Papiros Gregos Volume II Italia Ver..

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Os Papiros de Oxirrinco (ou Oxyrhynchus Papyri) são um grupo de manuscritos, a maioria em papiro, descoberto por arqueólogos num antigo depósito de lixo perto de Oxirrinco no Egito (28° 32' 09" N 30° 39' 19" E, moderna el-Bahnasa). Os manuscritos datam dos séculos I ao VI dC e incluem milhares de documentos em grego e em latim, cartas e obras literárias. Também encontraram alguns poucos manuscritos em papel velino e em uns textos em árabe em papel (por exemplo, o P. Oxy. VI 1006, medieval).Os papiros da coleção foram dispersados e estão atualmente alojados pelo mundo todo. Uma quantidade substancial encontra-se no Ashmolean Museum na Universidade de Oxford. Os papiros desta coleção são geralmente referenciados como P. Oxy ou POXY.

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  • Digitized by the Internet Archivein 2011 with funding from

    University of Toronto

    littp://www.arcliive.org/details/papirigrecoegizi23comp

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  • SUriMJ^lMKNTI FlI.Ol.iMilCO-STORICi AI MOM'MKNTl ANTICHI

    VM'Wli GlIECO-RCUZllIMIIJIU.IOATI DAMA K. AiXUDKMIA l)i:i IJNiJKF

    SOTT(J l-A DIIIK'/IONK

    DI l). COMIA RETTI k (l. VITELLIV

    l

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    VoiJ \IK Sl'iCOXDf)

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    PAPIRI FIOPENTINI.

    PAPIRI LETTERARI ED EPISTOLARIPER CURA

    DI

    DOMENICO COMPAEETTI

    Fasc. 1 : N/ 106-117(papiri lkttkrari)

    CON 5 TAVOLE IN FOTOTIPIA

    Ulrico HoepliEDITORE-LIBRAIO DELLA REAL CASA

    E DELLA R. ACCADEMIA DEI LINCEIMILANO

    1908

    PRittife^r:^

  • PROGRAMMA

    La K. Academia dei Lincei, accogliendo la proposta del suo presidente P. V illari

    e doi soci Lnnibroso, Comparetti, Vitelli, deliber nell'anno 1902 di contribuire coi

    suoi mezzi al fondo che, ad imitazione di tante altre dotte nazioni, andavasi racco-

    o-liendo per missioni in Egitto intese a procacciare all' Italia per acquisto o per iscavo

    papiri greci o romani, ed inoltre dichiaravasi disposta ad aggiungere alle altre sue

    pubblicazioni scientifiche pur questa di tali papiri quanti se ne venissero raccogliendo.

    Con tale sua deliberazione la R. Academia assecondava e faceva pur sua l' iniziativa

    per siffatti acquisti e ricerche presa nel 1900 dalla Societ Italiana per gli Studi Classici

    avente sua sede in Firenze presieduta allora dall' academico Prof. G. Vitelli, poi e

    tuttavia attualmente dall' academico Prof. T). Comparetti.

    Coi mezzi forniti dapprima da questa Societ, poscia dalla R. Academia, da altri

    corpi scientifici italiani, da pi privati, dal R. Governo, furono in pi missioni suc-

    cessive dai Prof. Schiaparelli, Vitelli, Breccia acquistati- in Egitto e recati a Firenze

    buon numero di ispiri, ai quali si aggiunsero quanti altri ne furono ottenuti dagli

    scavi intrapresi dal Prof. Breccia nel 1903, continuati dal D.' Biondi nel 1904 sul

    vsito dell' antica Hermupolis oggi Ashmunein. Cosi avviene che tutto il materiale pa-

    pirologico raccolto fin qui dal 1900 iu poi cos per acquisto come per iscavo, trovisi

    ora in Firenze commesso alle cm^e e agli studi dei due academici sunnominati, i quali

    attendono a prepararne la pubblicazione d'accordo colla R. Academia; la quale a

    questa miova serie di volumi papirologici assegna un posto fra le varie sue pubbli-

    cazioni academiche, commettendone ai due suoi soci prefati la direzione.

    La raccolta papirologica sar annessa, come sup])lomento flologico-storico, alla raccolta arclieo-logico-epigrafica intitolata: Monumenti antichi pubblicati per cura della R. Academia dei Lincei] sarper distinta da quella col titolo speciale: Papiri greco-egizii pubblicati dalla R, Acad. d. Linceisotto la direzione di D. Comparetti e G. Vitelli: con quella avr comune il formato, la carta e quantoaltro tipograficamente, per la special natura della raccolta, non abbia ad esser diverso; come quella,

    avr tavole di riproduzione fotografica ed anche all'uopo zincotlpie in pagina.

    I volumi di questa serie sarau pubblicati senza termine fisso intieri o a puntate o fascicoli.La mole dei volumi sar determinata per ciascun caso dai direttori. Ogni volume sar fornito dicopiosi indici.

    La stampa sar eseguita, per cura della R. Academia, in Firenze ove trovansi i papiri, overisiedono i due academici direttori, presso dei quali trovasi pure tutto il materiale bibliograficoe tipografico necessario per la illustrazione e per la stampa di questa specie di monumenti.

    I volumi non conterranno che papiri greco-egizi od eventualmente latino-egizi con notizie edillustrazioni succinte. I papiri potranno essere a talento dei direttori aggruppati e divisi nei volumisecoodo l'epoca (Tolemaica, Romana, Bizantina) o secondo la categoria (documentali, letterari,epistolari etc).

    Saranno esclusi da questa serie i papiri copti, arabi o d'altra lingua non classica, i quali, se

    in numero considerevole, potranno essere pubblicati da competenti in volumi speciali fuori di serie,oppure nei volumi degli Atti academici.

    Per la compilazione dei volumi sar in facolt dei direttori di accettare o anche di sollecitarela collaborazione di altri studiosi italiani il cui nome figurer in fronte al volume alla cui pub-blicazione abbiano atteso.

    Le sottoscrizioni ai Papiri Greco-Egizi i)ul)blicati dalla R. Accademia dei Linceiai ricevono dall'Editore ULRICO HOEPLI in Milano.

    Firenze, lilOS - Tip. QaUetti e Cocci.

  • NO'l'IZIl'; IMJKJJMINAKI

    Tutti i i)a[)iii letturftvi contenuti in quosto liiscicolo sono di acquinto. Lii manHitna p.'irt fua(3iiuistata al Cairo (lai rioll'. Breccia e Soliiaparelli noi In jjiirnHvera del l'JOB, alcuni [joclii dalProf. Vitelli ivi stosso e puro in (luoll'anno. Sono pni- (jiu'sti chiamati l'ujjtr Fiomutini, [nraUtiovansi, por ora, a Fii*en/,o pn-sso Vlutitufu ili AStinli tiujjuriori. La numerazione dei Hingoli papiridi (questo voluuio fa quindi se a (juella del primo volume pubidicato pur col titolo di J'a//itlFiorentini dal J*rof. Vitelli.

    Seguir in breve la seconda e ma

  • INDICE DKL (XJJNTENUTO

    N. 10. Imauic ./ 870-105; .128-47(J.. 107. Iliadk H 855-67

    lOS. Iliauk /' 397-108; 111-122 10. Iliade (> 62-65; 105-114 110. Iliadk /I (;il-617; 675-679 .. 111. Iliadk iJ 676-679 112. Commento ad una comkdia pkkduta di Aristokank 113. Oprka filosofica 114:. POKMA panegirico 115. Frammento filosofico 116. Frammento rktorico 117. Frammento medico

    1

    4

    5

    7

    8

    H

    19

    26

    84

    39

    10

    Tavole.

    N. 1(16-110 Tav. I112 II113 . Ili114 , IV. V

    Zincotipie.

    N. 115. p. 36 116 ,39 117 40

  • ILIADE A :{rO-40r); 42H-47(.

    Tiw. I.

    mass. 0"','J()X 0'",09. min. 0'",14 xO^O.^.In possiino condizioni; frantnmato, scrostato, bucliorellato da tarme, consunta ed evanida la

    scrittura in pi luoghi; opistogralb. l']ra un fo

  • PAPIRI LETTERARI

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    405

    eTTfVifrjlfxriGav [xccioi

    f:X^]cci [c(\7T0iv[a

    ]to/o TToXXoav

    01 (f\iXog rjsv

    01 ]f rv Xaoi,

    67TOH]xfio xjXa ^eoio

    Ax\c(i(tv afifxi Se {lavxig

    xtXofi^v [0']eov {iXaGx\i:G/ai

    ai\pa {S\ avaarac

    HvOo\' [ii TfJTfAfo'/troc san

    i-Xcxo)Trt]g Axc

  • Km. IMAI>K 3

    1:11

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    1:1:1

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    III

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    un) ini f)ij Xl/in'o*: ;ioki>f{t-y,'/n>,; niot; ixoi\iif

    KiKK 11/ i\ niti\X(

  • PAPIRI LETTERARI

    473 >cc(]k()V [af-totfc

    474 i(fX7r[nrrfg txaf-Qyov

    475 ^/[/toe tjfhog

    476 i] [rote

    e adottato (ij.uf &>j) dai pi degli ed. moderni dopo

    Bekker.

    V. 475-476. Fra questi due versi si vede il posto e leg-

    gerissime tracce del principio di un verso intermedio.

    Pare che questo cominciasse con K.UT e fosso pre-

    ceduto da due lineette . Si tratterebbe adunque di

    una erronea anticipazione del v. 478 (x

  • lOH. II.IAliK

    108.

    IlilADK /' ;5!I?--I(IS; 411-122.

    T;iv. I.

    ()"',07x

  • 6 PAPIRI LETTERARI

    sulla data di papiri imili per la scrittura a questo, quale p. cs. il noto Harrisiano che da autorevoli

    paleografi quali il Thompson ') il Kenyon ) fu dapprima (ved. sopra pag. 1) giudicato del 4^ o anche5" secolo ; ed in quello noppur ricorrono quelle forme del y, r, v che notiamo nel nostro e che darebberluogo a pensare a pi tarda et.

    J) Handb. Gr. Lat. Pai. 129. 2) Classical Texts Pap. Brit. Mus. p. 82.

    397 (jTr^lkfd !>' infQOf-VKc xca oitiiara fi]frQfiC(iQo[rTa

    398 i/^a/jS^fff-r t ag enen enog t' ttfaz^ f]x r' orol/ia^s

    399 cafiorirj ti fie zavra XiXaieai r^Ti\sQonev{eiv

    400 j Tnjt ne tiqoti-qu ttoIiov fv raio]nerdo)[v

    401 a'fig t] (liQvyifi ij M]r^ovtrj[g f^r]ftj')]g

    402 ti rig roi xai xeiOi (f\Xoq ,uf^07r[wv a]j'i>oco7rw[j'

    403 ovvtxa r] vvv dio\v AXf^avQov MiVfXcwg404 vixr^aag f-/eXfi (TTv]YfQ'>]v ffxe oixa^ ytci/ai

    405 Tovvfxa r] vvr fv]Qo oXo(fQovsovaa naQsaxr^g

    406 r^do Ttaq vtov iovG]a Ihfcor * ctneine xfX[eviyov

    407 fxr^' fii amai noeaai]v vrroatQipftag OXvfi[7Tov

    408 ceXX aui rrfQi xfiror oiC]vf- xaf e [(fvXaaae

    ^ ^ ^

    411 xfirov 7ioQav'f-ova]a Xexog Tgonai [e a omaao)

    412 naaat fiofiriaorrai fj/w rf' x] xQiiu x/vfi}

    413 rrjv f xo^wo"!"*''^/] TTQoafffOVff i A(fQoi[Tr]

    414 |Mij /' i-Qfl^f axfTXirjl fx^ /wcrajUfVij ae {.u^eico

    415 Tw$ i- a^ TT^x'^^C^ (i)g] vvv xncty'K e(fCXr]aa

    416 luaao) ' (tiHforeQUv n^rt]aof^ic(t ex^i[cc] Xvlyga

    417 TooOV xai /ictvawv a\v f xfv xaxnv {onov oXr^ca

    418 Mg f(jca' ffiai-v (J' \Xfvri /liog -xyey\uvia

    419 y\ t xaiaaxoCjifvr] earon] uayr^rt (fafiv[(oi

    420 aiyr^i nuactg e TQuuag XaO^i] r^QXf f ai[f.i)v

    421 f ^ otf AXi-'S(cvQ()io ;k> omettendo l'iota ascritto.

    404 (Jtv]ynTif ma forse quel sogno casuale; poi niun

    accento, eccetto sull'ultima parola (cyfazru ov' se-

    gnato correttamente a differenza di pi codici elio

    hanno (cyf'a&ru.

    4% (tnottne ritroviamo qui la .solita lezione vulgata chericorre in tutti i mss. a noi giunti, noi papiro Har-

    risiano ecc. V ilneixe di Aristarco adottato da alcuni

    .

    editori moderni, non ricorre in alcun ms. a noi noto.

    41J Era stato scritto ^XH; fu poi segnata cancellatura.suH'H scrittovi sopra ".

    415 BxmcyX ftXjaa, come 1' Harrisiano e alcuni codd., in-

    vece dell'Aristarcheo tx7iuy'/.{( (plXjau che pur si trova

    in qualche ms. e fu adottato da taluni editori (Lud-

    wich, Leaf e altri), ma non dai pi.

    416 sx^^eu vulgata non ;f*e di Aristarco che pur si trova

    in qualche ms.

    422 Era stato scritto foyc rmciovin come hanno tutti i

    mss. (codici e papiri); fu corretto poi segnando l'apo-

    strofo dopo r e un e sopra 1' . non cancellato ; e

    (juindi la lezione (?/ ^rQnn. che non ricorro in alcun

    ms., ma si trova nell'antica ediz. di Micyllo o Camera-

    rio (1541) e da (jucsta nella moderna di van Loeuwen.

  • KMK IMA III;

    KM).

    JlilADM (-) iiLHir,; in.-riii.

    Tiiv. 1.

    o';2r)0X 0"',or) o-.aryjx o-'.ooDuo |)(y//i (li 1111 rrniumculi) di voluiiK! che contenova l'S" doll'lliado. Il |jii piccolo offro buon

    tratto (lt

  • 8 PAPIRI LETTERARI

    110.

    ILIADE n Gll-617; 675-679.

    Tav. I.

    Frammento di un foglio di libro. Scrittura unciale di modulo medio e quasi piccolo, slegata, ma

    serrata, di mano mediocre, affrettata, negletta. Probabilmente dei tempi imperiali e non dei primi.

    Accento segnato in pi luoghi.

    Niente di notevole nella lezione, se non l'assenza dei due versi 614-5, chiaramente superflui e

    mancanti pure in alcuni dei migliori mss. quali il Veneto A il Lauronziano D ed altri, tutti per diassai secoli posteriori a questo papiro.

    recto.

    * * *

    611 TTQoaao) yaQ xaitxvpt to s'^om^i-r oQv] iiaxo[nr

    612 ovati tnaxi{njO-r^ eni ovQiaxog TTtXtJid'x^i]

    613 *yz*o$ fv^a entir agt]i fierog o^gi/iog Agrjg

    616 ivtiug aoa O^Vfiov tX(t\(SaTO (fUVt^Gev rs

    617 M^QlOVrj T/ XV Ot XCCl OQ'/\l-ia[T']V Tl\tQ \tOYTli

    * * *

    verso.

    * * *

    675 tv/i^oH i> (r}n^Xr^i [rt to yico y^oag kti ^avovion'

    676 wc ti/cn ov] aQct nu^iQog ar^xovaii^atr AnoXXov

    677 ^ri dt xat \u((>n' ogeov tg (fiXon[]V aiVjV

    678 uviixn tx] [iaXuv 2aQnriru l[(n' afigag

    679 TToXXor unoTiQo] (ftQwv XoHatv no[ic(ttoin QO^iai

    * * *

  • 111. IMAI'i;. \*. - rOMMKN'TO Al UNA OOMKIMA l'KIthUTA I>I AUIHTOKANB 9

    111.

    IIjIADM // m-m.

    n"',(i: X o^/inoScrittura luioiald, verticillo, piii ^'nimlo o pi rnf>;oIaro doli' autccodcuLo; uiuiio miglioro; ol poro

    forse la. stossa. Nessun accento. Verso bianco. Parrebbe Craimii. di un volume.

    Niente di notevole nella lozione. Por una svista, dovuta alla somiglianza dolio Ietter l\ A, fu

    ripotuto il a v. 078.Ho creduto che questi duo minuscoli frammenti (HO, 111) meritassero di esser pubblicati, come

    quelli che fra tanti papiri omerici sono, a mia conoscenza, i soli che offrano versi del IG dell'Iliade.E questo pur notevole che l'uno e l'altro ci offrono versi di una stessa parte di quel libro, l'am-

    mirato e veramente ammirevole episodio della morte di Sarpedone.

    * * *

    676 (og e(fcc[i ov aga nargog avujxovGTtjatv AttoXXov

    677 /?>^ oh xai /[Jrtfwr oofonv sg cfiXoTrrjv acv]v

    678 avTixt(t[x fi^tcor ^aQTii^ova tor ctfiQugsic

    079 uoXXov a[7T0TrQ0 (fi-QO)v Xovasv nota^ioio QOjiai

    * * *

    112.

    COMMENTO AD UNA COMEDIA PERDUTA DI ARISTOFANE.Tav. II.

    Questi frammenti, acquistati al Cairo dal prof. Breccia e da lui messi in cartone, erano in settepezzi quando giunsero a me. Uno di questi pezzi, piccola striscia con pochi residui di 12 hnee discrittura, va eliminato, il soggetto e la mano essendo diversi bench qualche somiglianza vi siacogli altri pezzi pel modulo e la forma della scrittura. Un minor pezzo che era spostato e di cuif^icilmente riconobbi la pertinenza, in perfetta continuit, al maggior pezzo C. restituii al suo luogo;nella tavola questa parte del framm. C segnata con a, la parte maggiore con h. Cos abbiamocinque pezzi staccati di uno stesso volume, senza visibile continuit fra di loro e quindi senza pos-

    Papiri Fiorentini. ^ 2

  • lo PAPIRI LETTERARI

    sibiiit di riconoscere l'ordine in cui si succedevano. Molto probabilmente per essi non sono che

    spezzature di un sol frammento maggiore e dovremo collocarli a poca distanza l'uno dall'altro. Il

    verso affatto bianco.

    Il maggior frammento, di cui ci rimangono questi cinque pezzi, dovette essere dell'ultima parte

    del volume o rotolo. Almeno, par certo che il pezzo C si trovasse alla chiusa dell'opera o forse

    di una parte di essa, dacch pur possibile che fosse scritta in due rotoli. Ci non si rileva, come

    potrebbe parere, da queW ruYQcclle di A, par i^i ovvio riconoscervi i residui di una colonna che dovette trovarsi fra

    quelle di A e quelle di C. Talch in tutto avremmo qui tre pezzi di un maggio]- frammento checonteneva la met inferiore di cinque colonne di scrittura, l'ultima delle quah era la penultima ditutto il volume. I piccoli frammenti D, E devono appartenere alla parte superiore di queste colonne,

    ma certamente a qualche distanza d quel che si vede e si legge di queste, poich n per forma

    n per contenuto si scorge continuit fra essi e i tre framm. maggiori.

    TI massimo numero di linee rimanenti di 24; confrontando questo con altri papiri di scritturasimile e di egual modulo, quale ad es. il nostro n." 113, possiamo pensare che il numero totale delle

    linee in questo dovesse elevarsi alle 45 o 50. Il numero dello lettere nelle linee di circa 28.

    La scrittura di l)Uona mano e ben ferma; unciale piccola, verticale, regolare, bene allineata

    e spazieggiata, chiara quindi e nitida. Certamente dei tempi imperiali; per lo stile e ogni altra ca-

    ratteristica credo possa riferirsi al 3" sec. e probabilmente ai tempi del papiro dei KtaioC di Giulio

    Africano {(Xq/rhinch., n. 412, tav. V) scritto fra il 225-265 d. Cr.Si nota lo iota ascritto non sem]re segnato, l'assenza di accenti, spiriti, apostrofo, qualche

    correzione d'altra mano. La scrittura procode continua senza alcun capoverso; i periodi sono di-stinti con un piccolo spazio bianco, con la lineetta nuQyQutj oc sul principio della riga seguente,qualche rara volta con duo punti verticali

    ;(C col. 1 1. 11, 1. l-")). Questi due punti cos preposti

    a certi lemmi e non ad altri, devono avere quello stesso uflcio che hanno nei pai)iri del KXa^Oxyrh. Ili, n." 400, t. II. Iff) e della fhoixHQo/iirt, [O.vyrh. II, n.'> 211) di Monandro ed in altriframmenti dramatici, quello cio di segnare il cambiamento d'interlocutore. Nulla distingue i lemmidalla chiosa relativa, ogni scolio per contradistinto in margine della colonna con una specie diohelo^i perifitifjm,('nos segnato obliquamente "/. che ])ar(> indicare qui la nota, come una nostra maninadi notahrne. Un segno uguale, oltre alla parar/raphos, si osserva, in margine delle colonne nel papirodi Tucidide {().vijr]i. 1, n." XVI. tav. TV), ove non credo possa aver funzione di segno critico, come

    supi)onc il dotto editore.

  • Il'i. CnMMKNTo AH UNA OOM Khl A l'KKUtn'A DI AIIIHTOKANK 11

    l>all:i. ii;iltir;i: del Irinnii o piissi ('iiininciiLiiLi cuinr jiiii'i' In ijiiaiilo lUil.f.o ikjIIo ('liioHO, apparincu

    cliiaict din ro|iria illusi rata in (jiifsh) ciiiiiiiuaiLi) in turma di ii.inini^utt, "Ta mia crjiiiJidiu. l)ul modo poiCDiiut vt'ii^^Dii cilalt! due (((iiicdii" di A i'ist(rjiiin, (I/i Uccdti. (Ir. (', I, lOj o La l'dce (fr. C, 2, 18) Koiiza

    niMinnar raiditic (> dircndi) f^tyty^ /"(/ly, ri.sulL'i indulihiaiiMMito cIkj la coiiujdia qui comninntata ora di

    Arisloraiiu. hai Icniiiii lilrviaino clic non era alruiiadilh; siipci-HtlM; qualo fosHo iello i^orduU, dai pochi

    Icninii stossi non si licava, non cssondovono al( uno c.Ik' si ritrovi o si riconosca lun rrainriionti clic

    (M innaiif^'ono del loiitro aristolanoo. [j'ut puro dolla conioilia viono sicurainoiito d(;toriiMnata dalla

    chiosa ((', 1, 15 sg^'.) relativa al liglio di Ski-lios, Aristocrato, ov' dotto dio (jostui era allora (loi*)

    un di (|Uelli elio con Thoniuiono ttutiib ut jiitaymait, il elio ci coiiduco al tempo dtdla ristahilita

    democrazia per opera di Theramcue o Aristocrato dopo il ))revo dominio dei 400 olii^'archi. La co-inodia. (UuKiue del 410-11, dell' anno cio seguente a quello )m>v] questipot essere, o lo stosso Theramene che l'annotatore ricorda nella chiosa, o piuttosto e pi proba-

    bilmente quel komasta per eccellenza che fu Alcibiade il quale, coni' noto, torn in Atene poco dopo

    la caduta dei 400 (ved. la nostra nota ad 1.). Una ingegnosa divinazione del Siivern, generalmenteapprovata, riconosceva Alcibiade nel Trlpiales che dava il nome ad una delle comedie perdute di

    Aristofane, determinando pure l'et del Triphales nell'Ol. 92, 2 = 411, immediatamente dopo la Ly-

    sistrata e lo Thcsmoforianti fra la caduta dei 400 e il ritorno di Alcibiade (ved. Kock, Com. att.

    frgmm. I, p. 529; appunto l'anno a cui, secondo lo scoho di cui sopra, va indubbiamente riferita

    la comedia qui commentata, anno per che per noi il 410-11.

    Fra tutte le comedie perdute aduiuiue, la sola a cui si possa pensare, con qualche probabilit,

    per questo commento il Triphales. 11 personaggio quindi che dice di andare a xoui^tir, a far bal-

    doria presso Aristocrate sarebbe il Triphales stesso della comedia, ossia in realt Alcibiade, il quale

    in quel drama figurava come superlativamente maschio {Tri-phales) e dedito a tutte le volutt. possibile anche che in quel figlio di Skelio (Aristocrate) sia implicito un gioco di parola uguale a

    quello che ricorre negli stessi termini negli Uccelli^ 126, allusivo qui inV aristocraleggiare Qiavoxoa-

    THai>ai di Alcibiade.

    Ad Alcibiade- IV/p/ia^es potrebber pure riferirsi, se pur non eran sue, le parole commentate nelloscolio seguente (C, 11, 1 sgg.) di cui il lemma perduto, ed ove riferito il passo di Andociderelativo alla legge Eleusinia circa V herr^Qia. Sono ben noti i fatti di Alcibiade circa i misteri, le

    gravi accuse di empiet da lui subite, e sappiamo pure del rinnovamento delle antiche cerimonie

    mistiche cleusinie da lui solennemente voluto e compiuto, malgrado le difficolt della guerra, al suo

    ritorno in Atene (Plutarco, Alcib. 34).

    Dalla nota interlineare nel fr. E par di rilevare che fra i personaggi della comedia figurasse

    un Beote. Se la comedia il Triphales, ci si spiegherebbe pel fatto del demo di Oenea ceduto poco

    prima ai Beoti ; fatto a cui, secondo una felice divinazione di Fritsche, pur si alludeva in due versi

    che ci rimangono del Triphales, (fr. 550-1, Kock).

    questo niAvtjfia di natura puramente esegetica ; non critica del testo, non dichiarazione dellastruttura metrica. tanto disinvolto e tirato via anche nella dicitura, tanto elementare in talunedichiarazioni da parer destinato all'uso scolastico. Pu darsi sia un estratto di altro commento mag-

  • 12 PAPIRI LETTERARI

    giore ; certo per opera individuale, non raccogliticcia; non v'ha segno di quelle #xAoya inofivi]-

    fidrcor dalle quali risultano gli scolii aristofanei esistenti e che si fan risalire a Simmaco anzitutto,e ad Eufronio, a Facino xal Xloi ung, tutti dei tempi romani e imperiali. L'autore certamente

    posteriore, e di non pochi anni, ai critici alessandrini dei quali cita, per una espressione proverbiale,

    Callistrato (fr. B, 1, 1. 7). Sarebbe ragionamento erroneo, dal fatto che Didymo qui non ricorre maicitato nel testo ma solo in note interlineari e marginali d'altra mano, dedurre che l'autore sia an-

    teriore a questo laborioso grammatico. Negli scolii esistenti troviamo a volte cos riferita l' opinione

    di Didymo dopo quella di Simmaco {Ivm^iaxg

  • Il'i. - (!(tMMKNTtf-Q[oc (fi-uii((l r
  • 14 PAPIRI LETTERARI

    cr[i'] j'[f]xwc avrov 7nxQor[

    r,aiv yao xcna tov vovv rJ

    rag xofi[(tndicig ]/xtAoi'[

    Fr. B.

    0,09 X 0"',0i

    * * *

    ] . axv[

    \vov\

    ]i,(tn'x\

    ]Taxij v(f'[

    5 ^YVl^^l

    ]7iaQaXX[

    ]ivoiro[

    ] . lViOXf[

    10 ]Tafifi[

    ]a>[ ]ov cf7r[

    ]ovi' ri \a\v'il{}t{(rig*

    15 ] KQat\ri\i; ia^[

    \jt{ . . x\aTi]Xioy\

    \diu Xiitov\ ] . (/ [

    20 ]'C nf-Qi x(i\

    7i\fQifveyx(a (tn{

    ]wi' xf-Qan(t)v[

    \voiov tvU}>[

    \x((i \i(i\vc. yitQ{ovc.

    I. 10. Bencli non sia bori evidente la traccia del C dopo \'Knov\. De Com.nQixog ^eihvaovg v y-ui-iuufUc nuQjyays.

    la lacuna, mi pare elio la lezione o K((ct[\ possa Incerto se fin qui arrivi 11 lemma a cui appartienedirsi sicura. Quel xmijhihof della linea seguente pu certamente i;i liti. 14.

    ben riferirsi all'antico comico Cratete che, secondo

  • 113. COMMENTO Al) UNA OOMKIHA VKHMl'l'A Hi AltlHTOPANK 15

    Kr. C, col. I,

    ali,. ()'",7'^

    * * *

    i(tt

  • 16 PAPIRI LETTERAKI

    15 v !}^fQi.iaaiag ' AAa rjT eg xov argcc-

    TTqyov xoj^iaff) xov 2xaXiov tgrjTai

    OTi AQi\GT\oxQaTrfi dietutxs avv &rj-

    "/. Qttf.ivei TOtt xai avTog za ngayna-

    avxvyQ(t(p6v[ ]roi> . . . [

    xui [

    1. 15 sg. Anche questo scolio diviso dall'antecedente

    coi due punti '. oltre alla paragr. e al segno margi-

    nalo. Ixb'aov qui come nelle iscrizione deli'Vrt^,u

    di Aristocrate CIA, I, 422, mentre negli Uccelli 126

    abbiamo iy.eX'/.iov richiesto anche dal metro; ma cfr.

    Kirchhof alla iscriz cit. da cui dilTerisce Wilamowitz

    Aristoteles u. Athen I p. 100 n. 3; v. Leeuwen ad

    Aves 126 segue Kirchhof. La notizia data qui nello

    scolio ci conduce ai fatti del 410-11 dopo la y.ntu/.v-

    aig dei 400 oligarchi di cui idnuirutoi yvovxo "Jqkjto-

    xouTijg xf f>tjo((uyf]g Aristot. '-Z.^. tio'mt. 33. L' autore

    dello scolio attinge a Tucidide Vili, 89: '/oj/rf? ;;'f-

    fxvug TWf TKCfv axfintrjyuSt' . . . 6t]Qccfiif]f re . . xc \t(>i-

    aioxQihrjv . . xi'. uXXovg, di. fisra^of fiy v zoTg nQtrotg

    Tijjy TiQuyfidrtav, Quel x( (cXXovg spiega il X( avig dello

    scolio.

    Il personaggio che qui parla dev'essere uno dei

    principali della comedia, se pur non il principale. Dalle

    parole dello scoliasta non si pu indurre che sia o

    rappresenti con altro nome Theramene. Questi no-

    minato perch quella nuova (huxa'Hg xwy nQuyfxaxw'

    prendeva il nome da lui e da Aristocrate che ne

    erano i capi, come pure si vede nei luoghi sopraci-

    tati. Torna meglio pensare ad Alcibiade, komasta in-

    signe, aristocrateggiante e reduce in patria dopo la

    caduta dei 400, bersagliato da Aristofane per la

    sua vita voluttuosa nel Triphales, appunto di questo

    tempo. Ma su di ci vedi la nostra Introd. a questiframmenti.

    1. 18 sg. Questa nota in calce della stessa mano dellenote interlineari; non ne rimane leggibile che ben

    poco. Jid~ (il segno d'abbreviatura chiarissimo) daintendersi JMfiov. La nota distinta collo stesso

    segno marginale / che distingue gli scoli e pare sia

    una nota di Didymo ad un luogo che pu esser quelloove in questa colonna la stessa mano segn il nome

    di Didymo nell' interlinea (1. 2-3) forse dicendo JiSvfiog

    Queir Vn/prtqpeV [che potrebbe anche essere V-

    xiyoa(py[x ..) pare accenni piuttosto a controversia

    che a copia, e ci secondo il pi comune uso di V-

    xiyQii(pw non equivalente di (noyQuqiio malgrado 1' V-

    xlyoMpoy equivalente di nyQcfoy.

    Fr. e, col. II.

    alt. 0'",113

    TU1 * * *

    [xarr]YOQrj;

    [log (:i]i n(([iQtog o]g av i-ni i'xf-

    Trj\Qiu' fivaTijQioig rsO^rarai xai

    /**]i or TTokXa entit t- ro^tov

    7taT]()l0V /^)'ft^ Il f- ai^Xi 7T(CQ ^

    *Tt]?;xc yjhuc aiexiictg xt/.ivtio(ji-]iXnr tur Ite ixtiijQKcr i)]

    tv T]on EXtv(Ttivi(iH (ftQt vvr ty-

    1. 1-8. Qui troviamo riferiti duo luoghi di Andocide De

    Mi/fL 110116. Lo scoliasta rileva la differenza fra

    quel che detto nel primo, ove secondo il y,uog nu-

    TQing la pena sarebbe la morto, o poco dopo (ftex^ oi

    TtoUu) noll'aUro ove, secondo la stola, la pena sa-

    rebbe una multa di mille dramme. Una spiegazione

    assai plausibile di questa differenza data da Fon-

    cart, Li's Granila Mystrcs d'Elcusis p. 9 sg.

    A noi questa logge non nota clie dai passi diAndocide qui riforiti, e paro che l'antico chiosatore

  • Mi. (OMMK.NTO AD UNA tiuMKIHA l'KKKI'TA MI AKlHToFANK 17

    V t-yii) ntrirjr oxiov ifiiQ/Kiy /ih-

    x\n\v /niTroif- ot iiki-xovit-c. lovg

    '/. (lOQfiovi; ;i{)0(Siyov io rdoiia uHih

    x(([i\txnv j yniaijiyytii uiuc

  • 18 PAPIRI LETTERARI

    Fr. D.

    O'-.OSX 0',02

    * * *

    'QJ - []^Q)7T0V t[

    ] . axTjV ([

    a\rri toi\ ]ijTf . [Jtov nqooi^[iov\ tovt[

    ] rg Ta[

    \iiQcai t[

    ]axov n[

    * * *

    ]. 4. Dopo ,"*' traccia di I o di T, quindi fu

  • W'. iil'KIlA KII.OHOKIOA ')

    Il a.

    i)VVM\ Mi.osonoA.Tiiv. III.

    ;ill. iiuiss. tr.'J'J hirgh. rnaHH. 0'",'J

  • 20 PAPIRI LETTERARI

    (secondo i principi dell'arte medica) ed ecco che un qualunque con qualcosa somministrata a suo

    talento te lo rimette in salute ; ed altrettanto avviene pur nel lottare ; che a volta quei che lotta

    secondo lo regole della palestra stenta ad abbattere l'avversario, mentre un altro dandogli d'un

    bastone o d'un sasso nella caviglia lo gitta a terra. Tu mi vai dicendo che la forza persuasiva

    (istruttiva) di costoro sta nel metodo. Qui per parmi torni a proposito quel che Socrate rispose

    ad Alcibiade che aveagli detto : ' per gran tempo che io segua la tua scuola, tu non riesci a farmi

    migliore '; 'gli , diss'egli, che altri disfanno nella notte quanto tu apprendi nel giorno '. E si narra

    pur di Antistene che s'invaghisse di certo garzone, e che alcuni volendo attirar costui ad una cena

    g' imbandirono dei piatti di pesce, e che certuni dissero ad Antistene: ' fra costoro che scialano

    sono i tuoi rivah '. ' Purtroppo, diss'egli, non marittimo il mio dominio se colui va in cerca di siffatte

    cose, mentre io insegno ad astenersene '. E pur nella terza colonna fra le tante lacune e incertezze

    di lezione e di supplemento, possiam rilevare che seguita tuttavia a parlarsi di urbanit e di modigentili in societ e brigate e simposi {xvXi^i 1. 15) fra amici e si ricorda altres l'antica usanza, nel

    pi amichevole amplesso, di prendere per le orecchie l'amico e baciarlo.

    Non si distingue per eleganza e correttezza di stile e di frase quest'opera di cui non saprei

    indicar l'autore, ma che mi pare attribuibile a qualche minor sofista dei tempi Plutarchei. Certo,

    assai povero si mostra il frasario di questo scrittore che sempre ripete la stessa espressione ste-

    reotipata ovx TT iQTcov quanto volte abbia a riferire un qualche fatto o detto, cosa assai frequente,

    giacch il ragionamento qui procede con mezzi retorici e singolarmente con grande uso di sentenze

    aneddotiche o xQ^Tai, certamente attinte a qualcuna di quelle raccolte di aneddoti siffatti, di cui lar-

    gamente usarono retori e sofisti de' tempi imperiali. L'argomentare qui sofistico e paradossale.

    Col. I.

    ]^(> . . . V ft vv[

    ] lovg [

    ] . . xvvfc . . [

    ]y .T . . . .[

    5 ]^vxoi -ni 11 x^oiv-

    \(J((i aurei (h av-

    x/()0)noig ]o/f >w i-l)th)i-

    f-v ]fa oi'x c(V ^oVj'Jrj-

    G ]' ffVKJ] TQOC

    10 \vfiiic. mi fiov^-a7To]XaxTi(f(nii ((i

  • 1|;{. ')l'i;i(A l'Il.oHOFICA 21

    t'f lt\luXlil ill^ Hit'

    l( rw iv^un'oig [ofxO.rjuccyn?

    vede che il tema qui la urbanitas o (laieixrjg, come 1. 44 rw xi^ip/w? 45 loig deglanovaiy?

    infatti due volte ricorre 6 tlaisto? in quel che segue.

    Col. IL

    * * *

    ]jUf r r . . . ff . . {vv-

    xTfOfvoriac xvvug xi 7Tc

  • 22 PAPIRI LETTERARI

    yuye ini tiov toiovtojv oqu lov-

    5 To yi-i'of^itror aXXrc xccL tnL t(av

    icngtiuv t avi or o fiiv yuo 'i\cc-

    TQOQ aroxa^ixai xov cctqixoq

    0-eQa7TevGa{i /])' xafivovra i{r)[l-

    oxs rvxo)r nQodtvtyxag ti

    10 ano ravrofiarov vy[\a enoir^dev

    lov avO^QUnov to avr x(a t-

    ni Tov naXaiiir yHvtxca o fi tv

    yag naXaiaxQixuK axi-va^opcs-

    vog ^Qufwg ertoxf xaxt-jia-

    15 ^f-v xai txf-Qog e xw '^vXo) rje

    /.i,/(o ncuffag tg xo (T(fVQov xuxe-

    ^aXiv Xeyng (Sv oti avioi nt(}o-

    o) nii!}f-iv nuXiaxu vvav-

    xai xai ovx ano XQonov f-iioi

    20 oxti ^wxQaxTjg fintir nQogxov Xtyovx agri AXxi^ia^v

    o) ^(i)xoaxtg ov vraaai ^tXxH-

    (a noii(Tai lOGovxov xqovov avr-

    (TxoXaCovxa a yag a[v] f(jrj xr^v

    25 rjiXf-Qav ia'^tai tii-Qoi xr^v vv-

    XXa avaXvovfflv (pacfi e xai Av-

    bene apprese e pratticate, non dispensano VaieTo? dal

    valersi di mezzi materiali e prattici di sicurezza, e in

    tal senso sembra l'autore ricordi i non pochi (orsloi

    che in citt tenevano cani da guardia notturna e

    trappole (da lupi? cfr. col. I, 3, 5) come in campagna.

    E qui par trasparisca il senso etimologico di darelog

    contrapposto ad yQotxog.

    17. Quel i.yBi? av con quanto segue pare piuttosto ri-

    ferirsi ad uno scritto della persona a cui rivolto il

    libro che non ad un interlocutore in dialogo nel

    libro stesso. Gli l'roi di cui parola, non sono cer-

    tamente i medici e i palestriti di cui sopra, ma tutti

    i dottrinari in materia d'insegnamento, istruzione,

    educazione, filosofi e ao(ft,ai(d.

    19-26. Questo aneddotto tanto ovvio per gli elementi

    notissimi da cui risulta che pare di conoscerlo gi

    e di averlo incontrato presso qualche antico scrit-

    tore. Ma Senofonte, Platone e ((uanti altri antichi

    parlarono dei rapporti fra Socrate e Alcibiade non

    ci tramandarono dell' aneddotto che i tre fatti capi-

    tali: 1." I rapporti intimi di Alcibiade con Socrate e

    la sua scuola; 2." Il niun profitto da lui ricavato dalla

    froquciitnzione del grande maestro che proponevasi

    di render gli uomini migliori e a (juesto non riusc

    con lui; 3." La viziosit di Alcibiade, dedito ai i)ia

    ceri tanto che pur frequentando Socrate passava lo

    notti in orgio e bagordi. Con questi fatti in monto

    viene quasi da s la loro combinazione in un aned-

    dotto COSI formulato come qui lo troviamo e puparere strano che esso gi non si trovi in alcun

    altro degli antichi scrittori a noi pervenuti. Esso ha

    lui la forma di una ;fce' e l' autore deve averlo de-

    sunto da qualcuna di ([uelle raccolte di %()s(a che

    molto si propagarono dopo gli Alessandrini.

    1. 26 sgg. Ecco un altro aneddoto, certamente questo

    pure una zt((c. di cui non avevamo fin (jui alcuna

    notizia, neppure presso Diogene Laerzio, bench in

    esso il capitolo relativo ad Antistene, come pur quello

    relativo a Diogene, non sia, per gran parte, che una

    raccolta di Chrie (cfr. Diimmler Antisthenica in KLSdir. T, p. 74). L'aneddoto ha lo stesso significato del-

    rantocedente, mostrare cio la inefficacia de\fisfi-6o>

    nel!hftv, dell'istruzione razionale e metodica. Anti-

    stene deve avere, nel caso riferito, riconosciuto che

    la forza persuasiva della sua dottrina era inferiore a

    ([uolla di quei bei tagli di pesce (rf,M;^f,) di cui ogni

    lettore di Aristofane sa ({uanto fossero ghiotti gli

    Ateniesi. Da questo concetto fui guidato nel supplire

    lo lacune ripristinando la chiusa dell'aneddoto. Dopo

    (luol

  • Ii:(. itl'KKA I II,(jH()KIix\

    i [

    ]$ (Snir\

    dento N r tale che p.ir doversi piuttosto pensare ad

    un T e ({Hindi supplire, come ho fatto rw> tIoiovtmi'].

    Delle proscrizioni diototiche di Antistene non sap-

    piamo gran cosa. pi che probabile che Pitagora nonfosso il solo ad escluder Tuso dei pesci; ma po-

    sitivo che la scuola di Antistene e dei cinici in gene-

    rale, rigida ed essenzialmente antivoluttuaria, dovette

    predicare la sobriet e l'astinenza da ogni leccornia.

    Ci che desta sorpresa e si stenta a credere in

    questo aneddoto, il fatto di Antistene innamorato

    che sta in urto flagrante colla figura storica di questo

    filosofo e la natura della sua filosofia. nota la suabestemmia (V. Gomperz Gr. Denkerll p. 116, 544) contro

    Afrodite, e la sua definizione dell'amore: roV ts sQtoTa

    xaxlaf (prjdl (pvasiog i]g jriovq oftsg ot xccxoifteifioysg &6fTrji' f'ffoy x(dov(rit' y.rX. (Clom. Al. p. 485). N giova ricor-

    dare che Antistene non era pi giovane quando pa.ss

    dalla retorica alla filosofia [xffifxtd^TJi;), poich l'aned-

    doto, diretto a mostrare l'inefficacia del ue.'^ifoi nil'teiy,

    essenzialmente si riferisce ad Antistene filosofante.

    Si potrebbe pensare ad uno scambio di nome, cosa che

    spesso avviene in aneddoti siffatti, bench fra tuttele Chrie di filosofi a noi pervenute, questa non si

    ritrovi sotto alcun nome (vedine la raccolta presso

    Wartensleben Begriff d. gr. Cireia p. 81 sgg.). Mavai meglio avvertire che queste Chrie sogliono es-

    sere fabbricate da uomini a cui la fedelt storica eraindifferente, e che ad un di essi pu esser sembratoche il cosi detto amor socratico potesse esser pure

    attribuito ad Antistene tanto entusiasta di Socrate,

    che nel notissimo Simposio senofonteo (e. Vili) di-

    chiarasi addirittura innamorato di lui.

    Col. III.

    ;f: ^ H=

    10

    TK i[

    fterTo[i ?

    X fvxfQfc[

    To nera 7t\

    novov T . xu[

    . irai 7TQ0(j[

    l-i avrai to[

    i TO fie^[otxo)g rrei^etv?

    1. 10. Qui si chiude la risposta a colui che sostiene l'ef-ficacia educativa dell'istruzione metodica. La para-

    graphos a 1. 17-18 della col. antecedente ed a 1. 10-11

    di questa distingue questa sezione che comincia con

  • 24 PAPIRI LETTERARI

    ovv Qo[ q]ai

    m[a]t oi'[ ]o)r nct\oi-V f[ ]o)[ . . n\vd *[! naG\ . ]((ic(\ . . . \ouvai /iiy7ror*[

    15 . no{ .... \iaig xvXi'Si .[.... ]tr[exHva\i\g Sia rov n [

    Xo%> 6 . . . . vta^ac TX ... [

    Tbv orar qvtiov v [x]ai ti o(T/ia

    ^ka[^]ev aTToneimuv tu w-

    20 xtt ]ac ccxQtt{o))i; yiVi-

    aO^ai ovTut s xai roig avOgco-

    TTOig o[T]t!cr anaVTon' axovw-

    aiv xai Tiaffiv alvrovc f-vv\S-

    Qi^iofT (Jvi^i[^ai]vf-[i t]o; x[)-

    25 . . . r axQHov . . f-ivta^[(xtdio X(a 01 UQXCtlOl OVx\ (k\7T0 t\QO-

    noi^ ore uva ^eXouv (fih

    xMC aGnuaaalhai T(t\v oiuv

    lt(\fi(-i[ct\vovifq i(/[iXovv

    30 . . yceg xuc avTVj (fi[

    ta)]r (t)T)v tv . . n']

    /

  • M:t. OI'KHA l'ir.OHOl'MOA 2r>

    I''i;iiinn. stju'c-iil.o

    lorso lUcciil"' |i.iili' ili'll;i col. IV.

    ()"',()7 XI >"',(! ir.

    10

    ((;io\(rfKT((( ()> yf^ ii'X

  • 26 PAPIRI LETTERARI

    ]or[

    * * *

    Dai miseri frantumi di questa colonna non c' assoluta-

    mente nulla da cavare. Il frammento staccato cho

    certamente ad essa appartiene e pare si adatti me-

    glio che altrove alla parte superiore, con quel che

    offre di leggibile ci presenta il soggetto delle cure

    soccorsi per malati, non so se parlandosi ivi di uf-

    ficiosit amichevole e caritatevole, in rapporto colla

    ateiT]?, non piuttosto rispondendo a quanto

    detto delle medicine empiricamente improvvisato

    a col. II, 5 sgg. ; il che reso assai verosimile dal

    trovare qui (1. 2), quello stesso o td/wV che tro-

    viamo l (1. 9). Sarebbero quindi queste parole di

    un altro interlocutore e quindi risulterebbe dialogo,

    come lo fa aspettare il 'A^yug av di sopra. Ma non

    possibile ristabilire il contesto che per una prima

    parte di quel che rimanojleggibile ove si pu rico-noscere (lnoa[a(u ye 6 rv^Mf . . (fvvTqasrui inniTvS?

    TI TOP ni'oy y 7J((Xiy voffoiVrw . . ; e non si pu quindi

    definire se in quel che seguiva si venisse a mostrare

    che r opera dell' rr/wV non pu essere che precaria

    di effetto momentaneo, mentre poi il malato deve

    esser sottoposto a cure regolari o normali secondo

    l'arte medica, come dovrebbe aspettarsi se fossero

    parole di risposta di un interlocutore.

    114.

    POEMA PANEGIRICO.Tav. IV, V.

    0'",28x0",13.

    Acquistato dal prof. Vitelli in Egitto insiemo ad altri papiri provenienti dal Faym meridionaledai pressi di Aschmunn (Hermupolis). Un tentativo di trascrizione fu fatto dal Vitelli a cui si uni

    il ])r(f. Blass che trovandosi in Firenze esamin e studi con lui il papiro. La semplice trascrizionequale risultava dallo studio suo e del Blass, o che quindi noi designeremo con V B, fu, senza divi-sione di parole e con ]iochc noto di lezione, ])ubblicata dal Vitelli in Atene e Roma VI (1903) p. 149-158.Una breve notizia ne diede il Blass in Ardi. f. Papunisf. IH, 266.

    E un foglio di libro in papiro, mutilo in lutla la, parte inforiore, lacunoso per rotture e per

    scrostature. Ciascuna faccia prosenta fra i margini superiore e latoiali, residui di due colonne di

    scrittura che potremo chiamare i^agino trattandosi di un libro e dovendosi escludere che le paginedi questo fossero .scritte a due colonne. Infatti nello spazio bianco fra le due colonne si scorge benchiara la traccia della piegatura, e si scorge anche che il concavo della piegatura in quella faccia

    che Vitelli, secondo la regola della direzione delle fibre, ha chiamato redo^ il convesso in quellache fn da lui detta verno.

    Da queste osservazioni rimane determinato ci che al Vitelli non parve determinabile, l'ordinecio in cui queste pagine si succedono, che quello da m^i segnato distinguendole coi n. 1, 2, 3, 4;nella qual segnatura il redo e il verso non definito secondo il criterio della direzione delle fibre

    del papiro, il quale in fogli di liiiro scritti egualmente da aniito i lati, come questo, non pu averea]plicazione; bens per la loro posizione sono redo \a jag. 1, 3, verso le pag. 2, 4.

  • III. l'(Jt:MA l'ANB
  • 28 PAPIRI LETTERARII

    decantanbo Diocleziano per la guerra persiana, questo nostro i)u tgurare come quarto accanto ai

    tre berlinesi che teste furon dati nei Berliner Klassikertexte, V, 1 p. 107-126 riuniti col titolo di

    Poesie Panegiriche per alti Personaggi. Il primo di questi, proveniente da Tebe, era un libro di

    scrittura non ]>m tarda dei primi ]c, ed anche il nome di Perseo perch neganroXic (ved. la nota a p. 4, 13). Non so se altri

    preferir credere che cos realmente si chiamasse l' eroe del poema ; rimarrebbe sempre affatto ignoto

    chi mai costui fosse, che di un Perseo di questi tempi che figurasse nei fatti di Egitto, non abbiamo

    alcuna notizia. Ed il mito di Perseo pare fosse ricordato gi in principio di quella stessa pagina 4''',

    ove queir f/ffTf novg ... del primo verso pu riferirsi al preteso sandalo di Perseo lungo due braccia

    che si mostrava a Chemmis (Panopoli) nella Tebaldo, ove Perseo aveva pure un tempio sontuoso(Herod. 2, 91). Pare che l'eroe venga ivi celebrato per aver, nella presa della citt dei barbari, preso

    pure e decapitato il loro duce e i)ortatane la testa in trionfo in cima ad una lancia, ovqc n xoo-rxov . . .

    ,come Perseo dal fondo della Libia riport il capo mozzato della Gorgone gemebonda

    {xf-(jK^i' atorf'TOC . . . [rrf-Xwov?]; cfr. ovXior x'/of^roi FoQynvov l'iiid. P. Xll, 8).

    In ({uel che rimane non si trova n il nome dei barbari debellati dall'eroe, u alcuna speciale

    indicazione intorno ad essi; ma all'epoca di questo carme, mal si vede quali altri i)otessero essere

    se non i soliti Blemyi che ne' bassi temili por [)ii secoli tormentarono l'Egitto e i)arti('olarmente la

    Tebaide; popoli barbari provenienti da remote regioni della Lilia ove gli antichi imaginarono che

    dimorasse una gente mostruosa di ipiosto nome, senza testa, con occhi e bocca sul petto. Non so

    se a tal proposito si parli a p. 3, 1 sgg. di esseri mostruosi che paiono ricoi'dare la leggenda dei

    Molionidi. Questi Blemyi, barbari irriducibili, originariamente nomadi, stal)iliti poi nei pressi della

    Tebaide, ebbero alcune citt (sia lor proprie sia prese ai Romani) che appunto nel 5*' secolo visitavalo storico egizio Olimpiodoro di Tel)e; la princijiale fra le cinque ch'egli accenna, era Talmis, e forse

    fu (luesta di cui la presa valse all'eroe del poema il titolo di .hoXittq^^c e forse in questa citt e

    in questa regione da lui soggiogata egli rimaneva quando il |Mema fu scritto.Lo stato frammentoso del testo e pii ancora lo stile straordinariamente sconnesso di questo

    poeta rende assai oscuro quel che si dice dei fatti dell'eroe in quanto rimane delle tre prime pa

    gino. Pare che l'eroe avesse un fratello o un compagno d'armi, come il Pelide, educato dalla madre

    alla guerra come lui e come lui Xt'iixitxoc e con lui sempre concorde /uKjQOy (p. I v. 8). Fors(^

    questo fratello o compagno d'armi di cui si dice nella pag. 2 che la mala arie di una tale lui

    perde e d'allora egli prese a figger gli occhi al cielo (asceta cristiano?) di quello innamorato e scese

    nel baratro guardando a quello non curante della terra e seii/a )ur badare ai gemiti delie donne

    violate da tali che cori non hanno, non Elicona, non Muse, che pero l'ciroe conquise piombando

    improvviso e terribile qual procella, fatto i>ur allora celebrato da quei di Tebe che videro in lui il

  • III. l'OKMA PANKOIUICO 2

    ||Im'|;iIii|i-, Ti'lir 'III' |i|ii:.| i.il.i i|lii,ili/,l ;i lui III ^'.iliocrhin llloH.i) llll |i|i-^av:i . . . . (^lii pai'r ;'

    il ihiiiilo ili i|ii;iiilii Tel' aviM siill'ri'lo dai crinli'll I- iiHisli Unsi itiviisnri, (|iia*li'ii di Hollrrcri/c < Ih-

    l'iMil iiiiiasa t SI iliiuili'sa in-lla jiai^iiia sc^^Minili', .1, ini ii|iiIiiIm (;loj.^ii( drU'cro)! e. tifile mU( viitn

    [x'iit'iichi' ili l'Ili niiiana niriiniria Ica i iiuslni. Scibili' rrpilo^o dil mi riiiiliiiiili aMiiaiiio ^la parlai.^.A ijiialr tirili' iiiiiiii'i'iisct iiiriii'siiiiii di'! Hli'iiiyj iiiilla Tcjbaidc o ddi i>ssi possa lilri'iisi i|ii('sla iiilrliri' lii('iiLra/ii)iii' l'iK-diiilaHtira, Ha[iiilu di hizantiniHiiiM, di un (|IJhI(;Iii'

    |tn\'i'io (jnicciilits fsiiriciis, jnHi vi'^';;ii la pnssiliilil di drlinii'io. hi i|iii'llhi; la hpi'di/.ionc viL-

    Imiosa di Massiiiiiiiii, ciimaiidaiilc siipiTiiii) d' l'];^dl,t[aai] aut {icaiAtiar aoir^v

    xai Gt iiaxVji' ei(([ffxe] fo-y ai^KjoK-oo) ' {-/.nlaivs

    xiti, layah^v ctui Gi\ .... ii\{-oTal,ovTa ^otir^v

    V. 1. La traccia di )', omesso da V >, dopo o ben visi-

    bile; poi [ . . . leve ed in fine ovi V B.V. 2 l'I . . .]msi Y B.V. 3. Certissime le tracce del / e del /. e quindi la le-

    zione /A;ff7fKJ' che Y B si limitalo a proporre innota.

    La nxvin fi]TT]n la madre dell'eroe decantato,

    che non partor'. per lui una Calliope che g' inse-

    gnasse la guerra (!).

    V. 4 t([ ...]!' VB; dopo traccia di a piuttosto chedi ' posto per , di cui rimano picco-

    lissima traccia.

    In fine ben chiaro e fuor di dubbio ehr ove

    l' unico supplemento possibile ehT[((ire dacch il

    metro non permette f'MKci'svs-^ furfoiimo duale accu-

    sativo pare debba riferirsi ad un fratello o compagno

    d'armi dell'eroe di cui siasi parlato di sopra, cer-

    tamente quello stesso di cui pi sotto si dice . . ooi

    /.('A ouocfooi' (v. S); forse lo stesso che poi divenne

    per lui dtj'Cog (v. 1)'?

    V. 5. mio il supplemento [syonjrjg; non trovo di meglio;la congruenza del sing. noneto^d^fttc cui duale acc.

    tlfitpotino non insolita in greco. Pare voglia dire il

    poeta che la madre pregava perch l'uno e l'altro

    riuscisse esperto in guerra come gi il Pelide.

    v. 6. Le lettere (ufiai omesse da Y B son per certe. In-

    certa solo l'asta dopo a che pu essere T, i, n, K,

    ma pi probabile T, forse ar[Qtp' u]sQTu^ovt(f^

  • 30 PAriRI LETTERARI

    i-tc Odor i(()yvQ{-ri[ .... ]i-i^ NiXmic in^vavi' dot ((Xf-ii)caxo[g (Tot xat o{U)(jou[v

    f-. . . . ((X''f[ ] . wxfoc i^[']/ i(j{>[ov

    O vafitv^o)[ ra . oiv . .

    / ??[ . . . vv . Xff

    ((XX' i-aidi . . [ ... ivn . iveiv

    atto 7l((l^O l{ tUTT . . Tifo

    naoQMv x\ ... toi'foific15 Xxf-ii^i;[ . (tg ovt . . aviov

    ov Vf-/^if-o[ neaeva . . q . . . ov

    (poifiog (([ af^uvic . vtr

    (Tfu 71 . . [ . X{-aGi[i . VQavxt . . . gTTQ e . at

    "'^'^

    [ ov .

    10

    15

    20

    25

    * * *

    V. 7 (cnyvi)soy[ VB; ma la traccia che si vede dopo e non di o, un' asta appartenente ad H

    ;poi fr - - Awt'rfw

    VB; per ben chiaro yikcoitfie corretto con un ssovrapposto fra y ed t; in fine (f(i'r][ V B.

    V. 8 (dfhx . . o . . . V B; cfr. pag. 2 v. 17. nuoaoioi>[ V Bfalsa lezione e di niun senso. Si legge ben chiaroo^o(pntt>[v.

    V. 9. Di questo verso V B non lia che le poche lettere

    leggibili del principio. A grande stento io riuscii aleggere (axeng tjyuc &i(pQ[ov che per lettura certa-

    Il principio dei versi seguenti fu letto correttamente

    da VB quale pur noi lo diamo; la parte finale deimedesimi al di l della grande lacuna fu omessa,

    come di lettura disperata, da VB; noi, per nulla omet-tere, riferiamo di tutti quei versi quel poco che se

    ne pu leggere con qualche certezza.

    pag. 2.

    ij[nr noifio V v(f((ivf-[v Jr^c i- lur loXi-tSi- i-x']

    t-]g Jiog ofifia xituivf-v^ ...]. tto .. or . . i^at^v (((} vd)a\i}f-Q()g f-iXf-v foona ii[f-a](i)r vntvvfi (i{-()fO()0)~

    c(7t](jqc( iiaaif-von' x^o\og\ jfi^Qoxtv ' ovi- yvvidxorv

    v. l f[ ..

    ]r)( V B omettendo il a dopo rj, che pur ciliare;si escludo quindi il aocp]tl rt V B elio propone ,M;r]f(>; ma si legge O, non ;una piccola traccia do! n si vede in basso ; poi

    Xoi'[ . . . ]ftiii(Tey V B elio propone ;^.'>oV[ Q]ft,i(asy ;si legge poro distintamente >;,"/^(""'f''-

  • 111. l'uKMA l'ANKOlUHf 31

    5 \iivi-ov(Iiv

    ofti-yoKnv ((Xt-i:ix((xoy (U (jurtVKt

    ftXij yaQ ni)r]yi]i; (ff)* xvXiydo\n\hyi] iu({)(( /io(J(n

    TtoXXa ttoXk; Xiiy[ivny J '((xoyi6j'[

    OTtXoif-Q[

    eiQitt[

    xaYX(([

    * * *

    V. 5 o[ . . . ]ojus . MI' .SUI . . . i' . . a VB; tutte le lettere dame segnate fuor di lacuna sono ben visibili.

    V. 6 ]ff(,-}(>; VB, rflfff ;('>; in not.

    V. 7 ffros VB; ma si legge P non I, e s scorge pureparte del M. Poi si legge pur chiara la traccia del edopo la lacuna, omesso da V B che non d supple-mento.

    V. 8. Nella lacuna, non supplita da V B, tracce evidentidi n[]P.

    V. 9 xov . . VB; pur evidente la finale Tj.V. 10 . o[ . ]j;i/ VB; si legge per TO e quindi il certo

    supplem. To[a]t]i'.

    V. 11. Par certa la lezione toito e ,M]i'i'^or omessa da VBche di quest'ultima non d che or.

    V. 13 }'('[ . . . . ] V B. Prima di (rig si vedo parte di unalunga asta che pot appartenere ad un qp, meno pro-

    babilmente ad un p.

    V. 15 . . p . . fASf VB; la lezione nr(Qt]o[(i]fist> par certa. Sviadal riconoscerla la legatura fra H e P.

    V. 16 e[o]

  • 32 PAPIRI I.ETTERARI

    pag. 3.

    ]axov evog XQ^og exnsipvcoTag

    ]xog ini ^bV^v fiev ideaiXai

    ] . oQi xuQi^ ' athQvov rf' {ro(JtxO)~'

    ]u yooc avsfiiaytto f^ivO^on

    5 ]noXv(/aQfi(xxov aifia yers^Xr^g

    [ ]iai fSaQvro/^ieri] xufxuioiair

    [ TiQjlvr^g at xvXivo/^uvt] naQu nodaiS\ ] . xXovov xui aTaXO-jior ovrabv

    ott[ ] . f-aiag jia'^ir moXig agatvoo , o

    10 ji^o" xafi . . Xov (UH oQf-a viftrn nooijijvcn\ xhX\i^onf:vr^ ' fiuku yciQ xa/ii-r oiu Ktxoi^

    ]/

  • 111. l'iil'MA l'ASI'CIIIIi'l) ::j

    'JO f)j, XKIX

    ih'kic i iu{t()/in((ri\

    nij . . . r' C''"^''"" filoni]

    * * *

    (listjiiti ili m;ni;im> Ira (lue S(';fffr, poi charo AXo, poi piuttosto rav elio i(!i come

    leo-ge V B.

    V. 3. Omesso 1" apostrofo in ;r.

    V. 4 w VB; par certo (Jl; dopo

  • 34

    20

    PAPIRI LETTERARI

    ]oc f^t'c uiH nfQontaaiv uQ^^ytiq

    i']ocr^/ iifVHC ' naiQic. ^ eri fftio X'^^'f^*

    K Axi^fvg ]7TaQoc i]fv fg oixeia /tr^ianfifi

    naiQii //]vQQor ayoig IlQianov rfxfwr o^ftrjQec

    ]7iT[oX]iTroQ!)iog (g Ovaaji

    ]TrroXig ' o)$ xsv fXccffrjg

    ]i]Ta ^aQvrXrjTOV ano (fn)~

    ] ';'[

    * * *

    1. 18 qui pure otxeirc per oixiu. Ho completato questi due

    versi secondo il senso. La parola pu esser diversa

    nel secondo: nel primo per 'J%ikei'g fuor di dubbio.

    Pare che l'eroe del poema avesse avuto un figlio

    nel paese in cui si trovava, sul (jualo il poeta fon-

    dava speranza che succedesse al padre nel debellare

    la nuova generazione di barbari nemici. Nella parte

    cospicua che ebbe Neoptolemo nella presa di Troia

    egli, furente per la jnorte del padre, fa strago di

    molti Troiani fra i quali sono pure alcuni figli di

    Priamo (nominati da Quinto 8m. XIII, 213 sgg.), ma

    quest'ultimo un particolare che non fu mai special

    caratteristica di Neoptolemo, come qui la presenta il

    poeta pei suoi fini. Propriamente il figlio di Achille

    noto come l'uccisore di Priamo, del figlio di lui

    Polite e sopratutto per l'uccisione di Polissena sulla

    tomba di Achille.1. 20 nTohn^fhio?, si allude al titolo che si d Ulisse nel-

    l'Odissea 9, 504, 530. Questo titolo pu appartenereall'eroe ({ui decantato e gi sopra denominato neQ-asvg (v. nota al v. 13) o pu (meno verisimilmente)essere augurato all'aspettato Pyrrhos Per la parte

    avuta nella presa di Troia, anche a Neoptolemo, come

    ad Ulisse, poteva applicarsi il titolo di 7JTohTi(>&iog,

    Sopra per il poeta non considera di Neoptoleno se

    non l'uccisione dei figli di Priamo.

    115.

    FRAMMENTO FILOSOFICO.

    0,09X 0,07 0',07X 0'",02 V^Acquistato in Egitto dal prof. Breccia. Provenienza ignota. Sono duo pezzi, uno maggiore, che

    qui presentiamo riprodotto nella grandezza originale, uno minore; questo dovette essere sottoposto

    all'altro in cui vediamo residui dol margino superiore. Probabilmente il congiungimento fra i duepezzi avveniva per un lirano di papiro di cui forse fecer parte alcuni minuti pezzetti che rimangono

    e che non trovo dove collocare. I due pezzi sono opistografi, residui di un foglio di libro. La scrit-

    tura chiara e nitida, unciale tondeggiante, non inclinata, di medio modulo, affatto simile a quelladel papiro d' Iperide di cui Kenyon {Palaeogr. Gr. P. 85 sgg. Tav. XVI) con discreti argomenti fssala data nella 2^^ met del 1 sec. d. Cr. Dubbio pu sempre rimanere; ma oggi la data che abbiamoindicata o tutt'al pi la prima met del 2 sec, quella a cui generalmente vengon riferiti i i)apiridi questo tipo di scrittura. N l'esser questo un libro anzich un volume pu far obbiezione, poichniente |)rova che non potessero esistere libri o codici papiracei quando esistevano lil)ri o codici mem-branacei, come ai tempi di Marziale p. es, (Birt Ant. Buchw. p. 119, 115; Id. Die Buchrolle in der

    Kunst p. 31. Kenyon Tal. Gr. Pap. p. 24 sg.). vero che ad Ercolano non si trovaron che volumi e che

  • \'t. lUAMMKNTO rn.OHOFIOO Jj5

    li l']^'i^t(l l:i iiiaHsiiui |i:irl,() dei pajiri lottnnui fin (|iti tnniiLi r, m voliiiiii, ma *- pur vero elio {tu-

    rocchi Hoiiu li lilii; il pili mitico sun.-hbo un piipiio omorico loridinoMo (('XX V) ^?iA riforito al 5" 8oc.,iii;i pii pili piubuhilinciitc ul 'A". M(!iitr() prevaleva l'uso dol voliimo, paro cho coiniiiciaHsc, almoiio

    ili K|j;itl,o, a (lilloiKlorsi Icdit amonto o parcaiiKuito i'ustj (U;! libro papiracor. ('io avveniva ai tfjiiipiromani o imperiali; (|uaii(lo cominciasse ignoriamo; la ra^,'ion paloograllca, iti o;^'iii caso, riovr'i indi-carci l'eia di (piesti libri, non iii:ii l'ossor loro di libro contrapjtorsi allo inili?he/,za delle pa^'im; non possiamo ^'indicare che dallo jtroporzioni della scrittura. Certamente

    le ri^hr dovettero ossor lunghe il doppio almeno della lunghezza massima rimanente o conteneronon mono di 80 h^ttere. (Quindi la diClicolt, d(!l sui)i)liro, troppo grande essendo la parto mancante.

    Desta viva curiositri (luosto framrnonto di un'opera, cortamente lilosoflca, nella quale paro si

    discutesse il vecchio problema della genesi dello idee o cognizioni. Vediamo che si ricordano o, comepare, criticandole, ben note affermazioni di Kraclito e di Socrate circa il nuidtvhaUui il lutr.'/diHyhi rapporto coi fatti primi ed istintivi dell' infante appena nato, e trasparisce in pi luoghi la teoria

    e r osservazione lsica della nascita degli animali e della genesi delle idee con questa nell'anima umana.

    Dedurre da (luell* w fijiixQnt- (Fr. I v. l. 10) che l'opera fosse scritta in forma di dialogo e che fra

    gl'interlocutori figurasse Democrito, mal si potrebbe con certezza. Ben pu darsi che in rjuesta partedell'opera l'autore discuta e critichi una teoria del grande atomista e ci faccia, come spesso av-

    viene fra gli antichi, anche dirottamente apostrofandolo come se polemizasse con un contemporaneo

    l presente. Che l'autore sia posteriore ad Eraclito a Democrito a Socrate, cosa evidente; di quanto

    egli sia posteriore, chi egli sia o possa essere, non facile indovinare.

    Da Plutarco sappiamo che l'epicureo Colete nel suo libro flfQ lov on xcn l tw u/Jmv

  • 36 PAPIRI LETTERARI

    recto. verso.

    i f'^f or/ f?i**-

    recto.

    Fr. 1.0

    XVQllig (;lQl^TCa[

    Il tra TXUC Y((Q iivt\

    TTU ^(lvitt xaiax[(iiOiixo>g

    xiyo^ita 111 go)[vi]

    Qf-lP g et II ti' xui ti ll\

    oimo) liti' fj(!t(((> ov\t

    ri^aoittoy vgttI

    ^oov (ciitQi^ ^[w^' ,?

    Xtc yti'tiui xta t(>ii(i\

    10 TifcKor ((iccxioi Tr[t(j vxaair?

    tomo TQoaty^oc xai .[

    ] . tirato) ria Ot 70i;[

    ]r yao mi 7r[

    t\xa(in( iiitr x\

    * * *

    1. 1-5. Trattasi di un vocabolo impropriamente adoperato

    da un qualclie filosofo noi parlare della genesi degli

    animali e degli uomini. Forse era un verbo; e qual

    potesse essere si pu forse rilevare da quel i>ff ^((lur

    della 1. 5 con cui par debba aver rapporto queir l'Vrw

    fif (fQttiQ della 1. 6, la cui i^resenza in (luesto con-

    testo mal si potrebbe spiegare altrimenti. Che il filo-

    sofo sia Eraclito o qualcuno dei seguaci del 7ucyn(

    (>t che Platone {Thcd. 181, A) chiamava piacevol-

    mente lot'i (itofriti?

    1. 6 corto ffc'f(>, bench il primo P sia deformato per

    una macchia d'inchiostro nella testa.

    1. 7 ;'f'|r;(Tof;'f'?

    I. Il in line pare o, ma 1' O incerto; [(j/wk-k] ?1. l'2 lozione incerta potendosi leggere luel che pare

    incompleto. Del composto fjKUMrlUo) non abbiamo

    altro esempio; non so per se ad altri possa parer

    preferibile leggero in' ukn ae iVor t[ riferendo quelfff a Democrito?

  • II.'. l'UAMMICNTo ni.OHOKKJK '.i7

    Fr. 2.

    * * *

    ]fllOlV l\

    \x(il I II

    i7/r|)'i' 7 ']y ^pv/tjt'.

  • 38 PAPIRI LETTERARI

    10

    ? rat l^r if^vxr^v iVQio\xov(rav ov fiaOovGav

    ](Tj' xaiccQxeiv uvir^v

    \ovx ovv TTf-naif-inai

    ]q x((i tvnaif-inog r^v

    tx xca]Qov ii((Oov(T(( 111^ xf-

    ]v o Jr^noxciii- x((i af^i-

    ]ai iinv fiuDbDV tvOvc

    ceti a TU) yfYovf]rca Ih^Xa^ftui xt luc-

    (lO vifir^Gi

    15

    ]Tic(iior . [

    ]ai 1^ f-roy[

    7i]ov t{a) tcaxi^r^

    ^ ^ *

    7-9. 11 Ttenui(fevTi. evTKeuhinoc: non possono riferirsi a

    Socrate, ma a (luello stesso soggetto a cui si rife-

    risce ^(ix^ovaa, clic t- lo stesso certamente a cui si

    riferisce f^nO^of a 1. 11 cio l'infante o piuttosto la

    sua ^l'v/TJ. Pare che qui si trovi contradizione nel-

    l'idea di Socrate esposta sopra.

    10 sgg. Democrito si approssima al principio di Era-

    clito e di Socrate col suo iisgi de oMsi', eV i^vxi-oi yQ

    Quel maschile ,a.'>wV, che non pu riferirsi al

    neutro nui'lov della 1. 13, deve riferirsi al neonato

    di qualche animale di nome maschile come xvmv o,

    con significato pi generale, axi^^ivog, axvXaS. Senza

    pretendere di dar sicuri supplementi io concepirei la

    frase in questo luogo costrutta cosi:

    S7161 tf>;Aoj', w /JTjfioxQiTS, y.m u/u-

    (fia^rjTiaifiov (paifetyci nov fiu!^o)v evO^vg

    xvMV ccjurc xo) yeyof]yca 't^TjhcCsTta xai fjiH[Tw v(pir]Fr. 2.0

    * * *

    10

    u]aTato'[

    ]g Yorii'i

    ]fAiaic[

    ]r^v (jv(!i[

    ])'T[

    ]t{( 7Ta[

    ]g fjr^ vf[]i] to iir]\

    ](!)) 5T0)C x\

    ]tO) TfX''^^/[^'"*

    1^/ lot'C in][

    \iori\

    * * *

  • Ilo. - IIIAMMINTO KKToniUO .*{'.

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    rUAMMKNTO UKTOIilCO.

    !)'",( 17 xO"',()r)

    Acquistato dal pidl'. Vitelli; |iinv

  • 40 PAPIRI LETTERARI. 117. FRAMMENTO MEDICO

    117.

    FRAMMENTO MEDICO.

    0'",04.5X O^.OAcquistato dal prof. Vitelli ; provenienza ignota. Residui di dieci linee di una colonna di bella

    scrittura unciale piccola riferibile al 1 sec. d. Cr. se pur non prima, poich per la forma e lo stile

    trova quasi perfetto riscontro nella scrittura di un volume ercolanese del ntgl (fvfftojg di Epicuro

    {Herc. Voi Coli. Alt. VI, 37 sgg.); dico. quasi unicamente perch la forma del My pi rigida ed

    epigrafica col che qui ; omesso il jota ascritto. Verso bianco.

    Per tale nobilt sua ho creduto dover pubblicare qui colla riproduzione fototipica questo pic-

    colo frammento di uno scritto certamente medico e dei buoni tempi del quale forse i dotti specia-

    listi potranno determinar la natura del contenuto (mali muliebri?) vedere se abbia rapporto con

    altri papiri medici Londinesi e Berlinesi di recente pubblicati e se sia parte di opera antica a noi

    pervenuta, cosa che ho cercate inutilmente di ritrovare io profano a questi studi.

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    PA Pilli (rtECO-EGlZlIIMIimMOATI DALLA l{. AiJ^JADKiMIA DKI LINOKI

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    DI I). COMPARETT! k G. VlTELiJ

    VOIJIMK SkCONDO

    PAPIRI FIORENTINI.

    PAPIRI LETTERARI Eb EPISTOLARIPER CURA

    DI

    DOMENICO COMPARETTI

    Fasc.** 2: N/ 118-169(papiri epistolari)

    CON 20 FOTOGRAFIE NEL TESTO

    Ulrico HoepliEDITORE-LIBRAIO DELLA REAL CASA

    E DELLA R. ACCADEMIA DEI LINCEIMILANO

    1910

    Prezzo L. SS

  • PROGRAMMA

    La E. Academia dei Lincei, accogliendo la proposta del sno presidente P. Villarie dei soci Lambroso. Comparetti, Vitelli, deliber nell'anno 1902 di contribuire coi

    suoi mezzi al fondo che, ad imitazione di tante altre dotte nazioni, andavasi racco-

    gliendo per missioni in Egitto intese a procacciare all' Italia per acquisto o per iscavo

    papiri greci o romani, ed inoltre dicliiaravasi disposta ad aggiungere alle altre sue

    pubblicazioni scientifiche pur questa di tali papiri quanti se ne venissero raccogliendo.

    Con tale sua deliberazicme la R. Academia assecondava e faceva pur sua l' iniziativaper siffatti acquisti e ricerche presa nel 1900 dalla Societ Italiana i^er gli Studi Classici

    avente sua sede in Firenze presieduta allora dall' academico Prof. Gr. Vitelli, poi e

    tuttavia attualmente dall' academico Prof. D. Comparetti.

    Coi mezzi forniti dapprima da questa Societ, poscia dalla R. Academia, da altri

    corpi scientifici italiani, da pi privati, dal R. Governo, furono in pi missioni suc-

    cessive dai Prof. Schiaparelli, Vitelli, Breccia acquistati in Egitto e recati a Firenze

    buon numero di papiri, ai quali si aggiunsero quanti altri ne furono ottenuti dagli

    scavi intrapresi dal Prof. Breccia nel 1903, continuati dal D.' Biondi nel 1904 sul

    sito dell' antica Hermupolis oggi Ashmunein. Cos avviene che tutto il materiale pa-pirologico raccolto fin qui dal 1900 in poi cosi per acquisto come per iscavo, trovisi

    ora in Firenze commesso alle cure e agli studi dei due academici sunnominati, i quali

    attendono a prepararne la pubblicazione d' accordo colla R. Academia ; la quale aquesta nuova serie di volumi papirologici assegna un posto fra le varie sue pubbli-

    cazioni academiche, commettendone ai due suoi soci prefati la direzione.

    La raccolta papirologica sar annessa, come supplemento filologico-sfcorico, alla raccolta archeo-logico-epigrafica intitolata: Monumenti antichi pubblicati jjer cura della R. Academia dei Lincei] sarper distinta da quella col titolo speciale: Papiri greco-egizii pubblicati dalla R, Acad. d. Linceisotto la direzione di D. Comparetti e G. Vitelli: con quella avr comune il formato, la carta e quantoaltro tipograficamente, per la special natura della raccolta, non abbia ad esser diverso; come quella,avr tavole di riproduzione fotografica ed anche all'uopo zincotipie in pagina.

    I volumi di questa serie saran pubblicati senza termine fisso intieri o a puntate o fascicoli.La mole dei volumi sar determinata per ciascun caso dai direttori. Ogni volume sar fornito dicopiosi indici.

    La stampa sar eseguita, per cura della E,. Academia, in Firenze ove trovansi i papiri, overisiedono i due academici direttori, presso dei quali trovasi pure tutto il materiale bibliograficoe tipografico necessario per la illustrazione e per la stampa di questa specie di monumenti.

    I volumi non conterranno che papiri greco-egizi od eventualmente latino-egizi con notizie edillustrazioni succinte. I papiri potranno essere a talento dei direttori aggruppati e divisi nei volumisecondo l'epoca (Tolemaica, Romana, Bizantina) o secondo la categoria (documentali, letterari,epistolari etc).

    Saranno esclusi da questa serie i papiri copti, arabi o d'altra lingua non classica, i quali, se

    in numero considerevole, potranno essere pubblicati da competenti in volumi speciali fuori di serie,

    oppure nei volumi degli Atti academici.Per la compilazione dei volumi sar in facolt dei direttori di accettare o anche di sollecitare

    la collaborazione di altri studiosi italiani il cui nome figurer in fronte al volume alla cui pub-blicazione abbiano atteso.

    Le sottoscrizioni ai Papiri Greco-Egizi i)ubblicati dalla R. Accademia dei Linceisi ricevono dall'Editore ULRICO HOEPLI in Milano.

    Firenae, 1910 - Tip. Galletti e Cocci.

  • C()|{HINP()M)KNZA DI ITEIU)M\OS

    Dopo gli sciivi intrapresi nel 1898-9 da Gront'ell u lluiit in iuki hjcalit del Kaynmdenominata Harit, dai quali risult esser quello il posto dell'antica Theadelfia

    'J, altri

    scavi furono fatti nella stossa localit da frugatori indigeni, i quali in una di quelleantiche case trovarono una cassa contenente buon numero di papiri in gran parte costi-tuenti la corrisponden/a di un tale 'll{)ith(>^ in assai di essi qualificato (foovnaiiq (Otut-).-(ffiag -). Questi papiri passarono in mano di uno o pi negozianti, forse quello o quellistessi che aveano, a scopo di lucro, promossi quelli scavi, come quelli pure fatti aDime circa il 1890, che furono promossi da certo Farag ') negoziante di Ghizeh, pressoil quale furono acquistati taluni dei papiri Heroniniani che qui a Firenze possediamo.

    Messi in commercio, questi papiri Heroniniani andarono sparpagliati presso diversiacquisitori; la massima parte per fu acquistata da noi, non in una volta, ma in piriprese. Dapprima alcuni pochi ne acquist, con altri d' altra natura, per incarico dellanostra Societ per gli Studi Classici il prof. Ernesto Schiaparelli nella sua missione inEgitto nel 1901; pi altri assai ne acquist per la raccolta fiorentina il prof. EvaristoBreccia, mandato in Egitto con particolar missione nel 1903; il pi gran numero ne fuacquistato per la stessa raccolta dal Prof. Vitelli in due sue missioni in Egitto del 1 908-4.Cosi avvenne che la massima parte di questa corrispondenza Heroniniana e del contenutodi quella tal cassa o cassetta, circa un 160 lettere, trovisi in mano nostra qui a Firenze.

    Oltre alle lettere, si hanno pure alcuni resoconti di Heronino, forse provenienti dallastessa cassa, passati al Museo Britannico (pubbl. da Kenvon nel 3*^ voi. p. 103 sg., 193 sgg.di quella raccolta) e in piccola parte pur qui a Firenze. Delle lettere trovansi, a nostranotizia, all' estero edite e inedite :

    Una al Cairo nel Museo di Grhizeh, pubblicata da Grenfell in Faym Towns n.o 153, p. 288.Nove nel Museo di Alessandria, una delle quali fu pubblicata dal prof. Breccia, egregio

    direttore di quel Museo, in Bullet. d. l. Soc. Ardi. d'Alex, n.*^ 9 (1907) p. 91 sg. Diquesta e di tutte le inedite egli ebbe la cortesia di comunicarmi la fotografia.

    Cinque nel Museo Britannico, di cui quattro pubblicate dal Kenyon nel 3 voi. dei Gr.Pap. of the Br. Mus. j). 173 sgg. 209 sgg.; una descritta ivi p. lxvii.

    Due a Lipsia, di cui una pubbl. dal Mitteis in Gr. Urk. d. Papyrnssaml. z. Leipz. I, 311 sg.l'altra gentilmente comunicatami dal prof. Wilcken.

    ) Faym Towns p. 51. Heroninus and other papyri '. Cos Grenfell e Hunt in2) ' . .

    .by natives who found a box containing the Tebtunis Papyri II, 348. ) Tebtunis Pap. ibid.

    Papiri Fiorentini. 6

  • 42 PAPIRI EPISTOLARI

    Quattro a Parigi presso Tb. Reinach, pubblicate nel volume del medesimo Pap. gr. etfmot. etc. p. 156 sgg.

    Due pure a Parigi, frammenti inservibili, presso Th. Reinach, a lui cedute dal sig.'" Sey-mour de Ricci che gentilmente me le comunicava trascritte.

    Una a Vienna presso il Pr. Wesselj che la pubblic in Sitznngsher. di queir Academia,1906 n.o Vili.

    Una a Knigsberg presso il prof. Grradenwit/ che la pubblic in Arch. f. Pap. Forsch.Ili, 405 sgg.

    Una a Strasburgo pubbl. da Preisigke in Griech. Pa}). d. /'. Univ. z. Strassi), n." 32.

    Tutte cxueste lettere esistenti all'estero servono al complemento di tutta la raccolta

    che qui pubblichiamo, mentre dal complesso di essa vengono illustrate. Perci noi leriferiremo, illustrandole insieme alle nostre, ciascuna nel luogo che le spetta secondo il

    mittente e la data. Dei resoconti di Heronino, non faremo che prenderne nota e valer-

    cene all'uopo nelle illustrazioni della raccolta.

    probabile che assai altri papiri Heroniniani esistano, sia presso negozianti, siapresso acquisitori che non ne diedero ancora notizia '). Certo, dall'esame del complesso di

    quanti ne abbiamo risulta chiaro che nella serie cronologica di questa corrispondenza visono lacune cosiderevoli difficili a spiegare se non ponendo che non tutto il contenuto di

    quella tal cassa sia questo che noi conosciamo e che buona parte ne rimanga ancoradisperso e ignorato. Vediamo infatti che quell'uomo d'affari che era Heronino, ripose econserv in quella cassa le lettere relative alla sua azienda a lui dirette da numerosi

    mittenti ed anche le minute o le copie delle lettere e dei resoconti da lui stesso diretteai medesimi durante un i)eriodo di quindici anni, che noi dobbiamo anzitutto definire diqual secolo fossero.

    Quanto fallace possa essere il criterio paleografico per definire l'et di queste scrit-ture di tante mani diverse, lo mostra la variet e l' erroneit delle opinioni espresse daquanti non videro che alcune poche di queste lettere, che danno bens la loro data, anno,

    mese, giorno, senza per mai dire di qual regno sia l'anno segnato. Grenfell, che ne videuna sola, colla data dell'anno 7'', credette riferirla, dalla paleografia, al 4 secolo e pro-

    priamente al 7" di Costantino II (343-4 d. Cr.). Al Reinach, che ne vide quattro con date

    del 1^ 5*^1 12'* parve pure poterle riferire al 4 secolo, secondo la scrittura. A me, quandonon ne conoscevo che tre, nel pubblicarne due portanti la data del 9, 14 parve dovei^i

    scendere meno in basso e riferire quelle lettere alla fine del 3" secolo, agli anni cio di

    Diocleziano e reggenti. Quando per, dopo la missione Breccia e la l-"^ e 2-'^ missione Vi-telli, venimmo in possesso di una massa tanto considerevole di queste lettere e pren-demmo, il Vitelli ed io, con istudio comune ad esaminarle e fissarne la lettura, tostoapparve chiarissima l'erroneit delle opinioni sopra ricordate, e si apprese, non pi per

    ragione paleografica, ma per dati di fatto forniti dalle lettere stesse, che gli anni di

    tutta questa corrispondenza sono quelli di Valeriano-Gallieno, ossia della incipiente se-

    conda met del 3"^ sec. d. Cr. Di tal fatto piacque al Vitelli dare e diffondere a pi ri-prese la notizia ''), mentre io mi riserbava di trattare esaurientemente la questione cro-nologica in questa mia edizione di quella corrispondenza, come ora vengo a fare.

    ) Alcune inedite furono veduto dal Vitelli nel Ma- Se. Stor. II (1904) p. 186; Pap. Fior. I, tj, 9, K) Introd. ;

    seo del Cairo {At. e II 10^)3 p. -250). Atene e Roma Vili (1905) p. 225.

    ) Atene e Roma VI (1903) p. 254, Atti dd Congr. di

  • CUHHIhl'ONDKN/.A ll IlllltONINOM 4tJ

    A (ili iiupo, ed :iti('li(> a pi d'iiii ri^iiiirdr), ci'cim ii|)|)i)i't mimi (lari; (|iii il ]iiciniiolo^-cd (il liitl.'i III l'.'u'colta (|lliilr l'Ilo (IHpoH(ii ili (|iifht,a imI/oiic hC(;(tii*l

  • 44 PAPIRI EPISTOLARI

    27. - 144 . . . Li/' xoiait ^

    28. - 145 Li^ toiay. x.'/

    29. - 146 Uf xoiax * *30. - 147 Li/' ^bO- ^

    31. - 148. . Liy" Tviii **

    32. - 149 Liy" (fu^isvwi> X

    33. 150 Liy" fTXfCip iC

    34. - 151 Lio" yniax ^

    35. - 152 Lid" rv^i ly

    36. 153 Lio' tjxnif x[.]

    Alessandria Lu" aUvq e?

    37. 154 Lu" xoiccx lj

    38. - 155******

    39. - 156 ******

    40. - 157. * * /uff]oc>7; **

    41. 158 L . ixiG]oQrj lat c^ -t T- r\ ******42. lo9

    43. 160 L . fitaoQrj ir]

    44. 161 ** ** **

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    Ar- 1 LfO * * * * * *

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    48. - 165 ******

    49. - 166. .******

    50. - 167 ******

    51. - 168 * * (fcm(p[**

    52. - 169 ******

    Appianos.

    53. - 170 L/' fuGoor^ ^

    54. 171 Ly" (fi(0)(fi x

    55. 172 Ly" zv^i l

    56. - 173 Ly" rv^i 'iC

    57. 174 Ly" fti-xfiQ f:

    58. 175 Ly" fnH(f> i

    59. 176 Ly" snti(f x

    60.-177 Lt" n^^vQ k61. 178 Le" navvi itj

    62. 179 Li" ifttfttrwi^ d

    63. - 180 *

  • (HUdtlHPONDKNZA ll IIUUONINOH 46

    ArOI.I.ONlOH.

    lioilUK^l L((" (j((Oi(ft Mlj

    (il. - ISl,

    ilAurAi.os.

    05. 182 \-

  • i6 PAPIRI EPISTOLARI

    ISIDOROS.

    78. - 195 _ _ _

    ISCHYRION,

    Lipsia La" ^b)^ xO-

    79. - 196 La rv^v ^

    80. 197 Le" jLiex^^Q ^'^

    81. 198 Le" (faQfiov^c * *

    82. 199 L?" naxov xa

    83. - 200 LC" a^vQ Te;

    84. - 201 LC" (fai^ievo)^^

    85. - 202 L/9" ^0)0-

    86. 203 Li^" (faoifi a

    87. - 204 Lie" * * * *

    88. - 205 ******

    89. - 206

    Qrv 907 * * * * * *

    KOPRES.

    91. 208 Ly nsGOQTi xa

    Alessandria data esterna Le" OvaX.FaXX. /tiCOQrj BTiay. . .

    MONIMOS.

    92. - 209

    98. - 210

    nel testo yoiax liy

    94. - 211 Ly" iv^ij

    NlNNOS.

    95. - 212 L^" ,'/(.;.'/ ^

    96. - 213 Lp?" ivjic Vi^

    97. - 214 L^^" n^xHQ 7Alessandria Ly" tv^i xlh

    98. - 215 Ly" (jaofiotu'h 799. - 216 * *

    loo. - 217

  • (KlimiHPONDEN/A l.l lli:Uf)KINOH 47

    HniKi.MOH.

    1 01. 2 IH LJ" iuao(ii^ y

    IfoltlON.

    lOli. - 21! Lr/' u:^v^, i,r

    H):5. - 220 L;/" /a^'^c ^

    101. - 221 Ly" x""^x r

    lu.). z^^ Ly mutf s10(). - 22,S Lfl" j,Kjo(>ii li

    107. 224 \_^ ' Ki),'j X

    WeSSely \-u Muxu. hiu^t.ymny.ii

    108. - 225 U/' (iHi.Kji tu\m. - 226 - -

    Palas.

    110. - 227 U" n^aom^ TyReinach Lt-" (ja^iavo)^ .7

    Alessandria Lio" q. . . * *

    111. - 228

    112. - 229

    113. - 230

    Philippos.

    114. 231 (f.uo(ji e;

    115. 232 (faQi.iov^i ^

    Sarapammon.

    116. 233 Lia" xoiax ly

    117. - 234 U^" ^0)^ 7118. 235 Liy" (fuwqi i6

    119. 236 Liy" i-itx^iQ xy

    120. - 237. (Pap. lett. 108^)

    Mus. Brit. (ined.)

    * * * * * *

    * * * * * *

    SUCHAMMON,

    121. 238 Ly" quogi l

    122. - 239 Ly" go;y/ ^

    123. - 240 Lia' ^0)^ ^

  • 48 PAPIRI EPISTOLARI

    Syros

    12-t. 241 L" lifffoQij xj3

    125. - 242 L/^' rv^i 7126. - 243 Ly"

  • UOltUlHl'dNUKNZA hi lIKKoNINOH 49

    lai. - 2()H. Ik'ii

    lf/2. - 2(1'.. I^Mi

    15:1. - L'7

  • 50 PAPIKI EPISTOLARI

    Anno 2."

    ^w,'> a Heronino ad Appiano (resoc.)

    j^ (7j da Heraklides

    "t? Ninnos

    ;^ Alypios

    . ._;.

    i^-

  • (W)|{UINr()NIiKN/A l>l iIKUONlNUM 01

    ii

  • 52 PAPIRI EPISTOLARI

    ^oiax x

    fuxfto X? .

    naxov .

    Ttavri r

    IT] .

    TTfiq .

    f.itaoor^ tnay.

    da Syros

    id.

    Irenaeos

    Ischyrion

    Tryphon

    Palas

    Horion

    Ischyrion

    manca

    da Heroninos a Neilas (?)

    Appianos

    manca

    da Kopres

    Anno 6.

    * * * mancano 3 m.

    x'/yo e mesi seguenti, Heronino ad Heraklide (resoc.)

    Tiaxov xa da Ischyrion

    * * * mancano 3 m.

    Anno 7.

    ^0)^ ^ da Syros

    ,j if Irenaeos

    (fao)(fi manca

    a^vo u da Syros

    ^ ....... . Ischyrion

    X

  • COllllIHI'ONliKN/A l'I IIKIKtNIN'OH T/S

    Anno *..

    i|il|ii|*ti'ifiHii|'fp iiKinniHo S ni.

    in%Mv iC

  • i PAPIRI EPISTOLARI

    Anno 13."

    .>oj.'/ i^ da Heronino ad Heronas

    '( Alypios

    x^ ignoto

    tjcaiHji id Sarapammon

    aOi'o manca

    '/oucx manca,

    tv^i da Alypios

    iff-X^io manca

    (fuLu'oiJ X da Alypios

    * * * nancano 3 m.

    f7Ti(f .> xa ad Heronas da ignoto

    In (luesto prospetto si scorgono a prima vista le lacune a cui sopra ho accennato, equeste sono tali e tante da non poter pensare elio l)asterebbero a colmarle tutte quelle

    lettere di cui non abbiamo la data, che sono circa un 4'^ di tutta la raccolta, Cos, ad es.,dell'anno 6'^ non abbiamo che tina lettera, mentre l'attivit di Heronino in tutto quel-

  • ('(tHI(ISI'((N|ti;N/A l'I lll'.HONINOM .../

    raiiiin r ;il ((astata dal sim rcsuconlo per (|iicir aiiiio HtcHHo. i-iv(lt

  • 56 PAPIKI EPISTOLARI

    domandarci : quella data scritta in quella forma a tergo della lettera, veramente la datadella lettera? Cosi dovrebbe parere dacch la lettera non ha la data in calce. Eppure iostento a crederlo. Esempi di data omessa in qualche lettera mentre in altre dello stessomittente segnata, si possono vedere nel prospetto qui sopra. Esempi di data omessa incalce e segnata a tergo, mancano affatto; questo sarebbe l'unico della sua specie. Quandoin calce non e' posto (n qui sarebbe il caso) la data segnata in margine. La scritturapoi di quella data un piccolo, ben segnato e spazieggiato, elegante unciale affatto in-solito in queste lettere e in singolare contrasto col brutto corsivo di questa e dell'altra

    lettera di Kopres. Finalmente non si vede per quale straordinaria circostanza questopovero garzone, naiddoior, qual'era Kopres, volesse in questa lettera segnare i nomi deiregnanti, cosa che n egli stesso nella sua lettera dell' anno 3'^ n Heronino n alcunodei suoi corrispondenti fece mai. Tutto mi porta a credere che quella data si trovassein calce di qualche documento, scritto sul recto di un foglio da cui fu tagliato quell' estremopezzo, sul verso bianco del quale Kopres scrisse la sua lettera. Per, se tant' , rileve-remmo pur sempre da quella data tergale che la lettera posteriore all' anno 5" di Va-

    leriano-Gallieno e potrebbe anche essere di parecchio posteriore, dacch troviamo questoKopres in servizio ancora nell'anno IS'^ (lett. di Aljpio, n.*^' 150) come v'era gi nell'anno S*'di quel regno.

    Una lettera di Heronino ad Alypio (n. 273), rimasta fra le carte di Heronino, forseperch non era che la minuta della lettera spedita, porta in calce la data \-t' enei(f ly.Scritta sul verso di un brano di registro di conti, essa porta a tergo ripetuto l' indirizzoed oltre a questo segnata d' altra mano ed in carattere maggiore (come pu vedersi nellafotografia che riportiamo a suo luogo) una datazione cos concepita :

    L" avToxouTOQUv xaiaaQwv Tnov (PovX^iov lovviov Muxgiavov xca Tnov

    (l>ovXifiov lovviov Kvr]tov svGf^wv tvrvxn' ffs^aarov &alh Te

    La presenza in questo luogo di questa data che non pu avere alcun rapporto collalettera portante una data anteriore, per quanto strana, non sar difficile spiegarla. Lalettera fu scritta il 7 Luglio dell'anno 7'> di Valeriano-Gallieno, che compievasi il 28 Agosto,l'ultimo fortunoso anno di quei due regnanti uniti. Avvenuta la proclamazione in Egittodi Macriano, Heronino pens a farsi dare appunto dei precisi nomi e titoli dei nuovi re-gnanti e lo fece segnare sulla parte libera di quel pezzo di papiro, nel nuovo anno egizio

    che cominciava (29 Agosto) poco dopo scritta quella lettera. La data di mese Ooi> a nonvuol necessariamente dire che quell'appunto fosse segnato precisamente in quel giorno.

    Chi scrisse per Heronino la formola, la segn cos, come la data corrispondente all' iniziodell' anno egizio da cui normalmente si contavano gli anni dei regnanti in Egitto. E in-fatti quella la formola completa per la datazione di Macriano-Quieto e ne abbiamo pi d'unesempio in papiri documentali; cos in GPBM. Ili n." 905 p. 127, {Mi^xhq x = \b Febr. 261)n. 954 p. 153, ixoiux ^ = 29 Nov. 260); cos anche in Pap. Strasb. n." 6 (I, p. 36). Notevole

    particolarmente il papiro n.'' 57 di Lipsia (Mitteis p. 179 sg.) in cui troviamo la stessaformola completa con (fa/tivoO^ 7 = 6 Marzo 261 e nel testo: . . .tov uXrjXvOanog C ftovg rr^gngo xuvxfi ^uacXfiag, espressione che, come ben nota il Mitteis, fa sentire la ripugnanzaa nominare in quel periodo di rivoluzione i regnanti col spodestati.

    L'anno ]" di Macriano-Quieto corrisponderebbe all' 8" di Valeriano-Gallieno. Comesi vede nel nostro prospetto, di questa data non si ha che una lettera, test pubblicata,

  • {)niii(isi'()Niti;N/A IH iii:iti)NiN. Msis(( |H'lo llllll li'(lii;i (Il (|l|f|r iilllM, hC.JJ-Iialo CMiiM' il Idi M;i(l r (|linlla. posscdiila e piihl)! ical a dal Wcssriv Uid. sopi-a p. 12'. I"i '|"**H*'ii N(ia lTsM('lic di (pici conispondciit,!; i; dajc una Icffuf.i

    coinplcla. H('Ui-a, c(niic il Wcsscly non avrclihc potuto darlii. Cosi Uittn j hiipplit-ii l:i

    diede L-i il Vitidli ned l'di (piesli volumi i -!////. r < 'ornw |). x) e (;osi la rifcri^eo pnn- io

    a HUO luo^o IVa le leltcM'c di llorioiic in (picHtii raccolta. (Questa iottcni hi dintin^nc ]n:r

    la, data sii^nata col nome dei i-e^nanti :

    L.) FI i nders-Petrie, Jvop^os p. 34; Milne, Egxjpt under 2) In alcune monete di questi regnanti abbiamo la

    Rom. Rule p. 77; Seyuiour de Ricci, Axh. f- Pap. Forsch. data LB; Eckhel, VII, 467; Cohen VI, 6. In papiri, a mia

    II 450 sg. notizia, solo nel n. 6 dei P. Strasb., I, p. 36.

    Papiri Fiorentini.

  • 58 PAPIRI EPISTOLARI

    che iion si pu uscire dai limiti del regno di Val.-Gali, se non quando la esplicita men-zione di altri principi nelle date ce lo imponga, cosa che fin qui non si mai vedutanella corrispondenza Heroniniana. Heronino, a quanto pare, amava conservare tutte le

    carte della sua amministrazione, anche le pi inutili e d' interesse momentaneo e passeg-gero, forse per documentare i resoconti che d'anno in anno compilava pei suoi commit-tenti. In questa cassa sembra a me ch'egli riponesse tutte le carte dei quindici anni diValeriano-Grallieno, comprese quelle dell' intercalare Macriano-Quieto, sia per distinguerle(sendo le date innominali) da quelle di altri principati, forse aggruppate altrove o inaltra guisa, sia perch la sua gestione cominciasse e finisse con quel regno. Se questasua gestione cominciasse gi prima di Valeriano, non saprei dire; che per cessasse dopol'ultimo di Gallieno, m'induce a pensarlo una lettera (n." 265) di cui non rimane che ladata e l'indirizzo, ed rivolta, non sappiamo da chi, non gi a lui, ma ad Heronas fr. diThraso in data di Li^" />w^ xa. Ora, questo Heronas era un figlio di Heronino, secondoapprendiamo da una lettera di costui a lui rivolta (n." 274 [quvu lo) vim) in data dell'anno 13quando sappiamo da altre lettere che, come pur nei due anni appresso, fr. di Thraso eraHeronino. Poich vediamo che in uno stesso tempo Heronino front, di Theadelfia, diThraso, di Sathro, parrebbe dover pensare che in tutte queste sue gestioni dopo il \b^ diGallieno gli fosse succeduto il figlio. Se per altri dicesse potersi pensare eh' egli avesseallora commesso al figlio Heronas, la frontis di Thraso riserbando le altre per s, io nonsaprei come escludere questa possibilit; solo per farei osservare che, molto probabil-mente, come sotto vedremo, tutti quei nomi sono sinonimi che designano una sola loca-lit ed una sola (jQovzig.

    Quanto alla data del sedicesimo anno, Thoth 21 {= 18 Settembre), non punto sor-prendente che 21 giorni dopo spirato l'anno quindicesimo, propriamente l'ultimo di Gal-lieno, qualcuno segnasse ancora, secondo la serie durata fin li, il nuovo anno come il 16,non essendosi ancora diffusa in Egitto la notizia della morte di Gallieno avvenuta a Mi-lano nel Marzo. Di fatti simili abbiamo pi esempi nei papiri; basti veder quelli notatie ricordati da Grenfell-Hunt in Oxyrhynch. VI, p. 248 sg. E neppur mancano monetealessandrine di Gallieno colla data L

  • roHIlISI'ONDKN/.A IM IIIIIONIXOH fj\)

    ^olii lo cliiaiii;!, (/(). H{jtSu questi (fQovTiGTai gitta una luce considerevole un documento ufiiciale appunto diquel secolo, edito da Grenfell-Hunt in Oxyrh. Pa2)- I, 58. E una circolare che nel 288 d.Cr. l'epistratego Servaeus Africanus rivolge agli strateghi dei Sette Nomi e dell' Arsi-noite, colla quale li invita a mettere una remora agli abusi dei sedicenti (fooruarc, /tici-

    aral, YQatifiaTHq che si arricchiscono a carico dei beni imperiali (ovaiai rauiaxa); d'ora in-

    nanzi, ei dice, non ci deve essere che un solo (fQovTiaTfjc per ciascuna ovaia con due o al pi

    ') In due lettere di Alypio (129, 131), l'indirizzo una del 5 Thraso etc. A traslochi non si pu pensare,interno porta Theadelfia, l'esterno porta Thraso. Nelle poich la stessa promiscuit si verifica dall'anno 1 al 15.

    lettere di Alypio prevale Thraso, in quelle di Syros Per Horione la cosa diversa; egli successivamente

    Theadelfia. Ischyrion in lettere di uno stesso anno segna (fo. di Dionysiade (anno 2-5), di Evhemeria (an. 10), di

    Thraso Theadelfia promiscuamente. Cos pure Appiano Sentrepaei (an. 12-13''); (fo. di Evhemeria Ireneo negli

    che in lettere dell'anno 3 segna Theadelfia o Sathro, in anni 3-5.

  • 60 PAPIRI EPISTOLAHI

    tre vnr^Qerai, e per costui deve farsi garante la ^ovXi] M. Fino a qual punto questa disposizionepossa riferirsi al caso di Heronino e degli altri (fQovTiaTu che qui figurano, non sapreidire. Se le ovaica la^i. aveano ciascuna per capoluogo una w/jtj, possiamo osservare che altempo di Heronino, ossia dai 20 ai 35 anni prima della circolare, 1' abuso di tanti (}(.ov-Tiara per una ovaia non si era verificato. Ma la ^ovli] di cui parola quella del capo-luogo del nomos dove risiedeva lo stratego e pu darsi che gi allora pi d' uno di questi(fooviKfTc che qui incontriamo ciascuno addetto ad una xw/jtj si trovasse a funzionare peruna sola ovaia ra^i. estendentesi nel raggio di pi d'una xw/o^. Prima di quella circolarequesti (fQovnGial, come si rileva dai termini della circolare stessa, assumevano quell'uf-ficio di proprio arbitrio (v^iara uvrog 'ievQvrfc)^ come esercenti la professione di agentirurali al servizio di quanti proprietari avessero beni in quella kome. Come entrasseroin ufficio, come potesse esser convenuto che non ve ne fosse che uno per ciascuna kome,non si rileva da questa corrispondenza. La circolare del 288 che vuole non ve ne sia cheuno per ciascuna ovaia ci d qualche lume su quest'ultimo punto; si vede che ai tempidi Heronino ancora non si era introdotto l'abuso deplorato in quella, ma rimane sempreoscura la nomina di costoro all'ufficio, se per parte delle autorit della kome o del nomoso per parte dei proprietari. La permanenza in ufficio di Heronino per almeno 15 annifa pensare a nomina piuttosto privata che pubblica. C poi il fatto che Heronino figuracome al servizio di pi proprietari dai quali riceve ordini d'ogni sorta, anche di servigipersonali, come da padroni ; ai quali rende conti e dai quali, per mancanze o negligenze aspramente redarguito e anche minacciato di punizioni gravi con intervento pure delloaiQutiooirfi. Grli che questi proi)rietari non sono realmente che appaltatori di domini im-periali. Il principale Alypio di cui sono si gran parte delle lettere ad Heronino. Eglirisiede in Arsiuoe ed ha tutta una schiera d