaio di ogni anno il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione elaborerà il Piano
annuale d’implementazione delle misure obbligatorie e specifiche da portare all’approvazione
del CdA.
Le successive modifiche o integrazioni di carattere sostanziale del presente Piano di
prevenzione della corruzione, anche proposte dal Responsabile Trasparenza e Anticorruzione
(intendendosi per tali le modifiche delle regole e dei principi generali contenuti nel presente
Piano), sono rimesse alla competenza del CdA di S.A.B. che le adotta con delibera.
4.4 OBBLIGHI INFORMATIVI VERSO LA PA VIGILANTE
Nelle more di una specifica richiesta della Camera di Commercio di Bologna o di un protocollo
d’intesa tra le parti, il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione di S.A.B. provvederà a
trasmettere tempestivamente alla Camera di Commercio di Bologna i seguenti documenti:
- il Piano di prevenzione della corruzione di S.A.B. e suoi aggiornamenti successivi
approvati dal Consiglio di Amministrazione;
- il Piano annuale d’implementazione delle misure obbligatorie e specifiche (Allegato 2);
- la Relazione annuale del Responsabile Trasparenza e Anticorruzione.
5 METODOLOGIA DI GESTIONE DEL RISCHIO
Il processo di gestione del rischio, ossia l'insieme delle attività coordinate per guidare e tenere
sotto controllo l'azienda con riferimento al rischio di "corruzione”, è stato condotto in
osservanza della metodologia generale indicata dal PNA.
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Pertanto, sono state seguite le fasi operative di seguito elencate:
a) Identificazione dei reati e mappatura delle attività a rischio
b) Valutazione del rischio per ciascun processo
c) Valutazione del sistema di controllo esistente e Piano di miglioramento
Il Piano di prevenzione della corruzione di S.A.B. si basa sulla individuazione della mappa delle
attività a rischio, ovvero delle attività nel cui ambito possono essere commessi i reati previsti
dalla L. 190/2012.
Muovendo da quanto già realizzato nel contesto della redazione del MOG in attuazione del
D.Lgs 231/01, si è proceduto ad un approfondimento nella mappatura dei processi attuati da
S.A.B. in termini di maggiore analiticità dei processi / attività, in modo da renderli più adeguati
ad una evidenziazione dei rischi coerenti con le tipologie di reato previste dalla L. 190/2012.
La mappa delle attività a rischio di commissione delle fattispecie di reato di cui al L. 190/2012,
così predisposta, evidenzia i seguenti elementi:
- elenco di tutti i processi/sottoprocessi e attività aziendali svolte
- Direzioni/Funzioni aziendali coinvolte nelle singole attività
- identificazione del reato ex L. 190/2012 e/o D.Lgs. 231/01 associato
- descrizione delle modalità di realizzazione della condotta
- aree di attività aziendali individuate come a rischio con indicazione qualitativa del livello
di rischio esistente (rischio inerente2).
Si riportano di seguito i processi/ aree di attività aziendali individuate come a rischio, ovvero nel
cui ambito potrebbero essere presenti rischi potenziali di commissione delle fattispecie di reato
previste dalla Legge 190/2012 e/o D.Lgs. 231/01, con l’indicazione qualitativa del livello di rischio
esistente:
Processi/ Aree di attività aziendali a rischio Livello rischio
BUSINESS AVIATION ����
BUSINESS NON AVIATION
- Gestione delle subconcessioni ���� - Gestione Biglietteria on line !
2 I l R is ch io I ne re nt e è de f i n it o co m e i l r i s ch io co nne s s o a d u na a t t i v i t à e /o u n p ro ce s s o a z ie n da le a pr e s ci n de re da l l i ve l lo d i co nt ro l lo
pre s e nt e ne l lo s t e s s o
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Processi/ Aree di attività aziendali a rischio Livello rischio
- Gestione Parcheggi ����
- Gestione MBL (gestione commerciale) ����
STRATEGIA & CPM !
GESTIONE OPERATIVA DELL’AEROPORTO (DOA) ����
SAFETY MANAGEMENT SYSTEM ����
SECURITY
- Gestione attività di controllo passeggeri, bagagli e accessi !
- Gestione della concessione in materia di security !
APPROVVIGIONAMENTI - Approvvigionamento beni e servizi ���� - Consulenze e incarichi professionali a terzi ���� - Pianificazione e realizzazioni investimenti ����
AFFARI LEGALI E SOCIETARI - Affari Societari ����
- Gestione del contenzioso e accordi transattivi !
AMMINISTRAZIONE E FINANZA - Gestione flussi monetari e finanziari ����
- Contabilità, bilancio e operazioni straordinarie !
MARKETING E COMUNICAZIONE - Comunicazione esterna e rapporti con i media !
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Processi/ Aree di attività aziendali a rischio Livello rischio
- Gestione dell'immagine e della comunicazione interna ���� - Omaggi, sponsorizzazioni e promozione commerciale !
PERSONALE - Selezione, assunzione e gestione del personale ! - Richiesta e gestione dei finanziamenti pubblici ! - Rimborso spese e spese di rappresentanza !
SALUTE E SICUREZZA E AMBIENTE - Adempimenti in materia ambientale ����
- Salute e sicurezza sul lavoro ����
SISTEMI INFORMATIVI ����
GESTIONE DEGLI ADEMPIMENTI E DEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE E LE AUTORITÀ DI VIGILANZA !
Legenda: � Rischio inerente lieve ! Rischio inerente medio � Rischio inerente alto
Si è, quindi, proceduto alla rilevazione dei meccanismi di controllo, di processo e organizzativi
qualificati per presidiare i rischi identificati nella documentazione aziendale esistente
(procedure aziendali rilevanti ai sensi del D.Lgs. 231/01, altre procedure in ambito Qualità,
regolamenti interni, Regolamento di Scalo, Manuale Aeroporto, ecc.) e alla identificazione delle
eventuali carenze e dei relativi interventi correttivi che si sono resi necessari per il superamento
delle stesse carenze individuate.
I risultati di tale attività sono stati formalizzati in specifico documento denominato “Mappe
delle attività a rischio 231_190” (Allegato 1) e nel Piano annuale d’implementazione delle misure
obbligatorie e specifiche (Allegato 2), che rimangono a disposizione del Responsabile
Trasparenza e Anticorruzione per l’attività istituzionale ad esso demandata.
E’ importante evidenziare che la mappa delle attività a rischio fotografa la situazione esistente
alla data di redazione del presente Piano. L’evolvere delle attività aziendali richiederà il
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necessario aggiornamento della mappatura, al fine di ricomprendere gli eventuali rischi
associabili alle nuove attività.
6 LE AREE SENSIBILI E IL SISTEMA DEI CONTROLLI ESISTENTI
6.1 BUSINESS AVIATION
Le attività dell’Area Business aviation in cui potenzialmente possono esser commessi abusi da
parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Promozione commerciale e Marketing (Omaggi, sponsorizzazioni e promozione
commerciale in ambito Business Aviation).
- Sviluppo traffico (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto).
- Business Cargo (incluse le attività di pianificazione e realizzazioni investimenti in ambito
business Cargo).
Nelle suddette attività ipotizzabili i seguenti rischi di commissione di reati ex L.190/2012:
- riconoscimento/concessione di indebite elargizioni ad Enti o Società senza scopo di
lucro (per eventi di promozione commerciale e Marketing), al fine di creare disponibilità
illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto (corruzione o peculato);
- dazione o promessa di denaro o altra utilità al Cliente, al fine di ottenere/mantenere
indebitamente un accordo commerciale;
- accettazione, in denaro o altra utilità, di una retribuzione non dovuta, o accettazione
della promessa, a fini personali, per una falsa o illecita mediazione o al fine, ad esempio,
di favorire un potenziale cliente nella scelta commerciale, di escludere eventuali
concorrenti o al fine di mantenere accordi commerciali fornendo incentivi non dovuti
(ad es. per mancato raggiungimento degli obiettivi garantiti, perdita dei requisiti per
l'ottenimento degli incentivi, ecc.);
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti, ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui.
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
- PQ 43 “Gestione omaggistica e liberalità”
- PQ 45 “Linee guida per la gestione delle attività di sviluppo traffico”
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”
- PQ 62 “Gestione investimenti” (per le attività di competenza nella pianificazione e
realizzazione di investimenti nell’Area Business Aviation)
- PQ 84 “Pianificazione Lavori e opere” (per le attività di competenza nella pianificazione
e realizzazione di investimenti nell’Area Business Aviation – Sviluppo Area Cargo)
- PQ 85 “Progettazione” (per le attività di competenza nella pianificazione e realizzazione
di investimenti nell’Area Business Aviation – Sviluppo Area Cargo)
- PQ 86 “Realizzazione” (per le attività di competenza nella pianificazione e realizzazione
di investimenti nell’Area Business Aviation – Sviluppo Area Cargo).
6.2 BUSINESS NON AVIATION
Le attività dell’Area Business non aviation in cui potenzialmente possono esser commessi abusi
da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Promozione e prospezione di nuove iniziative di business e Advertising (Omaggi,
sponsorizzazioni e promozione commerciale in ambito Business Non Aviation).
- Gestione delle sub concessioni (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con
la Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto)
- Gestione Biglietteria (Ticket online, inclusa la gestione dei flussi monetari e finanziari di
riferimento).
- Gestione MBL (solo aspetti commerciali).
- Gestione Parcheggi (inclusa la gestione dei flussi monetari e finanziari di riferimento).
Nelle suddette attività ipotizzabili i seguenti rischi di commissione di reati ex L.190/2012:
- riconoscimento/concessione di indebite elargizioni ad Enti o Società senza scopo di
lucro (per eventi di promozione e prospezione di nuove iniziative business non aviation),
al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto
(corruzione o peculato);
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- riconoscimento/concessione di denaro o indebite utilità (tramite la definizione di
strutture tariffarie o la stipula di accordi svantaggiosi per la Società o l'utilizzo gratuito
della struttura MBL o dei parcheggi aeroportuali) ad altri esponenti terzi, pubblici o
privati, al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in
oggetto (corruzione o peculato);
- riconoscimento/concessione di denaro o indebite utilità al cliente, affinché lo stesso
possa preferire la struttura aeroportuale (rispetto ad altre proposte maggiormente
vantaggiose per la società terza) per prendere locali in subconcessione, o al fine di
ottenere indebitamente un accordo commerciale (ad es. stipula con accordi vantaggiosi
per S.A.B. e in nocumento della Società subconcessionaria);
- accettazione, in denaro o altra utilità, di una retribuzione non dovuta, o accettazione
della promessa, a fini personali, per una falsa o illecita mediazione o al fine, ad esempio,
di favorire un potenziale cliente nella scelta commerciale (elargizione di incentivi,
gestione di subconcessioni, ecc.), o di escludere eventuali concorrenti (ad es. nella
predisposizione di bandi di gara relativamente alla gestione di subconcessioni);
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti, ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui;
- utilizzo delle somme di denaro presenti dagli incassi della Società (da Parcheggio o da
Biglietteria), al fine di ottenere disponibilità utilizzabili per fini corruttivi;
- accettazione, in denaro o altra utilità, di una retribuzione non dovuta, o accettazione
della promessa, per turbare una gara/ licitazione privata o il procedimento
amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al
fine di condizionare le modalità di scelta del cliente/contraente da parte della Società;
- accettazione, in denaro o altra utilità, di una retribuzione non dovuta, o accettazione
della promessa, per aiutare un subconcessionario/ fornitore a non adempiere agli
obblighi che gli derivano da un contratto di fornitura di cose od opere necessarie ad un
pubblico servizio o per frodare la Società, nell'esecuzione dei contratti di fornitura o
nell'adempimento degli altri obblighi contrattuali.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 ( e della L. 190/2012):
- PQ 43 “Gestione omaggistica e liberalità”
- PQ 65 “Gestione parcheggi”
- PQ 66 “Gestione delle aree in subconcessione”
- PQ 72 “Gestione dei flussi monetari e finanziari”
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.3 STRATEGIA & CPM
Le attività relative al Controllo di Gestione e gestione della concessione in cui potenzialmente
possono esser commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi
privati sono:
- Controllo di Gestione (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la
Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto)
- Gestione della Concessione (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la
Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto).
Nelle suddette attività ipotizzabili i seguenti rischi di commissione di reati ex L.190/2012:
- alterazione della documentazione ovvero omissione di dati ed informazioni al fine di
ottenere indebitamente il rilascio/mantenimento di autorizzazioni, licenze, concessioni,
ecc.
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti, ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 ( e della L. 190/2012):
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”
6.4 GESTIONE OPERATIVA DELL’AEROPORTO
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Le attività relative alla gestione operativa dell’aeroporto in cui potenzialmente possono esser
commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Area di Manovra:
o Prevenzione, controlli e ispezioni per la sicurezza della movimentazione degli
aeromobili e dei mezzi (Area di Manovra);
o Coordinamento operativo di scalo (Area di Manovra);
o Esecuzione dei servizi connessi al volo (Area di Manovra e Apron).
- APRON/ TERMINAL:
o Coordinamento operativo di scalo (Terminal e Apron);
o Operazioni sul piazzale (Apron);
o Gestione MBL (solo aspetti operativi);
o Assistenza passeggeri e bagagli (Terminal);
o Gestione incidenti e emergenze.
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- abuso nell’adozione di provvedimenti aventi ad oggetto condizioni di accesso a servizi
pubblici al fine di agevolare particolari soggetti (es. inserimento in cima ad una lista di
attesa, passaggio non controllato di passeggeri e/o beni o erogazione di servizi MBL
senza corrispettivo);
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- indebita interruzione del servizio, ovvero sospensione del lavoro in modo da turbare la
regolarità del servizio;
- sottrazione, danneggiamento, dispersione o distruzione di cose sottoposte a sequestro
disposto nel corso di un procedimento penale o dall'Autorità amministrativa e affidate
alla custodia del dipendente, al solo scopo di favorire il proprietario di essa.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nel Regolamento di Scalo
(e Manuale Operativo del Regolamento - per le parti di propria competenza), nel Manuale
dell’Aeroporto e nelle relative procedure adottate dal Gestore per lo svolgimento in sicurezza
delle operazioni, in particolare:
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- le procedure adottate per fornire le informazioni sull’operatività dell’aeroporto e per
l’aggiornamento dei dati inseriti nella Pubblicazione delle Informazioni Aeronautiche;
- le procedure adottate per il controllo dei lavori;
- le procedure adottate per le ispezioni programmate e non programmate, per la
valutazione dello stato delle superfici operative e per la gestione dei relativi report;
- le procedure adottate per la misurazione e diffusione delle informazioni relative
all’azione frenante di pista;
- le procedure adottate per la misurazione e diffusione delle informazioni relative alla
altezza dell’acqua, della neve e neve mista ad acqua (slush), sulle piste e sulle vie di
rullaggio;
- le procedure adottate per la pulizie delle superfici operative;
- le procedure adottate per le operazioni in bassa visibilità;
- le procedure adottate per le attività di sgombero neve;
- le procedure adottate per le attività di rimozione aeromobili incidentati;
- le procedure per la riduzione del rischio da impatto con uccelli e animali selvatici;
- il Piano di coordinamento sgombero neve;
- il Manuale della procedura per la rimozione degli aeromobili incidentati o in avaria.
6.5 SAFETY MANAGEMENT SYSTEM
Le attività relative al Safety Management System in cui potenzialmente possono esser
commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Valutazione del rischio, investigazioni e sorveglianza (inclusa la gestione degli
adempimenti e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza
nell’ambito in oggetto).
- Comunicazione ed informazione.
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- abuso nell’adozione di provvedimenti aventi ad oggetto condizioni di accesso a servizi
pubblici, al fine di agevolare particolari soggetti (es. inserimento in cima ad una lista di
attesa, passaggio non controllato di passeggeri);
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico nell'ambito di
una visita ispettiva, al fine di indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di
legge, oppure ad omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali
rilievi o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in
oggetto (corruzione o peculato);
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
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Revisione del 20/10/2014 Pagina 31 di 49
- alterazione della documentazione ovvero omissione di dati ed informazioni al fine di
ottenere indebitamente il rilascio/mantenimento di autorizzazioni, licenze, concessioni,
ecc.;
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- indebita interruzione del servizio, ovvero sospensione del lavoro in modo da turbare la
regolarità del servizio.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nel Manuale
dell’Aeroporto ed in particolare nell’allegato Manuale SMS (sez. 11 – Allegato 06) e nella
procedura PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.6 SECURITY
Le attività relative all’Area Security in cui potenzialmente possono esser commessi abusi da
parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Gestione dell'affidamento in concessione dei servizi di security;
- Gestione Tesserino d'ingresso in aeroporto (TIA);
- Controlli di sicurezza passeggeri, bagagli da stiva e gestione deposito bagagli e oggetti
rinvenuti;
- Gestione accesso in aeroporto (airside e landside);
- Gestione del personale Security e dei dispositivi di controllo (incluse le attività relative
agli approvvigionamenti di beni e servizi nell’ambito di riferimento).
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- abuso nell’adozione di provvedimenti aventi ad oggetto condizioni di accesso a servizi
pubblici, al fine di agevolare particolari soggetti (es. inserimento in cima ad una lista di
attesa, passaggio non controllato di passeggeri);
- accettazione, in denaro o altra utilità, di una retribuzione non dovuta, o accettazione
della promessa, a fini personali, per una falsa o illecita mediazione o al fine, ad esempio,
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
Revisione del 20/10/2014 Pagina 32 di 49
di consentire indebitamente il rilascio del Tesserino d'ingresso in aeroporto, o
dell’abilitazione ADC, o di consentire il passaggio non controllato di passeggeri e/o beni;
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico nell'ambito di
una visita ispettiva, al fine di indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di
legge, oppure ad omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali
rilievi, o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in
oggetto (corruzione o peculato);
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui (ad es. bagagli
smarrito o rinvenuto);
- alterazione della documentazione ovvero omissione di dati ed informazioni, al fine di
ottenere indebitamente il rilascio/mantenimento di autorizzazioni, licenze, concessioni,
ecc.;
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti, ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, ovvero arrecare ad
altri un danno;
- indebita interruzione del servizio, ovvero sospensione del lavoro in modo da turbare la
regolarità del servizio.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 ( e della L. 190/2012):
- PQ 50 “Servizi Security”;
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
- Regolamento acquisti appalti “regimi propri”;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.7 APPROVVIGIONAMENTI
Le attività relative agli approvvigionamenti (trasversale a tutte le funzioni aziendali dotate di
idonei poteri e supportata anche dalle apposite funzioni) in cui potenzialmente possono esser
commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Approvazione e gestione budget acquisti;
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- Monitoraggio costi (Controllo di Gestione);
- Selezione e qualificazione dei fornitori;
- Acquisto di beni e servizi (Affidamenti diretti, Affidamento tramite gara informale e
Affidamento sopra soglia);
- Affidamento di consulenze e incarichi professionali;
- Gestione degli appalti in fase esecutiva;
- Assicurazioni.
I rischi insiti nelle fasi del processo acquisti, considerati in ottica strumentale alla commissione
di reati ex L.190/2012, sono i seguenti:
- accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a manipolarne gli esiti,
utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi
dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso;
- definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico-
economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che
stabiliscono requisiti di qualificazione);
- uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a
favorire un’impresa;
- utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi
previsti dalla legge al fine di favorire un’impresa;
- elusione delle regole di affidamento degli appalti, mediante l’improprio utilizzo del
modello procedurale dell’affidamento delle concessioni al fine di agevolare un
particolare soggetto;
- abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato
si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all’aggiudicatario;
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari;
- ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire
all’appaltatore di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra
guadagni;
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
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- Regolamento acquisti appalti “regimi propri”;
- PQ54 “Affidamento incarichi di consulenza”;
- Regolamento Incarichi di Consulenza;
- PI 62 “Gestione investimenti” (per le attività di competenza nella gestione degli appalti
per la realizzazione di investimenti);
- PQ 84 “Pianificazione Lavori e opere” (per le attività di competenza nella gestione degli
appalti per la realizzazione di investimenti);
- PQ 85 “Progettazione” (per le attività di competenza nella gestione degli appalti per la
realizzazione di investimenti);
- PQ 86 “Realizzazione” (per le attività di competenza nella gestione degli appalti per la
realizzazione di investimenti).
6.8 AFFARI LEGALI E SOCIETARI
Le attività relative agli affari legali e societari in cui potenzialmente possono esser commessi
abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Gestione degli affari societari (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con
la Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto);
- Affari legali e contratti;
- Gestione contenziosi (incluse le attività relative alla gestione di consulenze e incarichi
professionali a terzi nell’ambito di riferimento).
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico o di
un’Autorità di Vigilanza/ Giudiziaria nell'ambito di una visita ispettiva/ processo, al fine di
indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di legge oppure ad
omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali rilievi o al fine di
ottenere un esito favorevole del processo per la Società, pur in assenza dei presupposti,
o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto
(corruzione o peculato);
- alterazione della documentazione ovvero omissione di dati ed informazioni al fine di
evitare sanzioni/rilievi ed, in generale, danni all'immagine della stessa;
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- sottrazione, danneggiamento, dispersione o distruzione di cose sottoposte a sequestro
disposto nel corso di un procedimento penale o dall'Autorità amministrativa e affidate
alla custodia del dipendente, al solo scopo di favorire il proprietario di essa;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui (ad es. in accordo
con la controparte nella gestione stragiudiziale di un contenzioso);
- motivazione generica e tautologica (senza supporto assicurato da Curriculum Vitae o
altre referenze/verifiche di expertise) circa la sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
- PQ46 “Gestione contenziosi e accordi transattivi”;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”;
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
- PQ54 “Affidamento incarichi di consulenza”;
- Regolamento Incarichi di Consulenza.
6.9 AMMINISTRAZIONE E FINANZA
Le attività relative all’Area Amministrazione e Finanza in cui potenzialmente possono esser
commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Amministrazione;
- Contabilità;
- Gestione dei rapporti con terzi (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con
la Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto e la
gestione di consulenze e incarichi professionali a terzi nell’ambito di riferimento);
- Affari fiscali (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione e le Autorità di Vigilanza e del contenzioso/ accordo transattivo
nell’ambito in oggetto);
- Finanza e Tesoreria;
- Assicurazioni (inclusa la gestione di consulenze e incarichi professionali a terzi
nell’ambito di riferimento).
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
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Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- riconoscimento/concessione di indebite utilità (tramite ad es. procedure di recupero
crediti sfavorevoli per la Società, passaggio a sofferenza e/o perdita di un credito in
assenza dei requisiti previsti dalla procedura del recupero crediti, messa in pagamento
di fatture di fornitori compiacenti e/o fittizi per beni/prestazioni inesistenti o di importi
superiori rispetto a quanto dovuto, indebito utilizzo delle somme di denaro presenti
nelle casse della Società o delle carte di credito aziendali) ad esponenti terzi al fine di
creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto (corruzione
o peculato);
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico o di
un’Autorità di Vigilanza/ Giudiziaria nell'ambito di una visita ispettiva/ processo, al fine di
indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di legge oppure ad
omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali rilievi o al fine di
ottenere un esito favorevole del processo per la Società, pur in assenza dei presupposti,
o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto
(corruzione o peculato);
- alterazione della documentazione ovvero omissione di dati ed informazioni inerenti, ad
es. alle dichiarazioni fiscali/ tributarie, o alterazione del funzionamento del sistema
telematico o dei dati, delle informazioni o dei programmi del sistema telematico della
Pubblica Amministrazione al fine di evitare sanzioni/rilievi ed, in generale, danni
all'immagine della stessa;
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui (ad es. nella
gestione dei pagamenti, dei conti correnti, della piccola cassa, ecc.);
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
Revisione del 20/10/2014 Pagina 37 di 49
- PQ 71 “Formazione del Bilancio”;
- PQ 72 “Gestione dei flussi monetari e finanziari”;
- PQ 55 “Recupero Crediti”;
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”;
- PQ46 “Gestione contenziosi e accordi transattivi”;
- PQ54 “Affidamento incarichi di consulenza”;
- Regolamento Incarichi di Consulenza.
6.10 MARKETING E COMUNICAZIONE
Le attività relative all’Area Marketing e comunicazione in cui potenzialmente possono esser
commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Marketing strategico e Comunicazione interna (inclusa la gestione di
approvvigionamento di beni e servizi nell’ambito di riferimento);
- Comunicazione esterna (incluse la gestione di omaggi, sponsorizzazioni e promozione
commerciale, Rimborso spese e spese di rappresentanza e approvvigionamento di beni
e servizi nell’ambito di riferimento).
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad esponenti terzi (tramite ad es.
concorso con fornitori compiacenti e/o creazione di fornitori fittizi per l’acquisto di
beni/prestazioni inesistenti o di importi superiori rispetto a quanto dovuto) al fine di
creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto (corruzione
o peculato);
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui (ad es. nella
gestione delle trasferte e del rimborso spese, ecc.);
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
- PQ 43 “Gestione omaggistica e liberalità”;
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
- Regolamento acquisti appalti “regimi propri”;
- PQ54 “Affidamento incarichi di consulenza”;
- Regolamento Incarichi di Consulenza;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.11 PERSONALE
Le attività relative all’Area Personale in cui potenzialmente possono esser commessi abusi da
parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Selezione e assunzione del personale;
- Gestione del personale (inclusa la gestione dei contenziosi nell’ambito di riferimento);
- Formazione (inclusa la richiesta e gestione dei finanziamenti pubblici nell’ambito di
riferimento);
- Amministrazione del personale (inclusa la gestione degli adempimenti e dei rapporti con
la Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza nell’ambito in oggetto);
- Gestione delle trasferte aziendali.
I rischi dell’Area Personale, considerati in ottica strumentale alla commissione di reati di
corruzione ex L.190/2012, sono i seguenti:
- previsioni di requisiti di accesso “personalizzati” ed insufficienza di meccanismi
oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e
professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare
candidati particolari;
- abuso nei processi di dimensionamento organici/opzioni insourcing-
outsourcing/stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari;
- irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di
candidati particolari;
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità
della selezione, quali, a titolo esemplificativo, la predeterminazione dei criteri di
valutazione delle prove allo scopo di reclutare candidati particolari;
- progressioni economiche o di carriera accordate illegittimamente allo scopo di
agevolare dipendenti/candidati particolari;
- inserimento in anagrafica di personale non effettivamente dipendente della società e/o
vicino agli esponenti terzi.
Inoltre, nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di
corruzione:
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico o di
un’Autorità di Vigilanza/ Giudiziaria nell'ambito di una visita ispettiva/ processo/ richiesta
di finanziamento, al fine di indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di
legge oppure ad omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali
rilievi o al fine di ottenere un esito favorevole del processo/ iter autorizzativo per la
Società, pur in assenza dei presupposti, o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili
per la realizzazione dei reati in oggetto (corruzione o peculato);
- alterazione della documentazione, ovvero omissione di dati ed informazioni inerenti, ad
es. alle dichiarazioni tributarie, o alterazione del funzionamento del sistema telematico
o dei dati, delle informazioni o dei programmi del sistema telematico della Pubblica
Amministrazione, al fine di evitare sanzioni/rilievi ed, in generale, danni all'immagine
della stessa;
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui (ad es. concorso
con le funzioni coinvolte nella gestione delle trasferte e del rimborso spese, ecc.);
- manomissione e falsificazione della documentazione propedeutica al finanziamento
agevolato allo scopo di indurre in errore il funzionario pubblico e di ottenere i contributi
in assenza di requisiti richiesti dalla PA (ad esempio dichiarazioni / certificazioni non
veritiere del possesso dei requisiti per la partecipazione a bandi per corsi di formazione,
per incentivo all'occupazione femminile, per sviluppo nuove tecnologie informatiche);
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- utilizzo di contributi/ sovvenzioni/ finanziamenti per finalità diverse da quelle per le quali
sono state ottenute;
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7. “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
- PQ 22 “Policy trasferte aziendali”;
- PQ 25 “Selezione e assunzione del personale”;
- PQ 42 “Gestione finanziamenti e contributi finanziari”;
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
- Regolamento acquisti appalti “regimi propri”;
- PQ54 “Affidamento incarichi di consulenza”;
- Regolamento Incarichi di Consulenza;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.12 SALUTE E SICUREZZA E AMBIENTE
Le attività relative alla Salute e Sicurezza e Ambiente in cui potenzialmente possono esser
commessi abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Adempimenti in materia di ambiente (inclusa la gestione degli adempimenti e dei
rapporti con la Pubblica Amministrazione e le Autorità di Vigilanza e
l’approvvigionamento di beni e servizi nell’ambito in oggetto).
- Adempimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro ex D.Lgs. 81/08 (inclusa la
gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e le Autorità
di Vigilanza e l’approvvigionamento di beni e servizi nell’ambito in oggetto).
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico nell'ambito di
una visita ispettiva, al fine di indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di
legge oppure ad omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali
rilievi o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in
oggetto (corruzione o peculato);
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad esponenti terzi (tramite ad es.
concorso con fornitori compiacenti e/o creazione di fornitori fittizi per l’acquisto di
beni/prestazioni inesistenti o di importi superiori rispetto a quanto dovuto), al fine di
creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in oggetto (corruzione
o peculato);
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui;
- alterazione della documentazione ovvero omissione di dati ed informazioni al fine di
ottenere indebitamente il rilascio/mantenimento di autorizzazioni, licenze, permessi,
ecc.;
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti, ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il
conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7. “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative
procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/2012):
- PI 202 “Gestione rifiuti”;
- PI 203 “Gestione depositi sostanze contaminanti acque e suolo”;
- PI 204 “Gestione qualità delle Acque di Scarico”;
- PI 205 “Gestione rumore da traffico aereo”;
- PI 210 “Controllo e manutenzione amianto”;
- PI 302 “Gestione delle sostanze e preparati pericolosi”;
- PI 401 “Aspetti di sicurezza nella gestione degli appalti”;
- PI 402 “Gestione Emergenze”;
- PI 403 “Gestione Dispositivi di protezione individuale”;
- PI 404 “Gestione visite mediche”;
- PI 405 “Radioprotezioni”;
- PI 57 “Ciclo Passivo”;
- Regolamento acquisti appalti “regimi propri”;
- PQ54 “Affidamento incarichi di consulenza”
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ex L. 190/2012
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- Regolamento Incarichi di Consulenza;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.13 SISTEMI INFORMATIVI
Le attività relative all’area Sistemi Informativi in cui potenzialmente possono esser commessi
abusi da parte di un dipendente di S.A.B. al fine di ottenere vantaggi privati sono:
- Gestione delle infrastrutture informative, hardware e sicurezza del sistema (inclusa la
gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e le Autorità
di Vigilanza nell’ambito in oggetto).
- Sviluppo e gestione del software, degli applicativi gestionali e integrità dei dati.
- Servizi di supporto.
Nelle suddette attività è ipotizzabile il seguente rischio di commissione di reati di corruzione:
- riconoscimento/concessione di indebite utilità ad un Funzionario Pubblico nell'ambito di
una visita ispettiva, al fine di indurre lo stesso ad ignorare eventuali inadempimenti di
legge oppure ad omettere/attenuare l’irrogazione di sanzioni conseguenti ad eventuali
rilievi o al fine di creare disponibilità illecite utilizzabili per la realizzazione dei reati in
oggetto (corruzione o peculato);
- violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omissione del principio di
astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri
casi prescritti ovvero rifiuto nel compimento di un atto d’ufficio, per procurare
intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecare ad
altri un danno;
- alterazione di un sistema informatico o telematico ovvero di dati, informazioni o
programmi contenuti in un sistema informatico o telematico della Pubblica
Amministrazione;
- indebita interruzione del servizio, ovvero sospensione del lavoro in modo da turbare la
regolarità del servizio;
- appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui in possesso o comunque nella
disponibilità dell’ufficio o servizio, anche giovandosi dell’errore altrui.
Per la gestione dei suddetti rischi, S.A.B. intende avvalersi delle “misure” riportate nel
successivo capitolo 7 “Le misure obbligatorie ex Legge 190/2012”, delle prescrizioni specifiche
adottate con il MOG e il Codice Etico, dei presidi di controlli indicati nel Manuale dell’Aeroporto
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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e dei presidi di controlli indicati nelle seguenti relative procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs
231/01 (e della L. 190/2012):
- PQ81 “Linee Guida per un corretto utilizzo dei sistemi informatici aziendali”;
- PQ89 “Linee Guida per la gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica
Amministrazione”.
6.14 GESTIONE DEGLI ADEMPIMENTI E DEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE E LE AUTORITÀ DI VIGILANZA
La gestione degli adempimenti e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e le Autorità di
Vigilanza rappresenta un area di rischi trasversale alle singole Aree di rischio finora elencati.
Per la gestione dei rischi di tale area si rimanda ai presidi elencati nelle singole Aree di rischio
finora elencati ed in particolare alle prescrizioni specifiche adottate con il MOG e il Codice Etico
ed i presidi di controlli indicati nella procedura PQ89 "Linee Guida per la gestione degli
adempimenti e dei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
7 LE MISURE OBBLIGATORIE EX L.190/2012
7.1 IL SISTEMA DISCIPLINARE
La Legge 190/2012 ha stabilito che la violazione delle regole dei Codici adottati da ciascuna
amministrazione in conformità al nuovo Codice di comportamento (DPR n. 62/2013) dà luogo a
responsabilità disciplinare; quindi, le norme contenute nei Codici di comportamento fanno
parte a pieno titolo del “codice disciplinare”. Tali principi di legge appaiono compatibili con il
CCNL delle gestioni aeroportuali e con Contratto dei Dirigenti dell’Industria (contratti
applicabili, rispettivamente, a dipendenti e dirigenti della Società).
Il sistema disciplinare e sanzionatorio adottato da S.A.B. di cui al D.Lgs. 231/2001 e alla L. 190/12,
è pertanto conforme a quanto previsto dai CCNL di settore e allo “Statuto dei lavoratori” ed è
descritto al capitolo 5 - Sistema Disciplinare del MOG.
Al mancato rispetto delle prescrizioni del Codice Etico o dei comportamenti indicati nelle
singole procedure rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 (e della L. 190/12) consegue l'irrogazione
delle sanzioni disciplinari previste, secondo il principio di tempestività e immediatezza della
contestazione, senza attendere l'esito dell'eventuale giudizio istaurato innanzi le competenti
Autorità Giudiziarie.
7.2 LA TRASPARENZA
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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La trasparenza è considerata uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione
e per l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa.
Gli obblighi di trasparenza sono indicati all’art. 1 co.15, 16, 26, 27, 32, 33 della Legge 190.
Il D.lgs. 33/2013 art. 11 ribadisce che le disposizioni previste dal Decreto si applicano alle società
partecipate dalle pubbliche amministrazioni, limitatamente alla attività di pubblico interesse
disciplinata dal diritto nazionale o dell'Unione europea.
Con il D.lgs. n. 33 si rafforza la qualificazione della trasparenza intesa, già con il D.lgs. n. 150 del
2009, come accessibilità totale delle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività delle
pubbliche amministrazioni allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento
delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche. Emerge dunque con chiarezza
che la trasparenza non è da considerare come fine, ma come strumento per avere
un’amministrazione che opera in maniera eticamente corretta e che persegue obiettivi di
efficacia, efficienza ed economicità dell’azione, valorizzando l’accountability con i cittadini.
Gli adempimenti di trasparenza devono essere curati seguendo le indicazioni contenute
nell’Allegato A al D.lgs. n. 33 del 2013 e secondo la delibera n. 50 del 2013 della CIVIT (ANAC).
Con particolare riferimento alle procedure di appalto, l’AVCP (oggi ANAC) ha definito con la
deliberazione n. 26/2013 le informazioni essenziali che le stazioni appaltanti pubbliche devono
pubblicare sulla sezione “Amministrazione trasparente” del proprio sito. In considerazione,
sempre, della specificità della natura giuridica di S.A.B. e delle attività di pubblico interesse
disciplinate dal diritto nazionale o dell'Unione europea da essa svolte (attività di non sempre
chiara e certa identificazione) la Società, attraverso l’associazione di categoria Assaeroporti ha
acquisito un parere legale che indichi le linee guida interpretative in relazione agli adempimenti
de quo in materia di trasparenza. Nell’ambito di tali linee guida interpretative e dei successivi
aggiornamenti che la Società avrà cura di richiedere in via diretta o attraverso l’associazione di
categoria dei gestori aeroportuali, si darà attuazione alle disposizioni normative in materia di
trasparenza.
In termini generali si dà atto che le società sono tenute ad attuare le misure previste dall’art. 22
del D.lgs. n. 33 del 2013, con particolare riferimento al co. 3, che rinvia agli artt. 14 e 15 per i dati
da pubblicare (componenti degli organi di indirizzo e incarichi dirigenziali, di collaborazione e di
consulenza) e a collaborare con l’amministrazione vigilante.
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Il sito web di S.A.B., aggiornato con la sezione “Amministrazione Trasparente3”, è accessibile
all’indirizzo http://www.bologna-airport.it/it/la-societa/amministrazione-
trasparente/?IDFolder=1457&LN=IT .
Dalla homepage, cliccando alla voce “Amministrazione Trasparente”, l’utente può visualizzare i
seguenti contenuti:
- Organizzazione: sono riportati i dati relativi agli “Organi societari”, suddivisi nelle
seguenti voci: Consiglio di Amministrazione, Collegio Sindacale e Società di Revisione e
al “Management”, con l’identificazione delle Direzioni della Società (Organigramma),
esperienza e curricula, politiche retributive e compensi dei dirigenti.
- Consulenti e collaboratori: viene pubblicata la lista relativa agli Incarichi di
collaborazione e consulenza affidati/liquidati annualmente. Per ciascun incarico
vengono indicati i soggetti percettori, i curricula, l’oggetto dell'incarico, la durata, il
compenso lordo e l’importo liquidato.
- MOG: Il Modello aggiornato si compone di una Parte Generale, che contiene i principi e
le finalità del Modello, e di alcuni allegati (Codice Etico; i reati e gli illeciti amministrativi
per i quali trova applicazione il D.Lgs. 231/2001; l’elenco delle procedure aziendali
rilevanti ai sensi del D.Lgs. 231/2001);
- Bilanci: sono pubblicati i bilanci civilistici ed i bilanci di sostenibilità relativi ad almeno le
ultime 5 annualità.
- Pubblicazioni art. 1 comma 32 L.190/2012: in questa sezione vengono pubblicate le
informazioni di cui all'articolo 1, comma 32 della Legge 6 novembre 2012, n. 190 recante
"Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella
pubblica amministrazione" (Bandi di gara e status).
Lo scopo di tale pubblicazione, ai sensi della L. 190/2012, è di consentire la libera consultazione
di documenti e materiali in un’ottica di “accesso civico”.Si dà qui atto che la struttura della voce
“Amministrazione Trasparente” ed i contenuti della stessa saranno oggetto di periodica
evoluzione ed adeguato aggiornamento secondo le best practices di settore ed avuto riguardo
alla disponibilità delle informazioni periodicamente assicurate dalle funzioni aziendali al
Responsabile Trasparenza e Anticorruzione di S.A.B.
7.3 IL CODICE DI COMPORTAMENTO
3 In ottemperanza a quanto stabi l i to da l decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della discipl ina r iguardante
gl i obblighi di pubbli cità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Il codice comportamento previsto dalla Legge 190/2012 rappresenta uno degli strumenti
essenziali del Piano di prevenzione della corruzione, poiché le norme in esso contenute
regolano in senso legale ed eticamente corretto il comportamento dei dipendenti e, per tal via,
indirizzano l’azione amministrativa. Il Codice va adottato dall’organo di indirizzo politico-
amministrativo su proposta del Responsabile Trasparenza e Anticorruzione.
Sull’argomento, il PNA dispone di tener conto delle linee guida della ANAC, di condividerne i
contenuti con la partecipazione degli stakeholders; di prevedere regole comportamentali
specifiche e calibrate sulle diverse professionalità. L’approccio è concreto e chiaro in modo da
far comprendere con facilità il comportamento eticamente e giuridicamente adeguato nelle
diverse situazioni critiche. Devono essere programmate adeguate iniziative di formazione.
L’osservanza del Codice deve essere anche estesa ai collaboratori esterni a qualsiasi titolo,
prevedendo la risoluzione o la decadenza dal rapporto in caso di violazione degli obblighi. Per
le violazioni delle regole del personale dipendente devono essere indicate con chiarezza quali
sono le autorità competenti allo svolgimento del procedimento e all’irrogazione delle sanzioni
disciplinari.
Con DPR 62/2013 è stato emanato il “Regolamento recante codici di comportamento dei
dipendenti pubblici”, che definisce i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona
condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti a osservare.
L’ANAC con delibera n. 75/2013 ha emanato le Linee guida in materia di codici di
comportamento sulla base del Regolamento citato, precisando che le stesse possono costituire
anche un parametro di riferimento per l’elaborazione dei codici etici da parte degli ulteriori
soggetti indicati dalla legge n. 190/2012, come ad gli enti di diritto privato in controllo pubblico.
D’altronde nella tavola delle misure n. 4 allegata al PNA, riepilogativa degli adempimenti relativi
ai codici di comportamento, non è previsto alcun obbligo di conformarsi da parte delle Società
di diritto privato in controllo pubblico. E neppure, risultano applicabili in via diretta le
disposizioni del DPR 62/2013.
S.A.B. ha peraltro adottato un proprio Codice Etico parte integrante del MOG (Allegato 1 del
MOG) nell’ambito del sistema di compliance ex Dlgs. 231/2001.
Il predetto Codice e le prescrizioni di tipo comportamentale contenute nelle singole procedure
rilevanti ai sensi del D.Lgs 231/01 sono state oggetto di valutazione d’idoneità per le finalità del
presente Piano di prevenzione della corruzione con esito positivo e sono ritenute efficaci ai fini
della prevenzione di comportamenti corruttivi definiti dalla L.190/2012 e dal PNA.
7.4 INCONFERIBILITÀ ED INCOMPATIBILITÀ DI INCARICHI
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001, gli enti pubblici
economici e gli enti di diritto privato in controllo pubblico sono tenuti a verificare la sussistenza
di eventuali condizioni ostative in capo ai dipendenti e/o soggetti cui l’organo di indirizzo
politico intende conferire incarico all’atto del conferimento degli incarichi dirigenziali e degli
altri incarichi previsti dai Capi III e IV del d.lgs. n. 39 del 2013. Le condizioni ostative sono quelle
previste nei suddetti Capi, salva la valutazione di ulteriori situazioni di conflitto di interesse o
cause impeditive.
Il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione, in collaborazione con la Direzione Sviluppo
Persone & Organizzazione, verifica l’insussistenza di ipotesi di inconferibilità ed incompatibilità
degli incarichi dei dirigenti della Società ai sensi del d.lgs. n. 39 del 2013.
L’accertamento avviene al momento del conferimento dell’incarico mediante dichiarazione
sostitutiva di certificazione resa dall’interessato allegata all’atto di conferimento pubblicato sul
sito istituzionale di S.A.B. Il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione, col supporto eventuale
della Direzione Sviluppo Persone & Organizzazione, verifica periodicamente (annualmente) la
sussistenza di situazioni di incompatibilità, contestando all’interessato l’incompatibilità
eventualmente emersa nel corso del rapporto e vigilando affinché siano adottate le misure
conseguenti.
7.5 FORMAZIONE DI COMMISSIONI, ASSEGNAZIONE AGLI UFFICI E CONFERIMENTO
DI INCARICHI IN CASO DI CONDANNA PENALE PER DELITTI CONTRO LA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
Il Responsabile Trasparenza e Anticorruzione, in collaborazione con la Direzione Sviluppo
Persone & Organizzazione e con i Direttori/Responsabili competenti all’adozione degli atti di
riferimento, verifica la sussistenza di eventuali precedenti penali in capo a dipendenti della
Società o a soggetti anche esterni a cui l’ente intende conferire l’incarico di membro di
commissioni di gara e/o giudicatrici, di incarichi dirigenziali o di altri incarichi di cui all’art. 3 del
d. lgs. n. 39 del 2013.
L’accertamento avviene mediante autocertificazione resa dall’interessato conformemente a
quanto previsto dall’art. 20 del d.lgs. n. 39 del 2013.
7.6 TUTELA DEL DIPENDENTE CHE SEGNALA GLI ILLECITI (WHISTLEBLOWING POLICY)
Le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001 sono tenute ad
adottare i necessari accorgimenti tecnici affinché trovi attuazione la tutela del dipendente che
effettua segnalazioni di cui all’art. 54 bis del d.lgs. n. 165 del 2001.
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
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Dalla tavola delle misure n. 12 allegata al PNA, riepilogativa degli adempimenti relativi alla tutela
del dipendente che segnala gli illeciti, non è previsto alcun obbligo di conformarsi da parte delle
Società di diritto privato in controllo pubblico.
S.A.B., tuttavia, sensibile alla necessità di tutelare i propri dipendenti, ritiene utile adottare
iniziative e strumenti volte ad incentivare le segnalazioni (cd. whistleblowing) e ad evitare che il
dipendente (il whistleblower) ometta di effettuare segnalazioni di illecito per il timore di subire
conseguenze pregiudizievoli.
A tal fine, S.A.B. intende emettere apposito documento (cd. Whistleblowing Policy) con lo
scopo di rimuovere i fattori che possono ostacolare o disincentivare il ricorso all’istituto, quali i
dubbi e le incertezze circa la procedura da seguire e i timori di ritorsioni o discriminazioni.
In tale prospettiva, l’obiettivo perseguito dalla suddetta Policy sarà quello di fornire al
whistleblower chiare indicazioni operative circa oggetto, contenuti, destinatari e modalità di
trasmissione delle segnalazioni, nonché circa le forme di tutela che gli vengono offerte nel
nostro ordinamento. La definizione ed emissione della Whistleblowing Policy rappresenterà
uno dei punti essenziali del piano di implementazione 2015 del presente Piano.
7.7 FORMAZIONE DEI DIPENDENTI
La formazione continua e sistematica è gestita in S.A.B., in conformità al proprio sistema
integrato certificato qualità, ambiente e sicurezza su lavoro, attraverso la pianificazione
annuale e la successiva programmazione e attuazione degli interventi formativi.
L’Ufficio Selezione, Formazione e Sviluppo, in base alle esigenze segnalate da tutti i
Responsabili tenendo conto della formazione obbligatoria, sviluppa il piano/programma di
formazione quantificandone il costo da inserire in budget, valutando la possibilità di trovare
fonti di finanziamento applicabili, tramite Fondimpresa o Fondirigenti, cui l’Azienda aderisce (in
merito si veda procedura PQ 42 "Gestione finanziamenti e contributi finanziari").
La scelta dei formatori è fatta o facendo riferimento a figure con cui si è già collaborato e che
sono state valutate dai partecipanti in modo positivo, o selezionando gli enti di formazione che
a catalogo offrono un programma di corso più adatto alle necessità aziendali, o valutando la
disponibilità alla personalizzazione del corso in house.
La formazione erogata è registrata con la relativa documentazione.
La formazione del personale ai fini dell’attuazione del presente Piano della prevenzione della
corruzione, in coerenza con quanto disposto dal PNA, consisterà in:
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ex L. 190/2012
Revisione del 20/10/2014 Pagina 49 di 49
- un corso specialistico di formazione (in aula), condotto da docente qualificato, dedicato
al Responsabile Trasparenza e Anticorruzione ed al personale (Dirigenti e primi livello)
incaricato per il supporto al Responsabile nella definizione del Piano di prevenzione
della corruzione;
- un corso specialistico di formazione (in aula o tramite e-learning) per tutti i dirigenti e i
primi livelli delle aree potenzialmente a rischio di corruzione, finalizzata ad una prima
verifica del risk assessment, finalizzata a rilevare eventuali esigenze di misure specifiche
da implementare;
- in seguito, entro il 1° anno di adozione del Piano, sarà realizzata una formazione
generica, tramite e-learning, dedicata a tutti gli operatori delle aree sensibili per
rafforzarne la consapevolezza dei comportamenti da tenere nello svolgimento della
propria attività, al fine di evitare il rischio di abuso del potere del proprio incarico a
vantaggio di interessi privati propri e di terzi.