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Maria Maria IoannilliIoannilli

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LO STUDIO DEI FENOMENI URBANI LO STUDIO DEI FENOMENI URBANI

E TERRITORIALI: CONCETTI E E TERRITORIALI: CONCETTI E

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2. Concetti di riferimento

Il concetto di territorio

Il concetto di Sistema

3. Approccio allo studio dei sistemi

4. Territorio come Sistema

5. Il Processo di Gestione del Territorio

Definizione di "Processo“

Gestione della territorio come processo

Il processo decisionale pubblico

La complessità del sistema di decisione pubblica: legislazione esclusiva e concorrente

Modelli ordinatori delle decisioni pubbliche

Parte Prima

Indice

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Il concetto di territorio è determinato all’interno delle diverse discipline che lo assumono come campo di studio.

�in biologia:

è il luogo le cui caratteristiche fisiche o abiotiche, possono permettere ad una data specie di vivere e svilupparsi. È essenzialmente l'ambiente che può circondare una popolazione di una specie (habitat)

�in politica:

un territorio è una porzione che ricade nella giurisdizione di un'autorità governativa. Un territorio può comprendere qualsiasi area geografica che ricade nella giurisdizione di un'autorità e non ha una divisione politica o amministrativa (comune, provincia, regione, stato etc.)

�in economia

luogo all’interno del quale si manifestano le relazioni tra persone imprese, enti ed altri operatori economici che agiscono svolgendo quattro funzioni fondamentali: produzione, consumo, accumulazione e distribuzione del reddito e della ricchezza (quale è il territorio economico italiano in una economia globalizzata ?)

Il Concetto di Territorio

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�in urbanistica ed in pianificazione territoriale:

è lo spazio geografico in cui si esplica una funzione di regolazione

� spazio geografico: astrazione che rappresenta la distribuzione delle attività e degli insediamenti sulla superficie terrestre organizzato e collegato da relazioni orizzontali e verticali.

� relazioni orizzontali: sono quelle che intercorrono tra aree diverse e che comportano scambi di merci, circolazione delle informazioni, flussi migratori ecc.

� relazioni verticali: (o ecologiche) connettono i soggetti economici (insediamenti, imprese, ecc.) con le caratteristiche proprie dei diversi luoghi (clima, risorse minerarie, caratteri storico-culturali)

� funzione di regolazione: processo mediante cui si governano le trasformazioni dei luoghi e, quindi, delle relazioni verticali che legano i soggetti economici allo spazio fisico.

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Il Concetto di Territorio

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�nella geografia fisica:

un area con caratteri distintivi dal punto di vista geologico, geomorfologico, pedologico, climatico

� geografia fisica: branca della scienza che si occupa dello studio delle caratteristiche fisiche della Terra e dei processi naturali che avvengono nell'atmosfera, nella geosfera e nell'idrosfera

�nella geografia umana o antropica:

artefatto sociale derivato dai processi umani di territorializzazione

� geografia antropica: anche geografia umana o antropogeografia

è la scienza dedicata all'analisi della distribuzione, della localizzazione e dell'organizzazione

spaziale dei fatti umani. Tale scienza è composta da un aspetto sincronico, ovvero l'analisi degli assetti organizzativi umani presenti nel mondo in un determinato periodo, e da un aspetto diacronico, ovvero l'analisi dei processi che nel corso del tempo hanno condotto alla formazione di tali assetti. Questa branca include gli aspetti culturali, economici, sociali e politici della geografia

� territorializzazione: processo di trasformazione della natura in artefatto umano

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Il Concetto di Territorio

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Nella geografia umana, dunque, la territorialità indica il rapporto tra l'uomo e l'ambiente.

Più precisamente rappresenta l'insieme delle relazioni che le società intrattengono con il mondo

ecologico, biologico ed antropologico per il soddisfacimento dei propri bisogni e nella prospettiva di ottenere il più elevato livello di autonomia.

Ci sono diversi modi di intendere la territorialità. La geografia fa attualmente riferimento a due posizioni principali, ricondotte ai loro ideatori:

�R.D. Sack (1986): territorialità come "controllo" ed espressione primaria del potere sociale. Si configura in specifiche strategie perpetrate dalla società per gestire/controllare le persone e le risorse

�C. Raffestin (1981): la territorialità come frutto delle relazioni (concrete o astratte) tra uomo e ambiente in un contesto tridimensionale società - spazio - tempo. Ogni individuo si "appropria" nel corso del tempo dello spazio con cui intrattiene queste relazioni.

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Il Concetto di Territorio

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Rilevante il fatto che in questa seconda posizione, rispetto alla precedente, la territorialità rappresenta un processo aperto che dipende dall'individuo e dal tipo di relazioni instaurate con lo spazio.

L'appropriazione può avvenire, ad esempio, attraverso l'occupazione fisica dello spazio. Ma anche astrattamente, ad esempio attraverso la rappresentazione (pittura, fotografia), oppure (altro esempio) attraverso l'uso e la costruzione di territori cibernetici (web)

".... Quindi un territorio è di solito imperfetto; è una concretizzazione non compiuta per effetto delle scale spazio-temporali che fanno si che la territorialità si sviluppi ad un ritmo differente da quello del

territorio.

Ciò comporta il fatto che il territorio non è mai un contemporaneo della territorialità che ivi si

svolge. Il territorio infatti viene ristrutturato dall’uomo in modo continuo per permettere nuove forme di territorialità.

Appropriandosi concretamente o astrattamente (per esempio mediante tecniche di rappresentazione) di uno spazio, l’uomo (attore che sullo spazio realizza un programma a diversi livelli) lo territorializza.

Per costruire un territorio l’attore proietta nello spazio e nel tempo un lavoro, spende energia in modo da adottare le condizioni esistenti ai fabbisogni di una comunità o di una società. .... " (Raffestin, 1981).

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Il Concetto di Territorio

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Il concetto di territorialità, se è utile per mettere in evidenza il fatto che il "territorio" è il frutto di un processo di appropriazione "culturale" dello spazio che determina le relazioni che l'uomo stabilisce con lo spazio stesso, sottende però una idea antropocentrica del mondo.

�L'antropocentrismo (dal greco άνθρωπος, anthropos, "uomo, essere umano", κέντρον, kentron, "centro") è la tendenza - che può essere propria di una teoria, di una religione o di una semplice opinione - a considerare l'uomo, e tutto ciò che gli è proprio, come centrale nell'Universo.

Una centralità che può essere intesa secondo diversi accenti e sfumature: semplice superiorità rispetto al resto del mondo animale o preminenza ontologica su tutta la realtà, in quanto si intende l'uomo come espressione immanente dello spirito che è alla base dell'Universo.

Nella visione antropocentrica la natura in generale viene considerata non per il suo valore in sé, ma unicamente nella misura della sua fruibilità in funzione dell’uomo

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Il Concetto di Territorio

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Il significato del termine "sistema" sembra essere del tutto intuitivo ma, proprio per questo, esso presenta alcune ambiguità interpretative.

"Il suo significato, ad esempio, non è in relazione con il concetto di "sistematicità" che esprime la tendenza ad ordinare, classificare o costruire secondo regole precise" Maione (2004)

Una precisa definizione etimologica del termine pone alcuni problemi.Secondo alcuni il termine deriva dal verbo greco "sunistamai", che significa porre insieme; secondo altri esso deriva dal sostantivo "sustema" con il quale lo storico Polibio indicava un "corpo organizzato di soldati".Con riferimento a questa seconda ipotesi, al concetto di sistema è associato quello di componenti (di una formazione militare) che interagiscono (collaborano) tra loro per raggiungere uno scopo

comune.

Il Concetto di Sistema

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J.W. Forrester, uno dei padri fondatori della moderna disciplina di "analisi dei sistemi", che fornisce la seguente definizione:"il sistema è un insieme organizzato di parti cooperanti per uno scopo comune." Forrester (1971)

L'idea di parti organizzate e cooperanti che agiscono per perseguire uno scopo comune produce una idea di sistema come insieme dotato di struttura.

L’organizzazione, infatti, rappresenta il principio essenziale di un sistema, ed essa rappresenta la struttura che connette in modo interdipendente gli elementi che lo costituiscono, e permette al sistema di esistere come elemento unitario nel tempo.

Il sistema quindi è una "entità che deve la sua esistenza alla interazione tra le parti che lo

compongono“ Von Berlatanfy (1969)

"SISTEMA: ciò che è costituito da più elementi interdipendenti, uniti tra loro in modo organico

(sistema sociale, l'insieme dei rapporti e delle interazioni esistenti tra componenti di un corpo sociale | sistema economico, l'insieme dei rapporti che si stabiliscono tra gruppi di individui in relazione alle attività produttive, ai modi di produzione e allo scambio dei beni | sistema musicale, insieme di rapporti che collegano gli elementi di un determinato linguaggio musicale; anche, la sua codificazione teorica: sistema tonale, temperato, dodecafonico )"(Enciclopedia UTET)

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Il Concetto di Sistema

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Esiste una sostanziale differenza tra

� il concetto di insieme

� ed il concetto di sistema

e tale differenza risiede nel fatto che in un sistema il tutto e’ diverso dalla somma delle parti; il comportamento di un elemento influenza il comportamento dell’altro.

Sono quindi le interazioni tra elementi a determinare il comportamento collettivo del sistema.

Il processo di interazione tra le parti costituenti il sistema è ciò che noi chiamiamo "organizzazione“del sistema

INSIEME SISTEMA

calciatori squadra

musicisti orchestra

individui popolazione

animali branchi, mandrie

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Il Concetto di Sistema

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In ogni caso, studiare le proprietà e le funzioni di un sistema significa ammettere che esso sia

riconoscibile come elemento unitario distinguibile da tutto ciò che lo circonda.

Ciò implica che è necessario giungere alla determinazione di quale sia il confine di esistenza del sistema stesso, quali siano le componenti in esso contenute, distinte da quelle che si ritengono esterne ad esso.

La schematizzazione di un sistema è una operazione sempre funzionale alla finalità per cui

l'operazione stessa viene condotta, e pertanto arbitraria.

“la definizione di un qualsiasi sistema particolare è arbitraria …. l’universo sembra essere costituito da un insieme di sistemi, ciascuno dei quali e’ contenuto in un sistema maggiore ……..così come è possibile espandere un sistema in una dimensione più ampia, è anche possibile ridurlo ad una versione minore……"Stafford Beer (1959)

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Il Concetto di Sistema

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Il problema del margine è, nel caso di alcuni sistemi come ad esempio quelli fisici, naturalmente definito (le superfici di separazione tra un corpo e l'ambiente nel caso dello scambio termodinamico).

Nei casi più complessi, ed in particolare nell'ambito dei sistemi territoriali, la determinazione del

confine di esistenza del sistema è spesso una operazione dotata di grande soggettività ed

arbitrarietà.

Il concetto di margine del sistema serve tuttavia a mettere in evidenza una "autonomia" degli elementi in esso contenuti, rispetto a quelli esterni appartenenti all'ambiente.

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Il Concetto di Sistema

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In sostanza il margine di un sistema identifica e seleziona le relazioni tra le componenti interne del

sistema, riconoscendole come più significative (per tipo, intensità, qualità) rispetto ai legami più

deboli (e quindi meno significativi) stabiliti dalle componenti del sistema stesso con le componenti dell'ambiente.

".... studiare proprietà e funzioni di un sistema significa ammettere implicitamente la possibilità di poterlo distinguere da tutto ciò che lo circonda, separandolo da quanto per definizione è da esso distinguibile e separabile."Maione (2004)

Delimitazione di un Sistema

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Nella trattazione di sistemi che scambiano relazioni con l'ambiente, tuttavia, il concetto di margine

va visto in senso del tutto analitico dato che essi costituiscono con l'ambiente un elemento

unitario.

"L’ambiente di un dato sistema è costituito da tutti gli oggetti tali che un cambiamento nei loro attributi influenza il sistema e anche da quegli oggetti i qui attributi sono cambiati dal cambiamento del sistema" Hall e Fagen (1957)

In generale ammetteremo che un sistema comunque delimitato può essere scomposto in parti.

Ciascuna parte può, a sua volta, può essere vista essa stessa come sistema (sottosistema)

Allo stesso modo un sistema può essere visto come parte di un sistema più esteso (l'ambiente in cui il sistema si colloca).

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Delimitazione di un Sistema

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Delimitazione di un sistema

Sistema e ambiente

Un sistema è un insieme diparti interconnesse

Ma ciascuna parte può essereconsiderata come un sistemain se stessa ….

.. e l’intero sistema puòessere considerato comeparte di un sistema più esteso

SISTEMA

AMBIENTE

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Delimitazione di un Sistema

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Dal punto di vista concettuale e tecnico gli elementi necessari alla descrizione ed allo studio di un sistema sono:� le componenti

� le interazioni tra le componenti (quali componenti interagiscono tra di loro)

� le leggi che regolano le interazioni (secondo quale regola le interazioni si manifestano)

Le componenti, a loro volta, sono descritte da un insieme attributi (le caratteristiche) utili alla misurazione dello stato delle componenti stesse ad un tempo dato

L'operazione di schematizzazione isola un sottoinsieme di componenti e di relazioni dal sistema

complessivo, assumendo cioè di poter ritenere non significative, o significative solo a livello di ambiente, le componenti non prese in considerazione

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Delimitazione di un Sistema

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Se volessimo misurare il carico inquinante alla foce di un corso d'acqua ad un tempo 0, adottando un approccio sistemico:

�Quali componenti ?

�Quali attributi per le componenti selezionate ?

�Quali interazioni ?

�Quali leggi che regolano le interazioni ?

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Delimitazione di un Sistema

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Componenti Attributi

reticolo idrografico del bacino di riferimento gerarchia delle singole astemorfologia del suolo andamento altimetricodistribuzione degli insediamenti umani caratteristiche residenziali ed industriali

Relazioni tra le componenti, e leggi di regolazione :

�una asta idrografica di un dato livello confluisce sempre in un asta di livello immediatamente superiore

�ogni centro abitato "scarica" il suo carico inquinante sull'asta idrografica più vicina o su quella a quota immediatamente inferiore al punto di localizzazione del centro stesso, secondo una "legge" che esprime il carico inquinante in funzione della popolazione insediata

�ogni localizzazione industriale "scarica" il suo carico inquinante sull'asta idrografica più vicina o su quella a quota immediatamente inferiore al punto di localizzazione dell'industria, secondo una "legge" che esprime il carico inquinante in funzione della popolazione equivalente al tipo di industria localizzata

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Delimitazione di un Sistema

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FOCE

SORGENTE

CENTRO ABITATO

INDUSTRIA

CARICO INQUINANTE

2020

Delimitazione di un Sistema

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In alcuni casi, però, l'interesse principale dell'analisi può concentrarsi non sullo studio del comportamento interno di un sistema, ma proprio sulla comprensione delle relazioni che il sistema stesso stabilisce con il proprio ambiente.

"Spesso è utile considerare un sistema nel suo insieme, rinunciando a conoscerne la costituzione

interna, le sue parti ed i loro collegamenti. In questo caso, si considerano solo gli ingressi, le uscite

ed i loro legami, senza preoccuparsi delle parti sulle quali ciascun ingresso agisce o degli elementi

interni dai quali ciascuna uscita è generata.

Ad esempio, un automobilista può guidare un automobile, servendosi della posizione dei pedali e dello sterzo (ingressi), osservando gli strumenti di bordo e le condizioni della strada (uscite), ma senza conoscere le conseguenze di ciascuna azione sugli organi meccanico/elettronici che trasformano un comando nell’assetto del veicolo. .." Maione (2004)

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Delimitazione di un Sistema

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"Allo stesso modo, si può studiare l’inquinamento di una città, ponendo in relazione la quantità di

combustibile consumata (ingresso) e quella di gas nocivi emessi nell’atmosfera durante una

giornata, senza preoccuparsi dell’aliquota di inquinanti prodotta da ciascun abitante e da ciascun

edificio.

Si può dunque considerare il sistema-città come una scatola nera (black box), che riceve ingressi e produce uscite, senza pretendere altre informazioni sul meccanismo interno di trasformazione dei primi nelle seconde. Se, invece, si vuole descrivere il processo che trasforma gli ingressi nelle uscite, si parla di scatola bianca (white box).

Pur non rivelando la struttura interna, una scatola nera può dare risposte soddisfacenti in molti casi. Per esempio, per studiare l’inquinamento di una città, è inutile seguire il percorso di ogni serbatoio di combustibile con le sue tappe presso i diversi centri di consumo (edifici, serbatoi di accumulo, ecc), attraverso tutta la rete dei distributori cittadini, fino all’utente finale."Maione (2004)

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Delimitazione di un Sistema

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S

I I

I

A

F

S = Sistema; A = Ambiente; F = FrontieraI = Ingresso; U = Uscita

White box

Black box

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Delimitazione di un Sistema

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E' possibile fornire una forma di classificazione dei sistemi in funzione di alcuni parametri caratteristici, ed in particolare:

� INSIEME DEGLI ELEMENTI CHE COSTITUISCONO IL SISTEMA

� INTERAZIONI CHE IL SISTEMA HA CON IL MONDO ESTERNO

� RELAZIONI ESISTENTI TRA I VARI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SISTEMA

� LEGGI DI REGOLAZIONE DELLE RELAZIONI TRA COMPONENTI

� COMPORTAMENTO RISPETTO AL TEMPO

Classi di Sistemi

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INSIEME DEGLI ELEMENTI CHE COSTITUISCONO IL SISTEMA

� sistemi NATURALI: sono quelli che esistono in natura. Per esempio il sistema solare, un albero ecc.

� sistemi ARTIFICIALI: sono creati dall'uomo per soddisfare le sue esigenze, oppure sono sistemi definiti dall'uomo per analizzare fenomeni non naturali apparentemente dotati di una loro autonoma configurazione ed evoluzione. Al primo tipo appartengono le macchine, di qualsiasi tipo e funzione; al secondo, ad esempio, appartengono i sistemi sociali, economici etc.

� sistemi MISTI: sono sistemi all'interno dei quali interagiscono tanto componenti di tipo naturale che componenti artificiali

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INTERAZIONI CHE IL SISTEMA HA CON IL MONDO ESTERNO

� sistemi APERTI: sono quei sistemi che scambiano qualcosa con l'ambiente esterno, tanto in input che in output. Ad esempio, il sistema della "mobilità" scambia con l'ambiente esterno in input l'energia necessaria al suo funzionamento e, in output, le emissioni prodotte dai veicoli in movimento

� sistema CHIUSO è un sistema che scambia con l'ambiente soltanto energia, ma non materia. Il nostro pianeta è spesso visto come un sistema chiuso. In generale, però, si può affermare che in natura non esistono sistemi chiusi da tutti i punti di vista ma, coerentemente con le finalità dello studio del sistema, è lecito considerare alcuni sistemi come chiusi, nel senso che l'intervento dell'ambiente esterno è secondario rispetto allo scopo per cui si studia il sistema stesso.

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RELAZIONI ESISTENTI TRA I VARI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SISTEMA

� sistema DETERMINISTICO: è quel sistema il cui comportamento è inequivocabilmente noto, una volta definita la sollecitazione alla quale lo si sottopone. Un sistema deterministico passa da uno stato iniziale ad un stato finale attraverso una funzione nota, cioè ogni stato è unica e diretta conseguenza di quello precedente.

Un esempio ben noto di sistema deterministico è costituito da due corpi celesti che si muovono

soggetti soltanto al reciproco influsso gravitazionale, quale potrebbe essere il sistema Terra-Luna

pensato isolato dal resto dell'universo

� sistema PROBABILISTICO: è quel sistema per il quale non è individuabile una corrispondenza univoca tra sollecitazione e comportamento. Questi sistemi presentano, nella loro evoluzione, fenomeni di casualità tali per cui essi non forniscono sempre la medesima risposta, anche a parità di condizioni iniziali e delle sollecitazioni ad essi applicate.

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Classi di Sistemi

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Sistema PROBABILISTICO

Un esempio di sistema probabilistico è quello atmosferico. L'atmosfera è un sistema dinamico il

cui stato è definito dalla distribuzione spaziale di vento (u,v,w), temperatura T, pressione p e

altre variabili, la cui evoluzione temporale è descritta da un insieme di relazioni matematiche

(equazioni) che rappresentano i processi fisico/dinamici agenti nell'atmosfera.

Però

Piccole differenze casuali delle condizioni iniziali possono condurre a stati del sistema non

prevedibili in maniera deterministica

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COMPORTAMENTO RISPETTO AL TEMPO

� sistemi STATICI: sono quelli la cui condizione rimane almeno apparentemente invariata nel tempo. Nell'ambito dei sistemi naturali (cioè non costruiti in laboratorio) non esistono sistemi definibili come statici, se non quelli riferiti ad intervalli temporali di ordine di grandezze superiori a quelli del tempo umano di osservazione del sistema stesso.

Ad esempio, rispetto a eventuali spostamenti, i continenti costituiscono un sistema statico, su intervalli di tempo dell'ordine di grandezza della durata di una vita umana.

� sistemi DINAMICI: un sistema è considerato dinamico se le sue funzioni cambiano in funzione del tempo, cioè se il valore assunto da una variabile, in un determinato istante, dipende dai valori assunti precedentemente, quindi se conserva traccia della storia passata del sistema

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LEGGI DI REGOLAZIONE DELLE RELAZIONI

� sistema CONTINUO: è un sistema la cui condizione in un certo istante di tempo è comunque diversa da quella nell'istante precedente, per quanto piccolo possa essere l'intervallo che separa questi due istanti. Questo è il caso del livello d'acqua misurabile in un bacino idrico

� sistema DISCRETO: è quello che può trovarsi solo in numero finito di condizioni, ben diverse l'una dall'altra, che rimangono stabili per un certo intervallo di tempo, fintanto che non arriva un'altra sollecitazione. Tipicamente questi sistemi sono di tipo artificiale, come ad esempio un impianto semaforico.

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R. Gagliardi (2004)

Aperto / Chiuso

SISTEMASISTEMA

Deterministico / Probabilistico

Naturale / Artificiale /

misto

Variante / Invariante

Continuo / Discreto

Lineare / Non lineare

Reazione

Casualità Variabili di statoIntervento

dell’uomoCampo di

variazione delle variabili

Relazioni tra le variabili

dipende da

dipende da

dipende da

dipende da

dipende da

dipende da

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Nelle definizioni precedentemente fornite del concetto di sistema è delineata la possibilità di analizzare e spiegare i fenomeni complessi (naturali e non) descrivibili in termini di sistema, identificando inizialmente delle entità elementari quali componenti essenziali dei fenomeni stessi e, in seguito, connessioni e relazioni che complessivamente rappresentano l'unitarietà del fenomeno e ne descrivono il comportamento complessivo.

Il pensiero scientifico, sin dalle sue origini, ha condiviso tale approccio arrivando, in epoca contemporanea, ad una visione estrema che va sotto il nome di "RIDUZIONISMO" secondo cui "le

cose equivalgono alla somma delle loro parti“.

Approcci allo Studio dei Sistemi

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RIDUZIONISMO

Cartesio (1596-1650) nel suo Discorso sul Metodo definisce le quattro regole fondative del suo metodo scientifico: � l'evidenza essa infatti prescrive di non accogliere come vero ciò che non é evidentemente tale ,

cioè accogliere solo ciò che é chiaro e distinto; � l'analisi, che prescrive di dividere il più possibile la totalità per conoscerne i dettagli e quindi

rendere più facile arrivare ad essa; �sintesi che permette di risalire dagli oggetti più facilmente conoscibili a quelli più complessi,

ravvisando in essi o imponendoglielo un ordine generale; � l'enumerazione, che consiste in una rassegna generale per essere sicuri di non dimenticare nulla

In questo approccio, sostanzialmente, i sistemi sono definiti ed analizzati secondo l'ipotesi �di una loro scomponibilità in elementi semplici ed analizzabili in modo “scientifico”

�di esistenza di una legge generale (ordine – organizzazione / riconosciuta - imposta) che permette la loro ricomposizione all’interno di una vista complessa

Approcci allo Studio dei Sistemi

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L'atteggiamento riduzionistico influenza tutti i settori disciplinari, anche in epoca recente.

Campi di applicazioni dell'approccio riduzionistico:1. Lo zoning funzionale

Lo zoning funzionale rappresenta la città come un insieme di spazi, progettati per assolvere, ciascuno, a funzioni specifiche (residenza, produzione, utilizzazione del verde, ricreazione, ecc.), successivamente assemblati in una unità componibile ed espandibile senza limiti. La città è quindi un insieme di luoghi (quello dell'abitare, quello del lavoro, quello del tempo libero, ecc.) rispondenti ad esigenze particolari, dimensionati separatamente e collegati da soluzioni urbanistiche che li assemblano in un disegno unitarioIl concetto contrapposto allo zoning funzionale è quello medioevale di città come complessità irriducibile ed intreccio inestricabile di attività2. Il Taylorismo

Alla necessità di produrre auto in grandi serie ed all'inventiva di F.W. Taylor (1856-1915) si deve l'idea di scomporre i processi manifatturieri in funzioni elementari, articolandole in sequenze di movimenti semplici e ripetitivi, eseguibili dagli operai con grande efficienza ed in tempi prestabiliti.3. La specializzazione formativa e delle competenze

Ai livelli medio/bassi, le molteplici funzioni in cui si articola l'attività manifatturiera trovano, tutte, corrispondenza in una specializzazione, in un mestiere, in una professione; ai livelli più alti, la frammentazione delle competenze tende a distinguere tra tecnologi e gestori.

Approcci allo Studio dei Sistemi

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Ma il concetto di organizzazione, proprio dei sistemi, postula, tuttavia, anche un altro principio che,

da alcuni punti di vista mette in crisi l'approccio precedente.

Infatti, se le componenti di un sistema sono interrelate in maniera interdipendente, ciò implica che la variazione dello stato di una di queste induce (o tende ad indurre) delle variazioni tanto sulle

componenti ad essa relazionate, quanto sul sistema visto come elemento unitario.

Viceversa, un cambiamento del sistema unitariamente visto non può non indurre delle

modificazioni sulle parti componenti il sistema che, a loro volta e proprio in virtù della

modificazione del loro stato posso modificare il sistema delle relazioni reciproche.

Questi processi di modificazione reciproci che intercorrono tra parti e parti, e tra parti e tutto, si manifestano con tempi e modalità non sempre predicibili a priori e percepibili nel tempo di studio del sistema

Approcci allo Studio dei Sistemi

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Dal principio di interdipendenza discende quello di "non sommatività" che significa che un sistema non può essere visto semplicemente come somma delle parti che lo compongono.A livelli crescenti di complessità del sistema, e proprio per effetto della interdipendenza tra le

parti, esso risulta infatti complessivamente caratterizzato da proprietà non direttamente

riconoscibili nelle parti che lo compongono.

Ad esempio, è possibile dire che una famiglia (sistema) sia completamente descrivibile ed analizzabile descrivendo i caratteri e le relazioni tra i componenti che la costituiscono ? In realtà la famiglia in quanto tale ha dei caratteri propri ed un comportamento (prestazioni) non del tutto derivabile dal comportamento dei suoi componenti ed anzi, in generale, è proprio il suo comportamento unitario ad influenzare quello dei singoli componenti.

Portando al limite estremo tali considerazioni si dovrebbe dedurre la necessità (e la possibilità) di studiare i sistemi nella loro unitarietà e complessità inscindibile (OLISMO).

Ciò implica che l'interesse si concentri sullo studio dei comportamenti complessivi dei sistemi (prestazioni) piuttosto che sulla determinazione delle cause che determinano tali comportamenti (analisi di struttura).

Approcci allo Studio dei Sistemi

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Entrambi gli approcci presentano argomentazioni convincenti anche se, ad una attenta analisi, esse risultano complementari.

La complementarietà degli approcci può essere sintetizzata con una frase di Blaise Pascal:"Stimo impossibile conoscere le singole parti senza conoscere il Tutto, come conoscere il Tutto

senza conoscere le singole parti."

O ancora, tre secoli dopo, nella affermazione di H. Simon

"un sistema è costituito da un elevato numero di parti interagenti in maniera non semplice. Nel

sistema il Tutto è più che la somma delle parti. Questa espressione non va intesa in senso metafisico, ma vuol significare che, assegnate le proprietà delle parti e le leggi di interazione,

l'inferenza delle proprietà del Tutto non è cosa banale"Simon (1962)

Una integrazione dei due approcci è quanto si rintraccia nella moderna "ANALISI DEI SISTEMI" che si propone come una metodologia all'interno della quale, con un processo iterativo, analisi di struttura

(fattori causali) ed analisi delle prestazioni (comportamenti del sistema) vengono combinate con lo scopo, spesso, di comprendere quali modificazioni delle seconde sono inducibili a partire da modificazioni delle prime.

Approcci allo Studio dei Sistemi

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La teoria dei sistemi emerge intorno agli anni quaranta come nuovo approccio interdisciplinare finalizzato allo studio delle strutture e delle proprietà dei sistemi visti soprattutto in termini di relazioni.

Molti dei teorici di questo nuovo approccio tentarono di determinare una teoria generale

applicabile a tutti i sistemi identificabili in campo scientifico e nel 1967 von Bertalanffy pubblicò un testo dal titolo "Teoria Generale dei Sistemi" in cui tali principi generali venivano riassunti.

Bertalanffy muove dal riconoscimento che i sistemi (umani) sono in generale in grado di interagire con il proprio ambiente (sistemi aperti) acquisendo nel tempo nuove proprietà cosiddette emergenti

e mostrandosi in tal modo dinamicamente evolutivi.

É proprio il concetto di proprietà emergente che risulta centrale nello sviluppo della teoria dei sistemi; tali proprietà, infatti, sono quelle che emergono solo ad un dato livello di complessità del

sistema e che non sono identificabili a livelli di complessità inferiori ovvero sono quelle proprietà

possedute dal sistema (visto in maniera unitaria) ma non dalle componenti del sistema stesso.

Approcci allo Studio dei Sistemi

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La principale finalità della teoria dei sistemi è quella di studiare il complesso delle interazioni (tra le componenti del sistema e del sistema con l'ambiente) che determinano il processo evolutivo del sistema stesso (visto nella sua unitarietà).

Meglio ancora questa teoria cerca di determinare le leggi generali che regolano tali interazioni, a prescindere dalle specifiche connotazioni delle componenti che nel sistema interagisco.

Nel suo testo Bertalanffy scrive:"...there exist models, principles, and laws that apply to generalized systems or their subclasses, irrespective of their particular kind, the nature of their component elements, and the relationships or "forces" between them. It seems legitimate to ask for a theory, not of systems of a more or less special kind, but of universal principles applying to systems in general." (Bertalanffy , 1967)

Tali leggi generali devono, ovviamente, essere riconosciute mediante l'integrazione delle diverse discipline (fisica, biologia, sociologia, tecnologia etc.) che tradizionalmente studiano i diversi tipi di sistemi.

Approcci allo Studio dei Sistemi

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Riprendiamo i concetti di territorio e di territorialità già espressi

Territorio: artefatto sociale derivato dai processi umani di territorializzazione

In termini fisici:

Lo spazio in cui si manifestano l'insieme delle relazioni che le società intrattengono con il mondo

ecologico, biologico ed antropologico per il soddisfacimento dei propri bisogni e nella prospettiva di ottenere il più elevato livello di autonomia

In termini sistemici:

Il complesso delle componenti (umane e naturali) che interagiscono all’interno di uno spazio fisico stabilendo delle relazioni orizzontali (funzionali) e verticali (fisiche) per permettere al sistema territoriale di evolvere

Territorio come Sistema

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Le componenti del sistema territoriale (umana e naturale) possono a loro volta essere viste come sistemi di sistemi all’interno dei quali interagiscono, secondo regole variabili nel tempo, specifiche componenti.

In un recente approccio di tipo ecologico, la componente umana è descritta mediante la sua articolazione in componenti raggruppate all'interno di tre (più uno) sottosistemi fortemente interrelati tra loro e che, complessivamente, determinano il comportamento dell’ambiente stesso. Tali sottosistemi sono quello

�Sociale

�Economico

�Istituzionale

e

�Tecnologico

Ciascuno di questi sottosistemi si manifesta a sua volta come sistema complesso, costituito cioè da una molteplicità di componenti variamente relazionate.

Territorio come Sistema

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Analogamente, il sistema ecologico è definibile come sistema di componenti analizzabili, a loro volta, come (sotto)sistemi.

Anche in questo caso ciascun sottosistema è costituito da una molteplicità di componenti interagenti tra loro, ed anche in questo caso possiamo parlare di relazioni orizzontali che legano le diverse componenti ed influenzano la configurazione complessiva dell’ambiente naturale.

Territorio come Sistema

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AMBIENTE UMANO

AMBIENTE NATURALE

ARIA

ISTITUZIONALE

TECNOLOGICO

ECONOMICO

AZIONE

RETROAZIONE

SUOLI

RISORSE

........

ACQUA

SOCIALE

Territorio come Sistema

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P1

F6

F3

F4

F5

F8

F1

F2

P2

F7

F9

P3P

F

CausaleAmplificazioneInterferenza

PericoloFattore

Relazioni orizzontali: regole funzionali

Relazioni verticali: regole fisiche

Territorio come Sistema

4444

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Territorio come Sistema

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I SISTEMI TERRITORIALI oggetto del nostro interesse sono classificabili, in generale e dal punto di vista dei diversi parametri come:

Insieme degli ELEMENTI che costituiscono il sistema MISTI

INTERAZIONI che il sistema ha con il mondo esterno APERTI

RELAZIONI esistenti tra i vari elementi costitutivi del sistema DETERMINISTICI / PROBABILISTICI

Comportamento rispetto al TEMPO DINAMICI

LEGGI di regolazione delle relazioni CONTINUI / DISCRETI

Territorio come Sistema

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Le interazioni tra questi due sistemi sono costituite, in generale, dai processi di utilizzazione, da parte dell'uomo, delle risorse che costituiscono l'ambiente naturale. La manifestazione più evidente di tali processi di interazione è quella che si manifesta in relazione alle “utilizzazioni dei suoli".

Le modificazioni del sistema territoriale complessivo possono essere il risultato di processi naturali (variazioni climatiche, eruzioni ...); più spesso essi dipendono dalla attività umana legata alle modalità di utilizzazione del sistema naturale visto come risorsa

L'analisi del cambiamento del sistema territoriale, nella sua forma più ampia, ruota intorno a due questioni principali:

�quali sono le cause che generano il cambiamento e secondo quale processo tali cause si manifestano ed interagiscono per determinare il cambiamento

�quali sono gli effetti del cambiamento dell'uso delle risorse sul sistema territoriale (sia dal punto di vista socio - economico che ambientale)

Evoluzione del Sistema Territoriale

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Le cause del cambiamento possono essere individuate riprendendo la concettualizzazione di sistema urbano e territoriale e, in particolare, di componenti interagenti all'interno di esso.

Le pressioni esercitate dall’uomo sull’ecosistema urbano sono la principale dominante della dinamica dell’ecosistema stesso.

I più importanti fattori di tali pressioni sono legati alla demografia, alla organizzazione socio economica, alla struttura politica ed alla tecnologia.

I comportamenti dell’uomo influenzano, in generale, le utilizzazioni del suolo nonché la richiesta e l’utilizzazione di risorse.

I primi quattro sottosistemi, che complessivamente costituiscono “l’ambiente umano” determinano le modalità secondo cui l’uomo interagisce con il sistema naturale, inducendo, in generale, un cambiamento nel sistema territoriale.

Evoluzione del Sistema Territoriale

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Il processo di interazione può essere schematizzato nel modo seguente.

L’ambiente umano, in funzione delle diverse configurazioni e stati dei quattro sottosistemi che lo caratterizzano, esercita sull’ambiente naturale una spinta alla modificazione che si applica, in generale:

�alle utilizzazioni del suolo

�all’uso di risorse

�alla produzione di emissioni e rifiuti

D’altra parte, il sistema naturale provvede a fornire all’uomo importanti risorse; così, i cambiamenti

che intervento nell’ecosistema naturale (alle diverse scale a cui si manifestano: locale, regionale o globale), come la contaminazione delle acque, la perdita di biodiversità, i cambiamenti climatici etc, influiscono sul sistema umano in termini di effetti sulla salute, perdita di benessere etc.

A sua volta, l’ambiente umano tenta di reagire a tali effetti mediante la implementazione di strategie

rivolte a modificare tanto se stesso (prevenzione) che l’ambiente naturale (mitigazione).

Evoluzione del Sistema Territoriale

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Sistema Sociale

Sistema ecologico

Pianificatori

Utilizzazione dei suoli e delle

risorse

Coperture dei suoli

Fattori socio -economici

Fattori bio - fisici

Cambiamenti tecnologici

Feedback

Feedback

Cambiamenti locali e globali

Rielaborato da Turner et alt., 1995

Si deve notare, in questo schema, come i fattori i fattori del cambiamento sino riferibili principalmente al sottosistema umano.

È però evidente che i processi di feedback provenienti dall’ambiente possono invece fornire delle indicazioni al pianificatore che, in conseguenza della rilevanza che ai singoli fattori viene riconosciuta, li utilizza per influenzare le proprie decisioni di pianificazione

Evoluzione del Sistema Territoriale

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AMBIENTE UMANO

AMBIENTE NATURALEAMBIENTE NATURALE

Risorse

Sistema sociale

Sistema economico

Suolo Acqua

Sistema istituzionale

………… .

Feedback

Disponibilità risorse

EmissioniEffetti

indirettiClimaCoperture del suolo

Feedback

Disponibilità risorse

EmissioniEffetti

indirettiClimaCoperture del suolo

Cambiamentitecnologici

Fattori culturaliFattori socio -

economici- Fattori

ambientali

Utilizzazione del

suolo

Utilizzazione delle

risorse

Fe

ed

ba

ck

Processo

decisionale

Fe

ed

ba

ck

Processo

decisionale

Evoluzione del Sistema Territoriale

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Un diverso schema, più operativo, utilizzato correntemente per descrivere le interazioni fra l'ambiente umano e l’ambiente naturale, è rappresentato dal modello DPSIR (acronimo di Drivers – Pressures –State – Impacts - Responses) sviluppato dall’Organization for Economic Co-operation and Development (OECD) nel 1999

La struttura DPSIR è stata inizialmente applicata a livello internazionale per organizzare le informazioni sullo stato dell’ambiente, e, in seguito, per valutare e analizzare le strategie di sviluppo sostenibile.

Drivers

Pressure

State

Impact

Response

Evoluzione del Sistema Territoriale

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I Determinanti (Drivers) consistono nelle attività e processi umani, quali ad esempio la crescita demografica, l’urbanizzazione, la produzione industriale, gli spostamenti di merci e di persone, lo sviluppo tecnologico, che nel loro svolgimento interagiscono con l’ambiente naturale creando Pressioni (Pressures) sui sistemi bio-fisici (misurate ad esempio in termini di emissioni nocive, o consumo di risorse naturali).

A seguito delle sollecitazioni umane lo Stato (State) dell’ecosistema si modifica, in genere allontanandosi dalle iniziali condizioni favorevoli alla vita umana, causando così Impatti (Impacts) per lo più negativi sulla popolazione, sull’economia e sugli stessi ecosistemi.

Gli impatti del cambiamento sono normalmente distinti, in funzione della scala a cui essi si manifestano, in:

� globali: si manifestano nel lungo periodo e sono osservabili soltanto a livello di scale territoriali macro

� locali / regionali: sono quelli che si manifestano nel breve periodo ed all'interno dei medesimi contesti in cui si producono le pressioni alla modificazione del sistema

La società reagisce a tali impatti attraverso opportune Risposte (Respones), consistenti in strategie volte ad intervenire sia sulle cause immediate (i cambiamenti dello stato), sia sulle cause implicite, operando sulle pressioni e sulle attività che le generano, allo scopo di proteggere gli ecosistemi naturali e migliorare la qualità della vita

Evoluzione del Sistema Territoriale

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DriversDrivers

PressuresPressures

StateState

ImpactsImpacts

ResponsesResponses

determinano

alterano producono

richiedono

riduconomitigano

regolano

riducono

modificano(migliorano)

CausePrimarie (Ambiente umano)• Demografia• Sviluppo tecnologico• Comportamenti sociali• ……….• Agricoltura• Industria• Trasporti• Ecc.

Secondarie (Ambiente naturale)• Eventi climatici• Eventi idro – geologici• Ecc.

Pressioni• Emissioni in atmosfera• Rifiuti• Inquinamento corpi idrici• Salinizzazione dei suoli• Consumo di suolo• Deforestazione• Ecc.

Stato• Qualità dell’aria• Qualità dell’acqua• Qualità dei suoli• Biodiversità• Ecc.

Impatti• Deterioramento della

qualità della vita• Impatti sanitari• …..• Desertificazione• Alterazione climatica• Pericolosità territoriale• Perdita di biodiversità• Ecc.

Risposte• Leggi• Piani• Prescrizioni• Ecc.

Evoluzione del Sistema Territoriale

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Di particolare interesse, per gli scopi della nostra trattazione, sono le forme di risposta che la Società (l'Ambiente umano) pone in essere per gestire le proprie relazioni con l'Ambiente Naturale.

In via del tutto generale potremmo classificare tali risposte in tre famiglie:

�quella degli INTERVENTI STRUTTURALI volti a rimuovere le cause delle pressioni sull'ambiente; la forma che tali interventi assumono sono in generale quelle della normazione

�quella degli INTERVENTI REGOLAMENTARI, che tendono a modificare le pressioni che determinate cause generano sull'ambiente

�quella degli INTERVENTI FISICI implementati con lo scopo di ripristinare date condizioni dello stato dell'Ambiente, alterate da pressioni derivanti da cause date, o con quello di minimizzare gli impatti generati da tali alterazioni.

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DriversDrivers

PressuresPressures

StateState

ImpactsImpacts

ResponsesResponses

determinano

alterano producono

richiedono

Interventi strutturali

Interventi fisici (opere)

Interventi fisici (opere)

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Proviamo ad esprimere i concetti del DPSIR in riferimento ad uno specifico ambito: quello dei rifiuti.

CAUSE

La società del benessere porta a produrre quantità crescenti di rifiuti. Le cause di questa super produzione possono essere così schematizzate:

�un cambiamento degli stili di vita che, ad esempio, porta a favorire l'acquisto di merci imballate (ad esempio gli alimentari)

�l'innovazione tecnologica che riduce i tempi di vita dei beni che noi acquistiamo

�la scarsa innovazione tecnologica relativa ai processi di produzione dei beni (sempre più complessi dal punto di vista della loro composizione e sempre meno riciclabili)

�la scarsa innovazione tecnologica relativa ai processi di elaborazione dei nostri scarti che, quindi, si trasformano in rifiuti

PRESSIONI

La crescita della produzione di rifiuti richiede che essi vengano in qualche modo elaborati, ad esempio:

�portandoli in discarica

�bruciandoli

�riciclandoli

Ciascuna delle tre opzioni precedenti provoca una modificazione dello stato dell'Ambiente.

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STATO

L'opzione "discarica" interferisce con:

�le utilizzazioni dei suoli

�la qualità ambientale dei siti in cui le discariche sono collocate

�le altre attività (concorrenti) allocabili od allocate sui suoli

L'opzione incenerimento interferisce con:

�la qualità dell'aria dei siti in cui gli inceneritori sono collocati

�le altre attività (concorrenti) allocabili od allocate sui suoli

L'opzione riciclo interferisce con:

�l'energia necessaria alla gestione del riciclo.

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IMPATTI

L'opzione "discarica" produce:

�un grande consumo di suoli

�un peggioramento della qualità ambientale dei siti in cui le discariche sono collocate

�una interferenza con le altre attività (concorrenti) allocabili od allocate sui suoli

L'opzione incenerimento produce:

� una degradazione della qualità dell'aria dei siti in cui gli inceneritori sono collocati

�una interferenza con le altre attività (concorrenti) allocabili od allocate sui suoli

L'opzione riciclo produce:

�un consumo di energia per la gestione del riciclo.

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RISPOSTE

Gli INTERVENTI STRUTTURALI che la Società pone, o potrebbe porre, in essere per modificare il proprio comportamento in questa materia sono, ad esempio, quelle che limitano la produzione dei rifiuti. Una norma che vietasse l'immissione sul mercato di beni o imballaggi di beni eccessivamente complessi e quindi non riutilizzabili o riciclabili sarebbe una risposta di questa tipologia.

Gli INTERVENTI REGOLAMENTARI sono quelli, invece, che non intervenendo sul processo di produzione dei rifiuti tendono a stabilire modalità di gestione dei rifiuti più efficienti ed efficaci dal punto di vista, ad esempio, del riciclo. Una regolazione delle modalità di conferimento differenziato dei rifiuti (ad esempio per frazioni singolari) sarebbe una azione di questo tipo.

Gli INTERVENTI FISICI sono invece quelli che, partendo dal riconoscimento di una alterazione avvenuta dell'Ambiente, tendono a ripristinarne la configurazione. Le bonifiche sono tipici interventi di questa tipologia.

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