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PERCORSI MANZONIANI a MILANO Le strade dei “PROMESSI SPOSI” La Casa di Manzoni

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PERCORSI MANZONIANI

a MILANO

Le strade dei “PROMESSI SPOSI”

La Casa di Manzoni

Le strade dei «Promessi sposi»

Un percorso breve (20 minuti)

Ma il nostro itinerario, se seguisse Renzo che

per la prima volta entra in città, non

inizierebbe da Cadorna

…né vedrebbe la città di allora (ovviamente)

a) Introduzione al percorso

La Milano di oggi è ben diversa dalla Milano di Manzoni: leacque dei Navigli, i Bastioni spagnoli, il verde nei cortili.

I pittori fra Otto e Novecento ci hanno lasciato numerosetestimonianze di scorci storici della città.

Cerchia dei Navigli e “mura spagnole” (o “bastioni”) sonoancora oggi per Milano espressioni di uso frequente e dipreciso significato topografico: indicano gli anelli viariconcentrici nel tessuto urbano, prevalentemente fatto di stradeche si dispongono come raggi di ruota, a partire dalla piazzadel Duomo; tuttavia i Navigli, o canali, della cerchia sonototalmente interrati e dei “bastioni” spagnoli attorno ai quali fudisegnata la circonvallazione non rimangono che insignificantiframmenti.

Ieri, oggi

Giuseppe Canella, La corsia dei Servi, 1834

Ieri, oggi

A. Inganni, Navigli, 1850

Una bella immagine, di oggi, di una Milano che sembra aver riscoperto la bellezza dei

Navigli

Fonte: naviglilombardi.it

La strada che Renzo aveva presa, andava allora, come adesso, diritta fino al canale

detto il Naviglio: i lati erano siepi o muri d’orti, chiese e conventi, e poche case. In cima

a questa strada, e nel mezzo di quella che costeggia il canale, c’era una colonna, con

una croce detta la croce di sant’Eusebio. Cap. XXXIV

b) Renzo, un personaggio in azione

Renzo è il personaggio che più di altri si confronta con il tema della“strada”: come Ulisse, anch’egli rappresenta l’uomo che trae uncontinuo insegnamento attraverso una serie di incontri, scontri,ostacoli, errori. Il suo dinamismo, parte essenziale del suo carattere,è messo in evidenza dai suoi continui viaggi, ognuno dei qualicostituirà per lui una nuova esperienza.

Manzoni imposta il racconto delle vicende milanesi chiedendo ai suoilettori di “entrare” nella prospettiva dell’ignaro Renzo: non a caso ilgiovane, nelle illustrazioni del romanzo – scelte con cura dallo stessoromanziere – è di spalle poi lentamente verrà trascinato. Così quasia conclusione del cap. XI Manzoni scrive:

Il vortice attrasse lo spettatore.

“Andiamo a vedere” – disse fra sé…

Ecco anche noi …andiamo a vedere!

Illustrazione di Gonin, a conclusione del

cap. XI

Dai “Promessi sposi” – cap. XI

La strada era allora tutta sepolta tra due alte rive, fangosa, sassosa,solcata da rotaie profonde, che, dopo una pioggia, divenivan rigagnoli; ein certe parti più basse, s'allagava tutta, che si sarebbe potuto andarci inbarca. A que' passi, un piccol sentiero erto, a scalini, sulla riva, indicavache altri passeggieri s'eran fatta una strada ne' campi. Renzo, salito perun di que' valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina delduomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse inun deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, acontemplare anche da lontano quell'ottava maraviglia, di cui avevatanto sentito parlare fin da bambino. Ma dopo qualche momento,voltandosi indietro, vide all'orizzonte quella cresta frastagliata dimontagne, vide distinto e alto tra quelle il suo Resegone, si sentì tuttorimescolare il sangue, stette lì alquanto a guardar tristamente da quellaparte, poi tristamente si voltò, e seguitò la sua strada. A poco a pococominciò poi a scoprir campanili e torri e cupole e tetti; scese allora nellastrada, camminò ancora qualche tempo, e quando s'accorse d'esser benvicino alla città, s'accostò a un viandante, e, inchinatolo, con tutto quelgarbo che seppe, gli disse: - di grazia, quel signore. - Che volete, bravogiovine?

Dai “Promessi sposi” – cap. XI

Renzo, salito per un di

que’ valichi sul terreno

più elevato, vide

quella gran macchina

del Duomo sola sul

piano, come se, non

di mezzo a una città,

ma sorgesse in un

deserto.F. Gonin – Illustrazione cap. XI

Dai “Promessi sposi” – cap. XII

Dai “Promessi sposi” – cap. XIII

IL NOSTRO PERCORSO …a ritroso

Link Luoghi manzoniani

/ATLAS

Sempre dall’editore Atlas

PRIMO INGRESSO IN CITTA’ DI RENZO

Fonte: atlas.it

MILANO COLPITA DALLA PESTE

SECONDO INGRESSO IN CITTA’ DI RENZO

IL LAZZARETTO

Il lazzaretto a Milano, inizio Novecento

Il primo Piano Regolatore di Milano vide tra il 1882 e il 1890 la demolizione del Lazzaretto,

l'enorme estensione venne lottizzata per l'edificazione di nuovi edifici popolari. Fu

risparmiato, a testimonianza dell'esistenza, un piccolo tratto tuttora esistente in via San

Gregorio al civico 5, inserito nello spazio ceduto per la costruzione di una scuola

elementare. Dell'originario impianto, restano cinque celle e mezzo, sei finestre e

cinque ‘torresini’, affiancate dal fossato e affacciate all’interno su un’area adibita a piccolo

giardino. (segue)

l

E dalla storia…al «business», in via Lazzaro Palazzi «OSTERIA DELLA

LUNA PIENA» con tavoli dai nomi manzoniani…

IMMAGINI DI CASA MANZONI

Il senso della nostra visita…carta, penna e calamaio

(ovvero dove scrisse il romanzo)

P.za Belgioioso

L’acquisto della casa

Il 2 aprile del 1813 Manzoni acquistò, da un amico

dei suoi amici (Grossi, Rossari, Confalonieri) la casa

milanese di via del Morone (all’attuale n. 1); dove

avrebbe trascorso tutta la lunga sua vita.

La famiglia Manzoni, che risiedeva in casa Beccaria,

in via Brera, vi si trasferì solo nell’inverno inoltrato,

dopo gli indispensabili restauri. Solo cinquant’anni

dopo la facciata della casa che dà su piazza

Belgioioso assunse il caratteristico rivestimento con

gli ornati in cotto che ancor oggi si conserva.

Le ragioni della scelta

Scelse proprio questa casa per alcunecaratteristiche importanti: era ed è nel centro dellacittà, ma in una via appartata e tranquilla, nonlontana dall'abitazione dei suoi cari amici; CarloPorta (abitava in via Montenapoleone), Confalonieri(in Monte di Pietà), Luigi Rossari (via della Spiga), lozio Giulio Beccaria (in via Brera), Tommaso Grossi(…a casa sua!).

La casa di via del Morone è, più di ogni altra, la casadel Manzoni, non solo perchè è quella nella qualevisse quasi ininterrottamente per 60 anni, ma perchéè l’unica che egli abbia scelto e acquistato.

La facciata su p.za Belgioso

LA FACCIATA

L'aspetto attuale, tipico (e ormai raro) esempio dello

stile "eclettico" ottocentesco, in terracotta e graffito,

si deve all'architetto e scultore Andrea Boni (1864). Il

palazzo ospita oggi il "Museo manzoniano" (con

cimeli del Manzoni), il "Centro di studi manzoniani", e

la "Società storica lombarda".

Andrea Boni (da Campione d'Italia, se ne hanno notizie nel periodo 1857-1864) è stato uno scultore e architetto italiano.

La gioia di vivere in quella casa

“… quant à moi, je suis entre

la famille les arbres et le vers…. “

FAMIGLIA (ovvero gli affetti familiari)

ALBERI (ovvero la passione per la botanica)

VERSI (ovvero la composizione artistica)

“… si je vis assez, [les arbres] viendront

quelque jour me trouver par la fenêtre …”

Lettera al Fauriel, 9 febbraio 1814

E’ un programma di vita al quale resterà fedele negli anni

a venire.

Dal giovane Manzoni all’uomo Manzoni

1814, anno importante.

L’acquisto della nuova casa suggella anche altre scelte.

MILANO e non più PARIGI

Testimoniando così un cambiamento interiore da

cui – pur nella fatica – non tornerà più indietro.

“casa nuova, vita nuova”

Ormai Manzoni ha una famiglia di cui farsi carico

responsabilmente.

Famiglia Manzoni nel 1825

disegno a matita e

sanguigna, eseguito da

Ernesta Bisi

Famiglia Manzoni nel 1825

disegno a matita e

sanguigna, eseguito da

Ernesta Bisi

Filippo e Matilde non sono ancora nati. Nel 1811

Luigia Maria Vittoria nasce ma muore poco dopo.

Giulia

1808Pietro Luigi

1813

Cristina

1815

Sofia

1817Enrico

1819

Clara

1821

Vittoria

1822

Solo loro due

sopravvissero al padre

Meno di un mese dopo la scomparsa

del figlio PIETRO, il 28 aprile 1873,

Manzoni, che alla figlia Vittoria aveva

confidato che non avrebbe potuto

vivere nemmeno un mese se Pietro

fosse morto, morì il 22 maggio nella

casa di via Morone. Il 29 maggio si

tennero i solenni funerali nel Duomo di

Milano; Verdi era troppo addolorato per

parteciparvi, ma il 22 maggio 1874

celebrò il primo anniversario della morte

di Manzoni con la Messa da requiem.

Una casa per una famiglia vivace

e per lo studio appartato

La casa ha un giardino interno

e soprattutto una stanza isolata,

quasi staccata dalle altre, dove poter lavorare lontano dal “caos” della famiglia.

(Di ben 7 figli nel 1825; Filippo e Matilde si aggiungeranno poco dopo:

il maschietto nascerà nel 1826 e l’ultima bimba nascerà nel 1830)

Famiglia al piano primo e papà Manzoni al piano terra,

nel suo studio. Un po’ vicino e un po’ lontano.

Un’atmosfera raccolta

fra il giardino e la penombra del porticato del cortile.

E tuttavia in centro città, ad un passo dalla sua amata

chiesa in p.za San Fedele e dal Palazzo di Brera,

dall’Archivio Storico.

IL CORTILE

PIANO TERRA

LO STUDIO

Immaginiamoci

Manzoni e i suoi

amici, d’inverno,

attorno al camino,

in semicerchio,

conversando.

Silenzio – luce –

parlare con gli amici –

fuoco del camino:

…don Lisander…

Una zona rituale della casa era ilcaminetto, un luogo che egli ricorda connostalgia durante il viaggio in Toscana(“Adesso mo, facciamo conto d’essere sulmio canapè dinanzi al fuoco, o almeno alcammino e chicchirilliamo” (=scherziamo)–scriveva in una lettera al Rossari daGenova del 6 agosto 1827-). Il camino eraanche il luogo davanti al quale Manzonipoteva esplicare, conversando, tutta lasua arte maniacale di accendere eravvivare la fiamma, mantenendo unatemperatura esagerata perfino d’estate(come racconta Niccolò Tommaseo, chedavanti a quel caminetto s’era buscato unsolenne raffreddore).

STUDIO AL PIAN TERRENO

Nel suo epistolario lo scrittore ricorda alcuni luoghi

particolarmente significativi della sua casa. Nello studio

al pianterreno egli poteva “rannicchiarsi” al suo scrittoio,

timoroso che l’uscio si aprisse per far entrare qualche

seccatore che gli parlava d’affari, e contento se ad

affacciarsi fosse uno dei suoi cari amici (magari il Grossi,

che viveva in casa Manzoni in due stanzette proprio di

fronte allo studio). Nella “sala rossa”, al primo piano, lo

scrittore passava con la famiglia tutta la serata, e

riceveva gli amici in lunghe conversazioni, che spesso

riguardavano il romanzo in preparazione e contribuivano

a quel lavoro di équipe da cui scaturì almeno la prima

fase dell’opera.

IL VALORE

DI UNA CASA MUSEO

CONOSCERE LA CASA DI MANZONI E’ ANCHE

RICONOSCERE – AL DI LA’ DELLE SEMPLICI STANZE DI VIA

DEL MORONE– CHE C’E’ UN’ATTENZIONE CONTINUA

A QUESTO GRANDE SCRITTORE

E FINALMENTE RESTITUITA AL PUBBLICO RESTAURATA

(per intervento di una banca)

Il Museo ha sede nella casa di Via Morone, nella quale lo scrittore visse

con la sua famiglia dal 1814 al 1873, anno della sua morte.

Dal 1937 (in piena età fascista) la Casa del Manzoni e la sua attività culturale

sono dirette dal Centro Nazionale di Studi Manzoniani,

che negli anni Sessanta ha curato i restauri dell'appartamento,

riportandolo alla sua planimetria originale.

Nel 1939 sul primo numero degli "Annali Manzoniani,”

lo studioso Michele Barbi propone un’impresa editoriale

al neonato Centro nazionale di studi manzoniani:

la realizzazione di una Edizione nazionale ed europea delle opere manzoniane

un allestimento di testi che fossero insieme critici e commentati,

perché non limitati a stabilire una lezione sicura, ma capace di fornire al lettore

gli strumenti esegetici sufficienti a un'adeguata comprensione dell'opera.

Il 3 marzo 2000 veniva

presentata a Palazzo Marino la

nuova "Edizione nazionale ed

europea" delle opere di

Alessandro Manzoni, curata da

Giancarlo Vigorelli e realizzata

dal Centro Nazionale di Studi

Manzoniani. Escono per primi i

volumi 15, 17 e 27.

PIANO OPERE FINORA USCITE

L'opera, che è finanziata dalla

Fondazione Cariplo, è in 36

volumi.

A lato -

Alessandro Manzoni, Sul Romanticismo,

Milano, Centro Nazionale Studi

Manzoniani, 2008

Da questa angolatura,

immaginando di uscire da

casa Manzoni, forse

cogliamo di più il senso di

una casa in centro, ma

appartata.

Grande, ma non fastosa.

L'incontro tra i due avvenne a

Milano nella casa di Manzoni

il 25 marzo 1862.

150 ANNI DALL’UNITA’ D’ITALIA

“Permettete ch’io renda omaggio

ad un uomo che tanto onora

l’Italia” (Garibaldi a Manzoni)

Fonte: il periodico milanese “La Perseveranza”

26 marzo 1862

Luigi Secchi (1853-1921), L'ultima

comunione del Manzoni (che

frequentava la messa in questa

chiesa). Rilievo del (1903), con

iscrizione al sacerdote Adalberto

Catena, accanto al presbiterio di

San Fedele a Milano