Partita tripla 2013

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E’ forte una scuola così

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E’ forte una scuola così

Ciao Guglielmini, per questa nuova edizione 2013 di Partita Tripla la copertina, come anche la quarta di copertina, sono le vincitrici del concorso indetto dalla nostra redazio-ne!!! Anche quest’anno abbiamo partecipato al concorso quello indetto dall’Ordine dei Giornalisti “Fare il giornalino nelle scuole”. Ebbene abbiamo vinto per il secondo anno consecutivo !!! E per questo dobbiamo ringraziare tutti quelli che collaborano alla realizzazione del giornalino, scriven-do articoli, scattando foto…… E ai professori, che con tanta pazienza ci hanno so-stenuto per questa nuova edizione….. Grazieeeeee! Per non annoiarvi ancora vi lasciamo alla lettura, e speriamo che possa essere piacevole e di-vertente….

P.S. Quelli che non avevano niente altro di meglio da fare ed hanno scritto gli articoli di questo giornalino sono:

Chiara Sparro, Stefania Andreolli, Lesme Gabriel Parraga Villacis, Paolo Viola, Elena Uc-

cheddu, Arnela Suhopoljac, Arianna Paluschi, Marta Bordiga, Rozzoni Stefano, Mattia San-galetti, Viviana Tadini, Nadia Panzera, Tamara Belloni, Marcella Legnani, Federica Morig-

gi, Antonella Pavon, Davide Coita, Francesca Airoldi, Greta Chiapparini, Olga Leali, Sara Bosco, Lingiardi Nicola, Manuel

Nardella, Francesco Pastore, Sara Fedrici, Elena Piacentini, Valentina Rinaldi, Manuela Co-sta, Chiara Anzani, Erika Fortin, Christian Blini, Domenico Mercuri.

Sommario:

Premiati a Benevento pag. 4-5

Concorso Anteas pag. 6

Concorso Same pag. 7

Alla fiera dei librai pag. 8

Conferenza sull’HPV pag. 9

L’investimento siamo noi pag. 10

Alternanza Scuola-Lavoro pag. 11

Guida alla vita pag. 12

Caleigh O’Donnel pag. 13

Stage a Canterbury pag. 14-17

Gemellaggio Russia pag. 18-19

Gemellaggio Friburgo pag. 20

Deutschland! pag. 21-22

Sviluppo insostenibile pag. 23

Edimburgo pag. 24-25

Il buio oltre la porta pag. 26-27

E lo chiamano amore pag. 28

La bella addormentata pag. 29

The Help pag. 30

Quasi amici pag. 31

Un giorno da senatori pag. 32

Il reportage pag. 33-35

Le copertine del concorso pag. 36-38

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Martedì 16 aprile 2013:

Ore 5.50, Stazione Centrale di Treviglio, sette ragazzi e due

professoresse, A. Pasini e C. Gazzola, iniziano la loro avventu-

ra : la meta è Benevento, la missione è ritirare il sudato pre-

mio indetto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e, anche

quest’anno, vinto dal nostro giornale scolastico . Dopo un pri-

mo scalo a Milano Lambrate, che vede una vana corsa in stile

Mennea, con scatto finale alla Usain Bolt ,da parte della pro-

fessoressa Gazzola, per prendere la coincidenza che ci avrebbe

portato a Milano Centrale, riusciamo fortunatamente a pren-

dere il treno successivo e a salire finalmente sul Freccia Rossa

alle 7.00.

Dopo cinque ore di viaggio di puro relax, passate a torturare le

professoresse, siamo arrivati a Napoli Centrale per poi final-

mente prendere il treno , che ci ha portato a BENEVENTO.

Superati gli ostacoli per arrivare all’hotel, abbiamo potuto visi-

tare brevemente i giardini pubblici e, dopo aver testato la per-

fetta forma fisica della professoressa Pasini, che si è destreg-

giata in salti (da una panchina per fare una foto con i suoi stu-

denti), abbiamo seguito la nostra serrata tabella di marcia.

Ore 16.00, la redazione si è recata alla conferenza “Libertà di

informazione e tutela della persona” presso il teatro di Palazzo

De Simone. Questa iniziativa, ideata dall’Ordine per dare spa-

zio ai giovani, vuole promuovere e stimolare la formazione di

nuovi giornalisti. I relatori presenti erano: Enzo Iacopino, pre-

sidente dell’Ordine, Carlo Maria Lo Savio, giornalista inviato

speciale del TG2 e Giovanni Fuccio, coordinatore della decima

edizione della manifestazione di Benevento.

L’argomento ha suscitato in noi molte domande, tra cui:

1. Fin dove si spinge il dovere di informare?

2. Per il giornalista è più importante informare o tutelare la

persona ?

3. Quando l’informazione tutela la persona?

4. Quando , invece, l’informazione viola la privacy?

5. I personaggi pubblici hanno diritto alla stessa privacy

degli individui comuni?

1. È giusto pubblicare su giornali e mezzi di comunicazione

immagini violente?

2. Come si difende la privacy e la tutela dei minori?

3. Qual è il rapporto tra carta stampata e moderni network?

4. Fino a che punto la politica condiziona l’informazione e la

libertà dei giornalisti?

5. In quali Paesi i giornalisti vengono più spesso minacciati?

6. In che modo i nuovi contratti di lavoro dei giornalisti,

spesso precari, condizionano la loro libertà e la loro liber-

tà di informazione?

7. Il blog è un mezzo di informazione?

Da queste domande poste dai giornalisti e, a volte, anche da

noi studenti presenti, è emerso che la professione del giornali-

sta è complessa e delicata, soprattutto in un contesto odierno,

che spesso vede giornalisti giovani sottopagati, precari e per-

tanto disposti a scendere a compromessi. In diversi Paesi del

mondo, alcuni giornalisti sono stati anche assassinati (vedi il

caso di Anna Politkovskaja in Russia).

Sparro C. & Andreolli S.-4^E

Premiati a Benevento

Per il secondo anno consecutivo il nostr

o istituto vince il premio

come miglior giornalino nella categoria “on-line”

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In altri Paesi, i giornalisti subiscono minacce e pressioni.

Qualcuno li addita come casta privilegiata, ma certamente

senza il lavoro di molti di essi,non avremmo la possibilità di

essere informati e la società sarebbe meno democratica. Pro-

prio il 2013 è stato proclamato dall’ONU “anno mondiale del-

la libertà d’informazione “.

Per queste ragioni l’Ordine consapevole dell’importanza e del

ruolo sociale della professione ha redatto un documento uffi-

ciale, “la Carta di Treviso”, una sorta di codice deontologico,

che regola il delicato rapporto tra libertà di informare e dove-

re di rispettare la riservatezza della vita privata delle persone,

soprattutto dell’infanzia.

Terminata la conferenza, ci è stato offerto un delizioso rinfre-

sco con dolci locali e, anche se con qualche difficoltà, siamo

riusciti a strappare una fotografia con il Presidente Jacopino.

Infine , dopo una giornata , che definire “impegnativa” è dav-

vero un eufemismo, siamo ritornati in hotel, dove abbiamo

potuto finalmente dormire

Mercoledì 17 aprile 2013

Nella mattinata dell’ultimo giorno di permanenza ci è stata

offerta un’ opportunità che ci ha entusiasmato molto: LA VI-

SITA NON PROGRAMMATA NEI SOTTERRANEI DEL

DUOMO DI BENEVENTO.

Sotto il Duomo di Benevento, in concomitanza con recenti

scavi, si sono rinvenuti degli insediamenti di capanne risalenti

al 6000 a.C. . L’archeologo che ci ha accompagnato nella visita,

Il giovanissimo Giannicola Barone ha illustrato le varie fasi

storiche vissute dal territorio della località campana. Si sono

trovati reperti risalenti all’ epoca sannitica (300-200 a.C.) a cui

seguono le epoche, romana repubblicana e imperiale ,di cui

sono stati rinvenuti dei resti del macellum (mercato), delle

terme e di oggetti usati per cerimonie funebri.

La successiva fase è quella tardo antica (500-400 d.C.), che

vede la costruzione della basilica paleocristiana andata distrut-

ta nel 1943 con i bombardamenti della Seconda Guerra Mon-

diale. L’attuale basilica fu ricostruita dopo gli anni 50, utiliz-

zando il portale di bronzo e le campane della vecchia basilica.

Dopo la visita abbiamo avuto il tempo di bere un caffè e di

riflettere su il patrimonio culturale presente nel nostro Paese,

anche in piccole località, spesso non valorizzato quanto do-

vrebbe a causa della mancanza di finanziamenti. Basta pensare

al giovane archeologo che ci ha fatto da guida che, oltre a

svolgere questa mansione durante la mattina, il pomeriggio si

occupa del mantenimento di tutta l’area archeologica interes-

sata e della catalogazione di tutto il materiale presente. In que-

sto caso un maggiore impiego di personale permetterebbe più

visite e quindi incentiverebbe il turismo. Il nostro è un paese

che potrebbe costruire più opportunità lavorative sul numero-

so patrimonio artistico che ha la fortuna di possedere di cui

Benevento è un singolare esempio.

Alle 11 ci siamo recati presso il Forum di Benevento per ritira-

re il fatidico premio e successivamente gli organizzatori ci

hanno offerto un veloce pranzo, poi di nuovo una corsa per

prendere in tempo la coincidenza per Napoli prima di far ri-

torno alla monotona cittadina di Treviglio. Ma non poteva

mancare l’ultimo problema: un ritardo di ben 60 minuti (tra

Milano centrale e Treviglio). Che dire? Questo premio ce lo

siamo sudati in tutti i sensi, ma siamo riusciti a arrivare sani e

salvi per mezzanotte, giusto in tempo per festeggiare il com-

pleanno di Stefi!

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“RENDERE I CITTADINI EUROPEI MAGGIORMENTE CONSAPEVOLI

DEI PROPRI DIRITTI E INCORAGGIARLI A PARTECIPARE ATTIVA-

MENTE ALLA VITA DEMOCRATICA DELL'UE"

Facendo riferimento alle tue conoscenze storico- geografiche, commenta questa affermazione , parte integrante della proclamazione del " 2013 anno europeo dei cittadini"

Credo che ogni persona, che vive nell’area che al giorno d’oggi chiamiamo

“Europa”, sappia di appartenere ad una comunità molto più ampia chiamata U-

nione Europea o “UE”, se vi è più comodo. Probabilmente sa anche che faceva-

no parte di “questa” UE, viene considerata dai suoi cittadini, cittadino europeo.

Ma sa cosa significa essere cittadino europeo? E prima ancora, sa cos’è “questa”

UE di cui fa parte, e come si è arrivato ad essa?.

L’UE è un’organizzazione costituita da un gruppo di paesi europei che hanno

deciso di adottare norme comuni per regolare una vasta gamma di tematiche. Per

costruire la sua storia non bisogna andare molto lontani, ci basta partire da quel

famoso 1946, anno particolare per i paesi europei che si trovarono, per la mag-

gior parte in una dura situazione post-bellica. Era appena finita la seconda guerra

e, oltre alla grave situazione di certi paesi, bisognava far fronte alle tensioni provo-

cate dalla stessa guerra.

Così, i paesi europei, stabilirono un obiettivo comune: garantire la pace tra le na-

zioni europee. Nel 1950 si fa un bel passo avanti verso questa garanzia e, sulla base della Dichiarazione Schuman,

nell’aprile 1951 viene sancito il Trattato di Parigi che stabilisce la prima comunità europea: la CECA. Da qui in avanti si

succedono nel tempo altri trattati che sanciscono altre comunità che, nel 1992, grazie al trattato di Maastricht, hanno por-

tato all’unificazione dell’area europea e di conseguenza alla nascita di “questa” UE. Insieme alla nascita i questa nuova

comunità, nasce una nuova popolazione: i cittadini europei.

Questa grandiosa nascita avviene soprattutto grazie a due particolari eventi: la caduta del muro di Berlino nel 1989 e i pro-

cessi di democratizzazione nei paesi centro-orientale.

Da quel momento in poi tutto è cambiato perché le persone che abitano in questa nuova comunità possono ritenersi a

tutti gli effetti cittadini di tale comunità. Essere un cittadino di “questa” UE, però, ha un significato particolare e profondo,

perché con la semplice affermazione “cittadino dell’UE” si sta alludendo a delle grandi possibilità. Essere cittadino di

“questa” UE significa che puoi spostarti tra i paesi membri dove e quando vuoi, significa che sei libero di scegliere il tuo

parlamento, il Parlamento Europeo, portando così un pezzo di te all’interno di “questa” UE. Significa inoltre che puoi

usufruire della protezione diplomatica sia negli stati membri che in un terzo stato; significa che puoi far valere le tue idee e

ciò che pensi di “questa” UE scrivendo alle istituzioni nella lingua che ti è più comoda.

In conclusione, se sei cittadino di “questa” UE avrai sempre la garanzia che preserverai la tua dignità, libertà, uguaglianza,

solidarietà, cittadinanza e giustizia. Significa quindi che ogni tuo diritto dovrà rimanere intatto, diritti importanti, diritti che

dovrebbero stimolare le persone ad essere migliori e convivere pacificamente con se stessi e con gli altri. Questo dovreb-

be succedere e questa dovrebbe essere l’UE, perché è questo che ci ha portato “questa” UE.

IO non sono un cittadino di “questa” UE, vengo da un piccolo paese del Sud America chiamato Ecuador, dove ho vissu-

to fino all’età di 7 anni. La sua storia è una storia un po’ drammatica e spesso condizionata dalla menzogna.

La situazione oggi è cambiata; è un paese più stabile e probabilmente i diritti vengono garantiti e concessi, ma non fa parte

di qualcosa di così importante come “questa” UE. E sarebbe importante farne parte, perché “questa” UE garantisce la via

per essere migliori, garantisce diritti e possibilità che probabilmente molti paesi non hanno, e allora perché non usarli?.

Probabilmente ciò che ho voluto dire con tutto questo è che le persone dovrebbero diventare dei cittadini europei e

“questa” UE dovrebbe diventare, tutta, una comunità per i suoi cittadini. IO non sono un cittadino di “questa” UE ma

spesso non lo sono nemmeno le persone che potrebbero esserlo perché non conoscono le possibilità che offre la comu-

nità. E citando e modificando una famosa frase di Cavour “L’UE- in questo caso al posto dell’Italia- è fatta, ora bisogna

fare gli europei!”.

CONCORSO ANTEAS Lo studente Lesme Gabriel Parraga Villacis di 5^E vince il concorso con

un tema sulla cittadinanza europea.

Lesme Gabriel Parraga Villacis

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7 Partita Tripla - 2013

Concorso Same Deutz–Fahr

L’INGEGNO AL SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA

Premiata la Classe 4^D

Venerdì 19 aprile, premiata la classe 4^D, che ha partecipato al concorso “ L’ingegno al servizio

dell’agricoltura. Dal sogno Cassani, una storia di uomini e macchine” indetto dalla Same Deutz – Fahr per pro-

muovere la diffusione della cultura d’impresa.

Gli studenti hanno sviluppato il tema dell’evoluzione del lavoro umano in ambito industriale e in particolare

nella realtà dell’azienda trevigliese, presentando un lavoro in power point che ricostruisce la storia della Same

dagli inizi fino alle attuali dimensioni di realtà multinazionale.

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L unedì 22 aprile dieci ragazzi della Redazione di “Partita Tripla”, assieme alle docenti A.

Pasini e C. Gazzola, si sono recati alla cinquantaquattresima Fiera dei Librai a Bergamo,

in quanto invitati dallo staff dell’evento per raccontare l’esperienza vissuta a Benevento.

La mostra è stata organizzata all’interno di una struttura allestita appositamente per ospita-

re le oltre diciotto scuole della provincia bergamasca che, come noi, redigono

un giornalino scolastico.

Nel corso della manifestazione ogni istituto ha presentato il proprio Giornali-

no, mostrandone le caratteristiche principali e svelando

alcune peculiarità che hanno reso i loro operati apprezza-

ti da studenti e insegnanti.

Particolare rilievo è stata data al premio assegnato al no-

stro giornalino dall’Ordine dei Giornalisti. La nostra

scuola infatti risulta essere stata l’unica della provincia

ad avere ottenuto tale riconoscimento.

Va naturalmente aggiunto che Partita Tripla è una testa-

ta ormai “storica” del nostro istituto: la sua prima usci-

ta infatti risale al dicembre 1961 ed il suo nome deriva

dalla terminologia contabile "Partita Doppia", in linea

quindi con il carattere della scuola.

Con disinvoltura i nostri studenti hanno mostrato al

pubblico la copia di “Partita Tripla” selezionata e premiata

dall’Ordine.

Abbiamo apprezzato le presentazioni, tutte molto interes-

santi, dei giornalini scolastici delle altre scuole.

La manifestazione, organizzata per la prima volta dall’UST

di Bergamo, ha avuto il pregio di mostrare come nelle scuo-

le sia ormai una realtà la cultura del giornalino e che tale at-

tività vada incoraggiata.

Per concludere la manifestazione è stata per noi

un’occasione di confronto e di condivisione di idee e di mo-

dalità di lavoro. Ne siamo usciti arricchiti, come sicuramente

è stato per gli altri studenti presenti, e pronti a migliorarci.

Pronti e preparati ad affrontare le future sfide.

Alla Fiera dei Librai

La redazione di “Partita Tripla” incontra i suoi “colleghi”

Paola Viola - 4 ^F

Elena Uccheddu- 4 ^F

Arnela Suhopoljac- 4 ^F

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9 Partita Tripla - 2013

N ella mattinata di mercoledì 20 marzo, presso la sala conferenze dell'istituto medici e tec-

nici dell'Ospedale di Treviglio, sezione di Citologia diagnostica e di Ginecologia, hanno

incontrato gli studenti delle classi quarte. L’evento è stato proposto per diffondere nozio-

ni riguardanti la prevenzione dell’infezione da HPV e il vaccino, con lo scopo di aumen-

tare la consapevolezza dei rischi ai quali sono esposti anche i giovani.

La conferenza, a contenuto scientifico opportunamente semplificato in modo da far comprendere a

tutti i presenti le nozioni base del tema trattato, si è aperta con una breve definizione del virus HPV:

"Virus a DNA diffuso in molte specie diverse, tra le quali due (alfa e beta) infettano il genere umano,

indifferentemente dal sesso e dall'età". Dopo questo piccolo inquadramento l'attenzione si è spostata

sulla diffusione e trasmissione del virus in questione, ma ciò che ha colpito maggiormente il pubblico

partecipante sono state le conseguenze dell'HPV. "Nell'80% dei casi l'infezione viene debellata dalle

difese immunitarie senza che la persona si accorga di averla contratta", hanno specificato più volte le

specialiste. "Tuttavia talvolta il virus non viene eliminato originando tumori, i quali nel 2012 hanno

provocato ben 1500 decessi" ha precisato Roberta Parolari, specialista ORL.

Sebbene le relatrici durante l'incontro abbiano affrontato il tema HPV sotto ogni prospettiva, il punto

sul quale hanno insistito maggiormente è la prevenzione: sicuramente gli studi e gli esperimenti per

la ricerca di nuove cure per combattere l'HPV sono importantissimi, ma ancor prima sono indispen-

sabili e vitali, nel vero senso della parola, i progressi nella prevenzione. A tal proposito ecco quanto

affermato da Patrizia Morganti, specialista ostetrico-ginecologo dell'ospedale trevigliese: "Sebbene

l'avvento dei vaccini renda possibile una prevenzione primaria, l'arma più efficace resta lo screening

eseguito con test convalidati scientificamente". Questo a dimostrazione dell’importanza che ricopre

la prevenzione nella donna, rappresentata dal PAP-TEST, il quale mira ad individuare le lesioni pre-

cancerose prima che la malattia possa divenire conclamata.

La Dottoressa poi ha concluso il suo intervento parlando del vaccino antiHPV, delle strutture a cui

rivolgersi per la somministrazione, delle modalità di somministrazione, dei soggetti ai quali è preferi-

bile somministrarlo e dei costi.

Al termine della conferenza Diana Simoncelli, tecnica di Citologia, ci ha invitato a diffidare da ciò

che si legge nei siti internet per quanto riguarda l'HPV e le patologie ad essa connesse, perché spesso

si tratta di notizie e consigli errati, che potrebbero peggiorare una situazione di per sé delicata.

Conferenza

sull’infezione da HPV

Quando prevenire è meglio che curare

Arianna Paluschi - 4D

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10 Partita Tripla - 2013

I struttivo, coinvolgente, attuale.

Sono questi gli aggettivi che descrivono

l’incontro “INVESTIRE OGGI” al quale abbia-

mo partecipato noi alunni di Quarta E, insieme

ad altre classi quarte.

La lezione con i relatori della Banca Unicredit è avve-

nuta venerdì 3 maggio 2013 e lo scopo principale è

stato quello di educare noi giovani nell’approccio agli

investimenti, che potremo affrontare in futuro.

I relatori hanno cercato di farci capire che è importan-

te conoscere almeno l’ABC del mondo degli investi-

menti perché è un argomento molto attuale e utile poi-

ché una sua mancata conoscenza comporta dei rischi.

Questo incontro è stato motivante perché abbiamo

riscontrato che gli argomenti affrontati in classe si

concretizzano nella vita di tutti i giorni, anche se spes-

so noi future generazioni ci sentiamo estranee e di-

stanti da questo mondo.

Gli argomenti trattati durante la mattinata sono stati in

particolar modo i titoli di credito, ad esempio le azioni

e le obbligazioni con i rischi derivanti da esse.

Il mondo finanziario, se conosciuto, può essere fonte

di rendimento: infatti degli investimenti sicuri, magari

consigliati da esperti, provocano effetti positivi in

portafoglio.

Vi sembra facile? Sbagliato! Per poter investire biso-

gna avere opportune conoscenze poiché anche un mi-

nimo errore comporterebbe una perdita nelle tasche

del risparmiatore.

Ovviamente quando ci si rivolge al mercato finanzia-

rio bisogna avere la consapevolezza di ciò a cui si va

incontro: IL RISCHIO!

Parlando da tecnici, il rischio è la possibilità che il

rendimento effettivo di uno strumento finanziario si

discosti dal suo valore atteso, a causa dei movimenti

imprevisti del prezzo.

Più concretamente, ci hanno spiegato che maggiore è

il tasso di interesse sul titolo (quindi maggiore il ren-

dimento) maggiore è il rischio al quale l’operatore

economico va incontro.

È meglio diffidare delle proposte allettanti che pro-

mettono rendimenti alti, insicuri e più rischiosi.

Al contrario è consigliabile fare degli investimenti

che propongono rendimenti bassi, ma più sicuri.

Oltre agli aspetti positivi evidenziati, ci sembra giusto

ammettere che alcuni argomenti sono risultati meno

piacevoli rispetto ad altri, ad esempio la banca assicu-

razione e i fondi pensione, perché in classe non ave-

vamo mai affrontato queste tematiche ed è stato più

difficile mantenere l’attenzione. In merito a questi

punti, nonostante le nostre difficoltà iniziali, i relatori,

con esempi efficaci, ci hanno consentito di compren-

dere meglio le problematiche affrontate.

Nel complesso ci sentiamo di affermare che è stata

un’esperienza positiva, sia per gli alunni sia per gli

insegnanti presenti, e consigliamo alla scuola di ripro-

porre quest’attività in futuro.

Siamo consape-

voli che non è

facile affrontare

quanto riportato

sopra anche per-

ché l’attuale cri-

si economica sta

scoraggiando noi

giovani a cercare

lavoro e ad av-

venturarsi nel

mondo finanzia-

rio, ma siamo convinti che ognuno di noi, con le pro-

prie possibilità, avrà il coraggio di reagire alla situa-

zione attuale.

Investire nei giovani significa investire nel futuro!!!

Bordiga Marta, Rozzoni Stefano, Sangaletti Mattia- 4^E

L’investimento siamo noi!!!

“Investire oggi” - un incontro per scoprire come funziona

il “mondo” che ci circonda

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11 Partita Tripla - 2013

“Quest'anno, durante il secondo quadrimestre, nel mese di febbraio, 14 alunni di 3^E hanno partecipato al Progetto

Alternanza Scuola-Lavoro, prestando la loro attività lavorativa presso Enti Pubblici, Liberi Professionisti e Ditte Priva-

te. Dopo una personale riflessione e rielaborazione dell'esperienza, guidati dalle docenti di Lettere e di Economia A-

ziendale hanno così sintetizzato il loro giudizio” .

L'alternanza scuola-lavoro

• l'alternanza scuola-lavoro

consiste in un periodo di

quindici giorni in azienda

con altri lavoratori per

approfondirele nostre

conoscenze incampo

professionale, e capire quali

sono le differenze tra la

scuolae il mondo

lavorativo.

Competenze tecnico professionali:

Le competenze tecnico professionali che ho utilizzato sono:

-tutte le competenze di base proprie dell'economia aziendale( fatturazione, registrazione operazioni di gestione,ecc.);

- le abilità linguistiche di base per sapersi relazionare con gli altri;

- le abilità linguistiche acquisite in lingua 2 (inglese) ;

Lavoro individuale di Debora Zanoli, Classe 3^E a.s.2012/2013

Rapporti con i colleghi

Il Rapporto con i colleghi era molto buono, erano molto disponibili, e se avevi bisogno ti aiutavano.

Trasmettevano il loro lavoro con passione.

Differenze rapporto tra adulti scuola-lavoro A scuola:- gli adulti sono quasi sempre seri;

- tra i colleghi c' è solo un rapporto di lavoro;-a causa delle lezioni tra gli adulti c'è poca possibilità di dialogo;

Al lavoro:- gli adulti alternano momenti di scherzo a momenti di serietà;-tra i colleghi c'è anche un rapporto di amicizia;- gli adulti sono molto più collaborativi tra di loro;

RIFLESSIONI CONCLUSIVE DI UN ALLIEVO

La mia esperienza è stata molto positiva ed educativa, perché ho potuto comprendere le difficoltà ed i proble-

mi che sorgono sul posto di lavoro, mentre prima pensavo che le difficoltà le avessimo solo noi studenti

con le verifiche ed i compiti.

in 3^E

Competenze trasversali

• Usare un linguaggio chiaro e

comprensibile;

• Essere educata e

professionale durante le ore

di lavoro.

• Mostrare curiosità verso ciò

che non si conosce.

Lavoro individuale di Mariagiada Denunzio e Giada Leoni - classe 3E a.s. 2012/2013

Le competenze tecnico-professionali che ho utilizzato sono:

•L’utilizzo degli strumenti informatici (computer, stampanti e fax);

•La gestione di tutte le fasi della fatturazione;

•Saper parlare in italiano in modo chiaro e preciso.

Lavoro individuale di Piana Noemi, classe 3E a.s. 2012/2013

ALTERNANZA SCUOLA—LAVORO

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12 Partita Tripla - 2013

D ietro ad un incidente stradale non ci

sono solamente due veicoli accartoc-

ciati, ma ossa accartocciate, persone

accartocciate, famiglie accartocciate,

vite accartocciate.

Dietro a mille statistiche ISTAT non ci sono sem-

plicemente milioni di dati da riuscire ad organizzare,

ma esseri umani con corpo, mente e anima.

Non si tratta esclusivamente di avere un casco ben

allacciato sulla testa, ma di avere la testa ben ancorata

alle spalle.

Non si tratta unicamente di utilizzare la cintura di

sicurezza, ma di rimanere ancorati alla propria vita.

Il casco deve esserci sempre e deve essere omolo-

gato, integrale, senza adesivi e lavato solo con acqua

e sapone per non intaccarne le caratteristiche tecniche.

Le cinture di sicurezza vanno sempre adoperate,

soprattutto in città, dove si registra il maggior numero

di incidenti.

L’airbag nasce con la funzione di attutire i colpi.

Un urto troppo forte fa scattare un meccanismo esplo-

sivo, che permette il gonfiarsi di questo “salvagente”

di nylon in un istante. All’incirca tre volte più veloce

di un battito di ciglia; 150 millisecondi contro i 45.

Questo meccanismo porta a termine il suo compito

solo se anche la cintura viene allacciata; infatti

quest’ultima rallenta la velocità con cui il corpo del

passeggero è sbalzato in avanti, facendolo finire con-

tro il dispositivo quando questo si sta già sgonfiando.

In caso contrario il guidatore, come qualsiasi altra

persona presente in macchina, sbatterà contro il

“cuscino salvavita”, che ancora si sta riempiendo di

gas, non facendo altro che aumentare le conseguenze

negative della collisione.

Un grazie va a Claudio Cortesi e ad Egno Manzoni

(agenti della polizia di Treviglio) e a Claudio Tirabo-

schi (istruttore di guida all’ACI trevigliese), che han-

no tenuto i vari incontri; incontri tutt'altro che banali e

ripetitivi, che hanno fatto capire e mostrato tutto quel-

lo che sta dietro ad un incidente stradale.

Ciò che più ha lasciato il segno, però, è stata la vi-

sualizzazione di un video realizzato da ragazzi di una

scuola americana, un video che racconta una storia

realmente avvenuta, con uno svolgimento terrificante,

che nasce con l’obiettivo di sensibilizzare. Terrifican-

te in quanto fa sì paura, ma questa paura sta nel vede-

re quanto le cose possano cambiare in un istante, nel

vedere la velocità con cui cinque amici euforici alla

guida si siano trasformati, nel giro di pochi attimi, in

due morti, due feriti gravemente e un amputato.

Viviana Tadini & Nadia Panzera - 3^B

Guida alla vita

Un incontro per riflettere e vedere le conseguenze de

lla guida

spericolata

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13 Partita Tripla - 2013

Ucceddu Elena, Arnela Suhopoljac e

Belloni Tamara - 4 ^F

CALEIGH O’DONNELL ALL’OBERDAN

Intervista alla studentessa che dall’Iowa è arrivata

a Treviglio….

Quest’anno la nostra scuola ha accolto per sei mesi

una ragazza americana.

Curiosi di sapere cosa l’ha spinta a frequentare una

scuola italiana l’abbiamo intervistata,

scoprendo anche alcune differenze tra il sistema sco

lastico americano e il nostro.

Da che stato provieni? Stati Uniti d’America, Iowa.

Che scuola frequenti in America? Non esistono le scuole in America che offrono diverse materie. Non ci sono istituti

tecnici o licei. Ogni scuola offre le stesse materie.

Cosa ti ha spinto a venire in Italia? La prima cosa è ovviamente per imparare una nuova lingua. Ma anche per affrontare un’avventura

e per conoscere persone di diverse parti del mondo.

A quale progetto hai partecipato? Come è avvenuta la selezione? Il progetto si chiama AFS Intercultura e viene realizzato in tutto il mondo. Ho deciso di partire con

Intercultura un anno e mezzo fa, dopo aver inoltrato la domanda e scelto quale Paese

avrei voluto visitare. La prima opzione indicata è stata l’Italia. Sono stata molto fortunata per aver

visto soddisfatta la mia richiesta.

Quali sono le differenze che hai notato tra la scuola in Italia e negli Stati Uniti? Ci sono tante differenze tra la scuola americana e quella italiana. In America la scuola superiore

dura quattro anni e il sabato non si va a scuola. Negli Stati Uniti gli studenti al cambio dell’ora

cambiano aula mentre i professori rimangono nella classe. Alla fine della giornata scolastica, nel

pomeriggio, ogni studente si trattiene a scuola per attività diverse, ad esempio sport, teatro, canto,

arte.

Ogni fine settimana gli studenti vanno a guardare la partita di basket o di football della squadra

della scuola. Un’usanza particolare è il ballo della scuola. Ci sono tre balli: il primo si chiama

“Homecoming” e si svolge all’inizio dell’anno scolastico, poi c’è il “Winter Formal”, che ha luogo

a febbraio, infine si ha il “Prom” a cui partecipano solamente gli studenti del senior year, cioè

coloro che si devono diplomare a Maggio.

Page 14: Partita tripla 2013

14 Partita Tripla - 2013

E cco di ritorno i ragazzi delle classe quar-

te del nostro istituto da una settimana

trascorsa in Inghilterra per seguire un

corso di inglese.

Freddo, neve e pioggia sono stati i protagonisti

molto discussi delle nostre giornate nella piccola

città di Canterbury.

Questa esperienza ci ha aiutato a imparare

l’inglese, ma ci ha anche messo alla prova e ci ha

insegnato a cavarcela con le nostre conoscenze e ci

ha posto davanti ad una realtà completamente di-

versa da quella che siamo abituati a vivere o che

potevamo immaginare.

Il primo impatto è stato difficile. La casa in cui eravamo una mia compagna di classe ed io non era molto ac-

cogliente, i nostri “genitori inglesi” erano un po’ anziani e non ci prestavano sempre le dovute attenzioni. Pre-

tendevano il rispetto degli orari di rientro, cena e doccia.

La nostra “mamma” era abbastanza brava in cucina e, confrontandoci con gli altri nostri compagni, abbiamo

notato che c’era chi stava peggio, ma anche chi stava meglio.

A scuola i nostri professori erano simpaticissimi, riuscivano a farci trascorrere le giornate con attività diver-

tenti e non c’era mai il tempo di annoiarsi in classe.

I miei professori erano Steel, Lorrain e Paul, erano giovani e disponibili a giocare e divertirsi con noi.

La domenica siamo andati a Londra, sempre guidati dai nostri professori inglesi e italiani e, nonostante la

pioggia e il freddo, questa visita è piaciuta tanto.

È stata breve e veloce, ma il tempo è stato sufficiente per vedere le zone più importanti e i monumenti più

conosciuti. Mi è piaciuto molto il London Eye e Backingam Palace. Mi sarebbe piaciuto salire sul London

Eye ma purtroppo non abbiamo avuto tempo. Spero di tornarci presto!

È stata un’esperienza bellissima, che consiglio a tutti coloro che l’anno prossimo avranno l’opportunità di

partecipare allo stage in Inghilterra.

P.S. Suggerisco anche di non lasciarsi impressionare dal cibo che le famiglie mettono nei piatti, se non piace

c’è un ottimo ristorante ITALIANO, che potrà saziare il vostro appetito!

Buona avventura!

Marcella Legnani

Impressioni, momenti ed emozioni di un viaggio nella

“vecchia” Canterbury...

Stage...

Page 15: Partita tripla 2013

15 Partita Tripla - 2013

Noi studenti delle classi quarte, suddivisi in due

gruppi, uno dal 6/3/2013 al 12/3/2013 e l’altro dal

9/3/2013 al 15/3/2013, siamo partiti per l’Inghilterra

con destinazione Canterbury per una settimana di sta-

ge linguistico organizzato dalla scuola.

Ho deciso di partire per questa avventura all’estero

con alcuni dei miei compagni di classe perché volevo

vivere un’esperienza nuova, che mi avrebbe permesso

di osservare da vicino le abitudini della popolazione

inglese e soprattutto migliorare la lingua.

Una volta arrivati a destinazione, le nostre famiglie ci

hanno atteso al punto di ritrovo ed ognuno di noi , con

la propria famiglia ospitante, si è recato presso la

propria abitazione.

Inizialmente tutto era così imbarazzante, ma con il

trascorrere dei giorni tutto si è fatto più semplice,

prendendo confidenza con i tutti i membri della fami-

glia.

L’aspetto che subito mi ha colpita è stata

l’organizzazione della scuol a, la“Concorde Inter-

national School”,molto diversa rispetto alla nostra.

Eravamo disposti in piccole aule da dieci studenti

ciascuna e i professori erano di madrelingua ingle-

se. Si andava a scuola ogni mattina, dalle 9 alle

10.30 e dalle 11 alle 12.30; la pausa pranzo durava

circa un’ora,le lezioni riprendevano alle 13.45 e

proseguivano fino alle 16.30.

Terminata la scuola, eravamo liberi di girare per la

città oppure di rientrare a casa per la cena. La sera

avevamo la libertà di uscire, rispettando l’orario di

rientro dettato dal capo famiglia.

Il primo giorno ci hanno mostrato le bellezze di

Canterbury, una città non molto grande, ma affa-

scinante. Vi erano molti negozi dove poter fare

shopping nel tempo libero. Il monumento che ha

colpito tutti noi è stata la Cattedrale in stile Gotico,

situata nel centro medievale della città.

Nei giorni successivi i professori della scuola han-

no organizzato delle attività pomeridiane o serali.

Durante la sera si poteva scegliere di rimanere a

casa con la famiglia e passare dei momenti con lo-

ro.

Il giorno più emozionante è stata la gita a Londra, du-

rante la quale abbiamo visitato i principali monumenti

e quartieri della capitale, come il Big Ben, Buckin-

gham Palace, Trafalgar Square e Piccadilly Circus.

Ogni monumento aveva la propria particolarità. Per le

vie di Londra camminavano persone di diverse nazio-

nalità, come me affascinate dalle meraviglie che offri-

va.

La partecipazione allo stage è stata un’esperienza po-

sitiva che mi ha permesso di conoscere nuove persone

e condividere con loro dei momenti piacevoli e so-

prattutto utili alla mia crescita formativa e personale.

Consiglierei a tutti i ragazzi della mia età di provare

questa avventura, che sicuramente aprirà nuovi oriz-

zonti sia a livello di apprendimento della lingua sia a

livello di rapporti interpersonali.

Stage...

Page 16: Partita tripla 2013

16 Partita Tripla - 2013

Q uest’anno scolastico le classi Quarte dell’istituto

hanno avuto una nuova opportunità formativa,

quella di trascorrere una settimana di vacanza-

studio in Inghilterra, una vera “full-immersion”

nel cuore dell’isola britannica.

Certo per cogliere questa occasione era necessario sostene-

re una spesa non indifferente e per questo l’adesione era su

base volontaria. Tuttavia il giorno 6 marzo erano tanti gli

studenti del nostro istituto che aspettavano con ansia il vo-

lo con destinazione Canterbury!

Il primo impatto con una cultura decisamente diversa dalla

nostra è stato molto forte. Nel giro di poco più di un’ora e

mezza ci siamo ritrovati lontani dall’Italia e dalla nostra

amata lingua.

Esprimersi in inglese, almeno per i primi giorni, non è sta-

to semplice, tantomeno capire ciò che ci dicevano le no-

stre famiglie inglesi sia per lo slang londinese che utilizza-

vano sia per la velocità della parlata tipica dei britannici;

tuttavia, una volta presa confidenza con la nuova realtà, è

andato tutto alla grande.

Arrivati , siamo stati smistati in alcune città diverse, ma

vicine tra loro: Tunkerton, Canterbury e Whitstable.

Ogni famiglia ospitava 2 o 3 alunni, a seconda delle

esigenze, ma durante le mattinate il ritrovo per le le-

zioni era presso la Concorde International, una scuola

rinomata per le attività didattiche e formative rivolte

ad alunni provenienti da ogni parte del mondo.

Le lezioni non duravano molto. Erano utili sia per mi-

gliorare le nostre competenze grammaticali sia per

approfondire le espressioni tipiche da utilizzare in cir-

costanze molto comuni, come entrare in un bar per un

caffè oppure in un supermercato o semplicemente fare

conoscenza con un’altra persona.

A mio parere però l’esperienza migliore è stata pro-

prio quella di vivere in famiglia, a stretto contatto con

le esigenze comuni della vita quotidiana.

La visita alla capitale non è stata il massimo. Le opere

e i monumenti sono mozzafiato, ma quel giorno nevi-

cava, c’era un vento pazzesco, inoltre come mezzo di tra-

sporto avevamo solo… “tanta voglia di camminare”.

Abbiamo percorso le tre vie principali del centro, che ci

hanno permesso di vedere le attrazioni turistiche più cono-

sciute, come “The Houses of Parliament”. A Covent

Garden abbiamo goduto di qualche ora di libertà e ne ab-

biamo subito approfittato per fare un po’ di shopping e per

comprare le cartoline che i compagni rimasti in Italia ci

chiedevano con ansia. Certo i negozi londinesi presentano

spesso dei prezzi improponibili e dunque abbiamo dovuto

scegliere con attenzione dei piccoli regali.

Una citazione a parte meritano invece le caramelle jelly

belly, conosciute in tutto il mondo perché sono abbastanza,

anzi molto, inusuali. Hanno infatti la caratteristica di avere

dei gusti stranissimi, che variano dai pop corn al burro alla

violetta awayana e dal marshamallow tostato al pepe nero

e addirittura al dentrificio.

Dovendo tirare le somme, penso di poter affermare che

questa sia stata l’esperienza formativa più importante di

questi quattro anni scolastici. Per questo mi pare giusto

ringraziare i professori che ci hanno permesso di vivere

questa “avventura” e soprattutto quei docenti che in Inghil-

terra si sono sempre preoccupati della nostra sicurezza, dei

nostri alloggi e dei nostri giudizi riguardanti la scuola e i

corsi.

Ci hanno supportato quando qualcuno ha avuto dei proble-

mi e possiamo anche dire che in alcuni casi ci hanno anche

sopportato!

Ora non ci resta che augurare anche agli alunni delle future

classi di poter vivere una esperienza scolastica all’estero,

perché costituisce un’ottima opportunità per scoprire

l’importanza di molte cose, come l’amicizia e il senso di

responsabilità.

Una ragazza di 4^D

Page 17: Partita tripla 2013

17 Partita Tripla - 2013

O n the 9th of March our class with IV F left

from Treviglio to go to Malpensa airport. Our

destination was Canterbury, in the south of

England, where we went with our teachers

Mrs Nossa and Mr. Facheris on a stage for one week.

When we arrived at destination there were the host fami-

lies and they were waiting for us, in every home stayed

two Italian students and sometimes also other students

from every corner of the world.

In the houses we found some differences to the Italian

homes: there were two bathrooms, one with the shower

and one with running water (the toilet) .

A big difference we noticed was also the times of the

main meals: they had dinner at about 6 o’clock p.m. and

the food was very unusual for us, we ate a typical meal

( fish and chips and Cornish pastries).

Another difference was about the house: they had two

floors carpets all over.

Host families were kind, welcoming and they tried to

speak a lot of about them and their life.

In the morning at school, we had lessons with two excel-

lent English teachers: John and Julie.

They were very friendly with us, nice and we talked a lot

in English because teachers suggested some funny activi-

ties.

For example, we tried to speak about different things :

sports, music, foods, hobbies and ourselves and in the af-

ternoon we interviewed local people in the streets to com-

pare our life or traditions in Italy with the English world.

Sometimes people understood us but when interview-

ees didn’t make out, the situation was very funny and

we really enjoyed it.

During lessons there were pauses or breaks and we

could go to the supermarket or Starbucks to eat or drink

some hot drinks.

In the evening, after dinner, we went out with our

friends: on Tuesday we had a quiz show organized by

the school in a typical English pub. In other evenings we

met at Mc Donald’s to eat an ice-cream and talk about

our experience in the host families.

We stayed in Canterbury from 9th of March to 15th of

March, but on Sunday we went for a trip In London. It is

a beautiful big city: we visited Trafalgar square, Buck-

ingham Palace, Piccadilly Circus, the Barracks, the house

of the Prime Minister etc. When we arrived in front of the

house of the Queen, we didn’t see the English flag: it

meant that Elizabeth wasn’t at home. In the afternoon, we

had some free time and we went shopping: we bought

some presents for our family and our friends. We went

shopping also in an unusual shop: the M&M’S shop,

where we saw a lot of chocolates and we found some

sweets, which we can’t eat in Italy. In the street people

wore estravagant clothes. For example there were some

people with shorts but the weather was really cold!!

In our opinion, you should visit London because unique

and it is one of the most important cities in the world.

We think that this experience was interesting and funny

as well, because we really enjoyed knowing another way

of life and we tried to speak English. We would like to

experience the same again, but we are sure that it would

be difficult for us to live in the United Kingdom because

the daily routine is so different. From ours.

If you go to London, don’t forget to bring your umbrella

and the coat: the rain will be your permanent mate of the

adventure!

Bordiga Marta and Moriggi Federica 4^E

Page 18: Partita tripla 2013

18 Partita Tripla - 2013

B olle in pentola da tempo ormai il progetto di un

interscambio linguistico tra Russia e Italia. Da

febbraio infatti nove studenti dell’istituto Quaren-

ghi di Bergamo si trovano in un’università della

città di Ekaterinburg. L’Oberdan non perde tempo e si rim-

bocca le maniche mettendo all’opera i suoi studenti. Chi me-

glio di una classe con indirizzo di relazioni internazionali per

il marketing? Così oltre all’inglese, al francese e al tedesco, noi

di 5^I abbiamo avuto l’opportunità di avere un piccolo approc-

cio con il russo, impegnandoci in un modulo multidisciplina-

re, che è stato trasmesso durante una video conferenza il 15

febbraio con la medesima università. Il confronto tra il roman-

zo russo dell’Ottocento e il romanzo italiano verista è stato il

punto di partenza, lo spettacolo teatrale con scenari storici e e

musicali è stato l’arrivo.

Pionieri nell’esperienza, ci siamo fatti le ossa su lunghi pome-

riggi di prove all’istituto Quarenghi e numerose ore alla ricer-

ca e allo studio d’informazioni particolareggiate sulla città di

Ekaterinburg. Le materie di studio coinvolte sono state: lette-

ratura, storia, geografia, storia dell’arte, religione, educazione

motoria e lingue straniere. Quando la proposta ci è stata lan-

ciata, curiosi, abbiamo accettato a occhi chiusi. Il progetto si è

sviluppato crescendo.

4000 e più chilometri dividono Treviglio da Ekaterinburg,

circa 8 milioni di passi: il primo è stato compiuto da Angela

Iannaccone e Luca Pistoni. Lei cantante provetta e per questo

sempre implicata in un qualsivoglia progetto in erba; lui auto-

maticamente abbinato a lei, un po’ come “il sale e il pepe”.

La dolce coppietta, vestita da costumi d’epoca realizzati egre-

giamente dall’Istituto Caniana, ci ha regalato momenti di alta

drammaticità nella loro interpretazione della poesia “Viaggio

d’inverno” di Aleksandr Puškin, accompagnata dalla canzone

“Quando viene dicembre” di Tosca; entrambe queste opere

hanno saputo delineare sapientemente il paesaggio che circon-

da Ekaterinburg, considerata il confine tra la Russia europea e

quella asiatica. I passi successivi sono stati compiuti da una

piccola compagnia teatrale improvvisata: Eva Legramandi,

Giulia Azzolari, Stefano Cantù, Matteo Citterio e Gian Marco

Manenti, gli attori, Sabrina Marra e Francesca Di Pauli, le re-

giste. Dilettanti allo sbaraglio che, dopo aver provato e ripro-

vato ancora, hanno acquisito la giusta serietà e capacità che ha

reso sorprendente la loro rielaborazione della celebre opera di

Tolstoj, “Guerra e Pace”. Si è presentata la necessità di attuare

una minuziosa ricerca dell’abbigliamento adatto per poter ren-

dere tutto il più verosimile possibile. Non solo, per favorire il

raggiungimento di tale obiettivo sono state utilizzate tracce

musicali che, inserite tra una scena e l’altra, attutivano la man-

canza di un vero e proprio palco teatrale, cercando così di di-

strarre lo spettatore dall’aspetto spartano di ogni cambio scena.

Un contributo a questa soluzione è stato l’inserimento di una

voce narrante impersonata dalla sottoscritta Antonella Pavon,

sulla quale veniva puntato l’occhio di bue, mentre avvenivano

i cambi di scena.

Gemellaggi...

Gemellaggio Russia

2 scuole a migliaia di chilometri di distanza si uniscono...

Page 19: Partita tripla 2013

19 Partita Tripla - 2013

Impegnativo e fondamentale è stato dunque il ruolo di chi,

pur non trovandosi in scena, curava i dettagli perchè tutto

andasse nel migliore dei modi: Alketa Malshi ed Esmeralda

Ndocaj. Abbiamo così dimezzato quegli 8 milioni di passi da

percorrere. Continuando il viaggio, la successiva tappa è stata

l’omaggio alla nazione fatto tramite un balletto di danza mo-

derna nel quale Barbara Moroni, Marzia Valerio, Eleonora

Baronchelli e Giulia Ferri hanno reso protagonista la bandiera

russa. Il tricolore volteggiava come fosse un quinto compo-

nente del balletto coreografato sulle note della canzone “E’

l’amore che conta” nella versione russa cantata da Ани Лорак.

Di diversa natura è stato il balletto di danza contemporanea

eseguito da tre ragazze di 4F sulle note di un artista russo. Ha

trovato spazio anche un saluto rivolto agli spettatori in video-

conferenza fatto da Barbara Moroni e tradotto in russo. Questa

è stata la parte artistica dell’itinerario compiuto, che non ba-

stava comunque ad accorciare completamente la distanza tra

noi e Ekaterinburg. La tappa successiva si è compiuta con lo

studio di quattro principali aspetti della città: storico, geografi-

co, economico e turistico. E’ proprio tramite questo studio che

sono stati compiuti gli ultimi passi per arrivare alla meta. At-

traverso le informazioni, le curiosità e le tradizioni trovate ci

siamo aperti una finestra sulla città dove nel 1918 è avvenuta

l’esecuzione della famiglia Romanov, la stessa città il cui nome

è un omaggio a Santa Caterina, nonchè a Caterina, la moglie di

Pietro il Grande. Gli 8 milioni di passi sono stati finalmente

compiuti e a presentarli in video conferenza le apprezzatissi-

me Sara Dognini e Sofia Sassi. Non ci è rimasto altro che alzare

il sipario ed andare in scena, ricordandoci che nulla di tutto

ciò sarebbe stato realizzabile senza l’assiduità e la forte, ma

indispensabile, perseveranza di Giovanna Lacatena, docente di

lettere.

Antonella Pavon 5^I

Page 20: Partita tripla 2013

20 Partita Tripla - 2013

Gemellaggio...con Friburgo

Intervista a stu

denti e docenti della scuola tedesca

G

li alunni della 5^H hanno posto diverse domande in lin-

gua ai compagni tedeschi a Treviglio.

Ecco le risposte, tradotte in italiano:

1) Ti piace l’Italia?

Sì,mi piace molto l’Italia.

2) Vorresti ritornare a visitare il nostro paese?

Sì, molto volentieri!

3) Cosa ti è piaciuto di più di Milano (visitata il 16 maggio

insieme alle compagne italiane)?

Il Duomo e la Galleria ci sono piaciuti molto, ma anche lo

shopping è stato grandioso.

4) Come vi siete trovati nella famiglie ospitanti?

Le famiglie erano gentili, socievoli e calorose con noi. Tutti

ci siamo sentiti molto bene e a nostro agio in famiglia.

5) Cosa avete mangiato?

Tutti hanno mangiato la pizza! Anche il pesce, la pasta, il

risotto, la carne, la polenta.

6) Come avete trovato la nostra scuola?

Le ore di lezione sono più lunghe delle nostre e le aule più

piccole e meno spaziose. C’è una prevalenza

di ragazze rispetto ai ragazzi ma il rapporto docente-

alunno è più rilassato rispetto alla relazione insegnante-

studente da noi in Germania.

7) Cosa ti è piaciuto di più di Treviglio?

Le stradine con le case e i balconi, che ci fanno pensare alle

vacanze. Anche il paesaggio della pianura ci è piaciuto.

8) Il tuo soggiorno a Treviglio ti ha ispirato qualcosa di nuovo?

Sì, attraverso l’uso pratico della lingua italiana ci sentiamo

stimolati a imparare più vocaboli e parole nuove e a

investire più tempo nell’apprendere questa lingua.

9) Quali sono le principali differenze?

Il rapporto nei confronti dei docenti qui è chiaramente

più rilassato.

10) Qual è la tua impressione della scuola?

Le aule vanno bene, ma ciò che ci ha veramente

colpito e convinto è il modo di rapportarsi tra le persone,

molto socievole e caloroso.

11) Come definisci l’ospitalità italiana?

Tutte le famiglie erano molto gentili e disponibili a offri

re e ad aiutarci.

12) Vi sono piaciute le lezioni a scuola?

Assistere alle lezioni ci è piaciuto molto e nelle lezioni

che abbiamo frequentato abbiamo notato che gli alunni

partecipavano attivamente.

13) La cosa migliore del gemellaggio a Treviglio?

La giornata a Milano. Nonostante la fitta pioggia, per noi

è stata qualcosa di molto speciale.

INTERVISTA ALLE INSEGNANTI TEDESCHE

1) Cosa vi è piaciuto di più del GEMELLAGGIO A TRE

VIGLIO 2013?

A noi piace molto che con lo scambio i nostri alunni

abbiano la possibilità di vivere la vita quotidiana dei

compagni italiani a Treviglio e non visitino l’Italia

semplicemente da turisti.

2) Cosa vi è piaciuto di più mangiare durante il GEMELLAGGIO

A TREVIGLIO 2013?

Tante cose! L’abbondante e gustoso buffet di benvenuto, per

esempio!

3) Che impressione avete avuto dalla scuola?

Ci siamo trovate molto bene con l’organizzazione dello

scambio e le attività in programma.

Ci sono delle differenze con la scuola tedesca, per esempio le

nostre pause sono più lunghe di 10 minuti e abbiamo 5 minuti

di intervallo tra un’ora e l’altra; le lezioni non durano 60 minuti

e si riesce forse meglio a mantenere la concentrazione e

l’attenzione degli alunni; abbiamo lezione anche nel pomeriggio

in settimana, quindi le giornate di studio a scuola sono lunghe

ma il sabato ogni alunno può così trascorrere il tempo libero

con la famiglia. Ogni docente ha un posto fisso per studiare/

programmare e lasciare il proprio materiale.

Docenti e studenti ringraziano l’ISIS Oberdan per la generosa e

calorosa ospitalità!

Page 21: Partita tripla 2013

21 Partita Tripla - 2013

Am 4. März ist unsere Klasse nach Müllheim gefahren, um einen Schüleraustausch zu machen.

Dort haben wir sofort unsere Partner kennengelernt…Sie waren sehr freundlich!

Es gab ein Büffett und später fuhren wir zu unseren Gastfamilien.

Morgens fuhren wir mit unseren Partnern zur Schule . Am Nachmittag besuchten wir Freiburg, eine kleine und schöne Stadt!

Dort trafen wir die Sportlehrerin Annika und beantworteten einen Fragebogen über Freiburg.

Am Abend gingen wir in ein Restaurant, wo wir eine gute Pizza zusammen aßen.

Wir hatten viel Spaß!!!

Als der Tag mit unseren Partnern endete, fuhren wir nach Nürnberg, die zweitgrößte Stadt in Bayern.

Aber dort war es eine Katastrophe! Unser Schulkamerad Simone wurde krank, so mussten wir zum Arzt gehen.

Das Fieber hielt uns nicht auf! Wir besuchten den Hauptmarkt. Auf diesem Platz gibt es zu Weihnachten den Christkindlesmarkt

und man findet eine alte, wunderschöne Kirche.

Die Kirche ist eine Sehenswürdigkeit, aber sie ist nicht die einzige. Nürnberg ist berühmt nicht nur für ihre Straßen und ihre Bau-

ten, sondern auch für ihre Geschichte. Die Stadt wurde während des Zweiten Weltkriegs ganz zerstört trotzdem ist Nürnberg

heute eine lebhafte Stadt.

Wir hatten auch die Mögligkeit die Firma Faber-Castell zu besuchen! Die Fabrik ist groß, aber die schönste Sache war das

Schloss von Faber-Castell! Die Familie besitzt sogar ein Schloss und wir sahen die reizvollen Zimmer der Familie Faber-Castell.

Es gab auch ein Museum, dass die Geschichte von Faber-Castell erzählte. Es war sehr interessant und unser Führer hat uns einen

Bleistift geschenkt.

Am Freitag mussten wir diese schöne Stadt verlassen, um nach Hause zu fahren.

Während der Reise, hielten wir in Tübingen der Universitätsstadt an! Tübingen ist ein bisschen wie die Altstadt von Bergamo. Es

gibt enge und steile Straßen und viele modische Geschäfte.

Der Neckar fließt durch die Stadt und viele Leute gehen dort spazieren.

Nach dem Besuch fuhren wir weiter und das war die schwerste Phase von unserer Reise

Unser Aufenthalt in Deutschland ist sehr hübsch gewesen, weil wir typische deutsche Delikatessen gegessen haben und neue

Freunde und Freundinnen kennengelernt haben. Wir raten allen diese Reise zu unternehmen. Zuletzt ein Tipp: probieren Sie die

Bratwurst: Köstlich!

Deutschland:

einen Schatz entdecken!

Page 22: Partita tripla 2013

22 Partita Tripla - 2013

Der Besuch des Unternehmens Faber-Castell in Stein (Deutschland)

Das Unternehmen Faber-Castell ist eine sehr interessante Firma, die Bleistifte seit 1761 herstellt, und wir haben den italieni-

schen Sitz im Dezember in Mailand besucht.

Wir waren so beeindruckt, sowohl der Leiter als auch die Marketing Managerin waren sehr nett und hilfsbereit.

Sie haben uns den Produktionsprozess der Bleistifte nagerin frau Brovelli waren sehr nett hilfsbereit. wir haben den itaieni-

schen sigezeigt und erzählt.

Ihre Grundsätze haben uns fasziniert: Professionalität, Qualität, Tradition, Kreativität und sozial und Umweltethik.

Sofort ist uns die Idee vorgekommen, den Hauptsitz in Deutschland zu besuchen!

Im Programm des deutschen Schüleraustausches 2013 war sofort dieser Besuch dabei. Unsere Schule hat den besuch online

gebucht und die Firma hat innerhalb von wenigen Tagen unser Datum bestätigt.

Als wir bei unseren deutschen Partnern waren, sind wir nach Stein – Nürnberg gefahren, um die Firma zu sehen.

Dort hat uns ein sehr herzlicher Herr drauβen vor dem Eingang empfangen und hat uns durch die Firma mit ausführlichen In-

formationen geführt.

Zuerst hat er uns mitgeteilt, alle Handys und Foto Kameras wegen Sicherheit- Privacy- und Konkurrenzgründen abzuschalten,

deswegen haben wir keine Fotos der Produktion aber vor dem wunderschönen Schloss konnten wir ein schönes Foto unserer

Klasse machen.

Wir hatten nie so viele Bleistifte gesehen und die besonders gute Produktionsgeräte haben uns auch gut beeindrückt.

In allen Stöcken des Unternehmens gab es eine angenehme Ordnung und die Farben der Stifte, der bunten Türen und Wänden

bestimmten das Ambiente.

Viele berühmten Menschen haben die Faber-Castell Stifte verwendet, wie sogar der Maler Vincent van Gogh und der eh. Papst

Benedikt XIV usw.

Die Saalen des Schlosses, die wir gesehen haben, waren traumhaft und wir träumten von märchenhaften Hochzeiten und Fes-

ten.

La visita aziendale alla Fabeer-Castell

Schüleraustausch 2013 Am Montag 4. März 2013 ist meine Klasse 5^h mit unseren Lehrerinnen nach Deutschland gefahren. Dort haben wir fünf Städte besucht, zum Beispielt Müllheim, Freiburg, Staufen, Nürnberg und Tübingen. Sie waren alle sehr schön und interessant. Das Wetter war immer wunderbar und sonnig und die deutschen Familien waren sehr phantastisch. In mainer Familie gab es meine deutsche Partnerin Caroline, einen Bruder und eine Schwester. Ich war in der Nähe von Müllheim in einem wunderbaren grossen Haus und ich war nicht allein, aber ich war mit meiner italienischer Freundin Giusy. Die deutsche Familie war immer sehr freundlich und verfügbar mit uns. Sie haben gesagt dass Giusy und mich die Sonne aus Italien mitgebracht haben. Die Schule in Deutschland ist phantastisch und sehr organisiert mit verschiedenen Tätigkeiten für die Scülerinnen. Die Schule hat mir gut gafallen.Der deutsche Schüleraustausch war eine grosse Gelegenheit für uns, weil wir besser die deutsche Sprache gesprochen heben.Wir haben neue Wörter gelernt und die deutsche Kultur gelernt. Wir haben die deutsche Firma “Faber-Castell” besucht und das war sehr wichtig für das Projekt “Unternehmen Deutsch”. Als ich in Deutschland war, war ich immer sehr glücklich weil jeder Stadt immer typisch und nett war. Der Schüleraustausch war ein wunderbares Abenteuer für mich unde sehr wichtig um die deutsche Sprache zu lernen. Die Familien hat immer auf Deutsch gesprochen und das war sehr nützlich. Die Familie hat auch sehr gute typischen deutschen Gerichte gekocht. Sie waren wunderbar, aber es gab zu viele Zwiebeln. Das ist der einzige Nachteil!

Brenda Regonesi

Gemellaggio 2013

In Germania

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23 Partita Tripla - 2013

PROGETTO CESVI

Anche la Classe 3^H – RIM ha partecipato al progetto “Food Right Now” che si propone di sensibilizzare i

ragazzi sull’impatto ambientale del cibo nel mondo.

In un primo tempo ci siamo impegnati nella ricerca di informazioni sui paesi colpiti da catastrofi naturali, che

hanno provocato lunghi periodi di carestie e sugli interventi effettuati per ripristinare la l’habitat naturale e mi-

gliorare le condizioni di vita della popolazione. Gli ultimi incontri sono stati dedicati all’organizzazione di un

processo.

La classe ha deciso di accusare i fast food di cattiva qualità del cibo, danni alla salute, scarsa igiene nelle cucine,

danni ambientali e pubblicità ingannevole. Successivamente la classe si è divisa in due gruppi, la difesa e

l’accusa, ciascuno dei quali ha poi ricercato del materiale per sostenere le proprie tesi.

Il processo si è svolto con il susseguirsi di interventi da parte dell’accusa e della difesa che esponevano le pro-

prie tesi e si è concluso con le arringhe dei due avvocati generali. La giuria si è riunita per decidere se assolvere

o condannare i fast food.

Il processo si è concluso con l’assoluzione di due capi d’imputazione (cattiva qualità del cibo, pubblicità ingan-

nevole), la condanna di un capo d’imputazione (danni alla salute) e il rinvio di una deliberazione (danni am-

bientali), inoltre non è stato possibile giudicare un capo d’imputazione (scarsa igiene nelle cucine) per assenza

di prove.

La classe ha svolto il lavoro con impegno e serietà e questa attività è stata vissuta positivamente dagli alunni, no-

nostante un piccolo disguido riguardante l’impostazione del processo.

Consigliamo di riproporre questa attività alle future classi terze.

FRANCESCA AIROLDI

GRETA CHIAPPARINI

OLGA LEALI

Le classi 3°A, 3°B e 3°C hanno partecipato al progetto "food right now" organizzato dal Cesvi ( Cooperazione E

SVIluppo), simulando i processi allo sviluppo insostenibile nei giorni Lunedi 18 e Venerdì 22 marzo 2013.

Gli imputati erano il Sushi (trattato dalla classe 3^B), l’iPad (di cui si è occupata la 3°C), la Coca-Cola

(analizzato dagli studenti di 3°A) e il McDonald’s (affrontato dalla 3H).

La simulazione dei processi ha impegnato i ragazzi nella elaborazione e nella presentazione delle argomenta-

zioni a sostegno della accusa e della difesa. Ogni partecipante ha assunto un ruolo diverso facendo il testimone,

l'esperto, il manager, l'avvocato e il giurato. Hanno imparato a difendere una tesi, anche quando indifendibile

(parte della terza C ha avuto il delicato compito di proteggere lo sfruttamento minorile che avviene in Cina).

L’iniziativa ha permesso agli alunni di approfondire alcune te-

matiche di attualità, facendoli ragionare sugli enormi interessi

delle multinazionali e sul drammatico dualismo che caratterizza

il nostro Pianeta: pochi ricchi da una parte e molti poveri

dall’altra.

In conclusione, possiamo dire che il progetto ha riscosso molto

successo ed ha entusiasmato, oltre ai ragazzi, anche docenti.

DAVIDE COITA

SVILUPPO INSOSTENIBILE

Cesvi lo affronta con i ragazzi di Terza

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24 Partita Tripla - 2013

S to scrivendo comodamente seduta su un treno

scozzese: pulito, con sedili comodi e larghi, tavo-

lino ogni quattro posti, nessuno in piedi, arrivi e

partenze che spaccano il minuto. Ah dimentica-

vo.. Tutti i passeggeri hanno il biglietto!

Il treno attraversa le immense e verdi pianure che in questa

bellissima giornata di sole sembrano svegliarsi dopo il

freddo inverno. Giornate così capitano raramente qui.

Finalmente arrivo nella capitale, Edimburgo. Da subito

noto l'imponente castello che si erge su una collina e mi

piace immaginare che proprio da quelle mura sia nata la

città che lo abbraccia.

La Scozia è il Paese dei castelli, dei laghi, delle cornamuse

e degli uomini in gonnella!

Edimburgo è dove più il passato rivive, sia nei ciottoli del-

le sue antiche vie, che nei mattoni anneriti dal fumo dei

comignoli. Mi appare come una città che, seppur moderna,

mantiene salde tradizioni e struttura, con molti pregi, ar-

chitettonicamente parlando, ma forse anche con qualche

difetto come il freddo che entra facilmente nelle case a

causa delle antiche finestre, oltre al fatto che una casa su

due ha un topolino come animale domestico!

È sorprendente, poi, scoprire che gli Scozzesi non sono

persone “fredde”, come vengono dipinti, credo anzi che,

dopo un anno passato qui, non sia facile trovare tanto altru-

ismo e cordialità.

Ho imparato a conoscere la persone soprattutto attraverso

il mio lavoro: lavoro come cameriera in un ristorante al

centro della città, dove ho potuto notare che i clienti rin-

graziano almeno cinque volte prima della fine del pranzo,

non si lamentano mai, danno un bacio e un abbraccio allo

staff prima di andarsene e capita anche che un ragazzo tor-

ni nel ristorante mezz’ora dopo aver finito la cena chieden-

do scusa per essersi dimenticato di lasciare la mancia!!!

Edimburgo

Breve storia di una ex allieva, che ora vive...

in una società perfetta

Sara Bosco

Page 25: Partita tripla 2013

25 Partita Tripla - 2013

Il popolo è lo specchio del proprio governo, questa è una

grande verità. Mi chiedevo, infatti, perché la gente si com-

portasse generalmente in maniera così gentile da sembrare

poco credibile. Con il tempo ho scoperto che il sistema

scozzese protegge e tutela i cittadini nel miglior modo pos-

sibile, facendo sì che non manchi mai a loro il minimo in

dispensabile per vivere dignitosamente. Forse ciò incide

non poco sul loro umore in cui è presente una buona dose

di serenità e spensieratezza.

In Scozia tutti pagano le tasse. Le tasse non sono viste co-

me un dovere a cui cercare di sottrarsi, ma come un inve-

stimento per il proprio futuro e soprattutto per quello dei

propri figli. A questo proposito vi porto un semplice esem-

pio di cui sono stata testimone. L'appartamento in cui vive-

vo è intestato a un Italiano che subaffittava casa, sottraen-

dosi, però, al pagamento della cosiddetta Council tax (la

nostra IMU). Tentativo malriuscito, dato che nessuno

Scozzese vuole sottrarsi al suddetto pagamento! Questo

perché le tasse hanno ancora la loro funzione di somma

dovuta dai privati cittadini allo Stato come corrispettivo

per i servizi ricevuti: sanità pubblica, educazione pubblica,

ecc.. i quali, in Scozia, sono pagati dallo Stato e, quindi,

interamente gratuiti per i cittadini. L'Università è gratis,

per esempio.

Concludo invitandovi a visitare la Scozia, invito soprattut-

to rivolto ai giovani, che magari vogliono studiare all'Uni-

versità e in Italia non possono permetterselo!

Invito comunque tutti a partire non come turisti, ma come

viaggiatori, cercando di adattarsi alla cultura locale, risco-

prendo la vera essenza di un viaggio non prenotato in a-

genzia. Informatevi! Aprite la mente! E senza tanta fatica

comprenderete che anche la nostra splendida Italia può

essere un posto migliore per vivere se solo ci si rende con-

to che una società a cui ispirarsi è solo a qualche passo da

noi.

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26 Partita Tripla - 2013

E’ un libro che vale la pena leggere e regalare. E’ un libro che può aiutare le donne in difficoltà ad acquisi-re consapevolezza e chiedere aiuto e solidarietà. Importantissimo abbandonare l’idea che il problema della violenza sia lontano da noi, che non ci appar-tenga. Possiamo cambiare la nostra storia aiutando e facen-doci aiutare, comunicandoci le ansie e le preoccupa-zioni, riconoscendo che abbiamo diritto alla libertà e all’affermazione della nostra dignità. Come detto in “V per Vendetta”, la libertà, la dignità,

non devono essere solo parole, ma obiettivi. La soli-darietà significa assumere su di noi il compito di fare nostri i bisogni dell’altro. Molte donne non denunciano, non si fanno aiutare, perché hanno paura di non farcela. Ma non sono so-le. Per fortuna finalmente Alice riesce a ribellarsi. Rico-minciare si può, si deve, per ritrovare la dignità per-duta.

Il buio oltre la porta

“Un matrimonio da favola, una casa da sogno,

un corpo pieno di lividi"

L’opinione di

Lingiardi Nicola Manuel Nardella Francesco Pastore

I l buio Oltre la Porta rappresenta una storia vera, una storia che purtroppo si ripete molto spesso, non solo nei paesi definiti “del Terzo Mondo”, ma, come descritto nel libro, in realtà a noi vicine, ovvero nella classica famiglia medio-alta italiana. Ebbene sì, anche se nomi e circostanze sono stati cambiati per proteggere l'identità delle persone coinvolte, la storia è vera. È stata proprio la protagonista delle

violenze a raccontare la propria storia alla giornalista Nicoletta Sipos. Il nome dato alla protagonista è Alice, una signora italiana della buona borghesia, che per anni ha subito dal marito, un uomo professionalmente realizzato, violenze fisiche e psicologiche. Una situazione che ha sopportato per lunghi anni e della quale non ha mai parlato a nessuno, per paura di perdere la propria famiglia o la propria immagine, o peggio ancora, per timore di non essere creduta. Gli abusi infatti, sono nati in un ambiente ricco, colto, evoluto. Molto sconvolgente è ascoltare la voce della protagonista che rievoca i tremendi momenti passati in balia del marito, che tutte le amiche le hanno sem-pre invidiato e del quale lei stessa è stata perdutamente innamorata. Subisce in silenzio non ammettendo neppure a se stessa l’incubo che sta vivendo. Si convince di essere in qualche che purtroppo affligge milioni di donne in Italia.

Classe 4^E

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27 Partita Tripla - 2013

L’intervento è stato molto efficace in quanto ha trat-tato un argomento attuale, dato che molte donne sono costrette ogni giorno a subire delle violenze dall’uomo che amano e tuttavia non hanno il corag-gio di denunciare tali violenze, per non rovinare la sua immagine sociale o addirittura per un assurdo senso di colpa e di inadeguatezza. Le donne devono prendere consapevolezza e reagire al primo schiaffo, sia morale che fisico, subito dal proprio uomo, in quanto sarà il primo di una lunga serie di eventi che via via peggioreranno. Perché le donne devono subire in silenzio? Questa è una domanda a cui non potremmo mai ri-spondere ma a cui possiamo porre rimedio, cercando di aiutare le persone coinvolte nelle violenze dome-stiche ad avere una reazione! Non ci capacitiamo del perché il compagno di una vita possa dire di amare la propria donna e poi scate-nare la sua ira contro di lei. Quest’uomo, come precedentemente detto dalla Dott.ssa Viola, reagisce in questo modo, magari, a causa di un’infanzia senza affetto da parte dei geni-tori.

Personalmente questo argomento ci ha molto tocca-te, perché saremo future madri e mogli di famiglia, e, anche grazie a questa opportunità di riflessione, spe-riamo di essere più preparate a riconoscere i primi segnali di un eventuale marito violento.

L’opinione di

Sara Fedrici Elena Piacentini

Valentina Rinaldi

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28 Partita Tripla - 2013

“U na delle più gravi violazioni dei diritti u-

mani nel mondo”.

Così Michelle Bachelet, direttrice dell’agenzia “UN Wo-

men” ha definitola violenza sulle donne.

Ogni giorno milioni di donne subiscono una violenza,

donne normali con mariti apparentemente normali. Infatti

secondo un rapporto pubblicato lo scorso anno

dall’associazione “Telefono Rosa”, colui che fa uso di

violenza ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni, svolge un

lavoro da impiegato e possiede un titolo di studio che può

andare dalla licenza media alla laurea.

Questo sta a significare che chiunque, dal più ricco al più

povero, può diventare un “carnefice”, che questo proble-

ma potrebbe colpire tutti, indipendentemente dalla condi-

zione sociale.

È sorprendente come questo fenomeno sia ancora radicato

in tutti i paesi moderni e civili. Se prendiamo come riferi-

mento l’Italia troviamo che una donna su tre è stata vitti-

ma dell’aggressività di un uomo e secondo i dati Istat, cir-

ca 6 milioni di donne hanno subito violenze e ogni anno

vengono uccise in media più di 100 donne dal proprio par-

tner. Non è qui la sede per analizzare le diverse forme di

violenza che una donna può subire, oltre a quella fisica,

ma non possiamo fare a meno di domandarci come sia

possibile che questo dramma continui ad esistere, perché,

dopo le lotte che negli anni passati molte donne hanno

sostenuto per avere le stesse opportunità e gli stessi diritti,

siamo ancora qui a commentare questi cifre incredibili.

A quanto pare l’emancipazione femminile non è in grado

da sola di sconfiggere il fenomeno della violenza sulle

donne e forse anzi lo alimenta, grazie all’indipendenza che

esse hanno conquistato.

Quando l’uomo era l’unico che in famiglia aveva un lavo-

ro ed uno stipendio, la moglie se ne stava “tranquilla” a

casa coi suoi compiti di madre e casalinga. Ora invece non

è più così; le donne lavorano, hanno una carriera e soprat-

tutto sono indipendenti e l’uomo non può più “dettar leg-

ge”. Il maschio dunque, privato del suo ruolo di capo uni-

co e indiscusso della casa, può cercare nella violenza una

risposta alla sua perdita di autorità. Così facendo il princi-

pe azzurro si trasforma in tiranno, dittatore. La donna mo-

derna però, ormai emancipata, non accetta questo compor-

tamento, lo rinnega e quando il marito, psicologicamente

ammalato, non riesce più a vedere una via d’uscita, ucci-

de.

Non è dunque possibile estirpare questa presunzione di

superiorità degli uomini? Siamo entrambi esseri umani,

con le stesse caratteristiche e lo stesso cervello per pensa-

re, abbiamo esattamente gli stessi diritti e gli stessi doveri

e la parità dovrebbe essere scontata, sottintesa. Invece

quella della effettiva parità resta una chimera, perché

l’uomo non ha ancora intenzione di abbandonare il suo

secolare predominio.

Cosa possiamo fare per combattere questa guerra? (Così

possiamo definirla, talmente tante sono le vittime che essa

provoca). Lo strumento fondamentale è l’informazione. E’

importante che di questa piaga della società si parli in tutti

i modi possibili, affinché tutti si sentano responsabili di

quanto accade e per far capire alle donne che non sono

sole.

Per questa ragione di grande importanza è stato per noi

ragazzi il convegno, dal titolo quanto mai preciso

“Quando l’amore fa male” che si è svolto mercoledì 2

aprile presso la Sala Conferenze del nostro istituto. Erano

presenti la psichiatra Sara Viola, la giornalista Nicoletta

Sipos e la presidentessa dell’Associazione Lions Club di

Bergamo. Durante questo incontro si è parlato di come le

donne e gli uomini vivono questa violenza e delle cause

che la possono generare. Non è questo il momento di ri-

cordare le diverse componenti che possono scatenare una

simile tragedia, ma attraverso iniziative come queste, che

si rivolgono alle future generazioni, è forse possibile pen-

sare di ridurre questa piaga della nostra società.

“I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il

genere umano; lottare contro ogni forma di violenza nei

confronti delle donne è un obbligo dell’umanità; il raffor-

zamento del potere di azione delle donne significa il pro-

gresso di tutta l’umanità.”

Siamo in grado di mettere in pratica nella realtà, nella vita

di tutti i giorni, questa affermazione di Kofi Annan (ex

segretario Onu) ?

Il nostro mondo frenetico e spesso cieco non è ancora riu-

scito a compiere un simile passo, a raggiungere un così

importante traguardo, ma questo deve servirci da stimolo

per continuare a guardare, capire e migliorare la realtà che

ci circonda.

E lo chiamano amore.

Manuela Costa - 4 M

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29 Partita Tripla - 2013

C ome consuetudine

del nostro istituto, le

classi del triennio

hanno avuto modo di

partecipare alla visione di alcune

pellicole, sia in italiano che in lin-

gua francese ed inglese presso il

cinema Ariston Multisala di Trevi-

glio. Il giorno 17 aprile è stata la

volta del film di Marco Bellocchio,

intitolato “Bella addormentata”.

Il film tratta un argomento di

grande impatto e presenta al suo

interno un intreccio di storie diver-

se tra loro, che però finiscono per

incontrarsi per varie casualità.

Denominatore comune delle

vicende è il dolore causato dalla

esperienza di vita accanto ad una

persona che soffre. Il film ruota

attorno a riferimenti a fatti real-

mente accaduti, che corrispondono

poi alla tormentata vicenda di Elua-

na Englaro, che nel film sono rap-

presentati da immagini “vere” di

telegiornali e manifestazioni che

sono avvenute proprio in seguito

alle polemiche suscitate dal cosid-

detto “caso Englaro”

e dalle iniziative

politiche prese allo-

ra in quel periodo

(2009) dal Parla-

mento italiano.

Le storie, che ruota-

no attorno al fatto

di cronaca, che sono

poi le parti fonda-

mentali del film,

rappresentano i vari

aspetti della vita e i

cambiamenti che

essa può subire nel tempo.

La vicenda inizia con la storia di

una tossicodipendente, che vuole

morire a tutti i costi, ma si trova a

dover “lottare” non contro se stessa,

ma contro un medico, che cerca di

salvarla e anche di farle capire che,

nonostante tutto quello che può

capitare nel corso del tempo, la vita

è bella e vale la pena viverla.

La seconda situazione viene am-

bientata in una famiglia benestante,

nella quale la madre era stata nel

passato (o meglio, prima che sua

figlia Rosa entrasse in uno stato di

coma irreversibile) una grande at-

trice. Il regista ha voluto sottoline-

are lo stravolgimento subito da tut-

te le sue abitudini e i suoi interessi:

la donna prima del tragico avveni-

mento amava la vita mondana, la

cura della casa e della famiglia, ma

tutto questo si è rivelato superfluo e

inutile di fronte ai problemi di Ro-

sa, tanto che decide di abbandonare

tutto (anche il marito e il figlio) per

diventare una persona molto devota

alla Madonna, devozione condotta

quasi in modo ossessivo, esasperato

e per alcuni aspetti addirittura fana-

tico.

La terza storia è quella Maria,

una ragazza sensibile, che ha soffer-

to durante l’adolescenza per la ma-

lattia degenerativa della madre. Il

padre, nel film, è un senatore, che

si trova a dover esprimere un voto,

che è in contrasto con le idee del

suo partito, allora al Governo

(Popolo della Libertà). Vedendo la

sofferenza, che aveva dovuto subire

sua moglie, era intenzionato a vota-

re contro l’approvazione della leg-

ge per l ’ a l imentaz ione e

l’idratazione obbligatoria per le

persone che non in grado di prov-

vedere a se stesse.

Maria lotta a tutti i costi per i

diritti di coloro che non possono

decidere per se stessi e partecipa a

numerose manifestazioni, diven-

tando così un membro del

‘Movimento per la vita’. Incontra

un giovane ragazzo, Roberto, e se

ne innamora, ma la loro non è una

storia facile. Roberto infatti ha un

fratello con seri problemi psichici e

la vita sentimentale dei protagonisti

si interrompe.

La quarta storia è proprio quella

di Fabrizio, fratello di Roberto, che

pur essendo bipolare e violento,

vuole poter esprimere ciò che pensa

sul caso di Eluana Englaro. Tra tutti

loro solo un personaggio si compor-

terà come “La Bella Addormentata”

e si risveglierà concedendosi una

nuova occasione di vita.

La Bella addormentata

Chiara Anzani

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30 Partita Tripla - 2013

“T he help” nasce dall’omonimo romanzo di

Kathryn Stockett, pubblicato nel 2009.

Sceneggiato e realizzato da Tate Taylor, esce nelle sale ci-

nematografiche americane nel 2011, mentre in quelle italiane

nel gennaio del 2012.

Il lungometraggio riscuote ovunque grandi apprezzamenti

ed è pluripremiato per contenuti, cast e colonna sonora.

Stato del Mississippi, America, anni ’60. Ku Klux Klan,

razzismo, discriminazione, sfruttamento dei Neri in contrap-

posizione a Martin Luther King che lotta per l’ottenimento dei

diritti per gli Afroamericani in una nazione che funge da zer-

bino ai ricchi avidi bianchi pieni di se e vuoti cerebralmente.

Questo lo scenario tanto delicato quanto forse ancora un po’

attuale in cui si svolgeranno le vicende.

Skeeter è una giovane ragazza bianca, che dopo la laurea

torna a casa dai genitori. Mentre tutte le ragazze della sua età

si sono ormai già ammogliate, lei concentra tutte le forze sulla

propria realizzazione in campo lavorativo. Vuole diventare

scrittrice e fare qualcosa per far capire che gli Afroamericani

sono esseri umani, sono normali, sono totalmente uomini e

forse, in quel contesto, lo sono più dei Bianchi.

Cresce, come tutti, allevata da una serva nera sottopagata.

Il rapporto, che si va a creare con lei è forte, sicuramente più

saldo di quello che la lega alla madre.

Diventa grande lei e con lei il proprio sogno. Decide di

aiutare gli altri e se stessa, ponendo per iscritto le storie di tut-

te quelle domestiche che, come Aibileen e Minny, hanno tan-

to da raccontare. Mette insieme un libro di più di 200 pagine e

sfonda il muro dell’ignoranza e dell’anonimato, causando però

anche effetti negativi, in quanto le ritorsioni dei datori di la-

voro contro quelle nere coraggiose non tardano ad arrivare.

Queste però vanno avanti a testa alta, sicure che qualcosa sta

per cambiare.

La voce di Aibileen ci accompagna per tutta la durata del

film, 146 minuti che sembrano volare.

Le musiche, i personaggi a cui ti affezioni sin dal primo

secondo e che vorresti poter conoscere, le civettine altezzose

“tutto fumo, niente arrosto” e l’umiltà di chi invece chiede

sempre il permesso, spesso rimettendoci, ti catapultano dentro

quella narrazione visiva e ti trascinano in un vortice di emo-

zioni.

E’ un film tanto esilarante quanto commovente.

8760 secondi che riempiono di perché senza darti abba-

stanza risposte, che riempiono di indignazione e volontà di

cambiare le cose.

Un tema molto delicato, affrontato con molta maestria e

originalità.

E’ un film che si carica di un messaggio importante anche

al di fuori dell’ambiente in cui si sono verificati i fatti: siamo

tutti uguali e dovremmo avere tutti i medesimi diritti in tutto

il mondo senza alcuna distinzione.. “Dovremmo”.

Naria Panzera Due grandi film, che le nostre Quarte hanno guardato “per noi” in

lingua originale!!

Cine-

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31 Partita Tripla - 2013

“I ntouchables" est un film d’Éric Toledano

et Olivier Nakache qui est sorti dans les

salles cinématographiques en 2011. Il a

reçu beaucoup de prix pour les acteurs, les produc-

teurs et les sons.

Les auteurs touchent un thème tabou pour la ciné-

matographie et pour la société: la condition des han-

dicapés. Ils parlent de cela avec conscience en ra-

contant une histoire réelle.

L’histoire s’inspire en effet de la vie de Philippe Pozzo

Di Borgo (interprété par François Cluzet, dans le film

Philippe) et Abdel Yasmine Sebdul (interprété par

Omar Sy, dans le film Driss).

"Intouchables" est une comédie dramatique fran-

çaise qui se déroule dans le Paris d’aujourd’hui. Les

personnages principaux sont Philippe et Driss, deux

hommes complètement différents.

Philippe est un tétraplégique obligé sur un fauteuil

roulant après un accident de parapente. Il est riche,

blanc, cultivé, veuf et il a une fille adolescente.

Driss, au contraire, est un jeune noir, grand, fort, pau-

vre et quelques fois agressif. Il vient de la banlieue.

Tous les événements tournent autour de ce contraste.

Philippe engage Driss parce qu’il doit l’aider dans

la vie de tous les jours.

Tout commence avec une hésitation très grande,

mais, au jour le jour, ils établissent un fort rapport de

confiance.

Les deux deviennent de vrais amis. Quand ils sont en-

semble, personne ne peut les fermer. Driss conquiert

tout le monde avec sa symphatie et ses manières di-

rectes.

Philippe est un homme sérieux et triste, mais Driss

sait comment changer sa vie quotidienne avec sa gaie-

té. L’un sans l’autre, ils ne sont rien, l’un sans l’autre,

ils ne sont pas complets.

Ils rient, ils s’amusent et ils blaguent pour la plu-

part du film.

Deux heures de rire qui remplissent le coeur et vi-

dent le cerveau pour te faire penser quand la projec-

tion est terminée.

Intouchables parce qu’ils sont inséparables. Intou-chables parce qu’ils sont très unis. Intouchables parce

que Philippe et Driss, on ne peut pas les toucher.

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32 Partita Tripla - 2013

La classe 5^M, ha potuto presentare il proprio Disegno di Legge in Senato il 26 marzo 2013.

Intervista a cura di Gabriele Tadini e Alberto Legramandi di 1^ C agli studenti Marta Baffi, Giulia Carolei e Cri-stian Colombi della classe selezionata all’interno dell’iniziativa “Un giorno in Senato” Quando siete andati in Senato? "Siamo andati a Roma da lunedì 25 fino a martedì 26 marzo con il Freccia Rossa, mentre per muoverci nella città ab-biamo utilizzato diversi mezzi: taxi, metro, pullman. Naturalmente abbiamo girato per la Capitale anche a piedi". (Marta Baffi) Quali parti del Senato avete visitato? "Abbiamo visitato la libreria del Senato, Palazzo Madama e, infine, Palazzo Giustiniani, dove è stata firmata la Costitu-zione. Siamo stati chiamati in Senato perché abbiamo vinto un concorso nazionale per la presentazione di una propo-sta di legge. Abbiamo provato grande soddisfazione ad essere stati selezionati a livello nazionale". (Giulia Carolei) Che cosa avete fatto nelle due giornate a Roma? "Durante la prima giornata abbiamo visitato la libreria del Senato. Nella visita della Biblioteca un addetto ci ha mostrato lo statuto di Treviglio e di Bergamo, risalenti rispettivamente all’Ottocento e al Trecento. Abbiamo partecipato ad una seduta a Palazzo Madama , dove l’On. Mario Monti leggeva un’ informativa sull'UE; durante questa lettura molti senato-ri ci sono sembrati distratti dai propri tablet e smartphone. In serata abbiamo visitato Roma e ci siamo rilassati in alber-go. Il giorno seguente ci siamo recati al Palazzo delle Commissioni, luogo in cui abbiamo simulato una seduta in cui abbiamo proposto il nostro programma di legge. Abbiamo visitato Palazzo Madama, dove abbiamo incontrato il Presi-dente del Senato Pietro Grasso; poi ci siamo diretti a palazzo Giustiniani, sede storica, già dimora presidenziale". (Cristian Colombi) Che legge avete proposto? "La legge da noi proposta riguarda la produzione di energia elettrica usando fonti rinnovabili. La nostra proposta preve-de che i cittadini potranno installare dei pannelli solari con il finanziamento per il 25% dalla Regione e il pagamento del restante costo a carico dell'azienda appaltatrice. L'ammontare dell'energia prodotta spetterà alla Società, mentre il cittadino partecipante all’iniziativa avrà una ridu-zione dei costi nella propria bolletta". (Cristian Colombi) È stata approvata? "Si, virtualmente". (Marta Baffi) Come vi sono sembrati i politici ? "Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Questa esperienza ci ha fatto conoscere dove e come lavorano i nostri politi-ci. Se il divario tra politici e cittadini è ancora molto ampio, con queste iniziative si cerca di’ combatterlo’ con uno ‘strumento’ molto importante: i giovani, il futuro del nostro Paese". (Cristian Colombi)

UN

GIORNO

DA

SENATORI

UNA LEGGE SULLA RIDUZIONE

DEI CONSUMI , ATTENTA

ALL’AMBIENTE E ALL’ECONOMIA

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33 Partita Tripla - 2013

IL REPORTAGE

a cura di ERIKA FORTIN e CHRISTIAN BLINI Classe 1^C

Dall’alto: immagini di Mantova ( Piazza Sordello, la facciata del Palazzo Ducale, la Rotonda di San Lorenzo; immagini di Poggio Rusco: il municipio e la chiesa,

danneggiati dalle scosse sismiche

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34 Partita Tripla - 2013

IL GEMELLAGGIO DELLA SOLIDARIETA’

Il 22 febbraio si è svolta una gita speciale, il cui scopo di devolvere a un paese terremotato fondi, raccolti in istituto, attraverso un progetto di solidarietà. Meta: Poggio Rusco, nel Mantovano. Hanno partecipato all’uscita, durata tutto l’arco della giornata, i due alunni più meritevoli di ogni Prima, la classe 2 ^ A e i giocatori di palla tamburello di diverse classi. La prima tappa La prima fermata è avvenuta nelle vicinanze di Grazie, un paese in provincia di Mantova. Qui sono scesi i nostri giocatori di palla tamburello per disputare la partita contro la squadra avversaria di Mantova. Mentre i ragazzi si sfidavano, il resto del gruppo si è diretto al Capoluogo. Solo in tarda mattinata avremmo avuto notizia della pesante sconfitta ricevuta! Mattinata a Mantova Appena scesi dal bus, che ci aveva trasportati per 3 ore di viaggio, siamo stati subito ‘accolti’ dal Castello di Mantova. Il vento era freddo, la neve ancora ai bordi delle strade, anche se un timido sole illuminava quella giornata piena di significato. Addentratici, ci siamo imbattuti in Piazza Sordello. Ecco il Palazzo Ducale, caratterizzato dalle tipi-che "code di rondine" e dagli archi delle finestre di tipi differenti. Ecco, poi, Piazza delle Erbe, in cui si trova la Torre dell'orologio e la Rotonda di San Lorenzo. Quest'ultima si stima risalire intorno al 300 d.C. Utilizzata come chiesa cristiana, fu poi abbandona-ta. Nel corso dei secoli, a causa dell'installazione di tubature sotterranee, il pavimento della piazza si è alzato, lasciando la Rotonda a un piano più basso rispetto al resto e costringendo ad aprire un'altra entrata. Poggio Rusco: un piccolo paese, un grande ricordo Il terremoto del 29 maggio 2012, che ha scosso l'Emilia e parte della Lombardia, non ha lasciato i segni del proprio passaggio solo sugli edifici, ha toccato nel profondo anche chi in quei luoghi ci vi-veva. Quanto provato in quei giorni è difficile da esprimere con sole immagini e parole. Durante la consegna dei fondi avvenuta da parte del nostro istituto alla scuola superiore Greggiati di Poggio Rusco, tutte quelle sensazioni trasparivano dal volto del preside, commosso per il nostro simbolico gesto.

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35 Partita Tripla - 2013

. La voce tremante, il sorriso sincero che gli illu-minava il volto, era simbolo di cosa quel picco-lo paese, nella provincia mantovana, avesse subito, da una parte, ma anche della volontà di ripresa dall’altra. Descriveva la situazione in cui versano il mu-nicipio e la chiesa, fulcri della vita cittadina, con un timbro neutro, di chi a quello spettaco-lo destabilizzante ormai ci si è abituato. Le due costruzioni non sono le sole ad essere sostenute da antiestetici, ma fondamentali ponteggi, che le prevengono dal crollo in atte-sa di una ristrutturazione. Ringraziava la nostra scuola, noi ragazzi, gli insegnanti, chiunque avesse partecipato alla raccolta dei fondi organizzando eventi come la pesca o la vendita di braccialetti, collane e anelli, oppure organizzando tornei di calcio o semplicemente donando qualche soldo. Gentilmente ha risposto anche alle nostre domande, felice di avere un pubblico sensibile . << Era-no più di 500 anni >> diceva rispondendo a uno dei nostri quesiti << che un terremoto non colpiva il territorio di Poggio Rusco. Non sapevamo che sarebbe potuto succedere, soprattutto non eravamo preparati adeguatamente >>.

In quella sala abbiamo compreso il vero significato della parola “solidarietà”… Con l’assegno di quasi 2000€, l’Istituto G. Oberdan ha cercato di offrire un aiuto, piccolo, ma di cuore, per dimo-strare che non si è e non si deve essere mai soli, soprat-tutto quando si è in difficoltà. Se adesso sono loro che hanno bisogno di noi, in un fu-turo potremmo essere noi ad avere bisogno di loro: colla-boriamo e facciamo in modo che tutti stiano al meglio, continuando a portare avanti le iniziative di solidarietà che quest’anno l’Oberdan ha intrapreso.

Nelle strade Percorrendo le strade di Poggio Rusco, almeno quelle in cui ci era concesso entrare, dato che alcu-ne vie erano addirittura sbarrate da transenne perché c’era il rischio di caduta di tegole o mattoni, abbiamo incontrato una triste realtà: realtà che quotidianamente passa davanti agli occhi di chi in quei posti ci vive, ma che rimane impressa anche a chi là ci è solo stato un giorno, o un’ora, anche un solo istante. Nessuno di noi potrà mai dimenticare cosa ha visto, un paese distrutto non solo esteriormente ma anche dentro, le persone che vivono tutti i giorni in una zona che non è più sicura, protetta. Ogni giorno si ha la costante paura che una nuova scossa possa colpire nuovamente il territorio e causa-re ulteriori danni. Eppure con quanto calore siamo stati accolti: il pranzo, a base di prodotti tipici, ci è stato preparato e offerto dalla scuola , essendo il Greggiati, un Istituto Alberghiero. Con gioia, calore: e affetto, che non dimenticheremo e che ricambiamo. Poggio Rusco, noi ci siamo.

Al Greggiati: due momenti della cerimonia del “gemellaggio della solidarietà”

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Le copertine che hanno partecipato al

concorso per ottenere la prima pagina!!!

Erika Fortin

Deborah Mazzocca

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Michela Legramandi

Tarizzo Davide

Miriam Misani Martina Resmini

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ANNO SCOLASTICO 2012/2013

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A Biagi e Montanelli.

Agli inviati di guerra.

A chi vive sotto scorta per aver raccontato segreti oscuri. Ai giornalisti russi che non possono fidarsi nemmeno della polizia.

Ai miei coetanei messicani o africani che vengono uccisi solo per

aver aperto un blog.

A Giancarlo Siani.

Ai cronisti coraggiosi.

A chi viene minacciato e va avanti lo stesso.

A chi viene querelato e va avanti lo stesso.

A chi viene insultato, offeso, deriso per un articolo sgradito e va

avanti lo stesso.

A chi viene cacciato.

A chi viene chiamato "merda" dai servi di partito perché ha criti-

cato i loro idoli.

A chi si vede rifiutare un'intervista da un potente che ha paura.

A chi resiste.

A chi non si vende.

A chi lavora sottopagato.

A chi lavora gratis aspettando un contratto.

A chi crede ancora che il giornalismo possa cambiare il mondo.

A chi svolge questo mestiere solo per passione.

A chi svolge questo mestiere con rispetto.

A chi scrive solo al servizio del lettore, al servizio della verità. Fabio Brinchi Giusti