PARIDE CASTELLAN

36
PARIDE CASTELLAN

description

nel 1° centenario dalla nascita (1911 – 2011)5 – 30 novembre 2011

Transcript of PARIDE CASTELLAN

Page 1: PARIDE CASTELLAN

PARIDE CASTELLAN

Page 2: PARIDE CASTELLAN

PARIDE CASTELLANnel 1° centenario dalla nascita (1911 – 2011)5 – 30 novembre 2011

RingraziamentiSi ringraziano quanti a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione della mostra e, in particolare, i proprietari delle opere.

in copertina: Torbole sul Garda, 1947

olio su tavola cm. 21 x 23,5

in IV di copertina: Quadro eseguito da Paride Castellan all’età di sette anni

NotaLe didascalie delle opere riportano i soli dati certi.

OrganizzazioneGradisc’arte

Dario Delpin

TestiCristina Feresin

Daria PencoPiera Matteini

Progetto graficoMedia Com

Officina Creativa per la PubblicitàMonfalcone

Archivio fotograficoAlessandra Spessot

StampaS.a.s. Poligrafiche S. Marco

Cormons

Con il patrocinio del

Con il contributo della

Con il sostegno di

Provincia di Gorizia

Con il contributo della

Page 3: PARIDE CASTELLAN

1

L’idea di realizzare una mostra dedicata alle opere di Paride Castellan nel centenario dalla sua nascita è del pittore Dario Delpin. Nato a Gradisca d’Isonzo nel 1911, Paride Castellan ha trascorso la sua vita artistica tra la città natale e Firenze dove è stato allievo di Luigi Michelacci proveniente dalla scuola di Giovanni Fattori. Era amico di Annigoni e di molti altri artisti del Novecento. Per Delpin, Paride Castellan è stato oltre che un Maestro, un grande uomo, quasi un secondo padre. Lo ha conosciuto nel 1971 ed è stato al suo fianco fino al 1988, anno della sua mor-te. Come ogni bravo allievo che si rispetti Delpin è riuscito a catalogare in un archivio fotografico gran parte delle opere di Castellan ed oggi intende rendere omaggio al suo Maestro. I suoi quadri fanno parte di importanti collezioni soprattutto a Firenze.Il Circolo culturale Gradisc’arte aderisce con piacere al proget-to e mette a disposizione gli spazi della Galleria La Fortezza

per l’allestimento della mostra in onore dell’artista gradisca-no contribuendo in tal modo a far conoscere più da vicino la storia di un pittore del Novecento che ha dipinto con grande maestria le scene ed i luoghi della sua terra.

Un ringraziamento particolare va al critico Cristina Feresin per la sua disponibilità e costante collaborazione con la nostra associazione e alle signore Daria Penco e Piera Matteini di Fi-renze che hanno conosciuto e frequentato Paride Castellan e attraverso i loro scritti, offrono una testimonianza di affetto e stima nei suoi confronti e di alto riconoscimento della sua produzione artistica.

La mostra di Paride Castellan, patrocinata dal Comune di Gra-disca d’Isonzo, è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, Provincia di Gorizia, Poligrafi-che San Marco di Cormons.

Autoritratto, 1969olio su tavola, cm. 18,5 x 12,7

Giuseppe LatellaPresidente del Circolo culturale Gradisc’Arte

Page 4: PARIDE CASTELLAN

2

Il lirismo poetico nella pittura di Paride Castellan

Non dimenticò mai il Friuli e quali erano le sue origini Paride Castellan, artista gradiscano nato nel 1911, ma attivo a Firen-ze fino alla morte sopraggiunta nel 1988. Le numerose lagune di Grado, i paesaggi che ritraggono l’Isonzo, gli scorci citta-dini che ha lasciato sono la prova evidente del forte legame che l’artista ebbe, per tutta la vita, con la sua terra. Una terra che amò profondamente e che, a malincuore, dovette lascia-re in giovanissima età quando, ancora bambino nel 1915, si trasferì con la famiglia a Firenze, profugo di guerra. Furono anni difficili, di povertà e sofferenza, i versi di una sua poesia esplicano chiaramente il suo stato d’animo tormentato per gli infelici eventi che lo colpirono [“Andare, andare con l’an-goscia nel cuore, spinti senza posa dal vento del Destino”]. Castellan rientrò a Gradisca d’Isonzo nel 1918 e vi restò fino al 1924, quando si ritrasferì definitivamente a Firenze con la madre e il fratello. Fu affidato ad un collegio di un istituto previdenziale dove cominciò ad abbozzare i suoi primi dise-gni. E proprio in quegli anni Castellan andò a bottega da Luigi Michelacci, l’ultimo dei macchiaioli, già allievo di Giovanni Fattori.

Da Michelacci, Castellan apprese la “severa coscienza strut-turale della macchia”, come annotò Silvio Benco, dopo aver visto la sua prima personale alla galleria Michelazzi di Trieste nel 1942, un disegno assai forte e una spiccata propensione per il paesaggio. “Paride Castellan è prima di tutto un potente paesaggista” ebbe modo di scrivere Remigio Marini e l’affer-mazione è indubbiamente vera, come veri e reali risultano i suoi paesaggi, la campagna e le colline, il greto del fiume, le rive dell’Isonzo, ma anche la terra toscana e la Sicilia, la Svizzera e Tripoli, luoghi quest’ultimi, conosciuti nei suoi viaggi all’estero e che l’artista ha restituito attraverso opere di grande intensità. È evidente però che l’impatto con la la-guna gradese ha segnato in maniera radicale il suo approccio al paesaggio, prediligendo nel tempo le atmosfere marine, le solitudini lagunari, i villaggi dei pescatori che frequentava nei mesi estivi, quando rientrava a Gradisca.

flo master su carta, cm 23,5 x 33,5

flo master su carta, cm 23,7 x 32,5

Page 5: PARIDE CASTELLAN

3

olio su tavola

Grado, 1953olio su tavola, cm. 40 x 50

olio su tavola, cm 12,7 x 18,5

La pittura di Paride Castellan è di grande concretezza formale e ricca di mediazioni culturali, pervasa da un evidente equili-brio compositivo, aspetto questo riscontrabile sia nei disegni, sia nelle opere ad olio. Risultano di grande sensibilità le opere su carta in bianco e nero, riprodotte a china acquerellata o con la penna flo ma-ster, entrambe tecniche che non ammettono nessun tipo di ripensamento, raffiguranti spesso scene di vita quotidiana, il mercato rionale, piccoli borghi, lagune e casoni. Denotano una predisposizione dell’artista per la sintesi spaziale e pla-stica, ulteriormente sottolineata dal tratto deciso e dall’ince-dere sicuro. Abilità che si riscontra anche nelle tele ad olio. I colori sono densi, tanto da suggere effetti quasi materici che costruiscono le volumetrie, in special modo nella serie dei ritratti, in cui Castellan cercava sempre di far emergere il lato più intimo e segreto del soggetto, e dei nudi, così significativi e rigorosi, eppur delicatissimi, quasi pudichi nel loro conce-dersi, nel mostrare la pelle candida sfiorata dalla seta.

L’accordo tonale è risolto con accostamenti quasi sempre le-gati ai grigi, agli ocra, ai verdi. L’artista ammetteva di non amare i colori sgargianti, prediligendo piuttosto i toni ma-dreperlacei che il mare rimandava o i colori smorzati da una luce diffusa. Opere come “Paesaggio con pontile” e “Monfal-cone” aderiscono perfettamente a questa scelta, raffinate e allo stesso malinconiche, soprattutto nel punto in cui il mare si confonde con il cielo creando una sorta di libera continuità di pensieri ed emozioni. Castellan non era però un artista avulso dalla realtà, tutt’al-tro, era un uomo concreto, aspro come qualcuno l’ha defini-to, e diretto, attento a tutto ciò che lo circondava. Ha spesso affrontato scene di vita ordinaria, in cui privilegiava il senso della verità colto nella quotidianità delle esperienze. “Torbo-le sul Garda” è un esempio del valore e dell’importanza che Castellan attribuiva al lavoro e dell’alta opinione che aveva di esso, sia che si trattasse di dipingere, di pescare o intesse-re le reti. I corpi ricurvi dei due pescatori, intenti nelle loro occupazioni, che si stagliano in primo piano, concentrati e quieti, creano una situazione al limite della sacralità, dove la ritualità dell’impegno quotidiano assume una valenza che va al di là della semplice rappresentazione. È il perpetuarsi di un gesto antico e dignitoso, svolto con umiltà ed orgoglio, in un contesto di pace e silenzio. E sono proprio quel silenzio e quel senso di pacatezza, uniti all’intensità poetica, gli elementi ne-cessari per riflettere e godere della sua arte.

Gorizia, ottobre 2011Cristina Feresin

 

Page 6: PARIDE CASTELLAN

4

Paride Castellan: Una vita per l’Arte

Paride Castellan nasce a Gradisca d’Isonzo il 19 ottobre 1911. Nel maggio del 1915, durante la prima guerra mondiale, segue la sorte di numerosi profughi trovando rifugio a Firenze. Dopo il conflitto ritorna a Gradisca, ma per vicende familiari legate alla separazione dei genitori, nel 1924 si vede costretto a rien-trare a Firenze con la madre e il fratello minore Omero. I due ragazzi sono affidati ad un collegio di un Istituto Assistenziale, alla periferia della città. Sono i giorni tristi della fanciullezza vissuta in riflessione e disciplina che forgeranno il suo caratte-re forte ed orgoglioso sempre fedele alle proprie convinzioni. Per l’attitudine al disegno realizza qualche acquerello impo-nendosi all’attenzione del Direttore che lo incoraggia nelle sue inclinazioni artistiche. A seguito della frequentazione con Lui-gi Michelacci, allievo del Fattori, sente la necessità di dipingere e sceglie la difficile professione del pittore. Alla pittura e alla libertà sacrifica tutto e pur avendo il cuore carico d’amore, de-cide di rimanere senza legami e senza condizionamenti.Nel 1929 esce dal collegio e considerate le precarie condizio-ni economiche della famiglia, trova un impiego presso la Bi-blioteca Vieusseux, di cui era direttore, a quel tempo, Eugenio Montale. Dedica alla sua passione artistica solo le ore libere e la domenica.

Successivamente, con il padre Antonio costruisce la casa/stu-dio a Gradisca, in via Lungoisonzo; un luogo che negli anni seguenti continua a frequentare, alternandolo con Firenze. Nel 1931, a soli vent’anni, con altri due artisti, una pittrice americana ed un pittore fiorentino, esordisce a Firenze. Il primo frutto di questa sua sofferta maturazione artistica lo coglie nella primavera del 1941 affermandosi in una collettiva allestita in Palazzo Strozzi a Firenze. Vi partecipano quasi tre-cento artisti fra cui Soffici, Bacci, Pucci, Bartoli, Toschi ed altri bei nomi del mondo della pittura e della Scultura.Uno dei suoi quadri viene acquistato dall’allora re Vittorio Emanuele III.Diverse le mostre in Italia e all’estero.

Nel 1983 quelle mani che indefessamente hanno operato per donare bellezza, emozioni, poesia, si fermano. Un ictus lo col-pisce; vive lottando per altri cinque anni, coraggiosamente, con determinazione e dignità, ma la luce che ha illuminato tutta la sua vita si era spenta per sempre. L’11 giugno 1988 “del tempo fu sospeso il corso”. Lasciò nel dolore chi amorosamente l’aveva assistito, sorretto, confortato negli anni oscuri della malattia. I suoi lavori, che si presumono siano oltre un migliaio, compren-dono opere di pittura, scultura e grafica: dalla figura alla compo-sizione, dalle nature morte ai soggetti religiosi; dalla scultura ai disegni e alle incisioni che si trovano nelle nazioni da lui visita-te: Italia, Stati Uniti, Argentina, Svizzera, Germania, Inghilterra, Austria, Francia, e Libia, dove fu chiamato per eseguire il ritratto al Re. Ha raffigurato sempre dal vero coniugando magistralmen-te il lirismo veneto con l’arte dei macchiaioli.

In pittura rivela un vedere ed un intendere la bellezza e la com-plessità della natura come espressione di una creazione cui sem-pre sovrintendono infinita intelligenza e infinito amore. Questa Fede senza incertezze spiega il suo strenuo impegno formale, la tensione tecnica tesa a restituire nei suoi quadri lo splendore dell’emozione da lui provate di fronte all’universo.Nel 1992, alcune tra le sue opere significative sono state esposte in una mostra retrospettiva che la Società delle Belle Arti-Circolo degli Artisti di Firenze (di cui lui era stato l’artefice della fusione ed era socio onorario) ha voluto dedicargli. Una mostra che ha acceso entusiasmi e discussioni recuperando in arte il bello ed il concetto di perfezione e che è stato la vera riscoperta dell’opera dell’artista Castellan, il quale pur avendo goduto in vita di larga considerazione non gli si può oggi negare il maggior riconosci-mento che merita.

Firenze, settembre 2011Daria Penco

olio su tavola, cm. 30 x 40

olio su tavola, cm 30 x 40

A fronte:Ruderi (Scandicci), 1939

olio su tavola, cm. 49 x 36

Page 7: PARIDE CASTELLAN

5

Page 8: PARIDE CASTELLAN

6

Colleramole (Firenze), 1962olio su tavola, cm. 39,7 x 49,7

L’Artista, il tratto, il colore

Quando incontrai Paride Castellan per la prima volta ero una giovane ragazza che non sapeva niente di pittori e di pittura se non quella dei libri e dei musei. Gli chiesi di farmi un ri-tratto da regalare ai miei genitori. Durante le sedute, piano piano imparai a conoscerlo, diventammo amici; era burbero, di poche parole, dalle battute folgoranti. Anche lui prese a volermi bene, mi vedeva come una figlia, una nipote, bevevo le sue parole, assorbivo i suoi concetti e così mi iniziò a un mondo che non sapevo esistesse, un mondo di bellezza e di armonia. Entrare nel suo studio, era una vera esperienza. Viveva nella casa del “Lasca” in via delle Caldaie a Firenze, era un viaggio affascinante, come un pianeta a parte; si respirava arte, cul-tura, ingegno, fantasia, creatività. Tutta la casa era uno studio che sapeva di colori e trementina, piena di quadri, quelli de-stinati alla vendita ammucchiati qui e là e quelli da cui non si staccava mai che erano invece attaccati alle pareti. Quei quadri alle pareti erano “lui”, il suo vero se stesso. Non si ingraziava i critici o i mercanti d’arte, non amava farsi pubblicità, i suoi quadri dovevano parlare per lui, non sop-portava l’adulazione, era diretto nei rapporti e negli atteg-giamenti. Non amava i giri di parole. Era aspro come la terra da cui proveniva, aveva però assorbito l’ironia, l’umorismo feroce e lo spirito fortemente critico dei fiorentini.

Quando affrontava grandi temi e quindi tele di grandi di-mensioni, il suo tratto era preciso, il disegno delineato, il colore quasi netto. Quando invece dipingeva quadri di pic-cola dimensione, le sue “tavolette”, generalmente paesaggi della campagna toscana o della laguna di Grado dove passava l’estate, il tratto diventava evanescente, il soggetto abbozza-to, il colore denso, a “macchia”. Per questo, penso, che si può giustamente ritenere come l’ultimo erede dei macchiaioli.

Forse non è stato abbastanza apprezzato quando era in vita, era invece molto conosciuto nel quartiere di Santo Spirito in Oltrarno, dove ha vissuto credo tutta la sua vita. Del cuore di Firenze ha dipinto scorci inusitati, angoli sconosciuti, vicoli nascosti; della campagna appena fuori città ha colto la solitu-dine degli ulivi d’inverno, degli alberi spogli, le zolle brulle in cieli plumbei, oppure il rigoglio dell’estate piena, del sole a picco, il silenzio della canicola, il riposo dopo la fatica. Atti-mi, scene, nature, fermati sulla tela ma che continuano ad es-sere veri e vivi come se noi che guardiamo fossimo lì presenti immersi in quella scenario. Aveva anche fatto dei bellissimi disegni della zona del Ponte Vecchio distrutta subito dopo i bombardamenti dell’ultima guerra. Uno, bellissimo, era ap-peso in un negozio di orafo sul Ponte Vecchio. Fino a qualche anno fa, in diversi negozi di quella zona si potevano ancora ammirare appesi suoi quadri o disegni; i proprietari ne erano molto fieri e gelosi e non intesero mai venderli nonostante ne avessi fatto richiesta.Riteneva il fare ritratti più, forse, una sorta di lavoro che una fonte di ispirazione. Lui stesso diceva che all’inizio sentiva di non avere ancora risolto i problemi che poneva il ritratto. Non sono d’accordo perché soprattutto nella seconda parte della sua carriera artistica, riusciva nel ritratto a cogliere la parte più intima del soggetto, a portare a galla l’anima, i tor-menti, i desideri e quindi la persona appariva sulla tela come era dentro. Anche di se stesso negli autoritratti aveva forse inconsapevolmente proposto il suo io nascosto.

Di questa persona porto dentro di me un ricordo immenso sia come artista che come uomo; l’unico rammarico è che forse la malattia lo ha reso inattivo troppo presto. I suoi disegni e i suoi quadri che ho appesi a casa, continuano a parlarmi della sua arte e, spesso, nel guardarli ricordo le nostre mattinate insieme e le nostre chiaccherate. È come se il tempo non fos-se passato. Per me Paride è un vero artista, la sua è vera pittu-ra, un ponte dal passato al presente e sul futuro, immagine di una realtà che dura per chi sa guardare.

Firenze, luglio 2011Piera Matteini

Page 9: PARIDE CASTELLAN

7

olio su tavola, cm 12 x 26

olio su tela, cm 52 x 71

Page 10: PARIDE CASTELLAN

8

olio su tavola, cm. 30 x 40

olio su tavola, cm.12,7 x 15,5

Page 11: PARIDE CASTELLAN

9

olio su tavola, cm. 37 x 48

olio su tavola, cm. 11 x 17,5

Page 12: PARIDE CASTELLAN

10

Gradisca, Calle Coronaflo master su carta, cm. 32,5 x 23,5

flo master su carta, cm. 24 x 31,5

Andare, andare con l’angoscia nel cuore,spinti senza posa dal vento del Destino.Andare, non potersi fermare un attimo,un attimo solo, a cogliere il fioreche si offre al margine della via,ma solo sfiorare l’ignota corolla di fuococon dita di gelo, che sanno la tristezza mortale.Andare, non solo una splendida spinaConfitta nel petto, oltre la Morte.

Paride Castellan

Page 13: PARIDE CASTELLAN

11

Gradisca, Calle Corona, 1935gouache su carta, cm. 46 x 36,5

Chiesa del Mercaduzzo, 1949gouache su carta, cm. 36,5 x 46,5

Page 14: PARIDE CASTELLAN

12

Il sole del mattino,olio su tavola, cm. 37,5 x 48

Page 15: PARIDE CASTELLAN

13

olio su tavola

Grado, Basilica di Santa Maria delle Grazieolio su tavola, cm. 40 x 50

… La domenica era attesa come il più grande desiderio e la

trascorrevo tutta in campagna a dipingere o a disegnare. Il

mio maestro visti i miei primi tentativi dal vero, cominciò

ad interessarsi vivamente ai miei sforzi, ad incoraggiarmi

a proseguire. Egli non dava lezioni né aveva uno studio nel

vero senso della parola e poi il mio impiego mi avrebbe

impedito di studiare direttamente sotto la sua guida.

Passavamo dei pomeriggi domenicali assieme, una parte dei

quali nella sua stanza ove in religioso silenzio lo guardavo

lavorare sui quadri. Egli ogni tanto sospendeva il suo lavoro

per darmi dei consigli che rivelavano una profonda cultura

artistica ed un acuto senso di osservazione in un’anima

altamente poetica. L’altra metà del pomeriggio andavamo

a passeggiare per la città. Ecco che egli mi insegnava ad

osservare e qualunque cosa costituiva lo spunto; un effetto

di luce e di ombra, un lembo di cielo, le infinite scalature

di colore di un vecchio muro, un albero, la misera e triste

figura di qualche relitto umano. Questi preziosi consigli

che erano leggi per me costituiscono, oggi che la mia

esperienza mi fa comprendere più a fondo il loro grande

valore, la base su cui regge tutta la mia pittura...

Sagrado 30 settembre 1941 Paride Castellan

Page 16: PARIDE CASTELLAN

14

Mattino grigio, 1941olio su tavola, cm. 39 x 43,5

1944olio su tavola, cm. 37 x 44 - dipinto anche al retro

Page 17: PARIDE CASTELLAN

15

Gradisca Il Mercaduz, 1949olio su tavola, 55,5 x 67,8

olio su tavola

Page 18: PARIDE CASTELLAN

16

Monfalcone, 1955olio su tavola, cm. 40 x 50

olio su tavola, cm. 40 x 50

Page 19: PARIDE CASTELLAN

17

olio su tavola, cm.12,7 x 18,5

olio su tavola, cm. 12,7 x 18,5

olio su tavola, cm. 12,7 x 18,5

Page 20: PARIDE CASTELLAN

18

olio su tavola, cm. 30 x 40

olio su tavola

Page 21: PARIDE CASTELLAN

19

olio su tavola

olio su tavola, cm. 30 x 40

olio su tavola, cm. 12,7 x 18,5

Page 22: PARIDE CASTELLAN

20

1943 Pescatori sulla Greve

olio su tavola

Page 23: PARIDE CASTELLAN

21

1946olio su tavola, cm. 28 x 38

olio su tela.

Page 24: PARIDE CASTELLAN

22

olio su tela, cm. 59 x 78

Page 25: PARIDE CASTELLAN

23

1979pastello su carta, cm. 46 x 35

1964carboncino su carta, cm 41 x 34

1970pastello su carta, cm. 48 x 38

Ritratto di mio padre, 1956carboncino su carta, cm 38 x 30

Page 26: PARIDE CASTELLAN

24

olio su tela, cm 76 x 60

Page 27: PARIDE CASTELLAN

25

olio su tavola, cm. 30 x 40

Nudo, 1969olio su tavola

Page 28: PARIDE CASTELLAN

26

olio su tela, 103 x 97

Page 29: PARIDE CASTELLAN

27

1981olio su tavola, cm 40 x 30

olio su tela, cm. 60 x 50olio su tela, cm 100 x 75

Page 30: PARIDE CASTELLAN

28

olio su tavola, 40 x 30

olio su tavola, 30 x 40

Page 31: PARIDE CASTELLAN

29

olio su tavola, cm. 40 x 30

Page 32: PARIDE CASTELLAN

30

Paride Castellan con una sua scultura, nello studio a Gradisca – 1978(foto Dario Delpin)

Paride Castellan ospite di Pietro Annigoni, nel suo studio a Firenze – 1982(foto Dario Delpin)

Paride Castellan con Dario Delpin nello studio a Firenze – 1981(foto Dario Delpin)

Pietro AnnigoniRitratto di Paride Castellan

anni ‘30

Biagio Marin sulla soglia di un casone di Primero, a Grado, guarda i versi di una sua poesia e il dipinto di

Paride Castellan (foto Witige Gaddi)[tratto da L’occhio di Biagio Marin - Comune di Grado

Edizioni della Laguna – 1994]

Page 33: PARIDE CASTELLAN

31

Il Nuovo Giornalegiugno 1931

… il Castellan è giovanissimo ed è, possiamo dirlo una soli-da speranza: vi sono doti sicure, begli effetti di chiaro scuro; quando il Castellan saprà far cantare i suoi soggetti anche alla luce del sole dovremo riconoscere in lui “qualcuno”.

Cipriano Giachetti

Il Piccolo di Trieste14 maggio 1942

“Il pittore dell’Isonzo”... le terre sconnesse e brulle del Carso; questo il paesaggio che l’artista ha profondamente sentito e sa rendere con un vigore, con una solidità e compostezza costruttiva di certi suoi primi piani altrettanto sapiente quanto la finissima penetrazione di suoi sfumati lontani...… quel sentimento prospettico che rende il Castellan magni-fico evocatore di paesaggi in fuga verso un orizzonte; pae-saggi placidi, solenni, senza ostentazione di ricercati profili nell’aria, e tuttavia mai vuoti, anche quando vogliono comu-nicare la dolce monotona semplicità dei ritmi di pianura e dei loro accordi col cielo.

Silvio Benco

Il Corriere di Catania24 febbraio 1953

… Il Castellan può far valere tutta la sua penetrante forza rap-presentativa, ed interessante ritrovarlo dinanzi alle abbacinan-ti marine siciliane di Acitrezza, che rivelano il travaglio della ricerca e la lenta conquista di toni più vivi e di tinte più calde...

Arte Figurativamaggio/giugno 1955

Le figure e i ritratti risultano tracciati con rigore ed eleganza.Recentemente, in una personale allestita a Torino, presso ac-creditata Galleria, il Castellan si è fatto notare per la serietà dei risultati...

Il Corriere di Tripoli14 gennaio 1959

...Un paesaggio del Castellan è qualcosa di impalpabile ma di consistente, di sognato, ma anche solidamente costruito, con luci ed ombre, con la magia di incantevoli prospettive; qual-cosa che non ha colore ma contiene tutti i colori, ed è caldo, soffice, aereo, vaporoso ma nello stesso tempo chiaro e incon-fondibile, con una fisionomia inalterabile.

La Nazione20 ottobre 1961

... Nei suoi viaggi all’estero, egli ha cercato di cogliere il carat-teristico, in ambienti tanto diversi da quelli dove quotidia-namente si svolge la nostra e la sua vita. E’ così nata quella serie di paesaggi arabi che nei disegni già risentono del colore crudo e dell’atmosfera che verranno puntualizzati negli olii. Ma la parte che Castellan stesso predilige, perché più intima-mente vicina e penetrata, è costituita dai paesaggi marini, dal-le solitudini lagunari, dalle soleggiate case dei pescatori dove la presenza del mare vicino la si intuisce solo dalla tensione dell’atmosfera...

Gianni Gottschalk

Il Faunomaggio 1961

.. Anche nella natura morta, il Castellan mostra, come nel bellissimo Cardo un senso di squisita poesia. La figura lo attira con particolare seduzione... le teste di donne, di bambine, nelle quali mostra una penetrazione psicologica attenta e minuziosa.Tipico il Ritratto del padre, che è un “pezzo” di amoroso fervo-re e di robusta resa.

Lionello Fiumi

Il Giornale di Vicenza18 dicembre 1966

...quando il Castellan si dedica alla difficile e troppo dimenti-cata arte del ritratto, è qui evidente lo sforzo antico, e sempre nuovo di interpretare la realtà reale, quella dei pensieri, degli stati d’animo, al di sopra della maschera terrena...

L’Avvenire19 dicembre 1973

...Nella pittura del Castellan la realtà è ricercata con rigore formale; accordi e sapienti accostamenti tonali, ricerca com-positiva e capacità di concretizzare il suo discorso danno una maturità alla sua espressione...

Angelo Spinillo O.P.

Da una lettera di Pietro Annigoni

Caro Castellan,mi piace molto la figura riprodotta in copertina, ben costruita e solida e poi, particolarmente, mi piace il paesaggio riprodot-to a colori, con tanta vastità, tanta luce e, almeno per me, con tanti significati nostalgici...

Con tanti affettuosi auguri tuo Pietro Annigoni

Page 34: PARIDE CASTELLAN

32

1930 mostra a Milano

1931Firenze, Saletta ...... mostra con altri due artisti

19376-17 marzo, Firenze “Galleria Italia” via Cavour 14; mostra personale

1938 agosto partecipa con un’opera “Ritratto del fratello” alla Biennale d’arte di VeneziaFirenze, partecipazione ad un concorso di Arte Sacra promosso dalla Società delle Belle Arti (2° premio)

1939Partcipazione al concorso annuale promosso dalla Società delle Belle Arti di Firenze (2°premio)

194118 maggio, Monfalcone; mostra personalemaggio, Firenze, mostra sindacale Palazzo Strozzi - Acquisto di un grande paesaggio da parte del Re d’Italia

19427 maggio, Trieste “Galleria Michelazzi”; mostra personale

1943 30 gennaio-21 febbraio, Firenze; mostra personale20 marzo, Lucca; mostra dei pittori Castellan e Naldini

1944 23 febbraio-1 marzo, Firenze Galleria “Donatello”; mostra dei pittori Castellan, Chini ...giugno-luglio, Firenze, Palazzo Strozzi, XIV Mostra d’Arte

1945 12 maggio, Firenze Galleria “Il cenacolo”; mostra personale

1946 14 maggio, Montecatini Casinò municipale; mostra dei pittori Castellan, Riesch, Sospizio, Zuccoli

1947 13 settembre, Rovereto Galleria “Delpin”; mostra personale

1949 ottobre, Trieste, Udine…

195021 gennaio C.A.F. Udine; mostra personale1 aprile, Trieste Galleria “Trieste”; mostra personale6 maggio, Monfalcone “U.S. Edera”; mostra personale

19513-15 febbraio, Firenze “Casa di Dante”; mostra personale

1952 20 marzo-3 aprile Milano Galleria “Guglielmi”; mostra personale

1953 1-20 febbraio, Catania; mostra personale21 marzo-7 aprile, Trapani “Bottega d’arte”; mostra personale

195416 gennaio-27 gennaio, Milano; mostra personale12-22 dicembre, Firenze”Lyceum”; mostra personale

1955 12-22 marzo Torino Galleria “Martina”; mostra personale

1957 18 marzo, Milano “Lyceum”; mostra personale

1958 ottobre-8 novembre, Lucerna; mostra personale

1959 gennaio, Tripoli “Società Dante Alighieri”, mostra personalegiugno Tripoli “La bomboniera”; mostra personale

1961 6 aprile, Verona Galleria d’arte “San Luca”; mostra personalenovembre, Arezzo Galleria G. Vasari; mostra personale

1962 31 marzo-12 aprile, Firenze “Casa di Dante”; mostra dei pittori Castellan, Barlecchisettembre, Cleveland (Stati Uniti) “Hibby”; mostra personale1-6 ottobre, Dayton (Stati Uniti) “Rick’s”; mostra personale8 ottobre, Cincinnati (Stati Uniti) “Shillio’s”; mostra personale

1964 18 marzo, Bologna “Circolo artistico”; mostra di cinque pittori fiorentini25 aprile 2 maggio, Firenze Consolato germanico; mostra personale

1965 13 novembre, Firenze “Casa di Dante” Saletta della torre; mostra personale

1966 23 aprile-3 maggio, Cagliari galleria “Il pennellaccio”: mostra di quattro pittori fiorentini3-18 dicembre, Cittadella (Padova); mostra personale

1968 16 marzo, Bergamo Galleria “La torre”; mostra dei pittori Castellan e Barlacchi3 novembre, Firenze “Saletta Cennini”; mostra personale

19693 novembre, Firenze “Saletta Cennini”; mostra personale

19731-13 dicembre, Firenze “Saletta Gonnelli”; mostra personale antologica

1976 27 marzo 8 aprile, Cremona “Il poliedro”; mostra di sette pittori fiorentini

1978 15 aprile, Firenze Galleria “Urania”; mostra dei pittori Bandini, Castellan, Spinillo, O.P.

1986 1-21 marzo, Firenze, “Bottega di Cimabue”; mostra personale antologica

199216-28 maggio, Firenze “Casa di Dante”; mostra personale retrospettiva.

14 dicembre 1957, alto riconoscimento per essere stato uno dei Fondatori del Circolo degli Artisti (Casa di Dante) e dell’unione con la “Società delle Belle Arti”

Ha partecipato a tutte le mostre collettive tenute dalla Società delle Belle Arti-Circolo degli Artisti di Firenze fino al giugno 1988

Mostre Personali del Pittore Paride Castellan

Page 35: PARIDE CASTELLAN
Page 36: PARIDE CASTELLAN

PARIDE CASTELLAN