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    EDITORIALE

    Rinnovo di un Parquet: cronaca di un incubo, quasi a lieto fineAndrea Dari

    Il mercato immobiliare non riparte e questo consente di poter comprare casa con costi ridotti. Ma spesso l’immobile che si acquista è “molto datato” e quindi quello che si ri-sparmia in acquisto si spende poi in ristrut-turazione, in parte in euro, in parte in ar-rabbiature. Tra queste il rinnovo del parquet rappresenta uno dei crucci principali: levigo o sostituisco, tolgo o sovrappongo, e la que-stione non è semplicemente estetica. Ecco quello che è capitato al sottoscritto, che ben rappresenta la problematicità dell’argomen-to e la necessità di arrivare a una regola-mentazione del settore.La casa che ho acquistato aveva un bel pa-vimento in legno datato anni ’50, in legno

    Parquet ante operam

    massello a listelli lunghi e sottili, posati in modo tradizionale su massetto (dell’epoca) su solaio. Il primo tecnico coinvolto ha bat-tezzato il legno come Doussié. Ovviamente, al di là dell’aspetto affascinan-te del legno massello, il parquet presentava problemi puntuali di sollevamento, di distac-co tra listelli, e qualche “erosione” locale. Considerata la qualità del materiale, abbiamo comunque deciso di mantenere il parquet e di affidare la riqualificazione all’impresa a cui è stato dato l’appalto della ristrutturazione generale dell’appartamento.L’attività di levigatura è stata pianificata pri-ma della posa dei battiscopa e dei mobili, e dopo la prima mano di imbiancatura delle

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    Parquet dopo intervento di levigatura, in evidenza fasce di colatura di vernice

    Parquet dopo intervento di levigatura e riverniciatura, in evidenza diverse chiazze

    stanze, in modo da lasciare più spazio libero ai lavori. Ovviamente l’impresa ha giurato e rigiurato che il sub appaltatore era di gran-de esperienza e qualità.Si arriva al momento del lavoro, unica fase del cantiere in cui nessun operaio o artigia-no può lavorare in parallelo, quindi passag-

    gio critico dell’intera ristrutturazione. Prima della posa incontro l’artigiano a cui è stato dato il subappalto. Prima proposta dell’artigiano: il pavimento suona vuoto in alcuni punti, importante fare dei fori nel par-quet per iniettare della resina di grappaggio con il massetto. 8

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    Il parquet dopo intervento applicatore socio AIPPL che ha partecipato ai corsi di qualificazione

    Mia risposta: “avete fatto un saggio sullo sta-to del massetto? essendo un massetto di sessant’anni fa, probabilmente quindi in sab-bia cemento (molta sabbia, poco cemento), molto probabilmente poco consistente”. Ri-sposta: “No”. Mia osservazione successiva “cosa serve mettere uno strato di resina, rovinando il parquet con dei fori, se non ho il suppor-to coerente per un incollaggio? abbiamo un Parquet di 3 cm, ha la forza in caso si muova di sollevare qualsiasi colla incollata su strato non coerente.Peraltro è un parquet di 60 anni, che si do-vrebbe essere già stabilizzato” Quindi deci-diamo, su mia responsabilità, di non rovinare il parquet con dei fori per l’iniezione di resi-na e di non fare nulla. A questo punto mi viene il dubbio e chiedo all’artigiano: “hai fatto i corsi AIPPL di quali-fica dei posatori.” Risposta: “no, non ho tem-po per quelle cose lì ….”Iniziano i lavori di ripristino del parquet, per tre giorni il cantiere è non frequentabile.

    Un’occhiata dalla porta evidenzia solo una produzione enorme di polvere di legno.Il pavimento ha un colore opaco, scuro, quasi non si vede il legno, lontano dall’ele-gante colore rossastro di partenza. Sembra che sia stato verniciato con una mano di asfalto. Ma è pieno di chiazze, di dimensione di di-versi decimetri quadri, in molti punti ha del-le colature di vernice, e numerose chiazze chiare della dimensione di una moneta da 50 centesimi di euro.Sentiamo l’impresa, che parla con l’artigia-no, la risposta è che probabilmente, essen-do stata utilizzata una vernice all’acqua, che peraltro non era prevista a capitolato, non è stata assorbita bene, e quindi propone di fare una prova con una nuova vernice.Nel frattempo il cantiere procede, e si montano mobili, battiscopa, si imbianca …

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    IMPERMEABILIZZAZIONI

    Utilizzo corretto delle membrane prefabbricate in bitume polimero a mescola plastomerica, elastoplastomerica o elastomericaCome evitare la formazione di bolle e macchie sull’elemento di tenuta, causate da non corretto utilizzo della tipologia di membrana prefabbricate in bitume polimero per la realizzazione dello strato impermeabile

    Antonio Broccolino - Architetto libero professionista

    Spesso i Progettisti (e non solo loro), nella stesura dei loro capitolati, fanno una cer-ta confusione nella scelta della tipologia di membrana in bitume polimero da utilizzare per la realizzazione di un sistema imper-meabile, con una particolare “destinazione d’uso”.Il “copia incolla” da capitolati preesistenti, le personali interpretazioni riguardanti le informazioni, non sempre esatte, trova-te sul WEB mediante i vari programmi di ricerca e navigazione (inserendo la paro-la “impermeabilizzazione” o “membrana bituminosa”), le informazioni fornite da “addetti ai lavori”, purtroppo anche loro talvolta poco informati, riguardo l’argo-mento mescole, possono creare confusio-ne e conseguenti successive problematiche riguardo l’aspetto e la durabilità di un siste-ma impermeabile.

    Come è noto, in funzione del polimero pri-mario utilizzato per la mescola della mem-brana prefabbricata bituminosa, si possono ottenere prodotti davvero molto validi, ma con caratteristiche abbastanza diverse tra loro, che è bene conoscere, perché possa-no essere sfruttate nel migliore dei modi, durante la fase progettuale ed esecutiva del sistema di copertura (vedere immagine 01).Al contempo gli stessi prodotti possono possedere caratteristiche che rendono sconsigliabile il loro utilizzo, in certe parti-colari situazioni e/o abbinamenti, con altri elementi e strati facenti parte del sistema di copertura.Evidentemente il termine “ela-stomerico” piace più di “plasto-merico” e/o “elastoplastomerico” perché molti progettisti ed applicatori, nei loro capitolati, ne fanno un uso eccessivo

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    come già accennato in precedenza, a se-conda del polimero APP, PP modificato o SBS,utilizzato si possono avere caratteri-stiche diverse per ogni tipologia di mem-brana.Non è solo la flessibilità a freddo a rappre-sentare una caratteristica positiva della mem-brana, ma anche la stabilità di forma a caldo (in termini più semplici: temperatura

    e spesso inutile (se non addirittura danno-so), indicando, per la composizione dell’e-lemento di tenuta, in qualsiasi contesto si trovi la copertura, in qualsiasi stagione debba essere realizzato il lavoro e con qualsiasi destinazione d’uso della copertu-ra, l’utilizzo di “membrane in bitume poli-mero elastomeriche”. Come si può dedurre dall’immagine 01, e

    Immagine 01 - tipologie di membrane bituminose prefabbricate, in funzione del polimero primario utilizzato

    Note:L’immagine 01, in modo assolutamente sintetico e non esaustivo, indica le principali caratteristiche presta-zionali che caratterizzano i migliori prodotti a mescola plastomerica, elastoplastomerica ed elastomerica, di produzione standard, senza prendere in considerazione prodotti e mescole speciali che possono anche raggiungere, indipendentemente dalla tipologia di mescola, prestazioni migliori, rispetto agli standard di produzione riportati nell’immagine 01.

    A titolo informativo si precisa che il Codice di Pratica (Cap. 4 paragrafo 2.1.) riserva il termine “elastopla-stomerico” alle membrane prefabbricate in bitume la cui mescola è modificata con “copolimeri poliolefi-nici elastomerizzati” (normalmente “polipropilene elastomerizzato”), riportato nelle schede tecniche dei Produttori con vari acronimi o denominazioni (FPO, TPO, APAO, ECMB, ecc.).

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    critica di rammollimento della mescola), la resistenza all’esposizione solare (raggi UV) e ultima come elenco, ma non ultima come importanza la capacità d’adesione al piano di posa, in fase di sfiammatura e la lavorabilità del prodotto nella realizzazione di particolari esecutivi complessi.Si nota che in effetti le membrane bitumi-nose a mescola elastomerica (di alta quali-tà) presentano un valore molto interessan-te riguardo la flessibilità a freddo (-25°C), ma al contempo la loro stabilità di forma a caldo (100°C) e la resistenza all’esposizio-ne solare sono inferiori rispetto a quelle delle membrane plastomeriche ed elasto-plastomeriche (variabile da 120 a 140°C), ovviamente sempre di alta qualità.La possibilità di una membrana bituminosa a mescola elastomerica di rammollire più velocemente, se sottoposta al calore della sfiammatura, diventa invece un aspetto po-sitivo, riguardo l’adesività e la lavorabilità del prodotto, specialmente quando la posa avviene nei mesi più freddi dell’anno, ma come vedremo più avanti, in certe situazio-ni, l’eccessiva capacità adesiva può creare qualche problema, in presenza di umidità presente nel e sul piano di posa, special-mente nei mesi più caldi dell’anno.Il comportameto all’impatto con la fiamma delle membrane plastomeriche o elasto-meriche e la loro capacità adesiva sul sup-porto è sostanzialmente identico e dipen-de molto dalla capacità dell’applicatore..

    Questo articolo vuole tentare di ANALIZZARE, il più obbiettiva-mente possibile, quali sono LE MI-GLIORI SOLUZIONI DI TIPOLO-GIE DI MEMBRANE prefabbricate in bitume polimero, secondo la

    loro mescola, da utilizzare NELLE SITUAZIONI PIÙ RICORRENTI DI SISTEMI DI COPERTURA.

    Su una superficie cementizia (es. massetto delle pendenze non alleggerito), asciutto, correttamente realizzato, lisciato, stagiona-to e trattato con idonea imprimitura bitu-minosa, almeno in teoria, l’adesione di una membrana in bitume polimero, incollata per sfiammatura in “totale aderenza” può raggiungere valori di resistenza a trazione (verticale) ≥ 20.000 N/m2 (corrispondenti a circa 2.000 kg/m2)…, ma la “vera totale aderenza” in un sistema di copertura si può ottenere solo quando la membrana in bitume polimero viene incollata a fiamma su un’altra membrana in bitume polimero o su una superficie prebitumata o su una superficie metallica compatibile e idonea-mente preparata, salvo comunque la pre-senza di piccole lenti di mancata aderenza, causate dal gas di combustione, non colle-gate in continuo tra di loro.Su superficie cementizia, specialmente con membrane in bitume polimero a mescola plastomerica/ elastoplastomerica, si ritiene “già corretta” una percentuale di aderenza effettiva ≥ al 20% della superficie (20% di 20.000 N/m2 = 4.000 N/m2, corrispondenti a circa 400 kg/m2) (Rif. Norma UNI 11442); A parità di superficie di posa (tipologia del materiale, preparazione, temperatura, ecc.) valori molto superiori si possono però ot-ternere con membrane in bitume polime-ro, a mescola elastomerica.

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    IMPERMEABILIZZAZIONI

    Penetron Admix® per il nuovo centro ricerche PetronasPENETRON Italia

    Il Sistema Penetron Admix® adottato come soluzione impermeabilizzante per la porzione interrata del nuovo centro ricer-che Petronas, multinazionale nel settore oli lubrificanti

    Petronas, multinazionale nel settore degli oli lubrificanti, ha deciso di raggruppare ed ampliare le attività di ricerca - di carburanti e lubrificanti, che saranno destinati sia a usi

    automobilistici sia industriali - in un nuovo complesso ubicato nel comune di Santena (Prov. TO) , su un lotto di terreno di circa 80.000 m² adiacente all’attuale stabilimen-to produttivo.

    L’obiettivo della progettazione nel suo complesso è stato quello di formulare una proposta architettonica poco impattante, in armonia con il contesto circostante che

    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/10177/Penetron_Admix__per_il_nuovo_centro_ricerche_Petronas.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/10177/Penetron_Admix__per_il_nuovo_centro_ricerche_Petronas.html

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    consiste prevalentemente in coltivazioni agricole. Un involucro con l’utilizzo di cromatismi naturali dona al nuovo Centro Ricerche Petronas un’immagine certamente distin-tiva ma in armonia con l’ambiente.Il complesso edilizio, che si sviluppa su una superficie complessiva di 17.000 mq, si compone di due corpi di fabbrica inter-connessi, l’uno con prevalenza di attività ad uso ufficio, l’altro con attività di tipo preva-lentemente industriale.

    La falda è presente a quota – 8.50 ml, il cls. addittivato con Penetron Ad-mix da parte dell’impresa COSTRUZIONI GENERALI GILARDI S.p.A. è di ca 3.500 mc, di cui Platea sp 0.60 ml per i se-guenti corpi d’opera :RD1 Banco a rulli 1900 mqRD2 Celle per prova motori 1600 mq. HQ Uffici 450 mqI muri hanno spessore variabile sp 0.30 / 0.50 ml e sono alti 4.60 - 4.80 ml

    Penetron Admix® viene utilizzato come additivo nel mix design del calce-struzzo in fase di confezionamento per una impermeabilizzazione e protezione chimica integrale per cristallizzazione delle

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    strutture in calcestruzzo fin dal principio, nella fase di esecuzione dei getti. Penetron Admix® è costituito da ce-mento Portland, sabbia silicea trattata di speciale gradazione e molteplici compo-nenti chimici proprietari attivi che reagi-scono con i vari composti minerali dell’i-dratazione del cemento e l’umidità della matrice in calcestruzzo fresca formando una rete di cristalli insolubili che sigilla i pori, i capillari e le microfessurazioni. La struttura in calcestruzzo di-venta impermeabile all’acqua ed agli agenti contaminanti da qual-siasi direzione provengano.

    Penetron Admix® inoltre, contiene a suo interno uno speciale componen-te tracciante di verifica della presenza del prodotto nel calcestruzzo miscelato, vi-sibile sia sul calcestruzzo fresco (con la ti-pica colorazione verde accesa sull’acqua di bleeding) che con una speciale procedura sul calcestruzzo già maturato - consultare l’ufficio tecnico di Penetron Italia s.r.l. per le indicazioni operative di controllo.

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    IMPERMEABILIZZAZIONI

    Impermeabilizzare in metà tempo e in sicurezza, balconi o terrazze nuove o esistentiINDEX

    Terrazze, balconi e lastrici solari sono aree abitative che rivestono grande importan-za nel benessere personale; utilizzare uno spazio esterno attiguo alla propria abita-zione è salutare e rilassante. La durabilità del pavimento e l’affidabilità dell’imperme-abilizzazione, rivestono quindi una grande importanza, progettare sia il nuovo lavoro che i rifacimenti con sistemi integrati, ov-vero che considerino l’intera stratigrafia, è importante se non essenziale, per la buona riuscita dei lavori.

    SELFTENE TERRACE SYSTEM è il sistema più RAPIDO ed AFFIDABILE per impermeabilizzare terrazze e balconiin tut-te le stagioni, nel caso di ristrutturazioni è possibile realizzare gli interventi a basso spessore, senza alcuna demolizione.Questa rivoluzionaria tecnica d’intervento è possibile grazie alle particolari caratteri-stiche che rendono SELFTENE TERRACE SYSTEM, unico nel suo genere. Il sistema si compone della membrana impermeabiliz-zante autoadesiva SELFTENE STRIP TER-RACE la caratteristica principale è quella di poter essere piastrellabile direttamente, facile da trasportare e posare, assomiglia a un rotolo di guaina, ma in effetti ha caratte-ristiche sostanzialmente differenti alle nor-mali membrane da copertura, la tecnologia

    guarda il video rifacimento impermeabilizzazione di un balcone con SELFTENE TERRACE SYSTEM di INDEX https://youtu.be/wY4bUTtXHvY

    STRIP permette di evacuare l’eventuale umidità residua dei supporti.Il sistema impermeabile poi si compone delle membrane liquide UNOLASTIC e PURLASTIC FLASHING che armate con bandelle di RINFOTEX EXTRA si utilizza-no per impermeabilizzare gli accostamenti e i risvolti verticali, pratiche e sicure si pos-sono modellare con facilità.Eseguite le prime fasi di lavoro, le superfici sono subito praticabili e “FUORI PIOG-GIA” cioè non risentono delle condizioni atmosferiche, questa caratteristica rende veramente UNICO questo sistema, ed è possibile lavorare senza rischi in tutte le stagioni.

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5462/Impermeabilizzare_in_meta_tempo__e_in_sicurezza__balconi_o_terrazze_nuove_o_esistenti.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5462/Impermeabilizzare_in_meta_tempo__e_in_sicurezza__balconi_o_terrazze_nuove_o_esistenti.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5462/Impermeabilizzare_in_meta_tempo__e_in_sicurezza__balconi_o_terrazze_nuove_o_esistenti.htmlhttps://www.youtube.com/watch?v=wY4bUTtXHvY&feature=youtu.be

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    Realizzato lo strato impermeabile si proce-de con lo strato d’usura che normalmente è costituito da piastrelle in grès, anche per questa fase il SELFTENE TERRACE SYSTEM prevede l’utilizzo di un adesivo specifico ad alte prestazione FLEXBOND adesivo cementizio polimerico monocomponente certificato C2TES1 per la successiva stuc-catura, si consiglia l’utilizzo di stucco epos-sidico FUGOPOX COLOR AB facile da posare e pulibile dopo oltre un ora dalla posa, questo tipo di fugante permetterà di mantenere inalteratonel tempo il colore ed il materiale stesso, perché non viene aggre-dito dagli agenti atmosferici, vegetazione, muschi, olii, sostanze detergenti, ecc.Il SELFTENE TERRACE SYSTEM si com-pleta con una serie di accessori, quali: bocchettoni orizzontali e verticali, profili metallici di chiusura per balconi, sigillanti e speciali bandelle per la realizzazione di giunti di dilatazione. Tutto quanto descritto è parte del SELFTENE TERRACE SYSTEM

    Il terrazzo dopo la posa della membrana impermeabilizzante autoadesiva SELFTENE STRIP TERRACE sigillata delle membrane liquide UNOLASTIC e PURLASTIC FLASHING

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    non si lascia niente al caso, unico sistema ad essere testato con ROBISON TEST - ASTM C627 , oltre 300.000 mq realizza-ti e le numerose referenze sono la prova dell’AFFIDABILITÀ del sistema.Sappiamo che ogni intervento ha delle sue specificità, quindi oltre alla sicurezza dei materiali che si utilizzano, è meglio affidar-si anche ai dei Consulenti preparati e con esperienza; i Tecnici Venditori di INDEX Spa sono a Vs. disposizione per dare tutte le informazioni necessarie e per assister-vi in tutte le fasi di lavoro, quindi quan-do sceglierete di utilizzare SELFTENE TERRACE SYSTEM scegliete anche d’ac-quistare la QUALITÀ ed il SERVIZIO di INDEX Spa e di tutte le persone che con passione lavorano alla perfetta riuscita di ogni intervento.

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    SISTEMI RADIANTI

    Installazione di sistemi radianti: requisiti e responsabilità secondo il DM 37/2008Clara Peretti - Libera professionista, Segretario Generale Consorzio Q-RAD

    Il Decreto Ministeriale 37/2008 contiene le disposizioni in materia di atti-vità di installazione degli impianti all’interno degli edifici. Il decreto ri-porta i requisiti tecnico-professionali delle figure coinvolte.Nel presente articolo viene approfondita l’applicazione del DM 37/2008 ai sistemi radianti ovvero a sistemi di climatizzazione a pavimento, soffitto oppure parete costi-tuiti da serpentine nelle quale circola acqua calda oppure fredda per riscaldare o raffre-scare gli ambienti.

    IntroduzioneIl DM 37 riguarda gli impianti colloca-ti all’interno o nelle relative pertinenze degli edifici. Vengono descritti i requisiti

    tecnico-professionali delle figure coin-volte, la progettazione, realizzazione e installazione degli impianti, la Dichiara-zione di conformità, gli obblighi del com-mittente o del proprietario e le sanzioni.

    Articolo 1: ambito di applicazioneL’articolo 1 del DM 37/2008 riporta l’e-lenco degli impianti oggetto del Decreto. I sistemi radianti rientrano nella definizione della lettera C, ovvero:“Impianti di riscaldamento, di climatizzazio-ne, di condizionamento e di refrigerazio-ne di qualsiasi natura o specie, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e delle condense, e di ventila-zione ed aerazione dei locali”. Gli impianti di riscaldamento, ossia il

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5458/Installazione_di_sistemi_radianti:_requisiti_e_responsabilita_secondo_il_DM_37-2008.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5458/Installazione_di_sistemi_radianti:_requisiti_e_responsabilita_secondo_il_DM_37-2008.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5458/Installazione_di_sistemi_radianti:_requisiti_e_responsabilita_secondo_il_DM_37-2008.html

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    complesso di prodotti destinati alla re-golazione della temperatura degli am-bienti con o senza produzione di acqua calda per usi igienici e sanitari sono ge-neralmente composti da (Figura 1):• un generatore di calore (ad esempio una

    caldaia oppure una pompa di calore)• un condotto per lo smaltimento dei fumi,

    ove generati;• un sistema di distribuzione del calore (ov-

    vero l’insieme delle tubazioni che collega-no il generatore al sistema di emissione

    • uno sistema di emissione del calore (ad esempio un sistema radiante).

    Articolo 3: le imprese abilitateLe imprese, iscritte nel registro delle im-prese o nell’Albo provinciale delle imprese artigiane, ...

    Figura 1 - Esempio di sistemi impiantistici in un edificio

    http://www.azichem.com/http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5458/Installazione_di_sistemi_radianti:_requisiti_e_responsabilita_secondo_il_DM_37-2008.html

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    SISTEMI RADIANTI

    Tutto sul raffrescamento con i sistemi radiantiClara Peretti - Libera professionista, Segretario Generale Consorzio Q-RAD

    IntroduzioneA causa della contenuta differenza di tem-peratura tra l’acqua e l’ambiente i sistemi radianti sono denominati a ‘bassa’ tempe-ratura in riscaldamento e ad ‘alta’ tempe-ratura in raffrescamento, ovvero sistemi a bassa differenza di temperatura.L’utilizzo più frequente dei sistemi radian-ti è per la climatizzazione invernale. Vi sono però sempre maggiori novità anche nell’ambito della climatizzazione estiva con i sistemi radianti, nei quali l’acqua circola ad una temperatura di circa 18°C.Gli sviluppi nel campo del condizionamen-to degli ambienti con sistemi radianti stan-no stimolando anche l’interesse verso le tematiche relative al trattamento dell’aria. In particolare, negli impianti con sistemi radianti, è di fondamentale importanza il controllo dell’umidità nel funzionamento estivo.

    Il problema dell’elevata umidità specifica si presenta nella stagione estiva perché in inverno, anche in condizioni di elevata umi-dità relativa esterna (ad esempio nel caso di giornate piovose o nebbiose), l’umidità specifica è bassa.Un sistema radiante fornisce potenza sen-sibile, ovvero riduce la temperatura dell’a-ria; non può però fornire potenza latente ovvero ridurre l’umidità. In questo caso tutta la potenza latente richiesta dall’am-biente deve essere fornita dal trattamento dell’aria. Molti sono i sistemi con cui è possibile apportare all’ambiente potenza frigorifera latente questi presentano consumi energe-tici e comfort interno di diversi livelli.La problematica estivaL’aria che ci circonda viene tecnicamente definita “aria umida”, cioè data dalla misce-la di aria secca e vapore acqueo.

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5486/Tutto_sul_raffrescamento_con_i_sistemi_radianti.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5486/Tutto_sul_raffrescamento_con_i_sistemi_radianti.html

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    Caratteristiche importanti dell’aria umida sono l’umidità specifica per la quale si in-tende la massa di vapor d’acqua contenuta nell’unità di volume dell’aria secca, e l’umi-dità relativa che invece è data dal rapporto tra l’umidità specifica e l’umidità massima che si raggiunge nelle condizioni di satu-razione. L’energia fornita all’aria umida che produce una variazione di temperatura prende il nome di “calore sensibile”, men-tre il calore associato ad una variazione di umidità specifica quindi alla vaporizzazione (o condensazione) dell’acqua contenuta nell’aria prende il nome di “calore latente”.In estate si verifica spesso che l’umidità specifica esterna sia maggiore rispetto a quello che viene usualmente considerato il valore massimo accettabile nell’ambiente interno, 12 gv/kgas (secondo UNI EN 15251). Oltre tale valore di umidità specifica c’è il rischio che a seguito di un raffrescamento

    ad umidità specifica costante, ci si porti a li-velli elevati di umidità relativa aumentando il rischio di condensazione. Bisogna poi tener conto che la generazio-ne interna di vapore contribuisce ulterior-mente ad incrementare il livello di umidità specifica nell’ambiente interno. Da qui la necessità, in estate, di deumidificare l’aria.

    Come funziona il raffrescamento radianteIl raffrescamento radiante, similmente al riscaldamento, ha come obiettivo la varia-zione della temperatura interna del locale da climatizzare. Nelle tubazioni del circuito radiante circolerà acqua ad una temperatu-ra di circa 18°C. Nello schema in Figura 1 è rappresentato un esempio di climatizza-zione con un soffitto radiante. L’acqua pre-senta una temperatura di mandata di 17°C e una temperatura di ritorno di 20°C.

    Figura 1 - Esempio di raffrescamento con soffitto radiante

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    I 3°C di salto termico forniscono all’am-biente 71.5 W/m2 in raffrescamento. La temperatura media dell’acqua all’inter-no delle tubazioni è data dalla seguente formulaϑi+∆ϑC:

    dove ϑV è la temperatura di mandata, ϑR quella di ritorno, ϑi quella dell’ambiente da climatizzare.

    La temperatura media dell’acqua nelle tu-bazioni sarà quindi 26-7.4°C = 18.6°C.

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    Per la progettazione di sistemi radianti in raffrescamento devono essere considerati due aspetti: le potenzialità del sistema (ov-vero il coefficiente di scambio termico e la resa massima) e il comfort. Per i sistemi a pavimento vi è infatti un li-mite fisiologico dettato dallo standard UNI EN ISO 7730 che è la temperatura minima che non deve essere superata. Tale valore è 19°C. I limiti per il soffitto e le pareti sono invece meno stringenti e riguardano l’asimmetria della temperatura piana radiante. Per tutte le soluzione (a pavimento, parete e soffitto) è necessario evitare la formazio-ne di condensa superficiale, mantenendosi lontani dal punto di rugiada.

    Figura 2 - Sistemi radianti a pavimento, parete e soffitto in raffrescamento: coefficienti e limiti

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5486/Tutto_sul_raffrescamento_con_i_sistemi_radianti.html

  • 22/201719

    http://www.unicalsmart.it

  • PAVIMENTIe-Magazine di pavimenti-web.it

    SISTEMI RADIANTI

    Sistemi radianti con massetti a basso spessore e pavimento senza crepe: Schlüter®-BEKOTEC-THERMSCHLÜTER-SYSTEMS Italia

    La possibilità di sfruttare tutta la superficie della stanza come fonte di calore, rende il pavimento un’ottima scelta per realizzare un riscaldamento economico ed ecologico. Nella prassi del cantiere però, risulta diffi-cile far convergere necessità edili, fisiche e termotecniche. Anche le indicazioni conte-nute nelle norme o nei manuali di buona pratica, spesso non tengono in adeguata considerazione tutte le realtà (per quan-to riguarda lo spessore del massetto, dei giunti, degli armamenti o l’umidità residua).

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    Per esempio nel caso di massetti riscaldati, si verificano spesso fessurazioni e dilata-zioni concave o convesse che causano poi il distaccamento del pavimento in cerami-ca. Questi fenomeni sono dovuti anche al fatto che piastrella e massetto hanno di-versi coefficienti di dilatazione e quindi si dilatano o si contraggono diversamente in caso di cambiamento di temperatura.

    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/9558/Sistemi_radianti_con_massetti_a_basso_spessore_e_pavimento_senza_crepe:_Schl_ter__BEKOTEC_THERM.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9558/Sistemi_radianti_con_massetti_a_basso_spessore_e_pavimento_senza_crepe:_Schl_ter__BEKOTEC_THERM.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9558/Sistemi_radianti_con_massetti_a_basso_spessore_e_pavimento_senza_crepe:_Schl_ter__BEKOTEC_THERM.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9558/Sistemi_radianti_con_massetti_a_basso_spessore_e_pavimento_senza_crepe:_Schl_ter__BEKOTEC_THERM.html

  • 22/201721

    MASSETTI

    Il tuo massetto installato in condizioni di sole e vento in modo ottimale grazie a CONTOPPCALDIC Italia

    Le condizioni atmosferiche in presenza delle quali il massetto cementizio indurisce influisc-ono fortemente sulle sue caratteristiche: in particolare sullo sviluppo delle re-sistenze meccaniche e sull’entità del ritiro. Infatti è noto che, per il processo di stagio-natura, è necessaria la presenza dell’acqua che deve essere in quantità sufficiente ad idratare il cemento poiché al di sotto di tale limite viene a mancare l’idratazione stessa (si ricorda che per la reazione chi-mica occorre circa il 30% di acqua rispetto al peso del cemento); ebbene l’acqua adoperata per l’impasto del massetto cementizio è libera di evaporare subito dopo la confezione dello stesso.Soltanto in seguito e progressivamente una parte di essa si fissa chimicamente, men-tre una parte è trattenuta nella massa per tensione capillare rimanendo quindi libera di evaporare lasciando così vuoti nel mas-setto cementizio, che pregiudicheranno le resistenze e la qualità finale dell’opera.Vi ricordiamo che, anche in questa stagione, Knopp può aiutarvi a ri-solvere ogni problema.

    CONTOPP® RITARDANTE Funzione:ritarda l’inizio della solidificazione

    prolunga la capacità di lavorazionemigliora la lavorabilità grazie alla forte pla-sticizzazioneaumento della resistenza

    Campo di applicazione:ritardante della solidificazione per la rea-lizzazione di massetti tradizionali con in-terruzioni del lavoro anche a condizioni climatiche calde

    CONTOPP® ANTIEVAPORANTE Funzione:impedisce l’essiccazione dei materiali da costruzione a base cementizia.sostituisce il telo di copertura.riduce la tendenza alla formazione di crepe e allo sfaldamento.

    Campo di applicazione:Strato barriera privo di solventi, a base di resina sintetica, che impedisce l’essiccazio-ne delle superfici di massetto fresco.

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    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5335/Il_tuo_massetto_installato_in_condizioni_di_sole_e_vento_in_modo_ottimale_grazie_a_CONTOPP.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5335/Il_tuo_massetto_installato_in_condizioni_di_sole_e_vento_in_modo_ottimale_grazie_a_CONTOPP.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5335/Il_tuo_massetto_installato_in_condizioni_di_sole_e_vento_in_modo_ottimale_grazie_a_CONTOPP.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5335/Il_tuo_massetto_installato_in_condizioni_di_sole_e_vento_in_modo_ottimale_grazie_a_CONTOPP.html

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    PAVIMENTI IN CALCESTRUZZO

    Soletta inerziale fibrorinforzata ad alto spessore con fibre di acciaio FIBRAG® STEELFIBROCEV

    Il Gruppo RUBELLI rappresenta oggi un’ec-cellenza nel settore dei tessuti e degli im-bottiti. Per la produzione di tessuti Rubelli si avvale della propria tessitura di Cucciago, in provincia di Como, che fu l’ottocentesca tessitura Zanchi: un vero e proprio valore aggiunto che oggi pochissime aziende tes-sili possono vantare. Con 60 addetti e 28 telai jacquard elettronici di ultima genera-zione, qui Rubelli realizza la maggior parte dei tessuti delle collezioni Rubelli e Arma-ni/Casa. Nel 2016 ha inizio l’ampliamento dello stabilimento di Cucciago, con la re-alizzazione del nuovo corpo produttivo di circa 1400 mq. Per il progetto, sono state adottate soluzioni avanzate, come l’aggiunta di fibre di acciaio

    FIBRAG® STEEL: F-DUE 44/45 MT nel mix design del calcestruzzo per soletta inerziale nell’area produzione. Infatti data la complessità progettuale e la necessità di realizzare una pavimentazione inerziale ad alto spessore che permettes-se lo smorzamento e l’assorbimento delle vibrazioni dei telai Jacquard (circa 350-400 colpi/min), è stata identificata la soluzione in calcestruzzo fibrorinforzato come la miglio-re in termini sia realizzativi che prestazionali. Tale tipologia ha infatti permesso di otti-mizzare i tempi di posa e garantire un rin-forzo in tutta l’altezza della sezione.

    La destinazione d’usoIl progetto ha previsto la realizzazione della

    Stesa del calcestruzzo fibrorinforzato Finitura superficiale e protezione della superficie con Silicati di Litio

    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/10077/Soletta_inerziale_fibrorinforzata_ad_alto_spessore_con_fibre_di_acciaio_FIBRAG__STEEL.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/10077/Soletta_inerziale_fibrorinforzata_ad_alto_spessore_con_fibre_di_acciaio_FIBRAG__STEEL.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/10077/Soletta_inerziale_fibrorinforzata_ad_alto_spessore_con_fibre_di_acciaio_FIBRAG__STEEL.html

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    soletta inerziale in calcestruzzo fibrorin-forzato per la zona produzione (zona telai) della Tessitura RUBELLI SPA di Cucciago, l’area di intervento interessata è di circa 1.200mq, l’esecuzione dei lavori è stata cu-rata dall’IMPRESA AEDIFEX SAS di Gran-date (CO).La necessità di realizzare la pavimentazio-ne in calcestruzzo fibrorinforzato è stata dettata dall’elevato spessore della piastra di pavimentazione; questa tecnologia ha permesso di ottimizzare l’armatura tra-dizionale prevista, ridurre i tempi di posa e ridurre i costi. In stretta collaborazione con il progettista, l’Ing. Antonio Mi-cheroli, l’ufficio tecnico di FIBROCEV ha studiato e verificato una soluzione in calcestruzzo fibrorinforzato ad alte pre-stazioni, che soddisfa la destinazione d’uso della pavimentazione e garantisce così un rinforzo diffuso e uniforme su tutta la se-zione della piastra. La pavimentazione deve sopportare dei ca-richi statici derivanti dai pilastri della strut-tura fissa in acciaio che supporta i telai jac-quard per la produzione di tessuti.I pilastri oltre a trasmettere forze stati-che verticali, trasmettono anche una quota

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    parte delle vibrazioni provocate dai telai in funzione.

    I carichiNel progetto della pavimentazione sono stati considerati i seguenti carichi:- CARICHI STATICI Pilastri 7.000 dN/m2- CARICHI DINAMICI Carrello elevatore 6.000 N/ruota

    Tipologia strutturalePer garantire, le prestazioni richieste, il calcestruzzo è stato additivato con fibre di acciaio strutturali FIBRAG® STEEL: F-DUE 44/45 MT: grazie all’elevato grado di adesione, interazione e di distribuzione uniforme all’interno della matrice cemen-tizia, forniscono un eccellente rinforzo tridimensionale della sezione, incremen-tando le resistenze residue a trazione del calcestruzzo. L’unicità della geometria delle fibre FIBRAG®, ha garantito un’elevata mi-scelabilità nella matrice cementizia, ...

    Sezione soletta in calcestruzzo fibrorinforzato h=39cm rinforzata con 25 kg/m3 di fibre di acciaio FIBRAG® STEEL F-DUE 44/45 MT

    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/10077/Soletta_inerziale_fibrorinforzata_ad_alto_spessore_con_fibre_di_acciaio_FIBRAG__STEEL.html

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    PAVIMENTI IN CERAMICA

    Sistema di posa di mosaico e piastrelle in vasche e piscine con LITOKOLLITOKOL

    Dopo aver affrontato il tema dell’impermeabi-lizzazione di vasche e piscine vedi link parlia-mo del sistema di posa di mosaico e piastrelle in particolare delle stuccature e della realizza-zione dei giunti

    Tenuta idraulicaPrima di realizzare la posa del rivestimen-to è necessario verificare la tenuta idrau-lica del bacino per cui, dopo il completo asciugamento della membrana imperme-

    abilizzante deve essere effettuato il riem-pimento della vasca. Verificata la tenuta e quindi accertata la corretta esecuzione dell’impermeabilizzazione, svuotare la va-sca e dopo asciugamento procedere con la posa del rivestimento.

    Piastrelle ceramiche, mosaici, lastre e pietre naturaliVerificare che i materiali scelti per la re-alizzazione del rivestimento siano idonei

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5457/Sistema_di_posa_di_mosaico_e_piastrelle_in_vasche_e_piscine_con_LITOKOL.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5457/Sistema_di_posa_di_mosaico_e_piastrelle_in_vasche_e_piscine_con_LITOKOL.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5276/Impermeabilizzazione_di_vasche_e_piscine_con_LITOKOL.html

  • 22/201725

    SPAZIOCONTINUOLE RESINE DI LITOKOL

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    per l’impiego previsto. Nel caso di mosaici vetrosi montati su rete e lastre ceramiche o in pietra naturale con retro rinforzato, consultare il produttore di tali materiali per accertarsi della loro effettiva idoneità per l’impiego in piscine, nonché della loro compatibilità con i prodotti utilizzati per la posa.

    Scelta dell’adesivo e tecnica di posaLitokol propone diverse tipologie di adesi-vi per la posa di piastrelle ceramiche, mo-saici ceramici e vetrosi o pietre naturali in piscina da utilizzare direttamente sulle impermeabilizzazioni costituite dalle mem-brane AQUAMASTER, ELASTOCEM e COVERFLEX. Tutti i prodotti segnalati suc-cessivamente sono in grado di sopportare le sollecitazioni meccaniche e chimiche a cui è sottoposta una struttura in immer-sione continua. In ogni caso, qualunque sia il tipo di adesivo scelto, la posa di piastrel-le ceramiche in piscine necessita, al fine di assicurare la durabilità della piastrellatu-ra, la posa a letto pieno, ottenibile con il metodo della doppia spalmatura. Questa tecnica consiste nell’applicare l’adesivo sia sul supporto che sul retro delle piastrelle evitando la presenza di vuoti nello strato di adesivo. Le piastrelle ceramiche devono essere posate realizzando delle fughe di ampiezza proporzionale al loro formato. La posa a giunto unito NON è ammessa. Eventuali distanziatori di plastica devono essere rimossi prima della stuccatura. Si consiglia inoltre di consultare le norme nazionali vigenti in ogni paese come ad esempio la norma UNI 11493:2013 per l’Italia che fornisce le indicazioni necessa-rie per la scelta dei materiali, la corretta

    progettazione, l’impiego e l’installazione, in modo da assicurare il raggiungimento dei livelli richiesti di qualità, prestazione e du-rabilità.

    LITOPLUS K55: è un adesivo cementi-zio ad alte prestazioni di colore superbian-co (non contiene sabbia) a scivolamento verticale nullo e tempo aperto allungato di classe C2TE secondo la norma EN 12004. La sua particolare formulazione lo rende idoneo per la posa in piscine di qualsiasi tipo di piastrelle ceramiche (escluse le la-stre con retro rinforzato), mosaici ceramici e vetrosi e pietre naturali stabili all’umidità e resistenti alla macchiatura.

    http://www.spaziocontinuo.ithttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5457/Sistema_di_posa_di_mosaico_e_piastrelle_in_vasche_e_piscine_con_LITOKOL.html

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    PAVIMENTI IN CERAMICA

    DEL CONCA FAST sistema di posa a secco per pavimenti in ceramicaCeramica Del Conca

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    DEL CONCA ha brevettato un innovativo sistema di posa a secco per pavimenti in ceramica, Del Conca Fast,che non richiede ne colla ne stucco e può essere applica-to, anche con il “fai da te”, persino sopra vecchi pavimenti in caso di ristrutturazioni, in modo rapido e pulito. Questo sistema è rivoluzionario perché in poche ore per-mette di realizzare un nuovo pavimento in ceramica: una superficie stabile, continua, senza fughe e immediatamente calpesta-bile. Inoltre all’occorrenza è possibile ri-muovere l’intera superficie, o alcune parti, recuperando il prodotto e ripristinando il pavimento preesistente.

    Il sistema di posa a secco Del Conca Fast garantisce la stabilità del pavimento grazie a speciali inserti -brevetto Del Conca Fast – che una volta inseriti nelle fessure delle piastrelle non ne escono. Con Del Conca Fast la ceramica indossa trame e colori del cemento o del legno per un perfetto com-promesso tra resistenza all’usura e calore della natura. Queste superfici rimangono intatte con il passare degli anni: non si rovi-nano con urti o graffi non cambiano tonali-tà con il tempo e con i raggi solari.

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5487/DEL_CONCA_FAST_sistema_di_posa_a_secco_per_pavimenti_in_ceramica.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5487/DEL_CONCA_FAST_sistema_di_posa_a_secco_per_pavimenti_in_ceramica.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5487/DEL_CONCA_FAST_sistema_di_posa_a_secco_per_pavimenti_in_ceramica.html

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    Edi.Cer_Programma completo_155X218_2017-28lug_TR.indd 1 01/09/17 15:55

    http://www.cersaie.it

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    PAVIMENTI IN RESINA

    Master Builder Solutions di BASF: specialisti dal pavimento alle paretiSoluzioni continue per pareti e pavimenti

    BASF CC Italia

    BASF vi propone soluzioni su misura per realizzare qualsiasi progetto abbiate in mente con un design d’interni olistico e continuo.I sistemi di pavimentazione continua di Basf soddisfano perfettamente i requisiti funzio-nali concedendo in più agli interior desi-gner anche un grande spazio di manovra per esprimere la loro creatività. Ora , i sistemi per parete BASF si uniscono senza giunti ai noti e usatissimi rivestimenti per pavimentazione, così da poter realiz-zare pareti e pavimenti come fossero un “unico pezzo” funzionale ed estetico.

    Finiture senza soluzione di conti-nuità per un design senza confiniPareti e pavimenti “tutti d’un pezzo”: un elemento di design che svolge un ruolo in-credibilmente importante nell’architettura contemporanea.È possibile creare un motivo monocolore giocando sulle tonalità per dare una sensa-zione di pace, mentre i colori vivaci rendo-no le stanze funzionali più vibranti. È possibile progettare gli spazi a proprio piacimento, anche con risultati artistici.L’uso creativo dei colori permette di pas-sare delicatamente da un colore all’altro, di dare un orientamento spaziale e di realiz-zare infinite possibilità di design.

    Il risultato? Un approccio olistico alla vo-stra progettazione d’interni, dove progetto e funzioni si adattano, idealmente alle esi-genze personali.“L’approccio olistico al design d’interni permette di realizzare progetti coraggiosi che indicano una chiara direzione e fanno sentire a proprio agio, senza barriere spa-ziali, materiali o ottiche.” Heinz Merz, Pre-sidente di Zuwebe.

    I VANTAGGI offerti dal sistema per pareti e pavimenti continui di Master Builder Solutions di BASFPersonalizzabile: nessun limite alla decorazione delle pareti

    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/10040/MasterTop:_specialisti_dal_pavimento_alle_pareti.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/10040/MasterTop:_specialisti_dal_pavimento_alle_pareti.html

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    Ampia gamma di colori

    Eco-compatibile e sostenibile:Bassa emissività conformemente alle nor-mative europee e internazionalisistemi per parete privi di solventi per co-struzioni sostenibilibasato su materie prime rinnovabili

    Affidabile e versatileapplicazione a liquido di tutti i componenti del sistema, senza giunzioni ne fughe

    Le pareti e i rivestimenti di Zuwebe (ex laboratorio per persone disabili nel Cantone Zugo) sono stati rivestiti con prodotti per pavimentazione di Master Builders Solutions senza barriere ne giunzioni, nel rispetto della cartella colori proposta appositamente

    facile da usare in stanze con una pianta complessa

    Economicità:brevi tempi di installazione per far avanza-re rapidamente i lavorisuperficie forte e resistente all’usura con una lunga durata di servizioequilibrio ambientale positivosuperficie facile da pulire con basse spese di manutenzionebassi costi per tutta la durata del servizio 8

  • PAVIMENTIe-Magazine di pavimenti-web.it

    Soluzioni tutto tondo per il vostro successoL’architettura, il design d’interni e la pale-te dei colori scelti per i locali di un’azienda sono il biglietto da visita dell’azienda stes-sa ed esprimono visivamente i suoi valori e l’identità aziendale. Le superfici continue danno un’impressione di spaziosità ed ele-ganza. Particolarmente importante è il de-sign della reception, perchè imprime la pri-ma impressione nel visitatore, deve fornire un orientamento e colpire con il suo spetto elegante. Per le applicazioni decorative, il si-stema universale per pareti MasterTop WS 100 PU è la soluzione d’elezione che offre possibilità quasi illimitate per la realiz-zazione del vostro progetto. L’ampia varietà di forme e colori permette l’allineamento ideale con il pavimento, per un design olisti-co delle stanze. Il sistema è costituito da soli due strati (il primer e la finitura), quindi può essere applicato anche in edifici già costruiti, ad esempio in progetti di ristrutturazione.

    Immune ai maltrattamentiIn luoghi come gli ospedali in cui i letti ur-tano contro il muro, o le valige degli ospiti sbattono contro gli angoli o ancora dove ogni giorno si producono e immagazzinano delle merci o nelle scuole con il passaggio continuo degli studenti, è essenziale avere una forte resilienza e resistenza agli urti.È poi possibile isolare MasterTop WS 200 PU con una finitura antibatte-rica senza pori straordinariamente resi-stente a batteri, sostanze chimiche, scolo-rimento e abrasione. Se usato insieme ai rivestimenti per pavimentazione Master-Top AB, questo sistema per pareti crea un involucro protettivo continuo, ideale nelle strutture sanitarie.

    Centro oftalmologico della Nouvelle Clinique del’Union – Tolosa, Francia

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    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/10040/MasterTop:_specialisti_dal_pavimento_alle_pareti.html

  • 22/201731

    MasterGlenium PAVSistema modulare per pavimentazioni

    BASF Construction Chemicals Italia Spa Via Vicinale delle Corti, 21 - I - 31100 Treviso (TV) T +39 0422 304251 - F +39 0422 [email protected] - www.master-builders-solutions.basf.it

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    PAVIMENTI IN RESINA

    Pavimentazioni continue outdoor e indoorSuperfici continue in pietra naturale e resina: dettagli applicativi per la posa in opera

    DECORSTONE

    Bordo piscina realizzato con la pavimentazione continua Decorstone, in Marmo Occhialino e resina

    Le pavimentazioni continue Decorstone, in pietra naturale e resina, sono delle soluzio-ni di grande pregio estetico che creano va-lore per i progetti di spazi outdoor e indoor. I campi di applicazione sono tra i più sva-riati, sia nel residenziale che nel contract, per pavimentare bordi piscine, terrazzi, via-letti pedonali e ciclopedonali, aree carrabili (previa formazione di un sottofondo adatto per supportare carichi), ambienti wellness,

    come SPA, e per la progettazione di spazi interni di design. I pavimenti DECORSTO-NE sono ideali in tutte quelle situazioni in cui il dettaglio ricercato e la possibilità di personalizzazione rendono il progetto uni-co e inimitabile.

    Guardiamoci dentroLe pavimentazioni continue di Bernardelli Group sono costituite da due componenti

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5337/Pavimentazioni_continue_outdoor_e_indoor_DECORSTONE.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5337/Pavimentazioni_continue_outdoor_e_indoor_DECORSTONE.html

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    base: graniglie di pietra naturale e un legante polimerico liquido, inco-lore (resina), che indurisce all’esposizione con l’aria e viene impiegato come legante della pietra naturale in graniglia. La colorazione della pavimentazione data esclusivamente dal tipo di pietra scelto per la composizione della mescola. A catalogo sono disponibili colorazioni naturali ottenute con l’impiego di pregia-ti marmi, tra i quali il Marmo Occhialino, il Bianco Carrara, il Rosso Verona, il Giallo Siena, il Verde Alpi, l’Arabescato e il Nero Ebano. Miscelando le graniglie naturali tra di loro, secondo un definito progetto di

    Ristrutturazione di un casale sulle colline piemontesi pavimentato in interno con Decorstone, in marmo Arabescato e resina (posa Hiskin)

    mix design, si possono realizzare ulteriori varianti cromatiche. Oltre alle colorazioni della collezione I Naturali, che comprendono anche una so-luzione realizzata con aggregati in vetro, la gamma colori è arricchita da altre due collezioni: I Colorati, caratterizzati da co-lori decisi, e I Metallizzati, nelle sfumature dell’oro, dell’argento e del bronzo, verde, blu e viola.

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    PAVIMENTI IN LEGNO

    Cause dei distacchi dello strato nobile sui parquet stratificatiPaolo Rettondini

    Oggi è consolidata la tendenza del mercato del parquet alla diffusione delle pavimenta-zioni in parquet stratificato.Con questo articolo voglio mettere a co-noscenza uno dei difetti che attualmente sempre più spesso incontro nelle mie peri-zie sui parquet stratificati ovvero problemi dello stacco nobile dal supporto.Sicuramente le cause del distacco dello strato nobile dal supporto sono molteplici, ma nella maggior parte dei casi che riscon-

    tro nelle mie perizie, i difetti derivano da anomalie derivanti dal supporto e dall’in-collaggio.

    Il supporto:il supporto di solito è costituito da pan-nelli di legno compensato o da listellare di abete.Il termine “pannelli di legno compensato” comprende diverse tipologie di pannelli ac-comunati dal fatto di essere costituiti da

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5453/Cause_dei_distacchi_dello_strato_nobile_sui_parquet_stratificati.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Articolo/5453/Cause_dei_distacchi_dello_strato_nobile_sui_parquet_stratificati.html

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    più strati sovrapposti. Il tipo più usato per la produzione di pavimenti in legno strati-ficati, che ha maggiori criticità rispetto ad altri tipi di supporto (listellare di abete), è il compensato.I compensati sono pannelli ottenuti me-diante pressatura a caldo di strati di sfoglia-to di legno in numero solitamente dispari, utilizzando adesivi termo indurenti.L’incrocio delle venature fra strati succes-sivi fa sì che le caratteristiche meccaniche del legno, tipicamente unidirezionali, sia-no”compensate” in una direzione ortogo-nale.

    I principali vantaggi derivati dall’impiego dei pannelli compen-sati sono:superamento dei limiti dimensionali insiti nel legno;comportamento più omogeneo dei pannel-li compensati per l’assenza di alcuni difetti tipici del legno, come per esempio i nodii pannelli non sono tendenzialmente ani-sotropi;la stabilità dimensionale in conseguenza degli scambi di umidità con l’ambiente, a cui sono soggetti tutti i materiali cellulosici, è generalmente migliore rispetto al legno le resistenze meccaniche dei pannelli, la sensibilità all’acqua e al fuoco dei pannelli, possono essere migliorate mediante tecni-che produttive o grazie all’impiego dei de-terminati additivi.

    I principali difetti che si possono riscontrare in un pannello di com-pensato:distacco tra gli strati formanti il pannello. Questo distacco è dovuto ad un incollag-gio non adeguato in fase di produzione del

    pannello (mancato rispetto dei tempi di incollaggio, legno troppo secco o troppo umido, pressatura non uniforme);incurvamento del pannello dovuto al pro-filo non simmetrico per calibratura ecces-siva in un lato;delaminazione del pannello in seguito a uno sforzo di trazione; questo dovuto ad una scarsa coesione interna del pannellorigonfiamento del pannello esposto in am-bienti umidi; questo tipo di difetto è da im-putare ad un uso improprio del pannello in ambienti non idonei.Le proprietà che caratterizzano questi tipi di pannelli sono diverse viste le tipologie di pannelli compensati presenti sul mercato.

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    C.F.: RTTPLA55M24I105Y – P.I.: 02512570215Tel. e Fax: +39 0474565425 Cell.: +39 334 6844931

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    Collegio dei Periti Industriali della provincia di Bolzano al n° 3145Iscritto al ruolo dei Periti e degli Esperti della C.C.I.A.A. (BZ)

    al n° 310 cat. V° sub. 4 (pavimento in legno)

    Consulente Perito Estimatore - (C.T.U.) al n° 61 Tribunale di BolzanoCollegio Toscano Perito Esperto Consulente al n° 696 di categoria

    e specialità Legno – Arredamento – Pavimenti in legno

    Registro dei Consulenti Tecnici del Legno – Federlegno-Arredo al n° 1

    Settori Merceologici: pavimenti in legno – scale prefabbricate in legnoCSI.- Periti e Consulenti Forensi al n° matr. F021

    http://www.pavimenti-web.it/Articolo/5453/Cause_dei_distacchi_dello_strato_nobile_sui_parquet_stratificati.htmlhttp://www.rettondini.com

  • PAVIMENTIe-Magazine di pavimenti-web.it

    PAVIMENTI IN COTTO

    Il laterizio per riqualificare una piazza nel MonferratoScelte tipologiche legate al contesto e accorgimenti progettualiMarco Maccagno

    Piazza Rissone, Planivolumetrico di progetto

    Il laterizio è uno dei materiali da costru-zione maggiormente vocati per operare trasformazioni e riqualificazioni in conte-sti storici, grazie ad una grande flessibilità d’uso.Le innumerevoli possibilità di posa, con la creazione di tessiture al tempo stesso este-tiche e funzionali, la varietà di colorazione delle terre di impasto, sempre in sintonia con le cromie del paesaggio di riferimento, la possibilità di utilizzo non solo sulle su-perfici di pavimentazione, ma anche per la costruzione di manufatti al contorno, con-

    sentono al progettista di valutare un ampio ventaglio di opportunità.Assume sempre una evocazione partico-lare pensare che un tempo, specialmente nei contesti rurali, i mattoni necessari alla costruzione delle cascine o delle abitazioni fossero fabbricati in loco, a poca distanza da dove si voleva costruire.Tale circostanza ha creato in certi contesti un legame unico tra il costruito e la natu-ra, tra l’architettura ed il paesaggio, dove la prima informa il secondo, divenendone pie-namente parte quale carattere peculiare.

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    Il laterizio può essere considerato un ma-teriale “naturale” a pieno titolo, che si inte-gra per sua stessa vocazione in maniera as-solutamente congrua nel paesaggio, senza necessità di elementi di mediazione, quali ad esempio la tinteggiatura o altri apparati di mitigazione.Le architetture in laterizio, siano esse sto-riche piuttosto che contemporanee, urba-ne o rurali, sono sempre individuabili quali elementi di qualità elevata, che si inserisco-no in maniera consona ed armoniosa nei variegati ed eccelsi paesaggi del nostro bel Paese.Tra le varie pubblicazioni prodotte nel tempo, il “Manuale delle tipicità architetto-niche del basso Monferrato Astigiano” ed “Il paesaggio del Monferrato”, realizzati dal GAL Basso Monferrato astigiano, hanno in modo particolare approfondito quali sono gli elementi urbani, le tipologie costruttive, le lavorazioni ed i materiali tradizionali che principalmente definiscono il carattere dei borghi del territorio che si pone nel cuore del Piemonte.Da tali studi emerge come il laterizio sia il materiale maggiormente ricorrente, uti-lizzato talvolta anche in abbinamento con altri elementi, quali ad esempio la pietra tu-facea, conferendo al tessuto edificato per-cepito dalle visuali a distanza, una cromia vicina al colore della terra.Il laterizio costituisce una presenza costan-te nel paesaggio urbano, dove murature di delimitazione delle corti, porticati ed “alle”, pozzi, fontane, camini, androni, coperture in coppi, dialogano cromaticamente con le facciate degli edifici trattate in genere con intonaco tinteggiato a colori tenui.Tradizionalmente la piazza, seppure fosse il fulcro della vita civile e religiosa, non era

    Piazza Rissone oggi, pavimentazione in laterizio alternato a fasce in pietra di Luserna

    generalmente pavimentata, così come non lo erano le vie. Solamente verso la seconda metà dell’Ot-tocento si iniziarono a trattare gli spazi pubblici di maggiore importanza con ciot-toli di fiume, mentre più rari sono i casi di adozione del laterizio.Nel secondo dopoguerra, seguendo un principio illusionistico di ammodernamen-to, la maggior parte dei centri storici del Monferrato fu ricoperta da un anonimo manto asfaltico che ne svilì le qualità e ne appiattì il carattere.

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    PAVIMENTAZIONI STRADALI

    Strade che si riparano da sole: asfalto e cemento autorigenerantiRedazione INGENIO

    Una strada di Roma

    Le strade asfaltate si danneggiano facilmen-te e sono costose da riparare e in Italia ne vediamo e subiamo gli effetti quotidia-namente sia su strade urbane che extrau-rbane.Erik Schlangen, un ricercatore dell’Uni-versità di Delf (Paesi Bassi), per risolvere il problema ha messo a punto un asfalto autorigenerante che, una volta fessurato, si può rigenerare tramite calore determinato per induzione.Schlangen è partito dal presupposto che

    ultimamente nei Paesi Bassi si utilizzano asfalti molto porosi per ovviare al proble-ma dell’aquaplaning e per ridurre l’inqui-namento acustico. La porosità del manto però, se da un lato è vantaggiosa, dall’altro determina una maggiore facilità di fessura-zione. Proprio perché molto poroso c’è solo una piccola quantità di legante tra i ciottoli e a causa delle condizioni me-teo, dei raggi UV, dell’ossidazione questo bitume, il collante che unisce gli inerti si restringe, e in questo modo si generano

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    micro-fessure e gli elementi si sfaldano.Per risolvere il problema Schlangen ha pensato di inserire delle fibre d’acciaio nella miscela dell’asfalto e di riscaldarle tramite induzione. Dunque si riscalda l’acciaio che fonde il bitume e quest’ultimo, una volta fuso, pe-netrerà nelle micro-fessure fissando nuo-vamente gli inerti tra di loro.Dopo aver effettuato numerosi test di la-boratorio il Governo Olandese ha dato il via alla sperimentazione su un tratto di 400m di autostrada. Qui, una volta fessurato l’asfalto, si fa tran-sitare un apposito veicolo (la macchina ri-generatrice ) dotato di un grande magne-te che fa salire la temperatura dell’acciaio scaldando la strada. La sperimentazione è quindi proseguita prelevando numerosi campioni di manto stradale e testandoli in laboratorio. Sono stati invecchiati, sottoposti a pressio-ne, e poi rigenerati con la macchina ad in-duzione e infine testati nuovamente. Un processo che si può ripetere svariate volte. Le conclusioni a cui si è giunti con questa ricerca è che se ogni quattro anni si tratta il manto stradale con la macchina

    rigeneratrice se ne può raddoppiare la du-rata con un notevole risparmio di denaro. Tra l’altro in Italia, in alcuni periodi dell’an-no, l’asfalto potrebbe raggiungere natural-mente (senza bisogno del passaggio della macchina rigeneratrice) la temperatura ne-cessaria a riscaldare le fibre in acciaio. Dal 2010 la nuova tecnica ad induzione vie-ne testata in Olanda su 12 strade nazionali, di cui una aperta al traffico. Il risultato è decisamente incoraggiante: i manti sono costantemente in ottime condizioniStando alla ricerca olandese ogni anno in Europa si spendono 20miliardi di dollari per riparare le strade: un’enorme rete di 5 milioni di chilometri che richiede una ma-nutenzione continua. Il prezzo dell’asfalto modificato con l’ac-ciaio è maggiore del 25% rispetto a quello tradizionale, ma la strada speciale dura il doppio di quella normale. Dunque, a fronte di un maggior investi-mento iniziale, nel tempo ci sarebbe un vantaggio economico.

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    Riduzione della quantità di legante tra gli inerti dell’asfalto

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    PAVIMENTAZIONI STRADALI

    DRAINBETON di BETONROSSI per la riqualificazione viaria del Centro Storico di Grazzano ViscontiBETONROSSI

    Il progetto, commissionato dal Comune di Vigolzone, in Provincia di Piacenza, preve-deva la riqualificazione della pavimentazio-ne di una delle principali strade comunali dello storico borgo medievale di Grazzano Visconti e più precisamente Strada della Cà Matta. La sfida da affrontare consisteva nel rispettare le esigenze della committen-za, prevedendo un intervento efficiente dal punto di vista tecnico (la Strada della Cà Matta è una delle vie più trafficate da mac-chine e pullman in quanto a servizio dei parcheggi del borgo), che rispettasse l’am-biente e che fosse cromaticamente adatta-bile al paesaggio e all’atmosfera tipica del rinomato borgo medievale.L’impiego dell’innovativo DrainBeton® di Betonrossi, calcestruzzo drenante e fono-assorbente ad elevate prestazioni, unico ad essere brevettato in Italia nell’ambito delle applicazioni stradali, ha permesso la rea-lizzazione di una pavimentazione in grado di valorizzare l’ambiente senza deturparlo, rendendo possibile così una reale integra-zione della strada nel paesaggio e garan-tendo un efficace deflusso delle acque pio-vane. Infatti DrainBeton® è un prodotto rispettoso dell’ambiente per più di una ra-

    gione: in primo luogo perché la stesa del prodotto avviene “a freddo”, quindi senza emissione di fumi nell’ambiente, né rischi per la sicurezza degli operatori, oltreché con notevole risparmio energetico. Inoltre abbassa sensibilmente, rispetto alle stese bituminose ordinarie, la percezione del calore, rendendo migliore la percorribilità da parte dell’utente. Può essere realizzato nella colorazione naturale, oppure pigmen-tato in qualunque tonalità cromatica; una proprietà molto importante, che lo rende ideale in tutti i casi in cui vi sia la necessità di una perfetta integrazione nell’ambiente, ma anche per la realizzazione di manti stradali con colorazioni differenti in relazione alla

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    tipologia di utenza (ad es. pedonale o vei-colare). Inoltre la miscela di DrainBeton® è stata appositamente studiata per essere ste-sa mediante finitrice stradale, consentendo una maggiore rapidità di stesa e garantendo il pieno controllo delle caratteristiche pla-noaltimetriche e di regolarità superficiale della pavimentazione, che già dopo 3-4 gior-ni dalla stesa raggiunge valori di resistenza sufficienti a consentire l’apertura della stra-da al traffico veicolare, compreso l’eventua-le passaggio dei mezzi di cantiere.

    Il progetto Grazzano Visconti, meta turistica del pia-centino, ogni anno richiama migliaia di

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    turisti attratti dalla straordinaria scena medioevale arricchita da manifestazioni e rievocazioni storiche, e dalle botteghe artigiane dove si lavorano il ferro battuto, la ceramica e il legno secondo un’antica tradizione. Sospeso tra passato e presente, Grazzano Visconti permette di immergersi in un’at-mosfera unica, passeggiando tra le stradi-ne, curiosando tra i negozi e scorgendo angoli nascosti. Oltre all’imponente castello, attorniato da un bellissimo parco di 10 ettari, l’e-dificio più rappresentativo di Grazzano Visconti è la chiesa di Santi Cosma e Damiano, il cui impianto originale risale al secolo XIII, e che è situata proprio in Strada della Cà Matta.L’intervento, effettuato da Betonrossi, ha previsto la riqualificazione della pavimen-tazione stradale di Strada della Cà Matta, attraverso la rimozione del conglomerato bituminoso presente, che si stava degra-dando a causa dell’elevato stress subito, la sistemazione e regolarizzazione del sot-tofondo e il successivo impiego del calce-struzzo drenante DrainBeton®. Drainbeton® infatti, è un particolare cal-cestruzzo drenante ad elevate prestazioni, appositamente studiato e brevettato da Betonrossi per il settore delle pavimenta-zioni stradali.L’elevata percentuale di vuoti interconnes-si, consente di drenare anche più di 30 l/mq ogni secondo, garantendo comunque elevati valori di resistenza ai carichi.

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    PAVIMENTAZIONI STRADALI

    Pavimentazioni stradali drenanti a bassi spessori: come risolvere il problema delle radici delle pianteModalità d’intervento contro le radici delle piante che sollevano il manto stradale

    Ernesto Boni - Amministratore Unico Biostrasse Srl, socio GBC Italia

    Le radici delle piante: un problema sulla viabilità a livello nazionaleIl tema sul quale vogliamo attirare la Vo-stra attenzione riguarda il grave problema rappresentato dalle radici delle piante che sollevano il manto stradale creando danni, anche gravi, alle cose ed alle persone come spesso riportato dalla stampa nazionale.Va tra le altre ricordato che un altro grave danno viene oggi perpetrato sul territorio nazionale con il taglio di specie arboree secolari, sottraendo al paesaggio italiano una delle caratteristiche che lo contraddi-stingue, un patrimonio arboreo che ricor-diamo è anche posto a salvaguardia delle condizioni microclimatiche e quindi della salute dei cittadini.In questo contesto si nota una carenza di conoscenze tra i diversi operatori del set-tore, Amministrazioni Pubbliche, Agrono-mi, Forestali, ecc. come poter intervenire per risolvere definitivamente il problema.Il pacchetto stradale drenante (strato di finitura più sottofondo) crea le condizioni ottimali per lo sviluppo e la vita della pian-ta, risolvendo in modo definitivo il proble-ma rappresentato dalle radici.

    Le pavimentazioni “drenanti” a bassi spessori (spessore che va da 5 cm. a massimo 8 cm) garantite con minimo 20 Mpa alla compressione sono state ideate e vengono progettate per realizzare ogni

    Foto 1 - Radici in via S. Francesco d’Assisi, Loreto

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    tipo di pavimentazione stradale e rispon-dere alle esigenze legate al transito veico-lare di mezzi leggeri, medi e pesanti ed allo stesso tempo a salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Sono pavimentazioni in grado di ripartire i carichi trasmessi dal piano viabile, siano essi concentrati o ri-partiti. Ne consegue che la sovrastruttura risulta poco sollecitata a vantaggio di una maggiore stabilità e durata a fatica nel tem-po. Il mix design viene studiato prevedendo una percentuale di vuoti nella miscela tale da garantire il corretto equilibrio tra per-meabilità, isolamento acustico e termico e quindi particolare resistenza agli agenti at-mosferici, ai fenomeni di gelo e disgelo ed ai trattamenti antigelo.Altri tipi di pavimentazioni ad alti spessori a base cementizia vengono

    progettati con spessori che di norma sono di 15 cm. Lo spessore alto del mas-setto ha il suo primo lato negativo nel peso proprio che va ad insistere sul sottofon-do, dove la portata complessiva del sotto-fondo è sempre la stessa ma il carico che viene sopportato nell’uso è inversamente proporzionale allo spessore. Allo stesso modo il modulo elastico è tan-to minore quanto maggiore è lo spesso-re. In definitiva la pavimentazione con uno spessore di 15 cm avrà una rigidità molto più accentuata di una pavimentazione con minore spessore ed ovviamente una capa-cità di assorbire eventuali avvallamenti del terreno praticamente nulla. Le variazioni dovute alle dilatazioni termiche saranno più accentuate negli spessori mag-giori e ciò comporterà il verificarsi di 8

    Foto 2 - Radici Pino Marittimo Foto 3 - Fondo preparato

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    fessurazioni più diffuse. Spessori maggiori richiedono movimenti di materie maggiori, scavi e cassonetti di dimensioni maggiori e quindi maggiori costi. Il concetto primario dovrà quindi essere quello dell’utilizzo di materiali più prestazionali con sezioni molto più sottili. Dette pavimentazioni prevedo-no spesso l’utilizzo di resine e di fibre.Per approfondire e conoscere le caratte-ristiche delle pavimentazioni drenanti è possibile vedere l’articolo pubblicato su INGENIO nel maggio del 2016 (vedi link: http://www.ingenio-web.it/Articolo/4073/Pavimentazioni_stradali__drenanti__eco_compatibili_a_bassi_spessori.html)

    La bonifica di aree stradali con presenza di radiciMolto spesso si riscontra il fenomeno di ri-

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    salita sul manto stradale di radici di piante insistenti nelle aree limitrofe alla carreggia-ta. Il fenomeno causa la rottura della pavi-mentazione, la deformazione della superfi-cie con conseguente grave pericolo per il traffico veicolare. La causa che spinge la pianta a far risalire le proprie radici in superficie è l’imperme-abilizzazione del suolo che non permette il passaggio dell’acqua e dell’ossigeno che sono condizione essenziale per il nutri-mento e la sopravvivenza della pianta. La pavimentazione e relativo sottofondo proprio perché altamente drenanti permet-tono il passaggio dell’acqua e dell’ossigeno creando tutti i presupposti per consentire alla pianta la normale sopravvivenza. Resta comunque il dilemma di come porre rimedio alle situazioni esistenti che da un lato non permettono il normale transito su un manto molto deformato e dall’altro è impensabile tagliare tutte le radici che sono risalite in superficie.La risoluzione di questo problema è possi-bile disponendo di specifiche competenze tecniche in ambito stradale e procedendo come di seguito indicato.

    1) Bisogna rimuovere la pavimentazione in conglomerato bituminoso ammalorata sino ad intercettare le radici superficiali della pianta.

    2) Livellare il fondo con misto granulare stabilizzato sino a coprire per circa 3-5 cm la sommità delle radici

    3) Posare sul fondo così realizzato il tessu-to non tessuto

    Foto 3 - Fondo preparato

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    http://www.blastrac.it/

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    NEWS

    Realizzazione di membrana di impermeabilizzazione in copertura con Kemperol V210

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    Nell’ultimo mese che ha chiuso la primavera 2017, KEMPER SYSTEM ha realizzato una membrana di impermeabilizzazione per la copertura di F.A.R.G., un’importante azienda di Invorio nella provincia di Novara che pro-duce componenti per il settore dell’idraulica.Il tetto industriale dell’azienda è caratteriz-zato da ampie campate in calcestruzzo ar-mato precompresso con sezione a V sulle quali sono installati da tempo dei pannelli solari fotovoltaici.

    Polyglass è il tuo partner nella progettazione con il metodo BIM

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    Polyglass supporta i progettisti che hanno la necessità di costruire un modello BIM, mettendo a disposizione alcune delle solu-zioni Polyglass per l’impermeabilizzazione e l’isolamento termico di coperture piane, con sistemi impermeabili in membrane bi-tume distillato polimero (MBDP) e manti sintetici in poliolefine flessibili MAPEPLAN T.I file BIM scaricabili contengono la stratigra-fia del sistema di prodotti Polyglass con le necessarie informazioni relative agli spessori e ai parametri termici (quando rilevanti) ...

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    ATECAP: Un Quaderno per il rispetto dei CAM nelle forniture di calcestruzzo

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    L’Atecap, in collaborazione con Icmq, pubbli-chera’ a breve un Quaderno per l’applicazio-ne dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) per l’edilizia nelle forniture di calcestruzzo. Resi obbligatori dal nuovo Codice degli appalti (decreto legislativo 50/2016), i CAM sono ormai fondamentali per le forniture nei la-vori pubblici.Il Quaderno fornisce ai produttori di cal-cestruzzo le linee guida per una corretta interpretazione dei numerosi requisiti ...

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    NEWS

    CERSAIE: Città della Posa, uno spazio ricco di eventi nell’Area 49

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    Tutto il mondo della posa italiana e interna-zionale sarà protagonista - durante i cinque giorni di Cersaie 2017 - nella Città della Posa, situata all’interno dell’Area 49, nelle adiacenze dell’ingresso di Piazza Costituzio-ne del Quartiere Fieristico di Bologna.Per la sua 6° edizione, la Città della Posa riserverà ai propri visitatori 5 piazzole work-in-progres dove si svolgeranno al-trettante dimostrazioni di posa dedi-cate ai temi classici della professione (pla-narità, preparazione del supporto, ...

    Un libro sui primi 5 anni del concorso La Ceramica e il Progetto

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    160 pagine, 33 progetti vincitori e oltre 500 referenze di studi di architettura nazionalii che hanno utilizzato, dal 2012 al 2016, pia-strelle di ceramica italiane. Sono questi al-cuni numeri del libro “La ceramica e il progetto. Il concorso di architettu-ra dell’industria ceramica italiana 2012-2016”. Il volume – realizzato con il contributo di ICE Agenzia – è stato presen-tato ufficialmente il 4 luglio a Palermo du-rante la cerimonia di premiazione della sesta edizione del concorso La Ceramica e il Progetto, ...

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    Direttore responsabileIng. Andrea Dari

    RedazioneIng. Stefania AlessandriniArch. Roberta Valli

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    http://www.pavimenti-web.it/Notizia/9985/CERSAIE:_Citta_della_Posa__uno_spazio_ricco_di_eventi_nell_Area_49.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9985/CERSAIE:_Citta_della_Posa__uno_spazio_ricco_di_eventi_nell_Area_49.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9985/CERSAIE:_Citta_della_Posa__uno_spazio_ricco_di_eventi_nell_Area_49.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9898/Un_libro_sui_primi_5_anni_del_concorso_La_Ceramica_e_il_Progetto.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9898/Un_libro_sui_primi_5_anni_del_concorso_La_Ceramica_e_il_Progetto.htmlhttp://www.pavimenti-web.it/Notizia/9898/Un_libro_sui_primi_5_anni_del_concorso_La_Ceramica_e_il_Progetto.html