PERCORSI MANZONIANI a MILANO - Blog di...
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Ma il nostro itinerario, se seguisse Renzo che
per la prima volta entra in città, non
inizierebbe da Cadorna
…né vedrebbe la città di allora (ovviamente)
a) Introduzione al percorso
La Milano di oggi è ben diversa dalla Milano di Manzoni: leacque dei Navigli, i Bastioni spagnoli, il verde nei cortili.
I pittori fra Otto e Novecento ci hanno lasciato numerosetestimonianze di scorci storici della città.
Cerchia dei Navigli e “mura spagnole” (o “bastioni”) sonoancora oggi per Milano espressioni di uso frequente e dipreciso significato topografico: indicano gli anelli viariconcentrici nel tessuto urbano, prevalentemente fatto di stradeche si dispongono come raggi di ruota, a partire dalla piazzadel Duomo; tuttavia i Navigli, o canali, della cerchia sonototalmente interrati e dei “bastioni” spagnoli attorno ai quali fudisegnata la circonvallazione non rimangono che insignificantiframmenti.
Una bella immagine, di oggi, di una Milano che sembra aver riscoperto la bellezza dei
Navigli
Fonte: naviglilombardi.it
La strada che Renzo aveva presa, andava allora, come adesso, diritta fino al canale
detto il Naviglio: i lati erano siepi o muri d’orti, chiese e conventi, e poche case. In cima
a questa strada, e nel mezzo di quella che costeggia il canale, c’era una colonna, con
una croce detta la croce di sant’Eusebio. Cap. XXXIV
b) Renzo, un personaggio in azione
Renzo è il personaggio che più di altri si confronta con il tema della“strada”: come Ulisse, anch’egli rappresenta l’uomo che trae uncontinuo insegnamento attraverso una serie di incontri, scontri,ostacoli, errori. Il suo dinamismo, parte essenziale del suo carattere,è messo in evidenza dai suoi continui viaggi, ognuno dei qualicostituirà per lui una nuova esperienza.
Manzoni imposta il racconto delle vicende milanesi chiedendo ai suoilettori di “entrare” nella prospettiva dell’ignaro Renzo: non a caso ilgiovane, nelle illustrazioni del romanzo – scelte con cura dallo stessoromanziere – è di spalle poi lentamente verrà trascinato. Così quasia conclusione del cap. XI Manzoni scrive:
Il vortice attrasse lo spettatore.
“Andiamo a vedere” – disse fra sé…
Ecco anche noi …andiamo a vedere!
Dai “Promessi sposi” – cap. XI
La strada era allora tutta sepolta tra due alte rive, fangosa, sassosa,solcata da rotaie profonde, che, dopo una pioggia, divenivan rigagnoli; ein certe parti più basse, s'allagava tutta, che si sarebbe potuto andarci inbarca. A que' passi, un piccol sentiero erto, a scalini, sulla riva, indicavache altri passeggieri s'eran fatta una strada ne' campi. Renzo, salito perun di que' valichi sul terreno più elevato, vide quella gran macchina delduomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse inun deserto; e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, acontemplare anche da lontano quell'ottava maraviglia, di cui avevatanto sentito parlare fin da bambino. Ma dopo qualche momento,voltandosi indietro, vide all'orizzonte quella cresta frastagliata dimontagne, vide distinto e alto tra quelle il suo Resegone, si sentì tuttorimescolare il sangue, stette lì alquanto a guardar tristamente da quellaparte, poi tristamente si voltò, e seguitò la sua strada. A poco a pococominciò poi a scoprir campanili e torri e cupole e tetti; scese allora nellastrada, camminò ancora qualche tempo, e quando s'accorse d'esser benvicino alla città, s'accostò a un viandante, e, inchinatolo, con tutto quelgarbo che seppe, gli disse: - di grazia, quel signore. - Che volete, bravogiovine?
Dai “Promessi sposi” – cap. XI
Renzo, salito per un di
que’ valichi sul terreno
più elevato, vide
quella gran macchina
del Duomo sola sul
piano, come se, non
di mezzo a una città,
ma sorgesse in un
deserto.F. Gonin – Illustrazione cap. XI
IL NOSTRO PERCORSO …a ritroso
Link Luoghi manzoniani
/ATLAS
Verso il centro – a casa di Manzoni
Sempre dall’editore Atlas
PRIMO INGRESSO IN CITTA’ DI RENZO
Fonte: atlas.it
Il primo Piano Regolatore di Milano vide tra il 1882 e il 1890 la demolizione del Lazzaretto,
l'enorme estensione venne lottizzata per l'edificazione di nuovi edifici popolari. Fu
risparmiato, a testimonianza dell'esistenza, un piccolo tratto tuttora esistente in via San
Gregorio al civico 5, inserito nello spazio ceduto per la costruzione di una scuola
elementare. Dell'originario impianto, restano cinque celle e mezzo, sei finestre e
cinque ‘torresini’, affiancate dal fossato e affacciate all’interno su un’area adibita a piccolo
giardino. (segue)
E dalla storia…al «business», in via Lazzaro Palazzi «OSTERIA DELLA
LUNA PIENA» con tavoli dai nomi manzoniani…
L’acquisto della casa
Il 2 aprile del 1813 Manzoni acquistò, da un amico
dei suoi amici (Grossi, Rossari, Confalonieri) la casa
milanese di via del Morone (all’attuale n. 1); dove
avrebbe trascorso tutta la lunga sua vita.
La famiglia Manzoni, che risiedeva in casa Beccaria,
in via Brera, vi si trasferì solo nell’inverno inoltrato,
dopo gli indispensabili restauri. Solo cinquant’anni
dopo la facciata della casa che dà su piazza
Belgioioso assunse il caratteristico rivestimento con
gli ornati in cotto che ancor oggi si conserva.
Le ragioni della scelta
Scelse proprio questa casa per alcunecaratteristiche importanti: era ed è nel centro dellacittà, ma in una via appartata e tranquilla, nonlontana dall'abitazione dei suoi cari amici; CarloPorta (abitava in via Montenapoleone), Confalonieri(in Monte di Pietà), Luigi Rossari (via della Spiga), lozio Giulio Beccaria (in via Brera), Tommaso Grossi(…a casa sua!).
La casa di via del Morone è, più di ogni altra, la casadel Manzoni, non solo perchè è quella nella qualevisse quasi ininterrottamente per 60 anni, ma perchéè l’unica che egli abbia scelto e acquistato.
LA FACCIATA
L'aspetto attuale, tipico (e ormai raro) esempio dello
stile "eclettico" ottocentesco, in terracotta e graffito,
si deve all'architetto e scultore Andrea Boni (1864). Il
palazzo ospita oggi il "Museo manzoniano" (con
cimeli del Manzoni), il "Centro di studi manzoniani", e
la "Società storica lombarda".
Andrea Boni (da Campione d'Italia, se ne hanno notizie nel periodo 1857-1864) è stato uno scultore e architetto italiano.
La gioia di vivere in quella casa
“… quant à moi, je suis entre
la famille les arbres et le vers…. “
FAMIGLIA (ovvero gli affetti familiari)
ALBERI (ovvero la passione per la botanica)
VERSI (ovvero la composizione artistica)
“… si je vis assez, [les arbres] viendront
quelque jour me trouver par la fenêtre …”
Lettera al Fauriel, 9 febbraio 1814
E’ un programma di vita al quale resterà fedele negli anni
a venire.
Dal giovane Manzoni all’uomo Manzoni
1814, anno importante.
L’acquisto della nuova casa suggella anche altre scelte.
MILANO e non più PARIGI
Testimoniando così un cambiamento interiore da
cui – pur nella fatica – non tornerà più indietro.
“casa nuova, vita nuova”
Ormai Manzoni ha una famiglia di cui farsi carico
responsabilmente.
Famiglia Manzoni nel 1825
disegno a matita e
sanguigna, eseguito da
Ernesta Bisi
Filippo e Matilde non sono ancora nati. Nel 1811
Luigia Maria Vittoria nasce ma muore poco dopo.
Giulia
1808Pietro Luigi
1813
Cristina
1815
Sofia
1817Enrico
1819
Clara
1821
Vittoria
1822
Solo loro due
sopravvissero al padre
Meno di un mese dopo la scomparsa
del figlio PIETRO, il 28 aprile 1873,
Manzoni, che alla figlia Vittoria aveva
confidato che non avrebbe potuto
vivere nemmeno un mese se Pietro
fosse morto, morì il 22 maggio nella
casa di via Morone. Il 29 maggio si
tennero i solenni funerali nel Duomo di
Milano; Verdi era troppo addolorato per
parteciparvi, ma il 22 maggio 1874
celebrò il primo anniversario della morte
di Manzoni con la Messa da requiem.
Una casa per una famiglia vivace
e per lo studio appartato
La casa ha un giardino interno
e soprattutto una stanza isolata,
quasi staccata dalle altre, dove poter lavorare lontano dal “caos” della famiglia.
(Di ben 7 figli nel 1825; Filippo e Matilde si aggiungeranno poco dopo:
il maschietto nascerà nel 1826 e l’ultima bimba nascerà nel 1830)
Famiglia al piano primo e papà Manzoni al piano terra,
nel suo studio. Un po’ vicino e un po’ lontano.
Un’atmosfera raccolta
fra il giardino e la penombra del porticato del cortile.
E tuttavia in centro città, ad un passo dalla sua amata
chiesa in p.za San Fedele e dal Palazzo di Brera,
dall’Archivio Storico.
PIANO TERRA
LO STUDIO
Immaginiamoci
Manzoni e i suoi
amici, d’inverno,
attorno al camino,
in semicerchio,
conversando.
Silenzio – luce –
parlare con gli amici –
fuoco del camino:
…don Lisander…
Una zona rituale della casa era ilcaminetto, un luogo che egli ricorda connostalgia durante il viaggio in Toscana(“Adesso mo, facciamo conto d’essere sulmio canapè dinanzi al fuoco, o almeno alcammino e chicchirilliamo” (=scherziamo)–scriveva in una lettera al Rossari daGenova del 6 agosto 1827-). Il camino eraanche il luogo davanti al quale Manzonipoteva esplicare, conversando, tutta lasua arte maniacale di accendere eravvivare la fiamma, mantenendo unatemperatura esagerata perfino d’estate(come racconta Niccolò Tommaseo, chedavanti a quel caminetto s’era buscato unsolenne raffreddore).
STUDIO AL PIAN TERRENO
Nel suo epistolario lo scrittore ricorda alcuni luoghi
particolarmente significativi della sua casa. Nello studio
al pianterreno egli poteva “rannicchiarsi” al suo scrittoio,
timoroso che l’uscio si aprisse per far entrare qualche
seccatore che gli parlava d’affari, e contento se ad
affacciarsi fosse uno dei suoi cari amici (magari il Grossi,
che viveva in casa Manzoni in due stanzette proprio di
fronte allo studio). Nella “sala rossa”, al primo piano, lo
scrittore passava con la famiglia tutta la serata, e
riceveva gli amici in lunghe conversazioni, che spesso
riguardavano il romanzo in preparazione e contribuivano
a quel lavoro di équipe da cui scaturì almeno la prima
fase dell’opera.
IL VALORE
DI UNA CASA MUSEO
CONOSCERE LA CASA DI MANZONI E’ ANCHE
RICONOSCERE – AL DI LA’ DELLE SEMPLICI STANZE DI VIA
DEL MORONE– CHE C’E’ UN’ATTENZIONE CONTINUA
A QUESTO GRANDE SCRITTORE
E FINALMENTE RESTITUITA AL PUBBLICO RESTAURATA
(per intervento di una banca)
Il Museo ha sede nella casa di Via Morone, nella quale lo scrittore visse
con la sua famiglia dal 1814 al 1873, anno della sua morte.
Dal 1937 (in piena età fascista) la Casa del Manzoni e la sua attività culturale
sono dirette dal Centro Nazionale di Studi Manzoniani,
che negli anni Sessanta ha curato i restauri dell'appartamento,
riportandolo alla sua planimetria originale.
Nel 1939 sul primo numero degli "Annali Manzoniani,”
lo studioso Michele Barbi propone un’impresa editoriale
al neonato Centro nazionale di studi manzoniani:
la realizzazione di una Edizione nazionale ed europea delle opere manzoniane
un allestimento di testi che fossero insieme critici e commentati,
perché non limitati a stabilire una lezione sicura, ma capace di fornire al lettore
gli strumenti esegetici sufficienti a un'adeguata comprensione dell'opera.
Il 3 marzo 2000 veniva
presentata a Palazzo Marino la
nuova "Edizione nazionale ed
europea" delle opere di
Alessandro Manzoni, curata da
Giancarlo Vigorelli e realizzata
dal Centro Nazionale di Studi
Manzoniani. Escono per primi i
volumi 15, 17 e 27.
PIANO OPERE FINORA USCITE
L'opera, che è finanziata dalla
Fondazione Cariplo, è in 36
volumi.
A lato -
Alessandro Manzoni, Sul Romanticismo,
Milano, Centro Nazionale Studi
Manzoniani, 2008
Da questa angolatura,
immaginando di uscire da
casa Manzoni, forse
cogliamo di più il senso di
una casa in centro, ma
appartata.
Grande, ma non fastosa.
L'incontro tra i due avvenne a
Milano nella casa di Manzoni
il 25 marzo 1862.
150 ANNI DALL’UNITA’ D’ITALIA
“Permettete ch’io renda omaggio
ad un uomo che tanto onora
l’Italia” (Garibaldi a Manzoni)
Fonte: il periodico milanese “La Perseveranza”
26 marzo 1862
Monumento ad A.Manzoni
(1883)
Non è soltanto famosa per la
celebre (e rovinosa) caduta di
Manzoni o per le ballerine della
Scala ma soprattutto per il CENTRO
SAN FEDELE e la sua cultura
all’avanguardia