PASQUA 2014 - santapollinare.tn.it · donne vittime di brutali violenze semplicemente in quanto...

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Notiziario Parrocchiale …esce quando riesce… s.apollinare piedicastello PASQUA 2014 Caimi, è con i rami d’ulivo che si dà inizio alle Feste di Pasqua. Forse quei rami d’ulivo le rappresentano e le spiegano più di tante parole. Li si reca in mano con venerazione e, tornati a casa, di solito non li si getta nel cassonetto della spazzatura, ma in un posto decoroso (magari accanto a un’immagine del Crocifisso). Un ramo d’ulivo non è una spada o, per dirla in termini più attuali, una pistola o una mitragliatrice. Non è nemmeno una sferza o un bastone per colpire. E’ invece simbolo di mitezza, di convivenza armoniosa (è un caso che l’ulivo cresca in tutti i paesi attorno al Mediterraneo, nessuno escluso?). L’ulivo è il logo di chi non si stanca mai di cercare e promuovere la pace (tant’è vero che non perde la sua chioma d’inverno; anzi, secondo certuni è una pianta che non muore mai: forse non è vero, ma è certo che ha una durata capace di sfidare i secoli). Mitezza, convivenza armoniosa. E pace. Non per nulla dall’ulivo si trae l’olio: quell’elemento naturale che dà sostanza ai cibi, lenisce le ferite, permette agli ingranaggi di funzionare senza quei cigolii che sembrano lamenti. Recare tra le mani un ramoscello d’ulivo e metterlo al posto d’onore in casa è come dire: noi siamo per la mitezza, non per la violenza; non siamo persone arroganti o litigiose, perché siamo discepoli di un Messia mite e umile di cuore che ha fatto il suo ingresso trionfale a Gerusalemme su di un asino, invece che su un cavallo come

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!Notiziario Parrocchiale …esce quando riesce…!

s.apollinare piedicastello!

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PASQUA !2014!!!!Carissimi,!

è con i rami d’ulivo che si dà inizio alle Feste di Pasqua. Forse quei rami d’ulivo le rappresentano e le spiegano più di tante parole. Li si reca in mano con venerazione e, tornati a casa, di solito non li si getta nel cassonetto della spazzatura, ma in un posto decoroso (magari accanto a un’immagine del Crocifisso). Un ramo d’ulivo non è una spada o, per dirla in termini più attuali, una pistola o una mitragliatrice. Non è nemmeno una sferza o un bastone per colpire. E’ invece simbolo di mitezza, di convivenza armoniosa (è un caso che l’ulivo cresca in tutti i paesi attorno al Mediterraneo, nessuno escluso?). L’ulivo è il logo di chi non si stanca mai di cercare e promuovere la pace (tant’è vero che non perde la sua chioma d’inverno; anzi, secondo certuni è una pianta che non muore mai: forse non è vero, ma è certo che ha una durata capace di sfidare i secoli). Mitezza, convivenza armoniosa. E pace. Non per nulla dall’ulivo si trae l’olio: quell’elemento naturale che dà sostanza ai cibi, lenisce le ferite, permette agli ingranaggi di funzionare senza quei cigolii che sembrano lamenti.

Recare tra le mani un ramoscello d’ulivo e metterlo al posto d’onore in casa è come dire: noi siamo per la mitezza, non per la violenza; non siamo persone arroganti o litigiose, perché siamo discepoli di un Messia mite e umile di cuore che ha fatto il suo ingresso trionfale a Gerusalemme su di un asino, invece che su un cavallo come

tanti conquistatori di questo mondo, mentre la gente – non per costrizione ma in tutta spontaneità - agitava attorno a lui rami di ulivo in segno di benvenuto. Sarebbe stato un controsenso agitare rovi o rami spinosi, o accoglierlo con botti, spari o deflagrazione di bombe…

Gesù Cristo è un Messia mite e umile di cuore. Oh, non che questo significhi timidezza o debolezza innata: tanto è mite e umile, altrettanto è forte “dentro”, nell’intimo, al punto da affrontare prove e umiliazioni senza rancore, senza cadere nella disperazione (chi è forte “fuori” anziché nell’intimo, non di rado è semplicemente arrogante e violento). Insomma, ci vuole più forza nell’essere miti che nell’essere arroganti o violenti.

Certo, chi è mite, cioè forte nell’intimo, spesso sembra perdente, condannato a fare una brutta fine. “Sia crocifisso!” gridava la folla al procuratore romano che esitava a prendere una decisione. La passione di Gesù finisce con uno scenario di sconfitta: “Se sei Figlio di Dio, salva te stesso – gli gridavano i passanti. Scendi dalla croce!”. Ma non scese affatto, anche se avrebbe potuto farlo. I violenti e gli arroganti avevano buoni motivi per cantare vittoria. Quel sepolcro chiuso e sigillato da una pietra, nel quale fu deposto morto, sembrava l’emblema di una storia finita male.

Come non pensare a certe tragedie individuali o collettive del nostro tempo? Alle donne vittime di inaudite violenze? Agli innocenti avvelenati e deturpati dalle armi chimiche, o massacrati dalle mitragliatrici o dagli ordigni bellici più sofisticati? Come non ricordare le frotte di fuggiaschi inermi venduti al miglior offerente, o annegati in quel Mediterraneo - detto mare nostrum - che pure ospita sulle terre adiacenti infinità di ulivi?

Eppure la Pasqua di Cristo proclama che il vincitore è proprio lui, il Crocifisso. Sì, questo potrà suonare agli orecchi di molti come un annuncio consolatorio a buon mercato, ma in realtà è una notizia che ci riguarda tutti: l’ultima parola non sarà dell’odio o della cattiveria umana, ma dell’amore, che si esprime nel perdono, nell’accoglienza, nella mitezza forte e coraggiosa. E sfocia nella risurrezione, cioè in quell’epilogo inatteso che solo Dio sa scrivere, dopo che gli uomini hanno già posto la parola “Fine”.

La Pasqua di morte e risurrezione di Cristo è una profezia, una chiave di lettura per cogliere il senso di tante esperienze umane, oltre la cronaca che si limita all’evidenza, si illude d’aver detto tutto, e dopo 24 ore è già dimenticata. Ecco il bel messaggio racchiuso in quel semplice ramoscello d’ulivo. Che questo messaggio si radichi nel cuore di ciascuno e che di esso possiamo essere buoni testimoni. !

Il vostro Parroco

don Piero

CARNEVALE...

Un’occasione per stare insieme !A dispetto delle previsioni meteo la domenica è stata “quasi” soleggiata, ma il calore maggiore che ha riscaldato la giornata è venuto dall'entusiasmo delle diverse persone che hanno collaborato alla riuscita e dal divertimento dei partecipanti. Purtroppo quest'anno è mancata un po' la componente “anziana”, sono invece aumentati i bambini dell'asilo e delle elementari con le loro famiglie. Fra queste anche alcune famiglie musulmane ed altre che non erano mai passate in parrocchia e che hanno piacevolmente trascorso il pomeriggio con noi. Il far sì che tutte le

persone del rione possano partecipare e condividere momenti di gioia ma anche di dolore o altre necessità è un nostro dovere sia come cristiani perché sono nostri fratelli sia come laici trattandosi di nostri vicini di casa. Sempre più sarà necessario coinvolgere i residenti nei vari momenti comunitari perché una comunità cresce nella misura in cui cresce il numero delle persone coinvolte che si sentono partecipi ed importanti per gli altri. Saremo liberi quando ci libereremo dalla paura e dalle nostre chiusure.

DISCERNERE !E’ un verbo, questo, che fa parte del vocabolario cristiano fin dalle origini. Significa “valutare con atteggiamento critico per distinguere il vero dal falso”. La “questione del genere”, oggi tanto dibattuta (col rischio di ridursi a estremismi contrapposti o a posizioni ideologiche da crociata), parte in realtà da dati di fatto innegabili e, non di rado, drammatici. Le considerazioni che seguono ne offrono una dimostrazione. !Ciascuno di noi dovrebbe ritenersi responsabile in prima persona della società che lo circonda e la condizione femminile è uno di quei campi in cui c’è ancora molto da fare. Negli ultimi anni non passa giorno senza che la cronaca ci racconti di donne vittime di brutali violenze semplicemente in quanto donne, fino all’estrema conseguenza del femminicidio. Si tratta dell’aspetto più esasperato, ma sempre più frequente, della cosiddetta questione di genere, quella che si ripromette di perseguire l’uguaglianza fra i sessi. Le statistiche disegnano un quadro inquietante, nel quale non esistono nazioni immuni né costituisce un riparo lo status sociale: il femminicidio colpisce anche ove vi è pieno benessere economico e dove il livello culturale non dovrebbe lasciare spazio a certe ferine aberrazioni. Ma non occorre arrivare al crimine per constatare che l’Italia rimane un paese maschilista. Nella nostra Costituzione è sancita la pari dignità sociale e l’uguaglianza davanti alla legge di uomini e donne: purtroppo il recente acceso dibattito sulle quote rosa nella nuova legge elettorale ci restituisce una realtà molto diversa. Senza citare i notissimi dati sui differenti livelli di occupazione o sul divario fra le retribuzioni, basti considerare l’ambito familiare: secondo una recente indagine ISTAT, in una coppia in cui entrambi i partner lavorano, sono

comunque le donne a farsi carico del 75% delle attività domestiche e di cura dei bambini e degli adulti conviventi. Il fatto che nei secoli scorsi la figura femminile sia stata relegata a ruoli di inferiorità è un dato acquisito e non è facile cambiare questa prospettiva ma è necessario impegnarsi, per porre un freno alla violenza e consentire reali pari opportunità.

Anche nell’ambito della Chiesa non può negarsi l’estrema marginalità delle donne nei ruoli di responsabilità. Già nella “Mulieris dignitatem” Giovanni Paolo II affrontava la questione della pari dignità della donna: oggi è certo che Papa Francesco si sta interrogando per quello che riguarda il destino presente e futuro delle donne nella Chiesa. In una delle sue primissime catechesi come pontefice, ricordando che furono le donne le testimoni della resurrezione, il Papa ha affermato che «Le donne nella Chiesa hanno un ruolo particolare, aprire le porte al Signore». È quindi proprio del femminile “trasmettere”, “comunicare” “testimoniare” il messaggio evangelico. In un suo discorso del 12 ottobre scorso, il Papa dichiara che «La Chiesa è donna, è madre» e parlando della presenza femminile nella Chiesa si esprime così: «Io soffro, dico la verità quando vedo nella Chiesa o in alcune organizzazioni, che il ruolo di servizio – che tutti noi abbiamo e dobbiamo avere – il ruolo di servizio della donna scivola verso un ruolo di servidumbre»: servitù, in italiano. Le due parole sono simili ma il servizio è assunto in responsabilità e soprattutto in piena libertà. È una differenza sostanziale. Alla domanda del Papa: «Quale presenza ha la donna nella Chiesa?» quale sarà la risposta delle istituzioni ecclesiastiche? Come dice Mariapia Veladiano in “la Repubblica” del 4 aprile 2013 «Difficile oggi continuare a far finta di niente davanti a una Chiesa fatta soprattutto di donne credenti, catechiste, animatrici liturgiche, teologhe, del tutto rappresentata nei ruoli della responsabilità da un mondo di uomini». Insomma, anche nella Chiesa del terzo millennio ci si scontra con un anacronistico stereotipo femminile di passività e docilità.

Molti genitori tentano di portare avanti una personale battaglia perché le proprie figlie siano consapevoli di avere le stesse opportunità che hanno i loro compagni maschi: poi però, nell’ambito della catechesi, diventa compito arduo spiegare in modo credibile a quegli stessi ragazzi e ragazze la siderale distanza fra il ruolo degli uomini e quello delle donne nella Chiesa. Perché i bambini portano innati certi valori (che poi crescendo, influenzati da ciò che li circonda, magari perdono) e sanno bene cosa è l’uguaglianza. Basta osservarli in un parco: non c’è sesso, colore, lingua, nazionalità che possa impedirgli di giocare insieme con reciproca soddisfazione.

È necessario ed urgente evolvere verso un’uguaglianza che non sia omologazione, che non annulli le diversità ma che consenta a ciascuno di essere sé stesso, senza dover forzatamente rispondere ad un immagine precostituita, ad un limitante cliché.

Incontrarsi tra genitori Siamo talmente presi a soddisfare i bisogni dei nostri figli da dimenticare che, per aiutarli a crescere meglio, dobbiamo innanzitutto crescere nel nostro ruolo di uomo, donna, padre, madre, genitore. Per farlo dobbiamo dedicarci del tempo. A tal proposito don Piero ci ha chiesto di farci parte attiva per contattare le famiglie con figli in età 0-6 anni, che indipendentemente dal loro credo hanno voglia di incontrarsi e scambiarsi idee ed esperienze, con la partecipazione dell'associazione Koinè. Si pensava di fare 3-4 incontri all'anno. Durante il primo incontro potrebbe essere presente una coppia che racconterà la propria esperienza. Noi non vi conosciamo tutti, ma potrete contattarci sia tramite la mail del bollettino parrocchiale, tramite don Piero o telefonicamente. Anche quelle famiglie che hanno figli più grandi ma che sentono la voglia di partecipare sono le benvenute. Elena e Marco Cescatti, Carmela e Giovanni Plotegher.

Campeggio parrocchiale 2014 !L’associazione parrocchiale Koinè organizza anche per l’anno 2014 il campeggio estivo. Lo fa tornando alla formula originale, ossia campeggio per bambini/ragazzi dalla 2° elementare alla 3° media. Quest’anno andremo nel comune di S. Lorenzo in Banale, zona ricca di possibilità di esercitare escursioni e attività all’aperto, nella settimana che va dal 24 al 31 d’agosto. Il campeggio dà la possibilità ai partecipanti di vivere un’esperienza comune, in amicizia, condivisione e tanto divertimento. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 aprile 2014, per informazioni più dettagliate contattare Elena (348/0458921) o Nadia (348/3503173).

Festa di vicinato il 3 maggio 2014 In questi anni frenetici in cui tutti siamo impegnati a destreggiarci fra mille impegni, capita spesso di ignorare il volto dei nostri stessi vicini di casa. Questa vuole essere l'occasione per allargare le nostre conoscenze alla gente della porta accanto e per farsi un'idea delle associazioni che operano nel quartiere. Appuntamento alle 16.00 di sabato 3 maggio al parco Moschen di via Caio Valerio Mariano.

Giornata comunitaria sul Dos Trento Domenica 25 maggio 2014 Anche quest’anno ritorna la tradizionale giornata comunitaria sul Dos Trento organizzata dalla comunità di Piedicastello con il prezioso aiuto dei volontari dell’unità pastorale di Trento Nord. È una data importante che coinvolge e riunisce le quattro comunità di Piedicastello, CristoRe, Vela e Madonna della Pace. L'appuntamento è per le ore 11.30 in cima al Dos Trento (per chi avesse necessità sarà disponibile fin dalle ore 10.00 il servizio di navetta), nell’area della basilica paleocristiana per la Santa Messa. Seguirà il consueto lauto pranzo e poi, nel pomeriggio, giochi e una gustosa merenda... saranno graditi torte e dolci da condividere, nello spirito che contraddistingue questa giornata speciale.

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!Inserite la lettera corrispondente, scoprirete che è quasi pensionabile!Orizzontali : 1)Anno Domini - 3) nome maschile – 7) giusto – 10) prime lettere – 11) tanti – 14) gruppo parrocchiale -15) centro di duca – 16) casa del parroco – 18 ) in dialetto peggio del “bus” - 21) abito religioso – 22) da lui a Pilato – 26 ) consumato – 27) mangiare alla sera – 28) i quattro scrittori del vangelo – 30) assemblea dei Vescovi – 31) lo spezzò Gesù – 32 ) non credono – 33) finì a Cana – 35) giorno – 36) esclamazione!

Verticali: 1) Priore – 2) offrire – 3) nome femminile – 4) inizia eccolo – 5) sulla facciata della nostra chiesa – 6) ordine Religioso – 8) caratterizza la persona – 9) ammazzate – 10) Avanti Cristo – 11) porta il saio – 12) classici e scientifici – 13) sigla TV – 17 ) valle trentina – 19) particola – 20) mi e ti – 22) prima donna - 23 ) principesse non baciate – 24 ) l'Alcide trentino iniz. Cognome – 25) serve vocali – 27) titolo onorifico abb. - 28) pancia – 29) latitudine abbr. GP (La soluzione del cruciverba è consultabile sulla copia del bollettino pubblicata sul sito internet della parrocchia)

L'ALTRA SPONDA !Per chi che varda dala zità Pedecastel el sta al de là. Ma per quei de Pedecastel a star de là l'è quei dela zità. !Giovanni Plotegher !

BUONA PASQUA, !Nei miei sogni ho immaginato un grande uovo colorato. Per chi era? Per la gente dall’oriente all’occidente: pieno, pieno di sorprese destinate ad ogni paese. C’era dentro la saggezza e poi tanta tenerezza, l’altruismo e la bontà, gioia in grande quantità. Tanta pace, tanto amore da riempire ogni cuore.

18 MAGGIO...

Prima Eucaristia!!Ciao a tutti, noi siamo i bambini che il prossimo mese riceveranno la prima Comunione. Grazie a questo giornalino abbiamo l’occasione di presentarci alla comunità e domandare a tutti l’aiuto della preghiera e del buon esempio. Il nostro cammino di preparazione è al secondo anno e all’inizio di quest’anno ci sono state alcune novità: prima di tutte le nostre “aiuto catechiste” Nadia e Rosy sono state promosse a catechiste effettive, poi mamma Irene si è proposta come aiuto ed infine è apparsa un’altra catechista di nome Claudia mamma di Stefano nostro nuovo compagno. Fortunatamente per noi bambini non ci sono solo mamme, ma spesso agli incontri c’è anche Elena una ragazza molto dolce e sempre disponibile… così la nostra squadra è al completo. Gli incontri sono cominciati verso metà novembre e oltre a prevedere la giornata di un venerdì al mese siamo stati invitati a partecipare anche ad un sabato mensile con una formula molto simpatica: si comincia alle 16.00 con un po’ di catechismo, poi per farci tenere la bocca chiusa ci offrono una sfiziosa merenda, infine prima dell’incontro con Gesù alla Messa

delle 18.00, un gruppo di volenterosi genitori ci intrattiene con giochi e attività. Durante questo cammino abbiamo scoperto il significato della parola “Domenica” e della parola “Eucaristia”, abbiamo realizzato e poi regalato un nostro lavoretto alla comunità e questo ci ha fatto capire il vero significato di donare. Insieme a Don Piero abbiamo messo in pratica la parabola del buon Seminatore perché ognuno di noi ha seminato nel suo vasetto un chicco di grano così che possa germogliare, crescere e portare molto frutto. Il giorno tanto atteso si avvicina e noi bambini vogliamo far sapere a Gesù che abbiamo preso un impegno: diventare terra buona, preparare il nostro cuore ad accoglierlo e aiutati dai nostri genitori e da tutta la comunità custodirlo nel cuore come un vero tesoro. !I bambini del gruppo Prima Comunione: Lorenzo, Ian, Elisa, Annachiara, Thomas D., Michele, Ilaria, Gaia, Andrea, Francesco, Alice, Lisa, Luca, Gabriel, Alessia, Thomas P., Emilio, Damiano, Mattia, Tobia, Tommaso, Stefano.

SPUNTI AUTOREVOLI... La parrocchia secondo papa Francesco Dal discorso di papa Francesco ai vescovi della Repubblica Ceca, 14 febbraio 2014. Per favorire nei fedeli l’adeguata conoscenza di Gesù Cristo e l’incontro personale con Lui, voi siete chiamati anzitutto ad incrementare le opportune iniziative pastorali volte ad una solida preparazione ai Sacramenti e ad una partecipazione attiva alla liturgia. È necessario altresì l’impegno per l’educazione religiosa e per una presenza qualificata nel mondo della scuola e della cultura. Non può mancare da parte vostra un’apertura vigile e coraggiosa agli impulsi nuovi dello Spirito Santo, che distribuisce i suoi carismi e rende disponibili i fedeli laici ad assumere responsabilità e ministeri, utili al rinnovamento e alla crescita della Chiesa. Per affrontare le sfide contemporanee e le nuove urgenze pastorali, è necessaria una sinergia tra il clero, i religiosi e i fedeli laici. Ognuno nel proprio ruolo è chiamato a dare un generoso apporto affinché la Buona Novella sia annunciata in ogni ambiente, anche quello più ostile o lontano dalla Chiesa; affinché l’annuncio possa raggiungere le periferie, le diverse categorie di persone, specialmente i più deboli e i più poveri di speranza. Di cuore auspico che, fiduciosi nelle parole del Signore che ha promesso di rimanere sempre presente tra noi (cfr Mt 28,20), continuiate a camminare con la vostra gente sulla strada di una gioiosa adesione al Vangelo. Se per un lungo periodo la Chiesa nel vostro Paese è stata oppressa da regimi fondati su ideologie contrarie alla dignità e alla libertà umana, oggi dovete confrontarvi con altre insidie, quali ad esempio il secolarismo e il relativismo. È pertanto necessario, accanto ad un annuncio instancabile dei valori evangelici, un dialogo costruttivo con tutti, anche con coloro che sono lontani da ogni sentimento religioso. Le comunità cristiane siano sempre luoghi di accoglienza, di confronto aperto e pacato; siano operatrici di riconciliazione e di pace, stimolo per l’intera società nel perseguimento del bene comune e nell’attenzione verso i più bisognosi; siano operatrici della cultura dell’incontro. Di fronte alle condizioni di precarietà in cui vivono varie fasce della società, specialmente famiglie, anziani e malati, come pure di fronte alle fragilità spirituali e morali di tante persone, in particolare i giovani, la comunità cristiana tutta si sente interpellata, a partire dai suoi pastori, e segnatamente dal Vescovo. Egli è chiamato ad offrire ovunque la risposta di Cristo, dedicandosi senza riserve al servizio del Vangelo, santificando, istruendo e guidando il Popolo di Dio. Vi esorto pertanto ad essere perseveranti nella preghiera, generosi nel servire il vostro popolo, pieni di zelo nell’annuncio della Parola. Sarà vostra cura seguire con affetto paterno i sacerdoti: essi sono i vostri principali collaboratori, e il loro ministero parrocchiale richiede una opportuna stabilità, sia per realizzare un proficuo programma pastorale, sia per favorire un clima di fiducia e di serenità nella gente. Vi incoraggio a promuovere in modo sempre più organico e capillare la pastorale vocazionale, per favorire specialmente nei giovani la ricerca di significato e di donazione a Dio e ai fratelli. La vostra attenzione sia rivolta anche alla pastorale familiare: la famiglia è l’elemento portante della vita sociale e solo lavorando in favore delle famiglie si può rinnovare il tessuto della comunità ecclesiale e la stessa società civile. Come non vedere, poi, l’importanza della presenza dei cattolici nella vita pubblica, come anche nei mezzi di comunicazione? Dipende anche da loro il far sì che si possa sempre sentire una voce di verità sui problemi del momento e si possa percepire la Chiesa come alleata dell’uomo, al servizio della sua dignità.

LACRIME PER LA VITA Non poche persone e famiglie della nostra Comunità sono in relazione di sol idar ietà con i l Car itas Baby Hospital d i Bet lemme. Ecco una testimonianza da quel luogo di sofferenza dove si ama e si promuove la vita con ammirevole generosità e fiducia nella Provvidenza. !

Alcuni segnali lasciano presagire che a marzo, in Città e nella Regione, arriverà un'ondata di malattie virali. Ma ind ipendentemente da l la stagione e dalle malattie infettive, continuano ad arrivare da noi bambini affetti da patologie croniche o con disabilità. Per quanto riguarda i neonati, le famiglie spesso non si rendono conto che il figlioletto è malato oppure handicappato. Solo quando ci si accorge che il bambino stenta a crescere o ha un comportamento vistosamente diverso, i genitori, preoccupati, vengono al Caritas Baby Hospital. Se il sospetto viene confermato, ne discutiamo insieme. In un primo momento il mondo sembra cader loro addosso. Ma poi e sp r im i amo l a no s t ra v i c i n an za c on c r e t a nell'aiutarli ad accogliere il figlioletto e seguirlo in famiglia, e questo li rassicura.

Ogni persona è unica e degna di essere amata, anche se malata o handicappata. Nel nostro quotidiano riconosciamo anche che l'esistenza di ognuno ha i propri limiti. Per certe malattie, ci sono bambini che muoiono talvolta molto presto. Dobbiamo guardare in faccia anche a questa realtà. In questo ci è di molto aiuto il confronto in seno alla Commissione etica: medici, infermiere, suore, operatrici socio-sanitarie e puericultrici incontrano in questa sede i genitori, i rappresentanti delle istituzioni e teologi, cristiani e musulmani. L' impor tanza d i ques to approcc io l ' ho cap i ta da un piccolo quasi completamente paralizzato. Non siamo stati in grado di determinare con chiarezza la gravità della paralisi in quanto il piccolo non dava alcuna reazione. Stavo perdendo la speranza quando la mamma del piccolo ha mostrato di essersi avvicinata alla creatura. Già quando la donna era entrata nella stanza e parlava con l'infermiera, vidi come il piccolo sembrava avvert ire la vicinanza del la mamma. Dopo che la giovane donna si era piegata sul lettino, dagli occhi del piccolo usciva una piccola lacrima. E questo dopo giorni di totale assenza di reazione fisica. Una grande luce che mi ha fatto capire ancora una volta quanto valga la pena di lottare. A voi, donatrici e donatori, il mio caloroso ringraziamento per quello che fate; grazie a voi in questa lotta riusciamo a seguire anche i casi difficili e dire ogni giorno il nostro "sì alla vita"!

Hiyam Marzouqa, primario dell’ospedale

Coro della messa domenicale !Il Coro "Senior" di Sant'Apollinare continua con entusiasmo nella sua funzione di accompagnamento musicale della Santa Messa. I Coristi vivono con gioia ogni celebrazione ed ogni prova settimanale: occasione nella quale l'allegria del gruppo si esprime liberamente! Il Coro ringrazia tutti coloro che apprezzano la musica eseguita nella Liturgia come strumento di preghiera ed invita tutti a partecipare alle piacevoli fatiche del Canto!!!

Coro della messa prefestiva !Il coro della messa del sabato ha subito vari cambiamenti nel corso degli anni. Ha cominciato nel 2006 nella tenda con tastiera e due chitarre, fino a trasformarsi nel 2013 in un coro con organo e direzione. Il percorso non è sempre stato facile, come non è stato facile proporre canti del repertorio passato che vadano bene all'attuale formazione. Non aiuta neanche il fatto di essere composto esclusivamente da donne: riducendo le voci di un canto da quattro a due. Ma si sta lavorando, cercando pezzi nuovi e adattandoli alle diverse caratteristiche ed esigenze. Il coro ha assunto come impegno fisso, oltre alla partecipazione delle messe prefestive della parrocchia, l` animazione della messa di Natale della Casa di Riposo De Tschiderer di Trento: è sempre un bel momento di condivisione della lode al Signore con gli anziani che ci vivono. Da quest'anno inoltre gran parte dei componenti ha deciso di aderire alla Koine, dimostrando che il coro non è solo un servizio all'interno delle celebrazioni, ma parte attiva della Parrocchia. Il coro è sempre alla ricerca di nuovi cantori: chi fosse interessato contatti Maddalena.

DAI NOSTRI MISSIONARI !Carissimi, non sono ancora capace di raccogliere tutte le emozioni che questa nuova avventura mi dà. Dato il poco tempo, vi giro l’intervista fattami da Stefano Femminis pubblicata sul mensile Popoli n. 3 del 2014 ripromettendomi di scrivervi al più presto. Un abbraccio a tutti. Padre Fabio Garbari dalla Bolivia (San Ignacio 7 marzo 2014) “Sono a San Ignacio solo da un mese e mezzo, però l’impressione, rispetto alla durezza dell’altopiano andino, è quella di essere arrivati in un mondo fatato”. Così si confida il gesuita Fabio Garbari, missionario in Bolivia. Poco prima di Natale ha lasciato Jesùs de Machaca, 3.800 m. di quota: un villaggio non lontano da La Paz, ma in realtà lontano da tutto, per carenza di strutture. O almeno questo era lo scenario che, più di 20 anni fa si è trovato davanti. Poi, grazie ai finanziamenti della Provincia Autonoma di Trento, dell’associazione Amici di Villa S. Ignazio e di altri benefattori, ma soprattutto grazie alla sua determinazione e alla fiducia di tanti aymara, sono nati un caseificio (facendo arrivare mucche da latte), la coltivazione di quinoa e un piccolo ospedale. La fiducia, un concetto su cui padre Fabio torna spesso nelle lettere che invia agli amici, un piccolo manuale di inculturazione del Vangelo e soprattutto una dichiarazione d’amore per il popolo boliviano: “Se potessimo seminare fiducia, così come seminiamo patate e orzo… a questa quota c’è sempre la paura che il gelo o la siccità possano distruggere il raccolto. Così, il mondo andino ha imparato a essere parco di fiducia, con la natura e con la gente. La sfiducia mina le relazioni e non è mai facile testimoniare la fiducia, nemmeno per me. Questo mi fa scoprire che Cristo è venuto ad annunciarci proprio la fiducia di Dio in noi. Una fiducia assurda, inspiegabile che solo si spiega nella sua origine divina. Dio ci insegna ad avere fiducia in Lui nel modo più grande: avendo piena fiducia in noi”. Così, gradualmente, Fabio ha imparato ad amare quella “durezza” che solo chi nasce e vive ad alte quote può apprezzare. Alla fine del 2013, ecco una nuova avventura, in un contesto completamente diverso. San Ignacio si trova infatti nella parte orientale del Paese, nella porzione boliviana dell’immensa foresta amazzonica. Clima tropicale, natura rigogliosa e povertà un po’ meno radicale. “Tutto qui è strutturato come lo lasciarono i gesuiti quando furono cacciati. Tutto è centrato su una liturgia festiva che rappresenta un misto della storia biblica della salvezza e della tradizione mojena, (la cultura india tipica di questa regione) dai sacristanos, dal coro musicale e dai doctrineros, ci sono più di 40 organizzazioni e confraternite che dirigono la vita sociale e liturgica del villaggio”. Dalle Ande all’Amazzionia, ecco quindi panorami, tradizioni e idiomi completamente diversi. Resta identica la sfida: “Se mettiamo da parte i nostri schemi mentali ci rendiamo conto che l’incontro con Cristo non è né cristiano né pagano, né romano né aymara. Per troppo tempo la chiesa ha “evangelizzato” e non “annunciato”, ha presentato delle istituzioni e non un messaggio. Ancora oggi la gente va aiutata a compiere un passaggio decisivo: non chiedere messe, battesimi, benedizioni, ma l’incontro con Cristo”.

Quarant'anni e non sentirli ! Il nostro parroco festeggia quest'anno le nozze di smeraldo, ovvero quarant'anni di sacerdozio, trentatré dei quali (età fatidica) nella nostra parrocchia. Il baldo pretino, che negli anni ha modificato l’aspetto fisico (lo riconoscete nella foto?) ma non il carattere austero, vi aspetta tutti per festeggiare l'anniversario il 26 giugno o in data diversa che vi verrà personalmente da lui comunicata. ! !

S.APOLLINARE - PIEDICASTELLO: notiziario della Parrocchia di Sant'Apollinare - Trento - Aprile 2014Comitato di redazione: don Piero Rattin, Franca Franceschini, Gianfranco Bernardinatti, Giovanni Plotegher, Giuliana Bassi.

Redazione: 38122 TRENTO - Piazzetta Sant'Apollinare, 3 - tel. e fax 0461/235625 !e-mail: [email protected] - sito internet: http://www.santapollinare.tn.it

SETTIMANA SANTA E PASQUA 2014

DOMENICA)DELLE)PALME:)13)aprile!!Sabato) 12) ore) 18.00:! Benedizione! degli! Ulivi! davan/!all’Oratorio,!!Processione!in!chiesa!e!S.MESSA!!DOMENICA) 13) ore) 10.00:! Benedizione! degli! Ulivi!davan/!all’Oratorio,!!Processione!in!chiesa!e!S.MESSA)Alle!ore!20.15)(in!chiesa):)Vespri!di!Passione!e!inizio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!dell’Adorazione!Eucaris/ca.!!!LUNEDÌ)SANTO:!14)aprile!(Tu$e&le&celebrazioni&hanno&luogo&in&chiesa)&!!8.30:!LODI!e!Adorazione!Eucaris/ca!fino!alle!10.00!!16.00:!Ora!di!Adorazione!per!gli!abitan/!di!Lung’Adige!!!!!!!!!!!!!!!M.Apuleio!e!via!Druso!17.30:) Incontro! di! Preghiera! per! i! ragazzi! che! hanno!già!celebrato!la!Prima!Eucaris/a)20.15)S.Messa,)Adorazione)e)benedizione))!!MARTEDÌ)SANTO:!15)aprile)!&&&8.30:!!LODI!e!Adorazione!Eucaris/ca!fino!alle!10.00!16.00:! Ora! di! Adorazione! per! gli! abitan/! di!Piedicastello,!via!Brescia,!via!Doss!Trento!e!località!san!Nicolò!!17.30:) Incontro! di! Preghiera! per! i! bambini! che! si!preparano!alla!Prima!Comunione!20.15:))S.Messa,)Adorazione)e)benedizione))!MERCOLEDÌ)SANTO:!16)aprile!!!8.30:!!LODI!e!Adorazione!Eucaris/ca!fino!alle!10.00!Nel!pomeriggio:))CONFESSIONI)(vedi!orari!a!parte)!20.15:)S.Messa)Adorazione)e)benedizione)))

IL)TRIDUO)SACRO)

)GIOVEDÌ)SANTO:)17)aprile)

Al& ma6no& in& Ca$edrale& alle& ore& 9:& Concelebrazione!della!“Messa!del!Crisma”!per!la!benedizione!degli!Olii!San7!!In)Parrocchia:!20.15:! S.MESSA) dell'UlPma) Cena) e) Reposizione)

dell’EucarisPa.)!21.30! P! 22.30:! Ora! di! Adorazione! per! Catechis/,!Animatori!e!quan/!altri!vorranno!partecipare!!VENERDÌ)SANTO:)18)aprile&&E’&giornata&penitenziale&di&digiuno&e&as?nenza)))8.30:)Preghiera)di)Lodi)

15.00:)LITURGIA)DELLA)PASSIONE)E)MORTE)DEL)

))))))))))SIGNORE,)Adorazione)della)Croce)e)Comunione.))

21.00:)Via)Crucis)processionale)per)Lung’Adige))

)))))))))))))M.Apuleio,)partendo)dal)ponte)di)San)Giorgio.)

Le&offerte& raccolte& in& questo&giorno& saranno&devolute&in&solidarietà&alle&Comunità&cris?ane&della&Pales?na&e&della&Siria.&!SABATO)SANTO:)19)aprile)

))8.30:)!Preghiera:!“Con)Maria)al)sepolcro)di)Gesù”!21.00:)LITURGIA)DELLA)RISURREZIONE)DEL)SIGNORE:)

Celebrazione) della) Luce) (all’ingresso! del! sagrato),)Veglia)Pasquale)con)la)celebrazione)dell’EucarisPa.&!PASQUA)DI)RISURREZIONE:)20))aprile)

10.00))\))S.)MESSA)PARROCCHIALE)

20.15) \) Vespri) della) Risurrezione,) Benedizione!eucaris/ca! e! saluto! pasquale! a! Maria! madre! del!Signore!!

LUNEDÌ)DI)PASQUA:)21)aprile)

10.00:)Celebrazione)della)S.Messa!!!Date e orari delle celebrazioni pasquali si possono consultare anche sul sito internet, all’indirizzo:

http://www.santapollinare.tn.it/pasqua-2014.html

LE CONFESSIONI !Mercoledì Santo: dalle 16.00 alle 18.00 per tutti alle 18.00: Riconciliazione per i ragazzi che hanno già ricevuto la Prima Comunione !Venerdì Santo: dalle 17 alle 19 per tutti Sabato Santo: dalle 16 alle 19 per tutti ! Il Parroco visiterà i malati a domicilio nei giorni della Settimana Santa o dell’Ottava di Pasqua.!