Pace e Tempesta

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La sanità e i cammelli Il Pd non trova di meglio che attaccare Gino Cesaroni, che non può più difendersi, e addossargli le cause del disordine sanitario ai Castelli. C he ci sia molta confusione sotto questo cielo è innegabile, ma non riuscire ad interpretare le parole scritte è grave e non c'entra nulla con la confusione. Sanità 1- Nonostante la pioggia sabato 3 ottobre si è svolta la manifestazione per l'Ospedale di Genzano convocata dalla Giunta. Peccato che ci fosse un equivoco di fondo. I cittadini chiedevano e chiedono la riapertura del Pronto Soccorso, che non vuol dire Pronto Soccorso Pediatrico. In fondo non ci vuole molto per capirlo. Se lo hanno inteso i cittadini anche i politici locali dovrebbero essere in grado di comprenderlo. O forse riponiamo in loro troppa fiducia? S anità 2- In una seduta del Consiglio Comunale di Ariccia c'è stato un attacco a Gino Cesaroni da parte del Pd (maggioranza) per le sue scelte di favorire gli ospedali locali. Nessuno dei suoi ex compagni di partito si è sentito in dovere di fare un tentativo di difesa dell'ex sindaco di Genzano che ormai non può più replicare. La difesa è stata fatta da esponenti dell'opposizione. Tutto questo lo abbiamo saputo da un manifesto apparso anche a Genzano. Pochi giorni dopo è apparso un manifesto del Pd di Ariccia che con tono ultimativo spiegava, a noi poveri ignoranti, come e perché si debba accettare acriticamente il piano di riordino sanitario elaborato dalla Giunta Marrazzo che si chiudeva rinnovando le accuse a Gino Cesaroni e ai sindaci dei Castelli dell'epoca. Non che ci interessi entrare in polemica ma forse gli eredi di Cesaroni &co. dovrebbero pensare alla diversa concezione della salute pubblica e dei presidi ospedalieri degli anni '60-'70. Addossare le colpe a chi non può argomentare le scelte del tempo non è molto fine e vuol dire che, politicamente, dopo aver buttato l'acqua sporca con il bambino, quelli del Pd stanno buttando anche sapone, spugna, pettine e asciugamano. Non tenere conto delle osservazioni che la ristrutturazione si può fare sui posti letto delle degenze e non sui Pronto Soccorso, che se funzionanti e diffusi, diminuiscono il bisogno di ricoveri, è sinonimo di superbia e trascuratezza verso chi vuole capire meglio. Per la tanto sbandierata creazione di reparti d'eccellenza gli amici di Ariccia, e non solo, dimenticano, e facciamo un solo esempio, che nello stesso ospedale di Genzano c'era e c'è un reparto di epatologia-gastroenterologia che ha fatto parte anche di un progetto pilota europeo e che funzionava e funziona tutt'ora in maniera egregia. Ma inutile ripetersi. Non c'è peggior sordo di colui che non vuol sentire. E, in questo momento sulla sanità, sordo come il Pd non c'è nessun altro. L 'antico detto "Il paese è piccolo e la gente mormora" mai si rivelò più vero per la storia che andiamo a raccontarvi. Si dice che sia venuto Pippo Baudo a Genzano e che abbia incontrato in Comune il Sindaco, assessori e dirigenti e che poi siano tutti andati al Parco zoologico aperto ai Landi. Non entriamo nella storia delle autorizzazioni, se mancano o ci sono, né ci interessa sapere se risponde al vero che esistano foto con il nostro sindaco, assessori e dirigenti in groppa al cammello, magari canticchiando sottovoce la famosa canzone di Carosone "Comme si' bello a cavallo a stu camello cu 'o binocolo a tracolla...", quindi non ne parliamo. Invece parleremo di come nella notte tra il 10 e l'11 settembre un gruppo di amimalisti è arrivato fino all'atrio del Comune e ha affisso manifesti contro il parco zoologico. Peccato che questi li abbiano visti pochissime persone e che per la maggior parte se lo siano tenuti per loro. Si narra che un consigliere comunale o un assessore, essendosi svegliato presto e non avendo nulla da fare, si sia recato in Comune all'alba e che alla vista di quello "scempio" abbia tolto ogni traccia dell'avvenuto passaggio degli animalisti. Noi siamo sempre quelli che si fanno delle domande inutili e anche un po' retoriche, di conseguenza anche questa volta ce/ve la poniamo. Ma se il Comune non aveva nulla da nascondere né sulle concessioni, né su altro perché affrettarsi a nascondere le prove della protesta? Per vedere le foto del blitz: http://www.centopercentoanimalisti.com/phpBB2/genzano- roma-blitz-al-municipio-e-allo-zoo-vt37095.html L'amianto di casa nostra S pesso capita di trovarsi di fronte a problematiche e fatti di cronaca a cui non si dà troppa importanza, come se la questione non ci riguardasse perché magari accaduto in luoghi altri dai propri. Il tema amianto (o eternit) credo faccia parte di questi casi. Ecco così trovarci impreparati e allarmati dalla ultima presunta scoperta di eternit nell'abbaino dell'asilo nido di Via San Carlino. L’amianto rappresenta una grave minaccia per la salute di ambiente e cittadini. A dimostrazione di ciò un dato su tutti: nel Lazio ogni anno si registrano oltre 100 decessi per mesotelioma pleurico riconducibile ad esposizione professionale o ambientale alle fibre di amianto. Per cui prima di puntare il dito, riconoscendo che fino a qualche anno fa l'eternit era di uso comune nel campo dell'edilizia (poveri noi!), sarebbe però utile chiedere se non sia il caso di iniziare ad informare senza allarmismi la cittadinanza degli effetti che si corrono venendo a contatto con tale materiale. Sarebbe un primo passo per monitorare la situazione nel proprio territorio e magari iniziare un' opera di bonifica a partire dal patrimonio pubblico. D'altronde se non si inizia un lavoro in questo senso, temo che continueremo ad imbatterci in quei fusti incellofanati contenenti eternit che spesso compaiono ai bordi delle strade che portano al lago di Nemi. Come se non bastasse, agli inizi di quest'estate scoppia uno scandalo regionale riguardo la discarica di eternit di Valle Caia (Pomezia). L'8 Agosto infatti sono scattate le manette per nove persone, tra imprenditori e funzionari pubblici, con l'accusa di traffico illecito di rifiuti pericolosi. Gli arresti, coordinati dal sostituto procuratore di Velletri Giuseppe Travaglini, riguardano il trasferimento a Valle Caia di circa un milione di tonnellate di amianto friabile proveniente dalla ex Sacelit di San Filippo della Mela, provincia di Messina. L'invaso infatti è autorizzato dalla Regione Lazio soltanto per ricevere amianto compatto (ovvero mischiato al cemento) e non le cosiddette “big bag”, celle di amianto friabile. Perché quindi non iniziare a dire basta a questa brutta storia dell'Amianto fatta di malaffare, interessi economici e di tante morti bianche ancora oggi rimaste impunite? Non occorre attendere che la situazioni degeneri, come a Casale Monferrato, per accorgerci che i pericoli li abbiamo in casa. Emiliano Viti La marcia su Genzano G enzano antifascista? A giudicare dagli episodi più o meno violenti che la nostra cittadina ha dovuto subire negli ultimi tempi, il punto interrogativo che precede è d’obbligo. Ma come? E la “rossa” e “antifascista” Genzano di Gino Cesaroni? Probabilmente i giorni della Resistenza sono ormai custoditi nei polverosi album di famiglia, sulle targhe che battezzano le vie del nostro paese o nei discorsi che ogni anno abbelliscono il 25 Aprile. Comunque si sa nel corso degli anni le cose cambiano specie quando si crede che i bei ricordi bastino a lasciare immutata la realtà o peggio ancora ci si limita a campare sugli allori. Se leggete pretestuosità in queste parole potreste aver ragione, ma aspettate un momento che siano i fatti a parlare. Passeggiando per le strade genzanesi potrete ammirare un vasto repertorio del “ventennio”. Si comincia con “via dei Mille” che da omaggio a Giuseppe Garibaldi è diventata “zona nera”, in riferimento alla scritta che candidamente decora un muro. Seguendo il nostro itinerario proseguiamo verso la verde “Olmata” dove i camerati si son dati ben da fare (per inciso questa zona ospita anche il mercatino mensile dell’antiquariato molto visitato dai cittadini dei Castelli). A questo punto operando una cernita dei luoghi, arriviamo ai parcheggi della Chiesa Nuova. Qui ci rifacciamo davvero gli occhi: un murale nazi-fascista che occupa trenta metri di parete perfettamente confezionato e custodito. Bene, se ne facessimo solo una questione di decoro urbano saremmo noi per primi a sminuire il senso della questione; tuttavia non capiamo perché l’amministrazione comunale non si arma di vernice e pennello e cancella quei capolavori? Una scritta può essere condannabile ma non pericolosa per l’incolumità fisica, quando però arrivano episodi di violenza come è successo ai danni di giovani e militanti di Sinistra, il discorso diventa serio. Il clima notturno che si respira in piazza Frasconi o nei parcheggi sottostanti è certamente poco adatto ai giovani che nell’abbigliamento appaiano come “di Sinistra". Ritenete il problema banale? Chiediamo? Dobbiamo aspettare gli atti di omofobia e di scontro tra opposte fazioni come succede nella Capitale? Pensiamo che immigrati e gay a Genzano non devono avere ospitalità? Come “Terra Sociale” sosteniamo che ad un’analisi di quello che succede deve corrispondere una concreta risposta. Quindi riteniamo sia necessario creare uno spazio autogestito dai giovani dato che solo a Genzano non esiste oltre che intervenire sull’emarginazione degli strati popolari. Affiancare dunque all’antifascismo storico (pur meritorio) dell’Anpi e quello dell'Assemblea Antifascista dei Castelli Romani, un antifascismo sociale e popolare costituito di paziente lavoro in mezzo alle persone più umili e ai giovani per trasmettere una cultura di Sinistra a partire dai bisogni più immediati. Così tra lotta al carovita, dopo-scuola e palestre popolari forse eviteremo che ai giovani “Ernesto Che Guevara” venga presentato da chi inneggia al Duce! Il manifesto dell'iniziativa organizzata dall'associazione neofascista Sabato 31 ottobre 2009 - Anno I - n° 2 Redazione: via Roma n° 50 - 00045 Genzano di Roma tel. 333 9467351 e-mail: [email protected] La Spoon River di Casale Monferrato E ccomi qua. Come ogni mattina entro nella Spoon River di Casale Monferrato al piano terra della Camera del Lavoro dove ha sede l’Associazione Famigliari Vittime dell’Amianto. Una fila lunghissima di cartelline occupa da destra a sinistra tutti gli scaffali di questo ufficio, ogni cartellina la storia di una vita: bianche sono quelle dei lavoratori deceduti a causa dell’amianto, rosa quelle dei cittadini per la stessa causa, gialle quelle dei lavoratori ancora in vita ma che portano addosso i segni sotto forma d’invalidità, verdi quelle dei cittadini in vita che lottano contro il mesotelioma pleurico. Per 80 anni infatti, dal 1906 al 1986, a Casale ha operato la ditta Eternit, ciò che essa produceva era un composto di cemento e di amianto che sarebbe stato innocuo, anzi benefico per l’economia della cittadina piemontese, se non avesse contenuto appunto l’amianto, che, oltre ad essere uno dei più pericolosi agenti cancerogeni che si conoscano, è causa di altre gravi malattie professionali, asbestosi compresa, soprattutto alle vie respiratorie. Con l’amianto hanno dovuto fare i conti non solo i lavoratori, dagli operai agli impiegati ai dirigenti della Eternit, ma tutta la città. Sono infatti morti di tumori al polmone, e più in generale di affezioni indotte dall’amianto, non solo dipendenti dello stabilimento, ma anche, e forse soprattutto, persone che in quella fabbrica non hanno mai lavorato. Mentre l’asbestosi e i tumori al polmone e alla laringe hanno colpito quasi esclusivamente i lavoratori Eternit, i casi di morte per mesotelioma pleurico, un tumore specificamente causato dall’amianto, hanno riguardato per i due terzi del totale persone che non hanno mai avuto rapporti professionali con la fabbrica. Dopo 20 anni di lotte, portate avanti dal segretario della CGIL Casalese ed ex delegato sindacale alla Eternit Nicola Pondrano e del coordinatore del Comitato Vertenza Amianto Bruno Pesce, si è arrivati, il 22 luglio scorso, al rinvio a giudizio dei due imputati Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier de Marchienne per il più grande processo per morti bianche (2.000 i casi in questione!) che si sia mai svolto in tutta Europa, processo che prenderà il via il 10 dicembre presso il Tribunale di Torino. Quel giorno, quando sarò su uno dei pullman messi a disposizione per assistere alla prima udienza, ripenserò ad alcune di quelle cartelline e a quella che all’inizio di questo racconto ho definito la Spoon River di Casale Monferrato: a Mario, il barista dove da piccolo andavo a giocare con gli amici, a Luigi, il panettiere papà di Corrado, a Pietro, che ancora due mesi fa mi venne a trovare dicendo che continuava a combattere, ad Anna, che per vent’anni non si è persa una riunione dell’Associazione ed ha resistito per esserci di persona alla prima udienza preliminare, salvo poi passarci il testimone e a tanti altri ancora. E penserò a Battista, mio nonno ex lavoratore Eternit, che solo da adulto, vedendo il suo certificato Inail che riportava 85% d’inabilità da asbestosi, ho capito perché non giocava mai con me a rincorrere un pallone quand’ero piccino. L. C. Marco Fiorletta I manifesti di protesta affissi dentro l'atrio del palazzo comunale di Genzano da parte del gruppo animalista "100% animalisti"

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Foglio di lotta

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La sanità e i cammelliIl Pd non trova di meglio che attaccare Gino Cesaroni, che non può

più difendersi, e addossargli le cause del disordine sanitario ai Castelli.

Che ci sia molta confusione sotto questo

cielo è innegabile, ma non riuscire ad interpretare le parole scritte è grave e non c'entra nulla con la confusione.Sanità 1- Nonostante la pioggia sabato 3 ottobre si è svolta la manifestazione per l'Ospedale di Genzano convocata dalla Giunta. Peccato che ci fosse un equivoco di fondo. I cittadini chiedevano e chiedono la riapertura del Pronto Soccorso, che non vuol dire Pronto Soccorso Pediatrico. In fondo non ci vuole molto per capirlo. Se lo hanno inteso i cittadini anche i politici locali

dovrebbero essere in grado di comprenderlo. O forse riponiamo in loro troppa fiducia?

Sanità 2- In una seduta del Consiglio Comunale di Ariccia c'è stato un attacco a Gino Cesaroni da parte del Pd (maggioranza) per le sue scelte di favorire gli ospedali locali. Nessuno dei suoi ex compagni di

partito si è sentito in dovere di fare un tentativo di difesa dell'ex sindaco di Genzano che ormai non può più replicare. La difesa è stata fatta da esponenti dell'opposizione. Tutto questo lo abbiamo saputo da un manifesto apparso anche a Genzano. Pochi giorni dopo è apparso un manifesto del Pd di Ariccia che con tono ultimativo spiegava, a noi poveri ignoranti, come e perché si debba accettare acriticamente il piano di riordino sanitario elaborato dalla Giunta Marrazzo che si chiudeva rinnovando le accuse a Gino Cesaroni e ai sindaci dei Castelli dell'epoca. Non che ci interessi entrare in polemica ma forse gli eredi di Cesaroni &co. dovrebbero pensare alla diversa concezione della salute pubblica e dei presidi ospedalieri degli anni '60-'70. Addossare le colpe a chi non può argomentare le scelte del tempo non è molto fine e vuol dire che, politicamente, dopo aver buttato l'acqua sporca con il bambino, quelli del Pd stanno buttando anche sapone, spugna, pettine e asciugamano. Non tenere conto delle osservazioni che la ristrutturazione si può fare sui posti letto delle degenze e non sui Pronto Soccorso, che se funzionanti e diffusi, diminuiscono il bisogno di ricoveri, è sinonimo di superbia e trascuratezza verso chi vuole capire meglio. Per la tanto sbandierata creazione di reparti d'eccellenza

gli amici di Ariccia, e non solo, dimenticano, e facciamo un solo esempio, che nello stesso ospedale di Genzano c'era e c'è un reparto di epatologia-gastroenterologia che ha fatto parte anche di un progetto pilota europeo e che funzionava e funziona tutt'ora in maniera egregia.Ma inutile ripetersi. Non c'è peggior sordo di colui che non vuol sentire. E, in questo momento sulla sanità, sordo come il Pd non c'è nessun altro.

L 'antico detto "Il paese è piccolo e la gente mormora" mai si rivelò più vero per la storia che andiamo a raccontarvi. Si dice che sia venuto Pippo Baudo a Genzano e che abbia incontrato in Comune il

Sindaco, assessori e dirigenti e che poi siano tutti andati al Parco zoologico aperto ai Landi. Non entriamo nella storia delle autorizzazioni, se mancano o ci sono, né ci interessa sapere se risponde al vero che esistano foto con il nostro sindaco, assessori e dirigenti in groppa al cammello, magari canticchiando sottovoce la famosa canzone di Carosone "Comme si' bello a cavallo a stu camello cu 'o binocolo a tracolla...", quindi non ne parliamo. Invece parleremo di come nella notte tra il 10 e l'11 settembre un gruppo di amimalisti è arrivato fino all'atrio del Comune e ha affisso manifesti contro il parco zoologico. Peccato che questi li abbiano visti pochissime persone e che per la maggior parte se lo siano tenuti per loro. Si narra che un consigliere comunale o un assessore, essendosi svegliato presto e non avendo nulla da fare, si sia recato in Comune all'alba e che alla vista di quello "scempio" abbia tolto ogni traccia dell'avvenuto passaggio degli animalisti. Noi siamo sempre quelli che si fanno delle domande inutili e anche un po' retoriche, di conseguenza anche questa volta ce/ve la poniamo.Ma se il Comune non aveva nulla da nascondere né sulle concessioni, né su altro perché affrettarsi a nascondere le prove della protesta?

Per vedere le foto del blitz:http://www.centopercentoanimalisti.com/phpBB2/genzano-roma-blitz-al-municipio-e-allo-zoo-vt37095.html

L'amianto di casa nostra

S pesso capita di trovarsi di fronte a problematiche e fatti di cronaca a cui non si dà

troppa importanza, come se la questione non ci riguardasse perché magari accaduto in luoghi altri dai propri.Il tema amianto (o eternit) credo faccia parte di questi casi. Ecco così trovarci impreparati e allarmati dalla ultima presunta scoperta di eternit nell'abbaino dell'asilo nido di Via San Carlino.L’amianto rappresenta una grave minaccia per la salute di ambiente e cittadini. A dimostrazione di ciò un dato su tutti: nel Lazio ogni anno si registrano oltre 100 decessi per mesotelioma pleurico riconducibile ad esposizione professionale o ambientale alle

fibre di amianto. Per cui prima di puntare il dito, riconoscendo che fino a qualche anno fa l'eternit era di uso comune nel campo dell'edilizia (poveri noi!), sarebbe però utile chiedere se non sia il caso di iniziare ad informare senza allarmismi la cittadinanza degli effetti che si corrono venendo a contatto con tale materiale. Sarebbe un primo passo per monitorare la situazione nel proprio territorio e magari iniziare un' opera di bonifica a partire dal patrimonio pubblico. D'altronde se non si inizia un lavoro in questo senso, temo che continueremo ad imbatterci in quei fusti incellofanati contenenti eternit che spesso compaiono ai bordi delle strade che portano al lago di Nemi. Come se non bastasse, agli inizi di quest'estate scoppia uno scandalo regionale riguardo la discarica di eternit di Valle

Caia (Pomezia). L'8 Agosto infatti sono scattate le manette per nove persone, tra imprenditori e funzionari pubblici, con l'accusa di traffico illecito di rifiuti pericolosi. Gli arresti, coordinati dal sostituto procuratore di Velletri Giuseppe Travaglini, riguardano il trasferimento a Valle Caia di circa un milione di tonnellate di amianto friabile proveniente dalla ex Sacelit di San Filippo della Mela, provincia di Messina. L'invaso infatti è autorizzato dalla Regione Lazio soltanto per ricevere amianto compatto (ovvero mischiato al cemento) e non le cosiddette “big bag”, celle di amianto friabile. Perché quindi non iniziare a dire basta a questa brutta storia dell'Amianto fatta di malaffare, interessi economici e di tante morti bianche ancora oggi rimaste impunite?

Non occorre attendere che la situazioni degeneri, come a Casale Monferrato, per accorgerci che i pericoli li abbiamo in casa.

Emiliano Viti

La marcia su Genzano

Genzano antifascista? A giudicare dagli episodi più o meno violenti che la nostra cittadina ha dovuto subire negli ultimi

tempi, il punto interrogativo che precede è d’obbligo. Ma come? E la “rossa” e “antifascista” Genzano di Gino Cesaroni? Probabilmente i giorni della Resistenza sono ormai custoditi nei polverosi album di famiglia, sulle targhe che battezzano le vie del nostro paese o nei discorsi che ogni anno abbelliscono il 25 Aprile. Comunque si sa nel corso degli anni le cose cambiano specie quando si crede che i bei ricordi bastino a lasciare immutata la realtà o peggio ancora ci si limita a campare sugli allori. Se leggete pretestuosità in queste parole potreste aver ragione, ma aspettate un momento che siano i fatti a parlare.Passeggiando per le strade genzanesi potrete ammirare un vasto repertorio del “ventennio”. Si comincia con “via dei Mille” che da omaggio a Giuseppe Garibaldi è diventata “zona nera”, in riferimento alla scritta che candidamente decora un muro. Seguendo il nostro itinerario proseguiamo verso la verde “Olmata” dove i camerati si son dati ben da fare (per inciso questa zona ospita anche il mercatino mensile dell’antiquariato molto visitato dai cittadini dei Castelli). A questo punto operando una cernita dei luoghi, arriviamo ai parcheggi della Chiesa Nuova. Qui ci rifacciamo davvero gli occhi: un murale nazi-fascista che occupa trenta metri di parete perfettamente confezionato e custodito.Bene, se ne facessimo solo una questione di decoro urbano saremmo noi per primi a sminuire il senso della questione; tuttavia non capiamo perché l’amministrazione comunale non si arma di vernice e pennello e cancella quei capolavori? Una scritta può essere condannabile ma non pericolosa per l’incolumità fisica, quando però arrivano episodi di violenza come è successo ai danni di giovani e militanti di Sinistra, il discorso diventa serio. Il clima notturno che si respira in piazza Frasconi o nei parcheggi sottostanti è certamente poco adatto ai giovani che nell’abbigliamento appaiano come “di Sinistra". Ritenete il problema banale? Chiediamo? Dobbiamo aspettare gli atti di omofobia e di scontro tra opposte fazioni come succede nella Capitale? Pensiamo che immigrati e gay a Genzano non devono avere ospitalità?Come “Terra Sociale” sosteniamo che ad un’analisi di quello che succede deve corrispondere una concreta risposta. Quindi riteniamo sia necessario creare uno spazio autogestito dai giovani dato che solo a Genzano non esiste oltre che intervenire sull’emarginazione degli strati popolari. Affiancare dunque all’antifascismo storico (pur meritorio) dell’Anpi e quello dell'Assemblea Antifascista dei Castelli Romani, un antifascismo sociale e popolare costituito di paziente lavoro in mezzo alle persone più umili e ai giovani per trasmettere una cultura di Sinistra a partire dai bisogni più immediati. Così tra lotta al carovita, dopo-scuola e palestre popolari forse eviteremo che ai giovani “Ernesto Che Guevara” venga presentato da chi inneggia al Duce!

Il manifesto dell'iniziativa organizzata dall'associazione neofascista

Sabato 31 ottobre 2009 - Anno I - n° 2Redazione: via Roma n° 50 - 00045 Genzano di Romatel. 333 9467351 e-mail: [email protected]

La Spoon River di Casale Monferrato

E ccomi qua. Come ogni mattina entro nella Spoon River di

Casale Monferrato al piano terra della Camera del Lavoro dove ha sede l’Associazione Famigliari Vittime dell’Amianto.Una fila lunghissima di cartelline occupa da destra a sinistra tutti gli scaffali di questo ufficio, ogni cartellina la storia di una vita: bianche sono quelle dei lavoratori deceduti a causa dell’amianto, rosa quelle dei cittadini per la stessa causa, gialle quelle dei lavoratori ancora in vita ma che portano addosso i segni sotto forma d’invalidità, verdi quelle dei cittadini in vita che lottano contro il mesotelioma pleurico.Per 80 anni infatti, dal 1906 al 1986, a Casale ha operato la ditta Eternit, ciò che essa produceva era un composto di cemento e di amianto che sarebbe stato innocuo, anzi benefico per l’economia della cittadina piemontese, se non avesse contenuto appunto l’amianto, che, oltre ad essere uno dei più pericolosi agenti cancerogeni che si conoscano, è causa di altre gravi malattie professionali, asbestosi compresa, soprattutto alle vie respiratorie.Con l’amianto hanno dovuto fare i conti non solo i lavoratori, dagli operai agli impiegati ai dirigenti della Eternit, ma tutta la città. Sono infatti morti di tumori al polmone, e più in generale di affezioni indotte dall’amianto, non solo dipendenti dello stabilimento, ma anche, e forse soprattutto, persone che in quella fabbrica non hanno mai lavorato.Mentre l’asbestosi e i tumori al polmone e alla laringe hanno colpito quasi esclusivamente i lavoratori Eternit, i casi di morte per mesotelioma pleurico, un tumore specificamente causato dall’amianto, hanno riguardato per i due terzi del totale persone che non hanno mai avuto rapporti professionali con la fabbrica.Dopo 20 anni di lotte, portate avanti dal segretario della CGIL Casalese ed ex delegato sindacale alla Eternit Nicola Pondrano e del coordinatore del Comitato Vertenza Amianto Bruno Pesce, si è arrivati, il 22 luglio scorso, al rinvio a giudizio dei due imputati Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier de Marchienne per il più grande processo per morti bianche (2.000 i casi in questione!) che si sia mai svolto in tutta Europa, processo che prenderà il via il 10 dicembre presso il Tribunale di Torino.Quel giorno, quando sarò su uno dei pullman messi a disposizione per assistere alla prima udienza, ripenserò ad alcune di quelle cartelline e a quella che all’inizio di questo racconto ho definito la Spoon River di Casale Monferrato: a Mario, il barista dove da piccolo andavo a giocare con gli amici, a Luigi, il panettiere papà di Corrado, a Pietro, che ancora due mesi fa mi venne a trovare dicendo che continuava a combattere, ad Anna, che per vent’anni non si è persa una riunione dell’Associazione ed ha resistito per esserci di persona alla prima udienza preliminare, salvo poi passarci il testimone e a tanti altri ancora.E penserò a Battista, mio nonno ex lavoratore Eternit, che solo da adulto, vedendo il suo certificato Inail che riportava 85% d’inabilità da asbestosi, ho capito perché non giocava mai con me a rincorrere un pallone quand’ero piccino.

L. C.

Marco Fiorletta

I manifesti di protesta affissi dentro l'atrio del palazzo comunale di Genzano da parte del gruppo animalista "100% animalisti"

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N ell’ottobre 2008, con la sua prima uscita pubblica, si è formalmente costituito il Coordinamento delle scuole dei Castelli Romani.

E’ stato attivato da genitori, studenti, insegnanti ed A.T.A, uniti per contrastare la “riforma” Gelmini, consapevoli degli enormi danni che avrebbe causato alla scuola pubblica.Nel silenzio ed indifferenza quasi totale dei media, abbiamo fatto informazione e tessuto una rete di contatti con realtà diverse e questo ci ha permesso, dopo un anno, di essere ancora presenti all’interno del vasto movimento antagonista nazionale, in collegamento con molti altri coordinamenti presenti sul territorio nazionale.Il 10 settembre 2009, in un’assemblea che ha visto partecipanti provenienti da Zagarolo, Frascati, Marino, Castelgandolfo, Albano, Rocca di Papa, Ariccia, Cecchina e Velletri, si è fatto il punto della situazione, constatando che gli effetti deleteri dei tagli, (classi numerose, difficoltà nella sorveglianza, progetti a rischio se non addirittura cancellati, didattica impoverita, tempo pieno svuotato, handicap penalizzato, etc.), sono elementi comuni a tutte le scuole.Le proposte operative elaborate dall’assemblea sono state:* rafforzare la rete di scambi per evitare di vivere isolati problemi che sono invece comuni;* condividere idee e forme di resistenza che si dimostrano efficaci;* diffondere ed incoraggiare la conoscenza della normativa vigente (specie tra i docenti);* considerare ogni ambito di vita sociale un momento utile per l’informazione e la sensibilizzazione.Il progetto è di svolgere assemblee pubbliche nei

comuni dei Castelli Romani e di cercare nuove forme, mezzi e strumenti di comunicazione e lotta.Su questo spazio troverete informazioni sulla cosiddetta “riforma”, aggiornamenti sul suo stato di attuazione e relative conseguenze e notizie sulla nostra attività. La prima scadenza è rappresentata dalle elezioni degli Organi Collegiali. È importante candidarsi in tutte le scuole, nei consigli di istituto e di classe e dar vita ai comitati dei genitori.Stiamo aprendo un blog per interagire con tutti: nel frattempo, chi desidera essere contattato può comunicarlo all’indirizzo e-mail del Coordinamento: [email protected]

D odici mesi nuotando controcorrente. Un anno trascorso a dimostrare testardamente una tesi: la

necessità di rifondare l’impegno politico della Sinistra a partire dai bisogni delle persone più svantaggiate, dalle necessità delle classi popolari. Questo è il senso di Terra Sociale, la sfida che questa associazione lancia al mondo politico “tradizionale”.In questo periodo né breve, né lungo, abbiamo costituito un’associazione i cui membri potevano essere contati all’inizio sulle dita di una mano; abbiamo creato un GAP, un Gruppo di Acquisto Popolare tra una cinquantina di famiglie di Genzano e dei Castelli. Il Gruppo da luglio a Ottobre ha distribuito 6-7 quintali di prodotti alimentari di buona qualità a prezzi economici (patate, pasta; caffè, legumi, frutta) e inoltre è entrato a far parte del Coordinamento dei GAP dell’Italia centrale: Un primo abbozzo di rete tra realtà associative che consentirà una distribuzione più efficiente e una varietà di prodotti più ampia; siamo stati parte attiva del movimento contro l’Inceneritore di Albano in tutte le sue mobilitazioni; abbiamo dato vita a un sito Internet e, soprattutto, a questo giornale; infine, siamo quadruplicati di numero.Possiamo ritenerci soddisfatti? Niente affatto. Perché ci rendiamo conto per primi della nostra inadeguatezza rispetto all’epoca che ci tocca vivere. Siamo nel profondo di una crisi economica che sta gettando nella disperazione le persone più umili, quelle che già prima non festeggiavano. Segnaliamo ai distratti che ci sono tre milioni di cittadini con problemi di alimentazione (e qualcuno di questi vivrà certamente a Genzano). Stiamo assistendo a una crisi democratica e

istituzionale che non ha precedenti nella storia di questa disgraziata Repubblica. Nel frattempo non esiste più alcun tipo di opposizione politica alla Destra, degna di questo nome.Chi ha deciso di impegnarsi in Terra Sociale non viene da un altro pianeta. La gran parte di noi ha avuto e ha ancora esperienze in partiti della Sinistra qui a Genzano o nel

territorio dei Castelli e di certo non le ripudiamo. Solo che oggi non è più sufficiente fare politica descrivendo i problemi delle persone: precarietà, inquinamento, razzismo, omofobia e poi procedere a chiudere le porte delle rispettive sezioni più o meno soddisfatti e con la coscienza pulita. Serve legittimità e questa la si conquista ogni giorno per strada, condividendo i problemi di chi sta peggio, tentando risposte parziali (ma concrete) come con i Gruppi di Acquisto. La nostra non è una operazione di beneficienza, ma è un venirci incontro tra persone che subiscono i danni della crisi economica non affrontata in maniera efficace dal Governo. Condividere i problemi tutti insieme può darci la forza per non vergognarci di colpe che non abbiamoNoi pratichiamo da luglio il GAP in via Toscana, nei pressi delle case popolari di via Marche. La formula è piuttosto semplice: abbiamo contattato dei produttori che ci garantiscono dei prezzi popolari (vedi box) e distribuiamo una volta al mese alle famiglie degli associati. Chiunque può partecipare: è sufficiente venire al nostro banchetto o nella nostra sede (via Roma, 50 il giovedì sera a partire dalle 21.00) e decidere di aderire al Gruppo di Acquisto Popolare. E’ abbastanza faticoso costruire questi appuntamenti: è necessario effettuare più volantinaggi nell’arco del mese per avvertire i cittadini della zona; bisogna immagazzinare e trasportare i prodotti, ecc. Ma è così che si raccolgono le disponibilità dei cittadini a impegnarsi in prima persona per trasformare la società: mettendoci la propria faccia, sotto la pioggia o sotto il solleone, montando i banchetti per assicurare un prodotto che renda più semplice arrivare alla fine del mese.“Dichiararsi” di Sinistra e comunisti non basta. Meglio, molto meglio “fare” i comunisti.

Stefano Paterna

Perseguiamo una nuova forma di lotta politica che parte dagli albori della storia del movimento operaio, il mutuo soccorso che dovremo potenziare ed estendere.

Uniti possiamo fare di più

N el corso dei primi tre GAP (Gruppi d'Acquisto Popolari) sono stati

distribuiti a prezzo calmierato generi alimentari di prima necessità. I prodotti venduti, in special modo frutta e verdura, seguono il corso delle stagioni, infatti nei prossimi mesi avremo una maggior varietà di ortaggi e frutta fresca. Nei tre mercatini finora svolti siamo riusciti smerciare 1 quintale di pasta, 9 kg di caffè, miele biologico, 5 kg di biscotti fatti a mano e cotti con il forno a legna, 4 quintali di patate, 30 kg di mele non trattate, 10 kg di finocchi, 50 kg di pomodori, 30 kg di bieta e verza, 10 kg di zucchine, 25 kg tra fagioli, ceci e lenticchie, 30 kg tra cipolle, agli e carote per un totale di 7 quintali di merce.Tra i visitatori abbiamo ormai facce note che ci vengono a trovare, nuovi "clienti" che promettono di tornare e ci portano in omaggio anche pezzi di focaccia calda. Siamo contenti che il processo di fidelizzazione vada avanti ma ancora non siamo soddisfatti. Acquistare al Gap vuol dire lottare contro il carovita in un momento di crisi che colpisce tutti, ma è soprattutto un impegno quotidiano per il rispetto dei produttori e dei consumatori che nella filiera lunga sono quelli che subiscono i danni maggiori. (M. F.)

La sfida di Terra Sociale

L ' Associazione Culturale di Promozione Sociale "Vie dei Canti" da anni organizza

iniziative che mirano alla promozione e allo sviluppo del rapporto uomo-ambiente, all’integrazione sociale di categorie svantaggiate e alla rivalutazione del patrimonio culturale del territorio dei Castelli Romani.Il Progetto Natural_Mente da marzo, anche grazie al contributo della biblioteca “Carlo Levi”, ha avuto la possibilità di promuovere e concretizzare il progetto con la costruzione di un percorso sensoriale nel giardino della biblioteca comunale; inoltre, con il patrocinio del Comune di Genzano e della Provincia di Roma e l'interessamneto del sindaco Ercolani, in collaborazione con diversi Istituti Psichiatrici della zona, ha iniziato la bonifica e il recupero dell' orto botanico comunale, da anni in stato di abbandono.Si vuole dare in tal modo a chi vive il disagio psichico la possibilità di dimostrare a se stessi e alla cittadinanza di potersi proporre nel contesto sociale come portatori di miglioramenti strutturali e come promotori di un servizio utile a tutti.Uno dei nostri obiettivi è quello di trasformare questi spazi pubblici attraverso un lavoro di rete che coinvolga istituzioni, scuole, associazioni, cooperative, gruppi informali e privati cittadini, in luoghi d’incontro aperti a chiunque abbia la passione per la natura e intenda contribuire alla tutela del patrimonio ambientale che ci circonda.Una volta avvenuta la sistemazione degli spazi comunali è prevista l’attivazione di laboratori di erboristeria; coltivazione di piante a terra, in vaso e bonsai; costruzione di strumenti musicali con materiali naturali e riciclati; pittura e scultura. I laboratori saranno tenuti da personale esperto e saranno aperti a tutti.E-mail: [email protected]

Pace e TempestaSabato 31 ottobre 2009 - Anno I n. 2

In attesa di registrazioneDiffusione gratuita

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Condirettore responsabile:Stefano Paterna

Progetto grafico:Carlo Cortuso

Redazione: via Roma n°5000045 Genzano di Roma

tel. +39 333 9467351e-mail: [email protected]

Edito da:Associazione Culturale e di Promozione

Sociale "Terra Sociale Onlus"via Roma n°50 - 00045 Genzano di Roma

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Per la realizzazione di questo giornale sono stati usati programmi Open Source:

The Gimp 2.4, Scribus 1.3.3, Open Office.

Contro l'impoverimento della scuola pubblica

O gni anno circa 4 miliardi di euro vengono prelevati dalle tasche dei consumatori per

finanziare, in teoria, lo sviluppo delle energie rinnovabili, ma in pratica finiscono ad incrementare gli utili di raffinerie, cementifici ed inceneritori. Come? Grazie al prelievo forzoso – pari al 7% del totale – che dal 1992 viene effettuato su ogni bolletta della luce, grazie ad un artificio tutto italiano, più volte rimproveratoci dall’Unione europea. Ora però i cittadini hanno la possibilità di fermare questo abuso: è partita la class action, ovvero la vertenza collettiva che punta a far recuperare il prelievo CIP6 dalle nostre bollette.Tutto ha inizio nel 1991, quando l’Italia attraversava un periodo di carenza energetica. Per stimolare la produzione di energia alternativa a quella derivata dal petrolio, sono stati introdotti i contributi CIP6, fondi finanziati da tutti i titolari di utenza elettrica, che si sono visti aumentare l’importo delle bollette del 7%. Un aumento che avrebbe avuto senso se davvero fosse servito a finanziare le fonti di energia rinnovabile come il solare e l’eolico,

ma così non è stato. Nel 1992 al decreto di finanziamento delle fonti rinnovabili è stata infatti aggiunta una breve frase: "…e alle assimilate". È bastato questo per estendere la definizione di “fonti rinnovabili e assimilate” ai rifiuti urbani e residui di raffineria. Da allora i distributori di rifiuti solidi urbani, che ci impacchettavano dentro anche un po' di residui di raffineria o di forni di cementerie, hanno potuto beneficiare del 7% di ogni nostra bolletta della luce, distolto dalle vere fonti rinnovabili. Eppure la Direttiva europea 2001/77 ha stabilito che i rifiuti non biodegradabili fossero esclusi dagli incentivi. La legge italiana, col decreto 387 del 29/12/2003, non ha però recepito tale Direttiva e di conseguenza l'Europa ha aperto una procedura d'infrazione contro l’Italia. La soluzione con lo stop agli incentivi, anche se in parte vanificata da alcune deroghe, è arrivata solo con la finanziaria 2007. Per questo, è un diritto di tutti i cittadini chiedere il rimborso dei soldi utilizzati per incentivare attività non previste dalle norme europee, dal 2001 al 2007.

Per informazioni: www.dirittoalfuturo.org

Dall'immondizia nascon i fiori

Costantino Curunella

Coordinamento Genitori Insegnanti

Daniela Da Milano

No ai prelievi forzosiLa partecipata manifestazione "No-Inc" tenutasi sabato 17 ottobre ad Albano e conclusasi a Genzano