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    Direttore Luca Beltrami Gadola

    numero 14

    12 maggio 2009

    edizionestampabile

    SommarioIn questo numero

    Editoriale - LBG - MOVIDA NELLA CITT DI NESSUNOCitt e Societ - Salvatore Crapanzano - I COMITATI E LA MOVIDA, UN PROBLEMA

    SEMPRE PI COMPLESSOMetropoli - Alessandra Valentinelli - NO KEBAB ZONE

    Dal Palazzo - ***** - CERCASI SINDACO SENZA LETIZIAApprofondimenti - Marco Vitale - DAL SUPERCAPITALISMO ALL'ECONOMIA IM-

    PRENDITORIALE: PEOPLE FIRSTUrbanistica e Architettura - Claudio Cristofani - BREVE TRAGEDIA URBANISTICA MI-

    LANESELavoro - Giuseppe Ucciero - IL MANTELLO DI S. MARTINO E IL LAVORO DEGLI IM-

    MIGRATIMobilit - Maurizio Mottini - IL "TUNNEL" DI MILANO E LA MOBILIT PER L'EXPO

    Sanit - Claudio Rugarli - DOVE VA L'OSPEDALE

    LE RUBRICHEMUSICA a cura di Paolo ViolaARTE - a cura di Silvia DellOrso

    TEATRO a cura di Maria Luisa Bianchi

    CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

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    Editoriale

    MOVIDA NELLA CITT DI NESSUNOLBG

    Milano non una citt per bambi-

    ni. Lo si vede tutti i giorni passan-

    do vicino ai pochi giardini loro de-

    dicati spesso sporchi - affollati

    allincredibile appena il bel tempo

    spinge mamme e nonni a portarli

    a spasso. Per mandarli allasilo

    pubblico bisogna lottare contro la

    burocrazia comunale con le sue

    graduatorie spesso assurde, asiliche non tengono conto della ne-

    cessit per il bilancio famigliare

    ma anche per il PIL che le don-

    ne lavorino. Le scuole elementari

    sono fatiscenti e senza materiale

    didattico o carta igienica e la si-

    tuazione non migliora andando

    avanti negli studi. I luoghi di ag-

    gregazione giovanile sono inesi-

    stenti per non parlare dello sport.

    Milano non una citt per adole-

    scenti. Milano non una citt peranziani: dei giovani parliamone

    dopo. Gli anziani vedono arrivare

    la stagione calda con terrore;

    lanziano pi abita in periferia e

    pi solo in una citt che non lo

    ama, non lo rispetta, non lo pro-

    tegge. Milano, una citt che in-

    vecchia, deve molta parte delle

    sue risorse economiche ai pen-

    sionati ma non lo vuol vedere n

    sapere. Milano non una citt per

    chi vuol metter su famiglia e que-

    sto lo sappiamo e si sprecano

    fiumi di parole inutilmente, n per

    chi vuol frequentare luniversit.

    Milano una citt dove il consu-

    mo di droga dilaga e diventa un

    fenomeno di massa che non la-

    scia fuori nessuno strato sociale e

    nessuna et ma sembra preoccu-

    parsi solo degli spacciatori soprat-

    tutto se di colore. Eppure Milano

    sopravvive ma per quanto anco-

    ra? Milano sembra degradare

    verso la terribile realt di un gru-

    mo sociale di una grande area

    disordinatamente edificata che si

    chiama Lombardia.

    Milano deve assolutamente ritro-

    vare la capacit di sciogliere i suoi

    nodi, di risolvere i suoi problemi

    ma da sola non ce la far mai. Il

    problema della movida esem-

    plare e siamo arrivati a parlare dei

    giovani. Si riuniscono, amano far-

    lo a notte fonda, la scelta dei luo-

    ghi sembra essere dettata da

    unabile gestione di Face book e

    di tam tam sms gestita da furbi

    patron di locali e il problema stanel totale disprezzo delle regole

    del vivere civile: rumori assordanti

    e parcheggio selvaggio.

    E questo che non piace, che irri-

    ta. Io suggerirei ai cosiddetti reg-

    gitori una full immersion televisi-

    va tra Grande Fratello, Amici

    Casting, Il tribunale di forum per

    non dimenticare nemmeno Anno

    zero o Ballar (e, perch no,

    qualche seduta al Senato). Da

    una parte giovani che si azzanna-

    no strillando e dallaltra meno gio-

    vani che si accapigliano, vociano,

    cercano di soverchiarsi con toni di

    voce sempre pi alti. Nessun ri-

    spetto, nessun limite. E noi do-

    vremmo prendercela con i ragaz-

    zotti con la bottiglia di birra in ma-

    no? Ma chi li ha inventati questi

    show televisivi? Chi li propina nel-

    le ore di massimo ascolto? Se poi

    i ragazzi escono e ne fanno di tut-

    te pensiamo di avere la coscienza

    a posto? Il ministro Gelmini attra-

    verso i suoi lucidi occhiali guarda

    mai le televisioni del suo patron?

    Dove pensa finisca il ruolo di mi-nistro alleducazione?

    Purtroppo ci sono poi questioni

    pi profonde: il distacco e dunque

    lincomunicabilit tra generazioni.

    Nel 68, la prima volta in cui la

    protesta giovanile prese corpo

    prepotentemente, i giovani ave-

    vano i loro leader, loro coetanei,

    che davano espressione al disa-

    gio e rendevano comprensibile

    per il potere costituito con cui si

    confrontavano le ragioni del dis-senso e le loro aspirazioni ideali.

    Fu un movimento di massa che

    coinvolse la maggior parte dei

    giovani. Oggi non cos: i giovani

    in maggioranza non hanno pi

    leader se non qualche vecchio

    sessantottino senza seguito. Il

    potere, anche se volesse e non lo

    vuole, non saprebbe da dove co-

    minciare a capirli e allora non gli

    resta che la repressione: nulla a

    che vedere con leducazione. Nul-

    la proprio poi a che vedere con

    leducazione fatta dallesempio.

    Milano da sola non ce la fa, il pe-

    sce deve smettere di puzzare dal-

    la testa.

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    Citt e societI COMITATI E LA MOVIDA, UN PROBLEMA SEMPRE PI COMPLESSO.

    Salvatore Crapanzano

    Mentre il Comune non vuole ascol-tare i Comitati, accusandoli senzamotivo di faziosit politica, noi con-statiamo che tutti hanno due orec-chie, una a destra, una a sinistra ela questione non pu essere but-tata in politica per mantenerla irri-solta. Il rumore, che una partico-

    lare fonte di degrado da qualunquefonte provenga, a Milano non contrastato a sufficienza; mancanoancora sia il Piano di ZonizzazioneAcustica, sia i Pani di Risanamen-to.

    Sullo specifico problema del ru-more, in particolare quello dellaMOVIDA, il Coordinamento Comi-tati Milanesi ha presentato al Co-mune precise e motivate propo-ste, ad esempio per garantirecontrolli certi sul rumore realmen-

    te prodotto dai locali notturni. Noinon siamo contro il divertimento egli eventi che danno positivamen-te vita alla nostra Citt, ma chie-diamo di dare ai giovani spazi a-deguati, allaperto e al chiuso, do-ve possano incontrarsi; e chie-diamo di affrontare con determi-nazione le forme esasperate dimovida.

    La normativa che regola la que-stione (volutamente) carente etortuosa; mancando chiare regoledel buon senso del vivere civile, icittadini esasperati, che non rie-scono neppure a ottenere rilievi diverifica del rumore prodotto, sonocostretti a difendersi ricorrendo avie legali e, tralasciando il proces-so civile rivelatosi inutile, avviaresubito il processo penale ounazione collettiva contro chi isti-tuzionalmente dovrebbe tutelarli. Introppi Quartieri cresce il numero

    degli abitanti che soffrono gli stessiproblemi: rumore eccessivo prodot-to da musica e avventori, dentro efuori dai locali da sera a mattina,sosta selvaggia, difficile transito suimarciapiedi, sporcizia, ecc.

    Da tempo, e su diverse questioni,

    il Coordinamento Comitati Mila-nesi simpegna a collaborare conlAmministrazione comunale perrecuperare vivibilit in Citt, chie-dendole di recuperare ruolo e au-torevolezza nel far rispettare leregole del vivere civile.

    Dopo il Convegno del 9 luglio2008 Meno rumori, meglio pertutti e il Convegno del 18 marzo2009 EXPOsti al rumore". Allaricerca di un punto di equilibrio tramovida selvaggia e rispetto delle

    regole, decine di comitati si sonoincontrati per concordare sui prin-cipi e sulle finalit di unazionecomune verso lAmministrazioneComunale.

    Per regolamentare e sanzionare iPubblici Esercizi che favorisconocon la loro modalit di gestione ildegrado della Citt, il Coordina-mento Comitati Milanesi ha pro-posto alle diverse parti (Comune,ARPA, Difensore Civico, EPAM,Assoedilizia, ) di sottoscrivereun Accordo congiunto e impe-gnarsi, per quanto di competenza,a effettuare i rilievi del rumore conmodalit accettate da tutti.

    1. utilizzare il modello delComune Esposto perpresunto inquinamentoacustico (e tenerne ri-servate le informazioni).

    2. Se lARPA non intervie-ne direttamente il Comu-ne sceglie, per sorteggioo a turno, dallelenco deiTecnici Competenti inAcustica Ambientale(Decreto Regione Lom-bardia n. 5985 del

    30/5/2006), a chi darelincarico di effettuare ilrilievo; (e tiene riservatala decisione).

    3. Entro 1 mese il Tecnicoeffettua i rilievi a sorpre-sa secondo le modalitdi legge e presenta unaRelazione Tecnica utiliz-zabile anche in sede digiudizio; quindi Relazio-ne e rilievi saranno ac-cettati da tutte le parti in-

    teressate.

    4. A rilievo positivo, il Co-mune ritira immediata-mente e automaticamen-te tutte le deroghe (di o-rario, ecc) che avevaconcesse e valuta, entroun mese, la necessit diimporre altre sanzioni.

    5.

    Discutiamo senza preconcetti di unproblema complesso per risolverlonellinteresse di una larga maggio-ranza, senza farsi condizionaredagli interessi di pochi.Per affrontare un problema che sista aggravando con conseguenzenon controllabili, serve la volont didotarsi di regole semplici e di ga-rantire ovunque controlli certi e su-bito, quando necessario, sanzioniefficaci.

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    MetropoliNO KEBAB ZONE

    Alessandra Valentinelli

    In questa citt che sia un'auto aintralciarti il passo o il nido senzaposti per tuo figlio, ci si lamentasempre della responsabilit diqualcun altro e alla fine, facileche sia "loro". Loro, a seconda deiperiodi storici e delle cronache,sono stati i "tern", i marocchini, i"vu' cumpra", gli albanesi e ora ikebab.

    Non chiaro quale sia l'origine diquesti nuovi stranieri, se turca oaraba; sono colpevoli di non ap-partenere alle "merceologie tradi-zionali" da considerare "a tutti glieffetti testimonianze vitali dellacultura locale" spiega il Presiden-te della Commissione Cultura inRegione, Belotti, tra i promotoridell'ordinanza che sta animandole chiacchiere nei bar.

    Quarant'anni e un passato dacommerciante, Belotti ha dedicatoun sito alle sue battaglie per "pre-

    servare la bellezza e l'identit deicentri storici, evitando la sperso-nalizzazione della tipicit dei no-stri borghi medioevali". Vi rivendi-ca, tra le altre, la facolt di spo-sarsi "parlando la lingua dellaproprio terra": un modo per "sal-vaguardare e valorizzare gli ele-menti di un tessuto culturale unicoche non si pu assolutamenteperdere" e insieme "rendere meno

    asettica la cerimonia". Come al-leggerire l'evento dai toni pi for-mali, lo suggerisce l'allegato pro-spetto, scaricabile per compitare("per lo spelling" precisa) i datianagrafici o fiscali che alla P diPalermo sostituisce Pota o Punti-da, Rat alla R di Roma.

    Edotti sulla lingua, resta da chie-dersi il significato di parole qualiidentit, tipicit e cultura tradizio-nale in una citt che si a lungopensata avanguardia nel Paesesino ad acclamare, al pari diconeglobali come New York, Parigi oLondra, ogni mutamento in gradodi procurare anche solo il brividodel cambiamento stesso. Croce-via dell'effimero e dell'efficienzaquesta citt ha barattato presto isuoi lari e penati con modernit einnovazione, consapevole diquanto i primati della Scala o delPiccolo condividessero sin le vi-scere dei cabaret e dei ritrovi d'ar-

    tista.

    Stupisce che in una citt tantosmaliziata e vibrante oggi si di-scuta se chiudere i locali all'una oalle due di notte; ci si schieri stiz-ziti con Belotti per "la gente chelavora e ha diritto al riposo", quasisignorasse la difficolt di bere uncaff dopo le otto di sera, trovareuna pizza finito il cinema o peggio

    rientrare in taxi passata la mez-zanotte. Colpisce che lo strepitioper l'ingombro degli arredi sustrada, gli assembramenti o i graf-fiti, non sinfranga nell'indignazio-ne per l'assenza di aree pedonalie di verde, l'accaparramento indi-viduale di ogni spazio pubblico, lacommercializzazione spinta diqualsivoglia evento sociale.

    Nella vacatio di strategie di ge-stione del sistema urbano se nonanticipatrici, quanto meno attentealla domanda di luoghi e servizicollettivi, sarebbe interessanteintervistare oggi quanti insorserocontro la chiusura al traffico diCorso Vittorio Emanuele, o inter-rogare la vox populi sullo stato difatiscenza cui da anni ormai ri-dotta la Darsena.

    Refrattaria alla complessit, lacitt delle "no kebab zone" finisceper scadere nel vernacolo e per

    assimilare la lingua al dialetto, l'i-dentit al focolare domestico, ilterritorio a cartolina. Cos effetti-vamente si governa il borgo me-dievale, lasciando alle lotte inte-stine spartirsi le aree dinfluenza,al clan del pi forte la scelta di chiaccogliere al tramonto entro lemura; fuori un cartello indica alvolgo M: come Miln.

    Dal PalazzoLA SETTIMANA RACCONTATA DAI COMUNICATI DI PALAZZO MARINO

    Admin

    Sgangherato. Fra le infinite pos-sibilit che il vocabolario offrivaper definire (e condannare)laggressione dei Cobas al leaderdella Fiom Rinaldini alla manife-stazione di Torino, Guglielmo Epi-fani ha usato questaggettivo. N

    pi n meno che sgangherato.

    Una vecchia parola. Che vuol si-gnificare fuori dai gangheri, nonallineato. Ecco, tutto qua. Una de-finizione che lascia un po inter-detti, soprattutto perch inade-guata, quasi timida, terribilmentevuota di sdegno. Cos scarica di

    preoccupazione che suona come

    un colpo a vuoto. E segna in mo-do inequivocabile una scarsa ca-pacit di presa sulla realt. Tristi itempi in cui il sindacato pi forte erappresentativo non trova le paro-le giuste.La scena milanese questa setti-

    mana stata occupata, pi che

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    dalle voci dei suoi rappresentantiistituzionali, da un sussurro che sifa sempre pi forte. Riguarda ilsindaco Letizia Moratti. Che nongodrebbe pi del favore e del so-stegno del centrodestra. Tantoche nessuno ormai scommette su

    una sua ricandidatura. Troppe oc-casioni sprecate, si dice. Una pertutte: lExpo, diventato ormai unacaricatura di quello che si era im-maginato per Milano e per il Pae-se. Troppe delusioni: basta guar-dare lo stato di degrado della cit-t, alla quale il sindaco non pareriservare troppe attenzioni e cure.Troppe promesse mancate: bastidire che aveva promesso ungrande nome internazionale per laCultura e ha invece regalato aimilanesi Massimiliano Finazzer

    Flory.

    Lo sconforto arrivato a un puntotale che le voci accreditano ormaidue nomi. Il primo quello del ci-ellino Maurizio Lupi, indaffaratis-simo a costruirsi un destino per-sonale di livello nazionale. Laltronome che circola sempre pi insi-stente teniamoci forti quellodellex sindaco Gabriele Alberini.S, proprio lui, lamministratore dicondominio. Colui che aveva ridi-segnato lorizzonte di Milano, ab-bassandolo in modo sensibile ri-spetto alle ambizioni internaziona-li che la citt si era immaginata. Inentrambi i casi, la responsabilitdi Letizia Moratti grande. Nelprimo avrebbe quella di conse-gnare Milano a una lobby, eco-nomica e politica. Nel secondo,quella di far compiere a questacitt un ulteriore passo indietro,alla ricerca di quellavvenire rima-sto dietro le spalle.Una prospettiva sgangherata.Che toglierebbe il sonno perfino a

    Red Ronnie, limpietoso spin doc-tor di Donna Letizia.In attesa che si materializzino gliincubi che si profilano alloriz-zonte, vediamo come raccontanola settimana appena trascorsa icomunicati ufficiali di Palazzo Ma-

    rino.

    ZITTI ZITTI - Milano, 11 maggio2009 - Continua senza clamorema incessantemente lazione del-la Polizia locale contro le occupa-zioni abusive lo comunica il viceSindaco e assessore alla Sicu-rezza Riccardo Marshal De Cora-to.

    CONFIDENTIAL - Milano, 11maggio 2009 - Da notare comequesti blitz si dimostrano utili an-che sul piano della sicurezza, vi-sto lalto numero di clandestinifermati commenta il vice Sindacoe assessore alla Sicurezza Ric-cardo Marshal De Corato.

    LIBRI BIANCHI - Milano, 12 mag-gio 2009 Le problematiche cuidare soluzione ci sono note tem-po proprio grazie alle segnalazioniarrivate dai singoli cittadini e an-che dai comitati, attraverso lette-re, fotografie, filmati, dossier elibri bianchi ha detto lassessoreallo Sport e Tempo libero AlanRizzi.

    IMPORTANTE - Milano, 12 mag-gio 2009 La collaborazione traItalia ed Egitto compie oggi unnuovo passo significativo, graziealla decisione di questo importan-te Paese Arabo di partecipare aExpo 2015, ha detto il Sindaco diMilano Letizia Moratti.

    A PEZZI - Milano, 12 maggio2009 Restituire alla bellezzapezzi della citt e beni culturalidimenticati o male utilizzati unodegli obiettivi della nostra azioneha detto lassessore alla CulturaMassimiliano Finazzer Flory.

    PEDONALITA - Milano, 12 mag-gio 2009 Con la firma di oggiComune e universit milanesisimpegnano a collaborare peruna mobilit sostenibile e un am-biente migliore con interventi afavore di studenti, docenti e per-sonale universitario promuovendolutilizzo del trasporto pubblico,carsharing, carpooling, bike sha-ring e realizzando interventi di ci-clabilit e pedonalit ha dichiara-to lassessore alla Mobilit, Tra-

    sporti e Ambiente Edoardo Croci.

    SENZA SOSTA - Milano, 13maggio 2009 In questi mesi leattivit internazionali di Expo 2015non si sono mai fermate cos ilSindaco di Milano e CommissarioStraordinario del Governo per E-xpo 2015 Letizia Moratti.

    UNA VITA IN PRETURA - Milano,13 maggio 2009 - Grazieallindefessa azione del Comuneverranno finalmente celebrati iprimi processi lo comunica il viceSindaco e assessore alla Sicu-rezza Riccardo Marshal De Cora-to.

    LE VITE DEGLI ALTRI - Milano,13 maggio 2009 - La figlia di 20anni, con il bambino di due, si e-rano gi allontanati nei giorni pre-cedenti. Lo comunica il vice Sin-daco e assessore alla SicurezzaRiccardo Marshal De Corato.

    ApprofondimentiDAL SUPERCAPITALISMO ALLECONOMIA IMPRENDITORIALE: PEOPLE FIRST

    Marco Vitale

    Mi aveva felicemente sorpreso emolto favorevolmente colpito il

    Summit dei responsabili delle poli-

    tiche sociali dei paesi del G8promosso e realizzato a Roma dal

    Governo italiano e, in particolare,dal Ministro del Welfare Sacconi.

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    Si trattato, infatti, di un primotentativo di correggere il deva-stante paradigma etico-politicodominante negli ultimi decenni eche alla base dello tsunami fi-nanziario che sta infliggendo tantesofferenze a milioni di persone. Il

    tentativo ben sintetizzato nelfelice motto che ha caratterizzatoil Summit: people first. Questoprimo tentativo va compreso, so-stenuto e incoraggiato perch in-dica una direzione di marcia moltopromettente. Per la prima volta, informa pubblica e solenne, si cercadi fare uno sforzo di pensiero ver-so una nuova strategia, superan-do le contingenze della crisi. Lanuova strategia del people first,in realt, ricupera e attualizza pa-radigmi molto antichi.

    Leconomia di mercato e impren-ditoriale (nonostante quella cheBraudel defin la favola weberia-na) nasce nei comuni italiani e intre secoli, dal 1200 al 1500, fecedellItalia il centro della vita eco-nomica del mondo occidentale.Quando lItalia si ripiega su sestessa nel corso del 1500, il te-stimone passa ai paesi anglosas-soni e soprattutto al paese emer-gente, allAmerica di Franklin. Ilparadigma etico di questa grandeepopea che accomuna Franklin,con Alberti, Cotruglio, Albertano

    da Brescia, quello di combinareuneconomia di mercato imprendi-toriale e competitiva con una vi-sione umana e umanisticadellattivit economica. Il principiodominante resta: Omnium rerummensura homo, luomo la misu-ra di tutte le cose.

    Con il processo dindustrializ-zazione sempre pi spinto

    sinserisce nel panorama un nuo-vo paradigma etico-politico: fiatproductio et pereat homo che ca-ratterizza lattuale cultura econo-mica che eleva il mezzo a fine esinteressa solo dei processi, inuna totale mancanza di interesseper il destino umano. Conlesplosione della finanza e la fi-nanziarizzazione delleconomiasinserisce, infine, e diventa do-minante anche sullindustria, unnuovo paradigma: fiat capitalgain et pereat omnia. Questi pa-

    radigmi convivono e spesso si

    scontrano tra loro, ed questaconvivenza che rende la letturadella vita economica cos compli-cata. Negli ultimi venti anni il do-minio del paradigma fiat capitalgain et pereat omnia era diventa-to schiacciante.

    La crisi che stiamo vivendo puanche essere letta come un gran-de urlo contro il dominio di questoparadigma, come un rumorosocrollo di un nuovo muro di Berlino.Se leggiamo la crisi in questi ter-mini lo scoraggiamento scomparee ci appare nitida la via naturaleda intraprendere verso la vetta.Dobbiamo ricostruire un mondodove leconomia decentrata simuova attraverso i meccanismidel mercato e dellimpresa; ma

    dove ritorni con forza a prevalereil paradigma etico-politico:Omnium rerum mensura homo.Nel people first io ho letto unsegnale di pensiero in questa di-rezione. E uno sforzo che meritaogni appoggio perch lunicaprospettiva positiva che emergedalla polvere delle macerie, lu-

    nica che inizia una ricostruzione.Si tratta di uno sforzo molto impe-gnativo perch il paradigma: Fiatcapital gain et pereat omnia molto radicato nella cultura e nellaprassi economica. Le legioni diquelli che aspettano solo chepassi la piena per ritornare a faretutto come prima sono enormi epotenti e ancora dominanti soprat-tutto in America.

    La crisi li ha disturbati ma nonsconfitti: siedono al fianco di O-bama, imperversano sui grandigiornali; continuano a teorizzareastrattamente come talebani delmercato, continuano a distribuire

    e a distribuirsi stipendi e bonusosceni e nessuno (salvo le ribel-lioni sociali che non sono, come sidice, populismo, ma sono unamanifestazione semplice e rozzama profonda di pi che legittimirisentimenti sociali) li chiama arendere conto, anche sul pianodel pensiero, dei disastri da lorocombinati, delle concezioni per-verse che hanno diffuso e alimen-tato.

    Quello che stiamo vivendo un

    tentativo di passaggio da uneco-

    nomia del capitale, anzidellultracapitalismo a uneco-nomia di mercato e imprenditoria-le. Lo sforzo da fare impegnati-vo, anche e in primo luogo sul pi-ano del pensiero, smantellandoalcuni idoli che hanno dominato il

    pensiero economico negli ultimiventi anni e che la crisi ci dimo-stra, con la durezza delle soffe-renze di milioni di persone, che sitrattava didoli falsi.

    Ma le basi per questo sforzo nonmancano. In primo luogo la crisistessa, la corretta analisi dellesue ragioni, della sua natura, del-le sue conseguenze. E poi ilgrande pensiero economico distampo liberale che non ha maidubitato della possibilit anzi della

    necessit, di conciliare economiadi mercato e imprenditoriale edeconomia umana e umanistica.

    Parlo degli Einaudi, dei Ropeke,degli Erhard, degli Eucker, di tuttala scuola di Friburgo e del grandefilone delleconomia sociale dimercato, che ha vinto in Germa-nia e che , oggi, una delle pocheconcezioni economiche che han-no passato, con successo, tutte leloro prove, rimanendo salde econvincenti. E poi vi il grandepensiero social liberale cos at-tento al people first. E infine vi la Dottrina sociale della Chiesache da sempre impegnata sul te-ma omnium rerum mensura ho-mo ha, con la Centesimus An-nus, raggiunto un vertice di gran-de profondit anche come pensie-ro economico (e prego con trepi-dazione che la nuova preannun-ciata enciclica sociale di Benedet-to XVI non riporti indietro anche lelancette del pensiero economicodella Chiesa) ed ha chiaramentevisto il passaggio dalleconomia

    supercapitalista alleconomia dimercato e dellimpresa:La rispo-sta ovviamente complessa.

    Se con capitalismo si indica unsistema economico che riconosceil ruolo fondamentale e positivodellimpresa, del mercato, dellapropriet privata e della conse-guente responsabilit per i mezzidi produzione, della libera creativi-t umana nel settore delleco-nomia, la risposta certamentepositiva, anche se forse sarebbe

    pi appropriato parlare di eco-

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    nomia dimpresa di economia dimercato e, semplicemente, dieconomia libera.

    Questa esattamente la direzio-ne di marcia che la crisi e le ribel-

    lioni sociali contro gli avvoltoi delsupercapitalismo ci indicano. Inquesta direzione metto anche ilpeople first del recente Summitdi Roma. E un compito che spet-ta soprattutto allEuropa, perch

    Obama, ormai chiaro, irretitodagli gnomi di Wall Street, daisuperstiti del first capital gain etpereat omnia.

    Urbanistica e architetturaBREVE TRAGEDIA URBANISTICA MILANESE

    Claudio Cristofani

    PROLOGO E PRIMO EPISODIO(ambientato a Milano, dal 1980 al

    2009).

    A Milano non infrequente nota-re, in quartieri gi densamenteedificati, nuovi cantieri per la co-struzione di edifici residenziali chesorgono in sostituzione di piccoleofficine, garage, tipografie, la-vanderie, magazzini, depositi dilegna e carbone, concessionariedauto e altre attivit non pi red-ditizie spesso nascoste allinternodi secondi o terzi cortili. Gli ad-detti ai lavori sanno che si tratta dipreziosissime aree classificate

    B1Residenziale ma, per quelloche pu interessare al semplicecittadino, diciamo solo che sonoaree alle quali il Piano Regolatorevigente dal 1980 assegna una vo-lumetria residenziale superiore aquella esistente e quindi, una vol-ta cessata la convenienza eco-nomica a mantenere gli edifici ar-tigianali, i proprietari le cedono alfiorente mercato delledilizia resi-denziale di completamento.

    Generalmente su queste aree

    vengono eseguiti progetti di buo-na/ottima qualit architettonica,anche grazie ai prezzi di venditadegli appartamenti che beneficia-no del loro inserimento in quartiericonsolidati e dotati di ogni servi-zio. Tranne uno: il verde pubblico.

    Infatti, affinch lesigua quantit diverde pubblico, tipica di questiquartieri, sia incrementata inquantit proporzionata alla di-mensione dei nuovi volumi resi-denziali, occorrerebbe che questiedifici insistessero su terreni qua-

    lificati B1Industriale e che fosseapprovata una specifica variante

    al Piano Regolatore, con procedu-ra abbastanza complessa etuttaltro che rapida.Cos non avviene per i casi de-scritti allinizio che legittimamentepossono incrementare il numerodei residenti senza alcun aumentodelle aree verdi.

    Scandalo? Assolutamente no, da-to che il Piano Regolatore del1980 aveva in maniera precisacalcolato una dotazione, com-plessiva, di verde pubblico, com-prendente anche quella per

    ledificazione delle areeB1Residenziale. Tanto era preci-so il calcolo che, con altrettantaprecisione, vennero indicati suuna grande mappa del territoriocomunale tutti i terreni gi desti-nati (facile) o da destinare (diffici-le) a verde pubblico. Senza que-sta mappa (zonizzazione) linteroPiano Regolatore non sarebbestato approvato dallente compe-tente (la Regione).

    E poich per destinare, nei fatti, a

    verde pubblico un terreno, occor-re che sia di propriet pubblica, olo si compera, o lo si espropria. Inentrambi i casi bisogna, pi o me-no, pagarlo. Dal 1980 ad oggiquesti acquisti si contano sulledita di due mani, o poco pi e se ilverde pubblico effettivamenteaumentato, lo si deve solo allatrasformazione delle aree indu-striali dismesse o ad altri incre-menti di volumi residenziali che ilPRG del 1980 non aveva previ-sto. In conclusione, avendo rinun-ciato allacquisto del verde relati-

    vo alle zone B1R, il Comune diMilano avrebbe dovuto sospende-

    re qualsiasi diritto di nuova edifi-cazione residenziale di comple-tamento.

    Non avendolo fatto, ha determina-to una speciale illegittimit diquanto, per altro verso, ha con-cesso, e ha contribuito a ridurresia la qualit ambientale della cit-t, sia la salute dei propri cittadini.

    SECONDO EPISODIO (ambien-tato a Milano dal 2009 a data dadestinarsi)

    Il Comune di Milano, con la circo-lare n. 2 del 24 marzo 2009 hadichiarato guerra ai loft. Dopo unadozzina di anni durante i quali,alla luce del sole, sono stati abu-sivamente trasformati in abitazio-ni, anche assai eleganti, un di-screto numero di piccoli capanno-ni e dopo che sono stati costruiti,con regolare concessione, nuoviedifici industriali multipiano, cia-scuno costituito da una serie digraziosi laboratori, nei quali piacevole abitare, anche solo per

    fruire delle enormi vetrate e deiterrazzi, efficacemente piantumatie dotati di caldi pavimenti in do-ghe di teak, sulle quali camminarea piedi nudi, i funzionari comunalipreannunciano salatissime san-zioni amministrative, senza esclu-dere risvolti penali. Comunicanoinoltre che, questi edifici, eviden-temente destinati alla residenza,ma costruiti secondo le regole ur-banistiche riservate allindustria,non hanno fornito in dote la corri-spondente superficie a verdepubblico prevista dalla legge per

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    tutte le volumetrie residenziali. Diconseguenza i proprietari sonotenuti a porre rimedio, medianteacquisto di aree destinate a verdepubblico e successiva cessione al

    Comune delle stesse, onde riequi-librare il rapporto verde-abitanti.

    ESODO E MORALE.

    Di solito, chi di spada ferisce, dispada perisce. Non il Comune diMilano, che anche questa voltapretende di essere leccezioneche conferma la regola.

    LavoroIL MANTELLO DI S. MARTINO ED IL LAVORO DEGLI IMMIGRATI

    Giuseppe Ucciero

    Le riunioni familiari hanno questodi bello, che spesso ci riportanovicino al sentire diffuso, non im-porta quanto confuso, di chi abitala pancia del Paese.

    Cos capita, a me come a tanti inquesti giorni di cresime e comu-nioni, di passare qualche ora conparenti e conoscenti, che nonfanno parte di quel certo mondo direlazioni intessuto tra personeche condividono generalmenteuna determinata scala di valori,insomma quel brodo democrati-co da cui il mestolo trae semprela medesima pietanza. Non var-rebbe ovviamente la pena di par-lare di questo minuscolo fattopersonale, se questoccasione di

    scambio sociale non mi avesserappresentato, quasi plasticamen-te, il paradigma su cui registrarelevoluzione della cultura socialediffusa sul tema dellimmigrazionee della convivenza civile nel no-stro paese.

    Con sorpresa ho osservato chealcune di queste persone, nonpoliticizzate e pur sensibili so-cialmente e umanamente, si sonoespresse con forte fastidio neiconfronti della figura ideal - tipicadellimmigrato. A nulla valevano

    fondate considerazioni storiche,statistiche, culturali, tutte valide etutte inesorabilmente finite a nau-fragare contro gli scogli di una vi-sione che aveva ormai assunto lasolidit di un pregiudizio popolare,senza distinzioni.

    Lo scorno per non aver potuto af-fermare un diverso punto di vista,anchio ho le mie piccole ambizio-ni politiche, stato per pari allasorpresa del giorno dopo, quandoquelle stesse persone racconta-

    vano con toni di autentica indi-

    gnazione le vessazioni cui erastato sottoposto un povero immi-grato pakistano, anziano e mal-messo, da parte di feroci con-trollori dellATM, supposti leghisti.

    Partiti parenti e conoscenti, mi rimasto in tasca linterrogativo:come spiegare comportamentitanto contraddittori, come motiva-re lalternanza emotiva che portamolti, anche nel campo democra-tico, a indossare opposte ma-schere sociali, quasi fossero nuo-vi Dr. Jekill e Mr. Hyde?

    In realt, mi sono via via convintoche le opposte rappresentazionidel sentimento verso gli immigratinon siano poi cos del tutto con-

    traddittorie. A me pare che essecondividano, in parte almeno, esia pure attraverso articolate ecomplesse mediazioni, una me-desima premessa culturale, fon-dandosi entrambe sulla visionedella figura dellimmigrato comeospite, un ospite bisognoso e ten-denzialmente scomodo, cui voltaa volta guardare con spirito di ca-rit, di solidariet o di fastidio erepulsione, a seconda dei casi,delle situazioni e dellevoluzionedelle cose.

    Il momento della solidariet versoil bisogno presuppone infatti permolti, anche inconsapevolmente,un sentimento quasi di superioritsociale, ma anche spirituale, ver-so la persona sfortunata che ci sipresenta dinnanzi, e intanto sa-remo disposti a praticarla nellamisura in cui questa non determi-ni una significativa privazione pernoi: la visione del povero che tale per sfortuna o anche persua colpa, e che desideroso dicarit, cos come chi la dona

    desideroso di santit. Povero

    come persona cui fare del bene,ma che non ha diritto a pretende-re, povero infine come personacui dare qualcosa di nostro macon juicio.

    Cos quando solidariet equivalea tagliare in due con la spada ilproprio Mantello in una freddanotte invernale, non tutti, o megliomolto pochi, si sentono come S.Martino, figura eroica dello spiritodi carit.

    E questo vale tanto pi quantominori sono le risorse di cui si di-spone e maggiori sono le prete-se dei beneficiandi: a questopunto lospite diventa comunquescomodo perch toglie presta-

    zioni sanitarie, posizioni in gra-duatoria per la casa, occupa spa-zi, riempie perfino di spezie puz-zolenti laria netta del nostro cor-tile e cos via.E questo nonostante le buone in-tenzioni di partenza: le istanzesolidaristiche mostrano cos unlogoramento sempre pi insoste-nibile.Vi soluzione a una contraddi-zione cos impostata?S, e sempre S. Martino ci vienein aiuto.

    Narra la leggenda che il Mantello,prima generosamente con divi-so, riapparve di nuovo integro allamattina seguente, premio celesteper tanta generosit. Il Mantelloche gli immigrati ci fanno ritrovareintegro ogni mattina tessuto damilioni di ore di lavoro ed fatto dilavoro di fabbrica, lavoro di cura,lavoro agricolo, lavoro edile, attivi-t imprenditoriali, quasi sempreprestato in condizioni che non arduo definire di sfruttamento. La-vori essenziali per il funzionamen-

    to della nostra societ, ma che gli

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    italiani non intendono pi fare edeffettivamente non fanno.

    Contributo essenziale per la no-stra societ, esercitato attraversomansioni pericolose, umilianti, fa-ticose, soprattutto poco o nulla

    riconosciute: si stima che attual-mente il 10% circa del PIL italianosia prodotto dal lavoro degli immi-grati e vi sono molti dubbi, anzicertezze, che a essi non ritorniuna quota adeguata.

    E allora il Lavoro che costituisceoggi il titolo maggiore e incontra-stabile del diritto degli immigratialla cittadinanza, alle prestazioni,alla condivisione equa insommadelle risorse che essi stessi con-corrono a generare.

    Ed principalmente su questabase, ossia il riconoscimento del

    valore generato dal loro lavoro,che gli immigrati maturano un di-ritto specifico, diremmo origina-rio in quanto non generato e nonconcesso da altri, alla redistribu-zione della ricchezza, delle pre-stazioni dello Stato e del rispetto

    dei diritti, poich esattamente suquesta premessa che scrittolarticolo principale della nostraCarta: LItalia una Repubblicademocratica, fondata sul lavo-ro. (art. 1).

    In volgare, si potrebbe dire cheChi non lavora non mangia, ealtrettanto allora si dovr dire chechi lavora mangia, chi lavora hadiritto proprio, non derivante daconcessioni, alla propria fetta diricchezza sociale.

    La sinistra, il PD, si sono attardatieccessivamente su di una visione

    principalmente solidaristica, cen-trata principalmente sul ricono-scimento dei bisogni e dei dirittidegli immigrati come persone indifficolt. Rimettano al centro del-la propria azione una visione ef-fettivamente autonoma rispetto a

    quella delle destre, che ricom-ponga nel mondo del lavoro laspecifica posizione dellimmigrato,una visione centrata sul lavoro esui diritti e sulla dignit che ne de-rivano.Riaffermino il valore del lavoro,non importa qui se dipendente oreso in altra forma, come principa-le fattore di sviluppo sociale di u-nificazione delle mille specificitche attraversano la nostra socie-t, come fondamento di un rinno-vato patto nazionale di cittadinan-

    za cui possano accedere quanticontribuiscono a fare la ricchezzadel nostro Paese.

    MobilitIL TUNNEL DI MILANO E LA MOBILIT PER LEXP

    Maurizio Mottini

    Laggiornamento dei costi e delleopere per la mobilit, articolateper voci definite essenziali,connesse, necessarie (anchese non incluse nel dossier di can-didatura per lExp 2015), statofatto al Tavolo regionale del 23febbraio scorso. Il totale di 25miliardi di di cui 12.066 milionifinanziati (ma di questi finanzia-menti ben 7.277 milioni riguarda-no le tre strade storiche final-mente al decollo: BreBeMi, Pe-demontana e Tangenziale Est Mi-

    lano: utilissime ma scarsamenteconnesse al sito dellExp). Leopere stradali, tolte le tre operecitate, hanno un costo previsto di4.675 milioni e allinterno di que-sta cifra troviamo il tunnel di Mi-lano per 1.493 milioni che incideper il 32%.

    E ben vero che la tabella recaunannotazione illuminante ope-ra, non in ordine di priorit, constudi di fattibilit in corso per iquali si stanno verificando alterna-tive di tracciato. Tuttavia lopera

    indicata nella tabella di quelledefinite necessarie, anche se nonincluse nel dossier di candidaturaper lExp. Nella tabella si precisaaltres che i privati (vale a dire iproponenti) si assumerebberolonere di 693 milioni mentre i re-stanti 800 milioni dovrebbero es-sere reperiti da parte del Comunedi Milano. E bene ricordare chequestopera si aggira da temponelle stanze del Comune e che asuo tempo lallora Sindaco Alber-tini ebbe a scrivere su documenti

    istruttori che si poteva prendere inconsiderazione a patto che non cifossero oneri per il Comune. Tut-tavia oggi, sia pure con cautela,lopera compare nella tabella ecompare pure la necessit di 800milioni che il Comune dovrebbeprocurare.

    Questi sono i fatti.

    Ma proprio utile, necessario,opportuno fare questo "Tunnel?Circa lutilit, la risposta pu esse-re netta. No. Un tunnel, a diffe-

    renza di una metropolitana, abbi-sogna per le uscite di grandi spazirichiesti per le rampe dingresso edi uscita. con pendenze non su-periori al 10%. Spazi che nellacitt costruita di fatto non esistonose si escludono i giardini pubblicidi Porta Venezia.

    La necessit? Neppure. Non ri-solverebbe alcun serio problemase non quello cervellotico di anda-re dallo svincolo di Fiorenza a Li-nate in un unico tunnel, e quindi

    per unutenza estremamente limi-tata. Quanto allopportunit di fareunopera simile difficile trovareun argomento a favore, mentre traquelli sfavorevoli c sololimbarazzo della scelta.

    Largomento a favore, indicato dalprof. Ponti nel primo numero diArcipelago, che unopera strada-le sotterranea costa poco rispettoa una metropolitana anche comeesercizio, non tiene conto dei co-sti fissi e desercizio degli auto-mezzi privati che la percorrono,

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    dellinopportunit di favorire ulte-riormente luso del mezzo privatoin un contesto gi congestionatis-simo, e infine dellinquinamentoindotto. Insomma lopera non opportuna, non utile e non ne-cessaria.

    Quei 693 milioni che i privati vor-rebbero investire (per recuperarlicon pedaggi) bene che venganodirottati altrove, magari in impreseinnovative. E quanto agli 800 mi-lioni che si chiederebbero al Co-

    mune, questi farebbe bene a tro-varli ma per investirli in opere deltrasporto su ferro, fossero anchesolo metrotranvie, certamente piutili, pi necessarie e pi opportu-ne.

    SanitDOVE VA LOSPEDALE

    Claudio Rugarli

    Quando ero un giovane medico,assistente volontario allIstituto diPatologia Medica dellUniversit

    di Milano, allora al padiglioneSacco del Policlinico, i ricoveri deipazienti duravano in genere trauno e due mesi e, in alcuni casi,anche di pi. Gli ammalati eranoammassati in camerate nelle qualile condizioni di vita mi parevanoorribili e tuttavia, per lo pi non silamentavano e anzi mostravanodi gradire i ricoveri lunghi. Questodipendeva dalle condizioni socialidellItalia di allora, nella quale ab-bondavano i poveretti chenellospedale vivevano meglio chea casa loro, mangiavano un cibo

    migliore, erano accuditi e assisti.

    Oggi le cose sono radicalmentecambiate, gli ospedali sono diven-tati dei luoghi molto meglio vivibili,listituzione cambiata da operadi carit in struttura tecnica ingrado di somministrare gli accer-tamenti clinici e le terapie migliori.E questo un frutto del mutamentodella situazione sociale del nostropaese del quale non possiamoche rallegrarci. Oggi i ricoveri bre-vi sono preferiti da tutti, ma non

    esistono pi problemi? Purtroppoci sono problemi di altro tipo checercher di spiegare proprio par-tendo dalla durata dei ricoveri econsiderando il costodellassistenza ospedaliera.

    Fino al 1996 il Sistema SanitarioNazionale, attraverso le Regioni,pagava le degenze in base a unaquota giornaliera, esattamentecome in un albergo. Dal punto divista della remunerazionedellospedale un ricovero lungo

    era pi vantaggioso di uno breve,

    perch divenivano numerosi igiorni nei quali non venivano ese-guite indagini cliniche o trattamen-

    ti costosi.

    Comprimere questi in un periodopi breve significava non soloperdere il beneficio delle giornatevuote, ma anche spendere di piper organizzare un pi rapido fun-zionamento dei servizi diagnosticie terapeutici. Certamente ceranodelle trattative e dei controlli delleRegioni, ma il sistema era certa-mente difettoso. Bisognava percicambiarlo e fu cambiato nel 1996.

    Il sistema attuale, ispirato alle e-

    sperienze delle assicurazioni a-mericane detto dei DRG, acro-nimo che sta per Diagnosis Rela-ted Groups, e stabilisce che, perogni data diagnosi sia fissata unaremunerazione, indipendente-mente dalla durata del ricovero. Echiaro allora che gli ospedali, aparit di diagnosi, avrebbero avu-to interesse a fare ricoveri breviper aumentare il numero di casiclinici per i quali avrebbero avutola remunerazione dipendente dalDRG. Questo avrebbe dovuto

    portare a un aumento del numerodi pazienti che venivano a occu-pare un singolo letto ospedalieroe a una migliore programmazionedi tutto il sistema dellassistenzaospedaliera. In teoria un buon si-stema e tuttavia sono emersi deiproblemi.

    Prima di spiegare quali vorrei fareunosservazione. Penso che esi-sta una fondamentale differenzatra le assicurazioni americane chepagano i ricoveri ospedalieri ai

    loro iscritti e il Sistema Sanitario

    Nazionale Italiano. Le assicura-zioni, se vedono che spendonotroppo, possono aumentare i

    premi versati dai loro assicurati oanche rescindere i contratti, inquesto modo calmierando i costidei ricoveri ospedalieri. Il SistemaSanitario Nazionale Italiano, fattodel quale dobbiamo essere felici eorgogliosi, deve invece assicurarea tutti lassistenza medica neces-saria anche quando richiede unricovero ospedaliero.

    Ebbene, la remunerazione in ba-se al sistema dei DGR stabilitatenendo anche conto del costodei procedimenti diagnostici (pi

    costosi se sono invasivi) e tera-peutici (pi costosi se sono chi-rurgici piuttosto che medici). E,siccome a procedimenti pi co-stosi corrispondono remunerazio-ni pi elevate, questo costituisceuna motivazione per gli ospedali apreferire i procedimenti diagnosti-ci invasivi e i trattamenti chirurgici,provocando una distorsione delledecisioni mediche.

    Recentemente, sulla terza retedella TV della Rai Milena Gaba-

    nelli ha affrontato questo proble-ma, dando limpressione che que-sto sia un problema della sola sa-nit privata. Io penso che il pro-blema esista anche per la sanitpubblica. Certo, si pu obiettareche i medici agiscono di regolasecondo coscienza e che casi,come quello che recentemente hainvestito la chirurgia toracica dellaClinica Santa Rita, sono eccezio-ni, ma la distorsione resta. Questo un argomento sul quale ci sa-rebbe molto da dire, ma a me ba-

    sta farne cenno.

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    Ma esistono anche altri problemi.Pi in generale si pu dire chequesto dei DRG solo uno deicasi nei quali, con le migliori in-tenzioni di favorire lefficienza eleconomicit del sistema sanita-rio, si possono creare dei disagi a

    un buon esercizio delle prestazio-ni ospedaliere. Ne menzionersolamente altri due tra di loro cor-relati, la riduzione delle strutturedi Medicina Generale e la difficol-t, almeno in Lombardia, a effet-tuare ricoveri elettivi.

    Lavanzamento tecnologico dellamedicina moderna e la crescentecomplessit del sapere medicohanno promosso la crescita distrutture ospedaliere specialisti-che. Uno sviluppo logico e razio-

    nale se non fosse che avvenutoa spese delle strutture di medicinae chirurgia generale. Io parlo dellamedicina, che il settore del qua-le ho diretta esperienza e debbodire che le strutture di MedicinaGenerale sono quelle che debbo-no fronteggiare le patologie piurgenti (come in corso di epide

    mie dinfluenza con abbondanzadi polmoniti) e i casi di pi incertadiagnosi.

    Questo ha portato a una crescen-te difficolt a ricoverare tutti i pa-zienti che ne fanno richiesta e a

    unobiettiva carenza di posti letto,soprattutto negli ospedali di mag-giore prestigio, come sono quelliuniversitari o alcuni grandi com-plessi anche non universitari.

    La Regione Lombardia ha perce-pito questo problema e ha stabili-to che i ricoveri nei reparti di me-dicina generale debbano avvenireed essere proseguiti solamente incondizioni di urgenza o di gravitdelle condizioni morbose. Questoha reso per molto difficile, per

    non dire impossibile, effettuare iricoveri elettivi, intendendo per taliquelli che riguardano pazienti consituazioni complesse che richie-dono un accertamento o un per-fezionamento della diagnosi eunesecuzione della terapia graziea una serie di esami e di osserva-zioni attuabili adeguatamente solo

    in ambiente ospedaliero.La risposta potrebbe essere chelo stesso potrebbe essere fatto inregime di day-hospital, malorganizzazione di questo richie-de personale e strutture che nonsono ovunque disponibili. E poi la

    Lombardia meta di numerosipazienti provenienti da altre re-gioni che non potrebbero esseregestiti in regime di day-hospitale.E infine, per un milanese o abitan-te dellhinterland, residente moltolontano dallospedale di riferimen-to, le cose sarebbero poi tantodiverse? Purtroppo questa unagrossa difficolt che non risoltae che penalizza soprattutto gli o-spedali universitari dove i casicomplessi sono importanti peraddestrare alle difficolt diagno-

    stiche e terapeutiche i futuri medi-ci.

    Ma non c da stupirsi di tuttoquesto perch non si tratta chedel riflesso di una carenza cultu-rale, che una conoscenza ina-deguata dei rapporti tra medicinainterna e medicina specialistica.

    LE RUBRICHE

    MUSICAQuesta rubrica a cura di Paolo Viola

    LE SCUOLE DI MUSICA A MILANO

    Tutti sanno che a Milano esiste unConservatorio, intitolato a Giu-

    seppe Verdi, non solo perch inluogo centrale, d il nome a unabella via e si trova nel chiostro diquel grande capolavoro che laChiesa della Passione, ma ancheper le sue sale la grande salaVerdi e la pi piccola sala Puccini -dove si svolgono concerti pubblicipraticamente tutti i giorni. Ma nonmolti sanno che a Milano esistonoaltre scuole di musica, di grandis-sima importanza e rinomanza, allequali accedono studenti da tutti leparti del mondo e fra queste due inparticolare che si chiamano rispet-tivamente Accademia Internazio-

    nale della Musica e Accademiadel Teatro alla Scala.

    Proviamo a districarci fra questetre scuole, che possiamo conside-rare le principali, per capirne simili-tudini e differenze.

    Il Conservatorio un liceo (musi-cale) ed una Universit, con il suotriennio di primo livello, il biennio disecondo livello (la cosiddetta lau-rea magistrale) e i successivimaster. Ha una magnifica bibliote-ca in cui conserva oltre 500.000unit bibliografiche - di cui 50.000manoscritti e 30.000 volumi ri-

    guardanti la musica - consultabileanche on-line. Sopratutto, a bene-

    ficio degli allievi degli ultimi anni,ha una propria Orchestra Sinfonicae una importante collezione distrumenti antichi. Chiunque fre-quenti la musica classica a Milanonon pu prescindere dalla presen-za di questa grande e magnificaistituzione.

    LAccademia Internazionale del-la Musica, inserita nella Fonda-zione Scuole Civiche di Milano, haalle spalle una storia lunga 150anni (nasce nel 1862 come CivicaScuola di Musica per formare so-pratutto strumentisti e coristi), e ha

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    ora la sua sede nella storica VillaSimonetta di via Stilicone; artico-lata in cinque Istituti, rispettiva-mente specializzati in Musica an-tica, Musica classica, Ricercamusicale, Jazz e Cori. A disposi-zione dei suoi allievi vi sono ben

    160 docenti, in massima parte in-segnanti di strumenti musicali anti-chi e moderni, ma anche di musicadinsieme e di cori.L Accademia del Teatro allaScala una Fondazione di dirittoprivato, nata nel 2001 da una co-stola - ricca di tradizione - delgrande Teatro per il quale formauna inverosimile quantit di artistie specialisti, ed ha sede in viaSanta Marta con una sezione di-staccata dedicata al ballo - unascuola che nasce nel 1813! - in via

    Campo Lodigiano. Ai corsidellAccademia ci si iscrive per se-

    lezioni ed oggi si contano quasi600 allievi con circa 200 docenti.

    E articolata in quattro sezioni, ri-spettivamente Musica, Danza,Palcoscenico-Laboratori eManagement; questultima sezio-ne, di recente costituzione, ha av-viato un corso in Autoimprendito-rialit musicale per diffondere lapromozione autonoma dei musici-sti, e sopratutto un Master inManagement per lo Spettacolo incollaborazione con lo SDA scuo-la di direzione aziendale dellUniversit Bocconi e con laScuola di Teatro del Piccolo Tea-tro.Particolarmente interessante lasezione Palcoscenico-Laboratoridedicata alla preparazione profes-

    sionale di scenografi, costumisti,sarti, macchinisti, meccanici, truc-catori, parrucchieri, fotografi di

    scena, tecnici audio, digital setdesigner, ecc. che trovano poi la-voro in tutti i teatri del mondo.

    A Milano dunque non solo concertied opere, per un pubblico per for-tuna sempre pi vasto, ma anche

    un sistema scolastico articolato ecomplesso che, partendo da tradi-zioni profondamente radicate nellacitt (non dimentichiamo che persecoli Milano stata una delle im-portanti capitali europee e in cer-ti momenti addirittura la pi impor-tante per la grande musica) oggiprepara artisti, tecnici, manager,specialisti in ogni ramo dello spet-tacolo musicale, proiettandoli nellamodernit e nellavanguardia.

    19 maggio

    TEATROQuesta rubrica curata da Maria Laura Bianchi

    UOVO PERFORMING ARTS FESTIVAL

    Uovo un festival internazionale

    che presenta le espressioni pi

    innovative delle performing arts,

    privilegiando artisti che promuo-

    vono un approccio indisciplinare e

    indisciplinato alla creazione arti-

    stica. Ledizione 2009 della mani-

    festazione si sviluppa attorno alle

    suggestioni dello sguardo, della

    scoperta. In linea con le passate

    edizioni, Uovo unisce ospitalitprestigiose come la Socetas Raf-

    faello Sanzio/Romeo Castellucci,

    che torna a Uovo con linstal-

    lazione Paradiso, la compagnia

    inglese Lone Twin Theatre per la

    prima volta in Italia con lo spetta-

    colo Daniel Hit By A Train, J-

    rme Bel, con la prima italiana del

    nuovo lavoro A spectator,

    Mammalian Diving Reflex con

    linsolito taglio di capelli e i gio-

    vani talenti italiani Pathosformel,

    vincitore del premio Ubu 2008,

    Francesca Grilli, Plumes dans latte, Demetrio Castellucci/Black

    Fanfare.Uno degli elementi di no-

    vit il primo episodio del proget-

    to Uovo 0_11, non una sezione

    del festival ma un percorso di av-

    vicinamento allesperienza per-

    formativa contemporanea dedica-

    to ai pi giovani. I bambini sono

    qui protagonisti nella duplice ve-

    ste di spettatori e performer.

    Linfanzia diventa la lente

    dingrandimento attraverso cui

    leggere alcuni aspetti oggi centrali

    della societ come il rischio, ilcambiamento, la speranza, la fi-

    ducia, la responsabilit, il potere.

    Il 20 maggio allAlcatraz,nellambito del festival Indeepan-

    dance, Claudio Sinatti e Demetrio

    Castellucci/Black Fanfare presen-

    tano in prima italiana Rhomboi-

    de, performance multimediale

    prodotta da Uovo e dal Kaaithea-

    ter di Bruxelles, dove la produzio-

    ne ha debuttato a febbraio 09

    nellambito del festival internazio-

    nale Performatik. Nel centenario

    della nascita del Futurismo, Uovo

    presenta e firma una produzione

    che rielabora in chiave contempo-

    ranea lestetica e la poetica

    dellavanguardia capeggiata da

    Tommaso Marinetti.

    Il primo episodio del progetto Uo-

    vo 0_11 si svolge dal 22 al 24

    maggio, grazie alla collaborazio-

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    ne con il Teatro Franco Parenti

    che ospita liniziativa.

    Il 22 maggio la giovane artistaFrancesca Grilli presenta due sue

    recenti produzioni: la performance

    La terza conversazione e la vi-deoinstallazione La quarta con-

    versazione. Uno spiazzante e

    affascinante progetto articolato in

    pi episodi che coinvolge perfor-

    mer sordomuti, qui reinterpretato

    per la prima volta anche per un

    pubblico di bambini. Una ricerca

    tra la dimensione ordinaria e fan-

    tastica della realt.

    Il 22 maggio Kinkaleri sar pre-sente a Uovo con la performance

    Pinocchio e il 23 maggio con unlaboratorio per bambini. Un pro-

    getto che si sviluppa a partire dal

    racconto di Collodi e disegna una

    serie di percorsi immaginari che si

    intersecano secondo logiche im-

    previste.

    Il 23 maggio un nuovo capitolodella creazione di Virglio Sieni

    Uno sguardo che si concede al

    corpo, lavoro che si inscrive nel

    percorso dellAccademia sullartedel gesto, fondata e diretta dal

    coreografo fiorentino con lo scopo

    di porsi come contesto inedito di

    formazione, di studio e creazione

    artistica. Uno sguardo che si

    concede al corpo parte dalla vi-

    sione della Deposizione di Jacopo

    Pontormo per sviluppare

    unindagine sul corpo e sulla sua

    capacit di relazionarsi ad ele-

    menti esterni.

    Il 23 maggio verr inoltre proiet-tato Adamo ed Eva di Virgilio

    Sieni, documentario della serie

    Danza in scena di Francesca

    Pedroni e Maria Mauti, prodotto

    da Classica tv in onda su Sky. Lo

    stesso giorno, Claudio Sinatti, uno

    dei maggiori artisti multimediali

    italiani, condurr Mostronica,

    laboratorio interattivo per e con i

    bambini dedicato alle nuove tec-

    nologie digitali e al live media.

    Il 24 maggio, presso il salone3.14 parrucchieri e con la collabo-

    razione di Orea Mali, in chiusura

    del progetto Uovo 0_11, il festival

    ospita la pluripremiata compagnia

    canadese Mammalian Diving Re-

    flex con Haircuts by Children,

    una curiosa e divertente perfor-

    mance sull'emancipazione dei

    bambini e sulla loro responsabili-

    t. Bambini-parrucchieri armatidi forbici inviteranno gli spettatori

    a mettersi in gioco confrontandosi

    col rischio, la fiducia e il potere

    nelle nuove generazioni.

    Incontri con gli artisti sono previsti

    durante le giornate del festival.

    Fino al 24 maggioLuoghi: Alcatraz via Valtellina21/27; DiDstudio via Procaccini4 c/o La Fabbrica del Vapore; LaTriennale di Milano viale Ale-magna 6; O via Pastrengo 12;Teatro Franco Parenti via PierLombardo 14; Teatro Out Off viaMac Mahon 16; Teatro Versacepiazza Vetra; 3.14 parrucchierivia Ozanam 8.

    Biglietti: Uovo Card 35 euro (27

    euro per studenti, t friends, soci

    centri culturali stranieri) compresa

    prevendita. La Uovo card d dirit-

    to allingresso a tutti gli spettacoli

    (a eccezione di Figure e Hair-

    cuts by Children) previa prenota-

    zione e fino a esaurimento posti.

    Info: uovoproject.it;

    348.80.39.149; skype: uovopro-

    ject

    ANGELS IN AMERICA

    Questo bestseller del teatro ame-ricano, che ha fatto incetta dipremi sia al suo debutto teatraleche nella versione televisiva gui-

    data da Al Pacino, ha portato for-tuna anche ai registi e alla com-pagnia dellElfo.

    Con la prima parte, Si avvicina ilmillennio, (debuttata al Teatro del-le Passioni di Modena il 2 maggio2007) Elio De Capitani e Ferdi-nando Bruni hanno ottenuto nel2007 il Premio ANCT (Associa-zione Critici di Teatro) e due Pre-mi Ubu e nel 2008 il PremioHystrio alla regia e due PremiETI-Gli Olimpici del Teatro, comemiglior regia e miglior spettacolodi prosa. La seconda parte, Pere-

    stroika, debutter nellottobre2009 al Festival Vie, Scena con-temporanea, coprodottaanchessa da Teatridithalia ed

    Emilia Romagna Teatro Fonda-zione.

    Il sottotitolo esplicito, fantasiagay su temi nazionali, non sinte-tizza tutta la ricchezza di questasaga provocatoria e commovente:lautore affronta di petto il temadellidentit, ma non per esaurirlosotto il profilo sessuale, bens persondarne in profondit tutte lecomponenti, razziali, religiose eculturali, e per dipingere un mon-do nel quale gli esseri umani fati-cano disperatamente a ricono-scersi e accettarsi con consape-

    volezza e dignit. Il testo raccontale vicende sentimentali e i conflittidi due coppie: la relazione gay traPrior Walter, malato di AIDS, e

    Louis Ironson e il matrimonio fral'avvocato mormone Joe Pitt eHarper, giovane moglie depressa;le loro storie sintrecciano a quelledellavvocato Roy Cohn, perversofaccendiere, e di Belize, infermie-re professionale ed ex travestito.Sono tutti rappresentanti del mel-ting pot della Grande Mela, em-blemi attuali e universali diunumanit dolente. Lo scenogra-fo Carlo Sala ha creato uno spa-zio ampio e semivuoto, fatto dinude mura di mattoni chiari dovevengono introdotti pochi elementi

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    essenziali, luogo ideale per leimmagini video di FrancescoFrongia, capaci di trasformare lascena ora nello skyline di CentralPark, ora nel panorama di SaltLake City, nei cumuli di ghiacciodellAntartico, in bilico tra realt e

    allucinazioni mentali.

    Il cast guidato da Elio De Capi-tani, Premio Ubu 2007 come atto-re non protagonista per il ruolo di

    Roy Cohn, personaggio storico,pupillo del senatore MacCarthyche scaten la caccia ai comunistinel dopoguerra. Insieme a lui IdaMarinelli e Cristina Crippa, che simoltiplicano in diversi ruoli, e ungruppo affiatato di attori tra i tren-

    ta e i quarantanni: Edoardo Ri-batto, Umberto Petranca vincitoredellUbu come attore under 30,Elena Russo Arman, Cristian Ma-ria Giammarini e Fabrizio Mattei-

    ni.

    Fino al 24 maggio

    Teatro dellElfo, via Ciro Menotti,

    11

    Orario: 20.30 (domenica alle 16)

    Info e prenotazioni: 02.71.67.91

    BOLLYWOOD THE SHOW!

    Bollywood The Show! lo stra-

    ordinario spettacolo indiano di mu-

    sica e danza.

    Applaudita da oltre 500.000 spet-

    tatori, lo show di Bollywood di

    maggior successo internazionale

    che porta in scena una grande

    compagnia composta da ballerini e

    attori, pi di 1.000 costumi, 30.000

    luci a led. Un vero e proprio evento

    teatrale che riprende i motivi, le

    coreografie e le pi fortunate co-

    lonne sonore di 80 anni di storia

    cinematografica indiana in un m-

    lange suggestivo di danza, teatro,

    musical e film.

    Gli spettacolari contrasti tra la tra-

    dizione indiana e laffascinante

    mondo del cinema vengono ri-

    composti allinterno di una tipica

    storia damore bollywoodiana. La

    trama, ispirata alla realt, si basa

    sulla saga familiare di una delle

    pi famose dinastie cinematografi-

    che indiane, la famiglia Merchant.

    Le scene di danza dello show so-

    no state create proprio da Vaibhavi

    Merchant, coreografa di grandesuccesso nonch la pi giovane

    della famiglia Merchant.

    Lartista, premiata con lOscar in-

    diano, ha per altro firmato le co-

    reografie per i balletti del film can-

    didato allOscar Lagaan.

    La musica di Bollywood The

    Show! stata composta e arran-

    giata da Salim e Sulaiman Mer-

    chant, che sono tra i pi grandi

    compositori di colonne sonore ci-

    nematografiche della nuova gene-

    razione di Bollywood. Sono loro

    che hanno firmato le musiche del

    film campione dincassi Dhoom,

    e per questo spettacolo hanno rea-

    lizzato un mix congeniale di ritmi

    tradizionali e delle pi celebri hitmusicali del cinema bollywoodia-

    no.

    Le produzioni cinematografiche di

    Bollywood appassionano ora un

    pubblico di milioni di persone an-

    che in occidente. Il loro fascino

    cos speciale risiede nellesotismo:

    le storie damore vengono inserite

    nellaffascinante tradizione india-

    na, in suoni e danze insoliti per il

    pubblico occidentale. Con questo

    concetto di successo lo spettacoloconduce il pubblico in un viaggio

    emozionante ricco di immagini me

    ravigliose, musica incantevole e

    danze inebrianti che spaziano dal

    tradizionale Kathak fino al pi mo-

    derno hip hop, il tutto accompa-

    gnato dallinconfondibile stile di

    danza bollywoodiano.

    Lo spettacolo stato accolto con

    entusiasmo in quattro continenti:

    Australia, Asia, Europa e Africa. La

    tourne ha fatto tappa nelle citt

    pi importanti: Berlino, Zurigo,

    Londra, Johannesburg, Sidney,

    Barcellona, Anversa e Amsterdam

    (solo per citarne alcune). Per la

    nuova tourne Vaibhavi e sua so-

    rella Shruti Merchant hanno inte-grato nello show le ultime hit tratte

    dai nuovi campioni dincasso di

    Bollywood e stanno provando le

    nuove mosse di danza con la loro

    compagnia.

    Fino al 24 maggioTeatro degli Arcimboldi, viale

    dellInnovazione 20Orario: 21 (domenica alle 16)Info e prenotazioni:02.64.11.42.212

    STRANIERI

    Ancora una volta Marco Martinelli

    e il suo Teatro delle Albe saranno

    protagonisti sul palco del CRT

    Teatro dellArte. Il successo di

    Salmagundi del 2005 ancora

    vivo nella memoria degli spettatori

    milanesi che non mancheranno

    ora di apprezzare Stranieri, il

    nuovo lavoro della compagnia

    romagnola che dopo aver debut-

    tato nellottobre 2008 sta girando

    le maggiori piazze italiane. Un

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    nuovo approdo alla drammaturgia

    contemporanea per il Teatro delle

    Albe che, dopo l'urticante Ster-

    minio di Werner Schwab (vincito-

    re di 4 Premi Ubu 2007, tra i quali

    miglior regia a Marco Martinelli

    migliore attrice a Ermanna Mon-tanari), si rivolge alla scrittura a

    nervi scoperti del genio sregolato

    della drammaturgia italiana, Anto-

    nio Tarantino. Un cortocircuito tra

    la visionariet tragicomica delle

    Albe e questo testo mai rappre-

    sentato, ritratto impietoso della

    paura dellaltro come malattia

    intima e sociale, delirio estremo in

    bilico tra il reale e lincubo. Stra-

    nieri dipinge un uomo solo e mol-

    to malato, chiuso nel suo ricco

    appartamento nellalta Italia co-

    me in un bunker, carico di osses-

    sioni e rancori che trasformano il

    quotidiano in uno stato psichico

    febbrile. Qualcuno bussa conti-nuamente alla sua porta: non

    possono che essere gli stranieri,

    gli immigrati, e luomo scaglia la

    sua invettiva contro quei pericolo-

    si individui che a tutti I costi vo-

    gliono entrare. Un quadro a tinte

    cupe e grottesche, a cui danno

    carne Luigi Dadina (il solitario

    monologante), insieme a Erman-

    na Montanari e Alessandro Renda

    (la moglie e il figlio defunti), gli

    stranieri, appunto, che bussano

    alla sua porta.

    Dal 19 al 20 maggio; dal 22 al 24

    maggio; dal 26 al 31 maggio

    CRT Teatro dellArte, viale Ale-

    magna 6

    Orario: 20.45 (domenica alle 16)

    Info e prenotazioni:

    02.89.01.16.44

    SPETTACOLO PER 30 SPET-

    TATORI: OBBLIGATORIA LA

    PRENOTAZIONE

    LA CIMICE

    Proseguono al Piccolo Teatro diMilano le repliche de La cimicedi Vladimir Majakovskij, con la re-gia di Serena Sinigaglia, la tradu-zione e ladattamento di FaustoMalcovati e della stessa Siniga-glia. La cimice, scrisse Majako-vskij, la variante teatrale diquellar-gomento fondamentale alquale ho dedicato versi e poemi:la lotta contro il piccolo-

    borghese. Un testo importante econ molti spunti di attualit, pocopresente sulle scene italiane:loperaio Prisypkin, presodallambizione di avere una vitamigliore, lascia loperaia Zoja,che lo ama e che per lui tenta ilsuicidio, e si fidanza con Elzevira,di professione cassiera, figlia dipiccolo-borghesi. Si sposano edurante il banchetto nuziale, chefinisce in una sbornia collettiva,scoppia un incendio. Vi perdonola vita tutti, tranne Prisypkin, che

    rimane ibernato da-lacqua gelidadegli idranti. Dopo cinquantanni la commedia venne rappresentataper la prima volta nel 1929 nella

    nuova societ comunista che si nel frattempo realizzata, certicomportamenti individuali, egoi-stici, propri di un mondo diviso inclassi e dominato da interessi pri-vati sono ormai superati e vengo-no considerati come antiche ma-lattie. Prisypkin viene rinvenutonel suo blocco di ghiaccio e fattoscongelare per essere esaminato:gli si trova addosso una cimice

    che viene catturata e isolata nellozoo. Nonostante il controllo degliscienziati, ben presto i germi dellamalattia nota come borghesia an-cora attivi nel corpo di Prisypkin sidiffondono provocando inauditemanifestazioni. Alla fine i due pa-rassiti, il borghesius vulgaris Pri-sypkin e il cimex normalis ven-gono rinchiusi nello zoo per esse-re mostrati alla folla attonitaPenso che Majakovskij non siastato solo un uomo di teatro mauno di quegli artisti completi di cui

    oggi, soprattutto in Italia, sentia-mo molto la mancanza, spiegaSerena Sinigaglia. Chi fa teatronon fa cinema, chi lavora nel ci-

    nema non dipinge Majakovskijaveva talento per tutto: facevacinema, era attore, scriveva per ilteatro, disegnava manifesti, co-stumi e scenografie. Soprattutto,come molti altri della sua genera-zione, era un poeta. Un poeta nelsenso pasoliniano del termine,quella figura che, in una forma direligiosit laica, il vero profeta diuna societ. Ma siccome lessere

    umano spesso non allaltezzadel proprio compito, aggiunge laregista, chi sa guardare avanti - ilpoeta - e vorrebbe volare in alto,finisce sempre per schiantarsitragicamente.In scena un eccellente cast di at-tori che comprende, tra i protago-nisti, anche Paolo Rossi e Mas-simo De Francovich.Fino al 24 maggioPiccolo Teatro Strehler, largoGreppi 1Orari: marted e sabato alle 19.30;

    luned, mercoled, gioved e ve-nerd alle 20.30; domenica alle16. Luned 18 maggio: riposoInfo e prenotazioni: 848.800.304

    Antonio e Cleopatra alle corse

    Un uomo e una donna drogati

    dal gioco si tormentano, si amano

    e si divertono. Un gioco di coppia

    che mescola vita, amore, scom-

    messe. Una storia tragicomica,

    insolita e appassionante per il

    nuovo spettacolo di Andre Ruth

    Shammah.

    Un marito e una moglie, ai giorni

    nostri, in una qualsiasi nostra cit-

    t, lui senza soldi, lei senza sole,

    che si chiamano Bambino e Bam-

    bina. Lei ha una malattia rara, non

    pu esporsi alla luce. Vivono in

    uno spazio travestito da sala cor-

    se, immersi nel gioco e perdono

    senza tregua. Lui vincerebbe ma

    non punta mai. Lei gioca sempre

    cavalli perdenti. Lui vaga di bar in

    bar, ruba noccioline e torna ogni

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    volta da lei con storie e immagini

    della vita di fuori. Ricordano,

    scherzano, si insultano, ballano,

    si cercano, si respingono, si fanno

    domande, non si rispondono.

    Come in una danza ritmata dalla

    voce surreale di un commentatoreippico, tenerezza, ironia, crudelt

    si intrecciano e sovrappongono

    alla ricerca di una via di salvezza,

    per sottrarsi alla minaccia della

    fine.

    Dal 12 al 28 maggio

    Teatro Franco Parenti, via Pier

    Lombardo 14

    Orario: 20.30 (gioved alle 18.30,

    domenica alle 16)

    Info e prenotazioni:

    02.59.99.52.06

    Gallery

    YoyTube

    http://www.youtube.com/watch?v=OFdYTMO4x5A