PER UN’APICOLTURA A MISURA ANCHE DEI DISABILI · 32 RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA | NOVEMBRE...

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32 RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA | NOVEMBRE 2016 | APINSIEME AMBIENTE SOCIALE PER UN’APICOLTURA A MISURA ANCHE DEI DISABILI L articolo di Antonio Angeli, usci- to sulla Rivista Nazionale dA- picoltura (luglio–agosto 2016) e dedicato al progetto BeesAbili (fig.1), mi ha profondamente colpito e, quindi, ho chiesto il pdf alla reda- zione della Rivista. Una volta ricevuto, lho condiviso con gli amici/colleghi che pensavo potes- sero essere interessati. Le risposte sono state numerose. Grazie allamico Franc Šivic, dellAsso- ciazione apicoltori della Slovenia, sono venuto a conoscenza anche di espe- rienze che riguardano apicoltori disabili”, soci di quellAssociazione. Al fine di una miglior comprensione del testo si parlerà sempre di arnia”, ben sapendo che con questo termine sindica la costruzione, in genere di legno, impiegata per ospitare la colo- nia dapi. Insomma, è più corretto, allora, chiamare alvearela casetta delle api (larnia) insieme alle api che la popolano. Prima di andare avanti è dobbligo una breve premessa di tecnica apisti- ca: in Slovenia sono diffuse le arnie a favo mobile”, Žnideršič (dette anche Alberti-Žnideršič, AŽ o Arnie naziona- li); linvenzione di questo tipo di arnia si deve allapicoltore e imprenditore di Illirska Bistrica (anticamente chia- mata Villa del Nevoso, in Slovenia, al confine con la Croazia). Anton Žnidersič (1874-1947) che ave- va sperimentato i diversi tipi di arnia esistenti allora, ritenendoli inadatti alle caratteristiche climatiche della Slovenia; larnia tedesca Alberti”, però, gli piacque per le sue caratteri- stiche di accesso dal retro e per la possibilità di accatastamento. Ispirandosi così allarnia Alberti”, Anton Žnidaršič elaborò un'arnia ori- ginale e particolarmente adatta al trasporto. Con una velocità sorpren- dente la nuova struttura si diffuse anche nelle altre regioni dellex Jugo- slavia, soprattutto in Croazia. Oltre che grande apicoltore, poeta e scrittore, Anton Žnidersič fu anche un imprenditore di successo: a Ilirska Illirska Bistrica era proprietario di una segheria, di una fabbrica di imballag- gio e di un pastificio; a Maribor, inve- ce, possedeva una fabbrica di ciocco- lata. Le arnie di questo tipo sono visitabili non da sopra”, come avviene nelle arnie a favo mobileDadant-Blatt, ma da dietro(fig. 2). Sono sovrapponibili per cui gli apiari sono vere e proprie casettecon Con l’arnia Žnideršič l’estrazione dei favi mobili si attua dal retro, a un’altezza como- da per l’apicoltore, anche se è in carrozzina. E sì ha tante sorprese da svelare questa par- ticolare arnia. Non anticipiamo nulla: le sor- prese saranno numerose Renzo Barbattini * e Franc Šivic ** L’APE NEL MONDO Figura 2 Figura 1

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32 RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA | NOVEMBRE 2016 | APINSIEME AMBIENTE SOCIALE

PER UN’APICOLTURA A MISURA ANCHE DEI DISABILI

L ’articolo di Antonio Angeli, usci-

to sulla Rivista Nazionale d’A-

picoltura (luglio–agosto 2016)

e dedicato al progetto BeesAbili

(fig.1), mi ha profondamente colpito

e, quindi, ho chiesto il pdf alla reda-

zione della Rivista.

Una volta ricevuto, l’ho condiviso con

gli amici/colleghi che pensavo potes-

sero essere interessati.

Le risposte sono state numerose.

Grazie all’amico Franc Šivic, dell’Asso-

ciazione apicoltori della Slovenia, sono

venuto a conoscenza anche di espe-

rienze che riguardano apicoltori

“disabili”, soci di quell’Associazione.

Al fine di una miglior comprensione

del testo si parlerà sempre di “arnia”,

ben sapendo che con questo termine

s’indica la costruzione, in genere di

legno, impiegata per ospitare la colo-

nia d’api. Insomma, è più corretto,

allora, chiamare “alveare” la casetta

delle api (l’arnia) insieme alle api che

la popolano.

Prima di andare avanti è d’obbligo

una breve premessa di tecnica apisti-

ca: in Slovenia sono diffuse le arnie a

“favo mobile”, Žnideršič (dette anche

Alberti-Žnideršič, AŽ o Arnie naziona-

li); l’invenzione di questo tipo di arnia

si deve all’apicoltore e imprenditore

di Illirska Bistrica (anticamente chia-

mata Villa del Nevoso, in Slovenia, al

confine con la Croazia).

Anton Žnidersič (1874-1947) che ave-

va sperimentato i diversi tipi di arnia

esistenti allora, ritenendoli inadatti

alle caratteristiche climatiche della

Slovenia; l’arnia tedesca “Alberti”,

però, gli piacque per le sue caratteri-

stiche di accesso dal retro e per la

possibilità di accatastamento.

Ispirandosi così all’arnia “Alberti”,

Anton Žnidaršič elaborò un'arnia ori-

ginale e particolarmente adatta al

trasporto. Con una velocità sorpren-

dente la nuova struttura si diffuse

anche nelle altre regioni dell’ex Jugo-

slavia, soprattutto in Croazia.

Oltre che grande apicoltore, poeta e

scrittore, Anton Žnidersič fu anche un

imprenditore di successo: a Ilirska

Illirska Bistrica era proprietario di una

segheria, di una fabbrica di imballag-

gio e di un pastificio; a Maribor, inve-

ce, possedeva una fabbrica di ciocco-

lata.

Le arnie di questo tipo sono visitabili

non da “sopra”, come avviene nelle

arnie a “favo mobile” Dadant-Blatt,

ma da “dietro” (fig. 2).

Sono sovrapponibili per cui gli apiari

sono vere e proprie “casette” con

Con l’arnia Žnideršič l’estrazione dei favi

mobili si attua dal retro, a un’altezza como-

da per l’apicoltore, anche se è in carrozzina.

E sì ha tante sorprese da svelare questa par-

ticolare arnia. Non anticipiamo nulla: le sor-

prese saranno numerose

Renzo Barbattini* e Franc Šivic **

L’APE NEL MONDO

Figura 2

Figura 1

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tanto di porta d’ingresso (fig. 3 e fig.

4): l’acquarello di Branko Čušin(1) (fig.

5) è una bellissima riproduzione!

Le pareti frontali di queste arnie

spesso sono dipinte: la fig. 6 riporta

l’immagine di San Giobbe(2), eseguita

da Janez Logar nel 2002 su un fronta-

le di un’arnia (modello Žnidersič),

presente nell’apiario del Centro api-

stico sloveno Brdo pri Lukovici.

In modo schematico riportiamo le

caratteristiche vantaggiose di questo

tipo d’arnia:

È molto adatta per l’apicoltura no-

made, in quanto su una superficie

ridotta si possono collocare nume-

rosi alveari.

Può durare a lungo (anche 50 o più

anni). L’apiario “casetta” è, infatti,

protetto da una tettoia, per cui

l’arnia “AŽ” rimane al riparo dalla

pioggia, dalla neve e dall'usura e

può essere utilizzata anche per più

di cinquanta anni.

Sono molto ridotte le possibilità di

saccheggio.

Il miele dei favi contiene meno

acqua rispetto all’arnia Langstroth

o all’arnia Dadant-Blatt.

Quando l’apicoltore compie le visi-

te ai suoi alveari non è costretto a

“stare in piedi” ma può sedersi e,

così, stancarsi di meno.

L’apicoltore regge in mano, al mas-

simo, il peso di un favo pieno di

miele, quindi circa 2 kg. Si può

affermare, allora, che l’arnia Žni-

deršič è adatta anche ai disabili,

agli anziani e, addirittura, ai bambi-

ni.

Questo tipo d’arnia presenta, però,

delle esigenze “limitanti” quali:

Un prezzo più elevato rispetto a

quello dell’arnia Dadant-Blatt o

dell’arnia Langstroth.

Occorre allestire un “apiario-

casetta”.

L’apicoltore ha bisogno di più tem-

po per la visita.

I favi (telaini) del nido e del melario

hanno uguali misure.

Per il punto precedente, l’apicolto-

re ha bisogno di uno smelatore

tangenziale.

Questi apiari “casetta” sono diffusi

anche in altre regioni alpine, come

l’Austria e la Svizzera, sebbene questi

si distinguano da quelli sloveni fin dal

primo sguardo in quanto questi ulti-

mi sono caratterizzati da una tettoia

a due spioventi, con la sommità verti-

cale in linea con la parte frontale

dell'arnia. La parte anteriore è più

corta e inclinata rispetto a quella po-

steriore che sporge di un metro o

più, proteggendo le arnie dalla piog-

gia e dal sole. La parte inferiore è

semicircolare così le api si indirizzano

meglio al rientro dal pascolo verso il

proprio alveare, ottenendo un appro-

L’APE NEL MONDO

Figura 3

Figura 4

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do più veloce e sicuro. Essi sono veri

elementi di arredo paesaggistico.

Gli apiari, elementi originali dell’eco-

nomia slovena, esattamente come i

caratteristici essiccatoi per il fieno,

sono inseriti nell’ambiente e rappre-

sentano un elemento essenziale del

paesaggio; con le loro decorazioni

sono una vera e propria galleria d’ar-

te all’aria aperta. Le figure successive

ritraggono l’apicoltore Abram Jozef

da Trnja Pivka all’interno (fig. 7, fig. 8

e fig. 9) e all’esterno del suo apiario

(fig. 10 e fig. 11): dalle stesse è possi-

bile comprendere quanto sia sempli-

ce anche per un apicoltore

“disabile” (ad Abram Jozef sono sta-

te amputate entrambe le gambe)

procedere alla visita dei propri alvea-

ri. In questo tipo di arnia, infatti, l’e-

strazione dei favi mobili si attua dal

retro, a un’altezza comoda per l’api-

coltore, anche se è in carrozzina.

In conclusione a questo breve artico-

lo, ci piace riportare un aneddoto con

le parole dello stesso Franc Šivic:

«Due mesi fa è venuto a trovarmi a

Ljubljana un colonello dell’esercito

degli Stati Uniti d’America che ha la-

vorato alcuni anni come addetto mili-

tare presso l’Ambasciata americana a

Ljubljana.

Il colonello, Todd A. Scattini, ha com-

piuto azioni militari in Irak e in Afga-

nistan, mi disse che molti suoi soldati

veterani erano rimasti invalidi dopo

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L’APE NEL MONDO

APINFIORE

Figura 5

Figura 6

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APINSIEME AMBIENTE SOCIALE| NOVEMBRE 2016 | RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA 35

le azioni di guerra: senza gambe o

senza un braccio.

Quando ha visto, visitando il mio

apiario nel nostro giardino, con quale

semplicità si può lavorare con l’arnia

Žnideršič, mi ha proposto di esporta-

re questa arnia negli Stati Uniti e an-

che di scrivere un manuale su come

si opera con questo tipo d’arnia. Lui

in persona vorrebbe istruire i suoi ex

combattenti nella tecnica di condu-

zione dell’apiario».

Renzo Barbattini *

Franc Šivic **

* Dipartim. Scienze AgroAlimentari, Ambientali e Animali, Università di Udine.

** Associazione apicoltori della Slovenia – Ljubljana

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L’APE NEL MONDO

In questa pagina e nella seguente, le immagini ritraggono l’apicoltore Abram Jozef da Trnja Pivka all’interno (fig. 7, fig. 8 e fig. 9) e all’esterno del suo apiario (fig. 10 e fig. 11)

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36 RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA | NOVEMBRE 2016 | APINSIEME AMBIENTE SOCIALE

L’APE NEL MONDO Note

(1) Branco Cusin, da Jesenice (vicino al lago di Bled), non è un allevatore di api ma è un grande appassionato dell’apicoltura. Così in molte sue opere si ritrovano riferi-menti alle api, agli apiari, agli apicoltori ecc. Oltre alle tecniche tradizionali di pittura, ne utilizza un’altra abba-stanza particolare: dipinge tavole di legno col propoli. I suoi lavori eseguiti con questa tecnica sono stati esposti in occasione del Congresso di Apimondia, tenutosi nel 2003 a Ljubljana (Slovenia), dove ha vinto una medaglia di bronzo. Tra questi si ricorda il “Sant’Ambrogio, protet-tore degli apicoltori italiani e sloveni”, dipinto con il pro-poli su legno d’acero. Branco Cusin ha tenuto numerose mostre in Slovenia e in Austria; circa quindici anni fa è stato invitato dall’Associazione Apicoltori dell’Alto Adige a dipingere alcuni vecchi apiari di quella regione.

(2) In Slovenia, San Giobbe venne assurto a protettore degli apicoltori fino al secolo XIX (quando fu preferito il culto di S. Ambrogio). L’iconografia, comprese le numero-se immagini ritratte dalla tradizione popolare sui frontali delle arnie slovene sia moderne sia antiche, lo dipinge come un vecchio barbuto, seduto su di un cumulo di letame, con la pelle completamente ricoperta da bubbo-ni da cui escono larve che daranno origine ad api

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Bibliografia consultata

Šivic F., 1997 – La tradizione dell’apicoltura in Slovenia. Atti Conv. naz. “Afs”, Tolmezzo (UD), 20 settembre 1997, Quaderni dell’Associazione Amici dei Musei e dell’Arte n. 4: 22-35.

Šivic F., 2003 – Ziveti s čebelami (Vivere con le api). Mini-strsvo za kmestijstvo, gozdarstvo in prehrano (Republike Slovenije): 100 pp.

Fotografie

Le foto del servizio sono di Franc Šivic