passi della Campania BIOECONOMIA IN EUROPA · L’Ambiente ritrovato”, pre-sentato dal Wwf Italia...

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Plastic free, i primi passi della Campania Liguori a pag.4 Viaggi in camper? Le mete per la primavera Il Touring Club Italia, che da sempre affianca chi vuol viaggiare bene, ha stilato una top ten delle mete per chi ama muoversi in cam- per, scegliendole tra quelle contrassegnate da Bandiere arancioni. Esposito a pag.9 Martelli a pag.13 Può un’app sostituire un consulto medico? IL QUINTO RAPPORTO SULLA BIOECONOMIA IN EUROPA Il ritorno dei boschi in un Paese distratto I boschi guadagnano spazio nel Mezzo- giorno. Tra il 2005 e il 2014, in base ai dati dell’Inventario forestale nazionale, la su- perficie boschiva è cresciuta di quasi il 17 percento in Molise, del 16,2 percento in Si- cilia, dell’11,1 percento in Basilicata e del 9,9 percento in Calabria. Ma anche in Cam- pania il fenomeno è di rilievo. Mosca a pag.6 L’architettura tradizionalemente intesa è rappresentata, per lo più, dalla dimensione dell’erigere, dell’innalzare e dell’aggiungere un nuovo elemento ad un contesto preesi- stente. L’architettura ipogea, al contrario, fa maggiormente riferimento alle azioni dello scavare, del sottrarre e dello svelare ciò che è nascosto... Palumbo a pag.12 Paparo a pag.16 Il guardaroba italiano diventa ecofriendly La nostra terra è stata se- gnata, da circa tremila anni, da uomini e donne che l’hanno resa grande. Storia, teatro, pit- tura, scultura, musica, archi- tettura, letteratura… De Crescenzo-Lanza pagg.14-15 Nicola Antonio Stigliola, filosofo e architetto Grandi Napoletani, grandi Campani “Devo staccarmi dalla massa, perchè la distanza economica tra me e la massa si sta riducendo e il risultato è che non solo devo svilup- pare nuovi modi, meno appa- riscenti, per distinguermi dai più, ma, avverto un bisogno maggiore di distanziarmi da loro, per esorcizzare questo avvicinamento sgradito”. Come in ogni agglomerato urbano che si rispetti, anche nella mia città, è in corso la costruzione di scintillanti vil- lette unifamiliari. In questo notevole sforzo di riqualifica- zione delle periferie si co- struisce la nuova zona residenziale della città na- tale di Giordano Bruno. AMBIENTE & CULTURA CURIOSITÀ Poveri mari, povero Pianeta. La plastica vince e divora ogni cosa, questo è quanto per decenni hanno “denun- ciato” associazioni ambienta- liste e singoli cittadini... NATUR@MENTE Lo sviluppo sostenibile Lo sviluppo sostenibile è ancora credibile? è ancora credibile? Il Rapporto sulla Bioecono- mia in Europa, curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo in collabo- razione con Assobiotec, ha come obiettivo quello di moni- torare le attività legate alla bioeconomia, quell’insieme di settori che utilizzano materie prime rinnovabili di origine biologica. Le stime, aggior- nate al 2017, riportano che in Italia l’insieme delle attività connesse alla bioeconomia ha generato una produzione pari a circa 328 miliardi di euro occupando oltre due mi- lioni di persone. La bioecono- mia rappresenta il 10,1% in termini di produzione e il 7,7% in termini di occupati... Pollice a pag.3 Tafuro a pag.19 Loffredo a pag.8 Siamo a Maggio, ultimo mese della stagione prima- verile e secondo del seme- stre caldo. Le temperature tendono gradualmente a sa- lire su valori sempre più estivi. Nelle giornate più calde si raggiungono già i trenta gradi... I temporali pomeridiani nella stagione calda Progetti ipogei: opportunità per l’architettura del paesaggio ISTITUZIONI In Italia il settore ha generato una produzione pari a circa 328 miliardi di euro CLIMA AMBIENTE & SALUTE NATURA & BIODIVERSITÀ

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Plastic free, i primi passi della Campania

Liguori a pag.4

Viaggi in camper? Lemete per la primavera

Il Touring Club Italia, cheda sempre affianca chi vuolviaggiare bene, ha stilatouna top ten delle mete perchi ama muoversi in cam-per, scegliendole tra quellecontrassegnate da Bandierearancioni.

Esposito a pag.9

Martelli a pag.13

Può un’app sostituireun consulto medico?

IL QUINTO RAPPORTO SULLABIOECONOMIA IN EUROPA

Il ritorno dei boschi in un Paese distratto

I boschi guadagnano spazio nel Mezzo-giorno. Tra il 2005 e il 2014, in base ai datidell’Inventario forestale nazionale, la su-perficie boschiva è cresciuta di quasi il 17percento in Molise, del 16,2 percento in Si-cilia, dell’11,1 percento in Basilicata e del9,9 percento in Calabria. Ma anche in Cam-pania il fenomeno è di rilievo.

Mosca a pag.6

L’architettura tradizionalemente intesa èrappresentata, per lo più, dalla dimensionedell’erigere, dell’innalzare e dell’aggiungereun nuovo elemento ad un contesto preesi-stente. L’architettura ipogea, al contrario, famaggiormente riferimento alle azioni delloscavare, del sottrarre e dello svelare ciò cheè nascosto...

Palumbo a pag.12

Paparo a pag.16

Il guardaroba italianodiventa ecofriendly

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni, dauomini e donne che l’hannoresa grande. Storia, teatro, pit-tura, scultura, musica, archi-tettura, letteratura…

De Crescenzo-Lanza pagg.14-15

Nicola Antonio Stigliola, filosofo e architettoGrandi Napoletani, grandi Campani

“Devo staccarmi dallamassa, perchè la distanzaeconomica tra me e la massasi sta riducendo e il risultatoè che non solo devo svilup-pare nuovi modi, meno appa-riscenti, per distinguermi daipiù, ma, avverto un bisognomaggiore di distanziarmi daloro, per esorcizzare questoavvicinamento sgradito”.Come in ogni agglomeratourbano che si rispetti, anchenella mia città, è in corso lacostruzione di scintillanti vil-lette unifamiliari. In questonotevole sforzo di riqualifica-zione delle periferie si co-struisce la nuova zonaresidenziale della città na-tale di Giordano Bruno.

AMBIENTE & CULTURA CURIOSITÀ

Poveri mari, povero Pianeta.La plastica vince e divoraogni cosa, questo è quantoper decenni hanno “denun-ciato” associazioni ambienta-liste e singoli cittadini...

NATUR@MENTE

Lo sviluppo sostenibileLo sviluppo sostenibileè ancora credibile?è ancora credibile?

Il Rapporto sulla Bioecono-mia in Europa, curato dallaDirezione Studi e Ricerche diIntesa Sanpaolo in collabo-razione con Assobiotec, hacome obiettivo quello di moni-torare le attività legate allabioeconomia, quell’insieme disettori che utilizzano materieprime rinnovabili di originebiologica. Le stime, aggior-nate al 2017, riportano che inItalia l’insieme delle attivitàconnesse alla bioeconomia hagenerato una produzionepari a circa 328 miliardi dieuro occupando oltre due mi-lioni di persone. La bioecono-mia rappresenta il 10,1% intermini di produzione e il7,7% in termini di occupati...

Pollice a pag.3

Tafuro a pag.19

Loffredo a pag.8

Siamo a Maggio, ultimomese della stagione prima-verile e secondo del seme-stre caldo. Le temperaturetendono gradualmente a sa-lire su valori sempre piùestivi. Nelle giornate piùcalde si raggiungono già itrenta gradi...

I temporali pomeridianinella stagione calda

Progetti ipogei: opportunità per l’architettura del paesaggio

ISTITUZIONI

In Italia il settore ha generato una produzione pari a circa 328 miliardi di euro

CLIMA

AMBIENTE & SALUTE

NATURA & BIODIVERSITÀ

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Diciassette sono le procedured’infrazione dell’Unione Eu-ropea a carico dell’Italia e 43le istruttorie aperte per so-spetta violazione delle normeambientali (al primo posto inEuropa). Al 31 dicembre 2018il Belpaese ha pagato oltre548 milioni di euro di multeper il mancato rispetto dellanormativa comunitaria, deiquali più di 204 milioni soloper le discariche abusive,oltre 151 milioni per la ge-stione dei rifiuti in Campaniae 25 milioni per il mancatotrattamento delle acque ur-bane.Ad oggi i maggiori problemicontinuano ad essere la ge-stione dei rifiuti e delle acqueinterne e marine, la qualitàdell’aria e la scarsa tuteladegli ecosistemi. Tale disar-mante condizione in cui af-foga, oramai da decenni,l’Italia affrontata nel dossier“Italia chiama Europa –L’Ambiente ritrovato”, pre-sentato dal Wwf Italia invista delle elezioni europeedel 26 maggio 2019. Nel Rap-porto, l’associazione ambien-talista chiede ai volti e aipartiti candidati di portareavanti dieci azioni per met-tere il Paese al passo conl’Europa sul fronte ambien-tale:1. L’Italia acceleri l'attua-zione della Strategia Nazio-nale per lo SviluppoSostenibile tramite la Com-missione e il Forum per loSviluppo Sostenibile, pro-muovendo, nel contempo: unacontabilità nazionale, territo-riale e di impresa che contem-pli indicatori per valutarel’impatto delle attività umanesul capitale naturale, l’aper-tura di un dibattito nazionalesui nuovi modelli di sviluppoeconomico; l'introduzionedello Sviluppo Sostenibile inCostituzione;2. L’Italia svolga un ruolo pro-pulsivo in Europa per limi-tare il riscaldamento globalea 1,5 gradi centigradi, anchedotandosi, a sua volta comealtri Paesi europei, di unPiano Nazionale Energia eClima che fornisca strumentioperativi per puntare davverosulle rinnovabili, l’efficienza eil risparmio energetico e attuil’uscita dal carbone entro il2025, nonché di una StrategiaNazionale a lungo termine,

con tappe intermedie ben de-finite per arrivare ben primadel 2050 a zero emissioninette di gas serra;3. L’Italia deve completare laRete Natura 2000 includendotutte le aree chiave sia terre-stri che marine, assicurandoEnti di gestione e misure diconservazione efficaci, garan-tendo adeguati finanziamenticon lo strumento dei PAF(Prioritise Action Frame-work) e si impegni a miglio-rare la governance dei Parchinazionali e regionali nel qua-dro di un rilancio della Stra-tegia Nazionale per laBiodiversità che individui ob-biettivi di conservazione con-creti e misurabili in tutte lepolitiche di settore nazionali eregionali;4. L’Italia dimostri di teneredavvero ai suoi mari, dandopiena attuazione alla Strate-

gia Marina Nazionale e allaDirettiva Habitat, raffor-zando il ruolo delle Aree Ma-rine Protette nelle politicheattive di tutela e sorveglianzadelle risorse naturali, aumen-tando la superficie dei Siti diImportanza Comunitaria amare, per conseguire l’obiet-tivo del buono stato ambien-tale delle acque, e effettuandouna Pianificazione dello Spa-zio Marittimo, che sia coe-rente con questo obiettivo esostenga un’economia blu so-stenibile;5. L’Italia sia in prima fila nelsostenere una riforma dellaPolitica Agricola Comune(PAC) post 2020 che assicurieco-schemi obbligatori per gliStati membri con una dota-zione finanziaria minima del30% per pagamenti diretti el’obiettivo del 40% della SAU(Superficie Agricola Utiliz-

zata) destinato ad agricolturabiologica entro il 2030;6. L’Italia favorisca un’agri-coltura sostenibile con l’ap-provazione del nuovo PAN -Piano d’Azione Nazionale Pe-sticidi che contenga misurecogenti regolamentari per ri-durre l’uso di questi prodottichimici nei siti Natura 2000 enelle altre aree naturali pro-tette, stabilisca per i tratta-menti con pesticidi distanzeminime di sicurezza dalle abi-tazioni e dalle colture biologi-che fornendo, fornendo nelcontempo un’informazionecorretta sulla loro pericolositàe dando piena attuazione allaDirettiva Nitrati;7. L’Italia combatta con mag-giore decisione la pesca ille-gale e non regolamentata(IUU, secondo l’acronimo eu-ropeo), raddoppiando, nel con-tempo, i suoi sforzi perimplementare le azioni dellaPolitica Comune sulla Pesca(PCP) finalizzate a ridurre ilsovrasfruttamento degli stockIttici, attraverso l’uso appro-priato dei fondi europei(FEAMP) e sostenga, inoltre,lo sviluppo di una PiccolaPesca sostenibile, favorendoesperienze di cogestione, at-traverso il recepimento delPiano d’Azione Regionalesulla Piccola Pesca;8. L’Italia affronti preventiva-mente il problema del rischioidrogeologico, assicurando lamanutenzione del territorio ela riqualificazione della ri-sorsa idrica, rilanciando il

ruolo centrale delle Autoritàdi Bacino (come previsto dallaDirettive Acque e Alluvioni)nella pianificazione territo-riale e nella scelta degli inter-venti prioritari su scalanazionale, bloccando il con-sumo del suolo lungo le astefluviali e avviando interventiintegrati per la mitigazionedel rischio e per la tutela e ilrecupero degli ecosistemi;9. L’Italia punti, finalmente,ad una Strategia pluriennalea sostegno dell’economia cir-colare che definisca chiara-mente i distinti ruoli delmercato, dell’amministra-zione pubblica, dei singoli edelle comunità e che puntiall’innovazione dei sistemiproduttivi e alla responsabi-lizzazione del consumatore,grazie alla regia di un’Agen-zia per l’uso efficiente delle ri-sorse;10. L’Italia recepisca al piùpresto la Direttiva europeasulla plastica monouso epunti decisamente alla ridu-zione degli sprechi e, quindi,dei rifiuti, aggiornando lanormativa nazionale end ofwaste, ferma agli anni ’90, in-troducendo nuove forme di re-sponsabilità estesa delproduttore (EPR) anche a set-tori ora esclusi (alimentare,tessile, arredamento, costru-zioni) e utilizzando la leva fi-scale per penalizzare l’usoinefficiente di materiali e/oenergia, premiando, nel con-tempo, i comportamenti vir-tuosi.

Il Decalogo ambientale del WWF in vista delle elezioni europee

Per un’Italia al passo con l’Europa

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Tina Pollice

Il Rapporto sulla Bioeconomiain Europa, curato dalla Dire-zione Studi e Ricerche di In-tesa Sanpaolo in collabo-razione con Assobiotec, hacome obiettivo quello di moni-torare le attività legate allabioeconomia, quell’insieme disettori che utilizzano materieprime rinnovabili di originebiologica. Le stime, aggiornateal 2017, riportano che in Italial’insieme delle attività con-nesse alla bioeconomia ha ge-nerato una produzione pari acirca 328 miliardi di euro oc-cupando oltre due milioni dipersone. La bioeconomia rap-presenta il 10,1% in termini diproduzione e il 7,7% in ter-mini di occupati sul totale del-l’economia del nostro Paese.Secondo queste stime, il va-lore della produzione dellabioeconomia nel 2017 è cre-sciuto di oltre 6 miliardi ri-spetto al 2016 (+1,9%).L’analisi di lungo periodo evi-denzia un incremento del va-lore della produzione dellabioeconomia negli ultimi 10anni passando dall’ 8,8% del2008 al 10,1% del 2017. L’in-dustria alimentare e delle be-vande, i servizi legati al cicloidrico e di gestione dei rifiuti,sono i settori nei quali c’è mag-gior incremento del settore.Per quanto riguarda il ciclo deirifiuti, le stime originali sullacomponente biocompatibile deirifiuti portano ad un valoredella produzione pari a 6,8 mi-liardi di euro nel 2017, in cre-scita dell’1,6% rispetto al 2016e del 21,8% rispetto al 2008.Nella bioeconomia le forestegiocano un ruolo chiave pre-servando la biodiversità ani-male e vegetale, contrastandoi cambiamenti climatici graziealla fotosintesi, fornendo unbaluardo al dissesto idrogeolo-gico. Con 11 milioni di ettarioccupati dalla foresta, il 38%della superficie, l’Italia è ilsesto Paese dell’Ue in terminiassoluti e il primo per dina-mica: la superficie boschiva èaumentata del 6,7% nell’ul-timo quarto di secolo, rispettoad un +2,1% nella media Ue. IlBelpaese è ai primi postianche per protezione delle fo-reste, con 4,7 milioni di ettaridi foresta cruciali per preser-vare la biodiversità e le carat-teristiche paesaggistiche e 8,2milioni di ettari con ruolo di

protezione del suolo e delleacque. In Italia, il settore dellasilvicoltura, il ramo dellescienze forestali che riguardal'impianto e la conservazionedei terreni boschivi, forniscedirettamente 40.000 posti dilavoro e crea un valore ag-giunto pari a 1,3 miliardi dieuro. Tra i vari impieghi deiprodotti forestali c’è quello diprodurre legname lavorato perl’industria del mobile e per lecostruzioni. ll settore dà lavoroa 104.277 addetti in Italia, il2,8% degli addetti del manifat-turiero, con un fatturato com-plessivo di 13,3 miliardi dieuro, che vede l’Italia in se-conda posizione dietro allaGermania in Ue.

Il settore della carta ha vissutonegli ultimi anni una fase ditrasformazione: la demateria-lizzazione dei contenuti haportato, in particolare nei con-testi anglosassoni, ad una si-gnificativa diminuzione deiconsumi di carta, concentratanel settore della carta grafica.A livello mondiale la produ-zione di carta per usi grafici èpassata da 21,4 a 16,1 chilo-grammi pro-capite. Si rafforza,il ruolo storico dell’Italia che,nonostante la mancanza dimateria prima, si colloca, con72mila addetti come secondoproduttore europeo. La per-centuale di rifiuti avviati al ri-ciclo in Italia è pari al 77%mentre la Francia è al 53%, il

Regno Unito al 59%, la Ger-mania al 53% (dati 2014). Lamedia europea è pari al 55%.Con riferimento ai rifiuti bio-compatibili, l’incidenza del ri-ciclo in Italia è superiore allamedia europea e prossima al91%, solo il 6% dei rifiuti trat-tati viene termovalorizzato e il3% finisce in discarica. Questodato conferma la forte specia-lizzazione del nostro Paese nelriciclo. Nelle filiere della cartae del legno il rifiuto viene rige-nerato e riutilizzato in mododa rimetterlo sul mercato, op-pure viene riciclato a materiaprima. Sia la carta che il legnosi prestano ad essere reim-messi nel processo produttivopiù e più volte. Attraverso lachiusura del cerchio non solo siriduce il consumo di materiaprima, alberi e cellulosa, ma,si risparmiano energia eacqua, si riducono le emissioni,si diminuisce la quantità dimateriali destinati alle disca-riche. Lo sviluppo della bioeco-nomia nel Mezzogiornoassume una valenza partico-lare. L’adesione ai modellidell’economia circolare e dellabioeconomia potrà permettereal Sud un recupero con le eco-nomie più avanzate. Un forte potenziale si intra-vede nella filiera agroalimen-tare e nella chimica verde chevede nell’ambito delle produ-zioni bio-based l’affermazionedi diverse esperienze nelle re-gioni meridionali. La filiera del legno e dellacarta presentano una spiccata

specializzazione in Calabria eSardegna nell’industria dellegno, grazie anche alla buonadotazione di materie prime eCampania ed Abruzzo per lacarta. Emergono segnali inte-ressanti di una crescente con-sapevolezza degli attori pub-blici e privati del potenzialelegato alle produzioni soste-nibili e ad una maggiore at-tenzione all’ambiente comel’esempio di Rete 100% Cam-pania che, partendo dallacarta da macero, mette in attoun ciclo di trasformazione diprossimità in grado di garan-tire che l’intera catena del va-lore resti sul territorio: lalavorazione in loco di 100milatonnellate di carta provenienteda raccolta differenziata hauna ricaduta stimata in 300posti di lavoro ed oltre 80 mi-lioni di valore aggiunto. Altrosegnale positivo è legato allaraccolta differenziata. I datisul riciclo di carta e cartonedegli ultimi anni mostrano in-fatti per il Sud Italia, che parteda livelli più limitati, dei tassidi crescita più alti di quelli re-gistrati per il Centro-Nord: lestime per il 2018 parlano di unSud che cresce a velocità qua-drupla rispetto al Centro-Nord, +6,9% contro un +1,4%,a testimonianza che il Mezzo-giorno ha tutte le potenzialitàper recuperare il gap esistenteed affrontare la sfida dell’inno-vazione e della competizioneglobale con le altre realtà eco-nomiche nazionali e interna-zionali.

Il Rapporto sulla Bioeconomia in EuropaIn Italia l’insieme delle attività connesse al settore ha generato una produzione pari a circa 328 miliardi di euro

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Fabiana Liguori

Poveri mari, povero Pianeta.La plastica vince e divora ognicosa, questo è quanto per de-cenni hanno “denunciato” as-sociazioni ambientaliste esingoli cittadini italiani e non,rispetto alla grave situazionedi inquinamento determinatadall’uso incondizionato e scri-teriato di questo materiale.Eppure, finalmente, oggiqualcosa si muove. EffettoGreta Thunberg ? Improvvisomanifestarsi di un senso ci-vico comune? Responsabiliz-zazione collettiva circa laprotezione del territorio edella biodiversità? Dedizione“suprema” alle direttive delministro Sergio Costa?Chissà, ciò che è certo è che inItalia, seppur a rilento, molteamministrazioni ed Enti sem-brano voler cambiare rotta escegliere la strada plasticfree. Per quanto riguarda laCampania sono diverse leAmministrazioni che hannointrapreso questo percorso.Da domani primo maggio,grazie a un’ordinanza del sin-daco di Napoli, Luigi De Ma-gistris, partirà sul Lungomarepartenopeo (dalla località LaPietra alla località Pietrarsa)partirà, in fase sperimentale,il divieto del consumo di pla-stica monouso non biodegra-dabile e non compostabile perpoi, verificata l'efficacia del di-spositivo, estenderlo progres-sivamente a tutto il territoriocomunale.Il provvedimento che avrà du-rata fino al 30 settembre 2019è rivolto in prima applicazioneagli esercizi commerciali, aipubblici esercizi, ai laboratoridi produzione artigianale dialimenti autorizzati alla ven-dita per asporto, agli operatoridel commercio su aree pubbli-che, incluse le attività di cate-ring del settore alimentare eagli esercenti delle attivitàbalneari, quali lidi e circolinautici. Buone nuove anche dallaisole: ordinanze sindacalianche a Capri e Ischia, dove leassociazioni dei commerciantie dei ristoratori hanno chiestoal primo cittadino una pro-roga per consentire lo smalti-mento delle scorte prima difar partire i controlli e lemulte: concessi 90 giorni ditempo per adeguarsi al divieto

totale di vendita ed utilizzo dibottiglie, contenitori, piatti,posate, bicchieri, cotton fioc etutto ciò che di plastica sitrova attualmente in commer-cio o viene utilizzato inmense, bar, ristoranti ed al-berghi dell’isola. Stesso di-scorso per Sorrento. Procidatenta di “dire la sua” con l’or-dinanza n. 18/2019 che stabi-lizza il divieto d’uso dellaplastica usa e getta nelle pub-bliche manifestazioni. Unasimbolica prima tappa cheseppur molto lontana dallameta rappresenta pur sempreun passo. Pochi giorni fa, si è unito alcoro eco friendly anche il co-mune di Castellammare diStabia (NA). A partire dalprimo luglio, le attività com-merciali, artigianali e di som-

ministrazione di alimenti ebevande non potranno distri-buire ai clienti posate, piatti,cannucce di plastica, conteni-tori e sacchetti monouso perla spesa in materiale non bio-degradabile. Per le attivitàcommerciali restano poco piùdi due mesi di tempo per ade-guarsi e per i trasgressorisono previste sanzioni varia-bili tra 25 e 500 euro.Tra le realtà più belle chehanno subito messo in attomisure per ridurre o elimi-nare l’uso della plastica, sosti-tuendola con vetro e prodottibiodegradabili in tutti gli uf-fici amministrativi e di ge-stione ma anche nell’ambitodel proprio territorio di com-petenza: l’Ente Parco Nazio-nale del Cilento e l’Ente Parcodel Vesuvio.

Plastic free, i primipassi della Campania

Un modo di concepire la spiag-gia come un’esperienza apertaa tutti, più che un semplicebollino. Si tratta del marchio“Ecospiagge per tutti” presen-tato da Legambiente e Villagefor all a Carrara, in occasionedella fiera nazionale Balnearia2019. Dall’estate prossimasarà assegnato agli stabili-menti balneari che avrannoraggiunto uno standard in me-rito alla sostenibilità ambien-tale e all’accessibilità totale .Ha affermato Sebastiano Ven-neri, responsabile Territorio einnovazione di Legambiente:“Il litorale, il bagnasciuga, lespiagge sono il demanio: ilbene comune per eccellenza.Da tempo siamo attivi nel set-tore del turismo che significa

per noi scommettere sul futuroriducendo l’impatto ambien-tale delle strutture ma ancherecuperare situazioni compro-messe da un turismo distrut-tivo e restituire spazio al maree alla spiaggia.” Aggiunge Ro-berto Vitali, presidente di Vil-lage for all: “Nel nostro Paese,quasi il 30% degli abitanti hapiù di 65 anni e più di 10 mi-lioni di persone hanno unaqualche disabilità; in Europagli over 65 e i disabili sono 127milioni, parliamo di una per-sona su cinque. Il primo targetal quale pensiamo è la famigliacon bambini piccoli e poi il seg-mento dei senior, e moltospesso, se affrontiamo concompetenza le loro esigenze diaccoglienza, si risolvono anche

quelle degli ospiti con disabi-lità”. Pionieri nella partecipa-zione al progetto seistabilimenti della Rete d’Im-presa delle Marine del Parco diViareggio: i bagni Alhambra,Aretusa, Arizona, Ester, Mer-gellina e Teresa. Agli aderential progetto si fornisce un disci-plinare sintetizzabile in un de-calogo diviso per aree.Rifiuti: riduzione, raccolta dif-ferenziata, riutilizzo e resadegli imballi; Energia: rispar-mio energetico e approvvigio-namento da fonti rinnovabiliAcqua: risparmio nel consumo,riduzione dell’utilizzo di so-stanze chimiche; Alimenta-zione e gastronomia: alimentibio, a km zero, menu per ce-liaci e vegani e attenzione alle

intolleranze; Mobilità sosteni-bile: promozione dei mezzi ditrasporto pubblico e dell’uti-lizzo di mezzi ecologici; Acces-sibilità e inclusione: liberoaccesso alla battigia per clientie non; attenzione alle esigenzedi persone con disabilità moto-ria, sensoriale, cognitivo/com-portamentale, senior, famigliecon bambini piccoli ; Acquistieco-sostenibili: prodotti e pac-kaging eco-sostenibili; Patri-monio naturale e culturale:promozione dei beni culturali enaturali, manifestazioni tradi-zionali; Rumore: riduzione deldisturbo sonoro; Comunica-zione: coinvolgimento di av-ventori e dipendenti nellamessa in pratica dei comporta-menti indicati. A.E.

Il nuovo certificato di sostenibilità per gli stabilimenti

Ilaria Buonfanti

Le terribili immagini deigiorni scorsi che mostravanoun’area del parco nazionaledel Vesuvio invasa dai rifiutiderivanti da un bivacco pa-squale, hanno lasciato certa-mente senza parole; proprio inun momento in cui la rifles-sione e le azioni contro la di-spersione e l’accumulo diprodotti plastici nell’ambientesono all’ordine del giorno. Giàil 27 marzo scorso, infatti, ilConsiglio Direttivo del ParcoNazionale del Vesuvio ha ap-provato una delibera per ri-durre drasticamente l’utilizzodella plastica nel territorio delParco, con la speranza chequesta riduzione possa intempi brevi trasformarsi in unazzeramento totale. In tutti gliuffici dell’Ente Parco verrannoutilizzati prodotti di vetro ebiodegradabili e verranno av-viate campagne di sensibiliz-zazione ed educazioneambientale nelle scuole delterritorio dei comuni delParco. Insegnare ai bambini eai ragazzi quali e quanti danniprovocano i materiali plasticiè il primo passo per sperare inun futuro “plastic free”. Biso-gna spiegare loro le tecniche diriutilizzo e riciclaggio dei ma-teriali, spiegare la gestione dei

rifiuti e il loro corretto smalti-mento, insegnare il rispettoper il nostro pianeta che viveuna fase drammatica a causadell’inquinamento e dei cam-biamenti climatici che pur-troppo sono opera dell’uomo.Verrà istituita anche unaborsa di studio con l’obiettivodi monitorare le azioni messein campo ed i relativi effetti.Nel breve periodo l’Ente Parcosi impegna a disincentivarel’utilizzo di buste ed imbal-laggi in plastica introducendomateriali alternativi. Inoltresi impegna a promuoverestudi, indagini e ricerchescientifiche sugli impatti dellematerie plastiche e a promuo-vere accordi e collaborazionicon gli operatori che mettonoin atto politiche finalizzatealla corretta gestione dellaplastica. “Con questa Deliberaabbiamo voluto avviare unpercorso verso un Parco delVesuvio Plastic Free - spiegaAgostino Casillo Presidentedell’Ente Parco Nazionale delVesuvio - mettendo in atto mi-sure concrete per limitarel’utilizzo della plastica mo-nouso e per incentivare sem-pre di più un modello dieconomia che preveda la ge-stione dei rifiuti plastici inun’ottica di riduzione, riuso ericiclo”.

Il Parco del Vesuvio diventa plastic free

Ecospiagge per tutti

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Il turismo spaziale sta per di-ventare realtà. Entro la finedel prossimo anno, infatti, laBlue Origin di Jeff Bezos e laVirgin Galactic di RichardBranson, le due aziende pri-vate in prima linea su questanuova frontiera, porterannoin orbita i loro primi facoltosiclienti. Sì perché i biglietti perimbarcarsi in questa straordi-naria avventura sarannotutto fuorché a buon mercato.Basti pensare che le oltre 650persone in lista d'attesa con lasocietà di Branson, imprendi-tore britannico a capo del co-losso Virgin Group, hanno giàpagato da tempo la bellezza di250mila dollari. Natural-mente l'obiettivo è quello direndere questi costi decisa-mente più accessibili, ma peri primi anni l'esperienza dipoter ammirare la Terra dalle“stelle” sarà per soli vip e ric-chi imprenditori. In realtà ilturismo spaziale non è al suodebutto in senso assoluto,dato che anni addietro alcuniricchissimi hanno avuto lapossibilità di salire a bordodella Stazione Spaziale Inter-nazionale (ISS) sborsando mi-lioni di dollari alle agenziegovernative che hanno offertoi pacchetti, comprensivi dilunghi e impegnativi allena-menti. L'esperienza offerta daVirgin Galactic e Blue Origin

sarà sostanzialmente diversa,dato che i turisti sorvolerannola Terra a bordo di navicelle-razzo per pochi minuti. La ISS si trova inoltre a circa400 chilometri di altezzadalla superficie terrestre,mentre questi velivoli supere-ranno di poco i 100 chilometri,dove si trova la cosiddettalinea di Karman, che separail confine tra l'atmosfera ter-restre e lo spazio. Durante il sorvolo, in parolesemplici, i turisti avrannosopra le proprie teste il clas-sico cielo spaziale oscuro e po-tranno ammirare lacurvatura della Terra. Uno

spettacolo meraviglioso cheprobabilmente convinceràuna volta per tutte i ‘terra-piattisti'. L'offerta di VirginGalactic e Blue Origin non sa-ranno uguali. Nel primo caso,i turisti saranno imbarcatisulla navicella spaziale Whi-teKnightTwo, che verrà sgan-ciata in volo da un velivolochiamato SpaceShipTwo VSSUnity. A 15mila metri di altezza –un aereo di linea vola a circa10mila metri – il velivolo sisepara dalla navicella che ac-cende i propulsori per rag-giungere lo spazio; durantequesta esperienza i turisti

spaziali sperimente- rannol'assenza di gravità per alcuniminuti e potranno godersiuna vista meravigliosa. Lanavicella, dopo alcuni minutinello spazio, tornerà autono-mamente allo spazioporto. Una notizia particolarmenteinteressante risiede nel fattoche uno dei primi spazioportisarà realizzato in Puglia, perla precisione all'aeroporto diTaranto-Grottaglie.Per quanto concerne BlueOrigin, che non ha ancora co-municato i prezzi, i turistiavranno un'esperienza più“tradizionale”; saranno infattiimbarcati su un classico razzo

sulla cui sommità è posta unacapsula con ampie finestre.Dopo il liftoff il razzo si sgan-cia e la capsula proseguenella traiettoria prevista, at-traversando per alcuni minutilo spazio. Al rientro la capsulaattiva dei retrorazzi e tregrandi paracadute per atter-rare dolcemente nella localitàprogrammata.Non sono ancora note le dateufficiali, ma gli ultimi testsono andati tutti a buon fine– nel 2014 morì un copilotadella Virgin Galactic – e iprimi viaggi sono previstientro e non oltre il 2019.

(fanpage.it)

Turismo spaziale, primi viaggi “fra le stelle” entro il 2019

Si partirà anche dall’Italia, previsto uno spazioporto in Puglia

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Luigi Mosca

I boschi guadagnano spazionel Mezzogiorno. Tra il 2005e il 2014, in base ai dati del-l’Inventario forestale nazio-nale, la superficie boschiva ècresciuta di quasi il 17 per-cento in Molise, del 16,2 per-cento in Sicilia, dell’11,1percento in Basilicata e del9,9 percento in Calabria. Maanche in Campania il feno-meno è di rilievo. Tanto chenella prossima edizione del-l’Inventario risulterà, contutta probabilità, che nellanostra regione i boschi occu-pano più spazio dell’agricol-tura. A suo modo, è unsorpasso storico. Il rapportotra le aree forestali e le popo-lazioni meridionali è il focusdi un volume, scritto dall’in-gegnere e manager pubblicoAlfonso De Nardo, intitolatoappunto “Uomini e boschi”(edizioni Clean). Lo scorso 29aprile, nell’Aula magna del-l’Orto botanico di Napoli,l’opera ha fornito il pretestoper un ampio dibattito traesperti, sulla “questione fore-stale” nell’ambito della que-stione meridionale. Sonointervenuti, tra gli altri, il co-lonnello Angelo Marciano, co-mandante dei Carabinieriforestali a Napoli e provincia,il professore Antonio Sara-cino, che insegna Assesta-mento forestale e silvicolturaalla Federico II, l’avvocatoStefano Sorvino che dirigel’Agenzia ambientale cam-pana, la dottoressa FloraDella Valle che dirige l’Ufficiocentrale Foreste e caccia della

Regione Campania, oltre ov-viamente all’autore del libro.Il tutto sotto le insegne del-l’Associazione nazionale fore-stali e dell’Ordine dei dottoriagronomi e forestali di Na-poli, che hanno promosso l’in-contro. Dunque, i boschiavanzano in Italia e in parti-colare nel Meridione. Sembre-rebbe una buona notizia, malo è fino a un certo punto.«All’espansione del bosco»,scrive De Nardo, «corrispon-dono, come invarianti dellaStoria, incuria e abbandono,che contribuiscono fortementealla vulnerabilità del territo-rio». Come ha evidenziato Sa-racino nel corso del dibattito,l’ampliamento e la contra-zione della superficie fore-stale nascono da complessevicende socio-economiche.«Nel Mezzogiorno», ha ricor-dato lo studioso, «si è consu-mato nel Novecento un esododi massa dalla dorsale appen-ninica». In altre parole, pe-sano l’abbandono dei piccolicomuni delle aree interne e iltramonto dell’economia ba-

sata appunto su boschi e pa-scoli. Così le grandi popolazioni difaggi e querce vivono unanuova stagione di espan-sione, una sorta di rivincitasull’uomo, ma è una rivincitache avviene in un vuoto, oquasi, di gestione e di cura delterritorio. La discussione è corsa alleorigini del dibattito meridio-nalista, che è sempre stato,storicamente, dibattito sullamontagna. Lo «sfasciumependulo» di Giustino Fortu-nato o anche l’ «osso» di Man-lio Rossi-Doria, opposto alla«polpa» fertile delle piane co-stiere, sono immagini chehanno avuto ampia fortuna eche puntano lo sguardo pro-prio sull’ambiente boschivo,visto come risorsa ma anchelimite allo sviluppo. La que-stione meridionale è semprestata “questione montana”,nonostante la facile iconogra-fia del Sud baciato dal sole edal mare. Questo, perlomeno,fino alla seconda guerra mon-diale. «La questione meridio-

nale, che per lunghi decenniha avuto tra le sue espres-sioni principali proprio il ma-lessere e l’arretratezza dellepopolazioni delle aree in-terne», scrive appunto DeNardo, «ha assunto da qual-che tempo un forte connotatodi “questione ambientale”, icui sintomi più appariscenti,nelle pianure urbanizzate enelle montagne isolate, sono ildisordine del territorio, l’acu-tezza del rischio idrogeolo-gico, l’incapacità di far frontealle emergenze ambientali». La “questione montana” di-venta quindi questione am-bientale: il focus non è solo sulsuperamento dell’arretra-tezza economica, ma sulla di-fesa degli ecosistemi. Comeha segnalato il colonnelloMarciano, il cambio di para-digma è ben segnalato dal-l’approvazione della leggeGalasso a metà anni Ottanta:un provvedimento che inseri-sce i boschi tra i beni ambien-tali sottoposti a protezionespeciale. Non più una risorsaeconomica, dunque: ai boschisi chiede, piuttosto, in tempipiù recenti, di fornire serviziecosistemici, dal freno al dis-sesto idrogeologico al bilan-ciamento delle emissioni dianidride carbonica. «La cosiddetta economia fore-stale oggi non è esiste più», ha

riconosciuto De Nardo. «Ap-purato questo, qual è oggi ilnostro rapporto con quel 30percento di territorio cam-pano occupato oggi dai bo-schi?». Una domanda in gran parteancora aperta. A Sorvino ètoccato il compito di passarein rassegna gli interventi le-gislativi che hanno affrontatoil tema, a partire addiritturadal periodo murattiano finoad arrivare agli sviluppi piùrecenti, maturati in un qua-dro istituzionale decisamentemutato, con un assetto mar-catamente regionalista. Unregionalismo che rischia di re-legare la questione meridio-nale in un «cono d’ombra», perusare le parole del commissa-rio dell’Arpa Campania.Senza una visione meridiona-lista è difficile però affrontareil tema delle risorse forestali.Alle regioni, del resto, sono af-fidati compiti importanti inmateria di politiche forestali:ma qual è la politica comples-siva dell’Italia in materia diboschi? Tra le pieghe di que-sto interrogativo si insidia unparadosso: il mondo dei bo-schi rappresenta un terzo delterritorio italiano, ma oggipiù che mai appare lontano,periferico nella vita delle per-sone e nell’agenda della poli-tica.

Il ritorno dei boschi in un Paese distrattoLa superficie forestale si espande al Sud, ma manca una regia. Dibattito sul recente volume di De Nardo

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Anna Gaudioso

L’Earth Day (Giornata della Terra) èla più grande manifestazione ambien-tale del pianeta, l’unico momento incui tutti i cittadini del mondo si uni-scono per celebrare la Terra e sentirsiparte del tutto. È un giorno speciale,un po’ come festeggiare il compleanno,dove tutti cercano di pensare e ripen-sare a cosa è stato fatto e cosa si puòancora fare per il nostro “amato” pia-neta. Una ricorrenza per riflettere sutemi importanti come la protezione ela salvaguardia di ogni forma di vita edi risorse naturali. Da quasi cinquanta anni, in tutto ilmondo, il 22 aprile si celebra la Gior-nata della Terra, che quest’anno ècoincisa con il lunedì di Pasqua. È ungiorno che solitamente si passa all’ariaaperta, dunque quale momento mi-gliore per guardarsi intorno e pensaredi fare qualcosa per il pianeta in cuiviviamo? Un suggerimento ci viene da BarbaraMolinario, presidente di Road to green2020, associazione per la promozionedella sostenibilità. «Visto che è scor-tese presentarsi ai compleanni a manivuote – ha detto l’attivista – ecco, po-

tremmo fare un bel regalo alla Terra,quello di adottare, almeno per questogiorno, una serie di comportamenticorretti, e magari mantenerli anchenei giorni a venire». Sarebbe proprio un bel regalo, soprat-tutto per noi abitanti della Terra. In-fatti, si potrebbe pensare all’acquacome un bene prezioso per la soprav-vivenza di tutte le forme di vita, cer-cando di non sprecarla, magari standoattenti a chiudere sempre il rubinettomentre ci laviamo i denti o mentre ciinsaponiamo i capelli sotto la doccia,insomma cercare di non lasciare maiscorrere l’acqua se non la stiamo uti-lizzando. Perché - diciamo la verità -erroneamente abbiamo sempre pen-sato che l’acqua fosse una risorsa ine-sauribile, ma non è così. Altroesempio: stare attenti a non consu-mare energia elettrica inutilmente,spegnere sempre le luci nelle stanzeche non frequentiamo: in questo modofacciamo un regalo anche a noi stessipagando meno in bolletta. Ancora: unnetto “no” alla plastica, evitare quindiil più possibile piatti e bicchieri dicarta. È vero, sono pratici ma hannoun enorme impatto ambientale. Me-glio le stoviglie ottenute da scarti ali-mentari. Del resto le scampagnatesono belle, ma bisogna avere cura e at-tenzione a non lasciare residui di spaz-zatura in giro. Altro punto dolentedella contemporaneità è lo spreco ali-mentare. Bisogna avere maggiore at-tenzione, su internet è possibiletrovare moltissime ricette per utiliz-zare gli avanzi. Un appello importantepuò essere: riduciamo al minimo laproduzione dei i rifiuti. Per dare il pro-

prio contributo, basterebbe fermarsi apensare se ciò che stiamo per gettarevia può essere riutilizzato almenoun’altra volta in qualche modo. Unpiccolo gesto che potrebbe dare grandirisultati. La Giornata della Terra è divenuta unavvenimento educativo e informativo.Questa giornata viene utilizzata daigruppi ecologisti per valutare le pro-blematiche del pianeta: l'inquina-mento di aria, acqua e suolo, ladistruzione degli ecosistemi, le mi-gliaia di piante e specie animali chescompaiono, e l'esaurimento delle ri-sorse non rinnovabili. Il tentativo è diorientare le popolazioni verso scelteche permettano di eliminare gli effettinegativi delle attività dell'uomo; que-

ste soluzioni includono il riciclo deimateriali, la conservazione delle ri-sorse naturali come il petrolio e i gasfossili, il divieto di utilizzare prodottichimici dannosi, la cessazione della di-struzione di habitat fondamentalicome i boschi umidi, e la protezionedelle specie minacciate. La celebra-zione di questa giornata nasce il 22aprile 1970, per dare voce alla neces-sità della conservazione delle risorsenaturali della Terra. È un grido universale per dire: “solisiamo niente, insieme una forza”. Aquesto bisogna aggiungere una consi-derazione: il giorno della Terra do-vrebbe essere in realtà celebrato tuttii giorni. Dunque, impegniamoci tutti,sempre.

Earth Day, il compleanno del nostro pianeta

Arpa CAMPANIA AMBIENTE del 30 aprile 2019 - Anno XV, N.8Edizione chiusa dalla redazione il 30 aprile 2019

DIRETTORE EDITORIALELLuigi Stefano SorvinoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. De Capua, G. De Crescenzo,A. Esposito, R. Funaro, B. Giordano, G. Lof-fredo, R. Maisto, A. Palumbo, A. Paparo, T.PolliceSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

Lo scorso 22 aprile si è celebrata la 49esima Giornata mondiale della Terra

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Gennaro Loffredo

Siamo a Maggio, ultimo mesedella stagione primaverile esecondo del semestre caldo.Le temperature tendono gra-dualmente a salire su valorisempre più estivi. Nelle gior-nate più calde si raggiungonogià i trenta gradi, specienell’ultima decade del mese.Ci si spoglia e si pensa già aiprossimi mesi estivi. La pioggia cade in manierairregolare e le precipitazionitendono ad assumere carat-tere di rovescio o temporale,specie nelle ore più caldedella giornata. Sono i classicitemporali pomeridiani che di-ventano sempre più frequenticon l’avanzare della stagione.Ma cosa sono i temporali dicalore? Sono fenomeni atmo-sferici che si formano nellatroposfera (zona bassa del-l’atmosfera dove avvengonogli eventi meteorologici) e sioriginano da una termica,ossia pacchetti di aria caldache si sollevano dal terrenotrasformandosi in nube. Questi trovano condizioniideali per svilupparsi quandola pressione al suolo diventalivellata, ad esempio nel mo-mento in cui un anticiclone siindebolisce. L’atmosfera deve essere, dun-que, instabile e l’aria suffi-cientemente umida.L’attività temporalesca ri-sulta particolarmente elevatanel pomeriggio e soprattuttosulle zone montuose, apicedel riscaldamento diurno nei

bassi strati dell’atmosfera. Iltemporale di calore dura inmedia dai 30 ai 60 minuti enon determina cambiamentisu vasta scala della situa-zione meteorologica. La nubetende a dissolversi nel corsodella tarda serata e la tempe-ratura subisce un calo solonelle zone interessate dalleprecipitazioni. Maggiore di-vario termico lungo la co-lonna d’aria, corrispondespesso ad una maggiore in-tensità del fenomeno. Capitafrequentemente, quando le

correnti in quota sono abba-stanza incisive, che i tempo-rali possono raggiungereanche le relative zone co-stiere, recando un tempora-neo refrigerio ma anche unaumento dell’umidità rela-tiva. L’attività temporalesca po-meridiana è presente da finemarzo a metà settembre ed èmolto intensa tra giugno e lu-glio; scarsa o assente nel se-mestre freddo. Come mai icumuli e i temporali preferi-scono le zone montuose piut-

tosto che le zone di mare?Laddove si verifica il maggiorassorbimento della radia-zione solare, ad esempio susuoli brulli, sassosi, terrenirocciosi e senza vegetazione,grandi centri urbani, distesedi terra arida, l’aria si ri-scalda maggiormente rispettoalle zone circostanti. Zone con folta vegetazione,specchi di acqua e superficiemarina hanno una capacitàdi assorbimento molto ridottae lenta, e il calore accumulatoè minore rispetto all’am-

biente circostante. Questo processo inibisce laformazione di nubi convet-tive, e così mentre a pochichilometri di distanza si sca-tena il putiferio, in riva almare i bagnanti godono tran-quillamente della giornatasoleggiata ma con il tempo-rale dietro l’angolo. La na-tura è imprevedibile, cisorprende sempre, ci emo-ziona con le sue innumerevolimanifestazioni tutto l’annoma anche nel corso della gior-nata stessa.

I temporali pomeridiani nella stagione caldaLa nube tende a dissolversi in serata e la temperatura subisce un calo solo nelle zone interessate dalle precipitazioni

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Rosa Funaro

“Sve(g)liamo la Dormiente”,questo il nome del nuovo pro-getto presentato lo scorso 18aprile che interesserà l’areadel massiccio del Taburno-Camposauro e coinvolgerà 15amministrazioni locali: Bene-vento, città capoluogo più i 14comuni in cui si estende ilParco regionale (Bonea, Buc-ciano, Cautano, Foglianise,Frasso Telesino, Melizzano,Moiano, Montesarchio, Pau-pisi, Sant’Agata de’ Goti, Solo-paca, Tocco Caudio, Torrecusoe Vitulano). L’obiettivo princi-pale è far conoscere il valoredel capitale naturale del Parcoe stimolare una presa di co-scienza generale al fine di fa-vorire comportamenti virtuosi,da parte di cittadini ed istitu-zioni, e la partecipazione dellacomunità ai processi di tutela

della biodiversità e per una ge-stione eco-compatibile delle ri-sorse naturali. Il progetto èsostenuto da Fondazione con ilSud e promosso dall’Associa-zione WWF Sannio (soggettoresponsabile) in partenariatocon Ente Parco Regionale delTaburno – Camposauro (orga-nismo di gestione dell’area pro-tetta in cui si svolgerà ilprogetto, come richiesto dal

bando), Regione Campania -Direzione Generale per le Po-litiche Agricole, Alimentari eForestali e Universita� degliStudi di Napoli Federico II -Dipartimento di Agraria;Achab Med Srl, ASOIM onluse altre associazioni: “Terra eRadici”, “Giardino OltremodoBotanico onlus”, “Gramignaorganizzazione di volontariato”e “Lutria snc Wildlife Research

and Consulting”. "Si tratta diun piano sicuramente ambi-zioso ma fattivo. Le iniziativeche verranno messe in camposono volte proprio a far sì chenon solo le scolaresche matutti i fruitori della nostra areaprotetta si rendano conto chec'è di bisogno di tutela, di valo-rizzazione e di mettere in capouna serie di buone prassi af-finché questo territorio nonvenga considerato solo comeun luogo a sé stante ma bensìcome qualcosa da vivere" hacommentato il presidente del-l'Ente Parco Costantino Catu-rano. Ed è in questa direzioneche si muovono online il sitoweb (www.svegliamolador-miente.net), la pagina Face-book e l'account Instagram delprogetto insieme al form "con-tribuisci con un'idea", ideatoproprio per ascoltare e racco-gliere suggerimenti da chiun-

que voglia contribuire alla ri-nascita del Taburno Campo-sauro.Tra le attività già in pro-gramma la creazione di seiaiuole didattiche con essenzeautoctone; la realizzazione diun “Atlante della flora e dellafauna del Parco”; il posiziona-mento di bat-box e cassette-nido per i chirotteri e gli uccellidel parco; interventi per il mi-glioramento degli habitat na-turali (ad esempio la Faggetaappenninica con Taxus e Ilex);il monitoraggio di mammiferied uccelli; la mappatura ed ilrecupero dei sentieri con l’or-ganizzazione di eventi per sve-lare aspetti ambientali, storicie del gusto; la realizzazione distagni per anfibi e rettili; lapromozione di un Contratto difalda per la tutela e la regola-mentazione dello sfruttamentodel bacino idrico del massiccio.

Viaggi in camper? Le mete per la primavera

Alessia Esposito

Il Touring Club Italia, che da sempreaffianca chi vuol viaggiare bene, hastilato una top ten delle mete per chiama muoversi in camper, scegliendoletra quelle contrassegnate da Bandierearancioni. La prima è Cherasco, in provincia diCuneo, che offre paesaggi (collinepiene di vigneti), monumenti (il ca-stello Visconteo) e gastronomia (i Bacidi Cherasco e i mille modi di man-giare le lumache); da aprile a dicembresono organizzati inoltre i Grandi mer-cati. Per i camper c’è un’area di sostaattrezzata gratuita con acqua, scarico,illuminazione e corrente elettrica. Seconda meta Castelnuovo Magra, inLiguria, che dà la possibilità ai suoiospiti di fare passeggiate in mountainbike tra vigneti e uliveti, fermarsi perle degustazioni del vino Vermentino edella "Prosciutta castelnovese". In me-rito alle visite per monumenti, il Tou-ring consiglia il castello dei VescoviConti di Luni e l’Enoteca pubblicadella Liguria e della Lunigiana. Lasosta per i camper è gratuita nel par-cheggio comunale o nell’agriturismoCascina dei Peri, nel verde.Terzo luogo sul podio è Pizzighettone,in provincia di Cremona, attraversatadall'Adda, fiume che fa parte di unparco regionale e visitabile in crociera.Anche qui la gastronomia offre la spe-

cialità del luogo: i cosiddetti fagioli del-l’occhio. Da vedere la cinta muraria ela cerchia di Casematte. Per i campe-risti piazzole libere e attrezzate sialungo le mura che lungo il fiume.Occupa il quarto posto Ala, in provin-cia di Trento, famosa per la tessituradei velluti di seta. Il centro, tutto dapasseggiare, è barocco e ospita ancheun Museo del pianoforte. E per l’eno-gastronomia non può mancare una de-gustazione del vino Marzemino. Area

di sosta per i camper in via dello Sta-tuto. Fontanellato, tra Parma e Pia-cenza, è il quinto comune consigliatodal Touring Club Italia. Da vedere laRocca Sanvitale, con una sezione af-frescata dal Parmigianino, da speri-mentare invece è il più grandelabirinto esistente in Italia, il Labi-rinto della Masone. Parmigiano Reg-giano, torta fritta, culatello eLambrusco consigliati per l’enogastro-nomia. E area attrezzata per i camper

in via Polizzi/via XXIV Maggio aperta24 ore su 24, dotata di scarico cassettaWC, pozzetto, presa energia elettrica,servizi igienici, illuminazione, pista ci-clabile.A chiudere la top ten: Piti-gliano (Grosseto), Serra san Quirico(Ancona), San Donato Val Di Comino(Frosinone), la campana Sant'AgataDe' Goti (Benevento) e Cisternino(Brindisi). Per maggiori dettagli con-sultare il sito web https://www.tourin-gclub.it. E poi… non resta che partire.

Al via il progetto “Sve(g)liamo la Dormiente”Per la conservazione delle biodiversità del massiccio del Taburno-Camposauro

Dal Touring Club Italia la selezione delle migliori aree attrezzate per i camperisti

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È l’allarme lanciato dall’Anbi,associazione delle bonifiche edei bacini irrigui, e da Legam-biente. Con il cambiamentodel clima bisogna riprogettarel’Italia e determinare al piùpresto nuovi standard di ge-stione del territorio: nuovi cri-teri di progettazione, unnuovo modo di concepire leopere e di costruire case. Lariprogettazione dovrà riguar-dare gli edifici futuri poichéun adeguamento di quelli giàesistenti richiederebbe costidifficili da sostenere. Occor-rono, per tutti i nuovi edificied opere, innovativi standardcostruttivi e di progettazioneadeguati al clima cambiato.Gli standard devono ade-guarsi a resistere a venti piùimpetuosi del solito e a libe-rare velocemente quantità no-tevoli di acqua. Il sistema digestione del deflusso delleacque è tarato sulle stagioni diuna volta, che, oggi, non è piùcosì. Bisogna dare diversi cri-teri progettuali a scantinati,gallerie, tunnel. Vanno di-mensionati in modo differentei nuovi sottopassi, nei qualiogni anno accade che si alla-ghino e qualcuno anneghidentro l’automobile. Con lebombe d’acqua accade che lestrade si trasformano in tor-renti furiosi ed i ponti sonoscavalcati dalle piene arrab-

biate, da qui l’esigenza dinuovi criteri per le canalettedi scolo oltre il ciglio dellastrada, per i deflussi delleacque bianche per le rogge dibonifica agraria. Le pile deiponti posate sul greto deifiumi e dei torrenti devonoreggere piene furiose, alberitrascinati con violenza, ero-sioni divoratrici. Vanno impo-state dimensioni più grandiper le idrovore di bonifica e icanali scolmatori, i derivatori,le briglie lungo i fiumi. Vannoconcepiti in modo differente itombini sui bordi delle stradee le spallette degli argini deicorsi d’acqua. Negli edifici bi-sogna ridisegnare gli stan-dard di inclinazione dei tetti,le gronde, i pluviali, le cadi-toie. I tetti piani dell’Italia

centrale e del Sud devonoavere deflussi adeguati per lapioggia, se in due ore una ter-razza si trasforma in una pi-scina di acqua piovana alta unmetro, sulla statica dell’edifi-cio di colpo pesano decine otonnellate di peso in più. Letegole dei tetti dovranno tro-vare sistemi di aggancio o diavvitatura, e i sostegni di pon-teggi, le tettoie e i tabellonipubblicitari dovranno esserepensati sui regimi di vento piùimpetuosi. Questi, alcuni deipunti cui metter mano infretta e da subito, altrimenti,ogni primavera ed autunnocontinueremo a leggere noti-zie orrende di famiglie trasci-nate ed uccise dall’acqua o dipassanti uccisi da tettoie di-velte dal vento. B.G.

Col clima che cambia occorre riprogettare edifici e infrastrutture

È stato inventato un "supermodificante algrafene" che aumenta la resistenza dellestrade al passaggio delle auto, una tecno-logia tutta italiana che per la prima voltaè stata testata su strada. Questo ingre-diente permette di migliorare le presta-zioni dell’asfalto, rendendolo piùresistente, antismog, antighiaccio e so-prattutto molto ecologico, ad impatto zeroper l'ambiente. La sperimentazione ha ri-guardato il rifacimento dei due strati piùsuperficiali di una sezione lunga un chilo-metro della strada Provinciale Ardeatinaa Roma con un brevetto tutto italiano de-positato e che fa parte del Progetto Eco-pave, un nuovo programma di ricerca. Asperimentare il supermodificante è stataIterchimica, che si occupa proprio di tec-nologie per migliorare le prestazioni del-l'asfalto. I tecnici hanno verificato comealla prova dei fatti, i miglioramenti si sonoavuti su tutti i punti divista, dalla resi-stenza alla fatica, alla resistenza e alla de-formazione. A seguito del successo dellaprova effettuata, i tecnici, stanno valu-tando eventualmente di replicare l'esperi-mento in altre zone d'Italia e all'estero. I risultati del confronto tra Gipave e unasfalto tradizionale sono: durata (il miglio-ramento di resistenza alla fatica è risul-tato superiore al 250%), resistenza alpassaggio di veicoli (i test meccanicihanno dimostrato un aumento della forzadi resistenza al passaggio dei veicoli del35%), resistenza alla deformazione a pa-rità di sforzo (il modulo di rigidezza è statomisurato a diverse temperature mo-strando un miglioramento del 46% a40°C), deformazione plastica permanente(i valori di “ormaiamento” ovvero, “traccialasciata da pneumatici e eventuali defor-mazioni nell’asfalto”, sono risultati infe-riori del 35% a 60°C). Nel prodotto italianoc'è anche una ricaduta importante dalpunto di vista ambientale, infatti, la com-binazione di nuove tecnologie e la rigene-razione delle vecchie pavimentazionistradali, permettono il riuso dei materialigià presenti sulla strada, l'aumento delladurata delle stesse e la conseguente dimi-nuzione della manutenzione. Si stima chele strade realizzate con questa tecnologiapotranno essere riciclate al 100%, ridu-cendo così l'estrazione di nuovi materialie l'impiego di bitume e catrame di primoutilizzo, facendo risparmiare soldi e aiu-tando l’ambiente. R.M.

Prima strada al grafene riciclabile

Un adeguamento di quelli esistenti richiederebbe costi difficili da sostenere

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Bruno Giordano

Sappiamo che le microplasti-che sono dei minuscoli pezzi dimateriale plastico, solita-mente inferiori ai 5 millime-tri. In base alla loro origine,esse possono essere suddivisein due categorie principali.Microplastiche primarie rila-sciate direttamente nell’am-biente sotto forma di piccoleparticelle, e, si stima che que-sta categoria rappresenti il15-31% delle microplastichepresenti nell’oceano e neimari, prodotte dal lavaggio dicapi sintetici (35% delle mi-croplastiche primarie), dal-l’abrasione degli pneumaticidurante la guida (28%), da mi-croplastiche aggiunte inten-zionalmente nei prodotti perla cura del corpo (per esempio,le micro-particelle dello scrubfacciale) 2%. Le Microplastiche secondariesono prodotte dalla degrada-zione degli oggetti di plasticapiù grandi, come buste, botti-glie o reti da pesca che rappre-sentano circa il 68-81% dellemicroplastiche presenti nel-l’oceano e nei mari. Ha dell’incredibile, ma, pur-troppo veritiera, la scopertache, a causa delle micro pla-stiche presenti nei mari, inmolti esemplari di pesci si stamanifestando il fenomenodella 'pseudo sazietà'. Il pesceha lo stomaco pieno di microplastiche, non riesce ad espel-lerle e si sente sazio, così non

mangia e non cresce. Lo ha ri-velato la biologa marina Mar-tina Capriotti durante latavola rotonda 'Le frontieredelle sostenibilità', organiz-zata a Genova in occasionedell'assemblea dell'Associa-zione nazionale cooperativedi consumatori - Coop., illu-strando i risultati ottenutidagli studi di laboratorio. Le ricerche documentanocome, ed anche, il MareAdriatico sia sicuramentemolto vulnerabile ed attacca-bile dalle micro plastiche, perla sua conformazione semichiusa, la bassa profonditànella parte settentrionale,l'alta antropizzazione dellecoste e dei fiumi e il ridotto ri-circolo dell'acqua. Nono-stante vi siano due correnti

costiere, una verso Nord euna verso Sud, fuori da que-ste, il materiale plasticotende ad accumularsi congravi danni sui pesci. Lemicro plastiche tendono a es-sere ingerite perché scam-biate per plancton e perchésulla superficie hanno aderitobatteri e micro alghe che lerendono appetibili al pesce. Atutto ciò si aggiunga il monitodella biologa e l’allarme che,anche nell'Adriatico si stannoformando aree stagnantidove le micro plastiche si ac-cumulano come nelle “isole diplastica” formatesi nel Paci-fico. Urge arginare la prolife-razione di queste problema-tiche e proteggere l’Adriaticoprima che sia tutto irrepara-bile.

Sazi di microplastiche, digiuni in mare, i pesci non crescono più

La fauna marina si nutre di questi minuscoli residui scambiati per plancton

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Antonio Palumbo

L’architettura tradizionale-mente intesa è rappresentata,per lo più, dalla dimensionedell’erigere, dell’innalzare edell’aggiungere un nuovo ele-mento ad un contesto preesi-stente. L’architettura ipogea,al contrario, fa maggiormenteriferimento alle azioni delloscavare, del sottrarre e dellosvelare ciò che è nascosto: inbuona sostanza, si tratta di unnuovo spazio architettonico,capace di conseguire - in molticasi meglio di altri - la corri-spondenza fra forma e archi-tettura. David Bennet, conriferimento alla propria espe-rienza presso la MinnesotaUniversity, parla esplicita-mente del tentativo di «scar-dinare la tradizionale associa-zione tra specifiche attività edeterminate forme architetto-niche».L’attuale progetto ipo-geo, in tal senso, può offrirenuove opportunità alle capa-cità creative degli architettimoderni e la sua dimensionenon va intesa come un ripiega-mento evasivo generato daquella componente nostalgico-simbolica che ha attraversatola storia della civiltà e dellacultura (né come utopisticotentativo di privare l’architet-tura stessa del suo ruolo di“presenza differente” rispettoall’ambiente naturale in cuiessa si inserisce), ma va, alcontrario, considerato come te-stimonianza della ricerca inatto di una via alternativa, re-almente praticabile nella tra-sformazione del nostro habitatpresente e futuro, ricca di

spunti di riflessione e di inte-ressanti soluzioni che, nell’ot-tica di un mutuo e costantetentativo di integrazione traarchitettura e natura, trasuolo e sottosuolo, investe tuttii tipi di costruzioni, dalle in-frastrutture urbane agli spazipubblici per la cultura e iltempo libero, dai luoghi sacrialle abitazioni. L’architetturaipogea introduce, da questopunto di vista, una modalità ditrasformazione dell’ambienteche non vede più il prodotto diun progetto come una cosa asé stante, ma lavora bensì sulcomplesso degli elementi edelle relazioni che lo circon-dano. Ecco, allora, che il lavorosullo spazio ipogeo diviene laconseguenza di un’architet-

tura che simula la morfoge-nesi del territorio “adat- tan-dovisi”, per ricreare unaccordo primordiale con leforze della natura e rispon-dere, in uno, al mutato atteg-giamento dell’uomo contempo-raneo, sensibilizzato di fronteal rischio dell’inquinamentoambientale e alla riduzionedelle energie disponibili: farscomparire (o quasi) l’architet-tura sottoterra permette di re-cuperare suolo per usi diversi.D’altra parte, il discorso ri-chiama numerose suggestionidi figure retoriche (le cata-combe, l’alveare, il suk, ecc.),sottolineando l’idea di unacittà composta di più strati,tutti potenzialmente vitali,come ipotizza anche Rem Ko-

olhaas in alcuni suoi impor-tanti lavori teorico-proget-tuali: il tema dell’architetturaipogea non riguarda più lasola spazialità eccezionale deiluoghi collettivi e della resi-denza privata ma investetutta l’estetica dell’under-ground metropolitano (sotto-passi, stazioni della metro,centri commerciali, tunnelcarrabili, ecc.). Tra i più importanti progettiipogei degli ultimi anni pos-siamo ricordare: la ConcertHall di Blaibach (Germania),progettata dallo Studio PeterHaimerl Architektur di Mo-naco; il Danish National Mari-time Museum di Helsingor(Danimarca), firmato BIG -Bjarke Ingels Group; l’Opificio

per la trasformazione dei sa-lumi Salpi di Preci (Perugia),ideato da Nothing Studio, perla cui realizzazione sono statiadottati gli standard costrut-tivi LEED per la sostenibilitàambientale; la Cantina Anti-nori di Bargino (Firenze), pro-gettata da Archea Associatinel pieno del contesto vinicolo-collinare del Chianti; la Villasoprannominata The Hole (ilbuco), creata dallo Studio Se-Arch a Vals, in Svizzera, vicinoalle famose terme progettateda Peter Zumthor, la cui fac-ciata appare completamentenascosta nel pendio alpino pursfruttando la meravigliosavista sul paesaggio circostantee permettendo alla luce di pe-netrare nell’edificio.

Progetti ipogei: opportunità per l’architettura del paesaggio

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MICROBIOMA E CANCRO AL COLONRosario Maisto

I ricercatori hanno approfondito il col-legamento tra la composizione dellapopolazione batterica intestinale e ilcancro al colon. I risultati dello studiosono sorprendenti, di fatto, il carci-noma al colon retto è una delle più co-muni neoplasie di natura maligna e sisviluppa a partire da "cellule impaz-zite", localizzate nella parete internadella parte finale dell’apparato dige-rente e nelle forme non ereditarie, lacomponente genetica può spiegaresolo in piccola parte l’incidenza dellamalattia, altri fattori anch’esso impor-tanti che hanno un ruolo crucialenello sviluppo della malattia sono leabitudini alimentari e lo stile di vitainfatti, questo studio suggerisce che

anche il microbioma intestinale deveessere preso in considerazione, vistala marcata correlazione tra la compo-sizione del microbioma e presenza dicarcinomi. Nei campioni fecali di per-sone affette da cancro al colon si è os-servato la presenza di un insieme dibatteri “marcatori” del carcinoma, ilFusobacterium nucleatum che era giàstato associato alla malattia, maanche altri batteri che rafforzano talesituazione. L’inserimento nell’analisi di campioniraccolti in studi passati ha ulterior-mente rafforzato e validato tali risul-tati, il metodo di ricerca è consistitonell’analizzare un migliaio di cam-pioni fecali con l’approccio della meta-genomica computazionale, ovvero, sitratta del sequenziamento massivo eparallelo del materiale genetico pre-sente in tali campioni che, tramiteavanzati metodi bioinformatici, per-mette di identificare organismi e genimicrobici presenti nel microbioma in-testinale. Questa analisi metagenomica che ge-nera una gran mole di dati è infattiseguita da analisi statistiche e di ap-prendimento automatico che hannoconsiderato campioni provenienti daun totale di nove diverse popolazionimondiali. Si è osservato poi che neisoggetti affetti da carcinoma, il micro-bioma possiede un numero più elevatodi copie di un gene che codifica per unenzima chiamato cutC, questo enzima

è coinvolto nel metabolismo della co-lina, un composto organico prove-niente dalla dieta e nella conseguenteproduzione di una molecola la “trime-tilammina” che è stata associata a unrischio più elevato di contrarre il can-cro al colon retto. Insomma, è vero cheil microbioma rilevato nelle feci è al-tamente predittivo per la presenzadella malattia ed è importante perché,combinato con altri test disponibili

come quello del sangue occulto nellefeci, potrebbe aumentare l’accura-tezza di test non invasivi. Sul piano terapeutico, invece, anchese la composizione del microbioma ècollegata con l’efficacia dei nuovi ap-procci immunoterapici, è ancoratroppo presto per pensare di agire di-rettamente sul microbioma e staccarel’immunoterapia per migliorare le te-rapie esistenti.

PUÒ UN’APP SOSTITUIRE UN CONSULTO MEDICO?

Giulia Martelli

Quella riguardante la salute èuna delle categorie di applica-zioni più gettonate, che offronomigliaia di diverse opzioni pertenere sotto controllo ogni pos-sibile aspetto del benessere diun utente. Tra queste, tre sot-tocategorie di app sono le piùdiffuse tra i consumatori, al-meno maggiorenni, italianinell’ultimo anno: “Salute&Medicina”, “Fitness” e “Be-nessere”. Le app “Salute&Medicina” sono quelle dedi-cate alla gestione di situazionimediche, al controllo delle abi-tudini e stili di vita, al monito-raggio dei farmaci e delleterapie e alla prenotazione divisite ed esami. Le app “Fit-ness” sono destinate a monito-rare l’esercizio fisico, come

contapassi o tracking percorso,a consigliare lo svolgimento dideterminati esercizi mirati alconseguimento della forma fi-sica e a gestire e controllare losforzo. Le app “Benessere”, in-fine, sono finalizzate a miglio-rare e monitorare lo stato dibenessere generale, a gestire ilsonno e ad aumentare concen-trazione e serenità. Ma quantosono affidabili queste applica-zioni? Da uno studio sulla sa-lute digitale deriva chel’Organizzazione Mondialedella Sanità ne riconosce le po-tenzialità ma sottolinea l’im-portanza di prove di efficacia estudi sottesi; in poche parole,chi la produce deve assumersil’impegno di dimostrare chesia efficace e sicura. Per que-sto, l’ OMS ha annunciatol’istituzione del Departement

of Digital Health per la valuta-zione di queste ultime e per fa-vorirne la regolamentazione el’integrazione nei sistemi sani-tari. Da Oltreoceano sono arri-vate già le prime conferme:l’Apple Watch, ad esempio, haintrodotto due nuove funzionidi elettrocardiogramma (Ecg) enotifica di ritmi cardiaci irre-golari autorizzate dalla Foodand Drug Administration(l’autorità sanitaria statuni-tense) a seguito di sperimenta-zioni cliniche condotte incollaborazione con la StanfordMedicine su un campionemolto numeroso di persone. Latecnologia, però, non può e nondeve sostituire la relazionemedico-paziente, può, invece,supportare l’iter terapeuticoche in futuro potrà avvalersianche di terapie digitali.

Oltre alla componente genetica, possono incidere sulla malattia anche le abitudini alimentari

Salute digitale

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

La nostra terra è stata se-gnata, da circa tremila anni,da uomini e donne che l’-hanno resa grande. Storia,teatro, pittura, scultura, mu-sica, architettura, lettera-tura… I settori nei qualiNapoletani e Campani sonodiventati famosi e hanno resefamose Napoli e la Campaniasono numerosissimi. Conti-nuiamo il nostro piccolo viag-gio tra Napoletani e Campanifamosi.

Nicola Antonio Stigliola dettoanche Colantonio Stelliola(1546, Nola – 1623, Napoli) fufilosofo, un moderno editore-stampatore, architetto e me-dico. Era legato da una profonda eproficua amicizia con Tom-maso Campanella e GiordanoBruno, fu anche membro del-l'Accademia dei Lincei. Seguiva le idee copernicanesull'eliocentrismo e quelle diBruno sull'esoterismo e sullamagia. Credeva nelle complesse co-smologie pitagoriche, com-presa la tesi secondo la qualei pianeti e le stelle eranocome la terra, coperti dipiante e animali: "Stigliolami disse ... che gli sembravairrazionale che corpi tantopiù grandi del la terra e lospazio tra il centro della terrae la luna dovrebbero esserecomposti semplicemente da

fuoco ozioso, e non invece diogni sorta di elementi epiante, animali e uomini, pro-prio come sosteneva il nostroconnazionale Filolao" (la te-stimonianza è di TommasoCampanella, “Il libro e ilcorpo della natura”). Stigliolae Bruno, del resto, erano natia soli due anni di distanzanella stessa regione e nellastessa zona dell'Italia meri-dionale (Nola ed in partico-

lare il Monte Cicala). I primianni di vita e di studio li tra-scorse a Napoli, studiò poimedicina all’antica presti-giosa Università di Salerno,(si laureò nel 1571). A Napolipubblicò "Theriace et Mithri-datia Libellus" (1577): al cen-tro una polemica in difesa delsuo insegnante sull'uso di“theria” (una sottoclasse dimammiferi), contro la scuolamedica di Padova.

A queste polemiche se ne legaun’altra riferibile a FerranteImperato, un altro grandescienziato del tempo: “Sap-piamo con certezza che egli fuassai legato a quel ColantonioStigliola (o Stelliola) da Nola,cui si diceva si dovesse, tout-court, la stesura dell’Historia,che egli avrebbe ceduto al-l’Imperato per un compensodi cento scudi. Lo Stigliola, come già il suo

maestro, anch’egli amicodell’Imperato, BartolomeoMaranta (circa 1500-1571), fuoggetto delle persecuzionipretestuose e violente dell’In-quisizione, fu tra i lincei na-poletani, amico del DellaPorta e del Campanella, con-vinto seguace del conterraneoBruno, fu inoltre stampatore,spagirista, filosofo ed inge-gnere insigne”.

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Nicola Antonio Stigliola, filosofo e architetto

Grandi Napoletani, grandi Campani

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Stigliola, in seguito, appro-fondì l’architettura e l’inse-gnamento e nel 1580 diventòtopografo per la città di Napolisviluppando nuovi progettiper il porto e la cinta murariadella città. Avviò una impor-tante e moderna attività dieditore nel centro di Napoli,dal 1593 al 1606. Oggi sono co-nosciute 82 di queste operestampate e la stampa fu stata"una delle più grandiose” dellesue iniziative. Fu processatoanche per eresia, sempre aNapoli, nel 1595. Sul suo epi-taffio si legge: “Al membro del-l'Accademia dei Lincei, NicolaAntonio Stigliola, non solo unfilosofo, ma che si distingue intutte le arti liberali in ag-giunta alle scienze fisiche, po-litica, etica, architettura, artimilitari, seguace delle scienzedel Pitagora fino alla sua car-riera il matematico supremodella città di Partenope, fi-nendo i suoi giorni l'11 aprile1623”. Queste alcune delleopere di Nicola Stigliola: The-riace et Mithridatia Libellus(1577) De gli elementi mecca-nici (1597) Telescopio, sopraispecillo celeste (1627 posth.)Enciclopedia pitagora (1616).Un Giancola Sitillo (ana-gramma di Nicola Stigliola),un gesuita, avrebbe scritto inseguito una puntuale e poeticatraduzione in lingua napole-tana dell’Eneide: ci piace pen-sare che possa essere inqualche modo legato alla fi-gura del geniale scienziato diNola e ci riserviamo di fare ul-teriori ricerche su due grandipersonaggi della nostra storiae della nostra cultura. In-

tanto, però, vi riportiamo unbrano significativo nel qualevengono affrontati i sempreeterni temi della vecchiaia edella giovinezza: “A no viec-chio. No viecchio sgangarato emiezo strutto / na petturavedea, fatt’a ciammiello, / dese stisso quann’era sbarva-tiello. / Quanto chella erabella, iss’era brutto! / Issotanno sparaie sto bello mutto:/ “Vecchiaia cana! Oh si davecchiariello / far io mo me po-tesse giovaniello, / com’eratanno, e me mutasse tutto!” /Ma zitto, Antuono mio, lassaste baie: / desederanno d’es-sere zembrillo, / haie già chelloche vuoie e non lo saie:/ già da viecchio si’ fatto figliu-lillo, / ca pe sta voglia che mo-strata n’aie, / si non si’ pazzo,si’ no peccerillo!”…

segue da pagina 14

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Il guardaroba italiano diventa ecofriendly:i tessuti e gli accessori only green

Anna Paparo

Si apre una nuova strada perla moda made in Italy, unastrada only green, attraversola quale si potranno colorare itessuti e gli accessori utiliz-zando tinte al cento per centonaturali realizzate con gliscarti agricoli, partendo dallefoglie del carciofo bianco arri-vando alle tuniche delle cipolleramate, alle scorze del melo-grano e ai ricci del castagno,passando per i residui di pota-tura del ciliegio e dell'ulivo.Così, protagonista indiscussodell'iniziativa di Donne inCampo Cia-Agricoltori Italianie Ispra è proprio questo nuovomodo di fare tendenza. Sitratta della moda che fa beneall'ambiente e di un compartogreen che fa l'occhiolino al-l'economia. Partendo dal pre-supposto che, secondo lestatistiche, la produzionemondiale di indumenti è desti-nato a crescere del ben ses-

santa tre per cento entro il2030, le potenzialità di una fi-liera del tessile totalmenteecologica sono inestimabilitanto da rappresentare il circaventi per cento del fatturatodel settore nel Made in Italy(oggi pari alla cifra di circacinque miliardi). Inoltre, biso-gna dire che oggi oltre il cin-quanta cinque per cento degliitaliani è disposto a pagare ad-dirittura il venticinque percento in più per rendere il pro-prio guardaroba ecofriendly.In linea con l'Agenda 2030 perlo Sviluppo Sostenibile, Donnein Campo di Cia e Isprahanno affermato che è neces-sario costruire nuovi sistemidi produzione a impatto zerosull'ambiente. Forse nessunolo sa, ma oggi per produrreuna semplice t-shirt servonoin media quasi tre mila litri diacqua, generando di conse-guenza elevate emissioni dianidride carbonica e utiliz-zando soprattutto fibre e colo-

ranti di sintesi. Per questo bi-sogna modificare il modo diprodurre, trovando un validoaiuto nelle tinture naturalicollegate all'uso di fibre vege-tali e animali, che vanno dallalana alla seta, toccando anchela canapa e il lino. Elementiche riducono ai minimi ter-mini i rischi di allergie e didermatiti da contatto dovutealle fibre e ai coloranti sinte-tici. Quindi, recuperandopiante e scarti di coltivazionea uso tintorio, si potranno ri-qualificare aree dismesse odegradate e, poi, a consolidareterritori tutelando allo stessotempo biodiversità e paesag-gio. Una vera e propria rivolu-zione ecofriendly che potràrendere il nostro armadiosempre più cool, ma soprat-tutto only green e amico del-l'ambiente, invertendo la rottadell'industria tessile verso lasalvaguardia della salute no-stra e della natura che ci cir-conda.

La cosmetica si veste anche lei diverde, cercando un metodo per impat-tare il meno possibile l'ambiente circo-stante. I nuovi trend total ecofriendlydei prodotti di bellezza e dei profumi,che soltanto in Italia copre un mercatoche si aggira oltre un miliardo di euro,si stanno riflettendo anche nel packa-ging, ovvero tutto ciò che riguardal'imballaggio. In merito a ciò è statochiesto ai consumatori quale, secondoloro, sia il miglior materiale da impie-gare per l'imballaggio dei prodotti dicosmesi. Così, il settantasette percento dei consumatori considera ilvetro il miglior contenitore per la co-smetica e i profumi. Le motivazionisono molteplici: il quarantasette percento lo sceglie per la sua sostenibi-lità, perché, essendo un materialeinerte; il quarantaquattro per centoafferma che non disperde sostanzechimiche; il quarantasei per cento losceglie, invece, perché può preservareal meglio la qualità e il profumo delcontenuto; e poi, il ventuno per centolo definisce un ottimo materiale da

imballaggio per il suo tocco raffinatoche riesce a dare ai prodotti. A rilevarequesti dati è stata un'indagine con-dotta da InSites nei mesi scorsi. Questa tendenza è confermata e sup-portata anche dai numeri: la produ-zione in Italia dei flaconi di vetro èaumentata nel 2018 del ben quattroper cento rispetto all'anno precedente(sono inclusi anche quelli per la far-maceutica), come confermano i datiISTAT. Come ha ben osservatoMarco Ravasi, Presidente della se-zione contenitori in vetro di Assovetro,i consumatori stanno diventano sem-pre più attenti e più consapevoli.Hanno preso coscienza che le loroscelte di acquisto impattano sull'am-biente e, come sostiene l'indagine, que-sti eco-consumatori raggiungono inItalia addirittura una percentuale delnovanta tre per cento. Un motivo cisarà. Ravasi, inoltre, ha dimostrato ilsuo entusiasmo, dicendo che questatendenza vetro non solo si riscontranei comparti tradizionali, bottiglie evasetti, ma anche in un settore come

quello della cosmetica, che sta diven-tando così un'area di espansione delmercato dei packaging in vetro. Non cisi ferma mai. E ora anche il pianetadella cosmetica si tinge di verde, nonsolo il colore della speranza, ma anche

colore della salute e della natura, pro-cedendo in un'unica direzione: abbat-tere l'impatto ambientale con unpackaging ecofriendly e salvaguardarela salute di tutti con l'impiego di so-stanze completamente bio. A.P.

La cosmesi e il vetro: connubio perfetto per la naturaNuovi trend total ecofriendly

Determinante l’utilizzo di tinture al cento per cento naturali realizzate con gli scarti agricoli

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Cristina Abbrunzo

Il problema della plastica, losmaltimento dei rifiuti e il ri-scaldamento globale sono temicaldi della storia moderna eattualissimi, vista la recentedefinitiva approvazione dellaDirettiva Europea che vieteràla plastica monouso dal 2021anche nel nostro Paese.Ecco che, grazie anche algrande clamore mosso dallagiovane attivista svedeseGreta Thunberg e dai tantigiovani scesi in piazza nei variFridayforFuture sparsi per ilmondo, l’attenzione dell’opi-nione pubblica si è finalmentefocalizzata sul problema. Sarà, quindi, per una ventatadi autentica sensibilizzazioneo, in taluni casi, addiritturaper una sorta di tendenzagreen che si sta diffonendoquasi come una moda, chetutti si è un po' più interessatiad individuare e correggerepratiche quotidiane spesso ne-miche dell’ambiente. E se tra queste pratiche inqui-nanti ci fosse addirittura sor-ridere? Sì, ci avete maipensato a quanto, ad esempio,un comune spazzolino dadenti, utilizzato per curare esbiancare il nostro sorriso, siainquinante?Siamo completamente im-mersi da oggetti e utensili chespesso diamo per scontato illoro utilizzo senza preoccu-parci di quanto la loro produ-zione e il loro smaltimentoabbia impatto sull’ambiente.Un esempio è proprio lo spaz-zolino da denti manuale cheusiamo quotidianamente e cheè quasi interamente realizzatocon una varietà di materie pla-stiche, una fra tante il polipro-pilene. Una ricerca condotta dal Fran-klin Associates for the PlasticsDivision of the American Che-mistry Council ha stimato cheper ogni spazzolino dal peso dicirca 25 grammi vengono pro-dotti 34 grammi di gas serra.Calcolando che i dentisti con-sigliano di cambiare lo spazzo-lino ogni 2/3 mesi, ecco chevengono gettati quotidiana-mente quantità enormi di pla-stica non riciclata e nonriciclabile, anche solo per “sor-ridere”.Ecco perché ho ritenuto impor-tante iniziare ad osservare estudiare cosa offre il mercato

dei prodotti dedicati all’oralcare ecofriendly così da po-terne segnalare qualità e ca-ratteristiche.Un primo metodo di avvicina-mento al mondo green è ilsemplicissimo spazzolino ma-nuale con testina intercambia-bile.Ne esistono diversi ma basatisulla stessa concezione, adesempio il TioCare. Si tratta diuno spazzolino costituito da 2elementi: la parte intercam-biabile e il manico.La parte ricambiabile (ecce-zion fatta per le setole) è com-posta da un polimero derivatodalle piante che sarebbe com-pletamente degradabile inquattro settimane se sottopo-sto ai trattamenti di smalti-mento dei rifiuti organici. Lesetole invece non sono allostesso modo degradabili masono “bio based” e quindiquando eliminate nell’indiffe-renziata e smaltite poi percombustione non produrrannogas tossici. Il manico è an-ch’esso “bio based”.

La normativa italiana prevedeche nell’organico possano fi-nirci solo gli scarti degli ali-menti e elementi affini equindi questo spazzolino vaeliminato nel bidone dell’indif-ferenziata.Quindi testina intercambia-bile e no gas tossici.Un’altra interessante alterna-tiva ai comuni spazzolini inplastica sono poi quelli in bam-boo.Il bamboo è, infatti, il mate-riale ecologico per eccellenza:ha una crescita rapidissima,assorbe l’anidride carbonica –un bosco di bamboo può cattu-rare fino a 17 tonnellate di car-bonio in un anno! – e nonrichiede un uso eccessivo dipesticidi.Minimali, riciclabili al 100% eaddirittura personalizzabili.In commercio, infatti, si tro-vano molti spazzolini in bam-boo colorati, dal designaccattivante e persino perso-nalizzabili con hashtag, piccolidisegni o scritte.E se neppure lo spazzolino in

bamboo vi ha convinti, ci sonotante altre alternative greenche potrebbero conquistarvi,una moltitudine di prodotti ot-tenuti da materiali biodegra-dabili o riciclati.E’ il caso, ad esempio, del Ra-dius Toothbrush uno spazzo-lino creato riciclando vecchiebanconote di dollari ameri-cani. Sì, proprio così, il manicoè fatto con delle vecchie banco-note, ma anche legno riciclatooppure con semi di lino e la te-stina è interscambiabile!Un’altra idea originale arrivapoi sempre dall’America. Sitratta di un’ azienda, la Pre-serve, che ha trovato un ot-timo sistema per farcicambiare spazzolino ogni tremesi, mandando a casa unospazzolino nuovo automatica-mente e invitando il cliente aspedire quello vecchio. E’ pro-dotto con plastica riciclata pro-veniente da vecchi vasettidello yogurt. Con i vecchi spaz-zolini, una loro azienda par-tner, creerà delle panchine, deitavoli da picnic o del materiale

stradale. E se avete deciso di abbando-nare completamente l’usodello spazzolino per un’alter-nativa naturale al 100%, visuggerisco di provare il Mi-swak. Ricavato dai ramoscelli diAraak, è un ottimo spazzolinonaturale a cui non serve nem-meno l’aggiunta di dentifricio.Secondo alcuni studi, il Mi-swak avrebbe proprietà anti-settiche, detergenti eastringenti che lo rendereb-bero ideale per l’igiene orale.Utilizzare il Miswak è moltosemplice e pare si tratti diun’antica pratica tradizionaleorientale: basta masticare unadelle estremità del bastoncinofino a ottenere una strutturasimile a quella delle setole diun normale spazzolino dadenti. Insomma ognuno di noi nelproprio piccolo può davverofare la differenza per dareavvio a uno stile di vita piùsano e rispettoso verso l’am-biente in cui viviamo.

Sorridi all’ambiente in modo sano ed ecologicoTutte le alternative green agli spazzolini da denti in plastica

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ACQUALa condotta di utilizzazioneagronomica degli effluenti diallevamento senza la tenutae la compilazione del perti-nente registro, che costitui-sce un adempimentodocumentale prescritto daldecreto 7 aprile 2006 del Mi-nistero delle Politiche Agri-cole e Forestali e dagli attiregionali di attuazione, inte-gra la fattispecie di reato dicui all’art. 137 comma 14 delD.Lvo n. 152/06. CassazionePenale Sezione III, Sentenzan. 12264 del 20/03/2019.

ACQUAPer quanto concerne la disci-plina in tema di inquina-mento idrico, la finalitàdell'autorizzazione non è sol-

tanto quella di permetterel'apertura e l'effettuazionedello scarico, ma anche diporre l'amministrazionecompetente nelle condizionidi verificare la sussistenzadelle condizioni di legge per

il rilascio del titolo abilitativoed effettuare ogni successivaattività di controllo e preven-zione, con la conseguenzache l'apertura o l'effettua-zione di uno scarico in as-senza dell'autorizzazione

denota una effettiva offensi-vità della condotta, in quantodetermina una evidente le-sione dell'interesse protettodal precetto penale. Cassa-zione Penale Sezione III,Sentenza n. 11518 del15/03/2019.

RIFIUTITutti coloro che siano coin-volti nella produzione o nelladetenzione di beni sono re-sponsabili della gestione deirifiuti che ne derivano. Lo hachiarito nuovamente la Cas-sazione Penale, che nellaSentenza n. 12876 del 25marzo 2019 ha affermato chetale responsabilità grava sututti i soggetti coinvolti nellaproduzione o nella deten-zione di beni dai quali origi-

nano i rifiuti pericolosi e lanormativa di riferimento èposta a protezione della sa-lute umana per tutti coloro,quindi anche i lavoratori, chevengono in contatto con i ri-fiuti nelle attività di gestionedegli stessi. Lo ha affermato decidendoun caso inerente il trasportoe la bonifica di cisterne con-tenenti sostanze pericolose,precisando che i residui gas-sosi che derivano dallo svuo-tamento devono considerarsirifiuti e che in capo ai sog-getti apicali delle impresecoinvolte (in questo caso,committente, appaltatrice esubappaltatrice) possonoconfigurarsi obblighi giuri-dici impeditivi di eventi in-fortunistici. A.T.

Felicia De Capua

Il Consiglio di Stato, sez. V,con sentenza 3 aprile 2019, n.2190, interviene in materia diappalti in merito ai terminiper la proposizione del ricorsocontro l’aggiudicazione. Inparticolare, i giudici di PalazzoSpada con la sentenza inesame, decidono che, nel casoin cui l’Amministrazione nonabbia comunicato in modocompleto l’aggiudicazione diun appalto e non abbia rispo-sto tempestivamente alla ri-chiesta di accesso agli atti, iltermine di trenta giorni per laproposizione del ricorso, previ-sto dall’art. 120, comma 5,Cod. proc. amm., è differitoper il tempo occorso all’im-presa ricorrente per l’acquisi-zione dei documenti dellacontroparte. Il Consiglio diStato ritiene opportuno pro-lungare il suddetto termine or-dinario per l’impugnazionedell’aggiudicazione, in applica-zione del principio di effetti-vità della tutela. Il Codice del Processo Ammi-nistrativo prevede un termineestremamente ristretto perl’impugnazione dell’aggiudica-zione di un appalto, ma taletermine presuppone, per la

sua operatività, il rispettodegli oneri di pubblicità daparte della stazione appal-tante. In sostanza, quando laproposizione del ricorso intro-duttivo del giudizio avversol’aggiudicazione è effettuataoltre il termine di trentagiorni, occorre verificare, in re-lazione alla tempestività delricorso, se la comunicazionedell’aggiudicazione è stataesaustiva. Qualora incom-pleta, bisogna verificare se laparte interessata abbia pre-sentato tempestiva istanza di

accesso ai documenti per ac-quisire gli elementi necessariall’impugnazione; in caso ditempestiva istanza, è oppor-tuno esaminare quale con-dotta abbia tenuto l’ammini-strazione ovvero se essa abbiafornito o meno un accessopieno e in tempo utile. Il ter-mine di impugnazione può dif-ferirsi del tempo necessarioall’acquisizione della docu-mentazione richiesta conl’istanza di accesso, solo sel’amministrazione abbia te-nuto una condotta dilatoria.

Infatti, si legge nel provvedi-mento, i principi di effettivitàdella tutela giurisdizionale(art. 24 Cost., e art. 1 Cod.proc. amm.), così come enun-ciati dalla giurisprudenzadella Corte di Giustizia del-l’Unione europea (cfr. sen-tenza 8 maggio 2014, inC-161/13) portano a ritenereche, qualora la stazione appal-tante rifiuti illegittimamentedi consentire l’accesso ovvero,in qualunque modo tenga unacondotta di natura dilatoria, ilpotere di impugnare non “si

consuma” con il decorso deltermine di legge, ma è postici-pato di un numero di giorninecessari alla effettiva acqui-sizione dei documenti stessi.Nel caso di specie, l’impugna-zione è ritenuta tempestiva inquanto l’amministrazione nonha concesso tempestivamentel’accesso agli atti, in partico-lare all’offerta tecnica dell’ag-giudicataria, essendo decorsiquasi trenta giorni dal-l’istanza di accesso, a suavolta proposta tempestiva-mente.

Viaggio nelle leggi ambientali

I termini per la proposizione del ricorso contro l’aggiudicazione di un appalto

È ammesso il differimento in caso di condotte dilatorie dell’amministrazione

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Andrea Tafuro

“Devo staccarmi dallamassa, perchè la distanzaeconomica tra me e lamassa si sta riducendo e ilrisultato è che non solo devosviluppare nuovi modi,meno appariscenti, per di-stinguermi dai più, ma, av-verto un bisogno maggioredi distanziarmi da loro, peresorcizzare questo avvicina-mento sgradito.”

Come in ogni agglomerato ur-bano che si rispetti, anche nellamia città, è in corso la costru-zione di scintillanti villette uni-familiari. In questo notevolesforzo di riqualificazione delleperiferie si costruisce la nuovazona residenziale della cittànatale di Giordano Bruno. Alcentro del giardino di questebellissime ville stanno inter-rando degli ulivi secolari. E’ digran moda di questi tempi,avere il giardino con pianteadulte e ancor di più, possederele più alla moda, già folte e lus-sureggianti. Dove oggi si co-struiscono ville, un tempo nonc’erano uliveti. Se venisseropiantati giovani ulivi servireb-bero anni per ottenere unabella pianta. Ecco, allora, ve-nire in soccorso l’imprenditoria4.0. Esistono ditte specializzateche espiantano ulivi secolari eli ripiantano anche a pochimetri dalla porta della tuabella casa. Nessuno ha più iltempo di attendere! Son fierodel mio titolo di cattivo consu-matore esperto, perchè, sia pereducazione che per scelta, vivodi essenzialità. Ma, nelle catte-drali del consumo che, pure,frequento con ingordigia os-servo che il leggendario homoconsumens si trova sempre più

spesso di fronte a offerte soste-nibili, green, low carbon. Concosì tante cose etichettate comesustainable, è diventato tuttoessenzialmente sustainabab-ble, nel migliore dei casi indicauna pratica o un prodotto un pòmeno dannoso rispetto all’al-ternativa convenzionale. Inquesto nostro tempo, l’accessoalla ricchezza di molte più per-sone, il calo dei prezzi dei benidi consumo in generale, hannotrasformato nell’immaginariocollettivo il concetto di status.Al punto che, oggi, l’élite puntaa consumare meno della classemedia e sceglie nuovi indicatoridi benessere per dimostrare ilproprio posizionamento sociale.Elizabeth Currid-Halkett, do-cente presso l’Università dellaSouthern California in politi-che pubbliche, offre un’analisidi questo spaccato sociale in:The Sum of Small Things. ATheory of the Aspirational

Class (La Somma delle PiccoleCose. Una Teoria sulla ClasseAspirazionale), in cui indaga inuovi comportamenti di con-sumo delle classi abbienti. Omeglio delle nuove élite, chenon per forza coincidono con leclassi più ricche: i nuovi para-metri per definire i potenti delpianeta, secondo Currid-Hal-kett, sono piuttosto l’istruzionedi alto profilo e il capitale cul-turale. L’autrice, per definirequeste nuove élite, introduce ilconcetto di aspirational class enel dipanarsi delle pagine delvolume ne descrive le abitudiniin termini di istruzione deifigli, salute, genitorialità e pen-sioni. La classe aspirazionalenon compra auto di lusso o villecon piscina per dimostrare lapropria superiorità, ma scegliedi assumere la domestica peravere più tempo per sé e poterdedicarsi allo sport o alla medi-tazione. Insomma, i beni mate-riali non sono più il simbolo diun elevato status sociale, per-chè accessibili a tutti. Gli aspi-rational hanno modificato leproprie abitudini d’acquisto inmodo meno appariscente, mo-dificandole in maniera da sve-lare la propria padronanza delmondo in determinate mate-rie… attraverso la somma dipiccole cose, ma che si riferi-scono a precisi stili di vita. Gli aspirational sono dunque:“Estremamente istruiti, defi-niti dal capitale culturale piut-tosto che dal proprio salarioannuale, questi individui sonoardentemente impegnati nel-l’acquisto di prodotti biologici,

nell’indossare borse di tela grif-fate NPR [National PublicRadio, organizzazione non pro-fit che comprende un migliaiodi radio indipendenti ameri-cane] e allattano al seno i pro-pri bambini. Hanno a cuore ilfatto che i propri consumi sianodiscreti e poco ostentati: man-giano, per esempio, pollo solo seallevato all’aperto e pomodoribio, indossano magliette di co-tone organico e scarpe TOMS,ascoltano le serie di podcast.Utilizzano il proprio potered’acquisto per assumere bambi-naie e domestici, per coltivarela crescita dei propri figli e pra-ticare yoga e Pilates”. La nuovaélite non si lascia più attrarreda “capi firmati, orologi, gio-ielli, auto e altri beni social-mente visibili”, preferisce,invece, acquistare oggetti chegli diano uno status intellet-tuale. Il fatto di consumare soloalimenti bio, dimostra le nobilitendenze all’ambientalismo euna spiccata conoscenza di te-matiche come il climatechange. Evidenzia, inoltre l’au-trice, che la classe media indi-rizza gran parte dei propriguadagni al consumo ostenta-tivo, più di quanto non faccia laclasse abbiente. Quindi per laclasse aspirational, il consumoostentativo democratizzato èmeno appetibile che per le per-sone più ricche, se per Veblen illusso ostentato serviva per di-mostrare di non aver bisogno dilavorare per essere ricchi, oggila classe abbiente è anchequella che lavora di più. D’altraparte l’aspirational lavora di

più, perchè pone al centro deisuoi desiderata un bene per luidi estremo valore in termini so-ciali: l’istruzione. Le compe-tenze guadagnate dall’élite nelcorso degli anni derivano in-fatti proprio dal loro accessoall’istruzione superiore delleuniversità. Ecco perché oggi,secondo Currid-Halkett, “laconsapevolezza sociale, am-bientale e culturale” rappre-senta la principale fonte dicapitale sociale. Il timore è chele nuove abitudini d’acquistodell’élite potrebbero trasfor-marsi in una strategia per raf-forzare la propria posizione didominio. “Prima, essere ricchi volevadire avere tempo libero e, peresempio, potersi dedicare al vo-lontariato. Le nuove classiagiate invece si distinguono inbase al merito e al fatto di lavo-rare sodo, perciò anche chi è piùin alto nella scala non ha molteore di libertà. E allora ci si di-stingue perché si può pagareuna tata, o perché si può sce-gliere di allattare al seno”. Faiparte della classe aspirazionalese: compri cose che ti fannosentire una persona migliore; iconsumi non vistosi rappresen-tano una fetta importante dellatua spesa; fare il genitore è unnuovo status symbol; parli diidee e non di cose… come neisalotti intellettual/chic; disponidel tuo tempo con discreta fles-sibilità, come lavorare da casache fa tanto élite. E…vuoi met-tere un bellissimo ulivo seco-lare nel giardino della tuavilletta biodinamica.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE È ANCORA CREDIBILE? Alla riscoperta del cammino e non dell’arrivo

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