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1 Archivio Maniago Martinengo Pergamene Polcenigo e Fanna Estremi cronologici sec. XIII 1647. Consistenza: nn. 274 unità arch. I conti Polcenigo e Fanna Il territorio di Polcenigo si pone sulla linea di comunicazione tra territori d’Oltralpe, la pianura opitergina ed il mare che per diversi secoli, a partire dalla concessione fattagli dall’imperatore Ottone II nel 963, il vescovo di Belluno riuscirà a mantenere sotto il proprio controllo. Moreno Baccichet (Baccichet 2002) ritiene possibile l’insediament o della famiglia comitale in questo contesto tra il 1031 ed il 1077, cioè dopo il rinnovo dell’investitura dell’area fatta al vescovo dall’imperatore Corrado II (1031), e prima della formazione dello stato patriarcale (1077) data post quem i Polcenigo non avrebbero più potuto definirsi nobili liberi come invece figurano nel Parlamento della Patria. Nei secoli successivi il consorzio nobiliare che amministrava i beni della Chiesa bellunese amplia progressivamente la propria autonomia dal signore ecclesiastico e la capacità di controllo dell’area a lui sottoposta: l’ingresso nel Parlamento della Patria, l’allargamento della signoria nel territorio di Fanna -Cavasso (fine sec. XII), l’emanazione degli statuti di Polcenigo (1301 e 1356) sono alcuni dei momenti sig nificativi che segnano l’affermazione dei Polcenigo e Fanna. Pier Carlo Begotti, analizzando l’ampliamento della giurisdizione sul villaggio di Fanna e sul luogo dove in seguito sarà edificato il castello di Mizza, sottolinea che «pur trattandosi di aree geograficamente vicinissime va specificato che si tratta di investiture feudali che fanno capo a due distinte autorità superiori, l’abbazia di Pomposa ed il vescovo di Concordia» (Begotti 2002). Sempre rispetto a questo evento la Davide precisa che l’investitura dell’area di Mizza e del complesso giurisdizionale su Cavasso, Fanna e Frisanco fu concessa probabilmente dopo il 1186, mentre «il titolo comitale è ottenuto solo alla fine del sec. XIII perché prima i Polcenigo sono indicati come dominus. La prima investitura risale al 1290» (Davide 2008). A questa data ha già avuto luogo la divisione della famiglia in due rami, quello di Alderico (o Aldrigo) e quello di Varnerio (1222). «L’atto attesta l’esistenza di una residenza antica e di una di recente costruzione (…) e documenta anche il prestigio sociale della famiglia perché vi figurano come testimoni Gabriele e Biachino da Camino » (Baccichet 2002). Il legame con i Caminesi si mantiene forte per tutto il secolo XIII nonostante l’accordo siglato nel 1226 con il patriarca che riconosceva a Guarnerio ed Aldrigo la giursdizione di Aviano in cambio dell’aiuto militare contro l’imperatore ed i trevigiani - solo

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Archivio Maniago Martinengo

Pergamene Polcenigo e Fanna Estremi cronologici sec. XIII – 1647. Consistenza: nn. 274 unità arch. I conti Polcenigo e Fanna

Il territorio di Polcenigo si pone sulla linea di comunicazione tra territori d’Oltralpe, la pianura

opitergina ed il mare che per diversi secoli, a partire dalla concessione fattagli dall’imperatore Ottone II

nel 963, il vescovo di Belluno riuscirà a mantenere sotto il proprio controllo. Moreno Baccichet

(Baccichet 2002) ritiene possibile l’insediamento della famiglia comitale in questo contesto tra il 1031 ed

il 1077, cioè dopo il rinnovo dell’investitura dell’area fatta al vescovo dall’imperatore Corrado II (1031),

e prima della formazione dello stato patriarcale (1077) data post quem i Polcenigo non avrebbero più

potuto definirsi nobili liberi come invece figurano nel Parlamento della Patria. Nei secoli successivi il

consorzio nobiliare che amministrava i beni della Chiesa bellunese amplia progressivamente la propria

autonomia dal signore ecclesiastico e la capacità di controllo dell’area a lui sottoposta: l’ingresso nel

Parlamento della Patria, l’allargamento della signoria nel territorio di Fanna-Cavasso (fine sec. XII),

l’emanazione degli statuti di Polcenigo (1301 e 1356) sono alcuni dei momenti significativi che segnano

l’affermazione dei Polcenigo e Fanna.

Pier Carlo Begotti, analizzando l’ampliamento della giurisdizione sul villaggio di Fanna e sul

luogo dove in seguito sarà edificato il castello di Mizza, sottolinea che «pur trattandosi di aree

geograficamente vicinissime va specificato che si tratta di investiture feudali che fanno capo a due

distinte autorità superiori, l’abbazia di Pomposa ed il vescovo di Concordia» (Begotti 2002). Sempre

rispetto a questo evento la Davide precisa che l’investitura dell’area di Mizza e del complesso

giurisdizionale su Cavasso, Fanna e Frisanco fu concessa probabilmente dopo il 1186, mentre «il titolo

comitale è ottenuto solo alla fine del sec. XIII perché prima i Polcenigo sono indicati come dominus.

La prima investitura risale al 1290» (Davide 2008).

A questa data ha già avuto luogo la divisione della famiglia in due rami, quello di Alderico (o

Aldrigo) e quello di Varnerio (1222). «L’atto attesta l’esistenza di una residenza antica e di una di recente

costruzione (…) e documenta anche il prestigio sociale della famiglia perché vi figurano come testimoni

Gabriele e Biachino da Camino » (Baccichet 2002). Il legame con i Caminesi si mantiene forte per tutto

il secolo XIII – nonostante l’accordo siglato nel 1226 con il patriarca che riconosceva a Guarnerio ed

Aldrigo la giursdizione di Aviano in cambio dell’aiuto militare contro l’imperatore ed i trevigiani - solo

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dopo il fallimento del castello di Spilmbergo, nel 1305, i Polcenigo si riavvicinano definitivamente al

patriarca da cui ottengono la conferma delle investiture feudali avute dal vescovo di Concordia (Gianni

2002).

La formazione dei due colonnelli non comporta nell’immediato una ripartizione delle aree di

interesse economico - Polcenigo da un lato, Fanna dall’altro - ma questa è la conseguenza di un

evolversi nel lungo periodo. Certamente il frazionamento delle proprietà del 1222 e le successive

ramificazioni della famiglia - alla metà del Quattrocento il ramo di Guarnerio si divide ulteriormente in

due linee che, all’inizio del Seicento, si identificano con gli eredi di Antonio e Girolamo – costringono i

signori di Polcenigo a realizzare, a partire dal Quattrocento, una serie di transazioni finalizzate ad una

più funzionale gestione delle proprie rendite. Il risultato di queste operazioni immobiliari emerge dalla

lettura del catasto napoleonico, dove i discendenti di Guarnerio non figurano più tra soggetti possessori

di beni nel comune di Polcenigo (Baccichet 2002 e 2007).

Se nei sec. XIII e XIV i consorti amministrano un territorio che dal punto di vista economico

offre delle opportunità di crescita – come si evidenzia nello sviluppo di Polcenigo in un vivace centro

artigiano e mercantile, tanto che gli statuti trecenteschi prevedono una norma che vieta l’ostentazione

della ricchezza (Baccichet 2002) – a partire dal Quattrocento assistiamo ad un progressivo declino delle

attività economiche: signori e popolari vivono le condizioni di difficoltà conosciute in quest’epoca da

tutto il territorio friulano ed allo stesso modo tentano di farvi fronte contraendo prestiti in forme più o

meno esplicite (Davide 2008).

Crisi economica e contenziosi familiari caratterizzano le vicende del casato nei secoli successivi,

coinvolgendo entrambi i rami: quello che faceva capo a Polcenigo - con le ville si San Giovanni,

Dardago e Budoia - e quello che deteneva la parte orientale del feudo (Fanna, Cavasso, Orgnese, Colle

e Frisanco). Nell’Ottocento, con il lungo contenzioso per la successione nel patrimonio del conte Elia

e la vendita delle residenze comitali, vengono meno la coesione del gruppo familiare e le testimonianze

materiali della sua storia.

Bibliografia Si segnalano le più recenti pubblicazioni di carattere scientifico, utilizzate per la stesura delle note introduttive e la redazione delle schede di questo lavoro (in particolare i contributi di Baccichet, Begotti, Davide e Fadelli all’interno delle opere

collettive) cui si rimanda per i riferimenti bibliografici più completi. A. Fadelli, I nomi delle vie di Polcenigo, Polcenigo, 1995 Girava un tempo ra ruota: opifici idraulici a Polcenigo nel Medioevo, a cura di Alessandro Fadelli, Polcenigo, 2001 Polcenigo. Studi e documenti in memoria di Luigi Bazzi, a cura di Alessandro Fadelli, Polcenigo, 2002 Fanna: la sua terra, la sua gente, Fanna, 2007 Cavasso Nuovo. Cjavas. Storia, comunità, territorio, Cavasso, 2008 E. Varnier, Polcenigo: castello-palazzo e conti, Polcenigo, 2011

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Le carte Polcenigo e Fanna nell’archivio Maniago Martinengo Nel corso del riordino dell’archivio Maniago Martinengo è stato individuato un piccolo nucleo

di documenti che, per ambito di produzione, non sono riferibili a questo gruppo familiare ma ad un

altro consorzio nobiliare friulano, quello dei Polcenigo e Fanna.

Si tratta di due registri e di un corpus di pergamene. Il primo registro, intitolato Albero cioè prove

dell'albero, è una raccolta di estratti e trascrizioni di atti, in particolare contratti matrimoniali, creata con

l’intento di documentare la discendenza del ramo familiare che risale a Fantussio di Polcenigo (sec.

XIV). Un’attestazione del notaio Antonio Pizzamiglio di Cordignano in data 6 agosto 1756 (c.2r)

segnala che le fonti utilizzate sono state un inventario di documenti conservati dal conte Giuseppe

Antonio, i libri canonici della chiesa di S.Remigio di Cavasso ed il catapan dei padri minori di

S.Giacomo. In realtà questa raccolta si chiude con la sigla di Gio.Battista, il figlio di Giuseppe Antonio

di Polcenigo, e la data 1767. Può quindi trattarsi di una opera commissionata da Gio.Battista al

Pizzamiglio o di un lavoro realizzato dallo stesso Gio.Batta utilizzando quanto già elaborato dal notaio.

Il secondo registro, intitolato “Registro di bergamene (…)”, è una copia settecentesca di un indice del

fondo pergamenaceo del conte Antonio di Polcenigo, realizzato nel 1579 dal notaio Gio.Battista

Rorario che , come lui stesso dichiara, a quella data era al suo servizio. Elenca e regesta n.511 atti rogati

dal 1200 al 1578. Da una nota di possesso sulla coperta sappiamo che anche questo era di proprietà del

conte Gio.Battista, il quale precisa “Registro delle bergamene li quali sono nelli cassettini con li suoi

numeri …“ e quindi segnala altra documentazione conservata con riferimento alla collocazione

dell’epoca. È curioso il fatto che il registro non sia lo strumento descrittivo delle pergamene conservate

nell’Archivio Maniago Martinengo. Infatti, sebbene l’arco cronologico coperto non differisca molto, un

controllo a campione1 ci permette di dichiarare con certezza l’assenza di corrispondenza tra gli originali

membranacei ed i regesti. Rimando al successivo paragrafo per ulteriori considerazioni sulle vicende

archivistiche.

Il corpus di pergamene comprende n. 274 pezzi che vanno dal 1200 al 1647, più precisamente

abbiamo n.33 atti del sec. XIII, n. 73 sec. XIV, n. 54 sec XV, n. 106 sec. XVI, n. 6 sec. XVII.

La genealogia del consorzio è piuttosto complessa ed articolata, tuttavia le carte sembrano

potersi riferire in prevalenza ad interessi patrimoniali del ramo discendente da Varnerio (con

riferimento alle genealogie di Pes si segnala la presenza di soggetti presenti alle tavole 6, 7 e 9) e datano

sostanzialmente dall’epoca successiva alla divisione dei beni tra Varnerio ed il fratello Alderico dell’anno

1 Sono stati verificati tutti i regesti dei sec.XIII e XV ed alcuni regesti a campione degli altri secoli. Si è trovata corrispondenza solo per l’atto divisionale datato 1 giugno 1464, ma per la natura dello stesso è da supporre che ne esistessero esemplari presso tutti gli attori del consorzio.

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1222. Non mancano, tuttavia, documenti in cui gli attori si inserscono nella linea che deriva da

Alderico, come Antonio e Daniele figli del fu Francesco conte di Polcenigo che alla metà del sec. XV

erano signori del castello di Moruzzo (nn.132 e 134).

Sono quasi tutti atti di natura privata, in particolare transazioni di immobili e rendite di natura

allodiale e feudale nell’area soggetta alla signoria dei conti di Polcenigo e Fanna; a questi si aggiunge

altra documentazione relativa all’amministrazione del patrimonio e cioè elenchi di rendite, contratti di

locazione, livelli, affrancazioni, retrovendite, permute2, quietanze, obbligazioni. Figurano in numero

quantitativamente minore gli atti riconducibili a contenziosi (testimoniali, sentenze, procure), le

disposizioni di ultima volontà (nn.42, 52, 83 e 188) ed i patti dotali (nn.62 e 69), sebbene rispetto al

tema delle dotazioni vadano segnalati documenti di altra tipologia quali procure, quietanze e

convenzioni.

Nel secolo XV sono documentati quattro atti d’investitura con cui il vescovo di Feltre e Belluno

rinnova ai conti le concessioni feudali (nn.117, 121, 143, 145), anche in questo caso all’atto pubblico si

ricollegano documenti privati di altra tipologia ovvero atti di procura. Sempre in questo secolo si

colloca l’immissione temporale di un manso del conte di Gorizia di cui è stato investito Fantussio di

Polcenigo (n.106). Data ad un’epoca anteriore, invece, un atto d’ investitura in cui i conti sono il

soggetto da cui emana la titolarità del diritto feudale: è quello con cui , nel 1389,i fratelli Nicola, Ossalco

e Fantussio figli di Andrea conte di Polcenigo concedono in feudo al maestro Odorico figlio del fu

Giovanni detto Can di Polcenigo, professore di grammatica a Feltre, un manso sito a Coltura (n.95).

Nel regestario del Roraio sono qualificate come investiture anche le transazioni di beni e rendite di

natura feudale che si realizzano tra privati, con il consenso esplicito del signore o in assenza di questo.

Nel fondo oggetto di quest’intervento sono stati individuati – per i secc. XIII e XIV - diversi esempi di

contratti in cui il trasferimento del diritto sul bene avviene in cambio di un corrispettivo economico

versato una tantum e si esprime nella formula tradidit, vendidit et investivit ad rectum et legale feudum ovvero

feudum pro feudo. Per distinguere questi atti dalle investiture dell’autorità pubblica di livello superiore,

nell’inventario sono stati denominati come vendite di beni feudali3.

Riguardano le competenze giurisdizionali, siamo sempre nel sec. XIV, due atti che rimandano a

contenziosi per la definizione dell’area di esercizio rispetto a quella degli altri signori – il vescovo di

Concordia e gli Spilimbergo - e delle comunità di Fanna, Tramonti, Meduno (nn.64 e 65) .

Nella raccolta non è presente l’atto divisionale del 1222, ma si segnala un altro atto divisionale

tra gli stessi soggetti di pochi anni successivo (n.9) e, nei secoli successivi, altre scritture di accordo per

2 La permuta datata 2 gennaio 1404 (n.107) rientra pienamente nel quadro degli scambi tra consorti per il consolidamento

del patrimonio nell’area di residenza, descritto da Baccichet e Davide di cui si è detto nel paragrafo precedente. 3 Si tratta di una tipologia documentaria che richiederebbe maggiori approfondimenti per individuare caso per caso i dettagli dell’azione giuridica. In questo primo lavoro di schedatura si è cercato, comunque, di evidenziare le ricorrenze che rientrano nei termini sopra evidenziati. Certamente l’analisi degli storici del settore potrà correggere le eventuali inesattezze.

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l’assegnazione di beni o mutui contratti tra membri della famiglia: ad esempio quelli siglati nel 1358 tra

Fantussio ed i nipoti Rizzardo e Brizaglia (n.76), nel 1378 tra i figli di Andrea di Polcenigo (nn.87 e

88), nel 1407 tra Simone di Giacomo ed Ossalco di Andrea (n.110). Va ad integrare una precedente

divisione patrimoniale o forse una sentenza arbitrale il contratto siglato il 1 giugno 1464 tra Antonio,

Fantussio e Giacomo figli del fu Nicolò conti di Polcenigo con cui i fratelli si ripartiscono le aree del

castello, atto rogato nella residenza del suocero di Giacomo ed Antonio il conte Ulvino di Valvasone

(n.141), mentre è una mera donazione quella fatta nell’anno 1513 da Daniele di Giacomo ai nipoti figli

del fratello Francesco (n.173).

Sono da collegare ai matrimoni alcuni documenti in cui attori e localizzazione dei beni esulano

dal contesto prevalente: i più antichi sono quattro documenti in cui compare come attore Maria di

Coderta, che si ritiene essere la madre di Iolanda moglie di Alberto (prima metà del sec. XIII) nipote del

capostipite Varnerio (nn.13, 24, 25, 26); in epoca moderna (fine sec. XV-inizi XVI) si colloca un gruppo

di atti più consistente che va riferito a Vincenzo de Girardis nobile di Portogruaro e marito di Deosite

(Defita nella genealogia Pes) figlia di Girolamo di Polcenigo e Fanna (nn. 146, 147, 149, 150, 165, 181,

183, 220, 221, 224, 225, 227, 237, 238).

Pochissimi i pezzi che non rientrano nell’ambito degli interessi patrimoniali: tra questi si segnala

un salvacondotto ducale (nn.111 e 112) e due licenze per la scelta del confessore (nn.77 e 119).

Le pergamene costituiscono un corpus sostanzialmente omogeneo rispetto alla provenienza,

infatti sul gran parte di esse è stata individuata una segnatura di età moderna che le ordina in base ad

una lettera – individua un “involto” - ed ad un progressivo in numeri romani. È possibile, tuttavia, che

ci siano delle pergamene estranee cioè atti provenienti dagli archivi Maniago e Gorgo e mescolatisi a

questi alla fine del sec. XIX. Nel corso dell’intervento, infatti, è stato schedato e riportato all’archivio di

provenienza un accordo siglato tra Girolamo Gorgo ed il Capitolo di Aquileia. Per altri non è stato

possibile attribuire con certezza la collocazione originale e quindi sono stati mantenuti nell’attuale

posizione; si segnalano in questo senso i nn. 89, 159 e 249.

Olvrado di Maniago (1866-1947) ha selezionato ed unito ad altri atti secondo criteri soggettivi

alcuni pezzi della raccolta: non potendo movimentare le carte si è deciso di descriverle in appendice al

nucleo principale.

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Notizie sull’archivio Polcenigo e Fanna

Comprendere le ragioni della presenza di questo nucleo di materiali provenienti dalla famiglia

Polcenigo-Fanna nell’archivio Maniago è una questione a cui non è stata trovata, allo stato attuale degli

studi, una risposta definitiva. La prima ipotesi valutata è stata, naturalmente, quella di un legame

familiare: un matrimonio che può aver portato in casa Maniago beni della famiglia Polcenigo con il

relativo corredo documentario. In effetti matrimoni tra i due gruppi consortili sono attestati dal sec.

XIII al sec. XVIII e le nozze tra Elena di Polcenigo e Fanna ed Ettore di Maniago (1623 ca.) furono

anche motivo di contenzioso tra gli eredi4. Tuttavia non si è trovata traccia delle consegna di un nucleo

di documenti così consistente ed omogeneo come quello delle pergamene oggetto di questo intervento,

mentre le ultime nozze documentate, quelle tra Camilla Marina di Giacomo Antonio di Maniago e

Baldovino di Polcenigo (1728) si collocano in epoca anteriore alla redazione dei mezzi di corredo voluti

da Gio.Battista di Polcenigo.

Un altro elemento di perplessità è l’assenza di riferimenti alle pergamene Polcenigo

nell’inventario delle pergamene Maniago5. Lo strumento, realizzato dai fratelli Carlo Luigi (m.1824) e

Pietro Francesco (1768-1846) di Maniago nella prima metà del sec. XIX, contiene una sezione

denominata “Pergamene estranee” in cui sono descritti atti relativi a soggetti esterni al consorzio

nobiliare, ma in essa non sono stati individuati pezzi che possano provenire dagli archivi Polcenigo.

Anche nei materiali preparatori – note ed elenchi parziali redatti da Carlo Luigi – ritornano solo due

ricorrenze che riguardano la famiglia: un elenco del “cancello III .E.F.” che comprende pergamene

estranee ed in particolare un “rotolo legato e segnato n.3” in cui figura una copia delle divisioni

dell’anno 1222. ed un elenco del “cancello VIII.P.Q.” in cui al n.14 è registrato il volume del processo

per la dote di Elena di Polcenigo, citato in precedenza.

Certamente all’epoca di Olvrado di Maniago le carte Polcenigo erano nel castello di Maniago.

Olvrado, infatti, inserisce una nota di possesso nel piatto della coperta dell’indice del Rorario e, come si

è detto in precedenza, interviene anche sul nucleo membranaceo selezionando alcuni pezzi e riunendoli

in una collocazione diversa da quella del nucleo principale.

Per cercare maggiori informazioni sulla provenienza di queste carte ho consultato i fondi

documentari provenienti dagli archivi della famiglia Polcenigo conservati negli istituti di conservazione

locali.

4 Archivio Maniago Martinengo, "Processo subordinatorio. 1652", 1.9.1., Contenzioso 2. La vertenza muove da rivendicazione di crediti dei conti Polcenigo sui beni di Ettore e della sua famiglia, quindi i riferimenti documentari presenti nel volume sono tutti al patrimonio Maniago. 5 Archivio Maniago Martinengo, "Syngraphas membranaceas quae gentis iura tuentur a Carolo comite de Maniaco diligenti studio collectas et in quinque classes distinctas ob grati animi sensum atque ad suae bibliothecae ornamentum. Petrus eques de Maniaco hoc libro una redigit. Anno MDCCCXLI", 1.4, Titoli e contratti 1.

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Un consistente nucleo di pergamene provenienti senza dubbio dagli archivi di questa famiglia è

custodito dalla Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi” di Udine.

La raccolta di atti corrispondente al n. 1233 del Fondo principale della BCU, costituita da 208

pezzi membranacei che coprono un arco cronologico compreso tra l’anno 1433 ed il 1687, è un dono

fatto da Vincenzo Joppi alla biblioteca nel 1890, come si rileva dall’indicazione posta sul dorso della

busta. Mentre i tre volumi segnati con i nn.1237/I-II e 1238 del Fondo principale sono una raccolta di

213 pezzi “provenienti dall’archivio dei conti Polcenigo” acquistata per la biblioteca nel 1915 da Enrico

del Torso e Luigi Frangipane6. Oltre a queste raccolte, va segnalata la miscellanea denominata

Autographa Vincentiana - un consistente gruppo di documenti membranacei di diversa provenienza

collezionati dallo Joppi (Fondo Joppi nn.626-627) – dove, con un controllo a campione, si è appurata la

presenza di alcuni pezzi che, per autore e contenuto, possono essere ricondotti al medesimo gruppo

consortile.

Un’analisi dell’aspetto estrinseco delle pergamene conservate in BCU – finalizzato

all’individuazione di nessi archivistici tra queste e quelle dell’Archivio Maniago Martinengo – è stata

possibile solo limitatamente alla busta n.1233 e a pochi pezzi dei volumi nn.1237-1238, perché in

questi ultimi i documenti sono stati incollati o cuciti e solo in pochi di essi è visibile una parte del dorso.

Per quanto si è potuto accertare, non si riscontrano somiglianze tra i contrassegni archivistici presenti

nei materiali della BCU e di quelli oggetto del presente intervento. È interessante notare, comunque,

alcuni elementi che collegano i due fondi, quello pubblico e quello privato. In primo luogo nello

schedario cartaceo per soggetto della BCU, alla voce Polcenigo, è presente una scheda redatta dal

Corgnali nel 1952 che rimanda al corpus di atti conservato dai conti Maniago, corpus che, secondo il

redattore della scheda, sarebbe stato visionato dallo Joppi, da Ernesto Degani e Jacopo Pirona. In

secondo luogo ritengo si possa riportare alla mano dello Joppi, autore dei regesti contenuti nei cartigli

cartacei allegati ad ogni singola pergamena della busta n.1233 citata, anche i regesti dei cartigli presenti

su alcuni dei documenti dell’Archivio Maniago Martinengo. Un terzo elemento sembra possa essere

individuato nel legame tra l’indice delle pergamene redatto dal notaio Rorario, ora presso i Maniago, e

gli atti della busta n.1233 in BCU. Un primo spoglio della busta 1233 ha, infatti, messo in evidenza un

segnatura numerica di piccolo formato posizionata nel margine del lato lungo del pezzo: questo tipo di

contrassegno è presente anche in alcuni documenti del Fondo Porcia Ricchieri che sono

presumibilmente provenienti da un archivio della famiglia Porcia in cui il Rorario aveva operato

riordinando e regestando le carte del gruppo consortile di cui era al servizio (i regesti delle pergamene

Porcia redatti dal Rorario sono stati pubblicati nel sec. XX dal De Pellegrini con il titolo Regestario di un

6 Il dato si ricava da una nota manoscritta nel verso della coperta anteriore a sigla Bongiovanni; viene indicato il prezzo d’acquisto in lire trenta. La data, 3 marzo 1915, è apposta a timbro.

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archivio purliliese del Seicento7). Un confronto tra questi documenti della BCU e quelli registrati nell’indice

Rorario delle pergamene Polcenigo – se pur circoscritto ad una decina di ricorrenze – sembra

confermare la corrispondenza tra lo strumento e la raccolta8.

Trova esatta corrispondenza con il “Registro delle bergamene (…)” del Roraio un elenco di

titoli di possesso allegato alla documentazione processuale conservata presso l’Archivio di Stato di Trieste.

In questa sede la Pretura di Maniago ha versato nel 1932 un fondo costituitosi in occasione della

vertenza che, nella seconda metà del secolo precedente, oppose Elisabetta Maraldo vedova di Elia di

Polcenigo agli eredi del patrimonio feudale di quest’ultimo, i conti Gaspare e Giacomo di Polcenigo.

Si tratta di 29 unità archivistiche (organizzate in due buste) in gran parte riferibili a contenziosi di

natura patrimoniale celebrati nei secc. XVI-XIX tra gli stessi consorti e/o tra consorti contro terzi,

presumibilmente portate in giudizio a supporto delle rivendicazioni dei conti Polcenigo contro la

donna. Il n.1 del fondo corrisponde ad un indice dell’archivio redatto nel 1779 dal conte Girolamo

figlio del fu Giorgio. In calce al titolo l’autore segnala che lo strumento da lui approntato comprende

solo una parte dell’archivio e rimanda ad un elenco di pergamene contenuto in un registro a parte. Si

può ragionevolmente pensare che il registro citato da Girolamo sia quello del Rorario, perché gli allegati

segnati con le lettere D1 ed E1 inseriti nel fascicolo n.21 elencano circa una ventina di atti notarili su

pergamena che, per data e segnatura, corrispondono a quelli elencati dal notaio.

Altra documentazione riferibile al contenzioso ottocentesco è conservata presso l’Archivio storico

comunale di Maniago: bb.136-137 rispettivamente “Feudi, feudi dei conti di Polcenigo: atti, anni 1306-fine

1800” e “Feudi, identificazione e descrizione fondi dei conti di Polcenigo e Fanna, 1527-fine 1876;

canoni della fabbriceria della chiesa di S.Remigio di Cavasso Nuovo, anni 1863-1868”. Qui, in effetti, si

conservano atti e carteggi prodotti dalle parti e dagli uffici giudiziari negli anni della vertenza. Tra questi

sono stati individuati alcuni elenchi9 di documenti allegati dalla Maraldo dove figura un unico

documento membranaceo datato 3 agosto 1306 (repertoriato con il n.240) ed un numero circoscritto di

atti del sec. XVI, presumibilmente in copia cartacea, di cui non si è trovato riscontro con le pergamene

Polcenigo e Fanna oggi conservate nell’Archivio Maniago Martinengo.

Materiali frammentari si conservano presso l’Archivio di Stato di Udine – dove è presente una

raccolta settecentesca di investiture (1290-1766) del conte Girolamo di Ottaviano di Polcenigo – e

presso l’Archivio diocesano di Pordenone – dove nel Fondo Pergamene sono inseriti 44 documenti dei

secc.XV-XVI.

7 RORARIO G.B., Regestario di un archivio purliliese del Seicento, a cura di A. De Pellegrini, Pordenone, 1929 8 Naturalmente si tratta di un’ipotesi che richiede ulteriori approfondimenti. La numerazione presente sl dorso dei pezzi non corrisponde al numero progressivo dell’Indice delle pergamene, ma questa discordanza era stata notata anche per le pergamene del Fondo Porcia e lo strumento di corredo realizzato dal Rorario per i documenti di quell’archivio. 9 ASCManiago, b.136. Non è possibile citare con maggiore precisione il riferimento alla documentazione consultata perché i materiali inseriti nella busta sono in stato di disordine e privi di cartolazione. Gli atti del sec. XVI sono stati individuati in un elenco datato 1 ottobre 1828.

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Dall’analisi delle carte conservate negli istituti citati sembra di poter dedurre che nella seconda

metà dell’Ottocento la famiglia comitale avesse già disperso, almeno in parte, il nucleo più antico

dell’archivio familiare. Una conferma in questo senso ci viene da una lettera di Gaspare di Polcenigo a

Pietro di Montereale Mantica (Polcenigo 30 marzo 1862) in cui gli chiede aiuto per il reperimento dell’

atto di divisionale del 1222 tra i fratelli Alderico e Varnerio. Pietro di Montereale Mantica risponde a

Gaspare di Polcenigo con queste parole

l'archivio gubernarile dei Frari potrebbe avere qualche copia autentica ma nel mare magnum le pesca è difficile qualora non si abbiano precise indicazioni in quali processi di cause s'attrovino e impossibile il venire a capo di ritrovarla tanto più in allora la Repubblica Veneta non avea nella nostra terraferma alcun [possesso]. Io dovrei ricordarti che molti anni fa ò comprato dalla pizzicagnola Lidia [Bissani] un fascio di carte diverse Polcenigo vendutegli dal fu conte Giacomo di Sbroiavacca e che te ne feci consegna [...] facendo pari un sunto dei documenti più interessanti in essa a mie mani. Oltre le carte sciolte ed una copia autentica delle posteriori divisioni avvenute nel 14 agosto 1255 tra Alderico ed Alberto q.Varnerio di Polcenigo (del ramo di Fanna) io ti ò consegnato anche 4 processi. Trova fuori questi processi segnati a b c d : guarda [...] mio caro Gaspare il processo A ed a c.113 troverai le divisioni 10 novembre 1222 seguite tra i fratelli Alderico e Varnerio q. Varnerio primo stipite delle due famiglie Polcenigo e Fanna. Null'altro posso dirti in proposito (...) Pordenone 2 giugno 1862.10

10 Archivio Montereale Mantica, 104.12.6

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Regesti 1 s.d., s.l. [sec. XIII] Francesco figlio del fu d. Liaxio de Canipa dichiara di aver ricevuto da Ottone del fu d.Ulvino i diritti di decima di tre proprietà condotte da diverse persone. Segue dichiarazione di Otto de Puta che denuncia di aver ricevuto da Ottone una decima su una proprietà dell’ospedale di S.Leonardo sita nella villa di S.Michele. Si tratta presumibilmente di un testo predisposto per un catastico del beni feudali di Ottone 95x1110 2 ss.d., s.l. [sec. XIII]. Catastico Frammento di un catastico di decime su beni siti nel territorio di Aviano. Le rendite risultano essere state concesse da diversi titolari tra cui Marsilio Costa, Guecello Claudio di Prata, Mattia di Maniago.

Nel verso mano posteriore “Feudorum”; regesto di mano posteriore non leggibile; mano sec. XIX-XX “Nota di beni del 1200” Acefalo 285x75 3 s.d., s.l. [sec. XIII]. Compravendita iure feudi Toprando figlio del fu Sclavo di donna Berta di Sacile vende a titolo di feudo retto e legale per cinquanta lire di den. al fratello Gerardo due mansi siti ad Aviano, di cui uno retto da Daniele e l’altro da Viviano, ed un altro manso e mezzo sito a Naone.

Nel verso regesto di mano posteriore sbiadito 95x130

4 s.d., s.l. [sec. XIII]. Atti contenziosi Testimoniali prodotti nell’ambito di un contenzioso per la successione nella proprietà di un manso. 125x110

5 s.d., s.l. [sec. XIII]. Sentenza Sentenza di Olderico abate del monastero di S. Giustina di Padova, giudice delegato dal patriarca di Aquileia nella causa di divorzio tra Giacomo di Uberto Dalesamanino di Padova e la moglie Zilia figlia di Frugerino Paltanieri da Monselice. Copia priva di sottoscrizione11. 360x180

6 1200. Ratifica Atto con cui Marsilio di Cavasso? ratifica la vendita della quarta parte del patrimonio indiviso di Giovanni di Cavasso ? e del figlio Gerardo fatta dai fratelli Aldrico ed Alberto di Polcenigo ad Antonio e Gerardo di Castello, che agiscono a nome proprio e dei fratelli Bonifacio e Giacomo.

11 Notizia di un documento datato 1 marzo 1277 contenente la sentenza qui trascritta è riportata nell’opera di Luigi Ignazio Grotto dell’Ero, Cenni storici sulle famiglie di Padova e sui monumenti delle università, Padova, 1892, p.234

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Nel verso regesto di mano posteriore parzialmente leggibile; mano sec. XIX-XX “Senza data. Tratta dell’eredità fatta dai Polcenigo dalla famiglia di Carrara” Contrassegni “1207”; “N. VIII in C” 265x175 7 [sec. XIII post 1208]12 gennaio 15. Ind.XI^. Polcenigo sul piazzale del castello Refutatio e vendita di beni feudali Il pievano di Aviano, alla presenza e con il consenso dei signori Varnerio e Alderico di Polcenigo, dichiara di rinunciare alla casa con clausura sita nel castello di Polcenigo, che teneva a titolo di livello perpetuo. Di seguito i signori di Polcenigo concedono l’immobile a Corrado villico di Polcenigo che ha liquidato al pievano la somma di venticinque lire di den.ven.piccoli e che si impegna a corrispondere annualmente ai signori due capponi nella giornata di S.Martino. Notaio Salliensimbene s.p.n. 335x105 8 1226 febbraio 12. Ind. XIV^. Polcenigo, in capite pontis. Vendita di beni feudali Aldrico di Coltura figlio del fu Almerico, agendo quale tutore di Leonardo figlio del fu Rinaldino da Coltura - alla presenza di questi e con il consenso di Varnerio signore di Polcenigo e di Enrigucio di Coltura - vende per il prezzo di ventinove lire di den.ven.piccoli a Pietro figlio di Adalperto di Polcenigo due clausure site nella villa di Coltura. Dal contratto di vendita viene escluso un terreno alberato situato sotto il bosco Radivi/Radini? di Coltura. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius13 Nel verso mano di mano sec. XIX-XX “1226. Contratto di un terreno posto in villa Cultis (Cultura)”. Contrassegni “<1384>” 430x115 9 1230 febbraio 24. Ind.III^. Polcenigo chiesa di S. Pietro. Atto di divisione I fratelli d.Alderico e d.Varnerio di Polcenigo si ripartiscono beni, rendite e diritti di d.Enrico Longa. Vengono elencati i possessi assegnati a Varnerio e quindi i beni indivisi tra cui figurano un mulino condotto da Simone De Marco con relative pertinenze, la porzione di castello in cui abitava Enrico ed i diritti a lui spettanti relativi a pesca, pascolo e muda. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius in associazione a Diatrico notaio di Polcenigo Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1230. Involto A. N.**”; “1381” 390x150 10 1233 gennaio 30. Ind. VI^. Polcenigo in castello. Scrittura di accordo

12 In base all’indizione l’atto potrebbe essere stato rogato negli anni 1208, 1223, 1238, 1253, 1268, 1283, 1298. Perfetti indica attivo il notaio nella prima metà del secolo. T. Perfetti, Il notariato a Sacile e nel suo terrtorio dalle origini al XX secolo in «Il Noncello», n.47, 1978, pag.203 13 Perfetti, rifacendosi all’ Index Notariorum del Della Porta, qualifica il notaio come Gerardo del fu Ottone (Perfetti, Il notariato a Sacile, pag.203), ma la formula della sottoscrizione può essere sciolta nel senso “notaio dell’imperatore Ottone” (così infatti lo Joppi nei regesti degli atti in BCU, FP n.1233 e nei regesti del Rorario). L’imperatore Ottone IV (1175-1218) fu in carica sino all’anno 1210 quando venne scomunicato da papa Innocenzo III. In base agli atti conservati in questo fondo - nn. 8, 9, 14, 17, 20, 22, 23 – il notaio Gerardo risulterebbe attivo negli anni 1226-1256.

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Scrittura di accordo siglata tra gli eredi di d.Lanfredo di Seurento. I fratelli Enrigetto e Bellamico, figli di Lanfredo, rinunciano a favore di d.Fontanella, loro matrigna, e dei suoi figli Odorico e Marescotta ad una casa ubicata nel castello di Polcenigo con relativi beni mobili e immobili ed inoltre ad un’altra proprietà che Lanfredo aveva assegnato a Marescotta. Quest’ultima si impegna a rilasciare la proprietà se nei successivi due anni i fratelli le verseranno la somma di sessanta lire di den. ver. Seguono ulteriori disposizioni relative a debiti che erano a carico di Lanfredo. Notaio Salliensimbene s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore non leggibile 260x100 11 1234 febbraio 4. Ind. VII^. In casa di Gerardino. Compravendita Grimaldacio […] di Dardago vende per il prezzo di sei lire di denari a Gerardino notaio di Polcenigo tre campi aratori siti nella villa di Dardago. Notaio Dietrico di P(..)to14 i.a.n. Nel verso mano di mano sec. XIX-XX “Polcenigo. 1235. Vendita di tre campi in Dardago”. Lacuna in corrispondenza delle righe 16-19, margine destro; inchiostri a tratti svanito. 255x120 12 1235. Ind. VIII^. Polcenigo, residenza di Varnerio. Livello Varnerio signore di Polcenigo concede a fra Rainerio, abitante a Range, una casa sita nel borgo di Polcenigo presso il ponte che in passato era stata assegnata a Vinotto uno dei testimoni del presente contratto. Rainerio si impegna a corrispondere annualmente a titolo di livello nel giorno della festa di S.Martino un cappone; nel caso lo stesso non venisse versato per tre anni consecutivi il contratto si intende annullato. Notaio Dietrico di P(..)to i.a.n. Nel verso di mano posteriore “1205 ii agosto. Livellation de m.Guarnier de Pull. a fra Reinero de una casa in borgo de Pill. Per due capon”; altra mano Contrassegni “1385”; “N.V. Involto A” 105x180 13 1235 settembre 20. Ind. VIII^. Treviso in casa di Gabriele figlio di Tommasino. Donazione, sentenza volontaria Maria da Coderta, vedova di Tommasino de Offa, dopo aver ottenuto l’emancipazione con atto rogato dal notaio Gerardo de Aviça, riceve in dono dal padre Giacomo i propri beni dotali e quanto a lei assegnato dal marito. Seguono alla stessa data l’atto con cui Rambaldo conte di Treviso figlio del fu conte Ensedisio /di Collalto/, assegna alla donna la tutela della figlia Iolanda ed un terzo atto con cui Maria - non volendo amministrare il patrimonio della figlia senza che sia stato redatto un inventario dello stesso - dichiara quanto ricevuto in base alle ultime volontà del marito.

14 Dal confronto tra la sottoscrizione notarile, la datazione ed il testo degli atti rogati da Dietrico non sembra possibile

sciogliere il luogo di provenienza del notaio – indicato nella sottoscrizione con la formula “P(..)to” e con segno abbreviativo per consonante vibrante (come per Prato) – con Polcenigo, toponimo che nel testo viene abbreviato con la formula “Pulc.” ed il segno abbreviativo per nasale (vedasi docc. 1239 febbraio 15 e 1247 marzo 24). Tuttavia l’atto datato 1230 febbraio 24 è rogato dal notaio Gerardo in concorso con Diatrico notaio di Polcenigo e nel documento datato 29 settembre 1256 abbiamo un contratto rogato a Polcenigo in casa del notaio Diatrico. Atti del notaio Dietrico sono presenti ai nn.12, 15, 18, 19.

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Notaio Gerardo de Aviça s.p.n. 528x170 14 1238 dicembre [4]. Ind.XI^. Polcenigo. Vendita di beni feudali Bruno figlio del fu Giovanni Çimola(n)di de Seronis, per sessantacinque lire di den.ver.piccoli, vende ad Aldrico figlio del fu Almerigucio di Coltura e Bertoldo figlio di Floro di Fanna- il quale agisce anche a nome del padre e dei fratelli Artico, Giacomo, Granso ed Ermanno – alcune decime percepibili su campi e clausure situati nel territorio della pieve di Dardago ed Aviano, rendite che gli provengono da Egidio de Rugolo e dal fratello di questi Odolrico. Tra i beni soggetti a censo sono compresi i mansi retti da Rodolfo de Ligonto, Ardinano de Ligonto, Pregonea, Puppo di Dardago, Rainolfo di Dardago, Grimaldo de Varnerisso, Viviano de Arpoix, M[…] de Maxeredo. Adelpretto di Dardago viene incaricato di immettere gli acquirenti nel possesso del bene.Seguono clausole relative alla riconsegna dello stesso. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius Nel verso “1238” di mano posteriore Contrassegni? “1208” Mediocre stato di conservazione. Lacune da roditori e guasto meccanico in corrispondenza delle righe 1-2, 20-23, 36-39, 53-57 470x124 15 1239 febbraio 15. Ind.XII^. Polcenigo in casa di Almerico. Compravendita Almerico e Tommaso figli del fu d.Strulli vendono per sessanta lire di den. ven.a Corrado villico di Polcenigo un manso situato in località “Sotto Colle” con tutte quanto ad esso spettate, proprietà che viene retta dagli stessi venditori. Notaio Dietrico de P(..)to s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore 240x125 16 1240 maggio 20. Ind. XIII^. Polcenigo in caput pontis. Refutatio e vendita beni feduali Giacomo figlio del fu Adina di Coltura, a seguito di una liquidazione di undici lire di den.ven., riconsegna a d.Marsilio Costa la decima di una proprietà situata ad Aviano e condotta dai fratelli Bertoldo e Mainardo. Di seguito Marsilio investe del bene Zannino figlio di Pietro da Polcenigo. Notaio Sallensimbene s.p.n. Nel verso di mani posteriori: regesto parzialmente leggibile; “1271”; di mano sec. XIX-XX “1240. Iacopo d’Aldrico di Coltura ricusa una decima”. Contrassegni “Involto M. n.5” 300x95 17 1244 novembre 7. Ind. II^. Polcenigo in casa di Vuarnerio macellaio in capite pontis. Donazione di beni feudali d. Marsilio figlio del fu Bertaldino Costa investe a titolo di donazione Bonifacio canipario di d.Varnerio di Polcenigo della decima che si riscuote nella villa di S. Quirino, diritto che era del fu Bratto e del padre di questi, Zacco di Polcenigo. Zanino figlio di Pietro di Polcenigo viene incaricato di immettere Bonifacio nel possesso del bene. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius

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Nel verso su un cartiglio incollato al documento membranaceo, mano sec. XIX-XX "1245 7 7bre. Polcenigo. Marsilio Costa investe Bonifacio della decima della villa di S.Quirino" 415x100 18 1247 marzo 24. Ind. V^. Polcenigo in capite pontis Vendita livello Odolrico villico di Polcenigo - agendo a nome dei propri signori e cioè i fratelli Varnerio, Tommaso e Pellegrino di Polcenigo - vende a titolo di livello per il prezzo di cinque lire di den.ven. a Rainerio di Polcenigo una casa ubicata nel villaggio; l’acquirente si impegna a corrispondere ai suddetti signori il giorno di S.Martino un canone annuo di dodici den.piccoli. Notaio Dietrico de P(..)to s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1387” Discreto stato di conservazione. Inchiostro svanito in alcuni punti 290x115 19 1247 luglio 10. Ind. V^. In casa del notaio Dietrico presso il mulino di Sotto Croda. Refutatio Grauso Magnoncolus di Polcenigo, a seguito di una liquidazione di trentasei lire ed otto soldi di den.ven., riconsegna a Zanino di Polcenigo, che agisce a nome proprio e del padre Pietro, un manso sito a Marsure condotto da Martino fabbro. Notaio Dietrico di P(..)to i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore non leggibile; mano sec. XIX-XX “12… Atti di vendita dei Pulcinigo” 195x125 20 1251 dicembre 2. Ind. IX^. Residenza dei conti di Polcenigo. Vendita di beni feudali Pagano figlio del fu d.Enrico di Pagano di Polcenigo, agendo a nome proprio e dei fratelli Tommaso e Pellegrino signori di Polcenigo, vende per centocinquanta lire di den.ven,piccoli a d.Pietro del fu d.Adalperto di Polcenigo ed al figlio di questi Zanino la proprietà di un manso sito nella pieve di Aviano ed i diritti di natura feudale ad esso pertinenti tra cui il diritto di decima. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1251 vendita di un maso in pieve d’ Aviano” Contrassegno o datatio di mano posteriore? “1380” 400x148 21 1252 giugno. Ind.X^. Catastico rendite Elenco di rendite dei figli di d.Varnerio di Polcenigo, Alderico ed Alberto e del suo decano Alberico, corrisposte da persone di Aviano che conducono proprietà dei consorti (qui habeant terras ad terraticum). Nel verso mano sec. XIX-XX “1252. Nota dei beni di Aviano posseduti dai Polcenigo” Contrassegno o datatio di mano posteriore? “1395”, cassato da mano sec. XIX-XX che lo interpreta come datatio 332x145

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22 1256 settembre 29. Ind.XIV^. Polcenigo nel portico della casa del notaio Diatrico. Vendita di beni feudali Diatrico ed il figlio Benevenuto del borgo di Polcenigo vendono per venticinque soldi di den.ven. piccoli a Zanino ed al padre d.Pietro di Polcenigo una proprietà con relativa decima situata nella villa di [...] in località "Sacono" confinante con un altro terreno dell'acquirente. Micheluccio cerdo di Polcenigo viene incaricato di immettere Zanino nel possesso del bene. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius Nel verso regesto di mano posteriore Inchiostro sbiadito nella parte destra del supporto 205x145 23 1258. marzo [13]. Ind. I^. Polcenigo nella vigna della braida di d.Alberto di Polcenigo. Vendita di beni feudali Bussachino de Cantone di Polcenigo, con il consenso del suo signore d.Alberto di Polcenigo, vende a Zanino figlio di d.Pietro di Polcenigo una casa con la sua clausura situata nel cantone del castello di Polcenigo per il prezzo di [...] lire e 5 soldi di den.ven. piccoli. Gerardo domini Ottonis imperatoris notarius Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni "1393", "n.XIII. Involto A" Rosicature, righe 1-5, e macchie di umidità compromettono in parte la lettura del testo 235x115 24 1264 gennaio [11]. Ind.VII^.Cavaliro . Vendita di beni feduali d.Maria da Coderta figlia del fu d.Giacomo vende per cinque lire di den. a d.Giacomo di Corrado de Cavaliro un aratorio sito nel territorio di Cavaliro . In data 17 gennaio l’acquirente viene immesso nel possesso del bene. Notaio Romano de Fagaredo s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore Cattivo stato di conservazione. Lacune e macchie di umidità compromettono la lettura del testo 455x140 25 1264 gennaio 11. Ind. VII^. Scrittura di impegno Scrittura con cui Giacomo di Corrado de Cavaliro si impegna a rendere, per un corrispettivo di cinque lire di denari pagabili entro i successivi tre anni, a Maria da Coderta figlia del fu Giacomo un aratorio posto nel territorio di Cavaliro di cui è stato investito alla stessa data come da atto registrato dal notaio Romano. Notaio Romano de Fagaredo s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore in parte leggibile; mano sec. XIX-XX “1264. Contratto di vendita” Inchiostro in parte sbiadito, lacuna in corrispondenza delle righe 16-17. 148x143 26 1267 marzo 14. Ind. X^. […] S. Martino in casa del fu Genio de Filippo. Ratifica

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Con atto rogato dal notaio Ottone di Giovanni da Negrisa i fratelli Alberto, Griselmo e Zambaldo figli del fu Marco de Riprando avevano venduto per il prezzo di quaranta lire di denari a Maria da Coderta un manso sito nel territorio di Canizzano investendo la donna dei relativi diritti di decima. Ora Giacomo, altro figlio del suddetto Marco, ratifica il contratto stipulato dai fratelli. Notaio Odorico de Marchi s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore in parte leggibile, stessa mano? “1267 14 marzo”; mano sec. XIX-XX “Atto di vendita di un maso in Vigonovo” Macchie di umidità; fori in corrispondenza delle righe 9, 11, 23. 200x170 27 1273. Indizione I^. Pordenone. Vendita di beni feduali Alessandro di Porcia vende a Nicola una clausura per il prezzo di dieci? lire di den.ven.. Morando, fratello di Alessandro, è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Leonardo di Sp(…) i.a.n. Cattivo stato di conservazione. Macchie di umidità compromettono la lettura del testo 140x117 28 1278 marzo 12. Ind.VI^. Polcenigo in capite pontis Procura d.Girardo di Polcenigo figlio del fu d.Alberto incarica il fratello Alberto di vendere a d. Endrico figlio del fu d.Bertolasio di Aviano, per il prezzo di cinquanta lire di den.ven, un manso sito a Marsure che viene retto e lavorato da Pietro e dai fratelli figli di Giovanni fabro di Marsure. Notaio Giacomo de Cene[…] s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore 160x105 29 1279 gennaio 29. Ind.VII^. Fanna nella clausura di Giacomo de [C]eriç. Vendita di beni feudali Vecello – agendo a nome di d.Flordiana figlia di Giacomo Forniz di Fanna e con il consenso di quest’ultimo - vende per nove lire di denari a Turchetto figlio del fu Artuico Cavalerio di Fanna una centa sita sulla piazza di S.Remigio di Fanna e detta “la centa de Germano de Açret”. Girlando di Fanna è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Ailino s.p.n. Contrassegni “1389”, “[…] VII […]” Inchiostro sbiadito in corrispondenza delle righe 2-5, 23-34 180x105 30 1279 ottobre 3. Ind.VII^. Prata in casa di Scasutto figlio di Rustichello da Prata . Compravendita Bilia figlia del fu Ermanno di Modoleto e Francesco figlio della sorella Agnese vendono per il prezzo di cinquantacinque lire di den.ven. piccoli ad Alberto figlio del fu Alberto di Polcenigo una proprietà (brollo) con annesso bosco di castagni situata a Modoleto e confinante con un castagneto del patriarca di Aquileia. Notaio Viviano s.p.n.

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Nel verso regesto di mano sec. XX “1279 ind.VII 3 ottobre. Atto di vendita di un brolo e di un castagneto in Moduledo fatto da donna Bilia figlia del fu Ermano di Modoledo e da suo nipote Francesco ad Alberto quondam Alberto di Polcenigo” 240x125 31 1281 aprile 1. Ind.IX^. Polcenigo. Vendita di beni feudali Varnerio detto Spolamantello vende per quattro lire e meza di den.ven.piccoli a Nasenvera di Fanna una rendita costituita un sopra un manso di S.Martino retto e lavorato da Bertoldo de Megença. Artico de Flos è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Ingelino i.a.n. 365x110 32 1283 settembre 24. Ind. XI^. Polcenigo dinanzi alla casa di Enrico Vendita beni feudali Enrico detto Graton di Polcenigo, agendo anche a nome della moglie Bonanna, vende per il prezzo di otto lire di den.ven.piccoli a Nicolò marito di Walterina figlia del fu Enrico di Bertoldo gastaldo di Fanna, che agisce a nome della moglie, un campo sito nel territorio di Polcenigo in località detta “Pilla”. Seguono accordi relativi all’investitura del bene nel caso la coppia degli acquirenti non avesse discendenza maschile. Notaio Alberto de Cassanis di Ferrara i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Macchie di umidità, fori in corrispondenza delle righe 1-3. 259x145 33 1298 aprile […]. Ind. XI^. Cividale. Vendita di beni feudali Furtino? figlio del fu […] Paget di Martignacco vende per il prezzo di undici marche di denari aquileiesi a Federico, abitante a Cormons, figlio del fu Corrado di Ungrispach un manso situato nella villa di [Topodich?] condotto da Giacomo Presepio che il venditore aveva ricevuto a titolo di feudo da Artico del fu Artico e Mattia del fu Rodolfo di Moruzzo, proprietà che era stata concessa in feudo ai consorti di Moruzzo dalla badessa del monastero di S. Maria di Cividale. Notaio Giovanni di Cividale i.a.n. Nel verso di mani posteriori “1298 die 14 aprilis”, “scrittura d[.] […]spach”; di mano sec. XIX-XX “Contratto” Lacerazione nel margine destro delle righe 1-5; inchiostro sbiadito in diversi punti. 335x200 34 [Sec. XIV inizi]. Catastico rendite Elenco di rendite dei signori di Polcenigo Contiene elenco nominativo con descrizione delle rendite riscosse su beni situati a Coltura, Pradusel e Slas ed elenco nominativo di persone di Polcenigo che versano un censo ad Alberto e Fantussio [signori di Polcenigo]. Il documento è scritto sul recto e sul verso Nel verso regesto di mano posteriore non leggibile Contrassegni “1224”, “Involto B […]” 1600x120 35

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[sec. XIV]15. Nella chiesa di ? Attori Adriana ed il figlio Biagio figlio del fu Zambono e Domenico figlio del fu Giovanni. Notaio Nicola de Bovolino s.p.n. Pessimo stato di conservazione. Inchiostro sbadito nell’intero documento Nel verso mano sec. XIX-XX “Indecifrabile” 370x125 36 [sec. XIV]16. marzo 16 o 21. Fanna dinanzi alla canipa del venditore. Compravendita Nicola detto Calvello di Fanna vende per il prezzo di sette lire di den.ven.piccoli ad Arnoldo di Fanna figlio del fu Giacomo Forniz un campo sito nel territorio di Fanna Notaio Antonio figlio del fu Ailino di Maniago i.a.n. Contrassegni “1268”; “Involto M n.7” Pessimo stato di conservazione, l’ inchiostro sbiadito compromette la lettura del testo 250x190 37 [sec. XIV]17. settembre 27. Fanna?. Compravendita Gruasutto figlio del fu Corrado de Gruasio? di Fanna vende a Pietro figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna per venti soldi di den.grossi una clausura sita nella stessa villa dove erano sono soliti abitare il venditore ed il padre. Notaio Antonio figlio del fu di Ailino18 Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1451” Macchie di umidità e lacerazioni compromettono la lettura del testo 270x120 38 [sec. XIV]19. dicembre 17. Ind.III^.Fanna nel cortile di Arnoldo. Compravendita Margherita detta Centa figlia di Fuzio di Fanna vende per quaranta lire di den.ven ad Arnoldo figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna una clausura sita a Cavasso ed un campo sito nella campagna di Fanna. La donna, prossima alle nozze? con un uomo di Sequals, è spinta dalla necessità di realizzare una certa liquidità per poter acquistare alcuni beni tra cui un letto ed un’arca, una mucca ed un maiale Notaio Antonio figlio del fu Ailino di Maniago i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1439” Pessimo stato di conservazione. Il supporto presenta grinze e lacerazioni in particolare nel margine superiore e laterale destro. 265x180

15 Il notaio è attestato a Polcenigo nel 1312 (T. Perfetti, Il notariato a Sacile e nel suo terrtorio dalle origini al XX secolo in «Il Noncello», n.47, 1978, pag.203) e nel 1314 (in questo fondo al n.46) 16 Il regesto posteriore nel verso del documento data l’atto all’anno 1350, ma l’acquirente è attestato nel primo ventennio del secolo. 17 Il notaio è attestato negli anni 1317-1356. T.Perfetti, Il notariato a Maniago e nel suo territorio dalle origini al XX secolo in «Il Noncello», n.43, 1976, pag.158. 18 Il nominativo del notaio si ricava dal signum tabellionis 19 Vedi nota 6

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39 1301 dicembre 3. Ind.XIV^. Fanna sulla piazza. Vendita beni feudali Daniotto figlio del fu Gruasio di Fanna vende a titolo di feudo per quattro lire di den.ven.piccoli a Pietro figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna ed al fratello Arnoldo la decima di un pomerio di d.Odorico Rosso di Polcenigo situato a Modoleto e retto da Pietro figlio del macellaio di Fanna. Notaio Ailino s.p.n. 1302 maggio 13. Ind.XV^. Fanna nella clausura di Furcherio condotta da Pietro Gruasutto figlio del fu Corrado di Gruasio di Fanna vende per cinque soldi di den.ven.piccoli a Pietro figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna ed al fratello Arnoldo un campo sito nel territorio di Fanna in località “via de Bips”. Notaio Ailino s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore 385x105 40 1302 giugno 3. Ind.XV^. Fanna nella clausura di Turchetto condotta da Pietro. Vendita di beni feudali Gruasutto figlio del fu Corrado di Gruasio di Fanna trasferiscono a titolo di feudo per dieci lire di den.ven.piccoli a Pietro figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna ed al fratello Arnoldo un orto sito a Fanna in località “Col Birlan”ed un campo sito a Branco sotto la centa di un manso dei figli di d.Pellegrino di Polcenigo. Artuicuccio figlio del fu Asurello di Fanna è incaricato di immettere gli acquirenti nel possesso del bene. Notaio Ailino s.p.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1270”, “Involto M n.1” 275x115 41 1307 giugno [4]. Ind.V^. Sulla via dinanzi alla casa di m.Endrigo cerdonis. Vendita di beni feudali I fratelli Pesante, Giovanni e Benvenuto detto Carcossio figli del fu Montanario di Coltura trasferiscono a titolo di feudo per quattro lire di den.ven.piccoli ad Arnoldo del fu Giacomo Forniz di Fanna le rendite che hanno nella villa di Andreis. Nicola Claudio di Fanna è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Zambono i.a.n. Inchiostro sbiadito / caduto in alcuni punti 365x135 42 1310 maggio 28. Ind. VIII^. In casa di Odorico. Testamento Testamento di d.Beatrice figlia di d.Federico di Porcia. La donna dispone la propria sepoltura nella chiesa di S.Giacomo a cui lascia una somma pro utilitate ecclesia ed alcuni doni. Al marito Odorico destina la somma di cento lire di den.ven.piccoli. Alla propria domestica, Bianca, una somma che possa garantirle l’affrancamento dalla condizion servile ed inoltre le sue vesti. Per i rimanenti beni è nominato erede il padre, Federico. Notaio Antonio figlio del fu Zambono notaio i.a.n.. dalle note del padre su mandato dei consorti di Polcenigo e con l’autorizzazione del vicario patriarcale Contrassegni “1240”; “n.XXVII involto B” 295x120

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43 1312? gennaio 5. Ind. X^. /Fanna/ in casa di Avantacio. Compravendita Bertoldo ed il fratello Ermanno figli di Follo di Fanna vendono per quattro lire ad Arnoldo di Fanna un prato sito nella stessa villa in località detta “Cornola” (Cornella?) Notaio Domenico di Meduno i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore non leggibile Contrassegni “1275”; “Involto M n.3” Estesa macchia in corrispondenza delle righe 1-7 215x105 44 1312 aprile 25. Ind. X^. Fanna presso [l’abbazia di] S.Martino dietro la chiesa. Vendita beni feudali Nicola detto Calvello di Fanna vende per venti soldi di den.ven. grossi a Arnoldo del fu Giacomo Forniz di Fanna, con il consenso del suo signore d.Giovanni, una clausura sita nel territorio di Fanna in località “Sub Cavas” (Cavasso). Notaio Antonio del fu Ailino di Maniago Nel verso cartiglio cartaceo incollato, mano sec. XIX-XX “1312 25 aprile. Fanna. Nicolò di Fanna vende una clausura in Fanna per 20 soldi” Contrassegni “1256”; “n.IV involto C anno 1312” Rosicature nel margine laterale sinistro; macchie di umidità; lacuna alla riga 20. 285x205 45 1312 maggio 14. Ind. X^. Fanna. Vendita beni feudali Tiso? figlio del fu d. Amigucio di Maniago, abitante a Fanna, vende per il prezzo di ventidue den.ven.piccoli ad Arnoldo figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna alcuni diritti di decima su mansi sito a Tramonti di Sotto, un campo sito nel territorio di Fanna in località “Ryude”, un prato sito nel medesimo territorio in località “Curniola” (Corniella?). Notaio Antonio del fu Ailino notaio di Maniago Nel verso di mano posteriore “1234”; mano sec. XIX-XX “1312. Atto di vendita in Fanna” Mediocre stato di conservazione 220x205 46 1314 luglio 28. Ind.XII^. Polcenigo dinanzi alla casa di Pravesino. Vendita beni feudali, locazione e livello Giacomo del fu Leonardo de Rayna, alla presenza e con il consenso di Aldrigone suo signore, traferisce a titolo di feudo per il prezzo di quaranta soldi piccoli Roperto da Dardago la decima di due campi della chiesa di S. Maria di Dardago siti presso San Martino. Ianesio di Budoia viene incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Di seguito Roperto concede in affitto per un periodo di ventinove anni a Benvenuto figlio di Giacomo fu Enrico Albi di Dardago il diritto di riscossione della rendita acquisita. Il locatore dichiara di essere già stato liquidato dei canoni d’affitto del presente contratto e garantisce la possibilità di rinnovo dello stesso. Notaio Nicola de Bovolino s.p.n. 1314 luglio 30. Ind.XII^. Polcenigo dinanzia alla casa di Lancillotto. Ianesio di Budoia ed Enrico Rizzardo, agendo a nome della chiesa di S.Maria di Dardago, concedono in livello a Benvenuto figlio di Giacomo del fu Enrico Albi di Dardago due campi della chiesa situati a San Martino. Il canone annuo di due libbre di olio si intende duplicato nel caso non venisse corrisposto

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entro il primo anno; il contratto di livello verrà rescisso nel caso il locatario risultasse insolvente per due anni successivi. Notaio Nicola de Bovolino s.p.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1314. Contratto sulla decima di due campi di Polcenigo” Contrassegni “1227”; “N.X. An.1314. involto C” 620x130 47 1315 novembre 26. Ind. XIII^. Aviano . Livello Il nobile Guglielmo de Meycouff capitano di Aviano, con l’autorità conferitagli dal conte di Gorizia e dal patriarca di Aquileia di disporre dei beni della gastaldia di Aviano, concede in livello perpetuo ad Arnoldo di Fanna, al servizio del nobile Alberto detto Fantussio di Polcenigo, un mulino con relative pertinenze posto sulla roggia di Orgnese con l’impegno di corrispondere annualmente alla curia patriarcale di Aquileia un’urna di pepe. Notaio Guecello i.a.n. Nel verso di mani posteriori “[…] Girardis di Portogruaro”, Aq(ui)[…] Morandini de […]”; mano sec. XIX-XX “1315. Indecifrabile” Contrassegni “N° 6. pezze n.42” Inchiostro svanito in corrispondenza delle righe 1-2 325x140 48 1316 novembre 14. Ind. XIV^. Polcenigo presso il casale di d.Francia. Vendita di beni feduali Giovanni figlio del fu Saglo, a nome proprio e del fratello Pietro, vende per ventitre lire di den.ven.piccoli a Michele del fu Leonardo di San Giovanni una sua proprietà costituita da casa, corte, orto e bearzo. Francesco di Rivalpo viene incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Tra le clausole accessorie si prevede che Pietro ratifichi il contratto non appena raggiunta la maggiore età. Il conte Alberto detto Fantussio di Polcenigo precisa che il contratto viene siglato da Giovanni a proprie spese e rischio. Notaio Nicola de Bovolino s.p.n. Contrassegni “1241”; “n.XXVIII [involto B?]” 415x135 49 1317 giugno 13. Ind.XV^. Porcia in casa di donna Alitonda sorella di d.Savoia. Donazione pro dote Arnoldo di Fanna figlio del fu Giacomo detto Forniz dona a titolo di morgengabe a d.Savoia figlia di […] di Porcia un manso sito a Fanna retto e lavorato da Giacomo Va(n)cha di Fanna ed Endrigo figlio di Ermanno Theutonico. Notaio Federico da Belluno? i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; in cartiglio cartaceo incollato, mano sec. XIX-XX “1317 8 giugno. Porcia. Arnoldo di Fanna dona per morgencapio un maso a d.Savoia di Porcia sua moglie” Contrassegni “1273”, “Involto M n.6” Cattivo stato di conservazione. 280x125 50 1318 novembre 3. Ind. I^. Polcenigo nella pubblica via dinanzi alla casa di Viviano e suo fratello. Refutatio

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I fratelli Lorenzo e Michele figli del fu Martino de Michele di Marsure rinunciano e trasferiscono a d.Alberto detto Fantussio di Polcenigo i diritti che detengono a titolo di livello su terre site nel distretto di Aviano di cui erano stati investiti i loro avi [dal fu Bonfachino uomo di masnada del detto d.Alberto], investitura dimostrata dall’atto di cui le parti prendono visione e che viene contestualmente consegnato ad Alberto. Notaio Antonio figlio del fu Zambono i.a.n. Contrassegni “1259”, “1317 XXI involto C” Inchiostro sbiadito in diversi punti 245x140 51 1321. Ind. IV^. Vendita di beni feudali Per la somma di quaranta soldi di denari veneti grossi Marsilio figlio naturale del fu nobile Gerardo di Polcenigo acquista a titolo di feudo da […] di Polcenigo due mansi siti nel distretto di Polcenigo, il primo nella villa di Dardago ed il secondo in quella di Budoia. Il contratto è rogato alla presenza e con il consenso di Alberto signore /di Polcenigo/. Tra i testimoni sono presenti l’abate di Fanna, un monaco di Pomposa ed il nobile Alberto detto Fantussio di Polcenigo. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1321. Contratto di Polcenigo” Contrassegni “1247”; “N°XIX involto B” Lacuna nel margine superiore sinistro (righe 1-3), inchiostro sbiadito in corrispondenza delle righe 4-7, mutila (mancante formule di chiusura e sottoscrizione notarile) 255x120 52 1322 febbraio 19. Ind. V^. Fanna in casa di Arnoldo, nella camera del testatore. Testamento Testamento di Marsilio figlio naturale del fu nobile Gerardo di Polcenigo. Dispone di essere sepolto nella chiesa di S. Remigio di Fanna a cui assegna la proprietà di un campo sito presso la roggia “de mol[…]”. Per la salvezza della propria anima dispone i seguenti legati: 20 soldi piccoli a pre Gaspare e 5 soldi piccoli a ciascuna cappella della chiesa di Fanna, 10 soldi piccoli alla chiesa del monastero di S. Martino di Fanna e di 5 soldi piccoli all’abate del suddetto monastero, 20 soldi piccoli alla chiesa di S. Andrea di Sequals, 15 soldi piccoli alla chiesa di S. Michele di Arba, 12 denari grossi alla chiesa del convento di S. Giacomo di Polcenigo, 20 soldi alla chiesa di S. Maria di Vigonovo, 5 soldi alla chiesa di S. Lorenzo di Polcenigo e 5 soldi piccoli alla chiesa di S. Floriano ed altri 5 alla chiesa di S. Lucia nella stessa località, 10 soldi alla chiesa di S. Maria di Dardago. Alla moglie We[…]ge assegna la somma di 10 lire piccole provenienti dai suoi beni e di 10 soldi grossi per il morgengabe e quanto a lei spettante secondo legge. Tutto il restatnte patrimonio viene lasciato all’erede Arnoldo Armellini? Notaio Antonio del fu Ailino di Maniaco i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1360. Testamento e legato alla chiesa di Cavasso” Contrassegni “1222”; N°XIII […] B” Lacune e lacerazioni in corrispondenza delle righe 6-9. Supporto irrigidito. 245x142 53 1322 settembre 6. Ind. V^. Fanna sotto il portico della casa di Peverello di Fanna. Compravendita Girardo del fu [Xucchi?] di Fanna per la somma di cinque lire di den.ven. piccoli vende a Domenico figlio del fu Scassamagli di Meduno un terreno in parte coltivato in parte con piante situato a Fanna in località “sotto braida”e confinante con una proprietà del nobile Aldrigone di Polcenigo. Arnoldo di Fanna è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene.

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Notaio Antonio del fu Ailino notaio di Maniago Nel verso di mano posteriore “<1434>”; “An.1322. Gerardo di Cristofolo di Fanna vende a Domenico Scassamagli di Medun una braidetta in Fanna loco sottobraida. Antonio d’Ailin nodaro” Contrassegni “N° 5. pezze n.22” 445x115 54 1328 marzo 20. Ind.XI^. Compravendita Tommaso del fu Girardo de P[.]la di Fanna, località “sotto Mizza”, vende per ventiquattro lire di den.ver.piccoli a Cenetto detto Tarisso ed al fratello Ziraldo figli del fu Corrado di “sotto Mizza” un campo con sue pertinenze sito a Fanna nella stessa località lungo la riva del torrente Meduna. Notaio Antonio del fu Ailino di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore Inchiostro sbiadito 315x135 55 1328 dicembre 2. Ind. XI^. Fanna presso Endrigacio figlio di Maroldo di Fanna. Vendita di beni feudali Prandino di Fanna per il prezzo di otto lire di den.ven.piccoli e sei soldi piccoli vende ad Arnoldo di Fanna la propria parte di un campo sito a Fanna sotto il “fossatum” Notaio Andrea figlio di d.Tommaso da Meduno i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore coperto da un cartiglio cartaceo incollato, mano sec. XIX-XX “1328 2 dec. Fanna. Prandino di Fanna per 8 lire vende ad Arnoldo di Fanna un prato feudale” Contrassegni “1437” 135x220 56 1330 ottobre 26 Ind. XIII^. Fanna presso la casa di Vignudo detto Manianin. Vendita di beni feudali Deulanit detto [Gogeius/Gognus?] di Fanna vende ad Arnoldo di Fanna, per il prezzo di dodici lire di den.piccoli, due campi aratori siti nelle pertinenze di Fanna. Vignudo detto Manianin viene incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Andrea figlio di d.Tommaso da Meduno i.a.n. Contrassegno “1303” 225x135 57 133[.] Compravendita di alcuni campi [siti nel territorio di Fanna di cui uno in località Stauluz??] Notaio Antonio del fu Ailino notaio di [Maniago?] Nel verso mano sec. XIX-XX “Indecifrabile” Pessimo stato di conservazione. Vaste lacune condizionano la leggibilità del testo. Inchiostro svanito 260x190 58 1332 marzo 2. Ind.XV^. Fanna, presso Odorico figlio del fu Misutto. Vendita di beni feudali Francesco detto Maglus figlio del fu Pellegrino [senterio/seutecio?] da Fanna per il prezzo di otto lire di den.ven.piccoli vende a Giacomo del fu Nicola Claudi da Fanna due aratori siti nel territorio di Fanna,

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uno in località detta “da Wonol” confinante con la strada omonima, il secondo presso la strada detta “Osera”. Notaio Antonio del fu Ailino notaio di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1362. Fanna contratto di vendita” Contrassegni “1445” 365x135 59 1332 novembre 21. Ind.XV^. Fanna sotto il portico dell’abbazia. Vendita di beni feudali Crasso figlio del fu Giovanni [Ma(n)çe?] di Fanna, località “sotto Mizza”, per il prezzo di quaranta soldi ven.piccoli vende ad Arnoldo figlio del fu Giacomo Forniz di Fanna un aratorio situato nel territorio di Fanna in località detta “Braida”. Notaio Antonio del fu Ailino notaio di Maniago Nel verso di mano posteriore regesto parzialmente illeggibile. Contrassegni “1447” 235x195 60 1333 giugno 5. Ind. I^. Gemona nel cimitero della chiesa di S.Maria. Richiesta di liquidazione Bonsavero del fu Guidino da Bologna?, abitante a Treviso, compare dinanzi al vicario aquileiese Evigelmo ed al capitano di Gemona, il nobile Fantino, quale procuratore di d.Genia (Eugenia) figlia del defunto ser Bindo Lazari, un fiorentino che abitava a Treviso. Chiede venga data esecuzione al disposto di una lettera del podestà di Treviso, datata alla stessa data, con cui si tutelano i diritti della donna vedova di Ezzelino del fu Guecello di Prata e tutrice dei loro figlio Giovanni Enrico. In particolare si sottolinea che la coppia era stata dotata di un capitale di duemilacinquecento lire e che Ezzelino aveva donato a Genia a titolo di morgengabe la somma di quattrocento lire. A supporto della richiesta vengono presentati i documenti che attestano la posizione sostenuta, tutti rogati a Treviso: contratto in cui si concreta l’impegno economico assunto dal nobile Manfredo di Porcia e dal nipote Artico figlio di Gabriele, da Odorico Villalta e dei consorti di Prata verso la coppia e l’impegno di Ezzelino verso la moglie, rogati in date 1 e 2 giugno 1326 dal notaio Rustico del fu Gucio de Carbonibus; atto di procura della donna in Bonsavero rogato dal notaio Leonardo di Giovanni de Caponibus datato 24 maggio 1333; atti con cui la donna veniva creata tutrice dei figli e sua successiva delega rogati dal notaio Vendramino del fu Valfredo de Lanzanico in data 22 aprile 1333 e dal notaio Domenico del fu Girardo di Crispano in data 30 maggio 1333; inventario dei beni spettanti a Giovanni Enrico rogato dal notaio Domenico suddetto in data 28 maggio 1333. Notaio Nicola Sibelli di Gemona i.a.n. Contrassegni “1226”; “n.VI anno 1333 involto C” 475x180 61 1336 febbraio [..]. Ind.IV^. Aviano Quietanza Marco figlio del fu Guarnerio di donna Pellegrina di Pordenone dichiara di aver ricevuto da Arpucio detto Nesio figlio di Enrico de Menardena di Aviano, padre della moglie Maria, l’intero ammontare del capitale dotale concordato, costituito da centeventidue lire di den.piccoli in contanti e beni mobili, e si impegna a non avanzare nei suoi confronti ulteriori richieste. Notaio Lutufredo del fu ser Vigorosso di Aviano i.a.n., dalle note del fu maestro Odorico notaio di Maniago rogato su richiesta del patriarca Ludovico Nel verso regesto di mano posteriore

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Lacuna in corrispondenza delle righe 1-5 225x145 62 1337 agosto 10. Ind. V^. Vivaro sulla piazza ante curtinam . Patti dotali Patti dotali per il matrimonio di Viola, figlia del fu Dietrico e nipote di d.Ancio del fu Giovanni di Ragogna, e Pellegrino figlio di Aldrigone di Polcenigo. Ancio e Simone, procuratore del padre Aldrigone, si accordano per un capitale dotale costituito da mille lire di piccoli ed alcuni doni. Nelle clausole si prevede che se la donna premorirà al marito in assenza di figli questi potrà trattenere per sé duecento lire della somma citata, mentre se premorirà Pellegrino Viola avrà diritto alla restituzione dell’intero capitale oltre a trecento lire del patrimonio del marito. Per quanto riguarda la dote della madre di Viola, che era di oltre duemila lire, viene stabilito che nel caso ci siano dei figli questi parteciperanno in parti uguali dei beni dotali della madre, in caso contrario la stessa verrà assegnata ad Ancio. Notaio Giovanni de Novaria abitante in Polcenigo i.a.n.., dalle abbreviature di Antonio Zamboni notaio in Polcenigo, rogato su richiesta dei signori di Polcenigo con l’autorizzazione del patriarca Bertrando Contrassegni “1253”, “N.II Involto C anno 1337” 380x130 63 1337 novembre 12. Ind.V^. chiesa di S.Giorgio di Campagna sopra Villadolt in comitato di Porcia . Vendita di beni feudali Atto di integrazione di un contratto di compravendita sottoscritto alla stessa data dalle parti, rogante il notaio Giovanni. d.Savoia vedova di Arnoldo da Fanna ed il figlio Giacomo detto Forniz – rappresentanti anche gli altri figli di Arnoldo – ha venduto a titolo di feudo ad Onverardo del fu Vidulo di Buia abitante a Porcia, che agiva a nome di Silvestro del fu Bonrecoltro di Porcia, un complesso di quattro mansi siti nelle pertinenze di Fanna e rispettivamente condotti da Stefano detto Lapasino, Domenico de Mella, Giovanni Pesante e Gucellone tutti di Fanna. A questa transazione, che ha ricevuto l’approvazione del signore Alberto detto Fantussio di Polcenigo, segue ora una scrittura di impegno dell’acquirente, nelle persone di Onverardo ed Andrea detto Bissa del fu Cucco, che garantisce ai venditori la possibilità di riscattare le proprietà per il medesimo prezzo entro il termine di sei anni. Notaio Giovanni figlio di Francesco di Porcia i.a.n. Contrassegni “1215”; “n.V involto C anno 1337” Mediocre stato di conservazione. Lacerazioni ed inchiostro sbiadito in alcuni punti 210x190 64 1337 dicembre 16. Ind. V^. Udine. Sentenza arbitrale Sentenza pronunciata da Odorico di Udine e Nicola Sibilino di Portogruaro, arbitri incaricati di dirimere una controversia che vedeva da un lato Guidone vescovo di Concordia con gli uomini di Meduno e dall’altro i consorti di Polcenigo, cioè Alberto detto Fantussio, Simone del fu Alderico, Guecellone del fu Tommaso, Berna di Gerardo. Le parti si confrontavano alcuni diritti di natura feudale, il garitto di Tramonti ed il pascolo. Viene confermato quanto definito nel compromesso rogato dal notaio Andrea di Tommasino di Meduno e vengono ribadite le zone di competenza del vescovo, dei signori di Polcenigo e degli abitanti di Fanna, della comunità di Meduno e di quella di Tramonti. Notaio Troilo del fu ser Bartolomeo Ca(…)ti da Belluno i.a.n.. Copia estratta su richiesta di ser Giovanni Ardito di Fanna dei consorti di Polcenigo e podestà di Fanna dagli atti del processo

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Nel verso di mano posteriore “1337. Sentenza arbitramentale nella questione circa il possesso dei monti per pascoli tra i nobili Polcenigo e il vescovo Guido nella qual questione entravano pure gli abitanti di Meduno e di Tramonti” Contrassegni “1263”; “1337 involto C n°***” 480x230 65 1339 agosto 31 Ind. VII^. Spilimbergo sulla pubblica via “sub povolis” . Lettura incerta Pre Gaspardino di Fanna, procuratore del nobile Fantussio di Polcenigo e dei suoi consorti, presenta una richiesta che riguarda il diritto degli uomini di Fanna di lavorare e pascolare una zona al confine tra le comunità di Fanna e Spilimbergo? Notaio Benvenuto di Spilimbergo i.a.n. Nel verso “1339” 205x130 66 134[1] aprile 24. Attestazione Giovanni detto Cane di Polcenigo figlio di Pietro? dichiara davanti ai testimoni presenti che possiede a titolo di feudo una proprietà concessagli da Tommaso di Meduno sita nella stessa villa e lavorata da tale Giovanni. Notaio Federico del fu Candido di Belluno i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore solo parzialmente leggibile Inchiostro sbiadito 155x110 67 1342 marzo 14. Ind.X^. Prata presso la chiesa. Compravendita Il nobile Manfredo di Prata vende per il prezzo di cinquecento lire di den.ven. piccoli ad Arduino detto Zucca di Prata i diritti su due mansi, il primo situato a Pasiano? Superiore e retto da Guarnerio, il secondo a Pozzo e retto da Ermacora. Notaio Sisto di Prata i.a.n. Nel verso di mano posteriore “Manfredo di Prata compra da Arduino Zucha alcuni masi” Contrassegni “1331”; “1402 involto D. N°**” Cattivo stato di conservazione. Inchiostro sbiadito nella sezione centrale del supporto 275x230 68 1347 novembre 7. Ind. XV^(sic)20. Fanna dinanzi alla casa di Endrigutto ed Ulvino. Quietanza Giacomo detto Forniz figlio del fu Arnoldo di Fanna, da un lato, ed i fratelli Endrigutto ed Ulvino, dall’altro, si dichiarano reciprocamente soddisfatti della parte di patrimonio paterno ricevuta in base alle divisioni familiari effettuate e si impegnano a non avanzare in futuro alcuna rivendicazione. Notaio Giovanni figlio di Nicola di Porcia i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1436” 268x150

20 Data errata?. Non c’è corrispondenza con l’indizione inoltre Arnoldo Forniz risulta essere morto nell’anno 1337 ca.

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69 1349 luglio 22. Ind.II^. Aviano presso la sede del Comune. Patti dotali Contratto dotale siglato tra i consorti di Polcenigo, in seguito ad un provvedimento del patriarca di Aquileia che voleva con questo atto porre fine alle discordie tra gli stessi ovvero tra d.Alberto Fantussio ed i nipoti, da un lato, ed i fratelli Simone del fu Aldrigone con i fratelli ed i nipoti. Alberto accetta di dare in moglie la figlia Brina ad Odorico figlio del fu Bartolomeo del fu Aldrigone. Le parti si accordano per una dote costituita da mille lire di piccoli, due ancelle di masnada, vesti e gioielli come specificato. Gli ornamenti dovranno essere consegnati alla data in cui Brina sarà condotta in casa del marito, mentre per il contante, da consegnare entro un anno dalla stessa data, si rendono garanti i nobili Gerrado di Cuccagna, Nicola della Frattina e Francesco di Sbroiavacca. In caso la moglie premuoia al marito senza figli, Odorico potrà trattenere dal capitale dotale restituito ad Alberto e ai suoi eredi la somma di cento lire, in caso contrario Brina dovrà avere l’intera dote ed inoltre duecento lire di piccoli dal patrimonio del marito. Notaio Giovanni figlio di ser Guidone detto Macheto di Parma abitante a Sacile. Originale dalla note del fu ser Minico detto Saruto notaio di Aviano con l’autorizzazione del vicario del patriarca aquileiese Ludovico Nel verso di mano posteriore “patti dotali” Contrassegni !1217”, “n.IX anno 1344 involto C” 560x135 70 1353 marzo 18. Ind. VI^. Fanna nel cortile di Forniz Quietanza I fratelli Nicola ed Osvaldo del fu Luprando di Poffabro e Giacomo del fu Giroldo di Cav[..] abitante a Poffabro – che erano stati derubati nella villa di Poffabro dei propri animali bovini ed ovini da un gruppo di uomini di Fanna – si dichiarano soddisfatti della somma di 76 lire di den.piccoli ricevuta a risarcimento del danno subito. Notaio Giovanni di Porcia i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore parzialmente leggibile 405x115 71 1356 aprile 29. Ind. IX^. Prata nella chiesa di S. Giacomo . Procura Il nobile Guecello conte di Prata figlio del fu Gabriele “Tar” di Prata, quale erede di quest’ultimo, incarica il fratello naturale Francesco di Prata di rappresentarlo nel contenzioso che lo contrappone ad Ottobono de Rivola e ad Andrea Geremia per la rivendicazione di diritti relativi ad alcune rendite ed in generale contro chiunque possa essere ricondotto a questa vertenza o ad altre celebrate dal podestà di Trieste e chiunque rivendichi diritti sui prodotti di queste proprietà. Notaio Giovanni di ser Sisto di Prata i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore su cui si sovrappone mano sec. XIX-XX “1356. Procura ad litis contro Ottobon d’Imola ed Andrea Ceremia del co. Vecello di Prata” 365x150 72 1356 giugno 19. Ind. IX^. Trieste sulla scala del palazzo comunale. Citazione in giudizio Su richiesta di Franceschino di Prata procuratore di d.Guecello figlio ed erede del fu d.Gabriele di Prata, Simone di Cuccagna podestà di Trieste convoca in giudizio quanti possano dichiarare interesse sui beni del fu Andrea di Geremia cittadino di Trieste. Notaio Greto de Greti i.a.n. cancelliere del messo di Trieste

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Nel verso regsto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1350. Indecifrabile” Contrassegni “1448” 170x120 73 1356 luglio 14. Ind. IX^. Santa Lucia dinanzi ad una proprietà di Giovanni figlio di Francesco. Scrittura di accordo Scrittura di accordo sottoscritta tra i fratelli Matteo e Giovanni figli di Francesco [de Forti?] di Santa Lucia, da un lato, ed Andrea del fu Domenico altro figlio di Francesco abitante a Fanna, dall’altro. Le parti si dichiarano soddisfatte della divisione del patrimonio paterno e materno e si impegnano a non avanzare l’un l’altra ulteriori rivendicazioni. Notaio Francesco figlio del fu Martino di Aviano i.a.n. Nel vero regesto di mano posteriore Contrassegni “1511” Rosicature nel margine laterale destro 335x165 74 1356 settembre 21. Ind. IX^. Polcenigo nel borgo cittariorum. Compravendita Benvenuta figlia del fu Giacomo detto Platto di Polcenigo vende per trentasei lire di den.piccoli al proprio marito, Biagio detto Marcolino citario di Polcenigo, una casa con terreno pertinente sita nel borgo cittariorum. Il prezzo di vendita corrisponde alla somma spesa dall’uomo per la ricostruzione dell’edificio che era stato danneggiato da un incendio. Notaio Nicola del fu Giacomo Meglioranza di Pordenone i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1269”; “Involto M n.8” 245x170 75 1357 ottobre 5. Ind. X^. Fanna nella corte di m.Lanta fabbro. Livello Il nobile d.Andrea figlio di d.Fanussio di Polcenigo concede in livello perpetuo a Michele figlio del fu Giacomo di Orgnese un manso situato nelle pertinenze di Orgnese, detto “maso Muyon”, e condotto dallo stesso Michele che si impegna a corrispondere al locatore un censo annuo di due quarte di avena nel giorno della festa di S.Michele. Notaio Nicolussio del fu d.Tommaso di Meduno i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1274”; “Involto M n.9” 305x145 76 1358 febbraio 18. Ind. XI^. Polcenigo sulla riva dell’Artugna presso la chiesa di S.Martino. Scrittura di accordo Scrittura di accordo siglata tra Rizzardo del fu Odorico di Polcenigo, anche a nome dei fratelli Mattiusso e Brizaglia, ed il nonno d.Fantussio. Rizzardo si impegna a rivendere a Fantussio un mulino sito nel borgo di Polcenigo sull’acqua dell’Agason (Gorgazzo) che aveva acquistato il giorno 14 per la somma di centosettanta lire di den.piccoli; le parti decidono che sino al pagamento potranno godere delle rendite ricavate rispettivamente dal bene e dal capitale. Dopo la morte di Fantussio il mulino dovrà essere diviso tra i venditori e gli altri eredi di Fantussio.

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Notaio Giovanni figlio di ser Guidone detto Macheto di Parma abitante a Sacile. Originale dalla note del fu ser Minico detto Saruto notaio di Aviano con l’autorizzazione del vicario patriarcale 1358 aprile 10. Santa Lucia nel cortile della casa di Giovanni del fu Francesco del fu Fortis. Rizzardo e Mattiusso figli del fu Odorico di Polcenigo si impegnano a retrovendere al nonno Alberto detto Fantussio di Polcenigo entro il termine di dieci anni due mansi situati a Malnisio e Budoia, condotti rispettivamente da Tommasino e Romano, immobili che avevano acquistato per duecentocinquanta lire di den.piccoli. Notaio c.s. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1237”; “XXV involto B anno 1358” 475x125 77 1370 giugno 2. Anno ottavo del pontificato di papa Urbano V. Montefiascone Lettera di Stefano cardinale di S.Eusebio ad Andrea di Fanna /signore di Polcenigo/. Licenza per la scelta del confessore. Nel verso in cartiglio cartaceo incollato “1370 2 giugno Montefiascone. Il cardinale di S.Eusebio dà al conte Andrea di Polcenigo facoltà di scegliersi un confessore” 170x215 78 1370 ottobre 9. Ind. VIII^. Polcenigo presso il notaio. Procura Il nobile Andrea figlio del fu Fantussio di Polcenigo crea sua procuratori i fratelli Ancillotto e Fano, figli naturali del detto Fantussio, ed inoltre Giacomo detto Mucio figlio del fu Giacomo e Nicolussio figlio di Giacometto canipario – tutti abitanti a Polcenigo – perché possano vicendevolmente assisterlo e rappresentarlo nella vertenza che lo contrappone a Çuanutexio del fu *** di San Daniele abitante in Pordenone per la liquidazione di un mutuo di diciasette fiorini d’oro, contenzioso celebrato nella curia del capitano di Pordenone, Corrado [di Ungrispach?]. Notaio Giovanni Pietro di ser Cane di Polcenigo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1370. Procura Polcenigo” Contrassegni “1247”; “N°XII involto B an.1390” 340x150 79 1371 marzo 2. Ind. IX^. Pordenone presso il Comune. Sentenza Sentenza del podestà di Pordenone Antonio relativa ad un credito di d.Andrea di Polcenigo verso Giovanni del fu Nicola di San Daniele abitante a Pordenone. Con una sentenza precedente Andrea era stato autorizzato a pignorare i beni di Giovanni per valore pari a diciassette fiorini d’oro, ma l’atto non aveva potuto essere eseguito perché Francesca, madre di Giovanni, ha dichiarato che i beni siti a Pordenone sono di sua proprietà e non del figlio. Ora quindi la curia pordenonese ribadisce il diritto di pignoramento dei beni di Giovanni ovunque siti. Notaio Tristano del fu d.Asquini di Varmo i.a.n. Contrassegni “1245”; “n.XVIII involto B anno 1371” 235x130 80 1371 giugno 9. Ind. IX^. Conegliano nella casa degli eredi di ser Gabriele de Bucchis dove abita donna Lucia. Procura

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Lucia figlia del nobile Montalbano di Conegliano incarica il nobile Artusino de Bucchis di Conegliano abitante a Cividale del Friuli di rappresentarla nelle trattative per la stipula del contratto di nozze con il nobile Andrea figlio del fu Fantussio di Polcenigo, concedendogli piena autonomia nella definizione del capitale dotale e delle arche nunziali. Notaio Giacomo figlio di ser Bartolomeo de Vignola? di Conegliano Nel verso di mano sec. XIX-XX “Conegliano. 1371. Procura di una contessa di Montalbano per stipulare contratto di nozze con un Polcenigo” Contrassegni “1212”; “An. 1371. N° XVII involto C” 480x155 81 1371 luglio 26. Ind.IX^. Conegliano in casa di d.Lucia di Montalbano. Ratifica Artusino del fu Gerardo de Bucchis di Cividale commissario testamentario del fu ser Gabriele de Bucchis di Conegliano dichiara di aver verificato ed approvato l’amministrazione del patrimonio di Gabriele fatta dalla moglie di questi, Lucia figlia del fu ser Cittadino di Montalbano di Conegliano, quale tutrice del figlio Gerardo e di aver ricevuto dalla donna la quota residua spettante al ragazzo. La ratifica riguarda la gestione fatta dal 1359, cioè dall’anno della morte di Zanetto fratello di Artusino secondo commissario testamentario, al 1370. Manca sottoscrizione notarile Nel verso regesti di mano coeva e posteriore 555x127 82 1372 luglio 11. Ind.X^. Prata nel il palazzo del conte Artico figlio del fu Mainardo di Prata. Quietanza In base ad una sentenza arbitrale del notaio Giovanni detto Costa da Meduna datata 24 novembre 1370 e rogata dal notaio Giovanni del fu Francesco di Pordenone, i nobili Andrea figlio del fu Fantussio ed i fratelli Mattiusso detto Trus e Ricardo figli del fu Odorico di Polcenigo devono liquidare ai nobili Altenerio e Guglielmo figli del fu Ne(..)fosio? di Fossalta una somma di 1200 lire piccole - rispettivamente nella misura di due terzi ed un terzo - a titolo di dote di donna Zena nonna di questi ultimi e moglie di Fantussio. Per questa ragione il notaio Bonaventura detto Turacia di Prata corrisponde ai due fratelli la somma di 333 lire e soldi 7 che costituisce il saldo della quota spettante al nobile Andrea, da lui rappresentato. Notaio Giovanni del fu ser Francesco notaio di Pordenone i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1372. Contratto” Contrassegni “1262”; “An.1376. N° XVI. involto G” 235x220 83 1373 novembre 13. Ind.XI^. Polcenigo nella casa del nobile Andrea di Polcenigo. Testamento Testamento di Lucia moglie del nobile Andrea figlio del fu Fantussio di Polcenigo. Dispone la propria sepoltura nel convento di S. Giacomo di Polcenigo dell’Ordine dei frati minori alla cui chiesa destina un legato di cento den.ven. piccoli affinchè vengano realizzate delle finestre di vetro dietro l’altar maggiore ovvero perché venga acquistata una proprietà del medesimo valore i cui redditi siano destinati alla manutenzione della chiesa. Allo stesso ente lega anche un mantello per la perché vengano realizzate delle pianete ed inoltre una somma di dieci lire di denari piccoli. A salvezza della propria anima destina un legato di venticinque lire di den.ven. piccoli alla chiesa di Ognissanti di Polcenigo. A qualsiasi cappella retta in presente ed in futuro da pre Enrico figlio del fu maestro Tommaso destina un legato di dieci soldi piccoli. A pre Pellegrino assegna parte di un altro suo mantello perché si faccia una pianeta. Alla nipote Iu(..)? Manoce? di Conegliano sedici lire di den. ven. piccoli , a Maddalena moglie di Ungerio

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abitante a Polcenigo e balia di sua figlia una sua tunica. Al figlio Gerardo assegna 25 lire di denari ven. piccoli mentre alla figlia Orsola la somma di mille lire di den. ven. piccoli e tutti i suoi gioielli ed ornamenti. Inoltre libera le proprie ancelle - Domenica figlia di Nicolussio detto Çuçuto figlio del fu Giacometto canipario di Polcenigo e Sabida di Fanna - dalla condizione servile (serva di masnada) e assegna loro una somma di cinquanta den.ven. piccoli ciascuna. Commissari testamentari sono nominati pre Enrico ed il fratello Odorico figli del fu Tommaso da Polcenigo. Erede universale viene nominato il marito Andrea Notaio Giovanni Pietro figlio di ser Cane di Polcenigo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1363. Testamento di Lucia di Polcenigo” Contrassegni “<1255>”; “An.1373. N°XIII involto G” 460x168 84 1378 gennaio 18. Ind.I^. Fanna presso la residienza del venditore. Compravendita Ossalco figlio del nobile Andrea di Polcenigo vende per il prezzo di cinquantadue den.ven. piccoli ai fratelli Pietro e Marco figli del fu Francesco Gentile da Fanna alcuni beni e cioè due cente situate a Fanna in località detta “in riu Clautanello”, quattro campi lavorati dai due fratelli di cui uno posto nel distretto di Fanna in località “in Calcines” e gli altri tre situati nella campagna di Maniago in località “in Poçolis”. Notaio Giovanni del fu Ailino di Maniaco i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1378. Fanna. Contratto di vendita” Contrassegni “<1247>”;”[…] IX involto B” 375x160 85 1378 gennaio 23. Ind.I^. Polcenigo presso la casa di Dorigo barbiere. Ratifica d.Andrea del fu d.Fantussio di Polcenigo ratifica il contratto di vendita datato 18 gennaio con cui il figlio d.Ossalco, abitante a Fanna ha venduto per cinquantadue lire di den.ven.piccoli ai fratelli Pietro e Marco figli del fu Francesco Gentile di Fanna due cente situate nell’angolo del torrente “Clautanello” e quattro campi di cui uno sito nel distretto di Fanna e tre in quello di Maniago. Notaio Giovanni del fu Ailino di Maniago i.a.n. Contrassegni “1244”; “n.XXIII involto D” 230x135 86 1378 febbraio 22. Ind. I^. Spilimbergo presso la casa di Antonio figlio del fu Ture[…]. Sentenza volontaria Andrea figlio del fu Zenohesio e Pietro figlio del fu Francesco Gentile, entrambi da Fanna, si impegnano a restituire entro il successivo giorno di S. Giacomo a Domenico detto Miutino figlio del fu Miute da Spilimbergo la somma di due marche di soldi ricevuta a titolo di mutuo. Notaio Nicola figlio del fu ser Supertino notaio di Spilimbergo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1378. Contratto di mutuo” Mediocre stato di conservazione. Piccole lacune ed inchiostro svanito in corrispondenza delle righe 1-8. 205x135 87 1378 giugno 11. Ind. I^. Polcenigo presso il refettorio monastero di S.Giacomo di Polcenigo. Scrittura di accordo

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Scrittura di accordo sottoscritta dai nobili d.Nicola, Bortolussio, Ossalco e Fantussio figli del nobile Andrea conte di Polcenigo, alla presenza e con il consenso di questi, per definire responabilità ed utili nella gestione e disponibilità dei beni che saranno acquisiti da ciascuno di loro; si specifica che dopo la morte di Andrea il suo patrimonio sarà ripartito in quote uguali tra i figli. Notaio Giovanni Pietro figlio di ser Cane di Polcenigo i.a.n. Nel verso regesti di mani posteriori Contrassegni “1218”; “anno 1378 n.XIV involto C” 450x185 88 1378 giugno 11. Ind. I^. Polcenigo presso il refettorio monastero di S.Giacomo di Polcenigo. Concordio Scrittura di accordo sottoscritta dai nobili d.Nicola, Bortolussio, Ossalco e Fantussio figli del nobile Andrea conte di Polcenigo, alla presenza e con il consenso di questi, per definire responabilità ed utili nella gestione e disponibilità dei beni che saranno acquisiti da ciascuno di loro; si specifica che dopo la morte di Andrea il suo patrimonio sarà ripartito in quote uguali tra i figli. Notaio Giovanni Pietro figlio di ser Cane di Polcenigo i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegno “1221” 315x235 89 [1380?]. Roma giugno 9. Anno terzo del pontificato di papa Urbano VI Lettera di Agostino vescovo (di Adria) al vescovo di Concordia. Riguarda una richiesta presentatagli da Giovanni Lorenzo de Muncello scolaro della sua diocesi il quale, pur in difetto dei requisiti di nascita previsti, desidera proseguire la carriera ecclesiastica ed avere la possibilità di accedere ai benefici ecclesiastici grazie all’ottenimento della relativa dispensa Nel verso “1389”; mano sec. XIX-XX “Disputa per difetto di notali commesa da un chierico” 230x285 90 1383 ottobre 12. Ind.VI^. nella piazza di S.Martino di Fanna. Ratifica Il nobile ser Fantussio del fu ser Odorico di Polcenigo ratifica il contratto di vendita rogato dal notaio Giovanni del fu Ailino in data 25 febbraio 1382 con cui il fratello Rizzardo ha ceduto a Pietro del fu Francesco Gentili di Fanna per quaranta lire di piccoli e cinque soldi una centa e due campi siti nel territorio di Fanna. Notaio Biagio del fu Vittorio di Udine i.a.n. Contrassegni “1260”; “1383. n.XXIII involto C” 235x140 91 1384 febbraio 4. Ind.VII^. Fanna nella corte di Francesco Decano . Livello Nicola figlio del fu Giacomo Barboy da Fanna, con il consenso di Giacomo dei nobili di Polcenigo, concede a titolo di livello perpetuo a Domenico figlio del fu Clemente da Fanna una proprietà costituita da un orto e da altro terreno situata a Fanna. Domenico si impegna a corrispondere annualmente un censo di una quarta di frumento. Minossio figlio di Francesco Decano è incaricato di immettere Domenico nel possesso del bene. Notaio Biagio del fu Vittorio di Udine

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Nel verso regesto di mano posteriore “1384. Livellation de Nicolò q. Iacomo Barba de Fanna con licentia, con licentia de ser Iacomo de Polcenico, a Domenego q. Clement de Fanna de un ortal cum la teza pagando quarta I de formento”. Contrassegni “1214”; “1384. N°XX involto C” 255x175 92 1385 gennaio 19. Ind. VIII^ Meduno nella braida di Giovanni Michelini. Sentenza volontaria Il nobile ser Tommaso figlio del fu ser Filippussio di Meduno si impegna a restituire al conte Nicolò figlio di Andrea conte di Polcenigo la somma di sessanta ducati ricevuti a titolo di mutuo; dietro sua richiesta il nobile Giovanni figlio del fu Odorico di Meduno assume il titolo di fideiussore del contratto. A garanzia della transazione Tommaso pone il proprio patrimonio ed in particolare due mansi: per il primo, posto a San Daniele del Friuli e condotto da Nicolussio, riscuote un canone annuo di 5 staia di frumento, 4 di avena, 4 di miglio, 24 frixacensi, 2 galline con uova, una spalla di maiale; per il secondo, situato a Toppo e condotto da Federico, riscuote un canone annuo di 4 staia di frumento meno una quarta, 4 staia di avena meno una quarta, 3 staia di miglio, un capretto, una spalla di maiale e due galline con uova. Notaio Nicola figlio del fu Supertino notaio di Spilimbergo Nel verso di mano sec. XIX-XX “1385. Atto di mutuo fra i signori di Polcenigo e i signori di Meduno” Contrassegni “<1238>” 450x200 93 1385 febbraio 5. Ind.VIII^. Polcenigo chiesa di Ognissanti. Quietanza La nobile Caterina figlia di Andrea conte di Polcenigo e moglie del nobile Simone figlio del fu Precogna, alla presenza e con il consenso di questi, si dichiara soddisfatta di quanto assegnatole dal contratto dotale e promette di non avanzare ulteriori rivendicazioni sul patrimonio paterno e materno. Notaio Franceschino del fu ser Nicola da Polcenigo. Originale dalle note del notaio Gio.Francesco di Polcenigo rogato su richiesta di d.Ossalco del fu d.Andrea conte di Polcenigo e podestà Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1242”; “n.XXIV involto B” 190x135 94 1388 novembre 11. Ind. XI^. Tramonti nel cimitero della chiea di S.Maria. Donazione I vicini della villa inferiore di Tramonti – segue elenco nominativo di trenta persone - considerati i servizi presenti e futuri resi loro dal nobile Nicola figlio di Andrea conte di Polcenigo, donano all’uomo i propri diritti su oltre tremila animali - tra bovini, asini e pecore - ed altri beni che sono stati loro rubati nella detta villa da d.Giovannino di Ragogna, ser Nicola del fu Tristano di Savorgnano, Andrea Pittiani di San Daniele e dai loro uomini. Notaio Ranarino del fu Endrigucio di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; in cartiglio cartaceo incollato mano sec. XIX-XX “1388 11 nov. Tramonti. I villici di Tramonti donano al nobile Nicolò quondam Andrea di Polcenigo l’armento ad essi rubato da Nicolò quondam Tristano Savorgnano e seguaci” Contrassegni “n.XXI involto B anno 1388” 400x175 95 1389 agosto 28. Ind. XII^. Polcenigo sulla piazza presso la sede comunale. Investitura

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I nobili signori Nicola, Ossalco e Fantussio figli del fu Andrea conte di Polcenigo concedono in feudo al maestro Odorico figlio del fu Giovanni detto Can di Polcenigo, al momento professore di grammatica a Feltre, un manso sito a Coltura retto e lavorato dagli eredi di Guglielmo de Canterio di Coltura. Notaio Francesco del fu ser Nicola di Polcenigo i.a.n. Originale dalle note di Gio.Francesco di Polcenigo su mandato di d.Ossalco del fu d.Andrea conte di Polcenigo e podestà Contrassegni “1257”; “anno 1389. n.XIX involto C” Rosicature nel margine laterale destro non compromettono il testo 240x175 96 1392 maggio 18. Ind.XV^. Fanna nel cortile della residenza di Ossalco. Testimoniali prodotti in giudizio da Armino del fu Enrigucio di Fanna per attestare l’ammontare del capitale dotale della moglie Elena figlia del fu Drapino di Fanna. Le dichiarazioni dei testimoni proseguono anche nella giornata del 7 gennaio 1393 e si concludono con la testimonianza della stessa Elena. Notaio Biagio del fu Vittorio di Udine i.a.n. Contrassegni “1223”; “[…]X involto B. anno 1392” Piccola lacuna in corrispondenza delle righe 9-10 455x190 97 1393 aprile 15. Ind.I^. Portogruaro sotto la torre. Compravendita Articone figlio del fu Stefanato di Fanna vende per seicento ducati a Nicolò di Fanna conte di Polcenigo figlio del fu Andrea cinque mansi, costituiti da aratori, prati, terreni boschivi e vigneti, di cui il primo sito a Prodolone e retto da Giovanni ***, il secondo sito a San Giovanni di Casarsa e retto da Nicolussio ***, il terzo sito a Meduno e retto da Comuzzino ***, il quarto sito a Toppo e lavorato da Enrico ***, il quinto sito a Lestans e lavorato da Antonio ***. . Notaio Federico di San Vito figlio del fu ser Ingalpreto fu ser Federico da Buia, i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1258”; “1393. XXII involto C” 385x170 98 1394 luglio 26. Ind. II^. Presso la casa di Andrea del fu Salomone di Fanna. Compravendita Articone figlio del fu Stefanato di Fanna vende per settantasette marche di soldi veneti a Nicolò di Fanna figlio del fu Andrea conte di Polcenigo una casa in muratura sita a Spilimbergo . Girlando del fu Pontone viene incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Federico del fu ser Ingalpreto di San Vito i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1232”; “n.XVII involto B anno 1394” 310x185 99 1394 luglio 26. Ind. II^. Fanna nella casa di Andrea del fu Salomone di Fanna (2). Scrittura di impegno Con riferimento al contratto di compravendita di cui al documento precedente, viene registrata un’obbligazione del conte Nicolò che, ad integrazione della somma liquidata per il suddetto contratto, .promette di pagare ad Articone ventitre marche di soldi entro il prossimo Natale.

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Notaio Federico di San Vito figlio del fu ser Ingalpreto del fu ser Federico di Buia Nel verso regesto di mano posteriore; in cartiglio cartaceo incollato al dorso mano sec. XIX-XX “1394 26 luglio. Fanna. Compra vendita di casa in Spilimbergo fatta dal co.Nicolò di Polcenigo” Contrassegni “1239”; “n.VIII involto B […]” Rosicature in corrispondenza della sottoscrizione notarile 270x140 100 1394 novembre 13. Ind.II^. Mizza nella stuba di d.Nicola. Compravendita Nicola del fu Venuto di Fanna, che ora abita a Farla, vende per tre marche di soldi veneti al nobile Nicolò del fu Andrea di Fanna conte di Polcenigo un terreno situato a Fanna, retto e lavorato da Antonio del fu Artico di Fanna che paga annualmente di affito due quarte di miglio, mezza urna di vino, due galline ed una spalla di maiale. Notaio Federico di San Vito figlio del fu ser Ingalpreto fu ser Federico da Buia i.a.n. Nel verso regesto di mano coeva? Contrassegni “1210”; “n.IV involto B […]” 355x140 101 1395 gennaio 6. Ind.III^. Mizza nella stuba del locatore. Locazione Nicolò del fu Andrea di Fanna conte di Polcenigo concede in affitto ad Articone del fu Stefanato di Fanna una proprietà lavorata dallo stesso Articone cioè una clausura chiamata “clusum” ed altri quattro campi posti nelle pertinenze di Fanna. Il conduttore si impegna a corrispondere annualmente, nella giornata di Natale, un censo di due galline ed una spalla di maiale. Notaio Federico di San Vito figlio del fu ser Ingalpreto del fu ser Federico da Buia i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore parzialmente leggibile Contrassegni “1231” 350x130 102 1398 aprile 28. Ind.VI^. Cividale. Procura Il nobile Nicolò conte di Polcenigo del fu Andrea conte di Polcenigo, agendo anche a nome del fratello Ossalco, nomina suoi procuratori d. fra Giovanni Alberto di Fanna, d.Giovanni de Scrivanis e Nicola Leminich? perchè lo rappresentino nel contenzioso che ha in atto con il nobile ser Baldassio del fu ser Galvano di Maniago ed i fratelli Odorico e Bartolomeo figli ed eredi del fu ser Nicola di Maniago. La vertenza riguarda alcune proprietà site nelle ville di Fanna ed Orgnese ed è celebrata su delega patriarcale da Giovanni [de Duiven/Dulmen?] canonico leodiense. Notaio Nicolussio del fu Leonardo de Ripis da Cordovado abitante a Cividale i.a.n. Nel verso note di mano coeva; in cartiglio cartaceo incollato al dorso mano sec. XIX-XX “1398 28 aprile. Cividale. Procura di Nicolò conte di Polcenigo” Contrassegni “1211”; n.XI involto B anno 1398”; “N.7 pezzi n.27” 395x255

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103 [sec. XV?]21 febbraio 14. Compravendita Ianussio figlio di Fantussio di Polcenigo vende per il prezzo di sei ducati a […] di Giovanni Ani di Fanna una proprietà sita nel territorio di Fanna in località “silva plana”. Notaio Leonardo figlio del fu Bonimcontro de Frixonibus cittadino di Conegliano i.a.n. Nel verso di mano coeva “[…] Antonii q. Iohannis Ani de Fanna”; mano sec. XIX-XX “Contratto” Contrassegni “1236”; “n.III. involto B” Inchiostro fortemente sbiadito nel margine superiore destro, in corrispondenza delle righe 1-10. 420x170 104 1401 maggio 17. Treviso. Sentenza Ludovico Mauroceno capitano di Treviso si pronuncia in relazione ad una petizione rivoltagli da d.Albina figlia del fu nobile Nicola Spelladi di Capodistria e moglie del nobile Ossalco conte di Polcenigo, rappresentata dal notaio ser Biachino di Colle San Martino. La donna chiedeva fosse data esecuzione ad una sentenza promulgata a suo favore in data 29 gennaio 1401 dal nobile ser Gerardo del fu ser Giovanni de Merlo, giudice delegato dal precedente podestà di Treviso Pietro Pisani di Venezia. Il podestà decreta l’esecuzione della stessa, che imponeva al nobile Giacomo figlio del fu ser Nicola Spelladi il versamento ad Albina di una somma di 1880 ducati, fatti salvi gli accordi esistenti tra Ossalco e Giacomo in virtù di una scrittura di accordo rogata dal notaio Antonio del fu Almerico Silerini di Pordenone in data 5 luglio 1400. Notaio Agostino figlio di ser Paolo de Rugulo i.a.n.notaio della curia civile del podestà e capitano di Treviso Contrassegni “1276”; “1400. involto D n.I” 405x265 105 1402 novembre 30. Ind.X^ Colo(redo?) presso il Comune. Scrittura di impegno Il nobile ser Nicola figlio del fu ser Odorico di Villalta - agendo a nome proprio, del fratello Pregogna e del nobile ser Mainardo figlio del fu ser Alvise suo consorte - si impegna a consegnare la somma di 1000 lire di soldi veronesi piccoli al nobile ser Simone figlio del fu Pregogna di Polcenigo, che agisce a nome proprio, della madre Subetta figlia del fu ser Mainardo di Villalta e del fratello Mainardo. Il debito, rappresentante parte del capitale dotale di Subetta, dovrà essere liquidato in due rate, la prima entro l’anno in corso e la seconda entro il successivo. I nobili di Villalta pongono a garanzia del contratto due mansi siti nella villa di Basaldella: il primo lavorato da Mattiusso di Basaldella da cui ricevono un canone annuo di staia 10 di frumento, 4 di miglio ed 1 1/2 di sorgo, 3 conzi di vino, 50 denari di monete aquileiesi, 4 galline ed una spalla di maiale; il secondo lavorato da Leonardo di Basaldella da cui ricevono un canone annuo di staia 5 di frumento, 1 di miglio, 2 congi di vino, 3 galline. Notaio Federico del fu d.Cilçoy di Color(edo?) i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “Contratto di mutuo” Contrassegni “<1279>”; “1402. involto D n°IV” Inchiostro a tratti svanito 265x190 106

21 Il documento è stato attribuito al secolo XV in base all’attore, Ianussio di Fantussio, che la genealogia di Pes colloca a quest’epoca. Vedi Polcenigo: castello-palazzo e conti, cit., tavola 7.

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1403 luglio 15. Ind. XI^. Casarsa nel cortile del manso oggetto del contratto. Immissione nel possesso In seguito all’atto di investitura con cui il nobile Giovanni Mainardo conte di Gorizia e del Tirolo concedeva a Fantussio conte di Polcenigo un manso sito a Casarsa e condotto da Nicolussio del fu Comuzzo di Casarsa, Martino di Merano immette Fantussio nel possesso del bene. Viene riprodotto integralmente il testo della delega di Giovanni a Martino, dato a Gorizia il 21 giugno 1403. Notaio Melchiorre figlio del fu m.Baldassare ciroyci di Valvasone i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1403. Fantussio di Polcenigo viene posto nel possesso di un maso di Casarsa concessogli in feudo da Giovanni Mainardo conte di Gorizia” Contrassegni “1280”; “[14]03 n.VII involto D” 280x145 107 1404 gennaio 2. Ind. XII^ . Polcenigo presso il Comune. Permuta Il nobile Giacomo figlio del fu Nicolussio conte di Polcenigo cede al nobile Fantussio figlio del fu Andrea conte di Polcenigo la decima riscossa su quattro campi situati a Fanna e lavorati da Giovanni di Nicola. Fantussio, da parte sua, solleva Giacomo dal pagamento della rendita livellaria che lo stesso gli corrispondeva per alcune case ubicate a “Bevorchia” presso il ponte, pari a 4 soldi e 2 capponi annui. Fantussio liquida a Giacomo la somma di 10 lire a titolo di miglioramenti. Notaio Giovanni del fu ser Nicola de Arliotis di Pordenone, abitante a Polcenigo, i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1404. Polcenigo. Contratto di cessione di una decima fra i signori di Polcenigo” Contrassegni “1281”; “1404. Involto D n°VIII” Piccole lacune in corrispondenza delle righe 3-5 e della sottoscrizione notarile; macchie di umidità 325x128 108 1406 gennaio 20. Ind. XIV^. Polcenigo dinanzi alla chiesa di Ognissanti. Scrittura di impegno Ser Candido figlio del fu d. Stefano di Montereale si impegna a pagare al nobile d.Ossalco figlio del fu d.Andrea conte di Polcenigo la somma di sessanta marche di soldi piccoli entro il prossimo giorno di S.Giacomo a titolo di saldo del vino acquistato. Il debitore impegna a garanzia del contratto i suoi beni ed in particolare una decimationem situata a Montereale, retta e lavorata da Nicola *** della stessa villa, ed un manso con segheria nella stessa villa. Notaio Francesco del fu ser Nicola di Polcenigo i.a.n. Nel verso di mano psec. XIX-XX “1406. Contratto di vendita di vino” Contrassegni “1283”; “1406. Involto D n..XI” 350x125 109 1406 marzo 7. Ind.XIV^. Brugnera nella residenza dei fratelli Pagano e Guidone figli del fu Biachino conte di Porcia. Quietanza Il nobile Pagano figlio del fu Biachino conte di Porcia - agendo a nome proprio e del fratello Guidone quali eredi della nobile Aicha figlia del fu Manfredo conte di Prata (come da testamento rogato dal notaio Bacino figlio del fu Gerardo da San Cassiano di Livenza) - dichiara di aver ricevuto dal nobile Ossalco figlio del fu Andrea conte di Polcenigo la somma di mille lire di den. ven. piccoli a titolo di saldo di un capitale di lire cinquemila che Ossalco ed il fratello Fantussio dovevano corrispondere alla suddetta Aycha vedova del loro fratello Nicola, così come definito da una sentenza arbitraria emessa dai nobili Guglielmo figlio del fu Nicolussio conte di Prata e Simone figlio del fu Giacomo conte di

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Polcenigo (atto rogato dal notaio Bacino citato e dal notaio Giovanni del fu Nicola de Arliotis in data 1402 febbraio 12). Pagano si impegna a non avanzare ulteriori richieste. Notaio Giovanni del fu ser Nicola de Arliotis di Pordenone i.a.n., in unione con il notaio Bacino del fu Gerardo di San Cassiano abitante a Brugnera Nel verso di mano posteriore “Fine remissio lata a miser Hossalcho per dote”; di mano sec. XIX-XX “1406. Quietanza di una somma pagata da Ossalco e fratello di Polcenigo ai signori di Prata hereditario nomine” Contrassegni “1406. involto D n° X” 505x160 110 1407 dicembre 31. Ind. XIV^22. Polcenigo presso la chiesa di Ognissanti. Scrittura di impegno Il nobile Simone figlio del fu Giacomo conte di Polcenigo si impegna a restituire al nobile Ossalco figlio del fu Andrea conte di Polcenigo una somma di quaranta ducati ricevuti dallo stesso a titolo di mutuo. Il debitore pone a garanzia del contratto il proprio patrimonio ed in particolare un manso situato nel distretto di Aviano e condotto da Paolo ligugnarius. Seguono clausole relative all’eventuale insolvenza. Notaio Franceschino del fu ser Nicola di Polcenigo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1407. Mutuo fra i signori di Polcenigo” Contrassegni “1284”; “1407. Involto D n°XII” 277x165 111 1411 maggio 16. Ind.IV^.Venezia Salvacondotto rilasciato dal doge Michele Steno ai conti di Polcenigo ed ai loro familiari. Nel verso in cartiglio incollato, mano sec. XIX-XX “1411 maggio 16. Ducale per salvacondotto ai signori Polcenigo” Contrassegni “1287”; “1411. Involto D n.XV” 245x310 112 1411 maggio 16. Ind.IV^.Venezia Copia posteriore del precedente Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1476”; “Involto N n.1” 200x280 113 1413 giugno 10. Ind. VI^. Fanna. Procura I nobili ser Andrea, Nicola e Zanusso figli del fu Fantussio conte di Polcenigo creano loro procuratore Domenico figlio del fu Amedeo di Fanna perché li rappresenti nei contenziosi che hanno in atto ed in particolare in una lite che vede attore Rolando da Socchieve ed eventuali altre liti per insolvenza di affitti celebrate presso il capitano di Tolmezzo. Notaio Franceschino del fu ser Nicola di Polcenigo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “Indecifrabile”

22 L’anno 1407 corrisponde all’indizione XV^. Ritengo si tratti di un errore meccanico del notaio.

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Contrassegni “2 e 3”; “<1288>”, “1413. Involto D n° XVI” Inchiostro in parte sbiadito 192x137 114 1424 novembre 14. Ind. II^. Fanna preso la residenza del nobile Andrea conte di Polcenigo. Atto di citazione Alvise figlio di Cisotto, abitante ad Udine, alla presenza del notaio rogante e dei testimoni in atto quale messo del Luogotenente della Patria del Friuli Francesco Bembo consegna ad Andrea conte di Polcenigo una lettera di citazione del rev. Giovanni Benedetto vescovo di Treviso ed esecutore apostolico datata 6 novembre 1424. L’atto è indirizzato ai fratelli Andrea, Nicola e Zanusso figli del fu Fantussio conte di Polcenigo ed impone agli stessi un termine di otto giorni per comparire nella curia vescovile di Treviso e prendere visione di una denuncia prodotta contro di loro. Segue alla stessa data registrazione della consegna dell’atto di citazione in giudizio di cui sopra presso la residenza di Zanusso,cioè sulle scale del castello di Mizza. Notaio Antonio del fu Filippo di Udine i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1424. Intimazione fatta ai signori Polcenigo di comparire presso il vescovo di Treviso” Contrassegni “1289”; “1424. Involto D n° XVII” Piccoli fori e rosicature alle righe 6 e 24-26. 245x150 115 1426 novembre 1. Ind. IV^. Polcenigo presso la chiesa di Ognissanti. Compravendita Il nobile Giacomo figlio del fu Nicolussio conte di Polcenigo vende per il prezzo di un ducato a Domenico figlio di Benedetto di Cavasso sive di Fanna un campo situato nel distretto di Fanna in località detta “in Bayns”. Piero figlio del fu Leonardo di Fanna è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Nicolussio figlio del conte Giacomo, minore di 25 e maggiore di 14 anni, rinuncia al beneficio della minor età e si impegna a non impugnare il contratto. Notaio Franceschino del fu ser Nicola di Polcenigo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1426. Contratto di vendita di un terreno di Polcenigo” Contrassegni “n°1290” ; “1426. Involto D n° XVIII” 290x190 116 1432 maggio 7. Ind.IX^23. Maniago in casa di pre Leonardo. Compravendita Pre Leonardo figlio del fu ser Bonincontro de Frisonibus di Conegliano vende alla nobile Margherita vedova di Nicola di Fanna, che agisce a nome del cognato Giovanussio, un manso situato nelle pertinenze di Meduno condotto da Pietro figlio del fu Favurlino; la proprietà viene venduta al prezzo con cui il venditore l’aveva acquistata dal detto Giovannussio, cioè per trentasei ducati. Pietro Astolfi di Fanna viene incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Daniele figlio di Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore “1432 7 mazo. Aquisto de madona Margaretta in nome de miser Gioanussio et Nicolò fratelli de Polcenico da miser pre Lenardo q. Bomincontro de Frisonibus de Conegliano de un maso in Medun tenudo per Piero della Faurulina (…)” ; mano sec. XIX-XX “1432. Acquisto di un maso fatto dai signori di Polcenigo” Contrassegni “1291”; “1430. Involto D n°XIX”

23 L’anno 1432 corrisponde all’indizione X^. Ritengo si tratti di un errore meccanico del notaio.

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470x145 117 1437 marzo 16. Ind. XV^. Belluno curia vescovile. Investitura Il nobile Mainardo figlio del fu Pregonea (nel testo Salpergogna) conte di Polcenigo si presenta al rev. Enrico Scarampi vescovo di Feltre e Belluno quale procuratore dei consorti di Polcenigo e riceve conferma dell’investitura del feudo di Polcenigo cum curia dominio avogaria et iurisditione concessa ai suoi avi dalla stessa curia con atto datato 6 maggio 1395. Notaio Giorgio di d.Francesco de Chiodoldis? 24 di Mantova i.a.n., giudice ordinario e cancelliere della curia vescovile di Feltre e Belluno Nel verso di mani posteriori “Comitis […]”, “Investitura de Polcenigo”; di mano sec. XIX-XX “1437. Investitura di feudi concessa dal vescovo di Belluno ai consorti di Polcenigo” Contrassegni “1437. Involto D n°XX” Mediocre stato di conservazione. Il supporto è mutilo in corrispondenza della sottoscrizione notarile; inchiostro a tratti sbiadito 250x300 118 1439 aprile 6. Ind.II^. Polcenigo dinanzi alla loggia. Compravendita Il nobile d.Daniele figlio del fu Francesco del fu Ettore conte di Polcenigo agendo a nome proprio e del fratello Antonio vende per il prezzo di tredici ducati a Bartolutto figlio del fu Paolo abitante a Pedicolle due campi situati nel distretto di Polcenigo in località detta “Adartugnan”. Notaio Franceschino del fu ser Nicola di Polcenigo i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore, mano sec. XIX-XX “1439 Indizione II 6 aprile. Atto di vendita di un terreno in Polcenigo fatto da Daniele e Antonio fratelli di Polcenigo” Contrassegni “1301”; “1439. Involto D n.XXXI” 252x144 119 1440 marzo 29: Ind.III^. Fanna chiesa di S.Remigio Lettera patente del procuratore generale dell’Ordine di S.Maria della Mercede. In virtù delle prerogative riconosciute all’Ordine dai diversi pontefici, il confessore scelto da d. Margherita di Valvasone contessa di Fanna, benefattrice dell’ordine, viene autorizzato a concedere alla donna l’indulgenza plenaria. Nel verso in cartiglio cartaceo incollato al dorso mano sec. XIX-XX “1440 28 maggio. Fanna. Licenza alla contessa Margherita Valvasone –Polcenigo di scegliersi un confessore” Contrassegni “1292”; “1440. involto D n.XXI” 125x245 120 1441 ottobre 19. Ind. IV^. Fanna presso il notaio. Procura d.Giovanussio figlio del fu d.Fantussio conte di Polcenigo nomina suo procuratore il nobile ser Antonio figlio del fu Nicolò conte di Polcenigo per richiedere al vescovo di Feltre e Belluno la conferma dell’investitura del feudo di Polcenigo. Notaio Daniele figlio di ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1441. Procura per domandare al vescovo di Belluno rinovazione d’investitura dei feudi” Contrassegni “1293”; “1441. Involto D. n.XXII”

24 Presumibilmente da leggersi “Codola”.

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185x180 121 1442 novembre 14. Ind.V^. Feltre presso la chiesa cattedrale. Investitura Il rev. Tommaso Tommasini di Venezia vescovo di Feltre e Belluno conferma ai nobili Mainardo figlio del fu Pregonea, Simone figlio del fu Vicardo ed Antonio figlio del fu Nicola conti di Polcenigo l’investitura del feudo già concesso ai loro avi con atto datato 21 gennaio 1406. Segue descrizione dei confini del feudo. Gli attori rappresentano i consorti di Polcenigo e cioè Giacomo del fu Nicolussio, Giacomo del fu Simone, i fratelli Andrea e Zanusso del fu Fantussio, i fratelli Antonio e Daniele del fu Francesco, i fratelli Giovanni e Daniele del fu Francesco, Tommaso del fu Dorio?, Giovanni Floriano del fu Bartolomeo, i fratelli Fantussio e Giacomo figli del suddetto Antonio del fu Nicola . Notaio Marco del fu d. Fazio Tommasino cittadino veneto i.a.n. cancelliere della curia vescovile di Feltre e Belluno, dalle note di ser Marcobruno de Lucia cittadino di Feltre e cancelliere della stessa curia Nel verso di mano sec. XIX-XX “1442. Investitura data ai signori di Polcenigo dal vescovo di Belluno” Contrassegni “40”; “1294”; “1442. Involto D n.XXIII” Inchiostro a tratti sbiadito 465x310 122 1444 dicembre 22. Ind. VII^. Polcenigo presso il notaio. Compravendita I nobili d.Simone figlio del fu d.Vicardo e d.Giacomo [di Polcenigo] vendono a Bartolussio figlio del fu Poleno de Costa per il prezzo di otto ducati un terreno boschivo posto nel regolato della villa di Santa Lucia in distretto di Polcenigo in località detta “acal de pra”. Notaio Donato del fu ser Giovanni i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX “1444. Contratto di vendita” Contrassegni “1295”; “1444. Involto D n.XXIV” 442x170 123 1445 marzo 26. Ind.VIII^. Fanna castello di Mizza. Compravendita La nobile d.Margherita vedova di d.Nicolò conte di Polcenigo e Fanna - quale tutrice del figlio ser Giacomo ed unitamente ai figli ser Antonio e ser Fantussio – vende per il prezzo di settantotto ducati a ser Lorenzo figlio del fu Pietro della Favurlina di Meduno un manso situato a Meduno in diverse località. Segue in data 29 marzo l’immissione nel possesso della proprietà. Notaio Daniele figlio di ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1445. Vendita di un maso di Medun dei sigg. di Polcenigo e Fanna. Actum in castro Mizze” Contrassegni “<1297>, “1445. Involto D n.XXVI” 364x200 124 1445 ottobre 13. Ind. VIII^. Fanna in contrada Cavasso in casa dell’attore. Procura Antonio figlio del fu Vincenzo di Fanna nomina suo procuratore il nobile d.Antonio figlio del fu d.Nicolò conte di Polcenigo perché lo rappresenti in un contenzioso che ha in essere con ser Gregorio macellaio, l’anno precedente abitante in Pordenone ed attualmente in Treviso, in relazione al pagamento di una certa quantità di animali oggetto di compravendita tra le parti in causa. Notaio Daniele figlio di ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n.

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Nel verso di mano sec. XIX-XX “1445. Atto di procura” Contrassegni “1296”; “1445. Involto D n.XXV” 285x142 125 14[4]7?25 maggio 20. Ind.X^. vedi notaio Merico messo dei conti di Polcenigo notifica che in data 19 maggio ha presentato a Mainardo di Fanna un atto di citazione in giudizi del Luogotenente della Patria del Friuli Matteo Veturi, esecutivo di un decreto degli Auditori Nuovi richiesto contro lo stesso da ser Antonio di Fanna nobile di Polcenigo. Mandato che Mainardo ha rigettato in presenza di testimoni. Notaio Daniele figlio di ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Contrassegni “1338”; “1507. involto E n.IV” 126 1447 ottobre 27. Ind. X^. Polcenigo sulla pubblica via dinanzi alla residenza di d.Andrea di Polcenigo. Procura I consorti di Polcenigo nominano loro procuratori Cristoforo figlio del fu Mainardo ed Antonio figlio del fu Nicolò consorti di Polcenigo per richiedere al vescovo di Feltre e Belluno Giacomo Zeno la conferma dell’investitura del feudo di Polcenigo cum curia avogaria dominio et iurisditione già concessa ai loro avi. I sottoscrittori della procura sono i seguenti: d.Andrea figlio del fu d.Fantussio,che agisce a nome proprio; Simone figlio del fu Vicardo, che agisce a nome proprio e di Giacomo figlio del fu Simone; Tommaso figlio del fu Odorico, che agisce a nome proprio e dei fratelli Antonio e Daniele figli del fu Francesco e di Bartolomeo figlio del fu Giovanni Florido; Giovanni figlio del fu Francesc, che agisce a nome proprio e del fratello Francesco; Pregonea figlio del fu Mainardo, che agisce a nome proprio e dei fratelli Girolamo e Bartolomeo. Notaio Nicola Daniele del fu ser Salvatore di Aviano i.a.n. giudice ordinario Segue fede notarile a sigla del gastaldo di Aviano Giacomo di Colloredo in data 1 novembre 1447 Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1447. I signori di Polcenigo fanno una procura per domandare al vescovo di Belluno la rinovazione delle investiture feudali” Contrassegni “1298”; “1447. Involto D n.XXVII” 480x140 127 1450 dicembre 15. Ind. XIII^. Castello di Solimbergo nella residenza del nobile Andrea di Polcenigo. Procura Il nobile d. ser Andrea figlio del fu Fantussio ed il nobile ser Giacomo figlio del fu d.Nicolò conti di Polcenigo nominano loro procuratori i nobili ser Antonio e ser Fantussio figli del fu d.Nicolò – nipoti del suddetto Andrea e fratelli di Giacomo - perché li rappresentino in un contenzioso in corso con Bonello Compugnetti di Dardago in distretto di Polcenigo. La vertenza riguarda l’omicidio di Nigro di Dardago. Notaio Daniele figlio del fu ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1450. Procura dei sigg. di Polcenigo” Contrassegni “n.1300”; “1450. Involto D n.XXX” 315x125

25 Il documento è lacunoso in corrispondenza della data, che, in base all’indizione, potrebbe essere 1447 o 1477. Il decennio è stato attribuito con riferimento al nome del Luogotenente.

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128 1452 febbraio 21. Ind. XV^. Polcenigo presso la loggia. Atto di citazione Giovanni teutonico messo della Curia di Aviano notifica che, su mandato del nobile d. Antonio di Fanna conte di Polcenigo fratello del fu Nicolò, ha consegnato al nobile d.Francesco figlio di d.Giovanni conte di Polcenigo un mandato relativo ad un contenzioso per un manso situato in Sottocolle che il citato Giovanni è intenzionato a vendere. Notaio Nicola del fu nobile ser Antonio Doioni di Belluno i.a.n. e vice cancelliere, rogante in sostituzione del fratello ser Giacomo Nel verso mano sec. XIX-XX “1452. Intimazione di un atto di lite” Contrassegni “1302”; “1452. Involto E n.I” 195x145 129 1452 maggio 6. Ind. XV^. Fanna nel salone del castello. Procura I nobili d.Fantussio e d.Giacomo figli del nobile d. Nicolò conte di Polcenigo nominano loro procuratore il fratello d.Antonio perché li rappresenti nella vendita di alcune proprietà situate nel distretto di Noale. Notaio Daniele figlio del fu ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Segue fede notarile a sigla di Cristoforo conte e podestà di Polcenigo. Sigillo deperdito Nel verso mano sec. XIX-XX “Procura dei Polcenigo” Contrassegni “1304”; “1452. Involto E n.III” 385x143 130 1452 agosto 24. Ind. XV^. Polcenigo presso un magazzino del venditore. Compravendita Il nobile d.Giacomino figlio del fu Simone conte di Polcenigo, alla presenza dei figli maggiori Ambrogio e Venceslao, vende per il prezzo di novantotto lire di piccoli a d.Antonio figlio del fu Nicolò conte di Polcenigo – il quale agisce a nome proprio e dei fratelli minori ser Fantussio e ser Giacomo - una casa di muro ubicata nel borgo di Coltura che il venditore ha recentemente acquistato dagli eredi di Zaccaria e da Domenico Pipo. Notaio Giacomo del fu ser Antonio Doioni del fu ser Alessandro di Belluno i.a.n. cancelliere dei conti di Polcenigo Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1452. Contratto di vendita fra i Polcenigo” Contrassegni “1306”; “1452. Involto E. n.V” 335x180 131 1452 ottobre 20. Ind. XV^. Polcenigo presso la loggia. Permuta d. Cristoforo figlio del fu Mainardo conte di Polcenigo, agendo a nome proprio e del fratello, cede a d. Antonio di Fanna figlio del fu Nicolò conte di Polcenigo, che ugualmente rappresenta se stesso ed i fratelli, una stalla con terreno vacuo adiacente situato nel borgo di Polcenigo di fronte al mulino del suddetto d.Antonio. A sua volta questi cede a Cristoforo una proprietà della stessa tipologia situata in località “Pradusello”. Notaio Nicola Doioni del fu ser Antonio di Belluno i.a.n. vice cancelliere di Polcenigo dalle note del fratello Giacomo cancelliere di Polcenigo impegnato altrove Segue attestazione del fratello Giacomo Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1452. Atto di vendita Polcenigo”

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Contrassegni “1303”; “1452. Involto E n. II” 510x177 132 1453 luglio 30. Ind.I^. castello di Moruzzo presso la residenza dei venditori. Compravendita I nobili ser Antonio e ser Daniele figli del fu Francesco conte di Polcenigo, residenti nel castello di Moruzzo, vendono per settanta ducati a Leonardo del fu Francescone di Fanna un manso situato nel distretto di Fanna nella villa di Orgnese con tutto ciò che a detto manso spetta di diritto. Segue descrizione in dettaglio dei terreni e fabbricati che compongono la proprietà. In data 14 agosto 1453 si registra l’immissione nel possesso del bene. Notaio Daniele figlio del fu ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX “1453. Contratto” Contrassegni “1307”; “1453. Involto E n.VI” Mediocre stato di conservazione. Rosicature in corrispondenza delle righe 7-28 415x170 133 1457 giugno 13. Ind.V^. Polcenigo presso la casa di Nicola del fu Giuliano. Quietanza Il nobile ser Nicola de Ronchono figlio del fu ser Antonio di Cividale, agendo a nome proprio e del fratello Leonardo, dichiara di aver ricevuto dai nobili fratelli Antonio, Fantussio e Giacomo del fu Nicolò di Fanna conti di Polcenigo la somma di 633 ducati all’epoca del suo matrimonio con Elisabetta di Polcenigo sorella dei suddetti e si impegna a non avanzare ulteriori richieste rispetto a quanto già liquidato. Notaio Giacomo del fu ser Antonio Doioni di Belluno i.a.n., al momento in Polcenigo Nel verso di mano sec. XIX-XX “1457. Contratto per mutuo di Polcenigo” Contrassegni “1309”; “1457. Involto E n.VIII” 300x165 134 1458 aprile 27. Ind.VI^. castello di Moruzzo nella residenza di d.Antonio Il nobile Antonio figlio del fu Francesco conte di Polcenigo, castellano di Moruzzo, aveva venduto per propro utile alcuni gioielli della moglie Orsola per un valore complessivo di cinquanta ducati. Per risarcire la donna le cede ora una braida di otto campi siti nel territorio di Polcenigo in località “Slas” (nel testo “Slaf”), retta e lavorata da Giacomo del fu Zannolino di Polcenigo che paga annualmente un censo di 3 staia di frumento e 3 di sorgo oltre alla metà del vino prodotto dalla stessa. Notaio Bartolomeo del fu Vidone Dussio di Fagagna i.a.n. Nel verso cartiglio cartaceo incollato, mano sec. XIX-XX “1458. Moruzzo. Il co.Antonio di Polcenigo castellano di Moruzzo cede alla moglie Orsola vari campi in Polcenigo” Contrassegni “1310”; “1458. involto P/B? n.IX” Rosicature nel margine laterale destro 405x145 135 1459 gennaio 8. Ind.VII^. Polcenigo residenza di Antonio di Polcenigo. Locazione I conti di Polcenigo concedono in affitto a Domenico di Roveredo una posta di maiali nella villa di Fanna. Domenico si impegna a corrispondere un censo annuo di un ducato ed a non allevare nella proprietà concessa un numero superiore a cinquanta animali. Gli attori sono d. Antonio di Fanna, che rappresenta se stesso ed i fratelli; Cristoforo, che rappresenta se stesso, i fratelli e d.Antonio di Moruzzo; Francesco figlio di Giovanni.

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Notaio Nicola del fu ser Antonio Doioni di Belluno i.a.n. cancelliere di Polcenigo 1459 gennaio 12. Cavasso di Fanna in casa di Zanbono Stolfi. Locazione I conti Cristoforo del fu Mainardo conte di Polcenigo, rappresentante se stesso ed i consorti, ed Antonio di Fanna, che agisce a nome proprio e del fratello, concedono in locazione ad Enrico (Rampogna?) di Ampezzo in Carnia e Giacomo figlio di Bartolomeo di S. Agostina (sic. forse errato per S. Giustina?) nella giurisdizione di Feltre una posta di pecore nella villa di Fanna. Gli affittuari si impegnano a corrispondere un censo annuo di lire 15 piccole e libbre 28 di formaggio. Notaio Nicola del fu ser Antonio Doioni di Belluno Nel verso di mano sec. XIX-XX “1459. Affittanze” Contrassegni “<1311>”; “1459. Involto E? n.X” 450x170 136 1459 marzo 5. Ind.VII^. Fanna. Procura La vicinia di Fanna (segue elenco di tutti i partecipanti) unitamente al podestà nomina propri procuratori Agostino del fu (Bastone?), Giovanni del fu Spirito, Nicolussio del fu Domenico Decano e Lorenzo mugnaio – tutti della villa di Fanna – perché la rappresentino nei contenziosi in cui è coinvolta sia celebrati dal Luogotenente della Patria che da altri rettori ed in generale perché sostengano gli interessi ed i diritti della stessa nelle sedi deputate. Notaio Daniele del fu ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “La comunità di Fanna costituisce un procuratore” Contrassegni “<1314>”; “1459. Involto […] E n.XI” 395x130 137 1459 maggio 14. Ind.VII^. Fiera di Zuccola26 giurisdizione di Spilimbergo. Compravendita Antonio del fu Vincenzo di Fanna vende a d. Giovanni Francesco del fu Pertoldo dei consorti di Spilimbergo per dieci ducati un livello annuo di uno staio di frumento corrisposto sopra una braida di sua proprietà sita nel distretto di Fanna in località detta “Chiavas” (Cavasso). Notaio Marco Durazzo del fu ser Martino di Castelnuovo cittadino ed abitante di Spilimbergo i.a.n. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1459. Contratto sopra un livello dei signori di Fanna e Polcenigo” Contrassegni “<1313>”; “1459. Involto E n.XII” 435x150 138 1460 agosto 24. Ind.VIII^. Polcenigo presso la residenza dell’acquirente. Compravendita Vendramino de fabris di Santa Lucia ed Antonio faber fratello di mastro Pasutto della stessa villa cedono a d. Antonio di Fanna conte di Polcenigo i diritti esercitati su alcuni terreni che erano di Mesco di Santa Lucia, genero ed erede di Giovanni Furlano, anche lui presente e consenziente alla stipula del contratto; i beni sono stati acquisiti all’incanto nella stessa data come documentato da atto del notaio rogante. Il conte si impegna a liquidare a Vendramino i sette ducati che lo stesso aveva in precedenza versato a Giovanni Furlano, inoltre la somma di lire dieci e soldi quattro a titolo di censi arretrati a carico del suddetto Mesco. Nel caso Antonio non fosse in grado di liquidare le somme nei tempi previsti dal contratto si intende che lo stesso risulti nullo. Seguono altre precisazioni sulla ripartizione di affitti arretrati e le spese d’incanto delle proprietà. Notaio Bonifacio figlio del fu ser Giacomo aromatario da Prata, abitante in Polcenigo i.a.n.

26 S. Zozzolotto, 1511 e dintorni: Spilimbergo brucia, 2011, pp. 92-93

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Nel verso regesto di mano posteriore “1460” Contrassegni “1478”; “Involto N n.3” mano diversa dalle altre vedi anche 1486 375x135 139 146[2] novembre 11. Fanna. Procura Il nobile Giacomo del fu Nicolò conte d Polcenigo e Fanna incarica il fratello Fantussio della vendita di alcune sue proprietà site nel trevigiano e nella tutela dei relativi diritti. Notaio Daniele figlio di ser Pietro Astolfi di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1315”; “1462. Involto E n.XIV” 140 1464 febbraio 24. Ind.XII^. Castello di San Salvatore27 in cancelleria. Compravendita Mastro Giovanni Antonio fornaxarius del fu Michele Rebiz ed il nipote mastro Bataino del fu Giacomo, entrambi da Polcenigo (il nipote abitante nel comitato del castello di San Salvatore), vendono per il prezzo di lire diciotto di piccoli a d.Antonio del fu Nicola di Fanna conte di Polcenigo un casale ovvero una muraglia diroccata sito nel borgo di Coltura di Polcenigo con pertinenze e diritti annessi. Notaio Bonifacio figlio del fu ser Ludovico Sburlato de Montebarucio 28? abitante nel castello di S.Salvatore i.a.n. Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1316”; “1464. Involto E n.XV” 270x115 141 1464 giugno 1. Ind. XII^. Castello di Valvasone residenza del nobile d. Ulvino del fu Enrico di Valvasone. Atto divisionale I nobili d. Antonio, Fantussio e Giacomo figli del fu Nicola conti di Polcenigo procedono alla divisione di alcuni beni che in un precedente atto divisionale sottoscritto dagli stessi erano rimasti indivisi. Vengono individuate tre parti: Nella prima, assegnata ad Antonio, sono compresi: un sedime ovvero quella parte del palazzo che si trova alla sinistra della prima porta del castello in cui si trovava la residenza di Ossalco ed altri due sedimi contigui sempre all’interno del castello ma nella parte opposta al precedente, un bosco detto “di Corte” ed un boschetto detto “La Piancha de Musil” entrambi nelle pertinenze di Polcenigo, i diritti esercitati dai tre fratelli su un mulino con le sue pertinenze sito in località “Aquason” (Gorgazzo). Nella seconda, assegnata a Fantussio, sono compresi: un edificio di recente costruzione posto nel girone superiore del castello con relative porzioni di cortile ed orto, contiguo al palazzo dei d. Cristoforo e fratelli del fu Mainardo di Polcenigo, la metà di un bosco denominato “di Aurin” posto presso le sorgenti del Livenza e in generale tutti i diritti relativi ai beni di questa seconda parte. Nella terza parte assegnata a Giacomo sono compresi: un sedime murato sito nel castello e la parte di edifcio (gironum) che si trova a sinistra della porta d’ingresso dal lato che porta alla parte abitata dai consorti d. Ambrogio e fratelli, parte in cui è compreso un orto attualmente condotto da questi ultimi, un secondo sedime ubicato nella parte opposta al precedente e contiguo al sedime di d. Antonio, un terzo sedime contiguo all’orto condotto da d. Cristoforo e fratelli, un orto situato a Polcenigo fuori dalla porta detta di “Pradusello”, la metà del citato bosco “di Aurisin” ed i diritti che i tre fratelli avevano acquistato sulle proprietà di Mesco di Giovanni Furlano situate a Santa Lucia con

27 La presenza di una cancelleria fa intendere che si tratta di una residenza signorile: in Friuli è documentata la casa-forte di San Salvatore di Majano nel feudo dei signori di Mels e quindi accorpato ai beni dei signori di Colloredo; spostandosi in Veneto c’è il noto Castello di San Salvatore (Treviso) residenza dei signori di Collalto. 28 Forse Monte Barroccio oggi Mombaroccio in provincia di Pesaro?

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l’onere di completare il pagamento delle stesse. Le parti concordano nel mantenere indiviso l’esercizio della giurisdizione della muda e dei dazi. Seguono alcune precisazioni su eventuali adeguamenti dei diritti di passaggio e di costruzione nella parte spettante ad Antonio in cui si tutela l’interesse dei tre fratelli con l’intervento dello zio Giacomo Giorgio. I tre fratelli si impegnano a non rivendicare ulteriori diritti sul patrimonio paterno e materno; rimane comunque valido il dettato della sentenza arbitrale pronunciata da d. Clerichino di Vicenza (atto del notaio Michele di Serravalle). Notaio Marco Antonio del fu m.Venuto Giselli di Valvasone, dalle note del fu ser Giorgio notaio figlio del fu ser Giacomo di Maniago cittadino ed abitante di Valvasone. Originale rogato su richiesta dei consorti di Valvasone Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX” 1464. Divisione fatta fra i fratelli di Polcenigo Fanna dei beni di famiglia” Contrassegni “1464. Involto [E?] n.XVI”; “171” 545x184 142 1464 novembre 12. Ind.XII^. Polcenigo nella bottega di m.Nicolò. Scrittura di impegno Francesco figlio di d.Giovanni conte di Polcenigo, agendo a nome del padre, ha acquistato in data odierna da ser Pasqualino del fu Giacomo abitante in Venezia un mulino con relativi diritti sito nel borgo di Polcenigo. Le parti hanno previsto un pagamento rateale dei cento sessantacinque ducati concordati, cioè Francesco si è impegnato a corrispondere al venditore sessanta ducati al momento del contratto, quindi una seconda quota di quaranta ducati entro la successiva Pasqua ed il saldo entro il successivo carnevale. Ora, a maggior tutela del venditore, Francesco sottoscrive una scrittura di impegno relativa alla terza quota per cui, risultando inadempiente alla stessa, autorizza il venditore a procedere all’incanto del bene. Notaio Francesco di m.Cristoforo Rorario di Pordenone cancelliere dei signori di Polcenigo Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Acquisto di un mulino di Polcenigo” Contrassegni “1318”; “1464. Involto E n.XVIII” 335x172 143 1465 agosto 17. Ind. XIII^. Treviso. Investitura Il vescovo di Belluno Mosè Buffarello investe d.Bartolomeo conte di Polcenigo di un mulino ed una vigna, beni feudali del castello di Polcenigo, a cui hanno rinunciato rispettivamente Francesco figlio e procuratore di Comuzzo del Monte e Pasqualino da Venezia del fu Giacomo abitante a Polcenigo. Bartolomeo agisce quale procuratore dei figli Giovanni e Francesco di Strassoldo conti di Polcenigo. Daniele del fu Giacomo de Ferreto notaio e cittadino di Vicenza, dalle note di Ludovico di ser Pietro P(ar)men(se) . L’atto è redatto su mandato di Ambrogio Contarini podestà di Vicenza, esecutivo di un’istanza prodotta da Pregonea conte di Polcenigo, come da atto rogato dal notaio Simone de Aurificibus in data 12 luglio 1483 Nel verso regesto di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX “1465. Treviso. Il vescovo di Belluno investe i signori di Polcenigo di feudi” Contrassegni “1319”, “1465. Involto E n.XIX” 420x155 144 1468 gennaio 19. Ind. I^. Polcenigo presso la loggia. Notifica di citazione

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Il messo Angelo certifica che su istanza dei conti di Polcenigo ha citato in giudizio Tomino del fu Casolino di Budoia, con l’obbligo di presentarsi a Spilimbergo dinanzi al Luogotenente della Patria per una questione che riguarda la restituzione di alcuni pegni. Notaio ser Pietro del fu ser Pietro Carbo di Pordenone i.a.n. cancelliere del conte di Polcenigo Nel verso mano posteriore “1468”; mano sec. XIX-XX “Fede di fatta citazione” Contrassegno “n.5” 125x97 145 1473 luglio 9. Ind.VI^. Belluno curia vescovile di Belluno. Investitura Il rev. Pietro Barozzi vescovo di Belluno conferma a Bartolomeo del fu Giovanni Floriano conte di Polcenigo, che rappresenta se stesso ed i consorti come da procura redatta dal notaio ser Anastaio Carbo cancelliere di Polcenigo, l’investitura del feudo di Polcenigo così come definita dalla precedente concessione del vescovo Mosè Buffarelli. L’atto si rende necessario in seguito alla soluzione di una controversia sorta tra il Comune di Belluno ed i nobili di Polcenigo in merito al dettato delle investiture rilasciate a questi ultimi. Nell’atto viene riprodotta la sentenza pronunciata dal vescovo alla stessa data. Notaio Tommaso del fu ser Nicola d’Alpago nobile di Belluno cancelliere della curia vescovile Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Investitura del vescovo di Belluno di Polcenigo” Contrassegni “1320”; “1473. Involto E. n.XX” Piccola lacuna in corrispondenza delle righe 7-8. Sigillo deperdito 460x200 146 1480 ottobre 4. Ind.XIII^. Portogruaro nella bottega dell’acquirente. Compravendita di livello Simone del fu Domenico da San Pietro abitante nella villa di San Vidotto oltre il Tagliamento vende per il prezzo di lire quarantotto di soldi piccoli a ser Antonio de Girardis un censo livellario di uno staio di frumento annuo alla misura di Portogruaro che il venditore si impegna a corrispondere ponendo in garanzia la metà di una sua braida sita nelle pertinenze di S. Vidotto. Notaio Petroniano Lorenzo del fu d. Guglielmo di Portogruaro i.a.n., dalle note del fu ser Giorgio de Giordani notaio di Portogruaro Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegno “1480. Involto *** n.***” 245x187 147 1480 ottobre 4. Ind.XIII^. Portogruaro nella bottega dell’acquirente. Compravendita di Livello Antonio del fu Leonardo di San Vidotto oltre il Tagliamento vende per il prezzo di quarantotto lire di soldi piccoli a ser Antonio del fu ser Giacomo de Girardis di Portogruaro un censo livellario di uno staio di frumento annuo alla misura di Portogruaro che il venditore si impegna a corrispondere ponendo in garanzia un campo detto “Armentareza” situato nelle pertinenze di San Vidotto ed inoltre un prato detto “de laga de mezo”. Antonio dichiara di essere minore di 25 anni ma maggiore di 20 e a tal ragione si impegna a non avanzare in futuro rivendicazioni di diritti che possano conseguire dall’attuale posizione giuridica. Notaio Petroniano Lorenzo del fu d. Guglielmo di Portogruaro i.a.n., dalle note del fu ser Giorgio de Giordani notaio di Portogruaro Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1480. Contratto di un livello di Girardis a Portogruaro”

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374x190 148 1483 agosto 26. Ind.I^. Fanna nelle pertinenze di Orgnese. Procura Pasquale mugnaio del fu Giacomo mugnaio abitante nella villa di Orgnese nomina suo procuratore il nobile d.Giacomo del fu d.Nicola conte di Polcenigo perché lo rappresenti nelle sedi giudiziarie ed in particolare in un contenzioso che lo vede contrapporsi a m.Francesco del fu Corrado Negrini ed a Bruno del fu Francesco Negrini di Fanna per una questione che riguarda un mulino. Notaio Daniele del fu ser Pietro Astolfi i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “procura” Contrassegni “<1321>”; “1483. Involto E n.XXI” 235x137 149 1484 gennaio 26. Ind.II^. Portogruaro nella bottega dell’acquirente. Cessione di credito Per il prezzo di sessanta lire di piccoli Giovanni della Florida vende a ser Antonio de Girardis la propria quota, pari ad un terzo, di un censo livellario di nove lire di piccoli costituito sulla casa di mastro Marco cortellario. Notaio Antonio de Pellegrini pievano di Portogruaro i.a.n., dalle note del padre ser Giovanni. Nel verso regesto di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX “1484. Aquisto di un livello fatto dai Girardis di Portogruaro” 228x130 150 1485 gennaio 24. Ind.III^. Portogruaro nella bottega del locatario. Contratto enfiteutico Ser Antonio de Girardis del fu Giacomo e ser Giacomo della Torre figlio di ser Nicola di Portogruaro prendono in affitto da ser Bernardino armiger figlio del fu mastro Luca pellipari di Portogruaro due cinte ed un ronco situati fuori dalla porta del Bando (porta S.Giovanni). Oltre al canone d’affitto, di uno staio di frumento annuo, si impegnano a corrispondere alla chiesa di S. Antonio di Portogruaro un livello annuo del valore di quaranta soldi ed alla fraterna di S. Tommaso di Portogruaro un altro livello di otto soldi. Patto di affrancazione. Notaio Antonio de Pellegrini pievano di Portogruaro i.a.n., dalle note del notaio d. Giorgio Giordani Nel verso di mano sec. XIX-XX “1485. Portogruaro Girardis. Contratto di livello” 245x163 151 1485 dicembre 10. Ind.III^. dovrebbe essere II Polcenigo presso la loggia ad banchum iuris Cesco figlio di Bartolomeo detto Tolotto di Santa Lucia compare dinanzi a m. Francesco Passarini vice podestà di Polcenigo ed ai suoi giurati e fa atto di rinuncia all’eredità paterna, dichiara quindi la propria disponibilità a contribuire al mantenimento del padre, fornendogli vitto e vesti, sia al momento presente che in futuro. Notaio Andrea del fu ser Pasutto a Fabris i.a.n. cancelliere di Polcenigo Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1321”; “1484. Involto E n.XXIII” 225x103 152 1486 […] 27. Ind.IV^. Arba in casa del venditore. Compravendita

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Meliorino del fu Antonio Todeschi di Arba vende per il prezzo di dieci ducati a d. Giacomo dei consorti di Fanna un aratorio sito nelle pertinenze di Fanna in località “La Campagnella”. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano posteriore“1486”; di mano sec. XIX-XX “Vendita di terreni in Arba” Contrassegni “Involto n.5”vedi mano anno 1460 Rosicature in corrispondenza del margine superiore destro righe 1-4 286x158 153 1486 marzo [.]7. Ind.IV^. Fanna davanti alla casa del venditore sulla pubblica strada. Compravendita livello Antonia vedova di Cesco Laurenzutto di Fanna, unitamente alla figlia Francesca, vende a d. Giacomo di Fanna conte di Polcenigo per il prezzo di cinque ducati un livello di due staia di frumento da corrispondersi annualmente nel giorno del festa di Ognissanti sopra una sua centa coltivata a vigna sita nelle pertinenze di Fanna in località detta “Centa Girardo”. Patto di affrancazione. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore. Contrassegni “1323”; “1486. Involto E n.XXV” 265x177 154 1488 agosto […]. Ind.VI^. Trivignano nel sedime della pieve. Compravendita Il nobile d.Nicola del fu d.Giovanni conte di Polcenigo, al momento abitante a Strassoldo, agendo anche a nome del fratello Girardo, vende per settantadue ducati a Pietro de Giuliano di Trivignano un manso con relativo bearzo sito nella detta villa. Seguono specifiche relative al pagamento rateale della somma in cui si prevede un impegno dell’acquirente verso il venditore per un censo livellario variabile, in cereali e/o moneta contante, sino alla liquidazione del credito. Patto di affrancazione Notaio Pasino figlio del fu ser Bernardo de Lucarellis, dalle note di pre Cristoforo di Veglia beneficiato nella chiesa di Trivignano, su mandato del vicario generale della diocesi di Aquileia Marco de Maffei Nel verso regesto di mano posteriore; altra mano “Graciano”; mano sec. XIX-XX “1488. Vendita fatta di beni in Trivignano a Polcenigo” Contrassegni “1326”, “1488. Involto E n. XXVIII” 485x310 155 Sec. XV [post anni Novanta]29 […] luglio 27. Fanna abbazia di S.Martino. Citazione in giudizio Biagio del fu Riccardo Pupa di Fanna, citato in giudizio dal veneziano ser Ercole Squararolo presso la curia di Polcenigo per non aver rispettato i termini di un contratto siglato con lo stesso, promette di condurre a proprie spese alla chiusa del Musile entro i successivi quindici giorni la quantità di legname di quercia concordata. Notaio pre Antonio di Porcia governatore dell’abbazia di Fanna i.a.n. Pessimo stato di conservazione. Rosicature, lacune e macchie di umidità 280x130

29 Il documento è stato certamente rogato tra la fine del sec.XV ed i primi decenni del XVI, arco di tempo in cui, in base agli atti presenti in questo fondo ed alle ricerche di Perfetti, risulta attivo il notaio pre Antonio di Porcia vice abate di Fanna.

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156 1494 agosto 2. Cavasso in piazza sotto il portico della pieve di S. Remigio. Compravendita livelli Mastro Giovanni tessitore figlio di mastro Colussio di Ronchis vende per il prezzo di cinque ducati al nobile d. Giacomo figlio di d. Nicolò conte di Polcenigo e Fanna un livello di due quarte di frumento, censo da corrispondersi annualmente sopra una centa situata nelle pertinenze di Fanna che il venditore possiede in forma indivisa con gli eredi di Giacomo Basso per la parte che a lui compete. Notaio pre Antonio di Porcia vice abate di Fanna, dalle note di ser Francesco ab Oleo di Padova notaio e cancelliere di Fanna su mandato dei conti di Polcenigo e Fanna 1497 dicembre 18. Ind.XV^. Meduno, sotto il portico della casa di m.Antonio Gli attori del precedente contratto sottoscrivono un nuovo atto di livello alle medesime condizioni, cioè Giovanni si impegna a corrispondere a Giacomo, per cui agisce il figlio Francesco, un ulteriore censo di due quarte di frumento sulla stessa proprietà ricevendone in cambio altri cinque ducati. Notaio pre Antonio di Porcia vice abate di Fanna, dalle note di ser Francesco ab Oleo di Padova notaio e cancelliere di Fanna su mandato dei conti di Polcenigo e Fanna Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1494. Vendita di un livello” Contrassegni “1327”, “1494. Involto E n.XXIX”,“90” 350x167 157 1499 giugno 2. Ind.II^. Udine? Scrittura di accordo Compromesso sottoscritto da d. Nicolò del fu d.Antonio conte di Polcenigo e la comunità di Polcenigo rappresentata da Martino Viano? del borgo di Polcenigo, Bartolomeo del Pup di Coltura e Gasparino Bertolussio del Savio di San Giovanni. Il conte aveva accusato un tale Donato di San Giovanni ed altre persone di essersi introdotte in una proprietà prativa e boschiva detta “la Isula” e di averla danneggiata conducendovi i propri animali. L’area è situata nelle pertinenze di Polcenigo in località “Musil”, nei pressi del fiume Livenza e del Gorgazzo, e confina ed è in parte compresa in un territorio destinato a comugna. Nicolò è conservato nel possesso del bene, mentre la comunità di impegna a risarcire i danni prodotti dagli animali. Notaio Nicola Gubertini di Udine i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1499. Concordio per compenso di danni fati ad un posesso del Polcenigo” Contrassegni “1329”; “1499. […] n.XXX” Lacuna in corrispondenza della sottoscrizione notarile 235x154 158 [sec. XVI] Cavasso. notaio V[…?] di Pordenone. Locazione Locazione di una proprietà per un censo annuo di 4 staia di frumento, 4 urne di vino, 1 staio di sorgo, 2 di avena, 1 paio di polli, una spalla di maiale, una gallina. Nel verso mano posteriore “Affrancation d’un maso a quelli de Marocho” Pessimo stato di conservazione. Inchiostro sbiadito e lacerazioni in corrispondenza delle righe 1-10 ca. 274x85 159 Sec. XVI frammento di pergamena

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Contratto di compravendita di un prato sito in località “sot prat di Iolay”, su cui vive un onere di livello verso l’ospedale di S.Spirito in Colle di Gemona, venduto per la somma di ducati trentadue,lire quattro e soldi sedici dai tutori di Corrado a ser Alvise. Il supporto è stato tagliato nella parte superiore, inferiore e laterale destra presumibilmente per ricavare dei brani di pergamena da riutilizzare in altro contesto (legatura?) 210x175 160 1500 ottobre 28. Ind.III^. Fanna portico della casa di m.Francesco fabbro di Fanna. Compravendita Gio. Antonio del fu Nicola Midunassi? di Fanna e Giacomo Comuzzi di Fanna procedono all’integrazione di un contratto di cessione stipulato tra gli stessi da oltre dieci anni e mai formalizzato in forma scritta. In base a quell’atto Gio.Antonio aveva ceduto per il prezzo di dodici ducati i diritti su un suo appezzamento di terra, parte coltivata parte a prato, sita nelle pertinenze di Fanna in località “Solaseto”. La proprietà era stata allivellata con altre ad essa contigue alla cameraria della chiesa di S. Remigio di Fanna- rappresentata da d. Ulvino di Travesio - cui versava un censo di uno staio di fruemento ed uno di miglio. Ora le parti – dopo aver aver incaricato Paolo Corraduzio di Fanna di valutare i miglioramenti apportati all’immobile – si accordano per il definitivo trasferimento della proprietà ad un valore complessivo di diciotto ducati, cioè i dodici già versati ed altri sei per i miglioramenti realizzati sulla stessa, salvo l’onere di livello. Cristoforo Scarabelli notaio di Maniago Nel verso di mani posteriori “1500 28 8bre”, “Non parte non è di casa”; di mano sec. XIX-XX “1500. Contratto” 465x153 161 1506 marzo 9. Ind.IX^. Fanna residenza degli acquirenti. Compravendita Mastro Stefanutto cerdo figlio del fu Daniele Lorenzutti di Fanna - impossibilitato a mantenere la propria famiglia a causa dello stato di salute e della carestia che ha colpito la villa di Fanna – vende ai nobili dd. Francesco e Leonardo figli del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna per il prezzo di dodici ducati lire quattro e soldi quattro una rendita annua che riscuote da Pietro Giovanni Bertoli di Fanna sopra un manso retto loco et foco da quest’ultimo. Il censo consiste in tre quarte di frumento, due quarte di avena, due situle di vino, una spalla [di maiale] ed una gallina ad anni alterni. Michele, fratello di Stefano, si costituisce garante del contratto. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1506. Atto di vendita” Contrassegni “1337”, “1506. Involto F n.III” 450x155 162 1506 marzo 9. Ind.IX^. Fanna residenza degli acquirenti. Compravendita Mattia figlio di Valente Bastono di Fanna – agendo come capofamiglia – vende ai nobili dd. Francesco e Leonardo figli del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna per il prezzo di cinque ducati una rendita annua che riscuote dai fratelli Tommaso e Giovanni del fu Antonio Spirito di Fanna sopra un campo situato nelle pertinenze di Fanna in località detta “Branco”. Il censo consiste in due quarte di frumento locale alla misura di Fanna da consegnarsi nella giornata di S. Michele. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Contratto per un livello di Fanna” Contrassegni “<1335>”, “1506. Involto F n.I”

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435x174 163 1506 marzo 9. Ind.IX^. Fanna Altra copia del precedente Nel verso regesto mano posteriore, di mano sec. XIX-XX “Aquisto di un livello” Contrassegni “1506. involto F n.I” 497x150 164 1506 agosto 16. Ind.IX^. Maniago presso il notaio. Retrovendita I fratelli Daniele e Pietro del fu Corrado Nigrisini di Fanna avevano venduto ai nobili Fantussio e Giacomo del fu Nicolò conte di Polcenigo e Fanna per il prezzo di 25 ducati un appezzamento di terra situato nelle pertinenze di Fanna in località detta “Sora la Bevorchia de Campagnola”. Il contratto prevedeva il patto di retrovendita per una somma equivalente a quella versata dagli acquirenti. Ora d. Francesco, figlio del fu conte Giacomo, si accorda con i fratelli Francesco e Giacomo figli del fu Daniele Nigrisini – abitanti a Pantianicco – e con gli eredi del fratello Pietro per definire la retrovendita della proprietà ad un prezzo di sette ducati. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Contratto” Contrassegni “<1336>”; “1506. Involto F n.II” 470x155 165 1507 dicembre 20. Ind. X^. Portogruaro in casa dell’acquirente. Vendita livello Ser Giovanni Giacomo del fu ser Antonio de Girardis cittadino di Portogruaro cede a titolo di livello perpetuo a d. Giovanni figlio del fu Marco dei consorti di Castelfranco, cittadino ed abitante di Portogruaro, una proprietà in parte coltivata ed in parte a prato, della misura di circa quattro campi, situata nelle pertinenze di Portogruaro in località “Selva mazor”. Il valore concordato, quaranta ducati, viene corrisposto in oro ed in moneta veneta. Notaio Daniele Ermanno del fu nobile Baldassare Giustini/Iussani di Portogruaro, dalle note del notaio ser Bianchino di Portogruaro su mandato del podestà di Portogruaro In corrispondenza dell righe 41-44 il supporto è stato tagliato ed asportato 35x35 mm. Nel verso mano sec. XIX-XX “1506. Contratto di un terreno sito in Portogruaro” Contrassegni “1507. Involto *** n.**” 460x148 166 1508 settembre 16. Ind.XI^. Fanna nel cortile dell’abitazione di Giorgio del fu Paolo Giacomini. Compravendita Ser Leonardo del fu ser Giacomo Antonio cittadino di Valvasone, agendo a nome proprio e del fratello Ippolito dottore in legge, vende al nobile Francesco del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna ed ai suoi fratelli per il prezzo di sette ducati e mezzo la parte a lui spettante di una cinta situata a Cavazzo, immobile che possiede in comproprietà con lo stesso acquirente e con d. Giacomo del fu d. Gio. Francesco di Spilimbergo. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Vendita di terreni di Cavasso di Polcenigo” Contrassegni “<1340>”, “1508. Involto F n.VI” 380x165

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167 1508 settembre 19. Ind.XI^. Fanna in casa di mastro Leonardo de Calligaris del fu Pietro Sierio di Frisanco. Compravendita Francesco e Cassandra figli del fu ser Domenico di Trieste armiger e di Francesca detta Pintiana di Fanna vendono al nobile Francesco del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna, che agisce a nome proprio e dei fratelli, la porzione ad essi spettante di una rendita annua che hanno in forma indivisa con la sorella Borpetta?. La quota corrisponde alla metà del censo versato loro da Bartolo di Fanna, pari a due quarte di frumento, due quarte di avena, una quarta di miglio, mezza urna di vino e mezza gallina. Dalla somma concordata per la cessione, sei ducati, che i venditori riscuotono in denaro contante, sono detratte venticinque lire cioè il valore di un cavallo che le sorelle hanno ricevuto in passato dal conte Giacomo. Mastro Lorenzo Lorenzutti di Fanna si costituisce garante del contratto. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto e note di mano posteriore; “mano sec. XIX-XX “1508. Contratto Fanna” Contrassegni “1339”; “1508. Involto F n.V” 335x160 168 1510 febbraio 13. Ind.XIII^. Fanna residenza di Daniele e fratelli conti di Polcenigo e Fanna. Livello I consorti di Polcenigo e Fanna - Daniele e fratelli del fu Giacomo unitamente ai fratelli Pietro ed Alessandro del fu Fantussio - concedono in livello a Michele figlio del fu Olivo di Frisanco in distretto di Fanna una posta per la conduzione di un follo situata nelle pertinenze di Navarons , presso il “prato rosso” sotto la roggia del Ferro ovvero Fontanabona. Il canone annuo è fissato in quaranta soldi da corrispondersi nella giornata di S. Giorgio. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto e datazione di mani posteriori; mano sec. XIX-XX “Contratto di livello dei Polcenigo” Contrassegni “1510. Involto *** n.***”; “1488”; “Involto I n.3” 320x155 169 1510 maggio 25. Ind.XIII^. Spilimbergo presso la loggia. Retrovendita Alberto e Girolamo conti di Spilimbergo retrovendono al prezzo di dieci ducati a Tommaso Vacetti di Fanna una rendita annua di uno staio di frumento che era stata oggetto di un precedente contratto di cessione tra i loro avi per la medesima somma. Il censo era corrisposto annualmente nel mese di luglio il giorno di S. Giacomo da Gio.Domenico di Mantatio? sopra una cinta del detto Tommaso situata nella contrada Cavasso di Fanna. Notaio Biagio Zanini dl fu ser Domenico da Tolmezzo abitante a Fanna, dalle note del fu Francesco ab Oleo di Padova cancelliere di Spilimbergo su mandato dei signori di Fanna Nel verso regesti di mani posteriori. Contrassegni “1510. Involto *** n.***”; “1487”; “Involto I n.2” 248x145 170 1512 settembre 11. Ind. XV^. Fanna. Compravendita Pietro del fu mastro Colussio di Ronchis vende per il prezzo di ducati cinque di piccoli a Leonardo conte di Fanna una rendita annua di due quarte di frumento alla misura di Fanna che si impegna a

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corrispondere nei termini consueti sopra un appezzamento di terra a.p.v. con stalla situato in località detta “Ronchis”. Patto di affrancazione. Notaio pre Antonio di Porcia residente nell’abbazia di Fanna Regesto di mano coeva Contrassegni “13[..]”; “1512. Involto F n.XII” Lacune in corrispondenza delle righe 1-6 305x133 171 1512 aprile 29. Ind. XV^. Fanna abbazia di S. Martino. Locazione Daniele conte di Polcenigo e Fanna, agendo a nome proprio e dei fratelli, concede in affitto a Baldassarre del fu Pietro Corazzi un appezzamento di terra con piante e vigne situata in località detta “sot Strada de Campagnola” ed un secondo più piccolo ugualmente coltivato sito in località “dentro del Fosal”. Il conduttore si impegna a corrispondere annualmente nei termini consueti 3 staia e ½ di frumento ed 1 urna di vino. Notaio pre Antonio di Porcia Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “<1342>”, “1512. Involto F n.VIII” 200x102 172 1512 luglio 23. Ind.XV^: Polcenigo nella cancelleria comitale. Compravendita di livello Nicolò di Fanna del fu Antonio conte di Polcenigo vende per sei ducati a fra Francesco Furlano dell’Ordine dei Minori in Polcenigo un livello di mezzo staio di frumento annuo costituito sopra un campo sito a Polcenigo in località “Pradusello” presso il Gorgazzo, che lui stesso si impegna a corrispondere. Su richiesta di Nicola, il religioso versa la sommma pattuita al nipote Giacomo, a titolo di restituzione della dote della madre di quest’ultimo sorella del venditore. Notaio Domenico Rangani di Sacile cancelliere di Polcenigo Nel verso regesto di mano posteriore non leggibile; mano sec. XIX-XX “Livello” Contrassegni “<1348>”, “1512. Involto F n.XIV” 440x120 173 1513 aprile 13. Ind. I^. Polcenigo nella cancelleria comitale. Donazione Daniele di Fanna figlio del fu *** conte di Polcenigo – come gesto di riconoscimento dell’affetto e della gratitudine che prova nei confronti del fratello Francesco – dona ai nipoti adolescenti Giacomo e Giuseppe figli del suddetto Francesco, presente quale procuratore dei figli, la parte a lui attualmente spettante o quanto in futuro di diritto della casa dove attualmente abitano tutti i suoi fratelli, ubicata a Fanna in località “Chiavas”. Nella donazione sono comprese tutte le pertinenze dell’edificio, quali brollo, orto, fabbricati etc. e le eventuali suppellettili esistenti in essa a lui assegnate da successivi patti divisionali. Notaio Domenico Rangani di Sacile cancelliere di Polcenigo Nel verso regesto di mano psoteriore; mano sec. XIX-XX “Donazione tra i signori Polcenigo” Contrassegni “<1351>”, “1513. Involto F. n.XVIII” 410x180 174 1513 luglio 16. Ind. I^. Fanna. Procura

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I consorti di Polcenigo e Fanna - Francesco, Leonardo e Gio.Antonio figli del fu Giacomo e Pietro, Alessanro, Nicola e Giacomo Giorgio figli del fu Fantussio - nominano Daniele figlio del defunto conte Giacomo loro procuratore perché li rappresenti dinanzi al vescovo di Belluno per il rinnovo dell’investitura dei loro beni feudali e di quelli del consorte Nicola di cui sono eredi. Notaio pre Antonio di Porcia vice abate di Fanna i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1353”; “1513. Involto F n.XX” 525x160 175 1517 giugno 14. Ind. V^. Fanna portico della residenza dei dd. Francesco fratelli del fu d. Giacomo. Rilascio Giovanni figlio ed erede di Gaspare del fu Giovanni Grandi di Fanna rende a d.Francesco del fu d.Giacomo [di Polcenigo e Fanna] alcuni campi facenti parte di un manso situato a Fanna nella contrada di Visinale, proprietà che il conte Giacomo aveva dato in locazione a Giovanni ed ai figli Baldassare, Gaspare e Bartolussio. Gli immobili erano stati compresi nella quota a lui spettante definita dalla divisione del patrimonio familiare e vengono rilasciati dietro pagamento di una somma di sette ducati pari al valore dei miglioramenti apportati. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “1517. Contratto a Fanna” Contrassegni “1357”, 310x155 176 1518 aprile 18. Ind. VI^. Fanna nella bottega di m.Leonardo Calligaris. Locazione Il nobile Leonardo del fu Giacomo di Fanna conte di Polcenigo, agendo a nome proprio e dei fratelli Francesco, Daniele e Giovanni Antonio, concede in locazione ad Antonio del fu Pietro de Girardis di Fanna, rappresentante se stesso e la propria famiglia, alcuni appezzamenti di terra tra cui: un terreno con piante e prato denominato “La Planta Sechia” situato nelle pertinenze di Fanna in località “Sotto Torre”; un terreno in parte coltivato ed in parte a prato denominato “La Planta de Rui” ; la metà di un prato denominato “Là del Boscho” [ovvero] “Planta de Zili” o “Là del Pisol”; un campo nelle pertinenze di Maniago confinante con il fiume Colvera; tre reghenazia cioè tre appezzamenti di terreno prativi nelle pertinenze di Maniago presso il “Prato de Cuzo” e nella stessa località un altro campo?; un campo in località “La del Ruinat” ed un altro prato. Il canone d’affitto è stabilito in staia 1 di frumento, 1 di miglio, 1 di sorgo, un paio di polli, 3 ½ urne di vino e [6] ½ lire di soldi Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1358”, “1518. Involto F n.XXV” Mediocre stato di conservazione. Rosicature in corrispondenza del lato sinistro del supporto 355x195 177 1518 ottobre [18?]. Ind. VI^. Fanna nella bottega di m.Daniele Calligaris. Locazione Leonardo del fu Giacomo di Fanna conte di Polcenigo, agendo a nome proprio e dei fratelli, concede in locazione a Bartolo/Bartolomeo Bieri di Cavasso ed al fratello di questi, Enrico, un manso costituito da un sedime sito ad Orgnese -confinante con della mura costruite dai coloni e la riva del Meduna-, un campo “sotto la centa” nella pertinenze della stessa villa di Orgnese, un campo sito “sulla via del colle”, , un campo denominato “Prat de Corte”, un appezzamento di terra arativa e prativa , un altro prato “sulla via del colle” che rende due carri di fieno, un campo “la dela Poza dela Sega”, un campo “in

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Viola”. I conduttori si impegnano a corrispondere un canone di staia 3 di frumento, 1 di segale, 2 ½ di miglio, 2 ½ di avena, 1 ½ di sorgo, 1 carro di legna, 2 polli, 1 spalla [di maiale], 1 gallina e 20 uova. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano coeva con integrazione posteriore Contrassegni “1359”, “1518. Involto F n.XXVI” 250x155 178 1519 gennaio 22. Ind. VII^. Fanna nella piazza di Cavasso. Compravendita livello Ciano del fu Paolo del Duca di Orgnese in distretto di Cavasso vende al nobile Leonardo del fu Giacomo di Fanna conte di Polcenigo, che agisce a nome proprio e dei fratelli, i diritti che ha su una rendita annua di una quarta di frumento che viene corrisposta dagli eredi di Nicola Blasi e dagli eredi di Domenico Crovatti di Orgnese sopra una casa ubicata a Fanna “sotto Mizza”. Il venditore dichiara di aver già ricevuto dall’acquirente il prezzo concordato cioè quindici lire e mezzo. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Contratto di livello” Contrassegni “1362”; “1519. Involto F. n.XXIX” 187x150 179 1519 gennaio 22. Ind. VII^. Fanna nella piazza di Cavasso. Compravendita livello Ciano del fu Paolo del Duca di Orgnese in distretto di Cavasso vende al nobile d. Leonardo del fu Giacomo di Fanna conte di Polcenigo, che agisce a nome proprio e dei fratelli, i diritti che ha su una rendita annua di una quarta di frumento che viene corrisposta dagli eredi di Nicola Blasi e dagli eredi di Domenico Crovatti di Orgnese sopra una casa ubicata a Fanna “sotto Mizza”. Il venditore dichiara di aver già ricevuto dall’acquirente il prezzo concordato cioè quindici lire e mezzo. Notaio Cristoforo Scarabelli di Maniago Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1410”; “1519. Involto G n.II” 235x150 180 1519 giugno 2. Ind. VII^. Fanna abbazia di S. Martino. Sentenza Sentenza pronunciata da Paolo Corraduzzi - arbitro eletto dalle parti come da atto di compromesso rogato in data 9 maggio 1519 - a chiusura di una controversia sorta tra Battista del fu Domenico Cesco e d. Leonardo conte di Polcenigo. Battista aveva chiesto al Polcenigo di acquistare i diritti che deteneva su un manso di proprietà del conte da lui stesso condotto, tuttavia si era dichiarato insoddisfatto delle condizioni ottenute. L’arbitro decide che il conte deve liquidare al conduttore la somma di quattordici lire di denari e deve concedergli la casa che questi abita con relativi spazi di passaggio come definito dall’atto che le parti avevano in precedenza siglato, deve inoltre lasciare a Battista il campo condotto al momento da Leonardo Pasini con la garanzia del pagamento del canone, che Leonardo potrà riscuotere ad altro colono. Notaio pre Antonio di Porcia Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Sentenza arbitramentale per il possesso di un maso Polcenigo” Contrassegni “1519. Involto F n. XXX”, “<1563>” 380x150

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181 1519 ottobre 26. Ind.VII^. Portogruaro sala delle udienze del podestà. Sentenza Il podestà di Portogruaro Alvise Donato, presa visione del documento in cui ser Giacomo de Girardis cittadino di Portogruaro ha descritto e suddiviso in parti i beni assegnati a lui ed al fratello Pompeo da un atto divisionale siglato con d. Giacomo della Torre cittadino di Portogruaro, approva e conferma la ripartizione del patrimonio di cui sopra così come individuata dai due fratelli. Notaio Girolamo de Bernardis di Portogruaro Nel verso regsto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1519. Divisione dei Girardis di Portogruaro” 540x185 182 1520 settembre 15. Ind. VIII^. Brugnera residenza di Bartolomeo conte di Porcia. Quietanza d.Francesco del fu d.Bernardino di Fagagna, cittadino di Portogruaro e marito di d.Pierina sorella di Francesco conte di Polcenigo, fa atto di quietanza a quest’ultimo per il pagamento di una somma pari a centocinque ducati e soldi quattro a saldo del capitale dotale assegnato alla donna. Le parti dichiarano inoltre che il capitale da loro concordato ammontava a cinquecento ducati e non a seicento come erronamente riportato dal contratto dotale sottoscritto all’epoca delle nozze. Notaio Francesco Rivolensis del fu d. Giovanni de Rivolis di Portobuffolè cancelliere di Brugnera. Originale rogato dal coadiutore del cancelliere dal protocollo di quest’ultimo Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1570. Contratto di matrimonio fra Bernardino di Fagagna e una contessa di Polcenigo” Contrassegni “1411”; “1520. Involto G n.IV” 318x150 183 1520 ottobre 9. ind. VIII^. Portogruaro residenza del nob.ser Pompeo del fu ser Antonio de Girardis. Affrancazione d. Barbara figlia del fu ser Bernardino de Girardis di Portogruaro e moglie del nobile ser Francesco de Nigris, necessitando di liquidità per la realizzazione di alcuni lavori su immobili, affranca ser Pompeo del fu ser Antonio de Girardis dalla metà di un onere di livello di quindici lire di piccoli annue che lo stesso aveva contratto con il padre dell’attrice, come da atto rogato da d. Giacomo della Torre notaio di Portogruaro. Il censo era stato costituito sopra un fabbricato sito a Portogruaro, in contrada denominata “le Stalate”, presso il pozzo ovvero la cisterna vecchia. Della somma pattuita per l’affrancazione, pari a venti ducati, la donna dichiara che parte sono già state riscosse in frumento, cioè lire trentacinque per 10 staia di frumento, e parte ne riscuote ora in contanti, cioè lire ottanta in moneta d’argento. Nel verso di mano sec. XIX-XX “1520. Contratto sopra un livello dei Gaspardis” Contrassegni “1520. Involto *** n.***” 375x163 184 1521 aprile 12. Ind. IX^. Fanna abbazia di S. Martino. Compravendita livello Sebastiano del fu Domenico Zanussi di Colle, agendo anche a nome del fratello Domenico, vende per il prezzo di ducati cinque di piccoli a d.Leonardo del fu d. Giacomo conte di Fanna, rappresentante se stesso ed i fratelli, una rendita livellaria di due quarte di frumento che lo stesso si impegna a corrispondere all’acquirente sopra un fabbricato - canipa - sito nella villa di Colle nel cortile [dell’abitazione] del venditore. Notaio pre Antonio di Porcia rettore dell’abbazia di Fanna

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Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1412”, “1521. Involto G n.IV” 340x153 185 1522 febbraio 22. Ind. X^. Polcenigo nella cancelleria comitale. Procura Zanutto Quaglia meriga della villa di San Giovanni di Polcenigo, Francesco Blas meriga della villa di Coltura, Tonio Cechilino meriga della villa di Dardago, Coccolo meriga della villa di Santa Lucia, Cecchino Dedon meriga della villa di Budoia– agendo a nome anche dei loro colleghi e degli uomini delle rispettive ville che costituiscono il comitato di Polcenigo – nominano loro procuratore d.Francesco di Fanna conte di Polcenigo perché riscuota da ser Leonardo Amaseo di Udine un credito loro dovuto in base ad una lettera ducale datata 5 dicembre 1521. Notaio Domenico Rangani di Sacile cancelliere di Polcenigo Nel verso mano sec. XIX-XX “1522. Procura Polcenigo” Contrassegni “1414” , “1522. Involto G n.VIII”, “n.3. 1500” 230x247 186 1522 marzo 24. Ind. X^. Colle in casa dell’acquirente. Compravendita livello Giovanni del fu Zanussio di Colle vende per il prezzo di sette ducati e mezzo a d. Leonardo del fu d. Giacomo conte di Polcenigo e Fanna, rappresentante se stesso ed i fratelli Francesco e Giovanni Antonio, un censo livellario di tre quarte di frumento che lo stesso venditore si impegna a corrispondere annualmente nella giornata di S. Maria del mese di agosto sopra il cortile e le case in cui al presente abita. Notaio Biagio di Spilimbergo Nel verso regesto di mano psoteriore; mano sec. XIX-XX “1522. Contratto di acquisto dei signori di Polcenigo” Contrassegni “1522. involto *** n.***” 340x145 187 1522 settembre 22. Ind. X^. Fanna di Cavasso in casa di m.Lorenzo Minceli. Compravendita livello Battista del fu Pietro Giovanni Boni di Fanna vende per il prezzo di cinque ducati a d. Leonardo conte di Polcenigo e Fanna un censo livellario di mezza staia di frumento che lo stesso si impegna a corrispondere sopra il locale in cui abita costruito su un terreno di proprietà del conte a Fanna di Cavasso. Notaio Girolamo Siderio figlio del fu Giorgio dottore in medicina di Pordenone cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “1522. Aquisto dei signori Polcenigo” Contrassegni “1415”, “1522. Involto G n.IX” 313x140 188 1523 marzo 9. Ind. XI^. Fanna residenza del testatore. Testamento Testamento del nobile Gio. Antonio del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna. Dispone la propria sepoltura nella tomba di famiglia collocata presso l’altare di S. Maria nella chiesa plebanale di S. Remigio di Fanna. Al pievano di S. Remigio assegna un legato annuo di uno statio di frumento perché celebri mensilmente nella cappella di S. Antonio due messe a suffragio della propria anima e di quella dei parenti; questo censo dovrà essere corrisposto da Francesco detto Rizzato figlio del fu Antonio Duca sopra un terreno che ha in locazione dal testatore. Alla propria domestica Marzia Claudia del fu Paolo

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Duca, nel caso non possa continuare ad abitare nella casa dominicale, assegna una rendita annua di staia 2 di frumento, 1 di segale, 1 di miglio e 4 urne di vino che dovrà essere corrisposta dai suoi fratelli a titolo di usufrutto. Questi ultimi dovranno inoltre assicurare al figlio naturale Sebastiano la frequenza scolastica fino all’età di 10 anni, quindi lo dovranno collocare in un monastero garantendogli una rendita annua per una somma complessiva di cinquanta ducati perché possa continuare la sua educazione. Ai nipoti Girolamo, Giacomo e Giovanni assegna un legato di venticinque ducati ciascuno. Eredi universali sono nominati il fratello Francesco ed i nipoti Girolamo e Giacomo. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo, pievano di Fanna. Dalle note di pre Antonio di Porcia vice pievano di Fanna, su mandato del conte Girolamo del fu Francesco di Polcenigo e Fanna Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1417”, “1523. Involto G n.XI” 400x113 189 1524 novembre 14. Ind. XII^. Fanna di Cavasso press la stalla del locatore. Locazione Il nobile Leonardo dei conti di Polcenigo e Fanna, agendo a nome proprio e dei fratelli, concede in affitto a Melchiorre del fu Antonio Astolfi alcune proprietà e cioè: una casa in muratura con relativi annessi, che in passato era in parte stata condotta da Stefano Astolfi; la quarta parte di un aratorio denominato “El Clus”; la quarta parte di un altro appezzamento di terra situato lazò dela strada; la quarta parte di una stalla nella stessa proprietà. Il conduttore si impegna a corrispondere un canone annuo di quarte 3 di frumento, 1 di sorgo ed 1 urna di vino. Notaio Girolamo Siderio cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Affittanza” Contrassegni “1414”, “1524. Involto G n. XIII” 255x140 190 1524 dicembre 22. Ind. XII^. Fanna abbazia di s. Martino. Compravendita Bartolomeo del fu Giacomo Blasi di Fanna della contrada di Cavasso vende per il prezzo di cinque ducati di piccoli a Francesco del fu Pietro Marco di Fanna un campo situato nelle pertinenze di Fanna in località detta “sotto Santa Sofia”. Il nipote di Bartolomeo, Francesco del fu Daniele Giacomo Blasi, si costituisce garante del contratto. Notaio pre Antonio di Porcia rettore dell’abbazia di Fanna Nel verso di mano sec. XIX-XX “Vendita di un campo di Fanna” Contrassegni “1420”, “1524. Involto G n. XIV” 420x140 191 1526 dicembre 5. Ind. XIV^. Fanna di Cavasso in casa dell’acquirente. Compravendita livello Agostino del fu Daniele Toniati di Fanna vende per il prezzo di quindici lire e mezza a d. Francesco conte di Polcenigo e Fanna un censo livellario di una quarta di frumento che lo stesso si impegna a corrispondere sopra il locale in cui abita di proprietà dello stesso Francesco. Notaio Girolamo Siderio cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX”1526. Contratto Fanna” Contrassegni “1382”, “1526. Involto G. n.XVI” 223x177 192

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1528 agosto 22. Ind. I^. Udine, presso la chiesa cattedrale nella residenza del canonico Girolamo di Polcenigo I consorti di Polcenigo, dovendo liquidare un onere verso la Camera di S. Marco ed avendo a tal fine contratto un mutuo di duecentouno ducati, si impegnano con d. Giacomo canonico di Aquileia, d. Giacomo e d.Francesco loro consorti per una rendita livellaria di 10 ducati annui, all’interesse del 5%, sopra tutti i loro beni consorziali ed in particolare sulla podesteria di Polcenigo sino all’affrancamento del debito. Gi attori del contratto sono i seguenti: Francesco, unitamente ai fratelli d. Alessandro e d. Giovanni del fu d. Daniele di Fanna rappresentanti se stessi e gli altri consorti del medesimo collonnello; […] d. Agostino decano della chiesa di S. Felice di Aquileia, d. Gir[…] di d. Girolamo dei consorti di Polcenigo Notaio Germano Belloni di Udine Nota: lettura incerta Nel verso di mano sec. XIX-XX “Contratto per mutuo dei signori di Polcenigo” Contrassegni “<1425>”, “1528. Involto G n.XX” Macchie compromettono la lettura del testo in corrispondenza delle righe 3-8 380x193 193 1528 novembre 9. Ind. I^. Fanna residenza del locatore. Locazione Leonardo del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna concede in affitto a m.Domenico Rotario? detto Mian del fu m. Giuliano G[…]io di Fanna una proprietà costituita da nove appezzamenti di terra arativi e prativi di cui otto situati nelle pertinenze di Fanna in località diverse ed il nono nelle pertinenze di Maniago in località “Puzugl” ovvero”Prat de Raiuza”. Il canone annuo viene fissato in staia 2 di frumento, 1 di segale, 1 di avena, 1 di miglio, 1 di fave, 1 di sorgo, 1 urna di vino, 1 carro di legna da fuoco, 1 spalla di maiale, 12 uova ed 1 gallina, e 4 lire e ½ di soldi. Le parti si impegnano inoltre a non aumentare il canone d’affitto, da un lato, e a non dividere la proprietà tra i propri consorti, dall’altro. Questo contratto annulla il precedente rogato in data 24 maggio 1527. Notaio Leonardo Franceschini di Spilimbergo Nel verso regesto di mano posteriore non leggibile; di mano sec. XIX-XX “Affittanza” Contrassegni “<n.1423>”; “1528. Involto G. n.XVIII” Mediocre stato di conservazione. Inchiotro svanito in diversi punti. 393x195 194 1530 aprile 20. Ind. III^. Spilimbergo residenza dell’acquirente. Compravendita e locazione Francesco del fu Giacomo dei conti di Polcenigo e Fanna vende per il prezzo di sessanta ducati a d. Roberto del fu d. Ercole dei signori di Spilimbergo - che agisce a nome proprio, del fratello Adriano e dei loro eredi – una braida della misura di circa quattordici campi. La proprietà, in parte arativa in parte coltivata a vigne ed altre piante, è situata nelle pertineze di Cavasso di Fanna in località […] Fosal. Il venditore pone a garanzia del contratto un manso condotto attualmente da dai consorti di Bartolomeo Zanussi di Orgnese ed in precedenza dai consorti Stolfi di Cavasso. Segue alla stessa data un contratto di locazione con cui l’acquirente concede al venditore l’affitto della proprietà per un canone annuo di 6 staia di frumento alla misura di Spilimbergo. Notaio Leonardo Franceschini di Spilimbergo Nel verso regesti di mano coeva e posteriore Contrassegni “1490”; “Involto I n.5” 385x157

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195 1531 agosto 12. Ind. IV^. Udine residenza del notaio. Compravendita d. Agostino di Polcenigo decano della chiesa collegiata di S. Felice e Fortunato di Aquileia, abitante ad Udine, vende a Lorenzo del fu Pietro Giuliani di Trivignano un terreno sito a Trivignano che lo stesso Lorenzo ha in conduzione e per cui paga di affitto un canone annuo di staia 4 di frumento e due polli. Del capitale di settanta ducati concordato per la transazione, l’acquirente liquida al venditore in moneta contante la somma di venti ducati, poiché altri cinquanta ducati sono stati versati in precedenza come risulta da un chirografo che viene contestualmente cassato. Notaio Germano Belloni di Udine Nel verso regesto di mano coeva non leggibile; mano posteriore “1531”; mano sec. XIX-XX “Agostino di Polcenigo decano di Aquileia vende un terreno in Trivignano” Contrassegni “<1491>”; “Involto I n.6” 395x165 196 1534 luglio 21. Ind. VII^. Fanna residenza del locatore. Locazione Francesco del fu Giacomo dei conti di Polcenigo e Fanna concede in affitto a Michele del fu Daniele Giordani di Fanna alcuni appezzamenti di terra situati nelle pertinenze della detta villa, di cui una coltivata a gelsi e confinante con un terreno condotto da Giacomo Rossi Chiarande, una seconda posta in località “Fossal”, una terza in località “Chiavez” sopra la villa di Orgnese ed infine quattro campi nelle seguenti località: “lì dala Brayda”, “Branch”, “lì de via de Arba”, “lì de la Bevorchia de Campagnolla”. Il canone annuo è stabilito in 5 staia ed 1 quarta e ½ di frumento, staia 1 di miglio ed 1 di segale, un paio di galline. Notaio pre Antonio di Porcia rettore dell’abbazia di Fanna Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1426”, “1534. Involto G n.XXI” 355x160 Nota: al n.209 è presente un contratto che si pone come successivo a questo 197 1534 novembre 28. Ind. VII^. Fanna residenza del locatore. Locazione Francesco del fu Giacomo dei conti di Polcenigo e Fanna concede in affitto a Daniele del fu Pietro Astolfi cancelliere di Fanna alcune proprietà e cioè: una proprietà di circa 11 campi arativi e con piante su cui sono presenti fabbricati in legno e muratura situata nelle pertinenze di Fanna in località detta “Bevorchi” ovvero “lì della strada”, una cinta sita presso S. Tommaso coltivata con alberi di castagno e rovere, un prato situato a Modoleto di Pozzo. Il canone annuo, per i nove anni di validità del contratto, viene stabilito in staia 3 di frumento, 1 di segale, 1 di avena, 1 di fave, 2 di miglio, una spalla di maiale, due urne di vino, una gallina e 12 uova. Notaio pre Antonio di Porcia rettore dell’abbazia di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Contratto di affittanza” Contrassegni “”1428”, “1534. Involto G n.XXIII” mano? 225x160 198 1536 febbraio 20. Ind. IX^. Valvasone residenza di Modesto dei consorti di Valvasone. Scrittura di accordo Scrittura di accordo siglata a chiusura di un contenzioso promosso da Filippo e Gio.Maria del fu ser Polidoro di Fanna, abitanti a Pordenone contro i fratelli Francesco e fratelli figli del fu d.Giacomo dei conti di Polcenigo e Fanna. Le parti – rivendicanti diritti sul patrimonio della fu Margherita figlia del fu

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d. Antonio dei conti di Polcenigo e Fanna e moglie del suddetto Polidoro - convengono che Francesco, erede della donna, debba corrispondere ai due fratelli il legato di centotrentuno ducati, così come disposto a loro favore da Margherita. La somma dovrà essere versata in tre rate, di cui la prima di venti ducati contestualmente all’atto; a garanzia del pagamento sono individuate alcune rendite del Polcenigo. Gli attori si impegnano a non avanzare ulteriori richieste rispetto a questo lascito ed all’intera facoltà di Margherita. Notaio Giovanni Battista del fu Gio. Leonardo Carbo cancelliere di Polcenigo Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “1535. Contratto di transazione dei Polcenigo” Contrassegni “[…] Involto C o G? n.XXIII”; “N. 4[…] n.24” Mediocre stato di conservazione. Il supporto presenta consistenti piegature ed una piccola lacuna in corrispondenza delle righe 1-8 410x180 Nota: atti relativi al legato sono presenti ai nn.201, 211, 226 199 1536 marzo 2. Ind. IX^. Polcenigo nella cancelleria comitale Con mandato del Luogotenente della Patria del Friuli datato 16 novembre 1535, Francesco e Daniele consorti di Polcenigo avevano comunicato a Giovanni del fu Daniele conte di Polcenigo l’intenzione di procedere alla costruzione di un mulino lungo la roggia del Meduna ad una certa distanza dal sito in cui già era stato in passato collocato un altro mulino; il progetto sarebbe andato a vantaggio di tutti i consorti partecipanti allo stesso, secondo la quota di contribuzione di ciascuno. Ora Daniele, in risposta a questo scritto, dichiara di non voler associarsi all’impresa ma di dare il proprio consenso alla costruzione del mulino, fatti salvi i diritti di macina a lui spettanti. Diffida inoltre i consorti dalla costruzione di qualsivoglia fabbricato sulle rive del Meduna che non abbia prima ricevuto la sua autorizzazione. Notaio Gio.Antonio Ciotti di Cordignano cancelliere di Polcenigo Nel verso regesto di mano posteriore, altra mano “1630 2 marzo”; mano sec. XIX-XX “Convenzione per la edificazione di un molino in Polcenigo” Contrassegni “<1489>”, “Involto I n.4” mano blu? Cattivo stato di conservazione. Lacune in corrispondenza del lato destro del supporto 245x170 200 1538 febbraio 5. Ind. XI^. Fanna dinanzi alla cappella di S. Giuseppe nell’abbazia di Fanna. Compravendita Giovanni del fu Daniele dei conti di Polcenigo e di Fanna vende per il prezzo di cinque ducati di denari piccoli a mastro Giacomo detto Patron Barberio figlio di mastro Antonio Barberio di Fanna una rendita annua di 2 quarte di frumento. Il censo viene corrisposto da Daniele del fu Giorgio de Iacobinis di Fanna, presente e consenziente alla transazione, per un locale ubicato a Fanna confinante ad est con la roggia detta Mizza e negli altri lati con locali e cente tenuti da diversi soggetti. Notaio pre Antonio di Porcia Nel verso regesto di mano coeva; mano posteriore “1538 5 febraro” Contrassegni “1495”, “Involto I n.11” ?; “n.78”, “n.X” 395x125 201 1538 ottobre 28. Ind. XI^. Pordenone residenza di Alvise Mantica. Affrancamento

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Con riferimento alla scrittura di accordo sottoscritta in data 20 febbraio 1536 - relativa alle modalità di liquidazione di un legato disposto da Margherita del fu Antonio conte di Polcenigo a favore dei fratelli Filippo e Gio.Maria figli del fu ser Polidoro di Fanna, abitanti a Pordenone, ed a carico dell’erede d.Francesco del fu d.Giacomo conte di Polcenigo e Fanna - le parti procedono all’affrancamento di parte dell’onere. d. Girolamo, figlio e procuratore di Francesco, versa ai due fratelli la somma di quaranta ducati ed in tal modo diminuisce di una quota pari a quattro staia di frumento il complesso delle rendite poste a garanzia del contratto del 1536. Da parte loro i figli di Polidoro fanno quietanza della somma ricevuta. Notaio Ascanio Bardellini? figlio del fu d.Valerio cittadino di Mestre abitante a Pordenone. Originale dal proprio protocollo Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Convenzione fra i signori di Polcenigo e Fanna” Contrassegni “1430”, “1538. Involto G n.XXVI” [corretto su altro numero], “Involto A 1538 n.XXIX” 405x155 Nota: atti relativi al legato sono presenti ai nn.198 e 211, 226 202 1538 novembre 17. Ind. XI^. Fanna contrada di Cavasso in thermis del locatore. Locazione Il nobile Francesco del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna concede in locazione a Giacomo del fu Giovanni ed a Baldissare del fu Domenico di Orgnese in distretto di Fanna cinque campi e cioè: i primi due siti nelle pertinenze di Orgnese in località “lì della Pozza della Siega”, un terzo in località “Staugluzo”, il quarto in località “Curgnella”, il quinto confinante con la via denominata “strada Campagniolle”. Il canone annuo è stabilito in staia 1 di frumento ed 1 di avena, 1 urna e ½ di vino. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo, pievano di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1431”, “1538. Involto G n.XXVII” [corretto su altro numero] 370x118 203 1538 novembre 17. Ind. XI^. Fanna contrada Cavasso presso il locatore in stupha. Locazione Il nobile Francesco figlio del fu ser Giacomo conte di Polcenigo e Fanna concede in affitto a Baldassare del fu Paolo Giovanni Bono di Fanna alcuni beni e cioè: un locale coperto con annessi orto e prato situato a Cavazzo in località “Billunnia”, un fondo con viti ed alberi nella medesima località, un arativo sito in località “sotto fossale”, un altro arativo denominato “lo campo della plantata”, un arativo sito in località “Sierviella”, un terreno sito in località “staphola bassa” ed un secondo in località “staphola alta”. Il conduttore si impegna a corrispondere un canone annuo di 2 staia di frumento e 1 di segale, 1 orna di vino, 1 paio di polli, 1 gallina e 12 uova, soldi 10 piccoli. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo giudice, notaio, pievano di Fanna .i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1332 385x120” 204 1539 febbraio 19. Ind. XII^. Fanna, contrada di Cavasso presso l’acquirente in thermis Compravendita livello Nicola del fu Giovanni calzolaio di Orgnese in distretto di Fanna vende per il prezzo di cinque ducati al nobile Francesco del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna un censo livellario di 2 quarte di frumento che lo stesso Nicola si impegna a corrispondere annualmente nella giornata di S. Maria del mese di agosto sopra un terreno arativo situato a Orgnese in località “lì de Stratella” e sopra la casa in cui abita

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Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo, pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1432”, “1539. Involto G n.XXVIII” 375x150 205 1539 maggio 6. Ind. XII^. Fanna, contrada di Cavasso, sulla piazza. Compravendita livello Nicola del fu Giovanni calzolaio di Orgnese in distretto di Fanna vende per il prezzo di lire quindici e mezzo di soldi piccoli al nobile Francesco del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna un censo livellario di 1 quarta di frumento che lo stesso Nicola si impegna a corrispondere annualmente nella giornata di S. Maria del mese di agosto sopra il locale dove abita nella villa di Orgnese. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo, pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva, mano posteriore “1539 6 maggio” Contrassegni “1497”, “Involto I n.13” ? 355x110 206 1539 maggio 6. Ind. XII^. Fanna, contrada di Cavasso, sulla piazza. Compravendita livello Nicola del fu Giovanni calzolaio di Orgnese in distretto di Fanna vende per il prezzo di lire quindici e mezzo di soldi piccoli al nobile d.Francesco del fu d. Giacomo conte di Polcenigo e Fanna un censo livellario di 1 quarta di frumento che lo stesso Nicola si impegna a corrispondere annualmente nella giornata di S. Maria del mese di agosto sopra il locale dove abita nella villa di Orgnese. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo, pievano di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore; alra mano posteriore “1539 6 maggio” Contrassegni “<1496>”, “Involto I n.12”? 325x135 207 1539 dicembre 5. Ind. XII^. Castello di Udine, salone delle udienze. Scrittura di accordo Scrittura di accordo sottoscritta dagli eredi del nobile Gio. Antonio dei conti di Polcenigo e Fanna a chiusura di un contenzioso tra gli stessi. Gio.Antonio, nel suo ultimo testamento aveva disposto un legato di cinquanta ducati perché il figlio naturale Sebastiano fosse collocato ed educato presso un monastero ed aveva affidanto al fratello Francesco, nominato erede universale, il compito di provvedere allo stesso. Ora il ventiquattrenne Sebastiano, non essendo entrato il convento, rivendica allo zio una quota del patrimonio paterno. Le parti raggiungono una soluzione che prevede la liquidazione al ragazzo di centoventi ducati, corrisposti per la metà entro il successivo Natale ed il resto in rate annuali di venti ducati sino all’estinzione del credito. Girolamo, che agisce quale procuratore del padre Francesco, si impegna a versare al cugino uno staio di frumento alla misura di Spilimbergo nel caso il padre non soddisfi al pagamento delle rate così come definito sopra. Annibale Baccalaurcus del fu d. Giovanni cittadino e notaio del Collegio notarile di Udine. Originale di altro scrittore dalle note del notaio Nel verso regesto di amno coea; mano sec. XIX “1539. Udine. Convenzione tra un figlio legittimo ed un figlio naturale del co.Gio.Antonio di Polcenigo per diritti di eredità” Contrassegni “1233”, “Involto B . 1539. n.IV” 460x160 Nota: il testamento di Gio.Antonio è collocato al n.188. 208

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1540 gennaio 17. Ind. XIII^. Fanna contrada di Cavasso nella residenza dell’acquirente. Compravendita livello Venuto del fu Lorenzo Botiae di Fanna vende per il prezzo di quindici e mezzo lire di piccoli al nobile d.Francesco del fu d.Giacomo dei conti di Polcenigo e Fanna un censo livellario annuo di una quarta di frumento. Venuto si impegna a corrispondere la rendita sopra i miglioramenti realizzati sul complesso di edifici e terreni di proprietà del nobile Francesco che lui stesso conduce. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1402”, “1540. Involto H n.I” 280x95 209 1540 febbraio 16. ind. XIII^. Fanna residenza del conte Francesco di Polcenigo. Locazione Con atto rogato in data 21 luglio 1534 Francesco di Fanna conte di Polcenigo aveva concesso in affitto a Michele del fu Daniele Giordani otto appezzamenti di terra tra cui erano compresi alcuni campi siti nelle seguenti località: “in Chiavez” sopra la villa di Orgnese, “lì da Brayda”, “lì de via Harbe”, “lì de Curgnella”, “lì de Bevorchia de Campagnolla”. Ora, dopo il rilascio dei beni da parte del locatario, il conte affitta gli stessi terreni a Michele Giordani ed al fratello Antonio che si impegnano a corrispondere un canone annuo di 3 staia e 2 quarte e ½ di frumento, 1 staia di segale, 2 quarte di miglio e 2 galline. Notaio pre Antonio di Porcia viceabate di Fanna Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1403”, “1542. Involto H n.11” 310x120 Nota: il precedente al n.196 210 1541 gennaio 9. Ind. XIV^. Udine presso il notaio. Quietanza Il nobile Ettore di Caporiacco procuratore del padre Gio. Antonio riceve dal nobile Girolamo figlio di Francesco di Fanna dei conti di Polcenigo la somma di sette ducati a titolo di saldo del capitale dotale della fu Margherita sorella di Francesco e moglie del suddetto Gio. Antonio, per la quota a carico di Francesco. Fa quindi atto di quietanza a Francesco ed al fratello Gio. Antonio per la parte loro dovuta del suddetto capitale che consisteva in due quarti dell’intera somma. Notaio Antonio Belloni del fu ser Luca di Brescia Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “pagamento di dote” Contrassegni “1365”, “1541. Involto H n.III” Mediocre stato di conservazione. Vasta lacuna in corrispondenza delle righe 4-9 240x125 Nota: atto relativo a questo al n.216 211 1541 settembre 30. Ind. XIV^. Pordenone residenza degli eredi del fu Michele Mantica. Affrancamento Con riferimento alla scrittura di accordo [sottoscritta in data 20 febbraio 1536] - relativa alle modalità di liquidazione di un legato disposto da Margherita del fu Antonio conte di Polcenigo a favore dei fratelli Filippo e Gio.Maria figli del fu ser di Fanna, abitanti a Pordenone, ed a carico dell’erede Francesco del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna - ed all’atto rogato in data 28 ottobre 1528 con cui veniva liquidata parte della somma concordata, le parti procedono all’affrancamento di una seconda parte dell’onere. Girolamo, figlio e procuratore di Francesco, versa ai due fratelli la somma di trentacinque ducati ed in tal modo diminuisce di una quota pari a due staia e 1/2 di frumento il

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complesso delle rendite poste a garanzia del contratto del 1536. Da parte loro i figli di Polidoro fanno quietanza della somma ricevuta. Notaio Pietro Antonio Frescolini del fu ser Francesco cittadino e cancelliere di Pordenone Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1367”, “1541. Involto H n.V” 405x100 Nota: atti relativi al legato sono presenti ai nn.198 e 201, 226 212 1542 febbraio 27. Ind. XV^. Fanna in contrada Cavasso presso d.Francesco del fu d.Giacomo conte di Polcenigo e Fanna. Quietanza Ser Sebastiano figlio naturale del fu Gio.Antonio conte di Polcenigo e Fanna, volendo rispettare i termini di un scrittura di accordo relativa al patrimonio paterno siglata con Girolamo di Francesco di Polcenigo e Fanna in data 12 dicembre 1539, dichiara che il capitale di centoventi ducati di cui era creditore gli è stato corrisposto dai due consorti in quattro rate versate tra il 1540 ed il 1541 e la data odierna. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna a. e i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1372”; “1542. involto H n.XII” 645x115 213 1542 marzo 30. Ind. XV^. Fanna contrada di Cavasso residenza del conte Francesco di Polcenigo e Fanna. Livello Girolamo figlio di Francesco conte di Polcenigo e Fanna, agendo a nome proprio e del padre, concede in livello ai fratelli Novello e Domenico del fu Ailino Francesconi di Fanna un terreno aratorio sito nelle pertinenze di Fanna in località “Staphola Bassa”. I conduttori si impegnano a corrispondere un censo annuo di 1 capretto nella giornata di S. Giorgio del mese di aprile ed 1 staio di frumento nella giornata di S. Maria del mese di agosto; nel caso di inadempienza si prevede il pignoramento dei beni, mentre viene esclusa al locatore la possibilità di rescissione dal contratto o di aumento del canone. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesti di mano coeva e posteriore Contrassegni “1373”, “1542. Involto H n.XIII” 305x175 214 1542 aprile 1. Ind. XV^. Fanna contrada di Cavasso nella residenza del venditore. Compravendita livello Girolamo figlio di Francesco conte di Polcenigo e Fanna, agendo a nome proprio e del padre, vende per la somma di dieci ducati a Novello del fu Aulino di Fanna un censo livellario di uno staia di frumento corrisposto sopra una braida del conte situata a Cavasso di Fanna in località “Magredo”. Nel verso regesti di mano coeva e posteriore Contrassegni “1405”, “1542. Involto H n.XI” Mutilo. Manca la parte del supporto che conteneva la sottoscrizione notarile. Taglio in corrispondenza delle righe 9-14 285x100 215

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1542 agosto 5. Ind. XV^. Castello di Valvasone nella residenza di Modesto di Valvasone. Affrancazione Il nobile Girolamo figlio del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna affranca gli eredi del fu Giacomo conte di Polcenigo e Fanna dal pagamento di un censo livellario annuo di 2 quarte di frumento cui erano obbligati nei confronti di ser Marco Antonio notaio del fu mastro Venuto Giselli di Valvasone. Girolamo, dopo aver sottoscritto un accordo con Giovanni Antonio del fu Daniele conte di Polcenigo e Fanna, versa ad Adriana vedova di ser Marco Antonio la somma di trentasei lire di piccoli. Presenzia alla transazione quale tutore di Francesco, figlio della coppia, ser Simone Remondini abitante a Valvasone Notaio Giacomo Pratense del fu d.Francesco di Prata abitante a Valvasone Nel verso regesto di mano coeva; di mano sec. XIX-XX “1542. Contratto sopra un livello” Contrassegni “1370”, “1542. Involto H n.VIII” Mediocre stato di conservazione. Lacune causate da roditori in corrispondenza del lato sinistro del supporto 400x175 216 1542 settembre [15?]. ind. XV^. Fanna contrada di Cavasso residenza di Girolamo del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna. Quietanza Il nobile Girolamo figlio del fu Francesco del fu Daniele conte di Polcenigo e Fanna procede a liquidare al nobile Ludovico di Caporiacco, figlio di Gio.Antonio e Margherita del fu Daniele di Polcenigo e Fanna, il saldo di quella parte del capitale dotale della donna che era a carico di Gio.Antonio di Polcenigo e Fanna, zio di Girolamo. Dopo il versamento di una somma di dieci ducati, dinanzi al notaio ed alle parti in causa, viene cassato il documento siglato da Ludovico in data 6 gennaio 1542 con cui lo stesso faceva quietanza a Francesco di Polcenigo per la liquidazione della prima rata dell’onere a carico di Gio. Antonio ammontante nel complesso a quarantacinque ducati. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Pagamento di dote fatto da un Polcenigo” Contrassegni “<1368>”, “1542. Involto H n.6” .530x130 Nota: atto relativo a questo al n.210 217 1542 settembre 25. ind. XV^. Fanna presso la bottega dell’acquirente. Compravendita livello Girolamo del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna vende per il prezzo di ventinove lire di soldi piccoli a mastro Daniele Reggio di Fanna calzolaio del fu Salvatore un censo enfiteutico di 1 quarta di frumento e di 1 quarta di avena che lo stesso acquirente corrispondeva al venditore per un terreno condotto da Bernardino Citario di Fanna situato nelle pertinenze di Fanna in località “Mandra” e per un altro terreno nelle stesse pertinenze denominato “La Coda”. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “1542. Vendita di un livello” Contrassegni “1369”; “1542 involto H n.VII” 405x120 218 1542 ottobre 16. Ind. XV^. Fanna contrada di Cavasso nella residenza del locatore. Locazione Girolamo del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna concede in affitto a Serafino del fu Giovanni Lau/Lan? di Fanna – suo domestico – per il canone annuo di quaranta soldi di piccoli una stanza ubicata nel cortile della sua abitazione sotto la sua colombaia. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo parroco di Fanna

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Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1371”, “1542. Involto H n.IX” 220x105 219 1543 maggio 9. Ind. I^. Serravalle convento delle monache di S. Giustina. Quietanza Barbara Spelladi badessa del monastero di S. Giustina di Serravalle fa quietanza a Girolamo figlio del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna per il pagamento del capitale dotale promesso dal suddetto Francesco in occasione dell’ingresso nel monastero delle figlie Berta e Cecilia. La religiosa dichiara quindi di aver ricevuto la somma concordata in due rate: la prima di centosei ducati e la seconda di quattro ducati 4 versati contestualmente alla stesura di questo documento. Notaio Francesco Calderari del Collegio notarile di Serravalle Nel verso di mano sec. XIX-XX “1543. Costituzione e consegna della dote a due giovani della famiglia Polcenigo fattesi monache nel monastero di Serravalle” Contrassegni “1375”, “1543. Involto H n.XV”, “n.4 1500” 370x135 220 1544 giugno 4. Ind. II^. Udine residenza del notaio. Affrancazione Raffaele del fu Alvise Suardi figlio del fu Alvise Suardi cittadino di Valvasone, dietro versamento di una somma di 15 ducati, affranca il nobile Vincenzo de Girardis cittadino di Portogruaro da una quota di un canone annuo di complessive staia 15 e ½ di frumento – pari ad 1 staio e ½ di frumento - onere che lo stesso si era impegnato a soddisfare sopra una casa vendutagli da Raffaele e dal fratello Ambrogio, come da atto del notaio Calderari rogato in data 24 gennaio 1544. Raffaele dichiara di aver ricevuto il pagamento in due soluzioni, cioè cinque ducati in data 2 marzo 1544 (come attestato da un chirografo di mano del suddetto Raffaele) e dieci ducati in data odierna. Bertrando Calderari notaio collegiato di Udine Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1400”, “1544. n. [IV] Involto A” 220x135 221 1544 novembre 28. Ind. II^. Udine contrada Porta di Santa Maria, nella residenza del nob. Vincenzo de Girardis di Portogruaro. Affrancazione Il giovane d. Ambrogio figlio del fu Alvise Suardi cittadino e notaio di Valvasone, dietro versamento di una somma di dieci ducati, affranca il nobile Vincenzo de Girardis cittadino di Portogruaro da una quota di un canone annuo di 14 staia di frumento – pari ad 1 staio di frumento - onere che lo stesso si era impegnato a soddisfare sopra una casa vendutagli da Ambrogio e dal fratello Raffaele, come da atto del notaio Calderari rogato in data 24 gennaio 1544. Bertrando Calderari notaio collegiato di Udine Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Contratto di un livello” Contrassegni “1544. Involto H n.***” Mediocre stato di conservazione. Lacune da roditori in corrispondenza del lato sinistro del supporto 140x150 222 1545 gennaio 20. Ind. III^. Meduno presso la chiesa di S. Maria. Scrittura di accordo

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Scrittura di compromesso che chiude un lungo contenzioso sorto tra Giacomo Giorgio dei conti di Polcenigo e Fanna e la fraterna di S. Maria di Meduno per rivendicare la proprietà di un campo situato nelle pertinenze di Fanna in località Bagns? che i camerari della fraterna avevano acquistato dai consorti Mengoni di Fanna coloni del conte. Grazie all’intermediazione di pre Alessandro Canali e di Biachino di Valvasone, rispettivamente parroco e capitano di Meduno, le parti si accordano nel modo seguente: il cameraro Giovanni del fu Bertolo, in rappresentanza del priore Antonio del fu Antonio Schinella, unitamente ai consiglieri Benedetto del fu Tommaso Bevilacqua, Bortolussio del fu Giacomo Trotta? di Meduno e Matteo de Pavei? di Navarons si impegnano a restituire al conte l’immobile conteso ed a corrispondergli, nei successivi tre anni, una somma che comprende il valore delle rendite ricavate dal bene sino a quel momento – calcolate in 2 quarte di frumento per ciascun anno al prezzo vigente relativo – e quello delle spese legali sostenute per la vertenza. Da parte sua Giacomo Giorgio promette di corrispondere alla fraterna a titolo di donazione una somma pari ad un terzo delle spese sostenute. Notaio Ercole figlio di ser Battista della Porta di Spilimbergo cancelliere di Toppo Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “Accordo dei Polcenigo con la fraterna di Meduno per un terreno” Contrassegni “1407”, “1545. Involto H n.XX” 330x135 223 1545 settembre 9. Ind. III^. Fanna contrada di Cavasso presso il notaio. Compravendita I fratelli Biagio e Bernardino figli di Battista del Re di Fanna vendono a ser Domenico del fu mastro Sebastiano Hierusalem di Fanna - per il prezzo di cinque ducati e mezzo di cui dichiarano di riceverene cinque - un campo situato a Fanna in località “Staugluzzo”. Melchiorre del fu Francesco Comuzzi di Fanna si costituisce garante del contratto. Notaio Riccardo F[…] del fu Leonardo di Fanna cancelliere di Fanna, dalle proprie note Nel verso di mano sec. XIX-XX “Contratto” Contrassegni “1377”, “1545. Involto H n.XVIII”, “Involto A. 1545. n.XXII” 317x100 224 1545 ottobre 5. Ind. III^. Udine nel chiostro del convento di S. Francesco. Affrancazione d. Ambrogio figlio del fu Alvise Suardi cittadino di Valvasone, dietro versamento di una somma di dieci ducati, affranca il nobile Vincenzo de Girardis cittadino di Portogruaro da una quota di un canone annuo di 13 staia di frumento – pari ad 1 staio di frumento - onere che lo stesso si era impegnato a soddisfare sopra una casa vendutagli da Ambrogio e dal fratello Raffaele, come da atto del notaio Calderari rogato in data 24 gennaio 1544. Bertrando Calderari notaio collegiato di Udine Nel verso regesto di mano coeva Contrassegno “1435” 160x130 225 1545 dicembre 10. Ind. III^. Udine in Mercatovecchio presso lo studio del notaio. Retrovendita Con riferimento al contratto rogato dal notaio ser Francesco Paciani del fu ser Girolamo Nicoletti di Cividale e che vedeva attori Leonardo del fu Odorico da Castelnuovo abitante ad Orsaria, da un lato, e Domenico del fu Tommaso de Via de Mezo di Orsaria ed il nobile Vincenzo de Girardis di Portogruaro abitante ad Udine, dall’altro, ser Giovanni Nicola di Madrisio civis et aromatarius di Udine retrovende al suddetto Leonardo i diritti esercitati su una proprietà del Capitolo di Cividale situata ad Orsaria che ha acquistato da Domenico con contratto rogato dal notaio ser Francesco Belgrado nel marzo dell’anno

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1539. L’immobile, ceduto per il prezzo di cinquantacinque ducati in monete d’argento tedesche, è composto da due sedimi condotti rispettivamente dai citati Leonardo e Vincenzo. Notaio Francesco Lipoldo del fu ser Pietro notaio del collegio di Udine Nel verso di mano sec. XIX-XX “Contratto” Contrassegni “1545. Involto H n.***” 370x125 226 1545 dicembre 14. Ind. III^. Porcia residenza di d. Nicola conte di Porcia. Quietanza In base ad una scrittura di accordo siglata tra Francesco conte di Polcenigo e Fanna, erede di donna Margherita figlia del fu Antonio di Polcenigo, e Filippo e Gio.Maria figli del fu ser Polidoro di Fanna – atto rogato dal notaio Gio.Battista Carbo cancelliere di Spilimbergo in data 20 febbraio 1536 – Francesco si era impegnato a corrispondere ai fratelli un legato disposto a loro favore dalla donna del valore di centotrentuno ducati. La somma era stata versata parzialmente da Francesco e dal figlio Girolamo in tre rate e cioè ventuno ducati contestualmente all’atto di accordo, quaranta ducati in data 8 ottobre 1538 (quietanza rogata dal notaio Ascanio Bardellini di Mestre), trentacinque ducati in data 30 settembre 1541 (quietanza dal notaio Pietro Antonio Frescolini di Pordenone). Con un successivo accordo siglato tra i figli di Polidoro ed il suddetto Girolamo – rogato da Gio.Battista Carbo in data 7 settembre 1542 – il conte si era impegnato a corrispondere ai due fratelli un capitale di quattrocentocinque ducati; di quest’ultima somma si dichiaravano già liquidati i novantasei ducati versati in precedenza ed i quattro ducati e mezzo versati contestualmente alla firma del contratto. Nei due anni seguenti Girolamo aveva versato due rate di trentacinque ducati e nove lire di denari in data 25 ottobre 1542 (come da atto e chirografo del notaio Giovanni Brunetto) ed una rata di novantuno ducati e tre lire in data 24 agosto 1543 (quietanza rogata dal notaio Ascanio Bardellini). Ora, con il versamento di una quota di saldo pari a centosettantasei ducati e quattro lire di soldi piccoli, le parti chiudono la partita di debito e si dichiarano reciprocamente soddisfatte. Notaio Giovanni Brunetto di Porcia. Originale dal proprio protocollo Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1334”, “1445. Involto H n.XIX”, “N.2 pezze n.30” 392x248 Nota: atti relativi al legato ai nn.198, 201 e 211 227 1545 dicembre 24. Ind. III^. Cividale nella residenza del notaio. Retrovendita Giovanni del fu Durlico di Orsaria retrovende per il prezzo di cinque ducati al nobile Vincenzo de Girardis di Portogruaro abitante ad Udine i diritti che esercita su un campo situato nelle pertinenze di Orsaria in località denominata “Stretta”, diritti che ha acquistato da Domenico del fu Tommaso di Orsaria per il medesimo prezzo. Sulla proprietà vive un onere di un pesenale di segale verso il Capitolo di Cividale. Notaio Francesco Paciani di Cividale Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1545.Contratto” Contrassegni “1[2 o 4]35”, Lacune da roditori in corrispondenza delle righe 31-42. 355x133 228 1545 dicembre 26. Ind. III^. Fanna contrada di Cavasso, sulla piazza ad bancum iuris. Quietanza Ulvino, quale procuratore del padre Nicola [conte di Polcenigo e Fanna] fa quietanza a d.Girolamo del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna per il pagamento di un credito di venti ducati, titolo a lui

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ceduto con atto datato 8 aprile 1541 da ser Sebastiano Agricola figlio naturale del fu Gio.Antonio conte di Polcenigo e Fanna. L’onere costituiva una rata della quota di patrimonio paterno spettante a Sebastiano in base alla scrittura di accordo siglata con gli eredi di Gio.Antonio. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva Contrassegni “1378”, “1545. Involto H n.XXI” 325x170 229 1546 settembre 30. [Udine]. Catastico rendite feudali Urbano Morlupino notaio e coadiutore nella cancelleria del Luogotenente della Patria del Friuli trascrive ed certifica un elenco di beni concessi in feudo dalla Chiesa Aquileiese ad Odorico del fu Marsilio de Marsilionibs di Polcenigo. L’elenco è registrato nel libro denominato Thesaurus claritas conservato dalla Camera fiscale di Udine. Sigillo aderente deperdito Nel verso mano nota di mano posteriore non leggibile; mano sec. XIX-XX “Copia del Lucifer Aquileiensis. Memoria dei feudi che i Polcenigo tenevano dalla Chiesa Aquileiese” 352x145 230 1547 novembre 16. Ind. V^. Fanna -Cavasso presso il notaio. Compravendita e locazione Vincenzo del fu Giovanni Vaccetti di Fanna vende per il prezzo di cinque ducati a ser Domenico del fu m.Sebastiano Hierusalem sarto di Fanna un aratorio situato nel distretto di Fanna in località Lo campo del Tramit. La proprietà viene contestualmente locata al venditore per il canone annuo di 2 quarte di frumento da corrispondersi nella giornata di S.Maria del mese di agosto. Venuto Il Bello del fu Francesco vacetti della villa di Orgnese si costituisce fideiussore del contratto e pone in garanzia una suo campo sito nel territorio di Cavasso in località La Pozza dei Povoli. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1408”, “1547. Involto H n.XXIV” 325x125 231 1548 febbraio 1. Ind. VI^. Fanna “regioni” Cavasso presso il venditore. Compravendita Il conte Girolamo del fu Francesco di Polcenigo dei consorti di Fanna, agendo come procuratore dei figli, vende per il prezzo di trenta ducati a ser Domenico del fu m.Sebastiano Hierusalem di Fanna una cinta con viti ed altre piante situata nella campagna di Cavasso in località “Chiaranda”. L’immobile proviene dal patrimonio del conte Giacomo Giorgio del fu Fantussio di Polcenigo che, con testamento rogato dal notaio udinese Antonio Belloni, lo ha assegnato in eredità ai figli di Girolamo. Quest’ultimo dichiara che la somma era già stata liquidata dall’acquirente al conte Giacomo Giorgio in due rate, la prima in data 28 marzo 1546 e la seconda in data 25 aprile 1546. Viene quindi cassato il chirografo rogato da Girolamo in cui, oltre a documentare quanto già detto sopra, lo stesso si impegnava a corrispondere a Domenico un canone annuo di tre staia di frumento. Notaio Biagio Fanino pievano di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX “1548. Atto di vendita di una cinta in Cavasso” Contrassegni “1548. Involto H n.XXV” 330x185

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232 1550 novembre 1. Ind. VIII^. Cavasso di Fanna nella pubblica via di fronte alla casa abitata dagli eredi di ser Daniele Arnosti detto del Gomboso. Livello Il conte Girolamo del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna concede in livello a Giacomo del fu Daniele de Biasio detto Palumbitto di Fanna due campi situati nel comitato di Fanna, il primo in località “Centa Vidon” ed il secondo in località “Bevorchia de Campagnolla”. Il conduttore si impegna a corrispondere annualmente nella giornata di S.Maria del mese di agosto un canone annuo di staia 1 di frumento ed 1 di segale. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore; “1550. 1 9bre”; di mano sec. XIX-XX “Istrumento di livello di Polcenigo” Contrassegni “1499”, “Involto I n.16” Piccole lacune in corrispondenza del margine superiore sinistro 340x135 233 1551 gennaio 22. Ind. IX^. Fanna contrada dell’abbazia, presso il venditore. Compravendita e locazione Daniele del fu Giorgio Giacomini di Fanna vende per il prezzo di cinque ducati a ser Giacomo chirurgus di Fanna detto Il Parono un locale con annesso cortile ubicato a Fanna, dove lo stesso venditore abita. Di seguito ser Giacomo affitta la stanza a Daniele per un canone annuo di 1 staia di miglio da corrispondersi nella giornata di S. Maria del mese di agosto. Bartolomeo del fu Antonio Pesanti di Fanna, falegname, si costituisce fideiussore del contratto offrendo in garanzia un campo sito a Fanna in località “Val de Bisso” Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso di mano posteriore “1550”; di mano sec. XIX-XX “Atto di vendita” Contrassegni “1450” 345x120 234 1551 giugno 28. Ind. IX^. Cavasso di Fanna, nella residenza del conte Giacomo. Livello Il conte Girolamo del fu Francesco di Polcenigo e Fanna concede in livello a Nicola e Battista figli del fu Domenico Maltomado detto Li Maraldi di Fanna della contrada di Cavasso “sotto la Mizza” - che agiscono anche a nome dei fratelli Giacomo e Leonardo - alcuni immobili siti nel comitato di Fanna e cioè: una braida presso i magredi del fiume Meduna, un aratorio in località “Chiavecis” ed un secondo aratorio in località “li de Brayda”. Il conduttore si impegna a corrispondere annualmente nella giornata di S.Maria del mese di agosto un canone di 5 staia ed 1 quarta di frumento ed inoltre nella giornata di Natale 1 spalla di maiale ed 1 gallina con 12 uova Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesti di mani posteriori; “1551 28 giugno” Contrassegni “1503”, “Involto I n.20” 360x125 235 1551 novembre 10. Ind. IX^. Fanna, nel cortile dell’abbazia di S. Martino. Compravendita I consorti Paisino? di Torre di Fanna - Domenico del fu Francesco, Giovanni detto Crosatto del fu Baldassare, Domenico del fu Antonio - vendono per i prezzo di sedici ducati a Giorgio del fu Battista Maddalena detto Dal Zussitto di Fanna, abitante nella contrada dell’abbazia, che agisce a nome proprio e dei fratelli Nicola e Francesco, un prato situato nel territorio di Maniago in località “Pezzoli” che rende annualmente quattro carri di fieno.

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Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso di mano posteriore “1551”, di mano sec. XIX-XX “Aquisto di beni di Fanna” Contrassegni “1502”, “Involto I n.19” Mediocre stato di conservazione 465x115 236 1552 febbraio 1. Ind. X^. Tramonti di Sopra nella via pubblica presso una proprietà degli eredi di Biagio de Sit detto della Furlana. Compravendita Giacomo del fu Battista del Rivo di Tramonti di Sopra vende per il prezzo di sedici lire di soldi – di cui dichiara di riceverne quindici - ad Antonio del fu Pellegrino del Prato della stessa villa un prato sito in località “sotto li orti di Pradat”. Notaio Giuseppe del fu Giovanni Contardo di Tramonti Nel verso regesto di mano coeva; mano posteriore “1552 1 febraro”, mano sec. XIX-XX “1559. Contratto di vendita fatto in Tramonti ra privati” Contrassegni “n.17” 215x145 237 1552 aprile 23. Ind. X^. Udine presso il notaio. Retrovendita Giacomo Siti del fu Benacio di Lovaria retrovende per il prezzo di dieci ducati al nobile Vincenzo de Girardis di Portogruaro abitante ad Udine un prato situato nelle pertinenze di Cerneglons vicino al pascolo del torrente Malina, che il venditore ha acquistato da Minico Gambon di Orsaria al medesimo prezzo. Notaio Antonio Belloni del fu ser Luca di Brescia Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Girardis. Contratto sopra un terreno prativo” 245x125 238 1553 luglio 24. Ind. XI^. Portogruaro in casa di ser Giuseppe figlio del fu ser Batista di Valvasone. Concordio Con contratto rogato dal notaio Bertrando Calderini di Udine in data 24 gennaio 1544, ser Raffaele ed il fratello ser Antonio, ora deceduto, figli del fu ser Alvise Suardi notaio di Valvasone avevano venduto al nobile Vincenzo de Girardis di Portogruaro, per il prezzo di quattrocento ducati, una casa ubicata ad Udine in porta Santa Maria. L’acquirente aveva liquidato subito ai venditori la somma di duecentoottanta ducati e per il rimanente si era impegnato a corrispondere un onere annuo di dodici staia di frumento. Prima che l’acquirente completasse il pagamento, tuttavia, una sentenza del Luogotenente della Patria del Friuli del 22 novembre 1552, che interveniva in un contenzioso patrimoniale tra i figli di Alvise Suardi, aveva assegnato la quarta parte della suddetta casa a donna Marietta, sorella dei venditori e moglie di ser Alberto Bergomense di Valvasone. La donna aveva quindi fatto pervenire al Girardis un mandato che lo informava della situazione e gli intimava di riconoscerle i suoi diritti. Ora quindi le parti raggiungono un accordo in base al quale Marietta ratifica il contratto di compravendita dell’immobile stipulato dai fratelli ed il Girardis si impegna a liquidare alla donna una parte del canone annuo citato pari al valore di cento ducati. Notaio Alessandro del fu ser Gio.Domenico de Franceschinis di Portogruaro i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore 440x150 239

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1554 aprile 30. Ind. XII^. Cavasso di Fanna presso il notaio. Compravendita Nell’anno 1543 Girolamo de fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna aveva venduto a mastro Battista figlio del fu Salvatore Del Re calzolaio di Fanna un prato denominato “Prades” ovvero “il prado dele code” situato nel territorio del comitato di Fanna. Il contratto di vendita, siglato per il prezzo di sedici ducati? ed un formaggio “gentile” del peso di quattro libbre, prevedeva la costituzione di un livello annuo di staia 1 e ½ di frumento che il suddetto Battista si impegnava a corrispondere al venditore con la clausola che l’onere potesse essere affrancato per la somma di quindici ducati. Ed infatti Battista aveva provveduto ad affrancare una prima parte pari a cinque ducati in data 22 agosto 1543 ed una seconda parte pari a dieci ducati in data 2 maggio 1544. Ora le parti, rivalutato il valore dell’immobile ed il contratto di livello, si accordano per definire nuovamente la transazione per una somma pari a ventidue ducati – comprensivi dei versamenti già fatti dall’acquirente – ed un onere livellario di un pollo annuo. Notaio Biagio Fanino cittadino di Tolmezzo figlio del fu ser Domenico pievano della chiesa di S.Remigio di Fanna a.e.i.a.n. Nel verso regesti di mano coeva e posteriore Contrassegni “1505”; “Involto I n.22” 475x260 240 1556 novembre 13. Ind. XIV^. Cavasso di Fanna, residenza del conte. Affrancazione Antonio del fu Giacomo del Rosso di Cavasso, per affrancarsi da un contratto di soccida stipulato con il conte Girolamo del fu Francesco di Polcenigo e Fanna, cede allo stesso un aratorio situato nel territorio di Cavasso in località “Langora”. Il valore dell’immobile corrisponde a quello delle due mucche che Antonio vuole recuperare perché utili alla propria attività di coltivatore, così come stimato dai periti incaricati dalle parti cioè Giovanni del fu Paolo Giovannibono e Battista del fu Gaspare Arnosti di Cavasso. Notaio Biagio Fanino di Tolmezzo pievano di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; mano sec. XIX-XX “Stima di due vacche” Contrassegni “1507”, “1556 n.XXIV”, “Involto I n.24” 295x120 241 1557 maggio 29. Ind. XV^. Udine via Aquileia, residenza del nob. Giacomo del fu Ippolito di Valvasone. Compravendita d. Girolamo del fu d.Girolamo dei conti di Polcenigo e Fanna trasferisce ad Ulvino conte di Polcenigo e Fanna, per il prezzo di centouno ducati e mezzo la proprietà di due rendite che aveva acquistato dal nobile d. Giacomo Giorgio del fu d.Fantussio dei conti di Polcenigo: un livello corrisposto annualmente da Lorenzo Croatto su immobili siti nei territori di Fanna e Maniago, acquistato per il prezzo di sessantanove ducati con contratto rogato in data 4 gennaio 1536; un livello corrisposto da Giovanni del fu Giacomo Blasi e Girolamo del fu Dinano Colussi su altri immobili siti nelle pertinenze di Fanna, acquistato con contratto datato 27 giugno 1542 per il prezzo di trentadue ducati. La cessione di questi beni era stata rivendicata iure agnationis da Ulvino con un deposito di novantacinque ducati presso il Monte di Pietà di Udine in data 27 aprile 1557. Giuseppe Sporeno notaio collegiato di Udine Nel verso regesto di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX “Contratto di cessione di livelli fra i signori di Polcenigo” Contrassegni “1508”, “1557 n.25”, “Involto I n.25” 275x235

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242 1558 maggio 21. Ind. I^. Cavasso di Fanna presso il locatore. Locazione Girolamo figlio del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna concede in affitto a Vincenzo del fu Colussio Michele del villaggio di Frisanco in comitato di Fanna un fondo arativo con piante e viti e fabbricati annessi situato in località “sotto Mizza” di Fanna presso il castello omonimo e denominato “centa Morandino”, proprietà che in passato era condotta da Pietro Florit di Frisanco ed altri della stessa villa, ed inoltre un campo ugualmente collocato e denominato “il prat de Clampa”. Il contratto si intende valido per un periodo di nove anni rinnovabili e la sua decorrenza viene calcolata retroattivamente dal giorno di S.Giorgio Martire del mese di aprile; il canone d’affitto viene fissato in un capretto sufficientemente grasso per le feste pasquali, in cinque libbre di formaggio “gentile” ed in sette ducati da corrispondere in occasione del Natale. Biagio Fanino del fu ser Domenico cittadino di Tolmezzo, pievano di Fanna, notaio di autorità apostoloica ed imperiale Nel verso di mano posteriore “Locazione deli grili” Contrassegni “1510”; “Involto I n.27”; “1558 n.27” 550x175 243 1559 gennaio 2. Ind. II^. Fanna nella casa degli acquirenti. Compravendita Francesco, Lorenzo ed Agostino figli del fu Battista Vallani e Baldassare del fu Pietro Vallani Bastoni di Fanna vendono per il prezzo di sedici ducati a ser Lucio del fu Bartolomeo cittadino di Spilimbergo, che agisce a nome proprio e dei fratelli Giovanni ed Adriano, un prato sito nelle pertinenze di Maniago in località “Puzollio”. Si tratta di una proprietà che i fratelli Vallani avevano acquistato dal nobile d.Francesco del fu d.Leonardo dei signori di Toppo, come da atto rogato dal notaio Antonio di Porcia in data 13 novembre 1545. Notaio Riccardo Fanino cancelliere di Fanna Nel verso di mano sec. XIX-XX “1559. Contratto di vendita di terreno” Contrassegni “1459”, “1559. 2 genn. N.22 Involto L” 350x125 244 1559 febbraio 12. Ind. II^. Cividale borgo Ponte, residenza del nob. Girolamo di Manzano. Concordio Con una sentenza pubblicata nel 1558 dal Luogotenente della Patria del Friuli si era data soluzione ad una lunga vertenza sorta tra le sorelle Laura e Maddalena figlie del conte Tano de Cottis e Francesco conte di Polcenigo e Fanna; le parti rivendicavano diritti su una donazione dotale – settecento ducati ed una veste nunziale - costituita dal nobile Nicola conte di Polcenigo e Fanna a favore della moglie Elisabetta, madre di Tano. La sentenza aveva riconosciuto le ragioni di Maddalena e delle figlie di Laura, Girolama e Giovannina, contro le pretese di Girolamo, figlio ed erede del conte Francesco. Quindi, per non proseguire in questo contenzioso, le parti trovano un accordo in cui vengono individuate le modalità di liquidazione del capitale dotale. Le donne - assistite dai rispettivi mariti, i nobili Girolamo di Manzano, Giuseppe d’Attimis e Biagio d’Attimis – fanno quietanza del pagamento e dichiarano di non avanzare in futuro ulteriori pretese sul patrimonio del Polcenigo. A garanzia dell’impegno assunto dal conte Girolamo, si costituiscono fideiussori i nobili Pompeo di Polcenigo e Pa[olo?] di Spilimbergo. Nel verso di mano posteriore “Con li signori Manzani e Attimis”; mano sec. XIX-XX “Convenzio per assegno dotale dei Polcenigo” Contrassegni “1453”, “Involto L . 1559. N.1” Lacuna in corrispondenza delle righe 19-20 395x170

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245 1562 gennaio 15. Ind. V^. Venezia presso il notaio. Procura Girolamo conte di Polcenigo e Fanna - quale procuratore della figlia Deosita30 vedova del nobile Vincenzo de Girardis di Portogruaro e tutrice della figlia Clara (atto di procura rogato in data 11 giugno 1559 da Riccardo Fanino notaio e cancelliere di Fanna) - incarica l’avvocato d.Cristoforo Citinino? Di rappresentarlo in giudizio presso il Collegio dei XL nel contenzioso che lo contrappone a d.Bernardino de Girardis; si precisa che l’avvocato potrà avvalersi anche della consulenza del nobile d.Gio.Battista Giustiniani figlio del fu d.Marino. Paolo Leonini del fu d.Bernardo notaio collegiato di Venezia Nel verso di mano sec. XIX-XX “1562. Procura per lite” 200x175 246 1563 maggio 22. Ind. VI^. Fanna, residenza di Girolamo conte di Polcenigo e Fanna. Affrancazione Girolamo conte di Polcenigo e Fanna cede per il prezzo di otto ducati a Salvatore Del Re del fu Battista di Fanna i diritti esercitati su un prato sito nelle petinenze di Fanna in località “Pradis” che era stato oggetto di precedenti contratti di livello tra lui ed il suddetto Battista, di cui l’ultimo rogato in data 6 maggio 1544 dal notaio Biagio Fanino di Fanna. Salvatore, che detiene sul bene anche le quote dei fratelli lui cedute con atto datato 15 maggio 1563, viene affrancato dal pagamento del residuo canone annuo consistente in una gallina. Notaio Domenico Viano di San Vito cancelliere di Fanna Nel verso di mano posteriore “1563 22 maggio”, mano sec. XIX-XX “Contratto per un livello dei Polcenigo e Fanna” Contrassegni “1455”,. “Involto L n.4” 555x125 247 1563 ottobre 22. Ind. VI^. Fanna in casa del notaio . Compravendita Bartolomeo del fu Giovanni Gerisio, agendo anche a nome del fratello Matia, vende per il prezzo di otto ducati a ser Girolamo del fu Antonio Marco di Fanna un prato situato nel territorio di Maniago in località “prà de li barri” oltre il torrente [Colvera]. Notaio Domenico Viano di San Vito cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore, altra mano “1563 22 8bre” Contrassegni “1456”, “Involto L n.5” Danni e lacune da roditori in corrispondenza delle righe 1-16 295x90 248 1563 ottobre 26. Ind. VI^. Fanna in casa del notaio. Compravendita Giovanni Maria figlio ed erede del fu m.Battista Tuisssio? di Fanna – agendo in qualità di capofamiglia e quindi anche come amministratore degli eredi del fratello Giuseppe – vende per il prezzo di dodici ducati a d. Giovanni del fu ser Bartolomeo di Spilimbergo, rappresentante se stesso ed il fratello Adriano, un aratorio situato a Fanna in località “Stagluz”, che il padre aveva acquistato da Giovanni Fontana. Notaio Domenico Viano di San Vito cancelliere di Fanna

30 L’albero genealogico di Pes (tav.9) la indica come Deofita

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Nel verso regesto di mano coeva; mano posteriore “1563” Contrassegni “Involto A n.XIV”, “1492”; “n.3” 335x100 249 1564 gennaio 5. Ind.VII^. Rividischia e Varmo Scritture che riguardano il contratto di compravendita con cui in data 26 novembre 1563 d.Cristoforo Salla de Locatelli da Bergamo marzano ad Udine ha acquistato da Bernardo e fratelli del fu Pietro de Capsellaris di Varmo due aratori situati nella villa di Rivisichia. L’ufficiale comunale riferisce che quando il procuratore dell’acquirente, ser Ludovico della Torre da Cremona degentem ad Udine, si è presentato per entrare in possesso degli immobili il contratto di vendita è stato protestato. Segue convocazione dei parenti dei venditori per l’eventuale affrancazione del bene. Notaio Leonardo Vatri del fu ser Gaspare Vatri di Varmo, cancelliere di Varmo Nel verso di mano posteriore “1564 gen.4. Revedescha”, “389” 380x120 250 1564 febbraio 8. Ind. VII^. Fanna, nel cortile della residenza di Salvatore. Permuta ser Salvatore Del Re del fu Battista di Fanna e Giovanni Maria Candolini di Fanna si accordano per permutare due loro proprietà, entrambe situate nelle pertinenze di Fanna in località “S.Sofia” e della capacità di tre quarte di frumento annue. Viene specificato che l’aratorio ora ceduto da Salvatore gli era stato venduto dallo stesso Gio.Maria per il prezzo di sette ducati e mezzo - come da contratto datato 10 gennaio 1564 del notaio Vincenzo Giacinti di Maniago - e che la sostituzione avviene con un terreno in migliori condizioni; per questo motivo la permuta è integrata dal versamento di altri quattro ducati e mezzo. Su richiesta di Gio.Maria, Vincenzo del fu Giovanni Vacetti si costituisce garante del contratto. Salvatore si impegna a retrovendere l’immobile per la somma di dodici ducati. Notaio Domenico Viano di San Vito cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; di mano posteriore “1564 8 febraro” Contrassegni “1457”, “N.6 Involto L” 345x155 251 1568 dicembre 22. Ind. XI^. Cavasso di Fanna in casa di Francesco . Donazione Ser Battista del fu ser Antonio Marmosio di Fanna, raggiunta l’età di settant’anni e considerato il proprio interesse, dona i propri beni a m.Francesco del fu Sebastiano Graffiti ed ai suoi fratelli Antonio, Daniele e Battista. La donazione riguarda i seguenti beni, di cui l’attore si riserva il diritto di usufrutto: una casa ubicata a Cavasso con relativi annessi, un prato nella stessa villa in località “la Valle”, un aratorio in località “Campuzzo”, una somma di circa cinquantacinque ducati che gli deve essere corrisposta dagli eredi del nobile Ottavio di Spilimbergo per l’acquisto di alcune proprietà site nella villa di Sequals, il diritto di riacquisto di un manso sito a Meduno condotto dai consorti Schinella di Meduno, il diritti di riacquisto di una rendita che Battista ha ceduto a ser Salvatore del Re di Fanna e di un terreno che ha venduto ad Andrea Biagio e che ora è di ser Sebastiano Agricola. Notaio Domenico Viano del fu ser Giacomo di San Vito cancelliere di Fanna Nel verso regseto di mano coeva parzialmente leggibile; di mano posteriore “1568 22 xbre”, di mano sec. XIX-XX “1568. Atto di donazione fra privati” Contrassegni “1458”, “N.7 Involto L” 370x190

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252 1570 marzo 14. Ind. XIII^. […] residenza di ser Sebastiano Agricola. Compravendita […] figlio del conte Girolamo del fu d.Francesco conte di Polcenigo e Fanna, quale procuratore del padre, vende a Giovanni del fu Martino Maraldi di “sotto Mizza” di Fanna, che rappresenta se stesso ed il fratello Antonio, un aratorio situato nelle pertinenze di Orgnese in località “Campo del Marton”. Il prezzo della transazione, pari a trentadue ducati, è stato determinato da una stima fatta da ser Sebastiano Agricola che ha contestualmente valutato i due buoi consegnati dall’acquirente a liquidazione della somma pattuita. In base alle indicazioni date dal conte Girolamo, i due animali dovranno essere utilizzati dal figlio nella coltivazione delle proprie terre a beneficio della famiglia. Il venditore pone a garanzia del contratto i beni ereditati dallo zio d.Giorgio. Notaio Domenico Viano di San Vito cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva parzialmente leggibile; di mano sec. XIX-XX “Contratto di Vendita di un terreno in Cavasso” Contrassegni “1461”, “1570. Involto L n.10” Macchie di umidità in corrispondenza delle righe 1-4, 11-13 compromettono parzialmente la lettura del testo 140x180 253 1570 luglio 20. Ind. XIII^. Fanna, residenza di d. Fabrizio. Scrittura di accordo Scrittura di accordo siglata a chiusura di una vertenza che vedeva Girolamo del fu Francesco conte di Polcenigo e Fanna ed il figlio Francesco quale erede dello zio Giorgio contro Gaspare Fabiano amministratore della sostanza del fu Ulvino; le parti si contendevano diritti su alcune rendite, valore complessivo di duecentoquarantatre ducati, che erano state vendute da Girolamo e Giorgio ad Ulvino ed altre persone nel periodo compreso tra l’anno 1544 ed il 1558 e che successivamente quest’ultimo aveva recuperato iure agnationis. Il compromesso determina la cessione delle rendite ai Polcenigo e dettaglia le modalità con cui le parti dovranno liquidare la contabilità derivante dalle citate transazioni, tra cui figura anche l’assolvimento di oneri di livello verso il nobile Ercole di Spilimbergo. Notaio Domenico Viano di san Vito cancelliere di Fanna Nel verso regesti di mani coeva e posteriore; mano posteriore “1570 20 luglio” Contrassegni “1460”, “N.9 Involto L” 520x140 254 1574 aprile 19. Ind. II^. Fanna in casa di ser Salvatore del Re. Integrazione contratto di compravendita Giacomo del fu Nicola Pasquali di Fanna liquida a Lorenzo fratello del fu Leonardo Chiandone detto Noglir? la somma di quattro ducati ad integrazione degli undici ducati, prezzo pagato dal padre per l’acquisto di un aratorio situato nelle pertinenze di Fanna in località “in Fuossis”. Questa integrazione si era resa necessaria in seguito ad una perizia di stima effettuata su richiesta di Lorenzo da Girolamo Di Marco e Cesco Miani (in data 21 marzo 1541), che aveva valutato il valore dell’immobile in sedici ducati. Giacomo figlio di Giovanni D[omenico?] di Fanna e Pietro Moretti si costituiscono garanti del contratto Notaio Giovanni Tommaso Simeoni di Pordenone cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; di mani posteriori “1574 19 aprile”, di mano sec. XIX-XX “Vendita di un terreno in Fanna” Contrassegni “Involto A.1574. N.XXI”, “1401” 195x120 255

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1577 agosto 12. Ind. V^. Fanna nella cancelleria comitale. Affrancazione Francesco figlio di Girolamo conte di Polcenigo e Fanna affranca Pasquale De Marco di Fanna dal pagamento di un censo di 1 staio di frumento annuo cui lo stesso era tenuto in quanto proprietario di un prato situato nelle pertinenze di Maniago in località “Prà le Bars”. L’onere derivava da una transazione con cui il conte Girolamo aveva venduto l’immobile a m.Lorenzo Mioni di Fanna, per il prezzo di venticinque ducati. Alla data di questo contratto, rogato dal notaio Antonio di Porcia vice abate di Fanna, Lorenzo aveva versato quindici ducati in contanti e per il saldo del rimanente si era impegnato a corrispondere un censuo annuo di 1 staio di frumento. Successivamente - come attestato da tre atti rogati negli anni 1563 e 1566 - il Mioni aveva ceduto la proprietà ai consorti Di Marco di Fanna per il prezzo di ventiquattro ducati. Pasquale, che risulta essere il proprietario del prato a seguito di divisioni familiari, ottiene l’affrancamento per il prezzo di dieci ducati. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; di mano posteriore “1577 12 agosto”; di mano sec. XIX-XX “1577 12 agosto. Atto di vendita di un terreno fatto dal conte Girolamo di Polcenigo” 190x130 Nota: vedi anche documento n.260 256 1580 febbraio 15. Ind. VIII^. Fanna, residenza di d.Francesco conte di Polcenigo e Fanna. Quietanza Giacomo del fu Domenico Del Re di Fanna liquida a Francesco figlio di Girolamo conte di Polcenigo e Fanna la somma di quaranta ducati a titolo di saldo per l’acquisto di una proprietà sita nelle pertinenze di Fanna che aveva acquistato dal conte per il prezzo di centoventi ducati di piccoli (atto rogato dallo scrivente cancelliere in data 1 ottobre 1575). Francesco, che agisce come amministratore del patrimonio familiare ed in virtù di un atto di procura rogato in data 15 gennaio 1570 dal notaio Domenico Viano cancelliere di Fanna, si dichiara interamente soddisfatto del pagamento e garantisce all’acquirente il pieno possesso del bene che lui ha acquistato in occasioni diverse da più persone. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna Nel verso regesti e note di mano coeva e posteriore; altra mano “1580 15 febraro”, mano sec. XIX-XX “1580. Vendita di un possesso di Fanna dei Polcenigo” Contrassegni “1464”, “Involto L n.13” 265x120 257 1580 aprile 4. Ind. I. Fanna sotto il portico della casa dell’acquirente. Compravendita Francesco conte di Polcenigo e Fanna vende a Nicola Ardit di Fanna, abitante ad Orgnese, un pezzo di terra situato a Fanna in località “là del tramel” per il prezzo di lire quaranta di piccoli. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore Contrassegni “1460”; “1588”, “ Involto I n.15” 205x110 258 1589 novembre 26. Ind. II^. Fanna in casa dell’acquirente. Compravendita Leonardo del fu Domenico Maraldi di Fanna vende per il prezzo di tre ducati a ser Salvatore del fu ser Battista Del Re di Fanna un piccolo appezzamento di terra situato nelle pertinenze di Fanna in località “Stafola” o “Riva Longa” in cui è compreso un campo che Salvatore aveva in precedenza acquistato dallo stesso venditore. Notaio Vittorio Fannino. Originale dal proprio protocollo

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Nel verso di mano posteriore “1589”; mano sec. XIX-XX “1589. Contratto. Fanna” Contrassegni “Involto L n.16” 310x120 259 1591 marzo 21. Ind. IV^. Fanna in casa dell’acquirente. Compravendita livello Tommaso del fu Domenico di Cesco detto Tommaso di Fanna vende per il prezzo di dieci ducati a ser Salvatore del fu ser Battista del Re di Fanna un censo livellario di lire 4 e soldi 7 di piccoli che lo stesso venditore si impegna a pagare a titolo di ipoteca, secondo le leggi venete, sopra la casa in cui abita con relativo sedime ubicata nelle pertinenze di Cavasso. Notaio Vittorio Fannino. Originale dal proprio protocollo Nel verso di mano posteriore “1591 1 marzo”; di mano sec. XIX-XX “Contratto di un livello. Fanna” Contrassegni “Involto L n.17” Fori e piccole lacerazioni in corrispondenza delle righe 1-3 335x130 260 1593 maggio 10. Ind. VI^. Fanna, nel cortile degli eredi di Pasquale De Marco Bucchin di Fanna Retrovendita Giacomo vedova di Pasquale De Marco di Fanna - unitamente ai figli Domenico, Francesco ed Antonio – retrovende a ser Bernardino figlio del fu Lorenzo Mioni di Fanna per il prezzo di trentaquattro ducati di piccoli un prato situato nelle pertinenze di Maniago in località “Prà de i Bars”. La proprietà era stata venduta a Girolamo De Marco Bucchin di Fanna per il prezzo di complessivo di ventiquattro ducati dal padre di Bernardino. Dopo questa transazione, formalizzata da quattro contratti rogati negli anni 1563 e 1566, il bene era pervenuto in via ereditaria a Pasquale che, con atto datato 12 agosto 1577, aveva provveduto ad affrancarlo da un onere di livello nei confronti dei conti di Polcenigo e Fanna. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna, Maniago e Toppo Nel verso regesto di mano coeva; di mano posteriore “1539 10 mazo” Contrassegni “1470”, “Involto L n.19”, “90”, “n. 5 1500” 285x120 Vedi atto 1577 12 agosto 261 1595 marzo 14. Ind. VIII^. Fanna in casa dell’acquirente. Compravendita livello d. Simone del fu ser Bernardino Dall’Agostina di Polcenigo vende per il prezzo di cinquanta ducati a d.Salvatore del fu ser Battista Del Re di Fanna un censo livellario di 3 ducati e ½ che si impegna a corrispondere annualmente a Simone nella giornata di S. Maria del mese di agosto; a tal fine il venditore costituisce un ipoteca su tre appezzamenti di terra, coltivati a viti ed altre piante, situati nelle pertinenze di Polcenigo in località “Le Range” ovvero “La Riva”. Notaio Vittorio Fannino di Fanna. Originale dalle proprie note Nel verso regesto di mano coeva; di mano posteriore “1595” Contrassegni “1449” 460x135 262

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159531 settembre. Ind. VIII^. Fanna. Compravendita Francesco del fu Girolamo conte di Polcenigo e Fanna vende a d. Lucia Fabiani per il prezzo di quaranta ducati una centa situata a Fanna in località “centa Polaz”. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva; di mano posteriore “1591 8 7bre” Contrassegni “1469”, “Involto L n.18” Cattivo stato di conservazione. Inchiostro svanito 215x130 263 1599 settembre 18. Ind. XII^. Fanna nella residenza del venditore. Compravendita livello Francesco del fu Girolamo conte di Polcenigo e Fanna - non avendo modo di rimborsare alla rev. Curzia di Toppo monaca del convento di Aquileia un mutuo di trentasei ducati di piccoli costituito secondo le leggi venete all’interesse del 7% - vende alla donna, rappresentata dalla rev. Ursina di Polcenigo e Fanna monaca nello stesso convento, un livello del medesimo valore. Il venditore costituisce a questo fine un’ipoteca sull’intero suo patrimonio e si impegna a riscattare il prestito entro i successivi cinque anni. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano coeva e nota integrativa di mano posteriore Contrassegni “1474”, “1559. Involto L n.22” 235x125 264 1600 giugno 29. Ind. XIII^. Fanna nella residenza dell’acquirente. Compravendita livello Alessandro del fu Giuseppe Casella lapicida di Meduno vende per il prezzo di ventisei ducati a d.Salvatore del fu Battista Del Re di Fanna un livello di lire 11 e soldi 6 di piccoli che si impegna a corrispondere annualmente al compratore nel giorno di S. Maria del mese di agosto; a garanzia del contratto, costituito secondo le leggi venete all’interesse del 7%, impegna un terreno di circa due campi sito nelle pertinenze di Meduno in località “Grussis”. pre Vittorio Fannino notaio e curato di Fanna Nel verso regesto e note di mani posteriori; “adì 14 aprile 1742. Il presente instrumento fu cesso all’ill.mo co.Girolamo di Polcenigo e Fanna di mano di me Gio.Domenico Franceschinis nodaro” Contrassegni “1485”, “Involto N n.7” 350x150 265 1600 dicembre 16. Ind. XIII^. Fanna residenza del conte Alfonso e fratelli. Scrittura di accordo Gaspare Fabiani - conduttore di alcuni terreni compresi in un manso situato a Fanna di proprietà di d.Giacomo conte di Polcenigo e Fanna, bene su cui esiste un onere di decima verso il consorte d.Francesco del fu Girolamo - si impegna a corrispondere a Giacomo un censo di 1 staia di segale a titolo di affitto e di 1 quarta di frumento a titolo di decima con la clausola che quest’ultimo si faccia carico del versamento di quanto dovuto a Francesco. Notaio Giovanni Tommaso Simeoni cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore parzialmente leggibile Contrassegni “Involto A. 1600. n.XX”, “1479”, “Involto N n.6”

31 La data è vergata “1591”, ma si tratta presumibilmente di un errore meccanico del notaio in quanto nel testo si cita un atto dell’anno 1594. Dal confronto con l’indizione ail documento è stato attribuito all’anno 1595

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Lacune da roditori in corrispondenza del margine sinistro righe 1-18 235x90 266 1603 novembre 13. Ind. I^. Fanna in casa dell’acquirente. Compravendita livello d.Angelo del fu ser Bartolomeo Giuliani detto il Corrier de Meduno vende per il prezzo di sessanta ducati a ser Battista del fu ser Mattia Del Re di Fanna un livello di lire 26 e soldi 2 che lo stesso venditore si impegna a corrispondere annualmente al compratore nel giorno di S. Maria del mese di agosto. A garanzia del contratto, costituito secondo le leggi venete all’interesse del 7%, impegna due prati situati nelle pertinenze di Meduno in località “la Centa del Vian” sotto Roveredo ed in località “la Centa della Pozza”. Leonardo del fu Domenico Rutizze detto Danella e Osvaldo del fu Giovanni Beretini detto Mighet, entrambi di Meduno, si costituiscono fideiussori del venditore ed impegnano a garanzia dello stesso alcune loro proprietà. Notaio pre Vittorio Fannino Nel verso regesto di mano posteriore; mano posteriore “1603 13 9bre” Contrassegni “1480”, “Involto N n.8” Lacune da roditori in corrispondenza del margine sinistro 485x160 267 1622 febbraio 12. Ind. V^. Fanna in casa dell’acquirente. Compravendita Sebastiano del fu Giovanni Dinon di Cavasso di Fanna vende per il prezzo di trentadue ducati a d.Livio Bruni ed ai suoi fratelli un appezzamento di terra sito nelle pertinenze di Cavasso in località detta “a piè de Centa Vidon”. Pietro Dalla? notaio e cancelliere di Fanna Nel verso regesto di mano posteriore parzialmente leggibile; di mano posteriore “1622 12 febraro”; di mano sec. XIX-XX “Contratto di un terreno a Fanna” Contrassegni “1481”, “Involto N n.9” Mediocre stato di conservazione. Inchiostro svanito in diversi punti 320x160 268 1647 ottobre 19. Ind.XV^. Conegliano. Affrancazione Francesco Trevisan affranca Elia del fu Alfonso conte di Polcenigo e Fanna dal pagamento di un livello annuo, onere derivante da un contratto di mutuo del valore di 200 ducati sottoscritto dal conte Girolamo di Polcenigo e Fanna con il rev.Stefano Trevisan, fratello di Francesco. Poiché il contratto di mutuo originale risulta disperso, Matteo Croda, procuratore del Trevisan (atto di procura rogato in data 14 agosto 1642), dichiara che lo stesso si intende cassato e che nel caso venga in futuro ritrovato sarà restituito al conte di Polcenigo. Segue in data 27 ottobre la ratifica di Francesco Trevisan Notaio Nascinguerra de Carolis figlio di Agostino di Conegliano Nel verso regesto di mano posteriore; di alra mano “1647 19 8bre” Contrassegni “1482”, “Involto N n.10” 300x185

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APPENDICE Sono qui inseriti alcuni documenti che riguardano interessi della famiglia Polcenigo che Olvrado di Maniago (1866-1947) ha selezionato ed unito ad altri atti secondo criteri soggettivi: 1. cinque atti del sec. XIV (nn.I-V) inseriti in un plico intitolato “Pergamene Maniago e Gorgo” (1.2, Ordinamento Olvrado 1). Nonostante la presenza tra gli attori di membri della famiglia Maniago, le pergamene possono essere sicuramente ricondotte al corpus precedentemente descritto, sia per il contenuto che per i contrassegni archivistici. Va segnalato che l’etichetta cartacea con regesto presente sui documenti Polcenigo è presente anche su un documento datato 27 giugno 1458 che riguarda Ulvino di Valvasone (si tratta della licenza per la scelta del confessore rilasciata da fra Bartolomeo de Fabrica vicario generale di santo Spirito in Saxia) 2. una ducale (n.VI) inserita in altra raccolta (1.2., Ordinamento Olvrado 3) che non presenta contrassegni assimilabili ai precedenti. I. 1339 aprile 20. Ind.VII^. Udine presso l’hospicium di donna Birtulina dove abita l’acquirente. Compravendita iure feudi Rizzardo figlio del fu d.Biachino di Polcenigo vende per trentasei marche di denari aquileiesi a Galvano di Maniago, che agisce con il consenso dei tutori d.Guecello e d. Nicolussio, alcuni beni localizzati nel territorio di Fanna e cioè: un manso sito a Cavasso sotto la casa dei figli di Arnoldo, retto e lavorato da Berlanto; un manso retto e lavorato da Minella; un manso in passato condotto da Morasone ed ora da Zunitto di Mieli; un manso retto e lavorato da Pietro di Palma. Nicolussio di Mels si qualifica come garante del contratto, mentre Nicolussio di Aviano viene incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Giovanni del fu Ailino di Maniago i.a.n. dalle note dell’avo Antonio 1344 giugno 14. Ind. XII^. Fanna. Compravendita iure feudi Giacomo detto Forniz ed Ulvino figli di Arnoldo di Fanna, con il consenso della madre donna Savoia, vendono a titolo di feudo per ventotto lire a Forzone del fu Forzone, procuratore del suo signore d.Galvano /di Maniago/, due decime su beni siti a Fanna, la prima su un manso del suddetto Galvano retto da Mauro di Martinzela? e la seconda su un manso del patriarca condotto da Domenico Ziriol Decano e dal nipote Zanesio. A richiesta dei venditori d.Andrea /di Polcenigo/ si costituisce garante del contratto e si impegna a farlo ratificare da d.Fantussio /di Polcenigo/. Federico figlio di Tisio di Maniago è incaricato di immettere l’acquirente nel possesso del bene. Notaio Giovanni del fu Ailino di Maniago i.a.n. dalle note dell’avo Antonio Nel verso regesti di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX su cartiglio cartaceo incollato “1339 20 aprile. Fanna. Riccardo q.beachino di Polcenigo vende a Galvano di Maniago 4 masi in Cavasso per 35 marche” Contrassegni “1231”; “n.VI involto B anno 1339” 420x155 II. 1362 agosto 31. Ind.XV?. Maniago dinanzi alla casa di Antonio figlio di Zaforgnano. Compravendita iure feudi Il nobile Nicola figlio del fu Galvano di Maniago vende a titolo di feudo per ventidue marche di denari aquileiesi ad Andrigucio/Endrigucio del fu Arnoldo di Fanna un manso sito a Fanna in località detta “Cavas” detto manso “sotto fontana”, retto e lavorato da Candido del fu Valtensino di Fanna. Notaio Pietro figlio di Durante di Fanna i.a.n.

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Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX su cartiglio cartaceo incollato “1362 30 agosto. Maniago. Nicolò q.Galvano di Maniago per 12 marche vende ad Andriuzzo q. Arnoldo di Fanna un maso in Fanna” Contrassegni “1272”; “Involto M n.2” 220x150x III. 1385 luglio 9. Ind.VIII^. Polcenigo nel monastero dei frati nella chiesa sotto il castello. Quietanza La nobile Orsola figlia di Andrea conte di Polcenigo, alla presenza e con il consenso del marito il nobile d.Odorico del fu Nicola di Maniago, si impegna a non avanzare rivendicazioni sul patrimonio paterno e materno. Notaio Giovanni del fu Ailino di Maniago i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX su cartiglio cartaceo incollato “1385 9 luglio. Polcenigo. Orsola figlia del conte Andrea di Polcenigo moglie del q.Odorico q.Nicholò di Maniago fa quietanza della sua dote” Conrassegni 1254; “”n.XII anno 1385 involto C” 235x190 IV. 1391 aprile 2. Ind. XIV^. Castello di Mizza. Liquidazione dotale Il nobile Nicola del fu Andrea conte di Polcenigo, agendo anche a nome dei fratelli Ossalco e Fantussio, consegna a d.Luchino del fu Nicolò di Maniago, procuratore del fratello Odorico e della moglie di questi Orsola, la somma di quattrocentoventicinque lire di den.ven.piccoli a saldo del capitale dotale della donna che ammontava a mille lire di soldi ed altri doni per un valore di duecento lire di soldi e cinquecentocinquantacinque ducati. Notaio Giovanni del fu Ailino di Maniago i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; di mano sec. XIX-XX su cartiglio cartaceo incollato “1391 2 aprile. Mizza. Pagamento del resto della dote di Orsola di Polcenigo sposata in Odorico di Maniago” Contrassegni “1216”; “anno 1391 n.XVI involto C” 560x120 V. 1397 giugno 28.Ind.V^. Cividale sulla piazza del Comune e quindi presso la curia patriarcale Il gastaldo di Cividale, ser Bernardo di Borgo Ponte di Cividale, riceve da Francesco del fu ser Misio di Remanzacco, procuratore del nobile Nicola figlio del fu Andrea di Fanna conte di Polcenigo e dei suoi fratelli, una lettera del patriarca d’Aquileia datata Soffumbergo 23 giugno/ riprodotta integralmente nel documento/. Nel mandato il patriarca Antonio lo invita a celebrare il contenzioso sorto tra Nicola e ser Baldassio di Maniago per certi mansi siti a Fanna, incarico di cui in precedenza lo stesso patriarca lo aveva sollevato nella speranza che le parti giungessero ad un accordo amichevole. Di seguito Francesco notifica l’atto al notaio Giovanni Maria di Cividale, procuratore di Baldassio, alla presenza del notaio Giovanni Fulcherio, e propone di procedere secondo modalità che vengono protestate da Giovanni Maria. Notaio Giovanni Fulcherio del fu d.Ambrogio di Spilimbergo i.a.n. Nel verso regesto di mano posteriore; mano sec. XIX-XX su cartiglio cartaceo incollato “1397 28 giugno. Cividale. Atti per lite tra i Polcenigo e Girolamo e fratelli di Maniago per beni in Fanna” Contrassegni “1228”; N.XI anno 1397 involto C” 460x175 VI. 1639 aprile 8. Venezia

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Ducale del doge Francesco Erizzo. Il conte Ossalco di Polcenigo, in servizio come soprintendente delle cernide nel Regno di Candia, è confermato nel servizio per ulteriori sette anni con uno stipendio di mille ducati.. Sigillo plumbeo pendente 340x605