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MENSILE ANNO XXII N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 PROFESSIONE BANCARIO ORGANO DELLA FALCRI FEDERAZIONE AUTONOMA LAVORATORI DEL CREDITO E DEL RISPARMIO ITALIANI Poste Italiane SpA - Spedizione in abb. postale D.L. 353/03 (convertito in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 2, DCB Roma UNI Rete Donne Mediterraneo aderente CONFSAL Via libera all’elefante 60 Anniversario Falcri Intesa Sanpaolo

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M E N S I L E A N N O X X I I N . 7 / 8 L U G L I O / A G O S T O 2 0 1 0

P R O F E S S I O N E B A N C A R I O

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Via libera all’elefante

60 Anniversario Falcri Intesa Sanpaolo

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SOMMARION.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010

DIRETTORE RESPONSABILEBianca Desideri

COMITATO DI DIREZIONEMaria Angela Comotti

Roberto FerrariGiuseppe Ettore Fremder

Claudio GulinelloInnocenzo Parentela

Aleardo PelacchiAngelo Peretti

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO

Salvatore AdinolfiMariangela Comotti

Stefano DavoliFranco Del Conte

FerriJoseph Fremder

Fabrizio GostiOrsola Grimaldi

Questo periodico è associato allaUnione Stampa Periodica Italiana

Autorizzazione del Tribunaledi Roma n. 17196 del 30-3-1978

Iscrizione al ROC n. 11110

Redazione:Roma, Viale Liegi, 48/b

Tel. 06.8416336-334-328-276Fax 06.8416343

e-mail:[email protected]

Impaginazione e stampa:Eurolit S.r.l.

Via Bitetto, 39 - 00133 RomaTel. 06.2015137 - Fax 06.2005251

Anno XXIIN. 7/8 luglio/agosto 2010

Chiuso in tipografiail 30 luglio 2010

Tiratura: 26.000 copie

Per le fotografie di cui nonostante le ricerche nonsia stato possibile rintracciare gli aventi diritto laFALCRI si dichiara disponibile ad adempiere aipropri doveri. Gli articoli firmati impegnano sologli autori e ne rappresentano il pensiero perso-nale. Tutti i diritti sono riservati. I testi non possonoessere riprodotti senza autorizzazione.

aderente Confederazione Generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori

P R O F E S S I O N E B A N C A R I O

EDITORIALE 3Parlando di contratto nazionale e delocalizzazioni

di Aleardo Pelacchi

FALCRI INTESA SANPAOLO 4I nostri primi 60 anni

di Mariangela Comotti

UN DIRITTO UNIVERSALE DELL’UMANITÀ 6Via libera all’elefante

di Joseph Fremder

A L’AQUILA UN ANNO DOPO IL TERREMOTO 7Prosolidar “una strana benedetta associazione

di Joseph Fremder

FALCRIDONNA 9Costituito il Centro Studi e Formazione Falcri Emilia-Romagna

di Stefano Davoli

COORDINAMENTO INTERNAZIONALEIV Conferenza UNIMED 10

a cura della Segreteria Nazionale

UNI Europa Rete Donne del Mediterraneo 11di Bianca Desideri

SALUTE & SICUREZZA di Franco Del Conte 12Rischio rapina in banca

LAVORO & PREVIDENZA di Fabrizio Gosti 13Trasferta ed orari di lavoro

LO SPAZIO DI FERRI 14Uomini e topi

FRANCOBOLLI CHE PASSIONE! di Salvatore Adinolfi 14Francobolli macchiati: cause ed eventuali cure. Seconda parte

SCAFFALE & WEB di Orsola Grimaldi 15I racconti del faro

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Parlando di contratto nazionalee delocalizzazioni

I temi del Contratto Nazionale e dell’Intesa di Pomigliano, come quello delle delocalizzazioni, stascaldando la già calda estate di fine luglio e sta ponendo importanti riflessioni all’intero mondo sin-dacale.

Mentre da una parte risulta strano notare che ci si stupisca, in un mondo così fortemente globalizzato,che delle imprese cerchino di spostare le produzioni, o parte di esse in Paesi dove i costi sono minori odove possono accedere a maggiori agevolazioni; dall’altra va evidenziato che non si possono condivide-re in maniera acritica le ragioni delle imprese, specie se vengono pesantemente messe in discussione op-portunità di lavoro e conquiste sindacali pluridecennali nel tuo Paese.Senza voler fare della facile demagogia, in senso più generale non si può pensare che si possa continua-re a mantenere così grandi differenze tra il tenore di vita dei Paesi poveri e dei Paesi ricchi.Ne’ si può pensare di continuare ad aumentare le differenze esistenti e far diventare i ricchi ancora piùricchi ed i poveri ancora più poveri.Occorre invece cominciare a pensare a modelli economico sociali diversi, attraverso i quali si ridistri-buisca la ricchezza prodotta e si realizzi una maggiore giustizia sociale.Occorre che la società civile, anche attraverso la politica, si riappropri del ruolo che le è proprio rispet-to all’economia e si faccia in modo che le aziende rispondano sempre ad essa ed ai cittadini consumato-ri delle proprie scelte e delle proprie azioni, tenendo ben presenti i principi della Social ResponsabilityTheory.In senso generale occorre cercare di favorire la crescita sociale ed il miglioramento delle condizioni di vi-ta e di lavoro dei Paesi più poveri, attraverso la diffusione di buone pratiche realizzata con la sottoscri-zione di accordi quadro transnazionali a livello di territori e/o multinazionali.Soprattutto occorre rivisitare un modello economico basato essenzialmente sulla produzione ed il con-sumo di beni - spesso non duraturi e superflui - che non si può perpetuare all’infinito. Un modello incui l’attività di produzione e di vendita sempre prevalgono sul lavoro e sulla vita di chi produce che, tral’altro, dovrebbe essere tenuto in maggiore considerazione perché diventa un potenziale consumatore, unavolta terminata la propria attività lavorativa.Ma una persona è un unicum indivisibile: è una persona mentre lavora ed è una persona quando con-suma e va vista sempre così, con i suoi diritti, con le sue esigenze, con le sue problematicità.Non può essere sacrificata e tenuta in scarsa considerazione in nome e per conto dell’atto del produrrecome lavoratrice/lavoratore e poi “ricercata” quando diventa funzionale all’atto dell’acquisto del beneprodotto, soprattutto se non ha più nemmeno il reddito sufficiente da poter spendere.Nella sua unicità va rispettata tanto prima che dopo ed anche per questo diventano ancor meno accet-tabili e meritano una molto attenta riflessione sulla loro opportunità, oltre che sulla loro giustizia, lecontinue rincorse a limitarne i diritti e le prospettive future.Per inciso, analogo e maggiore rigore sarebbe giusto vedere più che nei confronti di chi subisce i proces-si, verso chi li guida i processi, spesso non chiamato a rispondere delle proprie azioni, se ci sono proble-mi, anche quando questi si verificano.Allora è bene, come sempre, affrontare le questioni con equilibrio, senza massimizzare certe prese di po-sizione, avendo a cuore le esigenze di tutti, non certamente ultime quelle delle persone lavoratrici e la-voratori.Anche nel nostro Settore sono caldi i temi del rinnovo del Contratto Nazionale e delle delocalizzazioni.Nel primo caso non vorremmo sentirci raccontare che c’è la crisi e che non si possono cercare dei mi-glioramenti dell’esistente, perché la crisi non l’hanno certo causata né favorita le scelte o le azioni dellelavoratrici e dei lavoratori e perché non possono essere gli azionisti gli unici “portatori di interesse” cuioccorre dare risposte, ma ci sono anche i clienti ed i dipendenti, che con i clienti hanno rapporti, che at-tendono risposte (maggiore attenzione al territorio, alla economia locale, migliore interlocuzione, sem-pre maggiore capacità di dare e ricevere risposte).Nell’altro caso le esperienze vissute in caso di delocalizzazioni hanno dimostrato di non essere la soluzionedei problemi e, pertanto, le garanzie previste contrattualmente per la difesa dell’Area Contrattuale, an-che per quanto precede, devono essere salvaguardate.

FALCRI PROFESSIONE BANCARIO N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 3

EDITORIALEdi Aleardo Pelacchi

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N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 PROFESSIONE BANCARIO FALCRI4

I nostri primi 60 anni

Clima di grande partecipazione è stato quel-lo che abbiamo vissuto il 3 maggio nel Sa-lone del Centro Congressi della Fondazio-

ne Cariplo a Milano per i 60 anni della nostra As-sociazione Falcri Intesa Sanpaolo. Emozione e perché no qualche lacrima di com-mozione per tutti i presenti in sala mentre veniva-no ripercorsi i momenti salienti di 60 anni di sto-ria dell’Associazione, nata nel 1950 nella Cariplo(Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde)contestualizzati nella vita e costume del nostroPaese. 60 anni di storia non sono pochi e i presenti in sa-la hanno potuto ripercorrerli oltre che dalle paroledei presenti anche con la proiezione di un video, unsuggestivo viaggio iconografico nel tempo attraver-so tutte le tappe più importanti tra la crescita ed icambiamenti che si sono succeduti nel nostro Pae-se e le conquiste delle lavoratrici e dei lavoratori al-le quali ha contribuito anche in modo significativoFalcri Intesa Sanpaolo per il progresso della societàe dei diritti sin dai primi momenti nella Cariplo perarrivare oggi in Banca Intesa Sanpaolo.Alla manifestazione sono intervenuti tra gli altril’Avv. Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fonda-zione Cariplo, il Dott. Giovanni De Nicola, Asses-sore della Provincia di Milano, il Dott. Marco Ve-nieri, Capo del Personale di Intesa Sanpaolo, ilDott. Alfio Filosomi, Vice Capo del Personale Re-sponsabile delle Relazioni Sindacali di Intesa San-paolo.Grande emozione quando Davide Cattaneo, Pre-sidente della Falcri Intesa Sanpaolo, ha aperto lacelebrazione con un saluto rivolto a tutti coloroche hanno contribuito a costruire la storia dell’As-sociazione e che quotidianamente hanno operatoper la difesa e la tutela dei diritti delle lavoratrici edei lavoratori.Il Presidente della Fondazione Cariplo e dell’ACRIAvv. Giuseppe Guzzetti oltre a rivolgere un saluto

augurale ai presenti ha posto l’attenzione sui pas-saggi fondamentali del lavoro svolto dalla Falcrinella vita aziendale e nelle relazioni industriali, hasottolineato il forte senso di appartenenza dei la-voratori della Cariplo nei confronti dell’azienda el’impegno che comunque questa aveva per ricer-care modalità e soluzioni operative e contrattualianche vicine alle lavoratrici e ai lavoratori. Ha evi-denziato il ruolo della Fondazione Cariplo e l’im-pegno continuo a perseguire gli scopi per la qualefu costituita, ha parlato anche del ruolo attualedelle banche e del loro rapporto con il territorio egli stakeholders.Il doppio binario del ricordo del lavoro svolto edello sguardo rivolto al futuro, alle nuove sfide e ainuovi traguardi di tutela che l’Associazione si po-ne mi ha consentito di toccare alcuni dei temi ca-ri al nostro Direttivo e a me.E con grande gioia e commozione abbiamo vissu-to un momento tutto particolare della cerimoniacelebrativa quello della consegna di medaglie ri-cordo, tra queste quella al figlio di uno dei firma-tari dell’atto costitutivo della Falcri in Cariplo del9 marzo 1950 Giuseppe Gatti. Il figlio Francescoha letto una commovente nota di ricordo.Parlare della storia della nostra Associazione sin-dacale in questi 60 anni e delle persone che hannocontribuito a farla grande in questa giornata ci èsembrato il modo migliore per celebrare questoimportante anniversario. Non a caso lo slogan cheabbiamo scelto racchiude il senso del nostro agirequotidiano a difesa dei diritti e delle conquiste del-le lavoratrici e dei lavoratori in particolare in unmomento di forte crisi economica aggravata daglieventi di questi ultimi mesi. I nostri primi 60 an-ni costituiscono la nostra forza per contribuire ascrivere il futuro delle Donne e degli Uomini nonsolo della Falcri Intesa Sanpaolo. Un segno tangibile dell’evento e un forte segnaledella vicinanza dell’Associazione al futuro dei gio-

FALCRI INTESA SANPAOLOdi Mariangela Comotti

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Nella foto da sinistra:Elisa Malvezzi, Siro Dallera,

Claudio Gulinello,Mariangela Comotti,

Davide Cattaneo,Gabriele Slavazza,Maurizio Zamboni

e Massimo Bertarini

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vani e dei precari è stata l’istituzione di tre borse distudio a favore delle colleghe e dei colleghi in ser-vizio con contratto a tempo determinato e ap-prendistato professionalizzante presso Intesa San-paolo e Intesa Sanpaolo Group Service intitolatealla memoria del collega Damiano Cremonesi edassegnate rispettivamente a: Erika Venturi (1a clas-sificata), Deborah Goy e Andrea Crivella (ex equo2a e 3° classificato).E quale migliore ulteriore segnale dell’attenzione atutte le lavoratrici e i lavoratori che pensare ancheal “futuro”, ai giovani, ai precari, che far scrivereproprio a loro, che vivono in prima persona que-sta condizione, suggerimenti per migliorare il pros-simo CCNL del settore?Ecco quindi il tema trattato dai partecipanti al pre-mio: “come migliorare il CCNL di prossima sca-denza sugli aspetti riguardanti laprecarietà del lavoro”.Una delle motivazioni che ha spin-to la Falcri Intesa Sanpaolo a per-correre questa iniziativa, come det-to intitolata alla memoria del col-lega Damiano Cremonesi, è statala volontà di coinvolgere semprepiù attivamente i giovani lavorato-ri alla vita sindacale con l’obiettivodi mantenere vivo un diritto fon-damentale per la vita civile di unPaese. L'iniziativa rientra nell’arti-colata serie di progetti ed eventiche la FALCRI-Confsal ha in attoper il 2010 con l'intento di far par-tecipare sempre più attivamente i“Giovani Lavoratori” alla vita sin-dacale, appropriandosi così di un diritto-opportu-nitá che deve restare appannaggio delle lavoratricie dei lavoratori ed anzi crescere sempre più.Nel corso della tavola rotonda tenutasi il 4 maggioa Stresa è stato illustrato da Deborah Goy il lavo-ro presentato per la borsa di studio e la proposta“Migliorare la qualità del lavoro per migliorare laqualità della vita”, progetto, coordinato dalla psi-cologa Susanna Barattieri, per un nuovo modellodi relazioni sindacali con l’azienda per essere sem-pre più interlocutori positivi. Un ringraziamento va a tutti i partecipanti alla ta-vola rotonda per il livello degli interventi: Cristi-na Maraldo, l’avv. Tatiana Biagioni, Consiglieradi Parità della Provincia di Milano la quale ha evi-denziato la rilevanza che riveste il ruolo della Con-sigliera di Parità per la tutela delle lavoratrici e deilavoratori e ha dato ampi riferimenti in materiadi diritto antidiscriminatorio. Il Segretario Na-zionale della Falcri Roberto Ferrari partendo dalruolo delle casse di risparmio (e quindi anche del-

la Cariplo) che avevano “unruolo chiaro, una identità cer-ta, una mission inequivocabi-le” ha evidenziato come siamutato nel corso degli anni ilmondo bancario snaturando eperdendo anche quella che erauna sua funzione sociale e lasua identità “l’elemento di in-certezza identitaria è aumenta-to in modo esponenziale con ilfenomeno delle fusioni e con-centrazioni: i grandi GruppiBancari” creati unicamente permotivi economici ma i cui ri-sultati e gli eventuali “benefi-

ci” non sono percepiti dai cittadini e dalle impre-se. Alla perdita di identità delle banche fa da con-traltare la perdita di identità e di appartenenza deldipendente bancario che è soggetto quotidiana-mente ad attacchi alla propria professionalità, aipropri diritti (attenzione non privilegi ma dirit-ti), ad una giusta remunerazione del lavoro ed èsoggetto ora più che mai ad un continuo disagiolavorativo.Negli interventi svolti nel corso della due giorni so-no stati lanciati già alcuni dei temi del prossimorinnovo contrattuale che avrà, per quanto riguardala piattaforma Falcri, particolare attenzione alla“Persona” in quanto tale in tutta la sua essenza. Va-lore del lavoro svolto, diritto ad essere formati edinformati, diritti certi in condizioni di uguaglian-za, pari opportunità e non discriminazione, per-corsi professionali, valutazioni attente ed imparzia-li, conciliazione vita-lavoro (work life balance) so-no alcuni dei temi che incentreranno l’attenzionedella Falcri per il prossimo CCNL.

Nella foto sopra,da sinistra:

Giuseppe Guzzetti,Aleardo Pelacchi,

Marco Vernieri,Alfio Filosomi,

Giovanni De Nicola,Giampiero Geroldi.

Nella foto centrale:Mariangela Comotti

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N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 PROFESSIONE BANCARIO FALCRI6

Giovedì 29 luglio 2010 la Reuters pubblicauna notizia attesa da milioni e milioni dicittadini nel mondo: “L’Assemblea Gene-

rale delle Nazioni Unite ha dichiarato per la primavolta il diritto all’acqua potabile e all’igiene comeun diritto universale dell’umanità.

L’Onu ha annunciato in un comunicato che la ri-soluzione è stata approvata ieri sera con 122 voti afavore, nessun contrario e 41 astenuti, tra cui gliStati Uniti, che hanno ritenuto la decisione affret-tata e d’ostacolo al più articolato processo norma-tivo sul diritto all’acqua e all’igiene portato avantiparallelamente dal Consiglio per i Diritti Umani,con sede in Svizzera.Il diritto all’acqua era già incluso in alcune con-venzioni sui diritti delle donne, dei bambini e deidisabili, ma mai era stato dichiarato dall’Onu undiritto universale”.Nel testo della risoluzione ONU si afferma che884 milioni di persone non hanno accesso all’ac-qua potabile e 2,6 miliardi vivono in condizioniigienico-sanitarie insufficienti.Anche il nostro Sindacato aveva preso posizione intempi non sospetti pubblicando alcune riflessionisull’argomento e dando spazio ad uno scritto delPadre Comboniano Alex Zanotelli all’interno del-la propria rivista “Professione Bancario”, non pos-

siamo quindi che “festeggiare” assieme a tutti co-loro che hanno contribuito ad un risultato storicoe di risonanza mondiale.Nel nostro Paese nel frattempo sono state conse-gnate in Cassazione, attraverso l’associazione Ac-quabenecomune”, dal cosiddetto “Popolo dell’Ac-qua” (movimento trasversale a tutti i partiti)1.400.000 firme di cittadini che si esprimevanocontro la privatizzazione dell’acqua. (il 4% del-l’elettorato italiano e il più alto numero di firmeraccolte per la promozione di un referendum nel-la storia della nostra Repubblica!) Nonostante questo “travolgente successo” colpiscela totale chiusura e insensibilità del nostro Gover-no che lo scorso 22 luglio ha approvato lo schemadi regolamento attuativo della norma approvata anovembre con il voto di fiducia, ovvero la LeggeRonchi che impone la privatizzazione della gestio-ne dell’acqua.Di fronte all’ondata di firme che chiedono chel’acqua rimanga un bene comune da sottrarre allelogiche del profitto sarebbe stato auspicabile un at-teggiamento diverso e che ad esempio si fosse so-speso l’iter della norma in attesa dell’espressionedella volontà dei cittadini con il referendum.Invece il regolamento attuativo conferma piena-mente la volontà del Governo di procedere a tap-pe forzate verso la privatizzazione.Da quando nel Mondo sono cominciati i primi at-tacchi del grande capitale per mettere mano, inmaniera scandalosa e pericolosa, su un bene dellacollettività e legato alla sopravvivenza delle perso-ne come l’acqua, è nato il movimento dell’acquamondiale.Un movimento che ha più di 10 anni e che ha svi-luppato ulteriori movimenti nel mondo, influen-zato governi, fatto cambiare leggi e che è riuscitoa dimostrare che il diritto all’acqua rimane un di-ritto incompatibile con il profitto, con la privatiz-zazione dei servizi idrici e soprattutto che non pos-sono coesistere una politica di risparmio dell’ac-qua se regolata e venduta da imprese che devonofare profitti.Una cosa è certa, che la dichiarazione dell’ONUed il fatto che nella votazione non compaia nem-meno un voto contrario rappresenta una base dipartenza della quale nessuno non potrà tenerneconto.Gli elefanti hanno così, al momento, via libera epossono continuare ad abbeverarsi senza doveresuperare barriere di filo spinato o evitare il fuoconemico di cecchini appostati!

Via libera all’elefante

di Joseph FremderUN DIRITTO UNIVERSALE DELL’UMANITÀ

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FALCRI PROFESSIONE BANCARIO N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 7

di Joseph Fremder

Prosolidar “una strana,benedetta associazione”

A L’AQUILA UN ANNO DOPO IL TERREMOTO

Per comprendere fino in fondo quanti dannila televisione produce sulle persone, modi-ficandone addirittura nel più profondo le

sensibilità, bisogna che accadano delle “magie” ca-paci di risvegliare “la bella addormentata” che, coltempo e con lo scorrere delle immagini, ognunodi noi si è “involontariamente” costruito “grazie”alla scatola infernale.A chi scrive, la “magia” è scattata nel momento incui, entrato a L’Aquila, ha cominciato a cercare unparcheggio come mi capita a Milano tutti i giorni.Ero entrato in città e vedevo quelle macerie che intelevisione ho visto centinaia di volte, ero entratoin città e vedevo quelle case, quelle chiese e l’uni-versità che i diversi TG hanno mostrato e fatto en-trare nelle nostre case non lesionate, non distruttee perfino accoglienti ed avvolgenti. Poi ho trovatoil parcheggio, sono sceso dalla “macchina” e ho co-minciato a capire con il naso e con la pelle cosafosse realmente accaduto alla città ed alle donne,agli uomini, alle bambine ed ai bambini.È strano accorgersi all’improvviso come, per capi-re e sentire cosa ti circonda, non servano gli occhie le orecchie (che pur continuano a funzionare e aregistrare) ma certi silenzi e certe assenze e certesofferenze silenziose le percepisci in profonditàproprio col naso e con la pelle perché ti penetranoil corpo e non ti lasciano più.Se davanti al televisore non vuoi vedere un’imma-gine puoi girarti dall’altra parte o chiudere gli oc-chi pur rimanendo nello stesso luogo ed è come se

l’immagine non ci fosse mai stata e comunque nonc’è più, ma nella piazza di L’Aquila, nella “zonarossa” di L’Aquila non puoi smettere di respirareper cancellare le immagini perché ti entrano neipolmoni e ti si appiccicano sulla pelle per sempre.Questo è il momento magico, la “magia” che ti re-stituisce quella realtà che non riesce più ad entra-re nelle nostre case: è tutto molto diverso con i pie-di nella polvere e sulle pietre che traballano anco-ra un anno dopo il terremoto.È grazie a Prosolidar, l’anomala ma “benedetta” as-sociazione, tra Padroni e Lavoratori, tra Bancari eBanchieri, tra Sindacati e ABI, per la quale sonostato chiamato a rappresentare la Falcri che il 6aprile 2010 sono “sbarcato” a L’Aquila. Prosolidarè un’associazione di solidarietà che attraverso laraccolta di fondi tra Lavoratori e Banche realizza“progetti/sogni” in giro per il mondo altrimenti ir-realizzabili.Prosolidar è anche un’associazione di solidarietàche interviene laddove la natura si rivolta, laddo-ve le catastrofi seminano distruzione e morte.Per L’Aquila Prosolidar ha raccolto 770.000 euroche serviranno per realizzare una serie di progetti,la cui concretizzazione sarà seguita e controllata davicino dall’associazione stessa.Il progetto più “importante” riguarda la costru-zione di una tensostruttura che sarà principal-mente utilizzata dai bambini della scuola di mini-basket di L’Aquila e che sarà anche utilizzata daun’associazione locale di disabili. La struttura ospi-

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terà anche “l’Associazione L’Aquila per la vita” chesi è fatta apprezzare da tutta la città per il propriolavoro a favore dei malati terminali.Il secondo progetto finanziato da Prosolidar ri-guarda l’avvio di un Centro Sociale per anziani aPlacanica, paese dei dintorni dell’Aquila dimenti-cato dagli aiuti pubblici. Gli anziani di Placanicaavevano costruito un Centro Sociale capace di nu-merose iniziative e di mantenere vivo quel patri-monio culturale che non può e non deve andaredisperso.Il terzo progetto riguarda la sede provinciale de-l’Unione Italiana Ciechi per la realizzazione dellaquale Prosolidar si avvarrà del contributo tecnicoed operativo di “Terre des Hommes” già utilizza-to più che positivamente per la realizzazione di im-portanti progetti in Indonesia ed in Colombia.Quarto progetto a vedere la luce sarà la realizza-zione di un centro d’informazione e di sostegnoper immigrati affinché possa riprendere la propriaopera di assistenza alle lavoratrici ed ai lavoratoriimmigrati dai Paesi extracomunitari. Le iniziativesi chiudono con un intervento a favore e suppor-to degli studenti universitari di L’Aquila da realiz-zare e concretizzare assieme alla stessa Università.Nella mattinata abbiamo incontrato le Associazio-ni interessate presso l’Auditorium della Cassa diRisparmio dell’Aquila e con loro abbiamo avutouno scambio di informazioni teso a relazionarci sulcosiddetto “stato dell’arte” dei lavori.Nel pomeriggio abbiamo potuto verificare, a di-stanza di un anno, “la salute” della città e scam-biando “due parole” con cittadini ed autorità è sta-to possibile anche provare a capire cosa pensanogli abitanti… un anno dopo. Personalmente ne hotratto la conclusione che molto è stato fatto, qua-

si tutti gli edifici sono stati messi in sicurezza gra-zie all’enorme lavoro profuso dagli eroici Vigili delFuoco che sono amati dalla cittadinanza “senza see senza ma” non solo per la mole impressionante diinterventi effettuati quanto per il grande suppor-to morale che dal primo giorno hanno regalato in-stancabilmente “ai colpiti dal terremoto”. Ancoraoggi, tra mille difficoltà, i Vigili del Fuoco lavora-no con il sorriso sulle labbra e con una disponibi-lità che non pare più albergare in questo mondo…onestamente c’è da domandarsi come facciano!Ho anche percepito che L’Aquila si è sentita usatadalla politica quando ancora le ferite sanguinava-no copiosamente, ho percepito che L’Aquila avreb-be fatto volentieri a meno dei riflettori da “cam-pagna elettorale” e di sentirsi strumentalmente ti-rata per la giacca ora a destra ed ora a sinistra e neho tratto la convinzione che i cittadini dell’Aqui-la hanno bisogno di sentire intorno a loro solida-rietà disinteressata come quella dei Vigili del Fuo-co e, lasciatemi dire, come quella di Prosolidar.Visitando, con tanto di elmetto protettivo, la co-siddetta “zona rossa” sono rimasto profondamen-te colpito da un rudere sul quale alcuni cittadinihanno steso uno striscione con scritto: “noi alle3.32 non ridevamo”.Una scritta “alla memoria” che ricorda quanto gliuomini per denaro possano abbruttirsi e toccare ilfondo oltre a ricordarci che, per il neoliberismosfrenato, anche un terremoto rappresenta un busi-ness da non perdere, su cui tuffarsi allegramente!Dopo tanta “bassezza e tristezza umana” vogliochiudere queste mie riflessioni ringraziando il Pre-sidente di Prosolidar Eddy Iozia per la passione, lasensibilità, la professionalità e la discrezione chemette in ogni iniziativa di solidarietà che Prosoli-dar (“la strana ma benedetta” Associazione) portaavanti per sostenere in maniera concreta e pulitachi ha bisogno. Sicuramente alle 3,32 le donne egli uomini di Prosolidar piangevano.

A L’AQUILA UN ANNO DOPO IL TERREMOTO

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ASSOCIAZIONI FALCRIdi Stefano DavoliDirigente Sindacale Gruppo Banco Popolare

Costituito il Centro Studie Formazione Falcri Emilia-Romagna

Il sindacalista è solitamentepiù incline all’azione che al-le pacate riflessioni; questo

secondo autorevoli studiosi delmovimento sindacale, comeAris Accornero.Tuttavia il Sindacato non puòprescindere dalla conoscenzadella realtà che lo circonda eche deve analizzare per poterelaborare strategie in favore del-le lavoratrici e dei lavoratori.Ancor meglio, occorre conosce-re non tanto e non solo il pre-sente, ma anticipare - per quan-to possibile - il futuro; solo conun’adeguata lungimiranza è possibile attrezzarsiper governare i processi mentre oggi, troppo spes-so, siamo costretti a rincorrere un presente com-plesso e sfuggente. Per tutti questi motivi la Se-greteria Regionale Falcri Emilia-Romagna ha de-ciso di costituire un proprio “Centro Studi e For-

mazione” da porre al serviziodei propri attivisti e di tutti iColleghi. Diretto dal SegretarioRegionale, il “Centro Studi eFormazione” può avvalersi del-la collaborazione di importantistudiosi e professionisti.“L’analisi del presente per guar-dare al futuro”, questa la mis-sion in breve del Centro che,anche per questo motivo, è sta-to intitolato alla memoria delCollega Franco Rovina, scom-parso due anni or sono.Franco fu uomo energico ed at-tivo che tanto ha dato al movi-

mento sindacale in generale e dei bancari in parti-colare. Capace, secondo noi, di guardare al futurocome nessun altro, ha contribuito a formare nuo-ve generazioni di quadri sindacali.Dedicargli il Centro Studi è il riconoscimento perquanto ha saputo dare a tutti noi.

Rischio rapina in banca

Dopo anni nei quali l’unico manuale esistente sul “rischio rapina in ban-ca” era quello prodotto da ABI, ora la FALCRI consegna ai propri at-tivisti il punto di vista sindacale sul delicato capitolo.

Si tratta di un manua-le che consegna final-mente ai lavoratori lacomprensione fino infondo dei propri dirit-ti e le norme compor-tamentali da tenereprima, durante e dopouna rapina, oltre a ripercorrere quanto la FALCRI, assieme alle ASL, ha fattoper potere consegnare a tutto il settore del credito quelle regole che oggi resti-tuiscono un po’ di certezza in un campo nel quale ricordiamo non vengono cer-to esclusi traumi psico-fisici fino alla possibilità di morte. L’obiettivo di questo manuale rimane quello di mettere a disposizione dei sin-dacalisti tanti e tali materiali da potere affrontare con forza e competenza qual-siasi incontro con la propria Direzione sull’argomento oltre a permettere laproduzione di volantini che indichino a chi lavora in agenzia il campo dei pro-pri diritti.

Franco Rovina

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N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 PROFESSIONE BANCARIO FALCRI10

IV Conferenza UNIMED

a cura della Segreteria NazionaleCOORDINAMENTO INTERNAZIONALE

Nei giorni 28 e 29 maggio si è tenuta aCoimbra in Portogallo, la IV Conferenzadi UNIMED, la Federazione Sindacale

della Finanza del Mediterraneo.Le delegazioni presenti in rappresentanza dei Sinda-cati di settore dei diversi Paesi che si affacciano sulMediterraneo, hanno discusso di vendite responsa-bili, del Sistema Bancario in Europa e nel mondodopo la crisi (anche se non sembra, purtroppo, chesia ancora finita), della posizione da tenere e del la-voro svolto dai Sindacati di UNIMED in vista delCongresso Mondiale di UNI a Nagasaki, della crisieconomica globale.I rappresentanti della struttura di UNI Finanza,hanno illustrato le attività in corso, in particolaresul tema delle vendite responsabili e dei principicontenuti nella “Carta sulle vendite responsabili”predisposta da UNI, da sottoporre alla condivi-sione di Aziende ed Organizzazioni Sindacali. Al-tro argomento importante di discussione è stato iltema della sottoscrizione di contratti a livello diaziende multinazionali, per poter garantire im-portanti livelli di copertura contrattuale soprat-tutto in quei Paesi e per quelle lavoratrici e perquei lavoratori che ne sono privi.La IV Conferenza di UNIMED si è conclusa conl’approvazione di un documento che prevede im-portanti impegni da sostenere nel prossimo Con-gresso di Nagasaki.La FALCRI ha partecipato con il Segretario Ge-nerale Aleardo Pelacchi, che ha preso parte al di-battito intervenendo sul tema delle vendite re-sponsabili.Nel corso del proprio intervento il Segretario Ge-nerale ha evidenziato l’importanza del tema in di-scussione per il Sindacato italiano, quotidianamen-

te impegnato su questo anche nel proprio Paese. Harilevato come il tema sia stato affrontato con at-tenzione particolare solo dopo l’esplosione dellacrisi ed ha rimarcato l’importanza che ad esso haattribuito UNI Finanza attraverso le iniziative chegli ha dedicato, in particolare attraverso la predi-sposizione della “Carta sulle vendite responsabili”.Ha evidenziato la necessità che vengano previsteregole certe ed ha rimarcato i passi positivi che so-no stati fatti in tal senso, ma anche il rischio che ta-li regole possano diventare un ulteriore elementodi criticità per le lavoratrici e per i lavoratori trop-po spesso messi in difficoltà da forti pressioni allavendita.Si tratta di un tema, come più sopra anticipato,molto sentito nel nostro Paese, dove le Organizza-zioni Sindacali sono da tempo impegnate a soste-nere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori.Il Segretario Generale ha inoltre espresso la neces-sità di lavorare per realizzare un diverso modelloeconomico in un mondo che sembra faccia cam-biamenti per non cambiare nulla.Lavorare per una società in cui ci sia un maggiorequilibrio tra la ricerca dell’utile, la soddisfazionedella clientela e dei dipendenti.Una società in cui si riconosca un ruolo sociale al-le banche che non siano solo agenti economici e,conseguentemente, ci sia un forte indirizzo per ilconseguimento di un utile che sia sostenibile.In questo contesto, nel nostro Paese, assumono unruolo fondamentale le Fondazioni Bancarie, pro-prietarie di quote importanti del capitale di moltebanche, perché come azioniste di riferimento pos-sono svolgere un ruolo essenziale a sostegno di po-litiche commerciali sempre più attente al rappor-to con il Territorio in cui operano.

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FALCRI PROFESSIONE BANCARIO N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 11

COORDINAMENTO INTERNAZIONALE

UNI Europa Rete Donnedel Mediterraneo

di Bianca DesideriCOORDINAMENTO INTERNAZIONALE

Missioni in BrasileNell’anno 2000 Nuovi Orizzonti, con i suoi pri-mi missionari, arriva in Brasile a Quixadà, nel-lo stato del Cearà, la regione più povera,dove sorgerà la prima missione. Nel 2001 ar-riva anche a Fortaleza, la Capitale dello Sta-to del Cearà, entrando a far parte del CEU (Con-dominio Spirituale). Il Vescovo della Diocesi ha messo ha di-sposizione terreno per costruire una Cittadella Cielo. Un vil-laggio in cui sorgono centri di accoglienza e di sostegno al-la vita, case famiglia, luoghi di aggregazione giovanile, cen-tri di spiritualità, che si impegnano nella prevenzione, nel-l’accoglienza e recupero dei minori. Sono bambini che vi-vono in maggior parte del loro tempo per strada; sono co-stretti ad elemosinare, a rubare o a prostituirsi per sopravvi-vere. Ben presto iniziano a sniffare la colla, ad ubriacarsi pernon sentire i morsi della fame e della solitudine. Nuovi Oriz-zonti va incontro a loro accogliendoli in comunità, offrendoloro assistenza, istruzione, formazione e sostegno per il rein-serimento lavorativo per i più grandi. Obbiettivi per il futuro:- realizzazione di piccole aziende per creare opportunità di

lavoro per molti giovani;- organizzazione di corsi di formazione per coinvolgere i gio-

vani accolti nei centri e quelli che vivono nelle favelas.

Come puoi aiutarciSostieni la crescita e l’educazione di uno dei nostri bambiniin Brasile finanziando uno dei nostri progetti:- Adozione a distanza: € 26 mensili o € 312 annuali, sostiene

un bambino accolto nei nostri centri.- Missionario a distanza: € 26 mensili o € 312 annuali, so-

stiene le missione di Quizadà e Fortaleza.- Amico della Missione: offerte e donazioni libero pro Brasile.- Coracào: € 25,00 mensili o € 300,00 annuali, sostiene le fa-

miglie povere che vivono nelle favelas.

Con bonifico bancario intestato a:Ass. di Vol. Nuovi Orizzonti Onlus - UNICREDIT Banca di Roma,ag. Di Piglio: IBAN IT81W0300274520000400417677

Con versamento su c/c postale n. 59604009 intestato a:Ass. di Vol. Nuovi Orizzonti Onlus:IBAN IT53W076114800000059604009

SE VUOI SAPERNE DI PIÙconsulta il sito www.nuoviorizzonti-onlus.com oppure telefo-na all’Ufficio per il Brasile 0775-502353

REFERENTE PER FALCRI: Albani Giorgio tel. 338-3293409

In preparazione della Conferenza Mondialedelle Donne di UNI del prossimo novembrea Nagasaki si è tenuta ad Atene il 5 e 6 luglio

scorso, presso la sede del Sindacato OTOE, il pro-sieguo della riunione di Roma del 16.6. relativaall’esame dei testi delle mozioni e alla presenta-zione di emendamenti alle stesse come richiestoda UNI.Nel corso dell’incontro sono stati esaminati gliemendamenti pervenuti dalle Organizzazioni Sin-dacali della Rete Donne del Mediterraneo di UNIEuropa per la Conferenza Mondiale.Le mozioni presentate per la Conferenza, sullequali le partecipanti hanno formulato osservazio-ni, sono quattro:1. priorità strategiche per il gruppo interprofes-

sionale UNI Pari Opportunità;2. impatto della crisi finanziaria sulle donne;3. utilizzo delle donne come arma di guerra;4. migrazione e tratta delle donne.I temi trattati sono tutti di grande rilevanza e de-licatezza e sono stati arricchiti ed integrati sulla

scorta delle esperienze, delle legislazioni, delle bestpractice e delle sensibilità socio-culturali delle rap-presentanti delle OO.SS. dei Paesi dell’Area delMediterraneo presenti agli incontri.La Falcri ha fornito il suo fattivo contributo ai te-sti degli emendamenti che verranno presentati al-l’attenzione del Comitato delle Donne di UNIEuropa nella riunione dell’8 settembre a Bruxelles.All’ordine del giorno dell’incontro di Atene sonostati inoltre discussi anche temi organizzativi del-la Rete UNI Europa Donne del Mediterraneo -Area III, Rete nata non solo per rappresentare, co-me già accade per le altre Aree, ad una sola vocenell’ambito del Coordinamento Donne UNI eUNI-Europa esigenze e tematiche proprie del-l’Area ma anche per coordinare insieme un’attivi-tà che affronti trasversalmente i problemi dell’oc-cupazione femminile in particolare del settore delservizi privati, che sono comuni ai diversi settori ePaesi dell’Area del Mediterraneo.L’incontro della Rete si è aggiornato al 9 settembrea Bruxelles.

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ONLUS NUOVI ORIZZONTI

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N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 PROFESSIONE BANCARIO FALCRI12

SALUTE&SICUREZZA

di Franco Del ConteCoordinatore Nazionale Falcri

Salute e Sicurezza Lavoro

RISCHIO RAPINAIN BANCALa parola alle Regioni

Il 17 marzo nella sede romanadella Regione Toscana si è avutol’annunciato incontro tra l’ing.Masi ed il dott. Petrioli, in rap-presentanza del Coordinamen-to Tecnico InterregionalePISLL, e le rappresentanze deidatori di lavoro (ABI e RSPP diBNL e MontePaschi), dellaFALCRI e di tutte le altre Or-ganizzazioni Sindacali, per lapresentazione e l’analisi di unatteso Documento. Con assolu-ta chiarezza tale Documento èstato presentato dagli estensoricome un dovuto Atto di Coor-dinamento istituzionale affinchéle ASL territoriali possano rag-giungere in tutto il territorio na-zionale la necessaria ed auspica-ta omogeneità nei comporta-menti e nelle accezioni interpre-

tative degli Ispettori a volte sog-gette ad eccessi di personalismi.Il Rischio rapina per la lavora-trice ed il lavoratore assume neldocumento la valenza giuridicadi un “rischio generico aggrava-to” che deve essere però consi-derato alla stregua di un possi-bile incidente purtroppo SEM-PRE POTENZIALMENTEMORTALE. Una tale ipotesi,poiché la scena del crimine sisovrappone con il luogo di lavo-ro, obbliga il datore di lavoronon solo a valutare nel DVRl’evento specifico da rapina maanche ad attribuirgli la gravitànecessaria propria di un dannopotenziale così drammatico co-me la vita umana e di conse-guenza, ed attuare un adeguatopresidio, preventivo ex ante ecorrettivo ex post, progettandoloed attuandolo con l’attenzionenecessaria a ridurre e contenerel’impatto ai limiti minimi fisio-logicamente non eliminabili.Se il pericolo rapinatore riescead arrivare a contatto con il la-voratore, nonostante le presta-zioni anticrimine poste in esseredalla security, vuol dire che que-ste ultime non si sono rivelatesufficientemente idonee. Imme-diatamente si pone allora il pro-blema di rivalutare tali misurein accordo con quanto già pre-visto al punto 3 dei Protocollicon le Prefetture, sottoponendoil luogo di lavoro interessato dalcrimine ad una nuova valutazio-ne del rischio rapina e, dall’esi-

to dell’analisi, meglio dimensio-nare le misure atte a contenerloin modo da rendere il posto dilavoro più idoneo alla nuova va-lutazione dello specifico rischiorapina.Il rischio rapina safety o megliola presenza sul luogo di lavorodel pericolo individuato nel ra-pinatore deve essere consideratoe valutato proprio come un in-quinante o una sostanza tossicalimitandone al massimo il tem-po di esposizione; inoltre, pro-prio perché assimilabile ad unafonte di pericolo normalmentenon prevista all’interno dellosportello bancario, il nuovo ri-schio emergente deve essereconsiderato alla stregua di ognialtra “emergenza” e gestito quin-di in analogia all’incendio o almalore/infortunio improvviso,eventi emergenziali di fronte aiquali occorre essere preparatiper poter transitare con menodanni possibili da una situazio-ne di rischio limite ad una di ri-schio di più normale accadi-mento nel luogo di lavoro de-putato all’attività bancaria.Come in ogni altra emergenzaanche in tali circostanze la for-mazione del personale e la si-mulazione attiva dell’evento inFiliale rappresentano le misurepiù opportune. Inoltre, per lospecifico impatto con la salute,occorre che, senza indugi, il Me-dico Competente aziendale siacoinvolto dal RSPP nella defini-re e predisporre le attività di

prevenzione e di protezione peril primo soccorso e per il presi-dio della eventuale “malattiapost traumatica da rapina”(PTSD), anche con l’individua-zione di eventuali patologie e/odi particolari sensibilità nei la-voratori/trici coinvolti. Pertan-to ben lungi dalla necessità sulrischio rapina di attivare la sor-veglianza sanitaria per legge, inanalogia p.e. al videoterminali-sta, una ipotesi molto ragione-vole è quella di attuare una sor-veglianza sanitaria “volontaria”qualora il lavoratore/trice nefaccia esplicita richiesta e la stes-sa sia ritenuta dal medico com-petente correlata al suo perso-nale rischio lavorativo propriocome previsto dall’articolo 41comma 1b del Testo Unico81/08.Al di là dei formalismi e deiconsueti minuetti politico-sin-dacali TUTTI gli intervenuti sisono trovati d’accordo nel valu-tare positivamente il testo del-l’accordo e considerarlo comeun valido punto di partenza che

Cass. 22/3/02, n. 4129, pres. MileoL’art. 2087 c.c., che, integrando le disposizioni in ma-teria di prevenzione degli infortuni sul lavoro previsteda leggi speciali, impone all’imprenditore l’adozione dimisure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la perso-nalità morale dei prestatori di lavoro… Il contenuto del-l'obbligo di sicurezza include anche i rischi derivantidall'azione di fattori estranei all'ambiente di lavoro ine-renti alla località in cui si trova il posto di lavoro non-ché i rischi collegati all'azione criminosa di terzi. Il ri-sarcimento del danno spetta in solido alla società com-mittente e all’appaltatore (datore di lavoro dei lavorato-ri infortunati) in base alla responsabilità sia contrattua-le che extracontrattuale.

UNI 7249Infortunio sul lavoro: comprende ogni evento fortuito,avvenuto in occasione di lavoro, che abbia provocatouna lesione fisica o psichica e comprende (EUROSTAT)le intossicazioni acute, gli atti intenzionali da parte dialtre persone, gli infortuni occorsi durante il lavoro al-l’esterno dell’impresa anche se provocati da terzi, esclu-dendo le lesioni deliberatamente autoprovocate, gli in-fortuni in itinere, le malattie professionali e gli infortu-ni esclusivamente dovuti a cause mediche. Esso defini-sce medicazione, l’infortunio sul lavoro che abbia com-portato la sola medicazione con una ripresa immediatadel lavoro e con il suo abbandono per la parte restantedel turno lavorativo.

TU 81/08 - art. 2 De-finizionio) «salute»: stato di com- pleto benessere fisico,mentale e sociale, nonconsistente solo in un’as- senza di malattia o d’in-fermità;

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LAVORO&PREVIDENZA

di Fabrizio GostiCoordinamento Nazionale Falcri

Lavoro e Previdenza

TRASFERTA EDORARIO DI LAVORO

L’art. 1, comma 2), lett. a) delDecreto legislativo 8 aprile 2003,n. 66 dispone che per orario dilavoro si intende qualsiasi perio-do in cui il lavoratore sia al lavo-ro, a disposizione del datore di la-voro e nell’esercizio della sua at-tività o delle sue funzioni. Sullabase di tale previsione normativa,quindi, per definire se un deter-minato periodo risulta ricompre-so nell’orario di lavoro è necessa-rio che sussistano tre diversi re-quisiti: 1) il lavoratore deve esse-re al lavoro; 2) lo stesso deve es-sere a disposizione del datore dilavoro; 3) e nell’esercizio delle sueattività o delle sue funzioni. In materia il Ministero del Lavo-ro si era, già, espresso con la cir-colare n. 8/2005 affermando chel’attuale formulazione ha una ac-cezione certamente più ampia ri-spetto al passato1, “così come ha

chiarito la stessa Corte di GiustiziaEuropea, che ha ritenuto compresinell’orario di lavoro i periodi in cuii lavoratori sono obbligati ad esserefisicamente presenti sul luogo indi-cato dai datori di lavoro e a tener-visi a disposizione di quest’ultimoper poter fornire immediatamentela loro opera in caso di necessità”.Non è quindi necessario che la la-voratrice o il lavoratore svolgaun’attività lavorativa ma che sitrovi comunque al lavoro, prontoa mettere a disposizione la propriaattività lavorativa a favore del da-tore di lavoro. Si possono quindiconsiderare ricompresi nella fatti-specie in esame, ad esempio, iltempo occorrente per la timbra-tura del cartellino, quello necessa-rio per indossare la divisa, se pre-scritta o, nel caso di reperibilità, iperiodi in cui il lavoratore vengaeffettivamente richiamato al lavo-ro. L’assenza di un espresso riferi-mento al lavoro effettivo ha fatto,però, sorgere dei dubbi sul se con-siderare o meno ricompreso nel-l’orario di lavoro il periodo ditempo necessario per recarsi sulposto di lavoro in caso di trasfer-ta. Da precisare, infatti, che lostesso decreto legislativo escludein generale dall’orario di lavoro iltempo impiegato per recarsi sulposto di lavoro ed il ritorno, salvodiverse disposizioni dei contratticollettivi (art. 8, comma 3). Ri-spondendo ad un interpello del-l’Istituto Nazionale di Astrofisicail Ministero del Lavoro ha ritenu-to, confermando quanto già af-fermato dalla Cassazione e dalConsiglio di Stato anche con rife-rimento alla precedente normati-va, di non ritenere esplicazionedell’attività lavorativa il tempoimpiegato dal lavoratore per rag-giungere la sede di lavoro duran-te la trasferta, in quanto il disagioche deriva al lavoratore è assorbi-to dalla relativa indennità2. Daprecisare che la Cassazione3 ha,anche, affermato che “il tempo im-piegato per raggiungere il posto dilavoro rientra nell’attività lavorati-va vera e propria (con sommatoriaal normale orario di lavoro), allor-ché sia funzionale rispetto allaprestazione. Tale requisito sussiste

quando il dipendente, obbligato apresentarsi alla sede dell’impresa, siainviato, di volta in volta, in varielocalità per svolgere la prestazionelavorativa”.Al tempo stesso il Mistero ricor-da come l’art. 8, comma 3 del D.Lgs. n. 66/2003 consente allacontrattazione collettiva una dif-ferente disciplina delle trasferteche stabilisca in quali casi il tem-po di viaggio possa essere consi-derato come servizio a tutti glieffetti, in quanto modalità diespletamento delle prestazionilavorative.L’eventuale deroga effettuata in se-de di contrattazione collettiva,d’altra parte, risulta in linea conla nozione di orario di lavoro, nelquale è logico ricomprendere tuttoquanto svolto dal lavoratore nel-l’esercizio della sua attività o dellesue funzioni nel periodo in cui sitrova al lavoro e a disposizione deldatore di lavoro.Inoltre, il Ministero ritiene op-portuno valutare le eventuali de-roghe anche alla luce di quanto di-sposto dalla Cassazione con la sen-tenza n. 5701 del 22 marzo2004, nella quale l’evidente aper-tura nel considerare le ore di viag-gio quale esplicazione dell’attivitàlavorativa risiede nella funziona-lità del tempo impiegato per ilviaggio rispetto alla prestazione.

1 La definizione dettata dall’art.1, comma 2, del D. Lgs. n.66/2003 ha notevolmente dila-tato il concetto di orario lavororispetto alla previgente disciplinacontenuta negli artt. 1 e 3 delR.D.L. n. 692/1923 che si rife-riva al concetto di lavoro effetti-vo quale “lavoro che richiedauna applicazione assidua e con-tinuativa”, estendendone la no-zione a tutte quelle attività chepresuppongono una“messa adisposizione” a favore del dato-re di lavoro.

2 Cass. 3 febbraio 2000, n. 1202;Cass. 10 aprile 2001, n. 5359;3febbraio 2003, n. 1555; Cass.22 marzo 2004, n. 5701 eConsiglio di Stato 24 dicembre2003, n. 8522.

3 Cass. 22 marzo 2004, n. 5701

FALCRI PROFESSIONE BANCARIO N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 13

L’Avvocato Massimo Degli Esposti sarà pre-sente per attività di consulenza legale pressola sede della Federazione in Roma, viale Liegin. 48/b, ogni terzo giovedì del mese dalle ore15.00 fino alle ore 18.00.

Le materie trattate dal professionista e le mo-dalità di richiesta di consulenza sono disponibilipresso le Sedi delle Associazioni FALCRI di ap-partenenza degli Iscritti e delle Iscritte.

CONSULENZA LEGALE

potrà e dovrà trovare migliora-menti futuri grazie al contribu-to che ciascuno, nell’ambitodelle rispettive competenze e re-sponsabilità, cercherà ovvia-mente di apportare.Certo se ricordiamo da dove sia-mo partiti: le posizioni ABI sianelle linee guida del 2005 sia nelsostenere la non competenzadelle ASL a valutare il rischio ra-pina, appoggiando in tal sensoUnicredit Banca nel ricorsocontro l’Azienda Unità Sanita-ria Locale di Rimini (accolto pe-raltro dal TAR dell’Emilia-Ro-magna il 22 marzo 2007), neabbiamo fatta di strada! Come FALCRI abbiamo ritenu-to opportuno proporre da subitoun percorso di tutela della safetyche prenda spunto da quanto giàessere un vanto ABI per la sicu-rezza anticrimine (security): lasottoscrizione di appositi Proto-colli, non più bi-laterali ma tri-laterali più equilibrati, che veda-no coinvolte le parti sociali inte-ressate (lavoratori e contropartidatoriali) e le istituzioni (ASL,Prefetture).L’auspicio FALCRI è che taliProtocolli, senza ostacolare l’atti-vità anticrimine propria delleForze dell’Ordine, possano e sap-piano accompagnare e coniugarecon maggiore efficacia le specifi-che attività di tutela della salute edella sicurezza nei luoghi di lavo-ro alla cui sorveglianza e control-lo sono deputate, per competen-za istituzionale, tutte le ASL di-stribuite sul territorio.

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FRANCOBOLLICHE PASSIONE!

N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 PROFESSIONE BANCARIO FALCRI14

di Salvatore Adinolfi

FRANCOBOLLIMACCHIATI: CAUSEED EVENTUALI CURESeconda parte

Ci siamo lasciati nel numero 3 diProfessione Bancario tentando dicapire come poter smacchiarequei francobolli colpiti dalle“muffe”. Le virgolette sono op-portune perché racchiudono nel-la parola muffa tutta una gammadi alterazioni della carta dovuta atutta una serie di microrganismi.Il tentativo principe per smac-chiarli è quello di immergerli inun recipiente con una piccolaquantità di acqua e versare nellastessa qualche goccia di varechi-na, candeggina o acqua ossigena-ta, ripeto “cum grano salis”. Se lamuffa non ha intaccato in modosostanziale la carta, la macchiatenterà di sparire e come tutte lemalattie prese in tempo guarirà.È opportuno sapere che l’acquaossigenata sempre a gocce, una odue, può essere usata anche sulretro del francobollo, con questosistema le macchie o alcuni tipidi macchie tenderanno a sparire.Per completezza va ricordato chenon tutte sono dovute alla muffa,altre vengono definite di “ruggi-ne” e sono quelle dovute a feno-meni chimici, tra cui l’ossidazio-ne della carta, o, in altri casi, daun insediamento di microrgani-smi che in conseguenza del lorostesso metabolismo produconosostanze complesse che a loro vol-ta danno vita ad organismi anco-ra più complessi che nella matu-razione, come spesso succede an-che nel nostro mondo, assumonocolorazioni sempre più intense e

Vista la drammatica situazionequalche Topo, solo uno o due inverità, cominciò a brontolare e acercare di convincere gli altri Topiche forse era giunto il momentodi mettere un freno a questa si-tuazione e ricominciare a contrat-tare con i Gatti condizioni mi-gliori per la vita dei topolini.Fu allora che i Gatti cominciaro-no a dire che anche i Topi eranotroppi. Per valutare la situazione i Gattipiù potenti si incontrarono di na-scosto con i Topi più grossi. Du-rante queste riunioni sotterraneesi decise quali Topi sacrificare. Cominciò allora un fenomenostrano: i Topi non lottavano piùcontro i Gatti ma si affannavanoper catturare e combattere gli al-tri Topi al fine di offrirli in pastoai Gatti.I topolini erano disperati e, or-mai, completamente succubi deiGatti perché non credevano piùnella tutela che i Topi potevanooffrire loro.I Topi più piccoli continuaronoa lottare contro i Gatti ed i Topipiù grossi, ed anche alcuni topo-lini cominciarono pian piano aschierarsi dalla loro parte.

Non si sa bene cosa avvenne, for-se una mutazione genetica per lasopravvivenza, ma giorno dopogiorno i Topi più piccoli diventa-rono più robusti e più cattivi edil consenso nei loro confronti daparte dei topolini andò semprepiù aumentando ed i Topi piùgrossi cominciarono a trasfor-marsi fino a diventare quasi deiGatti, anche se più brutti e spe-lacchiati.Piano piano i topolini comincia-rono a riconoscere bene qualierano i Topi e quali i Topi che sierano trasformati in Gatti. Prese-ro coraggio e ricominciarono alottare insieme ai Topi che rite-nevano più meritevoli.Non si bene come andò a finire,ma certamente i Gatti continua-rono ad esistere e a mangiare tan-to. Anche Topi e topolini conti-nuarono ad esistere fra mille dif-ficoltà. Di chi non si sa più nulla sono iTopi/Gatti. C’è chi dice che sisiano definitivamente trasforma-ti in Gatti, altri, invece, sosten-gono che siano stati mangiati tut-ti dai Gatti che non sapevano chefarsene di creature così ibride estrane.

UOMINI E TOPI

Dopo tanti anni di lotte i Topi sierano stancati di difendere i to-polini dagli attacchi dei Gatti.Nonostante numerosi trattati dipace ed accordi che dovevano re-golamentare la convivenza reci-proca, i Gatti erano sempre piùprepotenti e volevano mangiaresempre di più.Per prima cosa si cambiarono gliorari dei pasti, rendendoli piùampi e frequenti, poi si cominciòa sacrificare i topolini più giova-ni ed indifesi per proteggere me-glio gli altri.Ma tutto questo ancora non ba-stava ai famelici Gatti. Si decise, allora, di dare in pastoai Gatti anche i topolini più an-ziani, inizialmente solo quelli chevolontariamente si sacrificavanoper salvare i topolini più giovani,ma ben presto i Gatti preteseroche per forza i topolini più an-ziani dovessero diventare carneper i loro denti.Per mangiare di più e meglio iGatti si unirono in gruppi ed iTopi non sapevano nemmenopiù con chi contrattare le regoledella loro sopravvivenza. Ognigruppo di Gatti decise regole di-verse ed i Topi diventarono an-cora più deboli perché divisi,mentre i topolini venivano divo-rati ormai senza regole.A questo punto i Topi comincia-rono a temere anche per la lorostessa sopravvivenza e decisero dicercare un accordo almeno con iGatti dei gruppi più importantie numerosi.Si decise così di vendere intere ra-mi di famiglie di topolini al mi-glior offerente.

LO SPAZIODI FERRI

Presso la Sede della Federazione FALCRIin Viale Liegi 48/B - Romaè attivo un servizio zonale di Patronato INPAS

Gli uffici sono aperti nei giorni di lunedì - martedì - gio-vedì - venerdì dalle 9 alle 13. Chiuso il mercoledì.La sede ha competenza territoriale nel Comune e nel-la Provincia di Roma e svolge tutte le pratiche relativea materia previdenziale ed interventi in materia di dan-ni da lavoro e alla salute, compresa anche l’attività va-lutabile ai fini del finanziamento ex art.13 L. 152/2001per attività all’estero.L’attività del patronato è completamente gratuita.

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PATRONATO INPAS

Page 15: PB luglio agosto 2010 PB luglio agosto 2010 2010/07_08... · N. 7/8 luglio/agosto 2010 Chiuso in tipografia il 30 luglio 2010 Tiratura: 26.000 copie Per le fotografie di cui nonostante

FALCRI PROFESSIONE BANCARIO N.7/8 LUGLIO/AGOSTO 2010 15

più marcate e l’ossidazione poicrea una gamma di colori dallaquale si può evincere anche lo sta-to di conservazione della carta.Le colorazioni vanno dal rosapallido al rosso purpureo, per ar-rivare poi a quel rosso mattoneda noi definito “rosso ruggine”.Va detto che un’altra concausaper l’accelerazione di questa co-lorazione è determinata da un al-tro aspetto che è quello relativoallo stato di umidità presente nel-l’aria dove sono conservati i fran-cobolli. Per questo motivo, vaanche detto che una particolareattenzione va posta da coloro cheabitano in zone vicino al mare, ailaghi ed anche vicino ai corsid’acqua dove l’umidità è spessopiù che presente. I collezionisti in queste condizio-ni climatiche devono porre moltacura alle loro collezioni facendoletra l’altro arieggiare e tenendole ilpiù possibile aperte, come si puòdire “godute e fatte godere” e nonessere, come spesso avviene, chiu-se in armadi o ancor di più in cas-seforti senza né luce né aria. Altro consiglio è quello di con-trollare anche i classificatori,buona regola sarebbe quella diutilizzare classificatori nuovi per ifrancobolli nuovi ed usati perquelli usati, ciò consentirebbe dievitare che microrganismi anni-dati su “carta vecchia” possanoessere trasportati da un conteni-tore all’altro.

È un sistema che unito ad unaleggera pulizia, praticamente dispolveramento, consente un sanomantenimento del materiale.Ma chi sono questi terribili e fe-roci microrganismi che spudora-tamente attaccano le nostre colle-zioni? Noi sappiamo tutto o qua-si tutto, nomi, cognomi e anchecome formano le loro orde di co-lonie e per i lettori più curiosi ec-co i nomi di alcuni “criminali”.Cominciamo con gli Schizomice-ti, l’Aspergillus Niger, il Botrytiscineres e la Candida. Ce ne sonotanti altri ma è opportuno fer-marci qua. In passato qualcuno ha utilizzatoaltri accorgimenti per battere ilnemico muffa e c’è persino chi hautilizzato fonti di calore e bagniin sostanze chimiche particolari,in molti casi creando danni incre-dibili tanto da dover ricorrere poial “chirurgo plastico” per tentaredi riportare in vita quello che ri-maneva del francobollo. Per cui civuole sempre una grande atten-zione nell’usare i prodotti. Non

tentare mai il fai da te e come det-to utilizzare sempre in quantitàminime, ossia in gocce, le can-deggine e in soluzioni al 5% iprodotti come l’acqua ossigenata.Ricordatevi sempre che non si stafacendo il bucato, tutti quelli chelo fanno hanno ben presente cheil prodotto se non è delicato odusato in minima quantità produ-ce i “buchi”, quelli che noi vor-remmo tentare di evitare. Per chiè appassionato di vecchia docu-mentazione è opportuno ricorda-re che il tavolo da lavoro deve es-sere sempre più pulito cercandodi analizzare pezzo per pezzo enon tutto insieme perché ancheciò potrebbe contribuire ad unadiffusione di microrganismi. Vaanche ricordato che si può utiliz-zare per una breve disinfettazio-ne, ovviamente là dove serve,benzina rettificata, quella che sivende in piccolissime lattine dipochi millilitri versando pochegocce sul retro del francobollo.Versare e lasciare asciugare senzatoccare in alcun modo il franco-

bollo. In pochi secondi lo stessosi asciugherà e non presenterà al-cuna alterazione, neanche sullagomma.Ci sarebbe, infine, anche il bagnonell’alcool anidro non denatura-to che salvo rare eccezioni nondanneggia né la carta né la gom-ma e neppure i colori dei franco-bolli. Ricordiamoci infine che i franco-bolli più soggetti alle muffe e aglialtri inconvenienti sono quelliche hanno la gomma al retrospessa e screpolata e, per un rife-rimento temporale, sono tutti oquasi tutti quelli prodotti nei pe-riodi di guerra e sono, ovviamen-te, anche quelli più predispostiper l’ammuffimento.

polazioni con le quali è venutoin contatto.Reportages, anzi vere e proprieinchieste, le sue, in cui sono tra-sfuse come linfa vitale la sua pas-sione per lo scrivere che lo ac-compagna da piccolo e le emo-zioni del suo continuo viaggioalla scoperta o alla riscoperta distorie, di universi e mondi a vol-te dimenticati.I racconti del faro racchiudonotutto ciò. Ma sono proprio i fa-ri che “più di ogni altra visionerapinano le mie sensazioni, in-vadono e si appropriano deimiei sentimenti, mi elargisconopaure e desideri, ansie e timori,inconsuete gioie, a volte spe-ranze e a volte colmano la miasolitudine specie quando si tra-sforma in sofferenza”, ecco co-me Tinaglia anticipa nella pre-fazione quello che segue nellanarrazione del viaggio nellasuggestiva, selvaggia Africa, at-traverso città, deserti, oasi, acontatto con la natura e tutta lasua forza.

Un alternarsi di poesie e narra-zione che dalla carovana del sale,con cui si apre la raccolta, giun-gono fino al Capo di Buona Spe-ranza che chiude il volume e unpezzo della sua storia personalearricchita dalla comprensioneche “questa Africa e che questiamici incontrati un po’ ovunquemi hanno aiutato a trasformareil mio cuore in un nido dal qua-le spiccare primi voli verso primeverità”.

SCAFFALE&WEB

di Orsola Grimaldi

Sergio TinagliaI RACCONTI DEL FAROMY PRINT, 2007Pagg. 214 - € 15,00

Sergio Tinaglia, ex bancario, so-ciologo, giornalista, saggista, au-tori di testi universitari, raccon-ti, romanzi, raccolte di poesia enon solo, nella sua produzioneletteraria è riuscito a raccontareai suoi lettori con gli occhi delreporter storie, tradizioni, costu-mi, leggende, gastronomie, mo-di essere degli uomini e delle po-

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