PASQUA DI RISURREZIONE - parrocchiasantalessandro.it Aprile 2014... · nimenti di pasqua, il primo...
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Col legno, o Salvatore, abolisti la maledizione Col legno, o Salvatore, abolisti la maledizione
del legno; il potere della morte uccidesti con il del legno; il potere della morte uccidesti con il
tuo sepolcro; illuminasti la nostra stirpe con la tuo sepolcro; illuminasti la nostra stirpe con la
tua risurrezione. Perciò acclamiamo a te: Cristo tua risurrezione. Perciò acclamiamo a te: Cristo
datore di vita, Dio nostro, gloria a te.datore di vita, Dio nostro, gloria a te.
Giovanni Damasceno, Ochtoéchos,II
PASQUA DI RISURREZIONEPASQUA DI RISURREZIONEPASQUA DI RISURREZIONE
Il sangue dei Martiri
è seme di nuovi cristiani
APRILE 2014
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06 41 400 216
« Noi vi annunziamo la Buona Novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata
per noi, loro figli, risuscitando Gesù » (At 13,32-33). La risurrezione di Gesù è la verità culminante della
nostra fede in Cristo, creduta e vissuta come verità centrale dalla prima comunità cristiana, trasmessa come
fondamentale dalla Tradizione, stabilita dai documenti del Nuovo Testamento, predicata come parte essen-
ziale del mistero pasquale insieme con la croce:
« Cristo è risuscitato dai morti.
Con la sua morte ha vinto la mor-
te,
ai morti ha dato la vita ». 540
I. L'avvenimento storico e tra-
scendente Il mistero della risur- rezione di
Cristo è un avveni- mento reale
che ha avuto manife- stazioni stori-
camente constatate, come attesta
il Nuovo Testamento. Già verso
l'anno 56 san Paolo può scrivere
ai cristiani di Corin- to: « Vi ho
trasmesso dunque, anzitutto,
quello che anch'io ho ricevuto: che
cioè Cristo morì per i nostri peccati
secondo le Scritture, fu sepolto ed
è risuscitato il terzo giorno secon-
do le Scritture, e che apparve a
Cefa e quindi ai Do- dici » (1 Cor
15,3-4). L'Apostolo parla qui del-
la tradizione viva del- la risurrezio-
ne che egli aveva ap- preso dopo la
sua conversione alle porte di Da-
masco. 541
Il sepolcro vuoto « Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato » (Lc 24,5-6). Nel quadro degli avve-
nimenti di pasqua, il primo elemento che si incontra è il sepolcro vuoto. Non è in sé una prova diretta. L'as-
senza del corpo di Cristo nella tomba potrebbe spiegarsi altrimenti. 542 Malgrado ciò, il sepolcro vuoto ha
costituito per tutti un segno essenziale. La sua scoperta da parte dei discepoli è stato il primo passo verso il
riconoscimento dell'evento della risurrezione. Dapprima è il caso delle pie donne, 543 poi di Pietro. 544 Il di-
scepolo « che Gesù amava » (Gv 20,2) afferma che, entrando nella tomba vuota e scorgendo « le bende per
terra » (Gv 20,6), vide e credette. 545 Ciò suppone che egli abbia constatato, dallo stato in cui si trovava il
sepolcro vuoto, 546 che l'assenza del corpo di Gesù non poteva essere opera umana e che Gesù non era sem-
plicemente ritornato ad una vita terrena come era avvenuto per Lazzaro. 547
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica, 638,640
Uomini e donne del terzo millennio!Lasciate che vi ripeta:
aprite il cuore a Cristo crocifisso e risorto,che viene offrendo la pace!
Là dove entra Cristo risorto, entra con Lui la vera pace!
Entri anzitutto in ogni cuore umano,
abisso profondo, non facile da risanare (cfr Ger 17, 9).
Pervada anche i rapporti tra ceti sociali,popoli, lingue e mentalità diver-
se,portando ovunque il fermento della solidarietà e dell'amore. E Tu,
Signore ri- sorto, che hai
vinto la tri- bolazione e la
morte,
dona a noi la tua pace!
Sappiamo che essa si ma-
nifesterà pienamente alla
fine, quando verrai nella glo-
ria.
La pace, tut- tavia, dove Tu
sei presente, è già ora ope-
rante nel mondo.
E' questa la nostra certezza,
fondata su Te, oggi risusci-
tato da mor- te,
Agnello im- molato per la
nostra salvezza! Tu ci chiedi di tener viva nel mondo la fiaccola della
speranza. Con fede e con gioia la Chiesa canta,
in questo giorno sfolgorante: "Surrexit Christus, spes mea!"
Sì, Cristo è risorto, e con Lui
è risorta la nostra speranza. Alleluia!
Pasqua 2002
“Venerabili Fratelli e diletti figli. Questo richiamo del Vangelo di S. Giovanni è l'introduzione più eloquen-
te e più solenne a ciò che fu, è, e resta nei secoli la Risurrezione di Cristo. Lo abbiamo ora cantato nella
sequenza: in Cristo Gesù mors et vita duello con flixere mirando: Dux vitae mortuus regnat vivus. La morte
e la vita si batterono in un duello tremendo. Il Padrone della vita trionfa sulla morte: e la vittoria di Lui è la
vittoria della sua Chiesa nei secoli. Sgombriamo dunque il nostro spirito da ogni sgomento : ed apriamo il
cuore alle più belle speranze verso l'avvenire. Potremo avere pressioni dal mondo, continueremo ad averne
sicuramente. Prima di partire, Gesù, il vincitore della morte, disse: « confidate: io ho vinto il mondo »: con-
fidite, ego vici mundum. E vero: c'è un signore che resta sul terreno del terribile combattimento. Noi lo
rammentiamo spesso col suo nome e cognome. É un principe. Il Divino Rabbi di Nazareth lo chiamava il «
principe di questo mondo ». Il Cristo conduce mitemente, ma efficacemente la lotta contro di lui, per l'af-
fermazione della giustizia, per il trionfo della pace. L'avversario infernale odia invece la giustizia ed avver-
sa la pace dei popoli e del mondo intero. Talora i suoi attacchi, le sue manovre suscitano tale confusione da
tentare di debolezza chi se ne difende.
Ogni bravo cristiano si fida di Cristo; compie il suo dovere secondo i vari ordinamenti che sono regola del-
la sua coscienza: coscienza religiosa, co-
scienza civile, in faccia a Di- o, in faccia agli
uomini. Il cristiano non tran- sige e si guarda
dai compromessi: procede impavido e sicu-
ro. Egli è cooperatore dei problemi della
pace.
A fortificare le energie della sua resistenza al
male e all'errore, egli prega : egli invoca l'aiuto
celeste della grazia che illu- mina e sostiene i
forti.
Scimus Christum surrexisse a mortuis vere. La
vittoria di Cristo sulla morte è sicurezza di
trionfo sugli ostacoli che si sovrappongono
agli sforzi umani per la difesa della
giustizia, della libertà e della pace.
Tu nobis, victor Rex, miser- ere! O Gesù: tu
non sei un re da burla, come tentò di presen-
tarti al popolo Erode, il tet- rarca di Galilea.
Noi abbiamo piena fiducia sulla tua parola.
Noi ti invocheremo sempre per la giustizia,
per la libertà e per la pace. Per la pace so-
prattutto ti preghiamo, o Ge- sù vincitore della
morte, noi cattolici di Roma e di tutto il mondo. In ogni tempo si scorgono qua e là minacce che impensie-
riscono. Anche ora. anche ora nubi leggere e soffici, questioni e problemi, che appaiono, dispaiono e ri-
compaiono, potrebbero rappresentare un pericolo per l'armonia e la buona intesa dei popoli. Sul sepolcro
glorioso di Cristo vogliamo deporre l'augurio che nella luce di Lui, sorgente della vita, vincitore della mor-
te, la buona volontà di tutti gli uomini più responsabili delle sorti dei popoli voglia trovare, nello spirito
prevalente di giustizia e di collaborazione, la soluzione concorde di ogni dissidio, per il superiore interesse
della pace del mondo.
Durante il medioevo in molte chiese d'Occidente si usava cantare, prima del Te Deum mattinale, la sequen-
za Victimae Paschali, che Noi recitammo dopo l'Epistola. La si eseguiva in forma dialogica con canto me-
lodioso, che ad ogni strofa ripeteva : « Quod autem vivit, vivit Deo: alleluia, alleluia ».
In questo auspicio ed augurio di vita, Padre e figli ci diamo un mistico abbraccio e vogliamo riprendere il
nostro buon cammino, cantando l'affermazione della nostra fede cattolica nel Cristo risorto, trionfatore sul
peccato e sulla morte; apportatore di letizia, di giustizia e di pace”.
Giovanni XXIII, Domenica 29 Marzo 1959
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Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II saranno canonizzati il prossimo 27 aprile 2014, II
domenica di Pasqua, Festa della Divina Misericordia. L’annuncio ieri mattina al termi-ne del Concistoro tenuto da Papa Francesco nel Palazzo Apostolico Vaticano. Grande
l’entusiasmo in tutto il mondo. Campane a festa a Sotto il Monte, paese natale di pa-pa Roncalli, dove vive colui che fu il suo segretario particolare: mons. Loris Capo-
villa. Paolo Ondarza lo ha intervistato a Radio Vaticana.
R. – La mia prima impressione è questa: ho visto l’immagine della bontà. Ho avuto
questa convinzione dal primo incontro, quando l’ho visto in fotografia. Quando l’ho visto nel 1950 nella mia Venezia, quando sono andato a Parigi – il 2 febbraio del
1953 – quando mi ha invitato ad essere il suo “contubernale”. Io non mi sono mai chiamato segretario di Papa Giovanni, perché il segretario di Papa Giovanni è il se-
gretario di Stato. Io sono stato un piccolo “servitorello”. Con Papa Giovanni ho pre-gato, ho sofferto, anche dopo la sua morte ho sofferto molto. Poi il Signore ha dispo-
sto, attraverso i suoi servi, che questa figura riapparisse all’orizzonte. Oggi la richia-
ma “al vivo” Papa Francesco. Una delle prime cose che mi ha detto: “Loris, ricordati, se non metti il tuo “io” sotto i piedi, non sarai mai libero e non entrerai mai nel terri-
torio della pace”. E le stesse parole che disse poi nel giorno più solenne della sua vi-ta, con il mondo intero davanti a sé, convocato il Concilio, ha detto quelle parole su-
blimi: “La mia persona conta niente!”. É stata una grande lezione di umiltà, di dol-cezza, di amore e di speranza. Papa Giovanni ci ha insegnato, e adesso lo ripete in
quasi tutti gli incontri Papa Francesco: "Ciascuno di noi retti, non retti, credenti, non credenti, ciascuna creatura umana porta in fronte il sigillo di Dio”. Questa è la prima
lezione che ho ricevuto e alla quale mi attengo. Professo, fin da questo momento, la mia venerazione a San Giovanni XXIII, a San Giovanni Paolo II, e ringrazio Papa
Francesco.
D. – Lei ricordava la sua familiarità con Giovanni XXIII. Lei è la memoria vivente di Papa Roncalli. Quali aspetti, secondo lei, della santità di Papa Giovanni hanno ancora
molto da dire all’uomo e alla donna di oggi?
R. – Lui non ha scritto un gran libro, non era nelle sue intenzioni fare un manuale di
ascetica. Fin da ragazzo, a 14 anni, scriveva le sue piccole memorie per gli esercizi spirituali. E sempre da ragazzo, ha cominciato a proporsi questo: “Io devo essere
santo”! La Pacem in Terris non è l’Enciclica di Papa Giovanni, è l’Enciclica di Gesù! E tutto il mondo cristiano ha cooperato a fare questo documento che verrà solenne-
mente ricordato a Roma nei prossimi giorni. Non c’è un’altra strada: la mano tesa, il cuore aperto della civiltà dell’amore. Non dimentichiamo questa bella parola “civiltà
dell’amore” che Paolo VI ci ha lasciato come pegno.
D. – Quale atmosfera si respira in queste ore a Sotto il Monte?
R. – In questo momento, hanno terminato di suonare a distesa le campane. Guardi, la devozione c’è. E come la grande, piccola Assisi onora il suo Francesco d’Assisi,
Sotto il Monte onora il suo Papa Giovanni con la vita semplice, umile, povera, labo-
riosa, religiosa.
Grande gioia emozione anche per la notizia della prossima canonizzazione di
Giovanni Paolo II. Al microfono di Paolo Ondarza, il postulatore della causa
di canonizzazione mons. Slawomir Oder (Radio Vaticana)
. – E’ una notizia che sicuramente mi trova felicissimo. Per me, questo signifi-
ca veramente vedere finalmente, personalmente, la conclusione di una straor-
dinaria avventura, che ho vissuto a livello sia professionale che personale.
Penso sarà veramente una grande gioia per tutta la Chiesa. Ho ancora davanti
ai miei occhi l’immagine di Piazza San Pietro gremita, il giorno della Beatifica-
zione: era un’immagine della Chiesa veramente in festa.
D. – La data scelta: 27 aprile 2014, festa della Divina Misericordia, una data
particolare, una data molto speciale...
R. – Io in questa data vedo, in un certo senso, una continuità nel trasmettere
il messaggio della Divina Misericordia. Penso che Papa Francesco non a caso
abbia voluto scegliere questa data. Tutto il Pontificato di Giovanni Paolo II è
un annuncio della Divina Misericordia, con il suo grande desiderio di portare
agli onori degli altari Santa Faustina Kowalska e istituire la festa della Divina
Misericordia. E vedo Papa Francesco uno straordinario continuatore di questo
messaggio.
D. – Giovanni Paolo II è un uomo dei nostri tempi, dei nostri giorni potremmo
dire. Sono tanti i giovani profondamente legati alla sua figura, al suo magiste-
ro...
R. – La certezza della canonizzazione è la certezza che Giovanni Paolo II sia
veramente in Paradiso, al cospetto di Dio e possa intercedere per noi. Allora,
un Santo dei nostri giorni significa un Santo che conosce la nostra gioia, le no-
stre preoccupazioni, i nostri problemi, i dolori, un Santo che ha la possibilità di
interpretare le nostre istanze più profonde e chiedere la divina grazia per que-
ste necessità. Ma, dall’altra parte, è un esempio di vita, una guida sicura
nell’indicare il modo di affrontare le sfide del giorno, per dare la testimonianza
della vita cristiana.
Ai fedeli della Diocesi di Roma
Carissimi,
come è noto, il prossimo 27 aprile il Santo Padre Francesco canonizzerà il Beato
Giovanni XXIII e il Beato Giovanni Paolo II.
La nostra Chiesa di Roma, che ha avuto il dono di averli Vescovi, è particolar-
mente riconoscente a Dio di questi Padri e Maestri nella fede e di avere speri-
mentato la loro esemplare vita cristiana e di dedizione all’annuncio del Vangelo
e la testimonianza della carità verso i poveri. La loro azione apostolica traeva o-
rigine dalla Celebrazione Eucaristica e dall’intima unione con Gesù ed era vivi-
ficata dalla continua preghiera.
Il Beato Giovanni XXIII, per ispirazione divina, ha aperto una nuova pagina del-
la storia della Chiesa con il Concilio Vaticano II, il cui magistero e orientamenti
disciplinari e pastorali hanno permesso alla Chiesa di affrontare lo spirito della
modernità. Il Beato Giovanni Paolo II, nel suo lungo e fecondo pontificato, ha
raccolto l’eredità del Concilio e ne ha accompagnato la recezione, favorendo in
ogni modo la penetrazione del lievito del Vangelo nel mondo che rapidamente si
trasformava. Ancora oggi i loro insegnamenti sulla dignità e la difesa della per-
sona umana, quelli sulla giustizia sociale, la pace e la misericordia divina con-
servano piena attualità e continuano ad essere luminosi punti di riferimento per i
cristiani e i cercatori di verità.
La loro Canonizzazione è un evento di grazia per la Chiesa universale, che la
nostra comunità diocesana accoglie con gratitudine. Invito tutti a vivere questo
tempo di Quaresima come una occasione feconda di preparazione che la Provvi-
denza ci offre per maturare nella vocazione alla santità e per approfondire la co-
noscenza della vita dei Santi Pastori, imitandone l’ardore missionario.
Prossimamente verrà pubblicato il programma con le iniziative previste nei gior-
ni della Canonizzazione.
Vi affido all’intercessione dei futuri Santi. Dal Paradiso accompagnino i passi di
ciascuno e ci ottengano la grazia di vivere da autentici discepoli di Gesù Cristo.
Dal Vicariato, 19 marzo 2014 Agostino Card. Vallini
Ufficio Parrocchiale - Nel Mese di Aprile il seguente orario:
Martedi,Venerdi ore 10.00-12.00;Martedi ore 16.00-17.00; Mercoledi, Venerdi 16.00-18.00 Sabato per appuntamento
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi ritorno ancora sull’affermazione «Credo la risurrezione della carne». Si tratta di una verità non sempli-
ce e tutt’altro che ovvia, perché, vivendo immersi in questo mondo, non è facile comprendere le realtà futu-
re. Ma il Vangelo ci illumina: la nostra risurrezione è strettamente legata alla risurrezione di Gesù; il fatto
che Egli è risorto è la prova che esiste la risurrezione dei morti. Vorrei allora presentare alcuni aspetti che
riguardano il rapporto tra la risurrezione di Cristo e la nostra risurrezione. Lui è risorto, e perché Lui è risorto
anche noi risusciteremo.
Anzitutto, la stessa Sacra Scrittura contiene un cammino verso la fede piena nella risurrezione dei morti.
Questa si esprime come fede in Dio creatore di tutto l’uomo - anima e corpo -, e come fede in Dio liberatore,
il Dio fedele all’alleanza con il suo popolo. Il profeta Ezechiele, in una visione, contempla i sepolcri dei de-
portati che vengono riaperti e le ossa aride che tornano a vivere grazie all’infusione di uno spirito vivifican-
te. Questa visione esprime la speranza nella futura “risurrezione di Israele”, cioè nella rinascita del popolo
sconfitto e umiliato (cfr Ez 37,1-14).
Gesù, nel Nuovo Testamento, porta a compimento questa rivelazione, e lega la fede nella risurrezione alla
sua stessa persona e dice: «Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 11,25). Infatti, sarà Gesù Signore che risu-
sciterà nell’ultimo giorno quanti avranno creduto in Lui. Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in
tutto, eccetto il peccato; in questo modo ci ha presi con sé nel suo cammino di ritorno al Padre. Egli, il Verbo
incarnato, morto per noi e risorto, dona ai suoi discepoli lo Spirito Santo come caparra della piena comunio-
ne nel suo Regno glorioso, che attendiamo vigilanti. Questa attesa è la fonte e la ragione della nostra speran-
za: una speranza che, se coltivata e custodita, – la nostra speranza, se noi la coltiviamo e la custodiamo – di-
venta luce per illuminare la nostra storia personale e anche la storia comunitaria. Ricordiamolo sempre: sia-
mo discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine. Se riuscissimo ad avere più presente
questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell’effimero e più disposti a cam-
minare con cuore misericordioso sulla via della salvezza.
Un altro aspetto: che cosa significa risuscitare? La risurrezione di tutti noi avverrà nell’ultimo giorno, alla
fine del mondo, ad opera della onnipotenza di Dio, il quale restituirà la vita al nostro corpo riunendolo
all’anima, in forza della risurrezione di Gesù. Questa è la spiegazione fondamentale: perché Gesù è risorto
noi resusciteremo; noi abbiamo la speranza nella risurrezione perché Lui ci ha aperto la porta a questa risur-
rezione. E questa trasformazione, questa trasfigurazione del nostro corpo viene preparata in questa vita dal
rapporto con Gesù, nei Sacramenti, specialmente l’Eucaristia. Noi che in questa vita ci siamo nutriti del suo
Corpo e del suo Sangue risusciteremo come Lui, con Lui e per mezzo di Lui. Come Gesù è risorto con il suo
proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno tra-
sfigurati in corpi gloriosi. Ma questa non è una bugia! Questo è vero. Noi crediamo che Gesù è risorto, che
Gesù è vivo in questo momento. Ma voi credete che Gesù è vivo? E se Gesù è vivo, voi pensate che ci lasce-
rà morire e non ci risusciterà? No! Lui ci aspetta, e perché Lui è risorto, la forza della sua risurrezione risu-
sciterà tutti noi.
Un ultimo elemento: già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è
vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo ri-
suscitati. La vita eterna incomincia già in questo momento, incomincia durante tutta la vita, che è orientata
verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo risuscitati, infatti, mediante il Battesimo, siamo
inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita. Pertanto, in atte-
sa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena
che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sem-
pre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del
Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo. Questo pensiero ci dà speran-
za: siamo in cammino verso la risurrezione. Vedere Gesù, incontrare Gesù: questa è la nostra gioia! Saremo
tutti insieme – non qui in piazza, da un’altra parte – ma gioiosi con Gesù. Questo è il nostro destino!
(4.12.2013)
GIOVEDI SANTOGIOVEDI SANTO
ORE 18.00ORE 18.00
S.MESSAS.MESSA
IN COENA DOMINIIN COENA DOMINI
ORE 20.00ORE 20.00--24.0024.00
ADORAZIONE ADORAZIONE
EUCARISTICAEUCARISTICA
VENERDI SANTOVENERDI SANTO
ORE 09.00ORE 09.00
Ufficio letture,LodiUfficio letture,Lodi
Ore 18.00Ore 18.00
AZIONE LITURGICAAZIONE LITURGICA
Ore 21.00Ore 21.00
Via Crucis per le Vie della Via Crucis per le Vie della
ParrocchiaParrocchia
SABATO SANTOSABATO SANTO
Ore 09.00Ore 09.00
Ufficio Letture, LodiUfficio Letture, Lodi
SABATO SANTOSABATO SANTO
Ore 16.00Ore 16.00
L’Ora della MadreL’Ora della Madre
SABATO SANTOSABATO SANTO
VEGLIAVEGLIA
PASQUALEPASQUALE
ORE 21.30ORE 21.30
PASQUAPASQUA 09.00 09.00 CESARINACESARINA
PARROCCHIAPARROCCHIA
10.00,11.30,10.00,11.30,
18.0018.00
Lunedi 21Lunedi 21
Ore 08.00 Ore 08.00
S.MessaS.Messa
Sabato 26Sabato 26 Pellegrinaggio Pellegrinaggio
EucaristicoEucaristico
BolsenaBolsena
Martedi,Martedi,
Mercoledi,Giovedi,Mercoledi,Giovedi,
Venerdi, Sabato ore Venerdi, Sabato ore
18.00 S.Messa18.00 S.Messa
NOVENANOVENA
DIVINA MISERICORDIADIVINA MISERICORDIA
ORE 17.30ORE 17.30