Paura di amare ESPERIENZA - centrozanelli.it · Il corpo: la “cartina al tornasole” del nostro...

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ESPERIENZA centro zanelli Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 10 dell’1/08/2008 - N. 15 - Anno VI, aprile 2016 Avevo perso la mia anima ma poi... Le verità custodite nel cuore Alleggerirsi di un fardello emotivo Specchiarsi negli altri e riconoscersi Paura di amare Percorsi di Crescita Personale Nessun uomo è un’isola Paura di amare Nessun uomo è un’isola Le verità custodite nel cuore Impag. Aprile 2016_Layout 1 21/04/16 11:06 Pagina 16

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NZA

centro zanelli

Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 10 dell’1/08/2008 - N. 15 - Anno VI, aprile 2016

Avevo perso la mia anima ma poi...

Le verità custodite nel cuore

Alleggerirsi di un fardello emotivo

Specchiarsi negli altrie riconoscersi

Paura di amare

Perc

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nale

Nessun uomo è un’isola

Paura di amare

Nessun uomo è un’isola

Le verità custodite nel cuore

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date corsi

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5-2016

IPNOSI 1° LIVELLO

LA SCOPERTA DELL’INCONSCIO07 – 08 MAGGIO 2016

08 – 09 OTTOBRE 2016

IPNOSI 2° LIVELLO

TRASFORMAZIONE DELL’ANIMA28 – 29 GEnnAIO 2017

LEADERSHIP21 - 22 OTTOBRE 2016

DIGIUNO E RIGENERAZIONE10 – 11 – 12 GIUGnO 2016

AL DI LÀ DELLE PAROLE18 – 19 MARZO 2017

SPIRITUALITÀ PRATICA18 – 19 nOvEMBRE 2016

VIAGGIO NELLE EMOZIONI20 – 21 MAGGIO 2016

8 – 9 LUGLIO 2016

23 – 24 SETTEMBRE 2016

04 - 05 nOvEMBRE 2016

• Le date dei corsi sono indicative e soggette a variazioni che verranno confermate mensilmente

ESPERIENZA

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sommario

ESPERIENZA

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Avevo perso la mia anima ma poi...

Le verità custodite nel cuore

Alleggerirsi di un fardello emotivo

Specchiarsi negli altrie riconoscersi

Paura di amare

Perc

orsi

di C

resc

ita P

erso

nale

Nessun uomo è un’isola

Paura di amare

Nessun uomo è un’isola

Le verità custodite nel cuore

ESPERIENZAPercorsi di crescita personale

Semestrale del Centro Zanelli

via Zamagna 19 - Milano

Direttore responsabile:

Dott. Duilio Zanelli

Responsabile del numero:

Dott. Silvio Zanelli

Collaborazione a cura di:

Dott.ssa Veronica De Fina

Impaginazione e grafica:

Monica Bruschi

SOMMARIO

psicologiaPaura di amare....................................................................................... pag. 4

Il corpo: la “cartina al tornasole” del nostro benessere mentale............. pag. 6

orizzonti di leadership

Nessun uomo è un’isola ........................................................................ pag. 7

salute e benesserePerchè digiunare... può, davvero, cambiarti la vita?!?!?!......................... pag. 9

esperienze di vita

Come siamo strani noi essere umani... o forse siamo solo “Umani”....... pag. 10

Avevo perso la mia anima ma poi.......................................................... pag. 11

Voglio raccontarvi il mio viaggio: uno tsunami di emozioni .................. pag. 12

Le verità custodite nel cuore.................................................................. pag. 12

Alleggerirsi di un fardello emotivo......................................................... pag. 13

Specchiarsi negli altri e riconoscersi ...................................................... pag. 13

contributiEveryday Zen (Charlotte Joko Beck) ...................................................... pag. 14

recensioni

Libri

La dittatura delle abitudini..................................................................... pag. 15

Lo zaino di Emma.................................................................................. pag. 15

Film

Inside Out ............................................................................................. pag. 15

Freeheld: amore, giustizia, uguaglianza................................................. pag. 15

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psicologiaESPERIENZA

“Ormai è da più di un anno che vivocosì … congelato nei sentimenti. Fin-ché si tratta di lavorare o di uscire congli amici, sono lo stesso di sempre.Ma quando mi trovo a parlare conuna donna che mi piace o appena miinteressa, il mio muscolo cardiaco sichiude, divento proprio un altro, mispengo e non riesco a farci niente. Hoproprio paura …”Giovanni è un agente di commercioche mi parla sorseggiando un bic-chiere di vino. È un ragazzo di 32anni che conosco da poco, e ha lastessa sofferenza bloccata che vedotante volte nel mio lavoro di psico-logo.Affrontiamo molte dinamiche diversenel corso della nostra giornata, ma lericerche psicologiche confermano chenon sono i soldi a creare la felicità(per usare un luogo comune), né il la-voro, né le amicizie, bensì è determi-nante avere rapporti affettivisignificativi, in particolare nella cop-pia.Senza una relazione importante a cuidedicarsi e su cui costruire, la mag-gior parte delle persone percepisce la

collate davanti ai nostri occhi comeun monito negativo: stai in campana,potrà succedere di nuovo. E dato chequando ci si scotta, anche l’acquacalda farà paura, l’evitamento dellerelazioni o la fuga, nel momento incui il rapporto comincia a divenirestabile, rappresenteranno la scelta piùgettonata.Per uscire da questo looping è neces-sario fermarsi a riflettere per scoprirequali sono stati i nostri errori nelle re-lazioni precedenti, soprattutto se sonoerrori ripetitivi, e solo dopo aver com-preso con sincerità quali sono i nuovicomportamenti da mettere in campo,la paura si può ammorbidire ed è pos-sibile mettersi in gioco nuovamente.

Perderò la mia famiglia d’origineQuesta convinzione si ritrova in per-sone spesso apparentemente matureed indipendenti, ma che continuanoanche quando si avvicinano ai 30-40anni a mantenere la propria famigliad’origine al centro della propria vitapersonale. Molto spesso si scoprono in questi

Paura di amare

propria vita come meno interessante,viva e coinvolgente.Tutto questo fa da contraltare ad unfenomeno sociologico di forte impattonei Paesi più sviluppati: nelle grandicittà il numero dei single ha superatodi molto quello dei componenti dellefamiglie, un esercito di individui chevive da solo.Oltre a ragioni sociologiche in questofenomeno, sembra giocare un ruoloimportante una diffusa difficoltà nelcreare relazioni emotive stabili, unaprofonda paura nell’aprirsi alle emo-zioni profonde, per farsi conoscere re-almente e a lasciarsi amare.Scopriamo così che siamo circondatida donne e uomini che hanno rinun-ciato alla speranza di trovare la pro-pria anima gemella e che a questorisultato concorrono molte convin-zioni mentali limitanti.

Finirà come l’altra voltaRappresenta la motivazione più fre-quente nella paura di amare. Rela-zioni d’amore terminate con unnotevole dolore possono rimanere in-

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psicologia ESPERIENZA

casi dietro le quinte problemi psico-logici non risolti, come polvere messasotto il tappeto, sensi di colpa irrigi-diti, che portano ad una innaturale fis-sazione, ad uno stadio di sviluppoadolescenziale.Individuare i fili sottili che continuanoa condizionarci, mantenendoci nelruolo di figlio/figlia, sicuramente è ilprimo passo per riacquistare libertà efuturo.

Non voglio essere rifiutatoSenza arrivare alle sempre più diffusefobie sociali, molte persone al di fuoridei rapporti sociali che sono regolatida rituali standard (lavoro, scuola,gruppo religioso, famiglia d’origine),si trovano in difficoltà, perché magarifaticano ad affrontare paure ed imba-razzi, legati alle nuove conoscenze oaddirittura temono i rifiuti (reali o im-maginari), che è necessario affrontareper approcciare i potenziali rapportiemotivi (“Vuoi venire a cena con mestasera? Ma neanche morta”).In questo caso affrontare gradual-mente situazioni sociali dapprima piùsemplici, poi via via sempre più ri-schiose aiuta ad aprirsi al mondo enon rassegnarsi al buio del proprioangolo di vita.

Non ci si può fidare di nessunoFidarsi di tutti può essere l’autostradache conduce a tante amare delusioni,ma non fidarsi mai diventa un vero in-ferno. Vedere sempre dietro ad ognicomportamento del prossimo delle in-tenzioni malevole, subdole e cattivenon è il miglior viatico per costruirerapporti solidi ed affettivi: per lo piùcon i pochi che resistono (amici ocompagni che sia), non vi è traccia diquella apertura e spontaneità che av-vicina i cuori, anzi, tutti si sentonostudiati e giudicati da questi novelliSherlock Holmes. Spesso la soluzioneè restare solo con l’unica persona di

cui mi fidi: me stesso e non è unasoluzione salutare.

Meglio prima pensare allavoro, per avere stabi-litàMettere il lavoro alprimo posto e affron-tarne le sfide con entu-siasmo ed alacreimpegno trasforma lavita in un frullatore diattività, che regala le sen-sazioni piacevoli e stimo-lanti dell’adrenalina e dellasfida lavorativa. Il tempo passa,gli obiettivi procedono in crescita,lo stress impera, tutto va bene finchéun giorno l’orologio biologico (per lopiù nelle donne) o la morsa della so-litudine (negli uomini), comincia adindicare il bisogno di inserire nellanostra giornata anche momenti di se-renità e rapporti d’amore. Ma la man-canza di confidenza con questocampo, può convincere il potenzialestakanovista di non essere all’altezzadi avviare l’impresa di un costruttivorapporto di coppia.Mettere dei limiti di tempo e di prio-rità al lavoro è la base per iniziare afarci conoscere anche nel nostro latonon produttivo.

Se mi abbandono all’amore, poi miabbandonanoPiù è duro il guscio, più ciò che pro-tegge all’interno è morbido e fragile(come nelle tartarughe). Esistono cosìpersone che all’esterno sembrano fortie autosufficienti che invece nascon-dono una grande paura dell’abban-dono. Se avete subito abbandoni,potrete concludere che chi vi ama,prima o poi vi lascerà e dunque perevitare il dolore tanto vale metterefine in anticipo al rapporto o addirit-tura non ingaggiarsi proprio.La chiave non è certo buttarsi adocchi chiusi, ma farlo lentamente.

Condividete le vostre preoccupazionicon l’altro e fate attenzione ai segnalidi impegno e di lealtà nel vostro par-tner.

Se mi lascio andare all’amore nonpotrò più essere me stessoCome si può essere parte di una rela-zione intima di amore, e non perdersidentro? È una domanda da un milionedi euro. Diciamo che è tutta una que-stione di confini. Quando ci si impe-gna con qualcuno, bisogna evitare didiventare un lichene, fondersi e di-ventare una cosa sola con l’altro. Sidiventa invece una squadra, si colla-bora, si fanno negoziati, ci si rispettareciprocamente, mantenendo la pro-pria individualità, i propri amici, ipropri gusti. Restare noi stessi è la mi-gliore garanzia che la persona che ciha scelto, continui ad amarci.La chiave di volta di tutte queste si-tuazioni, non è quella di sforzarsi dirincorrere l’amore e cercare di “ab-bracciarlo”.Spesso è più utile fermarci a rifletterecon sincerità per osservare quale è ilmotivo per cui ci stiamo bloccando ealla fine smettere di resistere al-l’amore.

Dott. Duilio Zanelli

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psicologiaESPERIENZA

precordi (antica denominazione deldiaframma), neri di bile intorno, eranogonfi, gli occhi parevano fuoco lam-peggiante…”.È così che Omero descrive in questipochi versi i cambiamenti osservabilidal corpo di Agamennone proprioquando il guerriero era pieno di ira. Giàa quei tempi si percepiva la sospettacorrispondenza tra mente e corpo manon esistevano gli strumenti per dimo-strarne i correlati fisiologici, cosa che èstata possibile solo recentemente evi-denziando come cervello, sistema im-munitario e ghiandolare siano struttureintercomunicanti, tra le quali esiste unflusso continuo di informazioni ed ècosì che nacquero discipline come laPNEI: la psiconeuroendocrinoimmuno-logia.Un grande contributo è arrivato neglianni ’70 dai coniugi Simonton. In unaconferenza, Carl Simonton presentò irisultati principali della sua ricercacome oncologo specializzato nella te-rapia delle radiazioni. “L’argomentodella mia conferenza è controverso”,cominciò; “si tratta del ruolo dellamente nell’origine e nella terapia delcancro”. Egli disse che nella terapiamedica c’era abbondanza di prove sulruolo dello stress emotivo nell’inizio enello sviluppo delle cellule cancero-gene e presentò vari casi drammaticitratti dalla sua pratica che corrobora-vano la sua tesi. “La questione non è seci sia una relazione fra stress emozio-nale e cancro”, concluse, “ma, piutto-sto, quale sia la connessione precisa frai due”.“Lo strumento non convenzionale cheio uso nel trattamento del cancro in ag-giunta alle radiazioni,” spiegò, “è costi-tuito dal rilassamento e da immaginimentali”. Simonton spiegò che fornivaai suoi pazienti un’informazione com-pleta e dettagliata sul loro cancro e sul

Mi meraviglia ogni volta che un pa-ziente esordisce con frasi tipo: “Dottorenon sto bene ma non so il perché, hofatto tutte le analisi possibili ma i me-dici mi dicono che sono sano come unpesce… Beato il pesce! Ma io non fac-cio parte delle specie ittiche, anzi nonso neanche nuotare!!!”.A parte gli scherzi, la cosa che stupiscedavvero è notare quanto sia ancoramolto radicata la concezione chemente e corpo siano entità separate,dove una viene vista come indipen-dente ed estranea dall’altra.Per un lungo periodo, a livello scienti-fico è risultato opportuno e funzionaleosservare processi fisiologici nello spe-cifico, come si dice “al microscopio”,per poter spiegare come possa funzio-nare una meravigliosa e così complessacreatura come è l’essere umano e altrespecie che abitano questo mondo.Abbiamo scoperto molti particolari utiliper migliorare la nostra salute e cosìsiamo andati ad indagare ancora piùnello specifico fino a ritrovarci in un vi-

colo cieco.Ci sono alcune cose che in realtà nontornano… è come guardare un bel mo-saico e ad un certo punto essere cattu-rati dalla curiosità per un piccoloparticolare e osservando più da vicino,una piccola tessera per cercare di car-pirne l’essenza, osservare colori nonnotati prima, caratteristiche singolarimai viste prima, dettagli non conside-rati…Ma a un certo punto… puff, tutto ilresto scompare, non ci si ricorda piùche il punto di partenza era il mosaico!Ah sì, il mosaico! Non ci pensavo più.E oggigiorno si cerca di considerare cheforse ci può dare più informazioni la vi-sione globale della cosa: mente e corpouna cosa sola, direi unica! L’una in-fluenza l’altra, cose che conosciamo dasecoli…Nell’opera Iliade tradizionalmente da-tata 750 a.C. circa si possono leggere iseguenti versi… : “S’alzo tra loro l’eroefiglio di Atreo, il molto potente Aga-mennone, infuriato; tremendamente i

Il corpo: la “cartina al tornasole” del nostro benessere mentale

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orizzonti di leadership ESPERIENZA

Un buon gruppo nasce nel momento incui i partecipanti acquisiscono la con-sapevolezza di dipendere gli uni daglialtri, ed è fondamentale lo spirito di ap-partenenza, in cui vi è il passaggio dalsentire individuale a quello di gruppo,ci sarà un forte senso del “noi” caratte-rizzato anche verbalmente.Quando le persone si uniscono ingruppo spesso accade che gli sforzi in-dividuali vengono moltiplicati in ma-niera sorprendente e il gruppo puòconseguire obiettivi ben oltre la portatadi ogni singolo individuo che ne faparte.La capacità di lavorare in gruppo di-venta un requisito indispensabile pertutti coloro i quali si muovono nell’at-tuale mercato del lavoro. Le moderneorganizzazioni puntano molto sul la-voro di gruppo come strategia per otte-nere i migliori risultati che derivanodall’unione di più talenti del team,

Nella nostra vita il gruppo rappresentauna parte importante infatti il primogruppo che incontriamo fin dalla na-scita è rappresentato dalla famiglia,successivamente impariamo a stare ingruppo all’interno di numerosi conte-sti: nella scuola, nei gruppi dei pari, neimomenti di gioco in gruppo, nel la-voro, nello sport, ecc.Partiamo dal presupposto che al giornodi oggi non si può pensare di affrontarela complessità dei problemi che incon-triamo nei vari ambiti della nostra vitaaffidandoci esclusivamente a noi stessi.Il gruppo è qualcosa di diverso dallasomma dei suoi membri, è un insiemedi persone che interagiscono tra loroinfluenzandosi reciprocamente.Attraverso il gruppo si possono soddi-sfare dei bisogni sia a livello biologico,sia psicologico che ovviamente nonpossiamo soddisfare se fossimo soli. La-vorare insieme agli altri all’interno dei

vari gruppi può aiutarci a vedere ciòche abbiamo in comune e il compren-dere come funzionano serve a com-prendere anche noi stessi.Il lavoro di gruppo si pone l’obiettivo dimigliorare la possibilità per i suoi com-ponenti di perseguire gli obiettivi che ilgruppo stesso si è dato.Far parte di un gruppo può influenzarei pensieri, i sentimenti e i comporta-menti dell’individuo e questi effetti di-ventano ancora più spiccati quando lepersone interagiscono le une con lealtre e sono interdipendenti. Vi è la ne-cessità di creare un’interdipendenza al-l’interno del gruppo e fare in modo chela risoluzione di un eventuale pro-blema sia dovuta al contributo effettivodi tutti i membri che perseguono il me-desimo obiettivo. L’interdipendenza fasì che tutto ciò che riguarda il grupporiguardi anche ogni singolo compo-nente.

Attraverso alcuni esercizi di scaricotensivo, sessioni di visualizzazioni instati di rilassamento e terapia emotivasiamo riusciti ad incanalare diversa-mente in attività produttive quasi il90% della tensione che andava a de-positarsi sui muscoli infiammati, riu-scendo a scioglierli senza l’ausiliodell’antidepressivo. Tutto questo in 5mesi alleviando la maggior parte deisintomi sofferti.Tutto questo lo riscontro in tutte le te-rapie utilizzate nel nostro Centro, sia alivello individuale che di gruppo dovealcune attraverso il corpo aumentano ilbenessere della mente e altre stimo-lando la mente alleviano sintomi so-matici come disturbi del sonno,problemi gastro-intestinali, cefalee,emicranie, dolori cervicali, ansie…confermando ogni volta la grande uni-cità che esiste tra mente e corpo.

Dott. Silvio Zanelli

trattamento, e poi chiedeva loro di raf-figurarsi mentalmente l’intero processo,nel corso di sessioni regolari, in quelloche sembrava loro il modo più appro-priato.Attraverso questa tecnica di visualizza-zione guidata, egli spiegò, i pazienticominciano ad attivare la loro motiva-zione a stare meglio e a svilupparequell’atteggiamento positivo che è cru-ciale nel processo di guarigione. Ste-phanie, che è una psicoterapeutaesperta, integrò la conferenza del ma-rito con esposizioni dettagliate dellesessioni di consulenza psicologica e diterapia di gruppo che essi avevano svi-luppato assieme per aiutare i loro pa-zienti a identificare e risolvere iproblemi emozionali che sono allabase della loro malattia.Mi sovviene alla mente il caso partico-lare di Giovanni (nome di fantasia), chevenne da me la prima volta esatta-

mente due anni fa presentando unostato tensivo cronico facciale e cervi-cale sommato a bruxismo (cioè, comesi dice comunemente, digrignare identi) e parestesia, cioè alterazionedella sensibilità, al lato sinistro delcorpo.Come disse lui, io ero l’ultima spiaggiaperché aveva tentato già un numeroconsiderevole di terapie diverse com-presa l’assunzione di un antidepressivoormai da una decina d’anni, ma senzaottenere risultati significativi.Oltre all’anamnesi a livello medico, miinformai approfonditamente riguardo alsuo rapporto con le emozioni nel pas-sato e nel presente. Scoprii che nel pas-sato, da piccolo, in famiglia si respiravaun clima di aggressività non indiffe-rente, tanto che crescendo cercò in tuttii modi di togliere questo aspetto emo-tivo dalla sua vita ipercontrollandosi ecercando di non arrabbiarsi mai.

Nessun uomo è un’isola...

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orizzonti di leadershipESPERIENZA

dalla capacità dei membri di sostenersil’un l’altro per superare i momenti didifficoltà così come per gioire dei suc-cessi comuni, senza tralasciare l’im-portanza della creatività che deriva dalconfronto delle idee.I gruppi di lavoro nascono perché c’èun obiettivo comune da raggiungere,un compito da assolvere, tale per cui irisultati di ciascun membro hanno im-plicazioni per i risultati degli altri.Prioritario nel lavoro di gruppo è creareun clima favorevole per la comunica-zione ed evitare dinamiche doveognuno rimane chiuso nella propriaposizione non accogliendo il punto divista dell’altro e non considerandolocome completamento del proprio. Ilsentirsi una squadra che si muove nellastessa direzione può far prosperare ilgruppo e accrescere l’orgoglio di chiopera in essa.Lavorare in gruppo significa riuscire adutilizzare tutte le risorse di un singolomembro valorizzando ogni opinione ri-tenendola degna di ascolto anche semolto diversa dalla propria. Ciò im-plica saper riconoscere i propri limitied essere aperti all’idea che l’altropossa fornire informazioni, conoscenzee competenze che possono essere inte-grate con le proprie per operare al me-glio.

Sia sul luogo di lavoro in senso stretto,sia in altri ambiti quali la scuola, losport, la famiglia, il lavoro in gruppo èefficace quando risulta in grado di pro-durre dei risultati soddisfacenti, anchese è opportuno precisare che operarein modo efficace non avviene in modoautomatico ma richiede il saper accet-tare i compromessi e la volontà co-mune di risolvere eventuali conflittiinterni.Dallo scambio e dalle relazioni che av-vengono tra i vari soggetti si va for-mando nel tempo una sorta di identitàdi gruppo nella quale i vari componentisi riconoscono.Si avrà il potenziamento delle abilitàinterpersonali, il reciproco sostegnoemotivo, vi sarà la possibilità di svilup-pare nuovi modi di relazionarsi e co-municare, la creazione di nuove idee esoluzioni alternative, fino all’arric chi- mento del proprio bagaglio personale.Quando ho avuto l’occasione di osser-vare tali modalità all’interno di una for-mazione aziendale mi sono resa contodi quanto il gruppo cambiasse manmano e si fortificasse tra una giornataformativa e l’altra: dapprima la maggiorparte delle persone appariva ancora an-corata ad una prospettiva individuali-stica, c’era chi rimaneva in dispartesenza intervenire, o all’opposto chi in-

terveniva di continuo con l’intento diprimeggiare sugli altri. Con il tempo in-vece si è creato un clima tale da per-mettere una sorta di accorpamentogenerale, si sono unite le energie ditutti e i partecipanti hanno compresoquanto valore avesse il proprio contri-buto nell’interesse comune che perse-guiva il gruppo in quel momento.Le persone hanno cercato di modifi-care le proprie modalità di intervento ehanno iniziato a comportarsi da gruppoe non più individualmente. Si era com-preso finalmente il valore autentico delgruppo.Ho percepito quanto le persone sierano arricchite, non solo perché ave-vano acquisito ulteriori conoscenze,ma anche perché avevano scopertouno spirito di squadra a loro scono-sciuto e che va oltre all’ambito lavora-tivo. Si era creata coesione,condivisione, le persone hanno com-preso modalità di funzionamento adat-tabile a tantissimi ambiti, per tutti èstato un arricchimento, professionalema soprattutto umano.Tutto questo mi ha fatto comprenderequanto sia vera l’affermazione che“nessun uomo è un’isola, ma un pezzodel continente …”.

Dott.ssa Veronica De Fina

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salute e benessere ESPERIENZA

Perchè digiunare... può, davvero, cambiarti la vita?!?!?lare con la nostra Volontà) sospende le sue normali funzioni or-ganiche, favorendo in ognuno di noi quello che tanto ago-gniamo e cioè calma, distensione e il riposo. Il nostro corpo,durante il digiuno, finito di consumare le riserve zuccherine,che terminano in fretta, comincia ad attaccare i nostri grassi,e poi, va a cercare altre fonti di energia, cioè tutte le sostanze“in più”, che, come nella nostra casa accumuliamo in eccessoin qualche camera, sgabuzzino o nel nostro garage stracaricodi cose inutili, così nel nostro corpo va a ripulirci di cellule otessuti vecchi, indeboliti o malati, sottoprodotti di processi in-fiammatori che il nostro sangue non è stato in grado di elimi-nare completamente, insieme poi a scorie di altro genere. Inquesto modo, iniziando un digiuno anche di pochi giorni, lenostre cellule e tessuti riprendono molto presto a “respirare”,si iniziano a rigenerare e quindi, di conseguenza, ringiovani-scono. Una così radicale disintossicazione favorisce la rige-nerazione delle nostre cellule, rafforza le funzioni organichee attiva il nostro importantissimo sistema immunitario, bene-

Molto spesso si legge sui giornali dell’ultima novità speri-mentata dai Vip in fatto di dimagrimento: dieta del minestrone,dieta a zona, dieta dell’ananas…fino ad arrivare al Digiunovero e proprio… Molte volte, guardandoci allo specchio (so-prattutto in primavera, preparandoci alla così odiata “provacostume”) tutti quanti ci siamo detti prima o poi : “Da domanidigiuno almeno per un giorno, e vedrai che risultati!” Ma poi,mille domande ci assalgono e ci frenano nel nostro intento:“Che cosa si prova nel digiunare?! Soffrirò? E se sì, quanto?Quali effetti potrà avere su di me?! Ce la farei mai, io, a di-giunare…per più di 5 ore?! Il Digiuno, è stato utilizzato fin dall’antichità da tutti i popolidella terra, non certo come dieta dimagrante, ma come “re-pulisti” generale di Corpo, Anima e Mente. Da sempre gli an-tichi sono stati a conoscenza del fatto che non esisteva altraterapia come il digiuno che avesse effetti così radicali sul no-stro organismo; il primo effetto è ancor oggi l’eliminazionedelle riserve di adipe superfluo che si creano nel tempo acausa di un’alimentazione scorretta; il secondo è l’elimina-zione di scorie e tossine che si depositano nei nostri tessuti; ilterzo è lo stimolo del ricambio, e il conseguente calo dellatensione psichica e fisica che si è accumulata nel nostro si-stema neuro-vegetativo (sistema nervoso autonomo: simpa-tico e parasimpatico). Tra i moltissimi metodi che stimolano la rigenerazione, quellodel digiuno, è davvero unico! Il nostro corpo è abituato findalla nascita ad assumere una certa quantità di alimenti, e re-gola i propri ritmi di conseguenza…. Digiunare interrompequesti nostri ritmi, ci allontana per qualche giorno dal rap-porto -spesso ossessivo e compensatorio con il cibo- e stimolaperciò il rinnovamento delle diverse funzioni fisiologiche delnostro Corpo, della nostra Mente, e anche a livello Spirituale.Alimentazione scorretta, vita sedentaria, abuso di tabacco ealcool, vita quotidiana sotto continuo stress, inquinamentoambientale, favoriscono l’accumulo di scorie e tossine nellenostre cellule e nei tessuti del nostro organismo, causandocosì molte malattie. E’ perciò necessario eliminare periodica-mente le scorie che abbiamo accumulato -anche soltanto du-rante l’inverno- e, come nelle pulizie di primavera chefacciamo a casa nostra, così possiamo dedicarci per almenoqualche giorno a fare “le pulizie generali all’interno di noistessi” per ritrovarci poi più in forma e rinnovati che mai, pro-prio come accade alla nostra casa che dopo essere stata rin-novata e ripulita, splende di nuovo e di nuovi profumi!Quando il nostro organismo non riceve più cibo, cerca dimantenere le normali condizioni utilizzando le sue scorte digrassi e zuccheri e rallentando i processi del ricambio per ri-sparmiare energia. Dopo poche ore dall’inizio di un digiuno,cominciando ad esaurire le riserve di zuccheri presenti nel fe-gato e nei muscoli, il nostro corpo si adatta rapidamente allanuova situazione, “funzionando in economia” e per fare que-sto agisce sul sistema neurovegetativo; il nervo vago, che in-sieme ad altri nervi costituisce il sistema parasimpatico (unaparte del sistema nervoso che non siamo in grado di control-

fici effetti che si faranno sentire per lungo tempo,anche dopoil digiuno. Il periodo migliore per fare qualche giorno di di-giuno è la Primavera, perché durante i freddi mesi autunnalie invernali abbiamo accumulato abitudini poco salutari chenel resto dell’anno, ed a primavera si sono accumulate nel no-stro sangue molte scorie e tossine che contribuiscono a farciprovare un diffuso senso di stanchezza e torpore…Il Corpo, le nostre Funzioni Intellettuali e la Vita Spirituale, elo conferma anche la moderna medicina psico-somatica, sonoun’Unità Indivisibile. Corpo, Mente e Anima, i tre livelli esi-stenziali di ognuno di noi interagiscono costantemente, oradopo ora, ogni giorno della nostra Vita; ecco perché gli effettidi qualche giorno di digiuno non si limitano solo al nostroCorpo (il che sarebbe già comunque davvero molto impor-tante!), ma si estendono, durante e soprattutto dopo il digiuno,anche alla Mente e allo Spirito. Concretamente queste conse-guenze si traducono in ognuno di noi, giovane o anziano,grasso o magro che sia, in un predominio del nervo vago al-l’interno del nostro sistema neurovegetativo,che, come ab-biamo detto prima, non dipende dalla nostra Volontà. Il nervovago è responsabile della nostra capacità di rilassarci, del ri-poso, del risparmio di energia, mentre il suo antagonista, ilnervo simpatico, che di solito predomina nelle ore di veglia,

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esperienze di vitaESPERIENZA

Come siamo strani noi esseri umani...o forse siamo solo “Umani”....

La nostra quotidianità, spesso lavora-tiva, è costellata di situazioni proble-matiche che affrontiamo e risolviamoma la spinta a prendere in mano noistessi nasce spesso da eventi personaliestremamente critici o dalla classicagoccia che fa traboccare il vaso e ci ac-corgiamo che “non ci stiamo più den-tro”, che è da anni che ce la stiamoraccontando perdendo la connessionepiù importante : quella con noi stessi.Ho una spiccata attitudine a prenderein mano le situazioni e velocemente ri-solverle, modificarle, stravolgerle. Hoanche una buona attitudine all’ascolto,

lavoro a stretto contatto con le personee molti clienti mi considerano un puntodi riferimento per le più svariate infor-mazioni, consigli di lettura, confronti ea volte confidenze personali. Ancheper la mia famiglia sono un punto di ri-ferimento: quella che si piega ma nonsi spezza... ed io ho sempre recitato lamia parte accontentando tutti per nondeludere nessuno…“E allora?” direte voi... e allora a forzadi fare, disfare, ascoltare, consigliareero diventata una grande esperta delmettermi da parte, con la grande con-vinzione di essere quella sbagliata, di

non meritare attenzione, non sapevopiù ascoltarmi, tantomeno “sentirmi” ese non ti senti non sai più desiderare. La scorsa primavera, in un momento digrande difficoltà emotiva, sono partitaper il VIAGGIO NELLE EMOZIONI, èstato un’esperienza intensa che mi haripulito interiormente da molti vec-chiumi emotivi, negativi, che si eranoradicati in profondità. Il corso di SPIRITUALITÀ PRATICA,concluso da poco, mi ha insegnato adaprire quella porta interiore quandopensavo di aver perso la chiave, ho im-parato ritrovarmi, a scoprire quellagrande ricchezza che è il contatto conla mia parte più profonda: la mia mentespirituale.Sono tornata a casa con un senso dipienezza che però è leggero, con latesta vuota ma piena… e soprattuttocon la consapevolezza che sì, abbiamobisogno degli altri, ma se siamo davveroconnessi con noi stessi non saremo maisoli. Chiunque può abbandonarci, noiabbiamo la responsabilità di non ab-bandonare noi stessi.

Nadia Zatti

favorisce il consumo di energia, la produzione di forza e l’at-tività durante le nostre frenetiche giornate di vita. Durante anche un breve digiuno di qualche giorno, il passag-gio dal predominio del simpatico a quello del nervo vago (ti-pico dei giorni del digiuno), è paragonabile a quello che siottiene con il Training Autogeno: già dopo qualche giorno cisi sente molto meglio, e il morale comincia ad alzarsi di molto.E’ come se la disintossicazione radicale e l’attivazione delle di-fese immunitarie comportassero una Rigenerazione generaledella nostra Mente e stimolassero i sistemi di auto-guarigionedella nostra Psiche. Questi effetti a livello psicologico si pro-traggono per molto tempo oltre la fine del Digiuno e si mani-festano anche attraverso un miglioramento delle propriecapacità fisiche ed intellettive. Qualche giorno di Digiuno, magari in compagnia di personesolari, positive e “formate ad hoc” che ti fanno “dimenticare”davvero il bisogno continuo di nutrirti di solo cibo, con unmedico sempre vicino per spiegarti cosa accade al tuo corpoe che sappia consigliarti, insieme ad un’ottima e rigeneranteattività fisica quotidiana (adatta proprio a tutti!), come al

“Corso di Digiuno e Rigenerazione” organizzato dal CentroZanelli, può forse, allora, fare al caso Tuo… Io, il Corso Digiuno e Rigenerazione l’ho frequentato moltevolte negli ultimi anni, continuando spesso anche a casa e…i risultati su di me sono sempre straordinari!!!! Voglia di vivereritrovata, riequilibrio del rapporto con il cibo, energia men-tale e fisica traboccante, dimagrimento visibile, lucidità men-tale, quiete e rilassamento interiori anche per i mesi successivi,sonno notturno ristoratore -finalmente ritrovato-… sono soloalcuni degli effetti che ho potuto sperimentare su di me in que-sti tanti anni di digiuni primaverili ripetuti. Con affetto sincero, e con un grande abbraccio, ringrazio chi,molto tempo fa, mi ha aperto gli occhi su di una “tecnica”, ildigiuno, tanto semplice quanto meravigliosa ed efficace, tantobistrattata e quasi dimenticata nell’ultimo secolo… ma cheuna volta provata e constatandone gli straordinari risultati, ti fadire…. a quando il prossimo Digiuno per volermi un po’ diBene, sia al mio Corpo, che alla mia Mente che alla miaAnima?!?!?!

Dott.ssa e Counsellor Isabella Bianchi

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esperienze di vita ESPERIENZA

Mi è stato chiesto di parlare del Viaggio nelle Emozioni a cuiho partecipato per iniziativa di Duilio. Il Viaggio per me èstato veramente difficile. La prima difficoltà sussiste nel fattoche tu vai lì e non sai cosa ti aspetta (non lo sai perché nonte lo dicono) ma, credo, faccia parte del percorso terapeuticose così si può chiamare.Quando sono arrivata, personalmente ero spaventata, per-ché non sai nulla di quello che andrai a fare, sai solo chesarà qualcosa di molto profondo, perché si parla di emo-zioni, cioè la nostra parte interiore, il nostro Io, la nostraAnima. Ecco quello che sai con certezza: il viaggio toccheràla tua anima.La prima cosa che credo sia importante dire è che, aldilàdella paura, sai che troverai delle persone splendide, a mepiace chiamarle “anime buone”, ovviamente mi riferisco aDuilio (per me straordinaria persona e ottimo terapeuta) chemi ha seguita e mi ha “salvata” e Silvio che ho conosciuto inquell’occasione, straordinario quanto il fratello.Quello che arriva nel cuore è difficile da spiegare. Personal-mente arrivavo da una situazione in cui io e le mie emozionierano scisse, come se avessi dimenticato di essere una per-sona con un’anima emotiva, come se avessi dimenticato chele emozioni sono parte essenziale nel cammino della vita:amore, paura, rabbia, ansia. Queste cose le impari nel viag-gio: “Come può un individuo dimenticarsene?”. Come puòfarsi schiacciare dalla paura, o non provare più amore (per-ché magari si è feriti, “massacrati dal mondo”)?Quello che impari nel viaggio è innanzitutto vivere le tueemozioni (affrontare paure, superare traumi, per poi amare,amarti e la cosa più importante è dare e ricevere).Inoltre nel viaggio capisci che non sei solo, perché conoscipersone splendide e ti rendi conto che, proprio come te,anche loro si sono costruite un mondo di sofferenza (un

mondo quasi parallelo) dato da esperienze negative.Le guardi, le osservi, entri in una sorta di empatia spiritualeperché tu non sai nulla di loro.Il viaggio è un mondo parallelo, le persone che incontri(come ci aveva anticipato Duilio) ti mancano, finito il viag-gio.A me è successo in particolare con una persona, con la qualeora ho stretto un fortissimo legame…La cosa paradossale è che nessuna delle due, durante queidue giorni, sapeva nulla dell’altra.Io, grazie alle parole di Duilio, Silvio, gli assistenti Emanuelae Stefano, credo di avercela fatta: credo di aver finalmenteriaprire quei canali emotivi, chiusi da tanto, troppo tempo.Certo ancora non è finita, ma questo è il mio percorso, ciònon toglie che quello che ho appreso, l’ho scritto, lo rileggoe mi entra ogni volta nell’anima… e mi riporta lì a quel fan-tastico “viaggio nelle emozioni” con quelle persone ecce-zionali.Tutto ciò mi porta a dire GRAZIE, Voi Duilio e Silvio, salvateanime che magari si sono un po’ perse…Voi riuscite a farle lottare, a dargli speranza, voi siete per-sone INCREDIBILI ed UNICHE.Consiglierei a tutti il viaggio, tutti nel senso a chi ha problemipiccoli, grandi, a chi non ne ha ma vuole ritrovare le sueemozioni. Lo consiglio a tutti perché ti apre un mondo: ilmondo della vita reale, quello delle cose “belle davvero”,quello della felicità, perché troppo spesso è facile rifugiarsinell’oscurità del dolore.E… tutto ciò… io, piccola donna, l’ho imparato da loro. Per-ciò GRAZIE, grazie per averci insegnato tutto questo, non lodimenticherò MAI.Vi voglio bene.

Alessia Umericelli

Avevo perso la mia anima ma poi...

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esperienze di vitaESPERIENZA

Da un anno a questa parte e precisamente dall’arrivo dellamenopausa, ero afflitta dalla paura delle malattie in genere,che potessero colpire me, i miei famigliari o amici.Una paura che non mi dava tregua, che creava ansia.Avevo un mattone pesante sul petto e tanti pensieri negativinella testa.Un giorno ne parlai a Duilio, sapendo che avrebbe trovato lamedicina giusta per liberarmi da questi pensieri ansiogeni.Dapprima qualche pillola di compiti a casa e poi il consi-glio di fare il Corso di IPNOSI 1° livello.Mi iscrissi prima possibile.Furono due giorni in cui tutto era rallentato, dove imparaicon delle tecniche di rilassamento a percorrere il mio corpocome fosse un viaggio tridimensionale alla scoperta dell’IN-CONSCIO.Quando ero piccola i miei genitori mi parlavano della “Co-scienza”, un posto piccolo, piccolo che forse era collocatodentro al cuoricino e lì vi erano custodite tutte le verità (qualiverità e il senso di quella parola non le comprendevo).Durante il corso immaginai di bussare alla porta di quel cuo-ricino e fu lì che si rivelò il mio Inconscio. Ce l’avevo dallanascita e nessuno mai mi aveva parlato di lui e della sua verafunzione.Che scoperta meravigliosa!!!!Trascorsi due giorni ad ascoltare Silvio a bocca aperta, av-volta da una energia forte, bella, positiva, sprigionata da me

Le verità custodite nel cuoree dai miei compagni di corso. Mi cullavo in un profondo senso di pace.Finalmente anch’io imparai la lingua “inconsciese”.Dopo qualche mese, partecipai anche al 2° livello di IPNOSIcosì il cerchio si completò.Qui la scoperta fu ancora più strepitosa: “ Avevo un AMICOa portata di mano da sempre”.A questo punto i miei pensieri non intensificavano la PAURA,avevo ormai trovato la chiave per arrivare all’Inconscio e ilcircolo vizioso si rivelava positivo e lavorava in mio favore.Tutto questo fu un balsamo per il mio cuore che spazzò viaquella paura maledetta.Naturalmente l’ipnosi è efficace e utile in varie situazioni, èbene informarsi in merito.Caro Inconscio, sarebbe stato bello conoscerti prima; magarialle elementari durante una lezione con la mia maestra pre-ferita oppure attraverso la voce della mia mamma tra le pre-ghiere che mi faceva recitare prima di dormire.Sarebbe stato bello, ma sono fortunata ad averti trovato oraanche se sono grande, sposata con un marito stupendo, unafiglia meravigliosa e alcuni amici molto speciali.Grazie di cuore!PS: non sono entrata nello specifico dei corsi, fateli ebasta!!!

Doriana Maestroni

Da alcuni mesi mi trovavo, per diversimotivi, in uno stato d’animo di apatia,sconforto e tristezza… Per regalo dicompleanno una mia cara amica, miportò a conoscere Duilio certa che misarebbe stato d’aiuto a superare questoperiodo. Ed eccomi iscritta al Viaggionelle emozioni!Sinceramente, forse per la poca energiache avevo, forse perché tanto peggio dicosì non poteva andare, non mi eroposta nessuna domanda sul contenutodel corso ma ero in uno stato di attesa,attesa di qualcosa…Il primo giorno è stato veramente duro,pian piano che le ore passavano le miespalle, il mio collo si irrigidivano sem-pre di più, ero pervasa da un desideriofortissimo di scappare…

Almeno quattro o cinque volte sareiuscita da quella porta.Non volevo affrontare questo camminoeppure ci ero andata liberamente…Cosa mi ha fatto rimanere? Un atto difiducia: fiducia verso Duilio e Silvio, fi-ducia verso le persone che mi avevanoportato al Centro e accompagnato alcorso…Mi sono affidata a chi mi voleva bene. Esiamo al secondo giorno, la stanchezzafisica è veramente parecchia ma dentrodi me c’è uno “tsunami” di emozioniche mi travolgono…Ad un tratto, verso la fine del viaggio,riesco a liberarmi delle mie zavorre,faccio pace con il passato e finalmentecapisco il senso di questo percorso e so-prattutto mi sento “libera” e “leggera”.

Non è facile da spiegare, ma inizio adavere la consapevolezza delle cose, imiei occhi si aprono ad una nuova lucee soprattutto inizio a volermi bene.Fino ad allora ero alla ricerca di qual-cosa, non sapevo cosa ma l’avevo fi-nalmente trovata!Quando torni dal corso tutti si accor-gono che qualcosa è cambiato in te, èinevitabile: chi ti trova dimagrita (saràtutto quello che avevo trattenuto), chi tivede con una nuova luce e chi ti pensarientrata da un viaggio in un Paese ca-raibico.Grazie di cuore a chi ha fatto sì che ioaffrontassi questo viaggio liberatorio.Ora l’impegno è mantenere accesa lafiammella che è dentro di me!

Graziana Zanardi

Voglio raccontarvi il mio viaggio: uno tsunami di emozioni

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Nel dopo corso “Al di là delle parole” mi trovo in alcuni momenti della giornata a fare delle riflessioni sull’accaduto che primad’ora non avevo mai fatto in quanto presi da questa vita frenetica che ci spinge solo alla velocità di pensiero e di azione enon ci rendiamo più conto che questa vita non ci appartiene.A volte quindi grazie a Voi possiamo arrivare a riscoprire che le cose semplici sono quelle essenziali, scopri allora che quasisenza rendertene conto con un piccolo sforzo la gente ti si avvicina.A distanza di poco tempo dal corso mi trovo in alcuni momenti con persone conosciute o sco-nosciute e vedere in loro tanto di me.Ti accorgi che nella sala d’aspetto di un ospedale uno sconosciuto ti si avvicina e si inizia a par-lare di cose profonde che nascondi in fondo all’anima.A volte ti rendi conto che mentre inizi a parlare con una persona senti che la cosa più impor-tante per lei non sono le parole ma il disagio che lei prova e vedi poi che con un piccolo sforzoquando vi salutate l’atteggiamento è completamente cambiato.Insomma si arriva a capire che quel casco protettivo che ci mettiamo in testa altro non serve chead isolarci, ma attraverso il nostro corpo possiamo trasmettere agli altri quello che veramente “al di là delle parole” sentiamo.La cosa più bella di questo corso è stata scoprire per la prima volta come possiamo specchiarci negli occhi degli altri.Devo dire che a volte provo sensazioni strane tipo vedere negli altri atteggiamenti che proprio erano parte di me ma ogginon più e questo mi fa apprezzare l’evoluzione e il dinamismo, perché a volte la staticità su alcuni atteggiamenti può du-rare una vita e limita parecchio. Mi ha colpito una frase sentita oggi alla radio di un “certo” Walt Disney: “la differenza fraun sogno e un obiettivo è soltanto una data”.

Davide Arosio13

esperienze di vita ESPERIENZA

Arrivata stremata a Dicembre dopo unanno davvero difficile, svuotata dalsenso stesso delle singole giornate,come se fossero semplicemente un sus-seguirsi di minuti, di ore, avevo persola capacità di guardarmi e di accor-germi delle persone che avevo intorno.Mi ritrovo in una stanza, persa tra ilvuoto e i miei pensieri, sfoglio distrat-tamente delle riviste nell’attesa di uncolloquio nel quale avevo riposto tuttele speranze, qualcosa che fosse più delnulla che avevo dentro... mi incuriosi-sco leggendo di esperienze, percorsi…mi affascina il viaggio nelle emozioni escettica mi aggrappo a questa opportu-nità e senza conoscere... mi affido.Dopo solo una settimana mi trovo inmacchina, diretta verso un ignoto, tantaconfusione in testa. Sono la prima adarrivare e ad una ad una vedo sfilare lepersone che avrebbero affrontato conme questa esperienza… sfilano con leloro vite, i loro bagagli, gli sguardibassi…Ora sono qui a raccontare la magia di

quei giorni, dell’atmosfera quasi irrealeche avvolgeva i tempi trascorsi insieme,il calore e la confidenza con quellepersone, le lacrime condivise, i respiri,i silenzi.Siamo arrivati con i nostri bagagli pe-santi e ripartiti leggeri, con una nuovaluce negli occhi e una pace nell’anima,con una nuova forza interiore che non

ha reso i nostri giorni più facili, ma lanostra vita più ricca, di senso, di senti-menti, di coraggio, di speranza…Ho riaperto gli occhi, ho ricominciato asentire la vita che ho dentro e che micirconda.Grazie Duilio, Silvio, i miei compagnidi questo viaggio.

Elena Sala

Specchiarsi negli altri e riconoscersi

Alleggerirsi di un fardello emotivo

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contributiESPERIENZA

Everyday Zen

In effetti nessuno – ma proprio nessuno – può vivere al posto nostro;

nessuno può sentire per noi il dolore che la vita porta inevitabilmente con sé.

Il prezzo che dobbiamo pagare per crescere è sempre davanti al nostro naso,

e non lo sperimentiamo mai veramente fino a quando non ci rendiamo conto

della riluttanza a pagare un qualsiasi prezzo.

Purtroppo, fintanto che evadiamo dalla realtà,

ci precludiamo la meraviglia di ciò che la vita è e di ciò che noi siamo.

Cerchiamo di aggrapparci alle persone che crediamo ci possano alleviare il dolore,

cerchiamo di dominarle, di tenerle con noi,

perfino di ingannarle affinchè si occupino della nostra sofferenza.

Ma, ahimè, non c’è nulla di gratuito.

Un gioiello di grande valore non è mai in saldo:

dobbiamo guadagnarcelo con la pratica costante e ostinata.

Dobbiamo guadagnarcelo in ogni momento,

non soltanto per quanto riguarda il “lato spirituale” della vita.

Il modo in cui teniamo fede agli impegni verso gli altri,

il modo in cui serviamo gli altri, se facciamo lo sforzo di prestare l’attenzione richiesta

in ogni istante della nostra esistenza: tutto questo è pagare il prezzo per quel gioiello.

Charlotte Joko Beck

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recensioni positive ESPERIENZA

Freeheld: amore, giustizia, uguaglianza

Racconta la vera storia d’amore di Laurel e Stacie e della battaglia che condussero per otteneregiustizia. Quando alla pluridecorata detective del New Jersey Laurel viene diagnosticato un can-cro, decide di assicurarsi che la sua sudata pensione vada alla sua compagna Stacie. Ma i fun-zionari della Contea di Ocean, detti Freeholders, non le riconoscono questo diritto. Il DetectiveDane Wells, e l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein si uniscono a Laurel e Stacie coinvol-gendo altri agenti di polizia e la comunità a sostegno della loro lotta per l’uguaglianza.

Inside Out

Crescere può essere faticoso e così succede anche a Riley, che viene sradicata dalla sua vita nelMidwest per seguire il padre, trasferito per lavoro a San Francisco. Come tutti noi Riley è guidatadalle sue emozioni: Gioia, Paura, Rabbia, Disgusto e Tristezza. Le emozioni vivono nel centro dicontrollo che si trova all’interno della sua mente e da lì la guidano nella sua vita quotidiana. Men-tre Riley e le sue emozioni cercano di adattarsi alla nuova vita a San Francisco, il centro di con-trollo è in subbuglio. Gioia, l’emozione principale di Riley, cerca di vedere il lato positivo dellecose ma le altre emozioni non sono d’accordo su come affrontare la vita in una nuova città, inuna nuova casa e in una nuova scuola.

La dittatura delle abitudini - Charles Duhigg - Editore Corbaccio

La maggior parte delle scelte che compiamo ogni giorno non sono frutto di riflessioni consapevolibensì di abitudini. E benché, singolarmente, non abbiano grande significato, nel loro complessole abitudini influenzano enormemente la nostra salute, il nostro lavoro, la nostra situazione eco-nomica e la nostra felicità. Da secoli gli uomini studiano le abitudini, ma è solo negli ultimi anniche la neurologia, la psicologia, la sociologia e gli esperti di marketing hanno realmente iniziatoa capire in che modo funzionano. La buona notizia è che le abitudini non sono un destino: sipossono ignorare, cambiare, sostituire o... mantenere.

Lo zaino di Emma - Martina Fuga - Editore Mondadori

Martina è la mamma di Emma, una bimba con sindrome di Down, e racconta la sua storia di vitapossibile. Ricordi, episodi, riflessioni si snodano lungo il percorso di accoglienza della disabilitàdella figlia iniziato quasi dieci anni fa. Nelle istantanee di vita narrate in una prosa asciutta ed es-senziale si alternano difficoltà e conquiste, dolore e coraggio, paura e fiducia nel futuro, in un equi-librio delicato che la vita spesso impone. Lontano da intenti buonisti, spietato come la verità saessere, Lo zaino di Emma racconta lo straordinario rapporto che lega una madre a una figlia e offrespunti di riflessione a chiunque si interroghi sul senso vero della vita.

LIBRI

FILM

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centro zanelli

Via Zamagna 19 • 20148 MilanoVia Circonvallazione 3 • 15074 Molare (AL)

Tel. 02.33491003 - Fax [email protected] • www.centrozanelli.it

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