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La benzina e il gasolio sono di gran lunga i prodotti più richiesti; la benzina viene prodotta in quantità diverse a secondo della provenienza, (es. petrolio del Venezuela 10%, petrolio del Medio Oriente 35%). Le benzine (potere calorifico 44000 kJ/kg) sono composti da : idrocarburi saturi (55-65%) idrocarburi aromatici (20-35%) idrocarburi insaturi (5-10%) La maggior parte del petrolio viene distillata per produrre carburanti, lubrificanti, olii: 20% Benzina; 55% gasolio; 6% perdite 19%altri prodotti (oli, paraffine) Petrolio

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La benzina e il gasolio sono di gran lunga i prodotti più richiesti; la benzina viene prodotta in quantità diverse a secondo della provenienza, (es. petrolio del Venezuela 10%, petrolio del Medio Oriente 35%).

Le benzine (potere calorifico 44000 kJ/kg) sono composti da : • idrocarburi saturi (55-65%) • idrocarburi aromatici (20-35%) • idrocarburi insaturi (5-10%)

La maggior parte del petrolio viene distillata per produrre

carburanti, lubrificanti, olii:

20% Benzina; 55% gasolio; 6% perdite 19%altri prodotti (oli,

paraffine)

Petrolio

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Per ottenere gli idrocarburi il petrolio nelle raffinerie subisce vari

processi:

1) Dessalaggio eliminazione dei sali con energico lavaggio.

2) Topping distillazione frazionata a pressione atmosferica, il

greggio viene suddiviso in frazioni in base al punto di

ebollizione.

3) Desolforazione eliminazione dello zolfo con processi catalitici.

4) Distillazione a pressione ridotta per recuperare le frazioni

più pesanti.

La raffineria di petrolio

Una raffineria di petrolio è uno stabilimento dove si trasforma il petrolio greggio, nei suoi componenti, e dove questi ultimi vengono trattati per ottenerne altri, che vanno da composti organici leggeri, quali il metano, GPL (miscela di butano, propano e pentano) a composti pesanti quali asfalti e simili.

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Il petrolio, prima di poter essere lavorato, deve essere separato dall'acqua, dai sali e dalla sabbia che sono eventualmente presenti in sospensione. Queste operazioni, insieme alla stabilizzazione (allontanamento della frazione gassosa che accompagna il petrolio) vengono effettuati anche a "bocca di pozzo", in fase di estrazione. Si preferisce ripeterli, in maniera molto più approfondita, prima di iniziare qualsiasi lavorazione in raffineria.

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A causa della sua elevata viscosità le goccioline ed i solidi sospesi non riescono a sedimentare spontaneamente quindi è necessario operare un'operazione di dissalaggio. Il petrolio viene riscaldato fino a 50-150 °C, e miscelato con una certa quantità di acqua ed alcuni additivi. I sali presenti nel petrolio passano così in soluzione e le goccioline possono essere agevolmente separate in un desalter.

Il desalter è una sorta di grande serbatoio che ha all'interno due piastre elettriche. Tra queste piastre viene applicato un forte campo elettrico che favorisce la coalescenza delle goccioline d'acqua che si separano così dal petrolio.

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Il treno di pre-riscaldo Il petrolio, per poter essere separato nei suoi componenti, deve essere riscaldato e parzialmente vaporizzato fino a circa 350 °C.

Questa operazione si effettua in un forno e richiede una notevole quantità di combustibile. Per ridurre al minimo il consumo di combustibile, si pre-riscalda la corrente di petrolio dissalato a spese dei prodotti caldi che abbandonano l'impianto di distillazione topping.

2) La distillazione topping

Il greggio è una miscela molto complessa di idrocarburi che non può essere impiegata direttamente. Necessita innanzi tutto di essere separa in frazioni (o tagli petroliferi) tramite la distillazione topping (o atmosferica). I tagli petroliferi sono miscele di idrocarburi che hanno una temperatura di ebollizione compresa in un determinato intervallo.

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Topping

Il petrolio dissalato e pre-riscaldato,

viene alimentato in un forno che lo porta

fino ad una temperatura di 350 °C circa.

La carica, parzialmente vaporizzata, viene

immessa sul fondo dove vaporizza

ulteriormente in virtù di una riduzione di

pressione (si passa da 5 bar a 2 bar).

Tutti i prodotti che hanno una

temperatura di ebollizione inferiore sono

vaporizzati e risalgono verso l'alto mentre

i prodotti più pesanti (residuo

atmosferico) escono dal fondo. La corrente gassosa, man mano che sale in colonna, viene in contatto con il liquido che scende dai piatti di distillazione superiori. In questo modo condensano prima i prodotti con la temperatura di ebollizione più alta

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3) La distillazione vacuum

Il residuo topping contiene ancora altri composti che possono

essere utilizzati, ma la loro temperatura di ebollizione a

pressione atmosferica è così elevata che a pressione atmosferica

subirebbero una rottura se vaporizzati (Cracking termico).

Per ovviare a questo inconveniente si distilla il residuo topping ad

una pressione notevolmente inferiore (40 mmHg circa).

Il residuo Topping viene riscaldato in un forno nuovamente fino a

380 °C ed immesso nel fondo della colonna vacuum.

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I prodotti della raffinazione del petrolio possono essere schematizzati:

Frazione Contenuto in C Intervallo di p.e. in°C Utilizzo

Gas naturale C1-C4 sotto la t.a. Combustibile (GPL), materia prima

Etere di petrolio C5-C6 20-60 Solvente

Ligroina C6-C7 60-100 Solvente

Benzina C6-C12 50-200 Motori a ciclo otto

Kerosene C12-C18 175-275 Motori a reazione

Gasolio (olio per bruciatori, nafte)

sopra C18 sopra 275 Riscaldamento, centrali elettriche, motori diesel

Oli lubrificanti Non distillato a P.atm.

Cere Non distillato a P.atm.

Asfalto Residuo

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Nelle raffinerie sono presenti inoltre impianti che contribuiscono all’aumento della resa in prodotti leggeri:

• Impianti di conversione

• Impianti di reforming

• Impianti di isomerizzazione

• Impianti di alchilazione

• Impianti di cracking.

4) I prodotti della distillazione vengono di solito inviati ai trattamenti di desolforazione, in cui si inietta H2 che viene poi separato in forma di H2S e in seguito ridotto, a zolfo elementare.

Dalla distillazione sotto vuoto si ottengono quindi i prodotti pesanti, quali gasolio e olio combustibile.

Attraverso tutti questi trattamenti di ottengono, nelle quantità desiderate, tutti i prodotti che il mercato richiede.

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Le raffinerie hanno un ciclo di lavorazione che può essere classificato in funzione degli impianti presenti e dei prodotti realizzati:

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Topping: disegnata per produrre carburanti ed olii grezzi in alta resa.

Costituisce l’impianto base. Si realizza una bassa resa in prodotti leggeri.

Hydroskimming: abbina alla tecnologia topping l’impianto di desolfurazione.

distillazione topping + vacuum, reforming catalitico, desolforazione gasoli.

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Raffinerie a conversione: le frazioni pesanti vengono convertite termicamente o

cataliticamente in frazioni più leggere. Sono dunque presenti impianti di cracking,

idrocraking, alchilazione, Le raffinerie di questo tipo sono più flessibili nel

rispondere alle diverse richieste del mercato (stagionalità dei prodotti), con

prodotti di alta qualità e posso inoltre recuperare prodotti.chimici di qualità

(propilene, toluene, benzene).

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Lube: in una raffineria Lube si producono principalmente basi per oli

lubrificanti. I grezzi che sono impiegati devono essere a base paraffinica.

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1. Augusta (Esso)

2. Busalla (Iplom)

3. Cremona (Tamoil)

4. Falconara Marittima

(api)

5. Gela (Eni)

6. Livorno (Eni)

7. Mantova (IES)

8. Marghera (Eni)

9. Milazzo (Eni/Q8)

10. Porto Torres (Eni)

11. Priolo (ERG/LukOil)

12. Ravenna (Alma

Petroli)

13. Roma (Total/ERG)

14. Sannazzaro de'

Burgondi (Eni)

15. Sarroch (Saras)

16. Taranto (Eni)

17. Trecate (Esso/Erg)

Raffinerie di petrolio

nel 2010

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