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PROGETTO PER LA COSTITUZIONE DELLA CAPACITA’ DI RICERCA E SOCCORSO INTERNAZIONALE ----------------------------------------------------- INTRODUZIONE Trattare delle emergenze internazionali e delle situazioni di emergenza non è compito facile. Parafrasando gli antichi greci con “la bellezza sta negli occhi di chi guarda”, si può comprendere cosa colpisce un operatore umanitario: “una cultura può essere capita solo sulla base dei valori che le sono propri e nel suo contesto “. 1 Per alcune popolazioni una normale condizione di vita, viene invece scambiata per barbarie o sottosviluppo, se non addirittura percepita come “situazione di emergenza” perché valutata dal punto di vista culturale diverso. Si identificano allora priorità di intervento e criticità che sono invece del tutto normali se valutate ed esaminate all’interno di quella particolare situazione ambientale. Nelle emergenze umanitarie è necessario esclusivamente porre attenzione sullo stato di bisogno e delle necessità primarie della popolazione colpita, in un particolare momento, a seguito di situazioni di crisi sopraggiunte che ne impediscano il normale soddisfacimento. Salvare le vite umane, alleviare la sofferenza e mantenere la dignità umana durante e dopo eventi calamitosi o situazioni di crisi sono gli obiettivi dell’azione umanitaria, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile . 2 A livello internazionale le Nazioni Unite e la Comunità Europea, gli Stati sovrani, le Organizzazioni Internazionali, le Organizzazione Non Governative e il settore privato partecipano in massa quando viene annunciata un’emergenza e, in breve tempo, “starts the race”: inizia la corsa. Nel rispetto dei singoli mandati è però di vitale importanza non dimenticare l’obiettivo ultimo, avere cura della popolazione colpita. Essere a conoscenza delle capacità delle controparti e disporre di una comunicazione efficace e tempestiva evita duplicazioni e ritardi, dispersione di risorse. La “macchina umanitaria” è un sistema che vive sulla propria pelle le esperienze positive e negative vissute sul campo, quotidianamente, ed è quindi in continua evoluzione. Il tempo, in situazioni di emergenza, è l’unico fattore che non si può non prendere in considerazione ed è per questo motivo che la conoscenza di determinate procedure, entità coinvolte, capacità e risorse disponibili nel campo umanitario determinano il successo dell’impegno che si vuole profondere. Etnocentrismo e relativismo culturale: (Neil J. Smelser, Manuale di sociologia, ed. il Mulino, Strumenti, 2007, p.36) 1 Principles and Good Practice of Humanitarian Donorship – Endorsed in Stockholm, 17 June 2003 2

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PROGETTO

PER LA COSTITUZIONE DELLA CAPACITA’ DI RICERCA E SOCCORSO INTERNAZIONALE

-----------------------------------------------------

INTRODUZIONE

Trattare delle emergenze internazionali e delle situazioni di emergenza non è compito facile. Parafrasando gli antichi greci con “la bellezza sta negli occhi di chi guarda”, si può comprendere cosa colpisce un operatore umanitario: “una cultura può essere capita solo sulla base dei valori che le sono propri e nel suo contesto “. 1

Per alcune popolazioni una normale condizione di vita, viene invece scambiata per barbarie o sottosviluppo, se non addirittura percepita come “situazione di emergenza” perché valutata dal punto di vista culturale diverso. Si identificano allora priorità di intervento e criticità che sono invece del tutto normali se valutate ed esaminate all’interno di quella particolare situazione ambientale.

Nelle emergenze umanitarie è necessario esclusivamente porre attenzione sullo stato di bisogno e delle necessità primarie della popolazione colpita, in un particolare momento, a seguito di situazioni di crisi sopraggiunte che ne impediscano il normale soddisfacimento.

Salvare le vite umane, alleviare la sofferenza e mantenere la dignità umana durante e dopo eventi calamitosi o situazioni di crisi sono gli obiettivi dell’azione umanitaria, nel rispetto di uno sviluppo sostenibile . 2

A livello internazionale le Nazioni Unite e la Comunità Europea, gli Stati sovrani, le Organizzazioni Internazionali, le Organizzazione Non Governative e il settore privato partecipano in massa quando viene annunciata un’emergenza e, in breve tempo, “starts the race”: inizia la corsa. Nel rispetto dei singoli mandati è però di vitale importanza non dimenticare l’obiettivo ultimo, avere cura della popolazione colpita. Essere a conoscenza delle capacità delle controparti e disporre di una comunicazione efficace e tempestiva evita duplicazioni e ritardi, dispersione di risorse. La “macchina umanitaria” è un sistema che vive sulla propria pelle le esperienze positive e negative vissute sul campo, quotidianamente, ed è quindi in continua evoluzione.

Il tempo, in situazioni di emergenza, è l’unico fattore che non si può non prendere in considerazione ed è per questo motivo che la conoscenza di determinate procedure, entità coinvolte, capacità e risorse disponibili nel campo umanitario determinano il successo dell’impegno che si vuole profondere.

Etnocentrismo e relativismo culturale: (Neil J. Smelser, Manuale di sociologia, ed. il Mulino, Strumenti, 2007, p.36)1

Principles and Good Practice of Humanitarian Donorship – Endorsed in Stockholm, 17 June 20032

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CAPITOLO I

Una breve panoramica sugli ordinamenti, gli orientamenti, gli attori internazionali e nazionali, le competenze. Vi sono altre organizzazioni a livello Regionale e Sub-regionale che, per motivi di brevità, non vengono trattate in questa sede.

1. Il Diritto Internazionale In una prima approssimazione il diritto internazionale può essere definito come il diritto (o ordinamento) della “Comunità degli Stati”. Tale complesso di norme si forma al di sopra dello Stato, scaturendo dalla cooperazione con gli altri Stati, e lo Stato stesso con proprie norme, anche di rango costituzionale, si impegna a rispettarlo (cfr. ad es. l’art. 10, 1° comma della Costituzione italiana). Si dice pure che il diritto internazionale regola “rapporti fra Stati”. E’ questa però un’espressione equivoca, che può anche usarsi, ma a patto di precisare che con essa si intende descrivere solo un dato formale e approssimativo, precisamente il fatto che le norme internazionali si indirizzano in linea di massima agli Stati, creano cioè diritti ed obblighi per questi ultimi. E’ del tutto erroneo usare la medesima espressione se si volessero indicare con essa le “materie” di cui il diritto internazionale si occupa. Infatti, la caratteristica più rilevante del diritto internazionale odierno è proprio data dalla circostanza che esso non regola solo materie attinenti a rapporti interstatali ma, pur indirizzandosi fondamentalmente agli Stati (e raramente agli individui o alle persone fisiche e giuridiche), tende a disciplinare rapporti che si svolgono all’interno delle varie comunità. 3

Si inquadra nel tema del diritto internazionale generale anche il problema del valore delle Dichiarazioni di principi emanate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Fin dai primi anni di vita l’Assemblea ha seguito la prassi di emanare, in forma più o meno solenne, delle Dichiarazioni contenenti una serie di regole che talvolta riguardano rapporti tra Stati, ma il più spesso riguardano rapporti interni alle varie comunità statali, quali i rapporti dello Stato con i propri cittadini e con gli stranieri. Le Dichiarazioni di principi non costituiscono una autonoma fonte di norme internazionali generali. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite non ha poteri legislativi mondiali (l’atto tipico è infatti la “raccomandazione”, cioè una mera esortazione) e il carattere non vincolante delle sue risoluzioni, ivi comprese le Dichiarazioni di principi, è difeso con forza da una parte non indifferente dei suoi membri, come i Paesi occidentali. Se l’Assemblea avesse poteri legislativi, i Paesi del Terzo Mondo, che detengono la maggioranza in seno ad essa, disporrebbero del diritto internazionale generale! E’ sintomatico del resto che la libertà di conformarsi o meno ad una determinata “Dichiarazione” viene spesso rivendicata e sottolineata in seno all’Assemblea al momento dell’adozione della Dichiarazione anche dai Governi che accordano a questa il loro voto favorevole . 4

Il Sistema Internazionale nelle emergenze

Sulla base dei principi riconosciuti a livello internazionale sono stati creati dei meccanismi di intervento e delle capacità di risposta operativa in grado di fornire sufficiente ed adeguato supporto a quelle popolazioni in stato di bisogno. In generale si parla di assistenza umanitaria durante le emergenze internazionali quando l’obiettivo è cercare, come primo approccio, di salvare vite umane ed alleviare la sofferenza delle popolazioni colpite. Ciò deve essere fatto in

(CONFORTI, diritto internazionale, ed. editoriale scientifica, 2006, p. 1)3

(CONFORTI, diritto internazionale, op. cit. p. 54-55)4

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accordo con i basilari principi di umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontarietà, unità ed universalità . 5

I moderni sistemi di reazione alle emergenze sono divenuti strumenti importanti nell’ambito della risposta umanitaria globale ai disastri naturali o creati dall’uomo. L’organizzazione delle Nazioni Unite, la Comunità Europea, gli Stati sovrani, gli Organismi Internazionali non Governativi (INGO, NGO) come la Croce Rossa Internazionale e la Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, ed organizzazioni hanno sviluppato propri modelli di risposta alle emergenze e perseguono l’integrazione per limitare, prevedere e gestire eventuali situazioni di crisi. Le pregresse attività e i risultati fin qui raggiunti evidenziano però limiti operativi ed a volte difetti di capacità che se approfonditamente analizzati e ben valutati potranno in prospettiva migliorare la qualità della risposta. I diversi modelli di reazione alle emergenze non sono alternativi fra loro; essi offrono differenti risorse ma metodologie comuni rendendoli complementari; apportano così quel valore aggiunto in tutte le fasi del ciclo dell’emergenza. Al fine di evitare duplicazioni nelle attività e di promuovere un utilizzo razionale delle risorse umane e finanziarie, tali modelli prevedono un ruolo di coordinamento.

In caso di emergenza lo Stato colpito resta, comunque, responsabile della sicurezza, salvaguardia ed assistenza alla propria popolazione. Non di rado però, gli stessi Governi contano sulla comunità internazionale per ottenere aiuto: la Comunità degli Stati provvede allora a soddisfare le richieste di soccorso attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite, il meccanismo europeo (il MIC) o sulla base di interventi bilaterali diretti.

Gli aiuti alle popolazioni colpite sono di solito soddisfatti attraverso le Agenzie delle Nazioni Unite specializzate in settori di intervento nei quali hanno speciale competenza, a mezzo di contribuzioni in denaro provenienti dagli Stati membri (interventi multilaterali, multi bilaterali).

a. Le Nazioni Unite

All’interno del sistema delle Nazioni Unite, in occasione di disastri naturali ed emergenze complesse , la responsabilità per il coordinamento della risposta internazionale risiede 6

nell’Emergency Relief Coordinator (ERC) che è anche il Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Capo Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), così come stabilito dalla “Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 46/182 del 19 dicembre 1991”, e successive modificazioni.

La stessa “Risoluzione” ha inoltre posto le basi per la istituzione dello IASC (Inter-Agency Standing Committee) e del “Cluster System”, non meno importanti nel panorama degli attori umanitari.

In seguito, la “Riforma Umanitaria del 2005”, ha introdotto nuovi elementi per migliorare la capacità, la prevedibilità, la responsabilità, la leadership e partnership del sistema.

I sette principi fondamentali della IFRC (Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa)5

Disastri Naturali: improvvisi ed imprevedibili fenomeni naturali quali terremoti, cicloni, eruzioni vulcaniche ecc.; Emergenze 6

Complesse: situazioni in cui la capacità di sostentare la vita è minacciata primariamente da fattori politici e, in particolare, da livelli alti della violenza. La miscela letale di povertà, l'iniquità, l’ingiustizia il razzismo e gli altri fattori hanno l'effetto diretto di provocare malattia, morte, gli abusi di diritti umani, stress psicologico e incapacità generale. L'effetto indiretto delle emergenze complesse include lo spostamento forzato in altri luoghi di popolazioni, mancanza di produzione di cibo, mancanza di infrastrutture.

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L’aspetto più visibile della riforma è stato la creazione dell’approccio “Cluster”. I “cluster” sono gruppi di organizzazioni umanitarie (ONU e non-ONU) che lavorano nei principali settori dell’azione umanitaria, ad esempio rifugi e salute. Essi vengono creati quando vi sono chiare emergenze umanitarie all’interno di un settore, quando ci sono numerosi attori all’interno dei settori e quando le autorità nazionali hanno bisogno di sostegno e di coordinamento.

I cluster forniscono un chiaro punto di contatto e sono responsabili per la adeguata e appropriata assistenza umanitaria. L’approccio a “Cluster” crea partenariati tra gli attori umanitari internazionali, autorità nazionali e locali e della società civile.

I settori di intervento o “cluster” identificano mandati, ruoli e attività delle Agenzie UN coinvolte nelle emergenze internazionali : 7

- UNDP (United Nations Development Programme) ha il mandato di aiutare gli Stati sovrani al perseguimento di uno sviluppo sostenibile, attraverso l’assistenza nel costruire le loro capacità e nel delineare e portare a compimento i programmi di sviluppo;

- UNICEF (United Nations Children’s Fund) è fautore e lavora per la protezione dei diritti dei bambini, del soddisfacimento dei loro bisogni basici, aiutandoli a raggiungere le loro piene potenzialità;

- WFP (World Food Programme) ha il mandato di combattere la fame mondiale; - FAO (Food and Agricolture Organization) fondata nel 1945 ha il mandato di innalzare il

livello di nutrizione e gli standard di vita, migliorare la produzione agricola e migliorare le condizioni delle popolazioni rurali;

- UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees) ha il mandato di condurre e coordinare l’azione internazionale per la protezione globale dei rifugiati e di risolvere i problemi dei rifugiati;

- WHO (World Health Organization) è responsabile della salute pubblica. - OCHA (Office for the Coordination of Humanitarian Affairs) ha il mandato di coordinare

la risposta di emergenze e lo sviluppo della policy.

Nel sistema a “cluster” sono inoltre presenti IOM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni) e IFRC (Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa), OHCHR (Ufficio dell’Alto Commissariato per i diritti umani).

Responsabile “Cluster”

Settore ed area di attività Responsabile

Agricoltura FAO

Coordinamento dei campi di accoglienza/management: Rifugiati (in caso di conflitto) In caso di disastro

UNHCR IOM

Sviluppo strutturale UNDP

Educazione UNICEF e Save The Children – UK

Ricoveri di emergenza: Rifugiati (in caso di conflitto) In caso di disastro

UNHCRIFRC (Convener)

Telecomunicazioni di emergenza OCHA/UNICEF/WFP

http://ocha.unog.ch/humanitarianreform/Default.aspx?tabid=2177

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Le Agenzie ONU si sono inoltre dotate di diversi sistemi globali di allerta e database per scambio dati, in grado di raccogliere quante più informazioni possibili, allo scopo di comunicare in tempo reale gli allarmi (“warnings”) a seguito di disastri naturali, per facilitare il coordinamento delle attività di risposta, il monitoraggio delle informazioni, la mappatura delle zone colpite.

Tra i diversi sistemi, il “GDACS” è un sistema on-line di notificazione degli allarmi che 8

giungono al sistema stesso da risorse multiple dislocate nel globo; gli allarmi sono analizzati da sistemi informatici allo scopo di determinare con quanta probabilità si presume sia necessario un intervento umanitario. Le news, le mappe dei danni e i rapporti sulla situazione umanitaria sono collezionati automaticamente da oltre 1000 risorse on-line.

Il braccio operativo delle Nazioni Unite, specializzato nel coordinamento ed “assessment” per quanto riguarda le emergenze naturali e i disastri complessi è l’UNDAC (United Nations 9

Disaster Assessment and Coordination).

Il “ReliefWeb” è la risorsa on-line che raccoglie le informazioni (finanziarie, documenti e 10

mappe) sulle emergenze umanitarie e sui disastri. E’ un veicolo indipendente di informazioni, specificamente progettato per assistere la comunità internazionale quando proiettata all’effettiva assistenza nelle emergenze ed offre, altresì, opportune informazioni, affidabili ed attinenti agli eventi, enfatizzandone allo stesso tempo altre a copertura delle cosiddette “emergenze dimenticate”.

Salute WHO

Logistica WFP

Nutrizione UNICEF

Protezione: Rifugiati (in caso di conflitto) In caso di disastro/conflitto (piuttosto che rifugiati)

UNHCR UNHCR/OHCHR/UNICEF

Acqua, sanità, igiene UNICEF

GDACS http://www.gdacs.org/index.asp8

Il team UNDAC è un team in stand-by di gestione delle calamità formato da professionisti nominati e finanziati dagli Stati Membri 9

delle Nazioni Unite, da OCHA, da UNDP e da altre agenzie operative a carattere umanitario come ad esempio il WFP, UNICEF e OMS. Su richiesta del Paese colpito da calamità il team UNDAC può essere implementato in poche ore a svolgere una rapida valutazione dei bisogni prioritari e per sostenere le Autorità nazionali e le Nazioni Unite nel coordinare i soccorsi internazionali sul posto. I membri del team di UNDAC sono permanentemente in stand-by per la distribuzione di missioni di soccorso a seguito di catastrofi e di emergenze umanitarie in tutto il mondo. Il team è responsabile della fornitura di informazioni di prima mano sulla situazione di emergenza e delle esigenze prioritarie delle vittime, a favore della Comunità internazionale attraverso OCHA. In particolare dopo i terremoti il team UNDAC deve essere rapidamente mobilitato al fine di coordinare efficacemente la ricerca e soccorso (SAR – search and rescue), il funzionamento dei gruppi internazionali SAR insieme con le autorità nazionali del paese colpito.

http://www.reliefweb.int/rw/hlp.nsf/db900ByKey/AboutReliefWeb?OpenDocument10

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In aggiunta alle attività poste in essere dalle Agenzie, il sistema UN si è dotato di una speciale risorsa, il CERF (Central Emergency Response Fund) , un fondo istituito per 11

consentire una più tempestiva e affidabile assistenza umanitaria alle persone colpite da disastri naturali e da emergenze complesse. E’ gestito a nome del Segretario Generale delle Nazioni Unite che, come detto, è anche il Coordinatore dei soccorsi d'emergenza (“Emergency Relief Coordinator”) ed avrà disponibilità per 500 milioni di dollari quando pienamente operativo. E’ stato ideato per il soddisfacimento dei bisogni attraverso due canali, uno per la risposta rapida e uno per le emergenze croniche . E’ finanziato da contributi 12

volontari da tutto il mondo da parte degli Stati Membri delle Nazioni Unite, imprese private, fondazioni e singoli individui.

b. La Comunità Europea

L’Unione Europea nel suo insieme (vale a dire, gli Stati membri e la Commissione) è una dei donatori di aiuti umanitari. La Direzione Generale competente per gli aiuti umanitari (European Commission Humanitarian Office o ECHO ) è il servizio della Commissione 13

europea responsabile per tale attività. Il mandato dell’Unione Europea per ECHO è quello di fornire assistenza d’emergenza e di

soccorso alle vittime di catastrofi naturali o conflitti armati al di fuori dell'Unione Europea. L’aiuto è destinato direttamente a coloro che sono in difficoltà, a prescindere da razza,

religione o convinzioni politiche. Il ruolo principale del meccanismo comunitario di protezione civile è quello di facilitare la

cooperazione in materia di protezione civile, interventi di soccorso in caso di emergenze gravi che possono richiedere urgenti azioni di risposta. Ciò vale anche per le situazioni in cui vi può essere una minaccia imminente.

Il Centro di Monitoraggio e Informazione (MIC), gestito dalla Commissione Europea a Bruxelles, è il cuore operativo del meccanismo comunitario di protezione civile. Qualsiasi paese colpito da una grave catastrofe - all'interno o al di fuori dell'Unione Europea – è in grado di lanciare una richiesta di assistenza attraverso il MIC . 14

2. Il Diritto nazionale

La carenza “naturale” di norme di rango costituzionale nei settori della cooperazione e dell’aiuto ai paesi in via di sviluppo ha costretto il legislatore a provvedere alle necessità che man mano venivano alla luce adottando misure contingenti, attraverso l’emanazione di diversi atti normativi che richiamano il complesso elenco di principi e norme di diritto, e che rappresentano la base di legittimità, senza poter disporre però di un quadro di riferimento.

In caso di emergenze internazionali, così come previsto dalla legge 11 agosto 2014, n. 125 i relativi interventi straordinari destinati a fronteggiare le emergenze naturali e le emergenze complesse sono attribuiti al Ministero degli Affari. Gli interventi di emergenza possono inoltre

http://ochaonline.un.org/cerf/WhatistheCERF/tabid/3534/Default.aspx11

Ci rendiamo conto che “emergenza cronica” é un po’ una contraddizione; con questo termine si vuole indicare in realtà una 12

emergenza “irrisolta”. Un esempio ricorrente é quello relativo alla ricollocazione dei rifugiati di guerra.

Istituita con Regolamento CE n. 1257/96 del Consiglio del 20 giugno 1996 relativo all’aiuto umanitario. http://ec.europa.eu/echo/13

files/about/ECHO-organigramme_2013_en.pdf

il MIC (Monitoring and Information Center - http://ec.europa.eu/echo/policies/disaster_response/mic_en.htm) 14

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essere effettuati d’intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile che pone a disposizione personale specializzato e mezzi idonei per farvi fronte.

a. Il Sistema Istituzionale italiano. La rete diplomatica – Il Ministero Affari Esteri

Il ruolo del MAE e, nello specifico, della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo durante le emergenze internazionali, come previsto dalla legge 49 del 26 febbraio 1987, abrogata con legge 11 agosto 2014, n. 125 “Disciplina generale sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo. (14G00130) (GU n.199 del 28-8-2014)“ (…) finalizzati al soccorso e all’assistenza delle popolazioni e al rapido ristabilimento delle condizioni necessarie per la ripresa dei processi di sviluppo (…).

Limitandoci agli interventi umanitari di emergenza la specifica unità operativa, l’Ufficio Emergenza, attivato per la massima parte da policy interne, provvede a fornire, una risposta alle esigenze che si presentano di volta in volta a seguito di calamità naturali o crisi umanitarie attribuibili all’uomo.

Gli interventi di emergenza destinati a fronteggiare disastri naturali e non, mirano a fornire il minimo soccorso alle popolazioni bisognose nelle fasi iniziali dell’emergenza mediante l’invio di alcuni generi di prima necessità.

b.La Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Dipartimento della Protezione Civile

Derivato dalla statuita Agenzia di protezione civile di cui al Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n. 300 successivamente divenuta Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri con Decreto Legge 7 settembre 2001, n. 343, regolata dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225 e modificata dal decreto legge n. 93/2013, convertito con modifiche dalla legge n. 119/2013 con disposizioni in tema di protezione civile 14 agosto 2013 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 191 del 16 agosto 2013 è posto alle dirette dipendenze di questo. Opera anch’esso a livello internazionale e soprattutto europeo (MIC), in accordo con le analoghe istituzioni di altri Paesi, partecipando quindi ad interventi di protezione civile all’estero. A livello di prevenzione a medio e lungo termine, soprattutto in campo sismico ed idrogeologico, si è dimostrato utile lo sviluppo internazionale delle reti di informazione e monitoraggio, lo scambio di informazioni e di metodologie, l’avvio di relazioni permanenti con centri di ricerca, specialisti e strutture organizzate dalla protezione civile degli altri Stati membri dell’Unione Europea. Per lo svolgimento dei compiti di protezione civile nazionale si avvale del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, del C.N.R., dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dell’ E.N.E.A., della Croce Rossa Italiana, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

Questa nascente cooperazione internazionale permette all’Italia di verificare e valutare metodi, procedure, tecniche operative e modelli organizzativi alla luce delle esperienze compiute in altri Paesi, ma anche di esportare fuori dei confini nazionali il know-how del nostro sistema di protezione civile.

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CAPITOLO II

Il sistema Italia: la logistica, le operazioni, i costi. Quali vantaggi ?

1. Logistica

La gestione razionale e integrata delle attività operative legate al flusso dei materiali, e cioè la logistica, è forse il più attuale ed efficace strumento per risolvere i problemi di riduzione dei costi, del taglio delle scorte, dell’automazione dei rifornimenti, dell’aumento della capacità di soddisfare i bisogni. Nelle pagine che seguono si affronta da un punto di vista pratico l’argomento, lo studio del piano logistico e delle reti distributive, le strutture fisiche della logistica, il problema dei trasporti e delle relative procedure operative. Dopo un accenno al sistema logistico ora a disposizione, viene trattato il problema dei costi della logistica e del relativo controllo.

a. La logistica operativa

Il 10 ottobre 1988 fu firmato a Ginevra l’accordo tra il Governo italiano e l’allora UN DRO (poi UN DHA ora UN OCHA ) che istituì un fondo di emergenza destinato 15 16 17

all’acquisto e alla gestione dei beni di soccorso (di cui si dirà in seguito) da custodire in un deposito che fu reso disponibile negli apprestamenti logistici di Pisa.

Successivamente, il 23 novembre 1994, a Roma, il Ministero della Difesa per conto del Governo italiano ed il Segretario Generale delle Nazioni Unite firmarono un “Memorandum of Understanding” (MoU) e un “Implementation Agreement” (I.A.) per la costituzione di una Base Logistica dell’ONU – United Nations Logistic Base (UNLB) nell’ambito del comprensorio della Base Aerea di Brindisi. Il MoU è stato ratificato dal Parlamento italiano con legge 4 marzo 1997, n. 62, mentre l’I.A. è entrato in vigore all’atto della firma (il 23.11.1994).

Il 12 dicembre 2003 fu firmata una “Letter of Understanding” (LoU) tra il Ministero degli Affari Esteri – DGCS – e il World Food Programme (WFP) che creò, di fatto, il Deposito Umanitario per le Emergenze, gestito dal WFP stesso e denominato United Nations Humanitarian Response Depot (UNHRD ), con sede a Brindisi ed all’interno della base 18

UNLB, dove tutti gli stock dei beni umanitari di emergenza precedentemente stipati a Pisa, furono trasferiti.

L’UNHRD di Brindisi è interamente sovvenzionato dal Governo italiano per quanto riguarda il personale, i costi di mantenimento, le attrezzature, le utenze.

Costo annuale circa 4 milioni di euro annui. Vi lavorano cerca 20 persone.

United Nations Disaster Relief Coordinator Office - Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 2816 (XXVI) del 15

14 dicembre 1971

United Nations Department of Humanitarian Affairs - Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 36/225 del 17 16

dicembre 1981.

United Nations Office for Humanitarian Affairs – Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 46/182 del 19 17

dicembre 1991.

http://www.unhrd.org/18

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b. Gli HUB (o centri nodali) e i beni umanitari

Il Deposito UNHRD di Brindisi è l’HUB principale. Amministrato dal WFP, contiene attrezzature e beni del WFP, del Governo italiano, di 19

altri Governi, di Organizzazioni Non Governative (utilizzatori della rete ). 20

. Nell’ambito del processo di ampliamento degli HUB, UNHRD è divenuto un “network”, con depositi in Panama (Panama City), Ghana (Accra), Emirati Arabi Uniti (Dubai), Malesia (Subang), coprendo, di fatto, tutto il globo terrestre.

L’acquisto dei beni umanitari di emergenza da parte del Governo italiano avviene per il tramite di OCHA, di UNHRD, del WHO, in particolari situazioni anche tramite il WFP.

Le attività di acquisto e fornitura di servizi riferiti a “servizi specifici” prevede un ulteriore costo.

In pratica, oltre al pagamento dei beni reperiti sul mercato, si paga il servizio reso: nel caso di UNHRD si arriva al 7%, anche per la prenotazione di un cargo per il trasporto dei beni a destinazione , oltre ovviamente al pagamento previsto per il trasporto. 21

2. L’opportunità

Da un punto di vista di “gestione” delle opzioni operative, con riferimento alle modalità di reazione e di intervento di emergenza all’estero, le possibilità fornite dalle normative vigenti sono le più disparate.

Vengono identificate entità ed autorità, responsabilità e mandati, settori di pertinenza ed anche modalità di impiego, le Istituzioni possono fare tutto, “qualunque mente“ può operare.

Ma non vi è una capacità di “governance” totale in grado di gestire un serio dispiegamento internazionale; la mancanza è cronica in ciascuna delle Istituzioni precedentemente illustrate.

Il Ministero degli Affari Esteri - Ufficio Emergenza della DGCS - opera organizzando trasporti umanitari su richiesta delle autorità locali o su segnalazione delle Sedi diplomatiche, è distante dal coordinamento internazionale, opera su base “politica” e non “umanitaria”; delega gran parte dei progetti di emergenza alle Agenzie delle Nazioni Unite.

Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco non ha risorse in grado di predisporlo al dispiegamento internazionale e di fatto la sua capacità di ricerca e soccorso non è stata mai dispiegata.

Il Dipartimento della Protezione Civile dispone delle capacità fornite dalle altre Istituzioni dello Stato limitando i dispiegamenti alle attività dei Posti Medici Avanzati ed invio di beni di prima necessità, distogliendoli però dagli stock nazionali.

Il Ministero della Difesa ha vettori idonei al trasporto.

Il sistema Italia è, di fatto, frammentato.

Le disposizioni vigenti forniscono la possibilità di operare, per un verso, in modo più che parsimonioso causa le sempre maggiori ristrettezze finanziarie, per l’altro autorizzano la

http://www.hrdlab.eu/?page_id=577419

http://www.hrdlab.eu/?page_id=1320

http://www.hrdlab.eu/docs/STANDARD_OPERATING_PROCEDURES_01_06_2011_v1.3.pdf21

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possibilità di gestione ad esecutori che non operano in modo sinergico, non sono controllati e risultano spesse volte inefficaci.

Nel settore delle emergenze internazionali è invece prioritario poter disporre di una struttura snella, flessibile ed in grado di poter disporre totalmente dello strumento e delle capacità disponibili ed inoltre, coordinare il proprio intervento con la comunità internazionale.

L’Italia deve poter tornare ad essere attore principale.

Il quadro normativo delineato consente ad un comune osservatore di mettere a fuoco una situazione non del tutto chiara: diverse alternative, diverse opportunità e diverse attribuzioni che comportano un dispendio di risorse oltre quelle effettivamente necessarie: tutti possono fare tutto.

Il meccanismo disponibile che permette la cosiddetta “proiettabilità di capacità, beni e servizi”, la capacità, cioè, di inviare risorse umane, materiali e capacità fuori area in caso di bisogno, deve essere ripensato.

La struttura di UNHRD con annesse le pertinenze di Brindisi e quelle di S. Vito dei Normanni , di OCHA e del WHO con i loro kit di emergenza, costano al popolo italiano 22

milioni di euro annui.

Milioni di euro per compiti relativi all’acquisto di beni (valore nominale esiguo) e logistici.

Specificità di un negoziante e uno spedizioniere.

La particolarità, ed anche la contraddizione, è che ad ogni acquisto richiesto è previsto anche il pagamento per il servizio reso (ogni Agenzia applica la propria percentuale, tra il 5% ed il 7% ) ma non solo, tale maggiorazione è applicata su ogni “specifico servizio 23

richiesto” (a tutti i donatori, non solo all’Italia), compresa la preparazione dei beni per il trasporto (“packaging” e “handling”) che varia a seconda della tipologia di vettore, di container o di cargo usati per l’operazione, a cui si aggiungono eventuali costi per l’uso di camion in caso di spostamento dei beni da un deposito al luogo di imbarco ed ogni altro genere di servizio chiamato appunto “specifico”.

Riflettendo su questo viene da pensare allora: il sistema Italia è in grado di organizzare in proprio una capacità di “preparedness” e “response” logistica e operativa?

Se è vero, come è vero, che UNHRD è il braccio logistico/operativo del WFP e più in generale del supporto logistico all’azione umanitaria delle Nazioni Unite, che opera nel settore dei trasporti noleggiando sul libero mercato mezzi aerei, navali e terrestri battenti bandiere delle più varie nazionalità, allora ci si può chiedere: perché l’Italia non si dota di una propria capacità, come peraltro hanno le altre Nazioni, per i propri interventi umanitari ?

Sempre nell’ambito del ratificato Memorandum d’intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo 22

all’uso da parte delle Nazioni Unite di locali di istallazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative, fatto a Roma il 23 novembre 1994, Legge 4 marzo 1997 n. 62, pubblicato sulla GU n. 69 del 24 marzo 1997.

i cosiddetti MRC costs rappresentano il costo del management per servizi specifici richiesti, quali il costo del personale di 23

UNHRD coinvolto e il costo delle telecomunicazioni e attrezzature usate per gestire il servizio di “procurement” dei beni.

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D’altronde il settore della logistica dei trasporti è ampio e dà molte alternative: DHL , 24

UPS, SAIMA AVANDERO ABX Logistics sono alcuni esempi di imprese del settore privato con le capacità necessarie al soddisfacimento delle esigenze di trasporto.

Per non parlare dei beni umanitari in quanto tali: a ben vedere sono costruiti da ditte specializzate presenti anche sul nostro mercato interno e potremmo acquisirli direttamente.

Perché non dare possibilità alla piccola e media impresa italiana di produrre beni e servizi in grado di supportare le necessità della capacità di intervento umanitario?

E’ indubbio che spostare la “responsabilità” di talune azioni (gare di acquisto/noleggio, fornitori, contabilità) ad altre istituzioni ha i suoi benefici, così come l’essere uno dei “donatori” delle Agenzie delle Nazioni Unite ha i suoi grandi effetti e ritorni ma la domanda è: quali sono i grandi effetti e ritorni ?

Quanto ci costa tutto questo in termini di spesa effettiva, ritorno di immagine, congedamento dal mercato italiano ?

E’ invece necessario poter disporre di un vero “sistema Italia”.

http://www.us.danzas.com24

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CAPITOLO III

Abbiamo risposto alla domanda “Cosa abbiamo?” Ora proviamo a rispondere alla domanda “Cosa vogliamo?” Come utilizzare ciò che si ha? Cosa accadrà quando lo otterremo? Ci si rivolge a tutti, alla comunità per intero, per il suo consenso.

1. Generalità

La Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite A/Res/57/150 del 27 febbraio 2003 in Agenda come item 21, ha mirato a rafforzare l’efficacia ed il coordinamento dell’assistenza internazionale nella ricerca e soccorso urbana (Urban Search and Rescue – USAR).

L’Assemblea Generale, nello stesso documento, ha riaffermato i contenuti della Res. 46/182 del 19 dicembre 1991 (il cui allegato contiene i principi guida per rafforzare il coordinamento dell’assistenza umanitaria del sistema delle Nazioni Unite), delle Risoluzioni 54/233 del 22 dicembre 1999, 55/163 del 14 dicembre 2000, 56/103 del 14 dicembre 2001 e 56/195 del 21 dicembre 2001, e ricordato le conclusioni 1998/11 e 1999/12 approvate dal Consiglio Economico e Sociale e la Risoluzione 2002/32 del 26 luglio 2002 del Consiglio. Prese atto, anche, della Relazione del Segretario Generale sulla cooperazione internazionale per l’assistenza umanitaria in materia di calamità naturali, dalla fase di soccorso a quella di sviluppo (A/57/578).

La preoccupazione per il crescente numero ed entità dei disastri con conseguente perdita di vite umane e di proprietà pubbliche e private in tutto il mondo, le conseguenze che questi comportano a lungo termine, in modo particolarmente grave per i paesi in via di sviluppo, è stata ribadita dall’Assemblea Generale. Tenuto conto che la sovranità, l’integrità territoriale e l’unità nazionale degli Stati devono essere pienamente rispettati in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, è stato riaffermato che l’assistenza umanitaria deve essere fornita con il consenso del Paese colpito e, in linea di principio, sulla base di un appello da parte dello stesso.

E’ stato, altresì, riaffermato che ogni Stato ha la responsabilità, prima di tutto, di prendersi cura delle vittime delle catastrofi naturali ed altre emergenze che si verificano sul proprio territorio e che, conseguentemente, lo Stato affetto ha un ruolo primario ed iniziale nella organizzazione, nel coordinamento ed attuazione degli aiuti umanitari nel suo territorio.

Riconosciuta l’importanza dei principi di neutralità, umanità e imparzialità nel provvedere per l’assistenza umanitaria, è stata sottolineata la responsabilità di tutti gli Stati delle azioni volte alla preparazione nell’affrontare i disastri e sugli sforzi per mitigarli, al fine di ridurre al minimo il loro impatto.

Ruolo chiave e fondamentale in caso di disastro è giocato dai soccorritori locali e dalle esistenti capacità. E’ di fondamentale importanza l’ottenimento di informazioni tempestive, un coordinamento ed un supporto internazionale tecnicamente valido, fornito in stretto coordinamento con lo Stato ricevente, del tutto particolare in materia di ricerca e di soccorso dopo terremoti e altri eventi che hanno prodotto collasso strutturale.

L’importante contributo fornito dalle squadre internazionali di ricerca e soccorso urbana a seguito di calamità, che ha contribuito a ridurre la perdita di vite umane e della sofferenza umana è da sempre vivamente apprezzato dall’Assemblea e, a tale riguardo, è stato elogiato anche il

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lavoro di assistenza e coordinamento delle Nazioni Unite nel facilitare le attività di valutazione dei bisogni e di assistenza agli Stati colpiti e nel coordinare in loco le operazioni di ricerca e soccorso da parte dei team internazionali.

Restava la preoccupazione sui requisiti procedurali applicabili ai movimenti di cittadini stranieri verso il Paese colpito e sulla introduzione e gestione delle loro attrezzature verso e all’interno di questo, procedure che in qualche modo potessero pregiudicare il tempestivo rilascio dell’autorizzazione all’ingresso dei team internazionali, il dispiegamento sul luogo del disastro nonché lo svolgimento delle operazioni di ricerca e soccorso urbana. Inoltre, vi era preoccupazione per l’eventuale supplementare aggravio che avrebbe potuto rappresentare, sulle già impegnate risorse dei Paesi colpiti, l’ulteriore presenza di team internazionali di ricerca e soccorso urbana non adeguatamente addestrati o equipaggiati.

Prendendo atto degli sforzi compiuti dagli Stati membri - facilitati dall’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari del Segretariato UN (OCHA) - per migliorare l’efficienza e l’efficacia nel provvedere i servizi internazionali di assistenza alla ricerca e soccorso urbana, tenendo anche conto che la Federazione Internazionale della Croce Rossa e delle Società della Mezzaluna Rossa (IFRC) stava identificando lo stato del diritto internazionale in materia di risposta alle calamità, e sottolineando la necessità di un controllo intergovernativo di questo processo, con particolare riguardo ai suoi principi, la portata e gli obiettivi, l’Assemblea Generale riconobbe quale strumento di riferimento, flessibile e utile, per facilitare la risposta in caso di calamità le Linee Guida sviluppate dall’INSARAG (International Search and Rescue Advisory Board) . 25

L’Assemblea Generale, in sintesi:

1. Ha sottolineato la necessità di migliorare l’efficienza e l’efficacia nella prestazione di assistenza internazionale urbana di ricerca e soccorso, con l’obiettivo di contribuire a salvare più vite umane;

2. Ha incoraggiato gli sforzi volti al rafforzamento del sistema internazionale INSARAG e dei suoi gruppi regionali, in particolare attraverso la partecipazione alle sue attività di rappresentanti provenienti da un maggior numero di paesi possibile;

3. Ha sollecitato tutti gli Stati, in linea con le misure applicabili in materia di sicurezza pubblica e di sicurezza nazionale, di semplificare o ridurre, a seconda dei casi, le procedure doganali e amministrative relative all’ingresso, al transito, al soggiorno e all’uscita di team internazionali di ricerca e soccorso urbana e delle loro attrezzature e materiali, tenendo conto degli orientamenti delle Linee Guida INSARAG, soprattutto per quanto riguarda i visti di ingresso per i soccorritori e la messa in quarantena dei loro animali, l’utilizzo dello spazio aereo e l’importazione della tecnologia ed apparecchiature di comunicazione per la ricerca e il soccorso, nonché i farmaci necessari e altri materiali pertinenti;

4. Ha sollecitato, inoltre, tutti gli Stati ad adottare misure per garantire la sicurezza e la salvaguardia dei team internazionali di ricerca e soccorso che operano nel loro territorio;

INSARAG è una rete globale di oltre 80 paesi ed organismi che si rendono disponibili alla risposta alle catastrofi, sotto l’ombrello 25

delle Nazioni Unite. L’offerta INSARAG prevede la ricerca urbana e di salvataggio (USAR). L’INSARAG mira a stabilire norme per le squadre USAR internazionali e la metodologia per il coordinamento internazionale in risposta ai terremoti o altri disastri in cui è richiesta tale capacità. I membri dell’INSARAG sono specialisti in grado di rispondere alle esigenze di “Urban Search and Rescue”.

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5. Ha esortato, inoltre, tutti gli Stati che hanno la capacità di fornire team internazionali di ricerca e soccorso urbana ad adottare le misure necessarie per garantire che tali team, sotto la loro responsabilità, vengano dispiegati in operazioni secondo gli standard internazionali sviluppati come specificato dagli orientamenti dell’INSARAG, in particolare relativamente al dispiegamento tempestivo, all’autosufficienza, alla formazione, alle procedure operative e attrezzature, e alla consapevolezza culturale;

6. Ha ribadito il ruolo di leadership del Coordinatore UN degli Aiuti Umanitari (ERC) nel supportare le autorità dello Stato colpito, su loro richiesta, nel coordinamento dell’assistenza multilaterale a seguito di disastri;

7. Ha incoraggiato il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati a livello regionale e sub-regionale in materia di preparazione e risposta ai disastri, con particolare riguardo al potenziamento delle capacità a tutti i livelli;

8. Ha incoraggiato gli Stati membri, con la facilitazione dell’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari del Segretariato UN ed in collaborazione con l’INSARAG, a proseguire gli sforzi per migliorare l’efficienza e l’efficacia nel fornire la capacità internazionale di assistenza alla ricerca e soccorso urbana, compreso l’ulteriore sviluppo di norme comuni.

Ciò, è quanto emerge dai documenti della 75a riunione plenaria del 16 Dicembre 2002.

Otto anni più tardi, in occasione del primo incontro globale dell’International Search and Rescue Advisory Group, avvenuto a Kobe, Giappone, dal 14 al 16 settembre 2010, l’Italia ha aderito alla “Hyogo Declaration” sul “Riconoscimento e rafforzamento dell’International Urban Search and Rescue e dei propri standard operativi”.

70 Paesi e 7 Organizzazioni Internazionali hanno espresso il loro rinnovato impegno verso la Risoluzione A/Res/57/150 del 16 dicembre 2002.

Gli Stati membri presenti hanno deliberato, tra l’altro, quanto segue:

1. Esprimono la propria soddisfazione per i continui progressi compiuti dall’INSARAG nell’ultimo ventennio nella creazione di una ben consolidata rete di professionisti della ricerca e soccorso urbana che opera per garantire una risposta rapida e il coordinamento delle operazioni in caso di disastri quali terremoti, a sostegno delle popolazioni colpite e dei governi;

2. Riconoscono il ruolo crescente ed in espansione svolto dai team internazionali di ricerca e soccorso urbana nella risposta a terremoti, come dimostrato ad Haiti (2010), non solo focalizzato sulla ricerca e il salvataggio, ma anche su un livello più globale di assistenza umanitaria verso la ripresa; enfasi è posta sulla determinazione nel voler mantenere il sistema INSARAG allo scopo di migliorare la professionalità e la capacità delle organizzazioni internazionali dedite alla ricerca e soccorso urbana, anche attraverso il rafforzamento delle capacità nazionali, al fine di far fronte allei emergenze utilizzando prioritariamente le proprie risorse;

3. Per fare ciò esprimono il loro apprezzamento e sostegno per la creazione di standard operativi per la ricerca urbana, verificabili in modo indipendente attraverso il processo di

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Classificazione Esterna (International External Classification - IEC), ed invitano e incoraggiano tutti gli Stati membri con capacità di ricerca e soccorso urbana in grado di essere dispiegate a livello internazionale, a tenere conto del processo di classificazione;

4. Sollecitano e raccomandano vivamente la istituzione a livello nazionale e locale di tale capacità, fondamentale per una risposta efficace ai terremoti in caso di crollo di strutture o in altre emergenze correlate in un mondo in rapida urbanizzazione, e accolgono con favore il lavoro intrapreso dalla rete INSARAG di sviluppare raccomandazioni per la stesura delle linee guida operative e organizzative per lo sviluppo delle capacità nazionali USAR;

5. Inoltre, temendo quell’onere supplementare che i Paesi colpiti normalmente non sono in grado di sopportare in caso di dispiegamenti di team internazionali di ricerca e soccorso urbana non propriamente addestrati ed equipaggiati (perché già impegnati con le proprie risorse a fronteggiare l’emergenza e la gestione di risorse esterne aggiungerebbe un ulteriore aggravio in termini di gestione), gli Stati membri incoraggiano tutti i Paesi a valorizzare e promuovere lo sviluppo di tale capacità a livello nazionale ed invitano i Paesi colpiti a considerare prioritariamente le offerte di aiuto proveniente da paesi con Team USAR classificati INSARAG;

6. Invitano tutti i team internazionali di ricerca e soccorso urbana in grado di rispondere a terremoti, di seguire le procedure operative di coordinamento di OCHA, in particolare quelle previste dagli orientamenti e metodologie INSARAG e coordinando il loro lavoro con le indicazioni del Centro di Accoglienza e di Partenza (RDC) e del Centro di Coordinamento Operativo (OSOCC), istituiti nella zona del disastro dal team di “Disaster Manager” delle Nazioni Unite (UNDAC).

Ad oggi, la situazione dei Paesi che hanno valorizzato e promosso lo sviluppo della capacità INSARAG è quella riportata in Allegato 1.

Italia assente !

In Allegato 2 è riportata l’evoluzione internazionale dei Team Usar classificati INSARAG e la lista di attesa per le classificazioni e ri-classificazioni fino al 2016 (approssimativamente).

Italia assente !

2. Analisi del problema

L’Italia non ha Team USAR classificati INSARAG e ciò pregiudica l’eventuale impiego degli specialisti della ricerca e soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in caso un paese faccia appello all’aiuto internazionale.

Come detto, l’organigramma istituzionale italiano non facilita la predisposizione di una gestione dedicata dello strumento per la mancanza di una “leadership”.

Tecnicamente la situazione si può così riassumere:

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a) La capacità operativa riferita alla “Ricerca e Soccorso Urbana” risiede nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco . 26

Sono compresi, tra gli interventi tecnici di soccorso pubblico del Corpo nazionale : ▪ L’opera tecnica di soccorso in occasione di incendi, di incontrollati rilasci di energia, di

improvviso o minacciante crollo strutturale, di frane, di piene, di alluvioni o di altra pubblica calamità;

▪ L’opera tecnica di contrasto dei rischi derivanti dall'impiego dell'energia nucleare e dall'uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche.

Gli interventi tecnici di soccorso pubblico del Corpo nazionale si limitano ai compiti di carattere strettamente urgente e cessano al venir meno della effettiva necessità.

Per quanto attiene alla capacità di dispiegamento internazionale dei Team USAR italiani, sebbene sia riconosciuta la capacità operativa di intervento sul territorio nazionale ed estero (notificata a livello europeo al dispositivo di protezione civile europea - MIC) , si ravvisa la 27

necessità di prevedere un esame ed una valutazione delle procedure operative di dispiegamento, delle capacità logistiche, l’aggiornamento delle apparecchiature specialistiche, dei mezzi tecnici e materiali, nonché l’aggiornamento delle dotazioni personali.

b) La capacità logistico/operativa a supporto del Team USAR (dispiegamento e rientro) risiede nel Ministero della Difesa. Per principio, il Ministero della Difesa non assegna, a priori, forze e assetti per esigenze concorsuali, ma si riserva l’adozione dei provvedimenti opportuni solo in base alla situazione contingente, al fine di mantenere sempre integra l’autonomia decisionale nel conseguimento dei fini istituzionali. Si osserva, che l’attuale meccanismo di risposta in caso di operazioni di “Disaster Relief” risulta essere ben collaudato ed offre adeguata reattività, garantendo tutte le necessarie coperture giuridiche e finanziarie. Per quanto attiene all’eventuale richiesta del supporto di vettori aerei militari per il dispiegamento dei Team USAR in caso di mobilitazione ed invio, vale dunque il principio di non “garantire l’assetto a priori” ma sulla base di richiesta e disponibilità del momento, con oneri a carico del richiedente.

c) La capacità specialistica riferita alle categorie di rischio che interessano il nostro Paese (sismico, vulcanico, meteo-idrologico, idraulico e di frana, chimico, nucleare, industriale e

Il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, prima frammentato nei vari corpi comunali, nasce come tale con il Regio Decreto Legge 26

del 27 febbraio 1939, successivamente convertito in Legge 1570 del 27 dicembre 1941, ed è chiamato inizialmente "a tutelare la incolumità delle persone e la salvezza delle cose, mediante la prevenzione e l'estinzione degli incendi e l'apporto di servizi tecnici in genere, anche ai fini della protezione antiaerea". In seguito allo sviluppo del paese questi compiti diventano sempre più complessi e differenziati, fino a che il D.Lgs. n. 139 dell' 8 marzo 2006 stabilisce che: "Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è una struttura dello Stato ad ordinamento civile, incardinata nel Ministero dell'Interno Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per mezzo del quale il Ministero dell'interno assicura, anche per la difesa civile, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale, nonché lo svolgimento delle altre attività assegnate al Corpo nazionale dalle leggi e dai regolamenti, secondo quanto previsto nel presente decreto legislativo."

La stessa DG ECHO segue i lavori sulla standardizzazione delle capacità USAR a livello mondiale allo scopo di allineare gli standard europei con 27

gli standard internazionali previsti dalle linee guida INSARAG.

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trasporti, ambientale e incendi boschivi) risiede nelle competenze e disponibilità del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale . 28

In ambito nazionale ed internazionale promuove esercitazioni e progetti di formazione e attività che contribuiscono alla diffusione della cultura di protezione civile. Svolge un ruolo attivo durante le emergenze all’estero (sanitario e specialistico), in modo autonomo o all’interno di missioni coordinate dal Meccanismo europeo di Protezione Civile.

d) La capacità medica per il trattamento e assistenza delle popolazioni colpite, a supporto e integrazione delle attività di ricerca e soccorso, risiede nel Ministero della Sanità ed è stata più volte impiegata fuori area con risultati eccellenti.

e) Le relazioni internazionali sono materia del Ministero degli Affari Esteri. Sia la Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo che l’Unità di Crisi (e la rete diplomatica nel suo insieme) sono interessati per quanto attiene ai collegamenti tra governi nelle aree di intervento e per quanto attiene agli aspetti di policy del pannello umanitario nonché della sicurezza degli italiani all’estero.

Nello specifico, la Cooperazione allo Sviluppo interviene nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) con programmi di emergenza, ricostruzione e riabilitazione delle capacità locali. Gli interventi di emergenza si esplicano con l’invio di aiuti di prima necessità alle popolazioni colpite attraverso il deposito umanitario di Brindisi (UNHRD - United Nations Humanitarian Response Depot). Tali interventi molto spesso non si configurano come missioni di soccorso alle popolazioni ma come dono alle autorità locali.

Ognuna delle Istituzioni esaminate ha un proprio mandato istituzionale ma nessuna appare ideale ad assurgere al ruolo di “leadership” richiesti per una corretta “governance” e “management” della capacità di cui si tratta.

Con l’analisi SWAT si può rendere chiara la situazione nazionale:

Punti di forza: - Disponibilità di operatori del C.N.V.F. con esperienze operative/addestrative/informative in

ambito internazionale;

- Disponibilità di personale, all’interno delle istituzioni, con una profonda conoscenza delle attività operative internazionali in materia umanitaria e dei dispositivi operativi internazionali;

- Disponibilità ed integrazione nei sistemi UNDAC e INSARAG operanti in seno ad OCHA con specialisti del “Disaster Management”;

- Disponibilità di Delegati alle Nazioni Unite sia per il sistema UNDAC che per INSARAG già dal 2006;

- Disponibilità della capacità logistica di trasporto.

Punti di debolezza: - Frammentazione delle capacità istituzionali che generano lentezza operativa;

La protezione civile in Italia è organizzata in un “Servizio Nazionale”, un sistema complesso che comprende tutte le strutture e le attività messe in 28

campo dallo Stato per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni che derivano da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Le attività del sistema sono la previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, il soccorso alla popolazione ed ogni attività diretta a superare l’emergenza. Negli anni, la competenza in materia di protezione civile è progressivamente passata dallo Stato agli enti locali. Le tappe principali di questo processo sono state il decreto legislativo n. 112 del 1998 e la modifica del titolo V della Costituzione con la legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001. Da allora la protezione civile è materia di legislazione concorrente, quindi, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, il potere legislativo spetta ai Governi regionali. Il Dipartimento della Protezione Civile, incardinato nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, indirizza le attività delle componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale di protezione civile, e in caso di dichiarazione dello stato di emergenza, le coordina, in accordo con i Governi regionali.

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- Mancanza di un “capofila” che operi in modo sinergico e coordini le attività;

- Dispersione della “governance” e del “management” delle capacità;

- Mancanza di capacità di proiezione specialistica di soccorso da parte Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.

Opportunità: - Compressione delle risorse finanziarie; - Razionalizzazione delle risorse; - Miglioramento della risposta alle emergenze a al soccorso internazionale; - Ritorno di investimento per quanto riguarda i beni e le attrezzature “Made in Italy”; - Forniture nazionali e aumento della produzione; - Capacità tecnica e tecnologica degli USAR Team migliorata a vantaggio della risposta

domestica; - Altissima visibilità del “sistema Italia” all’estero; - Prestigio e riconoscimento della comunità Internazionale; - Miglioramento e perfezionamento del “know how” istituzionale;

Minacce: - Lobby nazionali e internazionali a difesa degli interessi delle Nazioni Unite. - Non obbligatorietà che può comportare disinteresse;

- Percezione della scarsa priorità dell’investimento.

3. Analisi obiettiva

La ricerca e il soccorso internazionale e ciò che ne consegue in termini di organizzazione della capacità è un’attività che esige la massima apertura allo sviluppo.

Vi sono state situazioni in cui la risposta nazionale si è dimostrata poco efficiente in termini di “tempo di reazione” per la difficoltà di decidere “chi fa cosa”, di ottenere “mandati” o “autorizzazioni” o “fondi” o semplicemente per la mancanza di informazioni.

Altre situazioni hanno riguardato operazioni fuori area non coordinate, in cui il personale italiano operava sotto il proprio “berretto”, secondo le indicazioni della istituzione di provenienza, senza alcun coordinamento e con uno spreco enorme di risorse.

La scarsa efficienza, cronica delle istituzioni che hanno difficoltà a concentrare la “Governance” dei dispositivi operativi sparsi, può essere superata attraverso la creazione di una struttura che racchiuda in sé i poteri di gestione, mantenimento, rafforzamento, sviluppo, impiego e condotta di tale capacità e che sia posizionata al più alto livello decisionale.

In linea con i Paesi che dispongono di Team USAR internazionali classificati secondo le procedure INSARAG e che, più in generale hanno concentrato il dispositivo in una capacità e compresso la spesa, hanno risolto la problematica istituendo una struttura dipendente dal massimo livello decisionale.

In Allegato 3 è suggerito il collocamento della capacità come facente parte delle Strutture Generali nella Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Tale capacità è denominata Ufficio I.R.R.T. – “Italian Rapid Response Team” (cfr. Allegato 4), ed è il braccio operativo nazionale per le operazioni di ricerca e soccorso fuori area. Interverrà a seguito di parere del Gruppo Consultivo formato dai rappresentanti dei dicasteri interessati e dalla deliberazione della PCM per quanto attiene all’invio del Team di ricerca e soccorso e, in coordinamento con il sistema internazionale ed in autonomia gestionale per quanto attiene all’invio di beni di prima necessità in caso di emergenze umanitarie.

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A deliberazione ottenuta le procedure di dispiegamento avranno inizio senza alcun altro passaggio intermedio.

Va considerato che il sistema di allerta internazionale prevede il monitoraggio della situazione globale del pianeta in modo continuativo e che le strutture operative e gli esperti nazionali sono in grado di ricevere le notizie relative ai disastri con congruo anticipo rispetto ai media nazionali.

Sarà dunque responsabilità dell’Ufficio I.R.R.T. attivare, secondo le modalità ritenute opportune, la mobilitazione delle risorse.

La Capacità I.R.R.T. si compone (cfr. Allegato 5): - dai Team USAR del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; - dalla logistica e trasporti del Ministero della Difesa; - dalle capacità specialistiche del Dipartimento della Protezione Civile (vulcanologi, geologi,

ingegneria civile e nucleare); - dalla capacità medica del Ministero della Sanità; - dalla capacità logistica di invio di beni di prima necessità; - da altre capacità e dispositivi operativi, di ricerca o di valutazione che dovessero ritenersi

necessari.

La particolarità di tale dispositivo di intervento risiede nella sua flessibilità di impiego: - può essere attivata la ricerca e soccorso fuori area secondo i dettami della comunità

internazionale; - può essere attivato un Team Avanzato per operazioni di valutazione del disastro e analisi dei

bisogni; - può essere integrato, per es.:

i. da personale della Unità di Crisi per la ricerca di eventuali cittadini italiani dispersi; ii. da personale della Croce Rossa italiana per valutazioni e analisi e supporto medico; iii.da personale militare per valutazioni e analisi fuori area per eventuale dispiegamento di

Team logistici nell’ambito delle attività di cooperazione internazionale Cimic/CMCoord.

L’I.R.R.T. rappresenterà “una sola bandiera” che abbia sempre una sola finalità, salvare le vite umane con indosso il tricolore italiano: rappresentare l’aiuto del popolo d’Italia nel mondo. Punti di forza: - Individuazione della “leadership” e del “management”; - Dipendenza diretta dall’Autorità di Governo; - Riduzione della spesa rispetto a interventi scoordinati;

- Migliore impiego del personale e delle risorse finanziarie disponibili;

- Miglioramento della risposta sulla base delle effettive esigenze; Punti di debolezza: - Decisione politica in contrasto con l’azione umanitaria (potenziale); Opportunità: - Approfondimento delle complessive capacità nazionali; - Interazione e scambi informativi tra capacità nazionali; - Scambio addestrativo e informativo internazionale. Minacce: - Non accettazione della rimodulazione di talune capacità di altre amministrazioni;

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- Disinteresse o “non maturazione del tempo” . 29

4. Analisi strategica

Gli Organismi Internazionali (UN, EU, ICRC) la Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, le Organizzazioni Non Governative e i Donatori continuano ad esaminare e valutare le differenti situazioni nazionali e compiono sforzi continui per creare una piattaforma condivisa per il “risk management” e la risposta ai disastri naturali per limitarne l’impatto sulle popolazioni colpite.

In questo contesto giova ricordare che il sistema INSARAG è un accordo tra Stati, un partenariato tra donatori “volontari” che hanno una capacità - o che pensano di costituirne una del tutto nuova - e che vogliono renderla disponibile per aiutare chi è in difficoltà. Questo, non solo per il dovere morale di aiutare chi ha bisogno ma, piuttosto e soprattutto, perché esportare le capacità e la tecnologia, insegnare e diffondere la conoscenza, nel lungo periodo comporta un ritorno in termini di autosufficienza e non più dipendenza.

Il settore delle operazioni di ricerca e soccorso internazionale comporta pena. E’ dunque necessaria una valutazione profonda e critica sulle reali intenzioni e volontà dei decisori.

Nel campo umanitario si alternano momenti di grande euforia e momenti di grande delusione; la gioia è a volte effimera, dura finché la situazione è sostenibile. Certi atteggiamenti e certe decisioni possono risultare vani, nel senso che non servono a nulla se non, appunto, all’apparire e non all’essere, o peggio ancora “per mettere una toppa” ovvero “dobbiamo far vedere che abbiamo fatto qualcosa”.

Alle volte si decide, anche perché non si ha capacità di risolvere, che sia meglio “veicolare” certe attività in altre sedi, forse anche per la diversa “vendibilità” o “spendibilità” del prodotto che si vuole rappresentare (tipicità degli interventi multilaterali ). 30

Anche la comunicazione ha un suo ruolo: pubblicizzare o il rendere pubblica una particolare iniziativa alle volte risulta una sorta di “pre-condizione” alla propria costituzione, alla propria esistenza, al proprio “modus-operandi”: il settore umanitario e le emergenze umanitarie non sono però un “business”.

Ciò di cui abbiamo assolutamente bisogno è “sentirci parte” di un sistema più ampio e “nessuno va lasciato indietro, neanche aldilà dei confini nazionali”

Dobbiamo “sentirci parte” del Sistema Internazionale. Assumerci le responsabilità.

Ci si aspetta da questa opportunità: - il salvataggio di vite umane; - la riduzione delle pene per donne e uomini, giovani e anziani, disabili ed abili colpiti da

disastri quali i terremoti; - aumento del prestigio delle Istituzioni italiane all’interno del Paese e all’estero;

“I tempi non sono ancora maturi”: è una formula spesso usata dai decisori che non sono essi stessi maturi o pronti per il problema, ma aspettano 29

che il “tempo” venga dichiarato “sufficientemente” maturo. Ma questo può essere anche un modo di rendere noto che al momento presente siamo tutti incapaci. “Noi” non siamo “sufficientemente maturi”, ciò vuol dire che non siamo capaci. Accantoniamo il problema, cerchiamo di raccogliere consenso per il differimento, e poi…! Situazione classica in cui chi ha il potere di decidere non ha la conoscenza “profonda” della materia, leggasi cultura ed esperienza, oppure paura dell’impresa.

Prevedono il finanziamento di un progetto o appello presentato da un Organismo Internazionale il quale si fa carico di implementarlo (di solito 30

ONG presenti in loco) rappresentando non solo uno spostamento della responsabilità del Donatore ma anche una diminuzione in termini economici del contributo, per gli aumentati costi di gestione (% trattenuta dall’Organismo e costo di gestione del progetto).

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- complementarietà con le attività umanitarie della Cooperazione allo Sviluppo (progetti di emergenza, sminamento umanitario), con le attività di Protezione Civile (costruzione delle capacità locali, sviluppo delle capacità antincendio, soccorso medico e pronto intervento);

- costo/beneficio finanziariamente ed economicamente accettabile (ritorno in termini di prestigio e successiva “vendibilità” del prodotto e del “made inItaly”);

- contributo al miglioramento delle capacità istituzionali e del know-how dovuto allo scambio di tecniche e tecnologie con altre realtà internazionali.

In campo operativo si affrontano situazioni piuttosto spinose; non sempre si ha a che fare con specialisti della materia, ma bensì con figure professionali adattate all’esigenza.

Molte altre volte ancora ruoli e capacità decisionali sono concentrate nelle mani di soggetti con conoscenze specialistiche marginali se non addirittura superficiali o nulle.

Nel settore delle emergenze umanitarie internazionali, così come per le emergenze domestiche, è invece prioritario poter disporre di specialisti di settore in grado di svolgere in maniera professionale e con chiaro metodo, in tempi brevi e con risorse modulate e giuste, tali attività.

Il nostro Paese ha le capacità, riconosciute a livello internazionale, per fare la propria parte nel settore della ricerca e soccorso urbano internazionale in caso di operazioni di emergenza all’estero.

Si ritiene, allo stesso tempo, che si possa arrivare ad ottenere una capacità di risposta efficiente, efficace ed affidabile solo nel caso in cui si chiariscano, definitivamente, i termini della questione.

“Internazionalizzazione” della capacità (raggiungimento standard e proiettabilità)

I Paesi aderenti al sistema INSARAG hanno risolto le contraddizioni e i termini del confronto attraverso il posizionamento della struttura di gestione della capacità al più alto livello governativo.

5. Il Progetto e il suo quadro logico

Tutto ciò premesso, ed al fine di rendere quanto più semplice e trasparente l’idea che si è voluta sviluppare nelle pagine precedenti, di seguito viene riportato, secondo la metodologia del “Project Management” il progetto per la “Costituzione della Capacità I.R.R.T.” così come configurata all’interno della Struttura Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e denominata “Ufficio per la Ricerca e Soccorso Internazionale”.

Il progetto rappresenta una serie di attività che dovranno essere poste in essere per il raggiungimento dei risultati che ci si propone di perseguire allo scopo di ottenere la Classificazione Internazionale INSARAG.

E’ evidente che tale riconoscimento non è fine a se stesso.

La Classificazione Internazionale INSARAG ed anche la concentrazione delle capacità di soccorso umanitario in termini di gestione delle scorte assieme al loro sviluppo e mantenimento sono esse stesse scopi intermedi per il raggiungimento dell’obiettivo generale: la creazione della “Capacità I.R.R.T.”.

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Il quadro logico:

Descrizione del progetto Indicatori Fonti di verifica

Obiettivo generale Creata la Capacità I.R.R.T. Operatività riconosciuta a livello internazionale.

Partecipazione a riunioni e tavoli tra istituzioni interessate e Focal Point Nazionale. Partecipazione ai tavoli tecnici e ai gruppi regionali internazionali. Scambi informativi istituzionali.

Scopo: Integrazione nel sistema INSARAG e riconoscimento della comunità internazionale della capacità nazionale di Ricerca e Soccorso Internazionale.

N° operazioni eseguite; N° esercitazioni/training internazionali partecipati. N° occasioni di collaborazioni su tavoli tecnici e scambi addestrativi effettuati

Collegamenti internazionali tra Focal Point. Documentazione Tecnica e Accordi sviluppati. Attività e certificazioni ottenute. Richieste di intervento ricevute.

Risultati: 1. Raggiunta la

Classificazione Internazionale INSARAG;

2. Abilitati ad intervenire secondo le linee guida INSARAG nel territorio estero per operazioni di salvamento di vite umane

- N° incontri con il Mentore; - Risultati della preparazione

alla esercitazione; - Parere del Team di

Classificatori Internazionali

- Tempi di risposta e dispiegamento;

- N° e qualità dei servizi resi; - N° di persone soccorse

(salvate e non).

Rapporti e Note del Mentore; Rapporti e Raccomandazioni del Focal Point Nazionale ed esperti Internazionali; Rapporto Finale del Team di Classificatori Certificazione INSARAG

Rapporti di intervento giornalieri del Team Leader; Raccolta delle info sulle risorse web dedicate (Virtual OSOCC).

Attività: 1. Creata e attivata la

struttura di “governance”

2. Aggiornate le dotazioni tecniche del C.N.V.F.;

3. Svolta le attività propedeutiche alla classificazione.

4. Svolta la esercitazione FIELDEX prevista per la Classificazione INSARAG

N° di disposizioni di Legge emanate. Quantità e qualità delle aree di lavoro individuate; N° personale previsto e stabilito nella struttura; Quantità degli arredi, apparecchiature informatiche e telefoniche disponibili. N° attività addestrative all’estero/nazionali effettuate; N° corsi e training all’estero/nazionali effettuati; N° meeting e incontri all’estero/nazionali effettuati e organizzati.

Quantità di materiale tecnico/specialistico acquistato;

N* valutazioni del Mentore e del Focal Point Nazionale,

N° specialisti Classificati; N° Team USAR Italiani classificati e abilitati I.R.R.T e INSARAG .

Legiferazione attuativa. Creazione ed avviamento della Funzione. Collegamenti e relazioni con le Istituzioni nazionali e le Organizzazioni Internazionali. Risultanze degli accordi di partenariato. Abilità nell’uso delle piattaforme di comunicazione integrate. Tempi di reperimento degli equipaggiamenti rispettati. Attività di trasferimento e gestione delle scorte

Qualità e tipologia delle valutazioni del Mentore e del Focal point Nazionale

Qualità e tipologia delle valutazioni del Mentore e del Focal Point Nazionale.

Decretazioni e Brevetti rilasciati da UNOCHA e Segretariato INSARAG

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6. Scheda delle attività

Dal quadro logico rappresentato è possibile sintetizzare le attività che devono essere compiute allo scopo di perseguire il Risultato 1, cioè rendere la struttura operativa e funzionante. La scheda allegata, anche “cronogramma” (cfr. Allegato 6), elenca l’ordine cronologico delle attività che devono essere poste in essere, le autorità responsabili delle attività, l’indicazione temporale del loro svolgimento fino all’ottenimento della Classificazione INSARAG.

Tale cronogramma ammette anticipi e posticipi di attività, dipendenti soprattutto dalla disponibilità degli attori e dall’evolversi delle singole operazioni riportate. Va tenuto comunque presente che esiste una “lista di attesa” presso OCHA dedicata ai Team che intendono essere Classificati o che attendono il loro turno per le attività di ri-classificazione.

Il tempo stimato di un triennio è quantizzato sulla media di attesa dei Team internazionali ma può essere inferiore qualora tutte le predisposizioni siano “in linea” in un tempo inferiore.

Per quanto al Risultato 2, riferendosi esclusivamente alle attività operative, posteriori all’ottenimento della Certificazione internazionale e subordinate alla decisione del Governo di intervenire o meno nelle aree di crisi, si riporta in Allegato 7 lo sviluppo temporale delle attività intraprese in caso di allertamento e successivo dispiegamento della “Capacita I.R.R.T.” per un massimo di 15-20 gg. fuori area (eventualmente procrastinabile per ulteriori 15-20 gg., come da standard internazionali) significando che l’eventuale prolungamento delle attività operative dovrà essere soddisfatto con un altro Team USAR (rotazione dei Team).

7. Finanziamenti

E’ necessario distinguere le implicazioni finanziarie riguardanti la creazione della Struttura dell’Ufficio I.R.R.T dalle attività operative di ricerca e soccorso internazionale.

La veduta d’insieme delle necessità finanziare è illustrata nell’Allegato 8.

Innanzitutto vi è la necessità rendere il servizio operativo e funzionante. Per il mantenimento operativo, funzionalità e sviluppo nel lungo periodo è necessario poter disporre di un Fondo di circa 650.000 euro, suddiviso tra spese correnti e differite, assegnate sui capitoli di spesa (anche di nuova istituzione).

I. Le spese correnti (cfr. Allegato 9) sono riferite alle creazione dell’Ufficio (istituzione, governance, personale, funzione operativa) per un importo quantizzabile di circa 600.000 euro, di cui:

- Nessuna spesa relativa al personale in servizio in quanto sarà collocato a disposizione 31

dalle istituzioni di provenienza e continuerà a percepire gli emolumenti dall’amministrazione o dall’ente di appartenenza;

- Per quanto attiene i costi della funzione si prevedono spese per missioni estere del personale (partecipazioni a incontri, cicli addestrativi nazionali e internazionali, corsi, 32

training e simulazioni di eventi fuori area) nonché spese per indennità da lavoro

La composizione minima dell’Ufficio I.R.R.T. è di n° 11 professionisti di cui: n° 2 Funzionari (Direttore e Vice Direttore con 31

Funzioni di Direttore Amm.vo ), n° 3 Funzionari operativi (3^fascia), n° 2 addetti Amm.vi (3^fascia e 2^fascia); n° 2 addetti Segreteria (2^fascia), n° 2 addetti Comunicazione (3^fascia)

proprio e personale specialistico degli altri Enti facenti parte del sistema32

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straordinario e vestiario ed equipaggiamento speciale. Esigenza finanziaria quantificabile in circa 500.000 euro annui;

- Per le forniture è quantizzabile una spesa che si aggira sui 20.000 euro in sede di istituzione dell’Ufficio.

II.bLe spese differite si riferiscono alle attività che dovranno essere poste in essere per il raggiungimento della classificazione INSARAG. In particolare, si riferiscono a: - Attività logistiche e amministrative propedeutiche alla classificazione (nel triennio); - Acquisizione dotazioni tecniche del C.N.V.F. (nel triennio); - Attività addestrative, operative e di rappresentanza (nel triennio);

- Svolgimento attività esercitativa finale di Classificazione INSARAG (a fine triennio).

Per l’ottenimento della classificazione INSARAG si prefigura un primo impegno, in un triennio (cfr. cronogramma in allegato 6) di circa 400.000 euro (cfr. Allegato 10).

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha provveduto ad orientare le proprie capacità tecniche, operative e logistiche secondo i dettami delle linee guida INSARAG e della comunità internazionale. Ha quantizzato in modo speditivo tale onere spalmabili in un triennio (come anticipato nell’Allegato 6) per lo svolgimento delle attività relative alla classificazione (compresi i costi per l’esercitazione, per gli osservatori, per il mentore, logistica e supporto) nonché per il riconoscimento della adeguatezza del sistema organizzativo e gestionale di un “Medium USAR Team”. La classificazione inizialmente interesserà circa 80 soggetti e potrà essere estesa ad un numero maggiore di unità (circa 400 specializzati) tramite una dichiarazione di conformità dei livelli di preparazione e competenza dei componenti, che permetterà di raggiungere il riconoscimento della classificazione “Heavy USAR Team”.

L’ottenimento di tale certificazione, secondo le linee guida INSARAG, prevede un riesame al V° anno attraverso una attività di ri-classificazione, i cui costi risultano comunque inferiori.

Ogni 10 anni si provvede alla Classificazione IEC generale della capacità, per motivi riguardanti l’aggiornamento delle apparecchiature, dei sistemi, dei mezzi, dei materiali, del personale.

Vi è poi la necessità di coprire, all’occorrenza, i costi di dispiegamento della Capacità I.R.R.T..

III. Le spese impreviste si riferiscono ai costi per il dispiegamento internazionale della capacità I.R.R.T. (Team USAR o altra capacità) e del personale aggregato e di supporto, la cui spesa è quantizzabile in circa euro 500.000 ad operazione (cfr. Allegato 11). L’impiego dei fondi per la funzione operativa sono subordinati al verificarsi dell’evento emergenziale ed alla decisione o meno di intervenire, con conseguente dispiegamento del Team.

Le previsioni di budget evidenziate sono in linea con quelle dei maggiori Paesi che dispongono di una capacità di “Ricerca e Soccorso” domestica e certificata a livello internazionale.

Le maggiori voci di spesa sono quelle riferite alla “internazionalizzazione” delle risorse (raggiungimento standard internazionali INSARAG) ed al successivo, volontario, dispiegamento internazionale.

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Negli anni, le esigenze finanziarie per le spese correnti subiranno una riduzione per la minore esigenza di rimodulare gli assetti (aggiornamento attrezzature o sostituzione per termine della loro vita operativa).

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TEAM SITUA

INSARAZIONE

RAG CLE INTER

LASSIFRNAZIO

FICATIONALE

I E

Allegato 11

 

 

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Allegato 2

International External Classification - 2005 - 2012

CLASSIFIED TEAMS

No.

Year of

Team name

Cntry

RG Level

1 2005 Central Rescue Services of Budapest (CRSB) HUN AEME Heavy 2 2006 UK ISAR GBR AEME Heavy 3 2007 USAID Fairfax County USAR TF#1 USA Americas Heavy 4 2007 USAID LA County Fire Dpt. USAR TF #2 USA Americas Heavy 5 2007 USAR.NL NLD AEME Heavy 6 2007 Technisches Hilfswerk (THW) GER AEME Heavy 7 2007 ISAR Germany GER AEME Medium 8 2008 Disaster Assistance and Rescue Team SGP AP Heavy 9 2008 Swedish International Fast Response Team (SWIFT) SWE AEME Heavy 10 2008 Norwegian Search and Rescue Team NOR AEME Medium 11 2008 Queensland Fire and Rescue Service TF#1 AUS AP Heavy 12 2008 Swiss Rescue CH AEME Heavy 13 2009 USAR Poland POL AEME Heavy 14 2009 Icelandic International USAR Team (ICE-SAR) ICE AEME Medium 15 2009 China International Search and Rescue (CISAR) PRC AP Heavy 16 2009 Abu Dhabi Police USAR Team UAE AEME Medium 17 2010 Japan Disaster Relief Team (JDR) JPN AP Heavy 18 2010 Danish Search and Rescue Team (DEMA) DNK AEME Heavy 19 2010 Belgium First Aid and Support Team (B-Fast) BEL AEME Medium 20 2010 Czech Urban Search and Rescue Team (USAR CZ) CZE AEME Heavy 21 2010 Pompiers de l’Urgence Internationale (PUI) FRA AEME Medium 22 2011 Lithuanian Emergency Response Team (LERT) LTU AEME Medium 23 2011 Search and Rescue Unit Vorarlberg (SARUV) AUT AEME Medium 24 2011 Central Airmobile Rescue Team of EMERCOM of Russia RUS AEME Heavy 25 2011 AKUT Search and Rescue Association TUR AEME Medium 26 2011 Korea Disaster Relief Team (KDRT) KOR AP Heavy

27 2011 Emergencia Respuesta Immediata Comunidad de Madrid (ERICAM) ESP AEME Medium

28 2011 Unidad Militar de Emergencias USAR (SP USAR UME) ESP AEME Medium 29 2012 Sultanate of Oman National Search & Rescue Team OMN AP Medium 30 2012 FinnRescue (FRF) FIN AEME Heavy 31 2012 New South Wales Task Force (NSWTF/1) AUS AP Heavy 32 2012 Austrian Forces Disaster Relief Unit (AFDRU) AUT AEME Heavy

33 2012 Hungarian National Integrated Organisation for Rescue Services (HUSZAR) HUN AEME Medium

34 2011/2 Istanbul AFAD USAR Team (TURKUSAR) TUR AEME Heavy

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TEAM RI-CLASSIFICATI (IER)

No. Year of IEC

Year of IER Team name Country RG Level

1

2006

2009

UK ISAR

GBR

AEME

Heavy

2 2007 2011 USAID Fairfax County USAR TF#1 USA Americas Heavy 3 2007 2011 USAR.NL NLD AEME Heavy 4 2005 2012 HUNOR (former CRSB) HUN AEME Heavy

5 2007 2012 USAID LA County Fire Dpt. USAR TF #2 USA Americas Heavy

6 2007 2012 THW GER AEME Heavy 7 2007 2012 ISAR Germany GER AEME Medium

ANNO 2013

CLASSIFICAZIONE E RI-CLASSIFICAZIONI PIANIFICATE NEL 2013

No. Date Team name Cntry RG

1 20-24 May Jordan Search and Rescue Team (H, IEC) JOR AEME

2 19-23 Aug Queensland Fire and Rescue Service (H, IER) AUS AP

3 26-29 Sep Singapore Operation Lionheart Contingent (H, IER) SGP AP

4 7-11 Oct Swedish International Fast Response Team (H, IER) SWE AEME

5 7-11 Oct Norwegian Search and Rescue Team (M, IER) NOR AEME

6 4-8 Nov Republican Special Response Team of the Ministry for Emergency Situations of the Republic of Belarus (H, IEC) BLR AEME

7 15-19 Dec Abu Dhabi Police USAR Team (H, IEC) UAE AEME

LEGENDA:

H: Heavy M: Medium IER: Riclassificazione IEC: Classificazione Totale

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TEAM IN CODA (APPROX UNTIL 2016):

Team 1 RO USAR (Romania, medium) 2 Mobile Rescue Center (Ukraine, heavy level) 3 Qatar USAR (Qatar, medium) 4 NZ USAR 1 (New Zealand, heavy) 6 UISSC 1 (France, heavy) 7 UISSC 7 (France, heavy) 8 Bouches-du-Rhone USAR (France, level tbc) 9 Secouristes sans frontieres (France, medium) 10 EDRT USAR (Estonia, medium) 11 SMART (Malaysia, level tbc) 12 USAR Saudi Arabia (Saudi Arabia, level tbc) 13 UNMI (Morocco, level tbc) 14 NDRF (India, level tbc) 15 @Fire (Germany, medium) 16 ONPC USAR (Tunisia, level tbc) 17 Bogota USAR (Colombia, level tbc) 18 IAE (Spain, medium) 19 Armenian USAR Team (Armenia, medium) 20 BASARNAS (Indonesia, level tbc)

LEGENDA:

RG: Regional Group: AEME Africa Europe Middle East; RG: Regional Group: AP Asia Pacific; RG: Regional Group: Americas: North, South America, Caribbean  

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Ufficio Ricerca e Soccorso

Internazionale

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Ufficio Ricerca e Soccorso InternazionaleUfficio Ricerca e Soccorso Internazionale

Direttore e Vice Direttore

Segreteria: n. 2 Addetti (Capo Segreteria e Relazioni Esterne, Affari Esteri tramite MAE)Operazioni: n. 3 Addetti (relazioni Istituzionali, aree geogragiche)Amministrativa: n. 3 Addetti (missioni del personale, gare e acquisti). Di cui 1 è Vice DirettoreComunicazione: n. 2 Addetti (comunicati e diffusione)

Gruppo Consultivo

PCM

Min Interni

Min. DifesaDip. Prociv

Min Esteri Min SanitàGruppo Consultivo Min. Interni Min. Esteri Min. Sanità

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I.R.R.T. - Italian Rapid Response Teamp p

Ricerca e CollegamentiI.R.R.T.

SoccorsoVV.FF.

CollegamentiMAE

Specialistica Logistica e Trasportip

Prociv TrasportiDifesa

MedicinaSanitàSanità

“La capacità I.R.R.T. integra le eccellenze italiane per una migliore proiezione internazionale”

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Allegato 6

Scheda Riepilogativa delle attività Ref. N. Risultati e indicazione delle attività Responsabilità Anno 1 Anno 2 Anno 3

Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Attività

1 Raggiungimento della Classificazione INSARAG 1.1 Istituzione della struttura operativa (legislazione) Autorità di Governo 1.2 Acquisizione spazi di lavoro, mobilio, apparecchiature

informatiche e telefoniche Autorità di Governo

1.3 Individuazione e assegnazione del personale Autorità di Governo 1.4 Assegnazione fondi Autorità di Governo 1.5 Implementazione collegamenti con le strutture nazionali e

internazionali Ufficio IRRT

1.6 Aggiornamento dotazioni tecniche C.N.V.F. Ufficio IRRT/CNVF 1.7 Richiesta di sottoporsi alla Classificazione IEC Focal Point Nazionale 1.8 Verifica idoneità alla Classificazione IEC Mentore/OCHA 1.9 Verifica periodica progressi da parte del Mentore Mentore/Focal Point

1.10 Preparazione del sito esercitativo CNVF 1.11 Preparazione esercitazione CNVF (EXCON) 1.12 Richiesta predisposizioni assetti Difesa CNVF 1.13 Predisposizioni assetti Difesa SMD/COI 1.14 Inviti osservatori internazionali e predisposizioni finali Ufficio IRRT 1.15 Preparazione ed invio comunicati stampa Ufficio IRRT 1.16 Esercitazione FIELDEX CNVF/EXCON 1.17 Acquisizione della Classificazione INSARAG OCHA/INSARAG

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Allegato 7

Scheda Riepilogativa delle attività

DISPIEGAMENTO OPERATIVO Ref. N. Risultati e indicazione delle attività Responsabilità Giorni di missione

g1 g2 g16 g17 g18 Attività

2 Abilitati ad intervenire – Intervento fuori area 2.1 Ricezione dell’allerta e stato di crisi I.R.R.T. 2.2 Acquisizione informazioni e pre-attivazione risorse I.R.R.T. Difesa - Usar -

Prociv

2.3 Ricezione richiesta aiuto internazionale I.R.R.T. 2.4 Rilascio autorizzazione all’intervento Gruppo Consultivo 2.5 Mobilitazione per il dispiegamento I.R.R.T. – Difesa 2.6 Dispiegamento I.R.R.T. – Difesa 2.7 Fase Operativa (attività specialistiche) I.R.R.T. – Usar 2.8 Smobilitazione I.R.R.T – Usar 2.9 Recupero I.R.R.T. - Difesa

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Allegato 8 Scheda Riepilogativa delle esigenze finanziarie

ISTITUZIONE DELLA STRUTTURA

Programmazione annuale e quinquennale delle risorse

Ref. N. Risultati Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5

1 Raggiunta la Classificazione INSARAG 1.1 Istituzione della struttura 14.500 3.000 3.000 3.000 3.000 1.2 Funzionalità Ufficio I.R.R.T. 600.000 600.000 600.000 600.000 600.000 1.3 Classificazione INSARAG 200.000 50.000 150.000 0 0

Totale 814.500 653.000 753.000 603.000 603.000 2 Abilitati ad intervenire fuori area*

2.1 Mobilitazione, dispiegamento, operazioni fuori area, smobilitazione, rientro

500.000 500.000 500.000 500.000 500.000

Totale 500.000 500.000 500.000 500.000 500.000

* L’impiego dei fondi per l’intervento fuori area è subordinato al verificarsi dell’evento emergenziale ed alla decisione o meno di intervenire, con

conseguente dispiegamento del Team

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Allegato 9

Scheda Riepilogativa delle esigenze finanziarie

ISTITUZIONE DELL’UFFICIO RICERCA E SOCCORSO INTERNAZIONALE

Spese correnti

Ref. N. Attività Unità Quantità annue Costo unitario Costo Totale Costo Annuale ricorrente 1.1. Istituzione dell’Ufficio 1.1.1 Forniture per ufficio forfait 11 600 6.600 0 1.1.2 Computer portatili ed equipaggiamenti n. 3 800 2.400 0 1.1.3 Telefoni di servizio n. 5 300 1.500 0 1.1.4 Abbonamenti telefonici forfait 5 50 2.500 3.000 1.1.5 Fax modem n. 1 150 150 0 1.1.6 Telefoni e abbonamenti satellitari* n. 2 500 500 500

Totale parziale 2.400 13.650 3.500 1.2 Personale 1 (assegnazioni a capitolo) 1.2.1 Missioni del personale forfait 1 0 300.000 300.000 1.2.2 Straordinario del personale forfait 1 0 50.000 50.000 1.2.3 Vestiario ed equipaggiamento del personale forfait 1 0 200.000 200.000

Totale parziale 0 550.000 550.000 Totale generale 0 563.650 553.500

* a noleggio

                                                            1 In distacco e provenienti dalle strutture operative del servizio di risposta rapida alla ricerca e soccorso internazionale

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Allegato 10 Scheda Riepilogativa delle esigenze finanziarie

ISTITUZIONE DELLA STRUTTURA

Spese differite

Attività di classificazione del Team Usar “Capacità Medium”

Ref. N. Attività Unità

Quantità periodiche Costo

unitario Costo Totale

Costo Annuale ricorrente 1°

trim 2°

trim 3°

trim 4°

trim 1.6 Dotazioni tecniche CNVF - Acquisizione Forfait 150.000 150.000 0 1.8 Missione Mentore** n. 1 1 1 1 1.500 6.000 0 1.10 Sito esercitativo – Costruzione Forfait 1 200.000 200.000 0 1.13 Assetti Difesa - Impiego Forfait 1 0 0 0 1.14 Ospitalità 1.14.1 Team classificatori*** n. 6 100 600 0 1.14.2 Osservatori*** n. 10 100 1.000 0 1.14.3 Mentore*** n. 1 1 500 500 0 1.14.4 VIP**** n. 20 100 2.000 0 1.16 Esercitazione 1.16.1 Personale di supporto n. 50 1.000 50.0000 0

Totale generale 353.300 410.100 0 Note: ** una missione di 4-5 giorni ogni trimestre ed una finale di 5 giorni per presenziare l’esercitazione finale; *** per il periodo dell’esercitazione finale e solo costi di ospitalità (5 giorni); **** solo ospitalità e solo per i giorni riferiti alla esercitazione finale (5 giorni);

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Allegato 11 Scheda Riepilogativa delle esigenze finanziarie

ISTITUZIONE DELLA STRUTTURA

Spese correnti

Dispiegamento Internazionale Team Usar Medium

Risultato 2 Abilitazione ad intervenire fuori area secondo le linee guida INSARAG

Componenti Attività Incarico Unità Costo unitario Costo Totale Assetti aerei Trasporto del team e materiali C130J – costo orario 1 Management Comando Team Leader (TL) 1

Coordinamento Deputy Team Leader (DTL) 1 Pianificazione Ufficiale ai Piani 1 Collegamento/Media/Report Ufficiale di Collegamento 1 Valutazioni ed analisi Ingegnere Strutturale 1 Sicurezza e salvaguardia Ufficiale alla Sicurezza 1

Ricerca Ricerca tecnica Tecnico di ricerca 2 Ricerca canina Conduttore 2 Valutazione materiali pericolosi Specialista analisi 2

Soccorso Apertura e rottura, taglio, puntellamento, tecniche di corda Capo del Team di soccorso e specialisti di soccorso

14*

Sollevamento e movimentazione Specialista manovre pesanti 2 Medicina Cura del Team (cani e personale) Dottore Medico 1

Cura dei pazienti Paramedici/Infermiera 3 Logistica Base Operativa Capo Logista 1

Acqua, cibo Specialista 2 Capacità di trasporto e combustibile Specialista 2 Comunicazioni Specialista 1

Totale generale 38 * 2 team composti da 1 Team Leader e 6 soccorritori ciascuno

1.3 Funzione Operativa 1.3.1 Dispiegamento Team USAR forfait 1 400.000 400.000 400.0001.3.2 Supporto forfait 1 100.000 100.000 100.000

Totale parziale 500.000 500.000 500.000

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OCHASHELTER AND HOUSEHOLD ITEMS Quantity Unit cost Cost USD Cost EuroFamily tents multipurpose 400 399,00 159.600,00 122.130,39Plastic rolls 4x60 mt 400 275,00 110.000,00 84.175,08Blankets 45.000 4,15 186.750,00 142.906,34Kitchen sets family type 5 ps. 4.500 30,65 137.925,00 105.544,08

Sub Total 594.275,00 454.755,89WATER SUPPLY EQUIPMENTWater tanks 1000 lt 60 987,90 59.274,00 45.358,13Water tanks 3500 lt 30 1.798,70 53.961,00 41.292,47Water tanks 7500 lt 25 2.059,73 51.493,25 39.404,08Jerrycans 10 lt 21.000 3,40 71.400,00 54.637,28Water purification unit 15 14.368,00 215.520,00 164.921,95

Sub Total 451.648,25 345.613,90SANITATION EQUIPMENTLatrines kit 2.000 25,00 50.000,00 38.261,40

Sub Total 50.000,00 38.261,40ELECTRICITY DEVICESGenerators 18 kva 35 7.865,79 275.302,65 210.669,31Generators 10 kva 25 7.120,00 178.000,00 136.210,59Generators 5 kva 15 5.678,00 85.170,00 65.174,47

Sub Total 538.472,65 412.054,37VARIOUSPneumatic boat 10 15.650,00 156.500,00 119.758,19

Sub Total 156.500,00 119.758,19OCHA Sub Total 1.790.895,90 1.370.443,76

WHOIEHK with malaria 22 25.987,00 571.714,00 437.491,58IEHK without malaria 7 8.995,00 62.965,00 48.182,58Malaria Coartem module 5 1.539,00 7.695,00 5.888,43Kit Trauma A 17 8.771,90 149.122,30 114.112,57Kit Trauma B 17 8.142,46 138.421,82 105.924,26IDDK 12 6.625,00 79.500,00 60.835,63

WHO Sub Total 1.009.418,12 772.435,05

Total 2.800.314,02 2.142.878,80

* cambio a 1,3068 del 19 aprile 2013

LISTA DEI BENI IN STOCK NEL DEPOSITO UNHRD DI BRINDISI